La biografia di Al

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SAVERIO SICILIANO

LA

BIOGRAFIA

DI AL

Testo tutelato dalla S.I.A.E. Numero di posizione 206203

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LA BIOGRAFIA DI AL

Per informazioni Tel. 3381659061

E-mail: sicilianosa@gmail.com

PERSONAGGI (in ordine d’apparizione)

Al

Baby

Guardia del corpo

Agatha

George

Eduardo

Direttrice

Infermieri (due)

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APERTURA SIPARIO

La scenografia rappresenta un normale ufficio: una scrivania centrale con un telefono, un set da scrittoio e una cornice con fotografia. Ai due lati, due poltrone. Alla sinistra un mobile bar e alla destra una libreria. Qualche quadro appeso alle pareti.

All’apertura del sipario, Al passeggia nervosamente in attesa di qualche evento. Al è un uomo tarchiato di mezza età, vestito con pantaloni di flanella grigio, sorretti da pretelle e cintura, camicia bianca, cravatta e un Borsalino in testa. Tra le mani un grosso sigaro che non verrà mai acceso nonostante i vari tentativi della sua guardia del corpo di accenderlo. Quando parla, ha un accento siciliano americanizzato tipo “Il padrino”.

La guardia del corpo è un ometto piccolo, tarchiato, vestito con un completo blu gessato, un Borsalino sulla testa, ed è sempre alle spalle della sedia girevole del suo capo e non parla mai. Per tutto il tempo, seguirà tutti i movimenti di tutti e quando Al si metterà il sigaro in bocca, lui si precipiterà ad accenderlo con l’accendino. Immancabilmente, quando la fiamma è vicino al sigaro, Al si toglierà il sigaro di bocca e continuerà a parlare. L’ometto, spegnerà l’accendino e tornerà al suo posto. (Questa scesa sarà ripetuta diverse volte nella commedia. In seguito, sarà da me segnalata con “sigaro, guardia”).

Una donna, anche lei di mezza età, ricorda molto le bambole dei capi gangster americani degli anni trenta. Gli è rimasto il nomignolo Baby, ma di baby non ha assolutamente nulla. Ha i capelli biondi a caschetto, un abito nero con scollatura a “V” laminato lungo fino sotto il ginocchio rimborsato in vita, una collana di perle lunga annodata al centro. All’apertura della scena è seduta in poltrona con le gambe accavallate e si dipinge le unghie.

Al: Oggi baby, ho convocato dei scrittori che devono scrivere la mia biografia.

Baby:(Con voce da ingenua e continuandosi a dipingere le unghie)Cos’è la biografia?

Al: E’ la storia della mia vita. Racconteranno tutte le mie gesta, tutti i miei amori, tutti i mieisuccessi della mia vita.

Baby: (Distrattamente)Allora nei tuoi amori ci sarò anch’io?

Al: Certamente baby. Tu sei il mio ultimo amore e sarai citata alla fine del libro.

Baby: (Smette di limarsi le unghie)Perché alla fine? Vuoi dire che io non sono stata importante perte?

Al: Tu sei importante per me, come tutte le donne che ho avuto nella mia vita. Sei importante, comepotrebbe essere importante questo sigaro, o come potrebbe essere importante il cappello che ho in testa, cioè: tutte le donne per me sono state degli accessori e niente più.

Baby: (Si alza, va alle spalle di Al abbracciandolo, facendo quasi le fusa).Però io sono unaccessorio prezioso per te.

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Al: Con i soldi che spendo per i tuoi capricci; in questo senso, sei preziosa.

Si sente bussare alla porta. Al si scrolla di dosso baby.

Al: Avanti la porta è aperta.

Da dietro alle quinte, entra Agatha. La donna vorrebbe rappresentare Agatha Christie: corporatura media, capelli ricci bianchi taglio corto. Veste un tailleur color beige, la camicia bianca con il colletto a cravatta e un capellino con falde sottili sormontato da una piccola piuma. Ha l’accento tipico inglese.

Agatha: Buon giorno, sono Agatha la grande scrittrice.

Baby: Ooooh Signora Agatha, che onore conoscerla. Sa ho letto tutti i suoi libri. I suoi libri miappassionano molto.

Agatha: (La guarda con un certo distacco)Ah lei legge? Non si direbbe! A prima vista sembra chele sue passioni siano altri tipi di letture. Comunque ne sono grata.

