La casa da te’ alla luna d’agosto

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Subito dietro il grande sipario ne è collocato un secondo, costituito da quattro pannelli, di canne di bambù

LA CASA DA TE’ ALLA LUNA D'AGOSTO

(THE TEAHOUSE OF THE AUGUST MOON)

Commedia in tre atti e dieci quadri di

JOHN PATRICK

Adattamento dal romanzo di Vern Sneider

Versione italiana di

Cesare Vico Lodovici


PERSONAGGI

(secondo l'ordine di entrata in scena)

                            Sakini

                            Sergente Gregovich

                            Colonnello Wainright Purdy III

                            Capitano Fisby 

                            Mr. Hokaida

                            Mr. Omura

                            Mr. Sumata

                            Padre di Mr. Sumata

                            Mr. Seiko

                            Miss Higa Jiga

                            Mr. Keora

                            Mr. Oshira

                            Fior di Loto

                            Capitano Mc Lean

                            Una vecchia

                            La figlia della vecchia

                            I bambini della figlia

                            Paesani

                            Donne della lega democratica

Nota: John Patrick, autore di questa commedia, è nato nel Kentucky, nel 1910; ha frequentato l'università e si è dedicato al teatro per passione, rivelandosi oltre che un ottimo commediografo, uno sceneggiatore abilissimo. Il che lo ha portato subito ad Hollywood. Le sue commedie dal 1935 al 1950 sono: "Hell Freezes Over"; "The Willow and I"; "The Hast Heart"; "The Story of Mary Suratt"; "The Curious savage".


QUADRO PRIMO

                            Subito dietro il grande sipario ne è collocato un secondo, costituito da quattro pannelli, di canne di bambù. Ciascuna di queste quattro parti può essere mossa con manovra indipendente.

                            (All'alzarsi del sipario, mentre le luci si spengono in sala, si sentono in lontananza dolci accordi di musiche orientali, su uno strumento a corde.  Un fascio di luce investe Sakini, che è in piedi, sullo sfondo dei siparietti di bambù.  Egli indossa un paio di calzoni corti tutti logori e una camicia di moda locale. Le sue scarpe, dono di un soldato america-no, sono molto più grandi dei suoi piedi. Le calze, anche esse di misura troppo grande, gli scendono in pieghe sulle caviglie. Sakini è nativo di Okinawa e potrebbe avere qual-siasi età fra i 30 e i 60. Se distesa, la sua faccia tradisce gli anni, ma l'impressione cessa quando sulle labbra gli af-fiora il suo tipico sorriso, pieno di fanciullesco candore. Con le mani incrociate sul petto in atto di preghiera,  cam-mina sino al centro della ribalta: si inchina alla parte cen-trale del pubblico, con atto solenne e cerimonioso.  Quindi - muovendo solo il busto - s'inchina a destra e a sinistra. Poi si drizza ed esamina il pubblico seduto in platea, con evidente curiosità. La musica cessa. Allora Sakini comincia a masticare vigorosamente qualcosa che ha in bocca).

SAKINI      - Chewing-gum: totofrutto.

                            (Si toglie la gomma di bocca e, dopo averla avvolta con cura in un pezzo di carta, la mette in una scatola da fiammiferi, che ripone in una tasca della camicia).

                   Molto generoso dono sergente americano.

                            (Riprende di nuovo il suo atteggiamento dignitoso)

                   Amabili signore, gentili signori. Permesso? fare la mia presenta-zione. Mio nome: Sakini. Professione: interprete. Istruzione, per aiuto vecchio dizionario. Okinawiano per capriccio Dei. Storia di Okinawa alto onore distinti record occupazioni. Soggiogati, in quattordicesimo secolo, da pirati, cinesi, molto onore. In seducesi-mo secolo, da missionari inglesi, in diciottesimo secolo, da guer-rieri giapponesi. In ventesimo secolo, da marinai americani. Okinawa, molto fortunata. Cultura portata a noi. Noi non dovuto lasciare casa per procurare cultura noi. Imparate molte cose. La più importante: che resto mondo non come Okinawa. Mondo pieno deliziose varianti. Spiegazione: In Okinawa... non serrature per porte. Cattive maniere non guadagna fiducia vicini. In Ame-rica... serrature e chiavi, grande industria. Conclusione? Cattive maniere, buoni affari. In Okinawa, lavarsi in bagno pubblico con fanciulla nuda, corretto. Pittura donna nuda in casa privata, molto scorretto. In America, statua donna nuda in pubblico parco,  pre-mio. Vera donna nuda, in parco, multa. Conclusione? Pornografia, questione geografica. Cittadini di Okinawa, molto ansiosi, di esse-re istruiti da conquistatori. Desiderio molto grande per attenuare contrasti. Non facile imparare. Qualche volta, penoso. Ma dolore fa uomo pensare... Pensiero fa uomo saggio... Saggezza fa vita sopportabile. Così...

                            (Si sposta verso la sua sinistra - e cioè all’estrema destra di chi guarda dalla platea - dov'è il primo dei quattro pannelli)

...noi raccontare voi, ora, piccola storia, splendido esempio assimi-lazione democratica okinawiana.

                            (Batte, le mani, dando così il segnale di alzata del primo dei quattro pannelli. Al levarsi del siparietto, si nota un cartello, inchiodato su un tronco, spoglio, di palma. Esso punta verso la parte opposta del palcoscenico e porta la scritta: «Colonnello Wainright Purdy III »)

Nome padrone essere: Colonnello Purdy 3. Numero 3 dopo nome indicare lui figlio di figlio di figlio.

                            (Si porta davanti al successivo pannello, e batte di nuovi le mani. Il siparietto si alza, mostrando un altro tronco, spo-glio, di palma, da cui parte una corda a cui è appesa della biancheria. Col levarsi del pannello, si nota anche lo sfon-do, in sezioni. Esso comprende una jeep parcheggiata con-tro una catasta di bidoni da benzina; degli alberi spogli di fogliame in seguito a recenti sparatorie. Il tutto dà un sen-so di generale distruzione. Ci sono parecchi capi di ve-stiario appesi sulla corda: fa netto spicco un paio di pantaloni kaki, di misura massima)

Colonnello Purdy 3° , splendido esempio pulizia, per popolazione indigena. Ma popolazione indigena non poter seguire suo esempio. Noi indigeni non avere “due” paia mutande.

                            (Egli batte nuovamente le mai e anche il terzo pannello si alza, mostrando altra biancheria appesa. All’estremità destra si vede l'esterno dell'ufficio del col. Purdy. Sul palo che sostiene l'altra estremità della corda su cui è appesa la biancheria, è inchiodato il seguente cartello: “Riservato alla biancheria dei signori ufficiali”)

Colonnello Purdy messi molti cartelli: ciò estremamente civile. Così più facile, per incivili, sapere cosa di “non” fare. Qui bian-cheria ufficiali non in fraternità con biancheria soldati.

                            (Sakini dà quindi il segnale di alzare anche l'ultimo pannel-lo. Appare l'interno di una capanna dove ha sede l'ufficio del col. Purdy. La scrivania del colonnello - vuota - è pres-so la porta. Su di essa un cartello col nome del titolare. Un altro cartello ammonisce il visitatore con la scritta “pensa-te!”. L'ufficio è piccolo e disadorno. Un quadro con gli “Ordini del giorno“ è appeso sul muro di fondo. Contro il muro si trova il tavolo del sergente Gregovich. Dietro un cartello, che dichiara il suo grado, siede il sergente. In posa rigida, come se aspettasse un segnale per animarsi. Sakini viene verso il centro della ribalta e si rivolge al pubblico)

Questo signore, onorevole Gregovich, aiutante colonnello Purdy. Lui, non figlio di figlio di figlio. (Si gira versa il sergente) Com-media cominciata, onorevole sergente.

                            (Gregovich entra in azione masticando vigorosamente il suo chewing-gum e rovistando per l'ufficio. Poi si alza, va alla scrivania del colonnello Purdy, si inginocchia e cerca di prendere qualcosa che è sotto il tavolo. Sakini lo segnala al pubblico e spiega)

                   Spiegazione: Colonnello Purdy grande studioso storia. Mese su mese moglie colonnello mandare lui giornaletto “L'Avventuroso”. Copertina con pittura pirata con benda nera su occhio. Tutti ten-tare rubare rivista; allora colonnello nascondere quella sotto scri-vania, per leggere lui primo. (Gregovich si alza trionfante avendo in mano la rivista) Ma sergente trovare sempre rivista. Vecchia volpe, sergente...

                            (Gregovich torna al suo tavolo e si sprofonda nella lettura de1 giornale. A questo punto il col. Purdy entra da sinistra. Come si è già potuto immaginare dalla sua biancheria stesa al sole è un uomo di notevoli proporzioni. Le preoc-cupazioni del mondo in generale e dell'esercito di occupa-zione in particolare, pesano gravemente sulle sue spalle. Egli si ferma a sbirciare il più vicino cartello. Poi tira fuori un taccuino e vi segna un appunto. Non nota la presenza di Sakini se non quando sarà indicato dalla didascalia)

                   Signore là, autorevole padrone colonnello Purdy 3°. Cittadino di Unites States America, città Pottawattannie, Michigan. (Il colon-nello Purdy ha qualche insulto di singhiozzo, per cui si dà dei colpettini sul petto) Ecco: lui con imbarazzo digestione. Attenzio-ne: ora colonnello Purdy spiegherà fatto.

PURDY      - (si raschia la gola e dice a se stesso) -Disordine interno del-l'armata interna di occupazione. (Si batte nuovamente il petto e mette via il taccuino).

SAKINI      - Colonnello Purdy, uomo molto saggio. Sempre pronto. Ogni mat-tina guardare cielo... (il colonnello Purdy si mette le mani sui fianchi e scruta il cielo) ... e fare profezia...

PURDY      - Oggi non pioverà.

SAKINI      - E non piovere davvero. Mai piovuto qui, questo periodo di anno, in tutta storia di Okinawa. Ma profezia colonnello buona lo stesso. (Il colonnello Purdy va davanti alla biancheria appesa e si ferma ad abbottonare la bottoniera di un paio di pantaloni) Colonnello Purdy, perfetto gentiluomo. (Purdy torna indietro e conta i pezzi di biancheria appesi) E’ pignolo[1]. Ricontare sempre biancheria.

PURDY      - (conta, ad alta voce, in francese) - Un - deux - trois...

SAKINI      - Spiegazione: esercito insegnato francese a colonnello per inva-sione Europa. Poi, invece, mandato lui a Okinawa.

PURDY      - ...quatre - cinq - six - sept... (Sorride soddisfatto)

SAKINI      - O.K. Colonnello contare francese ma non visto paio mutande mancanti Okinawa.

PURDY      - (la sua espressione cambia bruscamente) Cosa?! (torna davanti alla biancheria appesa e conta nuovamente nella sua lingua) Uno - due - tre - quattro - cinque - sei – sette (Gonfia il torace come per esplodere)

SAKINI      - (corre alla ribalta) Oh, gentili signore, prego chiudere vostri orecchi. Adesso bombardamento bestemmie. (Si copre gli orecchi con le mani)

PURDY      - (esplodendo) Inferno e dannazione! (Tre volte)

SAKINI      - Ora colonnello chiamare forte Sakini. Ma Sakini nascosto. (Striz-za l'occhio) Sakini, “dormire” (Si raggomitola prontamente per terra presso l'ufficio, la schiena al colonnello)

PURDY      - Sakini! (Sakini russa. Purdy si avvicina a grandi passi e si ferma, torreggiante, in piedi, vicino a lui) Sakini!

SAKINI      - (alzandosi rapidamente) Oh, oh. Buon giorno padrone. Sognavo lei non essere qui.

PURDY      - “Dov'è” il ragazzo che mi lava la biancheria?

SAKINI      - Portata biancheria e tornato casa dormire, padrone.

PURDY      - Devi scoprirmi come va che ogni settimana la mia biancheria cala di un pezzo.

SAKINI      - Perduta, padrone.

PURDY      - Lo “so” che va perduta. Ma in che modo va perduta voglio sapere io.

SAKINI      - Molto semplice. Ragazzo portare biancheria in ruscello cima col-lina e gettare quella in acqua. Poi correre fondo valle come caprio-lo, per acchiappare biancheria. Qualche volta non correre abba-stanza capriolo.

PURDY      - (dà un grosso sospiro di sopportazione) Non c'è da meravigliarsi che vi abbiano soggiogati i giapponesi. Quando non dormite ta-gliate la corda per non lavorare. Non avete proprio nessuna ener-gia, nessuna forza motrice...

SAKINI      - Penso nostra forza motrice ormai tutta scaricata. (Sakini accenna a sedersi in terra).

PURDY      - Be', ricarica almeno la tua e va a vedere se il capitano Fisby   è arrivato. Se è arrivato, digli di venire subito da me, a rapporto. Corri! (Mentre Sakini si muove attraverso il palcoscenico, Purdy osserva seccato i calzini di Sakini, ricascanti sulle caviglie) Sakini!

SAKINI      - Sì, padrone?

PURDY      - Tu sei un impiegato civile agli stipendi dell'Esercito degli Stati Uniti. E dovresti adeguarti anche nel vestirti: tirati su le calze.

SAKINI      - Sì, padrone. (Si china e si tira su le calze senza troppo successo) Niente altro, padrone?

PURDY      - Niente altro, per ora. (Sakini si muove ora così lentamente che il colonnello esplode esasperato) Non puoi camminare più svelto?

SAKINI      - Certo, padrone. Ma se io camminare più svelto, calze scendere ancora. (Mentre Sakini, esce, il colonnello Purdy chiude gli occhi e conta fino a dieci in un veemente francese. Resta fermo in questa posizione. Sakini rientra dal fondo e dà il segnale di chiu-sura dei pannelli di sinistra, nascondendo così il personaggio del colonnello).

SAKINI      - Presentazione, finita. Prego ora volgere vostra attenzione ufficio colonnello. (Si china verso la ribalta e chiama, attraverso il pal-coscenico) Onorevole sergente! Pronti per continuare. (Il sergente torna di nuovo in azione. Dà una sbirciatina alla porta dell'uf-ficio e rapidamente nasconde “L'Avventuroso”. Quindi si mette sull'attenti, mentre il colonnello entra. Sakini esce dalla quinta).

GREGOVICH - Buongiorno, signor colonnello.

PURDY      - Comodo, prego. (Il colonnello Purdy siede dietro la sua scri-vania e comincia a rovistare fra le sue carte) Mi prospettavo l'opportunità di togliermi dai piedi quel Sakini, l'interprete indige-no. E' controproducente.

GREGOVICH - Ma dobbiamo pur aver qualcuno sottomano che parli la lingua del luogo, signor co1onnello.

PURDY      - Avete ragione, sergente. Avete ragione in pieno. Io sbaglio di rado, ma quando mi accade...

GREGOVICH - E' un disastro?

PURDY      - (con durezza)  Non ho detto questo. Volevo dire, che riconosco il mio torto.

GREGOVICH - Chiedo scusa, signor colonnello.

PURDY      - Questa mattina abbiamo a rapporto un nuovo ufficiale. Distacca-to qui dal Centro per la Guerra psicologica. (Con benevolenza) Immagino non sappiate neanche che cos'è.

GREGOVICH - Non è quell’affare... quel bosco avanzato che è agli avamposti delle salmerie?

PURDY      - (severo) Il centro raccoglie il fiore della intelligenza dell’eserci-to. E’ il cervello propulsore della macchina bellica. Ognuno là possiede un cervello che è una trappola d'acciaio. E noi siamo estremamente fortunati che ci abbiano assegnato uno dei loro uffi-ciali.

GREGOVICH - Mi sorveglierò signor colonnello.

PURDY      - Mentre aspettiamo il capitano Fisby, vorrei prendeste nota di alcuni nuovi cartelli che vorrei far dipingere.

GREGOVICH - (prende un notes) Ma il pittore non ha ancora finito quelli che gli avete ordinato ieri sera, signor colonnello.

PURDY      - A questo rilievo c'è una sola risposta: chiamate un altro pittore. Dunque. Ho notato ieri sera, alla cantina, che i miei uomini balla-vano a coppie tra loro.

GREGOVICH - Va bene, signor colonnello... (Scrive sul notes)... “E' proibito ballare”.

PURDY      - (seccato) Non ho detto questo, Gregovich. Io non proibisco ai miei uomini di ballare. Anzi, desidero che si divertano. Ma non è certo un buon esempio per gli stanziali vedere sottufficiali di car-riera ballare con soldati semplici. Perciò far fare un cartello con la scritta: «E' proibito ai sergenti di ballare con le reclute».

GREGOVICH - Sì, Signor Colonnello.

PURDY      - Inoltre fate mettere un altro avviso presso lo stagno sotto la ca-scata: “Riservato ai signori ufficiali”.

GREGOVICH - E i soldati dove faranno il bagno, signor colonnello?

PURDY      - Nello stagno immediatamente successivo, che c'è.

GREGOVICH - Mi permetta, signor colonnello: credo che quest’ordine non sa-rà molto gradito. Dovrebbero fare il bagno nell'acqua già adopera-ta dai signori ufficiali.

PURDY      - Valida obiezione, Gregovich. Noi non desideriamo far nulla di irrazionale. (Si concentra per un momento) Il secondo stagno, quanto dista dal primo, in basso?

GREGOVICH - Circa trecento metri.

PURDY      - (soddisfatto) Allora, non c'è offesa al razionale. L'acqua si puri-fica ogni sessantasei metri circa.

GREGOVICH - Crede, signor colonnello, che di questi argomenti si contente-ranno i suoi uomini?

PURDY      - Non vedo perché non dovrebbero contentarsi, visto che se ne contenta la scienza. Bè, sarà opportuno che portiate subito questi ordini al pittore.

GREGOVICH - Sì, signor colonnello. (Gregovich esce. Appena uscito, il co-lonnello Purdy passa sul davanti della scrivania, si china e, a tastoni, cerca il suo “L'Avventuroso”. Non riuscendo a trovarlo, si inginocchia per guardare sotto la scrivania. Sakini entra e si guarda intorno. Quindi fa qualche passo e dà un leggero colpo sulla parte del colonnello Purdy a lui più vicina: il suo ampio sedere)

SAKINI      - Sakini presente, padrone.

PURDY      - (arrota un'occhiata di indignazione) Non osare “mai” di stender neanche un dito su un ufficiale.

SAKINI      - Non corretto, padrone?

PURDY      - No. E per annunciare la tua presenza, bussa. (Cerca di nuovo sotto la scrivania) E' impossibile, per voi indigeni, imparare un po’ di buone maniere? (Sakini resta lì ritto, momentaneamente sconcertato, quindi si china in avanti e bussa gentilmente sulla schiena del colonnello. Purdy si alza arrabbiatissimo) Ma che cosa fai, animale?

SAKINI      - Non so, padrone. Fatto come voi ordinato.

PURDY      - (torna dietro la scrivania) Tutto in questo paese della malora concorre a farmi perdere la pazienza! (Si gira verso Sakini) Be', dov'è il capitano Fisby  ?

SAKINI      - Sta venendo. Io galoppato avanti (Indica le sue caviglie) Calze in cantina. (Arretra per dare il passo al capitano Fisby  che entra. Il capitano Fisby è vicino alla trentina, di bell'aspetto, piuttosto sveglio. E' nervoso per l'ansia di fare buona impressione. Saluta militarmente)

FISBY        - Capitano Fisby  a rapporto, signor colonnello.

PURDY      - (restituisce il saluto) Benvenuto al 147° gruppo, capitano. (Gli porge la mano)

FISBY        - (stringe la mano al colonnello) Grazie, signor colonnello.

PURDY      - Non so dirle quanto sia lieto di averla con me, capitano. Abbia-mo un così urgente bisogno di ufficiali che, francamente, sarei stato lieto di vederla, anche se lei mi si fosse presentato con due teste. (Sakini rompe in uno scoppio di risa. Purdy si gira verso di lui, molto freddamente) Sakini, puoi andare. Aspetta lì di fuori.

SAKINI      - Io sedere vicino porta. E non dormire. (Si inchina ed esce).

PURDY      - Prego, capitano, prego. (Indica una seggiola. Fisby siede di fronte a Purdy) Ha già disfatto i suoi bagagli?

FISBY        - (con sicurezza) Sì, signor colonnello. Sono arrivato iersera e li ho disfatti subito.

PURDY      - Peccato, perché dovrà farli di nuovo. Devo inviarla d’urgenza a Tobiki. Abbiamo bisogno, là, di un uomo del suo calibro... subito. (Ride con forzata cordialità)

FISBY        - (si sforza di ridere anche lui) Grazie.

PURDY      - Mi hanno informato, capitano, che è stato lei a chiedere il trasse-rimento dal “Centro Guerra Psicologica” al mio gruppo. Posso dir-le che mi sento onorato per questo suo atto?

FISBY        - Per la verità, signor colonnello, sento il dovere di confessarle che l'informazione... è esatta solo in parte.

PURDY      - (dopo breve pausa) Non è stato lei a chiedere il trasferimento?

FISBY        - Dirò, mi è stato chiesto... di chiederlo, signor colonnello.

PURDY      - Oh! (Ammicca, come per ingoiare la pillola) Posso sapere perché?

FISBY        - Mah! la mia propaganda invece che minare il morale del nemico, pare che minasse quello dei nostri reparti.

PURDY      - Ma come le è venuto in mente di andare al “Centro Guerra Psicologica”?

FISBY        - Mi hanno chiesto di chiedere il trasferimento...

PURDY      - E da dove?

FISBY        - Dall’ufficio paga.

PURDY      - E quali erano là le sue mansioni?

FISBY        - Sono stato Capo del reparto macchine contabili, fino a che... fino a che... (Si agita nervosamente)

PURDY      - Fino a che... cosa?

