La casa degli spirit… osi

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“La casa degli spirit… osi”

Franco  fratello di Daniela e convivente della famiglia Patacca. Muratore e cultore del ballo latino americano

Daniela Patacca madre di Diego e moglie di Ugo

Diego Patacca giovane artista di strada

Ugo Patacca aspirante scrittore nullafacente

Rocco schioppo irruente vicino di casa

Berta Petrassi astiosa vicina di casa

Renzino Petrassi marito sottomesso di Berta

Matilde possibile acquirente dell'appartamento sfrattato alla famiglia Patacca

Arturo postino

Ispettore addetto al sequestro e vendita dell'appartamento dellafamiglia Patacca

Nilde Finestra vicina di casa impicciona sorella di Tina

Tina Finestra vicina di casa impicciona sorella di Nilde

“La casa degli spiri… tosi”

Commedia dialettale brillante in due atti

Di: Guglielmo Antonello Esposito

Primo atto

Scena 1°

La scena si apre mostrando l'interno di una casa. Due donne (sorelle Finestra) sono sedute compostamente al tavolo, Daniela la padrona di casa, ascolta le due ma è affaccendata.

Tina: Il signor Rocco schioppo è molto arrabbiato.

Daniela: Oh signore mio, per due pomodori?

Nilde: Due pomodori alla volta! L'ho visto bene dalla finestra il Renzino nell'orto del Rocco schioppo, mentre gli stava rubando ceste di pomodori.

Tina: E... tutti i giorni questa settimana.

Daniela: Ma state sempre alla finestra voi due?

Nilde: Noi puliamo i vetri un giorno si e un giorno no, quindi...

Tina: Quindi un giorno si e uno no io, e un giorno si e uno no Nilde.

Daniela: Tutti i giorni insomma.

Nilde: Certamente ma, non è finita la storia.

Daniela: Non ancora?

Nilde: No! Berta, la moglie di Renzino ruba pomodori, va tutti i giorni a messa prima.

Daniela: Fa bene! Che c'è di male?

Nilde: Che c'è di male? Anche Rocco schioppo va tutti i giorni a messa prima. In bicicletta!

Daniela: Che confusione! Tutti a messa prima a piedi o in bicicletta,che differenza fa?

Nilde: Certo che fa differenza! Diglielo tu Tina dov'è la differenza.

Tina: Ascoltami bene. Questa settimana, tutti i santi giorni, Berta Petrassi ha bucato la bicicletta di Rocco schioppo. Un giorno la ruota davanti. Un giorno quella dietro.

Nilde: Mercoledì con il tacco della scarpa gli ha perfino rotto il fanalino dietro.

Daniela: Io mi chiedo: come fate voi due a sapere tutte queste cose?

Tina: Che domande fai? Noi siamo pie donne, e tutti i giorni andiamo a messa prima.

Nilde: In secondo luogo, siamo anche grandi lavoratrici e stiamo tutti i giorni alle finestre per pulire i vetri, o meglio: un giorno si e uno no io, e un giorno si e uno no Tina.

Tina: E cosi è che noi sorelle Finestra, dalla finestra vediamo tutto.

Daniela: Semmai dovessi aver bisogno di detective, vi assumo tutte due.

Tina: Non scherzare Daniela. Tutto ciò è perché noi abbiamo a cuore l'armonia condominiale, e cosi teniamo d'occhio tutto e tutti.

Daniela: Allora bisognerebbe dire ai coniugi Petrassi di finirla di far dispetti al signor Rocco.

Nilde: Daniela? Noi non siamo mica spie.

Tina: Sicuro! Noi ci facciamo i fatti nostri.

Daniela: E di tutto il paese.

Tina: Quella è solo informazione per il bene di tutti.

Nilde: Adesso scusaci ma, dovremmo andarcene. Alzandosi

Le due a soggetto:Grazie del caffè, e… acqua in bocca.

Escono dall'appartamento accompagnate da Daniela. Nel frattempo dalle stanze entra in pigiama Ugo, il marito di Daniela, che andrà a stendersi sul divano

Scena 2°

Daniela alla porta tra se: Che pettegole. Poi voltandosi scopre il marito

Daniela  guardando il marito semi addormentato dice: Eccolo li “l'artista.” Tutti i giorni la stessa solfa… sono stanca!Va a scrollare il marito Alzati da li, razza di lazzarone che non sei altro.

Ugo alzandosi a sedere: Cosa diavolo sta succedendo? E' questo il modo di svegliare un uomo immerso nel sonno del giusto?

Daniela: Te lo do io il sonno del giusto! Alzati e vai a cercarti un posto di lavoro invece che poltrire.

Ugo: Non posso, perché è tardi ed è quasi mezzogiorno, ed io ho fame.

Daniela: Hai fame? E come te lo saresti guadagnato il pranzo?

Ugo: Con la fantasia. Io sono uno scrittore.

Daniela: Allora dovresti mangiare con la fantasia. Macché scrittore, tu stai sempre a poltrire.

Ugo: Dormire fa parte del mio lavoro.

Daniela: Basta raccontare sciocchezze.

Ugo: Non sono sciocchezze! A me l'ispirazione viene dormendo, cioè: faccio un sogno e lo trasformo in storia.

Daniela: Coi sogni non si estinguono le rate del mutuo che ci sono rimaste da pagare! Ci vogliono i soldi, ma tanto, siamo già stati sfrattati.

Ugo: Appunto, abbiamo già ricevuto l'avviso di sfratto, e allora di cosa ti preoccupi? Peggio di cosi.

Daniela: Prima o dopo saremo costretti ad andarcene.

Ugo: Vivi alla giornata.

Rintocchi di campane che segnano mezzogiorno

Ugo: Mezzogiorno! Sfregandosi le mani Mi siedo e mangio. Si siede

Daniela, intanto apparecchia tavola, rivolgendosi al pubblico: Oh povera me. Ho tre uomini in casa e non riesco ad arrivare alla fine del mese con le spese. Il figlio fa l'artista di strada e non guadagna niente o quasi. Il marito è un gran lazzarone e guadagna ancora meno. Per fortuna che almeno mio fratello si mantiene.

Ugo: Quello è buono!

Daniela: Sicuro! Almeno lui lavora e ci da pure qualche soldino, ma non bastano per pagare bollette ed il resto.

Ugo: Ci mancherebbe pure che non ci desse niente, vive con noi. 

Daniela: E' mio fratello!

Ugo: Ed io sono tuo marito!

Daniela ironicamente: Purtroppo!

Ugo: E' mio fratello dice lei! E' capace solo di fare un gran baccano quando balla qui in casa, quando si allena come dice lui, per diventare maestro di ballo.

Daniela: E allora? Intanto lui durante il giorno lavora, e tu potresti seguirlo.

Ugo: No,no! Perderei il lume della ragione. Sei mai stata in un cantiere edile?

Daniela: No! Ma se avessi bisogno di lavorare, ci andrei.

Ugo: Cosi impareresti i linguaggi più variegati che ti immagini, e tuo fratello è il primo maestro di eloquenza.

Daniela: Ma intanto prenderei uno stipendio.

Ugo: Certo tutto  facile per te… pero devo ammettere che tuo fratello come ballerino non è male. Hai notato che eleganza quando sculetta con la mano sulla pancia?

Daniela: Sculetta? Fa i movimenti del ballo latino americano. Cha cha cha, salsa, merenga.

Ugo: Non si può dire certo che non sia bravo, ma mi toglie la concentrazione.Quando balla qui in casa, non riesco a scrivere nulla.

Daniela: Basta che tu esca da casa, magari per cercarti un lavoro.

Ugo: T'ho detto e ti ripeto che: io sono un autore letterario. Questo è il mio lavoro! 

Daniela: Il suo lavoro dice lui! Per me è quello di stare  tutto il giorno sul divano. Io sono stanca di questa famiglia di pseudo artisti!

Ugo: Consolati dai, che almeno nostro figlio sta studiando recitazione, e poi già lavora nel settore.

Daniela: Quale settore?

Ugo: Il teatro.

Daniela: Chiamalo teatro. Fa la statua in piazza. Al pubblico Avete presente quei tipi che stanno immobili per ore in costume di antichi egiziani, oppure di quella maschera francese… come si chiama? Pierrot! Per lui questo è teatro.

Ugo: Arte pura cara la mia mogliettina, e buon sangue, non mente.

Daniela: Sotto quell'aspetto, tuo figlio da me non ha preso. Tutto suo padre.

Scena 3°

Entra in casa Franco in abiti da muratore. È il fratello di Daniela

Ugo: Guarda un po chi è arrivato, Don Lurio.

Franco senza far caso ai due, va allo stereo e l'accende diffondendo il suono di un latino americano. Il tipo si esibisce in uno sfrenato ballo. Daniela è divertita.

Ugo si alza e va a spegnere lo stereo

Ugo: Se per caso non te ne sia accorto, ci siamo anche noi. Torna a sedersi

Franco: Scusatemi, ma ogni momento libero è utile per allenarmi. Andando al tavolo e sedendosi Allora Ugo?Che cosa hai fatto di bello stamattina?

Intanto Daniela serve in tavola

Ugo: Ho pensato alla trama del mio nuovo libro.

Franco: Un libro nuovo? Perché… ne avresti scritti altri?

Ugo: Non fare tanto lo spiritoso!

Franco: Non c'è bisogno di offendersi, magari gli altri libri io non li ho letti.

Ugo: Se pensi di prendermi in giro io…

Viene interrotto dalla suoneria del telefono di Franco, che naturalmente diffonderà una musica latina americana.

Franco alzandosi guarda il monitor del telefono: È Caio… pronto dimmi Caio… è arrivato Tizio col camion dei forati da scaricare? Finisco di pranzare ed arrivo… come si deve scaricare immediatamente? Pausa Ho capito, se no, non fa a tempo a fare il nuovo carico dei tavelloni per stasera… va bene… hai chiamato pure Sempronio… arrivo subito.

Franco: C'è un'emergenza. Devo tornare subito al cantiere.

Daniela: Almeno finisci di mangiare.

Franco: Non posso. Tizio Caio e Sempronio mi aspettano per scaricare il camion.

Ugo ironicamente: Tizio, Caio e Sempronio, che sopranomi originali i tuoi colleghi?

Franco: Sono i loro veri nomi.

Ugo: Non farmi ridere per favore.

Franco: Non c'è nulla da ridere! Sono tre fratelli gemelli. Ti racconto la loro storia. Quando la loro mamma li stava per partorire, era talmente grossa che il dottore disse: “Qui scoppia tutto! Cercatemi un'aiutante,  da solo non ce la faccio.”

Daniela: Che cosa ha a che fare ciò con i nomi?

Franco: Ha a che fare eccome! Ho fretta lasciatemi finire il racconto. A quel punto l'infermiera di turno disse al ginecologo che all'infuori di lei non c'era nessuno. Il dottore allora rispose: “Non m'interessa! Si attacchi al telefono e chiami Tizio Caio e Sempronio,  ma chiami qualcuno!”

Ugo: Quanto sei ignorante! È soltanto un modo di dire.

Franco: No, no! Lasciami finire. Allora in qualche modo l'infermiera riuscì a far arrivare altri assistenti, e finalmente i gemelli vennero alla luce. La loro mamma, per ringraziamento diede loro nome Tizio, Caio e Sempronio.  Per fortuna erano giusto in tre, sarebbe stato un bel problema a scegliere il nome da scartare.

Daniela: Tre gemelli? Bisognerebbe chiederlo alla madre se il problema fosse solo il nome da scartare.

Franco: Ora però, devo scappare. Risuona il cellulare franco accenna ad un ballo adatto alla suoneria. Pronto Caio… Ah bene!  Si è arrangiato Tizio col muletto dello stuccatore… allora posso fermarmi a casa. Senti me Caio. Di a Sempronio di lasciare la bolla di accompagnamento sul tavolo in baracca, cosi se dovesse arrivare il geometra la può già portare in ufficio… si bravo, proprio cosi. Ti saluto! Ciao Caio.

Torna a sedersi

Franco: Che squadra io, Tizio, Caio e Sempronio.

Daniela: Sembra che andiate proprio d'accordo.

Franco: Proprio cosi! Siamo una macchina da guerra noi, e già! Io metto la malta, Tizio appoggia i forati e quando il muro è eretto, Caio strolla il tavolato e Sempronio lo fratazza.

