La casa di Zorba

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Casa di Zorba (a sinistra) - Attraverso la finestra aperta si vedono IL GATTO E il BAMBINO (BU

LA CASA DI ZORBA

da La Gabbianella e il gatto di L. Sepulveda

PARTE PRIMA

SCENA   I    

UN GATTO NERO GRANDE E GROSSO

                                                                                                                                                                                                                                                          

                                                                                                                                                                                

Casa di Zorba (a sinistra) - Attraverso la finestra aperta si vedono  IL GATTO  E  il   BAMBINO (BU

                                                     RATTINI)

                                                       

                                                     

                                                     DIAPOSITIVA  :  CIELO E SOLE

     

NARRATORE    :  Estate, tempo di vacanze, tempo di partenze…..

                              Partiva il bambino: lo aspettavano quattro fantastiche settimane di

                              vacanza……

BAMBINO           : “Mi dispiace molto lasciarti solo, ma ho pensato a tutto:ho chiesto ad un  

                             amico di famiglia di venire ogni giorno ad aprirti una scatoletta di cibo

                             e a pulirti la lettiera. Vedrai, starai benissimo!” 

 

   ZORBA              :”Miao!”….

                                                                

  BAMBINO   

 : (sagoma in ombra che cammina nel cortile, salutando)

   

                           “Arrivederci, Zorba! Ci vediamo tra quattro settimane. Penserò a te tutti i  

                           giorni, te lo prometto!  Addio!   (SCOMPARE)

NARRATORE     :Zorba, il gatto nero grande e grosso, rimase sul davanzale a guardare

 la sua famiglia adottiva che si  allontanava in auto.

Pensava che, sì, gli sarebbe mancato l’ affetto di quel bambino, ma , in compenso, per quattro settimane sarebbe stato padrone dell appartamento: quattro settimane per oziare sulle poltrone e sui letti…. per arrampicarsi sui rami del vecchio ippocastano e scendere, dal tronco, nel cortile, per ritrovarsi con gli altri gatti del quartiere.No,di certo non si sarebbe annoiato!…..

Così pensava Zorba, il gatto nero grande e grosso, perché non sapeva che cosa gli sarebbe caduto tra capo e collo nelle ore seguenti…..

                                                       

                                                  SCENA   II

GABBIANI

BUIO SULLE CASE   -  

SULLO SFONDO       :   DIAPOSITIVA   DEI GABBIANI IN VOLO

MUSICA                     :

NARRATORE             :Partivano anche i gabbiani……

                                     Il grande stormo del faro della sabbia rossa  era in volo già da molte ore ed era giunto sulla foce del fiume Elba, nel Mare del Nord.

I gabbiani cominciavano a sentire un certo appetito, quando….

“Banco di aringhe a sinistra!”……annunciò il gabbiano di vedetta e tutti si tuffarono in picchiata sul provvidenziale banchetto: quando risalirono a galla, ogni gabbiano stringeva un pesce nel becco.

MUSICA……………….       

                                         

                                          DIAPOSITIVA DEI GABBIANI SULLE ONDE    

 NARRATORE              : Dopo esseri rimessi in forze, si sarebbero diretti verso il Golfo di

                                        Biscaglia, per il grande convegno dei gabbiani autorizzati dalla legge del mare e dei venti. Lì, come ogni anno , si sarebbero incontrati i gabbiani del Baltico, del Mare del Nord, dell Atlantico, quelli delle Canarie e di Capo Verde: ognuno di loro avrebbe narrato avventure e storie interessanti vissute su spiagge dorate , sui mari sconfinati , sulle verdi isole che soltanto loro , i gabbiani, conoscono…..

Perché questo è il bello dei gabbiani: che, anche se provengono da mari diversi, sanno stridere insieme e capirsi….

 

MUSICA……………….

                                        

                             DIAPOSITIVA DEI GABBIANI SUGLI SCOGLI

NARRATORE              : I maschi avrebbero costruito il nido, le femmine avrebbero depo-

sto e covato le uova e, quando ai piccoli fossero spuntate le prime penne robuste, sarebbe arrivato il momento più bello: insegnare loro a volare.

MUSICA………………,

                                                                                                                                                                                                                                     

SCENA   III

 LA FINE DI UN VOLO

LUCE SULLA CASA DI ZORBA

DIAPOSITIVA  SOLE-CIELO

ZORBA  è  SUL DAVANZALE

NARRATORE             :  Zorba, il gatto nero grande e grosso, prendeva il sole  facendo le

                                       fusa  e meditando a come si stava bene lì, sotto i raggi tiepidi…..

Stava per girarsi a pancia all’ aria, quando……

                                                                                                                                                                                     

DAL TETTO PRECIPITA   KENGAH  (burattino)  E FINISCE SUL DAVANZALE

ZORBA                        :”Ehi, gli atterraggi non sono il tuo forte: per poco non mi

                            finivi  addosso!”

KENGAH                      :”Mi dispiace, ma non ho potuto evitarlo: le mie ali sono diventate pesanti e la mia coda, come timone, è fuori uso….

 ZORBA                        :”Infatti sei ridotto malissimo……Assomigli vagamente ad un gabbiano, ma non potrei giurare che tu lo sia . Cos’ è  quella roba nera che hai addosso?

E come puzzi!….”

KENGAH                       : “Sono una gabbiana, infatti.      Stavo volando con i miei compagni di stormo verso il golfo di Biscaglia, sai, per il grande raduno dei gabbiani   Abbiamo avvistato un banco di aringhe e ci siamo tuffati.  Ero così intenta a pescare che non mi sono accorta della peste nera, la maledizione dei mari…..I miei compagni  hanno fatto in tempo a fuggire, io no…..

ZORBA                           :”Peste nera ?…. Maledizione dei mari?….. E…sarebbe questa roba puzzolente che hai addosso?…

KENGAH                          :”Sì, gli umani la chiamano petrolio…..Lo rovesciano in mare quando lavano le cisterne delle loro navi…. Galleggia sulle onde e porta la morte a chi ne viene afferrato.”

ZORBA                           :”La morte???……

KENGAH                         :”Sì, gatto, sto per morire…..

ZORBA                            :”Non dire così! Sei solo stanca e sporca, tutto qua. Perché non voli fino allo zoo? Là ci sono veterinari che potranno aiutarti”

KENGAH                          :”Non ce la faccio ….Questo è stato il mio ultimo volo: ho speso tutte le ultime forze per arrivare fin qui……

ZORBA                             :”Senti ,amica, io voglio aiutarti, ma non so come. Cerca di riposarti mentre io vado a chiedere cosa si fa con una gabbiana ammalata di …di  petrolio”

    (ZORBA SCOMPARE ALL INTERNO)

KENGAH                           :”Gatto….aspetta, amico…..