Al: Prego, Signora Agatha si accomodi(indicando la poltrona). Ha fatto un buon viaggio?

Agatha: Si grazie, un po’ lungo, ma alla fine sono arrivata. … Lei è?

Al: Io mi chiamo Al, sono io che l’ho convocata qui e le ho pagato il viaggio.

Agatha: Al che strano nome. I suoi genitori hanno risparmiato nel comprare le lettere. … Mi dicaSignor Al, ha anche un cognome?

Al: Sì, il mio cognome è Capone. Al Capone.

Agatha: Anche il cognome è strano: Cafone!

Al: Non cafone ma Capone.

Agatha: Aaaah, ho capito; tu ti chiami come gallo che tagliano palline?

Al: Nooo! Quello è cappone, io mi chiamo Capone con una “P” sola. Le mie palline sono al loroposto.

Agatha: Mi scusi Signor Al, io capire poco e parlare poco sua lingua. È meglio che ti chiamo soloAl.

Al: Si forse è meglio. … Posso offrire qualcosa da bere?

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Agatha: Sì! È possibile avere una tazza di tè?

Al: (sigaro, guardia)Certamente.… Baby prepara una tazza di tè alla Signora.

Baby: Al quando ti decidi a prendere una cameriera? Con tutto quello che ho da fare in questacasa!… Signora, il tè lo vuole con latte o limone?

Agatha: Noi inglesi lo prendiamo sempre col latte.

Al si mette al suo posto dietro la scrivania, (sigaro, guardia).

Al: Ho saputo che lei scrive dei romanzi di suspense.

Agatha: … Esì, i miei romanzi sono molto letti nel mondo. Affascinano, perché il mistero è celatofino alla fine.

Al: Bene, per il mio scopo ho bisogno una scrittrice di fama mondiale per descrivere le mie gesta.

Però, non deve essere la solita biografia noiosa, ma deve essere misteriosa, avventurosa e divertente.

Agatha: Io veramente ho sempre scritto romanzi con morte misteriose, difficile da scoprire.

Al: (sigaro, guardia)Bhe, se è per questo, nella mia biografia ci sono molte morti misteriose chenon hanno trovato ancora il colpevole.

Agatha: Non sono state scoperte perché non c’era il mio grande investigatore Monsieur Poirot!

Al: (Si alza dalla sua sedia guardandosi in giro) Dov’è questo Monsieur Pierrot? (Fa un cennoall’ometto dietro a se, che mette subito la mano all’interno della giacca). Che le trovo subito unacomoda sistemazione. (Gesto con le mani come per distendere).

Agatha: Non si chiama Pierrot, ma si chiama Poirot e non lo puoi sistemare perché è un personaggiodi fantasia … un personaggio che ho inventato io.

Al: (sigaro, guardia)Meglio per lui altrimenti andava a fare compagnia alle talpe.

Agatha: Mi dicevi che la tua biografia deve essere anche avventurosa e divertente, ma io non ho maiscritto romanzi d’avventura o divertenti.

Al: Non ti preoccupare per questo, ho invitato altri tuoi colleghi specializzati in questo.

Baby: (Interrompendo la conversazione)Agatha, quanti cucchiaini di zucchero metto nel tè?

Agatha: Cucchiaini?(Rivolgendosi ad Al)Oltre a fare economia sul nome, fai economia anche sullozucchero?

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Al: Ma no! Cosa dici? Io ho una piantagione di canne da zucchero, puoi prendere tutto quello chevuoi.

Agatha: Allora, se è così, Baby dammene un kilo. Sai, ho finito lo zucchero a casa, così non passodal supermercato.

In quel momento bussano ancora alla porta. Nel frattempo Baby porta il tè ad Agatha.

Al: (sigaro, guardia).Entra la porta è aperta.(Rivolgendosi ad Agatha) Questo dovrebbe essere unodei tuoi colleghi.

Entra, seduto su una sedia a rotelle, George Lucas Vestito da Indiana Jones come l’eroe da lui inventato. Vestito con pantaloni di colore beige larghi, camicia color cachi con tasche, Borsalino molto unto, la frusta alla cintura e una borsa a tracolla. Ha gli abiti molto impolverati, tutte le volte che scuote gli abiti, fa una nuvola di polvere.

George: (Si alza dalla sedia, si spolvera i pantaloni.)Salve a tutti…Al fammi portare qualcosa dabere.

Al: (sigaro, guardia)Che cosa vuoi da bere?

