Istericamente fobici

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ISTERICAMENTE FOBICI

ISTERICAMENTE FOBICI

Commedia in due atti

LorD

(2005)

ISTERICAMENTE FOBICI

(Lorenzo Denicolai, 2005)

Personaggi

Barbara                           (BAR) bellissima sorella di Lorenzo; patita delle teorie new-age

Carlotta                           (CAR) si sente trascurata; amante delle piante; moglie di Costanzo

Costanzo                          (COS) ipocondriaco, terrorizzato da ogni microbo

Lorenzo Maria                   (LOR) assillato dal tutto ciò che ticchetta

Luisa                               (LUI)  moglie di Lorenzo Maria, un po’ visionaria

Psicologa                          (PSY) una santa

Sig.ra Chianti                    (SIG) una vicina di casa

Scene

Studio della psicologa: due poltrone nere, sui lati del palco, illuminati da due coni di luce.

Casa di Carlotta e Costanzo: un divano in centro palco, sulla destra fondo un paravento, che nasconde l’uscita dalla casa. Sul lato sinistro del divano, un piccolo tavolino per appoggiare gli oggetti.

Casa di Luisa e Lorenzo Maria: un divano in centro palco, un mobile con radio sulla destra; l’uscita dall’abitazione è sulla sinistra fondo. Poco davanti, all’altezza della seconda quinta di sinistra, un tavolo (o parte di esso), con un paio di sedie.

Studio di Barbara: al centro, un grande tappeto (che scende dal divano, coprendolo), davanti un tavolino basso con incensi e candele. La luce illumina la zona centrale del palco.

Musiche

Musica jazz, comunque con un ritmo nervoso, ripetitivo, quasi assillante.

Per Barbara, musica da meditazione, meglio se un mantra indiano.

ATTO PRIMO

SCENA I – (Buio. Ticchettio di sveglia, apertura sipario; al trillo della sveglia, un cono di luce illumina una poltrona sulla dx della scena)

LOR – (inizia a parlare appena illuminato, come se stesse continuando un discorso) ...E la sveglia, quel trillo infernale, costante, continuo, penetrante... diavolo, a pensarci, ancora adesso mi pare di sentirlo... mi prende un’angoscia qui, nel centro del petto, e sale, sale... che sudore...

PSY – (inizia non appena una altro cono di luce la illumina sulla sx della scena. Sempre molto distaccata) Mi dica, è una sensazione che avverte da molto tempo? Che cosa la spaventa in particolare di questa immagine?

LOR – Ma non lo so... saranno un paio di mesi ormai. Pensi che ho dovuto fermare la pendola di casa, non sopportavo più il suo ciondolare, anche quello mi si conficcava nelle orecchie, tac tac tac... Sono disperato e non so come fare; ci tengo a precisare che mia moglie non sa nulla di questo problema, tantomeno di queste sedute. A volte non riesco neppure più a parlare con lei, anche se la amo alla follia: mi urta persino la sua voce, mi sembra ripetitiva come quella sveglia che mi sogno di notte, tutte le notti...

PSY – Lei ha avuto prima d’ora casi di crisi nervose prolungate? Voglia di urlare?

LOR – Mai, mai... ma adesso, non posso neppure pensare a un orologio da polso che... (guarda il suo) ecco, tutto comincia a girare...

PSY – Non si agiti.

LOR – Scusi... oramai tutto ciò che ha un andamento regolare mi angoscia. E che dire poi di quando sono sul lavoro, peggio, appena penso a ciò che devo fare tutto comincia a ticchettare, a ruotare vorticosamente , a diventare nero e poi l’immagine di quell’orologio gigante che torna, quel ticchettio, tic tac tic tac tic tac...

PSY – Credo che avremo molto da dirci. Sarà necessario tornare indietro, capire che cosa o chi le ha provocato un choc così importante nella sua psiche.

LOR – Guardi, tutto per scrollarmi di dosso questa immagine dominante... ah, quella sveglia... (lentamente cala il buio su entrambi)

SCENA II – (col buio una musica jazz ritmata, poi, a luce piena, interno del salotto di Costanzo e Carlotta; un divano sul centro, con vicino un tavolino con sopra una pianta; in fondo a dx, l’ingresso nell’abitazione, coperto da un telo bianco o un paravento, attraverso cui sia possibile vedere le ombre di ciò che accade dietro; Carlotta è seduta sul divano e sta telefonando a Luisa. Sul divano c’è un giornale sportivo)

CAR – ...Sai che voglio dire, no? ...Ci soffro, mi sento messa da parte... (un lungo respiro) A volte penso di essere troppo esigente, a volte invece mi chiedo se lui non abbia un’altra... ma chi sarebbe capace di innamorarsi di uno così!... Sapessi come vi invidio... Io sto facendo di tutto per salvare il nostro matrimonio, ma cerca di capirmi: da una parte Costanzo, sempre uguale, monotono, con le sue fissazioni, dall’altra Pablo, giovane brillante e soprattutto spensierato! (accarezza leggermente le foglie della pianta sul tavolino; prende una boccetta dal tavolino e lascia cadere alcune gocce nel vaso) Non l’ho mai sentito una volta lamentarsi... Beh, sì, in effetti è un po’ taciturno, è nella sua natura... oh no, credimi, quando è il momento, anche se non gli piace parlare, si fa capire, eccome! (sorride soddisfatta) Ah, Luisa, com’è bello! (si alza, va verso la quinta di dx) Che fortuna poi poterci vedere dalla finestra... Amore! Amoruccio!... Ma no, Luisa, paravo con Pablo... Quanto è bello, tesoro mio... che fremiti quando lo vedo... Chi? Rodolfo? (rtorna a sedersi) L’ho visto ieri... no, è solo un amico... (guarda l’orologio al polso) Dovresti vederlo, il mio Pablo, che fusto!...

COS – (da fuori) Carlotta?

CAR – Oh, è arrivato Costanzo... Gli parlo per domenica sera. A presto. (finisce la telefonata; a Costanzo, che compare dal paravento) Ciao, sei tornato!

COS – (entra con cappotto, sciarpa e guanti; si toglie tutto e li butta fuori scena; tiene però i guanti) Sì, finalmente a casa.

CAR – Ho appena finito di telefonare a Luisa. Lei e Lorenzo Maria ci hanno invitato a cena domenica sera; sarà una serata fantastica!

COS – Ah sì, che bell’idea! Sono sicuro che ci divertiremo. In fondo è un po’ di tempo che non passiamo una serata insieme a quei due matti (vede la boccetta abbandonata sul divano) Ma... ma questo è il mio ginseng. Che ci fa qui?! Non dirmi che hai iniziato a prenderlo anche tu?

CAR – Ma no, che dici; è che...

COS – Che?

CAR – ...Ne parlavo con Luisa! È per Lorenzo.

COS – Cosa? Per Lolò? Ma non scherzare; che vuoi che se ne faccia lui del ginseng. Poi, scusa, perché non l’ha chiesto a me?

CAR – Cosa vuoi che ne sappia. E poi tu sei sempre in viaggio, non lo vedi mai... come me, d’altronde.

COS – No, Carlotta, non ricominciamo con la solita storia. Piuttosto, cos’ha Lolò, sta male?

CAR – Luisa l’ha visto molto affaticato, stanco e così... (silenzio. Costanzo si sdraia sul divano e comincia a sfogliare il giornale. Carlotta cerca l’attenzione del marito; in realtà lui la asseconda, ma per lei non è abbastanza) Costi, pensavo di fare un bel viaggetto per Pasqua.

COS – Si potrebbe...

CAR – L’isola di Pasqua. (ride) D’altronde quale posto sarebbe più indicato, no Costi?

COS – Eh già...

CAR – Anzi, no, meglio andare in Sud America, in qualche paese caliente (si fa sensuale; si sbottona qualche bottone della camicetta), tu ed io, senza nessun parente attorno...

COS – In Sud America... ehi, ma...

CAR – Shh, buono, tigrotto, c’è qui la tua domatrice...

COS – (con tono preoccupato) Oddio, o mamma...

CAR – Ti piaccio tigrotto?

COS – (quasi terrorizzato) Non sento più la gamba destra! Ah... aiuto

CAR – Che?!

COS– Aiuto, chiama l’ambulanza, la croce rossa, l’elisoccorso, presto...

CAR – Ma...

COS – Ecco, adesso mi formicola il braccio sinistro...

CAR – (delusa, si alza e si dirige verso la quinta per uscire) Ma io... credevo che... tigrotto...

COS – O mamma... lo sapevo, non dovevo prendere quelle quattro pastiglie di analgesico.

CAR – Cosa?

COS – Sì, dopo averne prese sei un’ora prima...

CAR – (con le lacrime agli occhi, con rabbia) Io, io... (suonano alla porta; va ad aprire, passando dietro il solito paravento)

LOR – Ciao ragazzi, come andiamo? Non bene, mi sembra...

CAR – Quella razza di... di...

LOR – Ehi, tutta succinta eh? (fulminato da uno sguardo della donna, che esce da dx avanti). Costanzo, vecchio mio, che cosa combini sempre?

COS – Presto! I pompieri... hai portato la bara?

LOR – Aspetta, ricomincio da capo. Costi, vecchio mi...

COS – Piantala e corri a chiamare il dottore, il farmacista... o Gesù, ascoltami, io non volevo peccare...

LOR – Ehm, Costanzo? Non dirmi che sei di nuovo in preda alle tue solite paure. Ma quando la smetterai di comportarti così?

COS – Tu! Tu puoi aiutarmi, vieni a fare il tuo dovere!

LOR – Tu non hai nulla che non va, Costi, hai fatto un check-up completo due giorni fa. Il tuo fisico sta benissimo, sei sano come un pesce!

COS – Eh già, fai presto tu. E se le macchine fossero state rotte? Se il radiologo fosse un incapace? Se il medico non avesse letto bene l’esito degli esami? Se...

LOR – Insomma, non ti pare di esagerare? Dovresti essere stato colpito da una sciagura chilometrica.

COS – Dai, forza, vieni a visitarmi. Senti il cuore. Tanto lo so che è infarto!

LOR – (ha perso un po’ della tranquillità) Eh? Il cuore? No... oh no, sono sicuro che non...

COS – Come fai a dirlo se non mi senti il battito!

LOR – N-no, è che... (si sente il rintocco della pendola, fuori scena) è... (soffre sempre di più) Basta, per favore... basta, fermatela!

COS – (torna per un attimo normale, mentre l’amico si muove a scatti) Caspita, aveva ragione Carlotta. Sei proprio esaurito. Tieni, qui ci sono le gocce di ginseng, ti faranno bene. (riprende a lamentarsi)

LOR – La sveglia, la sveglia... (si contorce un pochino. In quel mentre entra Carlotta: vede la scena dei due uomini)

CAR – Che schifo! (esce dal paravento)

SCENA III – (nel buio, altro stacco musicale ritmato; studio della psicologa, ritorna la struttura della scena I; questa volta, però, il cono di luce illumina per prima la psicologa, come sempre sulla sx.)

PSY – Mi dica, suo marito è a conoscenza di questi appuntamenti psicologici?

CAR – (sulla sedia di dx; appena illuminata, parla) No, assolutamente. E non deve sapere nulla.

PSY – Perché? Cosa le vieta di parlargliene?

CAR – Intanto perché non sono mai stata molto amica della psicologia, anche se mi rendo conto che non ho altra scelta ormai. E lui non capirebbe: né il mio cambio di opinione, né il perché sono qui. Lui non ha occhi che per il suo lavoro e tutte quelle...

PSY – Quelle?

CAR – ...Manie, paure, terrori. La pressione, gli affanni, il soffio al cuore. Io sono stanca di vivere con un... un... non riesco neppure a definirlo. E neanche uno sguardo, una tenerezza, un ammiccamento, niente.

PSY – Ha mai provato ad affrontare l’argomento? A stimolarlo?

CAR – A stimolarlo? L’altro giorno a momenti lo violentavo lì, sul divano. E lui, invece di dimostrarsi interessato a me, ha cominciato a lagnarsi di qualche fastidio alla gamba o che so io! Ma senta, lei, che di casi disperati ne ha visti tanti, mi dica: io le sembro così brutta? (si alza, comincia a svestirsi) Su, avanti, mi dia un parere, da donna a donna!

PSY – (imperturbabile) Si calmi, signora. Si sieda.

CAR – Ecco, vede, (si siede) io ho sempre sognato il principe azzurro, l’uomo pieno di attenzioni, dolce, appassionato, carico d’amore e invece lui non mi degna di uno sguardo. Pensi, ci sono delle volte che entra in casa e non mi saluta prima di essersi lavato le mani!

PSY – Siamo franchi, signora. A lei piacerebbe una fuga d’amore con qualcuno che assomigliasse al suo principe azzurro?

