Stampa questo copione

KREN
l'isola dei maiali

di

Francesco Randazzo



PERSONAGGI

ALEKSANDER da VECCHIO e da GIOVANE poeta operaio
AURORA nipote di Aleksander adolescente
REBECCA moglie di Aleksander maestra
MALACHIA prete anarchico 
DANIEL ebreo sionista 
ERVIN musulmano cantante omosessuale
UN SOLDATO

Altri prigionieri ed altri soldati che non parlano



PRIMA PARTE

I

Tempo presente

Al tramonto

Un uomo dinanzi al mare

Una ragazza con lui

Il vecchio guarda lontano

Guarda la piccola isola di fronte a lui
l'isola di Kren
e ricorda


ALEKSANDER
La vedi

AURORA
Cosa

ALEKSANDER
L'isola

AURORA
Ah

la vedo

ALEKSANDER
é Kren

AURORA
Non c'è nessuno là
é deserta

ALEKSANDER
Solo maiali

AURORA
Maiali

ALEKSANDER
Una volta
c'erano uomini
Una volta
Non c'è rimasto nessuno
Nemmeno la puzza
Soltanto i maiali

AURORA
E tu come lo sai


ALEKSANDER
Sono stato là
quasi vent'anni
Su quella pietra nell'acqua
c'ero anch'io

AURORA
Con la nonna

ALEKSANDER
No no
per fortuna no
Da solo
La nonna stava a casa
Ha aspettato
Vent'anni
Da sola

AURORA
Vent'anni
Ma che cos'è
che c'era là

ALEKSANDER
Una prigione
Al posto delle sbarre l'acqua
Una colonia penale
per soli uomini
prigionieri
dissidenti

AURORA
Che vuol dire
dissidenti

ALEKSANDER
Niente
niente
Ormai
non significa più niente
Spero

AURORA
Era brutto prima
vero nonno

ALEKSANDER
Molto brutto
Non per tutti credo
Ma per me lo è stato
molto
brutto

AURORA
Adesso non è più così

ALEKSANDER
No 
adesso
no
(la guarda e sorride)
adesso no
Ci sei tu adesso


AURORA
Che
cosa vuoi dire

ALEKSANDER
Tu sei
il futuro

AURORA
Il futuro
io
é una cosa buona
essere futuro

ALEKSANDER

La migliore
Può essere
tutto ciò che vorrai
che potrai
che avrai il coraggio e la forza
di fare
di essere

AURORA
Io voglio essere come te

ALEKSANDER
Tu sarai
dovrai essere
migliore

AURORA
Sarà difficile sai

ALEKSANDER
Sarà difficile Sì
Ma è possibile
Segui la parte giusta
del tuo cuore
la parte del centro
quella fra i battiti
quella che sta in mezzo
ed è il cuore del cuore
è il punto dell'equilibrio
Sentilo ogni volta
che sarà difficile
e farai la scelta giusta
Tu
puoi farcela

AURORA SI TOCCA IL CUORE
SI CONCENTRA FACENDO STRANE FACCE

AURORA
Nonno

ALEKSANDER
Eh

AURORA
Io non lo sento

ALEKSANDER (ridendo)
Lo sentirai
lo sentirai

Il sole scompare
Si fa buio

AURORA
Torniamo domani

ALEKSANDER
Se vuoi

AURORA

Vorrei andare sull'isola
Possiamo andarci

ALEKSANDER
Non voglio tornare là
mai più
mai più

BUIO

CORO

Chi respira in queste stanze
sempre vuote e solo per un attimo
da me riaperte? Chi oltre me
alita lieve un soffio regolare
che stimola l'affanno ad ascoltare?
ƒ forse la mia stessa voce che si perde
nel ripiegato foglio di un tempo
trascorso ma qui presente ancora, 
o forse è quella voce inascoltata
che si fissa in un luogo della nostra
vita e lì resta a ricordare sempre
il proprio fallimento, la propria vanità...
o forse è il vento, sussurro, spirito
di voci già sentite, mai riconosciute:
le voci di chi mai incontrammo, lievi
come carezze che mai ricevemmo,
rimpianto di baci, parole, piccoli
gesti mai nati? Cos'è quest'alito,
questo respiro, questo soffio sottile
che suona vivo ma non è umano,
s'anima dai polmoni di mura 
da troppo tempo vuote, da troppo...

E il vento che lo sa gioca
con la nostra incertezza, fischiando
un'aria già nota, mai sentita,
un'aria azzurra e viola che striscia
sulla pelle accapponata, che dona
una risposta che non c'è.

ƒ facile richiudere la porta
ma quel respiro come, come io
potrò dimenticare? E il sole
che lo sa, mi suona una cicala
che fra meno di un giorno, morirà.



II

Tempo passato

Sull'isola

Molto tempo prima

All'alba

Rumori
di passi cadenzati

Uomini
che marciano

Un gruppo di prigionieri
scortata da un soldato


SOLDATO
Aaalt
Ai posti di lavoro
Sparsi e a vista

Gli uomini si sparpagliano



SOLDATO
Avete sentito no
Al lavoro

Gli uomini si muovono intorno
come spaesati
borbottano
qualcuno per la tensione e la stanchezza ride

SOLDATO
Chi ride
EH
Chi ride

MALACHIA
No niente
nessuno caporale
nessuno
Lavoriamo va bene così
va bene
Lavoriamo

