La botticella perduta

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L’AMICIZIA SI MISURA

LA BOTTICELLA PERDUTA

Commedia per gli alunni delle scuole elementari

Personaggi:

Scaldino, cucciolo di pastore maremmano

Altri cuccioli, fratelli di Scaldino

Fedele, vecchio pastore maremmano, nonno dei cagnolini

Bernardo, zio dei cagnolini, di razza San Bernardo

Gustavo, un simpatico scoiattolino

Una volpe dispettosa

Fiocco di neve, un coniglietto molto pauroso

Un gruppo di coniglietti amici di Fiocco di neve

   La scena rappresenta uno spiazzo verde con alberi disegnati sul fondale.

Al centro c’è una bilancia pesa-persone con un grande quadrante e un indice, ben visibile, che può muoversi comandato da una cordicella.

Entrano il cane Bernardo con al collo la classica botticella, il cagnolino Scaldino e gli altri cagnolini. Bernardo si dispone a sinistra, Scaldini ed i cagnolini a destra della bilancia.

BERNARDO – Cari nipoti, io vi voglio bene. Ora voglio sapere chi di voi è più amico di zio Bernardo.

TUTTI I CAGNOLINI – (rispondono in coro) Io! Io! Io!

SAN BERNARDO – Bene, bene. Ma io voglio sincerarmi. Vedete quella bilancia? È una bilancia che misura il sentimento di amicizia che c’e nei vostri cuori. (indicando un cagnolino) Tu, vieni qui. (Il cagnolino si avvicina e Bernando lo misura con un metro a fettuccia) Altezza 34 centimetri… lunghezza 62… diametro… Ora sali sul piatto della bilancia. (Tirando la cordicella, l’indice si muove fin verso metà scala) Abbastanza buono il tuo sentimento di amicizia che hai per me. (indicando un altro cagnolino) Tu, vieni qui. (anche questo cagnolino viene misurato e pesato)

   Mentre Bernardo sta facendo questi esami, entra nonno Felice.

FELICE – Bernardo, ma che stai facendo?

BERNARDO – Misuro e peso i miei amici per vedere chi è più amico mio.

NONNO FELICE – Ma fammi il piacere! Gli amici veri sono quelli che ci dimostrano simpatia, solidarietà, stima… e ciò dipende dalla ricchezza dei sentimenti che hanno dentro. Inoltre il vero amico si misura nei momenti del bisogno… E’ un sentimento che non si può misurare con il metro e con la bilancia… Ci saranno occasioni per metterli alla prova…

   I cagnolini portano via la bilancia poi, rientrati, saltano addosso a Bernardo e lo riempiono di baci.

CAGNOLINI – Zio Bernardo noi ti vogliano bene, davvero!

   Nel trambusto la botticella si stacca dal collo di Bernardo e ruzzola fuori scena.

BERNARDO – Fermi, fermi. Mi avete fatto cadere la botticella. (Guarda oltre la quinta) E’ ruzzolata laggiù, lontano… Sarà un’impresa ritrovarla. Povero me! Ora come farò a rifocillare quelli che si perdono tra la neve? Bauuu… bauuu… bauuu…

   (Guaendo si avvia verso l’uscita seguito dai cagnolini mogi mogi e da Nonno Fedele)

   Fiocchi di bambagia scendono dall’altro per simulare la neve. Quando il pavimento è imbiancato entra Scaldino guardandosi intorno smarrito.

Bau, bau povero me

in mezzo alla tormenta

con tanta neve ahimé!

Il vento mi spaventa

   Che brutto tempaccio

   Che freddo, che ghiaccio!

   ora ditemi, che faccio?

   Dormirò all’addiaccio?

Bau, bau… aiuto, aiuto

Che disdetta, ahimé

Mi sono proprio perduto

Che ne sarà di me?

GUFO – (E’ un finto gufo su un ramo e la voce gliela dà un bambino fuori campo) Ehi, tu, laggiù… Chi sei?

SCALDINO – (alza gli occhi e vede il gufo) Sono un cagnolino, mi chiamo Scaldino. Mi sono perso… Sapresti indicarmi la strada per ritrovare la mia casa?