Daniela: Ma loro tre non si fermano per pranzo?

Franco: Hanno mangiato prima per dare il cambio a me, cosi il cantiere non si ferma mai, e siccome loro abitano fuori paese, portano il cibo da casa. E poi con due cavalletti un asse da ponte per tavolo, e tre secchi di pittura come sedie, tach, il pranzo è servito.

Daniela: Che bravi. a Ugo Impara da loro il senso del dovere.

Ugo: Il mio senso del dovere è la letteratura. Con sarcasmo Mica son fatto per scaricare camion con Tizio, Caio e Sempronio, ti lascio dire che alta ispirazione a fare ciò. Bene! Io ora ho finito di pranzare e allora mi ritiro per un pisolino tonificante.  Esce verso le camere.

Scena 4°

Daniela: S'è appena alzato dal divano per tornare a letto. È privo di ogni responsabilità! Sfogandosi Io non so più che fare. Abbiamo ricevuto lo sfratto e dobbiamo trovare una sistemazione alternativa, ma lui cosa fa? Va a farsi un pisolino tonificante.

Franco fraternamente abbraccia la sorella dicendo: Puoi contare sempre su di me.

Daniela: Grazie. Tu fai già troppo per noi, anche se non basta. Io ogni tanto vado a fare pulizie in casa altrui per guadagnare qualcosa, ma anche cosi non basta, e questi sono gli unici soldi che si riesce a racimolare. Mio figlio vuol fare l'attore, pensa te che futuro potrà avere, ma lui il capofamiglia se ne sbatte e se ne va a fare un pisolino. Sedendosi si prende la testa fra le mani dicendo: Non so più che fare.

Franco: Non preoccuparti. Vedrai che in un modo o nell'altro il problema lo si risolve. Sta certa che un posto dove alloggiare lo troviamo.

Daniela un po più rilassata: Non in questo caseggiato però eh? Con tutti i pensieri che già ho, stamattina ho dovuto sorbirmi i pettegolezzi delle due befane del condominio.

Franco: Le sorelle Finestra?

Daniela: Proprio! Mi hanno raccontato nei minimi particolari cosa fanno i nostri dirimpettai.

Franco: I Petrassi?

Daniela: Ecco si, loro. Le due befane m'hanno riferito che: i coniugi Petrassi fanno dei dispetti non proprio leggeri ad un altro nostro coinquilino. Il signor Rocco schioppo. Il signor Petrassi gli ruba i pomodori che Rocco coltiva nel suo orticello, e invece la signora Petrassi è tutta la settimana che prima di entrare alla messa prima del mattino, cosa fa?

Franco: Non saprei. Dimmi tu.

Daniela: Buca le ruote alla bicicletta del signor Rocco. Un giorno la ruota davanti, un giorno quella dietro e per variare, mercoledì con il tacco di una scarpa gli ha rotto il fanalino posteriore.

Franco: Non hanno nulla da fare quei due? Saprei io come impiegarli, gli farei scaricare un camion a rimorchio di mattoni e, a mano! Cosi gli passerebbe la voglia di far dispetti. Pensa un po che problemi hanno i Petrassi.

Daniela: Io purtroppo di problemi ne ho molti. Per fortuna ci sei tu con cui possosfogarmi, ma prima o dopo troverai una ragazza che ti conquisterà, ed è giusto che ti faccia una tua vita.

Franco: Nessun problema! Non è ancora nata la donna che mi imprigionerà.

Daniela: Mai dire mai.

Franco: Garantito! Adesso però, bando alle chiacchiere. Ho ancora una mezz'ora di libertà. Va allo stereo e l'accende mettendosi a ballare.  Alé. Dai Daniela, scendi in pista.

Daniela divertita si mette a danzare una baciata col fratello.

Ritorna in scena Ugo

Scena 5°

Ugo: Silenzio! Franco spegne lo stereo Spegnete tutto perché… ho trovato il soggetto, la trama del mio libro.

Franco: Che cosa hai fatto?

Ugo: Ho finalmente trovato il soggetto che riempirà le pagine del mio nuovo libro.

Franco: Be, allora raccontaci.

Ugo: Si tratta di gente morta.

Daniela esasperata: Ma va a ramengo! Te e il tuo libro.

Franco: Con tutto il rispetto ma, se la gente è morta non ha più niente da dire.

Ugo fantasticando: Invece si! Si tratta di spiriti che tornano al mondo per spaventare i vivi.

Daniela ironica: Ora ho capito! Intanto che dormivi, o meglio intanto che eri in fase catartica, si è materializzato un tuo avo e grattandoti i piedi ti avrà sicuramente detto: va a lavorare lazzarone!

Ugo: Non capisci nulla! Questi morti son tornati dalle tenebre per spaventare i vivi perché abitano in case troppo vicine al cimitero. Per farli scappare, in modo che loro possano riposare indisturbati.

 

Franco va alla finestra per guardare: Anche noi abitiamo vicini al cimitero. Guardateche vista, la sera poi tutti quei lumi lo fanno sembrare l'hotel mille luci. Torna verso il cognato Però Ugo, se il comune ha dato i permessi di fabbricare, questi spiriti non hanno nessun diritto di rompere le scatole.

Ugo: A loro non interessa niente dei permessi comunali loro vogliono terrorizzare questi inquilini per farli evacuare. Fantasticando Immaginateli questi spiriti fuori dallefinestre che volano avanti  e indietro, avanti e indietro…

Daniela: Sicuramente vincerai il premio “Strega”. Ironica Tanto per essere in simbiosi con i fantasmi che volano.

Ugo: Spiritosa! Adesso però, vado di la a scrivere  il romanzo, prima che mi scappi l'ispirazione.

Esce

Scena 6°

Franco: Be, non è male come storia.

Daniela: Non farmi ridere suvvia, ma fammi un piacere: portatelo in cantiere cosi che faccia qualcosa di buono.

Franco: Fosse facile. Occorrono applicazione e capacità per fare il muratore.

Daniela: Allora non è sicuramente adatto.

Entra Diego vestito e truccato da Pierrot

Franco: Eccolo qui l'artistatriste. Con la lacrima sul viso.

Diego serio: Con questa maschera non si guadagna nulla.

Franco: Ecco perché piange.

Diego: Anch'io vorrei mettermi a piangere. Domani cambio maschera.

Daniela: Se sceglievi una scuola normale, ora avresti un lavoro normale. 

Diego intanto che sistema lo zaino o qualche altra cosa: Mamma, io voglio fare l'attore, e questa è la gavetta che fanno tutti gli artisti per rompere il ghiaccio.

Daniela rivolgendosi a Franco per non farsi sentire dal figlio: Come suo padre! Sono vent'anni che sta facendo gavetta, e in tutto questo tempo lui è riuscito a rompere… le scatole a me!

Diego: Parlavi con me mamma?

Daniela: No. Stavo dicendo a tuo zio che abbiamo problemi economici oltre allosfratto.

Diego abbraccia Daniela: Quando sfondo, il primo pensiero sarà per te.

Daniela: Che me ne faccio dei pensieri?

Franco: Credici Daniela. Non si può sempre essere pessimisti. 

Diego: Mamma, ti farò un regalo che manco immagini. 

Franco: Anch'io quando sarò maestro di ballo ti farò un grande regalo. Quello che più desideri.

Daniela: Sarebbe un sogno. Ma ora torniamo coi piedi per terra. Diego? Vuoi mangiare qualcosa o…

Diego: Ho già mangiato un trancio di pizza che un tipo mi ha buttato nel cappello per la raccolta dei soldi.

Daniela: Che villanzone! Gliela dovevi tornare tirandogliela addosso la pizza!

Diego: No no! E stato l'unico guadagno di oggi, ed era pure buona.

Daniela sognante e sorridente ripensa al regalo dicendo: Un regalo da sogno, esognare non costa niente. Mi piacerebbe fare un viaggio ai Caraibi. Prendere il sole tutto il giorno, mangiare frutti tropicali, e alla sera…

Franco: Alla sera questo! Va allo stereo accendendolo. Si sentirà la solita musica mentre fratello e sorella balleranno.

Scena 7°

Ugo rientra: Ne avete ancora per molto con questo baccano? Mi avete distolto dallamente la fisionomia del fantasma che dovevo far comparire…

Diego: Ciao papà! Ho sentito bene? Fantasmi? Di cosa si tratta?

Ugo: Del mio nuovo lavoro. Seguimi figlio mio e ti descriverò il racconto, cosi cheanche tu possa fare un bagno di cultura.

Diego: Benissimo non vedo l'ora che tu mi racconti. Andiamo.

Escono

Scena 8°

Daniela: “Il fantasma che avevo in mente” dice lui. Al posto del cervello!

Franco: Suvvia! Rilassati. Vedrai che presto o tardi tuo marito qualcosa di buono farà. Non avvilirlo cosi. Oltretutto, hai notato  come Diego stimi suo padre.

Daniela: Giustamente, e cosi dev'essere. Infatti non mi faccio sentire da mio figlio a criticare suo padre.

Franco: Porta pazienza dai, e ricordati del regalo che presto di donerò. Un viaggio nella terra dei balli latino americani. I Caraibi! Ora scusami, ma devo tornare in cantiere. Uscendo A stasera.

Esce

Scena 9°

Daniela sognante accenna a un passo di danza. Poi comincia a fantasticare

Daniela: Il sole caldo, il mare color turchese, la spiaggia bianca, io stesa sul materassino… che caldo fa… che sete m'è venuta… camerero? Me porta perfavor un cuba libre, anzi no... un succo di papaia mischiato con mango”. Avranno il succo quei frutti? Be non fa nulla. “Me porta, per favor, una gazzosa se non c'è il mango e la papaia. Grazie e tienga pure il resto”.

Si sente bussare alla porta

Daniela: Chi sarà? Guarda attraverso lo spioncino. Il postino. Aprendo l'uscio Entra pure Arturo. Qual buon vento?

 Scena 10°

Entra il postino tallonato dalle sorelle Finestra

Daniela alle sorelle: Scusate ma, di cosa avete bisogno voi due?

Nilde: Abbiamo visto che c'era il postino e allora…

Tina interrompe la gaffe di Nilde estremamente interessata a ciò che il postino porta

Tina: No no. E soltanto una visita di cortesia. Ci siamo chieste: perché non andiamo a trovare Daniela?

Le due si siedono senza essere invitate a farlo. Il postino in piedi un poco imbarazzato

Daniela: Mi sembra siate appena state qui.

Tina: Ma va? Be,quando si sta bene assieme il tempo passa velocemente.

Daniela ironicamente: Molto velocemente!

Nilde: Questo è certo e, magari ci offri del caffè.

Daniela: Per il caffè nessun problema.

Daniela si da da fare con la caffettiera e tazzine versando il caffè, per poi servirlo

Daniela: Arturo? Gradisci una tazzina di caffè?

Arturo facendo segno di no: Scusa Daniela. Sono tre o quattro giorni che ho questa raccomandata da consegnarti, e purtroppo me ne sono accorto soltanto oggi.

Nilde: Arturo? Fermarsi continuamente al bar del circolo per bere, non fa certamente bene alla memoria.

Tina: E meglio il caffè che ti tiene sveglio.

Nilde a Daniela: Comunque, se c'è una raccomandata, i casi sono due. O hai vinto qualcosa, o c'è qualche brutta notizia.

Daniela: Ad ogni modo, sono problemi miei.

Tina: Certamente! Figurati se noi ci interessiamo dei fatti altrui, vero Nilde?

Nilde: Di sicuro! Però, tu Arturo non puoi dimenticarti di portare raccomandate.

Tina: Potrebbe essere questione di vita o di morte.

Nilde: Però non si dimentica certo, di fermarsi al circolo per dissetarsi

Arturo: Come fate a sapere che mi fermo al bar del circolo.

Nilde: Le sorelle Finestra i stanno sempre alla finestra per pulire i vetri.

Tina: Un giorno io e un giorno Nilde.

Nilde: E per questo noi vediamo tutto.

Tina: Ma… Daniela? Apri quella raccomandata, magari è qualcosa di veramente importante.

Nilde: Certo, e noi potremmo aiutarti se avessi bisogno.

Tina: Questo è il nostro primo dovere! E poi sai bene che noi siamo mute come un pesce.

Nilde: Teniamo tutto per noi! Ci facciamo solo i fatti nostri.

