Io dico, tu indendi, lui non capisce

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Io dico, tu intendi, lui non capisce.

Personaggi:

Octav – padre

Alida – madre

Ana – figlia

Teodor – figlio

Iacob – giornalista

Madalina – amica di Ana

Coralia – fidanzata di Teodor

Estera – governante

Fiodor – fidanzato di Ana

Casian – amico di Teodor

Iustinian – vicino di casa

Ilinca – vicina di casa


ATTO PRIMO

La scena rappresenta il salotto di casa Eminescu. Al centro è situato un tavolino con quattro sedie, sullo sfondo è presente una libreria. A sinistra c’è un mobiletto con il telefono (un cordless), a destra un tavolino basso con dei liquori, dei bic - chieri e qualche rivista.

All’apertura del sipario Octav entra in scena con un libro in mano e va a riporlo sulla libreria. Dopo aver posato il libro prende un foglio e lo scruta per un attimo poi comincia a parlare.


Octav

Alida

Octav

Alida


La deriva semplicista e disordinata che sta assumendo la nostra lingua rischia di impove-

rire il patrimonio lessicale di cui quest’ultima è stata padrona per secoli.

(entrando da sinistra) Ah, eccolo lì. Non smetti mai eh? (comincia ad armeggiare con qualsiasi

cosa si trovi in scena)

Smetto di fare cosa?

Figuriamoci se capisce (continua a maneggiare tutto con nervosismo crescente).


Octav osserva la moglie in attesa di una risposta che non arriva. Entra Ana da sinistra.


Ana

Alida

Octav

Alida

Ana

Alida

Ana

Octav

Alida

Octav

Ana

Octav

Ana

Octav

Ana


Pa’, ma’. (siede davanti al tavolo e comincia a trafficare col cellulare)

Ecco! Viene e se ne va.

Mia cara, mi duole contraddirti ma Ana non ha affatto preso congedo.

Octav! Per favore… eh?

Ma’, pa’ diceva che non sono andata. Cioè che son qua.

No, non è possibile. In questa casa… non è possibile.

Dai mami, sai che lui si è fermato a qualche secolo fa.

(prendendo un lungo respiro) Stavo giusto enucleando una personale riflessione circa la deca-

denza formale che da qualche…

Mio Dio! Octav! Qui non siamo all’università! Parla come una persona normale!

Innanzitutto, mia cara, non ritengo sia necessario incomodare gli dei ogni qualvolta si di-

scute di cotali inezie, peraltro accollando loro l’incombenza di prendere parte alle nostre

futili divagazioni. Ad ogni…

Ecchecazzo papi! Siamo nel ventesimo secolo!

Ventunesimo Ana, ventunesimo.

Ventesimo, ventunesimo. Che differenza fa? Non siamo più nel Medio Evo, potresti

parlare come tutte le persone normali.

Cosa c’è di anormale nel mio modo di esprimermi?

Papi, hashtag: parla normale!


Octav lascia cadere il foglio che tiene in mano poi si tiene alla libreria con una mano come se fosse in preda a un malore mentre con l’altra si tocca la stessa con la medesima intenzione.


Octav

Alida

Octav


Allora tu lo fai apposta! Dimmelo figlia! Ammettilo! E’ forse la natura stessa della mia

professione? Forse che tu ritieni in qualche modo anormale esprimersi adottando un lin-

guaggio forbito e privo di inutili quanto inopportuni neologismi originari…

Octav! Per favore! Ti dico solo: “Per favore!”

Cosa, Alida? Quale genere di favore vorresti che facessi per te? Perché, dimmi perché

non ti riesce di completare una frase?


Alida e Ana rispondono sovrapponendosi.


Alida

Ana


Octav! Per favore! Te lo ripeto. Io non so più come dirtelo. Possibile che tu non riesca a

capire? No perché un po’ va bene ma poi basta. Non è che puoi pretendere che tutti

stiano a sopportarti. Scusami tanto ma non possiamo stare tutti dietro ai tuoi capricci.

Abbiamo cose più importanti che badare alla sintassi, ai verbi, alle congiunzioni.

Papi, qua non sei al lavoro. Vivi e parla come una persona normale. Noi non vogliamo

diventare scrittori o giornalisti. Varietà papi. Varietà. Siamo nell’era di internet, della co-


municazione globale. Anziché continuare a stressare con le tue lezioni di lingua dovresti provare a imparare tu qualche nuova parola tipo hashtag, link, follower, tweet.

Lo squillo del telefono interrompe madre e figlia. Teodor entra di corsa e prende il telefono.


Teodor

Octav

Teodor

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav


(rivolto ai presenti) Just in time! (al telefono) Hallo?

Teodor!

Sì… sì è mio padre, glielo passo subito. (al padre) Papà, è per te.

(avvicinandosi a Teodor per prendere il telefono) La prossima volta di’ pronto. (al telefono) Parla il

professor Octav Eminescu. (moglie e figli scimmiottano il suo modo di rispondere al telefono)…

Buongiorno a lei signor Tataru, mi dica: in cosa posso esserle utile?… Discendenze dei

personaggi famosi rumeni. Immagino che, nel mio caso, lei si riferisca al poeta Mihail

Eminescu… Mi perdoni signor Tataru ma mi vedo costretto a interromperla. Vede, il

mio cognome mi lega alla famiglia Eminescu ma non fa di me un suo discendente e, co -

noscendo la vita di questo mio lontanissimo cugino, direi che non ne troverà molti… Sì,

in verità sono un docente di lettere presso l’Università Statale di Bucarest… un’intervi-

sta? Certo… qui a casa mia? (Alida comincia a sbracciarsi per attirare l’attenzione del marito) Va

bene (si accorge della moglie che lo fulmina con lo sguardo) … almeno credo… come?… Sì certo

a casa mia (Alida gesticola in maniera incomprensibile e con crescente nervosismo) … un secondo

solo… la prego di attendere un attimo. (mette una mano sul microfono del telefono poi si rivolge

ad Alida) Va tutto bene cara?

Mah, non so. Fai tu!

(al telefono) Signor Tataru, va benissimo qui a casa mia. (guarda malizioso Alida che si mette le

mani nei capelli) Quando? Un attimo (Alida si paralizza fissando Octav furiosa)… devo con-

sultare l’agenda. (copre il microfono come sopra e torna a parlare alla moglie) Tesoro, quando pre-

ferisci ricevere il signor Tataru per un’intervista?

Bravo! Fai pure. Come se fossi a casa tua!

Casa mia? Forse che non lo è?

Certo, peccato che la tengo in ordine io!

Tesoro, ho il signor Tataru in linea…

E a me?

A te cosa?

Mah, non so; dimmi tu.

(al telefono) Signor Tataru, la prego di scusarmi ma c’è stato un piccolo inconveniente.

(a gesti) Avanti digli pure che va bene! No, eh! Non dire che non può venire che poi dai

la colpa a me!

(parla al telefono mentre cerca di interpretare i gesti della moglie) No, magari facciamo… un atti-

mo… forse è meglio se… (il gesticolio di Alida si fa sempre più nervoso) abbia pazienza ma

per il momento non sono in grado di dirle quale giorno sarebbe indicato come data per

incontrarci. Le chiederei cortesemente di lasciarmi un suo recapito telefonico così che io

possa richiamarla… certo… ah, va bene… guardi è questione di un’ora più o meno…

va bene… benissimo, ci risentiamo tra un’ora… buongiorno.


Octav chiude la chiamata, appoggia il cordless su un ripiano della libreria e sorreggendosi allo stesso ripiano si massaggia la fronte.


Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida


Allora?

Mia cara, da quando ti conosco, e si tratta certamente periodo di un tempo la cui lun-

ghezza non è certo quantificabile nella misura…

OCTAV!

Quando può venire questo giornalista?

Venire?

Sì cara. Recarsi qui da noi. Per un’intervista.

Recarsi qui da noi?


Octav cerca il conforto dei figli che nel vederlo fingono di parlare tra loro.


Octav

Alida

Octav

Alida

Ana


(dopo un profondo sospiro) Orsù, mia cara. È mai possibile che non ti riesca di esprimere i

tuoi pensieri utilizzando una normale combinazione di soggetto, verbo e complemento

oggetto, senza dover necessariamente costringere i tuoi interloc…

OCTAV!

(sospira di nuovo, rassegnato) Va bene. Il signor Tataru è un giornalista, lavora per una rivi-

sta letteraria e vorrebbe intervistare me e voi. Il motivo, come potrai immaginare, è il

nostro cognome.

(soddisfatta della resa del marito) Digli che può venire dopodomani. Così, nel frattempo,

Estera potrà sistemare un po’ casa (ai figli che si sono alzati per scappare) E voi due cercate di

collaborare. Chiaro?

Si ma’.


Suona il campanello.


Teodor

Alida

Ana

Alida

Ana

Alida


È per me. (esce da destra)

Ana, vieni a darmi una mano.

(sbuffando) Io? Non puoi chiedere a papà?

Sì.

Brava, grazie. Papi, mamma vuole te.

(urlando) No! Voglio te! Muoviti!


Alida esce da sinistra seguita da Ana che continua ad armeggiare col cellulare. Octav riprende il foglio che aveva lasciato poco prima. Rientra Teodor seguito da Coralia che ha in mano una scatola.


Coralia

Octav

Coralia

Teodor

Coralia

Teodor


(vede Octav) Buongiorno professore.

Buongiorno mia cara.

(a Teodor) Mi raccomando. Stai attento.

Tranquilla ora vado di là e lo collego al pc. (apre la scatola e ne osserva il contenuto)

(sorridendo) Che stupido che sei! Dai io vado, ci vediamo domani. Professore. (esce da de-

stra)

(alzandosi dopo aver richiuso la scatola) Adesso vediamo se funzioni piccolo. (esce da sinistra)


Octav alza lo sguardo dal foglio e osserva sconcertato il figlio mentre esce.

Buio. Al riaccendersi delle luci la scena è vuota entrano Estera e Alida.


Alida

Estera

Alida

Estera

Alida

Estera


Bene Estera, grazie. Abbiamo sistemato tutto. Ora non ci resta che aspettare che arrivi il

giornalista.

E chi è che deve intervistare?

Indovina un po’ cara, indovina un po’.

(si gratta la testa) E quando dovrebbe arrivare?

Ah, guarda… (esce)

(urlando verso Alida che è già fuori scena) Va bene signora ma non credo di aver capito a che

ora arriva.


Estera sistema un paio di soprammobili, aggiusta dei libri nella libreria poi esce di scena.


Ana

Alida


(entrando con il cellulare) Sì, l’ho visto in cucina! Che schifo! Era orribile! (abbassa il cellulare) MAMMAAAA! (torna a parlare al cellulare) Ho paura Madalina. Ho paura. MAMMAAAA! (rientra furiosa) Ana! Quante volte ti devo dire che non voglio che urli così!


Ana corre ad abbracciare la madre disperata.


Ana

Alida

Ana


Mamma! Ho tanta paura! (si ricorda del telefono) Madalina, è arrivata mia madre. Ti richia-

mo. Tivitibi. Ciao. (alla madre) Mamma!

Si può sapere cosa succede?

C’è un mostro in cucina!


Alida

Ana

Alida

Ana

Alida

Ana

Alida

Ana

Alida

Ana

Alida

Ana


Ma cosa dici?

Sì c’è un mostro orrendo!

Ma di che parli?

Mamma ti dico che c’è un mostro! Lo capisci cosa vuol dire mostro?

Ma chi c’è un ladro?

(staccandosi dalla madre) No mamma, no. Un mostro! Hai presente?

Figlia mia per quanto ne so i mostri non esistono, vorrai mica dirmi che c’è una cosa coi

tentacoli le orecchie e la coda a punta?

La coda ce l’ha!

Ana, dimmi cosa c’è in cucina!

E’ orribile mamma.

ANA! Non te lo ripeto più! Cosa c’è in cucina?

(dopo un attimo di esitazione) Un topo.


Alida si porta le mani alla faccia e prende un lungo respiro, guarda la figlia poi il pavimento, torna a guardare la figlia poi fa qualche passo allontanandosi nervosa.


Alida

Ana

Alida

Ana


Ana, tesoro mio, tu vorresti dirmi che hai fatto tutta questa scena per un… aspetta;

cos’hai detto che c’è?

Un… topo.

Un topo? Ma porca miseria! Ma io dico! (comincia ad agitarsi e vagare per la scena toccando,

spostando e riposizionando qualsiasi cosa le si trovi a portata di mano) Ma tutte a me! Ma come si

fa? Come si fa? Ma è mai possibile? Io-io non lo so! Io uscirò pazza. Io… basta, non ho

parole. Non so che dire.

