La bella e la bestia

Stampa questo copione


Commedia Musicale in 4 Atti

scritta da Alessandro Ronchini & Claudio Caraffi

I PERSONAGGI:

Belle                                  la bella del paese

La Bestia – Principe       il padrone del castello

Gaston                               “bullo”, pretendente di Belle

Maurice[1]                           padre di Belle

Lumiere[2]                           cameriere tramutato in candelabro

Tockins                              maggiordomo tramutato in orologio

Mrs. Pott                           governante tramutata in teiera

Sig.na Piumina                 cameriera tramutata in piumino

Couturier[3]                         sarto tramutato in metro

Lord Armour                    guardia di origine inglese tramutata in armatura

LeFou[4]                              scagnozzo di Gaston

Jérôme                              altro scagnozzo di Gaston

Medico                              direttore del manicomio

Abitanti del villaggio:

         Fornaio, Libraio, Roger, Fréderique, Elenoire, Joie


PRIMO ATTO

Sipario chiuso.

Il narratore inizia a raccontare la storia mentre alcuni personaggi, sulla scena mimano ciò che sta accadendo.


Narratore: Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un giovane principe viveva in un castello splendente, ma benché avesse tutto ciò che poteva desiderare, quel principe era viziato, egoista e cattivo.

Accadde però che una fredda notte d’inverno una vecchia mendicante arrivò al castello e offrì al principe una rosa in cambio di un riparo dal freddo pungente.

Lui, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto,

rise del dono e la cacciò.

La vecchia lo avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore. Il principe la respinse di nuovo e in quel momento la bruttezza della mendicante si dissolse ed apparve una bellissima fata. Il principe si scusò, ma era troppo tardi; lei ormai aveva visto che non c’era amore nel suo cuore e per punirlo lo tramutò in una orrenda bestia e gettò un incantesimo sul castello e su tutti i suoi abitanti. Vergognandosi del suo aspetto mostruoso, la bestia si nascose nel castello, con uno specchio magico come unica finestra sul mondo esterno. La rosa che gli aveva offerto la fata era davvero una rosa incantata: sarebbe rimasta intatta finché il principe non avesse compiuto ventun’anni. Se avesse imparato ad amare e fosse riuscito a farsi amare a sua volta prima che fosse caduto l’ultimo petalo, l’incantesimo si sarebbe spezzato; in caso contrario sarebbe rimasto una bestia per sempre.

Con il passare degli anni il principe cadde in preda allo sconforto e perse ogni speranza: chi avrebbe mai potuto amare una bestia?


Le luci sono spente, il sipario si apre sul castello. Piano piano le luci si accendano.

Entra il maggiordomo che attraversa il palco ed invita ad entrare la mendicante dall’altra parte. La mendicante fa vedere la rosa al maggiordomo,

in quel momento entra il principe che si blocca, guardando prima schifato la mendicante, e poi, severo, il maggiordomo. Il maggiordomo si scansa lasciando passare il principe che cammina fino a fermarsi davanti alla mendicante. La mendicante tende la mano con la rosa verso il principe. Il principe si fa altezzoso e sfodera un sorriso beffardo, poi torna severo e mostra con l’indice l’uscita alla mendicante.

La mendicante alza l’indice in segno di avvertimento e poi si porta le mani sul cuore.

Ancora una volta il principe mostra con l’indice l’uscita alla mendicante. La mendicante lascia cadere il mantello mostrando di essere una fata. Il maggiordomo scappa di corsa (va a prepararsi per la scena successiva) e il principe si butta in ginocchio ai piedi della fata e pone le mani in atteggiamento di preghiera. Piano piano le luci si spengono e (al buio) gli attori escono.

(Se hanno altre parti nella recita, gli attori cominciano a cambiarsi)

Con calma, viene aperto il fondale del villaggio.

Le luci piano piano si riaccendono e comincia la musica di “Belle”.



Finito il prologo viene tirato il fondale del paese ed entrano i protagonisti.

Belle:   Tutto qui, è un bel paesino

Ogni dì, qui non cambia mai

È così che la gente vive

Con semplicità…

Tutti:   Bonjour, Bonjour, Bonjour, Bonjour, Bonjour.

Belle:   Ecco il fornaio con il suo vassoio

Lo stesso pane venderà

È dal giorno che arrivai

Che non è cambiato mai

Ma che vita è questa qua…

Fornaio: (parlando)Buongiorno Belle, dove te ne vai?

Belle: Buongiorno. Vado dal libraio: ho appena finito di leggere una favola magnifica, c’era una pianta di fagioli e….

Fornaio: Certo, certo. (guardando da un’altra parte) Mario, le baguettes, sbrigati!

Tutti:   Quella ragazza è proprio originale

Con che aria assente se ne va

Lei non assomiglia a noi

Pensa sempre ai fatti suoi

La sua bella testolina non è qua.

Altri:   Bonjour – Buondì – Va tutto bene?

            Bonjour – Salve – Lei come sta?

            Il pane è secco – madame si sbaglia...

Belle:   La vita mia di certo cambierà

Raggiunge il carretto del libraio.

Libraio: Oh, Belle.

Belle: Buongiorno, sono venuta a riportarle il suo libro.

Libraio: Già finito? Ma se te l’ho dato solo ieri?

Belle: L’ho letto tutto d’un fiato!

Comincia a cercare tra i libri e ne trova uno.

Belle: Se permette prendo questo.

Libraio: Questo? Ma se l’hai già letto tre volte!?!

Belle: E’ il mio preferito. Posti esotici, intrepidi duelli, incantesimi, luoghi misteriosi…

Libraio: Se ti piace così tanto, allora te lo regalo.

Belle: Ma signore, non posso…

Libraio: Insisto!

Belle: (accettando) Grazie. Grazie di cuore!

Tutti:   E’ una ragazza assai particolare

            Lei legge sempre, che virtù!

            Chi sa cosa sognerà

            Dove va neanche lo sa

            Certamente un’altra non ce n’è quaggiù.

Belle:   Oh, io sto sognando

            È il momento che amo più perché

            Lei si sta innamorando

            E fra poco scoprirà

            Che lui è il suo Re.

Tutti:   Anche il suo nome esprime la dolcezza

            Più dolce di un creme caramel

            Ha una personalità

            Un po’ strana in verità

            È diversa Belle da tutti noi

            Non è per niente come noi

            Non assomiglia affatto a noi: E’ Belle!

Entra Gaston sparando un colpo di fucile in aria, dopo poco entra LeFou con in mano la preda appena cacciata.

LeFou: Accidenti Gaston che mira! Sei decisamente il miglior cacciatore del Regno!

Gaston: Giusto LeFou, ben detto. E vuoi sapere chi sarà la mia prossima preda? Eccola là..

Indica Belle

LeFou: Chi, la figlia di Maurice, dell’inventore?

Gaston: Proprio lei. È la più bella ragazza del paese, e perciò è la migliore. E chi si deve accaparrare il meglio?

LeFou: Tu, Gaston! Ma come farai a farle dire di sì?

Gaston: Vedrai LeFou, appena le parlerò non saprà resistermi. Del resto quale donna può resistermi?

Alcune ragazze molto frivole che stanno parlando tra loro si accorgono di Gaston.

Fréderique: Oh, mio Dio! Gaston! Quanto è bello!

Joie: Lui è unico, inimitabile, è Gaston…

Gaston: (si avvicina a Belle) Ciao Belle, che fai? (le prende di mano il libro)

Belle: Gaston, posso riavere il mio libro per favore?