Daniela spazientita raccoglie le tazzine: E di tutto il paese! Su! Il caffè l'avete preso e vi ringrazio della visita. Ora vi prego di andarvene.

Le due si alzano frettolosamente

Tina: O, ma che modi di fare.

Nilde: Questa è la riconoscenza per averti offerto il nostro aiuto?

Daniela accompagnandole alla porta: Ve ringrazio ma, per oggi ci siamo viste abbastanza.

Tina: Non è questo il modo di fare! Verrai a cercarci prima o poi.

Escono

Scena 11°

Daniela: Due pettegole sempre tra i piedi, e vogliono mettere il becco ovunque. 

Arturo: Ti do ragione.

Daniela: La raccomandata! Speriamo non sia nulla di importante.

Arturo: Posso sedermi? Che caldo fa oggi, ho un'arsura alla gola feroce. Non avresti un bicchiere di qualcosa offrirmi?

Daniela: Ma certo siediti pure. Un bicchiere di vino?

Arturo: No grazie. Non bevo alcolici in servizio…

Daniela: Allora…

Arturo: Solo superalcolici!

Daniela: Allora un bel grappino. Va alla dispensa a prendere la bottiglia, torna e versa il liquido nel bicchiere. Ecco fatto. Bevi con calma intanto che io leggo la raccomandata.

Arturo beve e dice: Buona! Me ne verso un altro goccio.

Daniela intanto sta aprendo la busta: Va piano con quella roba, che poi ti dimentichi di consegnare la posta.

Arturo: Non preoccuparti per me.

Daniela si avvilisce notevolmente durante la lettura della raccomandata.

Arturo se ne accorge e dice: T'ho detto che non c'è bisogno che ti preoccupi per me.

Daniela: Non è per te, ma per la lettera!

Arturo: La lettera? Se immaginavo ti rattristasse, non te la portavo.

Daniela: Dovevi portarmela prima! C'è scritto che domani arrivano i possibiliacquirenti di questa casa, e di farla trovare vuota e sgombra da tutto e tutti. 

Arturo: Ah, l'avete venduta? Dovresti essere contenta. Ti arrivano i soldi.

Daniela: Macché venduta! Siamo stati sfrattati. Sfrattati!

Arturo: Oh signore santo! Mi dispiace tanto. Come posso aiutarti?

Daniela: Potevi aiutarmi portandomi la raccomandata al momento giusto! Comeposso ora sgomberare tutto per domattina? No c'è tempo.

Arturo: Certo che... è un bel problema.

Daniela: Dove li porto i mobili? Dove ci sistemiamo noi?

Arturo: Scusami Daniela ma, tuo marito una soluzione la troverà.

Daniela: Proprio lui che è la causa di tutto. Senti coca dice la lettera: Il signor Patacca Ugo deve sgomberare la casa perché “moroso”. Capito? Moroso!

Arturo: Questo non lo sapevo, ma cosa interessa a loro se Ugo è moroso, se voi due siete ancora morosi e non siete sposati. Insomma, che convivete.

Daniela: Mi stai prendendo in giro?

Arturo: No no! Io non ho niente in contrario se voi due convivete.

Daniela: Che cosa c'entra tutto ciò? Essere moroso vuol dire non pagare alla scadenza le bollette, le rate del mutuo ecc. È un reato! Dulcis in fundo qui c'è scritto: L'ispettore preposto per la verifica d'accertamento dello sgombero dello stabile, si recherà in loco il mattino stesso prima dell'arrivo degli acquirenti.

Arturo: Domattina.

Daniela: Esattamente!

Entra in scena Franco

Scena 12°

Franco: Dovrei aver dimenticato il cellulare a casa. Non lo trovo più. Va al telefono fisso e compone un numero. Tu non l'hai visto Daniela?

Daniela fa cenno di no.

Franco finisce di comporre il numero, a quel punto si sente  la solita suoneria.

Franco: Trovato! Mettendosi a ballare, lo va a prendere. Ciao Arturo cosa ci hai portato di interessante?

Arturo tristemente: Una lettera in cui c'è scritto che tua sorella e tuo cognato sonomorosi.

Franco: Una volta! Adesso sono sposati.

Daniela: Non c'è da scherzare! Leggi. Porgendo la missiva

Franco legge e dice: Questo è grave. Pero la lettera è datata cinque giorni fa ed è arrivata oggi? Si può contestarla.

Arturo: È tutta colpa mia. Me l'ero dimenticata a casa. 

Franco adirato: E bravo il nostro Arturo che sta pure festeggiando.  Additando la bottiglia del liquore

Arturo: Non immaginavo che la situazione fosse cosi grave.

Franco: Non immaginavi? Intanto già domani arriva l'ispettore.

Daniela: Non è tutta colpa di Arturo. Dovevamo già essere preparati, e invece non lo siamo. E ora? Come facciamo a portar via i mobili e tutto il resto, e noi dove andremo… io… Ha un mancamento. Accorrono i due che la sostengono Sto male. 

Arturo versa un bicchierino di liquore porgendolo a Franco: Prendi! Dagli un po di questo.

Franco ad Arturo: Va bene, ma tu non stare li impalato. Chiama aiuto.  Intanto da da bere alla sorella

Arturo va alla porta: Aiuto! Aiuto!

Franco: Col telefono! Chiama la croce rossa.

Arturo prende il telefono in mano senza alzare la cornetta gridando: Croce rossa aiuto!

Franco: Sei scemo, o mi stai prendendo in giro? 

Arturo impacciato: Non so il numero della croce rossa!

Franco: Allora sei proprio scemo.

Scena 13°

Entra in scena un bizzarro personaggio “Rocco schioppo” con schioppo in mano

Rocco: Che diavolo succede qui? Se avete bisogno di me e del mio schioppo, pampam vi sistemo subito tutti!

Arturo tremante: Che fai con quel fucile? Sei pazzo?

Rocco: Hai paura? Allora vuol dire che hai la coscienza sporca, e se cosi, pampam tisistemo subito.

Arturo: Macché coscienza sporca. Sono agitato per Daniela, perché non riesco a chiamare la croce rossa, e tu con quel fucile mi stai facendo venire l'infarto. 

Rocco: Stavo controllando il mio orto dalla finestra, perché mi spariscono gli ortaggi, e ancora non so chi sia il ladro, ma se per caso lo trovo sul fatto: pampam lo sistemo subito!Allora, cosa succede qui? 

Franco: Mia sorella aveva bisogno di soccorso, ma ora s'è ripresa.

Daniela: Grazie a tutti, ora va meglio. Pero vado un momento a stendermi a letto. Esce di scena

Arturo addolorato: A questo punto io me ne andrei.

Franco: Si vai pure.

Arturo: Scusatemi ancora. Vi saluto. Esce

Scena 14°

Rocco: Allora anch'io torno in postazione d'avvistamento, per trovare sul fatto chi miruba i pomodori, e se cosi fosse… pampam li sistemo subito per le feste.

Franco sopra pensiero: So io chi ti ruba i pomodori…

Arriva in scena Ugo: Avete finito di far casino voialtri?

Franco sempre rivolto a Rocco: Pero non mi sembra il caso di sparare alla gente per due pomodori.

Rocco a Franco: Chi demonio è che mi ruba i pomidori? Dimmelo immediatamente!

Ugo illuminato: Giusto! Che idea. Sono loro, i demoni che ti rubano i pomodori.

Rocco puntando il fucile a Ugo: I demoni? Chi sarebbero questi qui? Parla! Sputa la verità in modo che io… pampam li sistemi subito.

Ugo intimorito, e alludendo al proprio scritto: Loro, quelli che volano davanti alla finestra e adesso rubano nell'orto per far dispetto.

Rocco minaccioso: Dimmi chi sono questi demoni!

 Ugo: Gli spiriti! Quelli del libro che sto scrivendo.

Rocco: Parla perché io pampam, ti metto subito in riga! Adesso confessi e mi dici chi sono questi signori spiriti.

Ugo allarmato: Va bene. Mi arrendo e confesso. Seguimi che ti spiego tutto. Escono

Scena 15°

Franco: Ora il problema è: dove mettiamo la mobilia? Prende il cellulare compone il numero. Pronto Caio? Ho un'emergenza a casa… va bene allora, ci vediamo lunedì… la gettata di bitume? Di a Tizio di controllare che il materiale sia a regola d'arte e che non abbia fretta a scaricare… a si? Allora di all'autista della betoniera che se ha fretta di scaricare, ha sbagliato cantiere, perché se no, lunedì quando ritorna, gli taglio le gomme al suo camion e poi prendo lui e lo butto nella betoniera! La gettata è un momento delicato, di contemplazione… ciao.

Scena 16°

Entrano in scena i signori Petrassi

Berta: Cos’è tutto sto casino che state facendo?

Franco ironico: Si potrebbe anche chiedere permesso prima di entrare nella casa altrui. O no?

Berta: Bando alle chiacchiere! Ti ricordo che noi, abitiamo qui accanto, sullo stesso pianerottolo al quarto piano di questo edificio.

Renzino: Giusto!

Berta al marito: Renzino taci! T’ho forse dato il permesso di parlare?

Franco illuminato si rivolge al pubblico: Giusto! Abitano qui accanto.  Sfregandosi le mani Che idea, proprio quello che ci voleva. Rivolgendosi di nuovo ai Petrassi  Come sono contento di vedervi, cari i miei signori Petrassi.

Berta: Buttati al fiume! È una vita che ci vedi, e non sei mai stato contento di ciò.

Franco: Signori Petrassi ho bisogno di voi. Non c’è tempo da perdere. 

Berta: Noi non abbiamo tempo da perdere per te.

Renzino: Sicuro!

Berta: Renzino ancora? Taci! Non ti si secca la gola? 

Franco: Un po di carità, si tratta di aiutare questa famiglia che ha ricevuto lo sfratto.

Berta: Allora non vi resta che fare bagagli e burattini e andarvene dai piedi alla svelta.

Franco: Bel vicinato. Pensate a noi in mezzo alla strada…

Berta: Che bello! In mezzo alla strada intanto che giunge un camion. Al marito Ti èpiaciuta la battuta Renzino?

Renzino titubante

Berta: Allora Renzino? Quando ti si interroga non rispondi?

Renzino: Sicuro! Mi è piaciuta la battuta.

Berta si mette a ridere sonoramente, imitata timidamente dal marito

Franco: Non c’è nulla da ridere! Io vi dico che senza volerlo ci aiuterete.

Berta ride ancora di più

Franco sornione: Son buoni i pomodori di Rocco schioppo signor Renzino?

I due smettono immediatamente di ridere

Berta: Che c’entrano i pomodori adesso?

Franco: C’entrano eccome. Si da il caso che io spesso lavoro sulla gru, e da lassù vedo tutto.

Renzino: A me non interessano i pomodori di Rocco.

Franco: E allora come mai si trovava nel suo orto?

Renzino: Beh… buon vicinato. Stavo legandogli le piantine, oppure spolveravo i pomodori.

Franco: Li ha talmente spolverati che sono diventati trasparenti. Spariti!

Renzino: Adesso ricordo… volevo saggiarne la qualità, e ne ho preso qualche d’uno.

Franco: Peccato solo che il signor Rocco non ne sa nulla, ma potrebbe venirne a conoscenza.

Berta: Quante storie per quattro pomodori.

Renzino: Beh… io… non riesco ad avere pomodori belli come i suoi e allora...

Berta: Renzino, tu no riesci a fare mai nulla di buono!

Franco: Certo che è brutta l’invidia signori.

Berta: Quale invidia? Io non conosco questo sentimento.

Franco: E lei Berta? Mi risulta che partecipa sempre alla messa del primo mattino, tutti i giorni.

Berta: Certamente!

Franco: Anche Rocco schioppo ha questa abitudine, prima di recarsi nell’orto. 

Berta: E allora?

 Franco: E allora lei, signora Berta, prima di entrare in chiesa, fa qualche cosuccia alla bicicletta del signor Rocco.

Berta: Io non faccio assolutamente nulla!

Franco: E invece si. Un giorno gli buca la gomma davanti e l'altro quella dietro. Mercoledì addirittura, gli ha rotto il fanalino dietro con il tacco della scarpa.

Berta: Ma tu! Invece di lavorare ti fai i fatti altrui? Dopotutto è solo la tua parola contro la nostra.

Franco: Ah si? Aspettate un attimo qui, prego accomodatevi pure intanto.