(impaurita) Mammina, io ho paura dei topi.


Alida fissa la figlia come se volesse ucciderla.


Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav


(urlando a squarciagola) OCTAV!

(entrando da destra) Mi hai chiamato, cara?

No, ho urlato il tuo nome così, per dichiararti il mio amore.

Amore mio, anche io ti amo… (si interrompe vedendo la moglie che lo incenerisce con lo sguardo)

Cosa c’è cara?

Un problema, Octav. Un grosso problema.

Che genere di problema, se è lecito?

Octav non ti ci mettere anche tu.

A fare cosa?

Octav!

Amore, non capisco cosa mi vuoi dire.

Oggi arriva il tuo amico.

Il mio amico?

Sì!

Quale amico?

Il TUO amico.

(gesticola esprimendo disperazione) Alida, cara. Potresti essere più chiara? Quale dei miei ami-

ci arriva oggi?

IL-GIORNALISTA!

Ah, sì. (comincia a camminare) Be’ al telefono è stato molto coriale ma definirlo amico lo

trovo quantomeno prematuro, per quanto non sia da escludere che all’incontro di oggi

possa fare seguito una sincera… amore perché mi guardi così?

Se non sbaglio poco fa ti ho detto che abbiamo un grosso problema.

Sì, sì, credo che tu lo abbia detto. Anzi, ne sono quasi sicur… no, sono certo che tu hai

detto che… sì stavamo giust’appunto parlando del fatto che abbiamo un grosso proble -

ma. Prego cara. Cosa posso fare per risolvere questo problema del quale, se mi permetti,

mi hai parlato in maniera un po’ marginale?


Alida

Octav

Ana

Octav

Alida

Octav

Alida


Topo.

(sbuffa esausto) Moglie, ti sarei infinitamente grato se ti decidessi a esprimerti in maniera

più comprensibile.

Papà, c’è un topo in cucina.

Ana, piccola mia, lasciami risolvere un problema per volta.

Octav, il problema è quello.

Basta io me ne vado! (si dirige verso la quinta di destra)

Dove pensi di andare?


Octav e Alida parlano contemporaneamente.


Octav

Alida


Non ne posso più! Ogni volta che mi trovo a interloquire con te mi sembra di dover ri-

solvere un enigma; è mai possibile che tu non riesca a esprimerti con chiarezza senza co-

stringere i tuoi uditori a prodigarsi in estenuanti sforzi di interpretazione allo scopo di

comprendere dei concetti tanto banali da poter essere enucleati con frasi di semplice co-

struzione ma, purché sia, complete?

Ecco! Ogni volta che ti si chiede di fare qualcosa tu trovi sempre il modo di cambiare

discorso e, guarda caso, cosa tiri fuori? Le tue solite storie di grammatica, sintassi e orto -

grafia e tutte quelle cose che capisci solo tu! Mai che ti si possa chiedere di fare qualcosa

di pratico in questa casa. Dimmi quando mai è capitato che ti ho chiesto qualcosa e tu

l’hai fatto senza fare storie.


Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Teodor

Octav

Teodor

Octav

Estera


Cosa vuoi che faccia?

C’è un topo in cucina!

Sì. Questo me l’ha già detto Ana.

Octav! Fai sparire quel mostro prima che arrivi il tuo amico giornalista per intervistarti!

Ti rammento che non è mio amico. Non so nemmeno che faccia abbia.

(isterica) Fai sparire quel topo!

Va bene, va bene! Basta che la smetti di urlare! (si avvicina alla quinta di sinistra) Teodor?

Figlio caro?

(entra e con passo frettoloso si dirige verso la quinta destra) Ciao a tutti, I’m busy. See you later.

Teodor ci sarebbe…

(al limite della scena) Devo essere da Casian asap. Bye.

(di nuovo verso la quinta) Estera, in cucina c’è…

(entrando terrorizzata) Un topo! Un topo! (si ferma al centro della scena, gli altri presenti la fissa-

no. Lei si rivolge a Octav) Signore, la prego. Ho paura dei topi io.


Tutti si voltano verso Octav.


Octav

Alida


Va bene, pare che l’ingrato compito di accompagnare l’ospite indesiderato alla porta sia stato affidato al sottoscritto. (si avvia verso la quinta sinistra) Magari fagli una lezione di letteratura. Così lo tramortisci.


Octav si ferma davanti alla quinta e si volta intento a rispondere, Ana lo interrompe.


Ana

Octav

Alida


Va bene papi! Forse ora è meglio che ti prepari, fra un po’ dovrebbe arrivare il tuo ami-

co.

Ancora con questa storia?

(ironica) Non è suo amico, dai vieni che prepariamo qualcosa di dolce da offrire al signor

Tataru.


Escono Octav, Alida e Ana. Suona il campanello, Estera si precipita ad aprire la porta uscendo dal lato destro della sce - na. Subito dopo rientra seguita da Iustinian.

Estera                 Prego si accomodi. (si avvicina alla quinta sinistra e urla) Professore, è arrivato il suo amico.


Octav Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian


(rientrando) Estera, per favore. Almeno tu evita… (nota Iustinian) Iustinian, carissimo.

Buongiorno.

Sono giunto in un momento non opportuno?

Ma certo che no, la tua presenza in casa mia è sempre gradita. (lancia un’occhiataccia a Este-

ra che esce da sinistra) Prego, accomodati.

Un attimo fa mi sei sembrato nervoso. Cosa è successo?

Nulla di che, è la solita tendenza di mia moglie a vedere la realtà debitamente modificata

in virtù del suo umore del momento, abitudine che la conduce spesso a tenere compor-

tamenti basati più su questa sua personale percezione che sul reale aspetto delle situazio-

ni che si trova a vivere. Tutto qui.

… chiaro, chiaro. Certo. (si guarda attorno imbarazzato)

Tu, piuttosto, come stai?

Bene, grazie. Come tutti i week end sono un po’ stanco ma…

Fine settimana.

Scusami?

No, non è il caso che ti scusi.

No, volevo dire… non importa. Comunque sto bene. Oggi avevo un po’ di tempo libe -

ro e ne ho approfittato per passare a salutarti. Sempre se non ho tolto del tempo a qual-

che tua occupazione.

No, anzi, ti dirò che se vorrai trattenerti qui per un po’ ne sarei felice. Tra non molto

dovrebbe arrivare un giornalista che lavora per Emoții Literare, una rivista mensile che

tratta di letteratura.

Ah, collabori con quella rivista?


Entra Alida, da sinistra, con Ana.


Alida

Ana

Alida

Iustinian

Alida

Iustinian

Alida

Octav

Alida


...e per favore non fate come vostro solito, ok?

In che senso?

Ana, non fare finta di non capire. Mi raccomando. Mi-raccomando. (vede Iustinian) Iusti-

nian, carissimo. Come stai?

Ciao Alida. Bene e tu?

Ah, guarda. Qui ce n’è sempre una. Oggi abbiamo un ospite. Te l’ha detto il professore?

Me lo stava dicendo adesso.

Allora resta qui con noi. (guarda Octav) E’ probabile che avremo bisogno di aiuto.

Aiuto? E per cosa, se è lecito?

Certo che è lecito! Lecitissimo!


Alida Esce a destra.


Ana

Octav

Ana

Octav

Ana


Papà, hai fatto?

No, tesoro. Non ancora. Come puoi notare da te mi sto intrattenendo con Iustinian che

è appena arrivato. Poi penserò anche al resto, magari dopo l’intervista.

Papà, io ho paura.

Tranquilla, non c’è nulla di cui aver paura. Comunque ribadisco: dopo l’intervista siste-

miamo tutto.

Va bene, io vado in camera mia. Fra un po’ dovrebbe venire Madalina; dammi un alert

quando arriva. (esce da sinistra)


Octav si copre la faccia con le mani.


Iustinian Octav Iustinian


Octav, se avete altri… cioè ero passato solo per… perché non voglio togliere tempo a… No, no. Iustinian caro, non ti preoccupare. L’altro ospite può attendere e ti assicuro che non ha alcuna fretta di essere ricevuto. (ridacchia maliziosamente) Orsù, ti stavo raccon - tando dell’intervista. Di fatto si tratta, come potrai immaginare, del mio cognome… Il tuo cognome? Perché? Cos’ha?


Octav Iustinian Alida Octav Alida


Amico mio, forse sei uno dei pochi che non hanno notato l’omonimia con il celebre

poeta.

Quale poeta?

(rientrando) Octav, non dimenticarti di quell’altra faccenda?

Sì, cara. Lo dicevo poco fa ad Ana. Dopo l’intervista me ne sbarazzo.

E vedi di fare un lavoro pulito. Non come l’altra volta che l’hai seppellito in giardino; mi

viene da vomitare ancora oggi se ripenso a quanto puzzava.


Iustinian si irrigidisce.


Iustinian Alida Iustinian Alida Iustinian


Ma… di cosa si trattava.

Un ospite indesiderato. Come quello di oggi.

Ah, capito. Beh, ora credo proprio che… perché mi è venuta in mente… mi sembra che

Ilinca mi avesse detto…

Ilinca! Bravo Iustinian. Fa’ venire anche lei. Così vi fermate anche per cena. Dille che se

rifiuta mi offendo.

Va… bene. Vado a chiamare Ilinca.


Iustinian esce spedito da destra.


Octav

Alida


Devo dire che il comportamento che Iustinian ha tenuto durante questa sua breve visita

è stato alquanto insolito. Non trovi, cara, che il suo modo di esprimersi sia, talvolta,

poco comprensibile?

Professor Eminescu, non può certo pretendere che tutti abbiano la sua impeccabile dia-

lettica…


Octav guarda Alida incuriosito, lei scuote la testa. Suona il campanello.


Alida

Octav

Alida

Octav


Chissà chi è?

Sarà Madalina. Ana ha detto che sarebbe arrivata a breve.

Grazie! (si avvia verso la quinta di destra)

(divertito) Prego. Ah, forse tu volevi che andassi io ad aprire.


Alida rientra seguita da Madalina.


Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav


Vedi? Ho indovinato.

Fammi il piacere. Vai.

Dove?

A chiamare Ana! C’è la sua amica! Penserai mica che sia venuta qui per te?

Mah, forse voleva delle ripetizioni di letteratura.

Non credo, è giovane e bella, gode di ottima salute, non ha problemi esistenziali e non

ha scritto nessuna lettera di addio.

Cosa c’entra la lettera di addio? Quella si scrive prima di… (offeso) Vado a chiamare Ana.


Octav esce da sinistra mentre Alida e Madalina si guardano e ridacchiano.


Alida Madalina Alida


E’ così divertente farlo arrabbiare!

Ho notato, anche se non mi oserei mai. Comunque, se dovessi chiedere ripetizioni a

qualcuno credo proprio che le chiederei a suo marito.

Sì ma prima fai testamento.


Ridono entrambe, poco dopo rientrano Octav e Ana; nel vedere rientrare il professore Alida e Madalina si interrompono bruscamente. Octav le nota ma fa finta di niente e prende in mano un libro.


Ana

Madalina

Ana

Madalina


Ciao Maddi, sei ok?

Ok, e tu?

Ok.

Vai.


Octav

Ana

Alida


Un dialogo veramente interessante? Su quale argomento verte, se posso? Pa’ ma’, noi dobbiamo fare le prove per lo spettacolo. Vi dispiace? (sbuffa amorevolmente) Va bene tesoro.


Alida si alza e si dirige verso la quinta sinistra, si ferma un attimo prima di uscire di scena e si volta verso Octav che, ri - volto verso la libreria, dà le spalle al pubblico.


Alida

Octav

Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana

Madalina


Octav.

(senza voltarsi) Fate pure. (dopo un attimo di silenzio Octav si volta e nota la moglie che lo fissa) Ah,

capito. (raggiunge Alida e tutti e due escono di scena)

Allora Maddi, sei ok?

Pronta.

Allora cominciamo dalla scena del panico.

Vai, mi raccomando: panico a palla!

Sì, troppo panico. Vai dammi la battuta.

(recita) Allora? Va bene adesso?


Rientra Iustinian con la moglie Ilinca.

Ana                      (recita) No, non va affatto bene. Ho paura. Ho tanta paura. Solitamente si comportabene ma poi comincia a parlare in quella maniera così strana e… e poi… diventa un al-tro. Mi hanno detto che aveva fatto così anche la prima volta che ha ucciso qualcuno…

Ilinca emette un gemito di paura. Le due ragazze sussultano nervosamente nel vedere Ilinca e il marito.


