La beffa

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LA BEFFA

LA BEFFA

Breve grottesco di Romeo Lucchini

Personaggi:

Giocondo, Gianni,  Laura,  Paolo


Paolo:

… E tra quelle migliaia di persone che assistevano, tutte lì, impotenti…… tu solo….. Tu e nessun altro?

Giocondo:

Io: nessun altro.

Paolo:

Quando si dice il destino!..... Beh, …. di nuovo tanti complimenti.

Giocondo:

Ti ringrazio, ma adesso basta.

Paolo:

Non schermirti. Sii fiero di quel che hai fatto. Sei l’ammirazione di tutti.

Giocondo:

Immaginarsi!

Paolo:

Certo. Sei troppo modesto. Quanti al tuo posto avrebbero avuto il coraggio di..?... Beh, di nuovo, arrivederci: sono fiero anch’io di essere tuo amico.

Giocondo:

Mah si: sii fiero: ciao. (Paolo se ne va, porta) Uffa!.... se ne è andato, meno male. – E tre. – Speriamo che la serie delle visite: sia finita, altrimenti scoppio (pausa). Credono di farmi piacere coi loro complimenti? – Il piacere, lo spasso, se mai, se lo prendono loro. – Scommetto che fuori di qui se la ridono alle mie spalle. Tal quale come quando mia moglie ha preso il volo. – Lì, li trovi gli amici. Gianni, quello no: ha avuto un po’ di comprensione: ma gli altri! Superficialoni…. E pensare quello che ho passato…. (Campanello) Ah no! Questo lo butto giù dalle scale! (va ad aprire) – Ah sei tu Gianni?

Gianni:

Ciao.

Giocondo:

Chiunque altro l’avrei buttato fuori.

Gianni:

Non sei gentile.

Giocondo:

Scusami, ma mi hanno scocciato alla nausea. – Enrico, Tullio, Paolo: tutti qui, a turno, a congratularsi per l’affare di ieri.

Gianni:

Dovere.

Giocondo:

Un corno! Sono falsi! Se la godono alle mie spalle; ridono.

Gianni:

Sei ingiusto, andiamo! Perché pensi che ti deridano?

Giocondo:

Ma fammi il piacere. Vuoi che non li conosca? Scommetto che li conosci anche tu. – Guarda un esempio: io non sono andato ad indagare: ma appena hanno saputo con certezza che mia moglie mi aveva piantato, all’osteria, con gli amici, si son fatti un sacco di risate. Non lo sapevi?

Gianni:

No, non lo sapevo. Hanno fatto male, certo, Ma sai com’è. Uno magari esce con una battuta di spirito e gli altri lo seguono e non si accorgono di ferire. Come non si accorge di ferire chi ti riporta deformandole, queste cose.

Giocondo:

Sono tutti della stessa risma.

Gianni:

Non penserai che anch’io sia di quelli?

Giocondo:

Ma no; tu no. Sei il solo vero amico che ho. E scusami se sono stato aspro anche con te. (pausa) Beh…. Che volevi? Sei venuto tu pure? …….

Gianni:

A congratularmi.

Giocondo:

Grazie. Sei sincero tu, lo so. Ma se tu sapessi come mi sento ridicolo.

Gianni:

Ridicolo, Giocondo?

Giocondo:

Già ridicolo, anche per il nome che mi hanno imposto: “Giocondo”. Non gliela posso perdonare ai miei, questa beffa.

Gianni:

I nomi si mettono il primo giorno, che c’entra?

Giocondo:

C’entra che non te ne accordi, fin che tutto fila liscio, senza incidenti. Te l’hanno appioppato e non ci fai caso; amen. Ma quando ti capita di commettere una fesseria…

Gianni:

La chiami una fesseria, salvare una persona: in quelle circostanze, a rischio della tua vita?

Giocondo:

Fesseria, fesseria….

Gianni:

Ma è un atto di eroismo, Giocondo.

Giocondo:

Senti, fammi il favore di non chiamarmi più per nome: mi fa un effetto…

Gianni:

Lo sai che sei un bel tipo? Come vuoi che ti chiami?

Giocondo:

Lo so, lo so. Ma da quando me lo sono letto sul giornale, capisci?.... mi pare di averlo scritto in fronte

Gianni:

Non esagerare.