Gaston: (cercando di leggere il libro capovolto) Ma come fai a leggere queste cose… non c’è neanche una figura…

Belle: Ci sono persone che usano l’immaginazione…

Gaston: Sarebbe meglio che tu gettassi questi libri. Ormai ne parla tutta la città. Non è giusto che una donna legga, poi le vengono in mente strane cose, può cominciare a pensare…

Belle: Gaston svegliati siamo nel diciottesimo secolo…

Gaston: Che ne diresti se andassimo a casa mia a vedere la mia collezione di teste d’orso?

Belle: Magari un'altra volta, o forse … (senza farsi sentire da Gaston) l’anno prossimo….

Joie: Ma è pazza? Come si fa a rifiutare una proposta così?….

Gaston: Belle, devi imparare che quando un uomo ti chiede una cosa, tu, che sei una donna, devi esaudirlo…

Belle lo guarda con aria di compassione per alcuni istanti.

Gaston: Allora?

Belle: Gaston, devo andare a cercare mio padre.

Jérôme: Oh, lei deve cercare quel vecchio pazzo…

Belle: Non parlare di lui in quel modo, mio padre non è pazzo, tutt’altro! È un grande inventore! È un genio!

Gaston: (per compiacere belle)  Giusto! Non parlare così (e dà un pugno in testa a Jérôme)

Entra Maurice su di una biciclettina gridando

Maurice: Belle, Belle! Guarda cosa ho inventato.

Elenoire: Ecco che arriva il matto.

Maurice: Un nuovo mezzo di trasporto. Penso che lo chiamerò… P.G.V.!

Jérôme: Come?

Maurice: Sì, è una sigla. Sta per Pièd Grand Vitesse[5].

Jérôme: Oh mio Dio!

Belle: Papà, è magnifica. Davvero sensazionale.

Maurice: Davvero lo pensi? Perché sai, domani c’è una fiera di inventori…

Fréderique: (senza farsi sentire) Bella figura che farai!

Belle: (guardando male la ragazza) Oh, papà, sono sicura che vincerai il primo premio.

Maurice: Davvero? In tal caso voglio partire subito, non voglio rischiare di fare tardi.

Belle: Va bene papà. Ma stai attento (toglie dal cestino una sciarpa e gliela annoda intorno al collo)  e non prendere delle scorciatoie come al tuo solito. Mi raccomando.

Maurice: Certo Belle, certo. (parte)  Ciao, e abbi cura di te.

Belle: Ciao papà. Buona fortuna!

Anche i paesani escono, tranne Jérôme che torna indietro da Belle.

Jérôme: Scusa Belle, Gaston mi ha ordinato di darti questa. (e le porge una lettera)

Belle: Gaston? E cosa vuole quello?

Jérôme: Ah, io proprio non lo so! (se ne va sghignazzando)

Belle apre la lettera e comincia a leggere: è una lettera sgrammaticata di Gaston in cui lui le chiede di sposarlo.

Finita di leggere la lettera, Belle rivolgendosi al pubblico…

Belle:Ma ve lo immaginate? Mi vuole sposare! Quel maleducato senza cervello!

Inizia a cantare

Belle:     Monsieur[6] Gaston, Le obbedisco

              Monsieur Gaston, la sua metà!

              E no, non io lo garantisco

              La vita mia di certo cambierà

              Io voglio vivere di avventure

              E lo vorrei sempre di più

              Ma non c'è nessuno ahimè

              che capisca il perché

              questo è quello che vorrei per me.

Si chiude il fondale del villaggio e dietro compare quello del castello. E’ notte e Maurice si è perso. Non ha più la sciarpa (ce l’ha LeFou!)

Maurice: Brr, che freddo! Forse era meglio non prendere quella scorciatoia… dovevo dare retta a Belle. Spero che in quel castello ci sia qualcuno, almeno avrò un posto dove passare la notte.

Maurice esce di scena, viene tolto il fondale mostrando l’interno del castello. Sono presenti Lumiere e Tockins in un angolo. Entra Maurice.

Maurice: Permesso! C’è nessuno? Nessuno in casa?

Tockins (sottovoce, ma facendosi sentire dal pubblico): Non parlare Lumiere. Forse se ne andrà…

Maurice: Non voglio disturbare, ma mi sono perso e non so dove passare la notte…

Lumiere: Dai Tockins, un po’ di cuore…

Tockins: No, no e poi no!

Lumiere: (a voce piena) Lei è il benvenuto signore!

Maurice: Chi ha parlato?

Lumiere: (si muove) Io!

Maurice: Ma… è incredibile! Tu parli?

Tockins: Perfetto! Bravo Lumiere!

Maurice: (a Tockins, tastandolo) Ma come fai a parlare…?

Tockins: Signore, la prego di lasciarmi stare!

Maurice: Chiedo scusa, non avevo mai visto un orologio che ... che ...etciù...!

Starnutisce addosso a Tockins

Lumiere: Oh ,ma lei è infreddolito, monsieur. Venga, si riscaldi accanto al fuoco.

Maurice: (con aria riconoscente) Grazie!

Tockins: No, no, no. Lo sai cosa succederà se il padrone lo trova qui? Ci ha ordinato di non far entrare nessuno.

Lumiere fa accomodare Maurice su una sedia accanto al fuoco

Tockins: No. La sedia del padrone no! (indispettito perché nessuno lo ascolta) Ora basta! Stiamo esagerando! Sono io il responsabile!

Arriva di corsa Mrs. Pott

Mrs. Pott: La gradirebbe una tazza di tè, signore? La scalderà in un batter d'occhio

Tockins: NO! Niente tè, niente tè

Entra anche la Piumina.

Piumina: Oh, una macchiolina! (scuotendo la sottana sopra a dove ha indicato la macchia) Benvenuto signore! (spolverandolo tutto)

Si sentono dei passi molto rumorosi e tutti si impauriscono.

Entra la bestia.

Bestia (con voce terribile)  C'è un estraneo qui!

Tockins: Padrone, sono felice che sia arrivato in tempo. E' stata tutta colpa sua (indica Lumiere). Io non volevo farlo entrare

Lumiere: Padrone, le posso spiegare. Il signore si è perso nel bosco, e io l'ho fatto entrare

Bestia: Che cosa ci fai qui?

Maurice: (impaurito) I..I..Io, mi sono perso nel bosco

Bestia: Qui non sei il benvenuto! (minaccioso) Che cosa stai guardando?

Maurice: (sempre più impaurito) Niente…

Bestia: Eri curioso di vedere la bestia, non è vero? Vedere se era davvero tanto brutta come dicono, non è così?

Maurice: No, cercavo solo un posto dove stare, ma se è un problema me ne posso anche…

Bestia: (interrompendolo infuriato) Te lo darò io un posto dove stare!

La bestia prende a forza Maurice e lo porta via.

Maurice: No, no, la prego!

Si spengono le luci per qualche secondo. Ritorna il fondale del villaggio. Rapidamente Belle entra in scena con un libro e si siede per terra cominciando a leggere.

Si riaccendono le luci ed entrano Gaston e LeFou (quest’ultimo ha al collo la sciarpa di Maurice), seguiti poi dagli altri.

LeFou: Sei pronto Gaston per il grande passo? Ma lei sarà d’accordo?

Gaston: Certo che sarà d’accordo! (dà un pugno all’amico) Questo sarà proprio il suo giorno fortunato, in cui potrà fidanzarsi con me!

Gaston: (rivolto ai compaesani) Vorrei ringraziarvi per essere venuti al mio fidanzamento. Prima però sarà meglio che vada a chiedere la mano della ragazza.

Gli uomini ridono e le ragazze piangono.

Belle è già in scena, in un angolo, assorta dalla lettura di un libro. Gaston la avvicina.

Belle: (ironica) Gaston, ma che bella sorpresa

Gaston:Sono d'accordo. Io sono pieno di sorprese! Sai, Belle, non c'è ragazza in tutto il paese che non vorrebbe essere nei tuoi panni. Questo sarà il giorno in cui i tuoi sogni diventeranno realtà.

