La diavolata e l’angelicata

Stampa questo copione

ANSELMO LAUDINE (fecondo poeta del 700 ed amore de' La Risurrezione) Quasi del tutto mancano le notizie biografiche di Anselmo


di Anselmo Laudine

Personaggi:

Lucifero

Asterotte

Belzebù

L’Umanità

La Morte

L’arcangelo Michele

Angelo 1

Angelo 2

ANSELMO LAUDINE (fecondo poeta del 700 ed amore de' La Risurrezione) Quasi del tutto mancano le notizie biografiche di Anselmo Laudine, prete e canonico di Adernò. Giovanni Sangiorgio-Mazza (Storico di Adernò) non ne parla, mentre Salvatore Petronio-Russo e F. Nicotra riportano la data della sua nascita, avvenuta in Adernò il 2 novembre 1787; fu autore di molte opere in versi e, fra l'altro, compose ogni anno un dramma « sul Mistero della Risurrezione per rappresentarsi * (S. Petronio-Russo:   Illustrazione storico-allegorica di Adernò).

I drammi religiosi del Laudine, in manoscritto, sono stati raccolti e conservali nell'Archivio Comunale nei primi anni di questo secolo.

Saro Franco


SCENA PRIMA

Lucifero

Luc. :              Sarà mai possibile che io, spirito eccelso, per un solo peccato do­vrò rimanere entro le fiamme ardenti? Vorrei morire! ma non mi è concesso; forse ciò è volontà divina, per punirmi maggior­mente, oh Cielo adirato! dunque le mie sciagure mai cesseranno? Gli uomini hanno peccato e con­tinuano ancora a peccare, e per loro, creati dalla polvere, lo stes­so Dio non sdegna di farsi uomo e far morire il Figlio con morte vergognosa, per sottrarlo al mio potere. Perché poi Dio è impla­cabile soltanto contro di me? Forse io valgo meno dell'uomo? Ohimè infelice, a chi potrò ri­volgermi per conforto,  se tutti rimangono insensibili ai miei lamenti... il maggior dolore, che ancora mi lascia perplesso e di cui non hochiare idee, deriva dal fatto che non so dove si trovi l'anima del mio nemico... non la trovo nel Limbo... forse si troverà in cielo... ma, per poter salire in cielo, non avrebbe potuto essere un uomo, ma solo Dio, poiché il paradiso è chiuso per gli uomini, nello stesso modo come è chiuso anche per me; e non si può dire che vi fosse salito quel Dio, perché un Dio non può morire appeso ad una croce. Se dunque Egli non si trova in cielo né altrove, ha ragione di temere che Egli sia risorto da recente a quest'ora e già lieto e festante, oppure da un momento all'altro risorgerà. Ma in che modo? sarà mai possibile? Ohimè quale profondo, insolito contrasto di timore e di speranza mi atterrisce e mi spaventa ! Orsù, è già tempo di liberarti dall'affanno e di andare a guardare il sepolcro, dove Egli fu sepolto... Oh me infelice, che vado più cercando? ecco che Dio emette in questo giorno i suoi raggi, più splendenti di quelli del sole, meravigliosi, proprio come nei prati, in ogni luogo germogliano, al di là di ogni consuetudine, le odorifere piante. In realtà in ogni viso umano traspare la gioia e chiaramente la consolazione; forse questi non sono i veri segni che è risorto il mio più accanito nemico? per questo io soffro! non posso agire... ma prima di ogni cosa è necessario di avere idee chiare, e poi mi vendicherò, nella maniera più orribile e tremenda, contro Colui, che crudelmente mi tormenta alquanto. (si avvicina al sepolcro) Ohimè! che vedo! ecco, già è caduto a terra il pesante coperchio, ecco il sepolcro senza l'odiato cadavere del nemico. Ah? confuso, dolente, disperato, non so più cosa fare! o spietate stelle, quando smetterete di tormentarmi.

