In culo alla luna

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IN CULO ALLA LUNA

Commedia in un atto

di ALDO NICOLAJ

PERSONAGGI

ADELE

GEMMA

RICHI

NARDO

TONIO

Commedia formattata da

Periferia di una grande città, oggi. Cucina-tinello di un appartamento di periferia. Gemma, più vicino ai 50 anni che ai 40, sta guardando la televisione mentre la suocera settantenne Adele, seduta in un angolo sta rammendando biancheria. Richi, un bel ragazzo di poco più di vent'anni, sdraiato sul divano sfoglia giornaletti. La portafinestra che dà su un balconcino è spalancata all'ultimo sole autunnale. L'arredamento della stanza è quello tipico di un ambiente operaio: tavolo, sedie, credenza, un divano letto, un mobile per la TV, qualche stampa alle pareti.

Richi                           - (sta sfottendo la nonna). dai, nonna, non contare balle, siete venuti in città perché morivate di fame.

Adele                          - (risentita) Ma sei impazzito?. Chi ti ha raccontato questa bugia?

Richi                           - Il nonno.

Adele                          - In campagna morivamo di fame?!? Coi campi, l'orto, la vigna??! Con le uova che mi facevano le galline?!? Tutti i giorni per lo meno una dozzina. Ne ho così nostalgia che me le sogno di notte.

Richi                           - Le uova?

Adele                          - Le galline, stupido. Bastava facessi pio-pio-pio-pio e le avevo tutte attorno. Come venissero a salutarmi e farmi festa, povere bestie. Ce n'era una, bellissima, tutta bianca e pettoruta con una grande cresta rossa.

Richi                           - (che sa a memoria la storia) . che chiamavi la contessa.

Adele                          - . mi seguiva dappertutto come un cagnolino. quando andavo a messa mi accompagnava in chiesa e mi aspettava davanti al portone.

Richi                           - . ma un giorno il nonno senza dirti né a né ba le ha tirato il collo.

Adele                          - Ho pianto per un mese come avessi perso una creatura.

Richi                           - . ma te la sei mangiata lo stesso e ti è anche piaciuta.

Adele                          - . e buona che era. Perché i nostri polli erano polli veri, non come quelli di oggi che si sfilacciano e sanno di pesce.

Richi                           - . negli allevamenti, chissà che cazzo mangiano.

Adele                          - Io gli davo dei bei pastoni e tanto di quel granturco. E, poi, ruspando per i prati trovavano un sacco di vermi. E che buone uova facevano, un tuorlo rosso come il fuoco.

Richi                           - . uova ai vermi!

Adele                          - Per i polli i vermi sono bigné. (a Gemma) Abbassa un poco, Gemma. Così fai incretinire anche noi.

Gemma                       - Guardo quel matto di Vittorio Ciurlo. con una palla rossa nel naso fa morire dal ridere.

Adele                          - Scemenze. come ti possano divertire quelle scemenze.

Gemma                       - . fanno passare il tempo, Adele.

Richi                           - Perché non vuoi ammettere che in campagna facevate una vita da bestie?

Adele                          - Perché non è vero, signor tumistufi. Certo che, allora, non c'erano le comodità di oggi.

Richi                           - Non avevate nemmeno l'acqua in casa, disgraziati. Dovevate attingerla al pozzo. e siccome ce n'era poca, dovevate lavarvi nel torrente. E per cucinare accendevate il fuoco come gli indiani e siccome non avevate il cesso, andavate a farla nei prati.

Adele                          - E così concimavamo i pomodori.

Richi                           - . che buoni saranno stati concimati con la merda.

Adele                          - Meglio di quelli di oggi, fertilizzati coi veleni. Allora, la vita era diversa. Quando ci hanno messo la corrente elettrica, non ci pareva vero di poter accendere la luce girando una chiavetta. Gli elettrodomestici e le altre diavolerie di oggi, non c'erano ancora. dovevamo provvedere a tutto manualmente e con fatica, così che la sera stanchi morti non sognavamo che il letto. Ma avevamo tutto quello che occorreva, non ci mancava niente.

Richi                           - Allora perché inurbarvi?

Adele                          - Inurbarvi?

Richi                           - . lasciare i campi per la città. Il nonno credeva che la catena di montaggio fosse meglio della zappa?.

Adele                          - . in quel periodo tutti lasciavano i campi. nessuno voleva più saperne di lavorare la terra. Le città erano l'Eldorado. Le famiglie se ne andavano una dopo l'altra e la campagna si svuotava. Mio fratello Giacomo, invece, ha resistito e bene che ha fatto. La terra con relativo rustico se l'è tenuta e l'ha lasciata a te.

Richi                           - Con una clausola così idiota che era meglio non me l'avesse lasciata.

Adele                          - Non puoi vendere, ma è tutto tuo. Ed oggi che la gente in campagna si fa la seconda casa quel podere si è anche rivalutato.

Richi                           - Certo. E per darlo via sarebbe il momento buono, invece quella topaia con quel mucchio di sassi me la devo tenere sul gobbo perché non posso né vendere, né affittare e nemmeno ipotecare. Ti rendi conto che stronzata di eredità mi ha lasciato tuo fratello?

Adele                          - Giacomo sperava tanto che ci saresti andato a vivere.

Richi                           - . uno come me, nato e cresciuto in città, rintanarsi in un posto dimenticato da dio e dagli uomini, in culo alla luna?!?

Adele                          - È un posto bellissimo. Nemmeno troppo lontano dal mare. Il giorno di Ferragosto andavamo sempre a farci il bagno.

Richi                           - In sottoveste e brachettoni.

Adele                          - Non certo nudi come voi oggi. Ma com'era bello sguazzare tra le onde e poi far merenda nei prati. (un tempo) Mio fratello sperava che ereditando avresti capito l'importanza della terra e ci saresti ritornato a vivere.

Richi                           - . per tribolare nei campi tutta la vita.

Adele                          - La terra ti fa la vita dura, ma ripaga generosamente.

Richi                           - E nella clausola ha anche scritto che potrò vendere solo a cinquant'anni. È un'idea pazzesca.

Adele                          - S'illudeva che, lavorandola, non l'avresti mai lasciata.

Richi                           - Andiamo, nonna, come poteva pensare che sarei restato lì, tra sassi e rovi, in una specie di steppa.

Adele                          - Non è una steppa, ma terra buona, lui ci è vissuto e ci ha mangiato tutta la vita. Un terreno che ha il suo valore. E c'è un appezzamento ideale per farne una vigna.

Richi                           - Ma se non si può né vendere, né affittare e nemmeno ipotecare è una passività. Più che un'eredità è una fregatura. E mio padre ci deve anche pagare le tasse. (scoppia una grande risata di Gemma)

Gemma                       - Le ha dato della troia come le facesse un complimento.

Richi                           - A chi?

Gemma                       - A quella tettona di Sabrina Bombè.

Richi                           - E ha fatto bene. Se non è troia quella.

Adele                          - Bell'insegnamento dà la TV. E per sentire parolacce si paga anche il canone.

Richi                           - Troia non è una parolaccia, ma un termine che esprime efficacemente un concetto. Oggi si è più espliciti, si dice pane al pane, vino al vino e troia alle troie come Sabrina Bombè che la dà a cani e porci.

Gemma                       - Tu che ne sai se la dà ed a chi.

Richi                           - Si sa, nonna, si sa. E magari la desse anche a me.

Adele                          - Io quei programmi scemi, dove non dicono che parolacce, non li vedo.

Richi                           - . sfido, sei cieca come una talpa.

Adele                          - Ci vedo benissimo, ho solo un po' di cataratta ma col lazio me la tolgono.

Richi                           - Ignorante! Col laser vorrai dire! (in quel momento dal cortile arriva una pallonata che quasi colpisce Gemma che si mette ad urlare)

Richi                           - Goal!

Gemma                       - Guarda un po' che tiro, per poco non mi prende l'occhio.

Richi                           - Mitico! Il Puma è centrattacco nato. (va a prendere il pallone)

Adele                          - (urla verso il cortile) Maleducati, non potete stare più attenti?!?

Richi                           - Nonna, ci vuol altro per quegli stronzetti. (urlando verso il cortile) Disgraziati di merda, provateci ancora e quel cazzo di pallone ve lo infilo io nel culo!

Adele                          - Hai un vocabolario che fa vergognare, Richi. (lui risponde con una grande risata. Silenzio) Tutto il giorno ciondoloni, non ti vergogni?. Che uomo sei senza nemmeno uno straccio di lavoro!?!

Richi                           - Vedi, nonna, per trovare lavoro dovrei avere un motorino.

Adele                          - . se lavorassi, potresti comprartelo.

Richi                           - Il fatto è che senza motorino come trovo un lavoro?

Adele                          - L'occasione ce l'hai avuta, ma hai detto di no.

Richi                           - Col mio titolo di studio avrei dovuto fare lo spazzino!?!

Adele                          - Netturbino si dice adesso. E tu hai la seconda ragioneria non il diploma. Capirei se fossi ragioniere.

Richi                           - Sarei un ragioniere disoccupato.

Adele                          - Era un posto fisso, offerto dal Comune.

Richi                           - Nonna, ci sono disgraziati che vengono dall'Africa Nera, attraversano foreste, guadano fiumi, arrivano a piedi, a nuoto, a dorso d'elefante per venire a fare lo spazzino, pardon il netturbino, da noi. Ed io dovrei essere l'infame che gli frega il lavoro?

Adele                          - Ma sono posti buoni. Ti danno persino i guanti per non sporcarti le mani. I guanti ed una bella tuta. Un nipote della cugina della cognata di mio fratello facendo lo spazzino si è comprato casa e due macchine. Ed ora ha la sua brava pensione.

Richi                           - Ma ormai, i netturbini devono essere tutti di colore.

Adele                          - E perché?

Richi                           - Perché così non si vede lo sporco. (ride)

Adele                          - Ridi, ridi. Però tuo padre è andato in Germania per la pagnotta.

Richi                           - Ora ci vanno i turchi. Gli italiani non li vogliono più perché si scopavano tutte le donne. Mio padre chissà quante crucche si sarà fatto, beato lui. Ma io perché dovrei andarci? Qui sono nato, qui ho la famiglia, la casa, gli amici, il bar, il mio         giro. ho anche mia nonna tanto buona e rompicoglioni. Perché darmi all'emigrazione?.

Adele                          - Mio padre, il tuo bisnonno, pur di lavorare se n'è andato nelle lontane Americhe con una valigia di cartone.

Richi                           - Perché non c'erano ancora quelle di plastica.

Adele                          - Un viaggio su di un mare in tempesta. con tanti altri poveri cristiani in cerca di fortuna come lui. E lavorando giorno e notte ha potuto, ritornando, comprarsi un po' di terra e cominciare la sua vita in patria.

Richi                           - Erano i tempi di Carlo Alberto, nonna. Ormai è tutto cambiato ed in America è come da noi tale e quale: discoteche, fast-food, droga, miseria, disoccupazione, criminalità. Che cavolo ci andrei a fare? Con la globalizzazione il mondo oramai è uguale dappertutto. Se fossi nato in altri tempi .

Voce di Tonio             - (che chiama dal cortile) Richi non vieni in palestra? Scendi subito. Sbrigati. Non ti aspetto.

Richi                           - (verso il cortile) Volo. Non fare lo stronzo, arrivo. (prende la borsa che è in un angolo) Salute a tutti. (scappa via)

Adele                          - A me quel ragazzo preoccupa.

Gemma                       - Eh?!? Cos'hai detto?

Adele                          - Spegni quella baracca se vuoi che parliamo. Possibile debba tenerla accesa tutto il giorno?

Gemma                       - Mi distrae e non mi lascia pensare. (spegne) Cosa vuoi dirmi?

Adele                          - Parlare di tuo figlio. Non mi piace vederlo senza far niente. Ho paura finisca male.

Gemma                       - E perché dovrebbe finire male?

Adele                          - Non ha interessi, né ideali. Ma amici che non mi piacciono. Questo Tonio che frequenta ora, mi pare un poco di buono.

Gemma                       - Cos'ha che non va? Non trova lavoro nemmeno lui, la sua casa è di fronte alla nostra. non dovevano fare amicizia?.

Adele                          - Quello è già un adulto, non un ragazzo come Richi. Avrà più di trent'anni.

Gemma                       - Ma no. Ne avrà sì e no un tre o quattro di più di Richi. sembra più grande ma è un ragazzo.              

Adele                          - Ha un'aria che non mi piace. i capelli tinti, l'orecchino, un cerchietto al naso, una tigre tatuata sul braccio. un selvaggio. E, la sa troppo lunga.

Gemma                       - A me fa pena, invece. Sua madre lo ha lasciato quand'era piccolo e lui chissà quanto ne ha sofferto. A me è simpatico, è un bel figliolo.

Adele                          - È trascurato. Mi pare abbia sempre addosso la stessa roba sporca.

Gemma                       - Perché non ha una madre che si occupa di lui. Richi farebbe lo stesso, se non ci fossi io. Come fai a giudicare la gente, se non la conosci? Non siamo tutti uguali. Non bisogna scandalizzarsi se un ragazzo ha un cerchietto al naso, il mondo è cambiato.

Adele                          - . in peggio. I giovani sono pieni di pretese.

Gemma                       - Col progresso è arrivato il consumismo. perciò vogliono il benessere.

Adele                          - Se per lo meno avessero un po' di educazione. Noi eravamo povera gente, ma per una parolaccia volavano schiaffoni. Ora la volgarità è di moda. Non c'è più morale. Quello che si vede in giro fa paura. Nudo da tutte le parti. Il corpo umano non ha più misteri.

Gemma                       - Così va il mondo. Questo è l'andazzo generale. Basta dare uno sguardo ai giornali. alle riviste. ai cartelloni pubblicitari. Cosce, sederi e tette dappertutto. Invito al sesso in ogni dove.

Adele                          - E in TV? Si vede di tutto. I bambini con quelle immagini negli occhi diventano grandi. Perciò se ci preoccupano i giovani di oggi, chissà cosa saranno quelli di domani.