CAR – Oh, dottoressa, io... io sarei pronta a tutto per avere un’esperienza simile; di fronte al complimento di un uomo distinto, signorile, io non resisterei, mi scioglierei subito e... (improvviso silenzio; la psicologa non toglie lo sguardo da Carlotta, che si sente osservata, a disagio)

PSY – (dopo una pausa) E?

CAR – E... (tutto d’un fiato) da qualche tempo vedo qualcuno, ecco.

PSY – Ah. E suo marito non è al corrente, vero?

CAR – No, per carità; nessuno sa nulla, tranne Luisa, la mia migliore amica; è come una sorella per me. Parlarne con mio marito? Secondo me non serve. (la psicologa la guarda interrogativa) Credo che lui ormai non veda altro che polmoniti, batteri e influenze virali. Ma se per caso dovessi scoprire che ha una relazione con qualcun’altra, prima lo ammazzo, poi, le prometto, gli parlo! E che vada all’inferno con tutta la sua collezione di ansiolitici!... (le manca la parola; lentamente scende il buio)

SCENA IV – (col buio, solito stacco musicale ritmato, poi con luce piena, nel salotto di Lorenzo e Luisa: al centro il divano, sulla sx in fondo un tavolo, sulla dx un piccolo mobile con una radio e diverse candele profumate)

LUI – (entra da dx, con un asciugamano in testa; canticchia) Amore! Lorenzo, sei a casa? Su, non giocare sempre a nascondino, ti ho sentito entrare… Che dispettoso che sei… Ok, vorrà dire che se non ci sei potrò finalmente far uscire il mio amante dall’armadio (ride; poi, rivolgendosi all’amante inesistente) Vieni fuori Ernesto, veloce, mio marito non c’è! Era solo un falso allarme, di solito quando arriva a casa fa un tale baccano… (si sente un colpo forte) Ma… Lorenzo, sei tu, vero? (comincia a intimorirsi) Lo sai che ho paura, vieni fuori, dai… Lorenzo? Lorenzo, Lorenzo… ma… chi è? (comincia ad ansimare) È uno scherzo, vero? Chi c’è in casa? O Signore, aiutami, io non voglio morire giovane… E se fosse un fantasma… Aiuto, mammina, perché non c’è mai nessuno quando… paura paura… (improvvisamente si accende la radio) Aahh! Dove sei, mostro dell’inferno? T-tu-u non mi ff-fai p-p-paura... (piange nervosamente, poi comincia a prendere a pugni la radio) Ecco, prendi, ancora, così starai zitta... Lorenzo! Ti prego, smettila! Non c’è, non c’è... allora è davvero uno spirito... oh, io... svengo... (fa per afflosciarsi, entra Lorenzo)

LOR – (da sx) Tesoro! Cos’è successo?

LUI – (piangendo istericamente e colpendolo) Cattivo cattivo cattivo!

LOR – Luisa! Calmati e spiegami tutto. Possibile che ogni giorno tu mi debba accogliere così? Adesso voglio risolvere questa storia una volta per tutte! Avanti, raccontami.

LUI – Una voce, un... un volto, brutto brutto brutto... e poi chiamava e faceva tac tac tac...

LOR – (sentendo il tichettio) Per favore, smetti di fare quei versi!

LUI – Eri tu, ma non eri tu, con gli occhi così, grandi, sgranati e... e... (piange disperata)

LOR – Amore, ascoltami. Lo vuoi capire o no che i fantasmi non esistono: E se anche esistessero, non credo che sarebbero così precisi da presentarsi tutti i giorni alla stessa ora...

LUI – Non mi fido, chiamiamo qualcuno.

LOR – E chi vuoi chiamare, i Gostbusters? L’esorcista, lo sciamano africano? Tu non devi più lasciarti condizionare da ogni cigolio. Solo perché tuo padre è uscito di testa per...

LUI – Non ricominciare! Babbo era bravissimo: per questo i suoi colleghi lo hanno fatto rinchiudere con la camicia di forza, erano invidiosi delle sue capacità. Nessuno gli credeva, tranne la povera mamma, si sentiva come Cassandra. Durante una notte era riuscito a mettersi in contatto con lo spirito di Shanshiseram di Murbhall, che gli aveva predetto una fine ingloriosa per gli abitanti di Palmira, uccisi da una rivoluzionaria arma di Nemothà, principe della morte che ogni sera si...

LOR – Luisa, Luisa, per piacere, basta con tutti ‘sti codici fiscali. Non crederai che quello lì, Sanscem...

LUI – Shanshiseram!

LOR – Ma sì, come cavolo si chiama, ti compaia ogni giorno davanti per dirti che tuo padre aveva ragione. I fantasmi non esistono e non è possibile che mummie andate a male tre millenni fa improvvisamente compaiano davanti a professori di Archeologia... a meno che il professore in questione, tuo padre, non avesse abusato di alcolici!

LUI – Papà era assolutamente astemio! Eppure, quel mostro torna, ne sono sicura... è spaventoso, è tanto arrabbiato...

LOR – E allora prescrivo tre calmanti.

LUI – Tre? Addirittura! Sono così grave?

LOR – No! Uno per te, così torni a vivere normalmente, uno è per lui, così torna a ronfare per l’eterno e si toglie dai piedi e uno è per me!

LUI – Geloso o pauroso?

LOR – Nessuna delle due! Semplicemente, non voglio pensare di potermi svegliare una notte e trovarmi di fronte lo spirito di Tutankhamon che mi fa la linguaccia!

LUI – Shanshiseram!

LOR – Sì, d’accordo, quello che vuoi tu! Shan Iran e compagnia combattente, sei contenta?

LUI – Eppure lui c’è, lo sento. Lolò, aiutami, proteggimi; papà non può essersi sbagliato; nella sua ultima visita, lo spirito ha parlato di me come la reincarnazione della divina Neftala, .

LOR – Senti bene, amore mio dolce: io non credo ai fantasmi, agli spiriti, alle entità extraterrestri, alla magia, alla scalogna, alla superstizione, io non credo a niente. Quindi adesso prendi queste belle pastigliette che ti fanno rilassare un pochino. (cerca dentro la valigetta). Dunque...

LUI – (più calma) Oh, Lolò, come vivrei se non avessi te.

LOR -  Sopravviveresti, dolcezza.

LUI – Sai, ho sentito Carlotta prima; è sempre in contrasto con Costanzo.

LOR – Sempre alle solite, credimi. Forse addirittura peggio. (trova la cartina delle pastiglie e la dà a Luisa) Ecco qua; questa ha un effetto quasi immediato. L’ultima volta che sono passato da loro, Costanzo era in preda a una delle sue crisi e Carlotta lo ha mollato lì come un cane sul divano e se n’è andata. Una furia, era una furia.

LUI – (prendendo la pastiglia; intanto Lorenzo è uscito da dx) Speriamo che la cena di domenica qui da noi possa aiutarli, anche se Carlotta mi ha confidato di invidiare il nostro rapporto... non vorrei che soffrisse ancora di più vedendoci. In fondo, è facile fare paragoni quando si è tutti insieme. (pausa) Senti amore, non diciamo nulla di queste visioni, non vorrei si impressionassero. Pensa a come reagirebbe Costanzo, vedendomi così. Magari comincerebbe a vedere anche lui gli spiriti... per emulazione, s’intende, solo io li vedo davvero (si accorge ora che Lorenzo è uscito)... O mamma, non c’è più... (un po’ agitata, si siede sul divano, ma fatica a rimanere sveglia) Che succede... Neftala mi sta prendendo l’anima...

LOR – (da fuori) Amore, hai detto qualcosa?

LUI – (russa rumorosamente)

LOR – (rientrando) Amore, dicevi? Ah, effetto immediato. (gli squilla il cellulare) Pronto? (urlando) Ciao, come stai? Bene?... Anche noi. Mi senti? Come va lì, in India? Perché sei in India, vero!?... Ah... (allarmato) No?! Sei sicura? Sicurissima?... (suda freddo; guarda Luisa, le prende la cartina delle pastiglie e ne inghiotte tre) Sei in Italia? (simulando gioia) Oddio!... Come? No, figurati, felicissimo!... Non stai scherzando, vero? Cosa?...Non vedo l’ora di... Ci divertiremo un mondo... Ma perché non sei rimasta in quel bel paese... era il tuo regno... Ah, una gioia imm... (cade sul divano addormentato; si abbassano le luci)

SCENA V (solito stacco ritmato; buio, poi solito cono per lo studio della psicologa)

COS – ...Mia madre mi allevava a pane e pillole; se starnutivo una volta, lei si chiudeva in riunione con mia zia in sala da pranzo e poi, come un giudice inflessibile, sentenziava la mia pena: una settimana a casa da scuola e borsa dell’acqua calda sui bronchi.

PSY – Questo le pesava molto?

COS – Beh, sa, finché si è piccoli... era bello starsene a casa a far nulla, a parte il tappo di sughero che mi obbligavano a mordere perché avevano paura delle convulsione... avrei potuto mordermi la lingua... Ma poi, crescendo, era un po’ più limitante.

PSY – Diventando grande non è cambiato nulla?

COS – Oh sì, è peggiorato. Pensi, a 15 anni, invece del motorino, ho ricevuto due volte l’estrema unzione... sa, un mio lontano zio è prete... Anche io cominciavo a preoccuparmi per tutto; un piccolo dolore sul mignolo era già un segno chiarissimo: la notte avrei sognato l’amputazione del dito, nel tentativo ultimo di salvarmi da una morte sicura.

PSY – Credo che sia importante ripercorrere attentamente questo momento della sua vita. Di certo le sensazioni ipocondriache sorgono dalla naturale propensione al catastrofismo che lei ha ereditato da delle personalità estremamente instabili e tendenti all’angoscia quale erano sua mamma e sua zia. E una volta sposato?

COS – Ah, benissimo. Intanto le confido che mia moglie non sa nulla di queste sedute; è convinta che gli psicologi non servano. Le dicevo del mio matrimonio: durante la prima notte di nozze, sono stato ripetutamente morsicato dalle zanzare; per fermare il bruciore ho spalmato un po’ di pomata e, per evitare infezioni – sa, queste bestiole sono così infide – ho preso due capsule di antibiotico. Purtroppo, però, ho dimenticato di prendere la protezione per lo stomaco e così ho dovuto tamponare il tutto con degli antiacidità, per evitare un attacco di gastrite, che a volte mi porta anche dei conati di vomito; infatti in quell’occasione, per non avere nulla del genere ho preso venti gocce di... (lentamente scende il buio)

SCENA VI (musica ritmata; nel salotto di Carlotta e Costanzo. Carlotta è vicino alla quinta di dx e sta parlando con qualcuno fuori scena)

CAR – ...Sì gioia, hai ragione, dovrei lasciarlo e fuggire con te. Pensa che amore felice sarebbe il nostro, e poi, finalmente liberi di dirlo a tutto il mondo... come sei bello tesoro, così alto, slanciato... ogni volta che ti vedo, mi piaci sempre di più; mi fanno impazzire i tuoi capelli morbidi e l’odore della tua pelle... (suonano alla porta) Uff! Nasconditi, nessuno deve vederti. (ci ripensa) Anzi, esci dalla porta di servizio. (va dietro il paravento ad aprire) Ciao, come stai?

LOR – (da dietro, poi avanzando) Ciao. Bene, bene. Sono uscito prima dallo studio oggi. Volevo parlare un attimo con Costanzo.

CAR – Vieni, siediti. Costanzo non c’è ancora. Chissà dove si è fermato questa volta. (Gli prende l’impermeabile, la porta fuori scena, poi si avvia e si siede al divano)

LOR – (si siede, stacca dalla giacca la targhetta col suo nome che aveva sulla giacca e la posa sul divano) Ehilà, ti trovo in forma smagliante oggi! Quanto a Costanzo, non preoccuparti, lo sai com’è fatto, no? Si perde davanti a tutte le vetrine che ci sono dall’ufficio a qui. Sarà stampato davanti a una farmacia (soffocando un sorrisetto)

CAR – Ah sì, proprio il caso di fare gli spiritosi. Credimi, è sempre peggio. Io... io, ogni tanto, dubito che mi voglia bene, ecco.

LOR – Ma Lotty! Come puoi pensare una cosa del genere? Lui stravede per te. È solo che ha quelle sue due o tre manie che lo distolgono un po’ da te, (senza essere sensuale) dalla tua bellezza. Certo, forse ogni tanto farebbe bene a ricordarsi che ha anche una moglie oltre a pensare ai suoi quindici malanni giornalieri.

CAR – Tu dici?

LOR – (sincero) Ma sì, dove credi che possa trovare un’altra donna come te, capace di volergli bene e di sopportarlo.

CAR – Ora che mi ci fai pensare, è praticamente impossibile! (guardandolo, sospira) Com’è fortunata Luisa a vivere con una persona come te, sempre così dolce, premuroso, con la parola giusta per ogni momento di debolezza, affettuoso.

LOR – (un po’ imbarazzato) Beh, non esageriamo, ché poi mi monto la testa. A proposito, domenica sera tutti a casa nostra, finalmente! Cerca il sorriso da qualche parte perché non voglio musi lunghi. Vedrai che fior di serata che verrà fuori.

