JOE IL ROSSO
Commedia in tre atti
Di DINO FALCONI
PERSONAGGI
LA DUCHESSA SOFIA DI SANDELLE-LAFITTE
LAFITTE
LA DUCHESSA MARTHA DI SANDELLE-LAFITTE
LA CONTESSA ANNA MARIA DE VILLIERS
VAVIN
MARIETTA CLAVEL
JOE MARK DETTO RED JOE
IL DUCA STEFANO DI SANDELLE-LAFITTE
IL DUCA GONTRAMO DI SANDELLE-LAFITTE
IL NOTAIO RUGGERO D’ARMENT
IL MARCHESE GIULIANO DE ESCOJIDO Y PEREIRA
AGENORE CHAMPOL, DETECTIVE PRIVATO
GERMANO DUBOIS, MAGGIORDOMO
BIG LARRY
SLIM SAMMY
SCARFACE BILL
In Normandia, oggi.
Cateragia per il Sito GTTEMPO
Commedia poliziesca con personaggi comici, talora caricaturati; con episodi sen. sazionali, vicende a sorpresa, investiga-zioni e interrogatori dai quali si attende la scoperta della traccia o la rivelazione del mistero intorno a! furto di un celebre qua. quadro del Murillo, avvenuto nella famiglia, dei duchi di Sandelle-Lafitte, in circostanze inesplicabili, tra persone di atto lignaggio e superiori ad ogni sospetto. L'autore sì è servito, nella costruzione della commedia, nella figurazione dei tipi e nella forma del dialogo, di molti elementi di saporosa comicità. Abbiamo la nobiltà francese, orgogliosa del casato e della tradizione, s pigiatrice della libertà morale e sociale portata dagli americani in seno as'.'arisìacra. zia, la quale, dietro jl formalismo e la ri. gidezza di casta, nasconde Vizi, peccati e debolezze. Dei Sandelle-Laiitie. l'autore presenta un quadretto ironico e mordace, gustoso e ben riuscito; abbiamo poi, al contrapposto, i personaggi americani: la giovane duchessa Marta, «Si New-York, spesata ai duca Stefano di Sandeìle-Lafitte e lo zio di Marta, Jce Mark, detto il rosso, uno della malavita newyorkese, celebre neìle cronache nere e ricercato dalla polizia internazionale per i numerosi suoi misfatti. Anche di questi personaggi, l'autore ci offre un profilo divertente. A rendere più pit. toresca e vivace la favola, concorre!a recitazione di Armando Falconi arguta, spas-sosa, chiassosa, e quella degli altri attori che collaborano con intelligenza al successo del lavoro applaudito tre o quattro volte dopo ogni atto.
ATTO PRIMO
La sala terrena del castello dei Sandelle-La-fitte in Normandia, presso Deauville. Molti quadri, molte statue. In fondo, in urtai specie' db nicchia, un arazzo, posto a guisa di tenda mobile copre uno spazio di muro al quale è, evidentemente, attaccato un quadro. Due riflettori disposti con sagace artificio, sono pronti ad illuminare d'una luce adatta il capolavoro. Molto stile. Nessuno è in scena.
Anna Maria - (entra come un colpo di vento; è una bella donna, tratti marcati, molto truccala, molto eccentrica; è in pigiama da spiaggia: si guarda attorno, ha un moto di dispetto: fa per avviarsi alle scale; si arresta: suona il campanello; lo suona una seconda volta, nervosamente).
Germano - (il vecchio maggiordomo, dignitosissimo; frak, cravatta nera, panciotto nero, calzoni grigi, entra) La signora Contessa. Buongiorno, signora Contessa. La signora Contessa lia suonato?
Anna Maria - (senza dargli il tempo di finire la frase) Sì, ho suonato io. Buongiorno, Germano. Sapete se il signor Giuliano sia ancora in casa?
Germano - Credo di sì, signora Contessa. Il signor Marchese Escojido y Pereira si è fatto portare la colazione in camera dieci minuti or sono.
Anna Marta - (non dissimulando un movimento d'ira) Ah, benissimo! (Brevissima pausa).
Germano - La signora Contessa desidera altro. C'è di là il signor Champol e...
Anna Mar'a - Champol? Ancora? Ma che vuole ancora?
Germano - (con aria di benevolo compatimento) Delucidazioni, controlli, informazioni...
Anna Maria - In una settimana non ne ha avute abbastanza?
Germano - Pare di no, signora Contessa. Bisogna compatirlo.... E' il primo affare importante che gli capita... E di che 'importanza! Qualunque agenzia d'investigazioni sarebbe...
Anna Maria - E intanto non riesce a cavare un ragno dal buco. Ah, se la mamma si decidesse a informarne la Sureté a Parigi.
Germano - La signora duchessa non desidera assolutamente che la faccenda dilaghi...
Anna Maria - Lo so, ma... (Altra brevissima pausa).
Germano - Posso andare, signora Contessa?
Anna Maria - Sì, no... Germano, fatemi un favore... salite dal signor Giuliano e d'itegli che... avvertitelo che io sono qui ad attenderlo.
Germano - Subito, signora Contessa. (Esce per la scala).
Anna Maria - (accendendo una sigaretta, nervosissima) Dormiva... Ma guarda... dormiva!
Sofia - (entrando con aria preoccupata. E' la duchessa madre: molto ancien regime. Occhìa-letto, colletto di pizzo sino al mento : i capelli grigi acconciati in una complicata e architettonica pettinatura. Lievissima balbuzie) Oh! A... Anna Maria... tuo nonno non l'hai mica veduto?
Anna Maria - No, mamma. Buongiorno.
Sofia - Sì, buongiorno. Vorrei sapere se Clavel l'ha già accompagnato nel parco per il suo solito giretto. Il signor Champol vuol parlarmi e non voglio che il nonno lo inco-contri. Si mette sempre in una agitazione tale...
Anna Maria - Non saprei proprio, mamma.
Sofia - Vado a informarmi. Dio, Dio quante co-complicazioni! (Esce).
Germano - (entrando) Il signor Marchese scende subito.
Anna Maria - Grazie, Germano.
Germano - (si avvia, si arresta) La signora contessa mi vorrà perdonare... se il signor Champol desiderasse...
Anna Maria - (subito) Ah, no... dite che non ci sono. Io torno a Deauville fra un minuto.
Germano - Bene, signora contessa. (Esce).
Anna Maria - (si avvicina subito alle scale e appena ode dei passi, esclama con accento ironico) Ben alzato!
Giuliano - (spagnolo, buffetti neri, chioma laccata, colorito olivastro, molto chic, troppo chic. Con un grande inchino) Buongiorno, Anna Maria.
Anna Maria - (senza rispondergli) Sono le undici e mezzo... è dalle dieci e mezzo che sono a Deauville.
Giuliano - Mi querida...
Anna Maria - Non ho l'abitudine di aspettare! Ed è la terza volta in una settimana. Era meglio dire subito che a quell'ora era impossibile.
Giuliano - He olvidado... Ho dimenticato.
Anna Maria - E allora perchè dirmi?
Giuliano - (prendendole la vita, insinuante)
Està noche avrei detto de sì anche se mi avessi preguntado di alzarmi a las cìnco de la manana.
Anna Maria - (prudente) Zitto!
Giuliano - Ma quando uno se ritrova solo, en su camera... Querida, non credi che avessi il diritto de ser stanco?
Anna Maria - (svincolandosi) Ma sta zitto... La mamma può passare ogni cinque minuti.
Giuliano - (con un sorriso) No estemos parenti?
Anna Maria - (senza ridere) Sciocco! (Altro tono). No, voglio aspettarti. Di chi ho l'aria, sola sola davanti alla cabina?
Giuliano - Andiamo a Deauville assieme allora.
Anna Maria - Per comprometterci di più! Non è più semplice che tu sia puntuale?
Giuliano - Allora dejame dormire a la noche!
Anna Maria - Ma non sei capace di fare un sacrifìcio per me?
Giuliano - (sempre un po' beffardo) Quando sono sveglio si. Ma quando dormo no me recuerdo de nada.
Anna Marta - Già... quando sei sveglio! E intanto ieri sei tornato ancora al Casino.
Giuliano - Ma ho vinto, my hermosa! Ho vinto!
Anna Maria - Ma potevi anche perdere... E che cosa sarebbe accaduto allora? Lo sai che io non posso... non posso! La mamma è inflessibile... E quel che mi passa mio marito non è sufficiente a...
Giuliano - (molto altezzoso) Si tu crees qUe e di buon gusto rinfacciarmi la mia sfortuna...
Anna Maria - (ripigliando) Io ti chiedo soltanto di avere un po' dì riguardo per me. Per dormire ti dimentichi persino che io ti aspetto!
Giuliano - Sogno. Sogno dì averti ancora conmigo, vicino a me, stretta a me... dento todos tus besos, tu cuerpo hermoso...
Martha - (è entrata dalla scala proprio a queste parole. E' anche lei in pigiama: molto p:ù mascolino di quello di Anna Maria. Ha un attimo di indecisione. Poi risolve di proseguire la sua via e di passare inosservata. Perciò si dirige verso Vuscita).
Giuliano - (seguitando) ... il sogno es tan dolce che non oso troncarlo. E cosi seguito a dormire...
Anna Maria - Se credi di essere spiritoso... e poi taci! Se qualcuno ti sentisse... (E in quel momento si accorge di Martha che è arrivata proprio alla soglia. Allora con altro tono, nel quale non è esente una certa antipatia) Oh, tu!
'Martha - (lieve accento americano) Hello! (E* piuttosto imbarazzata),
Anna Maria - Buongiorno!
Giuliano - (inchino) Buongiorno, duchessa.
Martha - (non sa che dire) Splendida giornata.
Giuliano - (entusiasta esagerato) Meravigliosa... meravigliosa... meravigliosa.
Anna Maria - (con piccola ansia) Rientravi?
Martha - (dopo lieve esitazione) Sì.
Anna Maria - Non ti ho veduta sulla spiaggia...
Martha - Ero... ero in acqua.
Anna Maria - Sei andata in macchina a Deauville?
Martha - Sì... con la piccola Spyder.
Anna Maria - Strano. Quando sono uscita la Spyder era ancora in rimessa.
Martha - Oh! Well... (Un silenzio).
Giuliano - Vado a vestirmi. (Ad Anna Maria) Se tornate a Deauville aspettatemi... (A Martha) By by, duchessa! (Con un ultimo profondo inchino esce).
Anna Maria - (di scatto a Martha, aggressiva) Tu non sei ancora andata a Deauville. Tu non rientravi!
Martha - (semplice) No, ma perchè quel tono, Anna Maria?
Anna Maria - E perchè quella menzogna, Martha?
Martha - Well... ho voluto farti credere di non aver udito niente.
Anna Maria - 0 hai voluto farmi credere che non stavi a spiare?
Martha - Oh, Anna Maria! Sono la moglie di tuo fratello... come puoi credere?
Anna Maria - (eludendo la risposta) D'altronde non avresti udito nulla di speciale. Ti sarai accorta che Giuliano è innamorato di me.
Martha - (ha un vago mormorio d'assenso).
Anna Maria - Gli spagnoli si scaldano subito.
Martha - (e. s.).
Anna Maria - E' perciò assolutamente inutile che tu lo racconti alla mamma.
Martha - Don't be silly, Anna Maria! Sai benissimo che non racconterò niente. Sai benissimo che la mamma di Stefano non è molto... Well, non è molto espansiva con me.
Anna Maria - (elusiva ancora una volta) La mamma è così turbata da quando è stato commesso il furto...
Martha - Sì, ma che c'entro io?
Anna Maria - Questa è una cosa che riguarda la mamma.
Martha - Oh! Riguarda un po' me, anche.
Anna Maria - Senza dubbio. Voglio dire che io non posso entrare nel cervello della mamma.
Martha - Io non sono che da un mese in casa vostra. Ma è da sei mesi che sono la mogie di Stefano. Pochi giorni dopo il nostro matrimonio egli mi portò via da New York, dalla mia patria: siamo stati per due mesi a Buenos Aires, per un mese a Città del Capo... nessuno mi ha mai dimostrato così poca cordialità come qui, in casa dei suoi. Io non so perchè. Forse il nostro matrimonio non vi è piaciuto. Io lo dissi a Stefano prima di sposarci. Il disaccordo tra vecchio e nuovo continente non è una storia inventata dai romanzieri, lo so. Ma...
Anna Maria - Non c'entra questo, cara. La principessa di Marmont-Suresncs è la figlia di Mac Dean di Chicago, la baronessa di Menil è la figlia di Davies di Detroit... eppure tutta la Francia le rispetta e le ammira. Dunque...
Martha - Sì. Ma Annabella Mac Dean ha portato un milione di dollari ai Marniont-Su-resnes e Mabel Davies ha portato due milioni di dollari. Io non ho portato niente.
Anna Maria - (molto austera) I Sandelie-Lafitte non misurano i loro affetti familiari con la mentalità di un cambiavalute.
Martha - (senza scomporsi) Well... allora diciamo che il padre di Annabella Mac Dean è il re dell'acciaio e il vecchio Davies è stato per dieci anni consecutivi Sindaco di Detroit ed è ora senatore. Mentre io sono un'orfana qualunque e...
Anna Maria - Anche se tuo zio, come ci ha detto Stefano, non è che un semplice uomo di affari, non è questo che può influire sui nostri sentimenti.
Martha - (un po' triste) Allora non so.
Anna Maria - (evasiva) Noi non ti conosciamo che da un mese e...
Martha - Ma dovrebbe bastare, Anna Maria, credimi... Io... come si dice? / am stra-iight... io sono perbene... voglio bene a Stefano... non chiedo che di volervi bene a tutti voi... non c'è bisogno di guardarmi con diffidenza. Sì, anche tu. Anche tu... come poco fa... io sono tua amica, Anna Maria... sono giovane come te. So che hai avuto un matrimonio infelice. So che sei passata per le amarezze di un divorzio... come vuoi che non scusi il tuo flirt con Giuliano?
Anna Maria - (irrigidendosi) Non hai nulla da scusare. Il marchese Giuliano d'Escojido y Pereira è un corteggiatore troppo focoso e niente altro. Se ci fosse qualcosa di più, non avrei bisogno di nasconderlo né a te né a nessuno.
Martha - (scoraggiata) Well... Have it your own way... come vuoi, Anna Maria.
Germano - (entrando) Chiedo scusa... E' arrivato il signor Duca.
Martha - (con un grido di gioia) Stefano?
Germano - Sì... Sta mettendo la macchina in garage.
Martha - (felice) Oh, senza telegrafare... ha voluto fare una sorpresa! (Esce chiamando:) Stefano... darling.
Anna Maria - (che è rimasta interdetta) Stefano... Gli avete detto del furto?
Germano - No, signora. Non ne avrei avuto il tempo. Ma il signor Duca non sapeva?
Anna Maria - La mamma non gli aveva detto niente per non preoccuparlo. Aveva troppo da fare a Parigi e...
Stefano - (entrando. Bell'uomo, molto signore. Non è di umore eccellente) Non c'è Martha?
Anna Maria - T'è venuta incontro. Ma almeno il buongiorno, no?
Stefano - Buongiorno, cara. Stai bene? La mamma? Il nonno?
Anna Maria - - Tutti, grazie. Come mai sei tornato così improvvisamente?
Stefano - Ma... un contrattempo... e poi avevo finito... e (altro tono) niente di nuovo?
Anna Maria - Purtroppo, sì.
Stefano - (in pensiero) Che cosa è successo?
Anna Maria - Credo sia meglio dirti tutto subito. Andate pure, Germano. (Germano via) E' una faccenda molto seria, Stefano.
Stefano - Ma che cosa è successo ?
Anna Maria - Guarda... (Va alla nicchia in fondo e ne tira l'arazzo; appare una grande cornice dorata vuota).
Stefano - (colpito) Il Murillo?
Anna Maria - Rubato.
Stefano - No.
Anna Maria - Non c'è dubbio. Abbiamo trovato la cornice così. Avevano tagliato il dipinto, evidentemente.
Stefano - Ma chi? Quando?
Anna Maria - Chi? E' un mistero. Cham-pol, dell'agenzia privata La Volpe, viene ogni giorno qui a ossessionarci con le sue inquisizioni, senza alcun costrutto. Quando? Quattro giorni dopo la tua partenza per Parigi.
Stefano - (pensoso) Ah!
Anna Maria - Puoi figurarti in che stato siamo rimasti.
Stefano - E Martha?
Anna Maria - (senza colore) Anche lei... Ma sai, per lei... Lei non può sapere quel che era il Murillo per noi.
Stefano - (un attimo di riflessione) Il furto dunque, è avvenuto esattamente nove giorni fa.
Anna Maria - Appunto. Il nonno poi, è addirittura sconvolto. La signorina Ciavel dice che non ha mai un minuto di riposo tanto egli è agitato.
Stefano - E' terribile... Proprio ora che il Louvre lo voleva comprare.
Anna Maria - Il Louvre?
Stefano - Sì: A Parigi me ne ha parlato Sua Eccellenza. Offrono sette milioni e ci concedono di tenerlo qui sino alla morte del nonno. Ve ne avrei parlato al mio ritorno.
Anna Maria - E' ancora più terribile...
Stefano - E nessun sospetto? Nessuna faccia nuova nei dintorni?
Anna Maria - Niente. Qui, tu lo sai, non ci siamo che il nonno, la mamma, tu, io, tua moglie, Giuliano Escojida e il notaio D'Armeni. Tutta gente dì casa. I domestici sono insospettabili... E per di più porte e finestre sono state trovate perfettamente chiuse dal di dentro.
Stefano - Ma allora come? Come?
Martha - (entrando) Oh, Stefano... darline... da dove sei passato?
Stefano - Gara... (Si abbracciano) Sono passato dalla porta della corte.
Martha - Darling... come sono felice di rivederti.
Stefano - Anch'io, cara.
Martha - Sì, ma intanto io ti cercavo e tu non cercavi me.
Stefano - Anna Maria mi raccontava deh.. (accenna alla cornice vuota).
Martha - Oh sì, io non ti ho scritto niente perchè la tua mamma mi aveva detto di no.
Stefano - Io ne sono allibito.
Martha - Isn't it awful, indeedl
Stefano - Ma tu non puoi capire quanto... (La guarda, si arresta... poi:) Anna Maria... vorrei dire qualcosa a Martha,.. Scusami.
Anna Maria - Ti prego... (Si avvia, si ferma) Ah... e se scendesse Giuliano, io sono nel parco... (Con evidente esclusione di Martha) Mi fai il favore di dirglielo tu, Stefano... (In seguito a un cenno di assenso del fratello se ne va).
Martha - (interrogativa) Well?
Stefano - (la guarda a lungo, esita, poi, senza più guardarla, bruscamente) Sai che ho visto tuo zio a Parigi?
Martha - (lietamente sorpresa) Uncle Joe? Oh!
Stefano - Non mi sembri molto stupita.
Martha - Beh... immaginavo che sarebbe arrivato...
Stefano - (come sollevato) Allora è arrivato soltanto oggi?
Martha - / don't Know... non so con precisione. Io gli avevo scritto se poteva venire.
Stefano - Tu?
Martha - Telegrafato, anzi. Un cablogramma.
Stefano - Che cosa t'è saltato in testa?
Martha - Desideravo tanto rivederlo.
Stefano - Proprio lui?
Martha - Proprio lui.
Stefano - E vuoi vederlo qui?
Martha - Credo di sì.
Stefano - (un po' seccato) lo sai che io non ho mai detto ai miei...
Martha - Lo so. Ma non ci sarà bisogno di dirlo, non è una cosa che salta agli occhi.
Stefano - Comunaue avrei preferito... Non ti nascondo che quando l'ho visto a Parigi, la cosa non mi ha fatto molto piacere. L'ho visto in una macchina carica di valigie, dalle parti della Villette, lui e tre uomini: certe facce! La cosa mi ha così sorpreso che ho affrettato la mia partenza. Quando poi ho saputo, qui del... (Accenna la cornice vuota. Ma si ferma subito pentito).