GUFO – Che razza di cane sei se non sai ritrovare la tua casa? Dov’è il tuo fiuto?

SCALDINO – Sono raffreddato e non sento nessun odore. Etcì! E con questa neve che rende uniforme il paesaggio non so orientarmi.

GUFO – (ridendo) Prova a saltare molto in alto così potrai vedere la tua casa. Ihiii, ihiii…Uh, uh!

   Scaldino, irritato, appallottola un po’ di bambagia a mo’ di palla di neve e la scaglia contro il gufo, ma manca il bersaglio e la palla finisce dentro un buco nel tronco dell’albero disegnato sul fondale. Il gufo vola via.

GUSTAVO – (dall’interno del buco) Che succede? Chi è stato? (mette fuori la testa e vedendo il cagnolino lo rimprovera) Lo sai che mi hai svegliato dal letargo? E’ forse già primavera?

SCALDINO – Scusami, non l’ho fatto apposta. Ho tirato una palla di neve a quell’antipatico del gufo ed ho sbagliato mira. Ma tu piuttosto, chi sei?

GUSTAVO – Sono Gustavo, lo scoiattolo. E tu chi sei?

SCALDINO – Non mi vedi? Sono un cagnolino e mi chiamo Scaldino.

GUSTAVO – Dimmi, che fai qui, in mezzo a tutta questa neve?

SCALDINO   (cantando)

     Il mio nome è Scaldino

     Un piccolo cagnolino

    Che chiede aiuto perché

    Si è perduto, ahimé!

             Qual è la via per andare a casa mia?

             Dimmi, è ad oriente o a occidente?

             Se sarai un buon amico

             Sai che di dico?

            Avrai per ricompensa

            La mia riconoscenza.

            Bauuuu… bauuuu… (guaisce lamentosamente)

GUSTAVO – (uscendo dal buco) Sì, amico, ti aiuterò, ma non piangere. Unendo le nostre forze sono sicuro che ritroveremo la tua casa.

SCALDINO – Alt, aspetta! Devo prendere una cosa. (Prende da dietro un cespuglio la botticella di Bernardo)

GUSTAVO – E cos’è quella?

SCALDINO – E’ una botticella piena di grappa che zio Bernardo porta al collo. Quando qualche alpinista si perde fra la neve, lui va a cercarlo e quando lo ritrova gli dà da bere la grappa della botticella per ristorarlo.

GUSTAVO – E perché ora ce l’hai tu? Devi soccorrere qualcuno?

SCALDINO – No. Zio Bernardo l’aveva smarrita lungo il sentiero che porta alla Grotta dei pipistrelli ed era così addolorato che io, senza farmi scorgere da nessuno sono partito alla ricerca della botticella per riportargliela. E’ per questo che sono qui. Come vedi l’avevo trovata, ma adesso ho smarrito la strada per ritornare a casa. (Se la mette al collo) Accidenti quanto pesa!

GUSTAVO – Oh, poveretto! Vuoi che ti aiuti a portarla? Dalla a me. (Prende la botticella e se la mette al collo) Accipicchiaaa! (Comincia a ruzzolare avviluppandosi con la botticella. Alla fine si ferma trattenuto da un cespuglio) Ahia! 

   In quel mentre si sente una voce fuori scena.

VOCE – Non mi scappi!

   Scaldino e Gustavo si trovano a destra della scena. A sinistra entra di corsa una volpe che si avvicina ad un buco in basso nel fondale dove si è rifugiato un coniglietto.

VOLPE – Ormai sei in trappola, sarai il mio pranzetto… Gnam! (Pesca con un braccio dentro il buco. Si sentono invocazioni d’aiuto)

   Scaldino cerca qualche sasso da tirare alla volpe, ma la neve ha coperto ogni cosa. Allora prende la decisione di tirare la botticella contro la volpe. Questa va a colpire il predatore che si trova così fra le zampe quello strano oggetto. Curiosa, lo rigira, l’annusa e dal tappo un po’ allentato esce qualche goccia di liquore.

