IO SONO IL CAPITANO ACHAB
Scheda copione
Titolo Eventuale titolo |
IO SONO IL CAPITANO ACHAB |
Autore ed aventi diritto |
Giuliano Angeletti poetangeletti@gmail.com tel. 3317115597 |
Data pubblicazione |
30 . 07.2018 |
Anno di stesura |
2018 |
Genere |
monologo |
Atti |
1 |
Durata (min) |
30 |
Lingua |
italiano |
Personaggi maschili |
1 |
Personaggi femminili |
0 |
Minimo attori maschili |
1 |
Minimo attrici femminili |
0 |
Premi e riconoscimenti |
|
Depositato S.i.a.e. |
Sezione DOR numero posizione SIAE 198563 Codice Opera 933737A |
Reparto proventi : concordato tra gli Aventi Diritto Da effettuarsi dalla SIAE |
100% 100% |
SINOSSI: Con questa drammaturgia per un solo attore : Angeletti regala al pubblico uno spettacolo di assoluto interesse. Una moderna rivisitazione del famoso romanzo di Melville “ Moby Dick”. Il drammaturgo ligure rivisita il tutto concentrandosi solo sulle personalità dei due personaggi che sono il lev motiv della leggenda: il Capitano Achab e Moby Dick: si proprio Moby Dick: il capodoglio che nella fantasia di Angeletti prende le sembianze umane e vive nella mente malata del Capitano: una trama avvincente e profonda che tiene lo spettatore legato ad un coinvolgente pathos.
GIULIANO ANGELETTI
DRAMMATURGIA PER UN SOLO ATTORE
IO SONO IL CAPITANO ACHAB
di:
Giuliano Angeletti
Posizione S.I.A.E. N.198563
Codice Opera 933737A
PERSONAGGI:
IL CAPITANO ACHAB (Capitano della nave baleniera Pequod)
MOBY DICK ( voce fuori campo )
SCENA: fondo neutro , un tavolino alcune carte nautiche o scena cinematografica
IL CAPITANO ACHAB:
( Il Capitano Achab è sulla sua nave e nella sua buia cabina: ambiente scarno si vede solo la sua ombra, sul tavolo ci sono carte nautiche e vari oggetti di navigsazione,
l’uomo è in piena crisi di nervi )
(Musica infernale)
( il Capitano gira per la sua cabina, nervoso : con la sua gamba di dente di capodoglio , quando cammina amplifica il rumore inquietante)
CAPITANO ACHAB: (grida)
Chi sei! Cosa uoi da me … vattene torna dentro il tuo inferno … lasciami in pace
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Sono io Capitano Achab! Sono io Moby Dick! Lo sai che io non ti lascio mai solo
CAPITANO ACHAB: (grida)
Lasciami in pace … lasciami in pace … sei il mio tormento: ma non avrai mai la mia anima
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
La tua anima: hai paura che io posso rubarti l’anima … (ride) ma sei convinto di avere un’anima (ride) un’anima dentro quel corpo pieno d’odio
(pausa)
Ma cosa ne sai tu, come puoi sapere , parlare
(pausa)
Tu non sei nessuno Achab … Achab … Achab … ( ride)
(pausa)
E poi parli come se la tua anima contasse qualcosa …
CAPITANO ACHAB: (grida)
La mia anima, è anima di Capitano eg io ne sono fiero …
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Fiero di che cosa: fiero di avere ucciso delle balene inermi
CAPITANO ACHAB: (grida)
La mia anima, è l’ anima di un marinaio: io ho dato la mia vita al mare :
(pausa)
Io ho conosciuto terre lontane
(pausa)
Io ho conosciuto tutti i porti del mondo , tutti i marinai ricordano il volto e la storia del Capitano Achab …
Il dominatore dei venti
Il dominatore dei fortunali
Perché il Capitano Achab è il dominatore del mare
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
È solo il mare che ti ha lasciato fare , perché il mare non si può dominare
Tu Achab sei il dominatore di niente…
CAPITANO ACHAB: (grida)
Ma cosa dici! Infame, io sono il Comandante del Pequod … ed ho il potere di vita e di morte su tutto il mio equipaggio e su tutti gli esseri viventi …. ( ride) io ho ucciso più balene e capodogli di qualsiasi altro baleniere:
(pausa)
L’olio delle mie balene …ha illuminato le strade e le case di tutta l’America
(pausa)
Io sono il progresso
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Tu sei un essere insignificante
(ride di gusto)
CAPITANO ACHAB: (grida)
Io insignificante … Mai ! Io ho la stima e il rispetto di tutti i miei marinai, che sono il mio popolo e la mia famiglia
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Ma la tua famiglia non è a Nantuchet ….
(pausa)
(ride)
Li hai lasciato una giovane moglie (ride)
(ride)
La tua giovane seconda moglie …. Sola in quel porto … mentre tuo figlio di cui eri geloso lo hai portato per mare …
(pausa)
Per farsi uomo …
CAPITANO ACHAB: (grida)
Si purtroppo lo ho portato per mare, per farsi uomo ….