Martha - Che... (Capisce) Oh, Stefano... Come hai pensato...
Stefano - Non ho pensato niente, sciocche-reila. Ma ammetterai che, lì per lì...
Martha - (seria) Sì, sì. Sono sempre più convinta di aver fatto bene a chiamarlo.
Stefano - Ma che cosa vuoi da lui?
Martha - Non so. Ho piacere di vederlo... di parlargli. E, forse, che lui parli a te.
Stefano - Io non vedo...
Martha - Naturalmente. Ma, per me, Uncle Joe è tutta" la mia famiglia. Non mi importa che sia quello che sia. Da piccola piccola lui è stato per me un papà, una mamma, tutto... non mi sono mai accorta >di essere un'orfana, perchè c'era lui. Tutte le volte che ero triste, lui sapeva non farmi più essere triste... ora io voglio vederlo...
Stefano - Perchè sei triste? E non ci sono io? Non ti voglio bene, io?
Martha - Sì, ma... tu non basti. Io ho bisogno di qualcuno che mi comprenda. Allora ho telegrafato .a Uncle Joe.
Stefano - (un po' commosso) Ma, bambina mia, non potevi... (In quel momento entrano la duchessa Sofia e il detective Champol).
Sofia - (senza accorgersi in sulle prime di Stefano) Ma sì, ma sì, signor Champol... torniamoci pure quanto vi pare... soltanto io non credo che...
Stefano - (andandole incontro) Mamma... sono tornato ora!
Sofia - Mio caro figliuolo... (Rigide effusioni) Il Duca Stefano di Sandelle-Lafitte, mio figlio. (A Stefano presentando) Il signor Agenore Champol, detective privato; immagino tu sia al co-corrente...
Stefano - Sì, mamma, me l'ha detto Anna Maria.
Martha - Buongiorno, duchessa.
Sofia - Buongiorno, Martha.
Champol - (con un lieve inchino a Martha) Signora duchessa...
Stefano - E' una cosa, terribile... E le vesti e indagini, signor Champol?
Champol - (ha l'aria di un brav'uomo, piuttosto impacciato e molto deferente) Le mie indagini, signor Duca, non mi hanno portato molto innanzi... Come dicevo or ora alla signora duchessa, la soluzione più probabile è una : poiché le .porte e le finestre 'del pianterreno sono, state trovate rigorosamente chiuse dall'interno e poiché coloro che abitano sotto questo tetto sono persone al disopra di ogni sospetto... non ci rimane da supporre se non che... no, è assurdo...
Stefano - Dite ugualmente. Non si sa mai.
Champol - Non rimane da supporre, dicevo, se non che il ladro, anziché uscire dal pianterreno sia uscito da una delle finestre dei piani superiori…. Forse qualcuno di lor signori ha l’abitudine di dormire con le finestre aperte…
Martha - Io dormo con la finestra del boudoir spalancata, lasciando aperto l'uscio di comunicazione tra il boudoir e la camera da letto.
Champol - (dubbioso) Il ladro avrebbe forse potuto uscire dalla finestra del boudoir, duchessa, approfittando del vostro sonno.
Stefano - Ed anche entrare, non è vero? Giacché se tutte le aperture erano chiuse dal di dentro... Andiamo, signor Cham.pol, le vostre ipotesi sono sballate...
Champol - Tuttavia, tuttavia...
Sofia - Tuttavia non si può negare, mia cara Martha, che la vostra abitudine di dormire con le finestre spalancate in piena campagna, sia piuttosto bizzarra...
Martha - Molto igienica, duchessa...
Sofia - Oh, igienica... io ho sessantadue anni, sto be-benissimo e ho sempre dormito con le finestre chiù-chiuse.
Martha - Ma in America...
Sofia - Qui siamo in Europa, mia cara Martha. E più precisamente in Francia.
Martha - Non è una buona ragione per soffocare.
Sofia - Ma non è neanche una buona ragione per lasciare libero .accesso ai ladri.
Stefano - Mamma, ma non supporrai mica...
Champol - (molto confuso) Sono veramente dolente... che ormai è lanciata) Io non suppongo niente, figliolo mio. Dico solo che tutti noi Sandelle-Lafitte abbiamo sempre sentito l'enorme responsabilità di possedere un ca-capo-lavoro... co-come sia giunto in casa nostra quel cu-quadro si perde nella notte dei tempi, signor Champol... Ignoriamo se cu-qualche nostro avo del ramo spaglinolo ve lo abbia portato... so che da più di due secoli il ce Mosé che fa scaturire l'acqua dalla roccia » è il vanto del nostro ca-castello. So che da trent'anni l'Agenzia Cu-Cook organizza co-comitive di turisti che da Deauville vengono qui ad ammirare il ca-capo-lavoro, del pittore spagnuolo. So che tutti i pre-presidenti della repubblica, da vari anni a questa parte, nel recarsi a Deauville si soffermano nel nostro ca-casiello per contemplare il « Mosé ». So che durante la guerra il nostro ca-castello fu oggetto di speciali cu-cure da parte del Ministro delle Belle Arti... So che non essendoci stato nella famiglia dei Sandelle Lafìtte nessun co-condottiero, nessun ca-car dinaie, e nessun Acca-eademico noi siamo co-conosciuti in Francia come i Sandelle-Lafitte del Mosé del Murillo... e trovo addirittura inco-inconccpibile che un Sandelle-Lafitte, sapendo di avere in ca-casa un simile tesoro, si pe-permetta di dormire con le finestre spa,-pa... spa-pa... (ma terminare la parola le è troppo ostico; allora ci rinuncia e conclude semplicemente:) ...ate!
Stefano - Ma, mamma cara, ammetterai che Martha è da troppo poco, tempo nella nostra famiglia per sentire il peso di certe tradizioni...
Champol - (cercando di metter pace) E poi in America... (A Martha) Non è vero, signora duchessa? Le tradizioni non esistono...
Martha - (secca) Mi sembra che le mie abitudini igieniche non abbiano niente a che vedere con la faccenda.
Sofia - (severa) Mia cara Martha, la tradizione non conosce igiene.
Martha - (ancora più secca) Dite addirittura che io ho tenuto le finestre aperte per facilitare il passaggio dei ladri...
Stefano - (con rimprovero a Martha) Martha, perchè dici così?
Sofia - (molto altera) Se avessi temuto di poter pensare un giorno una simile co-cosa, non vi avrei neppure acco-colta in ca-casa mia. (Un freddo) Se è tutto qui quel che avete dedotto, signor Champol, non credo che la vostra inchiesta abbia progredito.
Champol - Perdonatemi, signora duchessa... Ma credo che se da Parigi ci inviassero un Ispettore specializzato...
Sofia -Vi ho già detto, signor Champol, che un ispettore da Parigi co-condurrebbe inevitabilmente all'intervento dei giornalisti. Siamo riusciti finora ad evitare che la stampa si impossessasse della faccenda. Più tardi sarà, meglio sarà. Voi sapete che l'età venerabile del Duca G-ontrano merita tutte le attenzioni. (Altro tono) Seguitate le vostre indagini, signor Champol... Ho promesso di farvi avere la rosetta della Legion d'Onore, se riuscirete, e manterrò la promessa. Per qualsiasi schiarimento siamo a vostra co-completa disposizione. Vi ac-co-compagno. (Champol con un saluto circolare esce assieme a Sofia).
Stefano - (appena soli) Perchè impuntarti così con la mamma, cara?
Martha - Ecco. Tu dai la colpa a me. Non ti sei accorto del suo tono?
Stefano - Ma devi capire anche tu che questa faccenda l'ha profondamente turbata....
Martha - Credi che non ne sia turbata anch'io? So benissimo quel, ch'era per voi il Murillo. Tu me ne hai narlato anche troppo.
Stefano - Si direbbe che ti dia fastidio l'importanza che attribuiamo a quel cruadro.
Martha - No. Non mi dà fastidio. Osservo soltanto che l'irnmortanza è tale che fa sospettare tua madre di me, dopo aver fatto sospettare te di uncle Joe.
Stefano - Queste sono cattiverie. Soltanto, con questo stato di cose, puoi comprendere come sia inopportuna la presenza qui di tuo zio.
Martha - Perchè?
Stefano - Ma perchè... perchè... Non valeva la pena che io mi dessi tanto da fare per nascondere ai miei la verità su tuo zio, perchè poi lui venisse qui a...
Martha - Quello che fa anche Joe in America non riguarda la Francia. D'altronde non dovevi sposarmi.
Stefano - Sai benissimo che t'ho sposato senza sapere.
Martha - Ma il giorno stesso del nostro matrimonio hai saputo. Sei andato tu a parlare con lui, perchè io ho voluto. Potevi chiedere il. divorzio.
Stefano - (prendendole una mano) E che io ti volevo tanto bene non lo conti?
Martha - . Allora perchè hai l'aria di rinfacciarmi ora?
Stefano - Ma io non rinfaccio, piccola cara. Dico e ripeto che il momento è male scelto... Dico che con tutto il bene che ti voglio io non posso ora non ricordarmi del primo e unico abboccamento che ho avuto con tuo zio Joe. T'avevo conosciuta tre «doriti dopo il mio arrivo a New York alle Biltmore's Cascaders. Ti ricordi? Tu aspettavi un'amica che.non veniva e che non venne. Io ero solo, un po' sperduto. Ti dissi qualcosa nel mio perfido inglese... tu mi rispondesti che non capivi il tedesco. Poi mi parlasti speditamente in francese... ballammo... mi rammento ancora lo slow... (lo accenna. Martha, lo segue. Per un attimo le teste vicine, cantarellano, segnando lievemente il ritmo del ballabile). Tu eri così carina... I tuoi capelli brunii e i tuoi occhi scuri mi riportarono un po' del mio paese, fra tutto auel biondo che mi attorniava... Ci vedemmo tutti i giorni. Tu non sapevi nulla di me e io nulla di te. Ti chiedevo. Non volevi dir nulla. Ma eri così leale, così franca, così pura... Un giorno, come due ragazzi, ridendo, baciandoci ad osmi svolta di strada, siamo andati a sposarci. Nel n omeri ggio, mentre io progettavo già il mio viaggio di ritorno con te, tu mi dicesti che dovevo conoscere tuo zio.
Martha - Mi ricordo. Ti dissi: « Sei sicuro di amarmi? Sei sicuro di stimarmi? Ebbene, tu devi conoscere mio zio Joe. Esli è la sola persona al mondo che amo dopo di te ». E ti dissi quello che era stato per me uncle Joe. Ti dissi anche « Ricordati che potrai sempre divorziare ». Te lo rammenti?
Stefano - Sì cara. Ma non c'era nulla che poteva più staccarmi da te. (La bacia sui capelli) Quel giorno andai a trovare tuo zio. In una casa molto strana, di una via ancora più strana a Brooklin, mi trovai di fronte a lui. Dalle mezze parole tue mi aspettavo, non so perchè, di trovarmi di fronte a un piccolo uomo misterioso. Mi vidi davanti un pezzo d'uomo dal viso roseo e ridente.
Martha - Vero che è bello uncle Joe?
Stefano - Lo credevo umile, era spavaldo: lo credevo ineschino, era quasi elegante. Mi parlò in francese cattivo, ma francese. « Voi avete sposato mia nipote. Io voglio molto bene a mia nipote. E' il vivente ritratto della mia povera sorella. Voi non sapete chi sono io. « Mister Joe Mark »... gli risposi. « Anche. Ma io sono più conosciuto come Red Joe... Joe il rosso!...». Red Joe! Rimasi sbalordito. Red Joe era tuo zio. conosciuto come Red Joe... Joe il rosso! ». Red Joe!... Quasi ogni giorno i giornali facevano il suo nome... Qualunque straniero, dopo due ore di permanenza in America, sentiva parlare di Red Joe... non seppi che dirgli... parlò lui. Non so più quel che disse... so che a sentirlo aveva ragione lui... Parlava e rideva. Pareva felice di vivere e di esseve al mondo, come se non fosse...
Martha - (dandogli sulla voce) Non è! Uncle Joe è buono. Tu non puoi capire...
Stefano - (che ormai rivive quel colloquio) « Quello che io sono non vi deve importare. Voi avete sposato la mia piccola Martha. Io non conto più... Non ci sono più. Ora Martha ha chi può proteggerla, se è vero che voi le volete bene. Essa starà con voi e di suo zio Joe non avrete più bisogno di sentir parlare ». C'era tanta fermezza e tanta franchezza, tanta bontà nelle sue parole che lì per lì non trovai nulla da obbiettare. Mi accompagnò fino alla porta, fino alla mia macchina. Aveva armena rinchiuso lo sportello che sentii dei colpi di rivoltella... Mi guardai attorno sorpreso e un po' spaventato... Tuo zio si faceva schermo col battente dell'uscio di casa. « Go on » mi gridò senza emozione. «Andate via. Sono fatti miei personali... ». Schiacciai l'acceleratore... E l'indomani partimmo.
Martha - (commossa) Bear uncle Joe!
Stefano - (come svegliandosi) Ma insomma devi convenire che con un detective in casa non è poi tanto semplice che tu abbia uno zio gangster...
Martha - (offesa) Uncle Joe non è un gangster.
Stefano - Chiamalo contrabbandiere,., chiamalo come vuoi... ma avere per casa, in momenti come questi, un uomo che si fa la sua legge con la rivoltella in mano...
Germano - (entrando con un'aria un po' interdetta) C'è il signor Joe Mark, lo zio della signora duchessa.
Martha - (con gioia) Uncle Joe!
Joe - (entrando: un pezzo d'uomo, largo, quadrato, capelli rossi e viso stranamente roseo, sbarbato, sopracciglia rosse pomodoro, ispide, arruffate, veste un doppio petto bianco di buon taglio, in capo, messo indietro, quasi sulla nuca, un panamino a testa di fungo, sarebbe quasi elegante senza una cravatta dai colori aggressivi, senza un paio di scarpe dalla suola di gomma enorme, e senza un grosso gonfiore nella tasca posteriore dei calzoni che gli fa arricciare le falde della giacchetta, mastica con energia il chewing-gum) Say what do you mean hy ma-king me wait! (Vede Martha) Hello, girliel IIow are you, honey! (Si abbracciano, stretti: lui la bacia sulla fronte e le batte sulle spatte energico) Wall, here I ani... Now teli me, what's the matter?
Stefano - (che ha congedato col gesto Germano, ed è impacciatissimo) Bene arrivato, Mister Joe...
Joe - (lo scorge, si raffredda) Oh! How do you do? (Gli porge la mano; lieve esitazione di Stefano, stretta di mano energica) You don't... (Si ricorda che deve parlare la lingua dell'altro) Oh!... Non aspettavi di vedere me!
Stefano - (accennando Martha) Ma veramente...
Martha - I told him miele, and... Joe - (facendole cenno di no, con la mano) - Tut, tut... Honey... Non educazione parlare lingua lui non sa... Francesi molto educati, io so... e io ho bisogno fare exercizio... (Ride).
Martha - (ride anche lei) O. K. Uncle... Gli avevo detto che ti avevo telegrafato e poi Stefano ti aveva visto stamattina a Parigi...
Joe - (a Stefano) Ain't she wonderful... E' estrardinaria... parla francese meglio di io! Così m'avete veduto, si?
Stefano - Si dalle parti, della Villette...
Joe - Oh! Venivo da aereoporto...
Stefano - ... Può darsi. Eravate con tre individui.
Joe - (spiega a Martha) Slim Sammv. Big Larry and Scarface Bill...
Stefano - (seguitando) ... tre faccie da...
Joe - (ride) Oh! (Spiega subito) Miei aiutanti...
Stefano - (sbalestrato) Ah, perchè non sietr venuto solo!
Joe - (sereno) No. (A Martha) Tuo teledramma arrivato bene. Io... beh... io era bene andassi via da New-York un poco di tempo (ride). Più igienico...
Martha - What's the matter? Pólice?
Stefano - (allarmato) La polizia?
Joe - (ride anche di più) Oh, no... I don't care for the police. Io non importa polizia... (Serio) Worst than that... Peggiore... Colleghi... Jimmy Gómez... you know that dirty spanish dago, don't you?... Quel sporco spagnolo... Well, c'è stato qualche cosa fra noi... and... oh, well... era migliore lasciare un poco di tempo... come dite voi? Cambiare aria... Io pensavo Canada o Avana... Ma quando venne tiro telegramma, io dissi a Larry, Sammy e Billy: « Perchè non Paris? ». And here 1 ani...
Martha - Ma, uncle, tu non hai potuto ricevere che una settimana fa...
Joe - Thais right... Sette giorni..., Uno per decisione fa sei... Cinque e mezzo di viaggio con « Conte di Savoia » per arrivare a Gibilterra... Mezzo di aeroplano per arrivare a Parigi, fa sette. E sono qui. Contento?
Martha - You bet, uncle!
Joe - (a Stefano che non è eccessivamente entusiasta) E voi, contento?
Stefano - (fa per rispondere).
Joe - (senza dargliene il tempo) No. I see. Meno contento. (Di scatto a Martha) E' per lui che sei triste? (Di scatto, severo, ruxle) Now, listen, young mah... Io non parlo bene vostra lingua, ma quando non si parla capisco bene tutte le lingue di mondo. Questa ragazza deve essere felice, you see? Deve! / am a crook, I Know... Io so, io non sono per bene. Ma voi siete a duke... voi avete il dovere di essere per bene. Io ho fatto felice questa ragazza e non sono per bene. Voi dovete fare felice lei per due, per me e per voi.
Martha - (che ha finora cercato di interrogarlo) Listen...
Joe - Ti prego di non interrompere me, si no mio francese se ne va. (A Stefano) Ora io sono qui... Io voglio vedere con miei occhi perchè essa non è felice. Se vostra colpa... Well, dovreste sapere che nessuno ha fatto uno stupido di Red Joe!
Stefano - Mister Mark...
Martha - (sincera) No, uncle Joe, non è colpa sua.
Joe - (brusco) E di chi?
Martha - Forse ho esagerato io, uncle. Sai come sono le ragazze... Quel giorno che ti ho telegrafato, Stefano era a Parigi... Io mi sentivo sola... Erano successe in casa delle strane cose e allora...
Joe - Che cosa era successo?
Stefano - (afferrando la palla al balzo) Un furto. Hanno rubato un preziosissimo quadro del Murillo, il...
Joe - (calmo) Il Mosè che fa venire fuori l'acqua da un sasso?
Stefano - (colpito) Come lo sapete?
Joe - Oh, ivell... Io non avrei dato Martha in moglie al primo francese venuto. Ho. chieduto informazioni. I Sandelle-Lafitte sono i Sandel-le-Lafitte del Mosè del Murillo, valutato otto milioni di franchi francesi. Ma si può avere per sei. Mi ha detto il console francese a New York.
Stefano - (sollevato) -^ Ah, ecco. Ebbene questo nostro tesoro... il nostro tesoro familiare...
Joe - Uno strano tesoro che non rende nemmeno il cinque per cento all'anno.
Stefano - (con una certa superiorità) A volte c'è qualcosa che vale più di 400 mila franchi all'anno...
Joe - Sì, 500 mila franchi all'anno. Never mind... Non fate attenzione... Go on.„
Stefano - Questo è tutto. lì Murillo ci è stato rubato.
Joe - (non è turbato) Perchè i giornali non ne parlano?
Stefano - - E' mia madre che ha usato ogni mezzo perchè la stampa non si impadronisca del fatto.
Joe - Non capisco.
Stefano - ... per dirvela all'americana... non sarebbe una buona reclame per la nostra famiglia. .
Joe - (sorpreso) Oh... Strana idea. Da noi c'è chi pagherebbe perchè rubassero una cosa di quel valore. Sarebbe una reclame magnifica.
Stefano - =- Forse non mi sono spiegato.
Joe - Benissimo. Ho detto, quando non si parla io capisco meglio.