CAR – Speriamo solo che Costanzo non sia in vena di malori, altrimenti, sai che serata! Perché non gli parli tu, una volta per tutte. Che vergogna, Lorenzo. Non potere andare da nessuna parte con il proprio marito, perché si ha paura che cominci una delle sue scene.

Sei il suo migliore amico, per giunta, la tua professione...

LOR – (un po’ esitante) S-sì, lascia perdere il lavoro... Volevo per l’appunto parlargli di una cosuccia...

CAR – Ah, bene. Che cosa?

LOR – Ma no, niente, sai, ho pensato a un possibile rimedio per i suoi malesseri...

CAR – Davvero? Cosa aspetti a parlarmene?

LOR – Veramente preferirei...

CAR – Dai, non resisto. Lorenzo! Se c’è un modo per far rinsavire quel mostro, tu devi dirmelo immediatamente!

 

LOR – (titubante) Ecco, quando sono passato di qui l’altro giorno, avrei voluto parlargli di un centro psicologico che forse potrebbe aiutarlo a liberarsi dalle sue paure...

CAR – Tu pensi che possa funzionare? Io credo che non servano a granché; secondo me sono solo avvoltoi che rubano soldi alla gente che non ha nulla a cui pensare.

LOR – Sapevo del tuo odio per quel genere di professione, per questo volevo parlare con lui, ma...

CAR – Scusami, è che non rispondo più di me. (si avvicina un po’ a lui, che resta imbarazzato) Oh, ma che sbadata; non ti offerto nulla; aspetta un attimo (si alza, esce per qualche secondo di scena verso dx; poi torna con un piatto di cioccolatini e li offre a Lorenzo)

LOR – Grazie, un cioccolatino lo prendo proprio volentieri.

CAR – (diventa più sensuale) Lo sai che chi mangia i cioccolatini ha carenze d’affetto?

LOR – Ehm... sì, ma... la mia è golosità.

CAR – Chissà come può una persona come te essere golosa (si avvicina a lui)

LOR – Carlotta, che hai?

CAR – Ho voglia di ballare. Musica! (schiocca le dita, parte una musica trascinante) Vieni, balliamo.

LOR – S-sì (tirato su di peso da Carlotta, iniziano a ballare davanti al divano; la donna è molto procace, lui, dopo un po’ di smarrimento comincia a stare al gioco. I movimenti di lei mettono in risalto la sua femminilità, mentre l’uomo si esibisce in contorsioni) Bella la musica, e... Non credi di esagerare un pochino?

CAR – Sei tu che mi hai attratta, cioccolatino...

LOR – (fiero) Oh, beh, io... di fronte a una donna così... (sfuma la musica; Carlotta spinge Lorenzo sul divano; i due cominciano a darsi qualche bacio; suono improvviso di un timer elettronico: al suono, Lorenzo si irrigidisce subito).

CAR – (tranquilla) Oh, il timer del forno. Torno subito cioccolatino. (si alza ed esce verso dx)

LOR – (rimane per qualche secondo immobile; poi simula un urlo)

CAR – (rientra sempre più succinta, con una bottiglia di vino in mano) Eccomi micetto (ricomincia a baciarlo). Brindiamo?

LOR – Ma... ma Costanzo?

CAR – Chi se ne frega!

LOR – E pensare che ero venuto per consigliargli una cura...

CAR – (prende la mano di Lorenzo) Senti cioccolatino, come mi batte il cuore...

LOR – (andando nel panico) E-eh, oh... ma, sent... fo-oorte... (le sorride a fatica)

CAR – Mi piaci, sarai mio... (squilla il telefono) Oddio! Chi sarà adesso?

LOR – Oh mamma, Costanzo! Io me ne vado (fa per uscire dal paravento).

CAR – Non ti preoccupare, è il telefono. Non da lì, aspetta. (posa la bottiglia sul divano. Risponde) Buonasera, signora Chianti, come sta?... Deve parlarmi proprio adesso? In questo momento non posso dedicarle del tempo perché... (suona il campanello) Mi scusi signora, devo lasciarla, suonano alla porta. È lei? È lei che suona alla porta? Oh porca... (a Lorenzo) Presto, vattene.

LOR – Sì. (si blocca, esce da dx, torna con l’impermeabile; tentenna perché non ha la targhetta)

CAR – Dai amore, vattene, devo aprire a quella pettegola. (blocca Lorenzo che sta andando verso la porta) Non da qui; esci dalla porta di servizio (lo spinge verso dx)

LOR – Sì, ma, la tar...

CAR – Vuoi i bacini tu, vero? Coccolone... (ancora il campanello) Che maleducata! (lo spintona fuori; si sistema rapidamente e si precipita al paravento) Cara signora Chianti!

SIG – (compare dal paravento una vecchia, con una voce un po’ stridula. Si porta in centro scena) Finalmente Carlotta. Ha impiegato un bel po’ di tempo ad aprire. E dire che l’avevo avvertita per telefono. Stava facendo qualcosa in particolare? L’avrò mica disturbata?

CAR – No no, le pare... ehm, stavo passando l’aspirapolvere.

SIG – Davvero? Per telefono non ho sentito nulla e neanche mentre aspettavo qua fuori.

CAR – È... è un modello molto silenzioso.

SIG – Interessante. Potrebbe farmelo vedere? Devo giusto sostituire il mio; sa, è vecchio, fa un fracasso tale che non riesco a usarlo per più di cinque minuti. (vede la bottiglia sul divano, i cioccolatini) Oh, ha ospiti! Spero proprio di non aver disturbato...

CAR – No, che dice, non c’era nessuno e... la bottiglia, stavo cucinando.

SIG – Cucinando? Ma non stava passando l’aspirapolvere?

CAR – Signora Chianti, perché non mi dice che cosa vuole?

SIG – D’accordo. Stavo parcheggiando l’automobile... io faccio sempre attenzione, sa, perché la buonanima di mio marito ci teneva tanto alle automobili, specie alla sua, pensi, l’ultima l’aveva ordinata color granata, sa lui ci teneva tanto al granata (Carlotta aspetta impaziente), riflettendoci, però, mi pare di ricordare che...

CAR – Allora?

SIG – Ah beh, insomma, per farla breve... adesso che ci penso, credo che mio marito la volesse bordeaux, ma forse il modello non era lo stesso e, sa anch’io ci tengo in fondo... comunque ero venuta per dirle, mi scusi sa, mi spiace tanto, ma facendo retromarcia, ho schiacciato il ficus, sotto, in giardino, se non sbaglio è il suo...

CAR – (cambia tono, diventa torva, cupa) Lei cosa? Ha schiacciato che cosa? Ha ucciso chi? Sa cosa si prova a diventare assassini? Questo si prova! (mette le mani intorno al collo della vecchia, che si dimena, cerca di scappare e cala il buio)

SCENA VII (solito stacco ritmato; buio, poi abituale cono per lo studio della psicologa)

PSY – ...Ricordo le sue parole la settimana scorsa; dubito però che abbia detto a suo marito di essere in terapia (Luisa fa cenno di no con la testa). Immaginavo. Ormai è un po’ di tempo che ci incontriamo. Trova che qualcosa sia mutato dall’inizio?

LUI – Le posso dire che adesso va molto meglio. I casi si stanno diradando. Il problema, però, è che quando si verificano, sono forti, fortissimi.

PSY – Uhm. E lei?

 

LUI – Io? Io urlo, semplice. Il panico, il panico più totale. L’ultima volta, poi, non sapevo dove rifugiarmi. Mio marito mi dice che sono fantasie, che è tutto falso, ma io sono certa di quello che vedo.

PSY – Ma è sempre la stessa persona? Sempre uguale?

LUI – Lui non cambia mai, lui è eterno. Inizialmente era una figura poco chiara, i suoi tratti somatici non si distinguevano troppo bene, ma poi, una volta svelato e riconosciuto è stato immediatamente chiaro chi fosse. E da allora l’ho sempre veduto così.

PSY – Come fa a essere sicura che questa... entità si sia per così dire legata a lei?

LUI – Vede, mio padre era docente di storia antica; una notte ha conversato per due ore con lo spirito di Shanshiseram, che gli ha confidato la sua convinzione: per lui ero la reincarnazione di Neftala, la sua divina sposa. Giurò a mio padre che avrebbe cercato in eterno di riportarmi a lui. E dà lì, ogni tanto, torna e mi corteggia... (quasi come una bambina) ma è brutto, mi spaventa, se gli dico di andarsene mi fa le linguacce e ulula e minaccia di portarmi con lui e... (lentamente scende il buio)

SCENA VIII (salotto di Luisa e Lorenzo; dopo cena. Sul divano sono seduti Carlotta e Luisa, mentre Costanzo e Lorenzo sono fuori scena)

CAR – Luisa, che cena fantastica!

LUI – Grazie! Sono molto contenta di vederti così spumeggiante stasera. Fino a qualche giorno fa mi sembravi più demoralizzata.

CAR – Oh sì, hai ragione, mi sono ripresa abbastanza, anche se c’è una cosa di cui devo parlarti.

LUI – Dimmi, che succede?

CAR – Mi raccomando, però, non parlarne con nessuno.

LUI – Ma Carlotta, ci conosciamo da quando avevano dieci anni. Come puoi non fidarti, su!

CAR – Ecco, l’altro giorno... che cosa orribile... Rodolfo ha avuto un incidente! Sai quanto ci tengo io...

LUI – Rodolfo? (si guarda intorno, per controllare che nessuno senta) Ma non è il tuo amante?

CAR – No, lui è solo un amico... certo, mi ha aiutato molto prima di incontrare Pablo. (trattenendo le lacrime) È una cosa terribile; pensa che quando l’ho saputo, a momenti... (fa il gesto di strozzare qualcuno)

LUI – Dio mio; hai tentato il suicidio?

CAR – (convinta) No!

LUI – E dimmi, come sta lui adesso?

CAR – È in fin di vita, non ha speranze! Oh, bada che Costanzo non sa nulla, ci mancherebbe ancora questa e... ssst, stanno tornando...

LOR – (entrando da dx con Costanzo) Allora ragazze, ve la spassate?

LUI – Noi sì, e voi?

COS – Bene. Peccato per questo leggero fastidio intermuscolare che si ripercuote per tutta la cassa toracica; non vorrei che fosse una lesione della massa lipidica...

LOR – Ma piantala! (Carlotta dà segni di cedimento)

 

LUI – (a Carlotta) Vieni un attimo in cucina, Carlotta, vorrei farti vedere quella ricetta di cui ti parlavo.

CAR – (ripresasi) Ah, certo, andiamo (escono da dx)

LOR – Ma la vuoi finire una volta per tutte con ‘ste manie, malanni, malesseri e quant’altro? Lo vuoi capire o no che sei sano come un pesce!

COS – Ah sì, questo lo dici tu. Dovrei forse fidarmi di un medico?

LOR – Come, adesso, così d’improvviso non ti vado più bene? Non ti fidi più di me? Fino a ieri mi telefonavi persino di notte per dirmi che avevi il battito (qualche secondo di tic nervoso) cardiaco irregolare e adesso non ti vado più bene!

COS – Ma no, non ho detto questo. Dovrei fidarmi di un medico? Uno solo? Questo intendevo (Lorenzo si lascia cadere sul divano rassegnato). Sei bravo, certo, ma sei umano, puoi sbagliare. Ecco, vedi: parte da qui e va giù giù fino all’osso sacro...

LOR – Io non capisco. Hai tutto, un lavoro che ti piace, una bella casa, una moglie niente male, con certi argomenti che (sul suo volto un sorrisetto compiaciuto che elimina non appena Costanzo lo guarda)... insomma, spiegami perché ti devi comportare come un’enciclopedia medica!

COS – Perché perché, non lo sai tu? Non sai per esempio che sedendoti hai sterminato un’intera famiglia di batteri che vivevano sul divano? E che avrebbero potuto infettarci tutti, col rischio di causarci una morte lenta e atroce? (starnutisce) Ecco, lo sapevo, una bronco-rinite...

LOR – Senti, impiastro, vieni con me. Andiamo di là, dove ho i manuali di medicina, così ti dimostro che la bronco-rinite non si prende sedendosi sul divano! (escono da sx; rientrano le due donne da dx)

LUI – (rientrando) Secondo me viene meglio aggiungendoci un po’ di zafferano, dà quell’idea di esotico che dona a questo genere di piatti! Chissà dove saranno i ragazzi?

CAR – Beh, almeno posso parlarti liberamente di Pablo. Che persona meravigliosa...

LUI – (sedendosi) La tua situazione non è delle migliori, Carlotta. Hai un marito, un amante... ufficiale e un amico... molto amico in fin di vita! Sei sicura che Costanzo non sospetti nulla?