George: Dammi un whisky… doppio, anzi triplo, per favore.

Al: Baby porta un bicchiere di whisky per me e la bottiglia per lui(sigaro, guardia).George hai fattoun buon viaggio?

George: (Si siede in poltrona e col tono di uno che fa la stessa cosa tutti i giorni).Sì, abbastanzabene. Ho affittato un aereo. In volo, l’aereo, ha avuto dei problemi al motore e mi sono lanciato con il paracadute. Col paracadute sono atterrato su un motoscafo che passava di lì che andava nella mia direzione. Col telefonino ho chiamato un elicottero che mi ha prelevato al volo. Con l’elicottero ho inseguito un treno e mi son fatto calare sul tetto. Quando il treno ha rallentato, sono sceso, ho preso una moto incustodita. Quando sono arrivato in città, è finita la benzina. Passava di li una carrozzella trainata da un cavallo che portava a spasso dei turisti, mi sono seduto sull’asse delle ruote posteriori. Sono arrivato qui al portone. Nel portone ho preso una sedia a rotelle e sono arrivato qui da te. Spero di non essere in ritardo.

Agatha: Un viaggio avventuroso!

George: (come se la vedesse per la prima volta)Chi è questo bel pezzo di reperto archeologico?

Agatha: Come ti permetti di chiamarmi reperto archeologico? Maleducato!

Al: (sigaro, guardia)George, se non vuoi essere farcito di piombo, non offendere i miei ospiti.

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George: Non volevo offendere. Ammiravo la sua bellezza, infatti, ho detto bel pezzo!

Al: Comunque, la Signora si chiama Agatha è una grande scrittrice.

George: Aaah, sì, ho sentito parlare molto di lei. … Lei è quella che ha un personaggio cheinqualsiasi parte va, porta rogna; muore sempre qualcuno. … si ho letto qualcosa. … Come si chiama questo ridicolo personaggio? … a sì ora ricordo, si chiama Pierrot.

Agatha: Lei conferma la sua ignoranza e maleducazione. Non si chiama Pierrot, ma si chiama:

Poirot!

George: Per cortesia non se la prenda, altrimenti il nostro anfitrione mi appesantisce di piombo. Nonconosco il francese, mi scuso.

Al: (sigaro, guardia).Avete finito di litigate? Voi siete qui per collaborare. Dovete unire le vostreforze per scrivere una cosa memorabile.

George: Al ma tu cosa ti sei messo in mente? Va bene che il mio personaggio va a caccia di repertiarcheologici, ma non costringermi a scrivere qualcosa con questo pezzo da museo.

Agatha: Anch’io mi rifiuto di scrivere con questo sbruffone, impertinente. Il mio stile non ha nientea che fare con le sue volgarità.

Al: (sigaro, guardia) (Calmo, col tono di avvertimento)Se non volete uscire tutte e due in posizioneorizzontale, non litigate e fate quello che vi dico io senza discutere. Io vi pago per questo. Avete capito?

Agatha: (Sottomessa)Sì Al, io ho capito, ma digli a questo coso di non offendermi.

Al: (sigaro, guardia) (sollecita la risposta di George)Tu George, hai capito?

George: (sottomesso)sì, si ho capito.

Al: (sigaro, guardia)Adesso che ci siamo capiti tutti, vi dico che stiamo aspettando un miocompaesano. È napoletano ed è sempre in ritardo. Lui è un bravo commediografo comico. … Dovete collaborare anche con lui. Vi prego di non fare storie.

Si sente bussare alla porta e subito dopo entra Eduardo. Eduardo è magro, è napoletano e come tutti i napoletani, è chiassoso e divertente.

Eduardo: Buongiorno a tutta la compagnia. Uuuu, ma guarda quanta bella gente che ci sta cà.(Siavvicina a tutti i personaggi e li guarda dalla testa ai piedi) Al, però me putive dicereche era n’afesta in maschera che mi mettevo il vestito da pulcinella.

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Al: Eduardo, siediti e statte zitte. Non cominciare anche tu.…Perché sei arrivato in ritardo? Ti homandato apposta un orologio per non farti fare tardi, e tu come al solito, sei in ritardo.

Eduardo: Tu mi ha mandato un orologio? … Non ho mai ricevuto un orologio!

Al: E quello che hai al polso?

Eduardo: Perché chisse è un orologio? …Uuuu mamma mia, io pensavo che era una calcolatrice.