SCENA SECONDA

Asterotte e Belzebù

bel. :               In realtà non capisco da dove provengono le tue ire; in questo profondo inferno noi tutti certamente non potremmo provare un male peggiore: per qual ragione ti addolori dunque senza un motivo?

ast. :               Nessuno si lamenta senza motivo. Non lo sai forse che è risorto quel Cristo, a noi tanto nemico?

bel. :               A dire il vero, a me sembra impossibile una tale resurrezione. Dovrei anch'io credere che un uomo è risorto?

ast. :               Ma d'altra parte potevi tu credere che un Dio potesse morire in mezzo ai ladri?

bel. :               Qualunque sia la vicenda, o caro, a noi che cosa importa alla fine la sua resurrezione?

ast. :               Che cosa importa? Oh, quanti estremi danni, quante perdite noi subiremo! Tu lo sai che il nostro leggero conforto era quello di vedere giungere tutte le anime dei peccatori entro il fuoco eterno, o almeno nel Limbo (Oh, nostro eterno dolore! Oh grande tormento!),adesso tutte le anime, con loro gioia, saliranno in paradiso.

bel. :               Perché  saliranno in paradiso?

ast. :               Perché il nostro Nemico, risorgendo dalla morte, ha dato la vita agli uomini mortali. E mentire il paradiso era chiuso nel passato, quando l'inferno era aperto (Ohimè per nostro destino, per nostro eterno dolore) sarà aperto il cielo e chiuso l'inferno. Tutto questo inoltre è poca cosa : lo stesso Limbo adesso è tutto quanto vuoto, e che quelle anime, che appartenevano a noi, si trovano liberate e seguono, con grandi inni di lodi, il loro Liberatore. Il paganesimo sarà distrutto e non trovo più, né posso sperarlo, che una sola anima possa essere nostra.

bel. :               Che cosa? forse mancano a noi astuzie perché, contro la loro stessa volontà, non possano cadere anime nell'inferno?

ast. :               Vana illusione! Ah, se gli uomini abbracciano la Croce, dove fu appeso il loro Dio, con questo scudo troppo potente, i nostri inganni non gioveranno a niente.

bel. :               Ma allora, che cosa dovremmo

ast. :               Fino a questo momento dipende dal nostro re risolvere ciò che si dovrà fare. Ma se non sbaglio, vedo avvicinarsi la morte, che con furore insegue l'Umanità; messi qua noi due in disparte, osserviamo come si conclude la vicenda.

bel. :               E dopo aver visto questo?

ast. :               Poi Lucifero risolverà il resto.

(si pongono, quindi in disparte)

SCENA TERZA

L'Umanità con una piccola laura, la Morte con l'arco, Belzebù e Asterotte.

uman. :            O morte superba, io ho già vinto, invano, invano, cerchi di ferirmi inseguendomi, il tuo arco più non ha la potenza di danneggiarmi.   

ast. :               L'udisti?

bel. :               L'ho udito, ma ascoltiamolo più attentamente.

morte :           Da dove tu puoi pensare che non ha più valore la potenza di questo arco?

uman. :            Perché lo distrusse la potenza di Dio.

ast. :               Che barbaro destino!

bel. :               Che crudele destino!

morte :           Un Dio non può giammai opporsi ai miei giusti colpi.

uman. :            Perché?

morte :           Fu stabilita la morte spirituale degli uomini a causa del peccato commesso dal disobbediente Adamo.

uman. :            Ma questo peccato lo cancellò col suo sangue Dia stesso fattosi uomo e per questo fine si compiacque anche di morire.

morte :           Bella dimostrazione, in verità degna di te! sarebbe stato mai sufficiente il sangue che Egli sparse per cancellare le tue colpe?  

ast. :               Sembra che la Morte si difenda abbastanza bene.

bel. :               Ah sì, costei ci dà qualche speranza.

uman. :            Se il mio discorso ha un valore, lo proverai a tue spese.

morte :           Oh empia tu non sai quanto sia immenso il peccato di Adamo.