FISBY        - Vede, signor colonnello, le macchine sono sempre state le mie nemiche giurate. Non credo che siano inanimate. Penso invece che siano piene di malizia e dotate di una fantasia dispettosissima.

PURDY      - Le ho chiesto che cosa è accaduto, capitano.

FISBY        - Be’, la macchina calcolatrice fece uno sbaglio, nel ruolo paga, di... un quarto di milione di dollari! E sfortunatamente gli uomini erano stati già pagati quando l'errore venne a galla.

PURDY      - E che le fecero?

FISBY        - Per un po' mi misero a leccare buste.

PURDY      - E allora, lei domandò il trasferimento?

FISBY        - Oh no, signor colonnello... Mi venne una infezione allergica da gomma di buste.

PURDY      - In quante differenti specialità dell'esercito é stato, capitano?

FISBY        - In quante... signor colonnello?

PURDY      - Non si preoccupi. Ammetto di essere deluso, ma non sconfitto. Avevo creduto che lei fosse stato assegnato a questo comando, in considerazione del mio lavoro, qui. Detto tra noi, aspetto la mia imminente promozione a generale e la stella di generale mi serve per metterla sul diadema di mia moglie. Naturalmente, questo resti tra noi.

FISBY        - (acconsente col capo) Naturalmente. Forse io non ero proprio tagliato a fare il soldato.

PURDY      - Capitano, nessuno di noi è tagliato a fare il soldato. Ma noi compiamo un dovere. Ci adeguiamo. Ci “adattiamo”. Ci buttiamo all'attacco e strappiamo la vittoria coi denti. Lo sa lei, che cosa facevo, io, prima della guerra?

FISBY        - (esitando) Un allenatore di football?

PURDY      - L'amministratore Unico della “Società Scatole di cartone Purdy & Co.” Che ne sapevo di politica estera? Ma il mio compito ora è di diffondere in questi indigeni lo spirito della democrazia... e le assicuro che l'impareranno dovessi passarli uno ad uno per le armi.

FISBY        - Son sicuro che la sua signora non gradirebbe una stella di gene-rale acquistata a tal prezzo, signor colonnello.

PURDY      - E lei che faceva, prima della guerra?

FISBY        - Ero libero docente all'Università di Muncie.

PURDY      - E che insegnava?

FISBY        - Scienze umanistiche.

PURDY      - Allora, capitano, lei ha finalmente raggiunto l'incarico adatto ai suoi talenti... e che le permetterà di ammaestrare questi indigeni ad agire da esseri umani.

FISBY        - Le scienze umanistiche “vive”, signore.

PURDY      - Se lei può insegnare una cosa, non c'è ragione che non possa insegnarne anche un'altra. Il suo compito a Tobiki sarà di infima-mare gli indigeni alla democrazia e alla indipendenza economica. Cerchi  di fondare per esempio qualche tipo di industria...

FISBY        - Esiste un piano generale?

PURDY      - C’è un piano specifico. (Gli porge la copertina di un elenco telefonico) Washington ha un codice di pianificazione per la rico-struzione e il benessere di questi villaggi indigeni. Ecco: questo è il piano B. Lo consideri il suo Vangelo, capitano.

FISBY        - Lo studierò attentamente, signor colonnello. Ma forse, potranno sorgere problemi sui quali dovrò chiedere a lei un parere...

PURDY      - (indicando il piano B) Washington ha pre-risolto tutti i problemi.

FISBY        - Ma pensavo...

PURDY      - Lei non dovrà mai pensare, capitano. E' una faticosa responsa-bilità: e questo documento la dispensa.

FISBY        - Ma trattando con gli indigeni, signor colonnello...

PURDY      - (lo interrompe) E' tutto trattato nel capitolo quarto: “Come orientare gli orientali”. A proposito, com'è il suo Luchuan?

FISBY        - Non capisco, signor colonnello. Il mio... cosa?

PURDY      - Luchuan è il dialetto locale. Be' m'accorgo che avrà bisogno di un interprete. (I suoi occhi si illuminano mentre dà una manata sul tavolo) L'uomo che fa per lei, io ce l'ho! (Si gira e chiama) Sakini!

FISBY        - Potrei studiare il dialetto, signor colonnello.

PURDY      - Non è necessario. La guerra l'abbiamo vinta noi. Le assegnerò il mio interprete personale.

FISBY        - Oh, ma non vorrei che lei si privasse di...

PURDY      - Insisto. (Sakini entra.  Fa un inchino. Poi si rammenta. Si piega in avanti ed educatamente bussa sulla scrivania).

SAKINI      - Sakini presente. Calze issate. Finito dormire.

PURDY      - Sakini, questo è il capitano Fisby  .

FISBY        - Ciao, Sakini.

SAKINI      - (si inchina quindi si volge verso Purdy) Noi già fatto conoscen-za. (Sorride confidenzialmente) Dimenticato, padrone?

PURDY      - (si copre la faccia, conta fino a dieci, poi guarda verso l'alto) Ti assegno al capitano Fisby che va a prendere il comando di un villaggio a nord di Okinawa: il villaggio di Tobiki.

SAKINI      - Oh, Tobiki posto molto bello. Ma non nord Okinawa; sud.

PURDY      - Non vorrai insegnare, a me, dove si trovano i villaggi dipendenti dal mio comando. Tra l'altro, mi è capitato anche di consultare la carta geografica.

SAKINI      - Molto spiacente, padrone. Ma a me è capitato di nascere a Tobiki. E’ a sud.

PURDY      - (prende con stizza una carta geografica dalla scrivania) E allora sarà bene che tu impari a conoscere dove sei nato! Tra l'altro, mi è capitato anche di tenere un corso di lettura topografica.

SAKINI      - (guarda la carta) Molto spiacente, padrone. Ma quella carta, capovolta.

PURDY      - (guarda la carta. La capovolge) Per tutti i diavoli, quando l'esercito imparerà a stampare correttamente una carta geografica? (A Sakini) Sakini. Puoi andare. Cerca il sergente Gregovich e digli di assegnare una jeep al capitano Fisby. Poi carica i generi di conforto e i bagagli del capitano. Dovete partire subito. Vi mande-rò le razioni di riso più tardi.

SAKINI      - (prende la mano del colonnello e la stinge, agitandola con entusiasmo) Oh grazie, padrone. Voi molto gentile mandarmi casa mia. Vi ricorderò in mie preghiere nostri Dei. (Si volge a Fisby) Aspetto voi vicino jeep, capitano. (Si avvia correndo ma poi si ferma) Molto felicissimo, colonnello. Calzette a tutt’asta (Esce. Purdy si volge seccato a Fisby).

PURDY      - Certe volte penso che noi forze di occupazione siamo sotto una naia più dura delle stesse forze combattenti. (Solleva rapidamente una mano come per fermare un’osservazione di protesta) D'ac-cordo; là, ogni tanto, son pasticci... Ma noi abbiamo questo este-nuante stillicidio giornaliero, e senza gloria.

FISBY        - Sì, colonnello, capisco ciò che lei vuol dire: “La vita non è che un campo di battaglia pieno di sconosciuti eroi”.

PURDY      - (guarda Fisby con sorpresa) “La vita...”. Poesia pura, penso.

FISBY        - Ho paura che sia soltanto prosa.  E prosa... non mia. E' di Victor Hugo.

PURDY      - Ma sì! Victor Hugo! “David Copperfield”! E' uno dei miei romanzi preferiti.

FISBY        - Ma non è di Dickens, quel romanzo?

PURDY      - Ah, già! Probabilmente pensavo al film “David Copperfield”. Bene! Tornando a Tobiki. La prima cosa di cui dovrà occuparsi, appena arrivato, sarà la costituzione di un consiglio municipale e l’impianto di una scuola.

FISBY        - Una scuola?

PURDY      - Piano B. Troverà tutto. E io provvederò a farle avere laggiù assi e cemento. E si ricordi: il Piano B prescrive che 1’edificio della scuola abbia forma di pentagono.

FISBY        - Sarà fatto, signor colonnello.

PURDY      - Edificata la scuola, lei dovrà anche organizzare una “Lega Fem-minile di Azione Democratica”; e tenere una serie di conferenze sulla democrazia, come previsto... nelle previsioni. Capitano, que-sta è per lei una splendida occasione per farsi un nome...

FISBY        - Me lo farò, signor colonnello. Vede, io ritengo di aver ritardato, per fatto mio personale, la vittoria di almeno un anno: e devo riabilitarmi.

PURDY      - Questo è il genere di linguaggio che mi piace sentire dai miei uf-ficiali. Bene, non voglio trattenerla di più. (Si alza in piedi) Per parte mia, ho un ordine da darle: faccia che quel gruppo di case possa figurare sulle carte geografiche.

FISBY        - Sì, signor colonnello.

PURDY      - E mi mandi un “Rapporto” quindicinale in triplice copia.

FISBY        - Sì, signor colonnello.

PURDY      - Non faccia mai due volte lo stesso lavoro.

FISBY        - No, signor colonnello.

PURDY      - Infiammi gli indigeni con lo spirito delle forze d'occupazione.

FISBY        - Sì, signor colonnello.

PURDY      - E si ricordi che gli occhi di Washington sono sulle forze d'occu-pazione. E che gli occhi del mondo sono su Washington.

FISBY        - Avrò sempre quegli occhi, davanti agli occhi, signor colonnello.

PURDY      - Arrivederci, capitano. (Fisby  scatta in un saluto d’ordinanza ed esce. Purdy rimane in piedi per un momento, quasi commosso dalla vastità di quell’ideale, poi si volge verso la scrivania) Ma dove diavolo sarà il mio “Avventuroso”! (La scena si oscura rapidamente)

Quadro secondo

                            (Esterno. Vicino all'alloggio di Fisby. Pochi minuti dopo  Al levarsi del sipario il capitano Fisby e Sakini entrano da sinistra e attraversano la scena, davanti ai siparietti di bambù, tutti calati).

SAKINI      - Tutto, tutto pronto padrone. Partire Tobiki, ora?

FISBY        - Direi. Bè, augurami buona fortuna, Sakini. Vado a diffondere il Vangelo del Piano B.

SAKINI      - Voi già molto fortunato padrone: voi avuto me.

FISBY        - (sorride) Grazie... Conosci la strada?

SAKINI      - Non strada, padrone, sentiero carretti e capre.

FISBY        - E una jeep ce la fa?

SAKINI      - Vedere, poi dire.

FISBY        - Naturalmente. E quanto ci metteremo?

SAKINI      - Dire dopo arrivare.

FISBY        - Naturalmente. Be' sarà meglio partire. Io sto al volante e tu mi insegni la strada.

SAKINI      - Oh, proprio felice ritornare a casa.

FISBY        - Dov'è la jeep?

SAKINI      - Qui, padrone.

                            (Batte le mani girandosi. Tutti i pannelli si alzano. La cor-da con la biancheria è stata rimossa e la jeep collocata al centro della scena. Sulla jeep una pila di casse, pacchi e fagotti. Appollaiata in cima alla piramide dei bagagli siede una donna indigena molto vecchia e molto rugosa. Sakini non fa attenzione a lei, va tutt’intorno alla jeep e controlla, a calci, le gomme delle ruote, la vecchia non mostra alcun interesse a quanto accade cade sotto di lei)

FISBY        - Ehi! Fermo un momento! Che ci fa, quella, lassù?

                            (La indica con un dito. La vecchia siede con le mani incro-ciate, serenamente, guardando fisso di fronte a lei)

SAKINI      - Quella, gentile vecchia signora. Saputo noi Tobiki. Così, pensato andare visita nipote.

FISBY        - Ah, lei va... Benissimo. Spiegale che con mio sommo rammarico, lei dovrà prendere l'autobus.

SAKINI      - Niente autobus Tobiki. Gente molto povera qui. Viaggiare solo carità prossimo.

FISBY        - Mi dispiace, ma è contro i regolamenti.

SAKINI      - Lei non cadere, padrone. Lei legata forte.

FISBY        - Beh, slegala e falla scendere. Non ha che da cercarsi un altro mezzo per andare a trovare il nipotino.

SAKINI      - Nipotino, sindaco Tobiki. Lui brutta figura se voi cacciare da jeep sua vecchia nonna.

FISBY        - E' la nonna del sindaco?

SAKINI      - Oh, sì, padrone.

FISBY        - E va bene, visto che è già legata forte, lassù, mi par quasi meglio portarla. (Guarda la massa dei fagotti) Tutta quella roba là è mia?

SAKINI      - Oh no. Fagotti quasi tutti di vecchia signora. Sua visita tre o quattro mesi; e portato anche letto e pentole.

FISBY        - Be', dille di gridare se si vedrà venire incontro qualche ramo basso. (Sta per entrare nella jeep) E ora, possiamo andare.

SAKINI      - Oh, non ancora andare, padrone.

FISBY        - E perché no?

SAKINI      - Figlia di vecchia signora non ancora qui.

FISBY        - (guarda l'orologio) Non possiamo aspettare anche i commiati, Sakini.

SAKINI      - (guardando verso le quinte) Ecco! Eccola! Giusto momento buo-no (Fisby si gira in tempo per veder entrare una indigena giova-ne e grassoccia, che spinge una carriola carica di fagotti, si fer-ma e fa profondi inchini a Fisby. Poi comincia a caricare i suoi fagotti, legandoli sulla jeep)

FISBY        - Sakini. Non potrebbe, la vecchia, lasciare indietro un po' di questa roba?

SAKINI      - Non roba sua, padrone. Roba di figlia.

FISBY        - Un momento! Non penserà di venir con noi anche la figlia?

SAKINI      - Vecchia signora molto vecchia. Chi assistere lei in viaggio?

FISBY        - Be', io... (La figlia esce di corsa con la carriola vuota) Ehi! Torna indietro! Sakini, dille di tornare indietro. Non possiamo por-tare altri fagotti.

SAKINI      - (con calma) Oh, non andata per fagotti, padrone. Andata per piccoli bambini.

FISBY        - Senti, Sakini: vero è che questo genere di cose capita sempre a me: ma, a un certo punto, bisogna pure mettere il fermo. Questa volta son deciso a tener duro. Non che io non “voglia” portarli. Ma, lo vedi bene: dove li ficchiamo i bambini?

SAKINI      - Ma figlia non andare senza piccoli bambini e vecchia signora non andare senza figlia. E se vecchia signora non andare Tobiki, sin-daco Tobiki molto rabbiato con voi. (Si gira e vede la figlia affret-tarsi verso la jeep rimorchiando tre bambini. Essi si inchinano a Fisby  molto educatamente. Quindi la madre li piazza davanti, sul cofano del motore della jeep)

FISBY        - Porca miseria, Sakini! Come può pensare quella, ch'io così ci veda a guidare la macchina?

SAKINI      - Oh, vecchia signora vista buonissima, lei seduta alto e dire noi quando voltare. (A questo punto uno dei bambini scivola giù dal cofano e indica qualcosa verso le quinte)

IL BAMBINO - A! Wasureta!

LA FIGLIA  - Wasureta? Nanisa?

IL BAMBINO - Fija dayo. (Si lancia verso le quinte)

FISBY        - Ehi! Dove va quello lì?

SAKINI      - (alla figlia) Doshtano?

LA FIGLIA          - Fija kurete kurendes!

SAKINI      - (a Fisby) Andato prendere sua capretta.

FISBY        - Una capra!

SAKINI      - Impossibile partire e lasciare sola casa povera capra.

LA FIGLIA - (saluta la vecchia allegramente con la mano) Okasan daijobu! (Si arrampica sulla piramide dei fagotti e si sistema vicino alla vecchia)

FISBY        - E va bene. Adesso finisce che la cattiva figura ce la faccio io. Capre, su questa jeep, non ne viaggiano.

SAKINI      - Non piace caprette, padrone?

FISBY        - Ma non c'entra se le capre mi piacciano o no. Al colonnello, se mai, non piacerà questo fatto.

SAKINI      - Ma piccoli bambini non andare senza capretta, madre non andare senza piccoli bambini, vecchia signora non andare senza figlia.

FISBY        - (ripete con Sakini) ...e se vecchia signora non andare, sindaco Tobiki molto rabbiato con me... (Vedendo arrivare la capra con-dorta al guinzaglio da un ragazzino) Ah, no, eh!

SAKINI      - Nessuno più. Tutti qui, padrone. Capretta non figli. Capretta non sposata, capretta signorina...

FISBY        - Va bene, va bene... Mettila sul cofano coi ragazzi. (La capretta viene issata sul cofano e tenuta dai ragazzini) E adesso partiamo subito, prima che la jeep, qui, ci metta le radici.

SAKINI      - Tutti pronti partenza, padrone. Prendete posto, padrone. Nessun altro venire. (Ma prima che Fisby  sia salito, un vecchio indigeno arriva correndo e, senza guardarsi intorno, si arrampica sul retro della jeep, accomodandosi alla meglio)

FISBY        - E quello lì chi diavolo è?

SAKINI      - (guarda l'uomo) E quello lì chi diavolo è? (Si volta a Fisby) Non sapere, padrone. Mai visto prima.

FISBY        - E' un parente di quegli altri?

SAKINI      - (alla donna in cima alla jeep) Kore dare?

LA MADRE  - Mitakotu nai biro desu.

SAKINI      - Lei dice mai visto prima, padrone.

FISBY        - Allora, chiedigli cosa fa lì.

SAKINI      - (va dal vecchio) Ojisan doshtano?

IL VECCHIO - Washino notte ikuio.

SAKINI      - Lui dice visto gente partire per qualche luogo e pensato che forse piacere anche a lui fare viaggio per qualche luogo.

FISBY        - Digli di scendere e alla svelta!

SAKINI      - Dame dayo, ojisan, orina, orina!

IL VECCHIO  - Fija noserumera, washimo noruyo!

SAKINI      - Lui dice perché non anche lui? Voi portare capretta. Lui detto voi forse pensare lui non valere quanto capretta?

FISBY        - Sakini, vedi un po' di spiegargli che gli occhi del mondo sono su Washington e gli occhi di Washington sono su di me. Io non posso assumermi la responsabilità... (Ma prima che la frase possa esser tradotta Purdy entra impettito. Alla vista si arresta improvvi-samente).

PURDY      - Capitano Fisby!

FISBY        - Presente, signor colonnello!

PURDY      - In nome delle Forze di occupazione, che cosa mi combina?

FISBY        - Come faccio a spiegarglielo, signor colonnello? lo... le... (Mentre lui cerca invano le parole, improvvisamente la vecchia in cima ai suoi fagotti si riscuote, guarda in basso, poi strilla con voce acutissima)

LA VECCHIA - Yakamashú oyajijna, hayo, iko iko!

PURDY      - Che vuole quella là?

SAKINI      - Dice... Dire a vecchio lardone, levarsi dai piedi perché noi avere fretta partire. Subito! (Mentre il colonnello Purdy spalanca la bocca, esterrefatto, i pannelli calano rapidamente e la scena si oscura)

Quadro terzo

                            (Il villaggio di Tobiki. Dieci giorni dopo. Al levarsi del sipario tutti i siparietti di bambù sono calati. Sakini entra dalle quinte e viene al centro della ribalta)

SAKINI      - (si inchina) Distanza Quartier Generale da villaggio Tobiki, in carte geografiche due pollici. Cavallo... tre giorni. Piedi... quattro giorni. Con jeep... dieci giorni. Spiegazione: Capitano voler andare Tobiki. Piccoli bambini voler andare spiaggia. Mai visto oceano. Noi andati oceano. Capitano voler andare Tobiki. Ma figlia vec-chia signora voler andare Awasi. Noi andare Awasi. Vecchia si-gnora, dare indicazioni sbagliate. Capitano chiesto andare Tobiki. Ma vecchio uomo avere cugino in Yatoda. Noi andati Yatoda. Vecchia signora, molto stupida, non distinguere strada da altra. Noi arrivati ora Tobiki. Dieci giorni. Tobiki dato benvenuto sacchi riso e democrazia.

                            (Batte le mani e tutti i pannelli vengono alzati. Sakini risale la scena. Si vede il misero villaggio di Tobiki, con le sue capanne cadenti e i suoi cenciosi abitanti, raggruppati nel-la piazzetta, davanti all'ufficio del capitano Fisby. Detto uf-ficio non è che una modesta costruzione in bambù con tetto di paglia. C'è un tavolo di fortuna funzionante da scrivania e un telefono da campo. Fisby, con gli occhiali sul naso, è seduto, immerso nello studio del Piano B. Posa il documen-to, si toglie gli occhiali e chiama Sakini).

FISBY        - Sakini!

SAKINI      - Eccolo qua, padrone. Tutto svegliato, padrone.

FISBY        - Bene, secondo il Piano B, il mio primo compito, qui, è di convo-care una pubblica assemblea.

SAKINI      - Oh pubblico già su piazza... impaziente conoscere nuovo padro-ne, padrone.

FISBY        - Bene. Ora, il Piano B esige un discorso sull’abbiccì della demo-crazia. (Si gira a Sakini) Fai che si rendano conto che io vengo come amico del popolo. E che è nostro intendimento scuotere dal-le loro spalle il giogo della oppressione.

SAKINI      - Oh questo piacere a loro, padrone. Argomento perpetuo, padrone.

FISBY        - Che intendi per argomento perpetuo?

SAKINI      - Giapponesi dette stesse cose quando venuti, padrone. Poi portato via tutto.

FISBY        - Be', ma noi non siamo qui per prendere.

SAKINI      - Anche perché giapponesi non lasciato roba da prendere, padrone.

FISBY        - (seccato) Va bene, ma anche se ne avessero lasciata molta, noi non avremmo preso nulla. Noi siamo qui per «dare» a loro qualche cosa.

