La danza dell’albero di Natale

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LA DANZA DELL’ALBERO

La danza dell’albero

di Natale

Drammatizzazione di Paola Fontana

Personaggi: Il narratore, l'abete, il vento (o i venti), i taglialegna, gli albere decorati, la terra, le palline dI neve, la luna, la stella cometa e le stelle, gli angioletti, Babbo Natale, un gruppo di bambini.

(Le indicazioni nelle didascalie  - destra, sinistra, centro - si riferiscono a chi guarda dalla platea. Il narratore può raccontare la storia stando sulla scena oppure può essere semplicemente un attore che diventa istanza fisica di una voce recitante preregistrata. Sì può evocare l'atmosfera con suoni registrati, come il soffio del vento, o far cadere della neve dal cielo creata con il polistirolo sbriciolato. Tutti i personaggi possono, una volta compiuta la loro azione, rimanere in scena formando un semicerchio sullo sfondo per non ingombrare la stessa, a cominciare da sinistra. Le canzoni possono essere eseguite da un coro di bambini accompagnati musicisti che hanno come riferimento lo spartito, oppure cantare sulla base, entrambi forniti con questo copione).

(Sì apre il sipario. Entra il narratore da destra con un libro in mano. Si pone al centro della scena e indossando gli occhiali comincia a raccontare...).

Narratore:        - Oggi vi raccontiamo "La danza dell'albero di Natale". Una tenera storia di collaborazione tra la terra i suoi figli e le creature dell'universo. (Si siede a sinistra della scena e continua a raccontare sfogliando il libro) C'era una volta, tra le montagne aguzze del Nord, un alberello di abete, infreddolito e triste, quasi tutto ricoperto dalla neve.

(Entra l'abete e sì pone immobile al centro della scena).

Abete:               - Brrr! Che freddo! {Sfregandosi le mani e le braccia, e scrollandosineve di dosso) Sono rimasto solo (guardandosi intorno)... solo e triste.

Narratore: Il vento soffiava soffiava soffiava... e l'abete era talmente intirizzito che se ne stava immobile come una statuina di gesso. Il vento soffiava soffiava e faceva tremare le foglioline, i rami danzavano e i n dondolavano.

(Inizia la musica. Entrata del vento o dei venti, soffiando da varie direzioni e o vergendo sull'abete, trascinandolo in una sorta di valzer).

CANZONE:     IL VENTO SOFFIA

Sale sui monti in cima al cielo blu, fa una capriola,

 poi non si sente più. Culla i rami dell'albero lassù,

fa danzare, poi non si vede più.

Il vento soffia e fa fffhh!

Il vento soffia e fa fffhh!

Il vento, il vento che fa fffhh!

Dondola i rami e i nidi di lassù,

soffia all'improvviso, poi non si ferma più.

il vento soffia e fa fffhh!

Il vento soffia e fa fffhh!

 Il vento, il vento che fa fffhh!

Abete:             - Ancora vento, sempre vento, solo vento. Possibile che non ci sia nessuno? Che io sia stato dimenticato qui? Ehi! C'è nessuno? (Con le mani, chiamando) Qualcuno mi sente? Niente, nessuno si cura di me! (Sempre più triste) Sono solo (ripiegando su se stesso) solo!

Narratore:        - Ogni anno a Natale i taglialegna arrivavano sulle montagne incuranti dei lupi e sradicavano gli abeti, i pini e gli agrifogli più belli. Li portavano giù in paese per venderli ai bambini che li decoravano allegramente esponendoli nelle loro case.

(Sulla musica entrano i taglialegna - minimo 4 - e fingono di tagliare gli alberi in modo piuttosto coreografico, usando sagome in cartone che possono essere presen­ti sulla scena e infine trascinate via. Alcuni di loro si rivolgono all'abete).

CANZONE:     LA BALLATA DEI TAGLIALEGNA

Olalaili olalailà! Olalaili olalailà!

Come ogni anno eccoci su in cima senza paura

dei lupi e del vento. Niente ci spaventa, neppure la neve,

sfidiamo il freddo e qualunque tormenta.

Olalailì olalaìlà! Olalailì olalaìlà!

Come ogni anno eccoci su in cima dove taglieremo

gli abeti più belli e li porteremo ai bambini

impazienti che li decoreranno felici e contenti.