umam. :           Lo so.

morte :           Se lo sai, dunque non dire che un Uomo l'abbia potuto cancellare.

uman. :            Oh morte perversa, un Uomo!  perché non dici un Dio?

morte :           Un Dio, che in mezzo ai ladroni morì con miseranda fine? Dove si è mai udito che un Dio muoia e crocifisso? Ignori forse che un Dio è immortale?

uman. :            Lo so.

morte :           Se lo sai perché allora lo stimi degno di morte miserevole?

ast. :               Il suo discorso è abbastanza valido.

bel. :               E'vero, ma non vedo alcun guadagno.

morte :           Pertanto, o è un Uomo, in tal caso dato che il suo peccato fu grande, il suo sangue non avrebbe avuto tale potenza di cancellarlo; o è un Dio, secondo te, e in tal caso avrebbe potuto cancellare il peccato di Adamo, senza morire.

uman.              Sebbene io non possa sapere nulla dei tuoi misteriosi pensieri, mi limito a risponderti con la luce della fede. E' vero che un Dio, come Dio, è vero autore e padrone della vita, perciò devi sapere che la morte è contraria alla sua natura. Ma devi sapere che come forma volle assumere entrambe le nature, quella umana e quella divina, al solo fine di morire con la natura umana e di salvarmi con quella divina, per cui quel Dio mi riscattò dal "peccato originale" e quale Uomo volle morire per me.

ast. - bel. :     Ahimè, dice la verità !

morte :           Che Gl'importava morire per te? Sarebbe stato sufficiente per riscattarti una goccia del suo sangue. Perché mai avrebbe dovuto essere crocifisso in maniera tanto vergognosa?

uman. :           Perché, se nel passato quella Croce era una vergogna, nel futuro sarà per tutta l'umanità un potente scudo e chi fedele stringerà quella Croce in fin di morte, avrà il felice destino di salire in cielo.

ast.  - bel. :     Oh Croce a noi nemica.

morte :           Orbene sia come tu dici, tuttavia non mi oppongo, sebbene passa io dire molto; come nel passato sono stata tua nemica, così resterò nel futuro.

uman. :            Molto ti inganni, la tua potenza non ha più valore, dato che già sono stata riscattata; in verità il mio Dio non sarebbe morto, se io, suo amore, avessi dovuto rimanere tua preda.

morte :           Dunque?

uman. :            Io resterò creatura del cielo, nel futuro mi vedrai soltanto presa d'amor celeste; la morte corporale di una migliore vita.

morte :           Allora, vediamo se l'antica potenza di questo arco sia inefficace... ma dove sono le mie forze (in atto di ferir).

uman. :            Già te l'ho detto che non hai più potere su di me; vediamo adesso se potrò ferirti io.

morte :           Tu?

uman. :            Sì, così vuole il mio Dio, quale Re e Signore, il quale ha causato la tua morte, Signore anche del tremendo inferno in eterno.

(vibra il colpo)

morte :           Ah che facesti ! Ohimè chi mi soccorre, ora che io sono stata colpita da un braccio fraudolento, empio e felino.

uman. :            Resta ora a piangere sul tuo destino. (mentre l'Umanità vuole andarsene, viene trattenuta dai due diavoli)

as. - bel :        Fermati, dove vai, o superba?

uman. :            Ah che cosa bisogna aspettarsi da due esseri mostruosi come voi?

ast. :               Vogliamo punire la tua così grande arroganza.

bel. :               Più non te ne andrai superba di tanta gloria!

uman. :            Che cosa volete fare?

as. - bel. :       Vogliamo farti preda dei nostri artigli.

uman. :            Mio Dio,  deh, aiutami  Tu in tale pericolo.