ZORBA (ricomparendo)     :”Vuoi che ti lasci un po’ del mio cibo?”

KENGAH                       :”No,…Con le ultime forze che mi restano , voglio deporre un uovo. Amico gatto , si vede che sei un animale buono e di nobili sentimenti: per questo ti chiedo di farmi tre promesse. Mi accontenterai?

ZORBA                                :”Ti prometto tutto quello che vuoi, ma ora riposa…..

KENGAH                              :”Non ho tempo di riposare…Promettimi che non ti mangerai l’uovo….

ZORBA                                 :”Prometto che non mi mangerò  l uovo

KENGAH                              :”Promettimi che ne avrai cura finchè non sarà nato il piccolo

ZORBA                                 :”Prometto che avrò cura dell’  uovo finché non sarà nato il piccolo”

KENGAH                               :”E promettimi che…..  gli insegnerai a volare

ZORBA                                  :”Prometto che gli insegnerò a volare

KENGAH                               :”Giura che manterrai le promesse….

ZORBA :                                  

                                        : ”Manterrò le promesse, parola di gatto. Ma, ora, riposa   mentre io vado in cerca di aiuto” 

NARRATORE:                         La gabbiana morente guardò il cielo, ringraziò tutti i buoni venti che l’ avevano accompagnata  e che le avevano fatto incontrare quel gatto buono grande e grosso …. Pensò che, per colpa degli uomini , non avrebbe potuto vedere il suo piccolo spiccare i primi voli, ma non provava rancore: sapeva che non tutti gli umani sono indifferenti e crudeli. Tante volte aveva visto , sorvolando le lingue di sabbia del mare del Nord o le bianche scogliere

 dell oceano, piccoli umani che si affannavano a ripulire le coste dal catrame , che raccoglievano i rifiuti , che curavano con amore i volatili feriti o cercavano di liberare con delicatezza le loro piume dalla morsa del petrolio.

Sembravano tutti molto giovani .e pieni di entusiasmo : erano bambini e ragazzi  che un giorno, forse, sarebbero diventati uomini capaci di vivere in armonia con altri uomini , con le piante , con gli animali , con il mare, con l’ aria……

Proprio  mentre pensava tutto questo  ed esalava l’ultimo respiro…..un ovetto bianco con delle macchioline azzurre rotolò accanto al suo corpo impregnato di petrolio

                SI  SPEGNE  LA  LUCE  SULLA CASA DI ZORBA

SCENA   IV

IN CERCA DI CONSIGLIO

A SINISTRA CASA DI ZORBA           A DESTRA  RISTORANTE 

                

DIAPOSITIVA  :  cielo

ZORBA  (SAGOMA –OMBRA)  ATTRAVERSA IL CORTILE

NARRATORE           :  Intanto, Zorba  era sceso dal tronco dell’    ippocastano nel cortile e si stava dirigendo verso il ristorante italiano del porto  (in ogni porto del mondo c è un ristorante italiano…)

MUSICA   ………………TARANTELLA   o CANZONE  NAPOLETANA

NARRATORE                  :Giunto davanti alla porta del ristorante , Zorba miagolò tre volte  e aspettò. Subito comparve SEGRETARIO, un gatto romano, molto magro e con  due soli baffi, uno a destra e uno a sinistra del naso.

SEGRETARIO                :”Salve , Zorba,!  Quale buon vento ti porta?… Se sei venuto per mangiare, mi dispiace, ma oggi siamo al completo….

ZORBA                              :”Segretario, ho bisogno di miagolare con Colonnello: è urgente

SEGRETARIO                   :”Urgente!… Sempre urgenze all’ ultimo minuto! Vedrò cosa posso fare, ma solo perché si tratta di un’ urgenza

(RIENTRA NEL RISTORANTE)

 NARRATORE             : Colonnello era una vera autorità tra i gatti del porto. Oltre ad essere il più anziano, possedeva uno strano talento per dare consigli a chi si trovava in difficoltà e, per quanto non risolvesse mai alcun problema, i suoi consigli, per lo meno, davano un po’ di conforto.

DAL RISTORANTE  ESCE COLONNELLO  SEGUITO DA SEGRETARIO

COLONNELLO  (andando incontro a Zorba)

                                       :”Zorba!… Caro guaglione!      Segretario, servi al nostro amico un piatto di spaghetti con la pummarola ‘ n  coppa…

NARRATORE                 :  dovete sapere che Colonnello aveva l ‘abitudine di miagolare in napoletano

SEGRETARIO                :”Ma se li ha mangiati tutti lei!  Non mi ha lasciato nemmeno sentire l’ odore…..

ZORBA                            :”Ti ringrazio, Colonnello, ma non ho per niente appetito. Sono qui perché ho un grave problema e mi occorre un consiglio.

NARRATORE                   : Zorba riferì  l’ inaspettato  arrivo della gabbiana , le sue pessime condizioni  e le promesse che si era visto costretto a farle

COLONNELLO                  :”Mannaggia! Ma tu guarda che razza di guai riescono a combinare gli umani! Bisogna assolutamente aiutare quella povera gabbiana a riprendere il volo!

ZORBA                               :”Sì, ma come?”

SEGRETARIO                    :”La cosa migliore è consultare Diderot

COLONNELLO                   :”E’ esattamente ciò che stavo per suggerire io: Segretario, perché mi toglie i miagolii di bocca?

Andremo tutti insieme da Diderot::  i problemi di un gatto del porto  sono problemi di tutti i gatti del porto!

NARRATORE                       : così i tre amici, attraverso il labirinto di cortili e di vicoli tra le case del porto, corsero verso il tempio di Diderot, il BAZAR di Harry

SI SPENGONO TUTTE LE LUCI     -    IL RISTORANTE RUOTA  SU SE STESSO E

                                                               DIVENTA BAZAR

SCENA  V

UN GATTO ENCICLOPEDICO

DIAPOSITIVA

  

MUSICA……………..

LUCE  SUL BAZAR 

NARRATORE                            :il bazar dl porto era un luogo difficile da descrivere. Il proprietario, Harry, era un buon vecchio lupo di mare che, nei suoi cinquant’anni di navigazione per i sette mari, aveva raccolto bizzarri souvenir di ogni tipo. Quando la vecchiaia gli era entrata nelle ossa, aveva aperto il bazar dove teneva in mostra gli oggetti raccolti nelle centinaia di porti che aveva visitato.

Harry aveva due mascotte : Mattia, uno scimpanzé, gran bevitore di birra, che si occupava di far pagare il biglietto ai visitatori  e Diderot, un gatto grigio, piccolo ,   magro  e un po’ miope che aveva il compito di tenere lontani i topi dalle migliaia di libri custoditi nel bazar.