…mò saccio a che serve sti numeri. … Però è strano questo orologio. Ad esempio: mò c’è sta scritto che sono 14 diviso 30.

George: Vuol dire che sono le due e mezza P.M.

Eduardo: E che vuol dire “P.M.”? … pe mè? … Pete possono essere le due e mezza, pe mè non usaccio che ore jè. Pe mè è na divisione.

Agatha: Che ignorante!

Eduardo: We! Mary Pompis statte accurte a dire ignorante a me.

Al: Eduardo che fai? Mi rubi il mestiere? Il cattivo sono io, e solo io posso minacciare.

Eduardo: Ci hai ragione, ma questa carta inpecorita moffenne!… Al si può averenu poco de caffè?

Al: (sigaro,guardia)Baby, prepari il caffè.

Baby: Uffa, sono diventata proprio una cameriera. … Baby il tè, Babyil whisky e adesso anche ilcaffè.

Al: Baby, tu prepari il caffè e non discutere con me, altrimenti ti mando da dove ti ho raccolto…capito? (Sigaro, guardia) … Bene, ora che ci siamo tutti e vi siete presentati, vi dico perché vi ho convocato qui.

Agatha: L’hai già detto;per scrivere la tua biografia.

Al: Prima non c’era Eduardo. Come dicevo, dovete scrivere la mia biografia, ma non deve esserefedele alla vita reale che ho fatto, Altrimenti mi mettono in galera e non esco più, ma dovete raccontare la mia vita in modo romanzata.

George: Non potevi trovare di meglio, io sono il migliore a scrivere le vite romanzate.

Agatha: George, hai ragione quando dici che non poteva trovare di meglio ma quel meglio, sono io.

Il mio stile è più adatto a descrivere la vita misteriosa di Al.

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Eduardo: Uuuu, senti a questi due, si credono di essere chi sa che cosa. Una scrive le cosemisteriose. … Che poi non sono tante misteriose, già dalla prima pagina si sà che l’assassino è il maggiordomo. Mentre l’altro fa la caccia al tesoro. … George se vuoi rubare qualche cosa, siente a me: manda due marioli napoletani che ti portano quello che vuoi tu. … O’ migliore sono io. Le mie cose sono più divertenti, più popolari. …

Al: (sigaro, guardia)Volete stare zitte tutte e tre e fatemi finire di parlare?

Arriva Baby con il classico caffè americano messo nel bicchierone di carta che lo appoggia davanti a Eduardo.

Eduardo: (Guardando schifato il bicchiere)Che cosa è questa roba?

Baby: E’ il tuo caffè.

Eduardo: E tu tiene il coraggio di chiamare questa schifezza“caffè”? Il caffè va bevuto dentro latazzulella.

Al: (pazientemente)Baby metti il caffè nella tazzina.(Baby borbottando va verso il mobile bar).…Dovete scrivere la mia biografia romanzata, con i vostri tre stili. Misterioso, avventuroso e divertente.

Baby arriva con una tazzina da caffè vuota. Prende il bicchierone e versa il caffè nella tazzina che mette davanti a Eduardo. Eduardo segue tutta l’operazione con attenzione e in silenzio.

Baby: Ecco qua il tuo caffè, nella tua tazzulella.(Imitando Eduardo)

Eduardo: (Come a chiedere giustizia)Whe!Baby, ma tu sta’ a pigliare pu cule a me? Guardate quache caffè. (Mette la tazzina sotto il naso di Agatha e George) Questo non è caffè, questa è acqua calda sporca. A me che ho ricevuto il premio Nobel per la cultura del caffè, mi presentate questa porcheria? Voi non sapete come si fa il caffè. Quando si prepara il caffè, deve essere un rito. Il caffè nella tazza, deve essere una crema. Quando metti lo zucchero nella tazza, lo zucchero deve galleggiare prima di affondare. Questo è una camomilla. Questo non è un caffè, questa è l’acqua che avete sciacquato i piatti.

George: Al mio paese il caffè si beve cosi.

Eduardo: Tu e tutti quelli del tuo paese non capite niente di caffè. Tu vieni al mio paese, allora sìche bevi u’ vere caffè.

Agatha: Quante storie per un caffè. Perché non ti prendi un bel tè.

Eduardo: Alloranon hai capito niente? …Per te io sono malato? Il brodino lo prendo solo quandosono malato. … e sta brodaglia non la bevo!!