Martha - Allora, capisci male. Tutta la famiglia è rimasta molto impressionata... Io ero sola... mi sentivo ìiu. poco a disagio... e così ti ho telegrafato.
Joe - (rabbonito) Oh! Well... se è questo solamente...
Stefano - (facendosi coraggio) Già; il guaio è che le cose stando così... non vi pare?...
Joe - What?
Stefano - Oh Dio... Chissà, magari... che il Canada e l'Avana non fossero più indicati per un vostro viaggio che non Parigi e la Francia...
Joe - Che cosa vuoi dire?
Stefano - Non mi obbligate a... Dicevate che capivate meglio quando non si parlava...
Joe - Sì. Ma ora parlate troppo. Che cosa importa a voi del Canada o dell'Avana?
Stefano - Gli è che... Per essere sincero, non ho mai detto ai miei chi e che cosa eravate veramente...
Joe - E questo lo chiamate essere sincero?
Stefano - (seccato) Se l'ho fatto, l'ho fatto per un riguardo a Martha.
Joe - Sì, questo capisco. Ma non capisco il Canada e l'Avana.
Stefano - ... In questi giorni, da quando è avvenuto il furto... da circa una settimana... un detective privato viene spesso qui a compiere le sue indagini...
Joe - Se viene qui da una settimana e non ha trovato niente, deve essere un bel cretino.
Stefano - (scoppiando) Insomma... non credete che la vostra presenza qui...
Joe - (secco) Io sono lo zio di vostra moglie. Non posso vedere lei?
Stefano - Ma, sì, appunto per questo...
Joe - (freddo) Oh, I see... (Una pausa) Well, young man, lei ine teli vou something... Se qualcuno permette di sospettare di me, io lido sulla faccia. Di quadri antichi non mi è mai importato mezzo cent! Non è la mia partita.
Stefano - D'accordo! Ma lei... (Indica Martha).
Joe - (terribile) E se qualcuno permette di fare male a questa ragazza... io ho qualcosa per lui... (E tira fuori a metà la rivoltella).
Martha - Uncle!
Stefano - (preoccupatissimo) Mister Mark!
Joe - Red Joe, please... Solamente Red Joe! E ho molto piacere di essere venuto qui perchè vedo questa ragazza ha bisogno di io!
Sofia - (entrando) Germano mi ha detto... (Vede Joe, vede la rivoltella) Oh!... che co-cosa è qu-questo... (Quadro).
Joe - (dopo un attimo di incertezza a Martha) Who is this old bitch?
Martha - (impacciata a Sofia) Mio zio, Joe Mark, duchessa.
Sofia - (squadrandolo) Ah... piacere... (Occhialino diffidente sul naso).
Martha - (a Joe) ... La duchessa Sofia di Sandelle-Lafitte... la mamma di Stefano, Uncle Joe...
Joe - (si è rinfilata in tasca la rivoltella; stende la mano a Sofia) Come state?
Sofia - (un po' interdetta, si lascia prendere la mano, se la lascia scuotere, e risponde macchinalmente) Bene, grazie...
Stefano - (ripigliando un po' di sicurezza) Mister Mark, mamma, è di passaggio in Francia... è venuto in Europa a riposarsi un poco...
Sofìa - (sempre squadrando Joe dietro al proprio occhialino, con una punta di stupore) Mister Mark è molto prudente a qu-quanto pare... Ho visto che non dimentica le precauzioni...
Joe - (gioviale) Oh, non si è mai abbastanza prudenti nel nostro mestiere... (Colpo di tosse di Stefano).
Sofia - (con una certa benevole ironia) Ma in Francia, grazie al cielo, potete essere tranquillo... Non abbiamo, noi, i vostri... co-come li chi-chiamate... ì vostri orribili gangsters... (Impaccio generale).
Joe - (un po' risentito) No. Lo so. Voi avete gli apaches. Ma'è la stessa cosa.
Sofia - (vanta) Oh, i nostri apaches sono dei bambini in co-confronto ai vostri gangster s...
Joe - (che non vuol cedere) In America gli apaches sono una tribù di pellirossa. I più feroci... i più selvaggi...
Sofia - Toh! Non sapevo...
Joe - (secco) E dai nostri selvaggi hanno preso il nome i vostri delizienti. (Un freddo).
Sofia - (inghiottendo male) Oh, oh! Mister Mark pare assai co-competente...
Joe - (aggressivo) Merito del mio mestiere...
Sofia - Non co-comprendo...
Joe - Vostro figlio non ha detto a voi che cosa faccio in America... Ha fatto male.
Stefano - (impressionato) Non vorrete mica...
Joe - Perchè no? Io non mi vergogno. Ci vuole coraggio e sangue freddo. E anche non essere stupidi...
Stefano - Mah...
Joe - E se anche ogni tanto noi... We put on the spot... come si dice... facciamo la' pelle a qualcuno... sono sempre gente di galera, che è meglio morta che viva...
Sofia - (inorridita) Ma che dice quest'uomo, Stefano?
Joe - (beffardo) Non siete molto perspicaci, duchessa... Non è difficile capire...
Stefano - (furibondo) Ma...
Martha - (quasi contemporaneamente) Oh, uncle...
Sofia - Quella co-competenza... quella co-confessione... Cu-quell'arma... Sarebbe forse?!
Joe - (beffardo e aggressivo) Sì! Sarebbe!
Sofia - ... Un poliziotto?!
Joe - (che non se Vaspettava) What?
Stefano - (cogliendo la palla al balzo, disperatamente) Sì... mamma... Hai indovinato... E' un poliziotto!
Joe - (per parlare) ... But...
Stefano - (sottovoce) Tacete... Fatelo per Martha...
Joe - (fra i denti) Oh, Well!
Sofia - Un poliziotto...
Stefano - (rinfrancandosi via via) ... Sì, un famoso poliziotto... uno dei bracci destri della polizia di New York. Sai... Io non te lo avevo mai voluto dire perchè... perchè da noi i poliziotti sono tenuti... ma in America non è così... in America i poliziotti sono rispettati... (Invocando aiuto) Non è vero, Mister Mark?
Joe - (che ora ci si diverte) Sure!... Rispet-tatissimi...
Stefano - E mister Mark è...
Joe - Oh Well... io sono ancora più rispettato degli altri... Jto credo che anche il capo della polizia ha paura di me...
Sofia - (sbalordita) Eh?
Stefano - (subito) Mister Mark si esprime male... Vuol dire che anche gli alti gradi della polizia lo stimano...
Joe - Well... stimare è forse esagerato... ma certo mi considerano con attenzione...
Sofia - (sgelandosi) Ma tutto questo è molto interessante... Sicuro che far parte della polizia, laggiù... a co-contatto con quegli orribili gangsters... giacché immagino che vi sarete oc-cu-cupato anche di quei miserabili banditi...
Joe - (rassicurando Stefano che teme un suo scatto) Oh... Se devo dire la verità... Io ci vivo in mezzo ai gangsters... Se domandate in America, vi diranno che Joe Mark e i gangsters sono un solo business.
Sofìa - Interessantissimo! (A Stefano) Hai avuto torto, figliolo mio, a non dirmi subito qual'era la vera professione del signor Mark. Nessun ridicolo pregiudizio potrà ombrare il piacere che ho di fare la sua conoscenza. Un funzionario di polizia non mi ha mai fatto impressione...
Joe - (serio) Neanche a me.
Sofia - E sono ben lieta di stringere la mano a un uomo co-coraggioso che non teme una vita di pericoli e di insidie. (Gli porge la mano).
Joe - (serrandogliela allegramente) Avete visto, Stefano? AWs well that ends well... Tutto è bene quello che finisce bene, come dice il grande Bill!
Stefano - (che quella stretta di mano ha un po' irritato) Mister Mark può trattenersi solo poche ore, altrimenti lo avrei invitato a colazione...
Sofia - Ne sono dolentissima. Saremmo stati felici di avervi nostro ospite... tanto più che la vostra presenza qui ci avrebbe potuto essere assai utile...
Stefano - Ma non vedo in che modo...
Sofia - Figliolo mio, non sei molto pe-per-spica-cace, come dice il signor Mark. (A Joe) La vostra ca-cara nipote, signor Mark, vi avrà probabilmente già informato di ciò che purtroppo è accaduto. Ebbene... se non foste stato obbligato a partire, vi avrei pregato di restare co-con noi.
Joe - (sorpreso, ma senza compromettersi) Oh...
Stefano - (subito) Ma poiché mister Mark deve partire...
Joe - (sereno) Potrei anche rimandare.
Sofia - (grata) Ci fareste co-co-cosa...
Martha - Oh sì... uncle... rimanda...
Stefano - Ma no.
Joe - (a Martha) Would you like it, siveetie?
Martha - (mettendo un braccio sotto al suo) Oh, l'd love it! Do stay, uncle!...
Stefano - . Io credo che...
Sofia - (imperiosa) Tu, fammi il piacere di stare zi-zitto. (Molto cortese a Joe) Ebbene, signor Mark?
Joe - O. K., duchessa. Rimango.
Sofia - E vi occu-cuperete di questo orribile furto?
Joe - (che non ci pensava più) Come?
Sofia - Oh, non mi direte di no... Voi... uno dei più celebri segugi dell'America...
Joe - (riprendendosi) O già... Surol Uno dei più celebri... Well... intesi, duchessa... cercherò di capire qualche cosa di questo affare!
Sofia - (con slancio) Oh, grazie! Grazie!... Voi assicurerete il trionfo deiìa giustizia, ne sono certa! (A Martha, molto cordiale) E grazie anche a voi, mia cara figliola...
Martha - (gradevolmente stupita dal tono) Oh, duchessa... Io non ne ho merito.
Sofia - (dolcemente) Lo ricu-cupereremo, il Murillo, lo dovremo all'abilità di un vostvo parente... Non lo dimenticherò, mia cara figliola... (A Joe) Permettetemi di far prevenire i miei familiari... (Va a suonare il campanello).
Martha - (a Joe) Quando penso che è la prima volta da che sono qui che mi chiama sua cara figliola! E' straordinario!
Joe - (divertito) E quando penso che io sono venuto in Francia per fare il poliziotto... Questo è ancora più extraordinario!
Stefano - (si avvicina a loro; poi preoccupato dice a Joe) E ora, mister Mark... che cosa farete ?
Joe - (solenne) Non avete sentito? Assicurerò il trionfo della giustizia. (Altro tono) Per una volta, sarà un diversivo!
Stefano - Non scherzate... Io sono preoccupatissimo...
Joe - Non siate. In fondo, di deliquenti ho una certa pratica..!
Martha - (a Stefano) Tu non conosci uncle Joe, Stefano... Io sono certa che riuscirà...
Sofia - (che nel frattempo aveva parlato sottovoce con Germano, accorso alla scampanellata, e gli aveva evidentemente detto di chiamare qualcuno, al che Germano aveva ubbidito) Credo sarà bene presentarvi a tutti. Ho detto a Germano di pregare tutti co-coloro che si trovano di ca-casa di lavorile qui.
Joe - O. K., duchessa... Io non mi muovo.
Germano - (rientrando; annunciando) Il signor duca Gontrano... (Spinto da Marictta Cla-vel, una donnina un po' troppo appariscente per essere una semplice lettrice, entra in una poltrona a rotelle il quasi nonagenario duca Gontrano di Sand eli e-T-,a fitte, incartapecorito, cereo, piuttosto rimbambito).
Stefano - (andandogli incontro) Nonno... sono tornato oggi... Come vi sentite?
Martha - (avvicinaìidoglisi con un grazioso inchino) Buongiorno duca... (Tutti gli parlano con una sfumatura di venerazione).
Gontrano - (con voce tremolante, pronuncia impastoiata) Miei cari figlioli... (Verso Stefano) Non domandarlo a me come mi sento... domandalo alla signorina Glavel. Io non ne so niente. Anche quando mi pare di sentirmi bene, mi si dice che non è vero...
Marietta - (a Stefano) Il signor duca scherza.
Sofia - Calmatevi., ho una buona notizia da darvi, padre mio...
Gontrano - Una buona notizia?
Sofia - Sì... Salvo la vostra approvazione, padre mio, mi sono permessa di pregare il signor Joe Mark, lo zio della nostra cara Martha, di rimanere nostro ospite. (Presentando) Il signor Joe Mark, il duca Gontrano di Sandelle-Lafitte, visconte di Lysieux, marchese di Men-doza y Pereira, mio suocero.
Joe - (un po' stupito da tutti quei titoli, gli stende la mano) How do you do?
Gontrano - (prima di stringergliela, con una solennità che il suo rimbambimento rende lievemente grottesca) Signore, il marchese di La- fayette si meritò la stima di Luigi XVI con l'aver combattuto a fianco di Giorgio Washington per l'indipendenza dei vostro paese. Lasciate che io oggi, nello stringervi la mano, rinnovi i sentimenti di simpatia che hanno sempre legato la vecchia Francia alla giovane America. (E finalmente gli serra la mano).
Joe - (interdetto) Oh.... (Rapido a Stefano che gli è accanto) Devo fare uno. speech anche io? (Stefano gli fa cenno di no. Allora se la cava con un You're awfully kind... (E passando accanto a Martha le chiede sorridendo) E' ] sempre così solenne?...
Sofia - (al suocero) Il signor Mark, padre j mio, è un celebre poliziotto americano ed ha promesso di occucuparsi del Murillo.
Gontrano - (scattando come può) Il Murillo... sempre il Murillo. Tutti parlate di questo Murillo... Tutti... il Murillo... (Marictta si occupa di culinario).
Sofia - (spiega a Joe) La signorina Clavel è qui in funzione di sua infermiera e il duca non 1 subisce altra influenza che la sua.
Ruggero - (entrando; il notaio di gran casa, vecchio francese, un grande portafoglio sotto il braccio) Mi avete fatto chiamare, duchessa? (Saluti circolari confusi).
Sofia - Sì, mio buon amico. Permettetemi, 1 signor Mark, di pre-presentarvi un nostro lontano cugino, il signor Ruggero d'Arment, dei Baroni di Sandelle, cavaliere della Legion d'Onore, notaio della nostra famiglia.
Joe - Hoiv do you do? (Gli porge la mano).
Ruggero - Sono dolente di non parlare la lingua d'Albione e di non potervi così dare un benvenuto che udito nella vostra favella vi sarebbe riuscito certo più cordiale. (Stretta di mano).
Joe - (piano a Martha) Ma come parlano bene in questa famiglia!
Sofia - (a Ruggero) Sarete interessato nell'apprendere che il signor Mark, oltre all'essere l'amato zio della nostra cara Martha, è un asso della polizia ta-transoceanica. (Anna Maria è entrata con Giuliano a queste parole).
Ruggero - Tanto meglio. Potrà così portare luce sulla faccenda che tanto ci preoccupa.
Anna Maria - Sono molto lieta anch'io di conoscere il signor Mark.
Sofia - (presentandola) La contessa Anna Maria de Villiers-Vavin, duchessa di Sandelle Lafitle, mia figlia.
Joe - IJoiv do you do?
Sofia - (presentando) Il marchese Giuliano De Escojido y Pereira, un nostro parente.
JOE - How do you do?... C'è altro?
Sofia - (sorridendo) Le presentazioni erano necessarie per facilitare il vostro co-compito. In ogni modo ecco Germano Dubois, nostro maggiordomo...
Joe - Ha una faccia che non ini piace.
Sofia - Oh! E' in casa nostra da più di te-trent'anni.
Joe - (freddo) Questo non significa niente.
Sofia - (interdetta) Ma...
Joe - (autoritario) Germano può andare. (Germano, sbigottito, si inchina ed esce).
Ruggero - (ammirato) Che acutezza di osservazione! Infatti, poiché, come forse saprete, tutto era chiuso dall'interno quando fu scoperta la cosa, sospettare dei domestici, è pienamente giustificato.
Joe - Allora è pienamente giustificato sospettare anche di tutti quelli che erano in questa casa.
Ruggero - (che ci rimane male) E' giusto. Ma...
Joe - I « ma.» verranno in un secondo tempo. Per ora, I beg you pardon... Io dovrei sospettare di tutti.
Gontrvno - (molto scosso) E' inconcepibile. Tutto questo è inconcepibile... Io non voglio... io non voglio... io non...
Stefano - (seccato) Potreste usare dei riguardi per questo vegliardo, mister Mark.
Joe - Sorry... (Si dirige verso Gontrano molto serio) Duca, in nome della stima che Luigi XVI ebbe pel generale Lafayette, io prego voi di scusare me. (A Stefano) Va bene cosi? (La leggera incertezza di tutti è rotta da Germano che rientra).
Germano - (sulla soglia) La signora duchessa è servita.
Giuliano - (sottovoce, rapido, a Marietta Cla. vel, senza nessun accento s]mgnuolo) Allora stanotte è inutile aspettarmi, con questo seccatore per casa.
Marietta - (idem) Oh... e finche si trattiene?...
Giuliano - (idem) Lascia fare a me. In caso, un bigliettino al solito posto. (Marietta ha un cenno di assenso).
Sofia - Volete darmi il braccio, signor Mark?
Joe - Oh! Sorry... Io ho già fatto il lunch per strada, mentre venivo qui in macchina... But, don't bother about me... non occupate di me... io rimango qui, a pensare un poco, solo...
Sofia - (con un sorriso d'intelligenza) Volete impa-pratichirvi del luogo... co-comprendo.
Joe - That's right... Io chiedo solo a voi il permesso di far venire qui un momento i miei aiutanti segretari.
Sofia - Ve ne prego. Fate co-come foste in ca-casa vostra. (Tutti si avviano; innanzi a tutti, spinto nella sua poltrona da Marietta, il duca Gontrano) Il vostro braccio, D'Arment... (Mentre escono) Che ve ne pare, amico mio? Non vi nego che avrei pe-preferito uno zio che facesse cu-qualcosaltro. Ma poiché può esserci utile...
Ruggero - (incamminandosi) Interessantissimo. Oh Dio, forse dire addirittura che sospetta di tutti noi è un po'... (Escono).
Anna Maria - (che dà il braccio a Giuliano, avvicinandosi) Uno zio poliziotto... non è buffa la cosa?
Giuliano - (idem) Purché non sorvegli la notte nuestros cuartos, querida... (Escono).
Martha - (che non ne può più) Oh IJncle, you're wonderful!
Joe - Oh, I don't know honey... però... io penso che se veramente tutto era chiuso di dentro, chi lia rubalo doveva essere in casa.
Stefano - (scattando) Ma quello che dite è indegno, signor Mark, indegno come la parte che recitate davanti a mia madre e a mio nonno. Per essere sincero, devo dirvi che la vostra condotta non mi piace.
Joe - (sereno) Per essere sincero, dovevate dire la verità a vostra madre. Siete voi che avete pregato me di non contraddire voi.
Stefano - (che non vuol darsi per vinto) Ma dire che sospettale di tutti coloro che erano in casa...
Joe - Perchè riscaldate voi così? Voi non eravate in casa...
Stefano - Oh! Audiamo, Martha. (La prende sotto braccio e la trascina via).
Martha - Good luck Uncle. (Via).
Joe - By by, siveetie! (Rimane solo. Chiude colla chiave la porta dalla quale sono usciti gli altri. Si guarda attorno) Oh, that's fun-ny! (Ride. Va rapido alla parete dove è il Mu-rillo, alza la tenda... guarda; va alla vetrata in fondo, l'apre, si sporge e urla) Tally Oh... Oh-Ah! (Dopo un attimo Larry, Sajnmy e Billy, tre facce tipiche di gangsters, si affacciano alla vetrata) Oome in, boys... I ani « Chez moi ». (/ tre si guardano in giro e commentano con dei « Gee, boss! » ammirativi seguiti da mezze risate e da gran manate sulle spalle. Joe le interrompe con un energico) Now listen! (Li raggruppa e parla a voce bassissima con pochi e secchi gesti) And that's ali. Go.
Larry, Sammy, Billy (uno dopo l'altro, sa-lutaìido con una specie di saluto militare e sparendo uno dopo l'altro) O. K. Boss! (Via).