Gemma                       - I giovani sono quelli di sempre: bevono, mangiano, dormono, ridono, piangono, fanno l'amore, come hanno sempre fatto. Ed anche se si fanno i capelli rossi e blu e sono colorati, tatuati, bucati con cerchietti e spilloni, non sono diversi da una volta. Gridiamo loro in faccia che sono la generazione del futuro come fosse una minaccia. Li terrorizziamo. Ma non li aiutiamo a vivere e non siamo capaci di capire che le loro speranze, paure, rabbia e delusioni, sono quelle di sempre.

Adele                          - Noi, ai nostri tempi.

Gemma                       - A noi da giovani, nessuno dava niente mentre noi ai nostri figli tatuati coi capelli tinti ed i cerchietti al naso abbiamo voluto dare tutto.

Adele                          - E sono cresciuti senza voglia di lavorare e con un sacco di pretese.

Gemma                       - Non sono abituati a lottare, perché noi ci siamo fatti in quattro per loro. Ed ora, perciò, non sanno fare rinunce e sacrifici perché non ne hanno mai fatti. E, purtroppo, non si rendono conto che se non lottano il mondo li esclude. Noi     abbiamo sempre cercato di farlo capire, a Richi. senti anche tu Cesco come urla con lui. Esagera anche minacciandolo di buttarlo fuori di casa. Ma, disgraziato, se non trova, lavoro, cosa deve fare?.

Adele                          - Cesco è severo ma come padre ha cento ragioni. Richi è mantenuto, vestito, lavato e stirato come un signorino. Gli compri anche roba firmata. Gli paghi persino il lusso della palestra di nascosto da Cesco non so per quale motivo.

Gemma                       - Se i suoi istinti violenti li sfoga sugli attrezzi, poi è più tranquillo e non fa danni. E, se fa sport per lo meno non si droga, spero.

Adele                          - Una volta i giovani andavano in chiesa. ora vanno nelle discoteche ad intontirsi con la musica da selvaggi. E lì bevono e si drogano. Non hanno più ideali, non credono in Dio.

Gemma                       - . né in Dio né nel diavolo. Sono delusi scoraggiati. Vivono in un mondo dove regna il benessere e lo pretendono, anche se il benessere non risolve i loro problemi.

Adele                          - In casa da mangiare e dormire ce l'hanno, per cui di fame non muoiono.

Gemma                       - . e così di casa nessuno li schioda. Ma finiranno per trovare la loro strada. Risolveranno come tutti. I maschi impiegano più tempo a maturare. Guarda Norma, si è subito resa indipendente andandosene di casa.

Adele                          - Ma vive in peccato mortale con un divorziato.

Gemma                       - Se i grandi peccati fossero soltanto questi non ci sarebbe l'inferno. L'importante è che siano felici e si vogliano bene.

Adele                          - Avrebbe potuto essere più felice ancora sposandosi in chiesa.

Gemma                       - La benedizione del prete non è che garantisca la felicità, coniugale.

Adele                          - Il prete è il rappresentante di Dio. E Dio che benedice gli sposi, attraverso il prete. Ma i giovani queste cose non le sanno nemmeno più. E l'ignoranza è peccato mortale. (lungo silenzio) Se a Richi fosse necessario il motorino per trovare un lavoro, qualcosa da parte ce l'ho. Non spendo mai nulla, lo sai. L'unico strappo lo faccio per qualche giocata al lotto. Sempre gli stessi numeri che non escono mai. Ma io non disarmo. Vorrei lasciare qualcosa ai miei nipoti e finire la mia vita dove sono nata con un pezzo di terra e tante galline che mi fanno l'uovo. Bestie intelligenti, le galline. Quando è morto mio fratello, quella che chiamavo la contessa ha capito la mia disperazione e per consolarmi mi ha seguita al camposanto. Ed è venuta persino.

Nardo                         - (sui settanta, ancora arzillo) Eccomi di ritorno. Ho portato i cornetti gelati.

Adele                          - Cos'è questa storia? Adesso tutti i giorni porti il gelato.     

Gemma                       - Io, quelli a lunga conservazione non li digerisco. Con tutti quei conservanti che ci mettono dentro.

Nardo                         - A me piacciono e Richi ne va matto. Più ne vede, più ne mangia.

Gemma                       - Ma non è il caso che butti soldi per comprarli.

Nardo                         - Io non spendo nemmeno un centesimo.

Gemma                       - Perché? Te li regalano?

Nardo                         - Potrebbero anche farlo per simpatia.

Gemma                       - E chi?

Nardo                         - Questo non si può dire.

Gemma                       - (mettendo il gelato in frigo) Vengono dal supermercato di sempre, a giudicare dalla busta. Li regalano per una promozione?

Adele                          - (per cambiare discorso) Come mai così presto?

Nardo                         - Al nostro circolo fanno la disinfestazione.

Adele                          - Ci sono topi nel circolo della terza età?

Nardo                         - Disinfestano per zanzare e mosche. Non ne vedo mai, ma pare ce ne siano. Se penso alle mosche che avevamo in campagna, ricordi, Adele? Eppure nessuno pensava a disinfestare.

Adele                          - Quando la sera staccavamo le carte moschicide erano nere di mosche e le buttavamo nel fuoco dove friggevano come ciambelle.

Nardo                         - (a Gemma) Non c'erano ancora i frigidaire, d'estate, ogni tanto, compravamo una bella sbarra di ghiaccio ed era un gran lusso mangiare l'anguria gelata e berci il vino bello fresco, ricordi vecchia?

Gemma                       - Facevamo una vita dura, ma stavamo meglio di adesso. Se fossimo rimasti.

Nardo                         - Sarebbe stata la morte civile. Qui per lo meno abbiamo tante cose da fare, da vedere, da provare. laggiù te lo potevi sognare un posto come il circolo della terza età dove mi diverto ed ho tanti amici. Non tornerei al paese per tutto l'oro del mondo. (un tempo)

Gemma                       - Cesco dovrebbe già essere a casa. Rientra sempre più tardi.          

Nardo                         - Beato lui.

Gemma                       - Beato perché?

Nardo                         - (cerca di rimediare a quello che ha detto) . perché non è un vecchio come me.

Adele                          - Che discorsi stupidi fai.

Nardo                         - Gli si sarà bloccata la macchina. È vecchia, la vuole rottamare per una nuova.

Gemma                       - Non mi far pensare ad altre rate. Abbiamo appena finito quelle della lavatrice.

Nardo                         - Non fartene un problema. In un modo o nell'altro risolverà. Certo che la carrozzeria è malandata.

Gemma                       - Ma ha un motore che canta.

Nardo                         - Anche la mia carrozzeria è malandata, ma vedessi che occhiate mi danno ancora le donne. Oggi una brunettina con minigonna mozzafiato mi ha fatto un sorriso che era tutto un programma.

Adele                          - Ormai, per certi programmi non sei più portato.

Nardo                         - Conosci male tuo marito.

Gemma                       - Sentiamo, se quella ti avesse abbordato, cos'avresti fatto?

Nardo                         - Domandalo ad Adele, fattelo dire da lei.

Adele                          - Non me lo ricordo più, è passato tanto di quel tempo dall'ultima volta. Ormai, a letto ti giri dall'altra parte e buonanotte ai suonatori.

Nardo                         - Perché tu, alla tua età avresti ancora degli ardori?

Adele                          - Io?!? Tu, piuttosto, a giudicare dai giornaletti che ti porti a casa. Come li vedo li butto nella spazzatura, ma ce ne sono sempre dei nuovi. Una volta non si stampavano certe sconcezze. Buttare i soldi per quella robaccia.

Nardo                         - E tu non li giochi al lotto, i tuoi soldi?. E cosa ne ricavi?

Gemma                       - Il giorno che vinco, vedrai.

Nardo                         - Sono anni che giochi. Hai mai vinto qualcosa?

Gemma                       - Pensi farebbe meglio a comprare giornaletti pornografici anche lei?

Nardo                         - Certo almeno, così non li comprerei io. (cambia discorso) Cosa si mangia stasera?

Gemma                       - Quello che vuoi. Il congelatore è pieno di precotti e surgelati.

Nardo                         - Io intanto, mi prendo un gelato.

Gemma                       - Sei peggio di un ragazzino.

Nardo                         - Noi uomini siamo sempre ragazzini. Per questo piacciamo alle donne. (apre il frigo e si prende un cornetto gelato) Ne volete uno?

Adele                          - Ricordi i gelati del caffè del paese? Quelli sì erano una delizia, non come quelli che si trovano ora in giro e che sanno di niente. Allora sederci al tavolino sulla piazza per prendere un gelato era un lusso da signori.

Nardo                         - D'estate il giorno di festa, come diversivo, non c'era altro che il gelato. Ed una gita al mare per chi poteva. Il gelato, le chiacchiere, la pioggia che non cadeva o che cadeva troppo. Ed il gran caldo, un soffio d'aria non arrivava mai. E si aspettava come grande avvenimento la festa del paese per la processione, il concerto della banda, il ballo al palchetto ed il canto degli ubriachi.

Adele                          - E c'erano le lucciole. Chi le ha viste più? Riempivano la notte di luci.

Nardo                         - Oggi c'è quella elettrica. (silenzio)

Gemma                       - Sono ore che Cesco è uscito dalla fabbrica. perché non è ancora a casa? E quando rientra, trova a ridire su tutto, urla, tratta Richi come fosse un nemico. Eppure, stupida come sono, se non c'è, mi manca, ne sento il vuoto. Sarò stupida, ma sono ancora innamorata di lui come lo ero da ragazza. (cerca di scherzare) Chissà, fuori avrà trovato di meglio. Cosa pensate? Sarà bionda o bruna?.

Nardo                         - Dà più sul biondo, direi.

Adele                          - Vuoi chiuderla quella boccaccia che non sa che dire cretinate?

Gemma                       - Vuoi dire che un'altra c'è. Ed è bionda?

Adele                          - E tingiti anche tu di biondo, lo fanno tutte, oramai.

Nardo                         - Perfino i maschietti.

Gemma                       - È la moda.     

Adele                          - Vieni con me, Nardo. Andiamo a prendere un po' di pane, ce n'è poco. E tu, Gemma, approfittane per metterti un po' in ordine, fatti trovare bella da tuo marito, che rincasa. Se vuoi conservartelo devi continuare a piacergli.

Nardo                         - . e la concorrenza è tanta. (Adele gli dà un pizzicotto per farlo stare zitto, Gemma si alza, si guarda allo specchio mentre i due escono. Buio) Su una panchina Richi e Tonio. Quest'ultimo è un bel ragazzo meno ingenuo di Richi, con qualche anno più di lui.

Tonio                          - Rompe così tanto tuo padre?

Richi                           - Non puoi immaginare quanto. Però devo dire che è tutto per la famiglia, lavora come un negro, fa straordinari su straordinari per portare soldi a casa. Severo lo è sempre stato, le cinghiate non me le ha mai fatte mancare e mai un sorriso. Ora, poi, è peggiorato e ce l'ha sempre con me. Perché non lavoro, perché non guadagno, perché sono un peso morto, perché sono un parassita, perché mangio a tradimento, perché mi faccio mantenere. Me lo vedo davanti con quella sua faccia scura e non ho il coraggio di chiedergli un centesimo. Anche perché non me lo darebbe.

Tonio                          - E tua madre non sgancia?

Richi                           - Mi paga la palestra, di nascosto da mio padre.

Tonio                          - E tu come fai a tirare avanti?

Richi                           - Qualcosa mi dà ogni tanto mia nonna, ma una miseria. Dice che sarà più generosa quando Santa Rita la farà vincere al lotto. Lei ci conta.

Tonio                          - Ma qualcosa in tasca ce l'hai sempre.

Richi                           - Mi foraggia mia sorella. Ma una volta ogni tanto e quel poco che mi dà è grasso che cola.

Tonio                          - Ma lo cerchi, un lavoro?

Richi                           - No. (e scoppiano a ridere) Voglio dire che non so né dove né come trovarlo. E, poi, cosa ti credi? Io non sono. un poveraccio come te. Io sono un possidente.

Tonio                          - Sarebbe a dire?

Richi                           - Un fratello di mia nonna mi ha lasciato il suo podere, una catapecchia ed un po' di terra.

Tonio                          - Cazzo! E ti lamenti?

Richi                           - Il guaio che me l'ha lasciata con una clausola. Potrò vendere solo quando avrò cinquant'anni.

Tonio                          - Impugna il testamento. Fai causa. Un po' di soldi li puoi fare.

Richi                           - Cioè. farei causa, ma la perderei e poi con che soldi?

Tonio                          - Non ti preoccupare. Te lo trovo io l'avvocato.

Richi                           - E come lo pago?

Tonio                          - A babbo morto, quando avrai vinto la causa.

Richi                           - È persa in partenza. Mio zio ha fatto tutto in regola, con notai e testimoni.

Tonio                          - Ma perché solo a cinquant'anni potrai vendere?

Richi                           - Perché lui pensava che a quell'età avrei capito l'importanza di un pezzo di terra e me la sarei tenuta.

Tonio                          - Ma è ora che hai bisogno di realizzare per farti una tua vita.

Richi                           - Logico. Me ne faccio una croce.

Tonio                          - Hai fatto bene a parlarmene. Conosco un po' di gente, provo a sentire cosa mi consigliano.

Richi                           - Se trovassi una soluzione.

Tonio                          - Qualche appiglio a cui attaccarsi si trova sempre. La legge è fatta in modo che i furbi riescono sempre a fregarla. L'importante è capire certi meccanismi.

Richi                           - Se mi dai una mano, non ti pentirai. Non ce la faccio a vivere come un barbone. Lavoro o no, ho bisogno di guadagnare.

Tonio                          - Di modi per guadagnare ce ne sono tanti.

Richi                           - Trovamene uno.

Tonio                          - Basta un po' di fantasia.

Richi                           - Per esempio?             