A forza di aggirarsi tra tutti quei volumi, Diderot  aveva preso gusto a studiarli. Eh, sì , Diderot era di certo il gatto più istruito del porto!

CORTILE  - DIAPOSITIVA

ZORBA, COLONNELLO E SEGRETARIO (sagome –ombre) 

SI FA AVANTI MATTIA CON UN BOCCALE DI BIRRA IN MANO

NARRATORE                : giunti al bazar i tre amici furono apostrofati in malo modo da Mattia

MATTIA………………..  :”Ehi, voi, sacchi di pulci ! Credevate di entrare gratis?

SEGRETARIO                :”Da quando in qua i gatti pagano?

MATTIA                           :”Poche storie:pagate o andatevene.  Dunque….siete in tre….a due marchi a testa, fanno…..dodici marchi in tutto!

ZORBA                             :”Di’ un po’, ubriacone di uno scimpanzé . vuoi fare il furbo o è la birra che ti fa contare doppio?  Vai subito a chiamare Diderot, se non vuoi provare i miei artigli sul tuo sedere rosso e spelacchiato!  (mostra una zampa levata)

NARRATORE                   : Zorba era un  gatto molto buono , ma , di fronte ai prepotenti , sapeva essere deciso e convincente

MATTIA (arretrando)         :”Certo, signor Zorba, vado subito, corro…volo…(SCOMPARE)-

                                              

NARRATORE                    : Diderot  era, in quel mentre,  alle prese con una banda di topi che si erano messi a banchettare con le pagine di un atlante: come antipasto avevano divorato l’isola di Madagascar e , se Diderot non se ne fosse accorto in tempo, l’intero continente africano sarebbe scomparso, ingoiato da quelle fameliche fauci. Non appena seppe che Zorba, Colonnello e Segretario  chiedevano di lui , si fece loro incontro

DIDEROT                            :”Cari amici , in cosa posso esservi utile?

 ZORBA                               :”Diderot, visto che tu leggi tanti libri e sai tante cose, forse puoi darmi una zampa a risolvere un grosso problema

DIDEROT                              :”Esponi la questione

NARRATORE                        :Zorba spiegò all’attento  Diderot  la faccenda della gabbiana  imbrattata di petrolio finita sul suo   davanzale , poi concluse:

ZORBA                                   :”…..e così l’ho lasciata molto  malridotta, poco fa , per venire in cerca d’aiuto”

DIDEROT                             :”Che storia terribile ! Terribile!  Vediamo….fatemi pensare: gabbiano….petrolio…..petrolio… gabbiano….gabbiano ammalato…..Ci sono! Dobbiamo consultare l’enciclopedia!

ZORBA, SEGRETARIO, COLONNELLO (insieme) :  La ….cosa?

DIDEROT                             :La en-ci-clo-pe-dia. Il libro del sapere.

ZORBA                            :”E c’è scritto anche come togliere le macchie di petrolio?”

DIDEROT                         :”Certamente ! Nell’enciclopedia c’è tutto!  Vado subito a prendere il volume diciannove, lettera S, come smacchiatore  (scompare e ricompare subito dopo con un volume tra le zampe)

“Dunque, vediamo…..macchie di marmellata…..macchie di inchiostro….ecco qua: macchie di petrolio : si pulisce la superficie interessata con un panno bagnato di benzina”

ZORBA                               :”E dove diavolo troviamo la benzina ?

COLONNELLO                    :”Se non ricordo male, negli scantinati del ristorante abbiamo un barattolo con dei pennelli a mollo nella benzina. Segretario, lei si bagnerà adeguatamente la coda nella benzina e poi andremo a ripulire quella povera gabbiana “

SEGRETARIO                     :”Ah, no! Questo proprio no! E poi, perché proprio io ?

COLONNELLO                     :”Perché stasera il menù prevede fegato alla panna , doppia razione e… a lei piace molto il fegato :non vorrei essere costretto a privarla di un boccone così ghiotto…..

SEGRETARIO                       :”Ha detto fegato alla panna?…Va bene, mi ha convinto …..

Cosa non si farebbe per una doppia razione!

TUTTI INSIEME I QUATTRO GATTI SI ALLONTANANO

SI SPEGNE LA LUCE SUL BAZAR  E  SI  ACCENDE SULLA CASA DI ZORBA

SCENA  VI

L’ UOVO

DIDEROT,  COLONNELLO  E  SEGRETARIO  (quest’ultimo con la coda dritta)  SONO NEL CORTILE

ZORBA  (Burattino)  SUL DAVANZALE

DIAPOSITIVA

NARRATORE                       : i quattro gatti , dopo che Segretario ebbe inzuppato ben bene la sua coda nella benzina, si incamminarono per andare a salvare la povera gabbiana . Zorba , che era molto in ansia , li precedette e giunse per primo sul davanzale,ma, ahimè…..troppo tardi!

ZORBA (affacciandosi verso il cortile, rivolto ai tre gatti)

                                                “Amici, siamo arrivati tardi: è morta!”

               ( prende l’uovo tra le zampe)

                                                  “L’uovo! E’ riuscita a deporre l’uovo!”…..E  ora?….Che ci

                                                  faccio con questo?”

DIDEROT                                 :”Una frittata! Si potrebbe fare una frittata .Uno sguardo all’enciclopedia ci dirà come preparare la migliore delle frittate: sesto volume lettera F”

COLONNELLO                         :”Non se ne miagola neanche! Zorba ha promesso a quella gabbiana che si sarebbe preso cura dell’uovo e del piccolo. La parola d’onore di un gatto del porto impegna tutti i gatti del porto: l’uovo non si tocca!”

ZORBA                                     :”Ma io non  ho mai covato un uovo, prima d’ora!  Sono un gatto, io…e i gatti non covano!

DIDEROT                                  :”Devo consultare l’enciclopedia: ventunesimo volume, lettera U.  Comunque, fin da ora consiglio calore, mooolto calore corporeo

 

SEGRETARIO                        :”Ossia , bisogna sdraiarsi sull’uovo, ma senza romperlo”

COLONNELLO                        :”E’esattamente ciò che stavo per suggerire io, ma, come al solito , c’è qualcuno che mi toglie i miagolii di bocca…..

