Atto unico di Sławomir Mrożek
Traduzione di A.M. Raffo
Lerici Editori - Milano 1962
Personaggi
Il Nonno
Il Nipote
L'Oculista
Osservazioni per un'eventuale messa in scena
Queste pièces non contengono nient'altro all'infuori di quello che contengono, nel senso che non sono un'allusione a qualcosa di particolare e neanche una metafora, per cui non bisogna cercare di decifrarle. Il ruolo principale dev'esservi sostenuto dal testo spoglio, presentato nel modo più preciso possibile, e col senso logico delle battute e delle scene posto in maniera ben chiara. Qualora queste pièces vengano messe in scena, esse esigono dallo spettatore uno sforzo d'attenzione dovuto alla loro densità d'impianto. Quindi, se non sono rappresentate in maniera più che chiara e pulita, risulteranno faticose. L'affermazione che queste pièces non sono una metafora, ma solo ciò che sono, nella loro durata scenica limitata nello spazio e nel tempo, porta con sé alcune conseguenze. Non vi si può aggiungere alcuna «trovata» scenografica, né per gusto umoristico né per decorazione scenica. Non occorre «sottolineare» nulla, e con uguale cautela bisognerà procedere nei confronti dell'«atmosfera». Bisogna anche evitare di aggiungere delle azioni sceniche eccessivamente ampliate. In una parola, non bisogna fare nulla che si allontani da una rappresentazione estremamente «trasparente», un po' rigida e statica, pulita e «sotto sotto». Una triste esperienza ci insegna che ogni tentativo di «sottolineare», di «interpretare» e di caricare esageratamente i testi dell'autore di queste piccole pièces sono risultati dei fiaschi dal punto di vista artistico. Non si tratta neppure, Dio ce ne guardi, di commedie, nel senso che non bisogna accentuarne i lati comici. Se vi sono delle battute umoristiche, esse lo sono nel senso che non vanno pronunciate col tono di chi premetta «attenzione, adesso dico una spiritosaggine». In caso contrario, ne verrebbe fuori qualcosa di mancato, di poco elegante, se non addirittura di cattivo gusto.
Non sono neanche, e non lo sono affatto, pièces «moderne» o «sperimentali». Mi pare che non occorra dilungarsi ulteriormente su ciò che si intende con tali definizioni. Mi rendo conto che questi postulati possono attirarmi l'obiezione di non sapere che cosa sia la teatralità. Non è di questo che si tratta, e può anche darsi che io non sappia che cosa sia la teatralità, o che addirittura non la senta affatto. Sono invece convinto, e so con certezza, che certi elementi della cosiddetta «teatralità», del pensiero teatrale, si sono banalizzati, appiattiti, diventando dei feticci fine a se stessi ed entrando in un certo senso a far parte dell'arsenale del pensiero senza pensiero, del pensiero automatico. Tra l'altro, anche l'interpreta-zione delle pièces come «metafore» creatrici e nuove, può trasformarsi a sua volta in uno schema mentale (tanto più che queste pièces sembrano addirittura invitare a, come suol dirsi, facilitarsi le cose proprio mediante l'applicazione di schemi, quali «metafora», «commedia», «modernità» e via dicendo). Pur sapendo, dunque, ciò che queste pièces non sono, non so che cosa esse siano, ma questo non fa parte dei miei doveri. Questo, ormai, è il teatro che deve saperlo. Supporre che i postulati da me esposti possano limitare il regista e non lasciargli più niente, significherebbe non avere un vero rispetto per il teatro, accusarlo di povertà e di ristrettezza.
L'autore
Sulla scena un divano, e accanto a questo un libro sul pavimento. Due seggiole, un armadio, alla parete un grande foglio bianco su cui sono stampate alcune file di lettere e numeri di grandezza diversa, che servono per la misurazione della vista. Un telefono, una porta. Sul divano è sdraiato l'Oculista, un uomo di mezz'età, con gli occhiali. Sta leggendo. Si sente bussare alla porta. L'Oculista si alza dal divano.
Oculista Avanti.
Entrano il Nipote e il Nonno. Precede il Nipote, un uomo sulla trentina, forte, tarchiato. Dietro di lui il Nonno, un vecchietto mi-nuto con una barbetta grigia; ha una doppietta a tracolla.
Nipote Buon giorno, signor dottore. Ecco il nonno.
Oculista Si accomodino. Ah! Suo nonno? Eccezionalmente ben portante.
Nipote E io sono appunto venuto con lui.
Oculista I signori sono stati a caccia? Qualche incidente di tiro? Una festuca in un occhio?
Nipote Ma no, il nonno deve ancora sparare.
Oculista Ho capito, dunque l'incidente deve ancora aver luogo. I signori sono venuti a scopo profilattico?
Nipote Non ci sarà nessun incidente. Il nonno sparerà, e basta.
Oculista È indispensabile?
Nipote Signore, mio nonno deve sparare.
Oculista Qualora si osservi l'igiene del tiro, non vedo il motivo di dare controindicazioni. La vecchiaia ha i suoi diritti.