Tonio                          - Lo conosci Daniele, quel fustone alto e biondo che era sempre al Bar dello Sport, quello con la camicia aperta ed il collanone?.

Richi                           - Daniele? Veniva a scuola con me. poi lo hanno bocciato.

Tonio                          - Si è trovato una vena d'oro. Fa i porno.

Richi                           - No?!?

Tonio                          - Mi ha fatto vedere certe foto. Lui nudo come mamma lo ha fatto con certe sventole.

Richi                           - Daniele?

Tonio                          - Lo riprendono dal vivo mentre scopa e più porcate fa e più lo pagano.

Richi                           - Che culo!

Tonio                          - Puoi dirlo forte. È diventato un fighetto, ormai. Veste firmato, gira in Porsche ultimo modello, non si vede più al nostro bar. Se la gode. E gode anche lavorando, quel bastardo.

Richi                           - E. ragazze bellissime!?!

Tonio                          - La fine del mondo. C'è anche qualche altro maschietto con lui, altrimenti come farebbero a girare le scene di orgia?

Richi                           - Fanno anche le orge!?!

Tonio                          - Sono le scene che pagano di più, ci pensi? Roba da mille ed una notte. Tu hai mai fatto un'orgia?

Richi                           - Io!?! Figurati. È tanto se arrivo a farmi una sveltina.

Tonio                          - Ma ti piacerebbe?

Richi                           - Vorrei togliermi quel gusto, non solo sognarmelo di notte. (ride)

Tonio                          - Bisogna averci il fisico giusto. E Daniele con quei muscoli che levati, piace a femmine e maschi. Sessualmente gli occhi devono avere la loro parte.

Richi                           - Perché? Io sono da buttare? Guarda i miei, di muscoli. Faccio tanta di quella palestra per tenermi in forma.

Tonio                          - Ma te la sentiresti di fare sesso davanti a regista, operatori ed anche segretarie? Non è semplice, bisogna essere un duro. (ride) In tutti i sensi. Però rende. Anche più di spacciare.

Richi                           - Quella è l'ultima cosa che farei.

Tonio                          - Un momento, una cosa è farsi, un'altra spacciare.

Richi                           - Dalla droga voglio stare alla larga. I soldi si possono fare anche in altro modo.

Tonio                          - Ed, allora, devi cercarti una tardona piena di grana. E se non la trovi, puoi risolvere anche con un maschietto che soffra di solitudine.

Richi                           - Un frocio!?!

Tonio                          - Distinguiamo. C'è un tipo, per esempio, che ti porta a casa e si contenta di guardarti mentre ti metti nudo. A lui basta. Nemmeno ti sfiora e ti manda a casa con un centone.

Richi                           - Come lo sai?

Tonio                          - Da un amico.

Richi                           - C'è stato?

Tonio                          - È uno che ha provato tutto.

Richi                           - Che schifo!

Tonio                          - Che male c'è? Neanche ti tocca.

Richi                           - Sarà un vecchio bavoso.

Tonio                          - Avrà sì e no quarant'anni. Un bell'uomo.

Richi                           - (ironico) Come lo sai? Te l'ha detto il tuo amico?

Tonio                          - (scoppia a ridere)

Richi                           - E tu sei stato da lui a fare lo striptease?!?.

Tonio                          - Nei momenti di magra è un'occasione da non lasciarsi scappare.

Richi                           - Un bel fegato!.          

Tonio                          - Io non ho una sorella che mi finanzia.

Richi                           - Non è che mi finanzi, mi dà ogni tanto un po' d'ossigeno.

Tonio                          - Invece a me non dà niente nessuno. E mi fa paura dovermi costruire un'esistenza senza un cane che mi dia una mano. Guarda che è tragica la vita dei poveracci come noi.

Richi                           - Comunque vada, ci toccherà un'esistenza da poveri cristi. Come quella di mio padre, che fin da ragazzo sgobba di brutto. Lo rispetto e lo ammiro, ma mi fa anche pena. A 55 anni suonati, dopo aver lavorato come uno schiavo tutta la vita, non riesce nemmeno a farsi una macchina nuova, ora che la vecchia va in tilt?!? Un disgraziato che si è sacrificato per la famiglia. che si è dibattuto tra rate, scadenze, cambiali, mutui, debiti, senza mai concedersi niente. Una vita di merda. Casa e fabbrica, fabbrica e casa e sempre coi soldi contati. Mi fa rabbia che mi tratti come un cane rognoso, ma se penso alla vita grama che fa. Credo che non ce la faccia nemmeno più a far l'amore. Del resto con mia madre, è sposato da trent'anni. li tiene uniti più la miseria che l'amore. Non hanno dialogo, non sanno cosa dirsi.

Tonio                          - Una volta l'amore ci sarà stato. Tua madre dev'essere stata una bella donna.

Richi                           - Oramai, dopo trent'anni.

Tonio                          - Tuo padre fa il suo dovere, visto che ha famiglia.

Richi                           - Io non me la sentirei di farmene una. Una volta che ti sposi.

Tonio                          - . ormai c'è il divorzio.

Richi                           - Per fortuna io di cotte tante, mai però da perdere la testa.

Tonio                          - Hai culo perché sei uno che rimorchia.

Richi                           - Non mi lamento, trovo sempre il fiorellino da cogliere. So quello che piace alle donne e cerco di tenermi in forma.

Tonio                          - In che senso?

Richi                           - Curo il mio fisico, cerco di avere una bella muscolatura. Altrimenti per che cazzo farei tutte quelle sudate in palestra? Come a noi piacciono le ragazze fatte bene, loro i maschi li vogliono con un fisico come dio comanda. Ed io faccio una fatica del diavolo per avercelo. Se quando mi spoglio mi sento dire "come sei carino…" divento subito un leone nella giungla.

Tonio                          - Pensavo ti piacesse la palestra, perché eri uno sportivo.      

Richi                           - Ci vado soprattutto per i pettorali.

Tonio                          - Se fatichi soltanto per la muscolatura, sei peggio di una checca.

Richi                           - Mi piace farmi ammirare. Non so se mi ecciti di più guardare una ragazza nuda o farmi guardare nudo da una ragazza.

Tonio                          - Sai come si chiamano quelli come te? Esibizionisti. Ma ognuno ha i gusti che ha ed io me ne fotto, di come si gestisce la propria sessualità. Capisco tutto e tutti, meno mia madre che, per farsi fottere dall'uomo che le piaceva, se ne è andata in Argentina mollando noi e la casa. Non ha pensato che lasciandomi da piccolo, mi avrebbe ridotto un disperato sempre alla ricerca di un affetto che non trova. E mio fratello è diventato carogna anche lui. Ora che si mette con la sua donna non mi vuole più in casa e non so dove sbattere. Non ho nessuno che mi vuole e mi attacco sempre a chi se ne frega di me.

Richi                           - Mi sa tanto che i tuoi affetti te li cerchi male. Se volessi una brava ragazza, la troveresti. Sei un bel ragazzo, simpatico, svelto. sai parlare e. (guarda l'ora) Mamma mia com'è tardi. Guai se non sono puntuale. La nostra è una di quelle famiglie patriarcali di una volta. Viviamo insieme, andando d'amore e d'accordo tre generazioni, nonni, genitori e figli come ai tempi di Noè. Una famiglia vera, a prova di bomba. Guai a non esserci tutti all'ora di cena. Tanto per farti capire la mentalità. è stato uno scandalo che mia sorella si sia messa con uno sposato. La pecora nera è solo mio nonno, che di nascosto si compra i giornaletti pornografici.

Tonio                          - Vorrei avercela io una famiglia come la tua.

Richi                           - Se tardo anche solo di un minuto, mio padre. te lo ricordi l'urlo di Tarzan? Casa mia, è come un convento dove si devono rispettare le regole della comunità. Dopo cena passo a chiamarti col solito fischio. Così continuiamo i nostri discorsi. (buio) Cucina-tinello. La tavola è preparata per tre. Adele è sconvolta. Nardo sta mangiucchiando.

Nardo                         - Andiamo, non è poi una tragedia.

Adele                          - Non è una tragedia? Allora cosa di peggio poteva succedere?

Nardo                         - Per noi non è poi così grave, non abbiamo nulla da perdere. Anzi.

Adele                          - Non ti perdono per non aver parlato. Sapevi tutto e te lo sei tenuto per te.

Nardo                         - Perché mai avrei pensato che avesse il coraggio di mollare tutto ed andarsene.

Adele                          - Se ti fossi confidato con me, gli avrei potuto parlare io, prima che lo facesse.      

Nardo                         - Non avresti ottenuto nulla. Cesco non ascolta nessuno, fa di testa sua.

Adele                          - Io sarei riuscita a convincerlo.

Nardo                         - E pensi che ci saresti riuscita!?!

Adele                          - Sono sua madre.

Nardo                         - Sua madre per stirargli le camicie, rammendargli i calzini. cucinargli il coniglio all'agrodolce come piace a lui. Non per ficcare il naso nella sua vita privata.

Adele                          - Se quella, invece di essere padrona di un supermercato fosse una poveraccia, non sarebbe successo.

Nardo                         - Se pensi che Cesco lo faccia per interesse, sbagli. Si è preso una di quelle cotte. una vera passione alla grande.

Adele                          - Quello che fa è vergognoso ed immorale.

Richi                           - (entrando non si accorge della disperazione della nonna che gli sta volgendo le spalle, sempre con la sua voglia di scherzare e farla arrabbiare) Nonna, finalmente una buona notizia: ho trovato lavoro.

Adele                          - (non trovando la forza di rallegrarsi) Eh!?!

Richi                           - Domani mi presento. Vuoi sapere di che lavoro si tratta? Pensa, nonna, c'è uno che mi dà un centone per guardarmi mentre mi spoglio nudo. Nudo come mamma mi ha fatto, eh? Un bel centone e non mi tocca nemmeno con un dito. Un bel lavoretto pulito, pulito. E non commetto nemmeno peccato, nonna. Né mortale e nemmeno veniale.

Nardo                         - Cretino, che discorsi sono? In questo momento, poi.

Richi                           - (non lo ascolta) Non dici niente, nonna? Tuo nipote, finalmente, si guadagna onestamente il pane e tu non ti rallegri nemmeno? (scoppia a ridere. Sentendo attorno il gelo, si accorge che qualcosa non va) Com'è? Mangiamo solo noi tre? Gli altri sono al ristorante? Avrebbero potuto portare anche me.

Nardo                         - Tuo padre tornando ha fatto una grande scenata.

Richi                           - Una scenata a chi? Alla mamma?!?

Nardo                         - A chi se no?

Richi                           - Ed ora digiuniamo?              

Adele                          - Tua madre si è messa a letto.

Richi                           - Il solito mal di testa? Tutte le volte che litiga con papà, sta male. Speriamo non sia il trigemino che dura tre giorni. (si avvia per andare dalla madre) Vado a darle un saluto.

Adele                          - Meglio di no. È a letto, non vuole vedere nessuno.

Richi                           - Voglio salutarla e dirle che sono rientrato. E papà?

Nardo                         - È uscito.

Richi                           - Avranno litigato per la macchina, immagino. Lui ne vuole una nuova e la mamma è terrorizzata dalle rate, povera donna. E così si discute, si litiga e per un motore si minaccia la vita patriarcale della famiglia. Ed a me nemmeno il motorino.

Nardo                         - Piantala con quel maledetto motorino. C'è ben altro che bolle in pentola. Altro che le tue balle.

Adele                          - Su a tavola, ti servo la pasta.

Richi                           - (siede a tavola coi due vecchi) Non dovete prendervela. Ogni tanto una baruffa può capitare. Anche nelle migliori famiglie. Si fa baruffa e, poi, si fa pace. La quiete dopo la tempesta. come dice coso, Leopardi.

Adele                          - Questa volta non è solo un litigio.

Richi                           - Cioè?

Adele                          - Rientrando ci siamo imbattuti in tuo padre. Mai visto così furioso. era fuori dalla grazia di dio.

Richi                           - Meno male che non c'ero. Se mi avesse trovato in casa i fulmini sarebbero caduti tutti sulla mia testa. Cavolo se mi è andata bene. Nonna, dì una preghierina alla tua Madonna di turno per grazia ricevuta. (pausa) E papà, fatta la sua sfuriata, se n'è andato. Dove? A bere?

Nardo                         - Mi sa che dorme fuori.

Richi                           - Non l'ha mai fatto. perché dovrebbe?

Nardo                         - Sulla mensola del bagno non ci sono più né rasoio, né spazzolino. Se li è portati via.

Richi                           - (alzandosi ed uscendo) Figurati. Li avrà cambiati di posto. Vado a vedere.          

Adele                          - Tu, Nardo, parli sempre troppo.

Nardo                         - È suo figlio. Deve sapere come stanno le cose.

Adele                          - Bisognava prepararlo, farglielo capire poco per volta. È un ragazzo sensibile, certi colpi sono duri da sopportare. Dovevi lasciare che glielo dicessi io, noi donne sappiamo trovare le parole giuste. Per lui è una tragedia.

Nardo                         - Non sarà la prima volta che un uomo pianta sua moglie.

Adele                          - Si tratta di nostro figlio e noi viviamo in casa sua da più di trent'anni. Gemma è come fosse figlia nostra.

Richi                           - (rientra) Per quanto ricordo papà non ha mai dormito fuori casa. E mamma si è chiusa a chiave in camera sua e singhiozza rifiutandosi di aprirmi.

Adele                          - Dovresti morderti la lingua prima di parlare, Nardo.

Richi                           - Voglio sapere cosa diavolo sta succedendo in questa casa.

Adele                          - Ora mangia. Poi ne parliamo. Con calma ti diremo.

Richi                           - (dà un pugno sul tavolo) No. O me lo dici subito o faccio volare i piatti.

Adele                          - Non fare il matto, Richi. Calmati, prendi un po' di fiato. Questa notizia ha sconvolto anche me. Non ne sapevo niente. Tuo nonno, invece, sapeva perché aveva avuto le sue confidenze.