PAUSA

Gli uomini si guardano fra loro
poi guardano il soldato

SOLDATO
E allora

ALEKSANDER
Lavoriamo

ERVIN
E sì
sì proprio

MALACHIA
Però

SOLDATO
Però cosa
Lavorate
e basta

MALACHIA
Sì sì
ma che cosa

SOLDATO
CHE COSA CHE

DANIEL
CHE COSA CAZZO
DOBBIAMO FARE 
ECCO CHE COSA
QUALE CAZZATA INUTILE
DOBBIAMO FARE OGGI

SOLDATO
FERMO
FERMO

MALACHIA
SMETTILA DANIEL

DANIEL
SMETTILA UN CAZZO
DIMMELO DIMMELO
CAPORALE
COSA COSA COSA

Il soldato colpisce Daniel
col calcio del fucile
più volte

Tutti rimangono fermi

Il soldato è affannato
è preso da paura e rabbia

SOLDATO
Dovete scavare stronzi
Dovete scavare
Scavare

ERVIN
Scavare

ALEKSANDER
Come scavare

SOLDATO
Scavare

MALACHIA
Ma qui

SOLDATO
Scavare ho detto
una buca
una buca grande
Scavate

MALACHIA
é pietra
caporale
qui
è tutta pietra
Non si può
qui

SOLDATO
DOVETE SCAVAREEE

MALACHIA
SCAVIAMO

Daniel a terra tossisce e ride




III

Tempo presente

Casa di Aleksander

Sera

Ora di cena

Rebecca apparecchia la tavola

Aurora l'aiuta

Aleksander è seduto

scrive a matita su un taccuino


REBECCA
Prendi i bicchieri

AURORA
Tre

REBECCA
Tre certo
siamo tre

AURORA
Tre
per l'acqua
Più uno 
per il vino del nonno

ALEKSANDER
(Sovrappensiero)
No no

REBECCA
Certo che no
Lui beve solo vino
quello per l'acqua
è inutile

AURORA (con una piroetta)
Tre bicchieri
Ecco qua

Rebecca e Aurora ridono
Aleksander è concentrato
sul taccuino
è serio

Rebecca gli va dietro
e gli fa una smorfia simpatica

Aurora ride forte

Anche Rebecca ride



ALEKSANDER (come svegliandosi)
Ehi ehi
che c'è che succede
PerchÈ ridete


Aurora ed Rebecca lo guardano
e ridono ancor di più

ALEKSANDER
Voi due pazzerelle
Ho l'impressione
che vi stiate prendendo gioco di me

REBECCA
Noooo

AURORA
Noooo

Ridono tutt'e tre

REBECCA (dando un bacio sulla guancia al marito)
é pronto
Metti da parte il tuo quaderno
Ceniamo adesso

ALEKSANDER
Va bene
Agli ordini
Ceniamo





IV

Tempo passato

Gli uomini lavorano
Picchiano coi picconi sulla pietra dura
Pura fatica
Rumore
Un'azione estenuante
ed inutile
Umiliante

SOLDATO
(soffiando in un fischietto)
PAUSA
MANGIARE
DIECI MINUTI


DANIEL
Basta anche meno

MALACHIA
Non ricominciare

ERVIN
Ha ragione
Una fetta di pane
e un poco d'acqua

ALEKSANDER
Va bene
é vero 
ma almeno così
c'è il tempo
per parlare un poco

SOLDATO
MANGIARE
IN SILENZIO
MANGIARE
VIETATO PARLARE

DANIEL
E difatti

MALACHIA
(benedicendo il suo pane)
Mangiamo

Cominciano a mangiare
a piccoli morsi
masticando bene
per illudere la fame


ERVIN
Cosa darei
per una bella mussakà

MALACHIA
E cos'è

ERVIN
Una cosa buonissima

ALEKSANDER
Non è difficile immaginarsi 
qualcosa di meglio

ERVIN
é buonissima
davvero
La faceva mia madre

DANIEL
Ma che è

ERVIN
Come come
Come un pasticcio
di melanzane ecco

MALACHIA
Melanzane

ALEKSANDER
Me l'ero dimenticato
che esistono

DANIEL
Melanzane
Non capisco
Forse
si mangiano

Ridono
Qualcuno tentando
di frenarsi tossisce
poi sbottano

SOLDATO
SILENZIO
FINITO
BASTA MANGIARE
AL LAVORO
SUBITO

ALEKSANDER
E vaffanculo


MALACHIA
Lui non lo sa

ERVIN
Ma oggi

DANIEL
Abbiamo mangiato

TUTTI INSIEME
(Un sussurro all'unisono)
Me-la-nza-ne

SOLDATO
SBRIGATEVI
AL LAVORO
PRESTO

Riprendono i picconi
Di nuovo risuonano i colpi




V

Tempo presente

Casa di Aleksander
Hanno finito di cenare
Aleksander beve un bicchiere di vino
Rebecca si alza e comincia a sparecchiare
Aurora si appoggia con i gomiti al tavolo
Aleksander riprende il suo taccuino

AURORA
Che scrivi


ALEKSANDER (mugugnando)
ma niente niente

AURORA
Una poesia

ALEKSANDER(mugugnando di più)
no ~ente ~ente

AURORA
E dai

ALEKSANDER (c.s)
nooo

REBECCA
é ora
che tu vada a dormire
Aurora

AURORA
Ma è prestissimo

REBECCA
Allora
lascia stare il nonno

AURORA
Complice

REBECCA (sorridendo)

Aiutami dai

Finiscono di sparecchiare
Mentre Aleksander è di nuovo
immerso nei suoi pensieri e scrive

AURORA
Tu gli vuoi troppo bene al nonno

REBECCA
Non è troppo
(la guarda)
é per sempre
Un tempo di pausa
Avevo sedici anni
quando l'ho conosciuto

AURORA
Era bello

REBECCA
Uh
Solo un poco
più bello di adesso

AURORA
E vi siete innamorati

REBECCA
Non subito
no
Lui era troppo tra le nuvole
Troppo idealista
Un poeta
Che se ne fa una ragazza 
di un poeta

AURORA
La musa ispiratrice
Così le scrive tante poesie

REBECCA
Macchè
Lui scriveva poesie
sulla Libertà
sulla fratellanza
sulla pace
Poesie per la povera gente
Inni ai lavoratori liberi
Odi alla Democrazia

AURORA
Uffa 
chissà che palle

REBECCA
Ehi ragazzina
Erano belle sai
Piene di passione
di parole semplici
ma forti Coinvolgenti
E sotto c'era l'amore
L'amore per la vita
Un amore grande
per il respiro enorme
dell'umanità
Erano tutte poesie d'amore
Idealizzate
Ma vere
Erano bellissime
le sue poesie

