La banda dei quattro

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Teatro Comico Italiano

LA BANDA DEI QUATTRO

COMMEDIA IN DUE ATTI

Autore:

Camillo Vittici

Iscrizione S.I.A.E. N.118123

(In caso di traduzione dialettale si prega di specificare alla SIAE il titolo originale dell'opera)

PERSONAGGI

Natalina

Ospite dell’ospizio

Teresa

Ospite dell’ospizio

Anselmo

Ospite dell’ospizio

Dante

Ospite dell’ospizio

Simona 

Una barbona

Andrea

Un impiegato

Nadia

Una impiegata

                                         La storia si svolge …

                          Primo atto                          In un parco

                         Secondo atto                       In una banca

La storia

Quattro vecchietti dell’Ospizio si sono messi in testa di formare una banda per compiere delle rapine. Il tutto per avere dei fondi per poter soddisfare i loro piccoli desideri e le loro aspirazioni. La fortuna, tuttavia, non è dalla loro parte; la loro inesperienza, dabbenaggine e ingenuità li porta ad essere loro stessi vittime di una barbona che prima avevano tentato di rapinare e poi, in un impeto di generosità e commozione, aiutato. Ritorneranno così scornati al loro Ospizio rinunciando alle loro stravaganti e gloriose imprese.

PRIMO ATTO

(Un parco; una panchina. I quattro entrano in scena in punta di piedi. Dante è balbuziente e si aiuta con un bastone. Teresa ha le mani tremanti per il Parkinson)

DANTE: E anche oggi ce l’abbiamo fatta… (Fa il gesto dell’ombrello e il bastone gli scivola di mano. Lo aiutano faticosamente a riprenderlo)

TERESA: Ma Dante, non devi fare questi gesti; prima di tutto non è educazione e poi lo sai che stai in piedi a malapena. Insomma, sei un po’… limitato

DANTE: Senti chi parla! Proprio tu che hai le mani ballerine che sembrano due farfalle matte per via del tuo Parco di Morbinson

NATALINA: Dante Dante, non si chiama Parco di Morbinson…

ANSELMO: Ma si chiama Morbo di Pakistan!

DANTE: Comunque abbiamo fregato la direttrice anche stavolta. Tieh! (Stessa scena di prima)

ANSELMO: E’ ora di finirla di essere trattati da carcerati!

TERESA: Basta con l’ora d’aria in un giardino spelacchiato!

DANTE: Rifiutiamo quella sbobba di minestrone che ci danno tutte le sere!

ANSELMO: Basta col rosario prima della cena e tutte quelle litanie che non finiscono mai!

NATALINA: E’ giunta l’ora che ci prendiamo la nostra libertà, la nostra indipendenza, la nostra individualità!

DANTE: Viva l’Italia!

NATALINA: Cosa centra Viva l’Italia Dante?

DANTE: Mi sembrava che, a questo punto, ci stesse bene…

NATALINA: Liberiamoci dalla schiavitù!  (Declamando). Libertà vò cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta!

TERESA: Cos’è sta roba? Sei diventata un poeta Natalina?

NATALINA: Ignorante! Questi sono versi eccelsi della Divina Commedia. È di Dante…

ANSELMO: Non pensavo che Dante sapesse scrivere queste cose. È vero Dante che l’hai scritta tu?

NATALINA: Guarda Anselmo che era un altro Dante, non lui. Lui è vivo mentre l’altro Dante è morto e sepolto da un bel pezzo

DANTE: Poveretto… Adesso sarà sicuramente in paradiso

NATALINA: Prima però è passato dall’inferno al purgatorio…

DANTE: Intanto siamo noi che continuiamo a stare all’inferno

ANSELMO: Hai ragione Dante, chissà quando ci toccherà evadere da quell’inferno di ospizio per vecchi in cui ci hanno rinchiuso

TERESA: Mica tanto rinchiuso; non siamo fuori?

DANTE: Siamo fuori perché siamo evasi dalle grinfie della direttrice e ci godiamo qualche minuto di libertà, ma poi ci dovremo ritornare…

ANSELMO: Che strano…

TERESA: Strano cosa Anselmo?

ANSELMO: Stavo pensando che tutti vogliono diventare vecchi, ma non sanno quello che li aspetta. L’unica cosa che ci interessa adesso è fare quattro passi al di fuori dell’ospizio. Quando eravamo giovani però…

DANTE: Ti ricordi Anselmo quando eravamo giovani?

ANSELMO: Sì, qualcosa mi ricordo… Ti ricordi Dante quando nel 42 eravamo militari e ci mettevano il bromuro nel caffè per evitarci certe tentazioni?

DANTE: Certo che me lo ricordo… Tutte le mattine il bromuro nel caffè

ANSELMO: Beh, mi sa tanto che quel bromuro stia facendo effetto adesso…

DANTE: Sicuramente non sono quelle due qua che ci fanno venire le tentazioni

NATALINA: Ma di cosa stai parlando depravato?

DANTE: Comunque la settimana scorsa sono uscito da solo per adocchiare se potevo cuccare qualche femminuccia, magari anche su di età; sono saltato dalla solita finestra al pianterreno, sono sceso sul marciapiede e, magari non ci crederete, ma ho salvato una vecchietta da un maniaco

NATALINA: Bravo Dante! Hai proprio fatto una buona azione

ANSELMO: Spyderman ha colpito ancora!

TERESA: Chissà quante gliene hai suonate col tuo bastone…

DANTE: Invece no; sono io che ho preso un sacco di botte

TERESA: Ma va! Dal maniaco?

DANTE: No, dalla vecchietta. Gridava: 'Fatti i fatti tuoi! Fatti i fatti tuoi!'".

TERESA: Adesso però godiamoci in pace questo momento di libertà

DANTE: Certo che essere fuori e non poterci comperare nemmeno un gelato…

ANSELMO: Un lecca lecca…

TERESA: Un croccantino…

NATALINA: Il croccantino proprio no! E come la metteresti con la dentiera? I granellini si infilerebbero sotto e rischieresti di spararcela in faccia al primo starnuto

TERESA: Niente croccantino allora

DANTE: E con i soldi come faremmo? Abbiamo le tasche più vuote di una scatola di sardine senza sardine. O forse no… Guardate io 50 centesimi li ho…

NATALINA: E io un euro e venti

TERESA: Io non ho proprio niente; sono sempre la più sfigata della compagnia. E tu Anselmo?