Giocondo:

Guarda, toh! (prende il giornale e legge) “Un atto di eroismo” Ieri nei pressi ecc. …ecc… un uomo avventuratosi in mare con una barca, fu sorpreso e travolto dalle onde provocate da un improvviso temporale e stava per annegare. Il mare paurosamente in burrasca ecc. ecc. … rendeva difficile, se non impossibile, ogni soccorso ecc. ecc…. Quand’ecco un ardimentoso sui quarant’anni si getta ecc. ecc. … e conduce in salvo il disgraziato, fra l’ammirazione della folla che impietrita assisteva impotente alla riva. Il generoso salvatore è certo Pasquali Giocondo e la vittima, strappata a sicura morte, Leone Nesti. Eh? Che ne dici?

Gianni:

Che ti fa onore.

Giocondo:

Un corno! Già quel Pasquali è ridicolo, ma poi Giocondo… Non senti all’orecchio?

Gianni:

Ooooh! cosa vai a tirar fuori su un nome e cognome. E’ come tutti gli altri, no?

Giocondo:

Si, in circostanze normali. Ma nel mio caso, capisci? È una beffa atroce.

Gianni:

Beffa!

Giocondo:

Lo sai, dì, lo sai chi ho salvato?

Gianni

Ma……….

Giocondo:

Lo sai o non lo sai?

Gianni:

(esita) Ma si lo so….

Giocondo:

Allora buttalo fuori!

Gianni:

(per salvarsi) Leone Nesti

Giocondo:

No, no non barare: fuori!

Gianni:

Preferisco…

Giocondo:

Che lo dica io? No devi dirlo tu

Gianni:

Ma non vedo perché proprio io…

Giocondo:

Così, ci ho gusto. Chi ho salvato, sentiamo.

Gianni:

(esita) Leone Nesti…. L’uomo che ti ha soffiato Laura, tua moglie.

Giocondo:

Finalmente. Bravo!

Gianni:

E adesso sei pago?

Giocondo:

Altrochè. Bello quel soffiato, l’hai detto così bene senza ferire.

Gianni:

Bah…. ora parliamo d’altro

Giocondo:

Mai più, non è finita

Gianni:

Ah no? Che c’è ancora?

Giocondo:

Ma è qui che comincia la beffa; il ridicolo! Giocondo che salva Leone. Lamartine, fosse qui, ci costruirebbe una favola.

Gianni:

Ma sei tu che la vedi da questo lato. Gli altri non pensano che all’atto di coraggio.

Giocondo:

Sei ottimista

Gianni:

Logico

Giocondo:

E gli amici all’osteria, dove li metti?

Gianni:

Quelli d’accordo. Ma sono in pochi che sanno che tu e che… Laura ….

Giocondo:

Oggi. Ma domani?

Gianni:

Come domani?

Giocondo:

Prima di tutto ogni “amico” lo dirà almeno a dieci altri

Gianni:

Fissazioni ….

Giocondo:

E la macchia di olio si allarga…. Figurarsi…. c’è anche il telefono

Gianni:

Ti ascolto perché soffri

Giocondo:

Non sviare. Poi domani una telefonata anonima al giornale: “Sapete chi ha salvato quel tal Pasquali Giocon…

Gianni:

Ma no!

Giocondo:

Vuoi scommettere? Troveranno anche le fotografie di tutt’e tre, vedrai. Con un sorriso: da sfruttare da un dentifricio. Che spasso!

Gianni:

Tu soffri. Ami ancora Laura, Giocondo

Giocondo:

Me l’hai letto in faccia?

Gianni:

Ma non solo in faccia. Sei aspro, cerchi di tutto per ferirti, per farti del male.

Giocondo:

Si vede tanto?

Gianni:

Certo. Non disperare, via. Laura è andata da sua madre. Si era invaghita di Nesti, ma l’irreparabile, non è ancora avvenuto.

Giocondo:

Oggi si. Ma domani?

Gianni:

Domani?

Giocondo:

Lui, ieri, all’ospedale, l’avranno pulito, asciugato e messo a letto. Vuoi che Laura non sia corsa al suo capezzale?

Gianni:

Ammettiamo …

Giocondo:

T’immagini la scena? Commozione a non finire: lacrime, schianti e poi il pudore represso fin’ora va a farsi benedire e finisce in un amplesso, un bell’abbraccio

Gianni:

Supposizioni; sempre supposizioni….

Giocondo:

E lui è il vero eroe!

Gianni:

Eroe? Lui?

Giocondo:

Certo. Dirà che quando stava per affogare, non gli importava “niente” di perire; “niente” la gente che si scalmanava per lui dalla riva; “niente” di lasciare questa putrida terra: Ma solo per lei, per Laura soffriva di dover andare sotto.