AURORA
Sì va bene
E a te
A te non ti scriveva niente

REBECCA
No

AURORA
Ah

REBECCA
Sì veramente
Una poesia
me l'ha scritta
Dopo tre anni

AURORA
Tre anni

REBECCA
Era bello
aveva ventun'anni
Stava diventando
il poeta della gente
Gli avevano pubblicato
un libro che leggevano tutti
Tutte le ragazze s'innamoravano
senza nemmeno averlo mai visto
soltanto leggendo i suoi versi
Poi se lo vedevano era anche peggio
perchÈ cascavano ai suoi piedi
come pere cotte quelle smorfiose
Ma lui niente non guardava nessuna
Sorrideva era gentile e 
si faceva i fatti suoi

A me stava antipatico

AURORA
Eri gelosa

REBECCA
MacchÈ
Beh
Sì forse sì
Ma ancora non lo sapevo
E poi un giorno
mi viene a trovare
Bussa
Io apro
E me lo trovo davanti
Bellissimo
A me stava antipatico
però era proprio bello
Ciao Mi fa
Eh ciao Faccio io
Tieni questo è per te
Mi dice e mi da una cosa
di carta tutta appallottolata
Tieni Se no lo butto é per te
E io lo prendo
E lo leggo
Quando ho finito
Lui se n'era già andato
Oh un minuto dopo
Se n'era andato
per la timidezza
Era scappato

AURORA
E tu

REBECCA
E io sono rimasta là
in piedi
Cotta come una bistecca

AURORA
Una bistecca

REBECCA

Beh non è un'immagine molto
poetica Oh non mi viene
altro Era lui il poeta
mica io Perciò sono
rimasta stesa e cotta
come una bistecca
Innamorata insomma
Innamoratissima

AURORA
Era una poesia 
bellissima vero
Che c'era scritto

REBECCA
Oh erano solo quattro versi

AURORA
Dopo tre anni
solo quattro versi


REBECCA
Solo quelli
Non ne serviva nessuno di più

AURORA
Te li ricordi

REBECCA
Vereconda ignominia tu
di questa mente proterva
che non regge l'impudica
violenza dei tuoi occhi.

AURORA
Ah

REBECCA
Non me li scorderò mai

AURORA
Ma che voleva dire

REBECCA
Che era pazzo di me
Terrorizzato da me
Mio

AURORA
Però
Figo il nonno

REBECCA
Fighissimo ragazzina
Che credevi

AURORA
No niente
é che a me mi sembrava
normale

REBECCA
Proprio per questo
era un vero poeta
proprio per questo




SECONDA PARTE


CORO

Esiste un destino più grande
della nostra paura, esiste
un destino sgomento che l’occhio
non riesce a comprendere tutto.
La nostra mente è dinanzi ad esso 
un algoritmo minuscolo che ignora
l’infinito in sE’ stesso racchiuso
e non sa distinguere il segno
che tracciando l’ha reso vitale.

Di fronte allo specchio rifletto la luce
della mia assenza futura quando
abiterò l’altra parte che ora non vedo
e pur non sapendo so, quel viso
sarà mio e mi par nulla e tutto
sarà più grande, tanto, immenso
come un cielo che non esiste
e si può soltanto immaginare.

Allora la mia penna non scriverà più
ma la mia mano assente disegnerà
geometrie che mai ora potrei sognare:
il mio libro non avrà più pagine
ma solo un grande foglio che s’asciuga,
coperto dalla polvere finissima che il corpo,
il mio corpo d’adesso, diventerà e sottile
volerà sul naso freddo di quel blasfemo
che, sollevando il coperchio inchiodato,
tenterà l’oro del ladro e lo starnuto
lo spaventerà più della morte lontana,
allora riderò senza singhiozzi
e il vento mi carezzerà immemore.
Forse tutto sarà ancora ignoto
o tutto sapendo ricorderò chi ero.

Un sogno estinto mi sorprenderà
tornando nell’aria - quello sarò, forse -,
m’alzerò dritto senza più le gambe
e sarò alto più di un grattacielo,
vivrò il delirio della conoscenza
e soddisfatto me ne andrò per sempre.

O ancora nascerò, per non sapere. 



VI

Tempo passato

Sull'isola

Sotto il sole

Gli uomini spaccano la roccia

Sono stanchi

Il soldato fuma una sigaretta

Il rumore è estenuante

Poi il soldato si gratta e chiama Ervin


SOLDATO
Ehi tu
EHI
Tu tu proprio
lo sai no
Vieni qua
Vuoi fumare
Vieni qua

Ervin posa il piccone
e fa per andare dal soldato

DANIEL (sussurrando veloce)
Non te la portare
Buttala
Buttala indietro

ERVIN
Va bene

Ervin raggiunge il soldato
Il soldato lo guarda e sorride
Gli da la sigaretta
Ervin la prende e tira una boccata
Espira sul viso del soldato

SOLDATO
Muoviti frocio

Lo spinge col fucile

ERVIN (buttando indietro la sigaretta)
Ehi va bene
Come sei maschio
Uàu

E corre via
Il soldato lo rincorre

Scompaiono

Daniel si precipita a raccogliere la sigaretta

Gli altri buttano giù gli attrezzi
Si asciugano il sudore
e si siedono per terra

Approfittano per fare una pausa

Si passano la sigaretta
e per un po' non dicono niente
poi 

ALEKSANDER
Meno male

MALACHIA
Che Dio lo benedica

DANIEL
é un bravo ragazzo

MALACHIA
Che ipocrisia

DANIEL
PerchÈ che ho detto

MALACHIA
No non tu
Loro
Quelli che ci tengono qua
PerchÈ siamo dissidenti
anarchici oppositori politici
cattolici ebrei musulmani
e omosessuali
come Ervin

