La Canterina
Personaggi
GASPARINA,
canterina
APOLLONIA,
finta madre di Gasparina
DON ETTORE
DON PELAGIO,
maestro di musica
Atto I
Scena 1
Camera con un tavolino e sedie da una parte, dall'altra un
clavicembalo.
Gasparina e Apollonia
APOLLONIA
Che visino delicato
Che ti fa questo belletto;
Benedetto, benedetto,
Sia colui che l'inventò.
Oh, ve' la differenza
Che v'è tra il bianco di Madama Celia
E questo che mi diè la cameriera
Del Marchese Impiastro;
Con questo puoi lavarti,
Puoi strofinarti il viso, che non casca;
Tu vedesti ier' sera nel teatro,
Che bella figurina
Facea la Fornarina,
E pure ella ha un color tra il verde e il nero,
Che sempre par ch'abbia pestato il volto
Da sgrugnoni e ceffate,
E che gliel fa parere così bello.
Eccolo, già l'ho detto:
Benedetto, benedetto,
Sia colui che l'inventò.
Decoro de' teatri,
quint'elemento di noialtre donne!
(si batte alla porta di fuori)
GASPARINA
Bussano, chi sarà?
APOLLONIA
Sarà il Maestro, adesso...
Oh, oh, Don Ettore!
GASPARINA
Che vuol questo sguaiato?
Diglielo tu, che il padre ha minacciato
Farrni sfregiar, se lo ricevo in casa.
Ei non ha più che darmi, questo è il male.
APOLLONIA
Ma, figlia benedetta,
Vuoi farti rovinare da tuo padre?
(si batte un'altra volta)
APOLLONIA
E' torna! siam' serrate,
Non si può aprire.
Scena 2
Don Ettore e dette
DON ETTORE
Ah, gnora!
Voi così mi trattate?
GASPARINA
Caccialo, questo pazzo, con un legno!
DON ETTORE
Signora, tanto sdegno
Perché?
GASPARINA
Rompiti il collo!
DON ETTORE
Or ben, questo cerchietto
Di diamanti, che ho preso da mia madre,
Lo porterò a donar all'Angelina.
GASPARINA
Diamanti? Oh ben, chi è lì fuori?
APOLLONIA
Figlia,
È Don Ettore.
GASPARINA
Don Ettore?
DON ETTORE
Signora, servo suo.
GASPARINA
Cor mio, sono due mesi
Che veduto non t'ho!
APOLLONIA
Figlia, che fai,
Se il padre lo sa?
GASPARINA
Che me ne preme,
Io per dispetto suo lo voglio amare.
APOLLONIA
Benedetta, tu sài quel che ti fare.
GASPARINA
Vostra madre sta bene?
DON ETTORE
Sì, e vedete, questo è suo;
Io l'ho preso e 'l dono a voi
Assieme con quest'olanda.
GASPARINA
Ma se mai
Se n'accorge?
DON ETTORE
Ella m'ama, io gliel dico,
E si sta zitta.
GASPARINA
Madre, vedi, che bella
Cosa ricca,
Che tela di signore,
Che m'ha dato Don Ettore!
APOLLONIA
Oh, bella cosa!
(con disprezzo)
APOLLONIA
(Valerà tre doppie
Tutto il regalo.)
Ah, povera ragazza!
Ella non ha persona
Che un sospiro le dia; col fatigare
Noi pensiamo al mangiare,
Voi vedete la vita che facciamo
Sempre chiuse.
GASPARINA
Credea, or ch'han bussato,
Che fusse un mercante,
Che vuol donarmi un abito di stoffa
Per sentirmi cantare.
DON ETTORE
E per che cosa non lo vuo' accettare?
APOLLONIA
Chi? Che dite?
Alla casa di Gasparina Zuffoli?
Qui nessun ci mette piedi;
La mia figliola, lei, chi mai la crede?
DON ETTORE
Piano, signora, io non ho detto niente.
Or senti, Gasparina,
Starò a pranzo con te questa mattina.
GASPARINA
Padrone! Ma bisogna trattenersi un pochetto,
Finché prenda lezione e il Mastro vada via
DON ETTORE
Ti servo, anima mia,
Ma il Mastro ch'è?
GASPARINA
Oh, egli è un uom fantastico,
Mi sgriderebbe subito.
APOLLONIA
La conosce ragazza.
(si sente battere)
APOLLONIA
Uh, la porta, diavolo!
(confusa)
GASPARINA
Come farem? Chi è?
APOLLONIA
Il Mastro!
(sorpresa)
GASPARINA
Il Mastro? Nascondi questa spada!
Che penseremo?