Nipote Appunto. Si tratta solo degli occhiali.
Oculista Disturbi alla vista?
Nipote Il nonno ci vede male, per sparare gli ci vogliono gli occhiali.
Oculista Allora, se ho ben capito, tirerà al bersaglio?
Nipote È ovvio. Ecco, guardi, signor dottore, sta già cercando.
Il Nonno, che finora era rimasto tranquillo, comincia a perlustrare la stanza metro per metro, ricurvo, con la faccia quasi all'altezza del pavimento, come una persona afflitta da forte miopia.
Oculista Che cosa cerca?
Nipote (senza rispondere all'Oculista) Nonno, state tranquillo, tanto lui non è qui!
Oculista Effettivamente, non c'è nessuno qui dentro oltre a noi.
Nipote I1 nonno è indefettibile, io lo conosco.
Oculista Un buon patriota, vuol dire?
Nipote Tra l'altro. Ma qui si tratta di Karol.
Oculista Quale Karol?
Nipote Ora lo sapremo, quale Karol.
Oculista È forse un loro conoscente?
Nipote È proprio questo che dobbiamo accertare.
Oculista In che modo?
Nipote Bisogna dare al nonno gli occhiali. Lui lo riconoscerà.
Oculista E quando l'avrà riconosciuto?
Nipote Allora gli potrà sparare. Gli occhiali gli sono necessari in primo luogo per riconoscerlo, e poi per sparargli. Proprio per questo siamo venuti, signor dottore.
Nel frattempo il Nonno guarda sotto il divano, sotto le sedie, scruta dovunque, ma non si è ancora tolto di spalla la doppietta.
Oculista Ma... ha fatto qualcosa di male questo signor Karol?
Nipote E come si fa a saperlo, se il nonno non ha gli occhiali e non è in grado di riconoscerlo?
Oculista Allora loro non lo conoscono neppure?
Nipote Gliel'ho ben detto, che lo stiamo appunto cercando.
Oculista E neanche suo nonno lo conosce? Nipote Senza occhiali?! Vuol scherzare!
Oculista Ma come fanno a riconoscere una persona che non conoscono?
Nipote È evidente che non lo possiamo conoscere, se prima non lo riconosciamo. Mi sembra ovvio.
Oculista Ma perché mai proprio questo Karol?
Nipote Non vorrà mica che si spari a tutti quelli che si trova per strada? Lei è un sanguinario! Una certa giustizia ci deve pur essere.
Oculista Ma se è così, perché poi sparare a qualcuno?
Nipote Lei stesso ha riconosciuto che mio nonno deve. La vecchiaia ha i suoi diritti.
Oculista Va bene, ma si può sparare ai barattoli, per aria, magari ai passerotti...
Nipote A che cosa?
Oculista Ai passerotti, ai barattoli...
Nipote Chi?
Oculista Come chi?
Nipote Domando chi deve sparare ai barattoli.
Oculista Beh, suo nonno.
Nipote (con diffidenza) Il nonno?
Oculista Sì, il nonno.
Nipote Si vede che lei non lo conosce.
Oculista In tal caso bisogna togliergli l'arma.
Nipote (in tono ancora più diffidente) A chi?
Oculista (meno sicuro ili se) Al nonno.
Nipote (sbalordito) Al nonno?!
Oculista Beh, dicevo così...
Nipote Avete sentito, nonno?
Nonno (interrompendo per un istante le sue ricerche, accosta la mano all'orecchio) Eh?
Nipote Dice che bisogna levarvi il fucile!
Nonno (togliendosi l'arma di spalla) Dov'è?
Nipote È qui, accanto alla seggiola. Ve lo tengo fermo?
Oculista (spostandosi celermente dalla parte opposta della scena) Del resto è una faccenda privata di lor signori, io non mi intrometto.
Nipote Ben detto. Il fucile è carico ormai da vent'anni, un simile stato di cose non può durare più a lungo.
Oculista Perché non può? Nipote Lo chieda al nonno. Nonnino, questo signore...
Oculista (tagliando corto) No, no... se non può, non può. Lo capisco perfettamente.
Nipote Si può anche discutere. Nonnino, questo signore...
Oculista (alquanto accomodante) No, le credo sulla parola. In fondo se si ha un fucile...
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Nipote Appunto, bisogna sparare, l'arma del nonno aveva sparato già suo padre, il mio bisnonno, e prima ancora il padre di suo padre, tutti hanno sempre sparato.
Oculista Ehm, certo.. Allora possiamo procedere alla visita di suo nonno.
Nipote Ora sì che si ragiona. Nonnino, venite qua.
Il Nonno si avvicina loro.
Oculista Favorisca accomodarsi.
Il Nonno si siede sulla sedia indicatagli, rimettendosi la doppietta in spalla.
Nipote Nonno, ora date retta al signor dottore. Il pimpam ci sarà dopo.
Oculista Questo magari potremmo posarlo là, per il momento. (Fa per toccare cautamente il fucile. Il Nonno si gira di scatto) No? Va bene, come preferisce lei.