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Al: (Spazientito)Adesso basta! Eduardo il caffè che abbiamo è questo, se lo vuoi lo bevi altrimentilo lasci. Da ora in poi, il primo che parla lo faccio fuori. … Lasciatemi finire di parlare … e poi le domande le faccio io. … Non vi sto’ a ripetere quello che ho già detto. Adesso che sapete quello che voglio, avete già qualche idea?

Agatha: Io ambienterei la tua storia in un castello scozzese.

George: … Ma, cosa dici in un castello? Io l’ambienterei tra le piramidi; in Egitto, o in qualchedeserto.

Eduardo: … Senti, senti questi due; vogliono ambientare la storia tra i fantasmi e le mummie. Io,invece l’ambienterei nei vicoli di Napoli, nel rione Sanità, dove la gente è allegra, è genuina, schietta.

Al: No, no, no di tutto questo. La storia dovrà essere ambientata a Chicago.

Eduardo: (Lo guarda scandalizzato)Al, mi hanno detto che sei un po’ eccentrico, ma non fino aquesto punto. Che posto strano hai scelto per raccontare la tua storia.

Al: (Sigaro, guardia)Cosa c’è di strano? È, dove ho vissuto per tutta la vita!

Eduardo: E io pensavo che con i soldi che hai, vivessi nei migliori alberghi, oppure in una villafavolosa. Non avrei mai pensato che hai vissuto in un cesso dove ci caghi.

Al scoppia in una fragorosa risata. Baby e la guardia del corpo, per riflesso, ridono anche loro. Agatha e George, sono stupiti da quella risata e si scambiano delle occhiate chiedendosi cosa c’è da ridere.

Agatha: Al, spero che tu stia ridendo del’ignoranza di Eduardo.

George: Non riesco a capire come faremo a scrivere una biografia con uno che non sadov’èChicago!

Al: (Ancora ridendo)Siete voi che non avete capito. Eduardo, sabenissimo dov’è Chicago, ha datosolo un saggio della sua comicità giocando con le parole.

Eduardo: Questi due colleghi sono troppo seri per me. Al,forse hai sbagliato a fare la scelta di noitre per fare la tua biografia.

Al torna immediatamente serio e burbero. Anche Baby e la guardia del corpo smettono immediatamente di ridere.

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Al: (Sigaro, guardia)Eduardo tu sei simpatico e divertente, ma non ti azzardare più a dire che hosbagliato a fare la mia scelta. Io se sono qui ancora vivo, è perché non ho mai sbagliato. … Ho deciso che voi tre dovete scrivere la mia biografia, e voi la scriverete! Ricordatevi che pago un milione di dollari a testa per scrivere quattro righe. … Non dirmi più quello che devo fare! Capito?

Eduardo: La mia non era nessuna imposizione, era un consiglio.

Al: … e tu non mi consigliare. Io non accetto nessun consiglio da nessuno.… Ora parliamo dei mieiconcorrenti, che pace all’anima loro, hanno tentato di togliermi la piazza per lo spaccio dell’alcol e hanno cercato anche di farmi fuori.

In quel momento entra, senza bussare la direttrice. Una signora di mezza età, con tailler scuro, camicetta bianca, i capelli tirati indietro raccolti in un chignon. Alla vista del gruppo rimane sorpresa, riprende subito il suo ruolo. Per il pubblico deve avere l’atteggiamento del poliziotto.

Direttrice: Ecco dove vi eravate cacciati!(con voce ferma e decisa)Fermi tutti, ora a uno alla voltaalzatevi senza fare movimenti strani, e mettetevi tutti con la faccia alla parete. … Lentamente. … Baby incomincia tu!

Baby: Io non centro niente, sono solo la donna del capo.

Direttrice: Muoviti e non fare tante storie. …Vergognati! A questa età fai ancora la bambola delcapo. … Agatha, muoviti! Mettiti anche tu contro la parete.

Agatha: Che modi, io che sono apprezzata in tutto il mondo! Guarda come mi trattano qui. Sesapevo rimanevo nella mia stanza d’albergo.

Direttrice: E’ li che dovevi rimanere, ora ti sei cacciata nei guai.… Adesso muoviti!

George: (Quasi barcollando e agitando la bottiglia di whisky).Hei tu, non ti permettere di trattarecosi la mia collega.