Gianni:

Ma tu vedi le cose in uno specchio deformante.

Giocondo:

Macchè specchio. Le donne sono sensibili a certe bravate.

Gianni:

Non torturarti più con questi dubbi: non fare l’Amleto

Giocondo:

L’Amleto? (sghignazza) Giocondo. Giocondo! altro che Amleto (bussano) (pausa di sorpresa, poi) Buttalo tu dalle scale, fammi un piacere.

Gianni:

(passi, porta) (sorpreso) Signora Laura!

Giocondo:

(inchiodato) Eh? ….

Laura:

(dimessa, trepidante) Giocondo!...

Gianni:

Io me ne vado, addio

Giocondo:

No, no resta. Vuoi perdere l’occasione?

Gianni:

Laura, che ne dice?

Laura:

Resti, ci tengo. Lei è il miglior amico di entrambi (disagio)

Giocondo:

Sei venuta anche tu per “i mi rallegro” di rito?

Laura:

E per vedere come stai (umile)

Giocondo:

Ah! … speravi una polmonite? Ti deludo subito

Laura:

(rimprovero) Giocondo!...  (e piange)

Gianni:

(rimprovero) Esageri, Giocondo, te lo dico anch’io

Giocondo:

(col nodo alla gola) Hai ragione, sono aspro… avvelenato …. ma più con me stesso che con gli altri…col destino…. (si riprende) Ma tu perché piangi? (Laura piange sempre più) Sei andata a trovarlo? (Laura zitta e piange) Come sta? (pausa) Sta male? (Laura continua a piangere) – Sta male, (risoluto) – Vieni Gianni, andiamo tutti e tre a trovarlo.

Laura:

(pronta) No! Sta benissimo (riprende fiato)

Giocondo:

(stupito) Allora perché piangi? (Laura pianto convulso)

Gianni:

Il miracolo. Giocondo

Giocondo:

(istupidito) Il miracolo?

Gianni:

L’ho capito io….possibile che tu non lo veda?

Giocondo:

Vedi che cosa? …dove? (sempre intontito)

Gianni:

(esplode) Te l’avevo detto che l’irreparabile non era ancora avvenuto, e che eri fuori strada con i tuoi ragionamenti:

Giocondo:

Parla chiaro!

Gianni:

Più chiaro di così. Laura è tornata da te …per sempre. Finito il tuo calvario: finita la beffa, e finita la sua infatuazione per un uomo che non la meritava. Ha capito finalmente che tu vali molto di più di lui ed  è qui…a chiederti …perdono…

Giocondo:

Perdono?

Gianni:

Ma non osa, non sa come cominciare.

Giocondo:

E’ vero Laura?

Laura:

Si, si, ero pazza perdonami …

Giocondo:

Perché sei fuggita da tua madre?

Laura:

Perché tu non t’accorgevi che mi faceva una corte spietata. Mi stordiva di belle parole, di frasi che incantano. Come potevo dirtelo?

Giocondo:

(contraffacendo) I tuoi occhi sono due stelle …le tue manine sembrano quelle di una fata …

Laura:

Così, così …

Giocondo:

Le tue guance sono come il velluto e la tua bocca è un bocciolo di rosa …

Laura:

Ma le sai anche tu. Perché non le dici mai?

Giocondo:

Ma sono cose che no si dicono, ma si pensano, perché se si dicono non si pensano più.

Laura:

Come, come? Ripeti

Giocondo:

Bambina …. Ho capito. Tu vivi fuori dal mondo, in un altro secolo …. Resta qui con me: bisognerà ricominciare da capo tutto.

Laura:

(felice) Giocondo, come sei buono!

Giocondo:

Ma non te ne andrai più un’altra volta? ….perchè uno da levare dall’acqua, mica lo trovo tutti i giorni.

Laura:

(riconoscente) No, no, mai più, mai più, Giocondo.

Giocondo:

Te ne vai Gianni? (Gianni è già sulle scale, gli grida) Dillo agli amici che il beffato stavolta non sono io….ma loro … Hai capito? Diglielo che Laura è tornata; che il mondo non è tutto una fogna….che il sole nasce ancora per qualche cosa….che i campi fioriscono ancora….anche per me….anche per me…. (ritorna) Non ci sente più. Vieni alla finestra. Guardalo come corre. (pausa) Che fa? …. Piange? …. Chissà perché.

                        F  I  N  E