Richi                           - Confidenze? Ma di che cosa? Volete spiegarvi?

Adele                          - (ha resistito tanto tempo, ora si sfoga in un discorso disordinato) È una storia che va avanti da un po', purtroppo. Speravo che sarebbe finita, invece. Non guardarmi così, Richi, io sapevo solo che esisteva un'altra donna e basta. Stasera andando a comprare il pane, il nonno mi ha detto tutto. Giuro che non ci volevo credere. Mi pareva impossibile. Perché se tuo padre fosse un ragazzino potrei capire. Ma un uomo della sua età, un uomo con la testa sul collo, no! E con l'educazione ed i principi morali che gli avevo dato. Il nonno mi aveva accennato a questa storia per farmi capire come mai rientrava sempre con delle confezioni di gelato. Io ero contraria e continuavo a dirgli di non accettare ed evitare le visite a quel supermercato. Ma lui testardo come un mulo, ha voluto fare di testa sua come ha sempre fatto. In tutta la sua vita, non ha mai voluto darmi retta. Io non li ho mai voluti assaggiare quei maledetti gelati. per me era come fossero avvelenati. Anche se non avrei mai immaginato quello che c'era dietro.

Richi                           - Ma di che supermercato stai parlando? Cosa c'entra il supermercato? E che storia è quella dei gelati? Fammi capire qualcosa, per la Madonna.

Adele                          - La Madonna, lasciala dov'è, non la tirare in ballo. lei è fuori da questa storia.

Richi                           - Spiegami allora cosa c'entra il gelato!?!

Nardo                         - Tuo padre si è innamorato di un'altra donna, ha perso completamente la testa. Capisci, ora?

Richi                           - Che cosa devo capire? Ché sono Mandrake!?!

Nardo                         - Ha un'altra. Vedessi che pezzo di donna.

Richi                           - Alla sua età ci si innamora ancora…?!?

Nardo                         - A 55 anni non si è vecchi.

Richi                           - . ma nemmeno giovani. E cosa c'entrano i gelati? Si è innamorato ed ha messo le corna a mia madre, con una che vende gelati?

Nardo                         - È una cosa seria: ha deciso di mollare casa e famiglia per andare a vivere con quell'altra.

Adele                          - . quella dei gelati.

Nardo                         - . è lei che me li regala da portare a casa. Oggi mi ha dato una scatola di cornetti. Ho scelto quelli al cioccolato.

Adele                          - . tuo nonno accetta le corna per dei cornetti.

Richi                           - Cioè? Spiegatevi, non mi fate capire una Madonna.

Adele                          - Lascia stare la Madonna. Tuo nonno, per far piacere a tuo padre, se ne infischia della famiglia e va a rendere omaggio alla sua amante al supermercato, capisci? E quella per simpatizzare gli regala i gelati da portare a casa.

Richi                           - Perché la bella di papà sta al banco dei gelati di un supermercato? E lì che li prende?

Nardo                         - E non me li fa pagare.

Adele                          - . paghi accettando un adulterio condannato da Dio e dagli uomini.

Richi                           - In parole povere facendo il ruffiano.

Nardo                         - Il ruffiano!?! Che paroloni. Tuo padre mi aveva messo al corrente della sua storia e gli faceva piacere che io. insomma, capisci?. Tra uomini.

Richi                           - . ci si tiene bordone. Complimenti.

Nardo                         - Tra lui e me c'è sempre stata confidenza.

Richi                           - Complicità, vorrai dire.

Nardo                         - Tuo padre con me si lascia andare, perché sa che lo capisco.

Richi                           - E tu con noi non hai mai fiatato…?

Nardo                         - E perché avrei dovuto? Di solito erano storie che dopo un paio di mesi finivano senza lasciare traccia. Come potevo immaginare che questa volta avrebbe fatto il colpo di testa lasciando casa, moglie e figlio per andare a vivere con lei?

Richi                           - (sbalordito e ferito) Papà?!? Va a vivere con lei? Ma è impazzito? Ed io che lo credevo un uomo modello. metteva le corna alla mamma?

Nardo                         - Beh, è un uomo. ha fatto anche lui come tutti.

Richi                           - Tutti? Allora perché sposarsi, allora. perché mettere famiglia?

Adele                          - Richi, non far caso a tuo nonno, lui ha la mentalità di una volta.

Richi                           - E dopo avergli messo le corna tutta la vita, ora lascia la mamma per una puttana che vende gelati in un supermercato!? Una commessa da quattro soldi?!?

Nardo                         - Non è commessa, ma padrona. Il marito morendo le ha lasciato l'azienda ed anche la casa, un bel villone con un mucchio di stanze, l'orto ed il giardino.

Richi                           - Commessa o padrona, puttana resta.

Nardo                         - Vacci piano con le parole, non è una puttana, ma una vedova ancor giovane che ha bisogno di un uomo che la protegga.

Richi                           - E si è scelta mio padre?!? Con tanti uomini che ci sono al mondo ha preferito un vecchio che ha moglie e figli?!? E mio padre non ha la sua di famiglia da proteggere? Mamma è sempre vissuta per lui, gli ha dato ogni suo respiro e lui dopo trent'anni la molla come una scarpa vecchia!?! Ma non sarà che più che dalla vedova si è lasciato solleticare dall'odore dei soldi? Un supermercato è un bene che vale e che rende! Non avrà pensato di sistemarsi le ossa e salvarsi il culo per il resto della vita?!?

Nardo                         - Forse lo ha fatto anche pensando a te, Richi.

Richi                           - A me? Si mette con una puttana per far piacere a me? Io che cazzo c'entro?

Nardo                         - Se ti sistema nel supermercato addio problemi, hai il tuo stipendio, il posto fisso, le ferie e tutto il resto. È il cacio sui maccheroni. l'assicurazione sulla vita.

Richi                           - Piuttosto che lavorare dalla puttana di mio padre preferisco fare il barbone. (posa la testa sul tavolo, non vuole farsi vedere piangere)

Adele                          - Non fare così, Richi. Devi essere forte. Anche per tua madre.

Richi                           - Mi è crollato il mondo. A me papà non ha mai dato tenerezza, è sempre stato duro, severo. mi ha trattato ad improperi e cinghiate, ma gli volevo bene e lo rispettavo. era un modello, un esempio da seguire. Un uomo che aveva lavorato tutta la vita senza concedersi nulla dando tutto agli altri. Era il mio ideale anche se avrei voluto una vita diversa dalla sua. Ero orgoglioso che fosse mio padre e che la mia fosse una famiglia di una volta, dove ci si rispetta e storie di corna non ce n'erano. Invece anche questa è una famiglia di merda, come le altre.

Nardo                         - Il suo punto debole sono sempre state le donne. Gli sono sempre piaciute troppo.

Richi                           - Se gli piacevano, perché distruggere la vita di quella che ha sposato? (si alza) E lei che ha sempre creduto di essere l'unica, la sola. (si alza)

Adele                          - Dove vai?

Richi                           - Da lei, penso abbia bisogno di me.

Adele                          - Ha pianto tanto. Forse si è addormentata. Lasciala dormire. Su, siedi, finisci di mangiare.

Richi                           - Non ho fame.

Nardo                         - Rifletti, Richi. Se lui si fosse messo con una disgraziata senza il becco di un quattrino non sarebbe peggio? Per lo meno questa Antonietta è piena di soldi.

Richi                           - Ed a te brillano gli occhi e non sogni che di seguirlo. Eh, già, in un supermercato c'è ogni ben di Dio che si possa sognare.

Adele                          - Io non ci andrei per tutto l'oro del mondo. E Dio sa se dico la verità.

Nardo                         - Tuo padre andrà a vivere con lei in un villone che è una meraviglia. E noi lo seguiremo. Per il momento non siamo stati invitati. Ma, col tempo si vedrà.  

Adele                          - Non ci andrei nemmeno morta.

Nardo                         - Là, saremmo meno sacrificati. Vedessi che casa. C'è anche la piscina.

Adele                          - Non dirmi che ci sei stato.

Nardo                         - Appena una visitina. E quando la conoscerete, vedrete che donna è. Alta, elegante, un bellissimo personale ed un paio di gambe. Sembra perfino impossibile che questo fiore di donna si sia potuta innamorare di un operaio come tuo padre.

Richi                           - E papà continuerà in fabbrica?

Nardo                         - In fabbrica non ci va più, dopo le ferie si è licenziato.

Richi                           - Dopo le ferie?!? Cioè due mesi fa!?! Papà!?! Senza dir niente? Si è licenziato, senza dircelo!?!

Adele                          - Non guardare me, Richi. Io non lo sapevo. Nardo non ha mai avuto il coraggio di dirmelo.

Nardo                         - La liquidazione non gliel'hanno ancora data. Sarà una bella cifra. Penso che una parte la destinerà anche a voi. In fondo vi vuole bene.

Richi                           - Bene? E lo dimostra come ci vuole bene. Si è tenuto dentro questo segreto, senza mai farci capire niente. Abbiamo passato insieme le vacanze, poteva almeno prepararmi poco per volta, confessare le sue intenzioni. Ed ha mollato il suo lavoro, i suoi compagni che erano gli amici più cari e tutto questo per chi? Per una puttana piena di soldi. Se ce ne avesse parlato. si sarebbe potuto discuterne e fargli forse cambiare idea. (lungo silenzio, poi ad Adele) Veramente. non posso andare ad abbracciare la mamma?

Adele                          - Le ho dato una camomilla ed un sedativo. Che per lo meno questa notte possa dormire. Poi domani.

Nardo                         - Domani è un altro giorno.

Richi                           - Sai nonno? Tu mi fai schifo come mi fa schifo lui.

Nardo                         - Io che c'entro? Non è colpa mia se l'uomo non è di legno. Il sesso, che tu lo voglia o no, arriva a farti perdere completamente la testa. a sconvolgerti la vita. è l'eruzione di un vulcano che ti travolge e non lascia più niente di quello che c'era prima. Vedrai anche tu con gli anni, gli scherzi che ti può fare.

Adele                          - Non hai mangiato, Richi. Ti avevo fatto il tuo piatto preferito. Ne prendevi due volte, non ti bastava mai. Più tardi avrai fame.      

Richi                           - Non ti preoccupare, nonna.

Adele                          - Io spero in un miracolo. Ho cominciato una novena a Santa Rita, che é la santa dell'impossibile.

Richi                           - Lasciare una donna come mia madre. Non ce n'è un'altra come lei.

Nardo                         - Cosa ne sai, Richi, il mondo è pieno di donne.

Richi                           - . di donne come lei!?! Ma ti rendi conto cosa è sempre stata per lui la mamma? Da un po' si era lasciata andare, ma per chi avrebbe dovuto curarsi? La sua vita era così triste. Non ha mai avuto niente. passa il tempo davanti al televisore come una bambina che ama le favole, vuole sentirsele raccontare, stupide o no, grossolane o volgari non gliene frega niente, soltanto per sfuggire alla sua noia di donna sola, per evadere dalla realtà che l'opprime, dalla sua angoscia di vivere. di sentirsi inutile. Papà è stato l'unico uomo della sua vita, in lui ha creduto sempre. Per lui si è sacrificata. E che ci ha guadagnato? Lui che l'ha cornificata sempre, ora che è vecchia, se ne va con un'altra.

Adele                          - Non approvo quello che è successo, e lo sai. Ma un figlio non deve giudicare suo padre.

Richi                           - . non giudicarlo? Lo giudico, invece. E come se lo giudico!?! Ha perso la capoccia per una troia, ricca e giovane. Tu, nonno, che la conosci: quanti anni avrà?

Nardo                         - Per lo meno venticinque anni meno di lui.

Richi                           - Complimenti, alla troia piacciono i vecchi. I vecchi con famiglia. Papà potrebbe già essere nonno se mia sorella avesse figli.

Adele                          - Fuori del matrimonio non nascerebbero nella grazia del Signore.

Richi                           - Eh, già, Dio è razzista.

Adele                          - Non dire questo, Dio è padre di tutti: dei ricchi come dei poveri.

Richi                           - Ma non dei figli di divorziati.

Adele                          - Queste sono bestemmie, Richi, vere bestemmie.

Nardo                         - Non mescoliamo la religione.

Richi                           - Lasciare casa e moglie per una puttana.

Nardo                         - Tu, Richi, non devi chiamare puttana. quella signora. devi avere del rispetto per lei.

Adele                          - Perché lei ne ha per noi? Mettersi con un uomo sposato, uno che ha famiglia.

Nardo                         - Tu stai zitta, lascia che parli io. Devi farlo per tuo padre, Richi. Non hai nessun diritto di insultarla e lei non deve pensare che noi le siamo contro.

Richi                           - Eh, già, non ti regalerebbe più i gelati. Ma da un vecchio come te, che sbava sui giornaletti pornografici cosa ci si può aspettare?. Ti sapevo un vecchio vizioso, ma ti credevo onesto.

Nardo                         - Cosa vuoi dire? Pensi che mi sia fatto comperare coi gelati?

Richi                           - (va ad aprire il frigidaire prende i gelati ed esce) Sai cosa ne faccio dei suoi gelati? Li butto nel cesso.

Nardo                         - No, sono i cornetti che ci piacciono tanto.

Richi                           - (da dietro) Sai dove trovarli, ora. (si sente lo scroscio dell'acqua)

Adele                          - Non urlate, per favore. Non svegliate quella povera donna.

Richi                           - (rientrando) Ho la testa che mi bolle. Non capisco più niente. Ho bisogno di un po' d'aria, vado fuori.

Adele                          - Quando rientri chiamami, voglio parlarti.

Richi                           - E se dormi?

Adele                          - Mi svegli.

Richi                           - Ciao. (esce)

Nardo                         - Cosa vuoi dire a Richi?

Adele                          - Calmarlo.

Nardo                         - Non metterlo contro suo padre, Cesco gli vuole bene.

Adele                          - Tanto da mollare lui e sua madre.

Nardo                         - Non bisogna farne una tragedia Adele, non si vive più come una volta, siamo nel duemila.              