Nipote Il nonno non si separa mai dal suo fucile. Lo pulisce ogni giorno. Nella nostra famiglia sappiamo come comportarci.
Oculista (accostandosi alla tabella di lettura indica con la mano la più piccola fila di caratteri) Può leggere questo?
Nonno (assorto) Eh, io ci vedevo così bene, come mio padre buon'anima quando scaricò in piena pancia a quel tale non meno di mezza libbra di pallini. Dico da sessanta passi, perdiana.
Oculista Sia così gentile da concentrarsi. Dunque, trova forse qualche difficoltà a leggere queste lettere?
Nonno (dopo lunga riflessione) Ma forse non erano sessanta. Saranno stati una cinquantina.
Nipote Poi, nonnino, poi. Ora bisogna dare ascolto al signor dottore.
Oculista (spazientito, afferra il Nonno per la collottola e lo trascina fin sotto il foglio bianco con la grande lettera A) E ora?
Nonno (contorcendosi dalle risa) Ah, per carità!
Oculista Ma insomma. si può sapere perché ride? Nonno Mi fa il solletico.
Oculista (toglie al Nonno l'ultimo paio d'occhiali e, incrociate le braccia, si rivolge al Nipote) Purtroppo temo che non ti sia niente da fare.
Nipote Come sarebbe a dire?
Oculista Dev'essere un caso speciale.
Nipote È questione che lei non lo sa trattare. Il nonno non ha mai saputo leggere.
Oculista Vuol dire che è analfabeta?
Nipote Non c'è bisogno di insultare. Lei saprà anche leggere, ma con questo? Crede di farci paura? È lei piuttosto che ha paura di noi.
Oculista Ma si figuri, non intendevo affatto questo.
Nipote E allora che cosa?
Oculista Volevo semplicemente, precisare se... se la lettura in generale rientri nella sfera delle attività praticate dal suo protoplasta, oppure...
Nipote Ehi, badi a come parla! Forse suo nonno sarà un protoplasta, ma non il mio! Nella nostra famiglia non ci sono mai state malattie veneree! Soltanto ferite di arma da fuoco.
Oculista Lei mi ha frainteso! Comunque, per farla breve, desideravo informarmi se suo nonno sia avvezzo a leggere, semplicemente leggere, niente altro che leggere.
Nipote (con dignità) Signore, né mio nonno né io non leggiamo mai niente. È chiaro? (indicando l'enorme lettera A) E lei voleva confondere le idee a un povero vecchio, costringerlo ad affaticarsi la testa, eh?
Oculista (cercando di giustificarsi) No, ma io penso che in fondo il principio di dare istruzione al popolo...
Frattanto il Nonno incomincia di nuovo a cercare.
Nipote Ho un'idea.
Oculista Oh, non ne dubito.
Nipote Mi faccia un po' vedere.
Oculista Che cosa vuol vedere?
Nipote Non faccia finta di non capire (avanzando di un passo verso il dottore) Dia qua.
Oculista (retrocedendo) Non capisco. Nipote Mi mostri i suoi occhiali.
Oculista (tentando di volger tutto in ridere) Ah! Ah! Ah! Sa che lei è un burlone! Capisco, anche noi a scuola facevamo di questi scherzi. Mi ricordo che una volta al professore di matematica gli mettemmo sotto una puntina da disegno e...
Nipote Non faccia il tonto. Si levi gli occhiati senza tante storie! Su!
Oculista (irrigidendosi) Ora sta sorpassando il limite dell'educazione. I miei occhiali sono una mia proprietà privata.
Nipote Gliela facciamo vedere noi la proprietà privata. Nonno!
Oculista (spaventato) No, non è necessario! Nipote E allora?
Oculista Non bisogna far innervosire una persona anziana. Potrebbe sovreccitarsi, perdere il controllo... Io lo capisco benissimo.
Nipote Allora lei sa già che cosa deve fare.
Oculista Se proprio insiste, glieli posso prestare per un istante, ma solo per un istante. Senza occhiali sono pressoché cieco, non vedo quasi nulla.
Nipote Va bene, va bene, non importa.
(L'Oculista si leva gli occhiali e li dà al Nipote. Questi li rigira fra le mani qualche istante e li osserva) Belli.
Oculista Sono lenti Zeiss.
Nipote Li proviamo?
Oculista (levatosi gli occhiali rimane inerme, ha dei movimenti incerti, tenta ogni tanto un passo o due in qualche direzione ma esita indeciso, come constatasse ogni volta di aver scelto una direzione sbagliata) Sono i miei occhiali!
Nipote Nonno! Qua! Qua!
Nonno (il quale, tutto preso dalle sue ricerche, stava esplorando gli angoli della stanza con la doppietta imbracciata e in posizione di sparo, si interrompe e con fretta senile trotterella verso il Nipote) Dove? Dove? L'hai trovato?
Nipote No, nonno, calmatevi. Infilatevi questi occhiali.
Nonno Ah, aveva già cominciato a battermi il cuore... Come una campana!