Zorba, tu rimani con l’uovo  e noi accompagneremo Diderot a consultare la sua enciclopedia . Torneremo stasera con le novità e daremo sepoltura a quella povera gabbiana"

COLONNELLO , SEGRETARIO E DIDEROT SI ALLONTANANO -  ZORBA RIMANE SUL DAVANZALE CON L’UOVO TRA LE ZAMPE    - DIAPOS.  TRAMONTO

NARRATORE                           :così Zorba ,  rimasto solo, si sdraiò accanto all’uovo facendo attenzione a non romperlo: si sentiva ridicolo, in verità, ma una promessa è una promessa, così si addormento’ al tepore degli ultimi raggi di sole tenendosi stretto l’uovo bianco a macchioline azzurre

SCENA  VII

UNA NOTTE  TRISTE

BUIO SULLE CASE    -     Diapositiva con   CIELO  E  LUNA

NARRATORE                   :Alla luce della luna, Zorba, Colonnello, Segretario e Diderot scavarono una buca ai piedi dell’ippocastano, vi depositarono la gabbiana morta e la ricoprirono di terra. Poi colonnello miagolò in tono grave:

COLONNELLO                  :”Compagni gatti, siamo qui riuniti, in questa notte di luna , per dare l’estremo saluto ad una sfortunata gabbiana della quale non abbiamo saputo nemmeno il nome. L’importante, però, è che sia arrivata moribonda fino a casa di Zorba , uno dei nostri, il quale non tradirà la sua fiducia. Zorba ha promesso di prendersi  cura dell’uovo che lei ha deposto prima di morire , del piccolo che nascerà e, cosa più difficile di tutte, compagni , ha promesso di insegnargli a volare…

DIDEROT                            :”Volare: ventitreesimo volume, lettera V…

COLONNELLO                    :”……promesse difficili  da mantenere, ma sappiamo che un gatto del porto  mantiene sempre i suoi miagolii  e noi tutti lo aiuteremo.

Ed ora diciamo addio a questa gabbiana, vittima degli umani, miagolando tutti insieme la canzone d'addio dei gatti del porto”.

NARRATORE                    : ai piedi del vecchio albero i quattro gatti miagolarono una triste litania,  imitati ben presto da tutti i gatti del quartiere.

 

MUSICA…………………….”ST. JAMES INFIRMARY “  (BLUE

SECONDA PARTE

SCENA  I

NASCE IL PULCINO

  

LUCE SULLA CASA DI ZORBA

ZORBA SUL DAVANZALE CON L’UOVO    (burattino)

DIAPOSITIVA  CIELO-SOLE    alternata a DIAPOS. TRAMONTO   alternata a BUIO in successione per il tempo del narratore

MUSICA………………….

NARRATORE                : per molti giorni il gatto nero grande e grosso rimase sdraiato accanto all’uovo , proteggendolo e scaldandolo con il contatto della sua folta pelliccia.

Quando l’amico di famiglia veniva a dargli il cibo e a pulire la lettiera , Zorba si raggomitolava tutto per nascondere l’uovo: che cosa avrebbe pensato quel brav’uomo di un gatto che covava un uovo?

Gli amici venivano a trovarlo e ad informarsi su come  andavano le cose, ma a  Zorba sembrava che il tempo  non passasse mai. Finalmente la sera del ventesimo giorno……..

FORTUNATA                :”Mamma!”

 

NARRATORE                :il pulcino aveva aperto con il becco il guscio dell’uovo e ne era

                                         uscito

FORTUNATA                 :”Mamma! Mamma!”

NARRATORE                 : Zorba rimase perplesso di fronte a quell’esserino tanto piccolo,

                                          ma con tanto fiato in gola

FORTUNATA                  :”Mamma! Ho fame!”

ZORBA                            :”Hai fame?…Vediamo…I gabbiani si nutrono di pesce, ma dove lo trovo io, adesso, un pezzo di pesce? Potrei andare giù al porto e sgraffignarne qualcuno dal banco di un pescivendolo….ma non posso lasciare il pulcino da solo, qui sul davanzale, con tutti i gatti poco di buono che ci sono in giro: se lo papperebbero in un boccone… Ho trovato!  I gabbiani sono uccelli  e gli uccelli mangiano gli insetti: acchiapperò le mosche, che tanto mi sono pure antipatiche, e le darò al piccolo.

FORTUNATA                  :”Ho fame!….Mamma!  Ho fame!…..

ZORBA  SALTA DA UNA PARTE ALL’ALTRA DEL DAVANZALE

 

NARRATORE                   :saltando da una parte all’altra Zorba riuscì ad acchiappare diverse mosche che il piccolo ingoiò voracemente, mostrando di gradirle molto.

FORTUNATA                     :”Buona pappa! Ancora, mamma , ancora!

ZORBA                               :”Senti, mi dispiace, ma io non sono la tua mamma”

FORTUNATA                     :”Certo che sei la mia mamma. E sei una mamma molto buona”

NARRATORE                     :Soddisfatto del pasto, il piccolo si rannicchiò tra le zampe di   Zorba. Si era appena addormentato quando arrivarono Colonnello, Segretario e Diderot.

AVANZANO LE SAGOME DEI TRE GATTI  E SI FERMANO NEL CORTILE

DIDEROT                            :”Congratulazioni! E’ proprio un bellissimo pulcino. Quanto pesava quando è nato?

ZORBA (dal davanzale)       :”Ma che razza di domanda è? Non sono mica sua madre!”

COLONNELLO                     :”Beh, è quello che si chiede di solito in questi casi. Non la prendere male. Si tratta davvero di un bellissimo pulcino”

DIDEROT                              :”Terribile! Terribile! Il piccolo non ha nulla da mangiare. E’ terribile!

                      

COLONNELLO                      :”Hai ragione, Diderot, ma a questo possiamo provvedere subito. Segretario, cosa aspetta?”

SEGRETARIO                        :”Mi perdoni, signore, ma non la seguo.”

COLONNELLO                       :”Corra al ristorante e torni con una sardina. Immediatamente!”

SEGRETARIO                        :”E perché proprio io, eh? Perché devo essere sempre io il gatto delle commissioni, eh? Va’ a bagnarti la coda nella benzina…….. va’ a cercare una sardina……..SI  AVVIA E, MENTRE STA PER  SCOMPARIRE, aggiunge :” Perché sempre io, eh?”

 FORTUNATA                          :”Mamma , sei una mamma molto buonissima!

DIDEROT                                  :”Ti ha chiamato mamma! Ma è terribilmente tenero!…

COLONNELLO                          :”Bene, caro guaglione, sono fiero di te: hai tenuto fede alla prima promessa  e stai mantenendo la seconda: ti resta solo la terza”.

ZORBA                                       :”Già, la più facile…insegnargli a volare…Ma nel frattempo  c’è un altro problema da risolvere.

 DIDEROT                                   :”Dimmi quale e corro a prendere il volume dell’enciclopedia adatto al caso.