Mentre Franco va di la, loro si siedono

Scena 17°

Berta: Brutto briccone! Se pensa di spaventarci, ha sbagliato alla grande. A Renzino E tu… cosa ne dici?

Renzino: Non saprei...

Berta: Tu non sai mai nulla! Sei un uomo che non sa far nulla.

Rientrano Franco e Rocco

Scena 18°

Rocco divertito: Hai capito Franco, si tratta di morti che volano fuori dalle finestre e guardano dentro. Proprio una bella storia.

Franco: Chiamala bella storia… oh… ma guarda chi c’è,  i signori Petrassi.

Rocco accorgendosi della presenza dei Petrassi, dice all'orecchio di Franco: Non è che mi piacciano molto quei due. Come mai sono qui?

Franco: Per aiutarci! Vero signori Petrassi? Per dare a disposizione in casa loro, lo spazio dove poter mettere i nostri mobili.

Berta: Non se ne parla!

Franco: Come non se ne parla? Teatralmente a Rocco  Che mondo sbagliato, a te rubano ortaggi, e a me rifiutano un favore.

Rocco: Allora sono loro due i colpevoli.

Franco: Ma no, si fa per dire, la gente in generale.

 Rocco: Se sapessi chi è che mi ruba i pomodori…

Renzino intimorito risponde: Le cornacchie!

Rocco minaccioso: Chi ti ha interrogato? Cosa ne sai tu?

Berta intimidita: No dicevo solo perché nel nostro orto è pieno di cornacchie.

Rocco avvicinandosi a Berta e girandogli attorno: Cornacchie con le penne nere… alludendo a Berta o cornacchione senza penne? Se scopro chi è il colpevole… pampam lo sistemo io col mio schioppo.

Franco: Suvvia signora Berta, di che ha paura?

Berta: Io solo la bicicletta! Non ho nulla a che fare coi pomodori…   Si interrompe accorgendosi di aver fatto una gaffe

Rocco minaccioso con il fucile in mano: Bicicletta? A proposito di bicicletta… e tutta settimana che faccio avanti e indietro dal meccanico per farla aggiustare… magari è un caso che la trovi sempre buca… o magari no!

Berta terrorizzata: Anche io ogni tanto foro...

Rocco sempre minaccioso: Ogni tanto? Io un giorno si e un giorno sempre… sapete nulla voi? Se dovessi sapere che qualcuno… pampam! Lo arrangio subito col mio schioppo.

Berta terrorizzata rivolgendosi a Franco: Signor Franco, s’è fatto tardi ma… a pensarci bene, abbiamo due stanze vuote e…

Renzino: Sicuro! Talmente vuote che più vuote di cosi non c’è nulla.

Berta al marito: E cosi potremmo sistemare i mobili del signor Franco li dentro.

Renzino: Sicuro!

Berta al marito: Anzi. Tu darai una mano a portarli da noi. Allora signor Franco, adesso noi toglieremmo il disturbo.

Rocco minaccioso: Aspettate un momento voi due!

I due si immobilizzano terrorizzati

Rocco: I pomodori… la bicicletta… gira intorno ai due col fucile imbracciato sembrerebbe un complotto nei miei confronti! Voi due! I due sempre più terrorizzati Se per caso scopriste qualcosa ditemelo, che io… pampam! Sistemo tutto col mio schioppo.

I due sollevati a soggetto: Certo! Sarai servito. Fuggono letteralmente.

Scena 19°

Rocco: A me, quei due non piacciono.

Franco: Grazie Rocco.

Rocco: E di che?

Franco: Perché li hai spaventati, e di conseguenza per non averti contro, mi hanno dato il permesso di portare i mobili da loro.

Rocco: Chissà perché si sono spaventati? Si vede che hanno la coscienza sporca. Bisogna che li tenga d’occhio e se è il caso… pampam li sistemo tutti e due.

Franco: Lascia perdere e porta pazienza perché, i signori Petrassi mi occorrono per i mobili.

Rocco: Pero... non l’ho capita sta storia dei mobili?

Franco: Abbiamo ricevuto lo sfratto, e domani arriva l’ispettore incaricato che vuolela casa sgombra da mostrare ai futuri acquirenti.

Rocco: Se hai bisogno di me, non ci sono problemi… pampam! L’ispettore lo sistemo immediatamente col mio schioppo.

Franco: No c’è bisogno di arrivare a sto punto, pero potrei aver bisogno di te per altro.

Rocco: Fammi sapere che io… pampam sistemo tutto e tutti.

Franco: Va bene.

Rocco esce di scena

Franco va a chiamare Daniela e gli altri che entrano alla spicciolata

Scena 20 °

Franco: Sai meglio Daniela?

Daniela: Si ora si, grazie.

Ugo: Cosa c’è di cosi impellente da interrompere il mio lavoro?

Franco: Riunione di famiglia

Ugo: Ebbene sentiamo.

Franco: Una bella sorpresa. I mobili li sistemiamo in casa Petrassi.

Ugo: I mobili? I Petrassi? Mi son forse perso qualcosa?

Daniela: Come sempre.

Diego: Cos’è sta storia, io non ne so nulla.

Daniela: Una storia legata allo sfratto. Domattina arriva l’ispettore incaricato alla vendita di questo appartamento, e siccome dovrà mostrarlo ai possibili acquirenti, lo vuole sgombro. Tutto ciò l’abbiamo saputo poco fa, e uno dei problemi sono i mobili da sistemare da qualche parte.

Franco: Questo problema è risolto. I mobili sono sistemati.

Ugo: Sicuramente la prima cosa che faranno i Petrassi, sarà la vendita del nostro mobilio.

Franco: Ti assicuro che invece, li custodiranno come fossero gioielli.

Daniela: Come hai fatto a convincerli? Non ci sopportano.

Franco: Ho un asso nella manica.

Diego: Beh, credo che oltre al mobilio, anche noi dovremmo sparire.

Daniela: Già! Questo è il problema maggiore.

Franco: Potrei chiedere ai Petrassi di ospitarci. 

Daniela: No! Per l'amor dei santi!

Franco: Ti assicuro che con l’aiuto di Rocco schioppo ci ospiteranno più che volentieri.

Ugo: Mi sembra di capire che Rocco schioppo dovrebbe essere l'asso nella manica?

Franco: Esatto!

Ugo: A me pare il due di picche, altro che asso. Pensate che non riuscivo a fargli capire che la parola spiriti, non è il cognome di che gli ruba i pomodori, ma i personaggi del mio libro. I morti.

Daniela: Ancora con sta storia degli spiriti volanti davanti alle finestre che vogliono spaventare gli inquilini per farli scappare. Hai proprio una fantasia contorta.

Diego: Io trovo la stria molto interessante, ci vorrebbero domani fuori dalla nostrafinestra, cosi i possibili acquirenti scapperebbero a gambe levate.

Franco illuminato: Bravo Diego! Mi hai fatto trovare anche la soluzione di questo problema. Dobbiamo festeggiare!

Va allo stereo lo accende. Si sente il solito latino americano. Poi con la sorella ballerà.

Daniela ridendo: Basta mattacchione. Basta.

Franco spegnerà lo stereo

Daniela: Adesso spiegaci come risolveresti quest’ultimo problema.

Franco: Semplice! Domani ispettore e acquirenti scapperanno, perché fuori dallafinestra voleranno avanti e indietro, persone come i morti del libro di Ugo.

Ugo: Io le scrivo queste cose, ma mica ci credo, e non farmi ridere o meglio,piangere!

Franco: Ugo il tuo libro ha creato la “soluzione ultima.” Ho solo bisogno di volontari che stiano fuori dalla finestra.

Ugo: Smettila di raccontare stupidaggini. Ti ricordo che abitiamo al quarto piano, e ci vorrebbe un elicottero per attaccarci i volontari della tua messinscena che vanno avanti e indietro. Non contare su di me, e poi… va a buttarti nel fiume.  Esce

Scena 21°

Daniela: Scusami Franco, ma oggi ne ho sentite abbastanza. Ah… vorrei darti un consiglio spassionato, sul cantiere, tieni il cappello in testa, perché il sole di luglio fa male .Esce

Scena 22°

Diego: Zio, io ti credo, pero siamo rimasti io e te.

Si sente bussare alla porta

Franco: Avanti!

Entrano i coniugi Petrassi

Berta: Signor Franco, noi siamo pronti per il trasloco.

Renzino: Prontissimi!

Berta: Renzino taci, e comincia a lavorare.

Franco: Un momento signori. Ho bisogno di voi due anche domattina.

Berta esasperata: Ancora? Renzino di qualcosa!

Renzino titubante: Ehm… già c’è il trasloco da fare e…

Franco: E ci sarà anche il nostro amico Rocco schioppo.

Berta: Allora siamo a sua completa disposizione! Vero o no Renzino?

Renzino: Verissimo!

Franco: Ero certo della vostra disponibilità.Diego, tu che sei un mago del computer, farai una foto col cellulare ai signori qui presenti.

Diego: Nessun problema.

Franco: Però la devi trasformare in una foto dell’inizio secolo scorso.

Diego: Ho l'applicazione nello smart phone. La tramuto in bianco e nero, e la invecchio, ma perché?

Franco: Fidati.

Berta: Allora noi andremmo a sistemarci per la fotografia, e intanto cominciamo il trasloco. Renzino, prendi quel tavolo e portalo da noi. Io porto questo. Prendendo un piccolo oggetto

Renzino: Perché non facciamo cambio che...

Berta: Taci! Chiudi quella bocca e lavora.

Ognuno col proprio oggetto escono di scena

Scena 23°

Diego: A sto punto le persone ci sono. Rimane pero un piccolo problema.

Franco: Cioè?

Diego: Siamo al quarto piano e privi di terrazzo. Come staranno le persone la fuori?

Franco: Non c’è da preoccuparsi, perché, io,Tizio, Caio, e Sempronio facciamo i miracoli.

Prende il cellulare e chiama

Tizio sono io… avete già finito la colata di cemento? Complimenti, siete delle macchine da guerra. Adesso ascoltami, ho bisogno di voi tre qui subito… parlo io col geometra… si tratta di un urgenza, dovete caricare il camion con ponteggi da montare qui a casa mia all’interno del cortile… quanti metri? Fa un veloce calcolo mentale Dieci metri per la lunga… come subito fatto? Aspetta un attimo che non ho finito… si… dieci metri in lunghezza, e in altezza fino ad arrivare al quarto piano… non sono matto, vi prego, è una questione di vita o di morte…

Su questa telefonata si chiude il sipario

Fine primo atto

Secondo atto

Scena 1°

La scena si apre con Franco all'interno di una stanza  semi vuota, tranne un tavolo due sedie e una fotografia inizio novecento, che ritrae i signori Petrassi. Diego sta fuori dalla finestra truccato da zombie

Franco: Bene! Tutto apposto! Diego, è stabile il ponteggio?

Diego saltando: Non è male.

Franco: Tizio, Caio e Sempronio hanno fatto un gran bel lavoro stanotte, mi hanno montato quattro piani di ponteggio per dieci metri in lunghezza. Mitici! Adesso pero entra.

Diego: Salto dentro!

Franco: No! Ti fai del male cosi. Va al terrazzino dei Petrassi, entra dentro da loro che ti raggiungo, cosi vi spiego cosa dovrete fare.

Esce di scena

Scena 2°

Entra Daniela dalle camere

Daniela: Ugo muoviti che i signori Petrassi ci aspettano, e poi sono già in ritardo e devo andare a far le pulizie a casa dei signori  Zombi.

Ugo: Eccomi arrivo. .

Daniela: Lavati la faccia! Guardati, che brutta cera che hai stamattina.

Ugo: Per forza, non ho chiuso occhio stanotte.

Daniela:  Ti capisco, i pensieri e i problemi per lo sfratto.

Ugo: Macché pensieri! Tutta notte un baccano d’inferno, rumori di ferri che picchiavano contro l’altro, martellate...

Daniela: Io ho dormito benissimo.

Ugo: Per forza! Hai i tappi negli orecchi.

Daniela: Certamente, perché quando tu russi, fai il rumore di una segheria in piena attività. Fai tremare i vetri.

Daniela esce dalla porta dell'appartamento

Scena 3°

Ugo scimmiottando Daniela: Fai tremare i vetri. Fa presto lei a...