Nipote State diritto, nonno. Così, vanno messi dietro gli orecchi, come il signor dottore. (indietreg-giando di un passo) Beh, che ne dite, ora?
Nonno (ha perso di colpo il suo atteggiamento malfermo e tremante, e rimane immobile, serio, a guardarsi intorno con assorto stupore) Buono, buono.
Nipote (con vivo interesse) Come, buono? Spiegatevi, nonno.
Nonno (acquistando quel che aveva perso il dottore nella sicurezza dei movimenti e nell'acutezza dello sguardo. Con crescente soddisfazione nella voce) Buono!
Oculista Davvero vede meglio?
Nonno (squadrandolo attentamente) Chi è costui?
Nipote È il dottore.
Nonno (senza staccare lo sguardo dal dottore) Il dottore?
Oculista Dottore... in medicina.
Nipote È dottore, e non sapeva trovare gli occhiali giusti per un povero vecchiuccio.
Oculista (giustificandosi) È un caso veramente sorprendente, non avrei mai supposto...
Nonno (continuando a fissare il dottore, gli si avvicina) Cosa vedo là...
Oculista (passandosi nervosamente la mano sui capelli e rassettandosi il vestito) Mi rallegro molto che il signore abbia riacquistato una buona vista. Davvero molto.
Nipote Che c'è, nonno?
Pausa.
Nonno (senza staccare un istante gli occhi di dosso al dottore retrocede verso il Nipote, facendogli cenno con la ninno di accostarsi) Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra proprio...
Nipote (accorrendo premuroso) Avete osservato qualcosa?
Oculista (comincia a muoversi su e giù per la stanza, gesticola nervosamente) Per un vero uomo di scienza non esiste gioia più grande che assistere al trionfo dei propri metodi. Organizzare le cieche forze della natura, mettere ordine nel libero gioco degli elementi, questo è l'unico premio che lo scienziato si attende per la sua opera disinteressata. Posso pregarla dì rendermi gli occhiali? Sono miope anch'io e mi comincia a far male la testa... Del resto, anche per lei portare le lenti di un altro a lungo andare può risultare nocivo.
L'Oculista interrompe il suo andirivieni nell'intento di udire il confabulare che si svolge tra Nonno e Nipote.
Nonno Direi proprio di sì...
Nipote (eccitato) Cosa, nonno, cosa?
Il Nonno punta il dito con aria significativa verso l'Oculista in ascolto. Questi si accorge che la sua manovra è.stata scoperta e ricomincia a camminare in su e in giù fingendo di essere tutto preso dall'enunciazione delle sue idee.
Oculista Soltanto nella società attuale gli uomini di scienza sono finalmente tenuti in quella considerazione che è loro dovuta. Non bisogna dimenticare che la nostra autorità è andata considerevolmente crescendo sin dai tempi di Paracelso. Siamo noi che indichiamo le nuove vie al genere umano. Li prego di rendermi immediatamente gli occhiali.
Il Nonno si china all'orecchio del Nipote e gli sussurra qualcosa.
Nipote Impossibile! (Il Nonno sussulta ancora qualcosa) Ma, nonno, ne siete sicuro?
Nonno Eccome!
Oculista Chi può prevedere quali altre scoperte trasformeranno la nostra vita? In quale direzione si svilupperanno le singole branche della scienza? Il pensiero, questa proprietà che pone anche l'uomo indotto infinitamente al di sopra della bestia, è alla base di ogni progresso. E alla testa di questa grandiosa avanzata dell'uomo, di questa marcia trionfale attraverso la natura, di questa crociata della ragione ai confini del caos e del disordine, procediamo noi, i sacerdoti della scienza, i veri condottieri dell'esercito che ha nome umanità. Scusino, devo assentarmi un momento.
Durante la sua arringa l'Oculista ha manovrato in modo da avvicinarsi il più possibile alla porta. All'ultimo istante il Nipote gli taglia la ritirata.
Nipote Perché è impallidito così improvvisamente? (si fronteggiano per qualche attimo in silenzio)
Oculista Sono impallidito? Strano.
Nipote Come un cencio. O, per meglio dire, ah! ah!, come un cadavere.
Oculista È una metafora.
Nipote Può darsi. Noi non siamo istruiti. Noi spariamo.
Oculista Dov'è la porta? Non vedo bene... Ho la vista annebbiata... Vorrei uscire. Ha detto lei stesso che sono pallido.
Nipote Non si preoccupi, per noi non fa differenza. Io invece vorrei farle alcune domande.
Oculista Non sono preparato. E, comunque, di che cosa si tratta?
Nipote Piuttosto... di chi, voleva dire.
Oculista Non conosco nessuno, non ho preso parte a niente, non conosco nessun indirizzo. Non vi dico nulla.
Nipote E se glielo chiedo con le buone maniere? Oculista Che cosa volete sapere?
Nipote Perché dianzi voleva che il nonno sparasse ai passerotti o ai barattoli?
Oculista Per amore del buon vivere e della pacifica convivenza tra gli uomini.
Nipote E perché voleva levare il fucile al nonno?
Oculista Pensavo... pensavo che potesse rappresentare un pericolo, e pertanto...