ZORBA                                        :”Grazie, Diderot, ma non credo che l’enciclopedia possa aiutarci …. Il fatto è che non so dove tenere il pulcino al sicuro fino a quando non sarà in grado di volare…Sul davanzale ,è troppo pericoloso: potrebbe cadere nel cortile ,dove ho visto aggirarsi certi brutti ceffi di gatti randagi che lo papperebbero in un boccone…In casa ,sporcherebbe dappertutto e l’amico che ogni giorno viene a darmi il cibo non tarderebbe a scoprirlo… Pensando che io l’abbia catturato per mangiarmelo, lo porterebbe via …nsomma, non so proprio che pesci pigliare….

COLONNELLO                     :”Hai ragione, Zorba! Disgraziatamente  gli umani sono imprevedibili: spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori.

DDEROT                               :”Proprio così! Harry, per esempio, è un brav’uomo dal cuore d’oro, ma , siccome prova un grande affetto per lo scimpanzé e sa che gli piace la birra, gliene dà bottiglie su bottiglie. Il povero Mattia è ormai alcolizzato  e quando si ubriaca è capace di dire cose terribili. Terribili!…..

E che dire dei danni che fanno consapevolmente? Pensiamo a quella povera gabbiana che è morta per quella dannata mania di avvelenare il mare con la loro spazzatura”…

Tornando al nostro problema, il bazar di Harry è un posto sicuro: Zorba  e il pulcino potrebbero trasferirsi nel bazar finché il piccolo non avrà imparato a volare…

COLONNELLO                       :”Adesso ti ci metti anche tu, Diderot, a togliermi i miagolii di bocca?  Stavo appunto per suggerire che Zorba e il piccolo vadano a vivere nel bazar, dove potranno avvalersi di tutta la nostra collaborazione …

ZORBA                                    :”Colonnello, questa volta hai avuto proprio un’idea luminosa.

COLONNELLO                        :”Per tua norma, le mie idee sono sempre luminose, anzi, brillanti , geniali, oserei dire…

Allora è inteso, Zorba: da domani il bazar sarà il nostro quartier generale!”.

COLONNELLO E SEGRETARIO SI ALLONTANANO

SI SPEGNE LA LUCE SULLA CASA DI ZORBA  E SI ACCENDE SUL BAZAR

SCENA II

IL PERICOLO E’ IN AGGUATO

NARRATORE                       :Fu così che Zorba e il pulcino si sistemarono nel bazar. Quella risultò un’ottima soluzione: il cibo era assicurato da Segretario che faceva la spola tra il ristorante ed il bazar, Zorba, tutte le mattine, faceva ritorno nell’appartamento, in modo che l’umano non si allarmasse; nel frattempo il piccolo rimaneva al sicuro affidato alle cure degli amici di Zorba. Una mattina, però, mentre Colonnello, Segretario e Diderot erano intenti a consultare l’enciclopedia per  cercare di capire se  l’uccellino fosse maschio o femmina, il piccolo, saltellando sulle esili zampe, uscì da solo all’aperto

FORTUNATA( sagoma) E’ NEL CORTILE E SI ALLONTANA  DAL BAZAR

DA DIETRO IL BAZAR  AVANZANO TRE TOPI  (sagome) , UNO Più GROSSO E DUE PIU’ PICCOLI

MUSICA……………………..

GRANDE TOPO                  :”E così ,è vero quello che si racconta nelle fogne: i gatti hanno un pulcino! Si dice ,anche,che sia molto saporito. Hi hi hi!….

2^ TOPO                               :”Molto saporito!

3^ TOPO                                :”Sì, sì, saporito, saporito”

FORTUNATA                         :”Mamma! Aiuto!”

GRANDE  TOPO                    :”Amici, abbiamo trovato una colazione davvero buona!

                                                La cosa che più mi piace negli uccelli sono le cosce: questo le ha proprio polposette. Hi hi hi !…

2^ TOPO                                  :”Proprio polposette!”

3^ TOPO                                   :”Sì, sì polposette, polposette!”

FORTUNATA                            :”Mamma! Aiuto!”

NARRATORE                           :per fortuna, Zorba sopraggiunse  proprio nell’istante in cui i topi stavano per allungare le loro zampe verso il collo del pulcino

FORTUNATA                            :”Mamma, mamma! Mi volevano mangiare!

GRANDE TOPO                        :”Guardate un po’ chi arriva: il gatto ciccione!

1^ e 2^ TOPO                             :”Ciccione, ciccione!”   “Sì, sì, ciccione!

ZORBA                                       :”Non azzardatevi a toccare quel pulcino: è sotto la protezione dei gatti e se dovesse succedergli qualcosa, avrete le ore contate.

Mi conoscete e.. sapete bene che ho liquidato più ratti io dei peli che ho addosso

GRANDE TOPO                          :”Che brutti modi!… Va bene, va bene. Niente pulcino, ma……. ad una condizione”

ZORBA                                         :”E sarebbe?…..”

GRANDE TOPO                           :”Passaggio libero nel cortile. Colonnello ha dato ordine di sbarrarci la strada del mercato: fai revocare l’ordine e noi lasceremo in pace il tuo pulcino”

ZORBA                                          :”D’accordo, potrete passare nel cortile, ma soltanto di notte, quando gli umani non vi vedranno. Noi gatti abbiamo una reputazione da difendere”

I TRE TOPI INDIETREGGIANO E SCOMPAIONO DIETRO IL BAZAR

FORTUNATA  (si avvicina a Zorba):”Ho una mamma molto coraggiosa!”

BUIO SULLO SFONDO

SCENA  III

LA CHIAMARONO FORTUNATA

DIAPOSITIVA  :CIELO

I GATTI E LA GABBIANELLA  SONO NEL CORTILE

NARRATORE                               :Sistemati una volta per tutte quei famelici topi, i gatti decisero che fosse giunto il momento di dare un nome al pulcino, ma, per questo, occorreva sapere se fosse maschio o femmina. Diderot si era dato un gran da fare a sfogliare volumi e volumi dell’enciclopedia, senza venire a capo di nulla.

COLONNELLO                            :”L’unico che può aiutarci a scoprire se si tratta di un pulcino o di una pulcina e’ Sopravento. Lui conosce i segreti di tutte le creature marine. Bisognerà andarlo a cercare: speriamo che non sia in navigazione in questo momento…..Segretario!

SEGRETARIO                             :”Ho capito, ho capito…Vado a chiamare Sopravento…..

                                                     Tocca sempre a me ! Segretario fai questo…. Segretario fai quello…….(INTANTO SI ALLONTANA DALLA PARTE OPPOSTA AL BAZAR)

NARRATORE                              :Sopravento era un vero gatto di mare: da molti anni era imbarcato su una draga che ripuliva i fondali del porto ed era la mascotte di tutto l’equipaggio.