Ilinca

Ana

Ilinca

Ana

Madalina


(a Iustinian) Caro, lascia parlare me. Vedrai che è tutto un malinteso. (si rivolge ad Ana)

Ana, carissima. Come stai tesoro?

Ciao Ilinca. Bene, grazie. Cercavi mamma?

Sì, grazie. Puoi chiamarla?

Certo. (si volta verso Madalina e la guarda con espressione rassegnata e divertita) Andiamo Maddi,

continuiamo in camera mia.

Va bene.


Escono Ana e Madalina da sinistra.


Iustinian Ilinca


Neanche quelle due me la contano giusta. Hai visto come hanno reagito quando ci han-

no visti? Chissà cos’altro ci nasconde questa famiglia.

Tu ora lascia parlare me. Chissà cos’hai bevuto ieri sera che oggi ti vengono in mente

certe cose.


Rientra Alida da sinistra.


Alida

Ilinca

Alida


Ilinca, ciao. Meno male che sei qui. Oggi è una giornata impegnativa.

Mi ha detto mio marito che avete un ospite.

Sì, è per questo che vi ho voluti qui. La situazione potrebbe diventare complicata e voi

potreste dare una mano. Venite andiamo in giardino, sto preparando lì. Stasera facciamo

una bella grigliata di carne.


Alida esce da sinistra, Ilinca fa per seguirla ma Iustinian la trattiene.


Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca


Hai sentito? Ha detto in giardino!

Ma non mi dire! La grigliata vorrai mica farla in salotto?

Alida ha detto che non…

Amore, ascolta: hai presente cos’è una grigliata?

Sì, ce l’ho presente ma io ti sto dicendo…

Allora, sai che si fa alla griglia.

Certo, ma ascolta…

Allora andiamo, Alida ha detto che ha bisogno di aiuto.


Rientrano Alida e Octav discutendo animatamente.


Alida

Octav

Alida

Octav


Prendi del veleno e fallo fuori!

Mia cara, cosa ti fa pensare che io disponga di veleno? Non saprei neanche quale usare.

Ma non mi dire. Il professore che non sa?

Bah, non saprei, le mie conoscenze mi rimandano al cobra, a un infuso di cicuta o al più

celebre arsenico.


Ilinca che, nel vederli entrare aveva aperto la bocca per parlare, è rimasta tutto il tempo immobile.


Alida Iustinian Ilinca Alida Ilinca Alida Ilinca Alida Estera Alida Ilinca Alida


Ilinca, Iustinian, eravamo giusto tornati a chiamarvi. Ma cosa fate ancora lì?

Veramente…

Guarda c’è appena venuto in mente che abbiamo alcune faccende da sbrigare a casa.

Ma noi...

Sì guarda, siamo sempre indaffaratissimi. Abbiamo tante cose da fare che non riusciamo

mai a stare un po’ tranquilli

Quindi non…

Scusami Alida, grazie per il tuo invito resteremmo volentieri ma non ci è veramente pos-

sibile.

No, no, no. Oggi è sabato, qualsiasi cosa tu abbia da fare ti aiuto io domani ma oggi voi

siete miei ospiti. Non accetto rifiuti.

(entrando) Professore, c’è…

Estera, stai calma.

Alida, cosa c’è?

Nulla mia cara, oggi abbiamo un piccolo problemino da risolvere. Se volete attendere

qui un attimo io e il PROFESSORE andiamo di là a risolverlo.


Escono da sinistra Octav Alida ed Estera.


Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian


Ora mi credi? Io te l’avevo… solo che tu sei sempre… ora andiamo prima che… io non

voglio prendere parte…

Aspetta, aspetta. Ma chi è che vogliono uccidere?

E’ da quando sono arrivato che mi parlano… ho capito… è lui… dobbiamo salvarlo…

dobbiamo… sennò questi lo fanno… non possiamo andare.

Amore, tu sai cosa hai detto vero? No perché io non ho capito nulla.

Oh! Sei sempre la solita, non ascolti… Il giornalista!

Il giornalista?

Sì, lui.

Io non ascolto il giornalista?

(si dimena mettendosi le mani nei capelli) Ma come te lo devo dire? Vogliono…


Iustinian prende la testa della moglie tra le mani e le sussurra qualcosa all’orecchio, lei cambia espressione man mano che comprende la frase del marito.

Suona il campanello. Estera entra da sinistra, passa davanti a Iustinian e Ilinca che si fingono indifferenti, ed esce da de - stra.


Iustinian Ilinca Iustinian


Potrebbe essere lui. Dobbiamo trovare il modo… prima dell’intervista.

Quale intervista?

Octav… mi ha parlato… deve intervistarlo… perché c’è un poeta…


Rientra Estera seguita da Iacob.


Estera

Iacob


Prego, attenda qui. Mi dia pure il soprabito e il cappello. Vado a chiamare i signori Emi -

nescu.

Grazie.


Estera esce da sinistra dopo aver appeso soprabito e cappello all’appendiabiti. Iustinian attende che Estera sia uscita e su - bito dopo si avvicina a Iacob.


Iustinian Iacob Iustinian Iacob Ilinca Iacob Iustinian Iacob Iustinian Iacob Ilinca Iacob Ilinca


Buongiorno.

Buongiorno.

Lei è il giornalista?

Sì, lavoro per una rivista di arte. Sono qui perché devo…

Deve andarsene!

Prego?

Sì, signore. Lei è in pericolo. Questa famiglia vuole ucciderla e chissà quante altre perso-

ne hanno ucciso prima.

Non so cosa dire, io ho parlato al telefono con il professor Eminescu. Mi è sembrata

una persona normalissima. Poi, come si dice, l’apparenza inganna.

Anche noi lo pensavamo, solo che oggi faceva discorsi strani.

Tipo?

Senta, non c’è tempo. Lei deve scappare.

Abbiate pazienza, io non vi…

La faranno fuori con l’arsenico, la vogliono avvelenare. Qui non parlano solo strano,

sono proprio strani. Lei si deve mettere in salvo.


Ilinca e Iustinian escono spingendo Iacob fuori dalla parte destra.


Estera


(rientrando) Signor… Tataru. Ma dov’è andato? (esce da destra)


Rientrano Ana e Madalina


Ana

Madalina

Ana

Madalina


Ok! Non c’è nessuno.

Oh, meno male. Qui si prova meglio.

Infatti.

Allora, riparti e, mi raccomando, panico a palla.


Rientra Iacob e si dirige verso l’appendiabiti, Ana e Madalina non si accorgono di lui.

Ana                      (recita) No, non va affatto bene. Ho paura. Ho tanta paura. Solitamente si comportabene ma poi comincia a parlare in quella maniera così strana e… e poi… diventa un al-tro. Mi hanno detto che aveva fatto così anche la prima volta che ha ucciso qualcuno…

Ana nota la presenza di Iacob e urla, Iacob urla a sua volta, riprende il cappello e il soprabito e corre fuori da destra.


Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana

Madalina


C’era un uomo!

Brava, bravissima! Sei troppo entrata nella parte.

Era lì! C’era uno!

Sì, sì. Sei stata bravissima. Soprattutto l’urlo. Sembrava veramente che fosse lì davanti a

te.

Non hai capito, c’era uno lì.

Va bene Ana, ora esci dalla parte.


Rientra Estera seguita da Iacob.


Estera


Prego signor Tataru, se vuole ridarmi il soprabito e il cappello.


Imbarazzato, Iacob porge il soprabito e il cappello a Estera che, scuotendo la testa, li ripone sull’appendiabiti.


Ana

Iacob

Ana

Iacob

Ana


(imbarazzata a sua volta) Ehm… lei sarebbe il giornalista?

Sì. Iacob Tataru, molto piacere.

Piacere mio.

Mi scuso per l’inconveniente di poco fa. Sono stato… la prego di scusarmi.

Ma no si figuri, eravamo prese da una prova di teatro.


Iacob

Ana


Teatro! Ma che bello. Nicolae Petrescu Redi diceva: “Quando la sala del teatro è piena, i

polmoni dell’attore hanno meno ossigeno. Ma il cuore…” E cosa…

(interrompe Iacob) Ah, mi scusi. Lei è la mia amica Madalina… (guarda Madalina che è immo-

bile) Mada… Maddy? Tutto bene.


Madalina si avvicina lentamente a Iacob senza smettere di fissarlo poi gli tende la mano per farsela baciare.

Madalina            Madalina, molto piacere.

Iacob, sempre più imbarazzato esita, prende la mano di Madalina, accenna a chinarsi ma alla fine si limita a stringerla.

Entra Octav con Estera al seguito.


Iacob

Octav

Iacob

Octav

Iacob

Octav

Iacob


Molto piacere, Madalina. (divincola elegantemente la mano dalla stretta di Madalina)

Signor Tataru?

Il professor Octav Eminescu, immagino.

Sono io. Molto piacere.

Piacere mio, professore.

Noto che ha già avuto modo di fare la conoscenza di mia figlia e della sua amica.

Sì, si sono appena presentate e mi hanno detto…


Tutti si accorgono dell’immobilità di Madalina.


Octav Madalina Octav Iacob Octav


Madalina, stai bene?

(senza smettere di fissare Iacob) Sì, professore. Sto bene.

Signor Tataru, la pregherei di seguirmi nel mio studio. Credo che abbiamo interrotto

delle prove per una rappresentazione di arte drammatica.

Sì, lo credo anche io. (si rivolge ad Ana) Signorina Ana, sign… signorine è stato un piace-

re.

(a Estera) Estera, cerca di convincere Iustinian e la sua signora a tornare qui. Conosci

mia moglie, se non li vede tornare, questa volta, potrebbe compiere un delitto.


Iacob diventa nervoso.


Octav

Iacob


Qualcosa non va, signor Tataru?

(scuote la testa sorridendo) No, professore. La sua frase mi ha riportato alla mente una cosa

ma nulla di importante. Come dire? Molto rumore per nulla.


Octav lo invita con un cenno a seguirlo, i due escono da sinistra. Ana, divertita, si avvicina alla quinta e guarda fuori sce - na, poi ritorna da Madalina, le si ferma davanti e la osserva. Madalina sembra ipnotizzata. Ana le agita la mano da - vanti agli occhi.


Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana

Madalina


Maddi? Sei ok? Maddi cara? (attende invano una risposta dall’amica poi porta le mani alla bocca

per simulare un megafono) Terra chiama Madalina, rispondi Madalina. (urla) MADALINA!

(tornando vigile) Eh? Chi è?

Sei in trance?

Hai visto che figo?

Ho visto? Maddi stai perdendo le bave! Sei completamente partita.

Ma l’hai visto?

Sì, non è male.

Non è male? Ana, ma ci vedi? Ma l’hai visto? Cioè, l’hai visto?

Sì Maddi, sì.

Ma chi è?

E’ un giornalista, deve fare un’intervista a mio padre.

Ma tornerà altre volte qui?


Rientra Ilinca seguita da Estera che attraversa la scena ed esce da sinistra in silenzio.


Ana


No, non credo che lo vedremo ancora dopo l’intervista.


Ilinca, terrorizzata si porta le mani alla bocca. Subito dopo rientra anche Iustinian.


Iustinian


Eccomi qua. Come pensavo: avevo lasciato la luce… mi era proprio venuta… sai quan-do hai quell’impressione… (nota l’espressione terrorizzata di Ilinca) Amore? Cosa succede?


Ana e Madalina si accorgono della presenza di Ilinca e Iustinian e scoppiano a ridere imbarazzare.


Ana

Ilinca

Estera

Iustinian

Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana

Madalina

Alida

Ana

Alida

Ana

Alida


Ehi, ma da quant’è che siete arrivati?

Da… da… appena arrivati. Non abbiamo sentito praticamente nulla di quello che vi sie-

te dette.

(rientrando) Signori! Meno male che siete tornati, per favore non andatevene più altrimen-

ti la signora Alida commette un omicidio. Venite seguitemi. (esce da sinistra)

Hai sentito? Se restiamo qua non… dai andiamo. (escono anche Iustinian e Ilinca).

(guarda uscire i vicini di casa poi si rivolge a Madalina) Se ne sono andati. Allora: ti ha proprio

preso il tipo eh?

Ma non possiamo trovare una scusa per andare a sentire l’intervista?

Ma sei fuori? Vuoi che il vecchio ci resti secco per l’incazzatura?

Buchiamogli le gomme della macchina!

Maddi, tu mi fai paura. Stai calma.

No Ana, io mi sono innamorata. Cioè, ma quant’è figo?

(rientrando) Ana, per quanto ne avete?

(sbuffando infastidita) Perché?

Stasera abbiamo ospiti a cena. Ti dico solo questo.

Lo so, ci sono Iustinian e la moglie.

