Io Adamo tu Eva

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io Adamo tu Eva

Trama

E’ la storia surreale della creazione, narrata dal serpente. Da essa  si dipanano  le storie di  Amalia, donna autoritaria che convince il suo indolente marito Cesare, di professione creatore,  a creare  la terra e con essa il primo uomo e la prima donna. I neofiti Adamo ed Eva vivranno tutti i passaggi descritti dalla Genesi, dalla conoscenza alla  convivenza, dal peccato originale sino alla cacciata dal Paradiso, in un turbinio di gag esilaranti vissute in maniera disomogenea tra  passato, presente e futuro.

Interpreti

Adamo          :     Primo uomo

Eva                :     Prima donna

Cesare          :     Creatore

Amalia          :     Compagna del creatore

Serpente       :     Narratrice

Caino            :     Figlio Adamo ed Eva

Primo atto

Scena 1

Cono luce donna serpente.

Serpente:          Vi siete mai chiesti se è stato creato prima l’ uomo o la donna?  Molte discussioni sono nate al riguardo, ma per la maggior parte della gente, la creazione rimarrà per sempre un grosso mistero. L’unica certezza è che l’uomo, sin dall’origine del mondo, è stato agevolato. Perché? E’ semplice! Chiedetevi il motivo per cui gli è stato concesso il privilegio di poter fare la pipì in piedi ed in qualunque posto, mentre la donna è costretta ad appartarsi ed  accovacciarsi come una gallina, o perché il maschio nasce dotato di una struttura fisica superiore a quella della femmina tale da potersi permettere il ruolo del dominante. Le donne, se interrogate sull’argomento, per ragioni di opportuna rivalsa , sono portate ad interpretare la storia della creazione come il primo vero gesto di antifemminismo, ragion per cui, ogni volta che vengono interpellate, appellandosi ad antiche scritture apocrife, si appropriano dei diritti di primogenitura.

Entra Cesare

Cesare:            Che sia la luce!

Serpente:          Luce fu !

Amalia:             E venne il secondo giorno.

Cesare:            Che sia il firmamento in mezzo alle acque, che le acque si raccolgano in un solo luogo, appaia l'asciutto e che da esso germoglino piante ed alberi da frutto.

Serpente:          Furono il cielo e la terra.

Amalia:             E venne il terzo giorno.

Cesare:            Che il firmamento si popoli di luci. (Non succede niente) Mo te fulmino.

Serpente:          Furono sole, luna e stelle.

Amalia:             E venne il quarto giorno.

Cesare:            Che le acque  brulichino di esseri viventi ed uccelli di ogni specie volino su di essa.

Serpente:          Così accadde.

Amalia:             E  venne il quinto giorno.

Cesare:            Che la terra si popoli di animali di ogni specie…..e…..(sospirando, guarda Amalia)

Amalia:             Che c’è? Va avanti…

Cesare:            Che sia una femmina a mia immagine e somiglianza…..

Amalia:             Per carità!

Cesare:            (Smorfia) Scusa….a tua immagine e somiglianza….

Amalia:             Ecco….

Cesare fa una pausa.

Amalia:             E che…

Cesare:            (Sospiro) …….e che domini su tutto il creato.

Amalia sorride compiaciuta.

Serpente:          Egli il sesto giorno dopo aver creato animali di ogni specie, plasmò la donna, soffiò nelle sue narici il primo alito di vita e le diede il nome…..il nome….ma il nome?

Cesare:            Cesara.

Amalia:             Cesara..

Serpente:          Ce sarà…

Amalia:             Sei matto?

Cesare:            Allora Penelope, come tua mamma!

Amalia:             No…troppo antico……

Cesare:            Che ne dici Giosuè come il babbo? Ne troppo maschile ne troppo femminile. MF

Amalia:             MF…non se ne parla proprio….

Cesare:            E va….

Amalia:             E va…e va .. si chiamerà Eva.

Cesare:            Che ha di particolare?

Amalia:             E’ più immediato!

Cesare:            Se lo dici tu! Amalia mia, ora ti ho fatto contenta, ma ti dico subito che a casa da noi la tua Eva non ci verrà a stare.

Amalia              Cesare mio……ma quanto sei scorbutico!

Cesare:            Orsù! Uno ad una certa età ha le sue abitudini, la sua privacy…

Amalia;             Orsù….va avanti e finisci l’opera.

Cesare:            Ma perche me so scordato qualcosa?

Pausa, Cesare si guarda attorno sperduto.

Amalia:             Che c’è?

Cesare:            C’è che con tutte queste chiacchiere er cervello….

Amalia:             Eva dove la metti?

Cesare:            Che ne so….

Amalia:             Visto che non la vuoi per casa….

Cesare:            Orsù! E che sia il Paradiso Terrestre.

Serpente:          Fu un meraviglioso giardino sulla terra.

Amalia:             E  venne il settimo giorno.

Cesare:            Che manca? L’acqua ce l’ho messa, i pesci l’ho fatti….mi sembra che non manchi più niente!

Amalia:             Speriamo….

Cesare:            Cosa?

Amalia:             Con te non si sa mai.

Cesare:            Amalia mia sono sei giorni che non mi fermo un attimo, mi fa male la schiena e mi sembra giusto che me ne vada a riposare……

Serpente:          E nel settimo giorno cessò ogni suo lavoro.

Cesare:            Ora vado su, mi  faccio una bella doccia , un bel pranzetto, mi sbraco sul divano che è domenica, c’è il “Gran premio”, poi  le partite e non ci sono per nessuno.

Amalia:             Ave Cesare.

Cesare esce tenendo le mani sui reni accompagnato da Amalia.

Scena 2

Interno appartamento. Amalia intenta a spolverare, mentre Cesare è seduto su una poltrona e guarda la partita.

Cesare:            Dai, dai passa al centro, dai….dai. Si così, dalla quella palla, dalla…..così. Goal, goal…..

Cesare comincia a saltare per casa.

Amalia:             Che succede?

Cesare:            Gliel’ha messa dritta all’incrocio dei pali.

Amalia:             Magnifico.

Cesare:            Che azione ragazzi!

Amalia:             Sono contenta che la tua squadra  vince, ma non c’è bisogno di urlare in questo modo.

Cesare è troppo preso per darle ascolto. Amalia involontariamente si mette davanti al televisore

Cesare:            Scansati che fanno il replay.

Amalia:             (Si scansa) E che diamine!

Cesare:            (Senza smettere di guardare la tv) Dai Amalia….non mi far distrarre!

Amalia con un gesto indispettito si accomoda sul divano e comincia a leggere.

Voce:               Papà….papà….

Amalia:             La senti?

Cesare:            Non sento niente.

Amalia:                        Vuol  dire che se uno non ci sente per gli altri non ci sente neppure se lo chiamo pe’ magnà.

Cesare:            E cioè?

Amalia:                        Che stasera ti prepari da solo! Io ed Eva ce ne andiamo da qualche parte .

Cesare:            Lo sapevo io che con due donne mi mettevo in mezzo ad un mare di guai. Stasera m’avevi promesso la matriciana…

Amalia:             Lattuccio e a nanna.

Cesare:            E no…e no…e non cominciamo coi ricatti che non ci sto!

Voce:               Papaaaaa???

Amalia:             Eva.

Cesare:            E..va…. no!

Cesare è sempre più preso dalla partita.

Eva:                 Papaaaaaaa!

Amalia:             Spegni sta’ lagna e va a vedere che cavolo vuole.

Cesare:            Guarda che la  lagna è quella là…..

Amalia:             Ma smettila!

Cesare:            L’ hai voluta tu ed ora bisogna che te ne occupi.

Amalia:             Ah si?

Amalia prende un telecomando e spegne la tv.

Cesare:            Che….che fai?

Amalia:             Spengo.

Cesare:            Tante volte sei di una prepotenza che……

Amalia:             Ed io tante volte mi chiedo come fa un essere come te, ad infervorarsi per quattro scemi che prendono a calci una  palla.

Cesare:            Ora devo sentirmi in colpa perché ogni tanto mi rilasso davanti alla tv? Su accendi !

Amalia:             E questo lo chiami rilassarsi?

Cesare:            Certo,  esagero un po’…..

Amalia:             No, tu ci fai sopra i film….

Cesare:            Vabbè…. che male c’è?

Amalia:             Tutta questa morbosità è ridicola.

Cesare:            Anche le telenovelas sono ridicole, ma io sono per la democrazia e non ti spengo il televisore. Dai Amalia…… falla finita e dammi stò telecomando, che una partita intergalattica non è  cosa da tutti i giorni.

Amalia:             Talmente importante da farti dimenticare i tuoi doveri di padre?

Cesare:            Quali doveri, che da quando l’ho creata,  o per un motivo o per un’altro, sta’ sempre a bussa’ a sto’ portone!

Amalia:             C’è da capirla, è sola al mondo.

Cesare:            Ma se le ho messo a disposizione il Paradiso che è  meglio di una “Beauty farm”!

Amalia:             E con ciò?

Cesare:            Con ciò…..non mi va di parlarci. Su, dammi sto’ telecomando!

Amalia:             Manco per niente.

Cesare:            I…io non so chi mi trattiene….

Amalia lo fredda con lo sguardo.

Amalia:             La vuoi la matriciana?

Cesare:            Col guanciale affumicato?

Amalia:             Col guanciale….

Cesare:            Affumicato.

Amalia:             Affumicato.

Cesare:            E il pecorino col pepe?

Amalia:             Pure quello.

Cesare:            Me sto a sentì male!

Amalia:             Allora tu datte da fa ……che io vado al supermercato prima che chiude.

Cesare:            Vado.

Buio.

Scena 3

Interno appartamento. Entra Eva.

Eva:                 Ciao papi.

Cesare:                        Che ti è successo stavolta?

Eva:                 Attacchi di panico.

Cesare:            Che roba è?.

Eva:                 Mi formicolano le braccia, mi manca l’aria e sudo freddo.

Cesare:            Prendi un sacchetto, soffiaci dentro e inspira. Ho kletto da qualche parte che funziona…

Eva:                 Già fatto, ma ho risolto poco!

Cesare:            Hai provato con la camomilla?

Eva:                 Mi fa vomitare!

Cesare:            Io vorrei sapere cos’ hai in quella testa!

Eva:                 Certo, io ti sono riconoscente perché mi hai creata e che mi hai regalato questo bellissimo giardino e tutto ciò che c’è dentro…

Cesare:            Infatti, sei la regina della terra! Cosa si può volere di più?

Eva:                 Ma non sono felice. Sto pianeta e ‘na palla. Oggi per esempio, con chi esco? Dove vado in giro, che sto quasi sempre da sola?

Cesare:            Ah….su questo non ti posso proprio aiutare….che  ho già tante cose da fare.

Eva:                 Figurati….. la tv !

Cesare:            Se permetti, questi sono affari miei ….

Eva:                 Papi, io penso di essere più importante di una partita .

Cesare:            Vedo che Amalia t’ha catechizzato.

Eva:                 Sei fuori strada.

Cesare:            Non mi fare incavolare, che come t’ho messa al mondo ti ci cancello.

Eva:                 Ok, fammi tornare polvere .

Cesare:            Sì, ti smolecolo! Ma fammi il piacere!

Eva:                 E tanto che campo a fare?

Cesare:            Ti ho creato gli animali, che mi ci è voluta un’intera giornata. Scegliti un cane, un gatto…na’ pecora….un toro…

Eva:                 Il  cane ce l’ho già ed  i gatti non mi piacciono….giusto il pappagallo,  ma ripete ciò che dico  e non c’è gusto!

Cesare:            Inventati qualche diversivo….

Eva:                 Del genere?

Cesare:            Prendi un cocco e giocaci a pallone.

Eva:                 Odio il pallone.

Cesare:            Femmina in tutto e per tutto!

Eva:                 Ma che è un difetto?

Cesare:           No, una rottura di palloni! Senti figlia mia, nuota, gioca a moscacieca….a bocce…..insomma fa come ti  pare….

Eva:                 Lo vedi?

Cesare:            Cosa?

Eva:                 Che non ti frega niente di me!

Cesare:            Mi chi te l’ha messa in testa sta’ cosa?

Eva:                 E’ talmente chiaro! E poi vai dicendo in giro che sono la tua figlia prediletta e piripì e piripà…

Cesare:            Senti, io ho già Amalia che già è di una pesantezza quando ci si mette!

Eva:                 Creami una compagna e non ti scoccio più. Giuro su…

Cesare:            Non ti azzardare….

Eva:                 ….su di me.

Cesare:            E poi con Amalia diventate  tre! No….non ce la posso fa!

Eva:                 Ma papi!

Cesare:            Ti prometto che ci penserò sopra.

Eva:                 Dici sempre così….tanto per levarmi di torno.

Cesare:            No, stavolta è sul serio.

Eva:                 Promesso?

Cesare:            Sì…promesso.

Eva:                 Giurin giurello.  

Cesare:            Ora va, che devo….(prende il telecomando)….insomma ho da fare.