Adele                          - Non ti preoccupare, lo so. E so anche quello che devo fare.

Nardo                         - Ti metti anche a fare i piatti, adesso?

Adele                          - Sono due di numero, cosa ci vuole? A me queste storie fanno male. Viviamo insieme, dovremmo sapere tutti l'uno dell'altro ed invece persino in una famiglia come la nostra esistono segreti. Tu sapevi che Cesco aveva intenzione di andarsene?

Nardo                         - Dal momento che aveva lasciato la fabbrica, questa decisione doveva pur prenderla.

Adele                          - E perché non dirmelo? Mi era parso che avesse più soldi, che spendesse di più, ma tu mi dicevi che faceva gli straordinari.

Nardo                         - E quelli li faceva sul serio. E con chi? Con quel fior di femmina che lo voleva tenere con sé tutta la notte. Ma lui tornava sempre a dormire a casa.

Adele                          - . e lo ha fatto fino all'ultima sera senza dare sospetti.

Nardo                         - Certo sarà duro per Gemma senza di lui.

Adele                          - Col bene che gli vuole.

Nardo                         - . finanziariamente, voglio dire.

Adele                          - Cesco dovrà passarle gli alimenti.

Nardo                         - Noi, lasciando questa casa, non potremo più aiutarla con la nostra pensione.

Adele                          - Avresti il coraggio di andartene con lui?

Nardo                         - Vedessi dove andremo a vivere. Un sogno! C'è anche il giardino. Potrai tenerci le galline.

Adele                          - Se tu vuoi seguire tuo figlio, sei libero di farlo. Io resto qui.

Nardo                         - Dopo cinquant'anni vorresti lasciarmi solo?

Adele                          - Non andrei mai nella casa della concubina di mio figlio. Tu farai come ti dirà la coscienza. Sono stanca, andiamo a letto.

Nardo                         - È presto. Mi guardo un po' di televisione.

Adele                          - Metti piano, per carità. Gemma, forse è riuscita ad addormentarsi, non la svegliare. Buonanotte.

Nardo                         - Buonanotte. (Adele è uscita. Appena solo, si accerta che Adele sia andata nella sua stanza, tira fuori dalla tasca un foglio di giornale, lo stende sul tavolo. Poi si mette gli occhiali, cerca sul giornale un annuncio che lo interessa, con una matita segna un numero. Poi controlla ancora che nessuno arrivi e lentamente fa al telefono il numero segnato sul giornale. Il telefono squilla per un po', poi una voce risponde) Pronto? Pronto? Parlo con la signorina Vanda? Certo, la bella Vanda. Vanda sei proprio tu? Io sono Nardo. Il mio nome sarebbe Bernardo, ma mi chiamano così, col diminutivo. Dimmi, sei davvero bella come nella fotografia?. Quale fotografia? Quella che c'è sul giornale. quella con le tette. hai proprio delle gran belle tettone. Ah, me le faresti leccare? Non mi ci far pensare. Solo l'idea mi fa diventare matto. Dimmi, sei bionda o bruna? No, dalla foto non si capisce. Rossa? Ho sempre avuto un debole per le rosse. E il culo come ce l'hai?

Gemma                       - (in camicia da notte, il viso distrutto, gli occhi segnati dal pianto è entrata in scena senza farsi sentire. Le parole di Nardo la colpiscono e resta immobile ad ascoltare)

Nardo                         - . no, voglio che me lo dica tu. Se voglio che ti spogli? Certo che sì. Togliti le mutandine. Come sono le mutandine? Sono di pizzo? Mhm, di che colore? Rosa? Celesti? Ah, sono nere. ma saranno trasparenti e lasceranno vedere le chiappe, immagino. ma se ti togli le mutandine le chiappe te le vedo anche meglio. su, coraggio, falle scendere pian piano su quelle belle coscette calde calde.

Gemma                       - (con un colpo di tosse fa sentire la sua presenza)

Nardo                         - (sobbalza ed arrossisce come un bambino preso in fallo, posa il telefono e balbetta malamente) Era uno. un amico. uno del circolo della terza età. Sai tra noi si scherza. si scherza sempre.

Gemma                       - (il suo sguardo si ferma sul giornale che è sul tavolo, lo prende, legge, guarda la fotografia)

Nardo                         - (confuso e vergognoso incapace di dire qualcos'altro, va via)

Gemma                       - (accartoccia appena la pagina del giornale, siede, appoggia i gomiti sul tavolo e resta lì con la testa tra le mani. Poi ha un lungo singhiozzo e per reazione ed abitudine accende il televisore e si accuccia a guardare lo schermo singhiozzando come una bambina. Buio) Solita panchina: Tonio e Richi.

Tonio                          - Hai una faccia.

Richi                           - Trovi?

Tonio                          - Se avessi i problemi che ho io. Dover trovarmi un posto per dormire. Per la fine del mese devo smammare, mio fratello non mi vuole più tra i piedi. Tu, per lo meno una casa ce l'hai. O hanno buttato fuori anche te?

Richi                           - Fame, ho fame. Adesso mi è venuta fame.

Tonio                          - Niente cena patriarcale, stasera?

Richi                           - Non sono riuscito a buttare giù un boccone. Ed aveva cucinato mia nonna che in cucina ci sa fare.

Tonio                          - E perché non hai mangiato?

Richi                           - Perché avevo voglia di vomitare. in questa merda di mondo non finiscono mai di fotterci.

Tonio                          - Basta farci l'abitudine.

Richi                           - In testa hai le tue idee belle chiare, nelle quali credi e ad un tratto un terremoto ti cambia tutto. Il tuo equilibrio di colpo va a farsi fottere. E tutto si confonde, il bianco col nero ed il nero col bianco. Un casino, un vero casino.

Tonio                          - Che fai il filosofo, ora? Sono un ignorante. Non capisco. (lungo silenzio) Si direbbe proprio che ti sei beccato una stangata.

Richi                           - Proprio oggi, ti parlavo della mia famiglia e ti facevo gli elogi di mio padre.

Tonio                          - . dicevi di volergli bene anche se ti prende a cinghiate.

Richi                           - . e che l'ammiravo, perché aveva dedicato la vita al lavoro ed alla famiglia. Invece, scemo, non ho mai capito niente: mio padre non ha fatto che prenderci per il culo tutti quanti.

Tonio                          - Perché?

Richi                           - Perché è esattamente il contrario di quello che credevo. Quel buon padre che credevo marito esemplare è un puttaniere, che ha sempre messo le corna a mia madre, fregandosene di tutta la famiglia. I soldi che mancavano per le scadenze e per pagare i debiti, lui se li spendeva con le puttane. E questo non è niente in confronto di quello che ha fatto oggi.

Tonio                          - Cioè?

Richi                           - Ha piantato mia madre per una che potrebbe essere sua figlia. E senza che noi nemmeno lo sospettassimo da due mesi si era licenziato dalla fabbrica, dove lavorava da più di trent'anni, per dare una mano nel supermercato della sua puttana.

Tonio                          - Chiamalo fesso. Tuo padre è un dritto se si è messo con una che ha un supermercato. Ed anche per te è una bella fortuna.

Richi                           - Anche per mia madre mollata dopo trenta e più anni di matrimonio?!?

Tonio                          - Mi hai detto che tra di loro non c'era più niente. che non sapevano più cosa dirsi.

Richi                           - Ma è sua moglie, la madre dei suoi figli.

Tonio                          - Tanto tu e tua sorella oramai siete grandi e vaccinati. e non avete più bisogno che vostro padre vi tiri su le braghe.

Richi                           - . ma mia madre.

Tonio                          - Tua madre ha fatto male a non tenerselo. Si è lasciata andare troppo. Ed è un peccato perché curata potrebbe ancora piacere. Non è da buttare via.

Richi                           - È disperata. Si è chiusa nella sua stanza e non fa che piangere.

Tonio                          - Capisco, sul momento per lei è un colpo. ma, col tempo, vedrai le passerà.

Richi                           - Da due mesi mio padre si è licenziato e noi eravamo convinti continuasse a lavorare in fabbrica. Invece già stava al supermercato. Ed in casa non ha fiatato, lo ha confidato soltanto a suo padre, a mio nonno, che si è ben guardato da dircelo.

Tonio                          - Si è fidato di tuo nonno perché sa tenere il becco chiuso.

Richi                           - Mio padre non era in Australia o nella Terra del Fuoco, viveva con noi, mangiavamo seduti accanto tutti i giorni. In vacanza, quando passavamo insieme le giornate sul gommone, lui aveva già deciso tutto e non mi ha detto niente.

Tonio                          - Tu lo avresti dissuaso, perciò ha fatto bene a stare zitto.

Richi                           - Cos'è? Sei l'amico del giaguaro? Non fai che tenere per lui.

Tonio                          - Bisogna imparare a stare dalla parte giusta, mai da quella del perdente perché chi perde è coglione.

Richi                           - Che c'entra qui chi perde e chi vince? Noi abbiamo perso un padre, lui una famiglia, non c'è nessun vincitore.

Tonio                          - . vincitore è tuo padre che ha trovato il modo di risolvere la sua vita. Capisci o no l'ingranaggio di questo mondo di merda dove i soldi sono la molla di tutto? Lui ha saputo allungare la mano al momento giusto, scegliendo la pollastra che più gli conveniva. Non si può sempre e soltanto essere vittima. E lui ha capito il suo momento e non se lo è lasciato scappare. Perché quel momento capita sempre, capita a tutti, ma se non lo acchiappi, l'occasione non torna più. A una donna giovane con un mucchio di soldi, vuoi dire di no?!? Coi figli ormai cresciuti, una moglie che si è lasciata andare, perché avere esitazioni? Non è più un giovanotto e giustamente vorrà vivere anche lui un po' bene prima di tirare le cuoia?

Richi                           - Mia madre non vive che per lui.

Tonio                          - Ha fatto una vita grama fino a questo momento, non è giusto che quando gli capita un'occasione ne approfitti?!?

Richi                           - E mia madre?

Tonio                          - Tua madre si dispererà un po', poi si troverà un altro.

Richi                           - Mia madre? Un altro? Mai.

Tonio                          - Ma cosa me sai? Tua madre è una donna e farà come tutte le donne del mondo. Piangono, si disperano poi finisce che vanno a letto col primo che si trovano vicino.

Richi                           - Mio padre è il solo uomo della sua vita.

Tonio                          - Perciò è arrivato il momento di provarne un altro. Non ti disperare per lei. Ci penserà la vita a fare ordine ed a mettere le cose a posto.

Richi                           - Credevo che la mia fosse una famiglia esemplare.

Tonio                          - Me lo hai sempre detto. Ma famiglie esemplari, come le intendi tu, non esistono più. È la legge della foresta. O mangi o ti fai mangiare. Non pensare agli altri, pensa a te stesso, per te è la sola soluzione.

Richi                           - Mia nonna, è invecchiata di dieci anni. Ha sempre avuto tanta fiducia in suo figlio. E, poi, religiosa com'è non riesce a concepire questo adulterio.

Tonio                          - E che cazzo c'entra? Anche Gesù Cristo ha perdonato all'adultera, perdoni anche lei alla puttana di suo figlio e si metta il cuore in pace.

Richi                           - Io non ti capisco. Mi è cascato il mondo in mille pezzi e non sai nemmeno farmi un po' di coraggio. Come se tutto quello che mi è capitato fosse logico.

Tonio                          - E tu vuoi cercarla nella vita, la logica? Non ti rendi conto che in questo cazzo di mondo non c'è niente di logico?

Richi                           - Ma l'ingiustizia.

Tonio                          - . regna dappertutto. È forse giusto che ci sia chi non ha niente e chi ha troppo? È giusto che ci sia chi si tormenta e chi se la gode? È giusto che esistano guerre, malattie, terremoti, distruzioni, bambini che muoiono di fame e tutte quelle cose orribili che ci fanno vedere in televisione? È giusto che mio fratello, perché vuol mettersi con la sua mignotta, mi butti fuori di casa? No non c'è niente di giusto eppure si va avanti lo stesso. Cosa conta per il mondo che tuo padre si metta con un'altra e che tua madre singhiozzi senza sapersi rassegnare? Cose che passano, che fanno il loro tempo. Non ci si deve disperare per dei sentimenti che fanno soffrire. Tanto. passato il dolore, punto e a capo, si riprende il ballo.

Richi                           - Vedere soffrire mia madre, la persona a cui voglio più bene insieme a mia nonna.

Tonio                          - Anch'io ne volevo alla mia. Ma lei se n'è fregata e mi ha mollato di brutto, da un giorno all'altro. Per un po' ne ho sofferto, poi mi sono rassegnato perché è stupido tormentarsi per un affetto che non hai più.

Richi                           - Ed io cosa dovrei fare? Fregarmene?!?

Tonio                          - Tuo padre non lascerà a bocca asciutta nemmeno te. Potresti disperarti se si fosse messo con una disgraziata.

Richi                           - Ragioni come mio nonno che è un vecchio rimbambito.

Tonio                          - Non lo è poi troppo se la pensa come me. Su, non te la prendere. A caldo tutto sembra catastrofico, poi, poco a poco, le cose si aggiustano. Capirai che quello che succede non è sempre per il peggio ma qualche volta anche per il meglio. Non pensarci, cerchiamo di passare una bella serata e stare allegri. Con una bella scarica di adrenalina non penserai più a tuo padre ed io dimenticherò che resto senza casa. Ma per far andare il motore ci vuole benzina e noi due siamo all'asciutto, vediamo un po' come cazzo organizzarci.

Richi                           - Non lo so. Ho la testa vuota e non riesco a pensare.

Tonio                          - Visto che hai fortuna con le donne, cerchiamo di rimorchiare.

Richi                           - Non mi pare serata.

Tonio                          - Se invece di metterti contro il tuo vecchio, fossi in buona con lui, stasera non avremmo questo problema. Sarebbe la sera che avrebbe scucito.

Richi                           - Preferisco la fame.    