E il signor Tataru. Chiaro?


Madalina sgrana gli occhi.


Alida

Ana

Alida

Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana

Madalina

Ana


Madalina, cara. Qualcosa non va?

(nota la reazione di Madalina) No ma’, va tutto bene. Io arrivo tra un po’, ci vediamo dopo.

(comincia a spingere la mamma fuori dalla quinta sinistra)

Volevo dirti… ma non spingere… invita Fiodor se vuoi (esce).

Maddi, stasera tu ceni con noi.

Grazie! Che bello!

Dobbiamo trovare il modo di farti sedere vicino a Iacob. Dai ora andiamo di là così di -

ciamo a mia madre che ci sei anche tu.

Ricordati di Fiodor.

Grande! Aspetta che gli watsappo. (prende il cellulare e registra un messaggio vocale) Ciao Topo,

stasera sei a cena da me, i vecchi hanno un ospite quindi mi hanno detto di invitarti.

Vieni vestito tranquillo, niente vestiti eleganti o cose simili, c’è anche Maddi che dobbia -

mo fare una cosa, poi ti spiego. Ciao.

Ma lo chiami ancora “Topo”?

Sì, ma solo quando siamo soli. Davanti agli altri mi riduco a un più ordinario “amore”.

Topo gli sembrava poco virile.


Ridono ed escono entrambe da sinistra. Rientrano Teodor e Coralia.


Teodor

Coralia


Aspettami qui. Io torno subito poi andiamo da Casian.

Va bene.


Teodor esce da sinistra mentre Coralia si siede. Poco dopo rientrano Iacob ed Estera.


Estera

Coralia

Estera

Coralia


Prego attenda qui, appena il professore si libera tornerò a chiamarla. (vede Coralia)

ciao Coralia. Come stai?

Bene grazie. E tu?

Bene, anche se qui è sempre un manicomio. Ora scusa, devo andare. (esce)

Ciao Estera.


Ah,


Iacob si muove a caso per la scena lui e Coralia si squadrano per un attimo poi tornano a guardare ognuno avanti a se.

La scena si ripete per un paio di volte prima che Coralia parli.


Coralia

Iacob

Coralia

Iacob

Coralia

Iacob

Coralia

Iacob

Coralia

Iacob

Coralia

Iacob

Coralia

Iacob

Coralia


Buongiorno.

Buongiorno a lei signorina.

Il suo viso mi è vagamente familiare. Ci siamo forse visti in qualche altra location?

Devo ammettere che anche io ho la stessa sensazione. Come un deja vu. (esita) Aspetti:

lei ieri era nel negozio di animali. Non è vero?

Sì, quello del centro commerciale.

Si, proprio quello; anche se, a onor del vero, è un negozio indipendente. Lei ha un ani -

male?

Lei corregge sempre le persone?

Mi scusi, non era mia intenzione sembrarle scortese.

E, comunque, anche se ero lì, non vuol dire che debba necessariamente avere un anima-

le.

Ah, capito.

Cosa c’è da capire?

Nulla di che, volevo dire: ho capito che, forse, era lì solo di passaggio. O per un qualsiasi

altro motivo che non sia il fatto di possedere un animale.

Lei parla sempre in questo modo così ricercato?

Come ha detto scusi?

E’ un avvocato?


Rientra Teodor.


Iacob

Teodor

Iacob

Teodor

Iacob

Teodor

Iacob

Teodor

Iacob

Coralia

Iacob

Teodor

Coralia

Teodor


No, sono un giornalista.

Buongiorno. Lei è il signor Tataru? Il giornalista che deve intervistare mio padre?

Sì, sono io.

(eccitato stringe la mano a Iacob) Molto piacere, io sono Teodor Eminescu. Octav è mio pa-

dre.

Molto piacere Teodor, se non è un problema sarei felice di rivolgere alcune domande

anche a lei e… ha fratelli? Sorelle?

Sì ho una sorella minore, si chiama Ana.

Ah, sì. Credo di averla già intravista.

E lei è la mia fidanzata, Coralia.

Molto piacere, signorina. (a Teodor) Stavo giusto scambiando un paio di chiacchiere con

la sua signora. Casualmente ci eravamo già incrociati ieri al negozio di animali.

Lei possiede un animale?

...no, in effetti, neanche io ne possiedo uno. Ero lì per conto di un amico. Stavo com-

prando del cibo per il suo cane.

(a Coralia) Darling, stasera dobbiamo fermarci qui. Avvisa i tuoi amici che ci vedremo

domani.

Qui? E Casian? Lui doveva venire con noi. Non possiamo farlo andare da solo con i

miei amici, non li conosce.

Ho già risolto l’issue: Casian sta arrivando, cenerà qui anche lui.


Rientra Octav. Subito dopo rientrano anche Ana e Madalina.


Octav

Iacob

Octav


Signor Tataru, la prego di scusarmi. C’è stato un intoppo con un collega dell’università.

Temo che mi dovrò assentare per qualche minuto. La pregherei di attendere qui il mio

ritorno. Colgo intanto l’occasione per dirle che io e la mia famiglia avremmo piacere di

ospitarla a cena questa sera.

La ringrazio, devo solo contattare l’albergo.

Aveva forse altri programmi?


Iacob                   No, però non ho ancora effettuato l’accettazione. Devo verificare che sia possibile farlo

anche se arrivo dopo cena.

Octav                  Bene, la pregherei di verificare, nel caso fosse necessario mio figlio potrebbe accompa-

gnarla all’albergo per poi riportarla qui per la cena. Mia moglie ci tiene molto.

Iacob                   Vi ringrazio, siete molto gentili.

Octav esce, Iacob comincia ad armeggiare col cellulare ma immediatamente assume un’espressione imbarazzata. Ana e Madalina osservano la scena e ridacchiano.

Iacob                   Signor… Teodor… avrei da chiederle un piccolo favore.

Teodor                La prego, Teodor va più che bene. Senza alcuna honorific.

Iacob                   Ah… bene, come le dicevo, avrei bisogno di chiederle un piccolo favore.

Teodor                C’è un issue?

Iacob                   Come ha detto? Scusi?

Coralia                Lo perdoni: ha la mania di parlare inglese. Le ha chiesto se c’è un problema.

Iacob                   Ah, capito. Ebbene sì. Provo un’immensa vergogna ma… non ho con me il numero

dell’albergo. Avevo pensato di recarmi di persona a fare l’accettazione, quindi non avevo

previsto la necessità dover telefonare prima del mio arrivo. Purtroppo non ho internet

sul telefono, ho finito i dati.

Teodor                Va bene, scusi, però non ho capito cos’è che deve accettare.

Coralia                Amore! Sveglia! Quando arrivi in albergo devi presentarti, farti registrare e farti dare le

chiavi della stanza.

Teodor                Ah! Deve fare il check-in.

Iacob                   Sì, ma devo telefonare per chiedere se c’è un limite di orario.

Teodor                Yes, il check-in time. Allora, (prende il cellulare dalla tasca) dov’è la sua accommodation?

Iacob                   (leggermente spazientito) Accommodation… Ah, sì. Excelsior, Grand Hotel Excelsior.

Ana e Madalina cominciano a trafficare con i rispettivi smartphone.

Teodor                Oh, guarda. Ho la inbox full. Può attendere solo un attimo?

Iacob                   Prego, ci mancherebbe. Come disse Enrique Baltanas, un poeta spagnolo: Il tempo, sulla

meridiana solare, si ferma cortesemente un attimo per lasciare passare una nuvola.

Teodor                Ah, bella questa. Giusto il tempo di fare un po’ di trouble shooting e torno a lei.

Mentre Coralia scuote la testa, Ana e Madalina escono da destra ridacchiando.

Coralia                (prende il suo cellulare, lo avvicina al viso come fosse un microfono poi parla a voce sostenuta) Grand

Hotel Royal.

Iacob                   Excelsior, Grand Hotel Excelsior.

Coralia                Lei corregge sempre tutti?

Rientra Alida.

Alida                    Ana? Ma dove si è cacciata. (nota Iacob) Oh, buongiorno. Lei è…

Iacob                   Iacob Tataru, sono qui per l’intervista al professore.

Alida                    Molto piacere signor Tataru, Alida. Sono la moglie. Accidenti lei è molto giovane.

Iacob                   La ringrazio. Piacere mio signora.

Alida nota Teodor indaffarato al cellulare.

Alida                    Teodor?

Teodor                (senza staccare lo sguardo dal telefono) Sì, mamma. Solo un attimo. I’m a little busy.

Alida comincia ad accarezzare i capelli di Teodor che immediatamente si volta verso di lei.

Teodor                (vagamente terrorizzato) Sì, mamma?


Alida non risponde e indica con la mano Iacob che reagisce con imbarazzo.


Teodor

Coralia


Ah, sì. Stavo giusto… come ha detto che si chiama l’albergo?

Grand Hotel Royal.


Iacob comincia a guardare tutti con preoccupazione. Rientrano Ana e Madalina sempre ridacchiando.


Alida

Ana

Madalina

Ana

Alida

Ana

Teodor

Iacob

Alida

Iacob

Alida

Teodor


Ragazze ma dove eravate finite?

Eh… siamo andate…

A chiamare Fiodor.

Sì, è vero.

E dovevate uscire di casa per chiamarlo?

Non volevamo disturbare. Avete chiamato l’albergo?

Non trovo l’albergo.

Guardi, non credo sia un problema. Magari faccio un salto veloce, lascio i documenti e

torno qui. Tanto il professore non sarà qui prima di mezz’ora, credo.

Non direi proprio. Il negozio… oh, mi scusi, il collega di cui parlava mio marito abita

qui vicino e mio marito mi ha detto che era una cosa di pochi minuti.

In effetti ha detto così anche a me.

Mi creda, è meglio per lui che sia una cosa da pochi minuti. Nel frattempo posso offrirle

qualcosa per ingannare l’attesa? (lancia un’occhiataccia a Teodor) Eh, Teodor?

Sì, stavo giusto per chiederglielo anche io.


Alida fissa Teodor poi prende Iacob a braccetto e lo porta fuori scena da sinistra seguita da Ana e Madalina


Coralia

Teodor


Sempre attaccato a quel giocattolo!

Eh… (suona il campanello) deve essere Casian. (si affretta verso la quinta di destra)


Rientra Ilinca.


Ilinca


Coralia, Alida mi ha chiesto di venirti a chiamare. Ha detto di accomodarti a prendere il te con noi.


Rientrano Octav e Teodor.


Octav

Teodor

Octav

Ilinca

Octav

Teodor

Octav

Teodor

Octav

Teodor

Octav


Dov’è il signor Tataru?

E’ di là con mamma.

Oh, meno male. (Estrae da sotto la giacca un grosso coltello) Ma tu guarda se…

(terrorizzata afferra Coralia per il braccio) Vieni Coralia, Alida ci vuole di là per il te. (esce da

sinistra trascinando Coralia)

Oggi i nostri vicini si comportano in modo molto strano.

Ma cosa ci devi fare con quel coltello?

E’ di tua madre. L’aveva portato ad affilare in un negozio qui vicino. Le serve per la gri-

gliata.

Ah! Stasera è griglia time. Devo ringraziare Iacob.

Tataru! Signor Tataru.

Sì, ok. Ma perché tenevi il coltello nascosto?

Figlio mio, sono un docente di letteratura. Aggirarmi per la strada con in mano un col-

tello di tali dimensioni non mi si confà. Anzi, provvedi tu a consegnarlo a tua madre e

non dire che ero uscito per questo motivo. Mi raccomando.


Mentre Teodor si avvia verso la quinta sinistra dalla stessa rientra Iustinian.


Iustinian Teodor Octav Teodor Octav


Oh, ciao Teodoaaah! Cosa fai con quel coltello in mano?

Serve per stasera.

Ah, Teodor. Tieni, dai questa bottiglia a Estera. Dille che la metta nel ripostiglio e non la

faccia toccare a nessuno.

What’s that?

Ehm… ţuică. Sì, una bottiglia speciale che devo consegnare a un collega.


Teodor Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian Octav Iustinian Octav


Va bene. (esce)

Octav, Alida mi ha chiesto… perché ha visto il signor Iataru.

Tataru.

Sì il poeta. Quello che ha il cognome come il tuo.

No, Iustinian caro, ascolta...

Sì, insomma. Devi venire di là, tua moglie si sta… andiamo.

E sia. Andiamo.

(fermandosi al limite della scena) Octav, posso farti una domanda?

Certamente amico mio.

Che ţuică è quella che hai dato a Teodor? Perché vorrei fare un regalo a un amico…

Mmm, non credo che quella ţuică faccia al caso tuo caro Iustinian.