Cesare la spinge fuori con delicatezza.

Eva:                 Vado….

Cesare:            Va…va….ci sentiamo.

Cesare si sbraga sul divano e torna alle vecchie occupazioni. Eva , sconsolata, fa per uscire quando entra Amalia.

Amalia:             Ciao Eva!

Eva:                 Ciao Amalia.

Amalia:             Dove stai andando?

Eva:                 Giù….papà dice che ci ha “TANTO DA FARE” !

Amalia:             Ferma lì.

Amalia guarda Cesare che ha già acceso il televisore. Gli toglie il telecomando e spegne.

Cesare:            Ma…ma….

Amalia:             Vergognati!

Cesare:            E no, e no….non si fa così …..ridammelo su….ridammelo….

Amalia:             Ricominciamo con la partita?.

Cesare:            Ma se  ho visto manco mezzo tempo!

Amalia:             Ed è pure troppo.

Cesare:            Ho capito, non è aria…..me ne vado da un’altra parte.

Amalia:             Bravo, va a gioca’ a pallone…va….

Cesare:            Senti Amalia e te  lo dico davanti a testimoni! Tu hai il cervello completamente limitato.

Amalia:             Ah, per questo fatto,  se fanno una lastra al tuo ci trovano il cartello “ torno subito” .

Cesare esce indispettito.

Eva:                 Mi sa che si è incavolato di brutto.

Amalia:             Problemi suoi ! Piuttosto dimmi…..

Eva:                 Ho avuto un altro attacco di panico.

Amalia:             Figlia mia benedetta! Perché?

Eva:                 Amalia, tu sei sempre tanto disponibile, ma lo capisci che non può  bastare?

Amalia:             Forse ho sbagliato a volerti a tutti i costi, ma ero così felice di avere un’amica con cui parlare di tanto in tanto.

Eva:                 Io ho bisogno di qualcuno che mi stia sempre vicino, qualcuno che mi dia un po’ di calore . Ho cercato di spiegarglielo, ma fa orecchie da mercante.

Amalia:             Ah….lui non capirà mai.

Eva:                 Ci deve pure stare un essere in tutto questo cavolo di universo che possa farmi compagnia!

Amalia:             Devo convincerlo a farti un uomo.

Eva;                 E che roba è..

Amalia:             Un suo simile…poco cervello…ma serve…

Eva:                 Dici che lo farebbe?

Amalia:             E’ un po’ di tempo che va dicendo che vuole creare un essere a sua immagine e somiglianza.

Eva:                 Allora siamo a posto.

Amalia:             Io lo trovo rischioso.

Eva:                 Addirittura!

Amalia:             A parte la riuscita, sulla quale non ci metterei la mano sul fuoco, gli uomini sono  creature  diverse da noi e con molti aspetti negativi. Mentono in continuazione, sono arroganti ed hanno la fissazione del comando.

Eva:                 Se la metti così, preferisco gli attacchi di panico.

Amalia:             Però c’è il risvolto della medaglia! Bla…bla…bla , ma alla fine fanno sempre quello che vogliamo.

Eva:                 Allora !!!!

Scena 4

Cono luce serpente.

Serpente:          E così Cesare creò l’uomo e questa è la versione femminile! Chiaramente la versione maschile, partendo dagli stessi presupposti, vede, però,  l’uomo come primo attore del creato. Certo l’uomo pensò subito di averci rimesso con la donna già dall’Eden. Ad ognuno la propria idea , anche perché l’assoluta mancanza di testimoni rende impossibile un’ improbabile smentita. Riassumendo: (Affrettandosi nella narrazione ) “Un giorno Dio creò la terra e vide che era bella, poi creò la natura e vide che era bella, poi creò il regno animale e vide che era bello, poi creò l’acqua ecc…ecc…e quindi decise che mancava qualcosa per renderla magnifica: “ L’ uomo ”.

Interno appartamento. Entra Amalia                                                                         

Amalia:             Na’ fregatura da niente!

Serpente:          ……e lo pose nel giardino dell’ Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.

Amalia:             Che già  gli pesavano le braccia!

Serpente:          ……..ed egli viveva libero ed indipendente nel suo Paradiso Terrestre, gli occhi pieni di orizzonti infiniti e biologicamente costruito per essere autonomo.

Amalia:             Come na’ caldaia.

Serpente:          ..…e giocava a palla con le noci di cocco e vinceva tutte le partite.

Amalia:             Bella forza!

Serpente:          ….ed era nudo, ma non provava vergogna.

Amalia:             E’ naturale, ci stava solo lui!

Serpente:          …….ma si sentiva solo, anche se suo padre sporadicamente si manifestava per informarsi del suo adattamento alla vita.

Amalia:             Perché aveva capito che era un po’ scarso .

Serpente:          …..e un bel giorno tornato dalla caccia, mentre si sbranava una coscia di brontosauro cruda, si guardò intorno e capì che in tutto quell’ Eden mancava qualcosa.

Amalia:             Forse perché  si accorse di tutta la sporcizia che regnava nella sua grotta e si fece schifo da solo?

Amalia esce. Cono luce serpente.

Serpente:          Il fatto è che Adamo sentì un desiderio impellente….un’urgente voglia di compagnia e non per i motivi che uno potrebbe pensare ! Il suo  desiderio  partiva da molto….molto più in alto……precisamente qui  (fa segno allo stomaco). Si avete capito bene! Proprio dallo stomaco. In fondo gli serviva  qualcuno che preparasse  un paio di bistecche alla brace al ritorno dalla caccia e gli tenesse in ordine casa.

Interno appartamento. Cesare si sbraca sul divano e accende la tv.

Voce:               Babbo?

Cesare:            E no……adesso no!

Voce:               Babbo….babbo….

Cesare fa finta di niente, entra Amalia con in mano le borse della spesa.

Voce:               Babboooo???

Amalia:             Guarda che ti sta chiamando.

Cesare:            Lascialo strillare, lo conosco, fra un po’ si stanca e se ne va.

Amalia comincia a mettere a posto.

Voce:                           Babbo, babbooooo!

Cesare fa spallucce.

Voce:                           Babbo mio, perché mi hai abbandonato!

Cesare:            Questa, mi pare di averla già sentita!

Amalia prende dal tavolo il telecomando e spegne.

Cesare:            Che…che succede? Problemi al digitale?

Amalia:             No…. riceve bene.

Cesare:            Allora che?

Amalia:             Ho spento io.

Cesare:            E perché?

Amalia:             Ti pare giusto quello che fai?

Cesare:            E che faccio?

Amalia:             Hai abbandonato quella povera creatura  da sola.

Cesare:            Il bestione?

Amalia:             Mi fa pena! Sembra un cane bastonato!

Cesare:            Ma se è il re del  paradiso terrestre!

Amalia:             Tu pensi che tutto questo basti a far felice una persona?

Cesare:            Chiunque, dico chiunque, vorrebbe stare al posto suo.

Amalia:             (Si guarda intorno) E dove sono tutti questi chiunque?

Cesare:            E’ un modo di dire. Su passami il telecomando!

Amalia:             Ti dovresti vergognare!

Cesare:            Di cosa?

Amalia:             Dimmi, tu vivi da  solo?

Cesare:            Che domande….

Amalia:             Rispondi!

Cesare:            No!

Amalia:             Certo, perché ci sono io che bado a te e che ti faccio compagnia. Che ti ci vuole ad inventarti qualcosa per farlo felice?  Invece no, lo devi fa schiattà.

Cesare:            Fallo ambientare un altro po’ e provvedo.

Amalia:             Guarda che ti cade in  depressione.

Cesare:            Tu dici?

Amalia:             Parla con gli animali come Robinson Crosuè.

Cesare:            Che c’è di male…..partecipa al  creato….pubbliche relazioni…

Amalia:             Sì, ma abbaia ai cani , ulula ai lupi, cinguetta agli uccelli….

Cesare:            No!

Amalia:             E’ la verità! L ’ho visto con questi occhi.

Cesare:            Ok, ora ci parlo.

Amalia:             Ecco, bravo.

Cesare:            Sì, ma tu va di la , che queste sono cose da uomini.

Amalia sbuffa ed esce. Cesare si alza dal divano e fa un fischio. Entra Adamo.

Cesare:            Che c’è….che hai da strillare….che…che in Paradiso non si dovrebbe sentire volare una mosca!

Adamo:            Quindi secondo te le mosche non vanno in paradiso.

Cesare:            Che c’entra?

Adamo:            C’entra eccome. Tutta la vita sulle cacche e poi vanno pure all’inferno.

Cesare:            Tu non sei normale!

Adamo:            Sto’  male babbo.

Cesare:            Mal di testa?

Adamo:            No.

Cesare:            Digerito poco?

Adamo:            Macché!

Cesare:            Allora che hai?

Adamo:            Mi sento solo...

Cesare:            E chissà che mi credevo!

Adamo:            …..e non ho nessuno con cui chiacchierare che mi sta venendo la depressione….ed è una cosa bruttissima, perché ti senti una nullità, vedi tutto negativo.

Cesare:            Esagerato.

Adamo:            Ci sono dei giorni che se una mosca mi si posa sulla spalla ho l’impressione che lei pensi di essere finita nel posto giusto.

Cesare:            Inventati qualche diversivo!

Adamo:            Per esempio?

Cesare:            Ti piace il calcio?

Adamo:            Ci vado matto.

Cesare:            La prossima partita che danno in tv , sali su e ce la vediamo insieme.

Adamo:            Si va bene, ma….

Cesare:            O senti quest’altra! Ti metto su un bel campo da calcetto.

Adamo:            E con chi ci gioco, coi canguri?

Cesare:            Ma no!  Ho preso una decisione importante.

Adamo:            Mi mandi qualcuno a farmi compagnia?

Cesare:            Ti alleno.

Adamo:            Tu…..figurati!

Cesare:            Non mi guardare che sono vecchio, ma quando avevo la tua età ero un fenomeno. Tiravo certe bombe!

Adamo:            Se lo dici tu.

Cesare:            Fidati! Guarda che se mi stai a sentire, ho dei progetti grandiosi per te.

Adamo:            Quali ?

Cesare:            Fra un po’ d’anni ti metto su una bella squadra e ci segniamo al torneo intergalattico. Che ne dici?

Adamo:            C’è solo un fatto, io sono uno e per fare una squadra ne mancano altri dieci più le riserve. O sbaglio?

Cesare:            Non ti preoccupare che ho già una mezza idea. Ingaggio un po’ di stranieri che ho già adocchiato in giro e mi giochi di punta. Che ne dici? Adottiamo il quattro tre tre o il quattro quattro due a seconda dell’avversario.

Adamo:            Stai a da’ i numeri?

Cesare:            Schemi bello mio! E stanno tutti qua (indica il cervello)! Sono una fornace d’idee. Già vedo i titoli : “Adamo vince la classifica dei cannonieri, Adamo pallone d’oro”

Adamo:            Cala babbo, cala! Tu che sei piuccheperfetto ci hai messo una settimana a fare la terra, io che sono imperfetto quanto tempo mi ci vorrà?

Cesare:            Ho calcolato tutto! Qualche annetto . Dammi retta, tu in confronto agli alieni sei di una spanna superiore, anzi molto di più.

Adamo:            Gli alieni? E chi sono?

Cesare:            Gente di altre galassie. Certo, mi sono usciti maluccio!

Adamo:            Difettosi!

Cesare:            Bruttarelli.

Adamo:            Che hanno?

Cesare:            Dipende dal pianeta. Certi hanno due teste e sono forti sui cross alti, altri hanno tre gambe

Adamo:            Tre gambe?

Cesare:            No una m’è venuta un po’ corta….ma  e la palla te la nascondono, ma sono impacciati nella corsa…altri sono mezzi animali e vanno bene in difesa….

Adamo:            Qualcuno un po’ meglio ti è uscito fuori?

Cesare:            Tu.

Adamo:            Ti ringrazio, ma nel frattempo che faccio?

Cesare:            Corri che  fai un po’ di fiato!

Adamo:            Ma se  ho due polmoni che potrei fare una maratona al giorno.

Cesare:            Bravo. E mi raccomando, niente fumo, niente alcol e niente stravizi. Per un atleta è importante lo stile di vita.

Adamo:            Sì, me faccio frate!      

Cesare:            Allora fa come ti pare, però poi non dire che non ti ho avvisato!

Adamo:            Stasera per esempio  che è sabato, con chi esco io, con chi vado a ballare?

Cesare:            E chi sei John Travolta?

Adamo:            Macché,  faccio balli da sala, però mi manca la partner.

Cesare:            Che ti frega della partner! Dai retta a me,da soli non si sta così male.

Adamo:            Allora perché tu hai Amalia?

Cesare:            Buona quella. Ti ci farei stare insieme un paio di giorni!

Adamo:            Scherzi? A me piacciono giovani.

Cesare:            Cretino, non in quel senso!

Adamo:            E poi c’è da lavare i panni, pulire casa, cucinare e preparare da mangiare.