Olalailì olalaìlà! Olalailì olalaìlà!

Come ogni anno eccoci su in cima,

siamo arrivati con seghe e con lame.

Lavoriamo sodo in cerca di abeti

per addobbare a Natale le case,

per addobbare a Natale le case.

Olalailì olalaìlà! Olalailì olalaìlà!

1'Taglialegna:  - (Ridendo) Guardate questo albero come è buffo!

2°Taglialegna: - (Quasi sbeffeggiandolo) È talmente rigido che sembra una statua ghiaccio.

3°Taglialegna: - È così piccolo e spelacchiato che i bambini del paese non saprebbero dove appendere le loro decorazioni. (Tutti ridono).

4'Taglialegna:  - Il prossimo anno lo prenderemo, (con ironia verso l'abete) se sacresciuto! Così com'è nessuno lo comprerebbe. Andiamo, che abbi mo tanti alberi da trasportare, non possiamo perdere tempo.

Narratore:        - Il malinconico alberello cominciò a piangere... Piangeva, piangev piangeva; si disperava perché nessun taglialegna aveva mai preso lui per essere ornato dai bambini a Natale. E ogni anno se ne stava solo e sconsolato (l'abete piange). Immaginava che giù in paese altri abeti fossero felici al calduccio delle case, tutti addobbati pieni di regali.

Abete:             - Ogni anno mi lasciano qui! Prendono tutti i miei fratelli e i miei amie li portano laggiù, in paese (indicando e sporgendosi per guardareMi pare di sentire le loro risa (tendendo l'orecchio). Beati loro! Chissà come saranno belli, ornati con i fili d'oro e d'argento, e quanti rega­li avranno deposto sulle loro radici i bambini, saranno tutti allegri e felici!

(L'alberello immagina, e intanto inizia la musica della canzone. Entrano gli altri alberelli decorati, almeno quattro, si mettono in linea dando le spalle all'alberel­lo, poiché sono nell'immaginazione di quest'ultimo. Sono rivolti verso il pubblico, danzano insieme felici una specie di charleston, incrociando mani e piedi. Infine vanno a di sporsi in fondo alla scena).

CANZONE:     GLI ALBERELLI DECORATI

Noi siamo gli alberelli decorati con fiocchi

d'oro e nastri argentati, con le palline di mille colori,

capelli d'angelo ed altri decori. Stiamo nelle case a

Natale al calduccio, in bella mostra e mai in un cantuccio.

Guarda come danziamo, sentì come cantiamo:

incrociamo le mani, incrociamo i piedini,

per la gioia di grandi, di grandi e piccini.

Incrociamo le mani, incrociamo i piedini,

 per la gioia di grandi, di grandi e piccini.

Noi siamo gli alberelli decorati, i nostri rami s

ono addobbati con le lucine di mille colori,

la stella in cima ed altri decori.

Stiamo nelle case a Natale contenti

e non più al freddo a battere ì denti.

Guarda come danziamo, senti come

cantiamo, guarda come danziamo,

senti come cantiamo: incrociamo le mani,

incrociamo i piedini, per la gioia di grandi,

di grandi e piccini. Incrociamo le mani,

incrociamo i piedini, per la gioia di grandi, di grandi e piccini.

Narratore:        - Mentre immaginava che gli altri abeti fossero gioiosi e spensierati, nostro alberello continuava ad essere triste, tanto triste. La terra, assistendo all'infelicità di uno dei suoi figlioli, era meravigliata e così intervenne nell'intento di consolarlo.

(Entra la terra, che maestosamente fa una piccola passerella e poi si dispone al lato dell'abete. L'impatto che essa crea è forte, anche grazie al costume. In modo materno ricerca un contatto con quel figlio, ponendo una mano sulla sua spalla).

CANZONE:  CANTO ALLA TERRA

Terra madre delle cose, terra attenta ai figli suoi.

Terra madre delle cose, terra attenta ai figli tuoi.

Casa per tutti noi bambini che giochiamo con la terra.

Casa di tutta la natura radicata alla sua terra.

Terra madre delle cose, terra attenta ai figli suoi.

Terra madre delle cose, terra attenta ai figli tuoi.

Terra per tutti i contadini che chiedono frutti alla terra.

Terra con acqua fuoco e aria, elemento della vita.

Terra madre delle cose, terra attenta ai figli suoi.