Non è buona?

Ecco, dunque. Diciamo che è buona… da morire. (ride) No, in verità non era ţuică. E’

veleno per topi ma non dire nulla a nessuno. Dai ora andiamo altrimenti mia moglie po-

trebbe alterarsi.


Escono. Suona il campanello. Estera attraversa la scena da una quinta all’altra poi rientra con Casian e Fiodor.


Estera

Casian

Fiodor


Aspettate qui, vado a chiamare Ana e Teodor.

Grazie Estera.

Grazie.


Rientra Ana, è euforica.


Ana

Fiodor

Ana

Casian

Ana

Casian

Ana

Casian

Ana

Casian

Teodor

Casian

Teodor

Casian

Coralia

Casian

Teodor

Ana


Ciao Topo! Abbiamo una…

Ana!

Ah, ciao Casian. Ceni con noi?

Sì, mi ha detto tuo fratello che stasera è grill time.

Sì, c’è un giornalista che è venuto a intervistare il prof e mamma ha deciso di farlo fer -

mare a cena. (a Fiodor) E tu amore devi darci una mano.

A fare cosa?

Madalina è andata. Lo ha visto e non ha capito più niente.

E io che c’entro?

Ora ti spiego. (a Casian) Casian, mio fratello e Coralia sono di là che se la contano coi

miei e con il giornalista.

Ah, bene allora vado… (vede Teodor e Coralia che rientrano) Ah eccoli qui.

Casian! Ciao, mettiti comodo io e Coralia torniamo subito.

Dove andate?

A comprare il dolce per stasera.

Aspetta vengo con voi.

No Casian, devi restare qui a trarre in salvo il giornalista.

Perché?

Non darle retta, fra un po’ arriva qua; fai un po di public relations per la famiglia

Eminescu. Ora noi andiamo. (ad Ana) Ana, hai lasciato Maddi di là da sola.

Sì, ora andiamo.


Ana esce da sinistra trascinando Fiodor, Teodor e Coralia escono da destra. Subito dopo rientrano Octav, Iustinian e Ia - cob, quest’ultimo è visibilmente provato.


Octav

Casian

Octav

Casian


Buongiorno Casian, ti hanno lasciato solo?

Teodor e Coralia sono usciti per fare una commissione. Mi hanno detto che lei deve es -

sere intervistato.

Sì, infatti. Permettimi di presentarti il signor Iacob Tataru. Giornalista presso Emoții

Literare.

Molto piacere, signor Tataru.


Iacob fissa il vuoto e non risponde. Casian guarda Octav.


Octav


Nulla di cui avere a preoccuparsi, Casian. Giungiamo dal giardino ove fino a pochi istan-ti fa Alida e la moglie di Iustinian stavano intrattenendo una conversazione con divaga-zioni su temi vari alla quale aveva preso parte anche il signor Tataru.


Casian osserva Iacob con imbarazzo.


Iustinian Octav


Ehm, sì. Il signor Tataru ha contraddetto… non era della stessa opinione… ma come

tutti… cioè succede che… non è che si può pretendere… e… mia moglie…

In altre parole il signor Tataru ha… come dire… assistito ad una fase di eccessiva loqua-

cità da parte della signora Ilinca.


Iustinian, imbarazzato, guarda in basso. C’è un attimo di silenzio poi Iacob si ridesta dal torpore e comincia a guardarsi attorno.


Iacob

Casian

Iacob

Casian

Octav

Iacob

Octav

Casian

Iacob

Octav

Iacob


Scusatemi, devo essermi distratto un attimo. Ma non eravamo in giardino? Ah, no. Scu -

satemi. Ricordo che si era optato per fare l’intervista qui in salotto alla presenza del si-

gnor Iustinian. (nota Casian) Buongiorno, la prego mi dica che non ci siamo visti prima.

No, don’t worry. Io sono una new entry.

Ah, molto piacere. Io sono Iacob Tataru. Lavoro per la rivista Emoții Literare. Sono qui

per intervistare il professor Eminescu.

Sì, il professore me l’aveva appena detto.

Suvvia signor Tataru, se lei è d’accordo, io comincerei l’intervista. Giusto perché la sua

visita non sia vana.

Certo, se non è un problema per i suoi ospiti, à la guerre comme à la guerre.

In verità Iustinian ha espresso personalmente il desiderio di presenziare all’intervista e il

giovanotto ci lascerà non appena arriverà mio figlio. Casian, spero possa farti piacere as-

sistere all’intervista mentre attendi il ritorno di Teodor.

No problem, professore.

Bene, allora possiamo cominciare. Non le dispiace se accendo un registratore, vero?

Prego, nessun problema.

Grazie. (comincia a cercare nelle tasche senza trovare nulla) Devo averlo lasciato nella giacca.


Iacob si alza e si dirige verso l’appendiabiti dove riprende la ricerca del registratore. Rientra Estera.


Estera

Octav

Estera

Octav

Estera


Professore, sua moglie chiede se può andare di la.

Andare di la? Ma ha forse smarrito il senno della ragione? Ho ancora nelle orecchie l’eco

della sua voce che mi ordina di venire qui per l’intervista che stava, peraltro, per avere

inizio non foss’altro per un lieve inconveniente che sta forzando il suddetto inizio a un

inatteso posticipo. Ritengo, a ogni modo, di doverti dire che l’accogliere la richiesta della

signora mi pare quantomeno poco elegante nei confronti dei nostri ospiti; in particolar

modo quelli del signor Tataru.

(dopo un attimo di esitazione) … ehm ecco, io… credo… vedo che non si sta alzando quin-

di non andrà da sua moglie.

Ebbene no. Forse che non sono stato abbastanza chiaro?

No, no, no. Chiarissimo. (si volta verso la quinta di sinistra e fissa nervosamente la via di uscita

poi prende un lungo sospiro ed esce).


Dopo l’uscita di Estera i presenti restano tranquilli ma in silenzio. Iacob, che ha osservato la scena mentre si trovava vici-no all’appendiabiti, torna a sedersi imbarazzato.


Iacob

Octav

Iacob

Octav


Professor Eminescu, se crede io posso attendere.

Ci mancherebbe, mio caro. Il suo tempo è prezioso l’attesa per la sua intervista si è pro -

tratta oltremodo. A proposito, è riuscito a contattare l’albergo?

Ah, è vero. A pensarci bene, stavo per farlo poi un contrattempo mi ha fermato.

Vuole riprovare adesso, voglio dire: prima che l’intervista abbia inizio.


Iacob                   Sì, solo che non ho modo di trovare il numero di telefono. (estrae dalla tasca il cellulare) Ul-

timamente ho problemi con la connessione internet e non ho il numero nemmeno tra le chiamate recenti perché avevo prenotato dalla redazione. Semmai dopo faccio un salto.

Casian                 Accomodation?

Octav e Iustinian guardano Casian.

Iacob                   Grand Hotel Excelsior.

Casian                 Un attimo che faccio una search.

Iustinian            Cos’è che fa?

Iacob                   Una search, è un termine inglese che tradotto in romeno vuol dire “ricerca”.

Octav                  Ormai, caro Iustinian, i giovani parlano così.

Rientra Estera furiosa.

Estera                 Iustinian, c’è tua moglie che ti vuole di là.

Octav                  Estera! Ma come…?

Estera                 Professore, io me ne vado! Non ce la faccio più!

Iustinian si alza ed esce da sinistra. Estera si dirige verso quella di destra e si ferma un attimo prima di uscire.

Estera                 Domani torno a prendere la mia roba.

Octav                  Aspetta Estera, aspetta. (si alza e si avvicina a Estera) Posso sapere da dove ha origine tanta

disperazione?

Estera                 Io, io, non ce la faccio più.

Octav                  Sì, credo che questo tu l’abbia già detto. Ma non ce la fai più a fare cosa?

Estera                 Professore, qui è difficile, io non capisco mai quando mi parlate, la signora non parla e

pretende che io esegua gli ordini ma io non la capisco. Suo figlio parla una lingua strana e sua figlia… oh, io non ce la faccio più! Me ne vado.

Octav                  Hai ragione Estera, purtroppo i miei famigliari non possiedono delle grandi doti comu-

nicative e nemmeno sembrano sforzarsi più di tanto a rendere più comprensibile ciò che

dicono. Credo, però, che possiamo provare a parlare e trovare il modo di accomodare

tutti.

Casian                 Servono altre camere di albergo?

Octav ed Estera rispondono assieme.

Octav                  No Casian, grazie.

Estera                 Sì Casian, grazie.

Octav                  Aspetta Estera, vieni, accomodatati qui con noi.

Estera                 Ma professore, io…

Octav                  Suvvia, te lo sto chiedendo io. Vieni.

Estera                 Mi scusi professore ma preferisco parlare qui, se proprio vuole.

Octav                  E sia. Perdonami un secondo. (si avvicina a Iacob) Signor Tataru, la prego di scusarmi; ho

un piccolo contrattempo da risolvere.

Iacob                   Prego faccia pure. Intanto io chiamo l’albergo.

Octav                  Perfetto.

Octav torna verso Estera mentre Casian si avvicina a Iacob mostrandogli il cellulare. Durante il dialogo tra Octav ed Estera Iacob farà una telefonata senza ottenere risposta.

Octav                  Allora: posso sapere qual’è stata la causa scatenante di tanto disappunto?

Estera fissa il professore imbarazzata.

Octav                  Non hai capito vero?


Estera scuote il capo singhiozzando.


Octav

Estera

Octav

Estera

Octav

Estera

Octav

Estera

Octav

Estera

Octav

Estera

Octav

Estera


(dopo un lungo respiro) Estera, cosa ti ha detto mia moglie?

Lei mi aveva detto di andare a chiamare il signore allora io ho chiesto alla signora di qua-

le signore stesse parlando, allora la signora ha detto: “Ossignore! Quanta pazienza” e…

e allora…

E allora?

Professore, quando la signora ha parlato di pazienza io ho creduto che parlasse di lei.

(leggermente risentito) E invece?

E invece voleva che io venissi a chiamare il signor Iustinian. Ma io come facevo a capir-

lo?

Tutto qui?

(scuote la testa) Quando sono tornata ho detto alla signora: “Signora, il signore non vuole

venire ma non ho capito perché. Il signore ha detto qualcosa ma quando parla lui io non

lo capisco. Credo che c’entri l’altro signore dell’intervista.” E sua moglie si è infuriata e

mi ha detto che non capisco nulla.

E per una simile inezia tu volevi licenziarti?

Ma signore!

(abbraccia Estera) Estera, cara. Fammi il piacere. Vai nella tua stanza e ritieniti libera di re-

starci finché non ti sarai calmata. Ora parlo io con la signor… ehm, con mia moglie.

Grazie signore.

Di nulla Estera, anche se preferirei essere chiamato professore.

Si signore. (si avvia verso la quinta di sinistra e si ferma davanti a Casian e Iacob) Signori. (esce)


Octav si avvicina a Iacob e Casian, quest’ultimo si sposta di nuovo per fargli posto. Iacob si alza e si allontana tenendo il cellulare vicino all’orecchio.


Casian

Octav

Casian

Octav

Casian

Iacob

Octav

Iacob

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav


Professore?

Sì, Casian?

Posso chiederle cos’è successo prima al signor Tataru?

Prima… ah, sì. Mah nulla di che, la moglie di Iustinian. Tutto lì.

Perché? Cosa… (Iacob torna indietro e Casian si interrompe fingendo di non aver iniziato alcun di-

scorso)

Ma che strano. Pare che qualcuno abbia annullato la mia prenotazione.

Davvero? Ma come è possibile?

Ho contattato l’albergo per dire che sarei rientrato tardi ma mi hanno detto che qualcu -

no dalla redazione ha chiamato dicendo che non c’era più bisogno della camera.

(rientrando furiosa) Estera?

Tesoro, Estera ha preso congedo dietro…

(urlando) ESTERA!

Alida, tesoro mio, forse sarebbe il caso…

Octav, per favore.

Calmati, cara. Estera non è qui e io vorrei parlarti.

Allora, ascoltami bene. Sto preparando una cena, Estera è sparita, tua figlia non si degna

di darmi una mano. ESTERA!

Alida, ora parlo io con Ana. (a Iacob) Signor Tataru, la prego di scusarmi ancora un atti-

mo. (ritorna a parlare ad Alida) Andiamo di là, c’è un problema di cui ti devo parlare.


Escono Octav e Alida. I presenti rimangono in silenzio per qualche secondo.


Iustinian Iacob Iustinian Iacob Casian


Lei è molto giovane signor Tataru. Posso chiederle… sempre se…

Ventidue.