DON ETTORE
Uh, canchero!
Scena 3
Don Pelagio e detti
GASPARINA
Signor Mastro, vi fò riverenza.
(a Don Ettore)
GASPARINA
Dunque, due lire il palmo?
(a Don Pelagio)
GASPARINA
Questo qua è un venditor di tela olanda,
E ci ha portato certa bella roba
Che mi bisogna, ed ei la dà per niente.
DON PELAGIO
Quant'importa?
GASPARINA
Tre canne, son quarant'otto lire.
DON PELAGIO
Niente di meno?
DON ETTORE
Che so io!
GASPARINA
Sicuro, se egli s'è posto
A un prezzo ragionevole,
Più non sa dir.
DON PELAGIO
Facciamo trenta lire!
DON ETTORE
Mia madre l'ha comprata per sessanta.
DON PELAGIO
Come? Oh bella! Che dice?
APOLLONIA
La madre fa il negozio, egli va in giro
Vendendo.
(Ma che sciocco!)
GASPARINA
Via, sbrigatelo presto, poveraccio!
DON PELAGIO
Ecco!
GASPARINA
Prendi!
DON ETTORE
Bel trucco!
(a parte a Don Ettore)
APOLLONIA
(Va, va abbasso al caffè!
Quand'è partito il Maestro,
Io ti chiamo dal balcone.)
DON ETTORE
Vi riverisco tutti.
(via)
DON PELAGIO
Mio padrone!
Scena 4
Don Pelagio, Gasparina e Apollonia
DON PELAGIO
Accostati ed ascolta un po'
Quest'aria ch'ho scritta questa notte;
Vedi, è in Do–la–sol–re, terza maggiore,
Con li corni che entrano e rinforzano
Con le sordine. Oh, quest'uscita a solo
D'oboe! Senti un po'! Recitativo!
“Che mai far deggio?
Sposo! Ti vedrò esangue?
E spirerai quell'alma?
E chiuderai quei lumi,
Quei dolci lumi?
Ite al tiranno!
Oh, Dio! lo d'altri e non più tua?
Che far degg'io?”
“lo sposar l'empio tiranno,
Io mirar lo sposo estinto?
Che farai, misero cor?”
Che dici?
GASPARINA
Viva!
APOLLONIA
Bravo, signor Maestro!
DON PELAGIO
Via, canta appresso a me!
GASPARINA e DON PELAGIO
“Che mai far deggio?”
“Sposo!”
DON PELAGIO
Dolce, dolce!
GASPARINA e DON PELAGIO
“Ti vedrò esangue?”
DON PELAGIO
Tieni ...
APOLLONIA
“Esangue” fa così.
DON PELAGIO
Gnora, fa calze, non t'impacciar!
GASPARINA e DON PELAGIO
“E spirerai quell'alma?”
APOLLONIA
Spirare, apri la bocca!
“E spirerai quell'alma?”
DON PELAGIO
Vedi, che vituperio!
GASPARINA
Soffritela, Maestro, la sapete.
GASPARINA e DON PELAGIO
“E chiuderai quei lumi,
Quei dolci lumi?”
DON PELAGIO
Ah, quei dolci lumi!
GASPARINA
“Quei dolci lumi!”
DON PELAGIO
Dolci lumi tuoi!
GASPARINA
“Tuoi” non vi sta.
DON PELAGIO
Parlo di te.
APOLLONIA
Ci vuole “lumi tuoi”,
Fa più grazia, tu non capisci.
Ecco: “E chiuderai...”
(con rabbia)
DON PELAGIO
Quella fetente bocca!
(Fa partire la gnora!)
GASPARINA
Signora madre, un po' di cioccolatte!
APOLLONIA
Dammi la chiave!
“E chiuderai quell'alma!
E spirerai quei lumi!”
Viva il signor Maestro!
DON PELAGIO
(Oh, che si rompa il collo!)
Come sta, signorina?
GASPARINA
Per servirvi.
DON PELAGIO
Tutta stanotte io non ho preso sonno.
GASPARINA
Per l'aria?
DON PELAGIO
Per pensare a te, furbetta!
GASPARINA
Oh, sì, vi credo già.
DON PELAGIO
Cari quegl'occhi!
(vedendo Apollonia)
GASPARINA
Uh, la signora madre!
APOLLONIA
Signor Mastro, che la vuole accecar?
DON PELAGIO
“Chiuder i lumi”
Ha da far l'azion di serrar l'occhi.
(qui parte Apollonia)
DON PELAGIO
Che gran suggezion questa tua madre!
GASPARINA
Oh, quest'è il male; appena che s'accorge
Ch'io scherzo,
Fa tremarmi.