SAKINI      - Non si rabbia, padrone. Noi, indifferenti. Dopo otto secoli fatto abitudine. Ora, quando venire liberatori, noi nascondere tutto mol-to in fretta.

FISBY        - (si alza in piedi, dispiaciuto) Ho capito. Forse tocca a me con-vincerli che noi siamo sinceri amici. Andiamo. Noi faremo la loro conoscenza. (prende su le carte) E loro quella del Piano B.

                   (Come escono fuori dall'ufficio, i paesani si alzano e si inchinano rispettosamente e contemporaneamente Fisby   li osserva)

SAKINI      - (presentando) Americano Taisho-san, captain Fisby  .

FISBY        - (si inchina lievemente a sua volta) Sarà bene cominciare, Sa-kini. (Vede una cassa e vi monta su. Quindi dà un’occhiata al Piano B. E si schiarisce la voce) Cittadini del villaggio di Tobiki... Io...

SAKINI      - (lo interrompe) Prego padrone… Non ancora tempo discorso.


FISBY        - Perché no?

SAKINI      - Non buone maniere. Gente portato regali. Dovere accettare quelli, prima.

FISBY        - Ma sono io qui a portare i doni a loro da parte del mio governo.

SAKINI      - Molto non gentile fare gente sentire sé povera, padrone.

FISBY        - Io non voglio far sentir povero nessuno, ma...

SAKINI      - Loro non salvare sua faccia padrone, se voi rifiutare doni e allora loro, non accettare da voi democrazia.

FISBY        - E va bene, va bene. Di' che accetterò da loro i doni, in nome delle Forze di Occupazione degli Stati Uniti.

SAKINI      - (si volge ai paesani) Sore a moratte okuyo! (Hokaida, un campagnolo alto grosso e robusto, vestito di cenci, si fa avanti).

HOKAIDA          - (si inchina con diffidenza e offre il suo dono a Fisby) Amerikan san, korewo dozo.

SAKINI      - Questo, signor Hokaida, padrone. Lui bellissimo dono.

FISBY        - Grazie. Grazie molto. (Prende il regalo poi si volge a guardare Sakini con aria interrogativa) Che è?

SAKINI      - Non mai visto?

FISBY        - No.

SAKINI      - Oh! Ma dove vissuto voi tutta vita, padrone?

FISBY        - Dove non c'era niente di simile, forse.

SAKINI      - Molto splendida gabbia per grilli, padrone.

FISBY        - E a che serve?

SAKINI      - Per grillo!

FISBY        - E perché?

SAKINI      - Per fortuna sorridere a voi. Grillo ottimo portafortuna.

FISBY        - Ma qui dentro il grillo non c'è.

SAKINI      - Oh, se dare grillo, grillo portare disgrazia. Fortuna deve catturare di voi stesso. Nessuno potere prendere per voi.

FISBY        - (convinto) Ringrazialo e digli che per cercare il grillo mi consu-merò gli occhi.

SAKINI      - Ya, arigato. (Mr. Hokaida si inchina e si fa indietro. Avanza un vecchio indigeno. Si inchina. Presenta) Signor Omura; dono bacchette per mangiare riso.

OMURA     - Korede mainichi gochiso wo, dozo.

SAKINI      - Lui dire: auguro vostre labbra toccar solo cibo di divinità.

                   (Mentre Fisby si inchina, Sumata, un paesano nervoso, con un lacero cappello di paglia, si fa avanti verso Sakini).

SUMATA   - Sugu modotte kuruyo!

SAKINI      - Doshtandes?

FISBY        - Chi era?

SAKINI      - Quello? Il signor Sumata. Sua casa regalo per voi. Detto non andare via, fino che lui portare. (Un giovane tobikiano, piuttosto di bell’aspetto, il signor Seiko, si fa avanti e presenta un paio di sandali di legno)

SUMATA   - Ima sugu presento motte kuruyo (Si volta ed esce di corsa da destra)

SEIKO        - Dozo korewo chakini

SAKINI      - Questo, signor Seiko. Lui portato “geta”.

FISBY        - Geta?

SAKINI      - Sandali legno. Molto buoni se piedi stanchi. Lui detto: auguro camminare in prosperità.

FISBY        - Digli che camminerò per le fresche praterie di... dei ricordi fe-lici... Va bene?

SAKINI      - Oh questo molto gentile, padrone. (Si volge al signor Seiko) Ya, arigato, Seiko-san.

SEIKO        - (si illumina nello sguardo, fa un inchino e si ritira) Iya, kosi no itari desu.

SAKINI      - Lui detto voi fare lui molto onore. (Ed ecco un pezzo di ragazzona, aggressiva, occhialuta, faccia piatta. Porta grossi oc-chiali. Presenta il suo dono) Oh, questa miss Higa Jiga, signorina non sposata. Portato tre uova.

FISBY        - Dille che le mangerò a colazione. (Si inchina)

SAKINI      - Captain-san, daisuki desu.

HIGA JIGA - Kame no tamago desu. (Si inchina e si ritira)

SAKINI      - Lei detto spera voi gradire uova tartaruga.

FISBY        - (fa una smorfia e si inchina) Sarà difficile.

SAKINI      - Voi molto grande successo. Voi già molto simpatico tutti. (Un altro paesano si fa avanti ed offre un regalo) Questo essere si-gnor Keora. Portato altra gabbia per grillo. Senza grillo.

FISBY        - Digli che le mie probabilità di buona fortuna sono raddoppiate. (Si compiace assai di questa sua battuta)

SAKINI      - Kagowa futatsu de, un wa bai!

KEORA      - Hoho! Naka naka shiteki desnal (Si inchina e torna indietro)

SAKINI      - Lui dire voi essere ispirato poeta.

FISBY        - (con modestia) Mah! Tutto sta nel farci la mano...

SAKINI      - (presentando un nuovo paesano, molto vecchio, che avanza appoggiandosi a un bastone) Questo vecchio uomo, signor Oshira. Portata bellissima coppa lavata, fatta con sue mani.

FISBY        - Digli che sarò suo debitore in eterno, per così bel dono.

OSHIRA     - Sono io debitore vostro, capitano.

FISBY        - (si volge verso di lui sorpreso) Parlate la mia lingua?

SAKINI      - Signor Ohira insegnato me vostra lingua quando io piccolo bam-bino in Tobiki.

OSHIRA     - Nella mia gioventù, io ho lavorato in Manila. Come sta, il signor Mc Kinley?

FISBY        - Chi? Oh, il Presidente Mc Kinley. Ho l'impressione che qualcuno l'abbia ammazzato.

OSHIRA     - Mi dispiace.

FISBY        - Ma molto tempo fa.

OSHIRA     - Sì, molto. (Indica la coppa) Possa la luna d’agosto riempire la vostra coppa.

FISBY        - Posso chiedervi perché proprio la luna d'agosto?

OSHIRA     - Tutte le lune, sono buone. Ma la luna d’agosto perché un poco più antica, un poco più saggia.

FISBY        - Sakini mi ha detto che avete fatto questa coppa voi stesso.

OSHIRA     - Oh sì. Io ho appreso l'arte da mio padre, che, prima di me, impa-rò da suo padre. E la nostra linea ereditaria.

SAKINI      - Ecco, padrone. Questa coppa, sottile come carta, cavata da blocco legno. Poi dipinta molte volte con lacca rossa.

FISBY        - E avete dipinto voi il pesciolino d'oro, nell'interno?

OSHIRA     - (conferma con un cenno del capo e aggiunge) Non è perfetto.

SAKINI      - Signor Oshira, bambino, lavorato dieci anni imparare dipingere pesciolino d'oro, perfetto uguale come suo padre.

FISBY        - Ma è bellissimo! Sapreste ancora fare cose di questo genere?

OSHIRA     - L'arte non si dimentica.

FISBY        - Sakini, ecco un'industria che possa piantare subito. E risuscitare un'arte che si perdeva. (Si volge ad Oshira) Non c'è modo di im-piantare una produzione in massa di questi oggetti?

OSHIRA     - In massa?

FISBY        - Sicuro! impiantare delle macchine ad alta produzione.

OSHIRA     - (scuote la testa) Tutto il mio orgoglio è di fare una coppa alla volta, capitano. Come potrei gloriarmi del lavoro di una macchina?

FISBY        - E quante di queste coppe potreste fare in un giorno?

OSHIRA     - Lavorando forte, forse due alla settimana.

FISBY        - (deluso) Bè, per cominciare... Ma fatene più che potete. Le man-deremo al Centro Americano Prodotti e le venderemo consegna per consegna.

OSHIRA     - Farò del mio meglio. Ma la mia destrezza giovanile va ormai al-lentandosi, signore. (Si inchina e mentre si fa indietro) In com-penso, farò meno errori.

FISBY        - (eccitato) Sakini, di' al signor Omura di fare un fascio di bac-chette. E agli altri di mettersi subito a fare grilli, sandali di legno e anche... (indicando) ...cappelli di paglia, come quelli lì. Dobbiamo inserire questo villaggio nel commercio dei “souvenirs”.

SAKINI      - Tutti fare denaro, padrone?

FISBY        - Se riusciremo a produrre in serie oggetti come questi su larga scala, vi garantisco la ripresa di Tobiki. Dillo...

SAKINI      - Kore dondon tskuru yoni... (Cicaleggio generale di approva-zione) Detto che faranno tutto come lampo, padrone.

FISBY        - Bene. Siamo negli affari. Ora chiedi se dispiacerebbe a loro di rimandare a più tardi l'offerta dei rimanenti doni. Vorrei spiegare che cosa stiamo pianificando “noi”, per “loro”.

SAKINI      - Sa, sono hanashi shiyo.

I CITTADINI - No agerumono naiyo! Hanashi wo kiko.

SAKINI      - Loro d'accordo. Tanto più che non altri regali per dare voi.

FISBY        - Bene. Parlerò prima di tutto dell'asilo infantile che dovremo co-struire. Pronto a tradurre?

SAKINI      - Pronto.

FISBY        - Bene. Dunque... (Consulta il Piano B) Il Piano B dice che l'inte-sa diretta è la più efficiente. Allora... (Sale su una cassa e volge uno sguardo intenso ai suoi ascoltatori. Quindi punta dramma-ticamente un dito su di loro) Volete restare ignoranti?

SAKINI      - (puntando anche lui il dito) Issho bakaia dame daro? (I paesani pronunciano un suono simile ad “hai”)

FISBY        - Cosa hanno detto?

SAKINI      - Loro detto: si!

FISBY        - Cosa vuol dire, si? Che “vogliono” restare ignoranti?

SAKINI      - No, padrone. Nel dialetto Luchuan “si” significa “no”. Loro detto: noi “non” volere restare ignoranti.

FISBY        - Ah! (Si volge di nuovo al suo attento uditorio e riprende il suo tono forense) Volete voi che i vostri figli siano ignoranti?

SAKINI      - Issho kodomotachi mo bakaja dame darco? (I paesani rispon-dono immediatamente con un suono simile a “lie”).

FISBY        - Che cosa hanno detto?

SAKINI      - Loro detto: no.

FISBY        - No, che vogliono; o no, che non vogliono?

SAKINI      - No, non bambini ignoranti.

FISBY        - Bene. (Si volge ancora ai paesani) Allora, questo è quanto il mio governo ha deciso di pianificare per voi. Prima di tutto, ci saranno per voi razioni giornaliere di riso. Per tutti.

SAKINI      - Mazu kome no hykyu. (I paesani  applaudono)

FISBY        - E poi costruiremo una bella scuola nuova per i vostri bambini... (ricordandosi della asserzione del colonnello Purdy) ...a forma di pentagono.

SAKINI      - Gakko taterundayo katachi wa... (Si dimena) Ah... Pentagono. (I paesani si guardano l’un l'altro, sorpresi)

HIGA JIGA - Nandesutte?

SAKINI      - Pentagono.

HIGA JIGA - Sore wa nandesuka?

SAKINI      - Loro domandato cosa “Pentagono” Mai sentito prima.

FISBY        - Mai sentito parlare del pentagono?

SAKINI      - No, padrone.

FISBY        - Bene. Qui è chiaro che una scuola si impone: urgente e indi-spensabile. Il pentagono è... (Guarda le loro facce avide) Ecco, veramente significa che ha cinque facce.

SAKINI      - Kabega itsutsusa, ii, ni, san, yon, go. (Alza cinque dita. C'è uno scoppio di risa da parte dei paesani)

HIGA JIGA - (sogghignando) Ara, gok, kuno kodomo nante arimasenyo.

SAKINI      - Dire nessun bambini Tobiki cinque facce.

FISBY        - La scuola avrà cinque facciate, come un famoso edificio di Washington.

SAKINI      - (spiega) Clugauyo, chigauyo, onaji mono arundes yo, Washington ni. (Vi è una reazione decisamente favorevole. Sakini si volge a Fisby) Fatto molta buonissima impressione questo.

FISBY        - (continuando) Dove ognuno potrà apprendere il concetto di de-mocrazia.

SAKINI      - Mazu minshu shugi bera-bera bera-bera.

HIGA JIGA         - Minshu shugi bera-bera bera-bera?

SAKINI      - Detto: spiegare che cosa democrazia. Loro conoscere bene solo che cosa riso.

FISBY        - Oh! (Si gratta la nuca) Mah... la democrazia è... un sistema di autodecisione... E' il diritto di scegliere liberamente il peggio.

SAKINI      - Machigattemo iindayo. (1 paesani guardano attoniti Fisby, in silenzio)

FISBY        - Non son sicuro di aver centrato il punto. Spiega che se, per esempio, non mi piace come lo zio Sam mi tratta, posso scrivere senz'altro una lettera al Presidente stesso, per dirglielo.

SAKINI      - DaitoToyo ni tegami kaitemo iinosa. (Ridono tutti di cuore)

HIGA JIGA - Masaka soonakoto!

SAKINI      - (trionfante) Loro dire: ma poi voi «mandare» lettera?

FISBY        - Riprendiamo il discorso. (Si gira verso i paesani e legge dal Piano B) Di' che tutti gli uomini d'ora in poi saranno liberi e uguali.

SAKINI      - Subete Jiyuu to byoodo de ar.

FISBY        - (aumentando nel tono e nell'enfasi) Indiscriminatamente.

SAKINI      - (rifacendo Fisby) Sabetsu minna de kime, de ar.

FISBY        - La volontà della maggioranza sarà legge.

SAKINI      - Subete minna de kime, de ar.

FISBY        - (dà fiato alle trombe) E il villaggio di Tobiki avrà il posto che gli spetta nella confraternita universale dei liberi popoli democratici.

SAKINI      - (levando la voce a demagogiche altezze) Koshite, Tobiki, jiyuu Okinawa, byodo sabetsu, taigu-haishi, jiyugu, byodo de ar, de ar (Un grande scoppio di applausi accoglie il discorso di Sakini. Sakini si volge a Fisby) Molto buonissima impressione, padrone.

FISBY        - (consente con un cenno del capo) Passiamo ora alla organizza-zione del villaggio. C’è un sindaco, qui?

SAKINI      - (indica) Signor Omura sindaco, padrone. (Omura avanza) Lui solo, Tobiki, giacca bianca.

FISBY        - (dà un occhiata alla giacca lacera e consumata di Omura) Mi par di capire che presto dovrete avere o una giacca nuova o un nuovo sindaco.

SAKINI      - Non mutare sindaco, padrone. Giacche bianche non più trovare.

FISBY        - Beh, poiché un sindaco c'è già, non resta che trovare un “Capo dell'Agricoltura” e un “Capo della Polizia”. E questo costituirà un grosso problema.

SAKINI      - Niente problema, padrone. Voi scandagliare doni e vedere chi dato regalo migliore. E dare quello carica migliore.

FISBY        - Sakini, questo non è un sistema democratico. Il popolo, diretta-mente, deve scegliersi l'uomo meglio qualificato. Di' che è rimessa a loro l'elezione del “Capo dell'Agricoltura”.

SAKINI      - Sali! Senkyo desu. Mezzo capo dell'Agricoltura.

LE DONNE - (spingono il signor Seiko, gridando) Seiko-san, Seiko-san ga iì, Seiko-san!

SAKINI      - Loro eletto signor Seiko. Meglio qualificato per agricoltura.

FISBY        - E' un esperto agrario?

SAKINI      - No, padrone. Lui, artista. Lui dipingere bellissime spighe e oro con piccola graziosa farfalla verde.

FISBY        - Dipingere spighe non vuol dire essere esperti in produzione granaria.

SAKINI      - Padrone, qui non crescere grano. Solo patate dolci.

FISBY        - Va bene, va bene. Se così hanno scelto.

SEIKO        - Ano! Watashimo sbiroi koto wo.

SAKINI      - Lui domandato se anche lui giacca bianca.

FISBY        - Digli che gli darò un berretto con la scritta “Capo dell'Agri-coltura”.

SAKINI      - Yoshi, yoshi, kammuri ageruyo. (Seiko si inchina e si fa indietro)

FISBY        - Ed ora dobbiamo eleggere il capo della Polizia.

SAKINI      - Kondowa capo della Polizia!

I PAESANI - (gridando spingono avanti il signor Hokaida, grosso e pesante) Hokaida-san, Soda-soda, Hokaida-san.

FISBY        - Quali sono i suoi titoli alla carica?

SAKINI      - Lui campione di lotta libera. Tutti paura. (Il signor Hokaida gonfia i muscoli delle braccia)

FISBY        - Be', nessuno potrà dire che questa non sia auto-decisione.

HOKAIDA          - Washime ano kanimuri wo.

SAKINI      - Lui domandato se avrà berretto come signor Seiko.

FISBY        - (acconsente) Requisirò un altro berretto.

SAKINI      - Agemasuyo.

HOKAIDA          - (si inchina sorridendo) - Ya, doomo.

FISBY        - E ora, alle signore. E' nostra intenzione organizzare una “Lega Femminile di Azione Democratica”. Perciò dobbiamo anzitutto eleggere la presidentessa della Lega.

SAKINI      - Oh, donne qui mai votato. Questa novità molto piacere, loro. (Si volge alle donne) Kondowa Lega Femminile di Azione Democra-tica! (L’annuncio è seguito da un concitato cicaleccio. Le donne spingono avanti miss Higa Jiga)

LE DONNE - Híga-jiga-san, Higa-jiga-san!

SAKINI      - Loro eleggere miss Higa-Jiga; loro pensare lei presidentessa grande classe.

HIGA JIGA- (indicando la sua testa) Ano, watashi nimo ano boshio...

FISBY        - (ride) Sta bene, procureremo un berretto anche a lei. Ora, chiedi se hanno qualche domanda da farmi.

SAKINI      - Sa, nanka kikitai koto ga attara.

UNA VECCHIA - Sakini-san, ima nanji kaina?

SAKINI      - Loro domandato che ora è?

FISBY        - (sorpreso) Che ora è? (Guarda l’orologio) Un quarto alle cinque, - perché?

SAKINI      - Loro dire che dover correre via. Non piacere di perdere tramon-to. Questa, ora di giorno che loro sedere in pineta, bere tazza di te e guardare sole calare.

FISBY        - Sta bene. Ringraziale e di' che possono andare a prendere il te in pineta.

SAKINI      - Ya, minna kaette mo iiyo. (I paesani si inchinano e chiacchieran   allegramente tra loro escono da destra. Fisby raccoglie i doni)

FISBY        - Come pensi che ce la siamo cavata, Sakini?

SAKINI      - Loro collaborare, padrone. Futuro molto color rosa.

FISBY        - Dove credi che io possa trovare un grillo?

SAKINI      - Uno si troverà. Forse voi già uno in casa, e voi non sapere.

FISBY        - Be'. io vado a mettere a posto questa roba e a cominciare il mio rapporto informativo. (Entra nella capanna che serve da ufficio).

SAKINI      - E io fare pisolino. Parlare pubblico, molto grande stanchezza.

FISBY        - (mentre va dentro) Credo di essermela cavata abbastanza bene. (Siede al tavolo. Esamina i doni. Poi inforca gli occhiali e comincia a studiare di nuovo il piano B. Dopo un momento il signor Sumata entra da destra. Porta un paio di logore valige. Lo segue Fior di Loto, una piccola e graziosa geisha, nel suo costume tradizionale. Quando sono quasi al centro del palcoscenico il giovane signor Seiko entra correndo, come per seguire la geisha. Lei si volge a lui)

SEIKO        - Ano, chotto...

FIOR DI LOTO  - Ara! Nani?

SUMATA   - (si pianta di fronte a Seiko e gli punta un dito sotto il naso, arrabbiatissimo) Dame, dame, atchi ike. (Seiko china la testa e si ritira. Il signor Sumata si volge a Sakini) Amerika-san doko?

SAKINI      - (indica l'ufficio) Asco.

SUMATA   - (indica la geisha) Kore tsurete kitandayo.

SAKINI      - Oh? Do-unno?

SUMATA   - Kore -taisho-san ni agetainja. (Si inchina e va via quasi di corsa. La geisha resta con Sakini, Sakini sorride, poi entra nell'uf-ficio. Resta in piedi dietro Fisby)

SAKINI      - Occupato, padrone?

FISBY        - (senza voltarsi) Sì, ma che c'è?

SAKINI      - Signor Sumata lasciato regalo per voi, padrone.

FISBY        - Mettilo sullo scaffale, così non ingombra.

SAKINI      - (dà un’occhiata fuori) Non possibile padrone. Regalo molto si rabbiare.

FISBY        - (si gira) Di che si tratta, Sakini?

SAKINI      - (fa un cenno alla geisha, che entra sorridendo, e si inchina) Di quello che voi vedere, padrone.

FISBY        - (alzandosi) E chi è quella lì?

SAKINI      - Souvenir!