ANSELMO: Mi sa che io sia il più ricco del gruppo! È venuta a trovarmi mia figlia e mi ha messo in tasca la bellezza di 5 euri! Mi ha detto che avrebbero dovuto bastarmi almeno per un mese per i miei personali piaceri. Eccoli qua! Mica li ho consegnati alla direttrice

NATALINA: Dobbiamo reagire all’ostracismo di quell’arpia! Non abbiamo soldi? E noi ce li procureremo!

ANSELMO: Vuoi assaltare una banca Natalina?

NATALINA: Una banca no; non avremmo le gambe adatte ad attuare una fuga. Dovremmo accontentarci di qualcosa di meno…

DANTE: Ho un’idea!

TERESA: Senti Dante, le tue idee sarebbe meglio che le tenessi per te. Non ne hai mai una giusta

ANSELMO: Comunque sentirla non ci costa niente

TERESA: Allora sentiamo questa idea

DANTE: Io avrei pensato di formare una banda

ANSELMO: Una banda musicale? Senza strumenti?

TERESA: Nella sala della musica ci sono dei pifferi; potremmo usare quelli

DANTE: Macchè banda musicale! Una banda vera e propria, come quelle che si leggono sul giornale

NATALINA: Vorresti dire… vorresti dire una banda di rapinatori?

DANTE: Sì, proprio quella! Lo vedi che tu, che sei l’intellettuale della compagnia, l’hai capito subito?

TERESA: Una banda di rapinatori? E cosa dovremmo rapinare?

ANSELMO: L’idea non è malvagia; ci vorrebbe un piano…

TERESA: Impossibile; pianoforti non ne abbiamo, solo pifferi

ANSELMO: Ma non parlavo del piano… quello che suona, ma un piano… come dire…

NATALINA: Ho capito… un piano d’azione per mettere a punto le nostre rapine. Idea ottima e originale; complimenti Dante

TERESA: E se ci beccano? La sentiremmo la direttrice

NATALINA: Il punto non è quello, ma dobbiamo pensare anche alle conseguenze. Comunque vi assicuro che non potrebbe capitarci un bel niente

ANSELMO: E la prigione?

NATALINA: Macchè prigione! Siccome tutti abbiamo un’età che si aggira sugli 80 anni non andremmo sicuramente in prigione; la legge lo prevede

DANTE: Se lo dici tu che leggi tanto… Ma la legge cosa prevede?

NATALINA: Prevede che al limite ci darebbero gli arresti domiciliari

TERESA: E dove andremmo a finire?

NATALINA: Dove andremmo a finire? Andremmo a finire semplicemente dove siamo adesso

ANSELMO: Quindi… ancora all’ospizio

NATALINA: Esattamente e per noi non cambierebbe proprio niente! Siamo liberi e autorizzati a delinquere!

TERESA: Licenza di rubare!

DANTE: Licenza di non andare in galera!

TERESA: Mi sembra già di leggere i giornali… “La banda dei quattro ha fatto un’altra rapina”

NATALINA: Un’altra rapina… Cominciamo almeno con la prima poi organizzeremo le altre

TERESA: Mi piace la cosa, mi stimola…

DANTE: Ma che stimoli vuoi avere tu che hai 80 anni! Lascia perdere gli stimoli che i tuoi ormoni ormai sono già morti e sepolti

TERESA: E i vostri no? Guardate che siamo tutti lì, eh! Ma cos’hai capito? Mi stimola il fatto di far parte di una banda! Io sarò la primula rossa…

NATALINA: Veramente dovresti essere la primula grigia, anzi, quasi bianca. Primula poi… Magari crisantemo! Ad ogni modo dobbiamo organizzarci. Per prima cosa ci vuole un palo

ANSELMO: Un palo? E dove vuoi che andiamo a procurarci un palo?

DANTE: Basterebbe usare uno come quello là

TERESA: Quale quello là?

DANTE: Quello della corrente. Si staccano i fili, si strappa il palo…

ANSELMO: Scusa Natalina… Ma cosa ne faresti di un palo?

TERESA: Magari per sfondare la porta di una banca…

NATALINA: Dicesi palo colui che rimane fuori dal luogo in cui si sta compiendo una rapina e che avvisa se è in arrivo una gazzella

DANTE: E da dove dovrebbe venire la gazzella? Dallo zoo?

NATALINA: Dicesi Gazzella l’auto dei carabinieri

DANTE: E come li avvisa? Col cellulare? Guarda che qui, nessuno di noi ha un cellulare… E se trova occupato?

NATALINA: Macchè cellulare; basterebbe un fischio. Potresti farlo tu Teresa. Sai fischiare?

ANSELMO: No, non ho mai imparato, ma se mi metto d’impegno in 15 giorni potrei imparare

NATALINA: No, troppo tempo. Queste cose è meglio farle subito e toglierci il pensiero

DANTE: Basterebbe urlare.”Arrivanooo!”; è tutto più semplice. Potrei farlo io

NATALINA: Certo; è la volta che ci prendono subito

TERESA: Perché?

NATALINA: Perché tu sei balbuziente e, prima che riesca a gridare, chissà quanto tempo ci vuole; saremmo già legati, ammanettati e impacchettati a dovere. No, ci vuole qualcuno di polso, qualcuno più deciso, qualcuno che nella vita non ha mai avuto grandi emozioni, con carattere forte, qualcuno che nella vita ha affrontato un duro lavoro. Forse è la tua occasione Anselmo. Cos’hai fatto prima di andare in pensione?

ANSELMO: Un lavoro certo che l’ho fatto, ma non è stato per niente duro

TERESA: Magari hai fatto l’impiegato…

DANTE: O magari il portinaio di un ministero…

ANSELMO: No no, non era un lavoro duro. Facevo il collaudatore

NATALINA: Però… il collaudatore… E di che cosa?

ANSELMO: Lavoravo in un’industria che produceva rotoli di carta igienica

NATALINA: E quindi?

ANSELMO: E quindi dovevo collaudare tutti i nuovi tipi di carta igienica per valutare la robustezza, la morbidezza e la resistenza

TERESA: E come facevi a collaudarla?