 

VOLPE – Mmmmm…. Che strano odore ha quest’acqua.  Mmmmm… capita proprio al momento giusto: ho tanta di quella sete che ne approfitto! (l’assaggia) Mmmmm… niente male, proprio niente male. (Beve) Mmmmm… buonaaaa! Mmmmm… buonaaa… hic, davvero molto buona, hic… Questa acqua mi brucia un pochino la pancia, ma è molto saporita… (beve avidamente fino all’ultima goccia)

Avevo tanta sete, hic… Dunque ora dovrei… hic… dunque… ma… hic… non mi ricordo cosa devo fare… hic… ma che strano… hic… tutti gli alberi si muovono… hic… anche la terra si muove… hic… e… e pure le mie gambe si muovono… hic… ma senza che io le comandi… hic… ohi, ohi, mi gira la testa… hic… hic

   Tutta la scena deve essere  mimata dalla volpe come in preda ad una forte ubriacatura.

SCALDINO – (sottovoce a Gustavo) Adesso ci penso io! (camuffando la voce) Brutta volpe cattiva, sarai punita! Sono lo spirito della foresta e sto arrivando per mangiarti in un sol bocconeee. Ti mangerò tutta e con il tuo pelo mi farò un bel collo di pelliccia. Uhuhuhuhuh… arrivooo…

VOLPE – Aaaaah, non mangiarmi! Per favore non mangiarmi... noooooo… Senza la mia pelliccia resterò tutta nuda e sentirò freddoooo… Nooooo, per favore…! (Piagnucolando e barcollando la volpe fugge fuori scena)

   Scaldino e Gustavo si abbracciano felici.

GUSTAVO – (si avvicina all’imbocco della tana e chiama l’animaletto che stava per diventare preda della volpe)  Ehi, tu lì dentro! Chi sei? Stai bene? (Non ricevendo risposta, riprende) Ehi! Dico a te nella tana… La volpe è fuggita, vieni fuori! Io sono Gustavo. Sono uno scoiattolo. Vieni fuori! Non avrai mica paura di me?

VOCE FUORI SCENA DEL CONIGLIETTO – No! No, no! Io non ho paura di te! Stai attento tu, piuttosto. La volpe è andata via, ma ho sentito che lì fuori c’è lo spirito della foresta…

SCOIATTOLO – Vieni fuori, non aver paura, nessuno ti mangerà.

   Dalla tana esce tremante un coniglietto tutto bianco.

GUSTAVO – Guarda guarda che carino! Un coniglietto tutto bianco. Come ti chiami?

CONIGLIETTO – Gra, gra… grazie innanzi tutto per avermi salvato dalla volpe. Io mi chiamo Fiocco di neve, per gli amici Fiocco. E voi?

GUSTAVO – Io mi chiamo Gustavo ed il cagnolino Scaldino. Lui si è perso ed io cerco di riaccompagnarlo a casa. La casa con il pozzo “Ripetello”. Sai dov’è?

FIOCCO – Pozzo Ripetello? Ne ho sentito parlare… Aspetta. (Chiama) Venite qui fratelli, cugini, compagni di gioco!

   Ed ecco comparire, quasi per incanto, una dozzina di coniglietti bianchi.  

FIOCCO – Amici coniglietti, il nostro amico Scaldino si è perso e vuole ritornare a casa. Chi sa indicare dov’è quella casa con il pozzo Ripetello?

UN CONIGLIETTO – Io lo so! Prendete per di là. Appena arrivati al laghetto ghiacciato, percorrete il sentiero di destra, poi continuate per il viottolo che scende a valle e che conduce dritto dritto alla casa con il pozzo Ripetello.

SCALDINO E GUSTAVO – Grazie, grazie amici. (Si scambiano saluti calorosi) Ciao, ci rivedremo!

   Scaldino prende la botticella ed i due amici si allontanano dal gruppo seguendo la direzione indicata, mentre i coniglietti fanno un balletto e poi scappano via.