CAR – No. Si trattasse di metastasti, emicranie o embolie, avrei la certezza di un suo interessamento. Per il resto sono tranquillissima. Non essendo una possibile malattia, io, per lui, non esisto.

LUI – Secondo me esageri. Io ci farei attenzione, comunque. Non vorrei che tu fossi un po’ fissata con questa situazione e la usassi come alibi per le tue scappatelle, ecco.

CAR – Luisa! Vorresti dire che non dovrei pensare alla mia vita, che dovrei passare le mie giornate a fianco di un... invertebrato, lettore assiduo dei bugiardini dei farmaci? (adirandosi) Io non ti capisco: ma da che parte stai? Dalla mia o dalla sua? (Luisa cerca di intervenire, ma Carlotta continua) Siamo amiche da una vita, mi sono sempre confidata con te, ma non pensavo di aver allevato una serpe...

LUI – (decisa) Fermati! Hai tutti i motivi per avere una doppia e tripla vita, io non ho mai pensato di non ascoltarti. Voglio solo dirti di fare attenzione (Carlotta si rilassa). Tranquilla, potrai continuare a raccontarmi tutto ciò che ti passa per la mente e a confidarmi delle tue passioni.

CAR – (le si getta al collo, commossa) Oh grazie, sei sempre stata così importante per me... Io, io non so come potrei fare senza. (Luisa guarda verso sx, vede tornare gli uomini)

LUI – (trascinando fuori a dx l’amica, sempre abbracciata al collo) Vieni, ci facciamo un caffè forte, così ti calmi. Se i ragazzi ti vedono così, non sarà facile dare spiegazioni. (escono)

COS – (rientrando da sx, con un bicchiere d’acqua in mano) Quindi credi che una terapia psicologica mi farebbe bene?

LOR – (sedendosi e bevendo un liquore) Ne sono certo! Ti sentiresti meno nervoso, vivresti meglio, riusciresti persino a bere un dito di whisky senza temere l’ulcera. (Costanzo è perplesso) Ma non capisci? Potresti finalmente vivere libero, senza costrizioni, limiti, paure... Ad esempio, potresti toglierti quegli stramaledetti guanti bianchi!

COS – (sognante) Niente più paure... assilli... tossi nervose...

LOR – La tua vita sarebbe migliore. E anche quella di chi ti vive vicino. Pensa a Carlotta.

COS – Potrei abbracciarla senza il terrore di stirarmi un muscolo dell’avambraccio... Addirittura, pensa, potrei dimenticare tranquillamente la boccetta di disinfettante che porto sempre con me... (tornando in sé) A proposito, dove l’avrò messa?

LOR – Costanzo! Ma allora parlo al vento!

COS – No, è che...

LOR – (si alza) Avanti, è ora di iniziare la tua terapia (afferra l’amico per un braccio e lo trascina verso l’uscita, sx fondo)

COS – Dove mi porti?

LOR – A fare quattro passi nella gelida notte di gennaio!

COS – Ma sei matto! E tu, poi, non sei uno psicologo... ehi, aspetta, la sciarpa... (escono)

CAR – (rientra seguita dall’amica) Pablo è un latin lover, un amatore, affascinante, (si siedono sul divano; Luisa ormai finge di ascoltare l’amica) bello, alto, snello, florido, flessibile, rigoglioso! Poi, da quando ha cominciato a prendere il ginseng di Costanzo sembra addirittura rifiorito!

LUI – Rifiorito?

CAR – Sì! Non vedo l’ora di fartelo conoscere. Sono sicura che lo troverai magnifi... (Luisa urla terrorizzata)

LUI – (ha una delle sue visioni) Attenta! nasconditi, presto!

CAR – Ma...

LUI – (si alza; sfida il fantasma) Non mi avrai mai; non sarò mai tua!

CAR – Ehm, non sarebbe meglio chiamare i ragazzi?

LUI – (alterna momenti di coraggio ad altri di terrore) Mi hai perseguitata da quando ero piccola, ma adesso è venuto il momento di mettere fine a questa dittatura. Se credi di farmi paura ti sbagli di grosso. Tu non sei che... aiuto... che un’idea della mia mente bacata e... per favore non mi faccia del male... non riuscirai a piegarmi...

CAR – (mantenendo una certa calma) Lorenzo!

LUI – (prende un cuscino del divano e comincia a difendersi) No, no, no, lasciami! Papà salvami tuuu...

CAR – (c.s.) Lorenzo!

LUI – Vattene, io... aiutoooo...

CAR – (c.s.) Lorenzuccio! (l’amica la afferra e con forza la trascina fuori a dx)

LUI – (uscendo) Non mi avrai! (poco dopo rientra in scena con una scopa di saggina in mano, sempre in preda alle allucinazioni e colpisce al vento; Carlotta è obbligata a seguirla, perché Luisa la tiene per un braccio. Escono da sx, poi passano ancora in scena e riescono da dx)

LOR – (da sx fondo, con Costanzo) ...Siamo tornati! Ma dove saranno finite?

COS – Che freddo! Sarai anche un medico, ma non mi fido mica tanto delle tue idee.

LOR – Silenzio! Non contestare sempre tutto.

COS – Oltretutto non sei uno psicologo, uno psichiatra, un neurologo. Sei un cardiologo: dovresti occuparti solo di cuore e cose simili.

LOR – (leggermente rabbrividito alla parola “cuore”) Non parlarmi di cuo... cuu...ooo... ecco, non riesco neanche a pronunciarlo.

COS – Oh mio Dio! Un attacco di dislessia. Anch’io ne soffrivo, soprattutto quando ero sotto stress, poi ho provato un tipo di pastiglie a base di passiflora che mi ha risolto...

LOR – (interrompendolo) Insomma! (subito da fuori scena, Luisa urla. Costanzo si porta la mano al cuore. Poi le due donne entrano in scena) Luisa, cara, guardami, son qui...

CAR – Ma dove eravate finiti? Qui sta cadendo il mondo!

LOR – (cercando di mascherare il tutto) Niente di grave, Carlotta. (prende una pillola dalla tasca e la porge a Luisa) Ecco, prendi questa, da brava.

COS – (a Lorenzo) Le hai dato un calmante? Non ne avresti uno anche per me? Sai, mi sembra che la pressione, il battito... (Carlotta gli tira un calcio sugli stinchi; Lorenzo ha un attimo di tic alla parola «battito»)

COS –Ah, che male, potresti avermi rotto una gamba. Sicuramente mi hai leso parte del nervo; ah, che sofferenza (Carlotta lancia un urlo di rabbia). Oddio, cos’è?

LOR – Senti, rottame ambulante, vedi di renderti utile. Va a cercare una farmacia notturna e fatti dare questa medicina (gli dà una scatoletta; lascia per un attimo Luisa che, per effetto della pillola, si affloscia).

CAR – Oh, Gesù!

COS – Come?

LOR – Mi servono al più presto.

COS – Vado. Che male tremendo questo stinco; certamente sarà incrinato... (fa per uscire; torna indietro e prende la sciarpa che aveva posato sul divano. Esce da sx fondo).

LOR – (non si accorge subito che Luisa è a terra) Dunque... Luisa? Dove sei? (Carlotta gli fa segno) Tesoro! (con Carlotta la sistemano sul divano; poi si appoggiano dietro il divano) Scusala, è qualche tempo che ha un paio di problemini e...

CAR – Povera cara, che dispiacere vederla così.

LUI – Ehm... sì, ma non è nulla di cui preoccuparsi. Ogni tanto vede qualcosa che... non c’è!

CAR – Scusa anche Costanzo. Non si può più tollerare un atteggiamento simile; sempre con quei guantacci bianchi sulle mani. E la sciarpa... che umiliazione!

LOR – È difficile, ma bisogna aspettare che...

CAR – Questa volta, però, mi sono stancata sul serio. Non è giusto che io soffra così. Se penso a come siete felici voi due, a come è vivo il vostro rapporto... (Luisa per un attimo russa rumorosamente)

LOR – (insicuro) Eh... vivo, vivo... (pausa. Cercando di cambiare discorso) Senti Carlotta, anche se tu non vuoi, ho consigliato a Costanzo di iniziare una terapia psicologica. Credo che potrebbe avere un certo beneficio; in fondo non ha niente se non fisse mentali. Ho provato a dirglielo e mi è sembrato ben intenzionato. Magari, sentendoselo ripetere anche da te, da chi gli vuole bene...

 

CAR – Mah, posso provare a dirglielo, anche se la psicologia... La verità è che non ho più voglia di lottare. Quell’idiota mi sfianca, mi toglie tutte le forze. A volte penso che non mi ami più! Per lui esistono solo extrasistole! Guardami, sono distrutta, ho trentasei anni e ne dimostro quarantuno; l’altro giorno mi hanno scambiato per mia madre...

LOR – (sincero) Sei sicura? Io ti trovo bene, invece. Anzi, mi sembri proprio in forma!

CAR – (comincia ad accarezzarlo, avvinghiandosi a lui) Oh, Lolò, come sei gentile...

LOR – Ehm, Carlotta, buonina, non mi sembra il momento...

CAR – Non ho dimenticato sai come mi stringevi l’altro giorno a casa mia e come mi guardavi, con quegli occhietti da salmone innamorato... vieni qua! (lo tira a sé; finiscono dietro il divano, in modo che si veda ogni tanto spuntare una gamba di Lorenzo da dietro) Bello, bello...

LUI – (si sveglia lentamente) Avete chiamato? (sbadiglia) Amore?

LOR – (sbuca da dietro il divano) Sì? (Carlotta lo tira subito giù, in modo che Luisa non lo veda)

LUI – Amore, ci sei? Oh, ricominciano le voci, di nuovo... Lorenzo?

LOR – (c.s., ma più sognante, col cellulare all’orecchio) Eh? Pronto? (Carlotta, c.s.)

LUI – Dove sei? Paparino perché non mi difendi? Cattivo, Sanshiseram mi ha portato via anche il mio tesorino, cattivo... (Carlotta d’improvviso compare da dietro lo schienale e con una sua scarpa colpisce in testa Luisa, che cade stordita sul divano; Lorenzo sbuca per un attimo, poi viene tirato giù da Carlotta; si alza la musica, buio).

SCENA IX – (studio della psicologa; solito procedimento di luci)

BAR – ...da quando sono tornata mi sento più sicura di me; sono consapevole del potere che ho nelle mani. Riesco finalmente a sentirmi utile, perché posso fare qualcosa di buono per gli altri. Oh, come sono felice... Mi creda, finalmente sto bene! Questi tre mesi in India mi hanno aperto gli occhi.

PSY – Bene Barbara. Lei è convinta di essere completamente guarita? Non ha più nessun rigurgito depressivo?

BAR – Più niente. Posso pensare a qualunque cosa e godermi la gioia del sorriso. Fuori piove? Pazienza, la pioggia è bella; ho una giornata pesante? Non importa, mi divertirò di più ad affrontarla. Vedo una coppia di innamorati? Benissimo, presto anch’io... (scoppia d’improvviso a piangere)

PSY – Deduco che l’opera di autoconvincimento non abbia funzionato totalmente.

BAR – Io... io non capisco: sono simpatica, caruccia, dolce, sensibile, premurosa, ecclettica, adesso, poi, ho anche il dono dell’imposizione eppure nessuno si innamora di me. Che tristezza infinita

PSY – Senta Barbara, mi parli del viaggio in India.

BAR – (lacrimando ancora un pochino) Oh, è stato meraviglioso. Il Gange, le mucche, i bramini e poi... poi un giorno ho incontrato un vecchio con la barba bianca... sembrava Babbo Natale...

PSY – In India? Lei, Barbara, ha mai provato le droghe leggere?

BAR – (serafica, non capendo l’allusione) Oh no, ho bevuto solo tè. Questo santone, mi ha messo le mani sulla testa e mi ha detto che da quel giorno io avrei donato serenità agli uomini... che bello... Allora, sono corsa in hotel e ho provato subito con qualche turista... come si sono sentiti bene dopo...

PSY – È evidente in lei una carenza affettiva, che la porta a cercare in qualunque occasione un contatto fisico, anche occasionale con le persone che la circondano. Il fatto poi che lei abbia queste nuove capacità, le permettono un alibi per la sua condizione di instabilità psichica, che potrebbe anche sfociare in episodi di reiterata follia, che tuttavia non possono essere considerati altrimenti se non come una naturale valvola di sfogo di un animo, il suo, così compromesso da una situazione amorosa tanto difficile.

BAR – Ah sì, anche Gigi, il mio ex ragazzo, mi diceva qualcosa di simile...

PSY – Gigi? Se non sbaglio vi siete lasciati perché lui... dopo averla incontrata si è... fatto prete, insomma (Barbara a queste parole scoppia a piangere a dirotto, lentamente scende il buio, si alza la musica sempre nervosa e cala il sipario).

FINE PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

SCENA I – (sipario; allo sfumare della musica, col buio, si sente squillare il cellulare di Barbara. Il dialogo avviene al buio)

BAR – Pronto? Sì, sono io... buonasera.