ANSELMO: Stavo seduto tutto il giorno sul water e… la collaudavo

DANTE: Scusa, ma non ho capito una cosa…

NATALINA: E’ difficile Dante che tu capisca qualcosa. Se vuoi te lo spiego io…

ANSELMO: C’è poco da spiegare… Per collaudarla… ogni mattina, invece del solito caffelatte con i biscotti, dovevo prendere una purga che sarebbe poi servita, durante la giornata, per il collaudo. Ecco perché vi ho detto che non era un lavoro… duro

TERESA: Povero Anselmo… e così tutta la settimana

ANSELMO: No, tutta la settimana no; la domenica potevo far colazione col caffelatte e coi biscotti

NATALINA: Certo che sempre la stessa purga ogni mattina…

ANSELMO: Veramente non era sempre la stessa purga ogni mattina, ma ogni giorno si cambiava

TERESA: Meno male…

ANSELMO: Un giorno la Magnesia San Pellegrino, un giorno l’olio di ricino, l’altro il confetto Falqui, un altro la Dolce Duchessina…

DANTE: Ma perché cambiavi sempre il tipo di purgante?

ANSELMO: Dipendeva dal tipo della carta da provare. Da quella resistente a quella più leggera. Pensate che un giorno l’operaio che doveva passarmi un rotolo nuovo si è sbagliato. Dovevamo provare il tipo “morbidoso”. E lui, quel pirla, non mi ha dato un rotolo di carta vetrata? Io non mi sono accorto subito, ma, quando l’ho… collaudata, che male ragazzi! Ho dovuto mettermi in malattia per una settimana

TERESA: E nel frattempo la fabbrica?

ANSELMO: Hanno dovuto mettere tutti gli operai in cassa integrazione per sette giorni

DANTE: Eh, lo so cosa vuol dire fare il collaudatore…

NATALINA: Perché? L’hai fatto anche tu?

DANTE: Certo che l’ho fatto anch’io e per 40 anni!

TERESA: E dove lavoravi?

DANTE: In una fabbrica di supposte

TERESA: Di supposte?

DANTE: Sì, di supposte. Insomma… dovevo provarle personalmente tutte. Con quelle piccole non c’era problema, ma ce n’era qualcuna di quelle grosse che non riuscivo proprio a digerirle

ANSELMO: A digerirle? Mica le mangiavi!

DANTE: Mangiarle no, ma a volte mi bloccavano tutto. Avevo la pancia e lo stomaco che sembrava un pallone. Per non parlare di quelle che bruciavano come il fuoco. Ogni tanto i miei compagni mi facevano uno scherzo e, prima di passarmele per il collaudo le intingevano nel peperoncino. Altro che la tua carta vetrata… Dovevo stare a mollo per un paio d’ore nell’acqua fresca…

DANTE: Io però non ho capito una cosa… Spiegamela tu Natalina che sei la più intelligente del gruppo… Non ho mai capito perché per le emorroidi si prendono le pastiglie e per il mal di testa le supposte

TERESA: Le vie del Signore sono infinite!

NATALINA: Basterebbe che avessi visto in televisione qualche programma di medicina per sapere tutte queste cose

DANTE: Certo che li vedo! Nell’ultimo c’erano anche delle ballerine…

ANSELMO: In un programma di medicina?

TERESA: Saranno state le Veline... le Letterine…

DANTE: No, erano le Suppostine

NATALINA: Sentite, lasciamo perdere le vostre esperienze passate e le domande sceme di Dante. Comunque il palo, qui, non è idoneo nessuno a farlo. Dovremo cambiare tipologia di rapina

ANSELMO: Quindi niente banche e niente auto portavalori

TERESA: Niente cassaforti…

DANTE: E niente gioiellerie

NATALINA: Dobbiamo pensare a qualcosa di più semplice; magari meno redditizio, ma più sicuro

DANTE: E se andassimo a rubare nella fabbrica dove lavorava l’Anselmo? Lui la conosce bene e potrebbe indicarci la via migliore e più sicura per entrarci

NATALINA: Dante Dante; pensaci bene prima di tirar fuori queste idee. E cosa ruberesti?

DANTE: Beh… la carta igienica

TERESA: E poi potremmo andare a venderla con un carrettino…

ANSELMO: Certo, la potremmo usare come stelle filanti a carnevale…

NATALINA: Per me, ragazzi, l’Altzeimer sta dilagando! Ma li vedreste i giornali? “La banda dei quattro è andata a rotoli. Rubati tre quintali di carta igienica!”

DANTE: Hai ragione Natalina; forse è meglio lasciar perdere la carta igienica

NATALINA: Dovremmo incominciare con qualcosa di più semplice. Magari…

TUTTI: Magari?

NATALINA: Magari… un borseggio tanto per cominciare

DANTE: E cosa sarebbe quella roba lì?

NATALINA: Non è una roba, ma un tipo di furto; un furto con destrezza. Gli si porta via la borsa e la borsetta e noi ci teniamo i soldi che ci son dentro

DANTE: Con… destrezza? Non si può

TERESA: Perché non si può?

DANTE: Non posso fare un furto con destrezza perché sono mancino!

NATALINA: Dicesi furto con destrezza una rapina fatta con velocità, scattante come un cavallo, improvviso come un fulmine, veloce come il vento

ANSELMO: Scusa Natalina, ma chi di noi quattro è come il cavallo, il fulmine e il vento?

DANTE: Io! Io sono tutte quelle cose lì

TERESA: Ma come fai ad essere tutte quelle cose lì se ti tieni in piedi col bastone?

DANTE: Potrei allungarlo, prendere la vittima ad una gamba, farla cadere e voi le portereste via la borsa

NATALINA: No, non funziona. Se quella ti rincorre ti acchiappa subito. Meglio che lo faccia un altro

TERESA: Io! Quello non riuscirebbe ad acchiapparmi. Non faccio per dire, ma sono stata primatista dei cento metri della mia scuola

ANSELMO: Ma quando è stato?

TERESA: Esattamente… 70 anni fa’. O dio, adesso, magari, sarò un po’ fuori di allenamento, ma se mi tolgo la pancera, se mi levo il cerotto Bertelli e mi spalmo sulle ginocchia la pomata dei reumatismi…

ANSELMO: Se riesci a fermare la danza delle mani…

TERESA: Cosa centrano le mia mani?