Nipote Un pericolo? E per chi?
Oculista In fin dei conti è un uomo anziano, onestissimo se vogliamo, ma è pur sempre logorato dalla vita, la capacità di discernimento è indebolita... Del resto posso sbagliarmi.
Nipote Io le ho chiesto, per chi sarebbe pericoloso? Oculista Ma, in generale, per tutti.
Nipote Per tutti? Mi guardi un po' negli occhi. Ho forse paura io di questo pericolo? No. E lo sa perché?
Oculista Non saprei... forse manco di fantasia...
Nipote Io non ho paura, perché io non sono... Lo sa chi non sono? Eh? K... K... Su, coraggio!
Oculista (balbettando) K... K...
Nipote Su, Ka... Ka...
Oculista Ka... Karo...
Nipote Karo...?
Oculista Karol.
Nipote Ha visto, c'è arrivato.
Pausa.
Oculista (come parlando a se stesso) Ma via, è una cosa ridicola.
Nipote Tutte le persone semplici e oneste di questo mondo non hanno niente in contrario a che il nonno pratichi il tiro. Chi ha la coscienza pulita può dormirsene tranquillo. Ma non Karol! Oh, anche lui trema dallo spavento. E giustamente, perché sa che lo riconosceremo dovunque, e specialmente ora che il nonno ha gli occhiali!
Oculista (istericamente) Perché non mi lasciate uscire! Non è democratico!
Nipote Tanto meglio. In questo momento milioni di uomini semplici e pacifici in tutto il mondo stanno entrando e uscendo a loro piacimento. Siano esse porte comuni, a cardini, porte scorrevoli o porte girevoli, tendaggi o stuoie - il cigolio e il fruscio di queste porte si diffonde senza posa, liberamente e gioiosamente. Solo lei, lei solo non fa parte di queste masse esultanti. È forse colpa nostra?
Oculista Che cosa avete contro di me?!
Nipote Lei è Karol.
Oculista No!
Nipote E chi ha protestato quando io ho detto che il fucile è ormai carico da vent'anni e che un tale stato di cose non può durare più a lungo? Chi voleva costringere il nonno a leggere?
Oculista Ma è assurdo!
Nipote Chi era che non voleva dare gli occhiali al povero vecchietto? Lei è Karol!
Oculista No! Lo giuro. (frugandosi febbrilmente nelle tasche) Ho i documenti personali, glieli posso mostrare.
Nipote I documenti non vogliono dir niente. Il nonno ti ha riconosciuto, Karol!
Oculista Il nonno può essersi sbagliato! Nipote Nonno, cominciamo!
Il Nonno toglie la sicura alla doppietta.
Oculista Signori, aspettate, c'è un errore, un tragico malinteso, io non sostengo che K.irol sia innocente. Al contrario, dev'essere un individuo di non comune bassezza, ma perché proprio io? La prego, nonno, si guardi intorno, esamini la situazione. Per me c'è sempre tempo. Io ricevo tutti i giorni pari dalle due alle sei, mi potete trovare sempre, sono sicuro come se mi aveste depositato in banca. Frattanto vale invece la pena di guardarsi un po' attorno. Vi assicuro che ne vale la pena. Sono certo che a quest'ora il vero Karol se ne sta da qualche parte seduto al caldo, bevendo latte e ridendosela alle vostre spalle, quello spregevole individuo. È mai possibile che voi non ci abbiate pensato?
Nipote Giusto. È possibilissimo che di Karol a questo mondo ce ne siano più d'uno. Nonno, appena abbiamo levato di mezzo questo qui, riprendiamo subito le ricerche, non si sa mai.
Oculista Più d'uno? Dieci, cento, tutti quanti possono essere Karol, tutti fuori che io. E voi perdete qui lutto questo tempo proprio con il solo che non è Karol, mentre quegli altri se la spassano indisturbati.
Nipote Nonno, questa è davvero un'idea. Chi l'avrebbe pensato che ce ne potessero essere tanti. Avete munizioni?
Nonno Eh, bastano, bastano per tutti!
Nipote (fregandosi le inani) Bene, bene. (corre dal Nonno e lo abbraccia esultante) Che idea, nonno! Ci faremo una sparatoria coi fiocchi!
Oculista Sì, sì, sparate pure quanto volete, comunque non a me.
Nipote Io direi di tirargli prima a pallini, e poi lo finiamo con un pallettone.
Nonno D'accordo.
Oculista No, no! (si butta sul pavimento e raggiunge correndo carponi il divano, cacciandovisi sotto; la sua voce giunge adesso da sotto il divano. Nonno e Nipote si chinano per vederlo) Non state a perder tempo con me. Io non sono affatto contrario allo sparare. Sparare fa molto bene ai polmoni, è un bello sport. E poi niente passeri o bussolotti, un vero uomo non spara a simili inezie, lo capisco benissimo anch'io. Anzi mi stupisco che il signore abbia solamente un futile, e con due sole canne. Ne avesse otto, e ognuno con tre canne, non sarebbero ancora sufficienti. Insomma, è un diritto sacrosanto il suo. Ma aspettate, ascoltatemi!