COS – Buonasera. Senta la chiamavo per poter prendere un appuntamento da lei per una seduta.

BAR – Un attimo che prendo l’agendina... Ecco, mi dica tutto.

COS – Non so, mi dica lei... martedì sera, intorno alle 18 potrebbe andare?

BAR – Martedì... sì, va bene, però preferisco alle 18.30, se possibile, prima ho una seduta piuttosto complessa...

COS – D’accordo per le 18.30 da lei allora. Grazie, arrivederci.

BAR – A lei, salve (si alza la solita musica ritmata).

SCENA II – (studio della Psicologa, con il solito procedimento di luci)

PSY – ...Mi sembra di capire che la situazione tra lei e suo marito non faccia che peggiorare.

CAR – Guardi, ormai non ci faccio neanche più caso, tanto ho capito che se voglio affetto non potrò mai averlo da lui. È troppo preso dalle sue enciclopedie, dalle trasmissioni di medicina, dalle ricerche su internet...

PSY – Però non è negativo che abbia altri interessi.

CAR – Dottoressa, lui con internet partecipa a tutti i forum sulle malattie del sistema circolatorio. (rassegnata) L’altra sera, poi, era lì, sul divano, concentrato a ripetere delle frasi, con dei termini così strani... poi ho scoperto che stava imparando a memoria il bugiardino di una medicinale... Non ho speranza di recuperarlo.

PSY – Lei non aveva trovato modo di supplire alle mancanze di suo marito? Mi pare che avesse incontrato una figura molto importante per il suo equilibrio psichico.

CAR – Vede, in questo momento ho una certa confusione in testa. Inoltre dovrei parlarle di una cosuccia che è capitata la settimana scorsa, dopo che ci siamo visti per la seduta. Ecco, avrei conosciuto un uomo... cioè, in realtà lo conoscevo già, ma... diciamo che ho approfondito l’amicizia e...

PSY – Mi perdoni, signora, non le sembra di esagerare nella ricerca spasmodica di un contatto diverso da suo marito? Mi spiego: va bene una persona, in un rapporto extra coniugale che oserei definire more uxorio, ma se i rapporti aumentano, lei rischia di crearmi un vortice assillante di affetti estemporanei che non possono essere sempre benefici in un caso come il suo.

CAR – Ma nel mio cuore, a parte quel rottame di mio marito a cui in fondo voglio ancora bene, in realtà c’è esclusivamente Pablo; solo che possiamo parlarci poco...

PSY – Capisco, è taciturno.

CAR – (subito) Ecco, sì, appunto, ma così dolce e bello e angelico, mi creda... (cala lentamente il buio, si alza la musica ritmata)

SCENA III – (salotto di Lorenzo e Luisa. Lui è seduto sul divano e sta leggendo, lei arriva da dx e sistema qualcosa sul mobile della radio)

LUI – Tesoro, pensavo di cambiare questa radio.

LOR – (continua a leggere) E perché? In fondo, non funziona.

LUI – Sì ma... (si blocca per un attimo, rimanendo colpita dalla risposta di Lorenzo) Per questo voglio cambiarla!

LOR – (c.s.) Vedi tu.

LUI – Tua sorella l’hai più sentita? È da un pezzo che non si fa viva. Mi piacerebbe avere sue notizie.

LOR – Ha telefonato qualche giorno fa. A parte il fatto che per me è una sorellastra, riscoperta per caso tre anni fa quando è morto mio padre, solo che all’epoca lei era sperduta in qualche villaggio del Centro America alla ricerca dell’uovo di Colombo e non è potuta tornare in Italia. Comunque, quella più sta lontano meglio è; la capacità di creare guai è il suo miglior pregio e, sinceramente, io vorrei vivere in pace; anzi, te la dico tutta: vorrei vivere. Punto.

LUI – Come sei cattivo. In fondo dev’essere simpatica... almeno, mi sono fatta quest’idea sentendo te e i tuoi genitori parlarne. Certo, forse è un po’ eclettica, però è pur sempre sangue del tuo sangue. Inoltre, muoio dalla voglia di conoscerla di persona. Col fatto che abita all’estero non l’ho mai vista. Non hai neanche una foto.

LOR – Lei è sempre stata contraria alle foto: dice che scattare fotografie è come bloccare nell’eterno una parte di flusso vitale. Che poetica! Comunque, non ti perdi nulla. E poi, sull’eclettica ci sarebbe da discutere, ma un accordo potremmo trovarlo. Quanto al sangue, lascia perdere: sai benissimo qual era il pensiero dominante di mio padre.

LUI – Quale pensiero? Scusa, ma cos’è questa storia della sorellastra? Non la capisco! (vedendo l’espressione di Lorenzo, ride di gusto e si siede vicino a lui)

LOR – Questo era il testamento morale e confidenziale di mio padre: in punto di morte mi ha confidato di essere stato tradito una volta da mia madre, almeno questa era la sua convinzione: e il fatto lo rendeva felice, felicissimo.

LUI – Sai che bello.

LOR – Certo! Era convinto che quelle corna fossero più vecchie di mia sorella di circa nove mesi. E forse non aveva tutti i torti! (ride)

LUI – (ridendo) Oh, che scemi! E che scema io che ti sto anche ad ascoltare. A proposito di pensieri, domenica sera, dopo la cena con Carlotta e Costanzo, ho fatto un sogno strano.

LOR – (subito, avvertendo pericolo) Che sogno? Quando, come, perché me lo dici solo adesso?

LUI – Ehi, calmati, non è nulla di grave. (Lorenzo, sorride per non destare sospetti; resta comunque rigido e attento) Pensa, ero addormentata e improvvisamente ho cominciato a sentire gente che rideva, a vedere persone che si dimenavano dietro al... (Lorenzo è sempre più preoccupato; suona il campanello) Chi sarà? (si alza e va ad aprire, sx fondo; Lorenzo tira un sospiro di sollievo) Ciao Costy, come stai? Vieni, entra!

COS – Ciao ragazzi. (a Lorenzo, avvicinandosi) Devo parlarti di una cosa importante.

LOR – Ehi, che fine hanno fatto i tuoi guanti?

COS – Non mi servono più! Ho finalmente trovato il modo di risolvere tutti i miei problemi.

LOR – Non ci credo.

LUI – Dici davvero? Che bella notizia! Chissà com’è contenta Carlotta!

COS – (subito) In realtà non sa ancora nulla.

LOR – Diavolo, solo due giorni fa eri in preda a una delle tue solite fobie e adesso hai la certezza di aver trovato la soluzione? E come hai fatto?

COS – Semplice. Ho seguito un tuo consiglio: mi sono rivolto a una specialista.

LUI – Hai preso la decisione giusta, la tua era diventata un’ossessione. Sono certa che risolverai tutto al più presto. (guarda l’orologio) Oddio che ora s’è fatta! Scusatemi, vado in cucina a dare un’occhiata ai fornelli (esce da dx).

COS – Adesso, sono veramente soddisfatto di me.

LOR – Era ora che ti dessi una svegliata. E dimmi, come si chiama lo psicologo? Antelmi? (prima che Costanzo possa rispondere) Ah, bravissimo, ottima scelta, è uno dei migliori della città.

COS – No no, io non ho parlato di psicologi.

LOR – Psichiatra. Ne conosco uno validissimo... aspetta, come si chiama...

COS – Lorenzo, non sono andato da nessun medico. Sono andato a fare reiki!

LOR – Cosa? Tu sei andato dove? Ma sei completamente impazzito? Ma, dico, non crederai a quelle buffonate, spero.

COS – Intanto mi sento meglio. Poi, non sono buffonate, anzi... (si guarda attorno) e... ci sarebbe un’altra cosuccia di cui dovrei parlarti...

LOR – Ancora? Non basta sapere che il mio migliore amico si è gettato in mano di un rubasoldi, imbonitore, massaggiatore di carne bovina, fumato dal mattino alla sera?

COS – Lorenzo: mi sono innamorato!

LOR – Misericordia! Ma di chi?

COS – (sognante) Di Bashmi.

LOR – E chi diavolo è?

COS – La maestra, cioè, la guida di reiki... ah, sapessi che occhi...

LOR – (si alza, esce da sx avanti, torna con una giacca) Io ti disconosco da amico. Ma bisogna essere totalmente cretini a regalare pacchi di soldi a una massaggiatrice del ventre che per di più si chiama Bashmi!

COS – Scusa, dove vai?

LOR – Avrei un impegno, se non ti dispiace. Ciao! (esce a sx fondo).

COS – Ehi, aspettami, devo chiederti una cosa... (dice la battuta, uscendo anche lui da sx fondo)

LUI – (rientra da dx) Allora, Costanzo, dove... Costanzo? Lorenzo, dove siete? Scomparsi... non sarà mica stato lui... No, quelle entità non esistono, lo dice anche la psicologa. Certo, basta lasciarsi prendere dal panico per delle idee confuse, delle immaginazioni troppo vive. Ha ragione la psicologa.  Però, lei non c’è mai quando io resto sola (piange disperata) Ah, mostro senza pietà, che ne hai fatto dei ragazzi... tanto non mi avrai... Presto, un telefono... (in quell’istante suona davvero il telefono) Chi sarà? Adesso anche il telefono mi ha preso... (terrorizzata) Pronto! Chi è, chi è, chi sei, perdonami, mi sento bene, sto male... (attacca la cornetta di colpo; cerca da qualche parte le pastiglie, ne prende alcune) Perché non ci sei mai; adesso che ti ha fagocitato, che ne sarà di me, povera donna... ecco, sento i suoi passi, avanza, avanza verso di me, mi difenderò con le mie mani... (esce da dx, torna subito con uno scolapasta in testa e con un aspirapolvere che accende e spegne in continuazione) Vieni qua, marrano d’un fantasma... «Fuggi, regal fantasima...» (d’improvviso, cade addormentata sul divano; scende il buio)

SCENA IV – (studio della psicologa)

LOR – Ed eccomi qua, a parlarle ancora di me e dei miei problemi. Questa settimana sono stato abbastanza bene, ma tutte le volte che qualcosa mi ricorda quel... (sospiro) Mi creda, non riesco neanche più a pronunciarlo.

PSY – Lei ritiene di essere una persona soddisfatta della propria vita? Svolge un’attività che l’accontenta? Mi spiego meglio, il suo lavoro attuale è ciò che lei sognava da ragazzo?

LOR – Beh, sì... io non mi lamento del lavoro che faccio. In fondo nella mia famiglia tutti sono cardiologi, io sono cresciuto pensando di diventare come loro... Non ho mai avuto problemi a immaginarmi col camice bianco, ma non pensavo che potesse diventare un’ossessione. Mi creda, fino a tre mesi fa era il mio unico pensiero. Adesso mi passa la voglia persino di mettermi lo stetoscopio per auscultare... un battito, un battito, due, tre, cinque, dieci, quindici... e la sveglia al mattino... pensi, la sveglia, per non sentirla più suonare al mattino e per riuscire ad alzarmi in tempo, ormai dormo su una poltrona, così non sono molto comodo e il mio sonno non è così pesante.

PSY – Come va con sua moglie? Questa psicosi continua a rendere difficili i suoi rapporti?

LOR – Bene. (meno deciso) Bene. Anche se... inutile girarci troppo intorno. Per un paio di volte mi sono lasciato trascinare da una amica... sa, un vortice di passione. In realtà io sono innamorato di mia moglie, ma ogni tanto questa amica mi si getta tra le braccia e io non ho neppure il tempo di pensare a qualcosa che vengo travolto dai suoi baci...

PSY – Ho ripensato alla nostra seduta precedente e dopo queste sue parole, credo sia importante analizzare ancora questo aspetto di sottomissione psicologica incoscientemente vissuta come qualcosa di benefico, ma che in realtà non ha fatto altro che limitare e stringere il suo sviluppo intellettivo e di crescita, causando una sicura eliminazione di talune esperienze vitali che senza dubbio potrebbero... (s’alza la musica, cala il buio)

SCENA V – (la musica, da ritmata, diviene tipica di un mantra indiano. Studio di Barbara, in centro, un grande tappeto che copre anche il divano, diversi bastoncini d’incenso intorno. La luce è solo centrale; i lati della scena non sono illuminati. Barbara è sul tappeto in centro, sulla dx, di tre quarti, Costanzo. Sono seduti)

BAR – (gambe incrociate, posizione simile allo yoga) Respira profondamente, libera la mente da ogni pensiero, cerca di sentire il tuo corpo interamente.

COS – Sì sì, subito (respira due o tre volte, poi tossisce) Oh Gesù...

BAR – Chi?!

COS – Ehm... oh... Ge... deone, l’asma!

BAR – Shh, calmati, rilassati, non pensare a nulla di nocivo, chiudi gli occhi e immagina distese verdi, valli incontaminate, ruscelli d’acqua azzurra che ti accarezzano il fisico (lo accarezza dolcemente).