ALEKSANDER
Che è un bravo ragazzo

DANIEL
E lo hanno schiaffato qui
perchè faceva la cantante
e qualche marchetta

MALACHIA
E qui gli fanno fare la stessa cosa

ALEKSANDER
Si è più feroci
quando si ha paura
di sÈ stessi

MALACHIA
Oggi è una bella giornata

DANIEL
Abbastanza di merda
a spaccare quelle cazzo di pietre
però però però
è proprio una bella giornata

ALEKSANDER
C'è un sole bellissimo

MALACHIA
E il mare
il mare sembra un manto
un manto divino

DANIEL
A me viene voglia di tuffarmi

ALEKSANDER
L'ultimo che l'ha fatto

DANIEL 
Sì lo so lo so
Il buco

MALACHIA
Poveraccio

DANIEL
Dicevo così per dire

ALEKSANDER
Scusa 
hai ragione
Sognare aiuta

Un tempo di pausa

DANIEL
Riesco a sognare
soltanto in momenti
come questi
momenti rubati Ad occhi aperti
O prima d'addormentarmi
seduto sulla branda
per qualche minuto
prima di crollare per la stanchezza
e precipitare negli incubi della notte

Adesso
Posso sognare
vedere
Attimi di felicità
Le candele accese del Sabato
che galleggiano sul mare
come una nave Una Toràh
che si srotola sull'acqua
fino al porto della terra
d'Israele
La Terra Promessa
Ancora promessa

Ma a chi

MALACHIA
Agli uomini di buona volontà

ALEKSANDER
A chi saprà dividerla
con la pace
Potrebbe essere
un paradiso

DANIEL
Dividerla
Ma è nostra
é la nostra terra

MALACHIA
Se è per questo
è anche la nostra

ALEKSANDER
Tanto per non dimenticare
gli assenti
Se non sbagli ci sono 
anche gli arabi

DANIEL

Ma è la terra di Mosè

MALACHIA (sorridendo)
Veramente Mosè
non l'ha mai vista

DANIEL
Che importa
Era promessa a lui
al suo popolo
a noi

ALEKSANDER
Ehi ehi
non ti scaldare
Qui non ne vale la pena
E poi
non tutte le promesse
vengono mantenute

MALACHIA
I disegni di Dio
sono imperscrutabili

DANIEL
E quelli degli uomini prevedibili

ALEKSANDER
Non meno sorprendenti
Pensa a quello che noi
ci aspettavamo dopo la guerra
Pace Libertà Democrazia

MALACHIA
Democrazia Popolare

DANIEL
Ipocrisie
Goysche

Si sente cantare

ALEKSANDER
é il segnale
Sta tornando

MALACHIA
Presto

DANIEL
Al diavolo

Si rialzano
e riprendono a lavorare
Ma per ora in modo blando
giusto per non farsi sorprendere

La voce di Ervin che canta
si avvicina rapidamente
e con lei Ervin
che compare
seguito dal soldato

ALEKSANDER
Speriamo non esageri

MALACHIA
Gli piace troppo cantare

DANIEL
é un pazzo

ERVIN
Besame
Besame mucho
como si fuera esta noche 
la ùltima vez
Besame
Besame mucho
que tengo miedo perderte 
perderte despuès

SOLDATO
Basta
Torna al lavoro

Ma Ervin continua
e lo stuzzica danzando

ERVIN
Besame
Besame mucho
como si fuera esta noche 
la ùltima vez

SOLDATO
Smettila frocio 
Stai zitto

ERVIN
Besame
Besame mucho
que tengo miedo perderte 
perderte despuès

Lo tocca

SOLDATO (colpendolo con rabbia)
Non mi toccare
lurida checca
Frocio di merda

Ervin cade a terra
Daniel corre ad aiutarlo

SOLDATO
Lascialo stare tu
E torna al lavoro

Daniel aiuta Ervin
a rialzarsi Con fatica
Poi riprendono il lavoro
Il soldato gira intorno al gruppo
E va a colpire Daniel alla schiena

SOLDATO
T'avevo detto di lasciarlo
stronzo



VII

Tempo presente

Casa di Aleksander

é notte fonda adesso

Rebecca e Aurora sono a letto

Aleksander si è addormentato
con le braccia posate sul tavolo


C'è silenzio

Il taccuino è aperto sul tavolo


Entra Aurora in pigiama

Va a curiosare vicino ad Aleksander

Lo guarda

Lo tocca

Aleksander continua a dormire

Aurora prende coraggio
e comincia a leggere il taccuino

Va a sedersi per terra in un angolo
vicino ad un prigioniero che dorme
e legge

La luce cambia

Il tempo presente
e il tempo passato 
s'incrociano

Aleksander scrive
per terra con le dita
una lettera
che non spedirà mai
Una lettera che è soprattutto
è stata
un esercizio di sopravvivenza

Aleksander parla come nel sonno

Aurora molto tempo dopo legge
i suoi pensieri


AURORA e ALEKSANDER
Siamo sospesi nel nulla
viviamo in un vuoto quotidiano
Non sappiamo nulla
di ciò che succede al di là
Non sappiamo nulla delle nostre famiglie
dei nostri amici della nostra città
Non sappiamo nulla nemmeno di noi
A stento ricordiamo i nostri nomi
e con fatica ogni giorno ci aiutiamo
a ricordare chi siamo chi eravamo
Non abbiamo futuro perchè non abbiamo
nemmeno un presente degno di essere
vissuto Persino il sole di giorno
quando non è un aguzzino dei corpi
affaticati ma solo un segno di luce
sulla terra dove per un attimo possiamo
rubare un momento di riposo anche allora
non sembra vero nè presente Lo sogniamo
ci sembra Perchè qui intorno a noi
dal nero del cuore ci nasce soltanto
un enorme soffocante buio Qualcuno
delira Altri si sottomettono Lasciano
che uccidano la loro anima con questo
perenne torturarci questo renderci
inutili meccanici automi obbligati
ad inutili compiti studiati soltanto
per annientarci di dentro Larve Come
Come Come Come
Può un uomo fare questo
ad un altro uomo
Quale arroganza spinge i capi
Quale atroce stupidità gli aguzzini
Quale diritto può essere tanto perverso
Sarebbe più pietoso Infinitamente più
giusto che ci uccidessero La morte
a volte può essere spietata
altre volte diviene carità
Ci negano anche questo
Vogliono dei corpi privi di menti
Vogliono vederci morti in vita
Io non so
fino a quando potrò resistere
amore mio
non lo so
se esisti ancora
perchÈ io
non ci sono 
più
No
NO
Amore mio no no no
Io io io io io
sono Aleksander
lo so lo so lo so
devo devo devo
Il tuo Aleksander
che ti ama ti ama
e ti sogna e sa che tu
ci sei
in un mondo
di là da questo
agghiacciante limbo
un mondo che bisogna continuare
a sognare perchÈ tu sei là
Ti amo Rebecca
ti amo
Io
ti 
amo
grazie per questa salvezza
per questa disperata speranza
amore mio
finchÈ riuscirò a crederci