Belle: (confusa) Gaston, di che cosa stai parlando? E poi cosa ne sai tu dei miei sogni?

Gaston: Io so tutto dei tuoi sogni. (abbraccia Belle per la vita e comincia a passeggiare, portandosi dietro Belle) Immaginati la scena: una rustica casetta di legno, la mia ultima preda che arrostisce sul fuoco. La mia mogliettina che mi massaggia i piedi. (Belle inorridisce) I bambini che giocano sul pavimento coi cani. Naturalmente ne avremo sei o sette!

Belle: Di cani?

Gaston: No, di bambini. Ragazzi robusti come me.

Belle: (ironica) Non c’è che dire: è il sogno di ogni ragazza…

Gaston: (avvicinandosi) Su, Belle, accetta!

Belle: (allontanandosi) Gaston, sono senza parole, non so proprio cosa dire

Gaston: (avvicinandosi) Dì che mi sposerai...

Belle: Mi spiace tanto, Gaston. Ma piuttosto resto zitella per tutta la vita!

Belle lo spinge via, Gaston cade, LeFou lo soccorre e Belle si accorge della sciarpa che ha indosso LeFou.

Belle: (molto preoccupata) LeFou, quella sciarpa … non è tua vero?

LeFou: Certo che è mia! Perché non dovrebbe esserlo?

Gaston: (ancora contrariato per il rifiuto) Già, perché non dovrebbe essere sua!?

LeFou: L’ho trovata io! Se ti piace fanne una uguale…

Belle: L’hai trovata? E dove? Dimmelo ti prego…

LeFou: L’ho trovata nel bosco. E quindi è mia! Lo sanno tutti: “Le cose trovate nel bosco sono di chi le trova…”

Belle: (che ha capito che al padre è successo qualcosa) Si certo, certo. Ma dove nel bosco, e quando?

LeFou: L’ho trovata oltre il ruscello, stamattina mentre eravamo a caccia.

Belle: (preoccupata) Quella è la sciarpa di mio padre, che è partito ieri per la fiera. Oddio, gli è successo qualcosa! Vi prego aiutatemi a cercarlo. Ti prego, aiutami Gaston!

Gaston: (con sufficienza ed ironia) Cära la me dona, tè volsù la bicicletà? e adesa ... pedela![7]

Belle: Non importa, farò da sola!

Belle esce mentre si chiude il sipario.

SIPARIO

FINE PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

Si apre la scena sull’interno del castello. Sono presenti in scena Tockins e Lumiere che stanno litigando.

Tockins: Non potevamo stare buoni, non è vero? Lo dovevamo invitare a restare, non è vero? Offrirgli il tè, la sedia del padrone, non è vero?

Lumiere: Su, Tockins, volevo solo essere ospitale

Tockins: Non sei ospitale! Sei un irresponsabile. Ti avevo avvertito. Sei testardo come un mulo. E ora quel poveretto ne pagherà le conseguenze, per colpa tua!

Entra Belle. Tutti i personaggi si fermano.

Belle: Papà?! Si può? C'è nessuno qui? Permesso. Papà? Papà?!

Lumiere si fa avanti per guardare.

Lumiere: (estasiato) Una ragazza…

Tockins: (brusco) Lo so che è una ragazza

Lumiere: Anche tu l'hai vista? Ma non capisci? E' la ragazza che stavamo aspettando. E' venuta a spezzare l'incantesimo.

Tockins: Non farti illusioni Lumiere. La delusione poi sarebbe ancora più grande. In queste cose è meglio stare con i piedi per terra.

Belle: Papà, papà. C'è nessuno? (crede di avere visto qualcuno) Sto cercando mio padre... (Sale le scale) Che strano, ero sicura di avere sentito delle voci. (e scende le scale)

Lumiere è Tockins restano immobili.

Belle: C’è qualcuno qui?

Arriva la Bestia (dalle scale)

Bestia: Chi è lei? E cosa ci fa qui?

Belle: (spaventata dalla Bestia) Lei chi è?

Bestia (arrabbiato) Il padrone del castello!

Belle: (sorpresa) Sto cercando mio padre. Non volevo disturbare…

Bestia: Suo padre è mio prigioniero! (furioso) Se ne vada!!

Belle: Prigioniero? Ma perché? Lui non farebbe male a nessuno… La prego, lo liberi.

Bestia: Lui rimarrà dove si trova! Non sarebbe dovuto venire qua!

Belle: (implorante) Per favore, abbia cuore… è debole…

Bestia: (furioso) Ho detto che lui resterà qui! (rivolto a Lumiere) Portami qui il prigioniero.

Lumiere: Subito!

Maurice entra in scena trascinato da Lumiere e da Lord Armour.

Maurice: (con un fil di voce) Belle

Belle: (con trasporto) Papà… (alla bestia) La prego è malato. Non potrebbe fare un’eccezione?

Bestia: E’ troppo tardi. Non sarebbe dovuto venire a mettere il naso qui dentro. Ora resterà mio prigioniero. (furioso) Per sempre!

Belle: (in lacrime) No…

Bestia: (a Maurice) Dì addio a tua figlia! (a Lumiere e Lord Armour) Portàtelo via!

Belle: Aspettate! Ci deve pure essere un modo… (abbassa lo sguardo e con voce rassegnata, rivolgendosi alla Bestia) Accetterebbe di liberarlo se rimanessi io come prigioniera?

Maurice: Noo!

Bestia: (incredulo) Davvero prenderebbe il suo posto?

Maurice: (disperato) No, Belle, non ti permetterò di farlo!

Belle: (drizzandosi con risolutezza) Se io rimango, lo lascerà andare?

Bestia: Deve promettere che rimarrà qui per sempre!

Belle: (dopo un lungo sospiro) Ha la mia parola!

Bestia: (con voce tonante) E SIA!

Maurice: No, Belle! Pensaci. Tu hai tutta la vita davanti…

Bestia: Taci! (a Lumiere e a Lord Armour) Portatelo a casa sua! (a Belle) E ricordi: lei ora è mia prigioniera!

Maurice: (urlando) No, la prego, risparmi mia figlia!

Bestia: (risoluto) Sua figlia non le appartiene più. (ancora più furioso) Fuori!

Maurice: (mentre viene trascinato fuori) No, No, NOOO…

Tockins: (esitante) Padrone…

Bestia: (feroce) Che c'è.

Tockins: (diplomatico) Padrone, dato che la ragazza rimarrà con noi per un po’ di tempo, forse vorrebbe offrirle una stanza comoda. Si tratta di cortesia...

Belle: (in lacrime) Non mi ha neanche permesso di salutarlo. Non lo vedrò mai più e non l'ho neanche salutato!

Bestia: (un po’ addolcito)  Le faccio vedere dove dormirà.

La bestia accompagna Belle verso la stanza, seguito da Tockins.

Tockins: (alla bestia) Su le dica qualcosa…

Bestia: (imbarazzato) Io... spero che le piaccia qui. (Incoraggiato da Tockins) Il castello è casa sua, ora e lei può andare dove vuole. (Alza la voce)  Ma stia lontano da quell’angolo! (e indica una rosa appoggiata in un angolo)

Belle: (curiosa) Perché?

Bestia: (con voce tonante) È PROIBITO! (con voce più dolce) Se ha bisogno di qualcosa lo chieda ai domestici.

Dopo qualche secondo di silenzio.

Bestia: Lei starà nella camera degli ospiti!

Belle: (incredula) La camera degli ospiti?

Bestia: Preferiva una cella fredda e umida?

Belle: No, è che credevo…

Bestia: (come a volersi giustificare) Quanto meno starà più comoda.

Tockins: (alla bestia sottovoce) A cena, la inviti a cena.