COS – (in realtà, con un occhio, guarda lei) Bello, bellissimo, ah, come sono rilassato... niente asma, niente pleurite, gastroenterite acuta, sciatalgia, nulla...

BAR – Ecco, così. Adesso apri lentamente gli occhi e continua a respirare profondamente. (si alza, esce di scena un attimo e torna con una candela accesa, che pone davanti a Costanzo)

COS – Bashmi, sapessi come mi sento meglio da quando ti vedo... Non mi sentivo così da quando ho ritirato l’esito della colonscopia e ho visto che era negativo.

BAR – (sincera) Mio piccolo fiore di Loto, sei così dolce. Le tue parole mi penetrano nel fondo dell’anima. (lo abbraccia) Finalmente ho potuto liberarmi di tutte le mie paure e dei miei tristi ricordi di Gigi... Sento che tu sei l’uomo della mia vita, sei tu il dono della Trimurti dell’amore cosmico.

COS – (sempre più imbambolato, anche per il fumo) Oh sì, esprimi ancora questi  pensieri e andiamo insieme nei campi elisi avventurandoci per tundre misteriose, guidati solo dall’amore: tu, io e le gocce per la pressione... forever...

BAR – (comincia anche lei a sparlare) Avevo perduto la speranza di trovare una persona come te, amorevole e sincera! Sogniamo insieme distese di erba verde e mantra profumati.

COS – Sì, mantra, mandarini, per te lascerei qualunque cosa, anche lo sfigmomanometro; non voglio più pensare alle vene varicose di mia madre, quasi sicuramente ereditarie, ma solo a noi, cosparsi di crema abbronzante, distesi su qualche spiaggia dell’infinito...

BAR – Amore mio dolce, chiamami ancora come sai... mi piace tanto sentirti pronunciare quelle parole, dille alla tua Bashmi...

COS – Tenera capsulina mia, mio sciroppino adorato... tu mi fai toccare il cielo con un dito... tu vedi dentro di me meglio che una TAC!

BAR – Oh Mahatma, che pensieri travolgenti..... (sale la musica indiana, cala il buio)

SCENA VI (studio della psicologa)

PSY – Mi racconti questo sogno.

LUI – Ecco, ero con mio marito, stavo parlando del più e del meno... in atteggiamento affettuoso, si capisce, quando d’improvviso lui mi ha guardato dritto negli occhi: poi, senza che io potessi dire nulla, mi ha dato una martellata in testa.

PSY – Come mai una martellata? Che cosa significa secondo lei?

LUI – Non saprei. Mio marito non farebbe mai una cosa simile, è così buono. Ma il nesso col martello non lo capisco, in fondo lui non è mica muratore o falegname, insomma, lui col martello non ci fa proprio nulla. Però, ho la sensazione che questo sia capitato davvero...

PSY –  Parliamoci chiaro, signora: suo marito l’ha mai colpita? Perché una cosa è la psicosi vittimistica, un’altra è un marito violento.

LUI – Voglio dire che è stato un sogno così vicino alla realtà, che mi è parso di aver vissuto davvero quest’evento; mi pare di sentire ancora il rumore del martello sopra la mia testa... e il giorno dopo, mi sono svegliata con un dolore proprio qui (si tocca la fronte)... io, le dico, temo che si tratti di Nemothà, che mi abbia voluto dare un segno inequivocabile della sua presenza, ecco!

PSY – Il suo stato psicologico risente inevitabilmente di una scossa forte e continuata di emozioni che lei non riesce a controllare e a ricacciare in un suo passato prossimo che evidentemente la condiziona. L’immagine di suo padre sconfitto da questa entità negativa può fungere in effetti da martello che la percuote sulla ragione nel tentativo di rapirla e di portarla con sé in un mondo che lei non riesce a respingere del tutto. La sua situazione non è di facile risoluzione, bisognerà indagare ancora più approfonditamente su determinati aspetti della sua psiche e trovare la chiave di lettura di alcuni episodi che lei ha vissuto o ha creduto di vivere; l’esempio della martellata, totale frutto della sua inventiva è molto esplicativo.

LUI – (che alle parole della psicologa si preoccupa sempre più) Oh cielo, mi sento morire... (si alza la musica ritmata e cala il buio)

SCENA VII (salotto di Carlotta e Costanzo; sul divano una giacca da uomo, poco più in là, per terra, dei pantaloni, un paio di scarpe femminili e un lenzuolo colorato; suona il campanello; Carlotta entra in scena e va ad aprire)

CAR – (da dietro il paravento; un po’ imbarazzata) Luisa! Come va?

LUI – (portandosi verso il divano e notando la roba in giro) Bene... ma, stai facendo pulizia per caso?

CAR – Come?

LUI – Dico, riordini gli armadi?

CAR – (sempre imbarazzata) Sì, sai com’è, il cambio di moda, di stagione...

LUI – Ma siamo in pieno inverno!

CAR – Appunto, ma vatti a fidare di questo pazzo tempo, che ormai cambia così, senza aspettare il calendario... e poi... quattro cosucce che non indossavo più... (cerca di far sparire la giacca)

LUI – A me sembravano vestiti da uomo.

CAR – (subito) Eh? Ah... un modello per una donna indipendente...(cambiando discorso) Ma tu, piuttosto, che mi dici di questa tua nuova pettinatura!

LUI – Carlotta, ti senti bene? Io non ho nulla di diverso, tantomeno nella pettinatura.

CAR – Ma certo, che sbadata, è vero, chissà dove ho la testa oggi... mi sembravi così particolarmente... ecco, una pettinatura...

LUI – Secondo me tu hai qualcosa che non va. Comunque, voglio parlarti di una cosa: ho deciso di andare a fare una seduta di reiki. Ho scoperto che hanno aperto uno studio nuovo in città. Ne parlano bene. Che ne dici di venire con me? È rilassante, potresti averne dei benefici, in fondo questo periodo per te non dev’essere stato semplice. Poi oggi mi sembri così strana.

CAR – Beh... sì, una bella idea, ma... Lorenzo?

LUI – Non ne sa niente. Lo conosci anche tu: comincerebbe a dire che sono fesserie inutili e dispendiose. Anzi, non dire nulla neanche a Costanzo, non vorrei che parlando gli sfuggisse qualcosa.

CAR – Va bene, così siamo sicure. Accetto volentieri.

LUI – Già che ci sono, vorrei dare un’occhiata alla tua raccolta di thriller, vorrei leggerne uno avvincente.

CAR – Ma certo cara, vai pure in camera e scegli con calma, io finisco di sistemare qua e ti raggiungo immediatamente (spinge rapidamente Luisa fuori verso dx; appena Luisa è uscita, lei corre al divano e comincia a raccogliere la roba; improvvisamente, da sx, entra in boxer e camicia Lorenzo).

LOR – (da fuori scena) Paperotta? (entra con camminata bullesca; Carlotta resta immobile terrorizzata) Dov’eri finita? (verso il divano) Perché non ci spalmiamo amorosamente sul divano? Ormai posso dirtelo: il marito più fedele della terra, si è innamorato, follemente innamorato! Carlotta, dolcezza mia, ti amo! (fa per baciare Carlotta, che si agita nervosamente). Ma... che hai?

CAR – Di là c’è... c’è...

LOR – Chi c’è? Il lupo cattivo che mangia Cappuccetto Rosso? Ma io sono il cacciatore buono che... (si sente la voce di Luisa chiamare Carlotta; Lorenzo ha un fremito di terrore, fa per parlare, ma Carlotta lo blocca e lo spintona fuori verso sx; quindi, Carlotta corre ed esce verso dx. Pochi secondi di scena vuota, poi rientra da dx Luisa, che sfoglia un libro).

LUI – (a Carlotta, fuori scena) Finisci pure, io do un’occhiata al libro (si siede sul divano, dando le spalle all’uscita di sx; da sx e contemporaneamente da dx rientrano Lorenzo e Carlotta: l’uomo, alla vista della moglie resta rigido immobile, mentre Carlotta maschera il terrore con un sorriso nervoso; da qui fino alla fine della scena, Carlotta fa in modo che Luisa non si giri indietro) Oh, eccoti... ma sei sicura di stare bene? Oggi sembri così agitata...

CAR – Sì? No no, io sto benissimo, è solo che... ti devo parlare! (suona il campanello) Chi sarà adesso?

LUI – Beh, se non apri…

CAR – Ma certo, che stupida! (va verso il paravento. Non fa in tempo a dire nulla, che subito l’ospite comincia a parlare rapidamente)

SIG – (entrando di getto in scena) Carissima Carlotta, non la disturbo, vero? Oh, ma vedo che ha ospiti. (saluta con un cenno Luisa) Buon pomeriggio. Senta Carlotta, dovrei dirle una cosa, sa… un po’ complicata…

CAR – (agitatissima, mentre Luisa riprende a sfogliare il libro) Signora Chianti, la prego, non ora.

SIG – Ecco, vede, sono proprio maldestra. Stavo facendo pulizia in casa e… a proposito, mi fa poi provare quell’aspirapolvere dell’altro giorno? È così silenzioso che… (Carlotta la guarda per storto) Comunque, dicevo… (nota Lorenzo, che nel frattempo s’è coperto in parte con un lenzuolo) ma…

CAR – (con un urlo isterico, tentando di non far mai voltare Luisa verso il marito coperto) Signora!

SIG – Ma certo, cara. Ecco, ho aperto la porta per pulire la soglia di casa e, mi spiace tanto, sa… quel bel vaso di gerani che ha messo vicino alla scala…

CAR – Gerani?... (sottovoce) Antoine… Alain…

SIG – Ma è stato proprio una sbadataggine…

CAR – Cosa ha fatto ai miei gerani?

SIG – Sa… pulendo il pianerottolo, ho urtato con lo strofinaccio per pavimenti la bottiglia di ammoniaca ed è finita dentro il vaso… mi sembrano un po’ flosci e lei ci tiene tanto alle piante, così…

CAR – (montando di rabbia ma non potendosi muovere più di tanto per non far voltare Luisa) Signora Chianti… lei… anche i gerani… (urla come un assassino).

SIG – Oh mamma! (spaventata, esce di corsa)

LUI – Carlotta, stai bene?

CAR – (tirando lunghi respiri, ma col nodo in gola) Certo, Luisa, nessun problema Luisa… dicevamo?

LUI – Dovevi dirmi qualcosa.

CAR – Ah, certo. (cercando di tornare in sé, ma tenendo sempre d’occhio Lorenzo coperto) Dunque: devo parlarti!

LUI – Riguarda Costanzo, vero? L’avrei immaginato. Cos’ha combinato di nuovo?

CAR – Ecco, in realtà... Costanzo non c’entra, è un’altra persona (Lorenzo, sempre immobile, si sente svenire). Il fatto è che mi sento sempre più attratta da... (suona il telefono) Scusa, torno subito (esce di corsa da dx; Lorenzo fa per andarsene, ma starnutisce; prima che Luisa si sia girata, si rimette in testa il lenzuolo e resta immobile, come una statua)

LUI – Ma, che cosa... (si gira, vede la... statua e resta impietrita, senza parole)

CAR – (rientra da dx e riprende a parlare da dove si era interrotta) Già... Luisa, io non volevo, ma è stato più forte di me... (si rende conto di ciò che sta succedendo; cercando di fare finta di nulla) Ehm, Luisa, che hai?

LUI – (indicando nervosamente la statua, con un filo di voce) Lui... lì... è...

CAR – (si dà una pacca sulla testa, poi fingendo) Scusa cara, dove, io non vedo niente! (suona di nuovo il campanello) Oh, porca… (va ad aprire)

SIG – (entrando, come prima) Senta, Carlotta, sa che io amo gli oggetti di arredamento particolari. Il mio povero marito d’altronde faceva collezione di armature e… come sono difficili da pulire, ma lui me lo chiedeva sempre… (Carlotta sta per tirarle un pugno)…

LUI –Lo spirito…

CAR – (dividendosi tra le due… folli) Ma no, cara… Se ne vada, per favore!

SIG – Anche la signora è rimasta impressionata da questa bellissima opera moderna. Dove l’ha comprata, Carlotta? Mi piacerebbe averne una anch’io, mio marito sarebbe così contento…

LUI – Il fantasmaaa…

CAR – (preoccupata per l’amica) Luisa…

SIG – Scommetto che è tutta di metallo sotto. Non sarà facile tenerla pulita, però (fa per dirigersi alla statua)

CAR – (ormai in preda a un attacco di nervi) Basta, basta, basta! (completamente fuori di sé) Se ne vada! Altrimenti l’ammazzo, così vendico Rodolfo, Antoine, Alain, tutti! (sta per usare Luisa come arma contro la vecchia, che spaventata si allontana, uscendo. Poi, cercando di calmarsi). Dunque… Luisa?

LUI – Davanti, è... è... svengo!

CAR – Luisa? Ti senti bene? Anche tu, però, svieni sempre! Vieni a bere un bicchiere d’acqua (la trascina fuori, verso sx; appena fuori, Lorenzo si toglie il lenzuolo dalla testa ed esce di corsa, recuperando velocemente i pantaloni. Buio).