FISBY        - Vuoi parlar chiaro? Chi è questa?

SAKINI      - Regalo di signor Sumata.

FISBY        - Un momento. E' uno scherzo! Non posso certo accettare in rega-lo un essere umano.

SAKINI      - Regalo umano molto simpatico. (Presenta) Fior di Loto, geisha prima classe. (Si volge a Fior di Loto) Amerika-san no capitano Fisby.

FIOR DI LOTO - (sorride felice) Aara, ii otokomaene! Watashi sukidawa.

SAKINI      - Lei detto molto felice appartenere bel capitano. Lei detto felice servire voi.

FISBY        - Non sarà mai. Va' a chiamare quel signor Sumata e digli che gli restituisco il regalo.

SAKINI      - Non possibile, padrone. Signor Sumata lasciato dono e andato montagna visitare cugino. Lui detto addio e augurare molta fortuna voi in Tobiki.

FIOR DI LOTO - (dolcemente) Watashi kokoni sumum desho?

SAKINI      - Lei chiesto dove voi volere lei stare, padrone.

FISBY        - Dille di star dove vuole, ma non qui. Qui non ci può stare.

SAKINI      - (scandalizzato) Dove lei andare? Lei non casa. Signor Sumata già andato via.

FISBY        - Be', in via provvisoria trovale tu un po’ di posto.

SAKINI      - (sogghigna) Casa mia, molto posto, padrone. Soli io e nonno di me.

FISBY        - No, questo non va. Falla sedere su quella cassa finché io abbia escogitato dove sistemarla.

SAKINI      - Potete mettere lei in commercio, padrone.

FISBY        - Tu non sai quel che dici, scostumato. 

FIOR DI LOTO - (che ha sinora guardato con molto interesse Fisby, avanza verso di lui) Okimonp toozohri motte kimasune.

SAKINI      - Lei volere mettere voi sandali e kimono. Lei addestrata fare voi vita dolce, padrone.

FISBY        - So benissimo a che cosa è addestrata. E non ho bisogno della tua traduzione. (Siede di nuovo al tavolo) Sakini... prendi i miei baga-gli dal magazzino e portali qui. La sistemeremo là, in quell'angolo, così potrò tenerla d'occhio.

SAKINI      - Questo non democratico, padrone. Lei non salvare sua faccia se non capace soddisfare voi, padrone. Lei pensare se stessa cattiva geísha.

FISBY        - Dille che... ho anch'io una faccia da salvare. E sarà meglio che lei qui se le scordi, tutte queste trappole orientali.

SAKINI      - Anita irantesa!

FIOR DI LOTO - (gli fa con la mano cenno di andare) Aca, nani ittennoyo. Imasara  ikettatte ikarenai desho.

FISBY        - Beh, che cosa dice?

SAKINI      - Dice io casa nonno. Lei geisha prima classe. Conoscere sua professione. Buona notte, padrone.

                            (Fisby resta in piedi a guardare Fior di Loto mentre Sakini esce. Le luci si spengono rapidamente. Durante il breve intervallo vengono calati i due siparietti centrali, e scom-pare dalla vista il centro del villaggio. Al posto dell'ultimo pannello a destra viene montato l'ufficio del colonnello Purdy. Cosicché alle due estremità del palcoscenico figure-ranno da un lato l'ufficio del colonnello Purdy al quartier generale, e dall'altro l'ufficio del capitano Fisby a Tobiki. Le luci tornano, ma nel solo pannello a destra, dove si vede Purdy che parla al suo telefono da campo)

PURDY      - Cosa vuol dire: non risponde? Insistete. Continuate a chiamare.  Non sono della razza di quelli che si arrendono al primo ostacolo, io.

                            (Le luci tornano, ora, anche nel lato opposto del palcosce-nico, dove è l'ufficio di Fisby. Fisby sta resistendo strenua-mente a Fior di Loto che vuole togliergli la giacca. Fior di Lotto è in piedi vicino a Fisby e tiene sui braccio l’accap-patoio di lui. E’ gentile ma tenace e non comprende il perché di tanta resistenza)

FISBY        - Ma non è un kimono... è un accappatoio.  E non lo voglio.

FIOR DI LOTO - (riesce a sbottonargli la giacca) Sa! Shizukan shimasho ne.

FISBY        - No. E’ contro i regolamenti. (Il telefono squilla. Riesce a toglie-re l'accappatoio dalle mani di Fior di Loto e vi si siede sopra. Quindi prende il ricevitore e grida forte) Pronto!

PURDY      - (fa un balzo) Che bisogno c'è di gridare a questo modo?  Non sono sordo, io. Parla il colonnello Purdy.

FISBY        - (balza in piedi e spinge Fior di Loto dietro di lui, come per nasconderla) Sì, signor colonnello.

PURDY      - Volevo sue notizie. A che punto è? Come procedono lì le cose? (Fior di Loto comincia a far vento al capitano).

FISBY        - Bene. Tutto sembra mantenersi sotto controllo, al momento.

                            (Si siede e prende una sigaretta. Fior di Loto prontamente gliela accende)

PURDY      - C'è niente che io possa fare per lei?

FISBY        - (dopo breve pausa) Non... non saprei... signor colonnello.

PURDY      - Mi rendo conto che lei deve necessariamente sentirsi troppo solo ...Perciò sa che cosa farò per lei?

                            (Fior di Loto prende i sandali di legno e si inginocchia davanti a lui. Fisby la guarda con apprensione e chiede)

FISBY        - Che cosa?!...

PURDY      - Le mando alcuni numeri della mia vecchia rivista “L'Avventu-roso”.

FISBY        - (a Fior di Loto che ha cominciato a togliergli le scarpe) No, no. Non voglio. (Al telefono) Volevo dire... Si, grazie. (Si alza, sforzandosi di tirar via il piede dalle mani di Fior di Loto) Mi farà molto piacere leggere qualcosa.

PURDY      - E... come funziona lì con la gente del luogo?

FISBY        - (la sua gamba è ormai sulla sedia) Il problema, qui, signor co-lonnello Purdy è molto annoso. Sembra che tutto si riduca al di-lemma: chi riuscirà a salvare la faccia...

PURDY      - Capisco. Sa come dice la signora Purdy? “L'Oriente è l'Oriente e l'Occidente è Occidente. E non ci possono essere abbinamenti”. Lei sta facendo qualche progresso?

FISBY        - Niente che valga la pena di esser messo per iscritto, signor co-lonnello. (Fior di Loto è riuscita a togliergli le scarpe e ad infilargli i sandali di legno)

PURDY      - Bene. Appena le cose cominceranno a muoversi, lì, mi mandi un rapporto dettagliato.

FISBY        - Come comanda, signor colonnello. (Fior di Loto ha ripreso l’ac-cappatoio. Ed è riuscita a sbottonare la giacca di Fisby).

PURDY      - Lei si sarà accorto che alla gente costì manca la capacità di per-sistere nello sforzo. Non esiti a metter pipe nel loro vino.

FISBY        - (lottando per non farsi togliere la giacca) Non ce n'è bisogno, signor colonnello.

PURDY      - E... non dimentichi.. gli occhi di Washington sono ora su di lei, Fisby...

FISBY        - (mentre Fior dì Loto tenta di tirargli via la giacca dalla testa) Spero di no, signore.

PURDY      - (dopo breve ponderata pausa) Fisby , ora che mi viene in mente: ha pensato qualche volta a fare un po' di esercizio fisico?

FISBY        - Se posso esprimermi con franchezza, signor colonnello... (Fior di Loto gli ha sfilato una manica) considero il suggerimento... (affer-ra l'altra manica) ...un capolavoro di tempestività. (E' costretto ad inginocchiarsi)

PURDY      - Grazie, figliolo. (Breve pausa) Le farebbe comodo un mazzo di carte? Pronto, pronto?... Fisby... La sento sempre più debole...

                            (Mentre Fisby  si volge al telefono, confermando con cenni del capo, le due scene si oscurano simultaneamente. I due pannelli vengono calati. Un fascio di luce coglie Sakini mentre esce dalle quinte)

SAKINI      - Qui, buono per pausa e per deliziosa tazza di te al gelsomino. Conclusione? Non ancora. Continuazione imminente. Fior di Loto salvato sua faccia. (Si inchina)


ATTO SECONDO

Quadro primo

                            (Il villaggio di Tobiki. Qualche ora più tardi. All'alzarsi del sipario tutti i pannelli di bambù sono calati. Sakini entra dalle quinte, attraversa il palcoscenico, si porta al centro della ribalta e si inchina al pubblico)

SAKINI      - Amabili signore, gentili signori. Massimo viaggiatore, in storia mondiale, sole di estate. Ogni giorno visitare ogni uomo su ogni parte del globo, dappertutto. Visitatore sempre benvenuto. Non portatore pettegolezzi. Senza si fermare troppo. Ripartito non lasciando cattivo ricordo o commento amaro. Sole estate mai dire a polo nord male polo sud. Così polo sud dir male solo di se stesso. Ora è seguito piccola storia Tobiki. Centro industriale, ora. Centro di democrazia. (Il volto si illumina a un sorriso) Casa di geisha.

                            (Si sposta all'estrema destra del proscenio, tutti i pannelli vengono alzati, e appare la strada - vuota - discosta dal-l’ufficio di Fisby. Fisby entra e attraversa il palcoscenico seguito da Sakini)

                   Molto curioso saper cosa successo voi, padrone.

FISBY        - (si ferma) Sono andato giù ad ispezionare i campi di patate dolci. Non c'era anima viva, Sakini. Le patate erano tutte ammassate, là, ma al lavoro, neanche un cane.

SAKINI      - Giornata troppo calda, padrone.

FISBY        - Non riesco a trovare il Capo dell'Agricoltura. Né il sindaco, né il Capo della Polizia. Dove sono andati a finire?

SAKINI      - Fior di Loto lasciato robe Awasi: non modo portarle qui. Allora tutti presa carriola per trasloco Fior di Loto Tobiki.

FISBY        - E possiede tanta roba da mobilitarmi tutto il personale, per trasportarla qui?

SAKINI      - No, padrone. Ma Capo Polizia non fede in Capo Agricoltura. Sindaco non fede in signor Oshira. Così andati tutti.

FISBY        - Il signor Oshira? Quel vecchione?

SAKINI      - Vecchio, padrone, ma non morto!

FISBY        - Un bel modo di comportarsi hanno questi dignitari del villaggio. Di' loro, appena tornano, che voglio vederli. (Si incammina verso l'ufficio) Un bell'affare!

SAKINI      - Niente preoccuparsi, padrone. Loro non speso male il vostro tempo.  Lavorato per vostra Fior di Loto.

FISBY        - Fior di Loto non è mia. Non si - tratta di... di... (Si siede al tavolo) Beh, questa specie di stupidaggine non fermerà il mio lavoro. (Muove le carte sul suo tavolo) Ho deciso di cominciare la costruzione della scuola oggi stesso. Sono arrivati i materiali: quel che ora ci abbisogna è un buon falegname. (Si volge a Sakini che lo ha seguito attentamente) Chi è il miglior falegname del villaggio?

SAKINI      - Signor Sumata.

FISBY        - Bene. Vallo a chiamare. Un momento! Ma non è quel tale che mi ha “lasciato” Fior di Loto?

SAKINI      - Signor Sumata mani in molti pasticci, padrone.

FISBY        - Beh, visto che è sparito, chi è il miglior fa1egname, dopo di lui?

SAKINI      - Padre di signor Sumata.

FISBY        - E dove sta?

SAKINI      - Andato in vacanza con signor Sumata.

FISBY        - (cominciando a seccarsi) - E allora, chi è il terzo, qui?

SAKINI      - Nessuno; padrone, Soltanto Sumata e figlio. Loro ciò che voi chiamate monopolio.

FISBY        - Gatta ci cova nello scomparire di questa gente.

                            (Miss Higa Jiga, con in capo un berretto rosso infiorato entra furibonda e si dirige verso la porta dell'ufficio. E' seguita da varie altre donne. Sakini, al rumore, corre alla porta)

HIGA JIGA         - (arrabbiata) Watashitachi sabetsu taigu desyo!

FISBY        - (corre alla porta) Che le è successo?

SAKINI      - Miss Higa Jiga chiesto se voi sapere avvenimento in villaggio. Discriminazione.

FISBY        - (infastidito) Dove? (Sakini si volge presso miss Higa Jiga)

HIGA JIGA         - (indignata) Watashtachi hykyu matte itara Fior di Loto ga kite clarky ga anata desuka ma dozo kochirae watashi-tachi nijikan mo makiyo.

SAKINI      - Lei detto che Lega Femminile Azione Democratica tutte fila per razioni riso. Venuta Fior di Loto, agente distribuzione detto: “Oh, come state? Oh, prego, Voi non fila. Oh prego, dentro prendere tazza di te”. Così agente chiuso magazzino e lasciato signore Lega aspettare due ore sotto sole.

FISBY        - Sono questi i fatti che minano gli ideali della democrazia. Di' a miss Higa Jiga che intendo intervenire direttamente.

SAKINI      - (si volge a miss Higa Jiga) Nautoka shimasuyo.

FISBY        - Mi accorgo che dobbiamo liberarci d'un tale elemento dirompen-te della nostra opera di ricostruzione. (Prende il telefono) Chiama-temi il maggiore McEvoy ad Awasi.

SAKINI      - (segue Fisby  nell'ufficio) Cosa intendete fare, padrone?

FISBY        - Questo villaggio non è tanto grande da permettere la convivenza di una geisha e del Piano B.

SAKINI      - Oh, padrone. Tobiki mai avuto geisha prima. Noi molto contenti avere.

FISBY        - Deve andarsene. (Al telefono) Maggiore Mc Evoy? Qui capitano Fisby, da Tobiki. Una persona di questo villaggio, ha chiesto di essere trasferita al vostro... Sì, è una donna.... Professione? Be'... (Guarda Sakini)

SAKINI      - Oh, prego, padrone, non lei via. Non democratico.

FISBY        - Difatti il suo nome è Fior di Loto. E “come” lo sapete “voi”? Cosa intendete col dire che sto cercando di fregarvi? Oh, anche voi?... (Riaggancia il ricevitore. Poi dà un'occhiata a Sakini)

SAKINI      - (con fare innocente) Lui conoscenza Fior Loto, padrone?

FISBY        - Molto bene. Abitava ad Awasi. Accidenti! E' quasi riuscita a scardinare il suo piano di ricostruzione. L'hanno cacciata via da tutti i villaggi dove esiste un comando militare, nell'isola.

SAKINI      - Oh, povera piccola Fior di Loto. 

FISBY        - Povera piccola Fior di Loto un'accidente! Ha messo a soqquadro tutti i villaggi per dove è passata.

SAKINI      - Non colpa sua se bella padrone.

FISBY        - Non mi fa specie che il signor Sumata sia scomparso. Il maggiore gli ha regalato 100 yen, perché la portasse lontano dal suo villag-gio.

SAKINI      - (con ansia) Allora tenere voi, padrone?

FISBY        - Per forza. (Punta un dito su Sakini) Comunque, ti assicuro che nel mio villaggio scompigli non gliene lascio fare. (Miss Higa Jiga, stanca di aspettare fuori, irrompe nell'ufficio).

HIGA JIGA         - Doshte itadakemasno Daitoroyo ni tegami wo kakimasawayo.

FISBY        - Dille di andarsene.

SAKINI      - Lei detto attendere provvedimenti democratici. Lei detto che se non provvedimenti, scrivere lettera zio Sam Presidente Stati Uniti come detto voi.

FISBY        - Senti un po', amico: non voglio che arrivino reclami al Quartier Generale. Dille che ogni discriminazione sarà eliminata.

SAKINI      - Sabetsu yamemasyo.

HIGA JIGA         - Yamenakintemeno iinoyo, watashitachi nimo wakete itadakeba.

SAKINI      - Miss Higa Jiga detto non bene eliminare discriminazioni. Bene, dare poco discriminazione anche lei, detto.

FISBY        - Con questo che cosa intende dire?

SAKINI      - Dire voi promesso tutti uguali.

FISBY        - E intendo tenere la parola.

SAKINI      - Bene. Lei detto niente uguaglianza, se lei non avere tutto come Fior di Loto.

FISBY        - Ciò che ha Fior di Loto non può essere fornito dal Governo.

SAKINI      - (prendendo un pezzo di carta che miss Higa Jiga sventola in aria) Lei fatto lista, padrone. Posso leggere?

FISBY        - Avanti.

SAKINI      - Lei domandare per lei e signore Lega: a: roba rossa per su labbra, come geisha; b: roba con buon odore.

FISBY        - Un momento! Cosa ne penserebbe il Quartier Generale se io chiedessi una fornitura di rossetti?

SAKINI      - (restituisce la lista a miss Higa Jiga) Dame desuyo.

HIGA JIGA         - Jaa Daitoroyo ni tegami wo dashimaswa.

SAKINI      - Lei detto elle spiacente, ma dovere proprio scrivere lettera zio Sam Presidente Stati Uniti.

FISBY        - (alza le braccia al cielo) E va bene. “Benissimo!”. Dille che te-lefonerò al Centro Rifornimenti di Awasi e vedrò se hanno cipria e acqua di lavanda. 

SAKINI      - Ya, katte agemasuyo.

HIGA JIGA         - (la faccia le si apre ad un sorriso) Amo wasure naidene bobbi pin.

SAKINI      - Lei detto non dimenticare mollette per capelli.

FISBY        - Comincio a credere che sarei stato meglio nei sottomarini...

HIGA JIGA         - (si avvia ma poi si ferma) Mohitotsu onegai watasbitachi mo mina geisha ni.

SAKINI      - Lei anche altra cosa. Se possibile voi ordinare Fior di Loto inse-gnare signore Lega diventare geisha?

FISBY        - (balza in piedi) Insegnare alle innocenti donne di questo villaggio come diventare... No!

                             (Miss Higa Jiga scrolla le spalle ed esce. Mentre Fisby   torna alla scrivania, miss Higa Jiga parla concitatamente con le donne riunite fuori dell'ufficio. Tutte corrono via ri-dacchiando. Fisby siede alla scrivania e prende il Piano B)

                   Il Piano B! (Ne scorre i fogli col pollice) Vediamo se Washington ha previsto anche questo!

                            (Appoggia i gomiti sul tavolo, sprofondando il viso tra le mani. Sakini siede tranquillo e la guarda. Fuori, dalla stra-da del villaggio, Fior di Loto è entrata e si avvia verso l'uf-ficio. E' appena a metà strada, quando Seiko la raggiunge)

SEIKO        - (ansante) Ano, chotto.

FIOR DI LOTO- (si ferma e lo guarda con aria furbesca) Nani?

SEIKO        - (tira fuori un boccio di crisantemo dal petto) Ano korewo dozo.

FIOR DI LOTO - (lo prende con indifferenza) Ara, ,so arigato.

SEIKO        - (mette ambedue le mani sul petto, con passione) Boku, no, kono, hato, o.

FIOR DI LOTO - (scuotendo la testa) Anato no hahto?  Ara shinzo ne.

SEIKO        - (facendo l'atto del karakiri con un immaginario coltello) Hara-kitte shinimas.

FIOR DI LOTO - (con lieve sbadiglio) Imagoro sonnano hayaranai noyo.

SEIKO        - (indica verso l'ufficio di Fisby) Soka Amerika-san ga iinoka?

FIOR DI LOTO - (altezzosamente) Nandeste! Sonnakoto yokeina osowa.

SEIKO        - (con irrisione) Nanda rashamon janaika. 

FIOR DI LOTO - (arrabbiata, punta l'indice contro di lui, facendolo indie-treggiare) Watashimo kotoni kansho shinuideyo.

SEIKO        - (china la testa) Gomen nasai iisugi deshta.

FIOR DI LOTO - (gli fa cenno di andar via) Atchi, itte. (Seiko sospira, si volta e si avvia lentamente verso i campi di patate, vinto e avvilito. Fior di Loto si ravvia i capelli e continua la strada verso l'ufficio. Poi chiama timidamente) Fuisbee-san!

SAKINI      - (si alza e guarda fuori dalla porta) Padrone! Fior di Loto ritor-nata. Venuta vedere voi.

FISBY        - Meno male. (Gira la faccia verso l'uscio, mentre Fior di Loto entra e si inchina) Dove sei stata tutto il giorno?... Non importa. Lo so. A buttar all'aria tutti i miei piani agricoli.

FIOR DI LOTO - Fu-san no kao nikkori nasaruto totemo kawaii wa.

SAKINI      - Lei dire sole splendente tra nuvole, ora che voi sorridere lei.

FISBY        - Non sorrido per niente, io. (Lei gli porge il boccio di crisantemo datole da Seiko)

SAKINI      - Oh, padrone, sapete cosa lei dato voi?

FISBY        - Seccature.

SAKINI      - Quando signora a signore boccio crisantemo, in Okinawa, cuore pronto ad aprirsi.

FISBY        - Va bene. Vuol dire che il bocciolo non fiorirà.

FIOR DI LOTO - (porgendogli una scatola che ha portato) Kore -tsukemono yo.  Dozo.

SAKINI      - Lei chiesto se piacere voi tsukemono. Tsukemono molto buonis-simo di mangiare tra pasto e altro.

FISBY        - No.

FIOR DI LOTO - (prende i "geta" e si inginocchia davanti a lui) Dozo ohaki osobase.

FISBY        - Dille di lasciar in pace i miei piedi.

FIOR DI LOTO - (osserva attentamente Fisby) Kasa kaburu. Nisshabyo nanoyo.

SAKINI      - Lei preoccupata di voi, padrone. Lei detto quando sole giù voi dover portare Kasa - cappello di paglia - su vostra testa.