S'interrompe accorgendosi che alla finestra ci sono dei tizi incappucciati

Ugo: Non credo ai miei occhi, non può essere vero… col mio libro ho risvegliatodavvero i morti… che stupidaggine sto pensando? Sarà la mancanza di sonno. Adesso ci penso io.  Va alla finestra Spiriti immondi tornate nell'oltre tomba.

In questo preciso istante Renzino starnutisce facendo ballare l'assale del ponteggio, il che fa lanciare un urlo a Berta

Berta barcollando e aggrappandosi al marito:  Oooooouuuuurcaaaaaa…

Ugo spaventatissimo: Allora è vero! Via! Fuggendo fuori dall'appartamento

Intanto nel quadro della finestra entra pure Franco

Berta a Renzino: Stai facendo ballare tutto il ponteggio! Smettila di starnutire.

Renzino: Mi son buscato il raffreddore.

Berta: Non ne fai mai una giusta!

Renzino a Franco: Mi è parso di sentire la voce di tuo cognato.

Berta: Che ne sai tu Renzino! Tu devi sempre mettere il becco?

Franco: Ma no! Sarà rimasta accesa la televisione.

Berta: Non può essere, la vostra televisione è in casa nostra.

Franco: E già. Allora è meglio che torni dentro ad avvisare mia sorella e Ugo di questa messa in scena, perché loro non sanno nulla.

Berta: Nel frattempo noi che facciamo?

Franco: State qui. Se arrivasse qualcuno, dovete essere pronti.

Berta: Giusto! Però chiudi la porta del terrazzino, non si sa mai, ha un piccolo difetto e te lo devo mostrare perché… Cosi dicendo si allontanano dalla finestra

Scena 4°

Nel frattempo entrano silenziosamente dalla porta dell'appartamento Ugo e Daniela

Ugo: Qui fuori dalla finestra ti dico!

Daniela: Smettila di prendermi in giro! Quali fantasmi d’Egitto?

Ugo: Va alla finestra e guarda fuori, vedrai tu stessa.

Daniela: Non ce n’è bisogno, perché non c’è niente di niente da vedere.

Ugo: Chiudila almeno.

Daniela ironicamente:No! La lascio aperta, perché fa caldo e si ricambia l’aria.

Ugo: E se venissero dentro i ladri?

Daniela ironicamente: Giusto! Potrebbero arrivare con l’elicottero, perché siamo alquarto piani senza terrazzo e scala esterna ma… i fantasmi volano, e già, e loro si che potrebbero entrare.

Ugo: Certamente! 

Daniela: Ma va a quel paese una volta per tutte.

Ugo: Ti ripeto che erano li, fuori dalla finestra e io gli ho detto:“tornate nell'otre tomba spiritiimmondi.”

Daniela: E magari loro ti hanno risposto:  “Va bene signor Ugo.”

Ugo: No, no! Hanno cacciato un urlo che mi si sono rizzati tutti i peli del corpo, e sono scappato di fretta e furia.

Daniela: Ugo, non raccontarne più. Non ho più tempo, è già tardi, e dovrei già essere a casa degli Zombi a fare le pulizie.  Uscendo seguita da Ugo

Ugo: Ti dico che è vero, non lasciarmi solo ti prego! Non andare dagli Zombi.

Daniela: Gli Zombi  pagano bene oggi che è sabato. Esce

Scena 5°

Ugo va mestamente verso le camere. Nelle vicinanze dell'uscita, e defilato dalla finestra, si ferma allarmato dai versi dei Petrassi ricomparsi nel quadro della finestra.

Petrassi:Oooooooo… uuuuuuu via de che uuuuu… questa è casa nostra. Via da quiiii!Oooooooo… uuuuuuu via de che uuuuu… questa è casa nostra . Fuori da liiii !

Ugo pietrificato e terrorizzato al pubblico:Ho resuscitato i miei personaggi. È inutilefuggire. Devo espiare le mie colpe. Vado di la ad indossare il mio mantello di penitenza.

Esce.

Scena 6°

Renzino: Credo di aver intravisto qualcuno li dentro.

Ceca: Si! La tua ombra. Taci Renzino! Piuttosto, guardando all'interno abbiamo provato la scena per chi? In casa non c’è Franco e allora è inutile provare.

Renzino: Piantiamo qui tutto e torniamo a casa nostra.

Berta: Non è possibile. Franco ci ha chiusi su mio ordine per via dei ladri.

Renzino: Be… andiamo al nostro terrazzo e con le chiavi apriamo la porta.

Berta: Taci per favore, taci!

Renzino accalorandosi e agitandosi: Siamo o no i padroni di casa nostra? Andiamo e schiudiamo la porta.

Berta traballando: Finiscila di agitarti cosi! Stai facendo traballare il ponteggio. Le chiavi le ha Franco.

Renzino: Potevi dirlo subito.

Berta: Cosa vorresti che ti dica? Hai la testa dura come un ceppo!

Renzino infervorato: E allora…

Berta: Non agitarti che qui balla tutto.

Nel frattempo rientrano in casa Franco, Rocco e Diego.

Scena 7°

Franco: Chissà dove saranno andati mia sorella e marito?

Diego: E quei due? Indicando i coniugi all'esterno che gesticolando mimano il litigio

Franco:O signore santo, m’ero dimenticato de loro. Chiama Signori Petrassi?

Berta riavendosi dal litigio: Era a ora! Io chiusa qui fuori, senza niente a cui aggrapparsi, e con questo qui indicando Renzino che fa traballare continuamente il ponteggio.

Renzino a Berta:Sei tu che mi metti in agitazione.

Berta in risposta: Smettila di raccontare scemenze! E tu Franco? Cosa t’è saltato in mente di chiudermi fuori?

Franco: Me l’ha detto lei signora Berta di chiudere a chiave, e poi ho accettato l’invito di Rocco a casa sua per un caffè e...

Berta: E certo! Io qui fuori ad aspettare i tuoi comodi. Per fortuna dovevi solo entrare un momento a cercare tua sorella.

Diego: La mamma? È andata al lavoro. Non lo sapevi?

Franco: Ah già, che stupido sono, adesso ricordo! Mia sorella doveva andare a fare pulizie da qualcuno.

Berta: Non potevi ricordarlo prima? Non saremmo…

Rocco: Bando alle chiacchiere! Andiamo avanti con sta storia o no?

Berta intimorita da Rocco: Certamente signor Rocco.

Rocco: Se no, pampam! Vi do un sacco di legnate e poi vi scaravento giù dal ponteggio.

Berta impaurita: No,no! Proseguiamo!

Franco: Oh meno male! Allora,cominciamo a provare. Signori Petrassi, fatemi vedere cosa dovrete fare.

Berta impaurita: Un momentino. Fammi riprendere fiato.

Franco: Quando siete pronti cominciate. 

Berta: Pronti.

Franco: Avanti.

Petrassi cominciano a fare versi: Oooooooo… uuuuuuu via de che uuuuu… questa è casa nostra. Fuori da qui!

Franco: Benissimo. Rivolgendosi poi a Rocco e Diego Voi due invece?

Rocco: Io sono l’inquilino che abita qui in parte, e sono perseguitato dai morti che vogliono mandarmi via.

Franco: Perché da te i morti si fanno vedere siccome vogliono spaventarti. Gli spiriti si mostrano solo alle persone che vogliono comprare casa qui e da quelli che ci abitano. Capito? Tu Rocco ti piombi qui disperato.

Diego: Io sarò qui fermo come una statua, poi ricomparirò all’esterno.

Franco: Perfetto!Tutti quelli interessati a comprare, dovranno scappare spaventatissimi.

Rocco: Gli passerà la voglia di comprar qui, e se non gli passa… Togliendo il fucile da tracolla pampam! Gliela faccio passare io col mio schioppo.

Si sente un rumore provenire dalle camere

Rocco a Franco: Hai qualcuno in casa?

Franco: No!

Renzino: M'era parso di intravedere qualcuno prima e…  

Berta: Taci! Non parlare per niente.

Rocco: Allora può essere solo un ladro che è salito servendosi del ponteggio. Pampam lo sistemo subito col mio schioppo.

Franco: Cosi rovineresti tutto ciò che abbiamo pianificato. Silenzio, lo catturiamo senza far rumore.

Rocco: Lascia fare a me.

Prende il fucile per la canna e va dietro la porta.

Scena 8°

 In questo momento entra dalle stanze Ugo, con mantello incappucciato. Rocco gli da il calcio del fucile sulla testa. Ugo stramazza a terra

Rocco: Fatto! Bel colpo.

Franco si abbassa a guardare e si accorge dell'equivoco

Franco: Ma... è mio cognato.

Diego: Papà, suvvia svegliati .

Franco: Campa cavallo! Con la botta che ha preso, dormirà fino a domani. Non c’è tempo da perdere. Dobbiamo nasconderlo.

Rocco: Dove?

Franco: In bagno. Lo mettiamo nella vasca e lo copriamo con qualcosa. Andiamo a vedere cosa possiamo usare.

Scena 9°

Franco e Rocco escono verso la zona notte. Diego rimane tentando di rianimare il padre

Diego: Sveglia su! Sveglia.

Ugo apre gli occhi, si mette seduto dando le spalle a Diego ma vedendo i signori Petrassi alla finestra incappucciati.

Ugo: No! Ancora voi spiriti immondi, via da questa casa!

Diego gli si porge davanti dicendo: Sei sveglio finalmente.

 Ugo: Anche uno zombi… allora è proprio vero! Sono morto! Sviene

Scena 10°

Rientrano Franco e Rocco

Diego: S’è svegliato, ma quando mi ha visto ha detto: “sono morto!” ed è svenuto.

Rocco: Sarà stato un riflesso involontario. Non può essere dopo la botta che s’è buscato.

Franco: Dai su portiamolo di la. Diego tieni aperta la porta.

I tre i qualche modo lo trasportano nella zona notte e ritornano

Rocco: Allora io, a sto punto andrei a prepararmi.

 I Petrassi sempre ala finestra

Berta: Noi siamo apposto.

Diego: Io mi preparo qui immobile.

Franco: Perfetto.

Suona il campanello Franco va al citofono

Franco: Salga pure ispettore quarto piano prima porta a sinistra. Aspetti un momento al citofono Coprendo la cornetta si rivolge a Rocco Hai abbassato l’interruttoredell’ascensore?

Rocco: Come no, era un po duro da abbassare, allora gli ho tirato una legnata col calcio del mio schioppo. Uno spettacolo, ha fatto una sfiammata che…

Franco: Ho capito. In poche parole l’hai demolito.

Franco riaprendo la conversazione al citofono: Ah dimenticavo, l'ascensore non funziona. Riposiziona la cornetta Interruttore disfatto, ma almeno l’ispettore quando arriva qui è già stanco.

Si sentono dei rumori provenire dalla zona notte. Diego va a sbirciare

Diego: Il papà s’è svegliato.

Rocco: Non doveva dormire fino a domani?

Franco: Oh no! Questa non ci voleva. Non credevo avesse la testa cosi dura.

Berta: Adesso che facciamo?

Franco: Non lo so, è troppo tardi. Tutta la messa in scena, va a ramengo se entrasseUgo.

Diego: M’è venuta un’idea! Facciamo finta di non accorgersi di lui, come se fosseinvisibile, che non esista.

Franco ironico: E bravo lui. Cosi penserà di essere morto per davvero.

Diego: Appunto. Lo ha già detto prima, e ora si convincerà.

Franco riflettendo: Non è malaccio come trovata. Giusto! Uno in più che senza volerlo farà spaventare l’ispettore e possibili acquirenti. Allora, se Ugo dovesse entrare quando siamo in scena io e te Rocco, dobbiamo far finta che non esista. D‘accordo?

Rocco: I Petrassi che devono impersonare i morti cosa faranno?

Franco: Fra morti possono fare quello che vogliono. Ugo crederà di essere morto, e fra di loro si possono vedere.

Suona il campanello

Franco: Un attimo! Voi due Ai Petrassi sparite da li. Tu Diego stai qui fermo come una statua, e dopo sai cosa fare.

Rocco: Ora come faccio ad uscire?

Franco: Mettiti dietro alla porta, e quando ti da le spalle, te la svigni.

Rocco si mette dietro la porta.  Si sente di nuovo il campanello

Franco fa dei cenni d'intesa a Rocco e poi apre la porta

Franco: Già qui ispettore? Che velocità! Avanti prego.

Scena 11°

Entra in casa un uomo distinto. Rocco con passo felpato esce fuori

Ispettore: Mi piace tenermi in forma. Quattro piani di corsa.