Joe - (resta solo ancora una volta, piazza una poltrona dirimpetto al Murillo, pone i piedi su di un tavolo, accende un grosso sigaro e mentre tira le prime enormi boccate) cala rapida la tela).
FINE DEL PRIMO ATTO
ATTO SECONDO
La stessa scena del primo atto, due giorni do. pò. Allo alzarsi della tela, Joe, accanto alla vetrata che dà sul giardino, sta parlando con uno dei suoi uomini, ogni tanto si guarda in giro per vedere se è o no osservato. Non si odono le parole : i gesti sono pochi e rapidi. Alla fine l'uomo fa il solito cenno di saluto e sparisce. Joe si avanza, allora, con aria soddisfatta, e si versa un grande bicchiere di whisky e soda. Mentre sta per berlo entra Martha.
Martha - Oh Uncle... I did not know you were here.
Joe - (gaio) Non parla inglese, lioney... E' maledettamente noioso per me, ma ho grande necessità di parlare... come si dice... fluido. In ispecie oggi.
Martha - Perchè oggi?
Joe - Perchè sì. Perchè questi tre giorni passati dedicati a ricerche. Oasi dedicato interrogatorio.
Martha - Non vuoi dire che farai subire un interrogatorio a tutti quelli di casa?
Joe - Voglio dire sì.
Martha - (in apprensione) - Uncle Joe, ho paura.
Joe - (sereno) Wliy? Sono io che faccio interrogatorio agli altri. Io capisco tu aver paura se altri facessero a me.
Martha - (incerta) Non so... Tutto va così bene dall'altro ieri. La duchessa Sofia mi chiama sua cara figliola e ieri ha voluto ch« l'accompagnassi in una visita a Deau-ville... Anna Maria mi ha invitato stamattina sul cutter del conte di Clamor. Stefano è più trancniillo... Tutti sono gentili e cordiali... non vorrei che tu sciupassi tutto, Uncle.
oe - Io? Come? Io ho intenzione, oggi di chiarificare molle cose, invece.
Martha - E' di questo che ho paura.
Joe - Io non sono qui come poliziotto? E un poliziotto devo essere. Martha - Credi davvero di riuscire a scoprire qualche cosa?
Joe - Oh sure! E tu vuoi sapere perche? Proprio perchè io non sono un vero poliziotto, lo non estimo nessuno! qui, meno te e il vecchio matto Duca.
Martha - E Stefano, uncle?
Joe - Oh sì... e Stefano... Specialmeno te perchè quando hanno rubato lui! non era qui. Ma tutti gli altri erano. Quel mister Champol che io ho parlato con, ieri... Nice felloiv... Buono diavolo... ma lui estima tutti... «Il vecchio Germano? ». « Oh, sopra ogni sospetto »... Il piccolo spagnuolo con aria di Gìgolo? (Lo pronuncia «Gigolò» con l'accento sulla i ») « Oh, signor marchese è al disopra »...! Wall, i say... Se tutti sono al disopra chi è il di sotto di questo affare? Per me, invece, tutti! sono sotto il sospetto; allora è più facile. Perché io non ho... How do you say? Oh sì... io non ho pregiudizi. Forse non ho pregiudizi perchè! sono pregiudicato io! (Ride). Oh, tu vedi... Ho! fatto tanta pratica della lingua che so anche fare dei jokes!
Martha - E io ti dico che ho paura... Che cosa succederà? Se tu scopri qualcuno che è colpevole?
Joe - Well!... Mister Champol farà arrestare.
Martha - E tu?
Joe - Oh, io... Io tornerò in America col primo steam-ship... Testificare in Corte di Giùstizia non desidero.
Martha - E se chi ha rubato è uno di loro? Tu credi che perdoneranno a me lo scandalo che tu hai fatto scoppiare?
Joe - (colpito) Oh, I didn't think oj it!... Io non avevo pensato... (Pausetta) O. K... Nessuno sarà arrestato. Del resto, io preferisco; non mi piaceva mandare io in prigione un ladro, questione di solidarietà.
Martha - (sollevata) That's hetter, Uncle. E' meglio che Champol non c'entri.
Joe - Oh, ma un poco deve entrare. Io ho chiesto a lui qualche informazione su qualcheduno.
Martha - (sorpresa) E lui te le ha date?
Joe - No, ma mi darà. Ha molta estima per me. (Ride) Anch'io per lui, sono un uomo al disopra. Vedi che non c'è da fidarsi.
Martha - E su chi hai chiesto informazioni ? Su Germano?
Joe - No. Su piccolo spagnuolo con aria di Gigolò. Forse è perchè io personalmente dopo il brutto scherzo che mi ha fatto in America quella canaglia di Jimmy Gómez, ho una questione con spagnoli. Ma quello piccolo uomo nero non mi piace. (Altro tono) Su Germano no, non ho necessità di informazioni. Big Larry mi ha già procurato con abbondanza. Vecchio Germano ha un conto al Crédit Lyonnais di 320 mila franchi. Non sono un poco molti per un cameriere solo?
Martha - Trecento ventimila?
Joe - Yeah! E perchè la contessa Anna Maria, tua cognata, è stata sette giorni fa da un antiquario di Rouen?
Martha - Anna Maria? Ifs dreadful!
Joe - Ti avevo detto oggi giornata d'interrogatorio.
Ruggero - (entrando) Un interrogatorio? Di chi?
Joe - Never mind, mio caro notaio. Esplicavo a Martha che oggi io sarei very busy... molto affarato.
Ruggero - E' a me che dovrete fare l'interrogatorio? Mi dorrebbe entrare con voi in altri rapporti che non fossero quelli del buon amico e del piacevole conversatore. (A Martha) Vostro zio, mia cara duchessina, ha una conversazione interessantissima. Mi ha delucidati alcuni punti oscuri del Codice americano, con una chiarezza e una finezza... e per di più mi ha additato con rara perspicacia i difetti della legge americana. C'è in. lui la stoffa del giureconsulto. (A Joe) Se la polizia americana ha tutti uomini come voi, la questione del contrabbando sarà presto risolta.
Joe - Io non credo.
Ruggero - Siete così pessimista?
Joe - No... ma è che ci sono troppi uomini come me che non fanno parte della polizia americana.
Ruggero - (a Martha) E' piacevolissimo con la sua franchezza oltreoceanica.
Joe - Io ho bisogno da voi di qualche informazione di carattere intimo. Voi, come notaio della famiglia, mi potrete dare.
Ruggero - Sono a vostra completa disposizione, mister Mark. La vostra inchiesta è dunque progredita?
Joe - Io credo sì. Voi siete un uomo di legge e potete capire. Io ho ferma convinzione che il furto è partito di qui.
Ruggero - Già... le finestre e le porte chiuse dall'interno... tuttavia...
Joe - No. Non è questo soltanto. Io chiedo a me perchè Mosé di Murillo e non altro. C'è tanto da rubare qui. Io me ne intendo. Invece solo Mosé di Murillo. Qualunque ladro avrebbe rubato quello e altro ancora. Forse altro e non quello per difficoltà di vendere quello. No. Ha rubato un dilettante. Questo io sono sicuro. Un dilettante che sapeva abitudini di casa e' expecialmente sapeva che tutte le azioni di ricerca sarebbero deboli, perchè saipeva quello che Mosé di Murillo è per famiglia Sandelle-Lafitte.
Ruggero - (interessato) Logicissimo. Ma intanto il prezioso dipinto chissà dov'è?
Joe - • Se non è ancora qui... è in America.
Ruggero - In America? Voi credete?
Joe - I ladri francesi vanno in Belgio. Le cose rubate vanno in America. Ho già fatto un cablogramma l'altro ieri per farmi certo. Ma forse il quadro è ancora qui.
Martha - Oh Uncle... Tu credi?
Joe - Se è stato rubato da qualcuno che era qui... nessuno si è ancora mosso di qui e nessuno ha spedito pacchi.
Ruggero - E' una preghiera che mi sono permesso di consigliare io alla duchessa... Non che io sospettassi... ma...
Joe - Avete fatto benissimo. Allora, mister D'Arment, volete che parliamo un poco?
Ruggero - Molto volentieri, mister Mark. Volete passare nello studio?
Joe - Sì. Saremo meno disturbati. JBy by, Honey. (Il notaio si inchina a Martha ed escono entrambi).
Martha - (si siede in una poltrona e sfoglia una rivista. Un silenzio).
Giuliano - (entra. Non si accorge di Martha, nascosta dallo schienale della poltrona. Va allo scrittoio e scrive poche righe in fretta. Soltanto quando ha finito ed ha nascosto il biglietto sotto uno dei gYandi vasi cinesi che sono sul caminetto, voltandosi vede Martha) Oh duchessa... descùlpeme, non vi avevo visto.
Martha - (che sembra accorgersi soltanto allora di lui) Oh, marchese... mi avete fatto paura...
Giuliano - Estoy un tijpo così spaventevole?
Martha - Questo da noi si dice: fishing for compliments... Pescare complimenti...
Giuliano - No... no... so che in quel bel lago hay divieto di pesca.
Martha - (graziosamente) E poi... voi avete già la vostra riserva.
Giuliano - Questo es una malignità...
Martha - Non vi difendete. Spero che abbiate capito che io non parlo e non parlerò.
Giuliano - (con intenzione) Non osavo pregarvene. Ma poiché siete così buona... Non dite nada... Però: nada de nada... giurate?
Martha - (che pare sincerissima) Giuro: nada de nada! Intesi.
Giuliano - (molto lieto) A mas tarde, duchessa! (Esce).
Martha - (lo segue con lo sguardo, fra se) Nada de nada... Però leggere sì. (Si avvicina al vaso, ne ritira il biglietto, lo legge mormorando) Oh questo è un poco più di un flirt...
JOE - (rientrando col notaio) I thank you so jnuch, mister D'Arment... Vi ringrazio moltissimo.
Ruggero - In tutto ciò che può essere utile ai miei buoni amici sono lietissimo di... e poi siamo quasi parenti, non so se sappiate...
Joe - (che è soprapensiero) Io credo sì.
Ruggero - Una mia zia materna era cugina della moglie del fratello del...
Joe - Oh, io non capisco niente di parole incrociate. In ogni modo, grazie, mister D'Àrment.
Ruggero - Io salgo in camera mia a scrivere qualche lettera... Con permesso (Esce).
Martha - Hai saputo qualche cosa?
Joe - Moltissimo. Prima fra tutte che Anna Maria non ha un soldo, all'infuori di ciò che il suo ex marito passa a lei per legge.
Martha - Allora tu credi...
Joe - I don't knoxv... a me sta sullo stomaco il piccolo spagnuolo con aria di Gigolò.
Martha - Oh, that reminds me... Look... (Gli porge il bigliettino) Il piccolo spagnuolo...
Joe - (prima di leggerlo) Where?
Martha - (indica il vaso) Là.
Joe - To whom?
Martha - Credo Anna Maria. Anche lui ha lasciato capire... Ma mi ha fatto giurare di non dire niente. Nada de nada.
Joe - E tu?
Martha - (furbesca) Io ho giurato. Ma in spagnuolo. E io non capisco lo spagnuolo.
Joe - (ammirativo) Gee, what a gal! (Legge) « Stanotte verrò su da te, se quel cretino color carota me lo permetterà. G. ». (Parlato) lì cretino color carota sono io; G... Giuliano... è lui. Ma da chi vuole andare su?
Martha - Non è difficile indovinare.
Joe - (annuisce vagamente, poi) Perchè scrive? Non può parlare?
Martha - Prudenza, forse.
Joe - E perchè scrive così bene? Non manca un accento. L'ortografia è perfetta. Scrive meglio di come parla... That's funny!
Anna Maria - (entrando) Oh, Martha... la mamma ti cercava... Voleva che tu l'aiutassi a preparare le tartine per il tè.
Martha - (sorpresa) Io?
Anna Maria - (gaia) Mah! Dice che per voi americani il tè è una religione e che perciò è sicura che tu...
Martha - - Oh, well... volontieri... excuse me, uncle... (Sottovoce, felice a Joe) Anche le tartine per il tè... è commovente.
Joe - (sereno) Non commuoverti troppo... E' suo interesse.... Mangia anche lei e lavora meno... (Forte) By by, sweetie... (Martha esce).
Anna Maria (per andare) Vi lascio anch'io, mister Mark, irlo da...
Joe - Oh, wait a minute, pleasel Uno minuto. Volevo domandare a voi una cosa.
Anna Maria - A me? (Joe annuisce. Allora lei, irrigidendosi un pochino, ma con tono scherzoso) Devo giurare di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità?
Joe - (stando allo scherzo) Oh no. Io ho conosciuto un giudice che quando una donna doveva testificare in giudizio diceva: « Giurate di fare il possibile di dire la verità ».
Anna Maria - (ride) Ah! Questa è un'impertinenza.
Joe - (con ironica deferenza) Oh, ma quello giudice diceva così con donne americane. Non avrebbe detto con donne europee. Io so donne europee molto sincere e donne francesi più sincere di tutte. Perciò io chiedo a voi una cosa... (Con tutt'altro tono, improvvisamente) Chi è il marchese Giuliano D'Escojido?
Anna Maria - (ita un attimo di sorpresa ma si domina subito) Un nostro lontano parente... del ramo spagnuolo.
Joe - Dove avete conosciuto?
Anna Maria - A Parlai, per combinazione.
Joe - Parigi è molto grande.
Anna Maria - (imbarazzato) Mio Dio, non ricordo neppure bene... A una festa credo...
Joe - A Parigi danno molte feste.
Anna Maria - (scattando) Ma insomma non volete mica dire che...
Joe - Siete voi che non volete dire. Io dico delle cose molto semplici. Parisi non è grande? A Parigi non danno molte feste?
Anna Maria - (ripigliando contegno) Appun-to. Nulla di più logico, dunque, di avere incon-trato in una di quelle feste il marchese.
Joe - (annuendo) Il marchese è molto simpatico... Uno lontano parente... Cordialità si rinforza con parentela...
Anna Maria - (che crede la cosa accomodata) Perfettamente.
Joe - (seguitando) Diventa amicizia.
Anna Maria - Perfettamente.
Joe - (c. s.) Intimità...
Anna Maria - Perfettamente.
Joe - (concludendo) ... E amore.
Anna Maria - (sobbalzando) Cosa?
Joe - (molto sereno) Il marchese Giuliano non è il vostro amante?
Anna Maria - (indignata) Ma voi siete pazzo... oppure il regime secco vi ha spinto a qualche abuso...
Joe - Oh no! Whisky è così cattivo in Francia... In America abbiamo più migliore... (Altro tono) Allora questo Giuliano non è vostro amante?
Anna Maria - Voi mi insultate, signor Mark. E ricordatevi che siete ospite della mia famiglia...
Joe - I beg you pardon... Domando a voi perdono. Io non sono pratico di vostro linguaggio.
Anna Maria - Non fino a non sapere che cosa significa, amante.
Joe - That's right... perdonate la mia rudità. No... mia rudezza. (Esageratamente avvilito) Oh sì... I am sorry... do excuse me... Dovevo immaginare. Voi siete una donna dì classe. Voi non potete essere amante di quel piccolo uomo con aria di Gigolò.
Anna Maria - (ribellandosi) Ora offendete un mio parente.
Joe - (fingendosi confuso) Oh io non so oiù che cosa dico... E poi... la vostra camera non è al primo piano?
Anna Maria - Sì, ma che c'entra questo?
Joe - E anche questo marchese ha la camera al primo piano non è vero?
Anna Maria - Ma che cosa significa tutto ciò ?
Joe - (che pare veramente contrito) Significa che io dovevo pensare! « Io verrò su da te ». Non siete voi...
Anna Maria - Ma che dite ?
Joe - (senza darle retta) Prego, ditemi solamente chi abita al secondo piano.
Anna Maria - (interdetta) Ma non saprei... Il notaio D'Arment... la signorina Clavel...
Joe - (con un grido di trionfo) Oh! Sìptio-rina Clavel... Sure! Dovevo ensare! Allora è lei!
Anna Maria - Che cosa, è lei?
Joe - L'amante di questo marchese.
Anna Maria - (reprime un sorriso) $e siete convinto che il marchese Giuliano abbia davvero un'amante qui dentro... può anche darsi che aia lei...
Joe - Io sono sicuro. Ho trovato una lettera.
Anna Maria - (drizzando le orecchie) Una lettera?
Joe - Sì... e come io ho detto contessa Anna Maria è la sola donna che merita attenzione, io ho creduto per voi... Invece era per quella piccola inutile Clavel.
Anna Maria - Ma quale lettera?
Joe - Questa. (E gliela porge indifferente).
Anna Maria - (l'afferra, la scorre e la scuote) Oh, canaglia! E io che... (Ma vede gli occhi ironici di Joe e nasconde il viso vinta. Una piccola pausa).
Joe - (paterno) Quello giudice americano aveva torto. A tutte le donne è possibile dire la verità. Basta che esse non pensino a quello che dicono.
Anna (Maria - (tentando di negare) Io vi giuro...
Joe - (facendole cenno di tacere) Tut tut! Le donne francesi sono le più sincere d'Euroipa. (Gaio) E poi a me non importa niente. Voi non siete mia figlia o mia moglie.
Anna Maria - (spiegazzando il foglio) Canaglia! Canaglia!
Joe - (convinto) Sì... (Altro tono) Sono dispiaciuto di avervi dato un dispiacere. Se voi aveste detto subito sì, io non avrei usato la lettera. Ma forse è meglio che avete saputo. Quello piccolo spagnuolo non merita voi. Non si inganna una donna come voi. E poi perchè? Perchè ingannarvi? Perchè fare credere a voi che egli vi ama?
Anna Maria - (ancora rabbiosa) Perchè? Per ottenere... so io che cosa!
Joe - (subito) Io avevo detto che aveva aria di Gigolò.
Anna Maria - (irosa) Sì sì, avete ragione... un gigolò! Niente altro che un gigolò! E io l'ho portato in casa mia...
Joe - Well... un lontano oarente!
Anna Maria - (scettica) Chissà se lo è davvero... Mille volte ne ho dubitato... Ma ero cieca... accecata. (Piange).
Joe - (che pur fingendo il conforto, non perde una parola) E pagavate i suoi debiti...
Anna Maria - (e. s.) Giocava,.'., perdeva....
Joe - E voi pagavate... E se non avevate... andavate a Rouen da un antiquario...
Anna Maria - (c. s.) La mia collana di ametiste... (Si interrompe) Ma voi come sapete?
Joe - (severo) Io so!...
Anna Maria - (sobbalzando) Ma non sospettate mica di me! No! No! Sono incapace...
Joe - (quietandola) Ora so anche questo. Sono molto contento, Anna Maria... Permettete che io vi chiami così? Sono molto contento. Sì. Io so che non avete detto bugia. Sento da tono. And the necklace... E la collana... (La tira fuori di tasca. Anna Maria fa per prenderla. Dolcemente) Oh, be quiet now... Siate tranquilla. Io sono vostro amico. E Martha è una sorella. (Con altro tono) Ma il piccolo spagnuolo con aria di gigolò... lui non è mio amico. Siate tranquilla. Ho chiesto a Chamnol informazioni su lui. Credo saranno curiose. Ma non parlate voi con lui. You promise me? Promettete?
Anna Maria - (con riconoscenza) Sì, mister Mark.
Germano - (entrando) Il tè è servito, signora contessa.
Anna Maria - (rimettendosi) Vengo. Mister Mark, mi date il braccio?
Joe - Excuse me... Io ho ancora qualche cosa da fare. Good bye, Anna Maria... (Anna Maria esce. Germano fa per seguirla) Oh, Germano...
Germano - Signore?
Joe - Ho bisogno di una informazione, sì?
Germano - Sono agli ordini del signore.