Oh mio Dio. E’ così giovane.

La ringrazio, di fatto ho cominciato da poco a lavorare. Sa, gli studi.

Ha conseguito degrees? Masters?


Iacob Casian Iacob Iustinian Casian Iustinian


Si ho una laurea in lingue moderne. Adesso lavoro come praticante presso la rivista

Emoții Literare. Questa ricerca è il primo lavoro giornalistico che faccio. Molti mi han-

no detto che è presto ma Mark Twain dice che il segreto per farsi strada è iniziare.

Ha detto ricerca? About what?

Famiglie con cognomi celebri e il loro rapporto con la fama degli avi.

(si alza e comincia a muoversi nervosamente) Casian, posso chiederti come mai sei qui?

Sure, mi ha invitato Teodor. (a Iacob) Mi hanno detto che devo trarla in salvo ma non so

da cosa.

Lo so io da cosa!


Iacob e Casian si voltano verso Iustinian incuriositi.


Iustinian Iacob Iustinian Casian Iustinian Iacob Iustinian Iacob Iustinian Casian Iustinian Casian Iustinian Iacob Iustinian Casian Iustinian


(torna al suo posto e assume un atteggiamento circospetto) Iacob… volevo dire… signor Tata-

ru…

Va benissimo Iacob.

Per favore! Non perdiamoci in certe… lei come mai è… io e mia moglie le avevamo

detto… Casian. Ora so che tu… perché semi dici che ti ha invitato Teodor.

Scusi ma non capisco.

Allora, oggi ero qui… perché ogni tanto passo a salutare e… perché tra vicini di casa…

cioè io non c’entro con…

Si sta per caso riferendo…

Ssss! Zitto! Loro non devono sapere che lei sa!

Iustinian, mi creda.

Faccia attenzione a quando comincia a parlare in maniera strana. Fa sempre così prima

di commettere un omicidio.

Un omicidio? Ma di chi sta parlando?

Ha preso del veleno per... Mi ha detto di non dire niente… ma io ho capito tutto.

Veleno?

Si per topi.

Magari ci sono dei topi in casa, sa com’è: hanno un giardino…

Sta forse scherzando? Se Alida trovasse un topo in questa casa lo ucciderebbe subito.

Allora, quel veleno per chi è?

(fissa Iacob) Dopo l’intervista.


Rientrano Alida Octav e Ilinca.


Casian Alida Octav Alida Octav Alida Octav Iacob Octav Iacob Alida Ilinca Iacob Ilinca Iustinian


Dopo l’intervista? Che succede dopo l’intervista.

Una bella cena, Casian. Se sei qui sicuramente Teodor ti ha invitato e se non lo ha fatto

lui.

Ti invitiamo noi.

Era sottinteso, Octav.

Scusami tanto, è che proprio non ce la faccio. È più forte di me.

Sì, lo so.

Mio caro signor Tataru, le dispiace se durante l’intervista non saremo soli?

A me non crea alcun problema il fatto di non essere soli, sempre che non ne crei agli al -

tri presenti.

Spero di no, vede, mio caro, al momento questo pare essere l’unico locale agibile in tutta

la casa. A meno di non includere altri punti della stessa normalmente considerati più pri -

vati. Lei mi intende nevvero?

Ma certo professore.

Infatti, Estera, la nostra governante, sta lavorando nella sala da pranzo quindi.

Signor Tataru, anche lei insegna letteratura?

(si irrigidisce) N-no, io sono… un giornalista. Da poco.

Da poco? Suvvia giovanotto, non si butti giù. Va bene essere modesti ma…

No, cara. Il signor Tataru voleva dire…


Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iacob Ilinca Iacob Ilinca


Iustinian, perché mi devi sempre interrompere appena comincio a parlare?

Io volevo solo dirti che…

Tu hai il brutto vizio di interrompere le persone mentre parlano!

Sì, ma…

Io non so cosa devo fare con te. Lo capisci che devi lasciare spazio anche agli altri? Che

anche gli altri devono esprimere la loro opinione?

Ilinca, amore…

Se non fai parlare le altre persone non c’è dialogo, è come se parlassi da solo. Allora se

vuoi parlare da solo ti metti in una stanza vuota e parli da solo perché, se mi permetti, è

abbastanza snervante parlare con qualcuno che ti interrompe in continuazione.

Il signor Tataru…

Il signor Tataru è troppo modesto, ma secondo me sbaglia, perché questo modo di pre -

sentarsi alle persone potrebbe sembrare solo patetico, insomma se uno fa il giornalista fa

il giornalista e basta, non bisogna mai giudicarsi da soli, bisogna sempre lasciare che sia-

no gli altri a dire se siamo da poco o no. (a Iacob che, nel vederla rivolgersi a lui, si irrigidisce

nuovamente) Iacob, mi permetto di darti del tu perché ti vedo molto giovane, credimi: io

capisco che tu sei veramente modesto ma ti garantisco che non saranno tutti comprensi-

vi come me nei tuoi confronti. Io, per esempio, ascolto sempre chi mi parla. Sono una

persona di mente aperta e comprensiva. Mio marito, come hai potuto vedere, ha questo

brutto vizio di interrompere sempre chi gli parla come se l’unico che abbia diritto a par-

lare sia lui. Ma così non c’è conversazione, non c’è confronto. Mi hai capito?

Certamente.

Scusa se ti ho parlato così schiettamente ma io sono così, quando vedo una persona in

difficoltà non ce la faccio a non andare in suo aiuto. (Iacob cerca l’aiuto di Octav con lo sguar-

do) No, non guardare il professore. Guarda che non ti sto criticando, io lo dico per te.

Tirati su, alza la testa. Tu vali, non nasconderti dietro la tua modestia. Sii forte e non rin-

negare il tuo valore. Io ti parlo come una mamma al figlio. Mi prometti che d’ora in poi

ti mostrerai più sicuro di te?

Io ho conseguito la laurea a pieni voti in lingue moderne, prima ancora di terminare

l’università sono stato contattato dalla rivista Emoții Literare per la quale sto terminan-

do il praticantato da giornalista. L’intervista al professor Eminescu è il mio primo lavoro

giornalistico. Il “poco” a cui facevo riferimento prima, altro non era se che una misura

di tempo.

(dopo un attimo di esitazione) Be’… le faccio i miei complimenti.


C’è un attimo di silenzio in cui ognuno guarda fisso avanti a sé.


Ilinca

Alida

Ilinca

Alida

Ilinca

Alida


(Alzandosi) Scusate devo bere qualcosa.

Ilinca aspetta...

Non ti preoccupare, chiedo a Estera.

Non credo sia il caso...

Alida, è solo un bicchiere d’acqua. Non ti preoccupare. (esce da sinistra)

Probabilmente è…


Da fuori scena giunge il rumore di un tonfo e di vetri infranti.

Alida                    (nervosa) Ecco! Lo sapevo!

Tutti i presenti, allarmati, escono di scena da sinistra. Poco dopo rientrano Ana con Fiodor e Madalina. Ana e Madali - na siedono sulle sedie al centro della scena, Fiodor siede a sinistra.


Madalina

Ana

Fiodor


Ma sei sicura?

Sì, l’importante è che non diciamo nulla. La vecchia è fissata con la pulizia,

che il giornalista e gli altri due sappiano che c’è quel coso schifoso qui.

Ma se volete ci penso io.


non vuole


Ana

Fiodor

Ana


Topo, lascia stare. I vecchi sono ancora furiosi per il vaso che hai rotto quando volevi

uccidere quella zanzara.

Va bene, ma piantala di chiamarmi topo.

Amore non stressare. Tanto lei lo sa che per me sei Topo.


Ana e Madalina ridacchiano mentre Fiodor si irrigidisce.

Da sinistra rientra Alida seguita da Octav e Iustinian che sorreggono Ilinca.


Octav Iustinian Ilinca Alida Ilinca Alida Ilinca Alida Ilinca


Ilinca, permettimi di accompagnarti all’ospedale. L’incidente si è verificato nella mia

casa, te lo devo.

Ma no, non credo sia… anche perché sembra una cosa leggera

Mi fa solo un po’ male… Alida.

Dimmi cara.

Perché non mi hai detto che il pavimento è bagnato?

Ilinca, io ci ho…

Mi hai fatto andare in cucina.

Estera aveva appena finito di…

Perché mi hai fatto camminare sul pavimento bagnato? Volevi uccidermi?


Octav e Alida si guardano stupiti.


Iustinian Octav Iustinian


No, non fateci caso. Sarà la botta.

Se mi posso permettere, direi che un controllo sarebbe più che opportuno.

Giusto, meglio farla sedere… un po’ di riposo…


Octav e Iustinian si osservano per un attimo poi si muovono in direzioni opposte. Poi parlano sovrapponendosi.


Octav Iustinian


Vuoi farla sedere?

Dove la vuoi portare?


Si muovono nuovamente in direzioni opposte ma contrarie alle precedenti.


Ilinca

Octav

Ilinca

Octav

Ilinca

Iustinian

Ilinca

Ana

Alida

Ana

Octav


Volete uccidermi?

Portiamola all’ospedale.

Per favore, non mi sono fatta niente. Ho solo battuto la caviglia e la testa ma sto bene.

Ilinca, mia cara, credimi…

Non vi preoccupate, sto bene. E’ solo una caduta, niente di che. Non mi sono rotta nul-

la. A chi non è mai capitato di scivolare su un pavimento inspiegabilmente bagnato? (fis-

sa Iacob) Non c’era un’intervista in corso?

Sì, confermo che… ve lo dico io…

Ho solo bisogno di mettere qualcosa di asciutto, vieni Iustinian. (si avviano verso la quinta

destra) Torniamo subito.

Ma’, cos’ha visto Ilinca?

Cosa NON ha visto, semmai. (esce da sinistra)

Chi la capisce a quella?

ANA!


Rientrano Iacob e Casian, Madalina nel vedere Iacob si incanta, Ana non se ne accorge.


Fiodor

Ana

Casian

Ana

Casian

Ana

Iacob


Maddi? Tutto bene?

Allora, Maddi. Capito? Non dire nulla. Dopo l’intervista mio padre lo fa secco. (segue lo

sguardo di Madalina e nota la presenza di Iacob) Ah, signor Tataru. Casian? Ma vi conoscete?

No, ci siamo trovati qui. Tuo fratello mi ha detto che stasera è grill time.

Che?

Fate una grigliata.

Ah, sì. Ci sarà anche il signor Tataru.

Vi prego, chiamatemi Iacob.


Madalina

Casian

Madalina

Ana

Iacob


Iaaacooob.

Sì, dai. Il nostro reporter is one of us. Ha ventidue anni.

Veentiduue.

Ma… per caso hai una fidanzata? Magari le vuoi dire di venire qui?

No, non sono fidanzato.


Madalina sviene e cade per terra.


Iacob

Ana

Fiodor

Ana


Oh mio Dio! Sta male?

No, tranquilli. Non è niente. (cerca maldestramente di sollevare Madalina) Maddi, ripigliati.

Ehm… Iacob, non è che potresti darmi una mano?

Aspetta, ti aiuto io. (si alza in piedi)

Levati dalle… no, è meglio di no. Fai fare a Iacob, mi sembra più… più… (a Iacob urlan-

do) Allora ti muovi?


Iacob imbarazzato si alza e mette Madalina a sedere sulla sedia. Ana spinge Iacob sulla sedia accanto a Madalina.


Ana

Iacob

Ana

Octav

Ana

Octav

Ana

Octav

Iacob

Octav

Iacob

Octav

Iacob

Octav

Iacob

Octav

Iacob

Octav


Stai qui, falla ripigliare.

Va… bene.

Pa’ ma Ilinca tutto ok?

Abbastanza, Ana. E il verbo essere? L’hai più sentito?

Ma cosa ho detto ora?

Cosa NON hai detto, semmai.

Che fai parli come la vecchia?

Giusto perché tu ne sia al corrente, figlia, la persona che tu hai testé indicato con l’appel-

lativo di “vecchia” risulta essere colei che ha avuto l’onere e l’onore di fare da tramite,

per conto di madre natura, affinché la tua presenza in questo mondo avesse inizio; non-

dimeno è la signora del sottoscritto da venticinque anni e, visto quanto detto, tu dovresti

mostrarti più rispettosa nei suoi confronti. Per quanto riguarda il modo di parlare, poi,

sarà meglio se, in futuro, preferissi il silenzio in luogo di certe diffamatorie affermazioni.