DON PELAGIO
Ogni cantante
Ha questa suggezione.
GASPARINA
(Così a credere diamo
A chi è babbione.)
DON PELAGIO
Or io ti vo' sposar, che dici? Parla!
GASPARINA
Parlatene alla gnora!
DON PELAGIO
Il fistol se la mangi!
Sempre con questa gnora!
Io vo' sapere, se tu tieni altri in core.
Dimmi la verità!
GASPARINA
Ah, traditore!
Così, così mi tratti?
Uh, ti darei...
DON PELAGIO
Ah, vipera!
(Apollonia ritorna)
GASPARINA
La gnora
Entra di nuovo qui.
DON PELAGIO
Uh, m'entrasse... !
APOLLONIA
Cos'è?
DON PELAGIO
Tu bada ben, un'altra volta!
GASPARINA
Che colp'ho io?
Quell'entrate all'improvviso
Son difficili.
DON PELAGIO
È vero
GASPARINA
Questa suggezion di quest'entrate
Bisogna che la levi;
DON PELAGIO
Furbetta, quanto sai!
GASPARINA
Vostra scolara!
DON PELAGIO
Hai vinto già il maestro, figlia cara.
Via, partiamo, ch'è tardi.
GASPARINA
Ve n'andate?
DON PELAGIO
Sì, figlia cara mia. (Vedi, ch'occhiate!)
(via)
GASPARINA
Che povero merlotto!
Ma tu il farai stancare
Con tante stitichezze.
APOLLONIA
Tu che fai del mestier, lasciane il peso
A chi lo sa da mastra, m'hai tu inteso?
Scena 5
Gasparina, poi Don Pelagio
GASPARINA
Dice il vero. Ma ancor non vien Don Ettore?
(verso la finestra con isdegno)
GASPARINA
Salite!... ma che allocco!
(piano e non visto da Gasparina)
DON PELAGIO
Qui certo l'ho lasciata.
(come sopra)
GASPARINA
Il Maestro è partito.
Venga! Che scimunito!
S'ha rotto il collo, sì. Non l'hai veduto?
Sei orbo. Presto, è ora già di pranzo.
DON PELAGIO
Diavolo, che ascolto!
GASPARINA
Via, verrotti a incontrare per le scale.
Andiam, andiamo, povero animale!
(via)
Scena 6
Don Pelagio solo
DON PELAGIO
Oh, rabbia! Oh gelosia!
Va, va senza rossore;
Che mi possa scordar tutte le note,
Possa perder l'udito e la battuta,
Se di te non mi vendico.
(additando il clavicembalo)
DON PELAGIO
Nascondiamoci qui, vediam la fine
Di sue furfanterie;
Dopo ch'ho speso tanto,
Datale casa e mobili,
La musica insegnatale,
Così m'inganna? Ah, donne senza fede!
Appiccato e squartato chi vi crede!
Scena 7
Don Pelagio nascosto, Gasparina e Don Ettore.
GASPARINA
Vedi, fatti capace!
DON ETTORE
Io sempre sono stato a far la spia,
né l'ho veduto.
GASPARINA
Eh via!
DON ETTORE
Mi è toccato a dar luogo al signor Mastro
DON PELAGIO
(Or io do luogo a voi;
Ah, così sono le vicende umane.)
GASPARINA
Che luogo? Tu sei matto!
DON ETTORE
Ma ella perché ha fatto
Fingermi venditor di queste tele,
Facendone pagar dal Mastro il prezzo?
Segno che vi ama, e voi ...
GASPARINA
Ah, sciocco!
Egli mi deve
Dar quindecí zecchini;
Non avea come vestirsi, ond'io procuro
Di ricuoterli alla meglio.
DON PELAGIO
(Ah falsa, ah finta,
Falsa più del falsetto istesso!)
DON ETTORE
E quanto deve ancora?
GASPARINA
Quattro zecchini.
DON ETTORE
Lascialo in mal'ora.
(facendosi innanzi)
DON PELAGIO
No, voglio pagare.
Dica, signora, l'ho a dare?
GASPARINA
Uh, rovina!
DON ETTORE
Lei che va facendo?
DON PELAGIO
Zitto, viso di capra! Prendi,
Ecco il denaro!
Scena 8
Apollonia e detti
APOLLONIA
Presto in tavola,
Che siete arrivati.
GASPARINA
Ah, ch'è venuto il precipizio mio!
APOLLONIA
Signor Maestro!
DON PELAGIO
Signor corno, addio!
DON PELAGIO
Scellerata, mancatrice, traditrice.