Joe - Grazie, vecchio uomo... (Fra se) E ora vediamo questo altro. (Forte) Well, Germano... Voi siete un uomo... (Lo guarda meglio) Voi siete ancora un uomo. E credo voi anche non completamente stupido. Dunque non fate perdere a me tempo. Io non sono un detective qualunque come mister Champol. Sono un poco uno parente. Se avete qualche cosa da confessare, confessate.
Germano - (offeso e dignitoso) Io sono in questa casa da trentadue anni, signor Mark, e...
Joe - i Sì, questo io so. Ma questo non vuole dire niente. Quando si trova uno buono posto... e si è bene pagati...
Germano - (aria di superiorità) No, signor Mark. Non si tratta di ciò. Lungi da me l'idea eli lagnarmene, ma il mio salario è di soli quattrocento franchi il mese. Mentre oso dire che la mia lunga pratica e la mia esperienza mi no-trebbero...
Joe - (interrompendolo) Con le mance facciamo cinquecento il mese, sì?
Germano - (con un sorriso «uasi di compassione) Sia pure. Ma come avevo l'onore di dire poc'anzi...
Joe - (rapidamente) Cinquecento il mese... seimila all'anno... per trentadue... 192 mila... Sì.
Germano - Se ai duchi di Sandelle-Lafitte non mi legassero vincoli di affezione e di...
Joe - (brusco) Di dove vengono gli altri 128 mila?
Germano - Come?
Joe - (veloce, secco) In 32 anni avete guadagnato 192 mila franchi, ne avete alCrédit Lyon-nays 320 mila. Anche ammetto che avete risparmiato tutto vostro guadagno. Ma un po' difficile. Di dove vengono i 128 mila in più?
Germano - (che cambia tono, un po' preoccupato) E' stata dunque fatta un'inchiesta?
Joe - E' stata. Di dove vengono i 128 mila in più?
Germano - (tentando di reagire) Ma io non credo di essere tenuto...
Joe - (impassibile) Sì, siete tenuto. (Più e-nergico) Di dove vengono i 128 mila in più?
Germano - (muta tattica, si fa umile e strisciante) Ebbene, signor Mark, noichè vi sono costretto... Mi spiegherò... E' molto semplice... Io ho, per così dire... le redini della casa... Sono un poco l'intendente oltre il maggiordomo... Allora, non è vero? Lei sa come si fa e...
Joe - (tranquillo) Voi dite allora che le avete rubate?
Germano - (urtato) Oh, rubare è una parola grossa, signor Mark.
Joe - (stesso tono) E 320 mila franchi sono una somma grossa, signor Germano.
Germano - Ho approfittato, ecco! Diremo che ho approfittato della fiducia che era stata I riposta in me. Va bene?
Joe - Sì. Kipling, che è un grande scrittore inglese, ha detto : « Se un sciacallo confessa di essere grigio, come deve essere nero quel sciacallo! ».
Germano - Non capisco...
Joe - Vuol dire: se uno confessa di aver rubato 320 mila franchi, è segno che ha qualche! altra cosa più grossa sul suo stomaco.
Germano - (scosso) Signor Mark, tutti hanno fiducia in me in questa casa...
Joe - Questo è stupido. Prima di tutto abbiamo stabilito proprio adesso che essi facevano male ad averla. E poi voi siete proprio sicuro che tutti hanno fiducia?
Germano - (drizzando le orecchie) Come?
Joe - Voi siete sicuro che ho fatto ricerche' sul vostro conto di mia volontà?
Germano - (c. s.) Ah?
Joe - And if somebody... se qualchiduno miì avesse consigliato?
Germano - (meno sicuro) Non saprei davvero chi... L'andamento della casa è tenuto dalla signora duchessa Sofia... Ed ella no, non può! certo...
Joe - Perchè non può? Voi dite non può.
Germano - (frenando male uno scatto) E'I stata la signora duchessa? Proprio la signora duchessa ?
Joe - (molto sicuro di se) Sì. Mi ha detto lei. Mi ha detto molte cose.
Germano - (rabbioso) Ah, le ha detto molte! cose...
Joe - (tranquillo) Moltissimo. (Compassionevole) Povero Germano!
Germano - (che non ne può più) E le ha! detto anche...
Joe - (con voce improvvisamente rude) Stoplm
Germano - (alzando anche lui la voce) Lei ha detto anche che io...
Joe - (più forte) Stop! Voi state per fare unat cattiva cosa...
Germano - (che ormai si rivela quello che è;j un servo volgare e avido) E che me ne importa? Imparerà... Lo voglio gridare anche sui tetti che io...
Sofia - (entrando) Ma che c'è... Che co-cosa acca-cade ?
Germano - (brutale) C'è, signora duchessa, che a me non importa nulla del suo Murillo...E che non voglio per un pezzo di tela dipinta passare per un ladro...
Sofia - (molto altera a Germano) Se il signor Mark...
Germano - Il signor Mark non c'entra. Lui fa il suo dovere... Ma che lei, signora duchessa,! proprio lei, debba insinuare che io...
Sofia - Io? (E' quasi spaventata) Signor Mark, ve ne prego, dite voi a Germano che io ho sempre...
Joe - (che ha osservato finora molto attentamente la scena) Well, Germano... Non badate voi a quello ohe io ho detto...
Germano - (interdetto) Come?
Joe - La signora duchessa è molto affezionata a voi, Germano. E seguita ad avere molta fiducia in voi, Germano. Ha torto, ma così farà. Anch'io adesso ho fiducia... I meati... non bisogna exagerare... Ma credo veramente che il Murillo sia una cosa troppo lontana da voi.
Germano - (sollevato) Ah! (Si fa subito umile) Io la ringrazio, signor Mark.
Joe - Non è un complimento. Io credo che per rubare una cosa di quello genere ci vuole uno poco di intelligenza e molto sangue freddo. E voi non avete una cosa e neanche altra. (Pausa).
Germano - (irrigendosi) La signora duchessa ha ancora bisogno di me?
Sofia - No. Andate pure, Germano. (Germano si inchina a lei, butta uno sguardo di non profonda amicizia a Joe ed esce. Allora Sofia dice a Joe) Vi avevo ben detto che cu-quel vecchio domestico era in-insospettabile...
Joe - (dopo avere annuito con un mugolìo) Ma io ho voluto essere certo per mio conto.
Sofia - (che vuol sapere di più) Ho sentito che... che aveva alzato la voce...
Joe - (ermetico) Oh avete, sì?
Sofia - Già... non volevo che... che vi manca-casse di rispetto.
Joe - You're awfully hind... Ma non ci sono molta gente che si permette di mancare a me di rispetto.
Sofia - (c. s.) Si sa... Il vecchio Germano è un po' viziato... E forse nel sentirsi so-sospetta-to avrà... (Joe tace) avrà forse detto cu-qualche cosa...
Joe - (ermetico) Oh, io non dò importanza a quello che dice un servo.
Sofia - Avete tutte le ragioni. (E' sollevata).
Joe - Soltanto io consiglio a voi una cosa: Dismiss him.
Sofia - Eh?
Joe - • Dismiss him... Discharge him... Sack him, vhat?... Licenziatelo.
Sofia - (troppo presto) Ah, no...
Joe - Io vi dico sì. Germano è un vecchio volpe. Ma è anche un vecchio topo che, come silice? Oh sì... che rosica... Ha già rosicato.
Sofia - Non ca-capisco.
Joe - Mangia. Questo capite? Ha già mangiato più di trecentomila franchi. Ha un conto così in un Banco.
Sofia - (che non gli vuole dare retta) Risparmi forse.
Joe - No. Mangiamenti. Mi ha detto lui... Io vi dico mandatelo via.
Sofia - (seccata dall'insistenza) E io vi dico di no.
Joe - (ammirativo) Oh! (Riflette, ricollega mentalmente due o tre punti strani, poi con aria misteriosa e profonda) Anche se tutto quello denaro gli avete dato voi...
Sofia - I... io?
Joe - (senza scomporsi, stesso tono) Mi ha detto lui.
Sofia - Germano?
Joe - > Per forza. Lui non voleva. Ma io ho costringi ato.
Sofia - (abbattuta) Oh! (Un silenzio) Allora... voi non ignorate niente?
Joe - Niente.
Sofia - (umiliata, turbatissima) Signor Mark... io mi raccomando a voi... Vi sco-scon-giuro. Co-come gentiluomo e co-come amico. Sì, co-come amico. Promettetemi di non farne parola, con nessuno di cu-quanto vi ha rivelato co-colui.
Joe - Questo io posso promettere facilmente.
Sofia - E' da ventisette anni, signor Mark, che io subisco... ventisette anni...-Forse fu-fui troppo debole allora... Ma te-temetti le co-conseguenze di uno sca-candalo... Che sapesse mio marito dapprima... poi, dopo la sua morte... mio suocero... i. miei figlioli... Voi co-comprendete, non è vero?
Joe - (che invece non capisce niente) Sur e! Altro che!
Sofia - Subire i suoi ricatti... Io! La duchessa di Sandelle-Lafittc...
Joe - (cominciando a capire) Oh! E non potevate rifiutarvi?
Sofia - (scoraggiata) Aveva una lettera... Ci aveva veduti un giorno... E aveva inte-tercetta-to una lettera...
Joe - Vostra?
Sofia - Sua!
Joe - (che fraintende, un po' urtato) Sua? Di Germano?
Sofia - Ma no... Del dottor Maigret.
Joe - (che non capisce più) Oh, del dottore?...
Sofia - Cosicché ero nelle sue mani... Voi mi capite... Era terribile.
Joe - (approvando) Terribilissimo... (Fra se) Io pagherei cento dollari per capire qualchi-cosa... (Forte) Insomma questo Germano fa a voi dei ricatti.
Sofia - Pu-purtroppo.
Joe - Per non, rivelare...
Sofia - Per non rivelare quello che sa.
Joe - (fra se) E che vorrei sapere anch'io! (Ripensandoci) Però quando si è sotto ricatto, si può anche... (Forte) Voi avete pagato molto?
Sofia - Oh molto... molto!
Joe - E allora un giorno... avete pensato... O forse lui stesso vi ha suggerito...
Sofia - Che cosa?
Joe - Voi potete dire a me. Tutto sarà soffocato... Io sono un amico... quasi uno parente.
Sofia - Ma che volete dire?
Joe - Il Murillo...
Sofia - (con un grido) Ah no... no! Prima di fare una simile cosa... ormai era passato tanto tempo... un peccato di giovinezza.
Joe - (con un grido anche lui) Oh! Finalmente ho capito... Voi siete stata l'amante di quello dottore Maigret...
Sofia - (soffocata) Non... non ve l'aveva detto?
Joe - (ripigliandosi) Sì... io volevo dire... Voi siete stato l'amante di quello dottore, ma non siete voi che avete fatto sparire il Murillo...
Sofia - Ma certo... co-come avete potuto pensare ?
Joe - I am sorry! Io avevo detto che tutti in questa casa erano sotto sospetto...
Sofia - Mio ca-caro signor Mark... voi battete falsa pi-pista... dovreste ben aver ca-capito che in questa ca-casa tutti sono...
Joe - Al disopra sì, al disopra di molte cose... me ne sto accorgendo.
Sofia - Co-comunque, signor Mark... è inutile, spero, che io mi rivolga alla vostra discrezione...
Joe - (serio, troppo serio) Oh, segreto professionale!
Sofia - (con un sospiro) La natura umana è debole... e quando si è giovani...
Joe - Non avete bisogno di scusare voi, duchessa. Io ho veduto il ritratto dello defunto vostro marito. Sono solidale con voi.
Sofia - (indulgente) Oh! Era un. cuor d'oro... Un uomo superiore... ma forse, era troppo vecchio per me... povero Abelardo...
Joe - (ammirativo) Oh! Si chiamava anche Abelardo! (Prendendole una mano e battendo. vi su qualche colpetto amichevole) Now cheer up, duchessa. Coraggio... e... vedremo di riavere quella famosa lettera.
Sofia - Dareste la ta-tranquillità a cu-questi miei ultimi anni, signor Mark.
Joe - Io credo avrò.
Sofia - Siete veramente un buon amico.
Stefano - (entra turbatissimo) Mister Joe... Mister Joe... (Vede il quadro, si arresta) Mamma... ho bisogno di parlare con il signor Mark... perdonami...
Sofia - (sorridendo) Sta bene... sta bene... vi lascio... signor Mark... tutti hanno bisogno di voi... siete veramente un uomo portentoso... (Stefano ha un gesto di ironico commento) Credo veramente che la vostra venuta segnerà una data nella nostra vita. (Stefano c. s.) Arrivederci. (Esce).
Joe - Che cosa c'è? C'è bisogno di fare quel faccio?
Stefano - (esasperato) Altro che uomo por. tentoso!... Siamo rovinati! C'è di là Champol,' con una facciai scura scura... Dice che ha rac-J colto delle informazioni e che vuol parlarvi da? solo a solo. Quello sa tutto. Siamo rovinati! Se-; gnerà sì, una data nella nostra vita, la vostra j venuta... E' spaventevole.
Joe - (impressionato, ma non vuol parerlo) Wait a minute... Wait a minute... Voi credete! che Champol...
Stefano - Senza dubbio!... Sono le sue parole. « Sono qui per parlare con lo zio di vostra moglie. Ho raccolto certe informazioni che mi hanno molto sorpreso e credo che interesseranno anche lui ». E ha avuto una risatina così sinistra, così sinistra...
Joe - Well, sinistra o destra... non si deve) impressionarsi... Parlerò io con questo Champol... e sentirà anche me... Non sono ancora un cretino... sì?!.. Voi andate con Martha... Forse avrà bisogno di... Oh e fate entrare questo Champol.
Stefano - Ma che cosa farete?
Joe - Oh, don't be silly! So benissimo che non siamo in America. E' peccato perchè si farebbe più presto. Ma fa lo stesso. Se ho giuo-cato e perduto... In qualche modo rimedierò.
Stefano - (allarmato) Promettetemi di non fargli nulla di male...
Joe - (seccato) Say... Credete veramente che io ammazzi un uomo come si ammazza una mosca ?
Stefano - (c. s.) Io sono in uno stato...
Joe - Io sono in uno stato più di voi. Ma a-desso non serve che state qui a ballare la rumba davanti a me. Go with Martha. Andate da Mar-tha. (Lo spinge) Coraggio. Non dite voi francesi « alla guerra come alla guerra »? Via, via! Da Martha. (L'ha spinto fuori: resta solo. Ora si vede che è turbato) Parola d'onore, mi dispia, cerebbe se adesso si scoprisse tutto... Well! (Si fa forza, va alla porta da cui è entrato Stefano: chiama) Mister Champol! Come in!
Champol - (ha una buffa aria di cospiratore di melodramma quando entra) Mister Mark... so tutto!
Joe - (fra i denti) Damm!
Champol - Tutto. In questa casa rispettati le e rispettata c'è un furfante. In questa nobile famiglia è entrato un mascalzone...
Joe - (seccato) Misurate le vostre parole.
Champol - (severo) No, mister Mark, bisogna bollare d'infamia questo ignobile figuro...
Joe - (c. s.) Io dico a voi basta.
Champol - (imperterrito) Un volgare lestofante... un miserabile imbroelione... (Joe fa ancora per protestare) So quello che volete dire... Si tratta di un forestiero... uno straniero e perciò... (Terribile e misterioso) Ebbene... state I a sentire questa... Ebbene, no!
Joe - Cosa no?
Champol - (trionfante) Non è uno straniero!
Joe - Chi?
Champol - Il sedicente marchese de Escojdo y Pereira.
Joe - (a cui casca un peso di sullo stomaco) Oh! Voi parlate di lui?
Champol - Ma certo! Non mi avete detto di assumere informazioni sul suo conto?
Joe - (sollevato) E sono queste informazioni che voi volete dare a me?
Champol - Che sono fiero di darvi... felice se il mio modesto contributo farà rifulgere la vostra ben nota abilità poliziesca.
Joe - (entusiasta, abbracciandolo. Oh, voi siete un bravo uomo mister Champol.
Champol - (molto soddisfatto) Non ho meritato tanto.
Joe - (sincero) Voi non potete immaginare lo piacere che avete fatto a me... (Offrendogli da fumare) Have a cigair? (L'altro accetta, pausetta per accendere) Allora, queilo spagnuolo?
Champol - Spagnuolo come me... Ho telegrafato a Siviglia. L'ultimo Escojido y Pereira è morto di paralisi progressiva a 23 anni. Suo padre, il marchese Alonzo, affetto da megalomania, è rinchiuso nel manicomio criminale, in seguito a un fallimento clamoroso.
Joe - (fra i denti) Simpatica famiglia... (Forte) Allora questo piccolo Gigolò?
Champol - L'avete detto. Niente altro che un piccolo Gigolò. (Estrae di tasca un taccuino, legge) ce Si chiama veramente Giulio Gal-let, è nato in Corte Damoye, a due passi dalla piazza della Bastiglia; è stato boy in una compagnia di riviste che a<riva a Marsiglia, dove fu arrestato per una specie di furto compiuto da una corista ai danni di un capitano della marina norvegese. Ha scontato un anno e mezzo di prigione per complicità. Non se ne sa più nulla, finche lo si arresta di nuovo a Barcellona, dove è croupier in una bisca clandestina e poco pulita. Un anno dopo è a Biarritz dove, invece, fa una vita lussuosa ». E questo è tutto. Rapido vero? Ma il sistema Bertillon fa miracoli... e quelle impronte digitali lasciate sul vostro portasigarette mi sono state utilissime. E adesso che avete intenzione di fare? Interrogarlo?
Joe - Un tipo come quello? Non voglio sprecare mio fiato. Quello non confessa se si interroga con parole.
Champol - Allora?
Joe - Conoscete che cosa è il terzo grado?
Champol - Il terzo grado?
Joe - Sì. E' una forma di interrogatorio che adopera Polizia Americana. Primo grado, secondo grado, terzo grado.
Champol - Forse un interrogatorio più stringente di un altro?
Joe - (vago) ... Un interrogatorio più energico. E' difficile negare sotto il terzo grado. Io ne so qualche cosa...
Champol - L'avrete visto in opera.
Joe - Weli... L'ho sentito in opera.
(Entrano Stefano e Martha).
Martha - ( preoccupata, ansiosa) Un eie... Stefano m'ha detto...
Stefano - Non ho potuto trattenerla. (Preoccupato) Dunque?
Joe - It's ali right... ali perfectly right, boys... Mister Champol mi ha portato notizie molto 'curiose...
Stefano - Ma sul conto di chi?
Joe - (gaio, con intenzione) Oh, non sul vostro conto... e nemmeno su quello di Martha, e nemmeno sul mio... non è vero, Mister Champol? Noi possiamo essere tranquilli... Non è vero?
Champol - (ridendo) Senza dubbio. Ah, questa è buona!
Stefano - E allora?
Champol - (serio) Su qualcuno che abita questa casa.
Joe - Credo meglio parlo io... Io vi ringrazio, my dear mister Champol... credo che sarà meglio mi occupi io. Senza offesa. Voi capite... In caso vi avvertirò... Va bene cosi?
Champol - Troppo giusto. Troppo giusto. Voi solo potrete agire senza che intervenga uno scandalo... Sono ai vostri ordini. (Andandosene, a Stefano) E' stata una vera fortuna per loro, l'avere per parente un Joe Mark! Duchessa... (Esce).
Stefano - Dunque, non era per voi?
Joe - Pare no. Mister Champol è uno caro gentiluomo che ha molta simpatia per me. Non avete sentito?
Stefano - (un po' irritato) Già... vi classifica addirittura della nostra famiglia. Non è un po' troppo?
Martha - (con rimprovero) Oh, Stefano!
Joe - Never mind, darling... A Stefano, non senza una certa ironia) Però devo dirvi che dopo quello che io ho saputo oggi... della vostra famiglia posso far parte anche io.
Stefano - Non apprezzo il vostro umorismo.
Joe - E qui sta appunto il lato comico! Ma lasciamo i scherzi. Voi siete sempre convinto che il furto non è stato commesso da qualchi-duno che era in questa casa?