Cesare:            Ah…su questo hai tutta la mia solidarietà!

Adamo:            Lo sai,  noi uomini nelle faccende domestiche siamo un mezzo disastro….

Cesare:            Lo so…lo so! Ti ci vorrebbe una filippina.

Adamo:            Che roba è?

Cesare:            Niente, lascia perdere.

Adamo:            Che posso fare?

Cesare:            Dammi un po’ di tempo e ti risolvo il problema!

Adamo:            Pure l’altra volta hai detto così e sono passati tre mesi.

Cesare:            Che fai, mi tieni i conti?

Adamo:            Non lo capisci che mi sento come in galera?  Ogni giorno una tacca al muro!

Cesare:            Adamo, bello di papà, tu non te e accorgi, ma  mi stai diventando più lagnoso di Amalia.

Adamo:            Vorrei vedere te al posto mio !

Cesare:            Ok, mettiti seduto e parliamo da uomo ad uomo.

Adamo si mette seduto. Cesare prende due lattine e gliene porge una.

Cesare:            Ci facciamo un goccetto?

Adamo:            Che roba è?

Cesare:            Birra.

Adamo:            Birra?

Cesare:            Sì birra…..bevi e non rompere.

Adamo beve.

Adamo:            Com’è buona! Fresca, frizzante!

Cesare:            Sì, ma non esagerare che non ci sei abituato.

Adamo:            (Beve) Non ti preoccupare babbo , sono una roccia…..

Cesare:            Senti …..roccia, ho trovato una soluzione.

Beve. Pausa

Cesare:            Ti farò una femmina.

Adamo:            La filippina?

Cesare:            Di più. Parlo di una donna che ti faccia compagnia, che non discuterà mai le tue decisioni , anzi, le condividerà sempre e sarà la prima ad ammettere di avere torto, che  non avrà mai il mal di testa e ti darà  amore  quando ne avrai voglia. Tutto il contrario di….

Adamo:            Amalia!

Cesare:            Schhhh….parla piano che ci sente!

Adamo:            Scusa.

Cesare:            Come la vorresti?

Adamo:            In che senso?

Cesare:            Bionda, mora, castana….

Adamo:            Come ti pare, sono di bocca buona.

Cesare:            Ho capito, basta che respira. Allora mi dai qualcosa di tuo e siamo a posto.

Adamo:            Prendi pure, tutto ciò che posseggo ti appartiene.

Cesare:            Allora siamo a posto.

Adamo:            Ma a pensarci bene non ho niente. Cosa può interessarti?

Cesare:            Parlo di qualche  pezzo del tuo corpo.

Adamo:            Cosa?

Cesare:            Un pezzo….qualsiasi….. e mi metto subito all’opera.

Adamo:            Che ci devi fare?

Cesare:            Una clonazione.

Adamo:            Che me devi magnà???

Cesare:            Clonazione…..non colazione! Senti, non posso stare qui a spiegarti ogni cosa. Scegli il   pezzo e siamo a posto.

Adamo:            No….non se ne parla proprio…

Cesare:            (Sgrana gli occhi) Cosa mai sarà il dolore quando  poi verrà il piacere?

Adamo:            Babbo mio, quando fai così mi metti paura!

Cesare:            Che c’è!

Adamo:            Sembri il dottor House.

Cesare:            Smettila, che sei così indifeso che mi verrebbe voglia di allattarti.

Adamo:            Che schifo!

Cesare:            In senso metaforico!

Adamo:            Quando pensi che diventerò forte e potente come te?

Cesare:            Caro mio, la nostra forza è tutta qui, nella testa.

Adamo:            (Si guarda) E il resto?

Cesare:            Il corpo non è nient’altro che la casa dell’  anima.

Adamo:            (Fa il segno su se stesso) Allora davanti a te, hai una villa!

Cesare:            Con piscina ! Su figlio mio, bando alle chiacchiere….decidi il pezzo e facciamo in fretta.

Adamo:            Ho paura!

Cesare:            Non te ne accorgerai , sarai sotto anestesia.

Adamo:            Anestesia, clonazione! Senti babbo, tu con questi paroloni non me la dai a bere!

 Cesare:           Pensaci qualche minuto e vedrai che ti conviene.

Adamo:            Sì, ma babbo!

Cesare:            Allora sei di legno. Ti ho detto qualche minuto ed ogni minuto è composto da una marea di secondi! Uno…due..tre…

Adamo:            Che pezzo vuoi?

Cesare:            Che ne so……fammi pensare….

Adamo:            Perché stai guardando lì ? ( Si copre davanti)

Cesare:            Tutto fa brodo..

Adamo:            Ma sei matto? Ci sono tante cose da prendere e tu mi guardi là ? Che facciamo tanto per inventare l’orchestrina e poi togliamo di mezzo il clarinetto?

Cesare:            Allora facciamo un braccio e una gamba?

Adamo:            Sei matto?

Cesare:            Orsù, ce li hai doppi!

Adamo:            E che vuol dire? Mi ci vedi tagliato a metà? Un mezzo busto su una gamba sola.

Cesare:            Hai ragione, fa  troppo alieno.

Adamo:            Lo vedi? Babbo mio, tu mi hai creato così e ora mi ci sono abituato. Facciamo che ti do’ un dito…che almeno si nota poco…

Cesare:            Un dito?

Adamo:            Il mignolo.

Cesare:            Bello sforzo!

Adamo:            Allora due…uno su una mano e uno sull’ altra.

Cesare:            Ma che stiamo al mercato?

Adamo:            Il fegato mi serve, la milza pure, del cuore non se ne parla…

Cesare:            Il cervello no…. che già me so’ sbagliato e te n’ ho messo troppo poco!

Adamo:            Non ti puoi arrangiare in qualche altro modo?

Cesare:            Il  metodo è collaudato.

Adamo:            Allora facciamo che ho scherzato. Io adesso ti saluto, torno giù, ci faccio sopra una bella dormita  e non ci si pensa più.

Cesare:            Cosa?

Adamo:            Senza rancore…sul serio papi…

Cesare:            E tra una settimana ricominci con i piagnistei ……e poi chi se la sente Amalia?

Adamo:            Ma la ciccia è ciccia!

Cesare:            Un pezzettino…e che sarà mai? Suvvia,  non fare l’egoista!

Adamo:            (Pensa un attimo) Ci sono! Ti do’ una costola!

Cesare:            Cosa?

Adamo:            Per una costola che mi dai?

Cesare:            Bel dritto…. una su  ventiquattro!

Adamo:            Che vuol dire? Pure una costola ha la sua importanza.

Cesare:            Per cosa?

Adamo:            Per la posa!

Cesare:            Cioè?

Adamo:            (Tira su il torace)  Pettorali…. babbo….pettorali! Tiè, sembro Swazznegger!

Cesare:            Dei poveri.

Adamo:            Affare fatto?

Cesare:            Ok….ma non ti prometto niente….come viene viene.

Adamo:            Chi s’accontenta gode!

Cesare:            Mi sa che tu sei meno scemo di quello che vuoi far credere.

Adamo:            Buon sangue non mente.

Cesare:            Non t’ allargà!

Adamo:            Ma se sei tu che vai dicendo in giro che mi hai fatto a tua immagine e somiglianza!

Cesare:            Però per tua sfortuna  mi è successo di sabato!

Adamo:            E che vuol dire?

Cesare:            Di sabato si sente più la fatica.

Adamo:            Babbo!!!!

Cesare:            Scherzo! Adesso tornatene a casetta  tua che ho da fare.

Cesare prende un giornale e comincia a sfogliarlo. Adamo fa per andare, ma ci ripensa e torna indietro.

Adamo:            Babbo?

Cesare:            Ah….co’ sto’ babbo! Che c’è ancora?

Adamo:            Ti posso chiedere un altro favore?

Cesare:            No!

Adamo:            Piccolo!

Cesare:            Parla.

Adamo:            Me ne dai un altro po’ di questa (indica la birra), che me la porto giù?

Cesare:            Lo sapevo! Uno ti da  un dito e tu…. tutto il  braccio….

Adamo:            Veramente sono io che te do ‘na costola.

Cesare:            Ahhah e basta! Orsù, va’ giù e lascia perdere la birra, che poi non ti regoli e mi diventi un ubriacone.  Bevi la coca cola.

Adamo:            Mi gonfia lo stomaco.

Cesare:            E sei proprio un viziato! Va di là apri il frigo e portatene giù qualcuna….e senza esagerare….

Adamo:            Grazie babbo, sei il  più forte di tutti.

Cesare:            Bello sforzo, hai solo me!

Adamo:            Fa lo stesso.

Cesare:            E non dirlo ad Amalia.

Adamo:            Una tomba!

Cesare:            Sparisci.

Scena 5

Interno appartamento. Cesare è intento a costruire la donna. Entra Amalia e posa le borse della spesa da una parte.

Amalia:             Ciao amore.

Cesare:            Ciao.

Amalia:             Come procede?

Cesare:            Bene….fermati un attimo lì….. mettiti un po’ alla luce!

Amalia lo guarda interrogativa.

Amalia:             Che fai?

Cesare:            (Guarda Amalia) Un’ aggiustata sul davanti , (la riguarda) una piallata sui fianchi.

Amalia:             Ma..ma che fai?

Cesare:            Correggo i difetti.

Amalia:             Sei proprio ‘no zotico!

Cesare:            Questa dovrà essere un’opera d’arte.

Amalia:             Speriamo che non ti esca come le altre.

Cesare:            Che vuoi dire?

Amalia:                        I pianeti li hai riempiti di alieni  e pure  con gli animali hai combinato disastri. Il cammello con le gobbe, il toro con le corna, quel povero serpente senza zampe….vado avanti?

Cesare:            Sempre a criticare tu. E sì che ne ho fatte di cosette in questo vasto universo. L’ho rimesso su, mattone su mattone…

Amalia:             E’ arrivato l’arrotino, l’ombrellaio…

Cesare:            Con questa mi ci  sto mettendo di punta. Voglio un corpo sinuoso, cosmico ed accogliente che racchiuda in sé tutto l’amore universale.

Amalia sbuffando comincia a metter a posto la spesa. Cesare continua imperterrito. Luce serpente.

Serpente:          La donna  fu una cosa molto più elaborata rispetto all’uomo, ma stavolta il lavoro gli riuscì piuttosto benino. Dal punto di vista quantitativo venne fuori una sventola tipo Jessica Rabbit, da quello qualitativo, Eva rappresentò la particella elementare più quotata dell’universo. Certo Adamo si sarebbe accontentato anche una Wilma Flinstone alta un metro e dieci.

Cesare:            Che sventola! Quasi quasi  me la  tengo io.

Serpente:          ( Si avvicina ad Amalia e le bussa sulla spalla) Amalia?

Amalia:             Che vuoi ?                                                                                                                            

Serpente:          Va un po’ a dare un’occhiata a tuo marito.

Amalia:             Che combina?

Serpente:          Pare che ha brutte intenzioni con il corpo cosmico (Fa il segno delle corna).

Amalia:             Dici?

Serpente:          Guardalo, ha l’occhio da batrace!

Amalia:             (Guarda Cesare) Hai ragione! Grazie amica mia.

Serpente:          Tra donne!

Amalia si avvicina al marito che con la linguetta di fuori liscia il manichino.

Amalia:             Allora?

Cesare:            Che c’è.

Amalia:             Abbiamo finito l’ opera d’arte ?

Cesare:            No.

Amalia:             (Guarda) A me pare di sì. Guardati, sei tutto sudato!

Cesare:            Una faticaccia da niente!

Amalia:             Forse perché non siamo più tanto giovincelli per plasmare corpi sinuosi?

Cesare:            Pensa per te.

Amalia:             Spicciati!

Cesare:            (Occhiataccia) Ecco qua, una bella lucidata, un po’ di respirazione bocca a bocca e…..

Amalia:             E ti si alza la pressione.

Cesare:            ….. ed è pronta per la consegna!

Amalia:             Quando?

Cesare:            Non c’è fretta….

Occhiataccia di Amalia

Cesare:            Vado…

Amalia:             Veloce!

Cesare:            C’è altro padrona?

Amalia:             Come la chiamerai?

Cesare:            Eva….

Amalia:             Nome simpatico….immediato….

Entra Serpente.

Serpente:          E questa è stata la nascita di Eva. Insomma è nato prima l’uomo o la donna? Boh…questa creazione è un gran bel casino. Valla a capire che è successo. Uomo o donna, donna o uomo…ma detto tra noi…alla fin fine…che ci frega?

Scena 6

Eva è al centro del palcoscenico e si guarda attorno. Entra il serpente.

Serpente:          Ciao Eva.

Eva:                 E tu chi sei?

Serpente:          Il serpente.

Eva:                 Cosa vuoi?

Serpente:          Fare due chiacchiere.

Eva:                 Non mi piacciono gli animali che strisciano.

Serpente:          Che ci posso fare? Sono nata sfigata!

Eva:                 Che ti è successo?