Terra madre delle cose, terra attenta ai figli tuoi.

Culla di tutte le creature , abitanti della terra.

Culla di grandi e piccolini tutti in cerchio e giù per terra.

Culla di grandi e piccolini tutti in cerchio

e giù per terra. Tutti in cerchio e giù per terra.

Giro si rotondo, casca il mondo, casca la terra.

Tutti in cerchio e giù per terra.

Giro Girotondo, casca il mondo, casca la terra. Tutti giù per terra!

Terra:               - Piccolo mio, non piangere. Ti ho ascoltato, lo ti ascolto sempre... e tivedo, e ascolto e vedo ognuno dei miei figli. Tu pensi che i tuoi fratel­li abeti siano felici nelle case dei bambini, ma loro non possono vede­re i loro ornamenti e neppure sentire i canti gioiosi, perché sono stati strappati alla madre terra, non hanno più radici, non hanno più vita. Tu sei fortunato invece, puoi ancora sentire il soffio del vento, guarda­re la luna e le stelle... (indicando il cielo) sentire il suono delle cam­pane a festa (indicando il paese). Mio piccolo abete, non piangere più. (Sulla medesima musica la terra abbraccia l'abete, che continua a piangere).

Narratore:        - Nel vedere quella scena così commovente, anche le creature del cielo si intristirono e pensarono di fare qualcosa. La neve si sciolse e si tra­sformò in palline opalescenti (entrano dei bambini vestiti di bianco e attaccano all'alberello degli adesivi circolari che sembrano palline), la luna regalò all'abete la sua corona di stelle (entra la luna e sfilandosi la corona la depone sulla testa del bambino che interpreta l'alberello), anche le stelle, accompagnate per mano dalla cometa, parteciparono a questa specie di magia, o meglio a questa trasformazione, e regala­rono tanti fili d'oro e d'argento all'abete. (Entrano le stelle condotte dalla cometa e girando attorno all'alberello lo ornano con fili dorati e argentati).

(Tutti ì protagonisti si dispongono infine in fondo alla scena).

Narratore:        - Dopo quella trasformazione, l'abete era diventato davvero bello. Occorreva tuttavia ancora un cambiamento, assai più importante, che coinvolgeva più l'umore e il sentire dell'albero, che il suo aspetto este­riore. Il povero abete infatti era così abituato ad essere triste ed insi­curo che non bastavano affatto quelle decorazioni - per quanto magnifiche fossero! - a renderlo felice. Guardava i suoi rami ornati, qi incredulo (l'albero intanto, con una mimica appropriata, manifesta appunto una certa incredulità mista ad insoddisfazione). La terra allora, che gli era stata sempre vicina, gli disse...

Terra:               - (In modo materno) Mio piccolo alberello, perché sei ancora tanto mesto?

Abete:             - (Con imbarazzo) Perché prima ero un alberello misero... e solo. Adessoinvece, sono un alberello ornato di tutto punto... ma continuo ad essere solo.

Terra:                - Mio caro alberello (dolcemente accarezzandolo), se cominciassi a pensare un po' più a quanto fortunato tu sia nell'essere vivo, nel sentire ancora il calore dì questa mano, spazzeresti via questa inutile malinconia!

Narratore:        - Appena la terra ebbe terminato di dire questo al suo abete, si udì lontanissimo un'armoniosa melodia avvicinarsi sempre di più, di più più, fin quando all'abete apparve uno stuolo di delicati angioli musici e cantori, angioletti dalle ali candide e dalle vesti più brillanti di quelle della luna.

(Entrano gli angioletti con fare solenne e lento, suonando vari strumentini. Inizia la musica della canzone. Tra gli angioletti ve ne è uno che, sorridendo, depone piedi dell'albero una bellissima scatola d'argento con un nastro d'oro che arriva fino ai piedi della terra. Quest'ultima si china, e tirando il grazioso nastro, apre la scatola dalla quale viene fuori un piccolo presepe formato da tante statuine di cera luminescenti. A quel punto l'albero finalmente capisce il significato delle parole della terra).

CANZONE:     L'ARMONIA DEGLI ANGELI

Eccoci scesi dal cielo

con una celeste e dolce melodia,

con la nostra voce noi

cantiamo in armonia,

noi cantiamo in armonia.