FISBY        - Dille di lasciare in pace tanto i miei piedi che la mia testa. Voglio che la finisca di interferire nei miei programmi di ricostruzione... Che la finisca di provocare ribellioni, che la finisca di mettere, fra gli uomini... la... lo... lo scontento.

SAKINI      - (si volge a Fior di Loto) Jama shicja dame dayo,

FIOR DI LOTO - (sorride) Fu-san ocha ikaga?

SAKINI      - Lei detto: desiderare te?

FISBY        - (sedendosi bruscamente) - No.

FIOR DI LOTO - Sbami demo hikimashoka?

SAKINI      - Lei detto: desiderare musica?

FISBY        - No.

FIOR DI LOTO - (ridacchiando) Aara Fu-san-tara yaiteruno?

SAKINI      - Lei detto: voi geloso, padrone?

FISBY        - (cupo) Cosa?

FIOR DI LOTO - Honto ni doshita no?

SAKINI      - Lei detto: volere raccontare lei vostre contrarietà, padrone?

FISBY        - E perché dovrei raccontarle le mie “contrarietà”?

SAKINI      - Lei geisha, padrone. Quelle, suo mestiere.

FISBY        - Mestiere allegro!

SAKINI      - Lei detto aver sentito non collaborazione qui. Lei molto avvilita. Lei dice volere aiutare voi miglior padrone mai conosciuto. Voi non far lei lavorare e non prendere denaro da lei.

FISBY        - (balzando in piedi) Ah! Gli altri padroni che ha avuto... la mette-vano al lavoro... e prendevano denaro da lei?

SAKINI      - Oh certo.

FISBY        - Beh, dove sto io abbiamo un certo nome per la gente che... che fa questo genere di cose!

SAKINI      - Commercio geishe voi anche in America?

FISBY        - (si alza) No! Sakini, falle capire che io non ho alcuna intenzione di metterla al... lavoro.

SAKINI      - Perché no, padrone? Lei pagare regolare quota Associazione geishe.  Lei ottima posizione.

FISBY        - Vuoi dire che hanno un’associazione per questa specie di cose?

SAKINI      - Geisha dover essere sindacata, padrone. Anche per sostenere prezzi.

FISBY        - Questa è la cosa più immorale che io abbia mai udito. Gente senza il minimo senso di pudore.

SAKINI      - Cattivi, noi, perché non vergogna di questo, padrone?

FISBY        - C’è senza dubbio fra noi una differenza fondamentale: irridu-cibile. Non ho detto che dove sto io non esistano cose come la prostituzione. Ma, per dio per lo meno non abbiamo per certe attività Associazioni ufficiali, tariffe sindacali e quote di iscrizione!

SAKINI      - Ma geisha non prostituta, padrone.

FISBY        - Se non altro, abbiamo la decenza... (Si ferma) Cosa intendi dire quando affermi che le geishe non sono prostitute? Tutti sono al corrente di quello che esse fanno.

SAKINI      - Tutti in errore, padrone.

FISBY        - Bene, e per che cosa vengono pagate, allora?

SAKINI      - Difficile spiegare differenza fondamentale. Uomo povero piace sentirsi ricco. Uomo ricco piace sentirsi saggio. Uomo triste piace sentirsi allegro. Questo andare da geisha e raccontare lei suoi di-spiaceri. Lei ascoltare cortesemente e dire “Oh, che peccato”! Lei molto graziosa. Preparare te - cantare - danzare. E subito, subito, dispiaceri via. Non qualche cosa tutto questo, padrone?

FISBY        - E questo è “tutto” quello che fanno?

SAKINI      - Molto antica ed onorata professione.

FISBY        - Bene, Sakini, chiedo scusa. Sento di aver giudicato a vanvera. E sono lieto che tu mi abbia illuminato. Vedo le cose sotto tutt'altra luce, ora!

FIOR DI LOTO - Aara, kyuni nikkorisite, mada okotteru no.

SAKINI      - Lei detto: perché improvvisamente voi sorridere di lei? Voi un poco matto o che cosa?

FISBY        - Dille che sono un tanghero. Che ho un cervello di gallina.

SAKINI      - Inutile, padrone. Lei non credere.

FISBY        - Allora, vuoi chiederle se vuole essere così gentile da dare lezioni di geisha alle donne della lega di Azione Democratica?

SAKINI      - Odoti ya sbami Ladies League ni oshiete?

FIOR DI LOTO - Er iiwa, demo kumiaiaga kowai-wane.

SAKINI      - Lei detto Associazione Geishe chiuso iscrizioni, ma lei insegnare lo stesso, se voi non fare rapporto contro.

                            (A questo punto gli uomini del villaggio attraversano il piazzaletto e si fermano davanti all'ufficio. Fior di Loto va alla porta. Si levano degli “Oh” e degli “Ah” dal gruppo)

FISBY        - Che succede?

SAKINI      - Richiamo della foresta di lupi Okinawiani, padrone.

FISBY        - Beh, andiamo a vedere. (Va fuori seguito da Sakini) Chiedi di che si tratta.

SAKINI      - Doshtano?

KEORA      - Minna gakko nanka yori chaya ga ii soda.

SAKINI      - Loro dire tenuto adunanza spirito democrazia e maggioranza presa risoluzione, che loro volere voi costruire qui Cha-ya.

FISBY        - Una... cosa?

SAKINI      - Cha-ya. Casa da tè, padrone.

FISBY        - Una casa da tè?

SAKINI      - Sì, padrone. Loro detto; ora che villaggio avere geisha come grande città, necessario avere casa da tè, come grande città.

FISBY        - Ma io non posso edificare per loro una casa da tè. Non ho l'autorità per far questo.

SAKINI      - Ma voi detto a loro che volontà maggioranza, legge. Allora, voi rompere legge?

FISBY        - Avranno una scuola... e tanto basta.

SAKINI      - Ma maggioranza troppo vecchia per andare scuola. Loro volere casa da tè.

FISBY        - Non ci sono disposizioni nel Piano B per le case da tè.

FIOR DI LOTO - Ano... ochaya sae tatereba mondai naija nai no.

SAKINI      - Fior di Loto detto casa da tè in Tobiki aiutare ricostruzione. Tutti lavorare molto produrre sandali e gabbie, per denaro da spendere in casa di tè.

FISBY        - Ma io non ho materiali per costruirla.

SAKINI      - Zairyo ga naiyo.

FIOR DI LOTO - Ara, kínco renga ya zaimoku takusan kite orimashitayo.

SAKINI      - Lei detto macchine esercito venute ieri e lasciato tanti mattoni e magnifica vernice.

FISBY        - Per la “nuova scuola”. Diglielo.  Non c'è niente da fare.

SAKINI      - Dame, dame, dame desuyo. (Fisby  guarda le facce deluse dei paesani)

GLI UOMINI - Achara-san iijiwaru dame.

SAKINI      - Loro dire voi proprio avaro con loro, dopo “tutti” belli regali dati a voi.

FISBY        - Mi dispiace.

SAKINI      - Loro pure molto dispiaciuti. Sapete perché, padrone?

FISBY        - Credo di sì.

SAKINI      - No, padrone. Quando voi via... Tobiki villaggio scordato. Non giardino, con statue... non, neanche, bella prigione… Tobiki vor-rebbe potersi vantare qualche cosa. Casa da tè salverebbe faccia Tobiki.

FISBY        - Tobiki avrà un bell'edificio scolastico con cinque facciate.

OSHIRA     - Posso parlare, capitano?

FISBY        - Ma certamente, signor Oshira.

OSHIRA     - Nelle grandi città ci sono bellissime case da tè. Ma gli uomini di Tobiki non hanno mai potuto visitare una di quelle. Noi troppo poveri e le nostre vesti troppo stracciate. Tutta la vita ho sognato di visitare una casa da tè, con lampioncini riflessi nel laghetto di loto e le campanelle di bambù appese sui pini, a tintinnare alla brezza... Ma questo quadro è solo nel mio cuore. Non lo vedrò mai. Sono un uomo vecchio, signore. E morirò presto. Male per un'anima partire da questo mondo con l'animo colmo di invidia e di rammarico. Dateci una casa da tè, signore. Liberate la mia anima dalla morte.

FISBY        - (dispiaciuto) Ma non abbiamo falegnami.

SAKINI      - (chiama) Oi! Daiku-san! Daiku-san!

                            (Il signor Sumata e suo padre vengono trotterellando dal fondo con le loro cassette di attrezzi. Sakini si volge a Fisby)

                   Caso fortunato! Il signor Sumata con padre tornati proprio ora da montagna.

FISBY        - (dà a Sakini un'occhiata penetrante ma rassegnata) E va bene! Va bene! Non ho scampo. Prevedo che lo zio Sam stia per mettersi nell'industria delle case da tpè. (Si gira e torna nel suo ufficio, seguito da Fior di Loto. Prende il Piano B. Sakini annuncia la decisione ai paesani)

SAKINI      - Cha-ya, tatete iiyo!

                            (Si sente uno scoppio di grida e applausi da parte dei paesani. Le voci sembrano scandire “Viva il signor Fisby. Evviva lo zio Sam“. Nell'interno dell'ufficio, Fisby   comin-cia a strappare il Piano B. Fior di Loto si inginocchia davanti a lui, con in mano i sandali di legno. Fisby   allun-ga i piedi e sorride a Fior di Loto. Le grida di giubilo fuori continuano. 1 pannelli vengono calati. La scena si oscura rapidamente)

Quadro secondo

                            (L'ufficio del colonnello Purdy. Qualche settimana dopo. Al levarsi del sipario il pannello a destra è alzato. Una luce coglie il colonnello Purdy al tavolo, mentre agita un rapporto. Il resto del palcoscenico è al buio. Egli chiama il sergente Gregovich dal suo dittafono).

PURDY      - Gregovich.

VOCE DI GREGOVICH - Sì, signor colonnello?

PURDY      - Chiamatemi il capitano Fisby  a Tobiki.

VOCE DI GREGOVICH - Sì, signor colonnello.

                            (Il pannello di estrema sinistra viene alzato lasciando i due centrali abbassati. Fisby è nel suo ufficio, seduto con i pie-di sul tavolo. Indossa il suo, accappatoio “kimono”. Fior di Loto è presso di lui facendogli vento. Si sentono dal fondo rumori di martelli e di seghe. Il telefono squilla. Fisby   prende il ricevitore)

FISBY        - Capitano Fisby .

PURDY      - Colonnello Purdy.

FISBY        - (non sentendo bene a causa dei rumori) Chi?

PURDY      - Il colonnello Purdy.

FISBY        - Non vi sento. Aspettate un momento. (Si volge a Fior di Loto) Vedi se puoi far cessare tutti questi martelli per un momento, là nella casa da tè. (Si spiega a cenni. Fior di Loto annuisce con un cenno del capo ed esce).

PURDY      - Cosa sta succedendo costì, Fisby  ?

FISBY        - (i rumori sono cessati) Oh, finalmente! Chi parla?

PURDY      - Il colonnello Purdy.

FISBY        - (si avvolge istintivamente le gambe con l'accappatoio) Oh, buona sera, colonnello.

PURDY      - Vorrei parlarle del... rapporto.

FISBY        - L’ho mandato.

PURDY      - Ce l'ho. Proprio qui, di fronte a me. L'ho letto due volte. Spero che lei mi dirà che cosa c 'è scritto.

FISBY        - Che cosa vuole che le spieghi, signor colonnello?

PURDY      - Vorrei che mi spiegasse perché non si fa parola, qui, dell’edificio scolastico. Ha avuto il legname?

FISBY        - (in difficoltà) Sì, certo... Lo stiamo adoperando. Ma ce ne vorrà dell'altro, ho paura.

PURDY      - Stando ai piani, dovrebbe essere più che sufficiente quello che le ho mandato. Che vuol costruire, un palazzo?

FISBY        - Be'... dovremmo tener presente i prevedibili sviluppi. La popo-lazione è in aumento.

PURDY      - Dell'aumento della Popolazione non dobbiamo preoccuparci noi. Le nostre truppe non saranno qui, alla prossima generazione. Il che mi dà adito a un secondo rilievo. (Si riferisce al rapporto) Cos'è questa faccenda dei sei neonati nella settimana scorsa?

FISBY        - Ma, non c'era altro da mettere nel rapporto, signor colonnello.

PURDY      - Sì: ma ha sbagliato: difetto di preparazione. Non sa ancora, lei, che le nascite vanno annotate nella rubrica intitolata “Aumento della Popolazione” e che non sono da considerarsi elemento di ricostruzione?

FISBY        - Veramente non si tratta di bambini, signor colonnello. Ma di... capretti.

PURDY      - Ci dev'essere qualche guasto nella linea. Ho Sentito qualcosa come “capretti”.

FISBY        - Difatti: ho detto capretti, signor colonnello. Capretti... figli di capre. Vede, cerchiamo di migliorare il patrimonio zootecnico, qui. Pensavo...

PURDY      - Capre! Non m'interessa quel che lei pensava. Senta un po', Fisby. Supponiamo che qualche parlamentare si faccia un volo qui a ispezionare il nostro gruppo. Come farei, io, a giustificare il suo rapporto?

FISBY        - Be', le capre si riproducono... signor colonnello. Il Parlamento non può impedirlo. E io mi ero preoccupato di...

PURDY      - Solo la popolazione civile deve preoccuparci. Ora desidero cono-scere con esattezza quali progressi sono stati fatti in relazione al Piano B.

FISBY        - Beh... Con la gente del luogo me la cavo bene.

PURDY      - In altre parole, non si è fatto niente. Mi ascolti, Fisby. Lo sa lei quel che è riuscito ad ottenere il maggiore Mac Evoy nel suo villaggio?

FISBY        - No, signore.

PURDY      - Bene: glielo dico io. I bambini della IV elementare conoscono il nostro alfabeto sino alla lettera M e l'intero villaggio sa cantare l'inno “Dio benedica l'America”...  in inglese.

FISBY        - Sì, signor colonnello. Quello è vero progresso, colonnello. Vorrei poter dire altrettanto di questo villaggio.

PURDY      - Faccia in modo di arrivarci. Non voglio mele guaste nel mio carretto. E vorrei sapere esattamente che cosa ha concluso, lei, in queste prime cinque settimane che è costì.

FISBY        - Ecco, signor colonnello. Ho impiantato un'industria. Invierò al primo carico per la vendita in settimana...

PURDY      - E... che cosa producete?

FISBY        - (si guarda i piedi) Oh, “geta” e...

PURDY      - Un momento! Per mille diavoli, cos'è un “geta”?

FISBY        - Non un “geta”... ma i “geta”: ne occorrono sempre almeno due...

PURDY      - Non vorrà mica allevare qualche nuovo esemplare zootecnico?

FISBY        - Si mettono ai piedi, signor colonnello. Eccellenti per rinforzare i muscoli del metatarso. Inoltre... ho un gruppo che lavora a fabbri-care gabbie per grilli…

PURDY      - Capitano Fisby!

FISBY        - Sì, signor colonnello.

PURDY      - Di che tipo di gabbia mi sta parlando?

FISBY        - Gabbie da grilli. Come... il grillo del focolare. Credo che avranno un mercato sostenuto. Naturalmente, non forniamo i grilli.

PURDY      - Naturalmente! Capitano Fisby prende regolarmente la sua razio-ne di sale in pillole?

FISBY        - Sì, signor colonnello. Le prendo, alla Cha-ya, col tè.

PURDY      - Non si è per caso esposto al sole senza elmetto?

FISBY        - Porto sempre in capo un “kasa”... è più pratico... circola il vento attraverso la paglia.

PURDY      - Bene, bene: mi sono fatto un'idea, capitano. (Attacca pronta-mente il ricevitore)

FISBY        - Pronto... Pronto. (Attacca anche lui il ricevitore e si siede guardando il telefono con aria piuttosto imbarazzata. Le luci si spengono lentamente nel suo ufficio, mentre il relativo pannello si abbassa. Anche il colonnello Purdy è rimasto fermo a guarda- re il proprio telefono. Quindi chiama al dittafono il sergente Gregovich).

PURDY      - Sergente! Come si chiama quel dottore psicanalista di stanza ad Awasi?

VOCE DI GREGOVICH - Capitano Mc Lean. Al mio ufficiale di stanza a Tobiki ha dato di volta il cervello. (La scena si oscura rapidamente).

                                                  

Quadro terzo

                            (Ufficio del capitano Fisby. Pochi giorni dopo. Al levarsi del sipario e quando si alza il pannello l'ufficio è vuoto. Dopo un momento entra McLean. E' un uomo sui quaranta dallo sguardo intenso e piuttosto stralunato. Si guarda in-torno furtivamente, poi comincia a esaminare le scartoffie che sono sul tavolo di Fisby. Segna parecchi appunti sul suo taccuino. Solleva la gabbia da grilli che esamina attentamente. In quel mentre, entra Fisby. Alla vista di McLean si ferma, Fisby indossa il suo accappatoio blu, calza i “geta” e ha in capo un cappello di paglia di foggia locale)

FISBY        - Lei chi è?

MC LEAN - (sobbalza sorpreso) Oh, mi ha fatto paura.

FISBY        - In che cosa posso servirla? (Presentandosi) Capitano Fisby.

MC LEAN - Capitano Mc Lean. Non c'era nessuno qui. E... sono entrato.

FISBY        - (guarda i distintivi di McLean) Ah, ufficiale medico. Che buon vento la porta a Tobiki?

MC LEAN - Le dirò... una licenza. Ho pensato di trascorrerla facendo... un po’ di... un po’ di... studi etnologici... (aggiunge prontamente) sugli indigeni.

FISBY        - Lei non poteva capitare in un più interessante campo di esperienze. Si accomodi, capitano.

MC LEAN - (siede) Grazie. Ha niente in contrario, se mi trattengo qui circa una settimana per le mie ricerche, capitano?

FISBY        - Niente affatto. Faccia come se fosse a casa sua. Oh, la dia pure a me, se la ingombra... (Fa per riprendere la gabbia da grilli che McLean ancora tiene in mano)

MC LEAN - (dà un occhiata alla gabbia che ha in mano e ride goffamente) Ah già, stavo esaminando la...

FISBY        - (compiaciuto, con autorevolezza) E' una gabbia da grilli.

MC LEAN - (dopo una pausa) Le... piacciono i grilli?

FISBY        - Non ne ho ancora trovato uno. Ma ho già la gabbia. Anzi ne ho due. Se ne gradisce una...

MC LEAN - Grazie, no. Grazie, grazie. (Guarda l'abbigliamento di Fisby) E la sua uniforme, capitano?

FISBY        - Dev’essere da qualche parte. Io trovo che geta e kimono sono molto più comodi, con questo clima.

MC LEAN - Ma quello è un... accappatoio...

FISBY        - (alzando le spalle) Travestito da kimono. Gradisce togliersi le scarpe, capitano?

MC LEAN - Grazie, no. Grazie, grazie. Preferisco tenerle, se non le dispiace.

FISBY        - Gradisce dei tsukemono? Si mangiano durante il giorno, tra un pasto e l'altro. (Gli porge un vassoio) Tsukemono significa “cose fragranti”.

MC LEAN - Grazie no. Ho finito proprio ora una tavoletta di cioccolato. Grazie. Grazie. (Si alza e guarda fuori della porta) Posso chieder-le cosa stanno costruendo in fondo alla strada?

FISBY        - (pieno di orgoglio) E' la mia Cha-ya. (Si mette in bocca una manciata di tsukemono) Una cosa che varrà la pena di scriverne a lungo.

MC LEAN - Cha-ya?

FISBY        - Be’... sta di fatto, capitano, che mi hanno regalato una geisha. Potrà sembrarle strano forse, ma dopo un po’ uno si abitua a queste cose. E se uno ha una geisha, bisogna avere una Cha-ya. Proprio non gradisce un po' di tsukemono?

MC LEAN - Davvero non potrei mangiare nulla. (Guarda nuovamente fuori della porta) E posso chiederle cosa fanno quegli uomini laggiù che stanno guazzando nel canale di irrigazione?

FISBY        - Non stanno guazzando. Scavano un piccolo stagno da loto. Non si può avere una Cha-ya senza uno stagno con i fior di loto.

MC LEAN - (si siede di fronte a Fisby) Ha goduto sempre buona salute in questi ultimi tempi, Fisby ?

FISBY        - Lo vuol sapere? Non mi son mai sentito più felice. Libero e spensierato. Dal momento in cui ho deciso di non costruire quella maledetta scuola a forma di pentagono.

MC LEAN - Quella... cosa?

FISBY        - Il nostro buon colonnello mi aveva ordinato di costruire qui un edificio scolastico a forma di pentagono. Ma la popolazione vole-va invece una casa da tè. Ora, che lei lo creda o no, è successo che qualcuno mi ha regalato una geisha. E io ho dato a questo villaggio quello che desiderava. Tutto questo potrà forse apparirle un po' pazzesco, Mac.

MC LEAN - Mah... Sì e no.

FISBY        - Gente magnifica, questa, che ha uno squisitissimo senso della bellezza. E che lavoratori... quando ne vale la pena. Avrebbe do-vuto vederli, l'altro ieri che son partiti per il mercato, con grandi pile di fagotti sulla loro testa. Getas, gabbie, oggetti laccati, tutta roba da vendere al Nord per souvenir. Non ci si venga a dire, poi, che questo è un popolo di sfaticati.

MC LEAN - Oh, capisco, capisco.

FISBY        - No. Lei non può capire. Ma avrà la possibilità di studiarli e capirli.

MC LEAN - Di modo che lei sta costruendo una casa da tè per loro.

FISBY        - Un'altra cosa mi preparo a fare: vedere se questa terra può dare oltre alle patate dolci, qualche altro prodotto. Manderò a chiedere dei fertilizzanti, del DDT e...