Serpente:          Il creatore quando ha fatto gli animali m’ha lasciato per ultima e  proprio quando mi mancavano le zampe, la moglie stava scolando la pasta….

Eva:                 Allora?

Serpente:          S’ è scordato di finire l’opera ed eccomi qua: “ Un’ incompiuta!”

Eva:                 Poverina.

Serpente:          Ho tanto di quel veleno dentro!

Eva:                 Levami una curiosità….. dove mi trovo ?

Serpente:          Nell’Eden.

Eva:                 Cos’ è un cinema?

Serpente:          No, il paradiso terrestre.

Eva:                 Ed io chi sono?

Serpente:          Una donna …..come me.

Eva:                 (La guarda) Abbiamo qualcosa in comune?

Serpente:          L’intelligenza.

Eva:                 Menomale!

Serpente:          Grazie !

Eva:                 Scusa.

Serpente:          Tanto ci sono abituata.

Eva:                 Perché sono qui?

Serpente:          Sei stata creata per fare compagnia all’ uomo.

Eva:                 Cos’è un uomo?

Serpente:          Un essere come te! Due braccia, due gambe, un naso, ma molto  più peloso.

Eva:                 Uno scimmione.

Serpente:          No,  più accettabile.

Eva:                 Bello?

Serpente:          Dipende dai gusti.

Eva:                 Intelligente?

Serpente           Scarso! Si impegna in occupazioni infantili come la lotta o il prendere a calci una palla, mente in continuazione ed è arrogante.

Eva:                 Bel quadretto.

Serpente:          In sintesi una creatura diversa da te e con molti aspetti negativi.

Eva:                 Che me ne faccio  di uno così?

Serpente:          Ma avrà spesso bisogno dei tuoi consigli. Lui penserà di essere quello che comanda, ma alla fine penderà dalle tue labbra. Ora ti faccio un promemoria e…..

Controluce. Musica. Il serpente esce. Eva è immobile  al centro del palcoscenico. Adamo entra , le gira intorno e  la osserva

Adamo:                        Cos’è, na’ bambola gonfiabile?

Le gira attorno ed alla fine le da un pizzicotto.

Eva:                 Sta fermo cretino!

Adamo:            E parla pure

Eva:                 E meno. Tieni giù stè mani.

Adamo:            Devi essere la filippina.

Eva:                 Chi sono io?

Adamo:            Tu sei il regalo del babbo e le mani le metto dove mi pare e piace.

Cerca di toccarle il seno, ma Eva lo scansa.

Eva:                 Ed io ti prendo a calci dove mi pare e piace.

Adamo:            Calma. Io Adamo….tu ?

Eva:                 Eva.

Adamo:            Bel nome, non lo cambiare! Fatti un po’ vedere! Tu guarda che s’è inventato con una costoletta!

Eva:                 Ti potevi sprecare un po’ di più!

Adamo:            Perché?  (Continua a girarle attorno) E’ avanzata pure roba! Guarda che belle mele che hai davanti? Chissà quanto pesano!

Eva:                 E’ importante?

Adamo:            Ti stanno bene…però  la sotto  manca un pezzettino…

Eva:                 Non mi manca niente.

Adamo:            (Guarda in basso)  A occhio e croce saranno tre etti….si vede ad occhio nudo.

Eva:                 Ma che hche sei  una bilancia? Chiedilo a tuo padre, è lui che ha fatto tutto.

Adamo:            Dagli e dagli, ma alla fine  si scorda sempre qualcosa.

Eva:                 Senti coso….come ti chiami….

Adamo:            Adamo.

Eva:                 Adamo mio, mettiamo subito le cose in chiaro. Io in questo letamaio non ci vengo a vivere.

Adamo:            Brava ,la c’è la scopa….la  il grembiule, la dispensa è piena! Ora dai una bella pulita, poi mi cucini due bistecche con  contorno di patate …….intanto che mi faccio la pennichella.

Eva:                 Bene!!!

Adamo:            E vedi di non fare troppo chiasso che ho il sonno leggero.

Eva:                 C’è altro “badrone”?

Adamo:            Fai poco la spiritosa!    

Eva:                 Manco so’ arrivata e già comandi?

Adamo:            Non ci posso fare niente…..(si guarda le unghie) sono nato dominante!

Eva:                 Falla finita di dire stupidaggini.

Adamo:            Sei invidiosa?

Eva:                 E di chi di te? Non mi far ridere!

Adamo:            Sennò  perché il babbo ti avrebbe creato?

Eva:                 Te lo dico io il perché.  Perché sei un incapace!

Adamo:            Co….cosa?

Eva:                 ….. e sudicione.

Adamo:            Sudicione? A chi hai detto sudicione?

Eva:                 A te, immondo sudicione.

Adamo:            Tu dici a me  una cosa del genere! Ad Adamo….il primo uomo…

Eva:                 E a chi se no? Siamo solo io e te !

Adamo:            Abbassa la cresta o….

Eva:                 Che fai?

Adamo:            Lo dico al babbo!

Eva:                 Sentilo il dominante….lo dice al babbo!

Adamo:            Anzi ti licenzio.

Eva:                 Falla finita! Mi ci vorranno due anni per mettere tutto a posto.

Adamo:            Ma se ho  lavato e pulito sino a mezz’ora fa!

Eva:                 Cosa hai fatto?

Adamo:            Beh….ci ho provato.

Eva:                 Sta’ casa puzza come una stalla!

Adamo:            Puzza?

Eva:                 E puzzi pure tu! Quand’è stata l’ultima volta che tu e l’acqua vi siete incontrati?

Eva tira fuori un pezzo di carta e comincia a leggere.

Eva:                 Martedì quattordici, Adamo non ha lavato. Mercoledì quindici,  ancora niente acqua , vado avanti?

Adamo:            Hai preso nota di quante volte ho lavato?

Eva:                 Mi  hanno fatto un promemoria.

Adamo:            Chi?

Eva:                 Un’amica.

Adamo:            Scommetto quel viscido serpente. Quando lo piglio!

Entra Cesare

Cesare:            Tutto bene ragazzi?

Eva:                 Mica tanto!

Adamo:            Mica tanto, lo dico io.

Cesare:            Non cominciate a litigare .

Adamo:            Ha cominciato lei….che mi avevi parlato di una donna che non avrebbe mai discusso le mie decisioni e piripì e piripà…..

Cesare:            Stai a guarda’ il capello.

Adamo:            Questa è un’aliena.

Eva:                 Che sono io?

Cesare:            E basta! Non mi fate arrabbiare che vi separo! E poi non mi venite a fare la lagna sotto casa .

Adamo:            Va bene babbo.

Cesare:                        Allora statemi a sentire. Voi vivrete qui, nel Paradiso terrestre e non vi dovete preoccupare di nulla, salario, tredicesima, scatti d’anzianità, premio produzione, pensione, reversibile….tutto. Però ci sono tre regole da seguire. Primo dovrete imparare a convivere ed a dividervi i compiti.

Eva:                 Dillo al dominante.

Cesare:            Che poi ,  a parte i problemi di ordinaria amministrazione, non c’è granché da fare. Secondo , se avete bisogno di aiuto…..

Adamo:            Lo vedi quant’è bravo!

Cesare:            E fammi finire!

Adamo:            Scusa.

Cesare:            Se avete bisogno d’aiuto…non ci pensate proprio, perché io ho fatto la mia parte  e adesso ve la dovete cava’  da soli.

Adamo:            Mi rimangio tutto.

Cesare:            Per il vostro nutrimento nel mio giardino troverete tutto ciò che vi serve: carne, pesce e frutta a volontà….

Adamo:            Manca la birra.

Cesare:            E dagli!

Adamo:            Mi piace.

Cesare:            Va bene te ne  faccio consegnare un paio di casse a settimana.

Adamo:            Grande!

Eva:                 A me l’aranciata.

Cesare:            Birra, aranciata, chinotto, ma che stamo allo stadio?

Eva:                 A lui sì e a me niente, solo perché sono donna?

Cesare:            Ah no! Non cominciamo con questi discorsi da femminista di primo pelo! Va bene, avrai l’aranciata!

Eva:                 Due casse come lui.

Cesare:            Due casse! Terza ed ultima regola, le mele non le dovete toccare, altrimenti m’incavolo di brutto e sarete puniti. Lo dico a te Eva e lo dico a te Adamo.

Eva:                 Perché?

Cesare:            Niente perché, è una cosa mia. E state attenti al serpente che quell’animale è uscito male e ce l’ha a morte con me.

Adamo:            Se lo vedo lo prendo a calci.

Cesare:            Bravo. Allora ci siamo capiti? Le mele no….LE MELE NON SI TOCCANO!

Adamo:            Le mele….e che ci facciamo co’  stè mele. E’ tutto qua il sacrificio? Hai sentito Eva? Le mele non ce le dobbiamo mangiare. Diglielo pure tu Eva che non ce le mangiamo!

Eva:                 Ok….ok….

Cesare:            E cercate di andare d’accordo che tra non molto dovete cominciare a  darvi da fare.

Eva:                 A far cosa?

Cesare:            Qui bisogna incrementare la specie….ma bisogna che ve lo spiego….c’è tempo.

Cesare esce. Adamo guarda Eva pensieroso.

Eva:                             Scommetto che  stai pensando all’incremento.

Adamo:            No, alle mele. Perché  non te le devo toccare? (Le guarda il petto)

Eva:                 Scemo non ce l'aveva con queste, ma con quelle che stanno sull’ albero!

Adamo:            E perché  l'albero ha le mele come te?

Eva:                 Ah…e basta ….

Adamo:            Pura curiosità!

Eva:                 E poi quella si chiama frutta.

Adamo:            E le tue come le chiamiamo? Promontori, protuberanze, cocomeri….

Eva:                 Chiamale come ti pare, basta che la fai finita.

Adamo:            Però sono tanto sexy , fammi un po’ toccare….magari suonano!

Eva:                 Metti le mani a posto che te le stacco.

Adamo:            Il tatto,  amica mia, è il primo grado della conoscenza.

Eva:                 Pure la vista!

Adamo:            E allora?

Eva:                 E allora vedi di andartene….

Secondo Atto

Secondo atto

Scena 7

Interno appartamento.  Eva è intenta a fare le pulizie e Adamo sta sistemando un arco e fa finta di prendere la mira contro qualcosa. Cono luce  serpente.

Serpente:          A quel tempo le loro anime  riuscivano a cogliere solo attimi di apatia più completa dove la passione ed i desideri non figuravano per lasciare spazio solo alla conoscenza. Certo ci volle un po’ per mettersi d’accordo. Alla fine decisero che Adamo sarebbe  andato a  caccia ed  Eva avrebbe pensato alle faccende domestiche.

Il serpente esce

Adamo:            Ciao, io esco.

Eva:                 Non ti perdere per strada altrimenti , ad una certa ora , mangio e  me ne vado a nanna.

Adamo:            Stai tranquilla!

Eva:                 E chi si agita!

Adamo:            Ogni tanto potresti essere pure un po’ più caruccia con me!

Eva:                 Senti coso, va….va…che devo lava’ per terra.

Adamo:            Pare che ti do  fastidio!

Eva:                 Con questi piedoni, passi sempre sul bagnato e mi lasci impronte da tutte le parti.

Adamo:            Che sarà mai!

Eva:                 Se viene qualcuno mi vergogno.

Adamo:            E chi? Siamo solo io e te!

Eva:                 Che rottura…e comunque domani do’ la cera e quindi ti metti le pattine.

Adamo:            No, le pattine no, mi sento ridicolo a camminare come un marziano!

Eva:                 La vuoi la casa pulita? Allora bisogna che collabori.

Adamo:            Che c’è per cena?

Eva:                 Se abbiamo appena  finito di pranzare!

Adamo:            Così…per dire.

Eva:                 E dici.

Adamo:            Vabbè, come non detto….

Eva:                 Appunto.

Adamo:            Vado.

Eva:                 E vai….

Adamo esce. Entra  il serpente .

Serpente:          Ciao Eva.

Eva:                 Ciao serpi, è sempre bello vederti!

Serpente:          Come te la va?

Eva:                 E come può andare, questa sottospecie di essere che mi hanno messo a fianco, non fa niente di niente….solo casini! Io pulisco e lui sporca…

Serpente:          Tale padre, tale figlio!

Eva:                 Va a caccia, porta un po’ di carne e poi si sbraca sul divano ed aspetta che gli serva da mangiare.

Serpente:          Viziato come tutti i figli unici.

Eva:                 E poi sempre a parlare di Amalia dalla mattina alla sera. Amalia sì che la pasta e fagioli la faceva buona, Amalia si che mi lavava bene la roba, Amalia si che stirava bene. Che palle!

Serpente:          Hai ragione amica mia!

Eva:                 Ma io spero che cambi.

Serpente:          Senti, quando uno è scemo, lo è per sempre.

Eva:                 Ed io che credevo nel principe azzurro. Alla fine siamo noi quelle che baciano i rospi e quelli diventano principi .