Bestia: (comanda) Lei questa sera cenerà con me. (poi precisa minacciosamente) E non si tratta di un invito!

La Bestia esce.

Belle sta piangendo. Arrivano Mrs. Pott e la Signorina Piumina.

Teiera: Cara, gradiresti una tazza di tè?

Belle: No, grazie.

Mrs. Pott: Hai fatto una cosa molto coraggiosa figliola.

Piumina: Lo pensiamo tutti.

Belle: (ancora in lacrime) Ho perso mio padre, i miei sogni, ogni cosa .

Piumina: Sorridi! Vedrai che tutto si aggiusterà.

Mrs. Pott: Oh! Io sto qui a chiacchierare quando c’è una cena da mettere in tavola. A dopo.

Esce

Piumina: Cara, non vorrei metterti fretta, ma forse è il caso che tu ti cominci a preparare. La cena ti aspetta. Se vuoi ti posso aiutare a cercare l’abito adatto…

Belle: È’ molto gentile da parte tua, ma io non andrò a nessuna cena.

Ritorna la scena del villaggio. Gaston e LeFou parlano di quanto è appena accaduto.

Gaston: Ma chi si crede di essere quella ragazza. Scherza con l'uomo sbagliato.

LeFou: Sì hai proprio ragione, Gaston.

Gaston: (inferocito) Liquidato, respinto, umiliato davanti a tutti. Beh, non riesco proprio a sopportarlo.

LeFou: Vuoi che domani andiamo a caccia, Gaston?

Gaston: Per fare che? Sono disonorato!

LeFou: Chi? Tu? Sciocchezze! Gaston non sei il tipo che si arrende. Devi tirarti su. Per questa gente non sei disonorato!

Gaston: No?

LeFou: No! Tu per loro sei la guida da seguire, il modello da imitare…

Fréderique: Gaston, sei il migliore di tutti!

Joie: Il più forte di tutti!

LeFou: Un “Urrà” per Gaston!

Tutti: Urrà!!!

Fréderique: Con quei muscoli può battere tutti.

Elenoire: Quel malcapitato che fa a pugni con lui ha la sorte segnata.

Roger: Sin da bambino era il più forte.

Fornaio: Per non parlare della caccia! Quando ha il fucile in mano nessuna preda può sfuggirgli!

Joie: E’ decisamente il più bello del villaggio. Con lui nessuno può competere.

LeFou: Lo vedi, caro Gaston? Tutti sono con te, tutti…

Tutti: (a mo’ di cantilena) Gaston, Gaston, Gaston, Gaston, Gaston, Gaston!

Arriva Maurice di corsa.

Maurice: Aiuto, qualcuno mi aiuti!

Fornaio: Maurice, cosa c’è?

Maurice: Belle, mia figlia. E’ stata rapita! Una bestia. Una bestiaccia enorme!(fa il gesto con le mani) Vi prego aiutatemi!

Roger: Una bestia eh? Maurice, vecchio, sei proprio pazzo da legare.

Maurice: Ma è vero vi dico! Belle è tra le mani di quella bestiaccia orrenda!

Gaston: Si certo, certo. Come no!? Eppure non sembra che tu abbia bevuto. Dormici su, è meglio…

Lo portano fuori.

Elenoire: Quel vecchio, è proprio impazzito…

Gaston: (confabulando) Sì…. È proprio impazzito…. E mi ha fatto venire un’idea su come convincere Belle a sposarmi…

Escono tutti. Maurice rientra in scena camminando per uscire dall’altra parte.

Maurice: Se nessuno mi aiuta ci tornerò da solo. In un modo o nell’altro devo trovare quel castello e liberarla.

Si chiude il fondale del villaggio e dietro c’è l’interno del castello.

Nel castello la bestia impaziente cammina avanti e indietro davanti alla tavola imbandita.

Bestia: Perché ci mette tanto quella ragazza, non è ancora qui, le ho fatto dire di scendere.

Mrs. Pott: Sia paziente padrone, la ragazza ha perso il padre e la libertà, tutto in un solo giorno.

Lumiere: Padrone, ha pensato che forse la ragazza potrebbe essere colei che spezzerà                                l’incantesimo?

Bestia: Ci ho pensato, non sono stupido

Lumiere: Bene, allora voi vi innamorerete di lei, lei s’innamorerà di voi e via l’incantesimo, ridiventerete umano e noi con voi.

Piumina: Ma non è così facile! Ci vuole tempo in queste cose.

Lumiere: Ma la rosa ha già cominciato ad appassire.

Bestia: E’ tutto inutile, lei è così bella e io…

Mrs. Pott: Oh, dovrà aiutarla a guardare quello che ha dentro.

Bestia: Ma come?

Lumiere: Può cominciare con l’essere più gradevole.

Piumina: Non stia curvo!

La bestia cerca di raddrizzarsi, tirando in fuori il petto.

Mrs. Pott: Provi a comportarsi da gentiluomo. Si ricordi di farle un sorriso audace e disinvolto. 

Lumiere: Su, su  faccia un sorriso.

La bestia abbozza un goffissimo sorriso.

Mrs. Pott: E non spaventi quella ragazza.

Lumiere: La colpisca con il suo spirito. 

La bestia fa continui movimenti per adeguarsi a quello che gli stanno dicendo. 

Mrs. Pott: Ma sia gentile.

Lumiere: La ricopra di complimenti, ma soprattutto…

Mrs. Pott e Lumiere: …cerchi di controllare il suo umore.

Entra  Tockins

Bestia: Allora dov’è lei?

Tockins: La ragazza? Oh … sa, forse un po’ di timidezza, l’emozione del momento… (già spaventato per la reazione della bestia) Ha deciso di non venire.

Bestia: Cosa?!!!

Si dirige verso una quinta inseguito da Tockins

Tockins: Sua altezza, sua grazia, eminenza, santità… Non sia precipitoso!

Bestia: (urla attraverso la quinta) Credevo di averle detto di venire a cena.

Belle: (da dietro le quinte, senza essere in scena) Non ho fame!

Bestia: Venga subito fuori, se no butterò giù la porta.

Lumiere: Padrone, forse mi sbaglierò, ma non credo sia questo il modo per conquistare l’amore della ragazza.

Tockins: La prego cerchi di comportarsi da gentiluomo.

Bestia: (con finta aria da gentiluomo) Ma quella fa così la difficile!

Mrs. Pott: Con gentilezza, con gentilezza.

Bestia: Mi farebbe un grande piacere, signorina, se lei venisse subito a cena!

Lumiere: Le dica  per favore.

Bestia: Per favore.

Belle: No, grazie.

Bestia: (di nuovo infuriato) Non può restare lì in eterno!

Belle: Sì che posso.

Bestia: Faccia pure, se non ha voglia di mangiare con me allora non mangerà affatto!

Escono di scena Lumiere, Tockins, Mrs. Pott e la Sig.na Piumina.

Davanti alla rosa la bestia medita a voce alta.

Bestia: Glielo chiedo gentilmente, e lei rifiuta,  cosa vuole che mi metta in ginocchio, l’implori? (poi sconsolato) È inutile illudersi, quella ragazza non vedrà mai niente in me, tranne che un mostro. (Ed esce)

Rientrano in scena Lumiere, Tockins, Mrs. Pott e la Sig.na Piumina.

Piumina: Come al solito il padrone ha rovinato tutto.

Tockins: Non parlare così. Il padrone ha un brutto carattere, ma anche la ragazza poteva sforzarsi e venire a cena.

Lumiere: Dopo tutto quello che avevo fatto per insegnarli le buone maniere…

Mrs. Pott: Comunque quel che è fatto è fatto. Ora pensiamo a mettere via tutto.

Tutti cominciano a riassettare. Ad un certo punto entra Belle.