APOLLONIA
Non gridate!
GASPARINA
Per pietate!
DON ETTORE
Signor mio, lei l'uccida che poch'è.
DON PELAGIO
Vo' gridar dalli balconi:
Queste donne, miei padroni,
Sono false e assassine,
Basta dir, son canterine,
Imparatelo da me!
GASPARINA
Ch'accidente!
APOLLONIA
Che sventura!
GASPARINA e APOLLONIA
Per l'affanno e la paura
Io mi reggo appena in piè.
DON PELAGIO
Scellerata!
DON ETTORE
Signor mio!
APOLLONIA
Ci buttiamo a' piedi vostri.
DON PELAGIO
Lungi, lungi, gente ingrata,
Castigata hai da restar.
DON ETTORE
La mia tela, i miei diamanti,
Zi! Non servon questi pianti,
Or ti faccio carcerar.
Atto II
Scena 1
Gasparina ed Apollonia.
GASPARINA
Uh, rovinate noi!
APOLLONIA
Che si farà?
GASPARINA
Per fare a modo tuo,
lo mi trovo ridotta in questo stato.
APOLLONIA
Se mi avessi ascoltato,
Non corressi rischio.
GASPARINA
Ti fossi rotto il collo,
Quando venisti in casa,
Ruffianaccia cenciosa!
APOLLONIA
Sì signora cosa,
non farmi parlare.
GASPARINA
Parla, parla, che possa tu scoppiare!
Don Pelagio, bargello, facchini e dette.
Scena 2
DON PELAGIO
Signor mio, l'ufficio suo
Lei lo faccia con rigor!
Questa casa è roba mia,
Queste donne vadan via;
Lei si sbrighi, mio signor!
GASPARINA
Che mai vuol dir tal cosa?
DON PELAGIO
Signora virtuosa,
Vuol dir, che lei si sfratti
Di questa casa ch'è mia con tutto il mobile,
Che mi soddisfi delle mie mesate
E poi sen' vada in pace,
Lungi da me, dove le pare e piace.
APOLLONIA
S'è imbrogliato il negozio,
Bisogna alzar i ponti;
Or via, prendiamo
La cosa nostra e andiamo!
DON PELAGIO
Carcerate costei, ch'è la sua madre.
APOLLONIA
A me? Non la conosco.
Parlatene con lei,
Uccidetela pur, signori miei!
(parte via correndo)
DON PELAGIO
Sfratta, sfratta, via presto!
(qui mette mani il bargello)
GASPARINA
Piano, che modo è questo?
Lasciate pria, ch'affitti un'altra casa.
DON PELAGIO
Che casa? Sior bargello,
Se non va via col buon,
Sa già che fare.
GASPARINA
Piano, sbirraglia indegna;
Non mettete le mani
Sopra una virtuosa!
DON PELAGIO
Virtuosa, di che?
Strascinatela via!
GASPARINA
Ah Don Pelagio caro!
DON PELAGIO
Vada, vada!
GASPARINA
Pietà!
DON PELAGIO
Son sordo.
GASPARINA
Oh Dio!
Deh, ti muova pietade il pianto mio!
Non v'è chi mi aiuta,
Non v'è chi mi sente.
Afflitta e dolente
Più voce non ho.
(via)
Scena 3
Don Pelagio solo.
DON PELAGIO
Misera! Dove andrà?
Se si fermava un altro pochettino,
M'avrebbe già veduto uscir le lagrime.
Veramente il gastigo
È troppo rigoroso;
Ma che merita peggio quell'ingrata?
La voglio veder morta disperata!
Scena 4
Gasparina e detto.
DON PELAGIO
Via, facchini,
Portate in casa mia codeste robe!
(i facchini mettono mani)
GASPARINA
Piano,
Chè v'è della mia roba ch'ho restata.
DON PELAGIO
E cosa?
GASPARINA
Un bussolotto
Ripieno di belletto,
Un pettine e uno specchio al naturale.
DON PELAGIO
Lasciato avevi tutto il capitale.
L'hai trovato?
GASPARINA
Ecco qui.
DON PELAGIO
Dove ne vai?
GASPARINA
Disperata a buttarmi in qualche pozzo
DON PELAGIO
(Misera! Più non posso.)
GASPARINA
Conosco che da voi
Non merito ne' pure esser guardata,
Confesso il fallo mio,
Però vi chieggo prima
Umilmente perdon, poi parto, addio!
DON PELAGIO
(Or crepo.) Senti, figlia,io ti perdono;
Le mesate ti dono,
E acciocchè non si dica
Ch'io sia tanto crudel, restati in casa,
Finché trovi altro comodo.