Franco: Ho lasciato qui solo un tavolino e due sedie.

Ispettore: Benissimo, cosi potrò sbrigare le pratiche coi clienti comodamente. Apre la valigetta toglie scartoffie Adesso se vuol lasciarmi…

Franco: Certo. Io sarò nell’appartamento qui di fronte. Se avesse bisogno mi chiami pure.

Ispettore senza alzare gli occhi dalle scartoffie, fa segno a Franco di andarsene dicendo: Bene bene. Poi si accorge dello zombie Non siamo a carnevale.Quello cos'è?

Franco: Quello…  cosa?

Ispettore: Quel fantoccio che sembra un morto vivente! Su! Lo porti via.

Franco: Mi scusi, ma io non vedo nulla.

Ispettore: Se pensa di prendermi in giro, ha sbagliato persona. Lo porti via alla svelta!

Franco: Lei ci fa o c’è? Io non vedo niente! Se ha delle allucinazioni son problemi suoi e di nessun altro.

Ispettore: Ma non vede che li immobile c'è un tipo travestito da essere immondo?

Franco: Ho detto e ripeto che io non vedo nessuno al di fuori di lei.

Ispettore: Pensa forse di intimidirmi con questa trovata carnevalesca? Che è pure di cattivo gusto.

Franco: Io non voglio fare nulla a nessuno. Tutte le volte sta storia.

Ispettore: Quale storia.

Franco: Quale? Quando vien qui qualcuno interessato alla casa, appaiono personaggi che vedono solo loro. Io non ne posso più di questa storia.

Diego come uno zombie esce dall'appartamento

Scena 12°

Ispettore ridendo: La smetta!Ha visto? Il suo complice, quell'essere è uscito. Ha aperto la porta ed è uscito. Lafinisca con questa farsa. Adesso se ne vada!

Sul finire della frase entra dal reparto notte Ugo avvolto in un mantello

Ispettore: E questo chi sarebbe? Cos'è? Una riunione condominiale in costume questa?

Franco: Mi ascolti bene una volta per tutte! Qui ci siamo solo io e lei capito? Solo io e lei!

Ispettore: C'è pure il signore in mantello nero.

Franco: Si! Belfagor! La finisca per favore.

Ugo: Franco? Sono io, Ugo tuo cognato.

Ispettore: Franco?

Franco: Come mai conosce il mio nome?

Ispettore: L'ha detto suo cognato Ugo qui presente.

Ugo: È vero Franco, non mi vedi? Sono qui accanto a te.

Franco: Adesso è lei che mi sta prendendo in giro. Si è informato sulla mia famiglia, ecco perché conosce il mio nome.

Ispettore: Assolutamente no! L'ha detto suo cognato qui presente.

Franco: Mio cognato è morto.

Ugo fra se: Allora è proprio vero.

Ispettore: Come morto?

Franco: Morto per un colpo alla testa qualche mese fa.

Ugo: Come qualche mese? Mi fa male ancora adesso, mah, allora il tempo scorre diversamente nell’oltre tomba.

Ispettore: Come signor Ugo?

Ugo: ho detto che mi duole ancora adesso, la testa.

Intanto Ugo s'è seduto su di una sedia

Franco: Ma… con chi sta parlando?

Ispettore: Con suo cognato.

Franco uscendo al pubblico: Questo è fuori di testa. All’ispettore Le proibisco dioffendere la memoria del mio caro defunto Ugo. Mio cognato è morto! Morto stecchito! Poi emozionandosi e piagnucolando teatralmente Magari fosse ancora qui, povera stella.

Franco esce

Scena 13°

Ugo al pubblico:Non pensavo mi volesse cosi bene mio cognato.

L'ispettore ha perso ogni sicurezza, diventando tentennante. Si siede facendo finta che non sia successo niente e ignorando Ugo che gli è seduto accanto

Ispettore comincia a parlare fra se: Meno male soli. Pensa con che gente si ha a che fare. Non so per quale motivo voglia prendermi in giro. Prima mi mette qui un pagliaccio vestito da morto vivente che…

Appare lo zombie alla finestra

Scena 14°

Ispettore balbettante: Ma… ma… ma...

Ugo: E già! E… pensi, non c’è terrazzo, è sospeso in aria, Fluttua! Mimando le ali

Ispettore impaurito: Ma lei non esiste… è morto qualche mese fa.

Ugo: Esisto come spirito.

Ispettore: Co… Co… come spirito? Ma... quello fuori dalla finestra?

Ugo: Boh?  A parte gli spiriti della finestra, è il primo che ho visto a tu per tu quando sono morto. Con fare cospiratorio Dev’essere il portinaio dell’aldilà

Ispettore: Come mai io posso vedere lei, mentre suo cognato no?

Ugo:  Non so, sono appena passato di qua, e non capisco ancora come funziona da queste parti.

Ispettore: Per favore mandi via quello alla finestra.

Ugo rivolto allo zombie: Capo? Se ne può andare per favore, o sta aspettando qualcun altro?

Lo zombie fa segno di si con la testa

Ugo: C’è un nuovo arrivo? Chissà chi sarà. Intanto pero, se volesse togliere il disturbo le sarò grato.

Lo zombie va via

Scena 15°

Ispettore: Grazie. Cosi va meglio e posso lavorare.

Ugo incuriosito: Lavorare? Per cosa?

Ispettore: Dovrei conferire con dei clienti per la vendita di questo appartamento. Ma a lei a quanto pare, l'affare non dovrebbe più interessare.

Ugo: A me no! A mia moglie sicuramente si.

Ispettore: Be allora potrei parlare con sua moglie se l'affare dovesse interessarla.

Ugo: Ora non c’è. È a casa degli Zombi.

Ispettore:  Gli zombie?Ho capito. Se è andata dagli zombie vuol dire che anche sua moglie è trapassata. Anche la sua consorte non dovrebbe più essere interessata agli affari di questa terra.

Ugo: Ma no, è interessata eccome, ma stamane ha dovuto andare a far pulizie. Dagli Zombi!

Ispettore: Gli zombie… i morti viventi vuol dire.

Ugo: E beh… hanno un po di anni.

Ispettore: Beh... ci credo. Sono morti gli zombie.

Ugo: Non esageriamo suvvia. Hanno un piede nella fossa ma, non sono ancora morti del tutto.

Ispettore: Ma se sono zombie vuol dire che sono morti. Viventi ma, morti.

Ugo: Macché morti! I signori Giulio Zombi e consorte Anita Zombi, non sono ancora morti.

Ispettore: Il loro cognome fa Zombi! Adesso ho capito.

Ugo:  Certamente! Ci voleva molto per capirlo? Lei mi da l’impressione di essere un pochino tardo di comprendonio. Senza offesa eh.

Si sentono due fucilate in sequenza

Ispettore: Ma che succede adesso? Questi sono spari?

Ugo: Dal rumore mi sembrano quelli dello schioppo di Rocco.

 

Scena 16°

Irrompe in casa Rocco allarmato

Ugo: Che avevo detto?

Rocco all'ispettore: Lei chi sarebbe?

Ispettore alterato: Chi è lei piuttosto. Come si permette.

Rocco: Calmo perché…  pampam, ti do subito una schioppettata tanto per cominciare.

Ispettore impaurito: Appunto il fucile… la prego di rinfoderare l'arma.

Rocco: Rinfo... cosa? Che sta dicendo? Citrullo!?

Ispettore: Potrebbe metter via l'arma, per favore?

Rocco: Non posso! Ho appena sparato a quei tizi che volano fuori dalla finestra.Non è che son passati anche da qui?

Ispettore imbarazzato: Potrebbe chiederlo al signore qui presente.

Rocco: Quale?

Ispettore additando Ugo: Lui!

Rocco: Io non vedo alcun signore. Piuttosto, lei che ci fa qui?

Ispettore: Sono qui in veste di proprietario di questa casa sfrattata ai precedenti inquilini.

Rocco: Ha preso una bella gatta da pelare.

Ispettore: Che gatta? Perché?

Rocco: I morti! A tutte le ore del giorno e della notte volano davanti alle finestre di chi abita qui per spaventarli e farli andare via, perché a quanto pare la casa è troppo vicina al cimitero e a loro da fastidio.

Intanto Rocco va alla finestra e punta il fucile fuori

Ugo: Copione! Se fossi ancora vivo ti denuncerei per plagio.

Ispettore sottovoce a Ugo: Come scusi.

Ugo: Quello che ha appena detto sugli spiriti, è ciò che ha scritto sul libro a cui stavo lavorando.

Ispettore: Ah! Lei era uno scrittore?

Ugo: Di grande fama. Insomma più che di gran fama, di grande fame.

Intanto Rocco fa finta di accorgersi delle voci

Rocco: Ma…  con chi sta parlando?

Ispettore: Con lui, col signor Ugo.

Rocco: Chi vorrebbe prendere in giro? Me per caso?

Ispettore: Nessuno, nessuno.

Rocco: Perché se no… pampam! Apra bene le orecchie e mi ascolti. Ugo è morto sei mesi fa.

Ispettore: Certamente, certamente.

Rocco: Adesso si sieda perché, se dovessero arrivare ancora i morti io sparo, e non vorrei che lei si trovasse fra la canna del mio fucile e loro.

Ispettore si siede timidamente mentre Rocco va verso le stanze col fucile spianato ed esce

Scena 17°

Ugo: Se è come nel mio libro, Rocco può vedere i defunti perché sono loro stessi che si vogliono mostrare, per spaventarlo in modo che se ne vada da quest’abitazione.

Ispettore: Ma allora come mai non vede lei che… mi scusi il termine, è trapassato.

Ugo: Magari perché sono ancora in una fase latente… insomma non sono ne carne ne pesce. 

Ispettore: Ma io la vedo.

Ugo: Questo è un mistero. Bisognerebbe chiederlo al padrone additando il cielo ma fino ad ora ho incontrato soltanto il portinaio.

Torna Rocco e appoggiandosi al tavolo dove è seduto l'ispettore minacciandolo

Scena 18°

Rocco: Allora? Non ha visto nessuno lei?

Ispettore timidamente: Mi scusi, ma chi sarebbero questi individui che dovrei vedere?

Rocco: Quelli della fotografia appesa al muro. Sono i bisnonni dei Petrassi. Sa dov’era quella foto? Glielo dico io! Al cimitero sulla loro tomba.

Ispettore: Come mai adesso è qui?

Rocco: L’hanno staccata dalla lapide e l’han portata qui perché, vogliono venire ad abitarci.

Ugo davanti alla foto: La foto? Mi sono accorto adesso. Quante cose son cambiate in sei mesi.

Rocco sempre minaccioso nei confronti dell'ispettore

Rocco: Questi furboni… se mi capitano a tiro, pampam li sistemo in un attimo.

Ugo alle spalle di Rocco

Ugo: Quanto sei ignorante. Sai cosa ci fa il tuo schioppo ai morti? Nulla!

Rocco sempre come sopra: Poi li prendo e li seppellisco nel mio orto, se proprio non vogliono stare al cimitero.

Intanto Ugo si siede dicendo: Sei proprio un allocco. Non sai tenere neanche i pomodori nel tuo orto. . All'ispettoreNon può sentirmi sto tamburo.

Rocco sempre come sopra:Infine prendo lo zombie e lo faccio a pezzettini e lo do damangiare alle mie galline.

Ugo: Cosi ti faranno le uova marce! Hai proprio il cervello delle tue galline.

Rocco: Adesso… mi siedo.

Ispettore additando la sedia dove è seduto Ugo

Ispettore: Veramente… c'è...

Rocco: Veramente c'è cosa? C’è forse seduto uno spirito? Uno più, uno meno… 

Su queste parole per vendicarsi, Rocco appoggia forte il calcio del fucile sul piede di Ugo che nel frattempo si stava velocemente alzando. Ugo risiede con una smorfia di dolore, e Rocco gli siederà addosso.

Ispettore: Comodo? signor…

Rocco: Per niente! Mi sembra di star seduto su di un nido di serpenti velenosi. Sono loro… gli spiriti che mi fanno quest’effetto. Ho voglia di schiacciarli questi serpenti. Strusciandosi violentemente sul corpo di Ugo. Poi alzandosi e lasciando Ugo dolorante dice:Ora me ne vado ma, si ricordi che… i morti verranno anche da lei. Cosi dicendo fa un saluto militare calando il calcio del fucile di nuovo sul piede di Ugo. Dietrofront ed esce

Scena 19°

Ugo dolorante: Mamma mia che dolore!