ANSELMO: Invece di afferrare la borsa gli potresti staccare un orecchio o addirittura un occhio

NATALINA: Lascia perdere Teresa; rischieresti uno strappo muscolare ancora prima di metterti in moto

TERESA: E perché non lo fai tu allora?

NATALINA: Perché io sono la mente del colpo e voi il braccio e poi lo sapete benissimo che ho l’ernia quasi strozzata e non posso correre. Scartati quasi tutti non rimane che Anselmo. Che ne dici Anselmo?

ANSELMO: Io? Perché proprio io?

NATALINA: Probabilmente perché sei il più sano e scattante

ANSELMO: Ma io ho la prostata ingrossata…

NATALINA: Guarda che la prostata non ce l’hai ai piedi, ma da un’altra parte!

ANSELMO: Va beh, ci posso provare, ma non sono responsabile se va tutto male. E poi come si divide?

NATALINA: Come… come come si divide? Si fa cassa comune

TERESA: Qui, più che cassa comune, si fa cassa da morto se ci prendono. Prenderemo tante di quelle legnate che la metà basterebbe

NATALINA: Zitti! Sta arrivando una signora. Ha la borsa a tracolla. Su, svelti; è ora di agire. Noi tre ci nascondiamo dietro la panchina pronti ad intervenire in caso di difficoltà e tu Anselmo, al momento opportuno, scatta!

ANSELMO: Come… scatto? Non sono una molla io! Cerco di fare quello che posso. Comunque ci provo

TERESA: Provaci Anselmo; vedrai che andrà tutto bene. (I tre si nascondono dietro la panchina)

ANSELMO: Natalina!

NATALINA: (Da dietro). Che c’è?

ANSELMO: Ho paura…

TERESA: (Da dietro). Tranquillo, ci siamo qui noi a proteggerti

DANTE: Magari, mentre tu fai, noi diciamo una preghierina perché tutto vada bene

NATALINA: Sbrigati che sta arrivando! (Entra Simona, mentre passa Antonio le strappa la borsetta e fugge)

SIMONA: Aiuto! Al ladro! Mi hanno derubata! Disgraziato! Cacchetta puzzolente! Residuo vomitoso! Lombrico schifoso! Torna indietro se hai coraggio! (I tre escono da dietro la panchina)

NATALINA: Oh poverina; cos’è successo?

SIMONA: Che spavento! Mi hanno rubato la borsa!

TERESA: Nooo! Ti hanno rubato… Ma hai visto chi è stato?

SIMONA: Non ha fatto a tempo. È stato scattante come un cavallo, improvviso come un fulmine, veloce come il vento

DANTE: Però… L’ha imparata bene la lezione…

TERESA: Ma che gentaglia! Non c’è più da fidarsi di nessuno

DANTE: Io quei ladri lì li condannerei alla pena di morte

SIMONA: Beh, mi sembra un po’ troppo; magari solo all’ergastolo a vita

NATALINA: Magari in riformatorio

TERESA: Magari li chiuderei in un ospizio per vecchi! Più prigione di quello…

SIMONA: Ma guarda tu; tutto quello che avevo era nella mia borsa e ora… ora non ho più nemmeno quella

TERESA: Ma chi se ne frega della borsa! Secondo me era più importante e di valore quello che c’era dentro

DANTE: Magari un mare di soldi, gioielli, assegni, cambiali… Sarebbe proprio interessante saperlo

SIMONA: Magari! Magari avessi avuto il mare di soldi, gioielli, assegni e cambiali… Ma cosa volete che avesse dentro una barbona che non ha di che vivere, che dorme su una panchina, che vive sui marciapiedi, che soffre di fame cronica?

TERESA:  Sicchè lei… tu…

NATALINA: Tu saresti una barbona…

ANSELMO: Ma certo, mi chiamano Simona la Barbona

NATALINA: O madonna mia! Cominciamo bene!

DANTE: Mica male come inizio carriera… Colpo perfetto! (Rientra Anselmo con la borsa)

ANSELMO: Scusate se mi intrometto… Stavo venendo da queste parti e, sotto un cespuglio, ho trovato questa borsa

SIMONA: E’ la mia, è la mia borsa. Che gentile questo signore che me l’ha riportata! Gentile e soprattutto onesto

ANSELMO: Mi sono permesso di guardare il contenuto per… per vedere se c’era un documento di identità e poterla restituire

SIMONA: Ah, che ridere! Un documento di identità! Ma se non so nemmeno dove sono nata, quando sono nata…

NATALINA: E cos’ha trovato di… interessante nella borsa buon uomo?

ANSELMO: Ecco qua… Un termos…

SIMONA: Lì ci metto il caffè caldo che mi danno alla Charitas

ANSELMO: Uno scampolo di plastica…

SIMONA: Quello mi serve quando piove

ANSELMO: Un paio di vecchie ciabatte…

SIMONA: Quelle me le metto prima di andare a dormire sotto i portici

ANSELMO: E… nient’altro

TERESA: Come nient’altro?

DANTE: Proprio niente… di niente?

TERESA: Soldi, gioielli, assegni, cambiali…

NATALINA: Nemmeno qualche euro?

SIMONA: Magari avessi qualche euro! Mi prenderei almeno un panino. Sono tre giorni che non mangio e ho la pancia che miagola come un gatto in calore

TERESA: Poverina… Tre giorni senza mangiare?

SIMONA: Veramente due e mezzo; ho rubato una mela al mercato, ma ne ho mangiata solo mezza perché, per colmo della sfortuna, ho preso l’unica che era mezza marcia; insomma, il verme si era già mangiato l’altra metà. Si vede che era affamato come me

ANSELMO: Beh, vista la situazione… facendo uno strappo alle nostre regole… io direi di… io direi di fare qualcosa. Rimettiamo tutto in borsa e poi ci aggiungiamo… Che ne dite amici?

NATALINA: Direi… direi che è giusto metterci anche qualcosa di nostro. Io ci metto… il mio euro e venti. Dai, forza Dante, tira fuori i tuoi 50 centesimi

ANSELMO: E io ci metto i miei 5 euri. (Infilano tutto in borsa). Contenta Simona?