Direttrice: (Quando vede la bottiglia la strappa immediatamente di mano a George)Bruttoubriacone, ti sei fatto fuori mezza bottiglia di whisky. Lo sai che è proibito bere l’alcol? E non fare tanto il duro con me, altrimenti ti farò passare un brutto quarto d’ora. (Lo scuote per la manica spingendolo verso al parete. Quest’azione fa uscire una nuvola di polvere). Guarda come si èimpolverato. Dove sei andato per conciarti così? … Eduardo, mi meraviglio di te che ti sei messo con certa gente.

Eduardo: Posso domandare na’ cosa?

Direttrice: Che cosa vuoi l’avvocato?

Eduardo: Nooo, signurìa me basta na’ tazzulella e’ caffè. …Sapete, quello napoletano, ristretto.

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Direttrice: (Con sarcasmo)Non ti preoccupare, domani te lo porteranno direttamente in camera tua.

Eduardo: E’ meglio che me lu purtate vuje. … Saccia, che vuje, fate bune u’ caffè.

Direttrice: Alzati! Mettiti anche tu insieme agli altri. … Guarda un po’ ora mi metto a portare ancheil caffè a lui.

Al nel frattempo è seduto in poltrona, silenziosamente, osserva tutto quello che accade. Distrattamente, si mette il sigaro in bocca e inevitabilmente la guardia del corpo si avvicina per accenderlo. La direttrice si fionda sui due togliendo il sigaro e l’accendino.

Direttrice: Anche il sigaro e l’accendino. Questi li sequestro perché sono corpi di reato.

Al: (Rivolgendosi alla direttrice minaccioso)Hei, baby …

Baby: Mi hai chiamato Al?

Al: No, non ti ho chiamato, sto parlando con questa carampana. …(Continuando)Tu mi vuoiincastrare per un sigaro, ma non ci riuscirai. Un sigaro non ha mai ucciso nessuno, ci vuol ben altro per incastrarmi.

La direttrice, per niente intimorita, si rivolge per prima alla guardia del corpo, che senza parlare esegue gli ordini che gli vengono impartiti.

Direttrice: (Alla guardia del corpo)Tu raggiungi gli altri. Subito! …(Con calma)Al adesso tu, dabravo ragazzo, ti alzi, e anche tu ti metti contro la parete con gli altri. (Al si alza lentamente e si dirige verso gli altri) … Ecco bravo così. Adesso state li buoni tutti senza muovervi. Vi tengod’occhio!

La direttrice, prende il telefono, compone un numero, e quando si mette in contatto ….

Direttrice: Si sono io. Gli ho trovati, sono qui da me. … Si ho tutto sotto controllo, ma veniteimmediatamente a prenderli prima che cambiano idea. … No, due di voi sono sufficienti. (Mette giù la cornetta.)

Subito dopo entrano due infermieri col camice bianco.

Infermiere 1: Eccola qua tutta la compagnia. Ci avete fatto impazzire nel cercarvi.

Infermiere 2: Non avrei mai pensato di cercarli nell’ufficio della direttrice.

Infermiere 1: Questi sono matti ma non scemi. Alle volte mi stupiscono per quello che fanno.

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Direttrice: Ragazzi, voi portatevi via Al e il suo tirapiedi, io porterò gli altri in camera loro.

Infermiere 2: (Si avvicina ad Al)Dai da bravo, andiamo nella tua cel… camera.

Infermiere 1: (Prende la guardia del corpo)Dai vieni anche tu, vedi il tuo capo sta andando via.

Al: (Man mano che esce)Ti ho mai raccontato quando ho mandato un sigaro imbottito di tritolo adun mio concorrente, (ridendo) e quello ha perso la testa per quel sigaro?

Direttrice: (Prende subito il sigaro dalla sua scrivania)Aspettate un momento! …A scanso diequivoci, buttate via questo sigaro. (Rivolgendosi agli altri rimasti) E ora Signori e Signore, vi accompagno nelle vostre camere.

Mentre si avviano verso l’uscita, ognuno dice qualcosa.

Agatha: In questo albergo mi trovo proprio bene.

Baby: Io sono stata in alberghi migliori di questo.

Eduardo: Siperò u’ caffè nu sanne fa.

George: Nella mia vita, ho bevuto e mangiato di tutto. Una volta ho mangiato anche un serpente e tuti lamenti del caffè.

Direttrice: (Ferma sull’uscio, aspetta che escono tutti)Andiamo ragazzi, andiamo nelle vostrecamere. Su da bravi.

Chiusura Sipario

FINE

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