Belle: Scusate…?

Tockins: Che piacere vedere che ha cambiato idea! Io sono Tockins, e dirigo la casa, e questo è Lumiere.

Lumiere: (con fare sornione accenna un baciamano) Enchanté.[8]

Piumina: Possiamo fare qualcosa per te, cara?

Belle: Beh,  avrei un po’ fame.

Lumiere: Avete sentito? Attizzate il fuoco,  preparate le porcellane!

Tockins: Ma il padrone? Sai bene quello che ha detto.

Mrs. Pott: Io non ho nessuna intenzione di farla morire di fame.

Tockins: Va bene, va bene: un bicchiere d’acqua , un tozzo di pane e poi via…

Lumiere: Cosa stai dicendo? Non è una prigioniera, è nostra ospite, si deve sentire la benvenuta. E tu, Tockins, Aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico, pardon, un’amica in più…

Piumina: Lumiere, guarda che ti sbagli: quella la faceva Dorelli...

Mrs. Pott: Sù, sù, al lavoro! Qui c’è una cena da servire.....!

Tutti si adoperano per servirla, chi le porta la sedia, chi le porge il tovagliolo e glielo annoda.

Parte l’introduzione della canzone, e con molta precisione Lumiere dice le tre righe seguenti terminando proprio sulle note finali dell’introduzione, dopodiché comincia a cantare.

Lumiere: Ma chère mademoiselle[9], è con il più grande onore e grandissimo piacere che le diamo il benvenuto.  Ed ora la invitiamo a rilassarsi, accomodiamoci a tavola dove la sala da pranzo con orgoglio le presenta la cena.

Lumiere:       Stia con noi, qui con noi,

                     si rilassi d’ora in poi,

                     leghi al collo il tovagliolo, poi faremo tutto noi.

                     Soupe du jour[10], antipasti, noi viviamo per servir

                     provi il pollo, è stupendo,

                     non mi crede, chieda al piatto

                     vive l’amour, vive la dance,

                     dopo tutto, miss, c’est la France

                     e una cena qui da noi c’est fantastic[11].

                     Lei prenda il menù, gli dia uno sguardo su,

                     poi stia con noi, sì con noi, qui con noi.

Tutti:            Che ragù, che soufflé, torte e pudding en flambé,

                     Preparati e serviti con un grande cabaret[12].

                     Lei è sola, impaurita, ma la tavola è imbandita.

                     Via la noia e la tristezza, viva la spensieratezza

                     Le magie e i misteri degli amici candelieri

                     che raffinatezza, grazia e perfezion

                     in alto i calici facciamo un brindisi e stia con noi,

Lumiere:       poi vedrà, soddisfatta se ne andrà

Tutti:            stia con noi, sì con noi, qui con noi.

SIPARIO

FINE SECONDO ATTO
TERZO ATTO

La scena si riapre sempre sul salone del castello. Senza però il tavolo. Belle è in scena con tutti gli oggetti incantati.

Belle: Grazie! Grazie di cuore! È stata la miglior cena che io abbia mai mangiato.

Tockins: Grazie mademoiselle. (rivolto agli altri) Siete stati tutti bravissimi. Oh, com’è tardi, è ora di andare a letto, tutti a nanna.

(Se ne vanno gli oggetti incantati, rimangono Tockins e Lumiere)

Belle: Oh no, non potrei mai andare a letto ora. Vorrei dare un’occhiata al castello, è la prima volta che vedo un castello incantato.

Tockins: Chi le ha detto che il castello è incantato? (indicando a Lumiere) Sei stato tu!

Belle: L’ho capito da sola che era incantato. Vorrei dare un’occhiata in giro se non vi dispiace.

Tockins: Non so se è una buona idea, sa, il padrone non vuole che estranei vadano a curiosare in certi posti… sono sicuro che mi capisce.

Belle: (rivolta a Tockins) Perché non mi accompagna lei? Sono sicura che conosce bene il castello, meglio di qualunque altro.

Tockins: (molto orgoglioso) Oh, si, è vero.  (inizia la visita. Tockins fa da Cicerone seguito da lumiere) Come può vedere la pseudo-facciata è stata tolta per rivelare il precedente stile rococò-minimalista. Noti le volte neoclassiche,  questo è ancora un esempio del tardo stile neoclassico-barocco e, come dico sempre, se non è barocco è un pastrocchio… Ora guardi con attenzione… mademoiselle?

Belle: Che cosa c’è là? (indica l’angolo proibito)

Tockins: Nulla proprio nulla! In quell’angolo non c’è niente, solo polvere. È un postaccio…

Belle: Ah, capisco. (fingendo di aver creduto alla loro storia) Pensavo ci fosse nascosto qualcosa di importante...

Lumiere: Il padrone non nasconde niente.

Belle: Allora perché non volete che io vada a vedere?

Tockins:  (molto teso) Mademoiselle vorrebbe vedere qualcos’altro? Ci sono splendidi arazzi, i giardini, oppure la biblioteca…

Belle: Avete una biblioteca?

Lumiere: Sì! Una biblioteca con distese di libri, …

Tockins: …montagne di libri, …

Lumiere: …un mare di libri, …

Tockins: …più libri di quelli che riuscireste a leggere in una vita, …

Lumiere: …su qualunque argomento, …

Tockins: …di qualunque autore.

Mentre Lumiere è impegnato a declamare le virtù della biblioteca, Belle si allontana, va verso la teca, toglie il velo che la copre, guarda la rosa e poi la prende in mano per guardarla meglio.

Dopo poco arriva la bestia molto arrabbiata.

Bestia: Perché è venuta qui? (Belle, spaventata, fa cadere la rosa)

Belle: Mi perdoni, è che....

Bestia: (con ancora più rabbia) L’avevo avvertita di non toccare questa rosa, se ne vada!

Belle: (affranta) ... Mi spiace, davvero. È che non credevo di...

Bestia: (praticamente urlando con tutta la voce) Vada fuori di qui!

Belle: (scappando via, rivolta agli abitanti della casa) Mi dispiace avere promesso di restare, ma non ce la faccio! (e scappa fuori).

Si distende il fondale del bosco davanti al castello. Belle arriva in lacrime e si ferma per piangere. In quel mentre è attaccata dai lupi. Belle urla e dopo poco arriva in suo soccorso la bestia. Riesce a mandare via i lupi, ma rimane gravemente ferita è cade sfinita a terra. Arrivano alcuni abitanti del castello.

Mrs. Pott: Oh mio Dio…

Lumiere: Non si preoccupi Mrs. Pott, è solo svenuto: portiamolo dentro

I personaggi prendono la bestia e, mentre la trasportano, ritorna l’interno del castello. La fanno accomodare sulla sua poltrona. La Sig.na Piumina porta a Belle delle bende per medicare.

Belle: (cercando di medicarlo) Stia fermo, non faccia così.

La bestia si lamenta dal dolore.

Belle: Le ho detto di stare fermo.

Bestia: (lamentandosi) Ma fa male!

Belle: Se stesse fermo le farebbe meno male!

Bestia: Se non fosse fuggita non sarebbe successo!

Belle: Se non mi avesse spaventata io non sarei fuggita!

Bestia: Lei non avrebbe dovuto toccare la rosa.

Belle: E lei dovrebbe imparare a controllarsi! (poi pentita) A proposito, grazie per avermi salvato la vita.

Bestia: (con voce suadente) Dovere.

Ritorna il fondale del Paese. Entrano in scena Gaston con gli scagnozzi e il medico.

Medico: Di solito non lascio il manicomio nel bel mezzo della notte. Lei mi ha detto che ne sarebbe valsa la pena.  (Gaston gli pone del denaro) Oh, che cosa le serve?