SIMONA: Voi quattro mi avete proprio commossa. È da un po’ di tempo che non trovo persone come voi; oneste, generose, di animo buono e retto. Magari tutti fossero come voi… Grazie! Grazie! Ora il panino non me lo toglie più nessuno. Prima chiamo Giovanni e poi mangio

NATALINA: Che brava… dividerai il panino con Giovanni?

SIMONA: No, però siamo così poveri che abbiamo una dentiera in due. Comunque, visto e considerato che siete delle buone persone, vi voglio fare un regalo

NATALINA: Tu un regalo a noi?

SIMONA: Beh, ho visto che a soldi neppure voi ve la passate bene… Vi regalo questo sacco; troverete delle cosucce che vi potrebbero far comodo. Sono dei vestiti che mi sono stati regalati da un negozio dopo la stagione dei saldi. Io non li potrei proprio usare. Eccoli qua. (Dal sacco estrae dei vestiti molto eleganti per gli uomini e le donne)

TERESA: Ma quando mai le potremo indossare queste meraviglie?

SIMONA: Non andate mai in discoteca? Qualche party? Una serata di gala?

TERESA: Ma certo… Una sera a Montecarlo, un’altra a Portofino…

DANTE: Un’altra a (Si faccia il nome di un piccolo paese vicino)…

ANSELMO: Un’altra a Ospizio Beach…

DANTE: E se andassimo davvero in discoteca? Io mi lancerei in un ballo sfrenato…

NATALINA: Ma se stai in piedi per miracolo! Che ballo vorresti fare?

DANTE: Il ballo del mattone!

TERESA: Eppure non è una brutta idea… Io sì che potrei lanciarmi in una Disko Dance…

ANSELMO: E con le mani come la metteresti?

TERESA: Come si vede che sei arretrato… Nei balli moderni le mani si muovono di continuo. Vuoi vedere?

NATALINA: No, Teresa; risparmiaci lo spettacolo… (A discrezione del regista si potrebbe inserire un breve stacco musicale di Disko con relativo ballo dei quattro). Comunque questi vestiti ci potrebbero essere utili. Ho una certa ideuzza che mi frulla nella testa… Rimettiamo tutto al loro posto e portiamocelo via. Lo nasconderemo per bene e lo useremo al momento opportuno.

SIMONA: Per me è arrivata l’ora di andare a cuccia. Grazie amici, grazie ancora. Ciao ciao! Buona notte! (Esce. I 4 si siedono sulla panchina)

NATALINA: Certo che come primo colpo non è andato proprio bene…

DANTE: Le vedresti i giornali… “Apprendisti delinquenti si lasciano commuovere dalla vittima”

TERESA: La banda dei quattro è incorsa nel suo primo infortunio

ANSELMO:  Andarono per suonare e rimasero suonati!

NATALINA: A questo punto direi di rientrare all’ospizio prima che si accorgano della nostra fuga. (Si avviano portandosi il sacco)

DANTE: Ciao gelato

ANSELMO: Ciao lecca lecca

TERESA: Ciao croccantino

NATALINA: (Rivolgendosi al pubblico). Ciao gente! Ma state tranquilli; non disperate! Domani andrà sicuramente meglio!

SECONDO ATTO

(Una banca, due tavoli, qualche sedia ai lati e due impiegati. Sul primo tavolo, bene in vista, il cartello “Protesti”, “Cambiali”, “Insoluti”, “Fallimenti”. Sul secondo “Cassa Continua”. Sul proscenio, ancora a sipario chiuso, entrano i quattro vestiti con gli abiti da sera avuti in regalo da Simona. Si lascia alla regia la scelta dei modelli, preferibilmente un po’ pacchiani e molto vistosi)

NATALINA: Allora, riassumiamo; con questi vestiti non potranno certo risalire a quattro evasi dall’ospizio. Noi dovremmo sembrare quattro rispettabili, ricche, benestanti persone. Prima cosa… nessuno si azzardi a parlare; si accorgerebbero dalle voci che siamo dei vecchietti

DANTE: Ma non dobbiamo dire “Questa è una rapina?”

NATALINA: A quello pensa Anselmo; hai detto che ci pensi tu, vero, Anselmo?

ANSELMO: Tutto organizzato nei minimi dettagli. Sarà la rapina del secolo

TERESA: Di quale secolo Anselmo?

ANSELMO: Di questo, no! Mica di quello scorso!

TERESA: Beh, tanto per saperlo…

NATALINA: Nessuna paura che andrà tutto bene; e non tremate!

TERESA: E’ una parola… Non tremate… fai presto a dirlo tu

NATALINA: Mettiti le mani in tasca allora

TERESA: Le tasche non ci sono in questo vestito, però ho pensato a una cosa… A questo. (Apre un ventaglio che teneva chiuso in mano). Così è tutto più naturale

DANTE: Controlliamo gli orologi!

ANSELMO: Quali orologi? Se non abbiamo mai avuto un orologio

DANTE: Nei film i banditi dicono sempre così

m-Guarda Dante che qui non stiamo girando un film, ma si fa davvero

TERESA: Natalina, io però un po’ di paura ce l’ho. Mi scappa…

NATALINA: Ecco, brava, fatti scappare la paura

TERESA: No, non è la paura che mi scappa, ma, per l’emozione, mi scappa la pipì

NATALINA: Non è questo il momento di farla; tieni duro che poi avrai tutto il tempo

TERESA: Ma stamattina ho preso il Lasix e lo sai che effetto che fa…

DANTE: L’importante che tu non la lasci andare mentre scappiamo se no seguono le tracce e ci trovano all’ospizio

TERESA: Speriamo… Di solito ne faccio così tanta… Comunque, per prudenza, mi sono messa il pannolone

NATALINA: Anselmo, ti sei ricordato di prendere il sacco?

ANSELMO: Per farne?

NATALINA: Dove vuoi che li mettiamo tutti quei soldi se non abbiamo il sacco?

ANSELMO: Adesso ho capito a cosa doveva servire il sacco

NATALINA: Oh madonna mia che banda di imbranati. Possiamo usare la tua borsetta Teresa

TERESA: Impossibile; troppo piccola e troppo piena

DANTE: Vorrà dire che riempiremo le calze di nylon

NATALINA: Ma quelle ce le dobbiamo mettere in testa per non essere riconosciuti

DANTE: Vorrà dire che, oltre ai soldi, ruberemo anche una borsa. Di solito i banchieri ce l’anno sempre una borsa

TERESA: E’ vero; hanno sempre in mano la 48 ore

NATALINA: Cala Teresa, è la 24 ore…

DANTE: Magari è più grande e è la 48 ore. Comunque 24 o 48 è lo stesso; ci portiamo via anche quella

NATALINA: E’ giunto il momento! Le calze! (Se le infilano in testa. Teresa ne ha una di lana. La infila e, non vedendo, vaga per il proscenio)

NATALINA: Ma dove vai Teresa?