La luce cambia ancora

Aurora piange in silenzio

Si alza 

Va da Aleksander
che dorme appoggiato al tavolo

Gli accarezza la testa
e gliela bacia

Aleksander dolcemente si sveglia

In silenzio 
Aurora gli porge la mano
e lui la prende
si alza
e si lascia portare
nella stanza
dove riposa la sua salvezza





VIII

Tempo passato

é l'ora obliqua
delle premonizioni
l'incerta zona
fra il giorno e la notte

Tutti dormono ancora

Tranne Malachia
che si è già alzato
e sta frugando sotto qualcosa
finchè tira fuori una cosa nera

In silenzio la stende
La indossa
e comincia ad abbottonarla
é una tunica nera da prete

Aleksander apre gli occhi e lo vede


ALEKSANDER
Sei pazzo
cosa stai facendo

MALACHIA
Niente
Mi vesto

Aleksander si alza

ALEKSANDER
Non farlo Malachia
ti prego non farlo
Ti massacreranno

MALACHIA
Non mi toccare
Quest'abito è sacro
Io sono un sacerdote

Daniel ed Ervin
si svegliano

DANIEL
Che
succede

ERVIN
é morto qualcuno

ALEKSANDER
Zitti
Fate piano


DANIEL (a Malachia)
Che stai combinando

ERVIN
Uàu
sei uno schianto
in abito lungo
Tutta in gramaglie
vedovona allegra

MALACHIA
Non osare

ERVIN
Dove l'hai comprato

DANIEL
Smettila Ervin

ERVIN
Ma è strepitosa

ALEKSANDER
Daniel ha ragione
Smettila Ervin

DANIEL
é pericoloso Malachia

ERVIN
é vero 
Ma dove l'hai preso

MALACHIA
Non lo so
L'ho cercato
e l'ho trovato

Forse l'avevo nascosto
e avevo dimenticato

ALEKSANDER
Fra poco saranno qui
Se ti vedono ti ammazzano

DANIEL
O ti mettono nel buco

ERVIN
Che è la stessa cosa
Nessuno ne esce vivo


MALACHIA
Credete che me ne importi
Stiamo morendo comunque
Qui
(si tocca la testa)
Qui dentro
(si tocca il petto)

Io sono questo
Sono Padre Malachia
e non voglio dimenticarlo

Non mi importa di morire

PurchÈ sia me stesso
fino alla fine

DANIEL
Puoi esserlo 
anche senza quell'abito

ALEKSANDER
No 
ha ragione lui

ERVIN 
Vorrei avere il mio boa
quello che usavo per lo spettacolo

(comincia a frugare per terra)

MALACHIA
Serve per ricordarmelo
Chi sono
Stiamo dimenticando tutto
di noi

DANIEL
Così morirai

MALACHIA
Meglio così
Sono stanco

ERVIN
L'ho trovato
Onnipotente Allah
l'ho trovato

Tutti si voltano verso di lui

ERVIN
Il mio boa
Il mio boa di struzzo rosa


ALEKSANDER
Che sta succedendo

MALACHIA
Stiamo ricordando
Stiamo tornando noi stessi

DANIEL
Che stronzata
Le avevate nascoste
queste cose

MALACHIA
No

ERVIN
No
Non ne avrei avuto il coraggio

ALEKSANDER
Ci hanno spogliati
quando siamo arrivati qui
Ci hanno tolto tutto
E l'hanno bruciato
Me lo ricordo
L'ho visto
L'hanno fatto davanti a noi
Hanno bruciato tutta 
la nostra roba
L'abbiamo visto

MALACHIA
Siamo noi
che creiamo
questo

DANIEL
Un miracolo eh
prete

MALACHIA
Non lo so
Può darsi

ALEKSANDER
O semplicemente
un atto di volontà

ERVIN
L'ho desiderato

DANIEL
Che cazzate
Anch'io desidero
una sigaretta
Ma non appare
metto la mano in tasca
e

(tira fuori dalla tasca una sigaretta e dei fiammiferi)

DANIEL
Adonai Sabaoth

Non può essere

MALACHIA
Accendila
e fuma
é una sigaretta

Daniel titubante accende la sigaretta
e aspira

DANIEL
é vera

MALACHIA
Stiamo tornando
ad esistere

ALEKSANDER (sussurra)
Rebecca

Si guarda intorno
Non c'è nessun altro

MALACHIA
Guarda bene

ALEKSANDER (pianissimo con paura)
Rebecca
amore mio
dove sei

Rebecca appare 
accanto a lei un cesto

REBECCA
Sono qui

ALEKSANDER
Amore mio
(le si avvicina e le bacia il palmo della mano)

REBECCA
Non avere paura Aleksander
Avvicinati
Guardalo
Sta dormendo
é tuo figlio

ALEKSANDER
Mio
figlio

REBECCA
Ero incinta
quando ti hanno preso
Ma non lo sapevo

é nato otto anni fa

Vedi
Ti somiglia

ALEKSANDER
Ma è 

REBECCA
Appena nato

Per te
che non l'hai mai visto

ALEKSANDER
Il mio il nostro
bambino

REBECCA

Si chiama come te
Aleksander

ALEKSANDER (con nostalgia a Rebecca)
A volte, felicità si fa sconcerto, 
sfaglia ed affila la mente in ansia,
timore immotivato che s'interrompa
quel che già sta avvenendo, incredibilmente
già avviene, ci esalta eppure ci spaventa,
amore mio.