SCENA QUARTA

Michele con spada e detti

mich.              Olà chi ha tanto coraggio di infastidire a tal punto una creatura cara a Dio? O perversi, o infidi, non vi è forse noto che costei è già libera dalle vostre catene, da quando è avvenuta la sua redenzione?

ast. :               No, no, malgrado sia assistita da qualcuno, resterà sempre nostra preda.

bel. :               Sarà tutto compito di Lucifero, nostro capo, giudicare i suoi diritti e i suoi peccati.

mich. :            Orbene, si lasci libera l'umanità, sciolta da catene, venga poi qui subito, un così gran prode davanti a me; voglio nuovamente provocare la sua potenza. Venga pure questo vostro capo, per me non degno di giudicare.

a. - b. - m. :      Aiutaci o grande capo; è compito tuo.

SCENA QUINTA

Lucifero e detti

luc. :               Chi ha chiamato il re dell'inferno?

mich. :            Io sono appunto, che con te ho combattuto, quando il cielo avviò nell'inferno proprio te, che 'ti eri ribellato a Dio.

luc. :               E perché allora mi riavviasti dal cielo, mentre io in seguito ho  tralasciato di punirti. Per questo sono venuto qui, per vedere se ora resisti alla tremenda potenza del mio braccio.

mich. :            Che cosa tu adesso vuoi fare, o mostro superbo e crudele?

luc. :               Punire la tua arroganza.

mich. :            Nello stesso modo come hai distrutto il coraggio di punirmi nella fatale ribellione. (ironicamente)

luc. :               Non sempre perde un guerriero che combatte.

a. - b. - m. :       E non sempre vincerà chi ha vinto.

mich. :            Un guerriero vile perde sempre ogni volta che ha la sfrontatezza. Che ciò sia vero lo proverai adesso; piuttosto la morte butti a terra l'inutile arco.

a. - b. - l. :       Perché?

mich. :            Non è più permesso ferire un uomo, quando già dello stesso uomo è rimasta la ferita.

luc. :               Ohimè ! si fa una tale offesa alla morte? e può osare tanto un qualsiasi uomo?

mich. :            Sì, se il mio Dio risorto, benevolo verso di lui, comunicò sua potenza.

luc. :               Dove sono io? (sorpreso)

mich. :            Che ti prende? hai perduto vigore!

luc. :               No, no, anzi il mio vigore cresce maggiormente, specialmente adesso che mi vedi così umiliato e oltraggiato.

a. - b. - m. :      Sì, grande re, aiutaci in questa condizione.

luc. :               Tutto farò.

mich. :            Ci proveremo adesso, la morte intanto obbedisca, butti a terra quell'arco.

morte :           Eccolo a pezzi (spezza l'arco)

a. - b. - m. - l.  Ohimè, che gran dolore!

luc. :               Vorrei...

mich. :            Che cosa vorresti, o essere indegno. (rivolgendosi all'Uman.) O mia cara, incatena quegli esseri cupi.

uman. :           Appunto. (li lega)

a. - b. - m. - l.  Ohimè, dove è andato a finire il nostro valore!

mich. :            Lo ha reso inutile l'onnipotenza di Dio, supremo Re, Creatore vostro e mio.

a. - b. - m. - l.  Ma queste catene, perché?

mich. :            Per non tentare più l'uomo che si è redento.

luc.:               Se credi ciò, ti inganni molto.

a. - b. - m. :      Pur rimanendo noi incatenati, l'uomo resterà sempre vile, contro la tua volontà e malgrado che il tuo Signore sia risorto e lo abbia liberato da mille colpe e da tanti peccati.

mich. :            Hai tanto coraggio di parlare contro Dio? ammesso che l'uomo possa vivere immerso nel fango, se umilmente si presenterà ai piedi di un confessore, subito gli saranno cancellate e distrutte le colpe. Tanto nobile frutto ha creato la crocifissione di Gesù.

uman. :            Oh Dio, quale uomo non si annullerebbe in tanto amore.

luc. :               Che affanno!

a. - b. - m. - l.  Che grande dolore ! (rivolti a Michele) almeno vattene, o tiranno.

mich. :            Sì, me ne andrò, ma prima dovete sentire il dolce suono delle  lodi che le anime liete del Limbo innalzarono a Dio.