Serpente:          E non il contrario purtroppo. Vuoi un po’ del mio veleno e lo facciamo  fuori?

Eva:                 E così rimango da sola e mi tocca pure andare a caccia! No….non se ne parla….

Serpente:          Hai ragione amica mia!

Eva:                 Sono avvilita! Che devo fare?

Serpente:          Innanzi tutto rimetterti in forma.

Eva:                 Tutto il giorno chiusa in casa a lavare e pulire….che alla fine mi sto  inflaccidendo.

Serpente:          Basta un po’ di ginnastica,  un po’  dieta, un truccatina e sei a posto.

Eva:                 E secondo te ho tutto questo tempo? Quando sono venuta qui tutte belle frasi: “ Qua non ti mancherà niente, questo è il paradiso terrestre”. Ed invece eccomi qui a fare la schiava.

Serpente:          Sbagli a dare retta agli uomini!

Eva:                 Non ho avuto scelta. Questo mi hanno dato e questo mi debbo tenere! Ti preparo un the?

Serpente:          No grazie. Senti, ho un’ idea. Perché non mangi qualche  mela di quell’albero?

Eva:                 Sei matta, quello è proprietà riservata! Cesare poco si è raccomandato!

Serpente:          Allora dobbiamo farle marcire tutte ?

Eva:                 Non mi va di avere noie.

Serpente:          Figurati se quello lassù sta’ a pensare alle mele.

Eva:                 E poi cos’hanno di speciale?

Serpente:          Fatti una domanda: “ Perché ci tiene così tanto?”.

Eva:                 Non ne ho la minima idea.

Serpente:          Semplice! Quella frutta è miracolosa.

Eva:                 Cioè?

Serpente:          Fa dimagrire !

Eva:                 Ma dai!

Serpente:          E’ la verità! Le mele riempiono lo stomaco, danno energia e levano l’appetito.

Eva:                 Interessante.

Serpente:          Sempre meglio della ginnastica.

Eva:                 Sei sicura?

Serpente:          Sicurissima.

Eva:                 Sai che ti dico?  Mo’  mi riempio due belle ceste , me le porto a casa e provo se funziona. Hai visto mai?

Entra Adamo guarda il serpente.

Adamo:            Che  fai qui? Pussa via brutta bestiaccia.

Serpente:          Sei bello tu!

Adamo molla un calcio al serpente e quello fa finta di uscire per poi far capolino dalla quinta.

Eva:                 Che t’ha fatto quella povera bestia?

Adamo:            Odio gli animali che strisciano, mi ricordano le pattine.

Eva:                 Ma poverina ha l’ handicap!

Adamo:            Handicap o no, la prossima volta che mi la trovo davanti , quella spiona, le torco il collo e me la cucino alla brace.

Il serpente fa il gesto dell’ombrello.

Eva:                 Sei proprio insensibile!

Adamo:            Cara Eva, io sono un uomo e con  le bestie non ci parlo, me le magno.

Eva:                 Io con te però ci parlo….

Adamo:            (Faccia da ebete) Che?

Eva:                 Lascia stare!  Tiè, assaggia una di queste.        

Eva  porge una mela ad Adamo. Il serpente si sfrega le mani.

Adamo:            Ammazza quanto so’ grosse, quasi come le tue.

Eva:                 Sono mele Golden.

Adamo:            E che vuol dire?

Eva:                 Che ne so, c’era scritto sull’etichetta.

Adamo:            Ma non sono quelle del babbo?

Eva:                 E quando se ne accorge?

Adamo:            Ti sbagli, quello ha occhi dappertutto!

Eva:                 Sì,  sta pensare a noi. Te lo ricordi che ci ha detto? Non ci sono per nessuno, fate quello che vi pare…..eccetera eccetera.

Adamo:            Tutto, ma le mele no, così aveva detto papà. Così facciamo peccato!

Eva:                 Ma che peccato e peccato!

Adamo:            Perché proprio le mele? C’è tanta di quella frutta fresca! Ci sono le arance….guarda che belle le arance

Eva:                 Le arance mi mettono bruciore di stomaco,

Adamo:            Ci sono anche le fragole, sono dolci dolci…

Eva:                 Sono allergica , mi viene l’orticaria e mi riempio di bolle. Ma che mi vuoi tutta ciccia e brufoli?

Adamo:            Disgraziata…ma perché? Perché mi devi mettere in condizione di sbagliare? Guarda c’è il melone che ci disseta….dai…

Eva:                 Ho detto no!Tu fai come vuoi, io me le mangio. E poi  queste fanno bene alla linea.

Adamo:            Alla linea?

Eva:                 Fanno dimagrire e sai come dice il detto: “ Il fine giustifica i mezzi!”

Adamo:            Io sto bene pure così! Guarda che fisichetto!

Eva:                 Guarda che panza! E poi  sono pure energizzanti e ricchi di vitamine.

Adamo:            Cosa?

Eva:                 Una mela al giorno leva il medico di torno!

Adamo:            Dove l’hai letta ‘sta cosa?

Eva:                 Mi è uscita così!

Adamo:            Assaggiamo un po’ (morde la mela) . Bona!

Mentre loro mangiano, entra il serpente.

Serpente:          In quel frangente ciò che caratterizzava il loro essere era il cibo! Un impulso spontaneo che  non riuscivano a controllare. Qualcuno potrebbe chiamarla “ ingordigia primordiale”, ma in verità si trattava di sopravvivenza innata. La loro costituzione psicofisica esigeva il nutrimento, quella smania vorace dell’ assimilazione di ogni genere di alimento nuovo!  E un morso di qua ed uno di là……si finirono l’intera cesta.

Il serpente esce.

Adamo:            Mamma mia che male!

Eva:                 Che ti prende?

Adamo:            La pancia!

Eva:                 Che ha?

Adamo:            Mi scoppia.

Eva:                 Strano  per  uno che si pappa due chili di carne al giorno.

Adamo:            Forse ne ho mangiate un po’ troppe.

Eva:                 E’ che sei  sempre così vorace!

Adamo:            Non sarà che erano acerbe?

Eva:                 Macché!

Adamo:            Allora c’era il verme.

Eva:                 Che c’entra il verme?

Adamo:            Sento una cosa che mi si muove dentro e deve essere  pure bello grosso.

Eva:                 Così ora hai più cervello nello stomaco che nella testa.

Adamo:            Spiritosa!

Eva:                 Pure con la carne la stessa cosa. Giù nel gargarozzo…..e poi mal di pancia

Adamo:            No, stavolta è diverso. Questa è un’ intossicazione di quelle brutte, me lo sento…. fa qualcosa.

Eva:                 Cosa?

Adamo:            Chiama un medico.

Eva:                 Non l’hanno ancora creato.

Adamo:            Chiama il 118

Eva:                 Che roba è?

Adamo:            Chiama  il babbo che sto morendo. Io nel frattempo vado in bagno che ho preso la purga. Hai visto mai!

Adamo esce.

Eva:                 Papaaa?

Niente.

Eva:                 Papaaa?

Niente.

Eva:                 Papaaaaaa?

Cesare:            Che c’è?

Eva:                 Scendi giù che ti debbo parlare.

Cesare:            Non ricominciamo a chiamare ,  che vado in paranoia.

Eva:                 E’ urgente.

Entra Cesare aggiustandosi i pantaloni.

Cesare:            Pure la mia. Che c’è, manco al bagno si può stare tranquilli!

Eva:                 Adamo sta male.

Cesare:            Come sta male!

Eva:                 Sì…sta male….ha un forte mal di pancia che si  contorce dal dolore.

Cesare:            Dagli una purga.

Eva:                 Già fatto, ma niente. Io penso che ha una colica.

Cesare:            Ma se digerisce pure i sassi!  Che si è mangiato?

Eva:                 Un po’ di lesso.

Cesare:            La carne era fresca?

Eva:                 Appena cacciata.

Cesare:            Come l’hai condita?

Eva:                 Con la maionese.

Cesare:            Hai controllato la scadenza?

Eva:                 A posto.

Cesare:            E  poi?

Eva:                 Niente di che….un po’ di frutta…..una banana….un kiwi e….

Cesare:            ….e

Eva:                 Qualche mela….

Cesare:            Mele?????

Cesare guarda gli alberi. Rumore di tuono.

Cesare:            Sacrilegio!Tutte ve le siete mangiate….tutte quante.

Eva:                 Bè….qualcuna è rimasta!

Cesare:            Ecco perché ha il mal di pancia, Amalia su quell’albero ci aveva appena dato l’antiparassitario.

Eva:                 Ma l’ho mangiate pure io e non mi hanno fatto niente.

Cesare:            Perché voi donne siete come i serpenti, il veleno vi rimbalza! Ce l’avete incorporato.

Eva:                 Stavano marcendo, non mangiarle sarebbe stato un peccato mortale!

Cesare:                        Casomai originale!

Eva:                 Perché va di moda?

Cesare:            Cos’è che va di moda?

Eva:                 Hai detto originale!

Cesare:            Ah….e basta!  Solo una cosa avevo chiesto,  voi …..voi……mi avete disubbidito….che mo’ mi tocca aspettare un altro anno.

Cesare imprecando fa avanti ed indietro. Entra Adamo.

Adamo:            Ciao papà, come va?

Eva:                 Lascia perdere che non è aria.

Adamo:            A proposito di aria….(mani sulla pancia)

Eva:                 E basta!

Adamo:            Che succede?

Eva:                 E’ nero.

Adamo:            Che ha preso il sole?

Eva:                 Scemo, dalla rabbia.

Adamo:            Perché?

Eva:                 Le mele….

Adamo:            Porca Eva.

Eva:                 Va un po’ ammmoriammazzato?

Adamo:            M’è uscita spontanea!

Eva:                 Potevi dire porco Adamo.

Adamo:            Cioè porco me?

Eva:                 E sarebbe stato più azzeccato.

Entra Amalia. Tuono.

Cesare:                        Voi due…..misere creature…

Amalia:             Cesare, che hai fatto? Sei diventato paonazzo! Stai attento…..la pressione…

Cesare:            E’ colpa di questi due….boccaccia mia sta zitta…

Amalia:             Che hanno fatto?

Cesare:            Se le  sono  mangiate tutte….

Amalia:             Cosa ?

Cesare:            Le mele.

Amalia:             Eh….chissà che mi credevo!

Cesare:            Solo perché  a te non piacciono!

Amalia:             So’ ragazzi, ora chiederanno scusa e…(fa l’occhietto)

Cesare:            Senti non cominciare a fare l’avvocato difensore, che qua  c’è poco da difendere.

Amalia:             Sì…. ma datti una calmata che ti viene l’ulcera.

Adamo:            Babbo, fammi spiegare . È stata lei che mi ha indotto, io non volevo! Ti prego, diglielo anche tu Eva

Eva:                             Ma quando mai….e voi gli credete pure. Questo manderebbe la gente in galera.

Cesare:            Zitta tu, Giuda che non sei altro!

Adamo:            Ma chi è Giuda?

Cesare:            Sono affari miei.

Adamo:            Scusa babbo….

Cesare.:           Scusa un corno! Avete osato disubbidirmi e mo’, porcaccia Eva,  vi sistemo io …..

Eva:                 E dagli!

Amalia:             Vedrai che  non lo fanno più….vero ragazzi?

Adamo ed Eva: Certo!

Cesare:            No, vanno puniti! Devono imparare a campà.

Amalia:             E sei proprio impunito!

Cesare:            Da adesso in poi a te donna moltiplicherò i dolori e le gravidanze.

Amalia:             Ma se  sto in menopausa.

Cesare:            E dai Amalia, non ce l’ho con te! Donna lei… Eva…

Amalia:             Donna pure io ……Amalia!

Cesare:            E lasciami fare!

Amalia:             Chiudi sto’melodramma e ce ne andiamo a casa che stasera per cena c’è la polenta.

Cesare:            Davvero?

Amalia:             Con le spuntature.

Cesare:            Bona….

Amalia:             E le salsicce…

Cesare:            (Occhio languido) Sei un bijou……(si riprende) ….ma non mi far distrarre! Tu donna, con dolore partorirai figli.

Eva:                 Chi deve partire?

Cesare:            Ho detto partorire.

Eva:                 Che vuol dire?

Cesare:            Lo vedrai da te! E verso tuo marito sarà il tuo istinto ed  egli ti dominerà.

Eva:                 Che già è montato di suo!

Adamo:            La legge del più forte!

Cesare:            Stai calmo che  mo’ tocca pure a te.

Eva:                 (Rivolta ad Adamo) Becca.

Cesare:                        E tu Adamo, poiché non hai resistito.

Adamo:            La colpa è la sua! Mangia….mangia  che il babbo non lo viene a sapere….

Cesare:            E sei un pollo!

Adamo:            Perdonami….non lo faccio più…

Cesare:            Non ci penso proprio. Da oggi in poi mangerai il pane e coglierai  i frutti col sudore della fronte.

Adamo:            Che vo’ di?

Cesare:            Che devi sgobbà se voi magnà!

Adamo:            Nooooo!