SCENA VIII (studio della psicologa)

BAR – ...Le dirò, mi rendo conto di essere più distratta del solito, ma non mi interessa più niente: voglio solo passare il maggior tempo possibile con il mio Mahatma. Ho la testa fra le nuvole; sono svagata, senza preoccupazioni... pensi, ho persino perso l’agenda su cui segno gli appuntamenti dei miei pazienti, devo andare a memoria... l’altro giorno, poi, ho scoperto di non avere pagato le bollette: una volta avrei pianto, adesso, invece, rido.

PSY – La sua distrazione è evidentemente dovuta a questa sua condizione di infatuazione. È normale essere sbadati e non tenere in considerazione tutti gli altri aspetti della quotidianità.

BAR – L’unico elemento che può ancora farmi sentire triste è il pensiero che anche Mahatma possa fare la fine degli altri... Eppure, io non c’entro nulla con il suicidio di Gianni, la vocazione di Gigi, l’improvvisa omosessualità di Andrea, la fuga di Carlo... eppure, eppure... ecco...

PSY – Le situazioni del passato lasciano un segno su ognuno di noi; lei può cercare di trarre insegnamenti e vantaggi da quelle situazioni che in qualche modo hanno contribuito a farla soffrire. Si è mai domandata perché i suoi ex fidanzati hanno avuto reazioni così estreme?

BAR – Mah... in fondo io non sono poi così male... solo perché tendo leggermente alla depressione... pensi che l’altra notte ho sognato il funerale di tutti i miei parenti, morti in un improvviso crollo della palazzina in cui vivono, causato da una scossa fortissima di terremoto. Ma con Mahatma non ho pensieri negativi. (pausa) Sì, in effetti, quando vivevo con Carlo stavo attraversando un periodo un po’ nero... avevo tanta tanta voglia di piangere e, a pensarci, mi sento scendere una lacrima anche adesso... Il reiki mi ha aiutato un pochino... solo un paio di volte ho pensato che sarei morta soffocata dal fumo degli incensi.

PSY – Lei è un caso lampante di nevrosi depressiva acuta e continuativa che non sempre riesce a controllare le proprie reazioni emotive. In lei ci sono segnali di ripresa tuttavia, le consiglio di non sentirsi guarita e di non abbassare la guardia di fronte a periodi di rilassatezza che possono avere una natura momentanea e decisamente illusoria. La sua psiche è ancora molto instabile e portata ad alti e bassi che possono essere frequenti e repentini.

BAR – Oh, bello... (improvvisamente comincia a piangere)

PSY – Tipico segno di squilibrio! (buio, musica)

SCENA IX – (allo sfumare della musica, col buio, si sente squillare il telefono di Lorenzo. Il dialogo avviene al buio)

LOR – Pronto?

COS – Sono Costanzo, ciao.

LOR – Ho detto che con te non parlo più!

COS – Dai, ascoltami, è una cosa importante!

LOR – Ah, per le cose importanti torni sempre all’ovile! No, parlane con la maghetta!

COS – È proprio lei il motivo: vorrei che tu venissi con me alla prossima seduta: sono così innamorato, sapessi...

LOR – Io da un bonzo fattucchiera? Scordatelo!

COS – Vorrei fartela conoscere... Lorenzo, non puoi dirmi di no... guarda, è l’ultima volta che ti chiedo un favore, poi, prometto, se lievita la storia con lei, non verrò mai più a farmi fare gli elettrocardiogramma da te (si sente un urletto da parte di Lorenzo). Tutto bene?

LOR – (respirando affannosamente) S-sì, ma non parlarmi di elettr... lasciamo stare.

COS – Comunque, Bashmi ci aspetta venerdì intorno alle 18. Ti passo a prendere. Ciao.

LOR – Ma...

(si alza leggermente la musica, poi sempre al buio, dopo qualche secondo, si sente il trillo del cellulare di Carlotta)

CAR – Oh, ciao, Luisa. Allora?

LUI – È tutto a posto, le ho telefonato ieri; ci aspetta la sera del 17 nel suo studio. E per non correre rischi inutili con Lorenzo, ho prenotato col mio nome da nubile.

CAR – Benissimo, non vedo l’ora di conoscerla. A presto.

LUI – Sono convinta che ti farà bene; penso che ti aiuterà a chiarirti un po’ le idee.

CAR – Già, credo di averne bisogno. Ciao ciao.

SCENA X (studio della psicologa)

 

PSY – Beh, qualcosa è cambiato in lei, su questo non posso dubitare.

COS – Sì dottoressa, sento una forza diversa. Vede? Non ho neanche più i guanti; pensi che l’altro giorno ho sentito una fitta alla schiena e ho preso solo quindici gocce di antidolorifico... una volta ne avrei bevuto un boccettino intero.

PSY – Insomma, possiamo dire che qualcuno l’ha aiutata a cambiare modo di affrontare le difficoltà.

COS – Sarò sincero: io a mia moglie voglio bene, ma questa ragazza mi ha conquistato, mi ha dato una forza interiore incredibile: mi rendo conto di affrontare le cose con maggiore ottimismo. Le faccio un altro esempio: di solito, quando aspetto l’esito di un esame sono intrattabile e ho sensazioni negative, invece, l’altra settimana, ho ritirato il risultato dell’elettrocardiogramma con la certezza di avere subito un solo piccolo infarto... Ah, sono così rilassato adesso...

PSY – Ecco, come le dicevo, sono stati fatti dei passi avanti... diciamo che qualcosina è ancora da migliorare. L’importante è che lei si senta psicologicamente rinvigorito dall’iniezione di ottimismo che ha sviluppato grazie a questo incontro.

COS – Non vedo l’ora che sia venerdì per poterla riabbracciare. Sarà quell’atmosfera soffusa, di candele, profumi ed effluvi vitali dell’energia solare del mantra. Non ho neanche più il soffio al cuore, io sono sbalordito da tutto questo (resta fermo con aria sognante; lentamente si alza la musica e scende il buio).

SCENA XI (nello studio di Barbara; in scena Lorenzo e Costanzo, vestiti con una tunica arancione)

LOR – Mi vuoi spiegare perché ci siamo dovuti conciare in questa maniera?

COS – È per entrare meglio in contatto con lo spirito.

LOR – Con lo spirito di tua madre! Oltretutto fa un caldo allucinante.

COS – Con lo spirito della Trimurti. Poi, se si suda, si espellono le tossine.

LOR – Senti, già non so come tu abbia fatto a trascinarmi in questa buffonata; io, un medico, in casa di venditori di fumo, di stregoni...

COS – Per favore, calmati. È un piacere da amico (si sentono dei rintocchi, come di una pendola).

LOR – (in stato di agitazione per il tichettio) Oohh, cos’è... ohi, mi gira tutto...

COS – È lei, sta arrivando la mia Bahsmi! (Barbara compare dal fondo, vestita con una tunica bianca, con in mano un bastoncino d’incenso)

BAR – Oh, Mahatma, dolce spirito della terra, finalmente sei tornato...

LOR – (dopo averla guardata con stupore) No! Tu cosa ci fai qui?

BAR – Lorenzo Maria, che gioia...

LOR – (furente) Barbara, lo sai che non devi chiamarmi così! (a Costanzo) Quanto a te, questa me la paghi! Io me ne vado!

COS – Ma... ma voi... vi conoscete?

BAR – Sì Mahatma, è il mio fratellino!

COS – Vuoi dire che tu saresti la sorella che ha vissuto per anni all’estero?

LOR – Sì, e speravo che ci rimanesse! (a Barbara) Ma non potevi perderti nell’Uganda o dove diavolo eri finita? Proprio qui dovevi tornare?

BAR – (sognante) Oh, pensa non fossi stata qui: non avrei potuto incontrare il mio Raggio di luce! (si guardano con Costanzo con occhi innamorati)

LOR – Ma voi siete tutti matti! (fa loro il verso) “Il mio Raggio di luce”! che schifo. (a Barbara) Ma dico, tra tanti disperati rimbambiti proprio lui dovevi pescare e tu (a Costanzo) non potevi trovare la soluzione dei tuoi problemi ubriacandoti?

COS – Ma Lorenzo, l’alcool mi aumenta il bruciore di stomaco... (Lorenzo ha una crisi di nervi).

BAR – Ma come sei teso! Vieni, facciamo una seduta di reiki, vedrai che ti sentirai subito meglio (si siede in centro, sul tappeto, su cui aveva posato il bastoncino d’incenso. Ne accende altri)

COS – Bashmi, come sei premurosa. (a Lorenzo) Cerca di partecipare anche tu, starai divinamente.

LOR – Non ho nessuna intenzione di restare qui a perdere tempo! Io me ne vado.

BAR – Prova a sederti un attimo con noi. Vedrai come ti sentirai meglio, Lolli!

LOR – E non chiamarmi Lolli! Ho detto no e no sarà!

BAR – (sincera) Per favore, fallo per la tua sorellina, che ti è mancata tanto.

COS – (sullo stesso tono) Per la tua sorellina!

LOR – (tra sé) Ma guarda che roba: sembra che abbiano aperto i cancelli del manicomio! Due che si definiscono adulti: uno non sopporta neanche lo svolazzare di una mosca, perché ha paura che lo spostamento d’aria delle ali lo faccia ammalare, l’altra ha viaggiato per trent’anni per ridursi come una venditrice di fumo porta a porta. (li osserva per un istante, mentre si scambiano buffetti e carezze) Che disastro d’umanità. (agli altri) Va bene, resto. Ma vi avverto, se non fate in fretta, comincio a tirare calci a tutto ciò che vedo! (guarda dritto negli occhi, alternativamente, gli altri due. Si alza una musica stile mantra, con qualche rintocco).

BAR – Sedetevi e respirate profondamente, lasciate che le vostre menti si liberino in aria, cercate nel vuoto dell’infinito un’immagine serena e luminosa, che vi aiuti a ricaricarvi e a rigenerarvi (ogni tanto, Lorenzo ha qualche sussulto per via dei rintocchi).

COS – Oh, Bashmi, sento già gli effluvi delle tue parole che mi penetrano nel cervello...

LOR – Sai che risultati!

COS – Bashmi, da quando sei entrata nel mio cuore, io...

LOR – Ma... vuoi dire che tu... di lei...  Proprio ufficialmente?

BAR – Sì, Lolò, siamo felici.

LOR – E non mi chiamare Lolò!

BAR – Abbiamo ricomposto la mela. Respirate, sempre di più.

COS – (sottovoce a Lorenzo) Mi raccomando con Carlotta, acqua in bocca.

LOR – Ah, lei è la tua vita, ma hai paura che tua moglie ti scopra ad affumicarti il cervello! (pausa) Senti, ma ‘sti rintocchi... cominciano a darmi fastidio (aumentano i suoi malesseri)

BAR – Respirate, respirate...

COS – Stalle vicino, mi raccomando!

LOR – A Carlotta? In effetti...

COS – Come? Non ho sentito, mi sto concentrando.

LOR – Ecco, meglio così. Respira!

BAR – Arrivano gli dei... (intona un monosillabo, che completa con un urlo improvviso; Lorenzo ha un sussulto)

LOR – Che è?

COS – È il mio amore che canta e che ci fa volare...

(gli effetti del fumo cominciano a farsi sentire un po’ su tutti; leggera musica di sottofondo)

LOR – Eh... aaah... tic tic... ehi, mi sento leggero nonostante tutto...

COS – Vedo la luce, sento le campane...

BAR – Din don... din don... din don... (suona davvero il campanello, mentre Lorenzo, un po’ per il fumo, un po’ per i rintocchi è totalmente in bambola) Ops, chi sarà? Continuate a respirare, io torno subito (esce da dx fondo).

COS – Andiamo per le spianate del cielo improvviso, senza mai fermarci e guardando in avanti, verso emisferi più limpidi... (si alza e si muove sentendosi molto leggero)

LOR – (anche lui in piedi) Eccomi, ti raggiungo verso l’olimpico sentire dei canti celestiali delle sirene, che invocano la serenità eterna... (escono da sx)

BAR – (rientrando, seguita dalle altre donne) Prego, accomodatevi. Accidenti, che guaio aver perso l’agenda, non ricordavo di avervi dato appuntamento per oggi. Se volete assistere... (entrano Luisa e Carlotta, si stringono le mani) Prego signora Posillipo, venga. (a Carlotta) Lei deve essere quell’amica di cui mi ha parlato.

LUI – Infatti. Le presento la signora Bacci.

BAR – Oh... (si guarda intorno) In effetti qui... Ecco, mi spiace, sono un po’ smemorata, ho accavallato due appuntamenti... ma sono spariti...

LUI – Se preferisce torniamo un altro momento.

BAR – Ma, non so... potremmo spostare l’appuntamento...