Ispettore: Uno spirito non dovrebbe sentire dolore fisico.

Ugo: L’ho già detto che non sono ne carne ne pesce, insomma, non sono ancora deltutto spirito. Avviandosi alle camere

Ispettore: Adesso dove va?

Ugo zoppicante: Al cesso! Va bene? Esce

Scena 20°

Ispettore: Magari sto sognando. Di sicuro. Ma adesso sono sveglio e torno al lavoro.

Squilla il cellulare

Ispettore: Signorina Matilde, come va?... Sono contento… si l'aspetto… è un vero sollievo tornare a lavorare coi viventi… è un modo di dire… come dire, avere a che fare con persone piene di vita… allora l'aspetto… quarto piano prima porta a sinistra… a dopo. Chiude la telefonata

Scena 21°

In questo momento entra in casa Daniela

Daniela: Ugo, Ugo!

Ispettore alzandosi e andando incontro a Daniela: La moglie del signor Ugo?

Daniela: Si perché?

Ispettore: Condoglianze per suo marito.

Daniela: Magari. Comunque grazie ma, lei chi sarebbe?

Ispettore: Sono l'addetto alla vendita di questo immobile.

Daniela: Piacere. Non è che ha visto mio marito?

Ispettore: Certamente… accorgendosi della gaffe cioè, come faccio a vederlo? La buon anima vive in un altra dimensione.

Daniela: Sicuro. Fra le nuvole.

Ispettore alzando gli occhi al cielo: E già, prematuramente fra le nuvole.

Daniela: Più che prematuramente, è permanentemente fra le nuvole.

Ispettore: Purtroppo ma, per tornare sulla terra, voglio venirle incontro.Essendo a conoscenza della sua nuova condizione, potrei farle un prezzo di favore per l'acquisto di quest'appartamento.

Daniela: Mi scusi, ma quale sarebbe questa mia nuova condizione?

Ispettore: Essendo suo marito ormai permanentemente fra le nuvole, la sua condizione è quella di vedova.

Daniela ridendo ironicamente:Vedova? Magari!

Ispettore: Capisco che il dolore la confonda ma…

Daniela: Sfrattata! La mia nuova condizione è che sono stata sfrattata proprio da questa casa. Come potrei comprarla se non ho neanche lacrime per piangere.

Ispettore: Ah è cosi?

Daniela: Si!

Ispettore cambiando atteggiamento: E allora se ne vada e non mi faccia perdere altro tempo.

Daniela: D’accordo ma, volevo solo sapere se avesse visto mio marito.

Ispettore aprendo la porta e prepotentemente cacciando Daniela: Se ne vada! Sparisca dalla mia vista stracciona!

Daniela: Ma io…   

Ispettore: Via! 

Scena 22°

Ugo appare sulla scena proprio su questa frase, mentre Daniela uscendo mestamente gli da le spalle

Ispettore: Dannati straccioni.

Ugo: Chi? Si da il caso che quella fosse la mia vedova.

Ispettore: Allora? Ho già perso fin troppo tempo e...

In questo momento alla finestra compaiono i Petrassi

Petrassi: Ooooooo… via da quiiiii, questa è casa nostraaaaa.

Ispettore: E loro?

Ugo: I bisnonni dei Petrassi. Toglie la foto dal muro e mostrandola dice: Guardi, sonproprio loro.

Ispettore: È vero!

Petrassi: Via da qui rimbambito, o verremo a grattarti i piedi tutte le notti.

Ispettore: Co co… cosa?

Ugo: Bisogna espiare i propri peccati. Specialmente quello di trattar male le povere vedove.

Petrassi: Cra, cra, cra, cra gratta gratta gratta.

Ispettore:  Grat... cosa… che lingua parlano? Cosa dicono?

Ugo: La lingua dell’oltretomba.

Ispettore: Non capisco… che lingua?

 Ugo: Non tutto è spiegabile! Ah, dimenticavo che lei è un po duro di comprendonio. Dicono che le spelleranno i piedi a forza di grattarli. Tutte le notti!

Ispettore: No, questo no!

Ugo che vuole vendicare la moglie: E già. Tutte le notti, finché morte non giunga.

Ispettore coprendosi le orecchie: Non posso più sopportare tutto ciò.

Petrassi: Vero… ro… ro... oooooùurca sto ponteggio. Renzino stai attento! Razza di pelandrone. Si allontanano traballando

Appare in casa lo zombie

Scena 23°

Ispettore balbettante: Nooo! Anche questo? Non ne posso più!

Ugo indicando il cielo: Mi sa tanto che il principale ha visto come ha trattato la mia vedova.

Ispettore: Dica al suo principale che mi dispiace.

Ugo: Secondo me, è troppo tardi. C’è qui il portinaio. Allo zombie Capo, è giunto il nuovo arrivo?

Lo zombie con le mani indica l'ispettore facendo segno quasi

Ispettore quasi isterico additando lo zombie:  Io questo lo posso vedere… com'è possibile?

Lo zombie addita l'ispettore

Ugo: Ora è tutto chiaro!

Ispettore: Cosa?

Ugo: Lei può vedere il portinaio, perché è venuto ad aprirle la porta dell’aldilà

Ispettore: A me?

Lo zombie fa segno di si con la testa

Ugo: Prima o dopo tocca a tutti.

Ispettore: No, la prego… è presto, non può essere… io…

lo zombie si avvicina

Ugo: Si consoli, almeno quei due non le gratteranno i piedi.

Ispettore: Io adesso dovrei andare… buttando frettolosamente le scartoffie in valigettaAnzi dovrei proprio scappare. Fugge letteralmente seguito dallo zombie

Scena 24°

Ugo: Cosi giovane… ma, gli sta bene! Cosi impara a non fare li prepotente con Daniela. Al pubblico Attenzione! Io non gli ho augurato nulla di male. Si è solo trovato nel posto sbagliato e al momento sbagliato. 

Entra dirompente Rocco schioppo

Rocco: C’è nessuno? La caccia continua imperterrita. Non bisogna mai abbassare la guardia.

Ugo: Che allocco, crede di essere Rambo. Ma stavolta non mi freghi, perché sto qui in piedi proprio accanto a te.

Rocco: Intanto che non c’è nessuno, faccio un po di allenamento.Presentat arm… esegue il presenta arme riposo! Cala il calcio del fucile sul piede sinistro di Ugo Ora lo faccio un’altra volta

Ugo zoppicante: Mamma mia che botta! Si ma stavolta non mi freghi più perché, mimetto sulla tua sinistra. Si sposta sulla parte sinistra di Rocco

Rocco: Presenta arm... esegue il presenta arme riposo! Cambia braccio passando il fucile sul sinistro e calando il calcio sul piede destro di Ugo

Ugo dolorante: Che male! Rivolgendosi al cielo Capo mi sembra ora di aver diritto di diventare definitivamente spirito. Non posso continuare a essere ne carne ne pesce. Fa male! Esce estremamente dolorante

Rocco in piedi al pubblico: Che soddisfazione. Cosi  impara la lezione.

Esce

Scena 25°

Appaiono alla finestra i Petrassi

Renzino: Non c’è più nessuno.

Franco anche lui alla finestra

Franco: È vero, e per forza… guardando una fantomatica strada di sotto guardate come corre l’ispettore.

Si sente il rombo di un motore seguito da una sgommata di pneumatici.

Franco: Ho l’impressione che abbiamo fatto un gran bel lavoro.

Berta: Non è finita. Adesso arriveranno gli altri acquirenti.

Franco: Facciamo come con l’ispettore. Su, torniamo dentro.

Spariscono dalla finestra

Scena 26°

Entra timidamente in casa una bella donna. “Matilde”è il suo nome. Era attesa dall'ispettore

Matilde: C'è nessuno? Ispettore? Non c’è proprio nessuno… aspetterò. Siede

Alla finestra appaiono Franco e i Petrassi

Franco: D’accordo? Come prima ma più convincenti. Ora restate qui immobili,

Matilde: Scusate… magari potete aiutarmi.

Franco: Chi? Noi?

Matilde: Si proprio voi… se non disturbo.

Scocca il colpo di fulmine. Musica “Ghost” Franco agilmente entra dalla finestra e fa un galante baciamano a Matilde

Franco: Piacere… Franco!

Matilde: Piacere… Matilde!

Franco: Che bel nome… Matilde…

Matilde: Anche Franco… un nome cosi… cosi... Franco.

Berta a Franco: Noi cosa dovremmo fare?

Franco senza distogliere lo sguardo da Matilde: State li!

Matilde: Veramente io avrei un appuntamento con l’ispettore per l’acquisto di questa casa.

Franco: Io no... cioè… volevo dire che l’ispettore è fuggito. 

Matilde: Perché?

Franco: Per i morti.

Matilde: I morti? Allora credo di essermi sbagliata, pensavo di avere a che fare con una persona seria… franca...

Franco perso negli occhi di Matilde: Franco… non franca.

Matilde: Franco…

Franco: Cosi va meglio. Io sono Franco.

Matilde: Intendevo dire… l’ispettore...

Suona il cellulare di Franco con la solita suoneria. Anche Matilde stranamente cerca il proprio cellulare ma poi Franco risponde al proprio.

Franco al telefono: Si Caio. Il ponteggio è servito a perfezione. Ora pero dovete smontarlo… non prendertela, vedrai a cosa è servito. Ringrazia da parte mia anche Tizio e Sempronio… ora ti devo lasciare… ciao. Chiude la conversazione

Suona il cellulare di Matilde con la stessa suoneria di quello di Franco

Matilde risponde: Ispettore… ma cosa racconta? Gli spiriti… gli zombi in questacasa? Io cosa faccio?… Ah non le interessa… torni qui al più presto! Neanche morto? Ma…

D'ora innanzi i due si fisseranno sempre negli occhi fino al risveglio di Franco

Matilde: Ha riattaccato sto maleducato.

Franco: Cosi, anche a lei piace la musica caraibica.

Matilde: È la mia grande passione.

Franco: Magari le piace anche ballarla.

Matilde: Sopratutto ballarla.

Franco: Che coincidenza, io sono quasi maestro di ballo latino americano.

Berta dalla finestra: Noi che facciamo Franco?

Scena 27°

Entra Ugo dalle camere zoppicando

Franco senza distogliere lo sguardo da Matilde: State zitti!

Ugo fra se e il pubblico: Come può questo qua parlare con i morti.

Franco sempre guardando negli occhi la donna: Matilde le presento mio cognato.

Matilde come Franco porge distrattamente la mano: Piacere Matilde. Signor?

Ugo senza stringere la mano: Il fu signor Ugo. Perché ora sono morto.

Scena 28°

Irrompe in casa Rocco schioppo

Rocco rivolto alla finestra: Eccoli quei due! Adesso pampam... vi sistemo subito.

Franco a Matilde: E lui è Rocco schioppo. Inquilino di questo condominio.

Rocco recita ancora la parte del perseguitato

Matilde: Piacere Matilde. Porgendo la mano come sopra

Rocco: Non mi disturbi! Devo prendere la mira per fare a pezzi quei due.

Renzino agitandosi: Non starai facendo sul serio?

Berta: Renzino piantala di agitarti! Stai facendo traballare tutto il ponteggio.

Rocco: Certamente che faccio sul serio, brutte bestie. Prendendo la mira

Franco risvegliandosi: Basta cosi! La commedia è finita.

Ugo a Rocco convinto di  essere spirito:  Rocco schioppo, sei proprio un somaro.

Rocco a Franco: Come la commedia è finita?

Franco: Finita!

Rocco indicando Matilde: Ma, questa è qui per comprare casa. 

Franco: Si, ma lei non è come l’ispettore.

Berta: Possiamo tornare dentro al sicuro, o non ancora?

Franco: Tornate dentro.

Fra esclamazioni di sollievo, i due se ne vanno

Rocco: Quindi ora, posso vedere tutti, non devo più fingere? Additando Ugo

Ugo: Che somaro! Cosa vuoi vedere? Io sono morto. Ignorante!

Rocco minaccioso verso Ugo: Ignorante chi? Chi non sa tenere i pomodori nell’orto,e crede di essere un Rambo?

Ugo: Tu mi vedi... allora non sono... morto! Come sono contento.