Cesare:            E la terra produrrà spine e sofferenze.

Adamo:            Ma santo Dio, cioè santo te,  tutto questo per un paio di mele! Domani te ne porto un chilo…anzi due…o tre…fai te

Tuono.

Cesare:            …… finché un giorno tutti e due tornerete alla terra, perché da essa siete stati tratti.

Eva:                 E no, la terra no ……. questo è troppo…..Adamo fa qualcosa invece di stare lì impalato!

Adamo:            (Con le mani sulla pancia) Devo scappare in bagno….la purga….

Adamo scappa via, Eva lo segue.

Amalia:             Ci sei andato giù pensante.

Cesare:            Manco una me ne hanno lasciata…solo torsoli.

Amalia:             Cesare mio, tante volte sei eccessivo!

Cesare:            Tu lo sai che con le mele cotte vado come un orologio svizzero .

Amalia:             Domani ti faccio la marmellata di more.

Cesare:            Non è la stessa cosa!

Amalia:             Hai le supposte di glicerina.

Cesare:            (Fa un gesto infastidito) Avevano tutto ciò che si può desiderare e senza fatica…..

Amalia:             Chi non è colpevole scagli la prima pietra.

Cesare:            Lasciamo stare le parabole che non è proprio aria!

Amalia:             Cesare mio benedetto, quando ti alzi col piede sbagliato, so’ dolori.

Cesare:            Io stavo tanto bene, ero così contento che stasera c’era l’incontro di boxe e invece mo’ mi è andata in croce  la giornata.

Amalia:             Io non capisco perché ti sei incaponito con questa storia.

Cesare:            Oggi le mele, domani un’altra cosa ed alla fine mi diventano anarchici.

Amalia:             Ma vattene!

Cesare:            Oramai il dado è tratto!

Amalia:             Questo è parlare da Cesare!

Cesare:            … e….e tanto prima o poi  andavano svezzati.

Amalia:             Appunto! Ora va di là  e prenditi la pasticca, se no stanotte te la passi seduto sul letto.

Scena 8

Cono luce serpente.

Serpente:          Sulla terra la vita divenne subito difficile, complicata. Passò qualche giorno, ma  Adamo sudava freddo e stava male. A quel punto Eva  pratica ed intelligente come tutte le donne, per paura che lui morisse e poi le toccava pure andare a caccia, gli si sdraiò accanto per scaldarlo col calore del suo corpo. Il mattino seguente il mal di pancia era sparito, ma i due si risvegliano con un forte mal di testa e per la prima volta si accorsero di essere nudi. Intervenne uno strano contraccolpo emotivo che li fece prendere coscienza di ciò che erano.

Luce Adamo ed Eva.

Adamo:            Che bello Eva, sei più calda di un termosifone. Mi è passato tutto.

Eva:                 Sono contenta.

Adamo:            Lo vedi che quando vuoi sai essere caruccia?

Eva:                 Così puoi andare a caccia, che il frigo è vuoto.

Adamo:            Manco una bibita? Ho un’arsura!

Eva:                 Niente, la ditta Cesare&Amalia ha tagliato i viveri.

Adamo:            Ho come una strana sensazione qui….. dentro.

Eva:                 Saranno i postumi del mal di pancia.

Adamo:            Non parlo di quello. E’ che mi sento diverso….cresciuto…

Eva:                 A me non cresce niente.

Adamo:            Ma quanto sei bella e che splendidi capelli che hai….

Eva:                 Dici?

Adamo:            E poi ho questo mal di testa…che è la prima volta…

Eva:                 A chi lo dici? Ho preso due cachè e niente.

Adamo:            ……e poi ho fatto un sogno strano…che io e te….

Eva:                 Che io e te?

Adamo:            …facevamo cose belle e…

Eva:                 Tu guarda! Pure io l’ ho fatto!

Adamo:            …..che mi piacevano tanto…

Eva:                 Io mi ricordo solo che stavo sdraiata.

Adamo:            Possiamo provare a rifarle….

Eva:                 Proviamo un po’! Hai visto mai che  passa il  mal di testa? Come mi metto, di lato, di schiena?

Adamo:            Intanto sdraiati, per il resto ci lasceremo guidare dall’ istinto.

Cono luce serpente.

Serpente:          Ed i due neo amanti dovettero procedere per tentativi.

Eva ed Adamo mimano.

Serpente:          Adamo ed Eva misero un dito, uno nella bocca dell’altro e niente. Poi Adamo tentò di mettere il piede in bocca ad Eva che si sentì male. Poi Eva tentò di infilare la testa sotto un ascella di Adamo  e  si sentì male di nuovo. Ma alla fine  trovarono la strada giusta e venne il giorno del peccato.

Luce Adamo ed Eva abbracciati.

Adamo:            Che bella cosa!

Eva:                 Oddio, pensavo meglio, ma perlomeno è passato il mal di testa.

Adamo:            Sei stata veramente grande.

Eva:                 Tu mica tanto! Na botta e via…

Adamo:            Donna, mi hai portato sul gradino più alto del mio essere….

Eva:                 Per essere uno appena uscito dall’eternità, ci hai messo meno di un’ attimo. Un colibrì….brrrr….

Adamo:            E questa energia è uscita proprio da qui, da noi….

Eva:                 Da dove?

Adamo:            Noi due soli  e perduti in questo mondo….

Eva:                 Ti senti bene?

Adamo:            L’anima sembrava che si fosse librata nell’aria….ed abbiamo conosciuto l’amore….. e ci ha spiegato com’è grande e come è impossibile rimanere ancorati a questo corpo così piccolo in relazione con l’universo!

Eva:                 Il mio può essere…ma il tuo..co qua panza!!!!

Adamo:            E ci ha messo in contatto con qualche cosa che trascende da noi.

Eva:                 Cioè?

Adamo:            Un implosione e poi un‘esplosione.

Eva:                 Ho capito tutto, ancora non hai smaltito l’indigestione. Su prendi la borsa del’acqua calda…

Adamo:            Possibile che non capisci?

Eva:                 E no…non capisco!

Adamo:            L’esplosione dei sensi!

Eva:                 Ma quale esplosione, che a malapena si è accesa la miccia!

Adamo:            Perché noi dobbiamo imparare  conoscerci.

Eva:                 Tu dici?

Adamo:            La liberazione….

Eva:                 A quella ci ha pensato tuo padre.

Adamo:            La purificazione completa…l’estasi…

Eva:                 Te l’ho detto tante volte. Non ti fumare  le foglie di quella pianta….che quelle intontiscono!

Adamo:            Ed infine trovare riparo , perché ora non possiamo essere più nudi di fronte alla realtà.

Eva:                 Ecco, proprio di questo volevo parlarti.

Adamo:            Della purificazione?

Eva:                 No, del fatto che siamo nudi.

Adamo:            E sei proprio spoetizzante.

Adamo ed Eva si osservano per qualche secondo e poi si coprono con le mani.  Buio

Scena 9

Cono luce serpente

Serpente:          Dopo il sesso , Adamo ed Eva, provarono vergogna della loro nudità, quindi intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture e perizomi. Ciò che  caratterizzò il loro essere al mondo furono gli indumenti intimi. Eva ci teneva tanto alla sua foglia di fico, era bella profumata e pretendeva che lo facesse anche Adamo. Gliela faceva trovare lavata, pulita e stirata.

Luce Adamo ed Eva. Adamo va davanti allo specchio e si guarda girandosi da una parte e dall’altra.

Eva:                 Che ti sei messo addosso?

Adamo:            Che c’è, non ti piace?

Eva:                 E’ troppo grossa quella foglia.

Adamo:                        Cioè ?

Eva:                 Lusinga, ma nasconde.

Adamo:            Dici?

Eva:                 Dovresti provare a tirarla un po’ sui lati.

Adamo:            Ma si strappa.

Eva:                 Potresti provare con una conchiglia.

Adamo:            E come la tengo ferma?

Eva:                 Fai due buchi ai lati, ci attacchi due fili e te la leghi alla foglia di dietro.

Adamo:            Perché no?

Eva:                 Sarebbe una foglia con l’anima da conchiglia. E magari tra un po’ d’ anni inventeranno qualcosa di simile

Adamo:            “Mutatis mutandis”

Eva:                 Ecco….mutandis… mutante….le chiameremo mutande.

Adamo:            Giusto! Fatti un appunto! Una foglia col raccoglitore sul davanti, anche se è scomoda se…..

Eva:                 Dici per…..

Adamo:            Eh sì!

Eva:                 Ci fai una  bella feritoia in verticale per le uscite di emergenza.

Adamo:            Che ideona! Che dici se le personalizzo?

Eva:                 Una griffe.

Adamo:            Linea “ Le première “ ! Ci faccio sopra dei disegni. Un bel  toro che da il senso della forza.

Eva:                 Speriamo sul davanti.

Adamo:            Perché?

Eva:                 Vederti con un toro sul didietro, scusami Adamo, mi farebbe un pochino impressione.

Adamo:            Lasciamo stare i tori, ci disegno un albero!

Eva:                 Si, un salice piangente.

Adamo:            Ma tutta la vita così?

Eva:                 Dai scherzo! E poi bisogna che te ne fai una serie.

Adamo:            E perché?

Eva:                 E’ una settimana che  non ti cambi la foglia di fico..

Adamo:            Ancora?

Eva:                 Sì….sozzone….. ti ci sei affezionato?

Adamo:            Il tempo vola eh?

Eva:                 Per le pulizie sì! Non vedi che la tua foglia è ingiallita?

Adamo:            Qua bisogna risparmiare. E qua se ci vogliamo cambiare la mattina ,ci vogliono quattro foglie di fico al giorno….ma posso cambiare.

Eva:                 Foglia o  personalità?

Adamo:            Tutte e due!  Ma  anche tu la devi cambiare .

Eva:                 Personalità?

Adamo:            No, la foglia.

Eva:                 Bello mio, io la cambio tutti i giorni e poi invece di fare lo scemo vai a lavorare così porti le foglie a casa

Adamo:            Ora che ci penso, lo sai che ci staresti  bene con un bella foglia a vita bassa?

Eva:                 Io?

Adamo:            Certo, stiamo solo io e te a questo mondo.

Eva:                 Dici?

Adamo:            Secondo me staresti fichissima….

Eva:                 Cioè?

Adamo:            Fico….fic…

Eva:                 Ho capito!

Adamo:            E poi guardati, non hai un filo di  pancia!

Eva:                 Tu dici?

Adamo:            Dico.

Eva:                 Tuo padre ha fatto le cose per benino.

Adamo:            E poi hai un ombelico straordinario.

Eva:                 Dici?

Adamo:            Dico. ( Le fa vedere una foglia) Ecco, questa ti starebbe a pennello.

Eva:                 (La prende e la prova) Ci saranno dieci centimetri tra il cavallo e la cintura.

Adamo:            Mettila e farai girare tutto l’Eden.

Eva:                 Ma se in giro ci sono solo animali.

Adamo:            “E che vo’ dì” , pure quelli hanno gli occhi.

Eva:                 Ma sai che…. che in fin dei conti sul didietro pure, mi difendo bene? E’ grazioso vero?

Adamo:            Mettila dai…

Eva si cambia la foglia.

Eva:                 E voilà, come sto?

Adamo:            (Pausa) Niente, lascia stare, mi sono sbagliato.

Eva:                 Sbagliato cosa!

Adamo:            Ti sta male…copri.

Eva:                 Ti stai vendicando  perché prima  ti ho detto che sei un sudicione?

Adamo:            Ed io ti dico che  hai il sedere basso.

Buio. Cono luce serpente.

Serpente:                     Ed andarono avanti così per un bel pezzo.  Trascorse del tempo…ed  Eva si era stancata di fare le pulizie. Voleva essere protagonista della sua vita e nel frattempo si era innamorata di Adamo.

Luce Adamo ed Eva.

Eva:                             Come mai ieri sera quando dicevo che siamo due anime gemelle hai fatto quella faccia?

Adamo:            Che faccia ho fatto?

Eva:                 Da patata lessa.

Adamo:            Stavo cercando una spina di orata che mi si era infilata nella gengiva.

Eva:                 Non dire scemenze, io ci sono stata male tutta la notte.

Adamo:            Perché a te il pesce al forno  ti rimane pesante. Ci hai messo pure l’aglietto!

Eva:                 Deficiente….sono stata male per te.

Adamo:            Che ho fatto?

Eva:                 Io ti stavo dicendo che tuo padre ci ha confezionato con due corpi che combaciano e che da quando abbiamo scoperto il sesso è sempre più bello dormire insieme e tu…

Adamo:            A me piace fare l’amore con te.

Eva:                 Ma quando ti parlo di cose più serie, all’improvviso  ti entra una spina di merluzzo nella gengiva e cambi discorso.

Adamo:            Era un’orata.

Eva:                 Che mi frega di chi è?

Adamo:            Era solo per puntualizzare.

Eva:                 Dico io, ogni volta che la butto sul sentimentale ti succede qualcosa?