Io parlo. Chiunque altro in questa casa riempe e colma l’aria di inutili quanto inconclu-

denti versi. (a Iacob) Signor Tataru, lei stanotte è nostro ospite. Ho parlato a mia moglie

dell’inconveniente che le è accorso con l’albergo. Abbiamo convenuto sul fatto che lei

debba dormire da noi, tanto più che le abbiamo fatto perdere molto tempo.

Mah, veramente io…

Signor Tataru.

Professore.

A mia moglie non piace sentire rifiuti ai suoi inviti. Lei mi capisce. Vero?

Ehm… sì. (scuote delicatamente Madalina che comincia a risvegliarsi) Ad ogni modo la prego,

professore: mi chiami Iacob, l’ho chiesto anche ai ragazzi. E direi che potete darmi del

tu.

Iacob, io spero che tu possa scusarci. Oggi si sono susseguiti molti imprevisti.

Mi è venuta un’idea. Visto che questa notte sarò vostro ospite potremmo rinviare l’inter-

vista a domani.

È molto gentile da parte tua, Iacob. A proposito. Forse hai dei bagagli da prendere, for -

se vorresti fare una doccia.

Be’ in effetti non mi dispiacerebbe.

Ana, va da Estera e dille di preparare la stanza degli ospiti e dille anche che il nostro

ospite vorrebbe fare una doccia.


Ana e Madalina escono da sinistra ridacchiando.


Ana

Fiodor

Octav


(fuori scena) Topo! Vieni!

Scusate, credo che mi vogliano di là.

Sì, credo proprio di aver sentito mia figlia chiamare Fiodor.


Sorridono tutti tranne Fiodor che esce frettolosamente. Subito dopo suona il campanello, Octav si alza ed esce da destra per poi rientrare con Ilinca e Iustinian.


Octav Ilinca Octav Iustinian Ilinca Octav


Prego accomodatevi, sono contento che non sia successo nulla di grave.

No, solo un grosso spavento. Nulla di più.

Meno male, sai Alida aveva cercato di avvisarti…

Sì, gliel’ho detto anche io.

In effetti è così ma io proprio non ricordo che Alida mi abbia detto qualcosa.

L’importante è che non ti sia fatta male. (guarda Casian e Iacob) Orsù, tra non molto tor-

neranno mio figlio e la sua fidanzata; noi possiamo andare tutti in giardino, la cena si

svolgerà lì.


Buio.

Luce. La cena in casa Eminescu si è appena conclusa, la scena è vuota. Entrano Teodor e Coralia.


Teodor

Coralia

Teodor


Sono pieno. Anche stavolta ho esagerato.

Lo credo, hai mangiato più di tutti. Forse un po’ di movimento ti aiuterebbe a smaltire

un po’ di calorie. Andiamo a casa mia?

Amore, tu abiti a un isolato di distanza, quanto pensi di smaltire?


Coralia sorride e appoggia la testa sul petto di Teodor.


Teodor

Coralia

Teodor

Coralia

Teodor

Coralia


Guarda che ho capito cosa intendevi dire. Ma cosa facciamo abbandoniamo qui Casian?

Lo so, tra l’altro hai notato che stasera sembrava un po’ strano?

Yes, I’ve seen. Sembrava teso.

Già, non parlava neanche più inglese… lui.

Parla quella che ha chiamato Mickey Mouse il suo topolino.

Mickey! Già! Andiamo a vedere come sta.


Esce da sinistra trascinando Teodor per il braccio. Un attimo dopo rientrano Alida ed Estera.


Alida

Estera

Alida

Estera

Alida

Estera

Alida


Allora Estera, ascoltami bene: fai in modo che nessuno entri in cucina.

Ma guardi che adesso è asciutto.

Il topo Estera, il topo.

(spaventata) È lì?

Mio Dio, non lo so. Ma io spero che ci vada.

Ah.

Mi raccomando Estera. Dai, torniamo in giardino.


Escono entrambe da sinistra. Subito dopo rientrano Iustinian Ilinca e Casian.


Casian Iustinian Ilinca Casan Iustinian Ilinca Iustinian Casian Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian


Vi dico che è così, vogliono fare fuori il boyfriend di Ana.

Ieri Octav mi parlava... il giornalista.

Casian cosa ti fa pensare che sia Fiodor che vogliono eliminare?

Ce l’hanno con un topo. Ana chiama così il suo boyfriend Fiodor.

Oh mio Dio!

Cosa c’è?

Il veleno per topi!

So? Che vi dicevo?

La ţuică!

Amore la ţuică non è veleno per topi.

Ilinca, tesoro, io…

Caro, io ti dico sempre che è veleno ma…

Ascoltami…

Suvvia caro, è un modo di dire, perché tu esageri sempre. (a Casian) Gli dico sempre di

berne poca perché per lui è un veleno e lui cosa va a pensare? Che sia veleno per…

Ilinca!


Ilinca Iustinian Ilinca Iustinian Casian Iustinian Ilinca Casian


E’ per me? Sono io quella che vogliono uccidere?

Ma cosa…? Non hai capito…

No, caro marito, non sono io che non ho capito. Semmai sei tu che ti spieghi sempre

male. Quando parli tu non si capisce mai nien…

Hanno messo il veleno per topi nella ţuică!

E lei come lo sa?

Oggi pomeriggio Octav è uscito… poi è tornato… e aveva un coltello enorme. Teodor

ha detto che serviva per stasera… poi Octav ha tirato fuori una bottiglia e l’ha data a

Teodor… gli ha detto… però a me ha detto che era veleno per topi.

Dobbiamo stare attenti. I nostri vicini non sono la famiglia tranquilla che vogliono far

credere.

Forse è meglio se torniamo da loro. Chiunque sia la vittima designata dobbiamo salvarla.


Rientrano Teodor e Coralia.


Teodor

Casian

Coralia


Casian, there you are.

Ah, ehm, stavo facendo un paio di chiacchiere con i tuoi vicini.

Dai venite di la che c’è il dolce.


Teodor esce seguito da Coralia, gli altri si guardano terrorizzati poi escono a loro volta. Subito dopo rientrano Fiodor e Ana.


Ana

Fiodor

Ana

Fiodor

Ana

Fiodor


Topo, sei sicuro?

Sì, tranquilla ma piantala con sta storia del topo!

Ma non è che qualcuno si frigge al posto del topo?

Dovrebbero andare nel ripostiglio. Lì non ci andrà nessuno, non stasera. Hai messo il

formaggio dove ti ho detto?

Sì.

Allora siamo a posto. I topi vanno pazzi per i cavi della corrente!


Rientrano Octav, Alida, Iustinian, Ilinca, Casian, Iacob e Madalina.


Octav

Ilinca

Octav

Ilinca

Octav

Iustinian

Octav

Iustinian

Octav

Alida

Ana

Alida


Spero che riusciamo ad accomodarci tutti, certo in giardino la cosa sarebbe stata meno

problematica.

Ma sì dai qui si sta più caldi. In giardino c’era ancora l’odore della carne alla griglia, qui è

più… più… intimo.

(appoggia una mano sulla spalla di Ilinca) De gustibus.

(terrorizzata) Co-cosa?

De gustibus non est disputandum.

(si mette tra Ilinca e Octav) Fermo! Prima dovrai…

Iustinian tutto bene?

Eh… (cambia tono) prima dovrai spiegarmi cosa vuol dire questa cosa… la sento sempre

dire a tutti ma…

È latino. Significa: “Sui gusti non si discute”.

Servono delle... (ad Ana) Ana, per favore, vai a prendere tre o quattro sedie.

Dove?

(sarcastica) In garage!


Ana e Fiodor escono da destra, Alida non se ne accorge.


Octav

Alida

Octav

Alida

Octav


Alida, perché hai mandato Ana a prendere le sedie in garage?

Per favore Octav, non ti ci mettere anche tu.

Scusami ma non sarebbe stato, sotto un aspetto puramente logistico, chiederle di pren-

derle in cucina?

E secondo te io cosa intendevo?

Mah, non saprei; solo che, a giudicare dal fatto…


Alida

Octav

Alida

Iacob

Alida

Ilinca

Alida

Ilinca

Alida

Ilinca

Alida


Insomma Octav! Cosa vuoi dire?

Ebbene moglie, voglio dire che, a giudicare dal fatto che tua figlia è uscita di casa mi vie -

ne da dedurre che forse lei non abbia inteso la tua frase allo stesso tuo modo.

Octav, io con te non so proprio cosa fare!

Signora Eminescu, mi permetta di intromettermi. Credo che sua figlia sia andata vera-

mente in garage a prendere le sedie. È uscita da lì. (indica la quinta di destra)

No, io… (si alza e si dirige verso la quinta di destra, si ferma al limite della scena) torno subito.

Dai Alida, vado io a prendere le sedie.

NO! Lascia stare.

Non sarà ancora bagnato?

No, è che c’è… c’è… uffa c’è una trappola per topi!

In cucina?

No! Nel ripostiglio! Per favore Ilinca resta lì.


Alida esce da destra furiosa, Ilinca attende un attimo poi parla.


Ilinca

Iacob


Deve essere stanca, vado a prendere le sedie.

Signora, no.


Ilinca esce senza dare retta a Iacob.


Octav


Bene, credo che noi possiamo prendere posto. A breve ognuno di noi avrà una sedia per accomodarsi. Prego Iacob, accomodati.


Iacob si siede e dopo di lui siedono anche Casian, Iustinian e Octav. Madalina resta in piedi vicino a Iacob


Octav


Oh, perdonami Madalina, prego siedi pure… (Madalina si siede sulle gambe di Iacob) qui.


Octav si risiede. Da fuori scena si sente l’urlo di Ilinca. Tutti si alzano tranne Iacob che ha ancora Madalina sulle gam - be.


Iustinian Ilinca Octav


Ma cos’è successo?

(rientrando terrorizzata con una trappola per topi attaccata al piede)

piede! Iustinian muoviti toglimi questa cosa dal piede!

Fatela sedere.


Mio Dio che male! Il mio


Iustinian aiuta Ilinca a sedere poi si china e comincia ad armeggiare con la trappola senza riuscire a toglierla dal piede di Ilinca che continua a urlare. Rientrano Alida, Ana e Fiodor.


Alida

Ilinca

Alida

Ilinca

Octav

Alida

Octav

Alida

Octav

Ilinca

Alida


Ma cosa è successo?

Perché non mi hai detto della trappola?

Ma te l’ho detto! E ti avevo detto anche di restare qui.

(piangendo) No, tu mi avevi detto che era nel ripostiglio!

A onor del vero mi vedo costretto…

Octav! Lascia perdere, piuttosto vai a prendere qualcosa per sbloccare quest’arnese.

Tesoro ti dispiacerebbe essere più precisa?

Una sega!

Abbiamo una sega?

(terrorizzata) Cosa ci devi fare con la sega?

Octav! Vai a prendere la cassetta degli attrezzi! Quella scatola di plastica nera che non

usi mai! Muoviti!


Octav esce da sinistra.


Ana

Fiodor

Ana


Topo, di preciso quali fili hai… spostato?

Quelli dell’interruttore.

PAPA! Non accendere…


Da fuori scena si sente l’urlo di Octav, la luce in scena si affievolisce per un attimo e tutti guardano in su. Poco dopo Oc - tav rientra in scena barcollando in preda a intermittenti spasmi muscolari.

Octav                  È… è… questa? (mostra la cassetta degli attrezzi)

Alida                    Sì. Ma… cosa ti è successo?

Octav porge la cassetta ad Alida poi stramazza a terra. Tutti gli si avvicinano. Madalina si alza di scatto e raggiunge Ana e Fiodor, Iacob si avvicina a Octav.

Alida                    Octav!

Iacob                   (tocca il collo di Octav) Tranquilli, non è niente. Tiriamolo su.

Adagiano Octav su una sedia mentre lui si lamenta, Alida gli siede accanto preoccupata,tutti restano vicini a lui.

Ilinca                   Scusate, ma il mio piede?

Iustinian            Facciamolo sedere.

Ilinca                   Il mio piede.

Iacob                   Lasciamolo respirare.

Ilinca                   Perché nessuno mi ascolta? Il mio piede! Mi fa male!

Iustinian            Eccomi, amore.

Rientrano Teodor e Coralia.

Teodor                Ehi, ma cosa sono tutte queste urla?

Alida                    E voi dov’eravate finiti?

Iacob                   Mi scusi ma non credo che questo sia il momento. (a Teodor) Teodor, prendi qualcosa da

bere per tuo padre.

Teodor esce da sinistra.

Coralia                Ma cosa gli è successo? Lo abbiamo sentito urlare da sopra.

Fiodor                 Ha preso la scossa quando ha provato ad accendere la luce.

Tutti si ammutoliscono e guardano Fiodor.