Nonno (mettendosi carponi con il fucile puntato sotto il divano) Non ci si vede niente, perdiana.
Nipote Spostiamo il divano?
Oculista Io non voglio nulla! Non ho neppure bisogno di quegli occhiali, il signor nonno li può tenere. Ma voglio giustizia, la esigo! Cercate Karol, e non rifatevela con me!
Nonno Fammi un po' di luce con un fiammifero, e lo sistemiamo subito.
Il Nipote accende un fiammifero e lo avvicina al divano. Sbuca fuori la testa dell'Oculista, il quale spenge con un soffio il fiammifero e si rinasconde subito sotto il divano.
Oculista Signori! Permettetemi di associarmi a voi, gridando di tutto cuore: Evviva lo sparo! Ma non posso assolutamente accettare che la bella e nobile concezione dello sparo venga alterata da un fatale errore di tiro. Signori, non sono io quello a cui si deve sparare.
Nonno Non c'è verso, brancico nel buio.
Nipote (tirandosi da parte) Nonno, provate a puntare più verso il centro.
Nonno Dev'essere in questo punto.
Il Nonno si mette in posizione di tiro e mira. Pausa. Di sotto il divano spunta una mano dell'Oculista che agita un fazzoletto bianco.
Nipote Meglio così. Vuol dire che viene fuori da sé. Nonno (scuotendo la testa) Ah, questa gioventù.
Oculista (sguscia fuori di sotto il divano e resta in piedi dinanzi al Nonno e al Nipote) Va bene. Vi dirò tutto.
Nipote Cioè?
Oculista Deve venire qui.
Nipote Chi?
Oculista Karol. Quello vero.
Nipote Quando?
Oculista Da un momento all'altro. Dovrebbe già essere qui.
Nonno (al Nipote) Spariamo?
Nipote Un momento, nonno. (all'Oculista) Come può provarci che colui che deve venire qui sia un Karol ancora più Karol di lei?
Oculista Beh, ha detto diverse cose sul loro conto.
Nipote Quali cose?
Oculista Eh, di vario genere.
Nipote Cioè?
Oculista Devo ripeterle?
Nipote Sì.
Oculista Ha detto che loro sono degli assassini.
Nipote Ah, questo ha detto? E che cosa ancora?
Oculista Che suo nonno è un vecchio mentecatto sanguinario...
Nipote Che?
Oculista Non faccio che riferire. E di lei ha detto che nella sua eccezionale idiozia e depravazione è un degno rampollo della sua famiglia. Devo continuare?
Nipote Fuori tutto.
Oculista Ha detto che il fatto stesso che voi esistiate costituisce una prova sufficiente dell'assurdità e malvagità del creato, a tal punto che essere uccisi, sia pure per mano vostra, appare un grande sollievo e un ottimo modo per non avere più in comune con voi neppure l'aria da respirare.
Nipote Avete sentito, nonno?
Nonno È lui! Mi sembra di sentirlo. È Karol!
Nipote E che altro?
Oculista E poi ha detto... Ma io non lo so se sia vero, che lei... Non trovo le parole...
Nipote Le ordino di non nascondere niente! Oculista Mi creda, davvero non posso.
Nipote Parli, le dico! Tanto, quello me la paga in ogni modo.
Oculista Ha detto che lei fa i rutti.
Pausa.
Nipote Mascalzone! Ma si può sapere perché lei si è deciso solo ora a dire tutto questo?
Oculista Perché sono maturato. Devo confessare che prima che loro venissero qui l'idea del karolismo mi era del tutto estranea. Ma nel corso della discussione mi si sono aperti gli occhi. Non sono Karol, e mi dispiace che loro non mi abbiano creduto. Ma non posso tollerare il pensiero che io muoia mentre il vero Karol continuerà ad andarsene per il mondo e a farsi beffe di loro. Infatti, che garanzia posso avere, dal momento che lor signori si sono già sbagliati una volta nei miei confronti prendendomi per Karol, che a suo tempo non si sbaglino di nuovo con Karol prendendolo per me, ov-verossia per una persona innocente? Ciò che mi stava a cuore non era tanto la mia vita, quanto la giustizia. Lei stesso ha detto che una qualche giustizia ci deve pur essere, che non si può sparare a tutti quelli che si trovano per strada. Così quando me ne stavo sotto il divano riflettevo: Dio mio, che peccato che questi due signori inseguano senza sosta Karol: non sanno che tutti i loro sforzi vanno sprecati. così è nato in me un impulso di ribellione, mi sono liberato dei residui della mia vecchia pseudo-morale e ho deciso di parlare.
Nipote Mi stia bene a sentire. Che lei sia Karol, è un'altra faccenda. Il nonno l'ha riconosciuta e il nonno non può sbagliarsi. Ma è anche vero che di Karol ce ne possono essere più d'uno. Noi staremo qui ad aspettarlo. Se non viene, vuol dire che facciamo fuori lei e ce ne andiamo. Se viene, faremo fuori lui, e poi si starà a vedere. Non è escluso che lei sia in contatto con l'intera organizzazione. A proposito: che veniva a fare lui qui? Eh?