TERESA: Qualcuno ha spento la luce…

ANSELMO: Ma che calza ti sei messa?

TERESA: Ma che vuoi che sappia io che calze si mettono a fare le rapine! Mi avete detto di portare una calza e io ho trovato questa che uso in inverno. Calze di pura lana vergine. Comunque sto soffocando! Aiuto! (Se la toglie). Che bello… E’ tornata la luce!

ANSELMO: E adesso come facciamo?

NATALINA: Usa il ventaglio; te lo metti davanti alla faccia e fa lo stesso. Allora ripassiamo il piano. Tu Anselmo fai capire, senza parlare, che questa è una rapina

ANSELMO: Nessun problema! Già pensato a tutto. Ho fatto le prove stanotte

NATALINA: Tu Dante fai un balzo sul banco e prelevi tutto quello che puoi

DANTE: Nessun problema! Forse, ecco, ce n’è uno

NATALINA: Quale?

DANTE: Spero di riuscirci a saltare sul banco. L’importante è che mi tenga il bastone. La Teresa cosa fa?

NATALINA: Ma se ve l’ho spiegato mille volte! La Teresa fa il palo e ci avverte se arriva qualcuno

ANSELMO: E tu cosa fai Natalina?

NATALINA: Pensi che non ci voglia qualcuno che tenga in mano un’arma per terrorizzarli?

DANTE: E quale arma sarebbe?

NATALINA: Non preoccupatevi; vedrete che, al momento opportuno, la tirerò fuori

ANSELMO: Comunque adesso un problema c’è… Non riesco a respirare; lo sai che a volte ho le crisi di asma…

NATALINA: E proprio adesso te le fai venire?

ANSELMO: Quando vengono… vengono. Non c’è scritto sul calendario il giorno che vengono

NATALINA: E allora tirati su la calza sopra il naso così respiri e nascondi gli occhi

ANSELMO: Ma… non ci vedo bene lo stesso…

TERESA: E allora cosa facciamo?

NATALINA: Cosa facciamo… Beh, tu stai così; con quella faccia che ti ritrovi penseranno che sul muso hai una maschera. Allora… Pronti?

TUTTI: Pronti!

NATALINA: Avanti tu Anselmo che noi ti seguiamo. (Si apre lentamente il sipario e i quattro entrano in banca. Anselmo toglie dalla tasca una piccola rapa e la mostra al primo impiegato. La regia si può sbizzarrire a suggerire le diverse mimiche…)

NADIA: E voi cosa volete così mascherati?

ANDREA: Mi sa che hanno anticipato il carnevale

NADIA: E questa cos’è? Una rapa? (Anselmo fa segno di no). Una… piccola rapa? (Anselmo fa segno di no). Una… adesso ho capito! È una rapina! (Anselmo fa segno di sì)

DANTE: Finalmente l’ha capito. Mani in alto o spariamo!

NADIA: Ecco, bravi, allora sparite!

ANDREA: Ma con che cosa sparate se non vedo nessuna arma!

TERESA: Dai, mettili sotto tiro! Tira fuori la pistola!

NATALINA: Eccola qua! (Natalina afferra dalla tasca un tirasassi)

ANSELMO: E quella sarebbe la pistola?

NATALINA: Sta tranquillo; questo funziona meglio di una pistola. Un bel sasso dritto in un occhio ti assicuro che fa più male. (Tiene sotto tiro alternativamente i due che stanno a mani alzate. Dante si avvia verso il primo tavolo)

NATALINA: (A voce bassa). Nooo! Non lì! Non vorrai rubare le cambiali! Di là! Alla cassa! Così, bravo…

DANTE: (A voce bassa). Fuori i soldi!

NADIA: Come ha detto? Non capisco; parli più forte

DANTE: (A voce alta). Fuori i soldi, gli euri, almeno le monetine!

NADIA: Spiacente; abbiamo la cassa a tempo e questo è un tempo morto

DANTE: Natalina, ha detto che hanno solo una cassa da morto

NATALINA: In quella ti ci ficco io se continui così

ANSELMO: Aspetta, ci provo io. (Va al primo tavolo). Mentre passa il tempo per la cassa a tempo mi dia quello che ha

ANDREA: Veramente ho solo dei libretti di assegni in bianco

ANSELMO: Allora me ne faccia uno in nero e ci metta una bella cifra

ANDREA: Da quanto?

ANSELMO: Di quanto lo facciamo?

NATALINA: Non so, magari…

TERESA: Io direi di 820 euri

ANSELMO: Perché proprio di 820 euri?

TERESA: Perché ho promesso di comperare il motorino a mio nipote e costa 820 euri

DANTE: Ma non potrebbe andare in bicicletta?

TERESA: No, dice che è faticoso far girare i pedali

NATALINA: Veramente non so se è il caso di farci dare un assegno…

ANSELMO: Facciamo di 1000 euri e non se ne parla più

ANDREA: Ecco qua. A chi lo intesto? A me, Ambrogio…

NATALINA: Ma sei scemo? Vuoi che sappiano tutti chi sei?

DANTE: Allora lo intesti a noi

ANDREA: A noi chi?

TERESA: Lei scriva a noi e poi pensiamo noi quattro a riscuoterlo

ANDREA: Eccolo qua; è un assegno circolare. Passate pure di là alla cassa per riscuotere

TERESA: A me, a me! (Passeggia in circolo per la stanza)

NATALINA: Ma si può sapere cosa stai facendo?

TERESA: Il signore ha detto che è un assegno circolare… (Anselmo gli toglie di mano l’assegno)

ANSELMO: Dai, faccio io, se no qui facciamo notte. (Al secondo tavolo). Prego, versare

NADIA: Spiacente, abbiamo la cassa a tempo

NATALINA: Ancora? E quanto tempo impiega ad aprirsi?