Fiodor                 Ehm… era l’urlo tipico di chi prende la scossa.

Iacob                   Magari perché c’erano dei fili scoperti?

Alida                    E chi avrebbe lasciato i fili scoperti? E perché?

Iacob                   Direi che lasciato non è il termine adatto.

Coralia                Iacob, non resisti proprio. Devi sempre correggere tutti.

Iustinian            Qualcuno sa come sbloccare questa cosa?

Coralia                Ma, è una trappola per topi!

Ilinca                   Acuta osservazione! Almeno questa volta il signor Tataru non ti dovrà correggere!

Iacob si dirige pensieroso verso il fondale.

Casian                 Let me see. (si avvicina a Ilinca)

Ilinca                   Perfetto! È arrivato il top manager! Il manager dei topi.

Iustinian            Tesoro stai calma.

Ilinca                   Come faccio a stare calma? E’ la seconda volta che mi faccio male oggi!

Alida                    Perché è la seconda volta che non mi dai retta!

Ilinca                   Mi fa male il piede! Toglietemi questa cosa!

Alida                    Casian, per favore pensaci tu!

Ilinca                   (fissa Casian terrorizzata) Non mi toccare! Nessuno di voi mi deve toccare!

Teodor                (rientrando) Tieni daddy, un po’ di ţuică ti farà bene. Questa è speciale, risveglia anche i

morti.


Porge il bicchiere a Octav che comincia a bere.


Iustinian            No! Quella non è ţuică! È veleno per topi!

Octav sputa terrorizzato.

Octav                  Teodor, dove hai preso questa ţuică?

Teodor                Nel ripostiglio.

Octav                  Portatemi all’ospedale. Ho bisogno di una lavanda gastrica.

Buio. Al riaccendersi delle luci in sala non c’è nessuno ma ci sono in tutto nove sedie. Da sinistra entra Iacob con un trol - ley. Subito dopo entra Estera.

Estera                 Signor Tataru, cosa fa con la valigia?

Iacob                   Mi sto preparando per tornare a casa. Anche se… le dispiacerebbe radunare tutta la fa-

miglia qui?

Estera                 No, mi dia solo un attimo, li vado a chiamare.

Iacob                   Grazie. Ah, sa dirmi dove abitano il signor Iustinian e sua moglie?

Estera                 Abitano nella casa accanto, appena esce alla sua destra. Ma… posso chiederle perché?

Iacob                   Certo, mentre lei raduna la famiglia Eminescu io andrò a chiamare il signor Iustinian e

sua moglie. Ah, un’ultima cosa.

Estera                 Mi dica.

Iacob                   Dovrebbe dire a Teodor e Coralia di portare con loro il topo.

Estera                 Il topo?

Iacob                   Sì, gli dica così. Loro capiranno.

Estera                 E come mai?

Iacob                   Diciamo che… diciamo che voglio salutarli tutti.

Estera                 Va bene.

Estera esce da sinistra mentre Iacob esce da destra. Dopo qualche secondo entrano Octav e Alida.

Alida                    Stai meglio amore?

Octav                  Sì, cara. Oggi va meglio.

Entrano Ana, Fiodor e Madalina. Tutti e tre guardano in basso. Octav fissa Ana con aria severa.

Octav                  Buongiorno ragazzi.

AFM                    Buongiorno.

Octav                  (severo) Avete dormito… (Alida lo interrompe mettendogli l’indice sulle labbra)

Rientra Estera seguita da Teodor e Coralia che porta con sé una scatola.

Estera                 Il signor Tataru è andato a chiamare il signor Iustinian e sua moglie.

Octav                  Grazie Estera.

Estera esce da sinistra.

Octav                  Teodor, puoi spiegarmi perché tenevi della ţuică nel ripostiglio?

Teodor                E’ ţuică speciale, la fa il nonno di Casian.

Octav                  Bene, era giusto per saperlo.

Teodor                E tu cosa ci dovevi fare con il veleno per topi?

Iacob                   (rientrando) Doveva ammazzare Mickey Mouse.

Rientrano anche Iustinian e Ilinca, quest’ultima con le stampelle e un piede fasciato.

Iacob                   Buongiorno a tutti e grazie per esservi riuniti qui.

Alida                    Iacob, potresti essere più chiaro?

Iacob                   Certo, anche se devo ammettere che una tale richiesta fatta proprio da lei, signora Alida,

suona un po’ strana, come quando si dice: “Da quale pulpito viene la predica”.


Tutti guardano Alida, chi sorridendo chi con aria di rimprovero.


Iacob                    Per favore, accomodatevi. Come potete notare ci sono sedie per tutti.

Tutti si siedono sorpresi della presenza di tutte le sedie necessarie.


Iacob

Octav

Iacob

Octav


Professore, sta meglio?

Sì Iacob, grazie.

Bene. Pare che ci siamo tutti. Anche se, a voler essere precisi mancherebbe Casian, ma

come si dice spesso: “Questa casa non è un albergo.” Quindi è normale che ora sia a

casa sua, e io non ho ritenuto necessario incomodarlo. Dunque, signori. Ieri sono suc-

cesse tante cose, alcune divertenti altre un po’ meno. Ma, da osservatore esterno quale

sono, ho potuto notare una cosa: tutto quello che è successo ieri è dovuto alla frenesia,

all’ostinazione e talvolta alla presunzione di cui sono pregne tutte le parole, i discorsi, le

frasi che vengono pronunciate in questa casa… (si volta verso Iustinian e Ilinca) e anche in

quella accanto. Tutto è cominciato da un topo, un bellissimo esemplare di Rattus Nor -

vegicus, meglio conosciuto come Fancy Rat o, più semplicemente, come topo domesti-

co.

Che altro non è se non quell’animaletto chiuso nella scatola che tiene in mano Coralia.

Lo ha comprato l’altro ieri in un negozio di animali dal quale sono passato anche io, ci

siamo incrociati proprio alla cassa. Lì ho sentito che avete deciso di chiamarlo Mickey

Mouse. Un nome veramente originale. (reazione stizzita di Coralia) Sì, Coralia. Sono uno di

quelli che giudicano il nome che viene dato ai topi domestici. Ma, come puoi vedere, mi

metto in gioco. Non sto solo giudicando quello che hai fatto tu. Sto parlando, comuni -

cando, esprimendo dei concetti. Tu ti fermi alla prima di tutte queste cose. Di’ un po’

hai mai partecipato in maniera attiva a una discussione? O ti limiti sempre a commentare

quanto dicono gli altri e come lo dicono?

(prende un respiro) Signora Alida, lei è la padrona indiscussa di questa casa e, oltre che rin -

graziarla per l’ottima cena e per l’ospitalità, devo farle i complimenti per come la manda

avanti. Purtroppo non posso dire lo stesso del modo in cui si esprime: parlare per mezze

frasi, per sottintesi o metafore può andar bene quando ciò che si vuole dire è più che

scontato, ma non se ne può fare uno stile di vita. E, a proposito di stili di vita, Ana, Ma -

dalina e Fiodor: l’adolescenza è un momento importante della propria vita ed è giustissi-

mo godersela al meglio. È bellissimo che voi abbiate uno slang, un lessico tutto vostro

ma pensare che quello sia il modo normale di parlare è semplicemente sbagliato. I vostri

modi di dire, i neologismi nati da internet e dal linguaggio dei cellulari sono tutte cose

effimere, molto presto suoneranno vecchie. La nostra lingua, il Romeno, è bellissima; ed

è un patrimonio che dobbiamo preservare. Ha radici antichissime, una storia millenaria.

Non possiamo buttarla via per parlare come se stessimo scrivendo un sms, ne possiamo

ridurla a un groviglio di termini che assumono significati diversi a seconda del contesto

o di chi li pronuncia.

E parlando di contesti si giunge al futuro manager. Teodor, I wish you the best for your

life. I wish you to become a real manager. (nota l’espressione imbarazzata di Teodor) ma pro-

nunciare qualche frase in inglese qua e la non ti servirà a molto. L’inglese lo devi impara-

re per davvero, e bene. Mio padre è un dirigente aziendale ma ti posso garantire che

quando è a casa parla Romeno. Non gli senti pronunciare una sola parola in Inglese. E

veniamo ai miei eroi, a coloro che volevano salvarmi la vita. E’ chiaro, tutto è nato da un

malinteso. Però anche voi avete i vostri scheletri nell’armadio, come si suol dire. Signora

Ilinca, lei parla a profusione, non ascolta e non lascia rispondere i suoi interlocutori.

Così non c’è dialogo ma solo lei che dice quel che pensa e che pensa di dire il giusto.

Anche se non è detto che lo sia. Iustinian, lei sembra avere troppe cose da dire in poco

tempo. Non completa quasi mai una frase, questo fa sì che chi si trova ad ascoltarla ab-

bia delle grandi difficoltà a comprendere cosa lei dice. Chiedo scusa a tutti se sono stato

duro, diretto o più semplicemente sincero, ma credo proprio che dovevo farlo.

Duro, diretto e sincero lo sei stato indubbiamente Iacob. Ma devo ammettere, e sono

certo di parlare a nome di tutti, che avevi ragione.


Iacob                   Professore?

Octav                  Sì, anche io dovrei esprimermi con un lessico più accessibile… dovrei parlare in maniera

più semplice. Iacob, la tua permanenza in questa casa è stata non poco travagliata. Ed è

per questo che io e mia moglie, parlandoci mentre venivamo qui, abbiamo deciso di

chiederti se vuoi unirti ancora a noi per il pranzo. E già che ci siamo, lo chiediamo an-

che a voi Ilinca e Iustinian.

Iacob                   Va bene, dopotutto ieri ho mangiato molto bene.

Alida                    Ilinca, ieri hai letteralmente rischiato di farti molto male. Permettimi di farmi perdonare.

Ilinca                   Perdonare? Siete voi che dovete perdonare noi. Vi abbiamo dato degli assassini.

C’è un attimo di silenzio poi tutti scoppiano a ridere.

Alida                    Allora tutti in giardino a prendere un aperitivo, mentre io ed Estera cuciniamo. Anzi ora

dico anche a lei di unirsi a noi.

Escono tutti da sinistra. Iacob e Madalina indugiano e si ritrovano soli in scena. Madalina continua a guardare alterna - tivamente Iacob e il pavimento in evidente imbarazzo.

Iacob                   Madalina.

Madalina            (sorpresa) Sì?

Iacob                   Sto pensando di trasferirmi qui a Bucarest, la rivista per la quale lavoro ha sede qui. La

prossima settimana tornerò per cercare un appartamento. Ti andrebbe di accompagnar-mi? Sicuramente tu conosci la capitale meglio di me.

Madalina            Sarebbe fighiss… volevo dire sì, volentieri, ne sarei…

Iacob                   Non c’è bisogno che parli come me. Alla tua età parlavo anche io così. È normale.

Madalina            Eh, sì. Va… va bene. Parlerò… come si parla alla mia età che poi era la tua quando ave-

vi la mia. Mio Dio cosa sto dicendo? Scusa, sto straparlando.

Ana                      (rientrando) Maddi guarda che sei inv… oh scusate. Non volevo. Me ne vado subito.

Iacob                   Aspetta Ana.

Ana                      Dimmi.

Iacob                   Puoi avvisare che vado a posare la valigia in macchina? Sarò di ritorno immediatamente.

Madalina vuoi… ma no, forse è meglio se per ora resti qui,immagino che tu e Ana ab - biate qualcosa di cui parlare.

Iacob esce da destra, Ana e Madalina aspettano che sia uscito di scena poi si guardano e Madalina comincia a saltare con euforia.

Ana                      Cos’è successo?

Madalina            Vieni che ti racconto.

Escono da sinistra. Dopo pochi secondi suona il campanello. Da sinistra rientra Octav seguito da Estera.

Octav                  Estera, per favore! Ti ho detto che oggi tu sei ospite. Torna di là e prendi l’aperitivo, E

dai del tu a tutti. È un ordine.

Estera esce da sinistra mentre Octav esce da destra per poi rientrare seguito da Iacob.

Octav                  Sai amico mio, c’è una cosa che mi è venuta in mente.

Iacob                   Ah sì? E cosa?

Octav                  Anche tu hai un difetto.

Iacob                   Uno solo? Allora posso vantarmi. E quale sarebbe?

Octav                  Tu parli sempre per citazioni, ne fai un vero abuso.

Iacob                   (esita intenzionalmente) Be’, come dicevano nella scena finale di “A qualcuno piace Caldo”,

nessuno è perfetto.


Buio.

Sipario.


Salvatore Russotto

28/08/2017

Titoli:

Io dico, tu intendi, lui non capisce.