Tonio                          - Un ragionamento da stronzo. Ascolta, un'altra idea: Daniele, il pornodivo, il bel fighetto, sceso dalla sua Porsche si è infognato lì nel bar con un amico. Visto che era a scuola con te, perché non vai da lui e ti fai prestare un centone?

Richi                           - Da Daniele?!? Non l'ho mai frequentato, non mi conosce nemmeno più.

Tonio                          - Se non ti riconosce, ti presenti. Lo saluti, gli scodinzoli un poco e poi gli dai la botta. Che cazzo vuoi che sia un centone per lui?

Richi                           - Sarò un morto di fame, ma chiedere soldi mai.

Tonio                          - Gli racconti che sei in difficoltà. ma che appena risolvi glielo restituisci.

Richi                           - Scordatelo, non chiedo niente a nessuno.

Tonio                          - Allora. per lo meno, aggreghiamoci a lui e risolviamo in bellezza la serata.

Richi                           - Stasera non mi va.

Tonio                          - Non vorrai tornare a casa a quest'ora?. Si potrebbe telefonare al frocio del centone. Andiamo in due per lo show. Lo si fa in coppia, la doppietta può far salire il prezzo. Col tuo fisico, appena ti vede, non dirà di no. Mi sembra una gran bella idea. Guardi me e fai lo stesso anche tu. Cosa vuoi che sia? Non ci vuole niente, basta tirare giù la zip al momento giusto. Dai, non lasciarmi solo. Preferisci consolare la mamma? Lascia perdere, non tocca a te, troverà lei chi la consola.

Richi                           - Mia madre è una donna onesta.

Tonio                          - Credi che le donne oneste non scopino anche loro?

Richi                           - Mia madre con gli uomini ha chiuso.

Tonio                          - Ne sei così sicuro?.

Richi                           - (minaccioso) Tonio, lasciala perdere, mia madre.

Tonio                          - Il tempo darà ragione a me, vedrai, caro il mio pulcino.

Richi                           - Credi che in questo mondo non ci sia nulla di pulito?

Tonio                          - Pensi che il sesso sia sporco? Il sesso è vita. E la vita si deve vivere. Te ne accorgerai. Possibile che non abbia ancora capito che le donne sentono certi bisogni come noi ed anche più di noi? Dopo la menopausa, poi. Dai, non sprechiamo la serata. Abbiamo bisogno di tirarci su tutti e due.       

Richi                           - Lascia perdere, non stasera.

Tonio                          - Dai, se ci ripensi, mi trovi al bar. Cerco di agganciare Daniele. Forse potrei propormi per la prossima scena di orgia. Posso fare anche il tuo nome, se vuoi. No? Vai dalla mammina? Troverà da consolarsi anche lei, pulcino. Ci metterei la mano sul fuoco.

Richi                           - (scrolla le spalle e se ne va. Buio) Cucina-tinello. Il mattino dopo. Adele prepara il caffè e mette in ordine la stanza. Sul tavolo vede il giornaletto di Nardo accartocciato. Cerca di distenderlo, poi si mette gli occhiali, guarda la pagina dove è segnato con evidenza un numero. Così la trova Richi venendo dalla sua stanza. Le prende di mano il giornale.

Richi                           - Che fai, nonna? Sei stata tu ad evidenziare il numero del telefono porno?

Adele                          - Ho trovato questo pezzo di giornale accartocciato sul tavolo.

Richi                           - Chi è stato a segnare questo numero?

Adele                          - Che numero è?

Richi                           - Un numero per le telefonate erotiche.

Adele                          - Telefonate come?

Richi                           - Di sesso, nonna, per parlare di troiate. Le telefonate che si fanno a pagamento alle porcone.

Adele                          - Insomma, Richi, queste parolacce. Cosa vuoi dire?

Richi                           - Non è un numero che si fa per parlare dell'immortalità dell'anima. Si paga un tanto a scatto e si fa l'amore per telefono. E chi può essere stato, secondo te, a segnare questo numero?

Adele                          - Se non sei stato tu.

Richi                           - Io non sono stato, perciò non può essere che il nonno. E, poi, vi lamentate che la bolletta va alle stelle e date la colpa a me.

Adele                          - (sconcertata) Pensi che il nonno. Oh, dio mio, pensi che alla sua età commetta di questi peccati.

Richi                           - . non disarma, non vuole disarmare. Ma lasciamo perdere. Se vuoi che vada a parlare con papà. ce l'hai l'indirizzo?         

Adele                          - Eccolo.

Richi                           - Chi te l'ha dato? Il nonno?

Adele                          - È il numero che c'è sulla busta del supermercato.

Richi                           - E se non lo trovo cosa faccio? Devo chiedere di lui?

Adele                          - Logico.

Richi                           - Come dico? Che cerco mio padre?

Adele                          - . che gli devi parlare, non hai bisogno di dire chi sei.

Richi                           - E se non c'è?

Adele                          - Aspetti.

Richi                           - Pensi mi lascino entrare?

Adele                          - È un supermercato ed in un supermercato entrano tutti.

Richi                           - Forse lui non è in giro, ma in ufficio.

Adele                          - Te lo fai indicare ed entri.

Richi                           - E se mi prende a ceffoni?

Adele                          - Non lo farà, ne sono sicura.

Richi                           - E cosa gli dico? Sai che non mi ha mai dato confidenza, non si è mai lasciato andare, con me. Appena aprirò bocca con un urlo mi butterà fuori.

Adele                          - Non lo farà, perché darebbe scandalo. Affrontalo tranquillo, senza lasciarti intimidire.

Richi                           - Ho sempre avuto paura di lui mi ha sempre trattato con severità. Le volte che mi ha sorriso o detto una parola gentile posso contarle sulle dita di una mano. Perciò affrontarlo per fargli sentire le mie ragioni.

Adele                          - L'uomo di casa, ormai, sei tu.

Richi                           - C'è il nonno.

Adele                          - Il nonno, lo sai, è sempre dalla sua parte. E si lascia comprare da una confezione di gelati. Tu cercherai di essere calmo, di parlare senza accalorarti, guardandolo negli occhi.

Richi                           - Ma che cazzo gli dico?

Adele                          - . di mettersi una mano sulla coscienza. Prima di tutto spiegagli che il matrimonio è un sacramento e che ne è testimone Dio.

Richi                           - A lui puoi immaginare quanto gliene freghi.

Adele                          - Non ti preoccupare, io prego Santa Rita che ti aiuti. Santa Rita è la santa dell'impossibile. Le farò una novena.

Richi                           - (affettuoso) Povera nonna, che nel duemila pensi ancora di risolvere i problemi con le novene ai santi. I santi se ne fregano, nonna, di quello che capita a noi.

Adele                          - Vergognati, Richi, i santi sono in Paradiso. E dal Paradiso possono darci tutti gli aiuti.

Richi                           - I santi possono dare un aiuto, ma tu non mi dai nemmeno il caffè.

Adele                          - Oh, scusami, Richi, vedi dove ho la testa? (gli versa il caffè) Eccolo, prendilo bello caldo, te l'ho messo io, lo zucchero, te l'ho fatto dolce. Come piace a te.

Richi                           - (prendendo il caffè) Speriamo che la mamma abbia dormito almeno un po'. Mi fa male al cuore non averla ancora vista dopo quello che è capitato. Dille che penso tanto a lei e che vorrei starle più vicino. Ma non che sono andato da lui. So che non vorrebbe. E non so nemmeno io se faccio bene o no.

Adele                          - Non ti preoccupare, la responsabilità me la prendo io. Dì a tuo padre che sono io che ti mando.

Richi                           - Non avrei mai pensato che toccasse a me suo figlio parlargli come fossi suo padre.

Adele                          - Vai, ora.

Richi                           - Gli parlo e poi torno a dirti com'è andata.

Adele                          - (lo abbraccia) Grazie.

Richi                           - (esce)

Adele                          - (rimasta sola mette a posto la tazzina del caffè, spolverando la tavola vede il giornaletto di Nardo e scandalizzata legge ad alta voce) "Chiamate a qualsiasi ora Vanda, la vostra sporcacciona. I soldi della telefonata sono spesi bene saprò riempire la vostra solitudine come sognate…". Misericordia queste creature lo fanno anche per telefono.

Nardo                         - Cosa avevi da confabulare con Richi?

Adele                          - (facendogli vedere il giornale) Potevo immaginare che da vecchio saresti stato così maiale.

Nardo                         - . uomo, vorrai dire, così uomo.

Adele                          - Che schifo! Ecco da chi ha preso Cesco.

Nardo                         - E da chi se no? Sono suo padre.

Adele                          - Non ti vergogni? Alla tua età!? !

Nardo                         - Andiamo, Adele, ero in un momento di depressione.

Adele                          - E sono porcherie che costano. Aveva ragione Gemma a dire che qualcuno faceva salire le bollette.

Nardo                         - Ti assicuro, Adele, che era la prima volta. Si trattava di uno scherzo che volevamo fare a Guidetti al Circolo della Terza Età perché lui.

Adele                          - Sei un gran bugiardo, lo sei stato sempre, ma non ti pensavo così ipocrita. Io, Gemma e Richi col cuore a pezzi, tu.

Nardo                         - Adele, quante storie per una telefonata. Sai che Guidetti cerca di farsi passare per un grande seduttore, con altri amici volevamo.

Adele                          - Piantala, pagliaccio. Per te non c'è nulla di sacro, nulla che conti. Hai insegnato a tuo figlio a mettersi con le baldracche e continui a cercarle anche tu che, ormai, sei a pezzi. Se non ci fossi stata io ad occuparmi della famiglia chissà come saremmo finiti.

Nardo                         - Un caffè non me lo fai?

Adele                          - Te lo puoi fare da solo.

Nardo                         - Il tuo è migliore. Sbaglio o l'hai fatto per Richi…?!? È già uscito?

Adele                          - Già.    

Nardo                         - Ieri sera avete confabulato mica male, voi due. Cosa avevate da dirvi?

Adele                          - Cose nostre.

Nardo                         - Io so cos'avete combinato. Lo hai mandato da suo padre. Grosso errore. Cesco non è mai stato uno che dà retta ad un ragazzotto.

Adele                          - Ha il dovere di ascoltare Richi. Ormai il capofamiglia è lui.

Nardo                         - Credevo di esserlo io.

Adele                          - Oramai non conti più.

Nardo                         - Di piuttosto che la capofamiglia sei sempre stata tu. (pausa) Gemma si è vista?

Adele                          - Ora le porto il caffè.

Nardo                         - Se credi che Richi riesca a far cambiare idea a suo padre. Un grande amore capita anche ad un uomo della sua età. Ti dirò anzi, che se io fossi al suo posto.

Adele                          - Inutile parlarne, tu al suo posto non ci sei. Lo sporcaccione però continui a farlo, anche in casa. E visto che ci siamo, mettiti bene in testa che se tu pensi di andare a vivere con tuo figlio, ci vai da solo.

Nardo                         - Non dici sempre che quello che Dio ha unito, nemmeno la morte lo scioglie?

Adele                          - Questi problemi so io come risolverli.

Gemma                       - (entra in vestaglia, la faccia pesta di chi non ha chiuso occhio)

Adele                          - Oh, Gemma. Che faccia!?! Non hai dormito? Nemmeno un po'?

Gemma                       - Al posto mio tu avresti dormito?

Adele                          - Non ti ha fatto effetto nemmeno il sedativo?

Gemma                       - E neppure i tranquillanti, non so quanti ne ho presi.

Nardo                         - Stacci attenta, possono anche avvelenare.

Gemma                       - Magari.

Adele                          - Tra un momento è pronto il caffè.    

Gemma                       - Ne ho proprio bisogno.

Nardo                         - Dovresti evitarlo, sei già così nervosa.

Gemma                       - Anche tu dovresti evitare certe cose.

Nardo                         - Tu non mi crederai ma ieri sera mi hai beccato mentre stavo per fare uno scherzo.

Gemma                       - Beato te che hai voglia di scherzare.

Adele                          - È scandaloso. Dovrebbero proibirli per legge certi annunci. Ed arrestare tutti quelli che rispondono. Specie i rimbambiti come lui.

Gemma                       - Richi dorme?

Nardo                         - È uscito dieci minuti fa.

Adele                          - Ieri sera voleva assolutamente entrare da te per abbracciarti.

Gemma                       - Meglio di no. Ero in uno stato che facevo paura.

Adele                          - (le versa il caffè) Dovevi stare a letto, il caffè te lo avrei portato io.

Gemma                       - Dovevo alzarmi, ho tante cose da fare e ci tengo a farle subito.

Adele                          - Cose urgenti?

Gemma                       - Le valigie. Voglio che si porti via tutto. Subito. Non voglio più vedere niente di suo, in questa casa.

Nardo                         - Puoi fare con comodo, che fretta c'è?

Gemma                       - La fretta di liberarmi di tutto quello che mi ricorda lui.

Nardo                         - Ma non è che se ne andrà dal tuo cuore come la sua roba da questa casa.

Gemma                       - Lo so, ma troverò un rimedio.

Adele                          - Brava, devi reagire.

Gemma                       - Non è facile.

Nardo                         - Non per giustificarlo, ma quell'altra, l'Antonietta ha venticinque anni meno di te e per un uomo come Cesco.

Adele                          - (fulminandolo con uno sguardo) . ha preso da te.

Gemma                       - Tu eri al corrente?

Nardo                         - Mi aveva fatto giurare che non avrei detto niente, sai com'è lui.

Gemma                       - La conosci?

Adele                          - Se la conosce? Andava a trovarla e si faceva regalare i gelati che portava a casa.

Gemma                       - È bella?

Nardo                         - Devi metterti il cuore in pace, Gemma. È bella, è ricca, è giovane ed anche innamorata.

Adele                          - È un capriccio. Incontrerà un uomo più giovane e metterà Cesco fuori di casa.

Gemma                       - Bella, ricca, giovane ed innamorata. D'un sol colpo quattro pugnalate.