Adamo:            Succede.

Eva:                 Ma non capisci l’importanza di essere unici a questo mondo?

Adamo:            Certo amore, come no?

Eva:                 Che cafone.

Scena 10

Cono luce serpente.

Serpente:          Da quel preciso momento una cosa fu chiara: per Eva l’amore sarebbe stato una maledetta faccenda, una sensazione che le sarebbe rimasta per sempre impressa nel corpo e nell’anima. Dicono che c’è un tempo per ridere ed un tempo per piangere, un tempo per gioire ed un tempo per soffrire , ma anche un tempo per aspettare.

Luce Adamo ed Eva.

Adamo:            Eva mia, stai ingrassando.

Eva:                 Te ne sei accorto pure tu?

Adamo:            Ti è venuta come una gobba sul davanti.

Eva:                 Invece tu ce l’hai al naturale.

Adamo:            Dico sul serio.

Eva:                 E poi ho sempre la nausea e mi sento una mezza schifezza.

Adamo:            E’ la pancia che stona un po’, anche se …

Eva;                 Anche se…

Adamo:            Le mele ti sono diventate meloni .

Eva:                 Si nota?

Adamo:            Urca!

Eva:                 E dire che mangio solo verdura

Adamo:            Anche gli elefanti mangiano solo verdura.

Eva:                 Quindi mi stai dando del pachiderma.

Adamo:            Ma no, è solo un modo di dire.

Eva:                 Mi sento tanto diversa, come se mi stesse per succedere qualcosa. Ho paura.

Adamo:            Prova con un dito in gola …. può darsi che sei un po’ imbarazzata e ti liberi.

Entra il serpente

Serpente:          Qualcosa sta succedendo ragazzi miei!

Adamo:            Chi ti ha chiamata?

Serpente:          Sono venuta per lei..

Adamo:            Ti ho detto che qua non ti voglio.

Eva:                 Falla prima parlare.

Serpente:          Senti Adamo, mettitelo in testa una volta per tutte!

Adamo:            Cosa?

Serpente:          Anch’io faccio parte di questo mondo.

Adamo:            Al massimo puoi servire per fare le borse o le cinte.

Serpente:          Tu manco quello!

Adamo:            Ed  ora ti infilzo allo spiedo e me te magno.

Eva:                 La smetti per favore?

Serpente:          Eva, tu aspetti un figlio.

Adamo:            Da dove deve arrivare?

Serpente:          Da voi due.

Adamo:            Lo vedi che se ne deve andare? A questa il veleno le fa male al cervello!

Eva:                 E basta!

Serpente:          Siete voi che gli avete dato vita.

Adamo:            Che ho fatto io?

Serpente:          La natura, i vostri corpi in relazione con l’universo….

Adamo:            Vuoi dire l’implosione.

Serpente:          Soprattutto l’esplosione.

Eva:                 Ma questa esplosione ha colpito solo me?

Serpente:          Partorirai con dolore, questo ti è stato detto.

Eva:                 E tra tutte e due sono io quella che….

Serpente:          Qualcuno doveva pur farlo.

Eva:                 Bella fregatura.

Adamo:            Ed alla prima botta. Un killer sono!

Serpente:          In ogni caso una madre non se  ne pentirà mai.

Adamo:            Tu mi vorresti far credere che mio figlio uscirà dalla sua pancia .

Serpente:          Sì.

Adamo:            Come i canguri dal marsupio?

Serpente:          Come tutti gli esseri viventi.

Adamo:            Allora era meglio se faceva le uova come le galline.

Eva:                 Che sempre da una parte escono…..

Serpente:          E’ una legge di natura. Voi siete stati creati per generare la specie umana.

Adamo:            Io pensavo che ste’ cose le facesse solo il babbo.

Serpente:          Questa volta no.

Adamo:            Comunque il babbo l’aveva detto.

Eva:                 Aveva anche detto di procurarti il cibo col sudore della fronte.

Adamo:            Perché, non lo faccio?

Eva:                 Ma se stai tutto il giorno sbracato sul divano, che per farti uscire devo buttarti fuori di casa! Ora dovrai lavorare per due, anzi per tre, che io non ce la posso fare.

Adamo:            Dici pure i panni, i piatti e….

Serpente:          E’ naturale, lei non si può affaticare.

Adamo:            Mi sa che chiedo di nuovo udienza al babbo….magari mi da un’altra filippina.

Eva:                 E dagli con questa filippina!

Adamo:            Scusa!

Eva:                 Tu mi sa che sei cretino.

Serpente:          Imbecilli si nasce o ci si diventa?

Eva:                 Lui è partito già avvantaggiato.

Adamo:            Ah…..ma vi ci mettete in due.

Serpente:          Qualcuno dovrà pure farle ste’ pulizie.

Adamo:            Allora compro la lavatrice….

Eva:                 Si vabbè!

Adamo:            E pure la lavastoviglie.

Eva:                 Vedi, lui risolve!

Adamo:            Cervello donna, cervello.

Eva:                 Tu ci metti il cervello, ma quella che deve partorire sono io.

Adamo:            Se il babbo ha deciso così!

Eva:                 E guarda caso,  il babbo è maschio.

Adamo:            E nascerà come me?

Eva:                 Speriamo un po’ meglio.

Serpente:          Può darsi che nasca come Eva.

Adamo:            Un’altra femmina! Non ce la posso fare!

Buio. Cono luce Serpente .

Serpente:          Passarono nove mesi, in cui Adamo continuò a fare il comodo suo, mentre Eva fra alti e bassi portò avanti la gravidanza.

Entra Eva notevolmente ingrassata.

Eva:                 Abbi pazienza serpi mia, ma mi devo mettere seduta che sono stanca morta. Che male alle gambe!

Serpente:          Dicono che una delle prime cose che una donna ricorderà per sempre è la gravidanza.

Eva:                 Oddio, non so se è così, ma ti assicuro che un paio di momenti meglio di questo me li  ricordo.

Serpente:          Io ti vedo anche più bella.

Eva:                             Ti ci devo mandare? Mangio a rotta di collo, faccio la pipì in continuazione, sono ingrassata  e cammino gobba. Eppure tu mi vedi bella anche con questa carriola sul davanti. Ce la farò?

Serpente:          Ce la farai.

Eva:                 Io non sono così ottimista, ho un desiderio di maternità ad intermittenza….va e viene.

Serpente:          E Adamo che dice?

Eva:                 Anche lui va ad intermittenza.

Serpente:          Cioè

Eva:                 Va e viene.

Entra Adamo.

Eva:                 Ciao!

Adamo:            Ciao, come va?

Eva:                 Così e così…

Adamo:            Non  te, il pupo. Sta bene?

Eva:                 E che ne so? Se aspetti che nasce te lo dice lui.

Adamo:            Spiritosa. Ma si sente no?

Eva:                 Ma io dico, che domande fai?

Adamo:            Mi preoccupo.

Eva:                 Di cosa? Lui se ne sta calmo e tranquillo qui nella mia pancia!

Adamo:            Chissà che scombussolamento sentirà quando te ne vai in giro.

Eva:                 Perché secondo te, mi devo metter a letto nell’attesa che nasce?

Adamo:            No, ma se continui ad  agitarti, me lo fai uscire mezzo scemo.

Eva:                 Allora saprò da chi ha preso.

Cono luce serpente

Serpente:          Il nono mese di supplizi di questo genere, una mattina Eva si svegliò per i dolori.

Luce Adamo ed Eva.

Eva:                 Credo che ci siamo. Ho le contrazioni.

Adamo:            Dove?

Eva:                 Indovina un po’? Mi sento male, chiama il serpente.

Adamo:            Ci sono io.

Eva:                 Non dire scemenze, chiama il serpente.

Adamo:            Ma…..

Eva:                 (Strilla) IL SERPENTEEEEE!

Cono luce Serpente.

Serpente:          Eva iniziò il parto, Adamo svenne e  quindi dovette fare quasi tutto da sola. Così nacque il primogenito che appena vide il padre disse: tu mi hai messo a questo mondo ed ora mi devi dar da mangiare ed educare. A sedici anni voglio la moto, a diciotto prendo la patente e mi compri una bella macchina , poi mi intesti un conto in banca fin quando trovo un lavoro decente e poi mi intesti pure casa prima di morire . Adamo guardò Eva  disse: “ Ma questo è proprio un Caino”. E da qui il nome del suo primo figlio sulla terra. Io  voglio dire caro Adamo: che le cose andavano in questo verso dovevi capirlo subito. Allora piglia dei provvedimenti tipo  contraccettivi, pillola,  spirale. Cavolo, il buongiorno si vede dal mattino! E tu che fai? Ci fai un altro figlio. E nacque il secondogenito. Adamo appena lo vide disse: Ma come è bello, che riccioli biondi, ti somiglia Eva. “ Cucci cucci… bello del papà”. A bello…a bello… lo chiameremo Abello…no  Abele.

Scena 11

Interno appartamento.

Cesare:            Sei sicura che sono tutti e due maschi?

Amalia:             Sei scemo? Vecchia si, ma orba no.

Cesare:            Bella fregatura.

Amalia:             Sempre nipoti sono!

Cesare:            Io pensavo all’evoluzione della specie.              

Amalia:             Sono ancora giovani….c’è tempo!

Cesare:            E se Eva partorisce solo maschi ,  come la mettiamo?

Amalia:             Non è detto.

Cesare:            Ma se succede?

Amalia:             Se succede si trova il modo.

Cesare:                        E intanto questi mi diventano vecchi e tutto quello che ho fatto sino ad adesso non è servito a nulla.

Amalia:             Cosa vuoi fare?

Cesare:            Torno in laboratorio.

Amalia:             A fare che?

Cesare:            Bisogna che mi rimetta all’opera. Devo plasmare qualche altra donna.

Amalia:             E’ proprio necessario?

Cesare:            Finché Adamo regge!

Amalia:             E quella poveraccia di Eva?

Cesare:            Causa di forza maggiore.

Amalia:             Ma sarà la prima donna cornuta e mazziata.

Cesare:            La patria è la patria.

Amalia:             E la donna è la donna.

Cesare:            Amalia mia, questo non è il momento per le rivalse.

Amalia:             E com’è che le cose vanno sempre a favore vostro?

Cesare:            Dai lasciami fare.

Cono luce serpente

Serpente:          E così Cesare, fregò un po’ di Dna ad Eva,  si rimise all’ opera e fece la seconda clonazione umana.

Luce su Cesare

Cesare:            Adamo?

Niente

Cesare:            Adamooooo!

Entra Adamo

Adamo:            Che c’è papà?

Cesare:            Mettiti seduto che ti debbo parlare da uomo ad uomo.

Adamo:            E com’è che mi vieni a cercare, dopo che mi hai cacciato via?

Cesare:            Lo sai, faccio fuoco e fiamme, ma dopo un po’ mi passa.

Adamo:            Tre anni ti ci sono  voluti?

Cesare:            E va bene, sono un po’ lento!

Adamo:            Che vuoi?

Cesare:            Mi mancavi e….

Adamo:            Dai sputa fuori…che ti serve?

Cesare:            Che hai, non ti fidi più di me?

Adamo:            Mi hai diseredato senza colpo ferire.

Cesare:            Mettiamoci una pietra sopra! Su fai un sorrisino a papà tuo.

Adamo:            Ce l’hai la birra?

Cesare:            Il frigorifero è pieno.

Adamo sorride. Cesare apre due lattine e ne porge una ad  Adamo.

Adamo:            Ok, vieni al sodo…

Cesare:            Come ti senti?

Adamo:            In che senso?

Cesare:            Voglio dire….sei in forma?

Adamo:            Una statua. Da quando mi hai messo a lavorare mi sono pure asciugato.

Cesare:            Perfetto.

Adamo:            Stai ancora pensando alla squadra di pallone?

Cesare:            Per quella c’è tempo. Io parlo dal punto di vista sessuale. Come ti senti?

Adamo:            Un toro…

Cesare:            Non esageriamo.

Adamo:            Di più! Da quando Eva ha partorito, in bianco dalla mattina alla sera. Una volta dice che è troppo stanca, un’altra che ha il mal di testa, un’altra ancora che ha paura di svegliare i bambini…..

Cesare:            Come ti capisco!

Adamo:            E una volta che ci sono riuscito , dopo cinque mesi, manco mi è piaciuto perché mi ha ordinato di fare alla svelta ed alla fine ho dovuto svegliarla per dirle che avevo finito.

Cesare:            Brutta cosa figlio mio.

Adamo:            E mi sono rimasti tanti di quegli arretrati che….

Cesare:            Perfetto.

Adamo:            Mica tanto!

Cesare:            Ci ha pensato babbo tuo a risolvere il problema.

Adamo:            Hai parlato con Eva?

Cesare:            Meglio! Mi  metto sotto e ti creo un altro po’ di femmine.

Adamo:            (Tira fuori la linguetta) Mi stai prendendo in giro?

Cesare:            Mai stato più serio di così!