Il mare culla gli occhi e può annegare.
Il sole dà colore e può bruciare.
L'acqua disseta e può inondare.
La terra frutta e può franare.
Tutto il bene contiene tutto il male.
Eppure è bene il bene, puro effetto.

Così la vita scorre e si rinnova,
sorprende, si ribalta, spiana strade,
svolta e riprende sempre e vola sopra
la paura nostra di esserci e non sapere come,
creiamo storie, creiamo vita, cancelliamo
ricordi amari ed incertezze, sappiamo
che una fine c'è per tutti, ma oggi
e tutti i giorni, da domani, saremo
piccoli spiriti d'incantesimo dei corpi,
invecchieremo in magico sorriso,
scriveremo una storia che ci supererà
e che vivrà oltre la nostra età, sarà
di più di noi, saremo qui senza più esserci,
forse è questo che sgomenta, perchÈ soltanto,
amore mio, quel che creiamo potremo dargli
un nome, indicargli una strada e poi noi due
insieme sempre, per sempre ancora scomparire.

Mia piccola madonna, io ti lodo,
amore mio, bambina e madre, 
acqua ed approdo della vita,
l'angelo t'accompagna, io lo vedo,
ha il tuo sorriso e la tua innocenza,
sfiora il mio cuore stanco e mi rinnova,
alita nel mio alito anice ed ambra.
L'anima mia canta silenziosa, di te,
vaso ed essenza, prisma, cristallo,
iride perfetta, fulmine chiaro, mia rosa
rossa, trapunta d'esistenza, mia verità.

Malachia benedice il bambino

Aleksander dolcemente abbraccia Rebecca

Daniel continua a fumare sdraiato a terra

Ervin accenna una ninna nanna dolcissima

senza parole

mentre questo sogno

svanisce







IX

Tempo presente

Mattina

Rebecca ed Aurora
sulla riva
guardano il mare
verso l'isola



AURORA
Tu ci sei mai stata
laggiù
nonna

REBECCA
Ogni notte

AURORA
Come ogni notte

REBECCA
Ogni notte
in sogno

AURORA
Ah
In sogno

REBECCA
Ci torno ancora
e lo rivedo

AURORA
Ieri sono venuta
qui

Mi piace
Ma mi fa paura anche

Il mare è bello
Ma l'isola

REBECCA
A volte
quando la giornata
è troppo chiara
e c'è vento
un vento leggero
senza odore
allora sembra
di vedere qualcuno
laggiù E arrivano
voci Non si capiscono
le parole ma sembrano
voci d'uomini
Viene voglia di chiamarli
Ma se lo fai
tutto scompare
le figure
le parole

AURORA
Ieri
Ho sentito
un grido
un grido strano
come d'animale
Mi sono spaventata
Però forse
me lo sono immaginato

REBECCA
Non devi venire qua
da sola

AURORA (senza farsi sentire)
Non ero sola

REBECCA
L'hanno chiamata
Kren
Assurdo

AURORA
Come la salsa di rafano

REBECCA
Eh sì
Ridicolo
E atroce

AURORA
Perchè
l'hanno chiamata così

REBECCA
A un certo punto
Quando tutto stava per finire
hanno portato

PAUSA







X

Tempo passato

Si sentono in crescendo
sempre più forte
grida
d'animali

DANIEL
Li avete sentiti

ALEKSANDER


ERVIN
Fanno paura quelle grida

MALACHIA
Non sono uomini

DANIEL
Maiali

ERVIN
Maiali

DANIEL
L'isola è piena

Tutti tranne Malachia
vanno a mettersi in posizioni più alte
per riuscire a vedere

MALACHIA
Se qualcuno adora la bestia
e la sua immagine
e accetta il marchio
sulla sua fronte o sulla mano
berrà egli il vino del furore di Dio

ALEKSANDER
é vero
Sono tantissimi

MALACHIA
che puro sta versato 
nel calice della sua ira
e fuoco e zolfo saranno il suo tormento

ERVIN
Troppi


MALACHIA
davanti ai santi angeli
e davanti all'Agnello

DANIEL
Hanno invaso l'isola

MALACHIA
Il fumo del loro tormento
salirà per i secoli dei secoli
Giorno e notte non avranno riposo 

DANIEL
Che cosa farfugli prete

MALACHIA
Egli aprì la voragine dell'Abisso
e da essa salì un fumo 
come il fumo di una grande
fornace
Il sole e l'aria s'offuscarono 
per il fumo della voragine 

ALEKSANDER
Non c'è più nessuno 
Sono andati via
Sono scappati

ERVIN
Che dici

DANIEL
I soldati

ALEKSANDER
I maiali hanno lasciato
soltanto i maiali

DANIEL
Centinaia di maiali

ERVIN
Gridano
é terribile
Urlano
Atroce
Ho paura
fateli smettere
Basta basta basta

DANIEL
Hanno fame


MALACHIA
Non vi sarà più alcun indugio 

XI


Tempo presente

Sulla riva

Adesso Aurora è con Aleksander

Rebecca è in disparte
guarda il mare
e gesticola come se parlasse 
con qualcuno


AURORA
Siete scappati allora

ALEKSANDER

siamo scappati

PAUSA

ALEKSANDER
Ci abbiamo provato
I maiali erano moltissimi
enormi
inferociti
rabbiosi
affamati


AURORA
Ma c'era il mare
potevate tuffarvi

ALEKSANDER
Era difficile
arrivarci
praticamente impossibile

Il tempo presente
e il tempo passato 
s'incrociano

DANIEL
Sono saltato in aria
Sono volato via
Frantumato
A trent'anni
Sulla spiaggia
Su una mina

ALEKSANDER
Avevano minato tutta 
l'isola Soprattutto
le spiagge e le scogliere
Maiali e mine