Adele                          - Io ho pregato tutta la notte. Vedrai che Santa Rita ti farà la grazia.

Gemma                       - . la grazia di togliermelo per sempre dalla mia vita.

Nardo                         - Sei stata una brava moglie, lo ha riconosciuto anche lui.

Gemma                       - Ed ho avuto la ricompensa che mi meritavo. (un silenzio) L'avete detto a Richi? Come l'ha presa?

Adele                          - Non voleva convincersi, non ci credeva.

Gemma                       - Tanta fatica per educare un ragazzo e, poi gli diamo esempi come questo. Ho telefonato ieri sera a Norma. Voleva che andassi da lei, per qualche giorno. Ma cosa ci vado a fare?

Nardo                         - Ti distrai un poco.

Gemma                       - Visto che tu sai dove trovarlo, digli di mandare a prendersi la sua roba. Subito, oggi stesso. Non dovrà nemmeno farsi le valigie, gliele preparo io. La roba sporca, se la farà lavare da lei. In fondo, in questi ultimi tempi ero soltanto la sua lavandaia. Io lavavo e stiravo e lui sporcava, sporcava le mutande, la casa, la sua vita, la sua famiglia, il nostro letto. (si mette la testa tra le mani e comincia a singhiozzare)        

Adele                          - (fa segno al marito di andarsene, poi a Gemma con tenerezza infinita) Se vuoi, le valigie gliele facciamo insieme. (buio) Cucina-tinello. Richi e Nardo aiutano Gemma a chiudere una grossa valigia. Poi ne prendono un'altra quasi piena e la posano sul tavolo. Gemma ne controlla il contenuto mentre Adele osserva asciugandosi gli occhi, cercando non farsi vedere piangere.

Nardo                         - Accidenti quanto pesa.

Richi                           - Hai messo tutto, mamma? Si può chiudere?

Gemma                       - Un momento, vado a controllare i cassetti. Non voglio dimenticare qualcosa. (esce)

Adele                          - La roba sporca non avrebbe dovuto metterla.

Richi                           - Avrebbe dovuto lavargliela e stirargliela?

Nardo                         - L'Antonietta ha una donna di servizio, oltre che una lavatrice ultimo modello.

Richi                           - La chiami già per nome come fosse tua nuora?

Nardo                         - Sempre meglio che trattarla da puttana come fai tu.

Adele                          - Cesco si pentirà di questa sua decisione. Vedrai che prima di quanto pensiate ritornerà come una pecorella smarrita.

Richi                           - Pecorella?!? Direi un montone. Non so cosa abbia al posto del cuore. Mi ha visto disperato e non si è commosso un istante. Ha cercato di andare sul pratico. "Qui se hai voglia - mi ha detto - c'è lavoro anche per te. Riflettici!"

Adele                          - Neanche un pensiero a Gemma rimasta sola.

Nardo                         - . ha pensato, però, al bene del ragazzo.

Richi                           - Non è che un alibi, nonno. Se avesse pensato sul serio a me.

Nardo                         - Ti ha perfino offerto un lavoro.

Adele                          - Cosa vuoi? Che gli siamo anche riconoscenti? Che lo seguiamo dove va? Noi e il ragazzo?. E lasciare sola quella disgraziata di Gemma.

Nardo                         - Norma sarebbe felice se si andasse a vivere da lei.             

Adele                          - E questa casa che fine farebbe? Lasciarla dopo tanti anni, ora che sta per diventare nostra?.

Nardo                         - . si può vendere, abbiamo quasi finito di pagare il mutuo.

Adele                          - . a pensare di andarmene mi si spezza il cuore.

Richi                           - Prenderemo un avvocato. Papà dovrà pensare agli alimenti. Non si lascia una famiglia così, su due piedi.

Adele                          - Pretendi forse che tua madre chieda una buonuscita?

Nardo                         - Separandosi sarà la legge a decidere, per ora è prematuro parlarne.

Richi                           - Non sarà che papà quell'altra l'ha già messa incinta? Vi immaginate la gioia di avere un fratellino figlio di quella puttana?

Gemma                       - (entra con una bracciata di roba) Erano rimaste le braghe che si metteva per andare a giocare a pallone. e questo paio di scarpe. E ci sono anche i pedalini che riempiva di buchi e che io, come una scema, mi toglievo gli occhi a rammendare. E questo è il primo rasoio elettrico che gli regalai tanti anni fa, per Natale. Ne era così felice che si faceva la barba anche tre volte al giorno. E, poi, mi faceva sentire le sue guance com'erano morbide. Ed io, stupida. (ha un singhiozzo)

Richi                           - Non ci romperà più le scatole urlando, mamma.

Gemma                       - Per me è morto, ormai.

Nardo                         - Se non c'è altro, possiamo chiudere, allora.

Gemma                       - Portategli le valigie. Non voglio che venga lui a riprendersele. Non voglio più vederlo. Mai più.

Nardo                         - Se Richi mi dà una mano, le carichiamo in macchina e gliele portiamo. A quest'ora non c'è molto traffico. Ci stai, Richi?

Richi                           - Lo faccio solo per la mamma.

Gemma                       - Grazie, Richi.

Richi                           - Mettiti tranquilla, mamma, cerca di non pensare.

Adele                          - Se andate verso il centro, date un passaggio anche a me. Ho promesso una candela a Santa Rita. Prendetemi pure in giro ma a me Santa Rita non ha mai detto di no. (si salutano, Richi col nonno porta vie le valigie ed Adele esce con loro)

Gemma                       - (resta sola. Per terra vede una fotografia, sfuggita dalla valigia. La prende e la guarda a lungo. I suoi pensieri vanno lontano al tempo di quella fotografia. Se la mette contro la guancia, poi con uno scatto la strappa in tanti pezzettini e scoppia a piangere. Accende il televisore, si sente una musica allegra accompagnata da grandi risate, guarda un attimo, poi spegne. Disperata, cammina per la stanza senza sapere cosa fare, poi si lascia cadere su di una sedia. Prende il telefono, fa un numero e si sente la voce di una segreteria, quella della figlia. Suonano alla porta: con fatica si alza e va ad aprire. Compare)

Tonio                          - Disturbo? Salve. Non c'è Richi?.

Gemma                       - È appena uscito.

Tonio                          - Ritorna? Posso aspettarlo?

Gemma                       - Se vuoi.

Tonio                          - (è quanto sperava) Se non le dà noia. Piove e sono già tutto bagnato.

Gemma                       - Togliti il giubbotto, fallo asciugare, mettilo su quella sedia.

Tonio                          - Grazie. Fuori mi beccherei un raffreddore.

Gemma                       - Comincia la brutta stagione.

Tonio                          - Già. (lungo silenzio, poi facendo il bravo ragazzo) Mi spiace per quello che le è successo.

Gemma                       - Richi ti ha detto?

Tonio                          - Immagino che colpo per lei.

Gemma                       - Dopo trenta e più anni. una vita.

Tonio                          - Certo, proprio una vita. Ha l'aria affaticata.

Gemma                       - . non ho dormito. Non riuscivo a farmene una ragione. mi sentivo impazzire.

Tonio                          - Lo credo. Non se lo meritava proprio.

Gemma                       - . Cesco è stato il mio primo ed unico amore.           

Tonio                          - Lo so, me l'ha detto Richi.

Gemma                       - . e mi ha lasciata per una che potrebbe essere sua figlia.

Tonio                          - Non si meritava una donna come lei.

Gemma                       - Gli volevo bene. Gli ho sempre voluto bene. (lunga pausa) Certo, sarà stata anche colpa mia. mi sono lasciata andare, non mi curavo più. Pensavo che oramai ero vecchia. Capivo che non gli piacevo più, ma mi illudevo che anche se non era più come una volta, fosse rimasta almeno un po' di tenerezza per una vita passata insieme. Che non lo interessassi più come donna, me ne rendevo conto. sono invecchiata. imbruttita.

Tonio                          - Non lo dica nemmeno per scherzo, lei è ancora una bella donna.

Gemma                       - Credi non mi veda allo specchio? Sono sfiorita ormai, guarda che rughe, guarda che capelli. Una volta no, avresti dovuto conoscermi, quando ero fresca. piena di gioia di vivere. Oramai cosa vuoi possa sentire un uomo per una come me? Ma cercarsi un'altra alla sua età.

Tonio                          - Noi maschi siamo delle strane bestie. Cerchiamo sempre selvaggina nuova.

Gemma                       - Ma lasciare la casa. la famiglia.

Tonio                          - Deve farsene una ragione, signora Gemma. Suo marito, oramai, se n'è andato. La colpa non è sua. Un'altra donna se lo è portato via. Di guai, ne abbiamo tutti. Quando c'è una passione è difficile resisterle. Mio fratello si è innamorato di una disgraziata con cui ha deciso di mettersi e mi caccia via, dice che in casa per me non c'è più posto. Mio padre se n'è andato anche lui, per conto suo. Con una donna. E non mi vuole tra i piedi neppure lui. Eppure mio fratello mi voleva bene, mi aveva sempre protetto, aiutato, ma quella ragazza l'ha fatto andare via di testa. Ormai non c'è santo, non mi vuole più tra i piedi. Una donna sconvolge un uomo. Perciò penso che suo marito.

Gemma                       - Ma se ti mette fuori casa, dove andrai?

Tonio                          - Non lo so. Preferisco non pensarci.

Gemma                       - Ma quando dovresti andartene?

Tonio                          - Prima mi tolgo dai piedi, meglio è.

Gemma                       - Se non sai proprio dove andare, qui, posto ce n'è. Per un periodo potresti sistemarti qui. Richi sarebbe contento di ospitare un amico.

Tonio                          - Venire da voi? Certo mi farebbe piacere, ma. non sono della famiglia.     

Gemma                       - Visto che uno che era di famiglia se n'è andato.

Tonio                          - Non so se potrò accettare, ma grazie per avermelo detto.

Gemma                       - Sono una mamma. Te l'ho detto col cuore.

Tonio                          - Ho sempre invidiato Richi perché aveva una mamma come lei. Una serenità che io non ho più avuto, dopo che la mia se ne è andata.

Gemma                       - Mi domando come abbia potuto.

Tonio                          - Mi scrive ogni tanto. Vive in America, ha altri figli.

Gemma                       - E tu ne hai sofferto, vero?

Tonio                          - Sono cresciuto sognando di avere una donna per me. Prima una madre, ora una donna mia. Non una ragazza, di ragazze se ne trovano quando se ne vuole.

Gemma                       - Qualcuna che riempia il vuoto della tua vita.

Tonio                          - Speravo persino che mio padre si risposasse. Invece si portava in casa solo delle puttane, ogni volta una diversa. Ora sta con una che non mi vuole neanche vedere.

Gemma                       - Cesco non se le portava in casa, ma ne ha sempre avute fuori. Lo capivo, spesso cercavo di farglielo confessare. perché speravo che almeno si aprisse con me. Invece niente, mai una parola. La sera si buttava nel letto, si voltava dall'altra parte senza darmi nemmeno la buonanotte. Non è che gli chiedessi amore, ma per lo meno un poco di affetto.

Tonio                          - . e lei è una donna capace di darne tanto.

Gemma                       - Di un suo gesto. anche solo di una carezza. sentivo il bisogno. sarebbe bastata una parola per ridarmi un po' di coraggio, di fiducia. per ritrovare un po' di serenità. Invece, niente. Scusami, Tonio se lo racconto a te, ma non ho altri, non so con chi parlarne e quello che ho da dire, devo dirlo a qualcuno. non posso soffocare tutto dentro di me.

Tonio                          - Sono contento di poterle essere io di aiuto.

Gemma                       - Ti ringrazio, sei un bravo ragazzo. Con Richi non riesco a parlare di certi argomenti, mia suocera è buona ma neanche mi capirebbe. Norma potrebbe capirmi, ma non la vedo mai. Lavora tutto il giorno ed ha la sua vita.

Tonio                          - Parli, parli con me. La posso capire perché anch'io di affetto ho bisogno. E mi fa male al cuore vederla così disperata. Lei merita di più, tanto di più. Lei l'amore     10        ispira a tutti quelli che incontra. Quando venivo qui a trovare Richi, speravo sempre di parlare un po' con lei. Sentivo che mi faceva bene. Mi rendeva più calmo, più sereno.

Gemma                       - Sono una donna semplice, senza pretese, ma sincera.

Tonio                          - . capivo che la sua non era la vita che sognava. A lei che aveva tanto bisogno di amore, nessuno gliene dava.

Gemma                       - Mi bastava quello dei miei figli.

Tonio                          - I figli saranno importanti, ma una donna ha bisogno di un uomo. delle sue mani. delle sue braccia. di un corpo che si stringa al suo. quell'amore lì deve avere.

Gemma                       - (turbata) . no, non è questo che intendo oramai, alla mia età.

Tonio                          - Alla sua età? Cosa vuol dire alla sua età? Lei è nel pieno della sua femminilità. può dare ad un uomo tutto quello che.

Gemma                       - (capisce che le parole di Tonio vanno oltre, cerca di bloccarlo). Su, su, Tonio, vedi troppa televisione, le telenovelas non aiutano a vivere. Rimetti i piedi per terra, stai parlando con la mamma di un tuo amico, con una donna che ha l'età di tua madre.

Tonio                          - Cosa importa la sua età, per me lei è come di una ragazza. Il suo corpo è nel pieno del suo splendore ma nessuno soddisfa i suoi istinti. Mia cara Gemma, alla sua età una donna non può rinunciare alla vita sessuale che le spetta. Eppure anche alla sua età può far perdere la testa ad un uomo. Le giuro che io. sentendola vicino. guardando la sua bocca, i suoi seni. (e mette le mani sui seni)

Gemma                       - (cerca disperatamente di respingerlo) No. no. Cosa fai? Lasciami. non toccarmi così. Non voglio, Tonio, ti prego.