MC LEAN - (balza in piedi) Prodotti chimici?

FISBY        - Certo. Perché no?

MC LEAN - Vuole avvelenare questa gente?

FISBY        - No, perché?

MC LEAN - Lei ha ora richiamato un argomento che mi tocca molto da vi-cino. Da anni io ho progettato di andare in pensione e comperare una fattoria e coltivare specialità per grandi restaurants. Perciò lasci che glielo dica. I fertilizzanti chimici uccidono i vermi terra; che sono quelli che associrano l’areazione al suolo.

FISBY        - Davvero?

MC LEAN - Sa per esempio, che un verme lascia, ogni giorno, depositi pari a otto volte il suo peso?

FISBY        - Tanto!

MC LEAN - La conciliazione organica è l’unica. Come c'insegna la natura: depositi vegetali, letame... non prodotti. chimici.

FISBY        - Perbacco. Lei se ne intende davvero.

MC LEAN - (modestamente) Dovrei. Sono abbonato da anni a tutte le riviste di agraria.

FISBY        - E, dica un po’, Mc Lean, non potrebbe aiutare questa gente, nel tempo che starà qui? Lei, potrebbe - pensi! - esercitare una specie di supervisione di questo settore, organizzando una specie di cam-po sperimentale.

MC LEAN - Ma... io... io non ho tempo.

FISBY        - Lo trovi. Questa è la miglior occasione per mettere in pratica qualcuna delle sue teorie.

MC LEAN - (altezzoso) Non sono teorie.  Sono fatti provati...

FISBY        - Le metterò a disposizione un paio di uomini per aiutarla. E lei non avrà che da dare ordini.

MC LEAN - (esitante) Il suolo qui è acido o alcalino?

FISBY        - In coscienza, non lo so.

MC LEAN - Beh, questa è la primissima cosa che si deve sapere. Ci sono api?

FISBY        - Non ne ho viste.

MC LEAN  - (scuote la testa tristemente) La gente sottovaluta troppo l’impor-tanza delle api nella impollinazione.

FISBY        - (gli dà una manata sulle spalle) Mc, lei è proprio la provviden-za, qui. Lei è un genio.

MC LEAN - Avrò bisogno di molto letame.

FISBY        - Lo avrà.

MC LEAN - E dovrà organizzare questo piano, su criteri scientifici. Ah, se avessi portato qualcuno dei miei libri e i miei cataloghi delle sementi! Ho una pila alta così, di cataloghi.

FISBY        - Perché non fa una lista? E io mi farò portare dai ragazzi dell'aeroporto i semi dagli Stati Uniti.

MC LEAN - (la febbre dell'agricoltura si impadronisce di lui, mentre com-pila la lista) Ogni primavera ho preparato liste di semi, senza aver mai avuto un palmo di terreno dove gettarli. E ora... potrei davvero darmi alla fecondazione... (Scrive) Granturco dorato Bantam. (Quindi aggiunge con entusiasmo) E il tipo Campagnolo ibrido!

FISBY        - La lascio qui a compilare la lista, e vado a dare un'occhiata ai la-vori dello stagno. (McLean non lo ascolta) Ritornerò per l'ora del tè. Noi qui usiamo prenderlo in pineta contemplando il sole calare. (Esce)

MC LEAN - (continua la lista, che legge forte) Cetrioli - ultra primaticci – verde prolifico. (Il suo entusiasmo aumenta) Ravanelli - rosso gigante. (Il telefono squilla. McLean lo ignora e continua a scri-vere) Pomodori “corposa solertis”. (Il telefono squilla con insi-stenza) Cocomeri. (Chiude gli occhi estaticamente. Il pannello, all’estremità opposta della scena si alza mostrando l'ufficio del colonnello Purdy, i due pannelli centrali restano abbassati. Il colonnello Purdy siede alla scrivania, al telefono)

PURDY      - Che diavolo succede a questa linea? Chiamate ancora.

MC LEAN - (ignorando il telefono che continua a suonare) Cocomeri - Meda-glia d’oro Esposizione Panamericana. (Scrive. Il telefono squilla ancora. McLean guarda il telefono con impazienza; quindi alza il ricevitore) Pronto?

PURDY      - (cautamente) Chi parla?

MC LEAN - Il Capitano McLean.

PURDY      - Sono il colonnello Purdy. Riesce a parlare, capitano?

MC LEAN - E come no?

PURDY      - Ero ansioso di sapere la sua opinione su... lei sa chi.

MC LEAN - Su “chi”?

PURDY      - Sul “capitano Fisby”. L’uomo che l'ho mandata a visitare.

MC LEAN - Oh. (Valuta rapidamente il problema) Oh, sì. Dovrò stare qui parecchie settimane per...

PURDY      - Parecchie settimane?

MC LEAN - Roma non fu costruita in un giorno.

PURDY      - Cosa?

MC LEAN - Ho detto che Roma non fu costruita in un giorno.

PURDY      - (inghiottendo saliva) Beh... il medico è lei...

MC LEAN - Le manderò un rapporto... di quando in quando. Posso però dirle sin d'ora che credo di poter fare miracoli qui.

PURDY      - Magnifico! Magnifico! Posso mandarle qualcosa da qui? Vecchie copie de “L’Avventuroso”: o che altro?

MC LEAN - Ci sarebbe un paio di libri, che mi farebbero comodo, ma non credo possa procurarmeli lei.

PURDY      - (prende una matita) Me li dica.

MC LEAN - Uno è “Principi della produzione dei piselli” e l’altro “Ciò che si deve e quel che non si deve fare nella coltivazione dei cavoli”. (Purdy comincia a scrivere poi si ferma) Crede che sarebbe possi-bile mettere le mani su un apparecchio per l'analisi del terreno?

PURDY      - (guarda il ricevitore, perplesso) Un, cosa?

MC LEAN - (enunciando) “Un apparecchio per analizzare il suolo”. Voglio vedere se qui il terreno è acido.

PURDY      - Acido... ha detto?

MC LEAN - Sì, Se i1 suolo è acido, i semi non germinano. Oh, poter avere un po' di api!

PURDY      - C'è sicuramente qualcosa che non funziona in questa linea!

MC LEAN - Ho bisogno di molto tempo, qui, perché debbo rifare il suolo a base di letame.

PURDY      - (non può credere a ciò che ha udito) Ha detto... letame?

MC LEAN - Non ho fede nei prodotti chimici. Uccidono tutti i vermi. Le assicuro, colonnello, quando lei uccide un verme, uccide un amico. (Una lunga pausa) Pronto... Pronto...

PURDY      - (mette giù il ricevitore e grida al dittafono) Gregovich, dov'è il Piano B?

VOCE DI GREGOVICH - Cosa desidera, signor colonnello?

PURDY      - Voglio vedere chi posso mandare a psicanalizzare uno psicana-lista (I due pannelli calano rapidamente)

Quadro quarto

                            (La piazza del villaggio. Qualche settimana dopo. Al levar-si del sipario tutti i pannelli vengono alzati, ed appare la piazza del villaggio e l'ufficio di Fisby. I nativi sono seduti in terra, avendo dietro di loro grossi fardelli. Altri soprag-giungono e si accasciano in pose di sconforto. Fisby   lavo-ra al tavolo. Sakini entra in scena e guarda i paesani).

SAKINI      - (al signor Keora) Doshtano?

KEORA      - Hítotsu mo unremasenna.

SAKINI      - Oh, Oh... peccato. (Sakini traversa la scena ed entra nell'ufficio di Fisby) Padrone!          Signor Keora e tutti altri tornati.

FISBY        - Bene. Vediamo che hanno combinato. (Esce, seguito da Sakini. Si arresta nel vedere i paesani avviliti seduti coi loro fagotti. Si volge a Sakini) Che è successo?

SAKINI      - Signor Keora molto stanco. Camminato due giorni con fardello vendere cappelli paglia soldati americani. Nessuno comprare, loro tornati. Ora troppi maledetti cappelli, padrone.

FISBY        - Non ne ha potuto vendere nessuno? (Sakini scuote la testa) E perché?

SAKINI      - (alza le spalle) Non piaciuti. Soldati detto: credete noi spaventa-passeri?  Così tornati casa.

FISBY        - (vede il vecchio signor Oshira e, si dirige verso di lui. Oshira si alza) Signor Oshira... Avete portato là i vostri oggetti laccati?

OSHIRA     - Oh sì... ma sono tornato indietro... non vanno più.

FISBY        - Proprio non capisco. 1 marinai spendono sempre quattrini.

OSHIRA     - I marinai hanno detto: “Oh bello... quanto?” Io: “Venticinque yen”. Loro: “Oh troppo... abbiamo di meglio nei nostri Magazzini Popolari. Diamo cinque cents”.

FISBY        - Ma gli avete spiegato quanti anni vi sono occorsi per imparare a fare questo lavoro?

OSHIRA     - (annuisce col capo) Loro hanno risposto: “Vuoi che ci mettiamo a piangere?”.

FISBY        - (arrabbiato) Stupidi cretini. (Si volge a. Oshira) Avete spiegato loro che ogni coppa è fatta a mano?

OSHIRA     - Hanno risposto... Non importa: che avevano a casa grandi macchine capaci di produrre dieci coppe al minuto. E hanno concluso: o prendere cinque cents o niente da fare.

FISBY        - (dispiaciuto) Così avete dovuto portarvi tutto indietro.

SAKINI      - Povero signor Oshira! Nessuno voluto suoi oggetti laccati.

FISBY        - Beh, hanno torto. Oshira è un vero artista, e comprerò io stesso tutto quello che ha fatto.

SAKINI      - Ma voi impossibile comperare tutto da tutti, in Tobiki, padrone.

FISBY        - (si siede sugli scalini della porta d’ufficio) Dì loro che debbono essere orgogliosi del loro lavoro. E che io sono orgoglioso di loro.

SAKINI      - Gokro, gokro san.

FISBY        - Penserò a qualche altra cosa... Dovrò pure inciampare in un'idea capace di procurar quattrini a questo villaggio.

SAKINI      - Padrone... ora voi fermate lavori casa da tè?

FISBY        - No! Avrete la casa da tè, anche se non riuscirò a darvi nient'altro.

SAKINI      - Ma loro dover fare denaro spendere in casa da tè, padrone. Non come mendicanti.

FISBY        - Dammi un po' di tempo, Sakini.

                            (Mentre tutti seduti si sprofondano ciascuno nei propri problemi, entra Mc Lean. Non ha più l'uniforme. Indossa anche lui l’accappatoio, i sandali e un cappello di paglia)

MC LEAN - Fisby, cercavo proprio te. Posso avere l'aiuto di un paio di ragazzi? Questi maledetti scarafaggi giapponesi stanno mangian-dosi tutti i piselli cinesi.

FISBY        - (passivamente) Certo... Ti rimedierò un paio d'uomini.

MC LEAN - (guarda tutt'intorno) Che è accaduto?

FISBY        - Non c'è possibilità di vendita per i nostri prodotti.

MC LEAN - Oh... peccato, e ora che farai? (Si siede)

FISBY        - Proverò a pensare a qualche altra cosa.

OSHIRA     - Il mondo ci ha dimenticato. (I paesani cominciano ad alzarsi e a raccogliere i loro fagotti).

SEIKO        - Amerika-san no seijia naiyo. Sa, sa, kaetto yakezake da!

SAKINI      - Loro pregato dirvi non vostra colpa, se nessuno comperare, padrone. Loro detto meglio andare a casa a prendere sbornia.

FISBY        - Di' loro che non li biasimo.  Se avessi anch’io qualcosa di forte da bere... farei lo stesso... 

                             (Mentre i paesani cominciano ad andarsene, McLean e Fisby hanno entrambi una reazione a scoppia ritardato.  Balzano in piedi contemporaneamente)

                   Aspettate un po'... (1 paesani si fermano) Con che cosa si sborniano?

SAKINI      - Solo brandy.

MC LEAN - Niente altro che brandy!

FISBY        - E come hanno fatto ad avere del brandy?

SAKINI      - Noi buonissimo brandy, qui; le patate dolci. Da molte genera-zioni.

FISBY        - Fabbricate il brandy da voi stessi?

SAKINI      - Sì, per nozze e funerali.

FISBY        - (dà un'occhiata a Mc Lean) E... che gusto ha?

SAKINI      - Volete assaggiarlo, padrone? (Si volge a Hokaida) Imozake, skoshi!

FISBY        - Sakini, se questa roba è appena passabile, faremo affaroni. Que-sto è un prodotto che sono sicuro i nostri uomini compreranno.

SAKINI      - Oh... noi non piacere vendere brandy, credo.  Noi preparare solo per matrimonio.

MC LEAN - Può anche essere cattivo. Ci sono cose che persino le nostre truppe si rifiutano di bere.

HOKAIDA          - (ritorna con una brocca di terracotta) Hai, imozake. (Porge la brocca a Fisby)

SAKINI      - Eccolo, padrone. Voi, assaggio?

FISBY        - Vorrei odorarlo, prima. (Dà un'annusata e spinge la testa indietro)

MC LEAN - Senza dubbio, deve essere potente.

FISBY        - Di quanti anni è questo brandy, Sakini?

SAKINI      - (si volge a Hokaida) Kore itsuno?

HOKAIDA          - (mostra sette dita) Issukan mae dayo.

FISBY        - Vecchio di sette anni?

SAKINI      - Oh no, padrone. Lui fatto scorsa settimana.

FISBY        - Ma non può prendere un aroma così forte in una sola settimana.

SAKINI      - Segreto di villaggio. Voi, assaggio?

FISBY        - (porge la brocca a Mc Lean) Assaggialo tu, Mc. Tu sei medico.

MC LEAN - (indietreggiando) Oh, dopo di te.

FISBY        - Insisto.  Sei mio ospite.

MC LEAN - Declino l'onore.

FISBY        - (si volge a Sakini) Ha mai perduto nessuno la vista o la vita, dopo bevuto questo?

MC LEAN - Ha detto che lo fanno per i funerali.

SAKINI      - No, padrone.  Noi non ciechi, non morti.

FISBY        - Ecco, vedi?

MC LEAN - Ma loro ormai sono immunizzati, dopo tanti anni.

FISBY        - Be' io non voglio ammazzare nessuno dei miei compatrioti. Non potresti fare qualche tipo di analisi?

                             (Mentre Me Lean sta prendendo in considerazione la proposta si alza il belato, di una capra. Fisby   e McLean si scambiano uno sguardo d'intesa)

                   Sakini, vai a prendere Lady Astor. (A Mc Lean) E’ la capra di Miss Higa Jiga. Miss Higa Jiga mi chiese di suggerirle un nome di classe. (Sakini va a prendere Lady Astor).

MC LEAN - Non sono certo che sia una prova, sicura. Le capre hanno uno stomaco di ferro.

SAKINI      - (torna conducendo la capra) Padrone, voi di capra porcellino d'India?

FISBY        - Se la prova della capra va bene, tutto va bene. Nessuno della fanteria di marina ammetterebbe di avere uno stomaco più debole di quello di una capra.

MC LEAN - Scusi, me lo presta un momento? (Prende l'elmetto rosso del signor Hokaida e vi versa del liquido dalla brocca).

SAKINI      - Lady Astor, capra molto fortunata.

FISBY        - Reggila, Sakini. Dottore, in nome della scienza... procedi. (La capra annusa il contenuto dell'elmetto) Stasera, o avremo una nuova industria o avremo a cena del capretto arrosto. (Lady Astor comincia a bere l’intruglio. Tutti la osservano; la capra beve con avidità e si lecca le labbra con gusto)

MC LEAN - (osservando) Non sembra che le abbia fatto male. (Mette le dita davanti agli occhi della capra, muovendole avanti e indietro, come fanno i medici) Riflessi normali.

FISBY        - Teniamola un momento in osservazione. Il futuro di Tobiki e la salute dell'esercito sono in giuoco. (Fisby, Mc Lean e i paesani si raggruppano tutti ad osservare la capra. Lady Astor sembra soddisfatta. Fisby si alza) Bene. E' fatta.

                            (Prende la brocca e ne tracanna un buon sorso. Mc Lean l’osserva. Poi assaggia anche lui il liquore. I due si guar-dano. Sogghignano e lanciano un grida di gioia. Fisby si slancia nel suo ufficio).

SAKINI      - (seguendolo) Che volere fare, padrone?

FISBY        - Preparo la istituzione della... Cooperativa Liquori Tobiki. (Fisby   è seguito da Sakini, Mc Lean e da alcuni paesani. Prende il telefono) Prego. Club Ufficiali di Awasi.

SAKINI      - Noi fare brandy, padrone?

FISBY        - Tra un minuto te lo dico. (Parla al telefono) Pronto. Club Ufficiali di Awasi. Parla il capitano Fisby di Tobiki. Oh, pronto, maggiore è lei? Maggiore, quando ero alla sua unità, ricordo, lei non poteva mai avere sufficiente scorta di liquori per il Club... e siccome ho messo le mani su qualcosa di buono… vorrei sapere se la cosa può interessarla. Tobiki, come lei sa, è il centro della indu-stria del brandy... e... (Stacca il ricevitore dall'orecchio, in quanto la parola “brandy” deve essere stata urlata, di ritorno, dal suo interlocutore) Sì... brandy... (Si volge a Mc Lean) Mac, guarda presto nel dizionario e cerca se c'è un termine più esotico per dire “patata dolce”. (Riprende al telefono) Sì... sono qui... sì. Posso procurargliene, se lei è disposto a pagarlo al suo prezzo, e a tenere il segreto sulla provenienza. Certo, lo producono qui da generazio-ni. Oh... non avete mai assaggiato nulla di simile.

MC LEAN - La parola usata nell'isola di Haiti, per patata, è “batata”.

FISBY        - (al telefono) Voi dovreste aver già sentito parlare del “Batata 7 Stelle”? Bene, si produce a Tobiki. (Si volge a Mc Lean) Il “7 Stelle” ha attaccato.

SAKINI      - Brandy molto meglio vecchio otto o dieci giorni, padrone.

FISBY        - Abbiamo anche l' “8 Stelle” e i1 “10 Stelle”. Naturalmente il “10 Stelle” viene un po’ più caro. Il prezzo... (Guarda Sakini an-siosamente. Sakini mostra le dieci dita) Be'... un centinaio di yen d'occupazione al gallone.

SAKINI      - Ma io dire 10 yen, padrone.

FISBY        - Trasporto compreso. Va bene, gliene manderò 5 galloni in setti-mana. Consegnato tramite il nostro Dipartimento di Agricoltura... Grazie a lei! (Attacca il ricevitore e si volge a Sakini) Sakini, se ogni famiglia in Tobiki comincia a fabbricare brandy, quanto ne potremmo avere in una settimana?

SAKINI      - Oh, forse... 40-50 galloni.

FISBY        - Meglio puntare su 80. (Prende il telefono di nuovo) Vorrei par-lare con il Club Ufficiali della Base Navale di Koza. Comandante Myers, per favore.

SAKINI      - Forse se tutti fabbricare privati recipienti distillazione, Tobiki 100 galloni.

FISBY        - Vedremo: quando avrò parlato con la Marina! (Parla al telefono) Comandante Myers? Parla il capitano Fisby di Tobiki. Comandan-te, noi abbiamo una eccedenza di brandy qui e volevo sapere se... (Di nuovo è costretto ad allontanare il ricevitore dall'orecchio) Sì, brandy. “Batata 10 Stelle”. Ottimo, Lady Astor non beve che di quello. Oh potrei fornirgliene quanto ne vuole, a 100 yen d'oc-cupazione al gallone. Quindici galloni? Benissimo. Le sarà conse-gnato con carretto “espresso” in una diecina di giorni. (Attacca il ricevitore e si volge ai paesani che affollano l'ufficio) Sakini, dì a tutti che comincino a far brandy... e, in una settimana o due, cia-scuno degli abitanti di questo villaggio avrà più denaro di quanto ne abbia mai sognato.

SAKINI      - Ah, dodon kaseide sakestrukreba minna kanega mokaruyo!

KEORA      - Minna shiroi koto katte moii darone?

SAKINI      - Loro chiesto... se lavorare svelti fulmine, potere tutti avere giacca bianca, come sindaco?

FISBY        - Sì. Penserò io a trovare la stoffa da qualche parte. Prometto. (Il telefono squilla) Un momento. Pronto. Bè, la notizia circola alla svelta. (Prende l'ordinazione) 20 galloni? Quartier Generale. Fran-co consegna. O.K.! (Riattacca il ricevitore) Al lavoro, ragazzi. (Mentre si accingono ad andar via, Fisby  si china rapidamente verso terra) Un momento. Aspettate! (Essi si fermano mentre lui fa finta di cercare strisciando per terra. Poi fa coppa della palma contro terra e si alza di scatto trionfante) Ho trovato il mio grillo portafortuna! (I paesani applaudono. Tutti i pannelli calano rapidamente)

ATTO TERZO

Quadro primo

                            (La casa da te alla Luna d'Agosto. Parecchie settimane dopo. All'alzarsi del sipario tutti i pannelli sono calati Sakini esce dalla quinte e si rivolge al pubblico)

SAKINI      - (s'inchina) Abilità americani produzione di massa, pari solo a capacità americani consumo. Fortuna spesso da porta servizio e noi aspettare da portone centrale. Prosperità non solo sorridere Tobiki, prosperità ridere Tobiki come fanciulla sciocca. Molto strano. Cose nostre migliori... non intenzionali. Cose inferiori... in-tenzionali. Niente Conclusione. Tobiki ora villaggio con bellissime case. Ma più bellissima, casa da tè di Luna d'Agosto.