Stefano - Vi ripeto ancora una volta che tale supposizione è offensiva.
Joe - Così se io volessi agire in questo senso?
Stefano - Mi opporrei risolutamente. ISion dimenticate, signor Mark, che voi non siete un vero poliziotto... E io non posso permettere che per i vostri ridicoli sospetti...
Joe - O. K. (Una pausa, sembra riflettere) Io credo persuaderò voi di contrario.
Stefano - Sarei curioso di sapere come.
Joe - Basta che voi date uno sguardo al registro di anagrafe dello Municipio di Rouen.
Stefano - « L'anagrafe di Rouen?
Joe - Sì. Anno 1912. Potrete leggere cose molto nuove per voi.
Stefano - (turbato) Che intendete dire?
Joe - No. Se io dico a voi, voi non credete me. Andate a Rouen. Sono le cinque. Alle sei e mezzo con automobile, potete essere là. Municipio chiude a sette. Voi leggete, tornate e voi avete fiducia in novero non creduto Joe Mark.
Stefano - (impressionato) Voi mi... suvvia, sono sciocchezze.
Joe - (molto grave) Look in my eyes.. guardate miei occhi... Io vi giuro che nello registro di anagrafe anno 1912 di Rouen voi potrete leggere cose per voi nuove.
Stefano - (che ormai tentenna) Badate... Rouen non è lontano.
Joe - Andate a Rouen. Non desidero meglio.
Stefano - (deciso) E va bene. Ci vado! (A Martha) Scusami, amor mio, ma tu capisci la gravità... se quello che dice tuo zio è vero...
Martha - Oh, Stefano... Perchè non credi? Perchè devi essere così diffidente? Credigli. E' inutile andare.
Joe {dandole sulla voce) No. Meglio vada. Io preferisco.
Stefano - Sì, Martha. Preferisco anch'io. Sarò di ritorno per il pranzo. Lascia che io vada, cara. (La bacia) Arrivederci, signor Mark.
Joe - (ironico) Buon viaggio, Stefano. (Stefano va via).
Martha - (turbata) Ma che cosa potrà leggere in quelle carte?
Joe - (dopo una pausa durante la quale si accerta che Stefano sia ben andato) ... Io credo potrà leggere i nomi degli abitanti di Rouen che sono nati in 1912.
Martha - < E poi?
Joe - (più allegro) Forse anche nomi di quelli che son morti.
Martha - E poi?
Joe - (sempre più allegro) E poi niente altro.
Martha - Ma allora?
Joe - (allegrissimo) Ma allora se tuo caro Stefano restava fra miei piedi io non potevo fare niente.
Martha - (mezzo divertita, mezzo riprovatrice) Oh, Vncle, ma tu hai giurato che avrebbe letto cose nuove per lui!
Joe - I nomi degli abitanti di Rouen nati in 1912 non saranno cose nuove?
Martha - Oh! You're a naughty man, uncle! Ma tu hai anche detto che quando tornava a-avrebbe avuto fiducia in te...
Joe - Sure. Perchè quando tornerà, io credo, avrò scoperto chi ha rubato e forse anche quadro.
Martha - (eccitata) Allora... sei a buon punto? (Joe annuisce) E chi è?
Joe - Piccolo con aria di gigolò. Champol I mi ha detto... Dirty little guy... piccolo sporco uomo... Allora tu devi aiutarmi. Tu vai ina giardino e dici a quello piccolo Giuliano di andare... Well... di andare là... (Indica lo studio)in studio... Studio è un bella camera... c'è anche libreria... tutti libri al muro che soffocano voce. The library will do.
Martha - E che cosa succederà?
Joe - In studio saranno anche Big Larry, Slim Sammy, e Scarface Bill con ordine che la I prima ipersona che entrerà... Tu sai che cos'è il terzo grado, sì Champol non sapeva. Io non gli ho detto, perchè europei sono troppo sensibili.
Martha - (un po' impressionata) Tu vuoi [ sottoporre Giuliano all'interrogatorio di terzo grado?
Joe - Sì. Credo sia unico sistema. Le parole... Oh, quello ha faccia troppo dura per narole. Ma non avrà testa tanto dura per interrogatorio di terzo grado.
Martha - Oh Uncle... non è troppo? Ci sarai anche tu almeno?
Joe - No. Meglio io non sia. Meglio io faccio finta non so niente.
Martha - Perchè?
Joe - Perchè? E se non è lui che ha rubato? I Allora io non ci sono: io potrò semipre dire 1 miei aiutanti hanno fatto di loro idea. E sarò molto severo coi miei aiutanti.
Martha - Ma lui intanto...
Joe - Oh lui... è uno sporco piccolo uomo... un ipoco di terzo grado non farà male a lui.
Martha - E' molto rischioso... ma se tu non ci sei... lui non parla inglese...
Joe - No. Ma Bis, Larry parla un poco francese. Capirà molto bene. Noiv go. Vai, tu puoi vedere di giardino questa vetrata? Bene; quando io farò così (sventola il fazzoletto) tu mandi qui piccolo Giuliano...
Martha - (per protestare) But...
Joe - Oh vai adesso. Si no, mando a Rouen anche te... Co go... (La spinge fuori. Appena, è scomparsa fa un fischio. Dono un attimo appaiono i tre suoi uomini. Il solito conciliabolo. I soliti « O. K. » un po' più noiosi del solito. Poi i tre entrano nello studio. Joe va alla vetrata e sventola, il fazzoletto. Poi scappa via da un'altra porta. Una piccola pausa. Dalla parte della scale entra il notaio D'Arment con la sua cartella, traversa la scena, apre la porta dello studio, vi entra. Si ode un « oh » soffocato e il rumore della porta chiusa a chiave. Subito Joe riesce dalla sua porta, fregandosi le mani).
Joe - (gaio) E adesso, piccolo caro Gigolò... se sei tu... lo dirai.
Germano - (entra, traversa la scena, si dirige verso lo studio).
Joe - Say... Where are you going? Dove andate?
Germano - Nello studio. Vi deve essere ancora la tazzina del caffè del duca Stefano.
Joe - Lasciate stare il tazzine Non c'è bisogno.
Germano - Ma... se la signora Duchessa lo trovasse... ella detesta il disordine...
Joe - Oh,, a proposito, Germano! Voi avete qualche cosa da darmi.
Germano - Io?
Joe - Sì, una lettera.
Germano - Una lettera? (Finge di non capire).
Joe - Una lettera che un certo dottor Mai-gret ha scritto ventisette anni fa...
Germano - (un po'» beffardo) Io non ho nessuna lettera.
Joe - Sì, voi avete. Datela.
Germano - Anche ammettendo che io l'abbia... Non crede che il signor Pvlark che...
Joe - E' meglio dare a me che a un Ispettore di Polizia francese...
Germano - Bisognerebbe che un Ispettore di Polizia Francese, fosse incaricato di chiedermela, signor Mark.
Joe - Germano, voi siete un bei canaglia.
Germano - - Il signor Mark è molto rude nelle sue espressioni.
Joe - Voi siete molto sicuro perchè avete chiuso in qualche cassaforte... Ma anche cassa-forti si aprono...
Germano - Può darsi.
Joe - Anche quelle di Banche quando c'è un mandato di polizia. E un mandato, con un furto in casa si può ottenere facilmente.
Germano - (che si crede più furbo) Ma a volte non ci si fida né delle casseforti private né di quelle delle Banche. (Ed ha un istintivo gesto verso la tasca interna della giacca).
Joe - Oh, Sure! (Ho capito) Voi siete un vecchio volpe, Germano. Andate pure.
Germano - Con permesso. (Si dirige ancora verso lo studio).
Joe - (prendendolo per le spalle) No. In studio vi ho detto che non fa bisogno.
Germano - (tentando ribellarsi) Ma...
Joe - Go aivay! Vai via! (Lo spinge fuori prendendolo per i risvolti della giacca. Quando è solo, si guarda una mano. C'è un portafoglio. Lo apre. Ne tira fuori una carta dalla tasca più segreta. La scorre) « Mia adorata Sofia... » (Sorride, mormora) O. K. (Va atta porta da dove è uscito Germano) Germano!
Germano - (rientrando) Signore?
Joe - In fondo, le casseforti private o quelle delle Banche sono sempre le più sicure. (Gli tende il portafoglio).
Germano - (soffocato) - « Oh!
Joe - Siete un bel canaglia, Germano. Ma parlate troppo. By, by... (E con uno spintone lo caccia fuori, rinchiudendo la porta a chiave. Poi si dirige verso lo studio. Bussa tre colpi rit-moti a quella porta),
Martha - (entrando dal giardino) Uncle!
Joe - (energico) Shut upl
(La porta si apre. Appare Big Larry spettinato e sudato).
Joe - (sottovoce) Well?
Big Larry - (idem) TSot yet. But he will. Only it's hard work. He,s toughl
Joe - Never minò. Go ahead! (Big Larry sparisce).
Joe - (a Martha sereno) Larry dice che va bene. Soltanto dice che è duro... Io non credevo, vedendo quello piccolo uomo magro...
Martha - Oh, allora sei riuscito a farlo entrare?
Joe - Come sono riuscito? Non hai mandato tu?
Martha - Io? No! Io non sono riuscita a trovarlo in giardino, quando tu hai fatto il segnale. Sono venuta a dirti...
Joe - i Damn!... Allora chi ci è là dentro?... (Fa per dirigersi alla porta dello studio, quando entrano Sofia e Anna Maria).
Sofia - Oh, signor Mark... Champol, passando, ci ha detto che la soluzione era vicina...
Joe - (preoccupatissimo) Oh, vi ha detto, sì?...
Sofia - Io sono ansiosa...
Joe - Anche io...
Sofia - E non vi nego che sono un po' ipe-preoccupata.
Joe - A chi lo dite voi! (Brusco) Vi chiedo . perdono. (Fa per dirigersi verso lo studio).
Anna Maria - Signor Mark... ascoltatemi...
Joe - Più tardi... più tardi...
Anna Maria - No... Quello che devo dire è urgente...
Joe - Ma quello che io devo fare è ancora più urgente...
Anna Maria - (sottovoce) Ho parlato con Giuliano.
Joe - (drizza le orecchie) Si?
Anna Maria - Mi avevate detto di non farlo, lo so... ma mi è sfuggito...
Joe - (fremente) Allora?
Anna Maria - Allora... è partito...
Joe - (con un grido) Quando?
Anna Maria - Mezz'ora fa... E' andato...
Joe - Damn! What a mess... (Senza più darle retta, disperato, forte) Duchessa... io sono disperato... Ho commesso un grande errore... Io... Io ho dato... No... Io non ho dato... Ma ho paura che... Insomma... Bisogna che io apra quella porta! (Vi si precipita, ma in quel punto la por. ta si apre, sorretto da Slim Sammy e Scarface Bill, spettinato, pesto, con gli abiti in disordine appare il Notaio Ruggero D'Arment).
Ruggero - (ansante) Sì... sì... confesso... sono stato io... Ma basta... per amor di Dio!... Basta!... (Quadro).
Joe, Sofia, Martha, Anna Maria - (insieme) Voi?
Ruggero - Io, sì... Poi... poi... spiegherò... Ora non ne posso più...
Joe - Ma il quadro?...
Ruggero - (in un soffio) Ce l'ha quel vostro demonio... Lasciatemi andare, ora...
Sofia - (inorridita) Ma che co-cosa gli hanno...?
Joe - Spiegherò anch'io dopo... Portatelo in sua camera... Bring him upstairs noto. (I due suoi uomini portano via il notaio, sorreggendolo).
Joe - (verso l'interno) Larry... Larry...
Big Larry - (entrando. Ha un dipinto tra le mani, sotto il braccio la borsa del notaio) Ecco, boss... Aveva qui dentro piegato... (MosPra la borsa) Portava sempre con sé... Lavoro duro, boss.
Sofia - Ma dunque, possibile?
Joe - (le mostra il dipinto) E' questo, duchessa?
Sofia - (con gioia) E' questo... è questo... Non c'è dubbio.
Joe - Ecco fatto!
Anna Maria - (ammirata) Il notaio D'Arment! Non l'avrei mai creduto!
Joe - Nemmeno io, oarola d'onore!
Martha - Oh Vncle! You're a wonderl (Lo abbraccia).
Sofia - (trafelata, entusiasta) Bisogna avvertire subito mio suocero e Stefano. Dov'è Stefano?
Joe - Oh... Stefano è andato a fare una piccola passeggiata a Rouen.
Sofia - Bisogna avvertire il duca... Oh, signor Mark, è una cosa meravigliosa...
Anna Maria - Il notaio! Ma ci pensi, mamma!
Sofia - E' inconcepibile. (Attraversata da un pensiero) Ma ridotto in quello stato, signor Mark, come è stato possibile...
Joe - (con un sorriso paterno) Oh... i miei ragazzi sono un poco vivaci... duchessa!
Sofia - Tuttavia... tuttavia... avreste dovuto avvertirmi che...
Joe - - Se vi avessi avvertita, avreste permesso?
Sofia - Ah, no.
Joe - Allora vedete che ho fatto bene a non avvertirvi!
Sofia - Ma che in casa mia...
Joe - Oh, un'altra cosa... (La tira in disparte) Ho una lettera per voi, duchessa. (E gliela dà).
Sofia - (la scorre, è felice) Oh cu-questo... cu-questo...
Joe - Io mantengo sempre le promesse! Mi tenete ancora rancore per... per quello del no-taio?
Sofia - (nascondendo la lettera in seno) Impossibile serbarvi ranco-core, signor Mark. (A Germano che è entrato in seguito a ««« scampanellata di Anna Maria) Chiamate subito il duca Gontrano, Germano; il Murillo è stato ritrovato.
Anna Maria - Mister Mark è un uomo ecce-zionale, Germano.
Germano - (con minore entusiasmo) E' anche il mio parere. C'è un cablogramma per il signor Mark.
Joe - For me? (Lo prende. Germano esce. Joe apre il cablogramma. Lo legge. Ha un « Oh » di stupefazione).
Sofia - (a Martha) Insomma, mia ca-cara figliola, se è tornata la tranquillità nella nostra famiglia lo dobbiamo a voi...
Martha - (carina) A me e a Vncle Joe... (Avvicinandosi a lui) E' vero, Vncle Joe?... {Sottovoce a lui) Come sono felice ora che tutto va bene...
Joe - (beffardo) Tutto va bene, sì? Senti allora che cosa mi telegrafano da New York. (Legp;e) « Mosè del Murillo venduto 42 anni fa a Vanderbilt. Quello che è stato rubato è una copia ». (Parlato) Ti pare che tutto vada bene, sì?
FINE DEL SECONDO ATTO
ATTO TERZO
La stessa scena degli altri atti quattro ore dopo il secondo. Sono le nove di sera. Nessuno è in scena. Dopo un attimo, Germano attraversa la sala e qualche secondo di poi introduce Champol.
Germano - Ma... i signori sono ancora a tavola...
Champol - (che è molto nervoso) Bt'ora?
Germano - Hanno atteso sino alle otto e mezzo il signor Duca Stefano che era partito alle cinque r»er Rouen.
Champol - Ma... ed è tornato il Duca?
Germano - Non ancora. La signora Duchessa Martha, anzi, è un po' in pensiero.
Champol - Quello che devo dire alla duchessa Sofia è importantissimo, Germano... E di grande gravità.
Germano - Riferirò, signor Champol... abbia la cortesia di attendere. (Via).
Champol - (rimasto solo si asciuga il sudore della fronte congestionata, poi tira fuori di tasca due ritagli di giornale, li osserva e mormora concitato) Ah, questa poi... questa poi!
Sofia - (entrando : neppure lei è in istato normale di nervi) Buona sera, Champol... Germano mi ha detto...
Champol - (inchinandosi) Duchessa sono dolente di avervi fatto abbandonare la mensa ma...
Sofia - -Non c'è di che-che. D'altronde assistevo al pasto per così dire, po-pro forma... Mi sarebbe sta-tato impossibile mandare giù bi-bri-ciolo di cibo. Mio caro Champol... Ho da darvi una notizia sta-strabiliante.
Champol - Anch'io signora Duchessa... E' appunto quello che mi ha indotto...
Sofia - Asco-coltate prima la mia... Champol... inutile racco-comandarvi il silenzio... ma figuratevi che il Mu-rillo è falso!
Champol - (sbalordito) Falso?
Sofia - Falso. Sembra che l'originale, l'autentico, sia stato venduto, 42 anni fa ai Vanderbilt, in America.
Champol - Ai Vanderbilt? Ma come avete saputo?
Sofia - Il signor Mark?
Champol - (involontariamente) Ah!
Sofia - Co-cosa avete?
Champol - (fremente) Nulla, duchessa... proseguite.
Sofia - i II signor Mark aveva fatto un cablogramma prima di... Ah, già ma voi non sapete... il ladro è stato ritrovato.
Champol - Il ladro?
Sofia - Ahimè, si.... ed è stato per noi tutti un doloroso co-colipo... uno dei nostri intimi, Champol... un nostro lontano parente... il notaio d'Arment.
Champol - Il notaio?!
Sofia - Naturalmente, la co-cosa non deve essere risaputa... noi, non spo-porgeremo neppure querela... lo scandalo, capite...
Champol - Capisco, capisco... Ma chi lo ha...
Sofia - Il signor Mark, naturalmente.
Champol - (per la seconda volta) Ah!
Sofia - Co-come dicevo, il signor Mark, per ogni eventualità, aveva ca-cablografato in America per sapere se del Murillo si avessero notizie laggiù.... Gli oggetti d'arte, co-come sapete, molto spe-pesso...
Champol - (interessatissimo) Sì, sì... E allora?
Sofia - E allora... si può dire, nel momento stesso che il dipinto veniva ricu-cuperato, giungeva la risposta di laggiù. Eccovela. (Gli porge il cablogramma che l'altro scorre avidamente) che... che... ne dite? (Seguitando) Va da se che questo nuovo imbroglio l'abbiamo tenuto celato a mìo suocero... egli crede tu-tuttora che si stia ancora cercando il cu-quadro rubato.
Champol - (le rende il telegramma) La notizia per quanto grave è forse nulla di fronte a quello che ora devo dire io... e vi supplico di perdonarmi lo sconvolgimento che vi arrecherà.
Sofia - Mi spa-pa-paventate!
Champol - Oggi, verso le cinque, dopo essere uscito di qui, dove ero venuto a dare certe informazioni a... al signor Mark.... (Con altro tono) Io mi domando come non ho... (Ripigliando) Dopo essere uscito di qui, dunque, mi sono recato a Deauville, all'Hotel Normandie, per conferire con una signora americana su una certa faccenda di divorzio. Discutendo con questa signora, mi è sfuggito, non so più come, il nome di Joe Mark... Mi sembra parlando della Polizia americana. La signora mi è parsa sorpresa. Stupito alla mia volta, le ho chiesto il perchè della sua meraviglia. « E' per via del nome » mi ha risposto. « Ignoravo che militasse nella polizia americana un uomo recante il medesimo nome di un famoso gangster ».
Sofia - (sorpresa) Eh?
Cpampol - Già? Pare che Joe Mark sia anche il nome di un notissimo capo della malavita di laggiù, meglio conosciuto sotto il soprannome di Red Joe, Joe il Rosso, a causa... (marcato) del colore dei suoi capelli.
Sofia - (spalancando gli occhi) Oh!
Champol - Ecco quello che feci anch'io: « Oh! ». Ma passato il primo momento di stupore... la coincidenza essendo veramente troppo strana... corsi al Consolato degli Stati Uniti. Ebbi dal Vice Console le medesime notizie... In più, sfogliando la collezione del New York Times.... ebbi agio di... (estraendo di tasca i ritagli di giornale che osservava poco prima) A voi, Duchessa, questi ritagli, queste fotografie... valgono più di ogni parola...
Sofia - (li afferra, li esamina) Oh... Ma è lui... Non c'è dubbio!
Champol - E sapete quello che c'è scritto «otto?
Sofia - Io non so l'inglese.