Gaston: E’ molto semplice. Il fatto è che ho deciso di sposare Belle e lei ha bisogno di essere persuasa…

LeFou: Altro che persuasa….

Riceve un pugno in testa

Gaston: Tutti sanno che suo padre è matto da legare. Stasera è venuto qui delirando riguardo ad una bestia enorme in un castello.

Medico: Maurice è inoffensivo

Gaston: Belle farebbe qualunque cosa per evitare che venisse rinchiuso

LeFou: Si, anche sposare lui… (stavolta schiva il colpo di Gaston)

Medico: Quindi vuole che io rinchiuda suo padre in manicomio a meno che lei non acconsenta a sposarla… Oh, ma è una cosa spregevole. (cambiando espressione) Mi piace!

Gaston: Allora è deciso, andiamo a prenderlo!

In quel momento sopraggiunge Jérôme.
Jérôme: Gaston, ho controllato come mi avevi detto: a casa di Belle non c’è nessuno!

Gaston: Dovranno tornare prima o poi. E quando saranno tornati, noi saremo pronti a riceverli… LeFou, va a casa di Belle e avvertimi quando Belle e suo padre saranno tornati.

Gli attori escono di scena, si apre l’interno del castello. Ci sono la bestia, Tockins e Lumiere
Bestia: Non mi sono mai sentito così prima d’ora. Devo fare qualcosa per lei... ma cosa?

Tockins: Beh, ci sono tante cose: fiori, cioccolatini, tante promesse che poi non manterrete...

Lumiere: Oh, no! Deve essere qualcosa di veramente speciale. Qualcosa che riesca ad accendere il suo interesse. (pensa un attimo) Ecco, ho trovato!

Si spengono le luci. Gli abitanti del castello presenti in scena escono dal palco e vanno a prepararsi per la scena successiva in cui, chiamati dalla Bestia, dovranno rientrare mentre Belle ha gli occhi chiusi portando un bel libro in mano.

Le luci si riaccendono quando Belle e la Bestia rientrano insieme in scena.

Bestia: Belle, c’è qualcosa che vorrei farle vedere. Ma prima deve chiudere gli occhi... è una sorpresa.

Belle chiude gli occhi. La Bestia fa dei gesti (tipo marameo) a Belle per controllare che li abbia effettivamente chiusi; poi fa segno agli abitanti della casa, che si trovano all’entrata della quinta di destra o di sinistra, di entrare. Gli abitanti della casa rientrano in scena il più silenziosamente possibile e si pongono in fila rivolti verso il pubblico tenendo bene in mostra il proprio libro.

Belle: Posso aprire gli occhi ora?

Bestia:Ancora un attimo... (quando lo schieramento è finalmente completo) Ora!

Belle (guardando meravigliata i libri che ha davanti e correndo da uno all’altro leggendo i titoli): Romeo e Giulietta, l’Iliade, Robinson Crusoe, Don Chisciotte, i Viaggi di Gulliver...

Bestia: (speranzoso) Le piacciono?

Belle: (quasi commossa) Sono meravigliosi!

Bestia: Allora sono suoi!

Belle: Grazie! Grazie!

Couturier: E questo non è che l’inizio: in biblioteca ce ne sono milioni!

Belle: (osservando l’ultimo libro della fila e prendendolo in mano) Ma questo è uno dei miei preferiti! E’ “Re Artù”. (rivolgendosi alla Bestia, in tono dolce) Lo hai mai letto?

Bestia: No.

Belle: Non sai cosa ti perdi... Mi piacerebbe leggerlo di nuovo. Aspetta un momento... Vuoi leggerlo prima tu?

Bestia: (timidamente) No, fa lo stesso.

Belle: No, davvero, leggilo!

Bestia: Oh no, prima tu...

Belle: No, prima tu!

Bestia: (quasi vergognandosi) No! Io non ne sono capace...

Belle: Non hai mai imparato a leggere?

Bestia: Solo un poco... e molto tempo fa.

Belle: (sorridente) Be’, guarda caso questo libro è perfetto da leggere ad alta voce. Vieni qui, siediti vicino a me!

Si siedono entrambi per terra al centro del palco, uno affianco all’altro.

I personaggi della casa escono soddisfatti dal palcoscenico

Lumiere: Lo sapevo che avrebbe funzionato!

Couturier: Sì, è molto incoraggiante

Belle e la Bestia rimangono da soli in scena. Come se stesse leggendo già da molto tempo, Belle riprende a leggere.

Belle: Sapendo ora che quella in verità era la leggendaria spada chiamata “Excalibur”, Artù cercò di estrarla dalla pietra. Tentò una prima volta senza successo. Ci provò una seconda volta, ma ancora non riuscì a tirarla fuori. Allora, per la terza volta, Artù fece forza, ed estrasse la spada...

Bestia: Questo significa che lui è il Re!

Belle: Aspetta e vedrai

Bestia: Non avrei mai immaginato che i libri potessero fare questo!

Belle: Fare cosa?

Bestia: Portarmi via da questo posto, e farmi dimenticare per un piccolo momento...

Belle: Dimenticare?

Bestia: (commiserandosi) Chi sono... Cosa sono!

Belle rimane un attimo in silenzio.

Belle: Abbiamo qualcosa in comune, lo sai?

Bestia: Noi due? E che cosa?

Belle: Nel paesino da cui vengo, la gente pensa che io sia strana.

Bestia: (incredulo) Tu?

Belle: Così anch’io so come ci si sente ad essere... diversi. E so quanta solitudine può comportare!

Belle: (riprendendo a leggere) Per la terza volta, Artù fece forza, ed estrasse la spada, e in quel momento la gente levò un grande grido: “Artù è Re, viva re Artù!”.

Bestia: Te lo avevo detto...

Si mettono a ridere felici insieme, poi Belle comincia a cantare


Belle:          Qualcosa in lui   si trasformò

                   Era sgarbato, un po’ volgare ora no!

                   E’ timido, piacevole

                   Non mi ero accorta che ora è incantevole.

Bestia:        Lo sguardo suo, su me posò

                   Sfiorò la zampa, ma paura non provò

                   Son certo che   mi sono illuso

                   Lei non mi aveva mai guardato con quel viso.

Belle:          (sovrapponendosi) Oh, non sei l’ideale

                   Non ti avrei sognato accanto a me

                   Ma, ora sei reale

                   Hai qualcosa che non ho mai visto prima in te

Compaiono gli abitanti del castello, che per tutta la scena stavano sbirciando quello che stava accadendo

Lumiere:     Ma guarda un po’

Mrs. Pott:   Che dir non so

Tockins:      Di tutto ciò

Piumino:     Neanch’io però

Lumiere:     E’ proprio vero che l’amore tutto può

Mrs. Pott:   Aspetta un po’ ... (riprendi dalla riga successiva insieme agli altri)

Tutti:          Sì e vedrai, ti colpirà. Quello che accade è una grande novità

SIPARIO

FINE TERZO ATTO


QUARTO ATTO

Il sipario si riapre sull’interno del castello. La Bestia si sta finendo di preparare, Couturier lo aiuta.

Lumiere: Stasera è la gran sera!

Bestia: Non sono sicuro di riuscirci

Lumiere: Ci sarà la musica, starete a lume di candela (alla candela ci penso io...), finché al momento giusto le confesserete il vostro amore.

Bestia: (cercando di farsi coraggio) Sì, le conf... Ah no, non posso!

Lumiere: Ci tenete a quella ragazza, non è vero?

Bestia: Più di qualunque altra cosa!

Lumiere: Allora dovrete dirglielo

Tockins fa capolino da in cima le scale

Tockins: (per richiamare l’attenzione) Ehem... Mademoiselle Belle attende!

Couturier: (sistemandogli un’ultima volta il colletto) Abbiate fiducia padrone, siete perfetto!