NADIA: Si apre ogni 20 minuti

ANSELMO: E poi la chiamano Cassa Continua…

DANTE: E adesso cosa facciamo?

ANSELMO: Aspettate, un attimo. (Scrive su un foglio). Ecco

NATALINA: Si può sapere cos’hai scritto?

DANTE: Leggi… “CHIUSO PER RAPINA. DI IERI”

B-Perché… di ieri?

DANTE: Perché se scrivo… rapina di oggi tutti sanno che è in corso e chiamano lo Polizia; se sanno che è stata ieri non dovrebbero dire niente. Lo attacco alla porta. Fatto! Adesso siamo sicuri che non entra più nessuno

NADIA: Potevate fare anche senza; è quasi ora di chiusura e non dovrebbe più venire nessuno

ANDREA: Di solito, e sempre all’ultimo minuto, arriva una signora a depositare. Mi sa che manchi solo lei oggi

ANSELMO: E intanto che aspettiamo cosa facciamo?

TERESA: Io mi sarei portata qualche panino. Non si sa mai; se ci venisse appetito visto che salteremo la merenda…

DANTE: Veramente io un po’ di fame ce l’avrei…

DANTE: Allora si mangia!

NATALINA: Veramente… veramente per mangiare ci dovremmo togliere le calze

TERESA: Se volete favorire anche voi…

NADIA: Beh, visto che dobbiamo aspettare… (Tutti si tolgono la calza)

ANSELMO: Mica andrete a dirlo in giro chi siamo, vero?

ANDREA: E chi vi conosce? Che c’è di buono?

TERESA: Un po’ di tutto. Pancetta, mortadella, formaggio… Forza, mangiate!

DANTE: Ma dove l’hai presa tutta questa roba?

TERESA: Dalla dispensa. Ogni tanto si dimenticano di chiuderla a chiave. (Distribuisce i panini)

ANSELMO: No, a me la pancetta no; nel sangue mi hanno trovato il polistirolo e i tricicli

DANTE: Allora dallo a me che io ti do quello al formaggio. È pieno di buchi…

TERESA: Fermi! Per non rovinare i vestiti ho pensato di portarvi anche le bavaglie. (Le distribuisce ai quattro. Le indossano). A voi due no perché non avete abiti di lusso come noi. (Iniziano a mangiare)

NADIA: Ma perché venite a rapinare la banca?

ANDREA: Dovreste essere ricchi a giudicare dai vestiti

DANTE: Non è il monaco che fa l’abito

NATALINA: Ma sei scemo Dante? È il contrario: non è l’abito che fa il monaco

ANSELMO: Rapiniamo le banche perché abbiamo già… un milione e centomila euri e non riusciamo a dividerli per quattro. Così arriviamo a due milioni e sarà più facile

NADIA: E tutto con le rapine?

ANDREA: Rapine in banca?

TERESA: Veramente noi rapiniamo di tutto… Ma le banche le preferiamo

DANTE: La banca del Monte di Pietà, la banca del sangue, la banca del seme, cassette di elemosine, borse delle signore…

NADIA: E si guadagna così tanto?

ANSELMO: Un sacco di soldi

NADIA: E noi Nadia che lavoriamo un mese intero per un misero stipendio

ANDREA: Andrea, m’è venuta un’idea… Chiediamo di associarci anche noi al gruppo

NATALINA: Niente da fare. Ormai la società è stata fatta da un notaio e non si può modificare

NADIA: E come si chiama la società?

DANTE: Società a Delinquere. Tutto legale, eh… chiedetelo al notaio

NADIA: Ma cosa ne fate di tutti quei soldi?

NATALINA: Li diamo in beneficenza

ANDREA: Beneficenza a chi?

TERESA: A noi quattro

DANTE: E poi vogliamo tutti andare al mare che non abbiamo mai visto

TERESA: Io voglio andare a Igea Marina

NATALINA: Perché vuoi andare a Igea Marina Teresa?

TERESA: Perché mi hanno detto che ci sono dei bagnini tutto muscoli e mi è venuta la voglia di fare sesso violento e sfrenato

NATALINA: Sarà meglio che, invece, tu ci metta il freno Teresa. Informati invece se là c’è un altro ospizio magari con gente un po’ meno rincoglionita di dove siamo noi

DANTE: Io voglio andare a fare una crociata

NATALINA: Una crociata? A liberare il Santo Sepolcro? Vorrai dire una… crociera…

DANTE: Sì, quella cosa lì; mi hanno detto che ci sono un sacco di donne e si può cuccare

NATALINA: Ma se mi hai sempre detto che soffri il mar di mare…

DANTE: Vuol dire che la farò al lago

NATALINA: E tu Anselmo?

ANSELMO: Io voglio andare al Mar Morto

NATALINA: Al mar Morto? Perché proprio al Mar Morto?

ANSELMO: Mi hanno detto che lì c’è vita e ci si diverte

NATALINA: Al Mar Morto…

ANSELMO: Ho saputo che da quelle parti ci si diverte così tanto che qualcuno è morto dalle risate. Deve essere per quello che l’hanno chiamato Mar Morto. (Si sente un rumore)

NADIA: Toh, finalmente si è aperta la cassa

DANTE: Forza allora amici che si preleva! (Vanno alla cassa)

NADIA: Mi spiace per voi, ma qui, alla fine di una giornata dove è venuto un sacco di gente a prelevare, c’è poco o niente

ANSELMO: C’è poco… o niente?

NADIA: Vediamo… Ecco qua… 35 euro e 20 centesimi

ANDREA: Mi sa tanto che per arrivare ai due milioni non vi bastano

TERESA: Incominciamo a prenderci questi e poi ripasseremo un’altra volta

NADIA: (Consegnandoli ad Ambrogio). Però dovreste essere così gentili da rilasciarmi una ricevuta. Sapete… non vorrei che la direzione mi facesse storie

DANTE: Mi sembra giusto; dopo tutto è stato così gentile con noi…

NADIA: (Dopo aver scritto su un foglio). Ecco qua; manca solo la vostra firma

DANTE: Comincio io

NATALINA: Ma sei matto? Così saprebbero chi è stato a fare la rapina

TERESA: E allora come facciamo?