Rocco: Se fossi in te, rimanderei i festeggiamenti.

Ugo a Rocco: Tu lo sapevi ma, mi hai massacrato i piedi?

Rocco: Quello è nulla, è soltanto l’aperitivo. Adesso c’è l’antipasto, il primo, il secondo, il dolce, la frutta, il caffè e l’ammazza caffè.

Ugo fugge inseguito da Rocco con fucile spianato

Scena 29°

Matilde: Ma cosa significa tutto ciò? Quei due alla finestra, un tipo che pensa di essere morto, l’altro che lo vuole far diventare davvero.

Franco: Una commedia. Quei due la fuori stanno calcando un palcoscenico che i miei amici Tizio, Caio e Sempronio hanno montato la notte scorsa.

Matilde: Fino al quarto piano?

Franco: E già, è un gran bel palco.

Matilde: Per che motivo tutto questo?

Franco: Per mandar via chi vorrebbe comprare questa casa, perché siamo stati sfrattati e non sappiamo dove andare.

Matilde: Ora capisco perché l’ispettore era terrorizzato.

Franco: Altro che. È partito come un razzo.

Matilde dolcemente: Allora dovrei fuggire anch’io?

Franco avvicinandosi: No, tu no… mi scusi... lei no. 

Matilde: Non c’è nulla di che scusarsi, dammi pure del tu. 

Franco: Anche tu… dammi del tu.

Matilde: Certo.

Franco: Grazie.

Matilde: Prego.

Franco: Non c'è di che.

Matilde: Ma… per tornare a prima, perché io non dovrei scappare?

Intanto sul ponteggio si rincorrono avanti e indietro Rocco e Ugo

Franco: Perché tu hai tutto il diritto… e...

Matilde: E?

Franco: È la prima volta che mi succede…

Matilde: Anche a me… e...

Franco: E? Si prendono le mani guardandosi negli occhi

Entra Diego col passo da zombie interrompendo i due

Scena 30°

Matilde: E lui chi è?

Franco: Mio nipote Diego. Anche lui è parte del cast.

Diego sorpreso: Ma come…

Franco: La commedia è finita caro Diego.

Diego che capisce l'innamoramento dice: Ho capito, pero voglio finirla in bellezza. Azionando il suo smart phone diffonderà il pezzo musicale“Thriller” diM. Jackson esibendosi ballando come nel famoso video. Cosi uscirà di scena

Scena 31°

Matilde ridendo: Certo che ci vuole una bella fantasia per costruire tutta sta storia.

Franco: Tanta. Ma tutto nasce da un romanzo che sta scrivendo mio cognato Ugo. In pratica tutto ciò era già stato scritto. Io ho messo attori e scenografia.

Matilde: E la regia.

Franco: Regia? Non esageriamo adesso, io sono solo un semplice muratore…

Matilde:Solo dici? È un bel mestiere. Creativo.

Franco infervorandosi: Devo ammettere che io e i miei colleghi Tizio, Caio e Sempronio siamo una macchina da guerra sul cantiere, per esempio quando c’è da tirar su muri, la prima regola è: fare una malta bella grassa e bagnare per terra. Cosi che io appoggio i forati, Tizio mette la malta, Caio mette a piombo, Sempronio comincia a buttar  su malta e io la liscio, poi di nuovo da capo finché il muro non arriva al soffitto e allora….

Matilde: Un lavoro di squadra.

Franco: Proprio! Invece tu che fai?

Matilde: L’editrice. Pubblico libri.

Franco: Editrice? Allora non puoi certo abbassarti a me e… se volessi invitarti a ballare non puoi certo accettare.

Matilde: Ti sbagli! Mi farebbe un gran piacere e...

Franco: Davvero? Allora aspetta un momento qui. Esce di corsa dall'appartamento.

Intanto Matilde sospirando, alzerà gli occhi al cielo e metterà le mani sul cuore

Torna in scena Franco con lo stereo in mano

Franco: Cominciamo subito. Preme il pulsante dello stereo e si diffonderà una baciata. I due balleranno un po. Poi ridendo si divideranno, Franco spegnerà lo stereo tornando poi da Matilde prendendogli le mani

Franco: Questo è solo un assaggio e…

Matilde lo attirerà a se e lo abbraccerà

Scena 32°

In questo preciso momento entrerà Daniela la quale sorprenderà i due, e rivolgendosi al pubblico dirà: E pensare che soltanto ieri m’ha detto ”Non è ancora nata la donna che mi imbriglierà”. Poi ai due: Sveglia!

Franco riavendosi: Ah Daniela qual buon vento…

Daniela: Quale vento? Sei ubriaco forse? Piuttosto presentami la signorina.

Franco: Certamente! Lei è Matilde. E lei è Daniela, mia sorella.

Le due si presentano

Franco: Matilde è qui per la casa, vorrebbe acquistarla.

Matilde: Si, son qui per questo motivo.

Daniela: A me è sembrato fosse qui per altro. Allusivamente

Franco: È qui per comprare ma… da cosa nasce cosa.

Daniela: Da cosa nasce cosa? Allora è un po di tempo che vi conoscete.

Matilde prende le mani di Franco dicendo: Un’oretta.

Daniela al pubblico: In un’oretta è riuscita a privarmi della  prima fonte economica di  sostegno.

Scena 33°

Entra trafelato ammaccato e zoppicante Ugo

Ugo: Daniela! Quanto ti amo.

Daniela: Hai bevuto?

Ugo: Ero morto e sono risorto, e ho capito quanto sei importante per me. L'abbraccia

Daniela staccandosi dolcemente dice: Cos’è questa storia? E poi guardati, chi ti ha conciato cosi? Andiamo di la che ti faccio qualche medicazione… patatone del mio cuore.

Ugo: È una storia lunga.

Daniela: Me neparlerai intanto che ti medico… ma a parte questo, ora bisogna che titrovi un lavoro perché, siam rimasti senza casa e senza soldi.

Matilde: Scusate… se posso.

Daniela: Ma certo, dica?

Matilde: Se vi posso aiutare, finché non trovate una sistemazione potreste rimanere qui.

Daniela: Davvero? Sarebbe magnifico!

Matilde: Allora rimanete, la casa non mi occorre subito.

Franco: Grazie Matilde! Come possiamo sdebitarci?

Matilde maliziosamente: Io e te… i conti li facciamo dopo...

Daniela: E noi? Cosa potremmo fare per ricambiare questo grande aiuto?

Matilde: Forse qualcosa potete fare. Come dicevo poco fa a Franco, io sono un editrice, e sono a conoscenza che lei signor Ugo, sta scrivendo un romanzo. Ecco, io ne sarei interessata.

Ugo: L'ho quasi finito!

Matilde: Allora mi tolga una curiosità… riusciranno gli spiriti a liberarsi degli inquilini?

Ugo: Come fa a sapere… a conoscere la trama del mio libro?

Matilde: Franco m’ha raccontato tutto e, vorrei chiederle il permesso di leggere la sua opera, e se dovesse piacermi, anche il permesso di pubblicarla.

Ugo e Daniela si guardano sbigottiti. Ugo dice: Tu… che dici…?

Daniela sognante: I Caraibi, il sole tutto l’anno, il succo di papaia, il latino americano… permesso accordato!

Ugo: Veramente dovrei essere io a concedere il permesso.

Daniela languida: Ma bambolotto mio… siamo un sol cuore una sola anima. Quel che mio è mio e quel che tuo è sempre mio.

Ugo: Come sei romantica Daniela.

Tutti si abbracciano in questo istante entra Diego vestito normalmente

Scena 34°

Diego: A cos'è dovuta sta romantica riunione?

Daniela: Grazie ala signorina Matilde, siam fuori dai guai.

Matilde: Non grazie a me ma… grazie a Franco.

Diego avvicinandosi a Franco dice: Zio? Hai sempre affermato che nessuna donna ti avrebbe inguaiato.

Franco: Quelle che volevano inguaiarmi… volgendosi a Matilde prendendole le mani  Non quelle che mi vogliono donare felicità

Daniela: A questo punto è giusto andare dai Petrassi a dargli la bella notizia.

Matilde: I Petrassi? Chi sarebbero?

Franco: I fantasmi di prima alla finestra.

Daniela: Adesso statemi a sentire! Sono stanca ed è ora che mi spiegaste questa storia.

Ugo: È una storia lunga, tanto lunga che quando ho cominciato a spiegarmela è stato troppo tardi, e sono stato conciato per le feste. Alludendo alle botte ricevute

Diego: Come diceva Machiavelli “il fine giustifica i mezzi.

Daniela: Capisco ancor meno di prima.

A soggetto uscendo: Non preoccuparti ti racconteremo ecc. ecc.

Scena 35°

Alla finestra appaiono lemme lemme le sorelle Finestra

Tina: Pensa se non c’eravamo noi che gli raccontavamo dei pomodori e della bicicletta di Rocco schioppo.

Nilde: non avrebbero potuto ricattare i Petrassi.

Tina: I quali non li avrebbero certamente aiutati.

Nilde: Ed ora sarebbero in mezzo ad una strada o sotto un ponte.

Tina: Non avrebbero conosciuto la signorina Matilde.

Nilde: In pratica la famiglia Patacca sarebbe senza casa e soldi e Franco… senza Matilde.

Tina: Pero noi ci facciamo solo gli affari nostri!

Nilde: Ma se noi non ci fossimo…

Escono di scena

Scena 36°

Si abbassano le luci o si chiude parzialmente il sipario. Una voce da fuori dirà al pubblico che è passato un anno e mezzo dall'ultima scena

Si riapre la scena sulle note di “Ancora” Di De Crescenzo dalla strofa “Notte alta esono sveglio, sei sempre tu il mio chiodo fisso” mostrando Franco in pigiama o tuta sportiva che dondola una carrozzina per neonati. Franco ha in corso una telefonata

Franco: Vi state preparando per andare a cena, ma non è troppa tardi…? Dimenticavo il fuso orario qui è notte… il bambino sta bene, gli ho appena dato da mangiare e ora lo sto dondolando un po per farlo dormire… Diego come va…? Fa il giocoliere sui trampoli con le noci di cocco…? Che bravo, salutamelo tanto… va bene… Matilde dovrebbe arrivare a momenti, il volo da Londra è atterrato un’ora fa, sarà per strada… no, va bene cosi, lei fa un lavoro importante ed io faccio il papà a tempo pieno… non sono sempre solo, c’è il bambino con me… certamente… va bene Daniela! Ciao. Riattacca

Rivolgendosi al pubblico sempre dondolando la carrozzina

Mia sorella ha coronato il sogno della sua vita. Si son trasferiti tutti e tre a Santo Domingo, la patria dei balli caraibici. L’hanno meritato, son contento per loro. Io? Sempre solo con il mio bambino, a parte una volta alla settimana quando vengono a farmi visita Tizio, Caio e Sempronio per mangiare una pizza assieme. Questo è il prezzo da pagare per essermi innamorato di Matilde… lo sapevo, ma grazie a Matilde la mia famiglia si è sistemata, a me non manca nulla, a parte un pochino la sua presenza ma, quando c’è…alzando gli occhi al cielo e sorridendo quando c’è...

Si sentono i rumori di una porta che si apre

Franco al pubblico: È arrivata.

Scena 37°

Entra in scena Matilde con trolley a seguito che abbandonerà all'entrata. Andrà velocemente verso Franco prendendogli le mani salutandolo velocemente, poi si volgerà alla carrozzina chinandosi per vedere il figlio

Matilde: Come dorme… sembra un angioletto.

Rialzandosi e volgendosi a Franco prendendolo per le mani

Matilde: E tu?

Franco: Tutto bene… grazie.

Matilde: Hai mangiato?

Franco: Si, ho scaldato qualcosa nel microonde. Non vedevo l’ora che arrivassi.

Matilde: Anche a me sei mancato ma… d’ora in avanti ti stancherai di vedermi.

Franco: Impossibile.

Matilde: Invece si! Questo è stato il mio ultimo viaggio, sono stata promossa e da domani sarò stabilmente in ufficio in città.

Franco incredulo: Tutte le sere a casa?

Matilde: Tutte le sere… per sempre.

Si abbracciano amorevolmente accennando ad un ballo lento sulle note di“Ancora” con la strofa “ Ancora, ancora, ancora, perché io da quella sera, non hofatto più l'amore senza te, e anche se incontrassi un angelo… “ mentre il sipario si chiude

Fine