Tonio                          - 11       tuo seno. così dolce. così morbido. sapessi quante volte l'ho visto ed accarezzato nei miei sogni. e la tua bocca. la tua bocca. (si butta su di lei cercando di baciarla)

Gemma                       - (cerca di resistergli e di respingerlo) Ma cosa fai? Lasciami. lasciami o io. (la foga del ragazzo la domina e lei si lascia prendere dalle sue braccia che la stringono in un abbraccio impetuoso e travolgente)

Tonio                          - Questo è l'amore di cui hai bisogno, Gemma. l'amore giovane, appassionato che io posso darti. quello che non hai mai avuto. La tua vita può ricominciare, vedrai, ricomincerà con me.

Gemma                       - No, cosa dici, è stato un momento di debolezza, io. No, per favore, lasciami.      

Tonio                          - (l'abbraccia, la tocca appassionatamente, la stringe con furore) No, ora, non puoi mandarmi via, sei la donna che ho sempre cercato. hai un assoluto bisogno di me. ti piace che ti abbracci. che ti tocchi. che ti baci.

Gemma                       - No, non far così, lasciami ti prego. No, Tonio, è una pazzia, potresti essere mio figlio.

Tonio                          - Non aver paura, Gemma. T'insegnerò io ad essere felice. (la spinge sul divano e l'abbraccia e la bacia appassionatamente. La donna, presa dalla sua furia appassionata, non ha più la forza di resistere)

Richi                           - (entrando e vedendo i due che non fanno in tempo a separarsi, incredulo e sconvolto) No?!? Cosa fate? (si lancia contro Tonio, fuori di sé) Miserabile. Miserabile. (lo prende per il bavero staccandolo da sua madre) Ma lo sai cosa stavi facendo? Con mia madre!?!

Tonio                          - Non sei contento? Ti consolavo la mammina! (e per difendersi da Richi che cerca di picchiarlo, gli molla un pugno che gli fa sanguinare il naso)

Gemma                       - (piangendo disperata) No, cosa fate? Cosa fate? Richi, ti ha fatto male? Sanguini, dio mio, perde tutto quel sangue. Tonio, perché? Gli hai fatto male. (cerca di soccorrere Richi, che la respinge)

Richi                           - Non toccarmi, tu. togliti dai piedi. lasciami ti dico. Non bastava mio padre, anche tu, alla tua età. E con chi? Con uno come lui.

Gemma                       - No, Richi. è stato un attimo. un attimo di disperazione. e lui.

Tonio                          - (sfottente) Io che cosa? Non la stavo violentando, lei ci stava.

Gemma                       - No, non è vero.

Tonio                          - Ci stava. te lo dico io. E come che ci stava.

Gemma                       - No, cosa dici? Io.

Richi                           - (si asciuga il naso che sanguina, vorrebbe lanciarsi su Tonio, ma si limita a sputargli addosso mentre lui lo guarda ridendo. Uno sguardo disperato ed esce, mentre Tonio trattiene Gemma abbracciandola. Buio) La solita panchina. Richi è seduto, arriva Adele.

Adele                          - Torna a casa, Richi. è la tua casa.

Richi                           - Lasciami stare.

Adele                          - In casa ci sarò anch'io e tu rientrerai con me.

Richi                           - Non è più casa mia, oramai.

Adele                          - Mia, tua. è casa nostra.

Richi                           - Lo era, Ora non più. (un tempo) Lui ha dormito lì?

Adele                          - (annuisce)

Richi                           - Con lei?

Adele                          - (a malincuore lo ammette)

Richi                           - Cercava una casa e l'ha trovata. Non avrei mai creduto che mia madre.

Adele                          - Non devi giudicarla. È una donna debole, stanca. disperata.

Richi                           - Non dirmi che l'approvi.

Adele                          - No, questo no. Ma umanamente mi fa pena. Tanta.

Richi                           - . un ragazzetto che potrebbe essere suo figlio.

Adele                          - È proprio per questo, Richi, che ci è cascata. Con quel ragazzo è stato come scoprire una nuova maternità.

Richi                           - Con un figlio non ci si va a letto, nonna.

Adele                          - Te ne sei andato, invece di cacciarlo via.

Richi                           - Mi è mancata la forza. Era l'ultima cosa che mi sarei aspettato. Entrare e vedermelo lì. con lei tra le sue braccia.

Adele                          - (siede vicino a lui e lo abbraccia)

Richi                           - . aveva un sorriso trionfante, quel bastardo. Era riuscito in quello che voleva. conquistare mia madre. Ed io sentivo un tale schifo per lui. per lei. che avevo sempre considerato una santa. sdraiata su quel divano come una bestia in calore. Mi sentivo soffocare. Avevo bisogno di respirare aria pulita.

Adele                          - Non credere che lei lo volesse, Richi. Sicuramente no. lui l'ha presa di sorpresa. e lei non ha resistito. non ne ha avuto la forza.

Richi                           - Ma, poi, ci ha passato la notte. Sono io il cretino a non essermene reso conto. Me lo aveva fatto capire, quel verme. Ed anche in modo chiaro. Ma non avrei mai pensato che lei si lasciasse prendere da lui come una donna di strada. Ha ragione il nonno quando dice che il sesso è come un vulcano che travolge non lasciando più nulla di quanto c'era prima. Mia madre, persino mia madre. Ma a chi sarebbe potuto venire in mente che lei.

Adele                          - Non giudicarla, Richi. Siamo così deboli, a volte, noi donne. In quel momento era disperata e si può fare di tutto quando si è alla disperazione. E quel Tonio è un brutto tipo. Non mi è mai piaciuto. Se fossi stata io in casa, sicuramente non sarebbe successo.

Richi                           - Già, tu eri da Santa Rita. Bella grazia ci ha fatto.

Adele                          - Tutto è andato più in fretta di come si pensasse. Santa Rita non ha fatto in tempo ad intervenire.

Richi                           - Ora ha trovato dove dormire la notte. E non se ne andrà facilmente. lei non riuscirà a cacciarlo via. dopo aver passato una notte insieme. Dove hanno dormito?

Adele                          - Dove vuoi abbiano dormito?. Nel letto matrimoniale.

Richi                           - Vecchia. sfatta com'è. si è sentita tra le braccia forti di un ragazzo. Che schifo, che schifo. Bella famiglia la nostra. Per un po' di sesso si rivoluziona la vita. Non bastava mio padre che se ne va con una balorda, no anche mia madre con un poco di buono. che era anche il mio migliore amico. Il sesso se la fa alla grande in casa nostra. Perfino il nonno con le sue telefonate alle porcone. Ti rendi conto che in un colpo solo ho perso la mia famiglia con tutte le persone che amavo di più? E tu, poveretta, che hai fiducia nei santi.

Adele                          - I santi non me li toccare, loro non deludono mai.

Richi                           - Perché non capiscono niente di sesso, forse non sanno nemmeno cosa sia. Come potrebbero difenderci da una forza che non conoscono? Se magari in vita si fossero lasciati un po' andare, ci avessero dato un po' dentro, adesso ci capirebbero meglio. Ma cosa vuoi che sappia del sesso la tua Santa Rita? Che aiuto ci può dare?

Adele                          - Un aiuto ce lo ha dato. Un grande aiuto. E te ne renderai conto anche tu. (un silenzio) Dove hai dormito?

Richi                           - Da Norma.

Adele                          - Cosa ti ha detto?

Richi                           - Quello che diciamo noi. Ma oramai lei ha la sua vita.         

Adele                          - Pensi andare a stare da lei?

Richi                           - Non credo proprio. Non ha spazio. Ho dormito per terra su dei cuscini.

Adele                          - Torni a casa?

Richi                           - Mai.

Adele                          - Ed allora?

Richi                           - Troverò una soluzione. Tu ed il nonno, andrete a vivere con mio padre, immagino.

Adele                          - Il nonno sta facendo le valigie. Io non ne ho l'intenzione.

Richi                           - Resterai in casa con lei?

Adele                          - Ora che si è insediato quel ragazzo? Non ce la farei.

Richi                           - Ed allora?

Adele                          - Capisco che tu non voglia più rimettere piede in casa. Ma se non ritorni tu, non ritorno nemmeno io. voglio stare con te.

Richi                           - Ma dove? Una coppietta come la nostra dà troppo nell'occhio, nonna.

Adele                          - Sai a cosa ho pensato? Alla casa che mio fratello ti ha lasciato, al paese.

Richi                           - Ed allora?

Adele                          - Potremmo riaprirla. riadattarla.

Richi                           - Laggiù? In culo alla luna?

Adele                          - Io ci sono nata e ci sono vissuta tanti anni felice, Richi, il mondo là è diverso.

Richi                           - Allora. Oggi sarà uno schifo anche lì, nonna. Il marcio è arrivato ovunque.

Adele                          - . non come qui, Richi. Pensaci, Richi. Ti parlo seriamente. Non sarebbe un'idea? Visto che una casa c'è ed è tua. di tua proprietà.

Richi                           - Cosa cazzo posso fare io da quelle parti?

Adele                          - La terra c'è, potremo lavorarla.

Richi                           - Per lavorarla bisogna saperlo fare, ci vogliono. le macchine. gli attrezzi. le bestie.

Adele                          - Li troveremo, ce li faremo prestare in principio, poi, poco a poco.

Richi                           - Ma ci vorrà tempo. Con le tasche vuote quanto pensi che potremmo resistere?

Adele                          - Non preoccuparti, Richi. Ci ha pensato Santa Rita.

Richi                           - Nonna, ma tu credi ancora ai miracoli di Santa Rita?

Adele                          - Sì, perché uno almeno me l'ha fatto. E non piccolo.

Richi                           - Cioè?

Adele                          - Non dovremo dipendere da nessuno. Avremo tutto quello che occorre.

Richi                           - Spiegati.

Adele                          - Non è che siamo ricchi, ma quasi. Sai quei numeri che giocavo da sempre? Stavolta sono usciti. Una grossa vincita. E proprio in un momento che di danaro avevo bisogno. Non pensi sia stata lei, Santa Rita? Ha aspettato per darmi una mano proprio nel momento giusto. Forse, come dici tu, non capirà niente di sesso, ma della vita pratica sì. Ora noi due potremo ricominciare una vita diversa.

Richi                           - Hai vinto molto?

Adele                          - Una bella cifra.

Richi                           - Quanto?

Adele                          - (tira fuori un biglietto e glielo fa leggere)

Richi                           - Cazzo! Una bella cifra.

Adele                          - Potremo cominciare una nuova vita.

Richi                           - A me pare una follia, nonna.

Adele                          - Forse lo è. Ma nella vita bisogna avere il coraggio ogni tanto di fare una follia, per non lasciarci trascinare da un mondo che corre all'impazzata e che ci travolge  tutti. Bisogna ritornare dove si è partiti. e ricominciare. Vedrai, il posto non lo hai mai visto, ma ti piacerà, ti piacerà. C'è tanto di quel verde. Ed alberi enormi, bellissimi. Di questa stagione le foglie sono di tutti i colori. Dal poggio dove sorge la casa, in certi giorni si vede anche il mare.

Richi                           - Ma io che ci farò in campagna?

Adele                          - Ti abituerai. E finirà per piacerti.

Richi                           - Saranno lunghe le sere.

Adele                          - Col motorino andrai al paese. Troverai delle ragazze.

Richi                           - Ne esistono anche lì, in culo alla luna?

Adele                          - E belle che sono. Sarai felice, Richi. Ed anch'io lo sarò.

Richi                           - Certo. Potrai allevare galline. È la tua fissa.

Adele                          - Ne prenderò una bianca. La chiamerò Contessa come quell'altra.

Richi                           - Nonna, pensi davvero che io in campagna. Non so fare niente. non so nulla di come si lavora la terra.

Adele                          - Imparerai. Io quel poco che so te lo insegnerò. Può essere la tua fortuna, Richi.

Richi                           - Io ci vengo. Posso provare. Ma se mi stufo, pianterò tutto e scapperò.

Adele                          - Ed io scapperò con te. (pausa) Richi, mi resti soltanto tu, ormai.

Richi                           - Perché a me chi resta, oltre a te?

Adele                          - Io non ti deluderò. Mai.

Richi                           - Tutti mi hanno deluso, nonna. E non è che ti lascerai invischiare anche tu in una storia di sesso? Non vorrei una sera rientrando trovarti tra le braccia di un energumeno. che so? Un domatore di tigri. un trapezista cinese. un mangiatore di fuoco?!?

Adele                          - Potrai sorprendermi sola con una gallina, Richi.

Richi                           - Guarda che in un pollaio è necessario anche un gallo.

Adele                          - L'unico gallo del pollaio sarai tu, Richi.

Richi                           - Un gallo giovane ed una vecchia gallina, nonna. Una gran bella coppia. Io e te, in mezzo alla campagna. Cosa cazzo potrò fare col mondo che mi è crollato addosso, il cuore a pezzi, dopo aver perso con la famiglia le illusioni che avevo insieme a tutte le mie speranze!?! Oh, nonna. nonna. (l'abbraccia piangendo)

Adele                          - Su, Richi. Non fare così. Coraggio. Ne devi avere perché tu sei giovane. Ne ho io che sono vecchia. Cambierai vita, tutto qui. Un po' di danaro c'è. abbiamo una casa. della terra. Cominceremo coltivando l'orto. Vedrai come sono brava io nell'orto. Poi ci sarà la frutta. C'erano tanti alberi da frutta. Penso ci saranno ancora. E semineremo. Pianteremo una vigna. Vedrai che ce la faremo. Lasciati guidare da me, Richi, lo sai che io ti voglio bene. tanto bene.

Richi                           - Mai e poi mai avrei pensato ad un futuro con te in culo alla luna.

Adele                          - Nella vita non devi mai stupirti di niente. In quella terra in culo alla luna, comprata tanti e tanti anni fa da tuo nonno, troveremo quella serenità che abbiamo perduto.

Richi                           - Lo spero tanto, nonna. Forse oggi per farcela bisogna scappare ed andarsela a cercare. Dove? In culo alla luna. Ma sì, nonna, proprio in culo alla luna. (i due si abbracciano mentre cala la tela)

FINE