CAR – (subito) Mi aiuti. Ho un marito pazzo che mi rende la vita impossibile. Lei è la mia ultima speranza prima della pistola.

BAR – Ma cara, si rilassi. Credo sia meglio che voi rimaniate qui. Come dicevo, ho dimenticato l’appuntamento con voi e avevo detto al mio fidanzato che sarebbe potuto passare a trovarmi e così... solo che è scomparso. Comunque, cominciamo: sedetevi (si siedono in cerchio). Respirate tenendo gli occhi chiusi. Respirate profondamente... così... Pensate a qualcosa di rasserenante (Carlotta comincia a ridere, per effetto del fumo, le altre due assumono aria sognante; tutte restano con occhi chiusi).

LUI – Mi piacerebbe non esistessero faraoni, fantasmi... mi piacerebbe essere un Gostbuster...

CAR – Niente infarti, bruciori di stomaco, ma amore, piante, amore, vegetali, amore, ficus, gerani, rose, crisantemi per mio marito...

LOR – (come Costanzo) Se penso a quanto sganci alla matta per farti respirare l’aria dell’eterno... (ride) però mi piace, sento le campane dell’etereo suonare nella pace costante...

BAR – Respirate...

COS – (rientra e passa dietro al divano, sempre in trance) Vedo la luminosità dell’evento estremo che mi darà la felicità... (escono dalla parte opposta)

CAR – Mi aiuti, anche in rilassamento m’è parso di sentire la voce di mio marito.

LUI – Sai che è parso anche a me? (apre gli occhi)

BAR – Sono gli effetti del rilassamento. Pensate ai vostri affetti più cari.

CAR – (ormai presa dal fumo) Io non voglio pensare a mio marito; quello è una sciagura! Io voglio immaginare un bel fusto, robusto, ben radicato a terra, scuro di carnagione...

COS – (da fuori scena) Bashmi, tesoro.

CAR – Ancora! Ancora la voce di mio marito, non lo sopporto più!

BAR – Non si preoccupi, è il mio fidanzato con un suo caro amico... che poi in realtà è il mio fratellino.

LUI – (sognante) Sentito, Carlotta: amico... fratellino...

COS – (rientra c.s.) Bashmi... ti vedo, sento il piloro che si tranquillizza... Amore mio, dove sei, luce della mia esistenza...

(Lorenzo segue Costanzo; Barbara è rapita dal suo uomo; Luisa resta immobile; Carlotta esplode)

CAR – Costanzo! (Costanzo non reagisce più di tanto, è ancora in preda ai fumi; continua a vagare per la scena)

LOR – Luisa? Carlotta... o porca vacca!

BAR – Mahatma, dove vai, mio piccolo fiore di loto?

CAR – Fiore di loto un tubo! Brutto porco! Solo con me hai mal di testa!

LUI – Carlotta, calma. Lorenzo, ma che ci fai qui?

LOR – Lascia perdere, adesso.

COS – Sento le voci del male che mi assalgono... (Carlotta, trattenuta a stento da Luisa, tira dei calci in aria verso il marito)

BAR – Ma...

LOR – (a Costanzo) Svegliati tu! Non vedi che è successo un disastro?

BAR – Ma... Mahatma...

CAR – Anche i nomignoli erotici ti fai dare! (a Luisa) Lasciami andare, che lo ammazzo!

COS – (con sguardo un po’ ebete) Carlotta, che ci fai qui; stai bene? (Carlotta urla)

CAR – Ti uccido, maledetto!

COS – Qualcosa non va?

LOR – Tutto! Adesso vedi di salvarti la pelle...

BAR – (ferma nel centro, seduta) Ma...

CAR – Hai l’amante eh?! Solo con me avevi gli attacchi di cuore! Allora sappi che anch’io ti metto le corna!

LOR – Ehm, Carlotta, io lascerei perdere...

CAR – Zitto tu! Cosa credi? Che solo per qualche moina io sia veramente cotta di te? (Lorenzo le fa segno di tacere, in modo preoccupato)

LUI – Lorenzo! Cosa...

LOR – Niente tesoruccio, una sciocchezza...

BAR – Ma...

CAR – (fruga nella borsa) Tieni la tua targhetta; l’hai dimenticata da me, l’ultima volta che sei uscito in mutande! (Luisa sbianca; a Costanzo) Quanto a te, preparati a correre, perché questa volta l’elettrocardiogramma da sforzo te lo faccio io! Vieni qua! (comincia a rincorrerlo e a prenderlo a cuscinate).

LOR – (si divide tra fermare Carlotta e parlare con Luisa; gli altri due, continuano a inseguirsi e, ogni tanto, qualche cuscinata prende anche Lorenzo) No, fermati, aspetta... Luisa, amore mio adorato... non è nulla...

LUI – (si alza) Non ti credo! Mi hai tradito! E fai anche le sedute di reiki!

LOR – Ma no, dolcezza mia, il reiki l’ho sempre odiato, è una storia lunga. Non è successo niente. Carlotta non l’ho neppure toccata.

CAR – (si ferma davanti a lui) Come? (facendogli il verso) «Il marito più fedele della terra, si è innamorato follemente innamorato! Carlotta, dolcezza mia, ti amo!»

COS – (sbalordito) Lorenzo! Tu, il mio migliore amico!

LOR – Ma no, niente...

BAR – Ma...

LUI – Oh... mi sembra di sentire Nemothà... sono qui, mio re... (si muove come un’invasata)

LOR – (c.s.) Luis... Costanzo...

COS – (a Lorenzo, minaccioso) Venivo da te per confidarmi, per parlarti dei miei sentimenti e tu mi tradivi con mia moglie!?

LOR – (indietreggiando lentamente) Tranquillo, ché ti sale la pressione... La valvola mitralica potrebbe risentirne... la gamba, le giunture (scappa inseguito da Costanzo, inseguito a sua volta da Carlotta)

LUI – (vagando) Nemothà, prendimi e portami con te! (arriva Lorenzo, la usa come scudo per parare i colpi di cuscino di Carlotta e Costanzo; poi Carlotta comincia a prendersela col marito, che scappa, inseguito anche da Lorenzo. Luisa ricomincia a vagare. Lorenzo torna indietro e, sempre di corsa, prende in braccio Luisa, portandola fuori scena)

BAR – (rimasta ferma, in centro, a guardare la scena) Mahatma... fratellino... io, tu, insieme... Luisa... Carlotta... (tutti gli altri passano dietro il divano, inseguendosi l’un l’altro ed escono dalla parte opposta) Ma...

TUTTI – (rientrando in scena, verso Barbara) Basta! (ricominciano a inseguirsi, come prima. Barbara si mette a piangere e lentamente scende il buio)

SCENA XII – (una musica jazz rimane come sottofondo di tutta la scena, che prevede il cambio delle tre ambientazioni. Tutte le azioni descritte devono essere rappresentate in chiave comica)

1 . Lorenzo Maria sta dormendo sul divano del suo salotto. D’un tratto suona una sveglia: l’uomo si sveglia e si guarda attorno stupito. Poi suona una seconda sveglia, con un trillo diverso dal primo. L’uomo comincia ad agitarsi. Una terza sveglia e Lorenzo accenna a dei tic nervosi sempre più marcati. Una quarta e una quinta sveglia spingono l’uomo a urlare e a correre via – esce dalla scena –  con le mani tra i capelli, in preda a una crisi di nervi. Poco dopo, attraversa la scena una figura agile, vestita completamente di nero, con un passamontagna in testa: ha l’andatura di un ladro e ha con sé una grande sveglia; uscendo di scena fa una risata diabolica. Buio.

2. Barbara è seduta sul suo tappeto. Continua a piangere, disperata, pensando all’ennesimo uomo che l’ha lasciata. D’un tratto vede una corda con un cappio penzolare dal soffitto. Si alza, prende la corda e, sempre piangendo, la trascina con sé come la coperta di Linus. Esce di scena con il cappio al collo. L’ombra nera attraversa di nuovo la scena, questa volta con della corda in mano. Ride diabolicamente. Buio.

3. Costanzo è nel suo salotto. Si sta provando la pressione. Vicino a lui, sul mobile vicino al divano c’è una boccetta di pillole. Non vede un braccio nero che da dietro il divano prende  e nasconde la boccetta. Costanzo si agita per il livello della pressione. Si gira per prendere le pastiglie, ma non trova nulla. Comincia a sudare. Si riprova la pressione. Si alza, cammina nervosamente davanti al divano, poi esce di corsa verso sx. Torna poco dopo, prova ancora la pressione. È in preda al panico, si sbottona la camicia, si porta una mano al cuore e resta lì, fisso, immobile, con gli occhi sgranati. L’ombra nera sbuca da dietro il divano e agita la boccetta. Solita risata. Buio.

4. Luisa è in salotto. D’improvviso vede una luce arrivare da fuori scena e comincia a sentire una voce grave, con un’eco:

VOCE – Vieni, vieni mia regina, Nemothà ti aspetta. Ricongiungiti a lui.

Luisa come drogata comincia a vagare per la casa, invasata, poi lentamente, con un sorrisetto ebete, si dirige fuori scena verso la luce. Dall’altra parte della scena, sbuca dalla quinta la figura nera, con uno stereo portatile in mano. Schiaccia il bottone e si sente nuovamente la voce cavernosa di prima. Ferma il registratore, ridacchia ed esce. Buio.

5. Carlotta è nel suo salotto. È vestita con un abito da sera. Parla rivolta alla quinta di dx avanti

CAR – Pablo! Amore! Vieni, tesoro. Finalmente insieme, liberi da quell’ameba d’uomo! (Esce di scena, rientra spingendo verso il divano un grande vaso di papiro, su cui regna una cartello con su scritto «Pablo»). Più ti vedo, più mi innamoro. Pablo, che nome romantico. Abbracciami!

Carlotta in un moto d’amore, getta le braccia sulle foglie del suo... amante, ma l’intero fusto della pianta si piega, in modo irrecuperabile. Carlotta grida, chiama «Pablo!» e sviene sul divano. Dalla quinta di sx, la solita ombra esce e, ridacchiando, mostra un paio di forbici da giardinaggio. Buio.

SCENA XIII – (studio della psicologa. La luce è solo su di lei)

PSY – ...Credo che non ci siano più molti problemi. In questi mesi abbiamo percorso una lunga strada, a volte in salita, a volte in discesa, ma, ciò che più conta, non ci siamo mai fermati. Posso dire con scientifica certezza che tutti i malesseri, le preoccupazioni, i complessi e le insicurezze che la mente umana ha la capacità di creare e di crearsi siano finalmente eliminati. La psicologia non è una medicina, certo; tuttavia, ha la profonda abilità di penetrare il pensiero e modificarlo fino a farlo sembrare normale. Le sedute finiscono qui. Tutto è risolto. (un attimo di pausa. Poi, la risata diabolica. Buio, sipario)

FINE

1)Psy che uccide a uno a uno i pazienti, creando crisi di nervi con le loro stesse fobie: tante sveglie per uno; panico per uno; papiro in testa per una;

2)Quella col papiro ha istinti omicidi contro chiunque tocchi la pianta (postino fuori scena perché urta il vaso...)

3)Durante il dopo cena di domenica, Luisa prende una pillola calmante e si addormenta subito, creando scene imbarazzanti e divertenti.

4)Il dopo cena è intervallato da dialoghi a due tra le donne e gli uomini.

5)Lor va a casa di Car; fa dei complimenti e la donna cade innamorata. Ne esce una storiella...

6)Rodolfo è il ficus rotto dalla vecchia; il papiro, Pablo, è l’attuale amante vegetale, escluso Lor.

7)COS-PSY; CAR-LOR; LUI-PSY; CENA; BAR-PSY fine I atto.

A)Lor e Lui in casa; Lui inizia a raccontare lo strano sogno, ma è interrotta quasi subito, per gioia di Lor. Arriva Cos, senza guanti, e dice a Lor che ha iniziato un corso di reiki

B)Cos – innamorato di Bar, ricambiato – trascina Lor alla seduta di reiki e qui Lor capisce che c’è di mezzo sua sorella. Diverse cose divertenti. Per di più Bar ha dato appuntamento a Lui e Car, inconsapevole dei rapporti tra Car e Cos.

C)In un incontro tra Car e Lui, a casa di Car, Lor, lì per sbaciucchiarsi con Car, nascosto, sente Car lodare il suo “amante” à in realtà, da Bar svelerà che stava parlando di Pablo.

D)Dalla Psy, Lui racconta di uno strano sogno, di aver ricevuto una botta in testa da Lor

E)BAR-COS (voce); CAR-PSY; LOR-LUI-COS; LOR-PSY; BAR-COS; LUI-PSY; LUI-CAR-LOR; BAR-PSY; LOR-COS (voce)+LUI-CAR (voce); COS-PSY; BAR-COS-LOR-LUI-CAR

CASA COS-CAR à ingresso dietro paravento, dx fondo

CASA LOR-LUI à ingresso sx fondo

CASA BARBARA à ingresso dx fondo