GASPARINA
Oh ciel!
Quest'è un favore da me non meritato;
Oh quanto siete bono!
Lasciate ch'io vi baci
Almen la mano.
DON PELAGIO
No, no! (Via, ch'ho da far?)
Ferma, facchino,
Lasciale il letto ancor;
Campita sia
Oggi la grazia mia!
GASPARINA
Che ascolto! Ah, un altro bacio
Vo' impremere su quella mano.
DON PELAGIO
Elà, facchini,
Lascio il cembalo ancor;
Studia e attendi!
Vedi quanto son bono,
Che mi scordo de' tanti falli tuoi:
Ma la pietade è propria degli eroi.
GASPARINA
Lo veggo, e son confusa;
Ah, un'altra volta lasciatemi
Baciar la mano!
DON PELAGIO
Facchini, piano, piano;
Lasciatele ogni cosa!
GASPARINA
Che alma generosa!
Ah, mi voglio buttar a' piedi vostri
E non partirne più.
DON PELAGIO
Piano, che fai?
Facchini, in casa andate
E tutte le mie robe qua portate!
(i facchini via)
GASPARINA
Ma oimé, sento mancarmi.
DON PELAGIO
Cos'è?
GASPARINA
La gran paura, la collera,
Il digiuno...
(finge di svenire)
DON PELAGIO
Oh stelle, aiuto!
Gnora! Don Ettore! Ah, poverina,
Com'è fredda! Avessi la caraffina
Di melissa sopra,
Per farla rivenire...
(s'affatica d'aiutarla)
Scena 5
Don Ettore, Apollonia e detti.
(con ammirazione)
DON ETTORE
lo sono chiamato qui.
APOLLONIA
Chiamata son pur io.
DON PELAGIO
Oibò, non me la trovo.
DON ETTORE
Ma cosa vedo?
APOLLONIA
Ah, mia figlia svenuta!
(con agitazione)
APOLLONIA
O povera me, o povera me!
(tiene una borsa in mano)
DON PELAGIO
Prendi qua!
(gli reca una scatula de' diamanti)
DON ETTORE
Prendi là!
DON PELAGIO
Piano!
DON ETTORE
Adagio!
DON PELAGIO
Oibò, questa è la borsa.
DON ETTORE
Che bon odor è quello
De' diamanti!
DON PELAGIO
Oh buona, ella l'odora poveretta,
Sta fuor di sé. Apollonia!
APOLLONIA
(Fingi bene, mia figlia benedetta,
L'è del mestier.) Ah, poverina figlia!
DON ETTORE
Ha un poco di furbetta.
DON PELAGIO
Via, spirito, mia diletta!
DON PELAGIO
Apri pur, mia dea terrestre,
L'amorose tue finestre,
Ch'all'oscuro mi fai star.
APOLLONIA
Ah, rischiara quelle ciglia,
Guarda intorno, cara figlia,
(addita le gioie e i danari)
APOLLONIA
(Non lasciarti mai scappar!)
DON ETTORE
Non l'intendo, sia rossore
O piuttosto un finto amore;
Basta, non mi vo' fidar.
GASPARINA
Ah, mi sento ristorata,
Già mi trovo risanata,
Pian. Oimè, torn'a mancar.
DON PELAGIO
Questa è borsa.
GASPARINA
Mi ristora.
DON ETTORE
Quest'è gioia.
GASPARINA
Com'odora,
mi consola in verità.
DON ETTORE
Quest'anello allegra il core
Per il prezzo, non l'odore;
Troppo scaltra è questa qua.
DON PELAGIO
La mia borsa allegra il core
Per, il suon, non per l'odore;
Troppo scaltra è questa qua.
(a Don Pelagio)
GASPARINA
Mio diletto!
DON PELAGIO
Mia diletta!
(a Don Ettore)
GASPARINA
Caro, caro!
DON ETTORE
Cara, cara!
GASPARINA
Sei bonino, sei bellino
Mio diletto, caro, caro!
DON ETTORE e DON PELAGIO
Questo anello sta in camino,
La mia borsa
Via lo voglio regalar.
GASPARINA e APOLLONIA
Vo' provar il mio destino.
Tenta pur il tuo destino,
Mi preparo a trionfar
GASPARINA
Mel' donaste?
DON PELAGIO
Non mi pento.
GASPARINA
Questo in dono?
DON ETTORE
Tel' presento.
APOLLONIA
Viviam noi, evviva il Maestro!
Non risplende più disastro
Che ci possa sconsolar.
TUTTI
Sì viviamo tutti quanti,
E finiam in lieti canti
Per poter allegri star.
FINE