Adamo:            Babbo mio, ma chi ti ci ha mandato?

Cesare:            Mo’ lascia perdere la birra e stammi a sentire.

Adamo:            Sono tutt’orecchi!

Cesare:            Allora: “ C’è una grotta che sta  dall’altra parte dell’Eden ”

Adamo:            Che ci devo fare?

Cesare:            Io te la riempio di donne.

Adamo:            No!

Cesare:            Sì Adamuccio mio….sì! Ti metto su tutto un harem….

Adamo:            Come me le fai?

Cesare:            Bionde, more, castane…..te ne faccio una meglio dell’altra e faranno a capelli per averti!

Adamo:            (Ruggito) Babbo mio sei un grande.

Cesare:            Però tu devi dare da fare.

Adamo:            Se parli di lavoro….no….

Cesare:            Macché! Parlo nel senso di….(accenna il gesto)

Adamo:            (Gli frena la mano) Stai tranquillo babbo. Davanti a te hai una fabbrica.

Cesare:            Di che?

Adamo:            Ogni botta una tacca.

Cesare:            Speriamo.

Adamo:            Stai tranquillo.

Cesare:            E non ti far scoprire da  tua moglie.

Adamo:            Ah….quella è troppo occupata con Caino e Abele.

Cesare:            E’ andata?

Adamo:            (Ruggisce) Te lo giuro su….

Cesare:            E no e…

Adamo:            Sul mio onore!

Luce su Eva che  è intenta a pulire la grotta. Entra il serpente.

Serpente:          Ciao Eva.

Eva:                 Ciao serpi! Come mai da queste parti?

Serpente:          Devo parlarti.

Il serpente controlla per tutta la stanza.

Eva:                 Che stai facendo.

Serpente:          Controllo se ci sono cimici.

Eva:                 Scherzi, lavo dalla mattina alla sera.

Serpente:          Parlavo di microfoni …..di microspie.

Eva:                 Che roba è?

Serpente:          Niente…. non puoi capire!

Eva:                 Che è successo?

Serpente:          Tuo suocero!

Eva:                 Sta male?

Serpente:          E chi l’ammazza!

Eva:                 Che ha fatto?

Serpente:          Un’ altra delle sue . S’è inventato l’adulterio!

Eva:                 E dagli con i vocaboli che non conosco!

Serpente:          In parole povere….ha costretto tuo marito a cornificarti!

Eva:                 Cioè?

Serpente:          A fare sesso con le altre.

Eva:                 Dai serpi, smettila che qua in giro ci sono solo animali!

Serpente:          Ha creato altre donne.

Eva:                 No.

Serpente:          E l’ha messe in una grotta che sta dall’altra parte dell’Eden.

Eva:                 No.

Serpente:          E il tuo Adamuccio sta sempre li invece di andare a caccia.

Eva:                 A fare che?

Serpente:          Possibile che non capisci? Sesso….sesso sfrenato.

Eva:                 Perché Cesare avrebbe fatto questo?

Serpente:          Adamo deve spargere il seme e popolare la terra.

Eva:                 No….

Serpente:          E tu ce l’hai più ramificate più di un cervo.

Eva:                 Brutto delinquente. Hai capito? Io a fare faccende e badare ai figli e lui….

Serpente:          Sparge a destra e a manca.

Scena 12

Interno appartamento.

Adamo:            Dai Eva, non fare così, fammi entrare.

Eva:                 Mai.

Adamo:            Ti prego apri questa maledetta porta.  Fammi almeno dare una rinfrescata .

Eva:                 Vai al fiume.

Adamo:            Ma perché….se dentro  ci sono sei bagni!

Eva:                 No e poi no.

Adamo:            Ho passato una nottata sopra un albero attorniato da un branco di tirannosauri  ed ora ho tutte le ossa frantumate .

Eva:                 Quanto mi dispiace. Sparisci, brutto verme e….e porta   via le chiappe lontano da qui.

Adamo:            Parliamone un attimo…..solo un attimo come due persone normali!

Eva va ad aprire entra Adamo.

Eva:                 Se mi dici chi è quello normale.

Adamo:            Io porca Eva!

Eva:                 No, porco tu e stavolta a ragione!

Adamo:            Perché mi tratti così?

Eva:                 Lo sai bene  perché…..

Adamo:            Che cosa so?

Eva:                 Il sultano dell’ harem.

Adamo:            Scommetto che è stato quel viscido serpente.

Eva:                 Che schifo, tu vai con le altre ed io qui con due figli da badare, lavare e  cucinare che la sera ho appena la forza di mettermi a letto.

Adamo:            Appunto.

Eva:                 Io non riesco a capire come fa un uomo, il primo , a comportarsi in questo modo. Sparisci dalla mia vita.

Adamo:            Adesso?

Eva:                 No ieri.

Adamo:            Ma dove vado !

Eva:                 Non m’importa , ma in qualunque grotta tu decida di nasconderti, devi farlo in fretta.

Adamo:                        Ok….ok… sì d’accordo, vado con altre donne, ma mi immolo per la patria.

Eva:                 Un eroe.

Adamo:            Lo puoi dire forte! Il mondo ha bisogno di essere popolato e quindi dobbiamo essere interscambiabili.

Eva:                 Interscambiabili?

Adamo:            Certo! Se mi do da fare, secondo i calcoli del babbo, fra un po’ d’anni su questa terra ce ne saranno altri cinquemila, diecimila, centomila come noi.

Eva:                 Com’è  bravo il babbo!

Adamo:            In fin dei conti sto solo offrendo il mio contributo all’evoluzione della specie e credimi non è un punto d’orgoglio.

Eva:                 Ma davvero?

Adamo:            E  comunque ti amo ugualmente.

Eva:                 No, tu ami l’dea di te e me e non tanto di me ed io non voglio più accanto un uomo come te.

Adamo:            Stai dicendo sul serio.

Eva:                 Sparisci dalla mia vita.

Eva spinge Adamo fuori e chiude la porta.

Eva:                 Caro il mio Cesare, ora te la blocco io la specie.

Cono luce serpente.

Serpente:          Eva, punta sul vivo, ebbe un rigurgito di orgoglio, forse il primo impulso di emancipazione femminile , decise di perpetuare il primo uxoricidio sulla faccia della terra per salvare il suo onore e cominciò a meditare un piano……ma le cose precipitarono. Nel frattempo Caino ed Abele crescevano, ma erano differenti. Caino era cattivo, Abele era  buono, ma tanto strano. Suo fratello pensava che se tutta l’umanità si comportava come lui la terra non si sarebbe mai popolata. Caino invece….

Il serpente esce. Luce Caino che sta mangiando un cosciotto. Entra Eva

Eva:                 Ne vuoi  un altro amore?

Caino:              No grazie mamma.

Eva:                 Tu non rifiuti mai….cosa c’è che non va?

Caino:              Niente mamma…..sto bene.

Eva:                 Sono dieci giorni che parli poco, mangi poco e ti svegli di notte. Figlio mio, tu non me la racconti giusta.

Caino:              C’è un fatto, ma non so come dirtelo.

Eva:                 Prova.

Caino:              Non ci riesco.

Eva:                 Butta fuori, fai outing.

Caino:              L’hai visto Abele?

Eva:                 Sì perché?

Caino:              Sta diventando sempre più strano.

Eva:                 Che t’ha fatto tuo fratello?

Caino:              Io  a pascolare le pecore lassù in montagna e lui sempre a casa  con una cetra in mano a cantare. Lui canta….canta….

Eva:                 Ognuno ha le sue attitudini. Lui è nato musicista e tu pastore.

Caino:              L’hai sentito, ha una vocina!

Eva:                 Mica possono averla tutti come la tua e poi è tanto buono.

Caino:              Ah questo lo so bene. Pensa che quando eravamo bambini ed io gli tiravo le pietre lui cercava di non muoversi troppo per non farmi arrabbiare.

Eva:                 Che  tenero!

Caino:              E poi, te ne sei accorta che si muove strano?

Eva:                 Cioè?

Caino:              Sculetta.

Eva:                 E tu non lo guardare.

Caino:              E tutti quei ricci biondi non ti dicono niente?

Eva:                 Che c’entra il colore dei capelli?

Caino:              Se li cura meglio di te.

Eva:                 E’ uno che ci tiene.

Caino:              Pensa che l’altro  giorno sono tornato a casa un po’ prima e l’ho pizzicato  che si provava  la roba tua.

Eva:                 E allora?

Caino:              E’ naturale?

Eva:                 Ma sì….per scherzare…

Caino:              E gli stava praticamente perfetta.

Eva:                 E poco muscoloso.

Caino:              Ma io  da dietro l’ho preso per una donna e a momenti gli salto addosso.

Eva:                 Caino?

Caino:              Ho detto a momenti, a me piacciono le donne e pure tanto, ma finora ne ho provate tante, ma sono troppo care.

Eva:                 Tutto tuo padre.

Caino:              Che ha papà?

Eva:                 Niente….lascia stare.

Caino:              Ma dove s’è cacciato?

Eva:                 Non ha importanza. Ora fai una promessa a mamma tua.

Caino:              Dimmi.

Eva:                 Devi lasciare in pace Abele.

Caino:              Va bene, farò finta di niente.

Eva:                 Bravo. Promesso?

Caino:              Promesso.

Eva esce Caino si mette seduto e prende un arco. Entra il  serpente.

Caino:              Pussa via  o ti prendo a calci.

Serpente:          Ah….e tutti co’ sto’ vizio, mica sono un pallone!

Caino:              Ma ti ci faccio diventare a forza di calci!

Serpente:          Ti devo parlare.

Caino:              Io no!

Serpente:          Di Abele.

Caino:              Non parlo di mio fratello, l’ho promesso alla mamma.

Serpente:          Ma è importante.

Caino:              Ah sì?  E che mi devi dire?.

Serpente:          A tuo fratello le femmine non gli interessano.

Caino:              Adesso io ti infilzo e poi mi ti mangio.

Serpente:          Sono  amara per via del veleno.

Caino:              (Prende un bastone) Fa lo stesso.

Serpente:          Pensaci un attimo.

Caino:              Non mi va di pensare.

Serpente:          Tale padre tale figlio.

Caino:              Cosa?

Serpente:          L’hai mai sentito parlare di donne, tuo fratello?

Caino:              Beh…. no!

Serpente:          E come mai si mette gli abiti di tua madre?

Caino:              Chi te l’ha detta sta’ cosa?

Serpente:          Io sanno tutti.

Caino:              Cosa?

Serpente:          Che è gay!

Caino:              No!

Serpente:          E la sai un’altra cosa?

Caino:              Concludi che mi sto incavolando di brutto.

Serpente:          L’ho visto l’altro giorno che mentre ti facevi la doccia, guardava dal buco della serratura.

Caino:              Sei sicuro?

Serpente:          Perché dovrei mentirti?

Caino:              Già….perchè ?

Serpente:          E poi, ti risulta che è mai andato a caccia di donne?

Caino:              Io gliel’ ho chiesto se mi accompagnava, ma ha fatto spallucce.

Serpente:          Lo vedi? Ora che ti ho detto tutto, me ne vado e ti saluto.

Fa per uscire ed ancheggia.

Caino:              Serpente?

Serpente:          Che c’è?

Caino:              Vieni un po’ qua?

Serpente:          (Torna indietro) Dai sbrigati che ho da fare.

Caino:              Stavo pensando una cosa . Abele…. “e” , serpente…. “e”  non è che pure tu….

Serpente:          Ma sei scemo? Io sono donna e con la “A” maiuscola!

Caino:              E  hai pure un fisichetto niente male  per essere un serpente.

Serpente:          Che dici Caino!

Caino:              Ora io ammazzo Abele che è il disonore della famiglia e poi io e te ce ne scappiamo da qualche parte di questa terra che è così immensa!

Il serpente ancheggiando si avvicina a Caino, poi guarda il pubblico.

Serpente:          Non ci posso fare niente. A me quelli col veleno dentro mi fanno impazzire.

Entra Amalia

Amalia:             E forse questo fratricidio servì per impedire che fosse compiuto il primo assassinio di un marito da parte della moglie , perché molto probabilmente Caino fregò la madre per un soffio. Come poteva Eva, col cadavere di Abele ancora caldo,  continuare a pensare di togliere di mezzo Adamo? Adamo affranto sia per la morte del figlio che dalle enormi fatiche nell’ars amatoria, tornò da Eva con la coda in mezzo alle gambe, quando lei si era già messa l’anima in pace ed oramai non sperava più nella benevolenza di un infarto che glielo togliesse di torno. Con questo gesto, forse dettato dallo stesso creatore, si evince una grande verità: per collerico, rompiballe, pedante, incosciente e traditore che sia, l’uomo è peggio del cane Lassie, alla fine torna sempre a casa.

Cesare:            E col mio stratagemma Adamo contribuì in modo determinante alla creazione della specie umana. Il suo seme servì per creare una moltitudine di figli  di cui uno solo diventò veramente famoso: Noè, ma questa è un’altra storia.

Fine