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Per diventare un uomo come te Capitano Achab
(pausa)
Ma non ha fatto in tempo a diventare un uomo (ride)
CAPITANO ACHAB: (grida)
Cane non ti permetto di ridere! Mio figlio è morto in mare mentre ti stava arpionando …. E nello stesso tempo io ho perso una gamba … maciullata … ricostruita dopo con un dente di capodolio
(piange)
Tutta colpa tua … io ti ucciderò
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Colpa mia Capitano Achab … colpa mia … e cosa avrei fatto di tanto male …
CAPITANO ACHAB: (grida)
Tutti ti danno la caccia, perché tu sei un orribile mostro …. Tutti i balenieri vogliono la tua vergognosa pelle bianca
Tutti vogliono la tua morte … ed io più degli altri …. Perché io ti odio
(pausa) hai ucciso mio figlio
Tu sei l’incarnazione del demonio …
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Il demonio non esite … come non esiste dio
Perché se esisteva dio …
(pausa)
Non lasciava neppure che morisse la tua prima moglie …. Mentre tu eri in mare
(pausa)
E non l’hai neppure vista seppellire …
CAPITANO ACHAB: (grida)
Basta … basta … lasciami in pace … lasciami in pace
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Certo che la tua Raquel te ta sei goduta poco
Quante volte hai fatto l’amore con lei
(pausa)
Una … due …. Forse tre
(pausa)
No … una sola volta …. Appena ti ha detto che era incinta … tu sei partito per mare
(pausa)
Perché navigare per te era la vita, non la moglie e la famiglia ….
E poi vuoi mettere il grasso di balena con la moglie e un figlio in arrivo …
(pausa)
Una balena …. Vuoi mettere l’importanza di una balena
CAPITANO ACHAB: (grida)
Sei il demonio Moby Dik … sei il demonio … ed io un giorno molto presto mangerò il tuo cuore …
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Ma sei veramente certo che io sia il demonio o non il tuo dio
(pausa)
Se il tuo dio era buono e misericordioso …
Doveva salvare la tua dolce mogliettina, invece di lasciarla morire in quel letto
(pausa)
O lasciare morire tuo figlio mentre stava tirandomi un accuminato rampone
CAPITANO ACHAB: (grida)
Basta Moby Dik ….
Basta …
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Invece il tuo dio ha lasciato vivo solo tu … con la tua gamga d’osso di balena e il tuo cuore carico d’odio
(pausa)
(ride)
CAPITANO ACHAB: (grida)
Io berrò il tuo sangue … Moby Dik fosse l’ultima cosa che farò nella mia vita
(prende un rampone e lo tira in scena )
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Ma cosa fai Achab … lo sai che io sono il tuo incubo …
(pausa)
Lo sai che il tuo incubo … e il tuo incubo tu non lo puoi uccidere …
(ride ironico)
(Il Capitano Achab … lancia un rampone in scena )
CAPITANO ACHAB: (grida)
Non mi puoi sfuggire Moby Dik … cane rognoso io farò il bagno nel tuo sangue
(musica inquietante)
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Bagno di sangue,ma come fai a ragionare così, pensa al mare che è la nostra casa, e pensa a questa notte …
(pausa)
Al mare calmo a tutte le riflessioni e i ricordi che ci porta, Capitano abbandona per un attimo il tuo odio e le tue frustrazioni e guarda il mare e ringrazia la natura per il compromesso che fortunatamente ci permette di vivere
(pausa)
( silenzio)
(il silenzio è rotto da un inquietante ticchettio è il comandante che di notte esce dalla sua cabina )
CAPITANO ACHAB: ( calmo quasi benevolo)
Lo so: la nostra vita è fatta tutta di compromessi, ma avete visto fuori che brezza Oh, moby Dick, è un vento che sembra quasi ci accarezzi e un cielo che sembra ci guardi benevolo. In un lontano giorno come questo, altrettando dolce che , io ho fiocinato la mia prima balena: ero un giovane ramponiere avevo sedici anni : Quaranta, quaranta, quaranta anni fa! Quarant’anni di mare di fiocinature: quarant’anni di sofferenze di maldi mare e di pericoli e di tempeste! Quarant’anni di cibo che ti guasta i denti. Per quarant’anni Achab ha abbandonato laterra ferma, per quarant’anni Achab ha combattuto contro le tempeste! Proprio così caro Starbuck; di questi quarant’anni a terra ne ho passati meno di tre. Quando penso a questa vita che ho fatto, alla desolazione di solitudine che è stata, all’isolamento da città murata di un Capitano, che non ammette che ben poche delle simpatie della verde campagna esterna… quando penso a tutto questo, sinora soltanto