I maiali ci preferivano vivi

ERVIN
Volevo soltanto cantare
Volevo soltanto vivere
Ero allegro
Non facevo male a nessuno
Il mio corpo piaceva
anche ai soldati
Gli regalavo qualcosa
Mi regalavano qualcosa
Che male c'è in questo

Non l'ho visto
Mi ha morso
come una furia
Mi ha sgozzato
e divorato
Ma non l'ho visto
Ero già morto


AURORA
Eri simpatico

ALEKSANDER

Ervin
era simpatico
Inoffensivo

é caduto
e già non c'era più

MALACHIA
Volevo corregli incontro
Avrei voluto corrergli incontro
Non ho avuto il coraggio
Sono rimasto fermo
in ginocchio
a pregare
per le mie colpe
per le nostre colpe
per Dio
che ci aveva abbandonati tutti

Ho aspettato
Ho aspettato a lungo
Gli uomini correvano
scappavano
e i maiali li inseguivano
li massacravano
L'odore del sangue era spaventoso
e li eccitava e cacciavano
e mangiavano Con furia

Poi sono arrivati a me


AURORA
Tu ce l'hai fatta nonno
Ti sei tuffato

ALEKSANDER
Non lo so come
Sono scappato
correvo correvo correvo
saltavo come un pazzo
Ho inciampato
E ne è arrivato uno
mi ha morso
alla coscia
E c'erano corpi sotto di me
intorno a me
e la bestia ha cominciato
a mordere all'impazzata
ed io mi sono rotolato
mentre agguantava
altra carne che non era
la mia
E ho ripreso a correre
E senza sapere come 
evitavo le mine
Ne è arrivato un altro
e stava per saltarmi addosso
ma io non mi sono fermato
e ho sentito un'esplosione
ma io non mi sono fermato
E poi sono caduto
il mio corpo è precipitato
nell'acqua

Rebecca
ho pensato


REBECCA
L'acqua
l'acqua fredda
l'acqua scivolosa
ti porta amore mio
fra le sue braccia
l'acqua ti culla
t'accarezza e lava

Eri freddo amore mio
purificato

I pesci hanno pianto
le alghe t'hanno ricamato
collane e abiti le conchiglie
Sorridevi ma eri triste per sempre
e scrivevi versi sulla spuma delle onde

Eri bello amore mio
quando t'hanno trovato

Me l'avevi promesso
sei tornato

Sei qui con me per sempre

Non so piangere
Non so gridare
Non so più nulla

Solo che ancora

ogni giorno ancora

ogni momento

ti amo



XII

Tempo presente

Mattina

Rebecca ed Aurora
sulla riva
guardano il mare
verso l'isola



AURORA
Io l'ho visto sai

REBECCA
Sì lo so
é colpa mia
Non riesco a dimenticare

Ogni notte

AURORA
Anche tu lo vedi

REBECCA
E ci parlo

AURORA
L'avevo capito sai
Prima credevo che ero io
che m'immaginavo tutto
Lo vedevo
Gli parlavo
E anche tu lo vedevi
anche tu gli parlavi
perchÈ ero io che m'immaginavo tutto
Ma tu c'eri veramente

REBECCA
Lo vedo sempre

AURORA
Ieri sono venuta
qui con lui

Il quaderno che leggi sempre
la sera era suo vero

REBECCA
Era suo
Me li hanno portati dopo
Li avevano trovati là
Quando sono tornati
dopo molto tempo
Prima di ricoprire 
tutto
con la calce
bianca

AURORA
E i maiali

REBECCA
Erano morti anche loro
Si erano sbranati a vicenda
Erano affamati e impazziti
Si sentivano le grida
facevano paura
Poi c'è stato silenzio
E abbiamo preferito non pensarci
C'erano andati con un elicottero
Ma avevano visto tutto quel macello
Nessuno vivo
E i maiali inferociti
Se ne sono andati
Solo dopo
quando le bestie erano morte
sono tornati
a bonificare
Hanno coperto
tutto con la calce

AURORA (piano)
Kren

REBECCA
L'hanno chiamata
Kren
dopo
per questo
per la calce

AURORA
Non mi piace
il kren

REBECCA
Neanche a me
Non più

AURORA
E i taccuini
te li hanno portati da là

REBECCA
Li hanno trovati
in una baracca
Nascosti sotto una tavola
del pavimento Era smossa
e hanno voluto controllare
se per caso qualcuno s'era nascosto
s'era salvato Ma non c'era nessuno
Solo quei tre quaderni
di Aleksander
Erano per me

C'era sopra il suo nome
E li hanno portati a me


PAUSA

AURORA
Forse sono loro
forse sono le parole
di Aleksander
che ce lo fanno sembrare
vivo
E ci portano laggiù
Quando erano vivi

REBECCA
Lui è vivo per me
Vivo veramente
Non posso accettare
che non ci sia
Non voglio

AURORA
Mi sarebbe piaciuto
conoscerlo

REBECCA
Lo conosci
Ti ho aiutato io

AURORA


REBECCA
Erano persone normali
Non è giusto
Finire così

AURORA
No

REBECCA
C'è qualcosa per te
sai
Da parte sua

AURORA
Per me
Com'è possibile

REBECCA
Non lo so
Ma c'è una lettera per te
nei suoi quaderni
Erano tutte lettere
Tutte per me
Rebecca amore mio
iniziavano tutte così
Tranne due
Figlio mio
una iniziava così
Figlio mio
Non so come abbia fatto
a saperlo
che ero incinta
quando l'anno preso
Ed è nato tuo padre
E poi dopo più di vent'anni
sei nata tu
Aurora che verrai
Comincia così
Aurora che verrai
é per te