Tockins se ne va, entra Belle dalle scale con l’abito versione serale. La Bestia va da lei, le fa un inchino, la prende sotto braccio e insieme scendono le scale. Comincia la musica e la canzone “Beauty and The Beast”(o altra musica adatta)  e i due si mettono a ballare.

Al termine della canzone la Bestia accompagna Belle vicino alla rosa. Sono uno di fronte all’altra, e si tengono per le mani.

Bestia: Belle, pensi di essere felice qui con me?

Belle: (guardandolo negli occhi) Sì. (poi abbassa lo  sguardo rattristata)

Bestia: (accorgendosi del rattristamento di Belle) Cosa c’è?

Belle: Se solo potessi rivedere mio padre... solo per un momento: mi manca così tanto!

Bestia: C’è un modo! (prende lo specchio e glielo mostra) Questo specchio ti mostrerà qualsiasi cosa tu voglia vedere!

Belle: (rivolta allo specchio) Desidero rivedere mio padre, ti prego.

Belle: (preoccupata) Papà! Oh, no: è malato! Forse sta morendo e io non sono con lui!

Bestia: Allora devi andare da lui!

Belle: (incredula) Che cosa hai detto?

Bestia: Che ti lascio andare, non sei più mia prigioniera

Belle: Oh grazie! (poi, rivolta allo specchio) Stai tranquillo papà, sto per arrivare.

Belle fa il gesto di restituire lo specchio alla Bestia

Bestia: Portalo con te, così almeno avrai un modo per guardare indietro e ricordarti di me.

Belle: Grazie per aver capito che mio padre ha bisogno di me. (e dopo averlo accarezzato e guardato negli occhi, se ne va)

Entra Tockins

Tockins: Oh, oh, oh, devo dire che tutto sta procedendo a meraviglia, sapevo che ne era capace.

Bestia: L’ho lasciata andare.

Tockins: Oh splendido... (realizzando) Che cosa? Come avete potuto?

Bestia: Ho dovuto.

Tockins: Sì, sì, ma... perché?!?

Bestia: Perché ne sono innamorato!

La Bestia esce di scena, entrano gli abitanti della casa.

Couturier: Allora?

Tockins: L’ha fatta andare via!

Tutti: (increduli) L’ha fatta andare via?

Piumino: Ah, ci era quasi riuscito.

Mrs. Pott: Dopo tutto questo tempo aveva finalmente imparato ad amare...

Couturier: (trionfante) Allora è fatta! Questo spezzerà l’incantesimo!

Piumino: Ma non è sufficiente! Lei lo deve amare a sua volta.

Tockins: E ora è ormai troppo tardi!

Gli abitanti della casa escono di scena. L’ultimo della fila è l’armatura, che al momento di uscire, decide di fare inversione e uscire dall’altra parte: seguirà Belle!

Si apre il fondale del bosco-castello, e entra zoppicando e tossendo Maurice. Dall’altra parte sopraggiunge Belle che corre a sorreggerlo.

Maurice: Belle!

Belle: Sssh. Va tutto bene, papà. Sono tornata.

Maurice: Pensavo  che non ti avrei mai più rivista!

Belle: Mi sei mancato così tanto...

Maurice: Ma la bestia? Come hai fatto a scappare?

Belle: Non sono scappata, papà, lui mi ha lasciato andare.

Maurice: Quella bestia orribile?

Belle: Ma ora è cambiato, papà. C’è qualcosa di diverso in lui. Vieni, torniamo a casa!

Escono di scena.

Si apre il fondale sul villaggio. Gaston entra passeggiando impazientemente avanti e indietro.

Gaston: Sto cominciando a diventare impaziente; ma dove s’è cacciato LeFou?

Arriva correndo LeFou

LeFou: Gaston, Gaston, Belle e suo padre sono tornati

Gaston: Alla buon ora! Dottore è il momento.

LeFou: (Urlando per chiamare fuori la gente) Va bene gente, tutti fuori, andiamo a prendere il matto!

Fanno il loro ingresso i paesani. Le luci sono molto basse, in questo modo risaltano parecchio le luci delle due fiaccole portate dai paesani (il fornaio e Jérôme). Richiamati dal frastuono Belle e suo padre escono di casa.

Belle: Cos’è questo frastuono?

Medico: Mademoiselle, sono venuto per portar via suo padre.

Belle: Mio padre?

Medico: Non si preoccupi, Mademoiselle, penseremo noi a prenderci cura di lui.

Belle: Mio padre non è pazzo!

LeFou: L’ho sentito vaneggiare come un matto. Tutti l’abbiamo sentito, vero?

Tutti: Sì!

LeFou: Maurice, raccontacelo ancora: quanto era grande la bestia che hai visto?

Maurice: Era enorme, sarà stata alta almeno due... No... Era più di due metri!

LeFou: (ridendo) Beh, solo un matto può inventarsi certe storie... Portatelo via!

Lo prendono in due e cominciano a trascinarlo via.

Belle: No, non ve lo permetterò! (ma le viene bloccato il passaggio)

Gaston: Povera Belle, quanto mi dispiace per tuo padre...

Belle: Tu sai che non è pazzo, Gaston.

Gaston: (prendendola per la vita) Forse io potrei riuscire a chiarire questo piccolo malinteso, se tu...

Belle: Se io cosa?

Gaston: Se tu mi sposassi.

Belle: (spingendolo via) Mai!

Gaston: (arrabbiato) Allora di’ addio a tuo padre!

Belle: (tira fuori lo specchio) Mio padre non è pazzo e ve lo posso provare!Guardate qui! Specchio mostrami la Bestia. (Mostra lo specchio ai paesani)

I paesani rimangono impauriti

Elenoire: Ma è pericoloso?

Belle: (guardando con amore lo specchio) Oh, no, non farebbe male a nessuno. Vi prego, lo so che sembra cattivo, ma in realtà è buono... e gentile... è mio amico.

Gaston: Se non ti conoscessi meglio direi che provi qualcosa per quell’orribile mostro.

Belle: Non è un mostro, Gaston! Tu lo sei!

Gaston strappa di mano lo specchio a Belle

Gaston: Anche lei è pazza, come quel povero vecchio. (Rivolgendosi alle madri e mostrando loro lo specchio) Verrà a portar via i vostri bambini, a prenderli di notte!

Donne: (impaurite) No!

Gaston: Il paese non è più sicuro. Appendiamo la sua testa alla mia parete. Io vi dico: “Uccidiamo la bestia”

Tutti: Uccidiamola

Belle: No, non te lo permetterò!

Belle fa per saltare addosso a Gaston, ma ancora una volta è bloccata dai paesani.

Gaston: O sei con noi o sei contro di noi. Leghiamola insieme a suo padre, non dobbiamo permetterle di andare ad avvisare la bestia!

Belle e il padre vengono legati

Gaston: Allora andiamo a liberare il villaggio dalla bestia! Chi è con me!

Tutti gli uomini: Io!

Roger: Guidaci Gaston!

Jérôme: Con te non ci mancherà il coraggio!

LeFou: Nessuna pietà!

Tutti: Nessuna pietà!

Gaston: Prendete quello che volete, ma ricordatevi: la bestia è mia!

Escono di scena lasciando soli Maurice e Belle

Belle: E’ stata tutta colpa mia. Oh papà, che possiamo fare?

Maurice: Belle, sta’ tranquilla. Penseremo a qualcosa.

Sopraggiunge l’armatura!

Belle: Oh, Lord Armour mi hai seguita fin qui. Liberaci presto, dobbiamo tornare al castello. Lo attaccheranno!

L’armatura scioglie le corde e libera Belle e suo padre. Poi fa un inchino a Belle

Lord Armour: (con spiccato accento britannico) E’ stato un piacere. Ora però devo lasciarla, il dovere mi chiama! (e corre via..).