La la la la la la la la la.

La la la la la la la la la.

Questo e un dono speciale

che noi ti portiamo

oggi che è Natale e suoniamo intorno a te

per farti sorridere, per farti felice.

La la la la la la la la la. La la la la la la la la la.

La la la la la la la la la. La la la la la la la la la.

Abete:               - Che sciocco sono stato, madre terra, a non capire! Solo adesso finalmente... comprendo il vero significato delle tue parole. Non serve tanto, per essere davvero felici. Basta già la fortuna di essere vivi, vitali, liberi (ruotando su se stesso). Da oggi, cara terra, ogni giorno che trascorrerò radicato al tuo grembo, sarò felice che i taglialegna non mi abbiano strappato via, e danzerò felice,

(Inizia la canzone).

CANZONE:     LA DANZA DELL'ALBERO DI NATALE

Quella tristezza che avevo nel cuore

si sta trasformando in tanto amore per la terra

e per la vita perché per me non è finita.

Ho le radici e guardo il mondo

e tutto ruota intorno in un girotondo.

Ho le radici e guardo il mondo

e tutto ruota intorno in un girotondo.

I miei rami sono (e braccia, il mio tronco

un corpo libero, le radici sono

due piedi che danzano allegramente.

Terra sto seguendo il tuo consiglio:

la vita è preziosa di ogni tuo figlio

così da ora apprezzerò ogni momento

e sempre sarò felice e contento.

I miei rami sono le braccia, il mio tronco

un corpo libero, le radici sono

due piedi che danzano allegramente.

La la…la...

Abete:             - (L'abete inizia a danzare progressivamente. Quasi urlando sulla musica) Muoverò i miei rami, il mio tronco e le mie radici, come se fossero le braccia, il corpo e i piedi di un danzatore!

Narratore:        - Il nostro alberello dapprima tanto triste, si era trasformato ora nell'abete di Natale più bello e contento del mondo e in quella dar esprimeva tutta la soddisfazione di essere vivo e legato alla sua madre terra. Mancava però ancora una cosa affinché quella festa che stava per cominciare, e alla quale tutti i nostri protagonisti desideravano prendere parte, fosse perfetta...

(Entrano in scena Babbo Natale e gli aiutanti, come novelli Re Magi, portando d dolciumi e doni; danzano in circolo intorno all'abete e alla danza si uniscono, chian ti dal piccolo abete, tutti gli altri protagonisti che si trovano in fondo alla scena).

CANZONE:     È NATALE CHE BELLO

Tra gli Invitati di questa festa

non poteva mancare Babbo Natale.

Con le sue renne e i suoi regali

rende più lieti tutti i Natali.

Natale è più bello con ogni alberello

che rimane legato alle sue radici.

Noi stiamo insieme e danziamo felici.

È Natale che bello siamo tutti amici

nonostante le nostre diverse radici.

È Natale che bello siamo più felici!

Babbo Natale con la sua allegria rende

gioiosa questa compagnia di grandi e

 bambini che cantano insieme

sotto le stelle e con tanta neve.

Natale è più bello con ogni alberello

che rimane legato alle sue radici.

Noi stiamo insieme e danziamo felici.

È Natale che bello siamo tutti amici

nonostante le nostre diverse radici.

È Natale che bello siamo più felici!

La la la...

È Natale che bello siamo tutti amici.

È Natale che bello siamo tutti amici.

È Natale che bello siamo più felici!

Narratore:        - (Sulla musica che sfuma) Ora è tutto veramente perfetto, i bambini sono felici, la luna, le stelle e le altre creature scese dal cielo assisto­no allegramente tenendo il ritmo con le mani, l'abete così luminoso è finalmente soddisfatto, ma soprattutto è soddisfatta la terra per aver protetto uno dei suoi preziosissimi figli. E così, da lontano, la natura appare nel suo meraviglioso ed ineguagliabile spettacolo.

(Il  narratore si alza, si reca al centro della scena, chiude il libro ed esce da destra. Gli altri continuano a danzare attorno all'albero sulla musica che riprende. I prota­gonisti salutano con le mani sulle parole finali della canzone. La drammatizzazione finisce in un clima di gioiosa festa. Un insegnante potrà al microfono presentare gli attori che sì disporranno in linea davanti al pubblico, eseguendo l'inchino finale).

FINE