DALLA STESSA PARTE  ARRIVA SOPRAVENTO  SEGUITO DA SEGRETARIO:  Ha un berretto da marinaio

SOPRAVENTO                          :”Ehi, di bordo!

COLONNELLO                           :”Per fortuna ti abbiamo trovato, capitano, non sai quanto

abbiamo bisogno di te e della tua esperienza di vero gatto di mare!”

NARRATORE                             :I gatti rapidamente gli miagolarono la storia della gabbiana e delle promesse di Zorba, promesse che impegnavano anche tutti loro.

SOPRAVENTO                           :”Per le pinne del pescecane! Mi chiedo se certi umani sono impazziti, o se vogliono trasformare l’oceano in un enorme immondezzaio. Torno ora da dragare la foce dell’Elba e non potete immaginare la quantità di spazzatura che porta la marea. Per il guscio della testuggine! Abbiamo tirato fuori bidoni di insetticida, pneumatici, tonnellate di quelle bottiglie di plastica che gli umani abbandonano sulle spiagge…..

DIDEROT                                   :”Terribile! Terribile! Se andranno avanti così, tra poco la parola inquinamento occuperà tutto il nono volume, lettera I, dell’enciclopedia

SOPRAVENTO                           :”E dite un po’,  cosa posso fare io per questo uccellino?

COLONNELLO                            :”Solo tu, che conosci i segreti del mare, puoi dirci se il piccolo è maschio o femmina”

NARRATORE: Sopravento si avvicinò al pulcino, lo esaminò dalla testa ai piedi e poi esclamò:

SOPRAVENTO: Per le chele del granchio! E’ una bella pulcina e ,un giorno, deporrà tante uova quanti peli ho sulla coda!

ZORBA: Sarebbe bello che potesse portare il nome di sua madre, visto che è destinata a proseguirne il volo, ma non ho avuto il tempo di chiederglielo….

COLONNELLO: Visto che la pulcina ha avuto la fortuna di cadere sotto la nostra protezione, propongo di chiamarla FORTUNATA”

SOPRAVENTO: Per il fegato del merluzzo! E’ un bel nome! 

COLONNELLO: Allora siamo tutti d’accordo : si chiamerà ….Fortunata!   

                                                        Benvenuta tra noi, Fortunata, amica dei gatti!

TUTTI I GATTI INSIEME: ”URRA’! URRA’!  URRA’! “                                            

                                                       

MUSICA     

SI SPEGNE LS LUCE SULLO SFONDO  -  FARO SUL BAZAR

SCENA  IV

GATTO O GABBIANA?

LUCE SULLO SFONDO

NARRATORE: Fortunata crebbe in fretta, circondata dall’affetto di gatti.Dopo un mese che si era trasferita nel bazar di Harry, era una giovane e snella gabbiana dalle setose piume color argento. Intanto Diderot sfogliava libri su libri cercando un metodo con cui Zorba potesse insegnarle a volare.

FORTUNATA(SAGOMA DI GABBIANO) PASSEGGIA NEL CORTILE

DAL BAZAR ESCE DIDEROT CON UN LIBRO TRA LE ZAMPE

DIDEROT: Dunque….Vediamo…..Il volo consiste nello spingere l’aria indietro e in basso….Bene, bene…Sappiamo già qualcosa di importante.

FORTUNATA: Perché devo volare?

DIDEROT: Perché sei una gabbiana e i gabbiani volano. Mi sembra terribile, terribile! Che tu non lo sappia.

FORTUNATA: Ma io non voglio volare: Non voglio nemmeno essere un gabbiano: voglio essere un gatto”

DIDEROT (allontanandosi) : Vuole essere un gatto! Ma è terribile! Terribile!….

.

DAL BAZAR AVANZA MATTIA E SI AVVICINA A FORTUNATA

MATTIA: Ha ha ha! Sei solo uno stupido uccellaccio…E sai perché quei sacchi di pulci dei tuoi amici gatti ti viziano tanto? Perché aspettano che tu ingrassi per fare un bel banchetto. Ti divoreranno con le piume e tutto!

FORTUNATA:  Signora scimmia, perché mi dice questo? Io non sono un uccello, sono un gatto!

MATTIA (rientrando):Vedrai …vedrai se non ho ragione io…

ZORBA SOPRAGGIUNGE DALLA PARTE OPPOSTA

ZORBA: Fortunata, non vieni a mangiare? Non hai fame? Ci sono i calamari che ha portato Segretario dal ristorante.

FORTUNATA: Zorba, tu vuoi che mangi per farmi ingrassare?

ZORBA : Perché tu cresca sana e forte.

FORTUNATA: E quando sarò bella grassa tu e i tuoi amici mi mangerete?

ZORBA: Ma come ti vengono in mente certe idee?…

FORTUNATA: Me l’ha detto lo scimpanzè e ha detto che io sono un uccello.

ZORBA: Ascolta,  Fortunata, tu sei un uccello. Su questo lo scimpanzé ha ragione, ma solo su questo. Noi ti vogliamo tutti bene, Fortunata.

E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e a noi piace che tu sia diversa.

Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall’uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto, senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo come sei, gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo tuoi amici, la tua famiglia.

E un’altra cosa devi sapere:  grazie a te, abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio. ABBIAMO IMPARATO AD APPREZZARE, A RISPETTARE E AD AMARE UN ESSERE DIVERSO. E’ MOLTO FACILE ACCETTARE E AMARE CHI E’ UGUALE A NOI, MA CON QUALCUNO CHE E’ DIVERSO E’ MOLTO DIFFICILE, E TU  CI HAI AIUTATO A FARLO .

Sei una gabbiana e devi seguire la tua natura di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai,  Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora, i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l’affetto tra esseri completamente diversi. Per questo, occorre che tu impari a volare…

FORTUNATA: Volare mi fa tanta paura!

ZORBA: Quando succederà, io sarò accanto a te, non temere: l’ho promesso a tua madre.

LA GABBIANELLA  CON UN’ALA ACCAREZZA IL GATTO  -  SI SPEGNE LO SFONDO

MUSICA……………………..

SCENA V

TENTATIVI DI VOLO                     :

NARRATORE:passarono i giorni … Le parole di Zorba erano entrate nel cuore di Fortunata ,dandole fiducia in se stessa e nei suoi amici.