sospettato, non mai veduto così chiaro, e come per quarant’anni non ho mangiato che cibo secco salato, giusto emblema dell’asciutto nutrimento della mia anima! Mentre il più povero uomo di terra ha avuto frutta fresca quotidiana e ha spezzato il pane fresco del mondo, invece delle mie croste muffose… lontano, lontano oceani interi da quella mia moglie bambina che ho sposato dopo i cinquanta, mettendo la vela il giorno dopo al Capo Horn e non lasciando nel cuscino nuziale che un’infossatura… Moglie? Moglie? Vedova piuttosto, col marito ancor vivo. Sì, quando ho sposato quella povera ragazza io l’ho resa vedova. E poi, la pazzia, il delirio, il sangue in fiamme e la fronte bollente, con cui in migliaia di discese il vecchio Achab ha dato la caccia furiosa, schiumosa, alla preda, da demonio più che da uomo… Mi sento stanco a morte, piegato, ricurvo come se fossi Adamo, barcollante dal tempo del Paradiso sotto il cumulo dei secoli. Stammi accanto, odio; fammi guardare un occhio umano; è meglio che guardare nel mare o nel cielo; è meglio che guardare in Dio ( pausa) si proprio il dio che io non venero…
Moby Dick: (voce fuori campo) (pacato)
Signor Capitano ti capisco e se fossi in te farei rotta verso casa
CAPITANO ACHAB: ( calmo quasi benevolo)
No verso casa no: io seguo la rotta del mio destino, e il mio destino è qui, ed iodevo seguirne la sua scia fino a trovarti ed ucciderti per poi tornare a casa e finalmente
(pausa)
E poi che cosa è mai il destino, quale cosa senza nome, imperscrutabile e ultraterrena è mai; quale Signore e padrone nascosto e ingannatore, quale tiranno spietato mi comanda, perché contro tutti gli affetti e i desideri umani, io debba continuare a sospingere, ad agitarmi, a menare gomitate senza posa, accingendomi temerario a ciò che nel mio cuore vero, naturale, non ho mai osato nemmeno di osare? È Achab, Achab? Sono io, Signore di me stesso, che sollevo questo braccio, o chi è? Ma se il sole immenso non si muove da sé, e non è che un fattorino del cielo; se nemmeno una stella può ruotare se non per un potere invisibile, come può dunque questo piccolo cuore battere, e questo piccolo cervello pensare, se non è quello di un Dio che dà quel battito, che pensa quei pensieri, che vive quella vita, che mi fa seguire la scia di sangue che mi spinge a volerti uccidere Moby Dick? Perché per te ho deciso di fare cose uniche per il mio grado
MOBY DICK: ( voce fuori campo)
Ma Capitano Achab, cosa hai fatto ! Davvero vuoi rinunciare alla percentuale sulla caccia delle povere balene per lasciare tutti i soldi all’equipaggio, e fai tutto questo per me !
CAPITANO ACHAB: ( alterato)
Si Bastardo di un mostro l’ho fatto per vederti morire e godere quando prenderò io stesso l’olio dalla tua testa
E poi io voglio mangiarti il cuore, brutta bestia …
MOBY DICK: ( voce fuori campo)
Capitano Achab, io non ti capisco : tu fai tutto questo per odio, ma sai che io non ti odio: anzi mi fai decisamente pena
(ride)
Tutto questo solo per uccidermi (pausa) ma non pensi a chi è imbarcato su questa nave
CAPITANO ACHAB: ( alterato)
Loro vogliono ucciderti come lo voglio io, e forse più di me! Questa volta hai i giorni contati grande Moby Dick!
MOBY DICK: ( voce fuori campo)
Capitano Achab, allora hai proprio deciso di finire questa storia
CAPITANO ACHAB: ( alterato)
Si la tua storia, perché la mia continuerà: tutti mi ricorderanno come il miglior baleniere del mondo ed entrerò nella storia della marineria
MOBY DICK: ( voce fuori campo)
Capitano Achab, se vuoi entrare veramente nella storia io cercherò di venirti incontro !
Esci dalla cabina e guarda l’orizzonte verso tribordo, perché io affiorirò!
( il Capitano esce di corsa dalla cabina e vede il soffio della balena)
CAPITANO ACHAB: ( grida)
Soffio, soffio! Moby Dick a tribordo
MOBY DICK: ( voce fuori campo)
Vedi Capitano sono stato di parola, ora diamo corso al destino
CAPITANO ACHAB: ( grida)
Marinai: ai ferri ! Calate le scialuppe ! Morte a Moby Dick
(e tutti i marinai con frenesia animano il ponte, solo il Signor Starbuck rimane in piedi vicino al Capitano; in quel momento Quiqueg porta la bara sul ponte di coperta )
( si spengono le luci si sente il rumore della murata del Pequod in pezzi, si sentono le urla strazienti dei marinai)
(scena cinematografica della balena che pur arpionata solca tranquilla i mari)
SIPARIO