                            (Va all'angolo estremo del Palcoscenico e dà il segnale per l'alzata dei pannelli. Da lontano arriva, molto smorzata, una musica su strumenti a corde. Si alzano i pannelli. Le brutte capanne dai tetti di paglia sono scomparse Nel cen-tro del palcoscenico, squisita nella sua semplicità, la “casa da èe”. Campanelle tintinnano sul tetto della pagoda. Tenui luci diffuse attraversano le pareti di carta colorata della casa da tè. Pini nani fiancheggiano il viottolo che conduce a un ponticello. La luna di agosto nel cielo autun-nale. La silhouette di Fior di loto è stagliata nella parete centrale da una luce alle spalle. Fior di Loto fa scorrere lateralmente una delle pareti ed entra nella stanza cen-trale, pressoché vuota, della casa da tè. Accende passando le lanterne che pendono lungo tutta la gronda anteriore. Mentre lei procede al rito dell’accensione gli ospiti comin-ciano ad arrivare. Prima di entrare nella casa da tè si tolgono le scarpe e si sciacquano le dita nella rituale bacinella di bambù poi entrano e si seggono in terra su verdi cuscini. Le donne sono vestite con kimoni di seta di vari toni, mentre la maggior parte degli uomini indossa candidi abiti bianchi. Fior di Loto si inchina a loro e poi rientra nella casa per la porta, scorrevole.Fisby e McLean, seguiti da Sakini, entrano. Sakini indossa un abito bianco, i due americani in getas e accappatoio, salutati dagli ospiti con grida di entusiasmo).

SAKINI      - Io avvertire Fior di Loto voi qui, padrone. (Entra nella casa attraverso la parte centrale scorrevole. Fisby e Mc Lean cammi-nano intorno alla casa da tè, ispezionando la corruzione)

FISBY        - Veramente bella, non è vero?

MC LEAN - Dove han preso tutte quelle giacche bianche?

FISBY        - Le hanno cucite da loro.

MC LEAN - Ma dove han preso la stoffa?

FISBY        - L'ho ottenuta io dalla base navale di Awasi per dieci galloni di brandy. E' materiale usato Per bersaglio, ai tiri.

MC LEAN - Ma quei kimono non sono stoffa da bersaglio.

FISBY        - Seta di paracadute. Prezzo sei galloni. (Entra Fior di Loto se-guita da Sakini. Ella corre da Fisby, e gli fa un profondo inchino. Poi gli porge un crisantemo giallo)

SAKINI      - Boccio crisantemo tutto fiorito, padrone.

FIOR DI LOTO - (s'inchina profondamente mentre Fisby accetta il dono)  Guri-gu-ri. (I suoi occhi quasi scompaiono in un grande fiero sorriso)

FISBY        - Cosa dice?

SAKINI      - Cercato tutti modi insegnare lei: “Auguri di buon compleanno”... ma lei non riuscire dire “buon compleanno”.

FIOR DI LOTO - Guri-guri.

FISBY        - Sono preso. (Si inchina verso, di lei) Grazie, Fior di Loto. (A Sakini) Come l'avete saputo?

MC LEAN - Ti ho tradito io.

SAKINI      - Tutto villaggio lieto mostrarvi riconoscenza, padrone.

FISBY        - Avrei dovuto farmi fare un kimono anch'io. Quando hai detto “abito da società” ho pensato, questo potesse andare.

FIOR DI LOTO - Guri-guri.

FISBY        - Guri-guri anche a te.

I PAESANI          - (mormorano) Hayaku ciwai hajimeyo, soda, soda.

SAKINI      - Tutti impazienti iniziare festa, padrone.

FIOR DI LOTO - Guri-guri. (indica il cuscino centrale)

SAKINI      - Voi ora qui, padrone. Danza Fior di Loto vostro onore

FISBY        - Hai capito?... Ora danza. (Si siede subito) Siedi, agrario.... Tutto questo è in onore mio.

MC LEAN - Mamma mia!  Che scusa potrei trovare per indurre Purdy a lasciarmi qui ancora un po’...

FISBY        - Mi farò venire una ricaduta per te. (Si volgono a guardare Fior di Loto che si mette in posa, mentre si odono i primi accordi della musica. Fior di Loto balla quindi una danza tradizionale con infinita grazia. Ella termina la sua danza di fronte a Fisby, che si alza e si inchina) Che creatura deliziosa. Ecco, questo ti appartiene. (Lui le restituisce il crisantemo con garbo. Fior di Loto lo accetta, poi siede svelta su un cuscino e nasconde la faccia)

SAKINI      - Oh, padrone... Voi non sapere cosa avere fatto!

FISBY        - Meritava un fiore.

SAKINI      - Voi, così, dato a lei vostro cuore.

FISBY        - (con eleganza) Certo che glie l'ho dato. Tutti glielo abbiamo dato. (Si volge a McLean) Non era bello, Mac?

MC LEAN - Oh... può danzare tutti i giorni nella mia Cha-ya.

SAKINI      - Ora, padrone, voi seduto vicino a Fior di Loto. Voi ospite onore e arbitro.

FISBY        - (mentre si mette a sedere) Arbitro? Ma credevo si trattasse d'una festa.

SAKINI      - Fior di Loto presentare ora match io per voi, padrone.

FISBY        - Un match di lotta?

FIOR DI LOTO - (si alza in piedi e batte le mani) Sa, osumo hajime mashoyo. (Immediatamente entrano quattro uomini che portano cia-scuno un palo, adorno di nastri colorati, Essi seggono al centro, verso la ribalta, tenendo ciascuno un palo e for-mando come un quadrato).

MC LEAN - E chi si batte?

SAKINI      - Match essere tra Capo Agricoltura e Capo Polizia.

FISBY        - (a Fior di Loto) Hokaida, e Seiko? (E annuisce col capo).

SAKINI      - Terribile combattimento, padrone.

FISBY        - Veramente?

SAKINI      - Chi vincere match, premio: diritto raccogliere patate dolci per Fior di Loto.

FISBY        - (guardando i pali, a Fior di Loto) E perché han messo quei drappi colorati intorno a ogni palo?

FIOR DI LOTO - Kuro wa fuyu, Ao wa haru, Akaga natsu de, Shirowa akiyo. Waccatta?

SAKINI      - Lei spiegato, padrone che drappo nero vuol ricordare inverno, drappo verde primavera, drappo rosso estate, drappo bianco au-tunno.

FIOR DI LOTO - (batte le mani) Osumo, osumo! (Hokaida, avendo indosso solo un paio di mutandine nere entra e si mette in un angolo del ring, dove si accuccia sui talloni. Uno scoppio di ovazioni sotto-linea il suo ingresso. Lui sorride con fatuo compiacimento, mentre fa grandi sforzi per tener su il suo grasso stomaco)

MC LEAN - Anche le sue mutande nere vogliono dire qualcosa?

SAKINI      - Dire: più facili a pulirsi. (Fior di Loto batte elegantemente le mani, ancora una volta. Seiko entra, smilzo e flessibile, indossan-do un paio di mutandine nere e una maglietta bianca su cui è scritto “U.S.S. Princeton”)

FISBY        - E quella dove l'ha rimediata?

SAKINI      - Da marinai base navale. Ha classe, eh? (Seiko si toglie la maglietta, e fra gli applausi generali si accoccola all'angolo opposto a quello dove è Hokaida. Lui squadra il suo antagonista, che spinge la mascella in avanti) Loro attendere voi dare inizio, padrone.

FISBY        - Aspettano me?

SAKINI      - Certo, onorevole arbitro, voi.

FIOR DI LOTO - (porge, il suo ventaglio a Fisby) Korede aizu sbite kudasai.

FISBY        - E che debbo fare con questo?

SAKINI      - Coprire vostro viso ventaglio.

FISBY        - E perché?

SAKINI      - Significare voi non preferenze. Poi voi andare centro ring abbassare ventaglio scoprire viso.

MC LEAN - Dopo di che, togliti dai piedi in fretta.

FISBY        - Quanti rounds?

SAKINI      - Non rounds, padrone. Primo che butta fuori del ring altro, vinci-tore.

                            (Fisby si copre la faccia col ventaglio e cammina sino al centro del ring. I due lottatori sono acquattati, pronti a scattare, gli occhi fissi al ventaglio. Fisby toglie il ven-taglio dalla faccia e si tira indietro. I due contendenti si muovono con cautela, studiandosi reciprocamente. D’im-provviso si avvinghiano. Gli spettatori incitano ognuno il proprio favorito. Il grasso Hokaida solleva Seiko e lo sot-topone ad una serie di prese e di giravolte. Ma ben presto lo sforzo lo esaurisce, così che è Seiko alla fine, a buttare Hokaida fuori del ring. Un grande applauso scoppia da parte degli spettatori; Fisby dà un gran respiro di sollievo).

SAKINI      - Ora giudici decidere chi ha vinto.

FISBY        - Decidere? Ci può essere dubbio? (I tre giudici confabulano tra loro. Poi si volgono a Hokaida e si inchinano verso di lui).

SAKINI      - Signor Hokaida!  Vincitore... (L'annuncia è accolto con grida di approvazione. Seiko si dà i pugni in testa e si lamenta).

FISBY        - Ma come può essere il vincitore! E' lui, che è stato buttato fuori del ring.

SAKINI      - Può darsi, ma giudici tutti cugini di signor Hokaida.

FISBY        - Ma i giudici hanno torto.

SAKINI      - (con aria confidenziale) Noi saputo chi vinto... ma questo modo di tutti salvare sua faccia. (Seiko e Hokaida escono).

FIOR DI LOTO - Sa kon-do wa Fu-san no ban yo.

SAKINI      - Fior di Loto detto che, adesso, ospiti volere... voi dare spettaco-lo.

FISBY        - Dare spettacolo?

SAKINI      - Loro piacere molto voi e dottore cantare canzone o altro.

FISBY        - (allarmato) Cantare!

SAKINI      - Necessario, padrone.  Non buone maniere rifiutare.

FISBY        - (sempre più allarmato) Cantare! (Si volge a McLean) In piedi, Mac!  Bisogna che cantiamo qualcosa.

MC LEAN - Che cosa?

FISBY        - Potremmo cantare l’inno nazionale.

MC LEAN - Non possiamo... Non so le parole.

FISBY        - Potremmo cantare “Là nel cuore del Texas”?

MC LEAN - E perché no? Non c'è nessuno del Texas qui... (Fanno un passo avanti)

FISBY        - Prendiamola allegramente, Mac. (Si volge a Sakini) Sakini, di' che debbono accompagnarci. Debbono battere le mani e cantare “Là nel cuore del Texas” tutte le volte che noi lo facciamo.

SAKINI      - (illuminandosi in volto) Tewo tataite “Là nel cuore del Texas”. (Batte le mani per spiegazione) Koshte “Là nel cuore del Texas”.

                            (I paesani chiacchierano divertiti e annuiscono con entusiasmo. Fisby e Mc Lean si mettono vicini e comincia-no a cantare. Ogni volta che arrivano alla frase stabilita Sakini dà un segnale e tutti i paesani cantano vigorosa-mente in coro. Sono tutti così concentrati nel cantare la canzone che non si accorgono dell'ingresso in scena del colonnello Purdy. Guarda sbalordito tutt'intorno, da Fisby   e McLean in vestaglia ai componenti del gruppo. Poi chiama forte Fisby per nome ma la sua voce è sommersa dal coro della canzone. La canzone continua. Purdy fa un gesto col braccio, guardando verso le quinte. Gregovich entra e riceve istruzioni dal colonnello Purdy)

GREGOVICH - Capitano Fisby!

                            (Di nuovo il richiamo coincide col ritornello e va perduto. Il colonnello Purdy procede quindi impettito sino al centro del palcoscenico, seguito da Gregovich)

PURDY      - Capitano Fisby! In nome delle Forze di Occupazione, che diavo-lo sta succedendo qui?

                            (Fisby, ansante indietreggia. Improvvisamente conscio di essere in accappatoio si ferma e cerca di coprirsi le gambe nude. McLean è in preda al panico, e corre a nascondersi dietro i paesani. Questi ultimi, allarmati dall'improvvisa intrusione, nel mezzo di tale parapiglia, si sparpagliano in tutte le direzioni. Calano i pannelli).

Quadro secondo

                            (L'ufficio del capitano Fisby. Il mattino successivo. All'al-zarsi del sipario i quattro siparietti di bambù sono tutti calati. Sakini viene dalle quinte a destra e si ferma al centro della ribalta).

SAKINI      - (si inchina) Quando presente molto scuro, Futuro per forza più chiaro. Okinawa invasa molte volte. Ma non ancora sommersa in Oceano. Sopravvissuta Cinesi, Sopravvissuta Giapponesi. Sopravvissuta Missionari e Americani. Invasa da tifoni. Invasa da cavallette, Invasa da scarafaggi e bachi patate... Tobiki, ora, invasa da onorevole colonnello. Ma non sommersa in Oceano.

                            (Si sposta sulla sinistra del palcoscenico fa alzare i pannelli che coprono l'ufficio di Fisby. Sakini esce. Il colonnello Purdy è seduto al tavolo di Fisby, consultando varie carte. Fisby è in piedi, dietro di lui e lo osserva inquieto. Mc Lean è seduto su una cassa, mangiandosi le unghie. Ambedue indossano le uniformi regolari di ufficia-le. Dopo un istante Mc Lean si alza).

PURDY      - (senza alzare lo sguardo) Seduto! (Mc Lean si siede di nuovo. Purdy si volge a Fisby  e lo squadra) Dove sono i suoi rapporti quindicinali?

FISBY        - Credo... Dovrebbero essere proprio lì... sotto la gabbia del grillo, signor colonnello.

PURDY      - (prende delle carte da sotto 1a gabbia e vi dà un’occhiata) Ma questi sono fogli completamente bianchi. (Si rivolge a Fisby) Fisby, lei non riuscirà mai a convincermi di essere stato qui per ben due mesi a fare assolutamente niente.

FISBY        - Oh no, signor colonnello. Voglio dire sì, signor colonnello. lo “non” sono stato qui a far niente.

PURDY      - Sta cominciando a parlare come un indigeno.

MC LEAN - (si alza) La naturale tendenza è di portarsi al livello dell'ambien-te, signor colonnello. E' un principio fondamentale di psicologia.

PURDY      - (si volge a Mc Lean) Bene. E un principio fondamentale del-l'Esercito è di fare i rapporti. (Di nuovo a Fisby) Ora, vorrei sape-re esattamente che cosa ha concluso lei qui dal momento in cui è arrivato.

FISBY        - Beh... mi lasci pensare...

MC LEAN - Potrei?...

PURDY      - Seduto! (A Fisby) Quante lezioni ha fatto ai bambini del villaggio sulla teoria democratica?

FISBY        - Dunque dunque…

PURDY      - Quattro… cinque… ?

FISBY        - (pensa) Non tante, signor colonnello.

PURDY      - Tre?

MC LEAN - (speranzoso) Due?

FISBY        - No.

PURDY      - Lei ha fatto quindi “una” sola lezione?

FISBY        - Nessuna, signor colonnello.

PURDY      - Non mi venga a raccontare che non ha fatto neanche una lezione.

FISBY        - Sì, signor colonnello... Intendo dire no... non ho fatto alcuna lezione.

PURDY      - E... ha organizzato la Lega Femminile di Azione Democratica?

FISBY        - Sì, signor colonnello. Quello, sì. Quello l'ho fatto.

PURDY      - E... quante conferenze sulla teoria democratica ha tenuto alla sede della Lega?

FISBY        - (nuovamente con un fil di voce) Nessuna... signor colonnello.

PURDY      - Lei non voleva dire “nessuna”. Voleva dire... una o due: no?

FISBY        - No, signor colonnello. Nessuna.

PURDY      - Mi rifiuto di crederlo.

FISBY        - Ne sono lieto, signor colonnello.

MC LEAN - (alzandosi nuovamente, quasi disperato) Signor colonnello, io “debbo” andare.

PURDY      - Dove?!

MC LEAN - I miei vivai di pianticelle stanno appassendo. Debbo fare i trapianti.

PURDY      - Capitano, lei farà invece i suoi bagagli e si trapianterà immediatamente al suo gruppo.

MC LEAN - Sì, signor colonnello. (Si volge a Fisby  ) Ma... moriranno... E' un assassinio! (Va alla porta prima di uscire, si volge a Fisby con aria triste) Ti prego, abbi cura dei miei fagiolini. (Esce)

PURDY      - (volgendosi a Fisby) Vediamo! E la scuola è finita?

FISBY        - (con un sospiro) Ah, no! signor colonnello.

PURDY      - E perché non è finita?

FISBY        - Non è finita perché... non è stata mai cominciata.

PURDY      - Fisby, ho un mal di testa feroce! La prego, di non provocarmi senza scopo... Dunque, che è successo della scuola?

FISBY        - Non l'ho costruita.

PURDY      - E non stia lì impalato a dirmi che non l'ha costruita! Io le ho mandato il materiale, più di due mesi fa!

FISBY        - (impressionato) Dio, come passa il tempo, signor colonnello!

PURDY      - Che ne ha fatto del materiale che le ho mandato?

FISBY        - Be'... ho costruito una casa da tè.

PURDY      - (lo guarda sbalordito) Non ha mica una aspirina sotto mano?

FISBY        - No, signor colonnello, non ne ho.

PURDY      - E va bene. Si metta a sedere, Fisby. Voglio essere calmo. (Fisby   siede) Io sono un uomo paziente. Quando mi trovo di fronte a qualche cosa che sfida la ragione... la ragione cerco sempre di trovarla. (Esplode) In nome delle Forze di Occupazione, cosa vuol intendere col dire che ha costruito una casa da tè invece di una scuola?

FISBY        - E' un po’ difficile spiegarlo, signor colonnello. Tutti nel villaggio la volevano... e Fior di Loto ne aveva bisogno per il suo lavoro.

PURDY      - E... quali sono precisamente i suoi rapporti con questa donna?

FISBY        - Be', era una cosa donata.. per così dire... una geisha in conclusione.

PURDY      - E lei ha costruito questa... casa da tè, aperto un esercizio per il commercio di quella donna... e con il materiale appartenente alle Forze di Occupazione degli Stati Uniti?

FISBY        - Veramente, allora mi sembravano soltanto dei pezzi di legno!

PURDY      - Fisby, lei sovvenziona una casa di prostituzione con i riforni-menti riso del Governo!

FISBY        - No, signor colonnello. Le geishe non sono quelle che lei pensa.

PURDY      - E non m'insegni adesso che cosa debbo pensare! Il servizio segreto dell'Esercito mi aveva avvertito che avrei trovato qualcosa di molto strano a Tobiki.

FISBY        - E che c'entra il servizio segreto con Tobiki, signor colonnello?

PURDY      - Lei non è molto perspicace, Fisby. Con tutta la moneta d'occupazione che da ogni parte dell'isola prende la via di Tokibi, lei crede che il servizio segreto non avrebbe drizzato gli orecchi?

FISBY        - Oh!

PURDY      - Perché ha fatto questo, Fisby, perché?

FISBY        - Be', Fior di Loto doveva pur avere una sede per istruire le donne della Lega, a diventare geishe.

PURDY      - Fisby! Lei intende dire che ha trasformato le oneste donne di questo villaggio in prostitute? (Dà un balzo sulla sedia) Come ha potuto scendere così in basso, giovanotto!?

FISBY        - Io ho dato loro né più né meno di quello che la maggioranza chiedeva...

PURDY      - Oh, non metto certo in dubbio questo! E' triste pensare che ci sia voluta una guerra per convincermi che la maggioranza del genere umano è fatta di degenerati. Ma, grazie a Dio, io vengo da un paese dove l'aria è pura e il vento fresco; dove...

FISBY        - (interrompendolo) Per amor di Dio, signor colonnello, voglia ascoltare me invece di starsi a sentire, nulla avviene in quella casa da tè che sua madre non potrebbe guardare!

PURDY      - (balza in piedi e punta su Fisby un indice minaccioso) E sia meno temerario, lei, quando usa il nome di mia madre, Fisby!

FISBY        - Be’, dirò: mia madre allora. Le giuro che non c'è nulla di immorale nella nostra casa da tè.

PURDY      - Allora mi spieghi. Cos'è che fa affluire tutta la moneta di occupa-zione, proprio in questo villaggio? lo non conosco che una cosa capace di attirare quel genere di denaro!

FISBY        - Ma, evidentemente, ce ne sono... due.

PURDY      - Che altro vendete, qui, se non l'onore?

FISBY        - (sospira preoccupato) Fabbrichiamo...

PURDY      - Cosa?

FISBY        - Tappetini... cappelli... e gabbie per grilli.

PURDY      - Centocinquantamila yen sono affluiti mensilmente in queste vil-laggio. Lei non mi convincerà mai che i soldati americani spenda-no tanto denaro in gabbie per grilli.

FISBY        - Beh... naturalmente... non è tutto lì. (Il telefono squilla. Fisby   guarda il telefono con apprensione).

PURDY      - Risponda.

FISBY        - (dopo una pausa) Niente di importante, signor colonnello.

PURDY      - Potrebbe essere per me. Risponda.

FISBY        - (disinvolto) Oh, suona tutto il giorno, signor colonnello. Non ci faccia caso.

PURDY      - Allora risponderò io. (Prende su il ricevitore. Fisby si copre la faccia con le mani) Pronto? Che cosa volete? Chi è che parla? Bene, comandante Myers, credo che lei abbia sbagliato numero. Qui non c'è nessuna distilleria... Sì, sì, sì! (Si volge a guardare Fisby) Oh capisco... capisco... capisco... (Attacca, si volta verso Fisby  che accenna a un sorriso)

FISBY        - Era l'unica cosa che potessimo fabbricare... L'unica cosa che tutti chiedevano.

PURDY      - Brandy! (Con tono desolato) Non so cosa sia peggio. Implicare la nazione nella tratta delle bianche o in un commercio clandestino di liquori. Il Parlamento deciderà...