Maurice: Ma dove va?

Belle: Va a difendere il suo castello! Presto papà, dobbiamo andare anche noi!

Belle e Maurice escono di scena dalla stessa parte di tutti gli altri. Si apre la scena all’interno del castello. La Bestia è affranta e abbraccia, accarezzandola, la teca in cui è contenuta la rosa. Entra Mrs. Pott

Mrs. Pott: Mi scusi padrone

Bestia: (non arrabbiato, ma rassegnato) Lasciatemi in pace.

Mrs. Pott: Ma signore stanno attaccando il castello. Che cosa possiamo fare?

Bestia: Non ha importanza ora... lasciateli entrare!

La Bestia esce di scena (dalle scale), entrano gli abitanti della casa.

Couturier: Che ha detto?

Mrs. Pott: Il padrone ha detto di lasciarli entrare!

Lumiere: Era quello che prevedeva anche il mio piano: ascoltatemi bene!

Gli abitanti della casa si riuniscono in cerchio e Lumiere comincia a bisbigliare qualcosa. Infine rompe il cerchio dicendo...

Lumiere: Allora tutti ai vostri posti.

Gli abitanti della casa si dispongono immobili lungo la parete del castello. Entrano i paesani. Avanzano. Silenzio. Poi un urlo...

Lumiere: Ora!

Gli abitanti della casa partono all’attacco e sorprendono i paesani che a poco a poco cominciano a scappare. La lotta infuria. Gaston, non visto, ne approfitta per salire le scale. La battaglia continua fino a quando non sopraggiunge l’armatura armata di tutto punto. E’ accolta dall’esultanza degli abitanti del castello!

Piumino: Lord Armour! Siete tornato!

Lord Armour: Fuori di qui, spregevoli marrani!

L’armatura irrompe nella mischia urlando e brandendo la mazza, i paesani urlano e scappano impauriti. L’attacco è respinto!

Lord Armour: (gridando ai fuggitivi) Tornatevene a casa vostra!

Tutti: Evviva!

Poi scende un silenzio, un dubbio ha assalito gli abitanti della casa...

Couturier: Ma dov’è il padrone?

Gli abitanti della casa escono dal palco e vanno a cercarlo, chi su dalle scale, chi dentro alle quinte. Gli attori vanno a togliersi i costumi e prepararsi per la scena finale. Dopo un attimo, rientra in scena la Bestia che va a posare al suo posto originario la teca con la rosa. Entra in scena anche Gaston. La Bestia lo vede, ma si gira dall’altra parte, ignorandolo.

Gaston: Che cosa succede Bestia? Sei troppo buono e gentile per batterti?

Gli corre incontro e lo butta a terra spingendolo. Ancora la Bestia non reagisce. Gaston tira fuori il pugnale e gli si butta addosso. La Bestia blocca il braccio di Gaston con il pugnale, ma questi procede comunque lentamente ma inesorabilmente verso di lui. Quando il pugnale sta per raggiungere la Bestia, si sente una voce.

Belle: Fermatevi!

La Bestia reagisce liberandosi dalla presa di Gaston e facendolo rotolare via.

Bestia: Belle, sei tornata!

Ma Gaston intanto si è rialzato ed è di nuovo pronto a combattere.

Gaston: Sei innamorato di lei, Bestia? (la Bestia si gira verso Gaston) Pensavi davvero che volesse avere uno come te quando poteva avere uno come me?

Gaston cerca di affondare il colpo.

Gaston: (urlando) Sei finita, bestia!

La Bestia schiva il suo colpo, gli prende il pugnale e sfruttando il suo sbilanciamento lo sbatte a terra. Gli salta sopra tenendo con una mano il collo di Gaston e con l’altra il pugnale.

Gaston: (disperato, impaurito) Lasciami andare. Ti prego non uccidermi, farò qualunque cosa, qualunque!

Lentamente la Bestia lascia andare la presa, getta via il coltello (non troppo lontano), e si rialza.

Bestia: (ringhiando, rivolto a Gaston) Vattene! (poi va ad abbracciare Belle)

Ma da dietro Gaston, che si è rialzato ed ha ripreso in mano il pugnale, lo pugnala a tradimento. La Bestia grida di dolore e si accascia a terra avvolta nel mantello (da qui comincia a spogliarsi per tornare principe)

Belle: (guardando inorridita Gaston) Gaston che hai fatto! Vattene via! (gridando isterica) Vattene via!

Spaventato dalla reazione di Belle, Gaston scappa via. Belle si china a raccogliere le ultime parole della Bestia.

Bestia: (morente) Belle, tu... tu sei tornata!

Belle: Ma certo che sono tornata, non potevo lasciare che..., è tutta colpa mia... ho cercato di avvisarti...

Bestia: Forse è meglio... meglio così.

Belle: (sempre più disperata, sta per scoppiare in lacrime) Non parlare in questo modo. Andrà tutto bene, adesso siamo insieme, andrà tutto benissimo, vedrai!

Bestia: (con voce sempre più sofferente) Almeno ti ho potuta vedere un’ultima volta.

Belle: (abbracciandolo come per non lasciarlo andare) No... no... Ti prego, ti prego, ti prego non lasciarmi! (scoppia a piangere) Io... Io ti amo!

Belle si rialza ed esce di scena camminando all’indietro, lo sguardo rivolto alla Bestia. (N.B.: va a prepararsi per la scena finale del ballo!) Con una musica appropriata, comincia la trasformazione. Dal mantello esce il principe di nuovo tornato umano; si guarda le mani, si tocca il viso, è stupito. Si riapre la scena sull’interno del castello. In quel momento entrano gli abitanti della casa ritrasformati, la Bestia sorride, abbraccia e saluta uno per uno tutti!

Bestia/Principe: Lumiere... Tockins.... Mrs. Pott... Lord Armour... Signorina Piumina…, Couturier…, Guardate (con estrema gioia) è un miracolo!

Tockins: Beh, Lumiere, vecchio mio, (gli stringe la mano) dimentichiamo le nostre divergenze.

Lumiere: Ma certo . L’avevo detto che ci sarebbe riuscita...

Tockins: Mi dispiace amico mio, ma credo di essere stato io a dirlo a te!

Lumiere: (A mo’ di cantilena) Non è vero, l’ho detto io (e da un pizzicotto sulla guancia a Tockins)

Tockins: (s’arrabbia!) Non è assolutamente vero, vecchio rintontito (gli dà uno spintone) con la testa piena di cenere

Lumiere: In guardia tu orologio con le rotelle fuori posto (da uno schiaffetto a Tockins)

Entrambi i contendenti mostrano i pugni, ma interviene Mrs. Pott a calmarli

Mrs. Pott: Calma voi due! Calma... C’è una festa da preparare!

Tockins: Ha ragione!

Ogni abitante della casa si mette al proprio posto; entra anche il padre di Belle, Mourice.

Dall’alto delle scale, si presenta Belle con un bellissimo abito da sera. Il principe le va incontro dandole la mano.

Bestia/Principe: Belle, sono io!

Belle: (con voce innamorata)Lo so!

I due si abbracciano, poi scendono dalle scale. Parte la musica e si mettono a danzare.

FINE!!!


[1] Si legge “Morìs”

[2] Si legge “Lumièr”

[3] Si legge “Cuturiè”

[4] Si legge “Lefù”

[5] Si legge “Piè Gran Vitèss”

[6] Si legge “Messiè”

[7] Si legge “Chera la mé dónà, te volsu’ la bicicletà? e adesa pedela”

[8] Si legge “Anscianté”

[9] Si legge “Ma scer madmuasell”

[10] Si legge “sup du jur”

[11] Si legge “Sé fantastìk”

[12] Si legge “Cabaré”