DIAPOSITIVA  DI GABBIANI IN VOLO               MUSICA ………

ZORBA , FORTUNATA , COLONNELLO , SEGRETARIO  NEL CORTILE

NARRATORE: Un pomeriggio Fortunata aveva accompagnato i gatti a prendere il sole nel cortile . All’improvviso, avevano visto volare in alto, molto in alto, sopra di loro, dei gabbiani. Spiccavano, belli e maestosi nel cielo blu. A tratti sembravano immobili, limitandosi a fluttuare nell’aria con le ali tese, ma bastava un lieve movimento perché si spostassero con una grazia ed un’eleganza che facevano invidia, e anche voglia di starsene lassù con loro.

FORTUNATA  APRE E CHIUDE LE ALI

ZORBA: Vuoi volare signorina?

FORTUNATA: Sì, per favore insegnatemi a volare!

NARRATORE: I gatti attendevano quel momento da molto tempo. Con tutta la pazienza che contraddistingue i gatti, avevano aspettato che la gabbianella comunicasse il suo desiderio di volare, perché capivano che si trattava di una decisione molto personale  e, finalmente quel momento era arrivato . Subito misero zampa al lavoro.

DIAPOSITIVA CIELO

DIDEROT E FORTUNATA  NEL CORTILE

DIDEROT: Ora, Fortunata, metteremo in pratica i fondamenti  del volo che abbiamo appreso nel primo volume dell’enciclopedia, lettera A, come aerodinamica, nonché nel dodicesimo, lettera L, come Leonardo da Vinci. Pronta al decollo!

FORTUNATA: Pronta!

DIDEROT: Rollare sulla pista spingendo indietro il suolo con i punti A e B

FORTUNATA  MUOVE LE ZAMPE COME SE CORRESSE

DIDEROT: Allungare i punti  C e D!

FORTUNATA  APRE LE ALI

DIDEROT: Muovere i punti C e D dall’alto in basso spingendo l’aria verso il basso!

FORTUNATA  BATTE LE ALI SU E GIU’, SI ALZA DI POCHI CENTIMETRI  E CADE

FORTUNATA :”Sono una buona a nulla! Sono una buona a nulla!”

ZORBA (accorrendo)              :”No, Fortunata , non ti scoraggiare:non si vola mai al primo tentativo. Ci riuscirai, te lo prometto”

BUIO SULLO SFONDO                 MUSICA…………………….

NARRATORE: i tentativi furono molti e tutti falliti. Diderot si era strappato i baffi ad uno ad uno dopo i primi dodici fallimenti, Fortunata diventava sempre più triste e malinconica e Colonnello aveva deciso di sospendere gli esperimenti

SCENA  VI

I GATTI  DECIDONO DI INFRANGERE UN TABU’

DIAPOSITIVA CIELO

SULLA SCENA (cortile) ENTRANO TUTTI I GATTI

ZORBA                               :”Deve volare. L’ho promesso a sua madre e a lei .Deve volare”  

COLONNELLO                           :”E la tua promessa impegna anche tutti noi”

ZORBA                                       :”Riconosciamo che, come istruttori di volo, siamo una frana. Insomma, non siamo capaci di insegnarle a volare….Dobbiamo chiedere aiuto fuori dal mondo dei gatti….

COLONNELLO                           :”Miagola chiaro, caro guaglione. Dove vuoi arrivare?”

ZORBA                                        :”Chiedo di essere autorizzato  , per la prima ed ultima volta in vita mia, a miagolare con un umano”

I GATTI TUTTI INSIEME             .”Vorresti…. infrangere il tabù???!!

COLONNELLO                             :”Zorba, sai bene che la legge dei gatti recita “Miagolare l’idioma degli umani è tabù”’, e sai anche perché  i nostri antenati hanno stabilito questo divieto: riesci ad immaginare cosa farebbero  gli umani con un gatto parlante? Sicuramente lo sottoporrebbero ad un sacco  di stupidi esami , perché,  in genere, gli umani  sono incapaci di accettare che un essere diverso da loro li capisca  e cerchi di farsi capire. Pensa  a cosa è capitato ai delfini, che si sono comportati in modo intelligente con gli umani,  così  sono finiti a fare i pagliacci negli spettacoli acquatici….. o ai leoni , i nostri grandi cugini, umiliati dietro le sbarre di uno zoo , o nei circhi ….No, Zorba , miagolare con gli umani ci costerebbe il bene più prezioso: la nostra dignità”

ZORBA                                       :”E se trovassimo un umano buono, sincero, che ci aiuti disinteressatamente? Da soli non riusciremo mai , in tutte le nostre sette vite, a far volare Fortunata.

COLONNELLO                           :”Conosci qualche umano con queste qualità?”

ZORBA                                       .”Quello che vive con la gatta Bubulina . Sta sempre a scrivere e, a volte ride dopo aver letto quel che ha scritto, a volte  butta via i fogli, senza nemmeno guardarli. .. Dalla sua finestra esce sempre una musica  dolce e malinconica : molte volte mi fermo ad ascoltarla……

SEGRETARIO                             :”……e a sbirciare Bubulina…

COLONNELLO                            :”Segretario, non sia pettegolo!    Piuttosto, Zorba , perché hai pensato proprio all’umano di Bubulina?”

ZORBA                                        :”Non lo so . Quell’umano mi ispira fiducia . L’ho sentito leggere quello che scrive : sono belle parole che rallegrano o rattristano, ma piacevoli da ascoltare”

DIDEROT                                    “E’ un poeta!…. Si chiama poesia quello che fa . Sedicesimo volume , lettera P, dell’enciclopedia”

SEGRETARIO                             “E…cosa ti fa pensare che quell’umano conosca il volo?”

ZORBA                                        “Forse non sa volare con ali d’uccello, ma,  ad ascoltarlo ,ho sempre pensato che voli con le parole”

COLONNELLO (tono solenne)     “Bene! Allora, chi è d’accordo che Zorba infranga  il tabù e vada a miagolare con il poeta  alzi la zampa destra”

TUTTI I GATTI ALZANO LA ZAMPA ANTERIORE

SI SPEGNE LA LUCE SULLA SCENA 

LA CASA DI ZORBA  RUOTA E DIVENTA CASA DEL POETA  - ACCANTO , TRA LA CASA E IL TELO DI SFONDO  AVANZA IL CAMPANILE

Musica -------LE  QUATTRO STAGIONI   DI VIVALDI OPPURE  MOZART (violino e orchestra)

 

 

,   

TERZA PARTE

SCENA  I

IL POETA

LUCE  SULLA  CASA DEL POETA

DIAPOSITIVA                 CIELO  con NUBI 

NARRATORE                  :in quattro salti Zorba fu sotto la finestra del poeta. Sul davanzale, la gatta Bubulina respirava la fresca umidità della sera

ZORBA  (dal cortile)            :”Psst!…Psst!… Bubulina!

BUBULINA                           :”Chi sei? Cosa vuoi?”