   Si oscura la scena. Vengono posizionati pannelli di carta che cambiano un po’ la scena mostrando a destra un ciglio roccioso  

SCALDINO – (entra da sinistra, seguito da Gustavo) Ecco laggiù il fumo del camino della mia casa. Corriamo. (Ma, giunto vicino al ciglio roccioso scivola, gli cade a terra la botticella e va a finire fuori scena) Aiuto, Gustavo! Sono caduto in una buca. Ohi, ohi, che botta! Aiuto!

GUSTAVO – (guardando oltre il ciglio roccioso) Per la coda del grande scoiattolo! Ci mancava anche questa! Dài, prova a salire…

SCALDINO – (da fuori scena) Accidenti e… doppio accidenti! Qui si scivola e non riesco ad aggrapparmi da nessuna parte. Non ce la farò mai ad uscire di qui!

GUSTAVO – Dài, non disperare: ci sono io qui! A cosa servono gli amici sennò?! Tu aspettami qui! Io andrò a chiamare i rinforzi. (Prende la botticella) Questa sarà il biglietto di riconoscimento quando giungerò da Bernardo, da Nonno Fedele e dai tuoi fratelli cagnolini.  (Esce correndo)

SCALDINO – (lamentoso) Ora sono solo e nessuno mi troverà qui dentro…

   Voci concitate fuori scena

NONNO FEDELE – Ma quella è la botticella di zio Bernardo! E tu sei uno scoiattolo, ma accidenti e… doppio accidenti, io non ho visto mai uno scoiattolo andare a zonzo in piano inverno. Gli scoiattoli se ne stanno nelle loro tane a dormire.

GUSTAVO – (Infreddolito e impaurito, battendo i denti) SSSS… SSCCC… SCAA…SCALDINOOOO!

NONNO FEDELE – Scaldino? Hai detto Scaldino?

GUSTAVO – Scaldino è caduto in una buca. Presto, presto! Dobbiamo correre a tirarlo fuori. Prendete una corda. Dobbiamo far presto altrimenti morirà assiderato! 

   Si sentono abbài dei cani. Entrano in scena Bernardo che prende la botticella e se la mette al collo, i cagnolini che portano una corda, Fiocco di neve e gli amici coniglietti.

GUSTAVO – (gettando la corda oltre il dirupo roccioso) Scaldino! legati bene alla corda, che al resto penseremo noi.

NONNO FEDELE – (entrando con la lingua di fuori, affannato) Ci sono anch’io!

   Tutti cominciano a tirare la corda e finalmente riappare Scaldino. Un abbaiare festoso riempie la scena.

TUTTI – Evviva! Evviva!

BERNARDO – Bau, bau… Grazie Scaldino, per avermi riportato la botticella.

SCALDINO – Il merito è tutto di Gustavo che mi ha incoraggiato e mi ha salvato la vita.   

  Tutti applaudono Gustavo. Nonno Felice si porta al centro della scena.

NONNO FELICE – Silenzio, silenzio! Gustavo, pur essendo un animaletto piccolo e leggero, ha dimostrato di essere un grande, grande amico di Scaldino. Una prova della giustezza della mia teoria: gli amici né si misurano, né si pesano.  

SCALDINO – (canta) 

                  Ho trovato un amico

                   Ho trovato un tesoro

                   Sapete che vi dico?

                   Vale molto più dell’oro

             Gustavo si chiama

             È coraggioso, è bello

             Mi vuol bene, mi ama

             Più di un fratello

                    Ma Gustavo chi è?

                    È uno scoiattolino

                    Piccino sì piccino

                    ma più amico non ce n’è!

TUTTI - (cantano) 

                   Questa è la bella storia

                   Di un caro e vero amico

                   Che si è coperto di gloria

                   salvando il nostro Scaldino

             Il suo nome è Gustavo

             Coraggioso e bravo

             Pericoli ha affrontato

             contro tutti ha lottato

             la vita ha rischiato

             non si è mai risparmiato

                  Perché? Per quale onore?

                  Volete saper la notizia?

                  Per un sentimento d’amore

                  Che si chiama amicizia.