Oculista È un mio paziente. Come voi.
Nipote Nonno, prepariamoci ad accoglierlo di sorpresa.
Il Nipote mette una sedia contro la porta. Dietro la sedia s'inginocchia il Nonno col fucile puntuto verso l'entrata. Il Nipote resta in piedi in fondo alla scena, dietro l'armadio. L'Oculista, completamente sfinito, si butta a sedere sul divano e si passa il fazzoletto sulla fronte. Poi si nasconde la faccia tra le mani. Dopo che Nonno e Nipote hanno occupato i loro posti ha inizio l'attesa. La scena si oscura leggermente.
Nipote Ancora non si è visto.
Oculista È in là con gli anni. Cammina piano.
Pausa, silenzio.
Nipote Dovrebbe già esserci.
Oculista Verrà, verrà di certo. Viene sempre puntuale. È un signore molto corretto.
Pausa, silenzio.
Nipote Eppure c'è qualcosa che non mi convince in questa faccenda.
Oculista Perché? C'è un tempo così bello... Ha visto che tramonto?
Nonno Io mi sto annoiando.
Oculista Vuole che leggiamo qualcosa? (senza attendere la risposta apre un libro e si mette a leggere tenendo il libro molto accosto agli occhi) "... al viaggiatore, che penetra nella vallata dalla parte sud-orientale si offre un lussureggiante paesaggio. Declivi coperti di vigne preannunziano che non solo le meravigliose vedute, la purezza dell'aria, e le più svariate qualità di fiori concorreranno al festino con cui questa contrada suole accogliere il nuovo venuto. Effettivamente, oltre a quelli spirituali, molti altri sono i vantaggi che qui aspettano chiunque prenda diletto da ciò che è bello e buono. Gli abitanti del luogo, quantunque per lo più di media statura, sono..."
Nipote Basta!
Oculista Come crede. (chiude il libro) Nipote C'è ancora molto da aspettare?
Oculista Nell'attesa c'è tutta l'emozione della caccia. (tentando di indovinare) Vuole che facciamo il caffè?
Nipote Non importa. Noi non beviamo caffè.
Pausa, silenzio. L'Oculista rimane immobile, poi si scuote improvvisamente e comincia a muoversi per la stanza con fare circospetto. La scena si oscura ulteriormente, in modo appena percettibile.
Nipote Cosa c'è?
Oculista Una mosca.
L'Oculista esegue i caratteristici movimenti, alternativamente stando in agguato e protendendo il braccio di scatto, per serrare il pugno nel vuoto. La mosca gli sfugge ogni volta.
Nipote (con un certo interessamento) Presa?
Oculista È scappata. Oh, eccola là.
Pausa. Il Nonno, attratto suo malgrado dalla caccia alla mosca, distoglie lo sguardo dalla porta.
Nipote Provi con la sinistra!
Pausa prolungata, durante la quale l'Oculista prosegue la sua pantomima. Appare accanito, tutto concentralo nell'azione, ora acquattandosi, ora gettandosi in avanti. Essendo senza gli occhiali, si guida piuttosto con l'udito. A un certo momento la mosca si posa sul fucile del Nonno, il quale, restando inginocchiato, sta seguendo solo con i movimenti del capo le fusi della caccia. Il Nipote, sporgendosi da dietro l'armadio, osserva la scena col fiato sospeso. L'Oculista si avvicina al fucile con passi felpati. È questo il momento di massima tensione. Poi l'Oculista scatta, fa scorrere con mossa fulminea la mano lungo la canna e resta immobile col pugno chiuso.
Oculista (guarda ora il Nonno ora il Nipote, poi apre lentamente la mano e dice) «È scappata.»
Dietro la porta si sentono dei passi che si avvicinano. Le luci calano ulteriormente.
Nipote (trionfante) Sta venendo!
Nonno (manda acute grida di gioia simili allo Jodel dei tirolesi) Hallala-lii...!
L'Oculista, disperato, si butta sul divano nascondendo la testa sotto il cuscino.
Nipote (con euforia) Sotto ora, nonno!
Nonno Sono pronto!
(Si sente bussare alla porta.)
Nonno (lancia uno sguardo interrogativo al Nipote) Tiro?
Nipote Un momento. (Tira fuori una trombetta e vi suona un paio di note di segnale di all'armi. Si sente di nuovo bussare) Avanti!
La porta si apre lentamente. Il Nonno scarica entrambe le canne. Silenzio.
Nipote (esce da dietro l'armadio e si affaccia alla porta, che è rimasta aperta) Preso!
Nonno (abbassando lentamente il fucile e raddrizzando la schiena) Mi è caduto un peso dal cuore.
Nipote (lungo sbadiglio) Era l'ora.
Nonno (indicando l'Oculista, che giace ancora immobile col capo sotto il cuscino) Ma che ha questo?
Oculista I miei occhiali!
Nonno Mi sento veramente sollevato.