ZORBA                           :”Sono Zorba e ho bisogno del tuo aiuto: fammi entrare in casa  e presentami al tuo umano”

BUBULINA                           :”Impossibile. Sta lavorando e nessuno può disturbarlo, nemmeno io”

ZORBA                                 :”Per favore, è una cosa molto urgente. Te lo chiedo a nome di tutti i gatti del porto”

BUBULINA                           :”Perché vuoi vederlo?”

ZORBA                                 :”Devo miagolare con lui”

BUBULINA                           :”Sei matto? E’ tabù miagolare con gli umani! Vattene subito via!”

ZORBA                                :”No. E se non vuoi farmi entrare, allora farò in modo che sia lui a venire alla finestra”       

NARRATORE                      : Zorba cominciò a miagolare con quanto fiato aveva in gola . Nelle sue intenzioni, si sarebbe dovuto trattare di pezzo rock, ma, in realtà, erano miagolii stonati

ZORBA                                 :”MIAOOOO! MIAOOOO! MIAOOO!…………..

NARRATORE                       : quel gran chiasso, comunque,  ebbe l’effetto sperato. Il poeta, un po’ seccato e un po’ incuriosito, si affacciò alla finestra e vide Zorba che si sgolava

POETA                                  :”Senti gatto, se la tua vuol essere una serenata per Bubulina , temo proprio che lei non gradisca questo genere di musica”

ZORBA                                 :”So che canto molto male. Ma nessuno è perfetto!”

POETA                                 :”Ma tu …pa….pa…parli la mia lingua!   U…un ga ….un ga….un gatto che parla ?…..Dev’essere la stanchezza che mi fa brutti scherzi…

ZORBA                                :”Intanto io non parlo, miagolo, ma nella tua lingua. So miagolare in molte lingue, sai? Ascolta:  BONSOIR, GOOD EVENING , BUONASERA, KALISPERA…..

POETA                                 “Allucinazioni! …….Vero che sei un’allucinazione?

ZORBA                                 :”No. Sono un gatto vero in carne, ossa, baffi e coda regolamentare e sto miagolando con te , Fra molti umani ,noi gatti del porto abbiamo scelto te per confidarti un grande problema , perché tu possa aiutarci. Mi credi ?

POETA                                 :”Sì. E se questo è tutto un sogno, che importa…Mi piace e voglio continuare a sognare…..Perciò, miagola gatto :dimmi qual è il tuo problema “

NARRATORE                      :Zorba gli riferì la storia della gabbiana, dell’uovo, di Fortunata e degli inutili sforzi dei gatti per insegnarle a volare . Dopo aver concluso il suo racconto domandò con ansia:

ZORBA                               :”Puoi aiutarci?”

POETA                               :”Credo di si . E questa notte stessa”

ZORBA                               :”Questa notte? Ne sei sicuro?

POETA                               :”Guarda il cielo, gatto. Cosa vedi?”

ZORBA                               :”Nuvole. Molto presto pioverà”

POETA                               :”Ecco perché deve essere stasera”

ZORBA                               :”Non capisco….”

POETA                               :”Ascolta, gatto . Questa poesia si intitola “I gabbiani”. Ascolta questi versi e capirai…….”Ma il loro piccolo cuore,

                               lo stesso degli equilibristi,

                               per nulla sospira tanto

                               come per quella pioggia sciocca

che quasi sempre porta il vento

                               che quasi sempre porta il sole”

ZORBA                                :”Capisco. Ero sicuro che potevi aiutarci!”

NARRATORE                      :Si dettero appuntamento a mezzanotte  e il gatto nero grande e grosso corse via ad informare i suoi compagni.

BUIO SULLA CASA              DIAPOSITIVA NUVOLE SULLO SFONDO

ZORBA SI ALLONTANA IN DIREZIONE DEL BAZAR                              

SCENA  II

IL VOLO

LUCE SULLA CASA  - sul campanile

MUSICA…………………..UN OROLOGIO BATTE I RINTOCCHI DI MEZZANOTTE

IL POETA E’ ALLA FINESTRA     DAL LATO OPPPOSTO ARRIVA ZORBA CON FORTUNATA E RAGGIUNGONO LA CASA

NARRATORE              :come stabilito, a mezzanotte Zorba accompagnò la gabbianella a casa del poeta che li stava aspettando

POETA                        :”Gatto, aspettatemi davanti al portone: scendo subito”

ZORBA                        :”E dove ci porterai?”

POETA                       :”In alto, in un posto  da cui si vede tutta la città :il campanile di San Michele

FORTUNATA             :”Zorba, chi è quell’umano?”

ZORBA                       :”E’ una brava persona che ti aiuterà a volare “

FORTUNATA             :”Ho paura!”

ZORBA                       :”Ma vuoi volare, vero?”

FORTUNATA             :”Sì”

ZORBA                      :”Allora , andiamo”

ZORBA E FORTUNATA  SCOMPAIONO DIETRO LA CASA

LUNGO IL MURO DEL CORTILE SI ALLINEANO TUTTI GLI ALTRI GATTI

COLONNELLO          :”Compagni , tra poco assisteremo ad un evento straordinario: il primo volo di  Fortunata. Quella gabbianella mancherà a tutti noi che le vogliamo bene, ma non dobbiamo rattristarci, anzi, dobbiamo essere orgogliosi d’aver contribuito a farla diventare grande e forte e…..libera.

SUL DAVANZALE DEL CAMPANILE:  ZORBA ,E IL POETA CHE TIENE TRA LE MANI FORTUNATA

ZORBA                     :”Guarda , Fortunata, si vede il bazar di Harry. E laggiù ci sono i nostri amici

FORTUNATA           .”Ho paura ,Zorba ! Ho paura!

ZORBA                     :”Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. E’ acqua . Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice : uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali

FORTUNATA           :”La pioggia! L’acqua ! Mi piace!…

                                   Ti voglio bene, Zorba. Sei un gatto molto buono. Non ti dimenticherò mai. E neppure gli altri gatti “

ZORBA                     “neanche noi potremo mai dimenticarti…Ma ora vola! Il cielo sarà tutto tuo.

                                 E ricorda che vola solo chi osa farlo. Vola !

NARRATORE           :Fortunata  scomparve alla vista  e l’umano e il gatto per un attimo temettero il peggio, ma eccola  che batteva le ali e risaliva fino al campanile , planava, si allontanava tornava indietro

DIAPOSITIVA DI GABBIANO IN VOLO  oppure volo di una sagoma su filo 

MUSICA…………..

              

FORTUNATA           :Volo!  Zorba! So volare!

NARRATORE           :Zorba rimase a contemplarla finchè non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto..

MUSICA…………..

                                                      FINE