a. - b. - m. - l.  Ohimè (rivolti a Michele), lasciaci partire, o almeno non tormentarci.

mich. :            (particolarmente rivolto a Lucifero) Non so che cosa pretendi. (rivolto poi a tutti e quattro) Ugualmente dovete gridare "Viva il Divino Padre, vostro Dio Creatore; viva il Divino figlio Salvatore del mondo; viva lo Spirito Santo e viva l Eccelsa Regina del cielo".

a. - b. - m. - l.  Non accadrà mai, non sperare ciò.

mich. :            O dannati, olà, lo direte con la forza.

a. - b. - m. - l. Che tu sia maledetto in eterno.

mich. :            Orsù, o lupi infernali, tacete e poi subito parlate. (li minaccia con la spada)

a. - b. - m. - l.  Oh triste destino! a quanta vergogna adesso è giunta la nostra condizione.

mic. - um. :      Dio, il Divino regni in eterno.

mich. :            (particolarmente rivolto a Lucifero) Non so che cosa pretendi. (rivolto poi a tutti e quattro) Ugualmente dovete gridare "Viva il Divino Padre, vostro Dio Creatore; viva il Divino figlio Salvatore del mondo; viva lo Spirito Santo e viva l Eccelsa Regina del cielo".

a. - b. - m. - l.  Non accadrà mai, non sperare ciò.

mich. :            O dannati, olà, lo direte con la forza.

a. - b. - m. - l.  Che tu sia maledetto in eterno.

mich. :            Orsù, o lupi infernali, tacete e poi subito parlate. (li minaccia con la spada)

a. - b. - m. - l.  Oh triste destino! a quanta vergogna adesso è giunta la nostra condizione.

mic. - um. :      Dio, il Divino regni in eterno.

mich. :            Parlate ancora.

a. - b. - m. - l.  Che destino misero e crudele.

mic.-um. :        Gridate: la speranza dell'uomo e Viva Maria.

a. - b. - m. - l.  La speranza dell'uomo e viva Maria.


ANGELICATA

ang. 1 :            In realtà, o Gabriele sono felice dell'onore che il grande Dio spesso ti concede.

ang. 2 :            Per qual motivo mi dici ciò?

ang. 1 :            Perché, se è stato concesso a te l'onore di annunciare all'Eccelsa Maria l'Incarnazione di Dio, oggi lo stesso privilegio ti viene concesso nell'avvertirla della Resurrezione del Figlio, Pertanto che vuoi fare?

ang. 2 :            Con mia gioia andrò ad incontrarLa; però dove La potrò trovare al più presto?

ang. 1 :            Secondo il mio parere, certamente, nel Cenacolo, proprio là dove suo Figlio amato, a beneficio dell'Umanità, lasciò l'ultimo segno del suo ardente amore.

ang. 2 :            Certamente; però in quale profondo dolore, secondo me, vive Maria, priva del Figlio, che era l'unico frutto delle Sue viscere.

ang. 1 :            Però, adesso, quale inaspettata gioia proverà nell'udire che suo Figlio, glorioso e splendente, è risorto dalla morte!

ang. 1-2 :        Certamente sarà immensamente felice.

ANO. 2 :         Senza perder tempo, rechiamoci subito da Lei.

ang. 1 :            Sì, andiamo.

ang. 2 :            Ma, oh Dio, chi è Costei nel volto a rassomiglio ad un sole splendente fra le tenebre e l'orrore!

ang. 1 :            Il Suo volto in verità venerabile, tuttavia esprime dolore.

ang. 2 :            Non   noti   quali   densi   sospiri emana dal suo cuore.

ano. 1 :            Vedi inoltre che versa dai Suoi occhi calde e amare lacrime.

ang. 2 :            Quanto è bella, pur piangendo.

ang. 1 :            Oh come ci attira pur piena di lutto.

ang. 2 :            In un giorno, così pieno di festa, potrà vivere un'anima talmente triste?