Champol - (compassionevole) Ah!
Sofia - Traducetemi voi.
Champol - Non lo so neanch'io... Ma me li ha tradotti il vice console. Basterà che va dica il senso di uno di essi: « Joe Mark, il famigerato Red Joe, la cui banda è accusata di aver svaligiato ieri notte la Banca Simmons».
Sofia - (atterrita) Oh... (Vacillando)Oh Dio!
Champol - (precipitandosi) Signora Duchessa... signora Duchessa... Io sono desolato...
Sofia - (rimettendosi) Non è nulla... Non è nulla... (Smarrita) Mio Dio... Mio Dio... Ed è un uomo simile che... in ca-casa nostra...
Champol - State tranquilla, signora duchessa... sono qui io... Dov'è ora?
Sofia - E'... a tavola... era l'unico di noi che avesse appetito... E ora che fare... che fare? E Ste-tefano che non c'è! (Con un grido) Champol, quell'uomo mi ha detto di aver mandato lui, mio figlio, a Rouen per non averlo fra i piedi.
Champol - (impressionato) Possibile?
Sofia - (spaventatissima) Che egli ta-ta-trami cu-cu-qualche co-co-cosa...
Anna Maria - (entrando) Mamma... non ti I vedevo tornare...
Sofia - (abbracciandola 'sgomenta) Figliuola I mia... E' spapa-paventoso!
Anna Maria - Ma che c'è, mamma? Non ti I ho mai veduta così.
Champol - Dov'è quell'uomo?
Anna Maria - Quale uomo?
Sofia - Cu-cuel Mark...
Anna Maria - A tavola... (Ridendo) Sta j mangiando come un lupo.
Champol - Che cinismo!
Sofia - E' te-te-terribile... sai chi è quel- I l'uomo? Un bandito... un ga-gangster!
Anna Maria - Che dici? Ma se...
Champol - Sì, contessa... Egli ci ha tutti I ingannati... Guardate! (Le porge i ritagli del I giornale).
Anna Maria - (dandovi un'occhiata) Oh! I Dio mio! Dio mio!
Sofia - E Stefano che non torna... Anche questo non è terrìbile?
Anna Maria - No... mamma... ora non esagerare. Devi pensare che Martha è sua moglie e I che lo adora...
Sofia - (con un altro grido) Oh Dio! Non ci pensavo più! Martha... è sua nipote... La moglie di mio figlio... Oh, è orribile! La duchessa di Sandelle-Lafitte è la suocera della nipote di un gangster!
Champol - Io credo che bisognerà subito avvertane la Polizia.
Sofia - > Che sca-candalo! Mio Dio! Che sca-candalo!
Stefano - (entrando, impolverato, stanco) Oh, mamma... perdona il mio ritardo.
Sofia - (precipitandoglisi addosso) Ah! Figliuolo mio! Figliuolo mio!
Anna Maria - Ma che ti è successo, Stefano?
Stefano - (irritato) Io non so se sia stato uno scherzo di Mister Mark. Ho scoi so tutto il registro dell'anagrafe del 1912, al Municipio di Rouen... Non ho trovato niente che mi interessasse... Ho finito alle otto... Avevo ottenuto dal sindaco un permesso speciale... Se è stato uno I scherzo, è uno scherzo veramente idiota...
Champol - Temo che non sia stato un sem- I plice scherzo, signor Duca.
Sofia - Oh, tu, non sai... non sai... (A I Champol e Anna Maria) Certamente non sa, al- I trimenti ci avrebbe detto...
Stefano - Ma che cosa avete lutti?
(Voci interne).
Champol - (dopo un'occhiata) Badate, eccolo.
Sofia - (mezza isterica) Non voglio vederlo... Ho paura... Venite con me... venite con me...
Stefano - (turbato) Mamma...
Sofia - Ti spiegherò... Ti spiegherò... Vieni con me... Venite con me... (Li trascina tutti via).
Joe - (entrando con Martha, con Gontrano e signorina Clavel: dopo qualche istante: E' in smoking, camicia dura, gilet bianco, colletto rovesciato) Beh, io devo confessare: c'è qual-chicosa che europei sono, superiori a americani. La cucina. Io non mi piacciono europei, però loro cucina sì. Europei sanno mangiare... E' una cosa che osservando la questione dei debiti di guerra non si capisce, ma europei sanno mangiare meglio di noi... (Ride) That's a good joke,
Gontrano - (ride anche lui) Sempre faceto... sempre faceto... (A Martha) Mi è molto simpatico vostro zio, mia cara figliola... (A Joe) E' dunque vero che gli americani sono interessati?
Joe - Well... io non direi interessati... Conoscono la forza dello denaro... E' differente. Un boxeur non è forte solamente perchè ha grossi muscoli, ma sopratutti perchè sa di avere grossi muscoli... capisce questo?
Gontrano - Molto giusto... molto giusto... tuttavia gli americani sanno, quando vogliono, fare ciò di cui noi europei non siamo molto capaci... Mercanteggiare!
Joe - Voi credete, sì?
Gontrano - Ne sono sicuro, signor Mark... Seve lo dico è perchè... (Si arresta) Perchè lo so da fonte sicura.
Joe - Forse avrete conosciuto qualche americano di origine scozzese.
Gontrano - (lievemente irritato) Io non ho detto di avere una esperienza personale...
Joe - Oh, never, mind... Voi non offendete me. Solo dico scozzesi più interessati di noi americani...
Gontrano - (rasserenandosi subito) Ah, sì! Questo sì... So una storiella scozzese che dice come un nobile scozzese fosse costretto una volta ad aprire il portafoglio... Ebbene... nell'atto di aprirlo... ne volò fuori una tignola... (Ride molto soddisfatto) Eh? Che ne dite?
Joe - (ride anche lui) Oh, fine!... (Tornando serio) Però la storia non è esatta... Non volò fuori nessuna tignola...
Gontrano - Volete dire che nel portafoglio di quello scozzese non c'era posto neppure per una tignola?
Joe - No. La tignola c'era... ma era morta di fame! (Ridono entrambi... la risata del vecchio finisce in un accesso di tosse).
Marietta - (con dolce premura a Gontrano) Signor Duca, sarà forse meglio che facciate il solito giretto nel parco prima di andare a. coricarvi. ..
Gontrano - Ecco il mio tiranno, signor Mark... Non si può neppure ridere in pace...
Joe - (scherzoso) Un grazioso tiranno... Non deve essere brutto essere suo schiavo...
Gontrano - (a Marietta) Questo è per voi, figliuola... (A Joe) Ma... Che volete mai, signor Mark... alla mia età,, anche di una schiavitù come questa non si può gustare nessun lato allegro... (A Marietta) Sì, cara... Andiamo pure... Ma se avessi una quarantina d'anni di meno... Non vi sarebbe tanto facile tiranneggiarmi... (Si avviano).
Joe - Oppure... le sarebbe ancora più facile! Good night, Duca... (Gontrano e Manetta escono dopo qualche confuso saluto) E' divertente quello vecchio mummio... (Canterella).
Martha - (che appare, da quando è in scena, come sopi-a pensiero) Sei di buon umore, linde Joe...
Joe - Sono sì. Io sono sempre quando ho mangiato bene... Only, l'd like to have some music... Non c'è un fonografo in questa vecchia casa?... (Canticchia, accennando una step-dance) « She didn't say yes, she didn't say no, she didn't say stay, she didn't say go... ».
Martha - Sei allegro come quando hai fatto qualche successo...
Joe - E ho fatto. (Ride) Joe Mark, detto Red Joe, funzionario di Polizia americano...
Martha - Insomma, sei contento?
Joe - Sì. Perchè non dovrei? Mi piace la Francia, sono con te... in una bella casa... dov^ tutti mi vogliono bene... perchè adesso tutti mi vogliono bene, non vedi?
Martha - Oh, Sure! (Un silenzietto) Peccato che il quadro sia falso...
Joe - It's not my fault... Non è colpa mia, questo...
Martha - (senza rispondergli) 42 anni fa... è difficile trovare chi l'ha venduto...
Joe - (spaventato) Tu non vorrai che io trovi anche quello!
Martha - (guardandolo negli occhi) Non ci riusciresti ?
Joe - (allegramente) Oh, l don't know... Non voglio finire per fare il detective tutta la vita! (Ripiglia a canticchiare come prima).
Martha - Però... non è strano che abbiano tenuto in casa per quarantadue anni un quadro falso, credendolo vero?
Joe - i Oh, ci sono tante cose strane in questa casa! (Si mette a ridere).
Martha - Perchè ridi?
Joe - Non t'arrabbi? Rido perchè penso a Stefano che cerca nel registro di anagrafe!
Martha - Ancora non è tornato! Non gli sarà successo niente?
Joe - Non credo. Ma il registro di una anno è lungo... millenovecento do dici... (Ride) Era anche un anno bisestile!
Stefano - (entra: si ferma sotto la porta. E' cupo e arcigno).
Martha - Oh, Stefano, si parlava di te!
Joe - Hello, Stefano. Interessante Rouen?
Stefano - Mister Mark... Prima di tutto... la mia famiglia sa chi siete. Champol l'ha scoperto.
Martha - Oh!
Joe - (senza turbarsi troppo) Curioso tipo quello Champol! Quando doveva scoprire qualche cosa, non scopriva niente. Adesso che nessuno ha pregato, scopre tutto. Well, anyhow... Immagino che vostra madre non avrà avuto molto piacere.
Stefano - Sarebbe meglio lasciaste quel tono scherzoso, signor Mark. Quello che vi ho detto dovrebbe dai vi da mensare.
Joe - A me? Ma io lo sapevo anche prima.
Stefano - Non dovete credere che noi si sia tanto sciocchi quanto voi pensate.
Joe - Io non ho mai detto a voi quanto pensavo.
Stefano - (urtato) Insomma, basta. Io posso essere stato accecato dall'amore che porto a Martha, la quale, per "razza del cielo, non vi rassomiglia in nulla. Ma viene il momento in cui si aprono gli occhi anche non volendo. E sono io, sì, proprio io che assieme a Champol li ho aperti anche a mia madre.
Joe - Io non capisco una «arola.
Stefano - Sarò più chiaro: dov'è il Muril-lo, signor Mark?
Joe - Ma io ho consegnato a vostra madre.
Stefano - (secco) Non audio, il vero.
Joe - Che cosa volete che sappia io.
Stefano - (sarcastico) Sì, eh?
Joe - Sentite... quarantadue anni fa, io avevo tredici anni. Ero un piccolo ragazzo svelto, sì... ma non fino a rubare un Murillo.
Stefano - A tredici anni, forse. Ma a cinquantacinque... quando capiti l'occasione...
Joe - Ma se... (Ad un tratto capisce) Oh... voi dite che io avrei preso il vero e consegnato a voi lo falso? Oh! (Scoppia a ridere) Voi avete ragione. Voi non siete stupidi quanto io pensavo. (Secco, tagliente) Siete molto di più.
Stefano - (senza turbarsi) Ero sicuro che non sareste stato così ingenuo da confessare subito. Soltanto... Joe Mark... ricordatevi che questa è anche la casa di vostra nipote... se è vero che le volete bene, non dovete e non potete fare una cosa che distruggerebbe la sua felicità... Io ho parlato con mia madre e con mia sorella... esse sono jnonte, per amor mio, a considerare la cosa non avvenuta... a conservare la loro cordialità e la loro benevolenza a Martha a patto che voi ci rendiate... a'.ò che sapete, senza obbligarci ad avvertire la Polizia, che... badate... siamo ben disposti stavolta ad avvertire. Dunque?
Joe - (che ormai è montato) Dunque che cosa, you damned fool! Io vi ho detto che non ho preso.
Stefano - Ci sono troppe iprove, Joe Mark. Larry... quel vostro uomo... ha tardato ad apparire dallo studilo dove avevate fatto subire al Notaio d'Arment quell'inqualificabile attacco...
Joe - Ma era per rimettersi addosso sua giacca... Per questo ha tardato.
Stefano - 0 non è stato per operare la sostituzione ?: E quello spedirmi via, a Rouen, a compiere una ricerca assurda.., soltanto per essere più sicuro di agire indisturbato...
Joe - Ma io ho detto... Se voi eravate qui, non sarei mai riuscito a far parlare quell'altro...
Stefano - E forse non sareste riuscito a fare scomparire il dipinto originale!
Joe - (esasperato) Oh! Ma se quello notaio ha confessato...
Stefano - Appunto... Chamipol l'ha inter-rogato ancora. D'Arment si è lasciata sfuggire una esclamazione che non lascia dubbio alcuno: ce Vi pare che avrei rubato un quadro falso! » ha detto lo sciagurato.
Joe - Ma è naturale. Perchè lui non lo sapeva.
Stefano - Non sapeva che voi l'avreste sosti, tuito! Ecco la verità!
Joe - Oh, voi siete un pazzo! Voi non conoscete me.
Stefano - E' appunto perchè vi conosco, invece. (Volgendosi a Martha che non ha detto una parola, che è triste, annichilita, umiliata) Ma guardate... guardate vostra nipote... Lei vi conosce anche meglio di me. Eppure le si legge negli occhi che perfino lei capisce la. giustezza delle mie parole...
Joe - (si è voltato di scatto verso Martha, l'ha guardata senza credere ai proprii occhi; un silenzio) Tu! (Lo dice come Vinterrogazione gli bruciasse le labbra, ripete) Tu? (E poi non sa più mormorare) Oh! (E guarda diritto davanti a se, senza espressione, in silenzio).
Martha - (appoggiandosi al petto di Stefano) Oh Darling!
Stefano - (dolcemente, affettuosamente) Tu mi capisci, vero, cara? Parlagli tu. Digli qualcosa tu. Aiutami a evitare questa brutta cosa.
Martha - (si avvicina a Joe, ha gli occhi umidi, il pianto in gola) Uncle Joe... Se è vero quello che dice Stefano... Fai come dice lui... Fallo per me.
Joe - (bruscamente) Anche tu? (E si volge a guardarla... le prende le mani) Oh, little one... tu no... tu... tu... (C'è qualcosa nella sua gola, qualcosa che lui credeva d'aver dimenticato, qualcosa di dolorosamente nuovo per lui che gli impedisce per un attimo di parlare. Un silenzio. Poi con un altro tono) Martha, tu ricor-di quando er/i piccola cosa rosa che non volevi addormentare se non veniva Uncle Joe a cantare una canzone? Avevi quattro anni, little one... allora eri bionda come grano... c'era anche Minnie... mia povera Minnie... la tua zia... era buona con te... Ma tu volevi linde Joe... Tu ricordi? Tu eri piccola... Tu non sapevi che differenza è fra uno bravo uomo e uno uomo come sono io adesso. E tu dicevi che non credevi alle fate... allora zia Minnie si arrabbiava e chiamava me. E tu dicevi che se io dicevo che le fate c'erano tu avresti creduto... E Minnie, poor woman, gridava che tu volevi bene solamente a Uncle joe... « Perchè Uncle Joe è buono »... tu dicevi con una piccola voce... E mi abbracciavi... (Zi," commosso ora) Martha, my Little Martha... Uncle Joe non è buono... è un uomo cattivo, e ifa tante cose cattive... Ma a te non ha mai fatto... per te io sono sempre stato Uncle Joe... come quando tu eri una piccola cosa rosa con capelli biondi... Ora tu non credi più a Uncle Joe?
Martha - (è commossa anche lei) Uncle...
Joe - Martha... Little one... tu sei stata per me come mia figlia... Forse più... la sola cosa buona che ho avuto... tu. Look in my eyes, Martha... Guarda in miei occhi... (E con un tremito ansioso nella voce soffocata le dice) Non è vero... Martha... Non è vero... Io non sono stato... Tu credi a me, Martha? Do you believe me?
Martha - (lo fissa negli occhi... gli butta le braccia al collo) Yes, Uncle! I believe you!
Joe - (la stringe forte forte, in silenzio, poi, voltandosi a Stefano, con altro tono) E adesso io mi infischio, anche se non ci credete voi o vostra sorella o la du... du... du...chessa ma... ma...madre...
Stefano - (che è un po' scosso suo malgrado) Avete torto, signor Mark. Se non per voi, almeno per vostra nipote.
Joe - (mezzo persuasa) Ma che cosa volete che io faccia?
Martha - Tu hai trovato chi ha rubato adesso, Uncle...
Joe - Ma era una cosa successa otto gioniii fa. Questo è successo quarantidue anni fa. E non robato; venduto e comprato.
Martha - E' più semplice.
Joe - No. E' più onesto. Ma questo è lo guaio. E' molto più facile trovare uno che ruba disonestamente, che non trovare uno che vende onestamente.
Martha - Non puoi telegrafare in America chiedendo ?
Joe - (illuminato) Sì, questo io posso. (Non osserva una lieve alzata di spalle di Stefano) Ma questo non serve a niente. Si non credono al cablogramma di oggi, non crederanno nemmeno a quel di domani. No. Io lo so. Perchè credano bisognerebbe che io trovassi chi ha venduto.
Martha - Cerca, Uncle.
Joe - (a Stefano) E la vostra famiglia deve saperne qualchicosa.
Stefano - (scettico) Ma è ridicolo.
Joe - Oh, listen! Voi non credevate che in vostra casa ci fosse chi rubava... voi non credete che in casa vostra ci sia chi ha venduto... nessuno fa niente in vostra famiglia?
Stefano - (risentito) - - Nessuno fa niente di cui abbia a pentirsi.
Joe - Sentite, young man... Non stiamo a discutere. Vediamo un poco: i fatti. Io dico questo quadro è stato venduto. Dunque può essere stato anche da uno di voi. Voi no, perchè non eravate nato. Vostro padre?
Stefano - Quarantadue anni ifa mio padre aveva ventitre anni e non disponeva di nulla in casa sua.
Joe - Avete uno zio?
Stefano - Mio padre era figlio unico. Mia nonna morì nel darlo alla luce. Vedete bene che quarantadue anni fa non era possibile che uno di noi vendesse il quadro.
Joe - Un momento. Non c'era vostro nonno?
Stefano - (beffardo) E voi dite che mio nonno avrebbe venduto un quadro e tenuto poi in casa una copia facendola credere a tutti l'originale ?
Joe - Io non dico ancora niente.. Sono il contrario di voi prima. Voi avete fiducia, io non ho... Io dico: qualchiduno ha venduto, dunque anche vostro nonno può sapere qualchicosa. Vedremo quello che dice lui.
Stefano - Vorreste interrogarlo?
Joe - Oh, never mind... Io so il rispetto che si deve ai vecchi.
Stefano - Mi oppongo. Sono le nove e mezzo. A quest'ora mio nonno va in letto.
Joe - Per una sera andrà a letto alle dieci.
Stefano - La sua salute...
Joe - Listen... Io sono sotto lo peso di un grande sospetto. Personalmente io mi infischio. Uno più, uno meno non fa materia. Ma c'è Martha. Se è vero che voi amate lei, dovete lasciare a me fare.
Martha - Anche Joe ha ragione, Stefano. Egli non può restare in casa vostra dopo quello che avete pensato di lui.
Joe - Oh, per questo... Io non resterò lo stesso. In America si dice « Un cane sta in sala di ballo l'ino a che non mandano lui via ». Voi mi avete mandato via. E anche se non mi aveste... è meglio che io vada, se no pesterete mia coda. Però io voglio andare dopo aver dimostrato a voi che non sono un cane... come si dice? bastardo... no; sono un cane di razza. Chiamate il vecchio Duca, vi prego.
Stefano - Mi rimetto al parere della signorina Clavel. Se essa, che gli sta accanto con amorevole cura, crederà non gli sia dannoso... (Suona il campanello).
Joe - Oh Sure... Io non ricordavo signorina Clavel... Io sono sicuro che essa dirà sì.
Stefano - Vi avverto tuttavia che essa dirà di no. (Entra Germano) Pregate la signorina Clavel di venire un momento qui... (Germano via) Se dunque essa dirà dà no...