FISBY        - Ma qui, abbiamo ora il più prospero villaggio dell'isola, signor colonnello.

PURDY      - E' la fine della mia carriera militare. Avevo promesso alla signora Purdy di portarmi a casa il grado di generale... E invece... Lei ha spezzato il cuore di una gentildonna, Fisby...

FISBY        - Lei mi disse di far di tutto per mettere il villaggio in grado di sostenersi da sé.

PURDY      - Non le dissi di incoraggiare l’ubriachezza e la concupiscenza, lei ha imbrattato la reputazione del suo Paese... e tutte le lacrime che...

FISBY        - Va bene, signore. Che cosa debbo fare: ammazzarmi?

PURDY      - Oh, non cerchi di minimizzare. Lei non ha un'idea del genio propagandistico del nemico.

FISBY        - Ma è necessario farlo sapere? Noi qui facciamo tutto per bene.

PURDY      - (esplode) Sì, che lo debbono sapere! Ho sollecitato io stesso un'inchiesta; io stesso. Ho informato il Comando Generale. E ora provvederò a radio trasmettere tutta la storia a Washington.

FISBY        - Oh!

PURDY      - (più calmo) E... che cosa ha fatto di tutto il denaro così mal guadagnato?

FISBY        - L'ho depositato alla Banca di Seattle.

PURDY      - Ma è spregevole farsi una fortuna personale coi sudori di questi poveracci ignoranti.

FISBY        - Io non ho preso un centesimo per me. Il denaro è tutto depositato a nome della Cooperativa di Tobiki. L'intero villaggio ne è pro-prietario. In parti uguali.

PURDY      - (fa un balzo) Ma questo è comunismo.

FISBY        - Davvero?

PURDY      - (si accascia nuovamente) Davvero. Mi stimerò fortunato se finirò questa guerra da soldato semplice. (E' ormai un uomo finito) Bene, per me c'è una sola cosa da fare...

FISBY        - Che cosa, signor colonnello?

PURDY      - In primo luogo, lei si consideri agli arresti. Poi tornerà subito al Quartier Generale, per essere deferito alla Corte Marziale.

FISBY        - Sì, signor colonnello.

PURDY      - (va alla porta) Gregovich! (Si volge di nuovo a Fisby) Io debbo andare ad Awasi, oggi pomeriggio, per un giro di ispezione. Ma prima di partire, intendo cancellare questa macchia dall'onore del nostro paese. (Il sergente Gregovich entra e saluta militarmente).

GREGOVICH - Mi ha chiamato, signor colonnello?

PURDY      - Sì, abbiamo qualcosa da espletare qui, prima di recarci ad Awasi.

GREGOVICH - Sì, signor colonnello. Ne sono lieto.(Si volge a Fisby) Posso farle le mie congratulazioni, signor capitano, per ciò che ha fatto in questo villaggio? E’ un sogno.

FISBY        - Grazie, sergente.

PURDY      - E un sogno da alcoolizzati. Questo paese è tutto una distilleria abusiva. Vi ordino, sergente, di armarvi di accetta e fracassare tutti gli apparecchi di distillazione esistenti nel villaggio.

GREGOVICH – Fracassarli...

PURDY      - Senza possibilità di riparazione. Vi ordino altresì di demolire quella... casa da tè.

GREGOVICH - Sì, signor colonnello.

PURDY      - Ammassate il legname presso il magazzino. E' un ordine, inteso?

GREGOVICH - Sì, signor colonnello! (Mentre lui esce per eseguire gli ordini Fisby   si accascia sulla sedia e la scena si oscura lentamente).

Quadro terzo

                            (La casa da tè alla Luna d'Agosto. Poche ore dopo. All'al-zarsi del sipario tutti i siparietti di bambù sono calati. Ma dietro le scene si sente il rumore dei tini e distillatori fracassati e dello smantellamento della casa da tè. Sakini viene dalle quinte e si porta al centro della ribalta. Al rumore di un’accetta che cade sul legno, indietreggia avvilito)

SAKINI      - (con tristezza) Oh... senza commento!

                            (Esce per la quinta, mentre tutti i pannelli vengono alzati contemporaneamente. Solo il basamento della casa da tè è stato risparmiato. Le pareti di carta sono scomparse e così il tetto a pagoda con i suoi campanelli tintinnanti. Non ci sono più lampioncini, né piante di pini nani a dare grazia al viottolo. Restano solo poche travi nude e rozze. Appog-giata ad un angolo della base, una carriola. Fior di Loto sta raccogliendo le sue ultime cose. Prende un braciere di rame e lo mette nella carriola. Poi si ferma in piedi con le spalle al pubblico, ad osservare i resti della sua casa da tè. Fisby entra e alla vista di Fior di Loto, esita un poco. Quindi traversa la scena e si affianca a lei. Dopo un mo-mento le prende la mano ed ambedue restano in silenzio a guardare le rovine. Fior di Loto va poi fino al centro della casa da tè e si siede, all'orientale, sulla nuda terra. Fisby   la segue e si siede pure in terra, di fronte a lei. Fior di Loto allora passa alla rituale offerta di una immaginaria tazza di te. Fisby fa finta di accettare l'offerta, con cerimoniosità. Mentre lui prende l'ipotetica tazza di tè per berla, Fior di Loto si copre la faccia con le mani. Fisby resta a guardar-la, in silenzio)

SAKINI      - (entrando) Jeep caricata, padrone.

FISBY        - Vengo subito.

SAKINI      - Oh, presto noi qui bella scuola.

FISBY        - (con amarezza) A forma di pentagono.

SAKINI      - Poco male... Fior di Loto via con voi, padrone?

FISBY        - No.

SAKINI      - E che fare lei, allora?

FISBY        - Che cosa sarebbe successo di lei, se tutto questo non fosse accaduto?

SAKINI      - Mah! Forse incontrare bravo giovane e lasciare Associazione geishe.

FISBY        - Domandale se c'è nulla ch'io possa fare per lei, prima di andar-mene.

SAKINI      - (viene avanti e si ferma vicino a loro) Nanikaiitai?

FIOR DI LOTO - (sottovoce) Fu-san, watashite kekkon shite chodai.

SAKINI      - (con tono di rimprovero) Senna bakana koto.

FIOR DI LOTO - (con insistenza) likara hayaku itte!

FISBY        - Che vuole?

SAKINI      - Oh, pazzerella Fior di Loto! Vuole voi sposare lei.

FISBY        - E perché vorrebbe sposarmi?

SAKINI      - Dice che voi essere uomo più gentile lei mai incontrato, padrone.

FISBY        - Dille che sono un buono a nulla, uno che sembra avere il dono della distruzione. Che la deluderei come ho deluso la sua gente.

SAKINI      - Kokai suruyo.

FIOR DI LOTO - Ikitai noyo. Amerika ni. Ikitai noyo.

SAKINI      - Lei detto felice se in America con voi. Là tutti felici: tutti sedere e bere tè, mentre macchine faticare.

FISBY        - Non le piacerebbe, Sakini. E mi sarebbe odioso vederla indossare golf e scarpe sportive... Avrebbe l'aspetto di un'america-na... che voglia avere l’aspetto di una orientale.

SAKINI      - Ma piacere lei diventare americana, padrone. Lei mai visto americano che non piacerle, padrone.

FISBY        - Sarebbe lei a non piacere a molti di loro, Sakini. Nella cittadina dove vivo, ci sarebbe sempre qualcuno per darle dei dispiaceri.

SAKINI      - Perché, padrone?

FISBY        - Per il fatto di non essere come le altre.

SAKINI      - Dame dayo.

FIOR DI LOTO - (prende la mano di Fisby) Sonna koto naiwa, Amerikatte minshu shugi desumono ne.

SAKINI      - Lei detto non vero questo. In America tutti amare tutti. E tutti aiutare tutti: democrazia.

FISBY        - No. Fede. Spiegale che democrazia è soltanto un metodo, un si-stema per permettere alla gente di vivere insieme. Ma, sfortunata-mente... coloro che vivono insieme... non sempre sono le persone ideali.

SAKINI      - Questo, molto difficile spiegare lei, padrone. Lei ragazza inna-morata. Solo cose dolci sentire.

FISBY        - Allora dille che amo lei quale è; e che sarebbe uno sbaglio, mutarla. Volerle imporre il mio modo di vivere.

SAKINI      - Tassha dene!

FISBY        - Dille che non la dimenticherò mai. Né dimenticherò questo villaggio. Dille che nell'autunno della mia vita, dalla parte opposta del mondo, ogni volta che la luna d'agosto sorgerà dall'Oriente, io ricorderò quanto di più bello ho avuto in gioventù e che fui abba-stanza saggio da lasciare invariato.

SAKINI      - Issho wasurenai kara ne. Mangetsu no yoru niwa anata o omoidashimasu.

FIOR DI LOTO - (resta silenziosa per un attimo) Watashi mo Fu-san no koto wasurenaiwa. Fu-san no koto uta ni shite, Okinawaju ni hirome masu.

SAKINI      - Lei detto ricordarvi per sempre, padrone. Lei detto essere lei forse soltanto questo: geisha prima classe. Ma volere voi sapere che lei fare lunga canzone di voi, cantare case da tè. E forse, in cento anni, voi famoso in tutta Okinawa.

FISBY        - (si alza) Mi farà piacere.

FIOR DI LOTO - (si alza) Linoyo. Fu-san damedemo Seiko-san ga irun dagara.

SAKINI      - Lei detto: visto che voi non sposarla, forse poter suggerire. (Fisby ride) Lei detto signor Seiko guardare sempre lei occhi ca-pra malata. Lei dire che cosa voi pensare di lui?

FISBY        - Be'... Si prese un sacco di botte, solo per il privilegio di portare le patate dolci di lei...

FIOR DI LOTO - Fu-san Seiko-san iito omouno?

SAKINI      - Lei dice: voi credere lei dovere sposarlo?

FISBY        - Penso che dovrebbe decidere da se stessa.

                            (Entra il signor Seiko. In giubba bianca e con i capelli mol-to curati.  Si avvicina a Fior di Loto. Tutti si voltano a guardarlo).

SEIKO        - (si inchina a Fior di Loto) A, boku, oshimasho.

SAKINI      - (a Fisby) Signor Seiko detto a Fior di Loto lui proprio felice di spingere carriola per lei.

FIOR DI LOTO - Likara Sakini itte chodai.

SAKINI      - Lei detto Seiko: va bene. Ma non credere perciò lei divenire proprietà di lui.

                            (Seiko appare felice come un fanciullo. Poi prende la car-riola per le due stanghe e corre via esultante. Fior di Loto si volge a Fisby e gli porge il suo ventaglio).

FIOR DI LOTO - Korede aizu shite chodai. Soremade watashi dokonimo ikimasen kata.

SAKINI      - Lei dice ora andare. Ma voi ancora suo padrone. Lei non andare se voi non dare segnale.

                            (Fisby prende il ventaglio e si copre con esso gli occhi. Senza attendere che egli lo abbassi, Fior di Loto corre via da destra. Quando Fisby abbassa il ventaglio ella è andata via. Egli si siede sulla piattaforma della casa demolita).

SAKINI      - Voi andare via, ora, padrone?

FISBY        - Tra poco.

SAKINI      - Visto che voi non portare Fior di Loto, forse voi portare me, padrone?

FISBY        - Il maggiore McEvoy verrà a prendere il comando del posto. Lavorerai con lui.

SAKINI      - Meglio io lavorare con voi.

FISBY        - Il maggiore Mc Evoy, ti piacerà.

SAKINI      - Io lavorare per voi... metà paga, padrone.

FISBY        - Il maggiore Mc Evoy avrà bisogno del tuo aiuto per poter rimettere in piedi il villaggio.

SAKINI      - Molto difficile trattare con voi, padrone. Se voi contento, io lavorare sola razione riso.

FISBY        - No.

SAKINI      - Volere mio lavoro senza niente dare, padrone?

FISBY        - Intendo dire: sì, tu non lavorerai per me. Tu appartieni a Okinawa.

SAKINI      - Sapete che cosa noi fare quando Americani via da Okinawa?

FISBY        - Che cosa?

SAKINI      - (ridendo con sarcasmo) Noi usare scuola pentagono casa da tè. (Fisby ride. Dà a Sakini una manata sulle spalle)

FISBY        - Addio, Sakini. Sei un simpatico birbante... e mi mancherai.

SAKINI      - Addio, padrone. (Fisby  si avvia verso sinistra. Ha percorso un breve tratto, quando Sakini lo chiama) Padrone?

FISBY        - (si ferma) Sì?

SAKINI      - Voi non essere fiaschi. Non fatto fiasco, voi.

FISBY        - Ti voglio dire una cosa, Sakini. Una volta mi preoccupavo molto di non avere grandi successi. Ma ora credo di aver capito quello che voi, gente semplice, avete sentito ogni volta che siete stati conquistati. Vedi, ora non sono neanche sicuro di distinguere il conquistatore dal conquistato.

SAKINI      - Non capire, padrone.

FISBY        - E' quanto ho imparato a Tobiki: la saggezza di saper accettare con grazia. Io non voglio essere un condottiero nel mondo. Voglio trovare la pace in me stesso, adeguando le ambizioni ai miei limiti.

SAKINI      - Bello questo?

FISBY        - E un passo indietro... ma nella giusta direzione. (Fa un cenno di saluto a Sakini) Addio, Sakini. (Fisby esce. Sakini lo guarda men-tre va via. Poi, con un sospiro, si gira a guardare i resti della casa da tè. Il silenzio è rotto dall'improvvisa e rumorosa entrata del colonnello Purdy)

PURDY      - Sakini! Dov'è il capitano Fisby?

SAKINI      - (indicando fuori scena) Andato via questo momento, padrone.

PURDY      - (grida) Fisby! Fisby! (Fa dei gesti concitati) Torni indietro, subito. (Va alla piattaforma della casa da tè e si accascia ansan-do) Non sono in forma. Sfiatato. Troppo lavoro da tavolino. (Fisby   ritorna da sinistra) Dove diavolo si era cacciato. L'ho cercata dappertutto.

FISBY        - Sono pronto per partire, signor colonnello.

PURDY      - Lei non parte. Lei resta... Per aiutarmi, Fisby.

FISBY        - Per aiutarla in che cosa, signor colonnello?

PURDY      - A rimettere questo villaggio a posto, a ripristinarlo. Tutti i diavoli dell'inferno si sono scatenati. (Si siede e si asciuga la fronte) Dov'è Gregovich?

FISBY        - Sta finendo di fracassare gli ultimi apparecchi di distillazione.

PURDY      - Fermatelo! Fermatelo! (Si tiene la testa con le mani)

FISBY        - Ma cos'è accaduto, signor colonnello?

PURDY      - Avevo radiotrasmesso il rapporto a Washington. E là, qualche pazzo di senatore deve aver frainteso. Così, ora questo villaggio è citato quale esempio dell'iniziativa americana in fatto di ricostru-zione, il Pentagono scoppia di orgoglio, il Parlamento è al settimo cielo. Noi siamo su tutti i giornali.

FISBY        - Ma è stupendo, signor colonnello!

PURDY      - Altro che stupendo! Una commissione parlamentare è già partita in volo per venire qui a studiare i nostri sistemi. E hanno con loro fotografi e giornalisti. Oggi, Fisby, oggi!

FISBY        - E' un vero peccato, signor colonnello.

PURDY      - (lamentoso) Gregovich.

FISBY        - Non c'è modo di tenerli lontani, signor colonnello? Mettiamo il villaggio in quarantena o qualcosa di simile.

PURDY      - Non si può mettere in quarantena un senatore. Hanno l'immunità parlamentare. (Tira Fisby  per la giacca) Fisby, mi aiuti. Non lo chiedo per me. Glielo chiedo per la signora Purdy. Forse potrei ancora diventare generale. (Prima che Fisby possa rispondere Gregovich, entra dalla sinistra e saluta militarmente)

GREGOVICH - Agli ordini, signor colonnello.

PURDY      - (corre verso di lui) Gregovich, Gregovich! Non avete distrutto tutti i distillatori, è vero? Certo non l'avete fatto.

GREGOVICH - Sì, signor colonnello, l'ho fatto. Ho eseguito i suoi ordini alla lettera.

PURDY      - (si gira e grida) Ma perché qualcuno non disubbidisce agli ordini, una volta tanto? Dov'è andato a finire il tradizionale spirito di ribellione degli americani?

                            (Gregovich ha il singhiozzo. Poi sorride scioccamente e d'improvviso s'affloscia al suolo. Fisby   e Purdy accorrono e si inginocchiano accanto a lui)

                   Colpo di sole?

FISBY        - Colpo di... brandy!

PURDY      - Sergente, alzatevi. Mi sentite? E' un ordine!

FISBY        - Ho paura che sia più di là che di qua, signor colonnello!

PURDY      - Ma questa è diserzione! Ho bisogno di ogni uomo disponibile. (Con l'aiuto di Fisby Gregovich riesce a rimettersi in piedi) Gregovich, in piedi!

GREGOVICH - Chiedo scusa, signor colonnello.

PURDY      - Voglio farvi alcune domande. Ma finitela di ciondolare.

GREGOVICH - “Lei” vedo che dondola, signor colonnello. Io sono perfetta-mente fermo.

PURDY      - Puzzate di alcool, appestate di alcool.

GREGOVICH - Sono caduto in un tino.

PURDY      - Vi siete ubriacato!

GREGOVICH - No, signor colonnello. Sono caduto in un tino. Naturalmente ho dovuto aprire la bocca per chiamare aiuto.

PURDY      - Andate in ufficio e ridiventate immediatamente normale.

GREGOVICH - Sì, signor colonnello. (Saluta militarmente con uno sciocco sorriso, e poi esce barcollando leggermente)

PURDY      - Sono una nave che affonda... speronata dai miei stessi uomini. (Si accascia. Sakini che è stano sino allora seduto con le braccia incrociate ed una smorfia canzonatoria sulla faccia, prende a parlare).

SAKINI      - Colonnello Purdy?

PURDY      - Non mi scocciare.

SAKINI      - Apparecchi distillazione non tutti distrutti.

PURDY      - Oh, non ho tempo per... Che cosa hai detto?

SAKINI      - Noi non nati ieri. Ubriacato sergente e dati lui barili acqua per rompere.

PURDY      - Amico mio lo dici solo per darmi un po’ di sollievo?

SAKINI      - Oh no. Distillatori tutti a posto. Come prima. Produzione non fermata.

FISBY        - (con simpatia) Sei proprio un amabile furfante, Sakini.

PURDY      - No. E’... un vero americano. Ha spirito di iniziativa.

FISBY        - Se tutto il villaggio lavorasse insieme... quanto tempo occorrerebbe per ricostruire la casa da tè?

PURDY      - Non chiediamo l'impossibile.

SAKINI      - Oh... forse... tre minuti... forse cinque.

PURDY      - Ma è uno scherzo.

SAKINI      - Noi niente distrutto. Solo portato via e nascosto. Guardare, padrone. (Si gira e chiama) Oi mo iiyo, mo iiyo. (Dalle quinte, destra e sinistra, i paesani accorrono) Oi haba, haba. (I paesani rispondono con grida di gioia e si sparpagliano in varie direzioni) Nostro paese invaso tante volte che noi diventati maestri arte di nascondere.

PURDY      - Credi che possiamo farcela, Sakini?

SAKINI      - Guardare...

                             (Mentre egli parla, le varie parti della casa da tè vengono portate sulla scena e il lavoro di mettere insieme progre-disce velocemente sotto gli occhi del pubblico. Si sente la musica, da lontano. Il tetto a pagoda con i campanelli tintinnanti viene calato dall'alto. I pini nani e il ponticello rimessi a posto. Le pareti di carta colorata sono pure siste-mate e i lampioncini appesi di nuovo. Fior di Loto arriva con un fascio di fiori che aggiusta tutt’intorno. Sakini fa schioccare le dita e la luna d'agosto riappare magicamente nel cielo. Quando l'ultimo lampioncino è appeso McLean entra. Si ferma, con la bocca aperta).

PURDY      - Chiuda la bocca, capitano. Non ha forse mai visto una Cha-ya, prima d'ora? (Si volge a Fisby) Fisby, questa è realmente la terra delle avventure... la terra della giada e delle spezie... delle giunche cinesi e dei pirati. Ci si sente veramente uomini, qui...

FISBY        - Colonnello... Considero ciò che lei ha detto pura poesia

PURDY      - Grazie Grazie, ragazzo mio. (Sospira estatico) E' il mistero dell'Oriente.

FISBY        - E' bello. Semplicemente bello.

PURDY      - C'è solo una cosa che manca. Ci vuole un avviso che indichi alla gente di che si tratta. Penso potremmo mettere là un cartello e chiamare questa strada “Viale Signora Purdy”. E un'altra indica-zione vorrei mettere...

FISBY        - Colonnello Purdy, non gradirebbe una tazza di tè? (Prende il colonnello gentilmente per un braccio e lo sospinge verso la casa da tè. Nel contempo parla a Sakini) Un “Venti stelle” per il colonnello, Sakini.

                            (Mentre i quattro siparietti di bambù calano sulla casa da tè Sakini viene al proscenio e si indirizza al pubblico)

SAKINI      - Nostro piccolo racconto, finito. Storia di mondo continuare. Amabili signore... gentili signori... Prego, tornare a casa. Meditare.

Ciò che vero all'inizio, vero sempre. Dolore fa uomo pensare. Pensiero fa uomo saggio. Saggezza fa vita sopportabile. Nostra commedia finita. Possa luna d'agosto donare voi sonni sereni.

FINE DELLA COMMEDIA


[1] Pronuncia: “pig-nòlo”.