Nipote Avete visto, nonno, il mondo non è poi così malvagio.
Oculista (rialzandosi lentamente a sedere sul divano) Fatto?
Nipote (battendogli una mano sulla spalla) Aveva detto la verità. È steso li fuori.
Oculista (trasognato) Così... E suo nonno come si sente?
Nipote Il nonno? Il nonno, caro lei, non è mai stato tanto bene. Lei lo ha guarito, dottore. Gli ci voleva proprio Karol.
Oculista (ancora come in sogno) Mi rallegro, mi rallegro assai.
Nipote Beh, ora sarà bene che andiamo. Il nonno deve ricaricare il fucile.
Oculista Ancora?
Nipote Da lei facciamo un salto più lardi.
Pausa.
Oculista Dunque... dunque i signori vogliono incomodarsi un'altra volta...
Nipote Spiacente, ma non si sa mai. Può darsi che qualche Karol capiti di nuovo da lei, e comunque anche se non capitasse...
Oculista Io credevo...
Nipote Lei credeva che non venissimo più, eh? No, non abbia paura. Le cartucce le abbiamo, gli occhiali anche, non ci manca che la salute.
Oculista Allora quand'è che avrò il piacere di rivedere i signori?
Nipote (minacciandolo scherzosamente col dito) Eh, eh! Non deve essere così curioso. Può darsi che siamo qui domani, tra due giorni, o magari anche tra dieci minuti. Ogni momento è buono per sparare su Karol, come dice il nostro proverbio.
Oculista (sedendo rassegnato sul divano con la testa fra le mani) Dunque non è finita...
Nipote Su, nonno. Fucile in spalla e marsc. Quanto le dobbiamo?
Oculista Un'inezia. Lo mettiamo a carico della cassa malattie.
Nipote (porgendogli un biglietto) Ecco il nostro telefono. Caso mai...
Nonno Sempre in gamba, giovanotto. E rammenta i consigli di un vecchio: fredda l'acqua, caldo il fuoco, sempre su Karol...
Nipote (impaziente) Su, nonno, andiamo. (Escono. Il Nipote, mandando avanti il Nonno, si riaffaccia alla porta rivolto all'Oculista) E caso mai venisse a sapere ancora di qualcuno...
Oculista Prego?
Pausa. Si guardano l'un l'altro in silenzio.
Nipote Perché noi ritorniamo. (Esce. Si sofferma ancora sulla soglia e mormora fra sé, guardando qualcosa che giace sul pavimento oltre la porta) E aveva detto che io faccio i rutti... (Esce)
L'Oculista resta seduto per qualche tempo nella stessa posizione. Le luci sono sensibilmente calate, ma ora restano così fino alla fine. Poi l'Oculista si alza lentamente, esce e trascina dentro la stanza un corpo inerte. Dev'essere un manichino, e non un attore vivo che si finga defunto. Depone il manichino sul divano, gli compone le braccia sul petto, poi gli esamina gli occhi, aprendoli e chiudendoli, secondo tutte le regole dell'oculistica.
Oculista Si trattava comunque di un caso incurabile di distacco della cornea. Può essere che la scossa dello sparo abbia accelerato il decorso del male. Ma chi può assicurare che domani non cadesse dalle scale e la retina gli si distaccasse lo stesso completamente? In un modo o nell'altro non avrei potuto fare molto per lui. (pausa) Del resto, chi gli aveva detto di venire? Non si era messo in nota per oggi. Anch'io ho corso un rischio. (pausa) Anche se sono miope, sono ancora vivo. (Squilla il telefono. L'Oculista solleva il ricevitore) Pronto... Sì, sono io. Mi dica... Sì, certo. Dalle due alle sei, il pomeriggio... Quando torna comodo a lei... Alle quattro? Benissimo, domani alle quattro. Stia tranquillo, troveremo la cura adatta anche per lei. Che cognome debbo segnare? (si toglie di tasca taccuino e matita, per prender nota) Prego?... Sì. E il nome?... Karol...(scrivendo il nome lo ripete automaticamente) Che?... No, no, no... Karol... va bene, basta così. A domani, allora.
(Riattacca il ricevitore. Si allontana dal telefono, guarda l'orologio, getta un'occhiata alla porta, origlia alla serratura, poi di scatto spalanca la porta per accertarsi che non ci sia nessuno ad ascoltare, resta soprappensiero. Poi corre deciso al telefono e forma in fretta un numero)
Pronto? Pronto, chi parla? Il nonno? Nonno, qui è il dottore. Sì, il dottore. Come, quale dottore? (amabile) Non mi riconosce, nonno? Il nonno non riconosce il suo caro dottore?... Allora, nonno, domani alle quattro. Sì, domani alle quattro. Sarà qui da me. Chi? Come chi? Karol. Naturale. Allora siamo intesi. A domani! Salve!
L'Oculista riattacca il ricevitore, si accosta al divano, ne tira giù il manichino e lo caccia sotto al divano, apre il libro, lui stesso si sdraia sul divano e si rimette a leggere come all'inizio.