Joe - (sorridendo sotto i baffi) Voi volete scomméttere che signorina Clavel dirà sì? Cento -dollari? Lasciate che a lei parli io.
Stefano - Voi od io è tutt'uno. Sono certo che la signorina Clavel farà quello che stimerà più opportuno. (Entra Marietta Clavel).
Marmetta - i Signor Duca?
Stefano - Mio nonno è ancora alzato?
Marietta - Stavo per condurlo in camera sua, signor Duca. Sono già le nove e mezzo passate e il suo orario...
Joe - (poiché Stefano ha un gesto verso di lui come a dire « Vedete bene! ») • - - Please, miss Clavel... Non credete voi che il Duca Gontrano potrebbe per una volta non osservare suo orario?
Marietta - Il signor Duca è da vari giorni molto agitato, signor Mark, credo gli sarebbe dannosissimo alterare le sue abitudini.
Stefano - (a Joe) Ve l'avevo detto (A Marietta) Grazie signorina, potete andare.
Joe - Un momento. Miss Clavel, please... (La tira in disparte e a voce più bassa) Volete che io racconti che in vostra camera ricevevate piccolo Giuliano?
Marietta - (le sfugge) Chi vi ha detto?
Joe - Sono io che ha fatto partire lui. Ma primi ha detto molto. Di voi... e di piccoli biglietti lasciati sotto quello vaso...
Marietta - (implorante) Signor Mark, non mi rovinate... Vi giuro che ad onta di ciò io non ho mai mancato ai miei doveri verso...
Joe - (rassicurandola) Io sono vostro amico. Però voi dovete fare parlare me questa sera col vecchio.
Marietta - Tutto quello che vorrete...
Joe - O. K. (Forte) Allora, miss Clavel, credete proprio che il Duca non possa neppure per una sera?...
Stefano - Ma ve l'ha già detto, è inutile insistere.
Marietta - Ma, signor Duca.v ora che ci penso... il duca Gontrano ha dormito sino a tardi stamane. Se andasse a letto troppo presto rischierebbe di non potersi addormentare. Tutto sommato, credo che derogare per una sera non gli potrà far male.
Joe - (a Stefano con lo stesso tono usato da lei prima) Ve lo avevo detto! Adesso non potete più tirare voi indietro.
Stefano - Sia pure. D'altronde sono convinto che farete un buco nell'acqua...
Marietta - Allora che fare?
Joe - Wait a minute... Permettete uno poco... (Prende ancora Marietta in disparte) Li-sten, Miss Clavel... voi dovete fare a me ancora un 'piacere. Voi avete molte volte parlato col
vecch/io, sì? Non ha mai detto a voi qualchicosa di Murillo?
Marietta - Mai, signor Mark. Anzi... per dir la verità... ho osservato che egli ad ogni minimo accenno si agitava moltissimo e non voleva che se ne parlasse.
Joe - (colpito) Oh! (Altro tono) E non ha mai: detto niente a voi di sua giovinezza?... Quando sua moglie morì... Chi veniva nella casa ?...
Marietta - Nulla, signor Mark.
Joe - Cercate bene... In sue confidenze... nessuno nome ha colpito voi?
Marietta - Nomi? Oh Dio... quando, dopo colazione, si addormenta nella sua poltrona, sovente, nel sonno, gli sfuggono delle parole... e a volte gli ho sentito ripetere il nome di Elena...
Joe - (ravvivato) Oh... Elena?
Stefano - (intervenendo) Era il nome della povera nonna... Di sua moglie...
Joe - (si raffredda) Oh... (A Marietta) E nessun altro nome? Mai?
Marietta - (ricordandosi) Ah, ecco... una volta gli è sfuggito anche il nome Maria... « Perfida Maria », mi ricordo benissimo.
Joe - E non sapete voi a che cosa si riferiva ?
Marietta - Veramente... gli chiesi senza parere, qualche giorno dopo, se avesse conosciuta una Maria. Sulle prime si agitò. Poi, rassicurato, mi accennò ad una certa Maria De-sclauzas; pare che fosse una nota attrice dei suoi tempi... Quella che creò la parte di madamigella Lange nella « Figlia di Madame Angot ».
Joe - (molto interessato) Una volta sola il nome di questa Maria Desclauzas?
Marietta - Mi sembra di no... mi sembra che altre volte... Ma confesso che non vi ho dato molta importanza...
Joe - Ma gliela dò io... 0. K., Miss Clavel... Thank you very much.
Marietta - Devo portare qui il Duca... o verrete voi di là?
Joe - No. Nessuna solennezza... non deve lui passare di qui per andare su? Ecco... Allora fate come se portaste in camera... Good bye, Miss Clave!. (Marietta con un cenno di saluto esce).
Joe - Vi confesso che non ho capito il perchè di quel grottesco interrogatorio...
Joe - i No? Well... Non siete voi francesi che avete inventato il proverbio ce Cercate la donna »?
Stefano - E avreste l'ardire di supporre che quel vegliardo venerabile?...
Joe - Quarantadue anni fa non era tanto ve. gli ardo e tanto venerabile... (Calmandolo) Come... Mio caro Stefano, io credo che dovreste sentire quello che diremo vostro nonno e io...
Stefano - State certo che non vi lascerò soli.
Joe - No... Questo è un poco troppo... Look here... Voi e Martha sedete qui in questi dui poltroni... e non muovete... egli non vedrà. E crederà di essere solo. Ma voi sarete qui. E sentirete, sì? Va bene?
Martha - (a Stefano che vorrebbe protestare) Facciamo così, darling. Io credo con te che tuo nonno non ne ha colpa. Ma se fosse lui che ha venduto... E' meglio che non ci veda (A Joe) Good lucie, Uncle.
Joe - (ironico) Good luck, sì! E io che ero venuto in Europa per riposare!
Martha - (carina) Sarà un motivo di tpiù perchè io ti voglia bene! Coraggio, Uncle.
Joe - Coraggio? Non ho mai avuto bisogno. Ma se è stato lui... e io riesco a fare lui dire... dopo anche Al Capone mi farà ridere! Eccolo. Sit doivn now. And be quiet. (1 due obbediscono).
Marietta - (entra spingendo nella sua poltrona Gontrano) Sì, signor Duca, è ora di andare a letto... Ecco anche il signor Mark che vi dà la buona notte...
Joe - Oh, buona notte, Duca... sogni felici.
Gontrano - Buona notte, buona notte. Vedete a che cosa sono ridotto, signor Mark? A letto presto... come un ragazzino.
Joe - Questo vuole dire che siete tornato giovane, Duca...
Gontrano - (ride) Eh! Eh! Che carattere gioviale... Sempre voglia di burlare... Clavel, mi è molto simpatico questo signor Mark... (Joe fa a Marietta cenno di andarsene).
Marietta - (cogliendo la palla al balzo) - > Signor Duca... Non vi dispiacerà se io torno un momento di là... Ho dimenticato qualcosa...
Joe - ' Sure, miss Clavel... Il Duca vi lascia andare. Non è vero, Duca? Noi resteremo qui a parlare un poco dei nostri tempi...
Gontrano - (ridendo) Oh... i nostra tempi... Che volete saperne voi, bambino? (A Marietta) Andate pure, figliuola mia... Sarò ben lieto di scambiare due chiacchiere col signor Mark... (Marietta si inchina ed esce) I nostri tempi, eh? Ma sapete che io avevo già trent'anni quando regnava in Francia Sua Maestà Napoleone III? Novantatrè anni, signor Mark... novantatrè.
Joe - (esagerando) Non li dimostrate... sembrate ancora un giovanotto...
Gontrano - (ridendo) Un giovanotto, sì... siete un adulatore, signor Mark... Un vùlissimo adulatore...
Joe - (gioviale) Perchè voi vi ricordate di quando eravate un uomo giovane. Ma io non ho avuto lo piacere di conoscere voi, allora...
Gontrano - Eh... non ero poi tanto male... non ero poi tanto male...
Joe - Chissà quante piccole belle francesi hanno perduto loro testa per voi...
Gontrano - Non ero poi tanto male... non ero poi tanto male...
Joe - Diciamo fra di noi, Duca... Io compiango defunta Duchessa... avrà dovuto tenere suoi ocelli bene aperti... Le donne dovevano essere pazze di voi... (Con un viso umiliato per la bugia che deve dire) Si vede ancora oggi... (Gontrano è evidentemente in brodo di giuggiole) E poi... io credo voi dovevate essere molto generoso, sì? Fiori., gioielli... vestiti.
Gontrano - (fatuo) Eh... le belle donnine costavano anche ai miei tempi...
Joe - (celando l'importanza della domanda con un tono esageratamente leggero) Dovete avere dato uno hello morso al capitale dei San-delle-Lafitte...
Gontrano - (con un risolino idiota) Eh... eh...
Joe - (incalzando) Eravate voi solo arbitro di tutto... oltre allo patrimonio... il castello... tutti i ricordi preziosi... mobili... statue... quadri...
Gontrano - (di subito insospettito) Che cosa c'entrano i quadri e le statue? Che cosa interessa a voi quello che io facevo? Facevo quello che volevo e non devo renderne conto a nessuno.
Joe - (e. s.) Sure... Naturalmente... voi eravate il padrone di tutto... voi potevate fare tutto... anche vendere, se volevate...
Gontrano - (sempre più rabbuiato) Che cosa vendere? Io sono il Duca di Sandelle-Lafìtte e non sono un trafficante di antichità!...
Joe - . Naturalmente! (Fra sé) Se non è lui mi faccio tagliare una gamba! (Altro tono) Voglio dire che io invidio voi... vostra vita... Oh, la Francia!... Parigi... Allora uno poteva se divertire... e quando uno è vedovo... anche io sono vedovo... e da quando mia povera moglie... (Schiocca le dita con esagerato entusiasmo) Oh! (Confidenziale) C'è stata una piccola donna che... Due gambe... due occhi... un schieno... su mia parola, la più bella girl che io abbia mai veduta!
Gontrano - (interessato, cupido) Sì?
Joe - Oh, voi siete uno intenditore... Well, io scommetto voi non avete mai veduto una donna come quella.
Gontrano - (compassionevole) Mi fate sorridere! Ne ho conosciuta io una...
Joe - < Come la mia non possibile.
Gontrano - (beandosi al ricordo) Tutta Parigi era pazza per lei... Che spalle... che linea... e che voce... avreste dovuto sentirla e vederla nella « Figlia di Madame Angot ».
Joe - (fra sé) Ci siamo.
Gontkano - Conoscete la figlia di Madame Angot? (Joe ha un gesto di diniego) Interpretava il ruolo di Madamigella Lange... un sogno... un sogno... quando cantava « I guerrier d'Augerau son fantocci... son bambocci... Noi deboli pur li vinciam... ». I parigini impazzivano...
Joe - (confidenziale) E voi eravate... lo preferito...
Gontrano - (intenerendosi) Lo fui... lo fui... ma le parigine erano incostanti anche allora...
Joe - Oh! Fece voi becco?
Gontkano - I Sandelle-Lafìtte non sono di quelli che tollerino... ma la perfida fuggì...
Joe - (prendendo mentalmente nota) Oh! (Ripigliando il tono di confidenza) Forse qualcuno dii più generoso...
Gontrano - Macché... un suonatore di trombone... un suonatore di trombone... e pensare che io le avevo dato tutto quel che voleva... Oh, ero pazzo... pazzo di lei... Tutto quel che voleva... Non potete neppure immaginare... per lei... proprio per lei... arrivai a...
Joe - (ansioso) Arrivaste a...?
Gontrano - (divagando) « I guerrieri d'Augerau son fantocci, son bambocci... ».
Joe - (fra sé) Se non è lui mi faccio tagliare un braccio. (Cambiando ancora tattica) Io prego, duca... accennate ancora quel musica... (Stonando apposta) a I guerrieri d'Augerau son fantocci... ».
Gontrano - No... (corregge) « I guerrieri d'Augerau son fantocci... son bambocci... ». E che musichetta! Altro che i vostri fox trott da indemoniati... E il valzer del secondo atto... ce Vola... vola... ».
Joe - E' curioso. Mio padre quando era di buon umore, cantava sempre quella storia di guerrieri d'Augerau... Forse aveva sentito a Parigi. Papà era stato da giovane a Parigi molto tempo... Suonava in orchestra...
Gontrano - Eh... Può essere... può essere...
Joe - Era un bello uomo... E di giovane... era proprio bello... Anche lui avute sue avventure... Mi raccontava sempre che a Parigi conosciuto un bella artista di operetta... e scapparono insieme...
Gontrano - Eh, le attrici di allora erano belle e pazzerelle...
Joe - E quella lui diceva era molto bella e molto pazza... Si chiamava Maria Desclauzas...
Gontrano - (sobbalzando) Cosa?
Joe - Sì. Era una grande artista, lui diceva.
Gontrano - Maria Desclauzas?
Joe - Sì. Dice che lei scappò con lui, perchè era stanca di stare con uno nobile francese molto stupido...
Gontrano - Voi... voi...
Joe - E molto avaro...
Gontrano - Così diceva? Molto stupido e molto avaro?
Joe - Sì. M,a lei sapeva lui fare pagare... E lui rovinò sé stesso...
Gontrano - Per lei... per lei...
Joe - Sì... E lei scappò perchè lui non voleva regalare a lei un quadro...
Gontrano - Non è vero...
Joe - Non è vero. Carne sapete voi?
Gontrano - Era lei... Maria Desclauzas... Maria... Era lei, Mimi! Ma non è vero del quadro... Se lei me l'avesse chiesto... Io non sa-ipevo negarle niente...
Joe - Se avesse chiesto voi avreste dato?... (E fa un cenno ai nipoti).
Gontrano - Ma certo... le avevo dato tutto!
Joe - Ma forse il Mudilo era la sola ricchezza che restava a voi...
Gontrano - Vi dico che erlielo avrei dato.
Joe - Perdonate a me... ma io non credo... uno tesoro di famiglia...
Gontrano - E non le regalai anche i gioielli della mia povera Elena?
Joe - Ma gioielli non sono il Murillo.
Gontrano - Non le feci donazione dei nostri possessi in Provenza?... Tutto... tutto... Le detti tutto!
Joe - (facendo un ultimo cenno ai due in ascolto) Ma come avete potuto fare voi a vivere ancora se tutto avevate dato a lei?
Gontrano - Fu appunto per cùò che dovetti poi vendere il Murillo...
Joe - (altro tono) Dunque siete voi che avete venduto? (Volgendosi a Stefano) Stefano... Adesso avete capito che io sono un cane di razza...
Gontrano - Stefano ? Non è vero! Io non ho venduto niente... Non ho venduto niente!
Stefano - Quanto era meglio che voi aveste parlato prima, nonno' mio. Per il vostro silenzio sismo stati per sospettare un innocente. Scusatemi, signor Mark.
Joe - Voi siete un buon ragazzo, Stefano, ma volete sempre fare uno dramma di tutto. Voi non sospettavate di un innocente, sospettavate di me... Non è la stessa cosa... (Stefano sorride ed esce per un, attimo).
Gontrano - (a joe) Non è bello, signor Mark, approfittarsi così di un vecchio... Non è bello... Non è bello... Soprattutto visto che vostro padre...
Joe - Mio padre non è inai stato ,a Parigi, Duca, e non ha mai suonato lo trombone... Era una bugia. Su mia parola non ho mai detto tante bugie come da quando sono in Francia. Domando a voi ancora scusa. (A Martha) Are ^ou satisfied, sweetie?
Martha - Uncle, darling... Io credo che ti devo chiedere scusa io anche a nome di tutti.
Joe - You see, honey... In questa casa c'è un grande difetto... Si deve oassare metà della giornata a chiedere scusa a qualcuno.
(Sofia e Anna Maria entrano con Stefano).
Sofia - (a Gontrano) Dunque è vero, padre mio? Siete stato voi?
Gontrano - Io non devo rendere conto a nessuno di quello che ho, fatto... A nessuno devo rendere conto...
Joe - (a Sofia) Io credo adesso non serve a niente discutere con quello povero vecchio, duchessa...
Sofia - (a Joe, severa) Voi... voi... osate an. cora rivolgermi la parola, voi... dopo d'avermi inga-gannata sul vostro vero essere?
Joe - (sorridente, insinuante) Voi mi avete detto che non era possibile tenere a me rancore...
Sofia - (meno severa) Si... ma...
Joe - . E voi, Anna Maria, non avete detto di essere mia amica?
Anna Maria - Sì, ma...
Joe - i Ma... ma io me ne vado, duchessa. E questa volta veramente non sentirete più mai parlare di me. Non faccio per voi, faccio ner lei... (Passa un braccio attorno alle spalle di Martha) Vado via. State tranquilli. Però... (stringe a sé la nipote) Siate buoni con lei. Lei non ha colpa se io sono... così. She's a good little girl... E' una buona ragazza, lei. Siate buoni con lei... (Minaccioso comicamente) Se no, io torno qui. (Altro tono) Dovete ricordare che io posso essere qualunque cosa... ina qui ho rimesso molte cose a posto!
Anna Maria - (d'un tratto) Molte... Tranne la più imjporlante. Il Murillo.
Joe - Eccolo qui, il Murillo! Sembrava strano che non tornava fuori! Ma quello che avevano rubato io ho ritrovato.
Anna Maria - G';ò non toglie che non potremo accettare l'offerta dello Stato... ed esso non potrà essere venduto al Louvre.
Joe - Oh, perchè? Louvre compra tanti quadri falsi...
Sofia - (con un grido) Ma c'è di pe-pegeio! (Tutti la guardano interrogativi) Per respingere la po-proposta del Louvre... dovremo dire la verità...
Joe - Ma come è doloroso dire la verità nella vostra famiglia!
Sofia - Ci saremo dunque dati ta-tanta pena per evitare uno sca-scandalo che sco-coppierà ugualmente... E questo è merito vostro, signor Joe Mark.
Joe - Oh... Il Louvre non avrebbe comprato ad occhi chiusi.
Martha - Questo è vero, duchessa... Uncle Joe ha ragione.
Sofia - Vostro zio ha sempre ragione per voi, mia cara Martha.
Martha - (sottovoce a Joe) Oh... non mi chiama (più. cara figliuola.
Joe - (dopo una piccola pausa meditativa, solenne) Sì... io ho sempre ragione. Joe il Rosso è abituato ad avere sempre ragione. Signori Duchi di Sandelle-Lantte... Io dico a voi una cosa... Oggi è lo 16 di agosto... Lo... (Sembra fare un calcolo mentale) sedici di settembre voi potrete vendere a Louvre vostro famoso Murillo.
Stefano - Ma vi rendete conto di ciò che dite? Vendere un falso?
Joe - (c. s.) No. Vendere un vero.
Sofia - Ma se l'originale fu venduto ai Van-derbiit.
Joe - (c. s.) Voi avrete l'originale.
Tutti - L'originale? Ma come sarà possibile?
Joe - (dominandoli) Vi farò avere io.
Sofia - Voi? Vorreste rico-ricoco-ricom-prarlo ?
Joe - Comprare? No! (Ride, poi generoso) Red Joe non ha bisogno di comprare. Adopera altri sistemi. (Un attimo di indecisione).
Stefano - (sbigottito) Che? Voi vorreste?... (E starebbe per protestare).
Sofia - (lo interrompe, maestosa) Signor Mark, noi vi ringraziamo. (E gli stende la mano solenne mente).
Joe - Non c'è di che, Duchessa. Io sono abituato.
Sofia - (andando a destare Gontrano che si era appisolato) Padre mio... padre mio... Il signor Mark ha promesso che ci restituirà il nostro Murillo.
Gontrano - (molto commosso) Veramente? Veramente?
Joe - Sì. Io ho promesso.
Gontrano - (faticosamente si alza dalla sua poltrona, gli stende una mano) Sono sette generazioni di Sandelle-Lafitte che vi ringraziano in me!
Joe - You're awfully kind! (Poi a Martha, allegramente) Bisognava proprio che io rubassi per avere la loro stima!
FINE DELLA COMMEDIA