AURORA
Non è possibile

REBECCA
é così
Non so come sia possibile
Ma è proprio per te
Aurora che verrai
figlia di mio figlio
figlia della figlia
d'un altro come me
fanciulla nuova di un epoca che non vedrò
Tu sei il seme piantato che il vento trasporta
attraverso le vite passi e vai al futuro
Potrai scegliere ed essere libera potrai
vivere senza paura forse con timore sempre
con rispetto Ed i tuoi occhi saranno limpidi
il mare potrà specchiarti senza vergogna
Il tuo sorriso sarà la gioia della mia speranza
Le prigioni cadranno Gli iniqui moriranno
Anche gli onesti non saranno più Ma tu
sarai per loro e avrai fratelli e avrai sorelle
ed avrai figli ancora e dovrai credere nella luce
Porterete nel cuore la pace porterete sulle vostre
labbra dischiuse baci di parole che saranno tutte
poesia vivente sulla terra La tua vita Le vostre 
esistenze dovranno essere la ragione del nostro
sacrificio Non dimenticarmi Non dimenticateci
Abbiamo sofferto e siamo morti non per voi
ma per tutti noi che adesso siamo nel vostro
sangue nel vostro respiro nella memoria vivente
dei vostri corpi rinnovati Aurora che verrai
bambina e madre ti vedo e mi sorridi hai la grazia
negli occhi la grazia di Rebecca Io ti vedo
non so come possa accadere Forse ti sogno ma so
che tu sei la mia Aurora che verrà Ti vedrò
con gli occhi dell'amore che Rebecca avrà per te
come vedo mio figlio adesso attraverso i suoi occhi
ed i suoi sogni che arrivano a me 
Aurora che verrai
e mi conoscerai guardando il mare 
sorridimi 
io ci sarò


Durante la lettura della lettera
Aleksander si è avvicinato
Anche Malachia Daniel ed Ervin
sono presenti

Alla fine della lettera Aleksander
da la mano ad Aurora
che lo vede e sorride


CORO

S'incatenano i giorni e le nostre speranze,
s'aggrovigliano i sogni come sabbie e sterpaglie.

A volte soffia un vento che non sai dove nasce,
un vento che smuove le ossa e dà freddo e sudore.

Nei condomini le finestre rimandano voci e grida
che non sai mai se reali oppure è solo una partita.

Nelle notti bizzarre e lunghissime i pensieri soltanto
inventano nuove illusioni, impeti nati dal silenzio
ed infine il sonno quasi infastidisce perchè ruba
quell'alito nuovo dell'anima magicamente rinnovata.
Ma il corpo è stanco e l'anima bambina deve riposare.

Domani il corpo rinfrancato sorreggerà l'anima stanca,
sconvolta dagli eventi incontrollabili che solo la notte
illude di sconfiggere. Dulcinea sogna di notte mentre
Chisciotte galoppa e stancamente combatte sulla strada,
alle fermate dei tram trancia binari e cavi elettrici,
ogni giorno, e Sancho se ne frega, apre il suo negozietto
ogni mattina e d'estate va in spiaggia a fare il bagno.

Canzoni tante alla tivù, chanson de geste nessuna
in questo mondo che deriva indietro, come fosse inclinato
privo di leggi naturali, privo di cielo e un firmamento nero
senza stelle, avvolge tutto con paura e indifferenza.

Un uomo, ogni tanto, sul fare del giorno, sale in terrazza
a salutare gli astri dimenticati, le fiammelle si stingono
e all'aurora quell'uomo ha nostalgia della sua vita.
Quando il sole spietatamente appare, allora con rabbia
invoca il fulmine, lo chiama con grida che lacerano
le risacche lontane e gli echi perdutamente ansiosi,
lo esige disperatamente. Solo giunge un gabbiano
con la carogna d'un topo stretta dal suo becco, volteggia
poi scompare fra le antenne. Bellezza e orrore ancora
affermano il dominio sconcertante. C'è odore di caffè che sale
dal basso della vita. L'uomo rimane là. Ma dopo, scende.

Eppure è bello vivere, si dice, lo si sente, è bello
ed è struggente, non basta mai la vita anche così
spietata, meravigliosa cuccia di stupore continuo,
ostinata faccenda da portare a compimento sempre
con lacrime e sorrisi regalati, inflitti, desiderati, come
un romanzo che si scrive su di noi, come un quadro
dentro la rete d'un pittore sconosciuto, ci appare
insensato il romanzo, informe il quadro eppure
noi ci siamo come modelli eterni e inconsapevoli.
Con un presagio forse, un estremo barlume quando
un bambino prova ad alzarsi e noi con una mano
con forza e con timore l'aiutiamo a reggersi
e ridiamo mentre con passi incerti il piccolo
comincia a camminare verso non sa che cosa.

Forse per questo i vecchi rimbambiscono,
o s'abbandonano al nulla ed al silenzio,
per mantenersi sani, ritrovare innocenza,
dimenticare i giorni ed inventarsi uno spiraglio
grande, un'iride del cuore che s'irraggia
e con un soffio poi volano al fulmine lontano,
mentre sulla terra continua a cadere la polvere,
mentre nel cielo continuano a splendere stelle dimenticate.

Non siamo sogni, ma vorremmo esserlo
e sgomenti, con geometrica crudeltà, li distruggiamo.
Eppure sono qui con noi, siamo noi i sogni di noi stessi,
non desiderare dovremmo, non esaudire ma esistere soltanto
seguendo il respiro dell'angelo che ci sogna, lui sì ci sogna,
essere soffio leggero, latte di noi stessi, caldi diamanti,
semplici e sublimi come nasciamo, come muoriamo,
nella gloria senza gloria del fulmine purificatore, 
che è, da sempre e per sempre, nascosto ai nostri occhi.





E poi come un incanto
Aleksander
guarda Rebecca
e sorride

poi gli scappa da ridere
leggermente
come un sollievo

Tutti si guardano
e ridono 
leggeri
come rondini
che non hanno casa
e vivono nel cielo

Lo stesso cielo di ogni paese
da qui fino a Baghdad
ed oltre

Fine


* * *


NOTA
Lo spazio è unico e indeterminato.
Passato e presente coesistono sempre, fisicamente.
Ciò vuol dire che i personaggi sono sempre presenti in scena.

I cori sono poesie di Aleksander.
Possono essere dette da lui oppure da tutti, a scelta.

* * *