NATALINA: Semplice; firmiamo con quattro croci. Forza, firmate anche voi. (Firmano). A questo punto non ci rimane che salutare, ringraziare e portarci via il gruzzolo. (Bussano alla porta)

ANDREA: Oh, è arrivata la signora, il solito nostro ultimo cliente. Prego, si accomodi signora

SIMONA: (Entrando). Grazie, sempre gentili con me. (Vedendo i quattro). Ma… ma noi ci conosciamo o sbaglio? E poi riconosco i vestiti che vi ho regalato

NATALINA: Ma guarda chi si vede, la Simona

TERESA: Sei riuscita a mangiare almeno un panino oggi?

ANSELMO: Sei sempre affamata?

SIMONA: Sapeste ragazzi… Ogni giorno, prima della chiusura, vengo qui per cercare sul pavimento se qualcuno ha perso qualche monetina. L’inverno è alle porte e vorrei comperarmi almeno una copertina, ma mi sa tanto che sarò condannata a morire congelata. Se qualcuno non mi aiuta presto arriverò alla fine dei miei giorni. E morirò lì, sola, abbandonata, distesa su un marciapiede, senza assistenza, senza un funerale, senza il calore di una famiglia; mi getteranno in una fossa comune e il mio spirito salirà nell’alto dei cieli

TERESA: Amici… Pensate anche voi quello che penso io?

ANSELMO: Beh, dopo tutto noi un tetto sopra la testa lo abbiamo…

DANTE: Un letto per dormire

TERESA: Un calorifero nella stanza

NATALINA: Un pranzo e una cena tutti i giorni

DANTE: Anche la merenda…

ANSELMO: E allora?

NATALINA: Allora… (Ambrogio toglie dalla tasca la somma e la mette nella borsa di Simona)

SIMONA: Come posso ringraziarvi amici miei? Penso che, a questo punto, potrei, in segno di riconoscenza, offrirvi un caffè al bar qui di fronte

NATALINA: Ma no, non devi sprecare soldi per noi

DANTE: Ma se proprio insisti…

SIMONA: Insisto e ci andiamo. Permettetemi, però, prima di fare una cosa. Impiegherò solo un paio di minuti. (Va alla cassa, toglie parecchie mazzette di soldi e li versa). Sono 280 euro; li depositi sul mio solito conto e mi dia la ricevuta

NATALINA: Alt! Fermi tutti! Qui c’è qualcosa che non quadra

TERESA: Ma… ma non stavi morendo di fame?

ANSELMO: Ma non sei quella che dorme sui marciapiedi?

DANTE: Ma non facevi la barbona?

SIMONA: Ma certo che faccio la barbona; mi sembra di avervelo già detto

NATALINA: E allora… tutti quei soldi?

SIMONA: Semplice frutto del mio lavoro

NATALINA: Ma che lavoro fai?

SIMONA: Passeggio con la borsa ben evidente a tracolla, mi faccio borseggiare, racconto la mia storia pietosa, tutti mi danno dei soldi e io, a fine della giornata, vengo a versarli. Chiaro no?

NATALINA: Hai capito la Simona la barbona?

DANTE: Mica scema lei…

TERESA: Sicuramente più brava di noi…

ANSELMO: Ma questo è un furto!

SIMONA: Un furto verso chi? Verso voi? Ma voi i soldi me li avete dati spontaneamente; testimoni i due impiegati qui presenti

DANTE: Allora è una truffa!

SIMONA: Una truffa? Vi ho forse venduto qualcosa di falso? Direi proprio di no! Anzi, vi ho anche regalato dei vestiti… Tutto alla luce del sole e dell’onestà!

NADIA: Signori è giunta l’ora della chiusura

ANDREA: Spiacenti, ma ve ne dovete andare

NATALINA: Senti Teresa, tu, che dovevi fare il palo, esci per prima e guarda se fuori ci sono i carabinieri o, peggio ancora, la direttrice che fa sempre questa strada quando va all’ospizio

TERESA: Obbedisco al capo! (Esce. Dopo un attimo si sente Teresa che urla). Fermo lì! Al ladro! Al ladro! (Rientra sconvolta)

NATALINA: Cos’è successo Teresa?

TERESA: Mi hanno scippato la borsa!

ANSELMO: E cosa avevi dentro?

TERESA: Ancora un panino!

DANTE: Ma non ci si può più fidare di nessuno!

ANSELMO: Ma questo mondo è pieno di disonesti!

NATALINA: E’ vero, questo mondo è pieno di ladri!

SIMONA: Non abbattetevi per questo; dopo tutto avete perso solo un panino…

NATALINA: Ragazzi, a questo punto è meglio che rientriamo; l’ospizio è lontano e la strada per arrivarci è piuttosto lunga

SIMONA: Qual è il problema? Ci penso io

DANTE: Perché? Cosa faresti? Ci porti a spalla tutti quattro?

SIMONA: Aspettate. (Va alla porta e fa un fischio). Eccolo il mio autista. L’auto è un po’ vecchiotta, ma funziona ancora bene. Ci staremo comodi tutti cinque

NATALINA: Vorresti dire che…

SIMONA: Che siete miei ospiti fino all’ospizio

NATALINA: Amici, fratelli, ospiti dell’ospizio di San Gaudenzio Martire…

TERESA: Dici a noi?

NATALINA: Sì, a voi, proprio a voi. Che ne dite se continuiamo la nostra vita all’ospizio?

ANSELMO: Con quell’arpia di direttrice…

TERESA: Con quello sbrodola che ci danno per minestra

DANTE: Col dolore di non potere andare al mare…

SIMONA: E quindi?

NATALINA: A questo punto… non ci rimane che farci una morale…

TERESA: (Alternandosi al proscenio con gli altri)

Nel mezzo del cammin di nostra vita

Mi ritrovai in una storia oscura

Che me la feci sotto di paura

Ritrovandomi a fare la bandita!

NATALINA:

Ho formato una banda di imbranati

Sperando di aver soldi e poi gioielli

Per divertire questi tre monelli

Lasciando quell’ospizio di sballati.

ANSELMO:

Ci siam buttati in questo losco vizio.

Ma invece di avere grilli per la testa

E lavorare con la mano lesta

Era meglio restare nell’Ospizio.

DANTE:

Abbiam rubato e ne abbiam fatte tante

Ma abbiamo poi capito una cosina

Dai, prova a farla una rapina,

Ma alla fine rimarrai in mutande!

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