ang. 1 :            Certamente non dovrebbe esistere un dolore cosi profondo in una giornata tanto lieta?

ang. 2:            Chi mai sarà Costei?

ang. 1 :            Forse è Maria, l'Eccelsa Madre e il rifugio dell'uomo.

ang. 2 :            Credo che tu dica il vero; quale donna, se non Maria, potrebbe essere così degna di venerazione; quale donna, Pur sola e desolata potrebbe paragonarsi alla Sua Bellezza celeste? Che altro aspettiamo? Andiamo a compiere la bella missione.

ang. 1:             Sì, sia presto consolata una tale Madre, affinché cessi di soffrire.

ang. 1-2 :        Ha già pianto abbastanza. ang. 2: Dolcissima e beata Regina del Cielo.

ang. 1:             Vera, gioia del Divin Paradiso.

ang. 2:            Asciuga i deliziosi occhi.

ang. 1:             Sul Tuo cuore ritorni la prima gioia.

ang. 2 :            Non devi più piangere la morte del Figlio.

ang. 1:             Non Ti addolori più la Sua morte.

ang. 1-2 :        Sii lieta. 

ang. 2 :            Già tutta è gioia.

ang. 1 :            Tutto è lieto e in festa.

ang. 1-2 :        E' risorto, è già risorto.

ang. 2 :            Ora vivrà al Tuo fianco, per consolarTi da vero figlio.

ang. 1 :            Presto Lo vedrai, non più trafitto, bensì glorioso davanti a Te.

ang. 2 :            Non vivrai più nel dolore, bella Maria.

ang. 1 :            Non sarai più triste

ang. 1-2 :        Vivrai in pace e in allegria. (scendono)

ang. 2 :            Oh tenebroso dolore, presto sparisci da questa eccelsa Eroina! Un grande splendore scenda su di Lei. (toglie il velo)

ang. 1 :            Per meglio adornare la Sua persona, io Le cingo il capo con corona. (pone una corona a Maria)

ang. 2 :           Adesso Sei la tenera Madre dell'Altissimo.

ang. 1 :            Adesso sei, assieme al Figlio, la Redentrice del genere umano!

ang. 2 :            Adesso, o grande Vergine, fai apparire il sole più splendente.

ang. 1 :            Adesso tutti i fiori emanano più odore.

ang. 2 :           Adesso questa giornata è più bella.

ang. 1 :            Adesso, in Cielo, maggiormente sono in festa gli Angeli.

ang. 2 :             Ah, fortunati uomini degli anni futuri, figli dell'inaccortissimo Adamo!

ang. 1 :            Figli fortunatissimi di un Redentore così amabile.

ang. 2:             Siate felici!

ang. 1 :            Sì, oh cari uomini, fate festa e consolatevi.

ang. 2 :            Fate festa.

ang. 1 :            Vivete in una indicibile allegria.

ang. 2 :            Esultate con cuore contento.

ang. 1 :            Esultate felici nel vostro animo.

ang. 1-2 :        Viva Maria, Madre fedelissima.

SECONDA PARTE

(Al ritorno)

ano. 2 :            Sia benedetto, o dolce Maria, mille e mille volte, e sia sempre celebrato il Tuo ventre vergine, entro il quale il Verbo Divino volle farsi uomo per il bene dell'umanità.

ang. 1 :            Sia anche benedetto quel momento in cui Tu, oh Supremo Re, hai voluto farTi Uomo.

ang. 2 :           Siano anche benedette quelle belle lacrime che, oh Maria troppo affettuosa, non hai risparmiato di versare.

ang. 1 :            Siano anche benedette le Tue sofferenze, sia pure benedetto il Tuo sangue sparso e tutte le agonie che hai sofferto, oh Buon Redentore, sia nell'Orto degli Ulivi, sia sulla Croce, per dare agli uomini la beatitudine celeste.

ang. 2 :            Rendete omaggio, dunque, ringraziate una così Eccelsa Madre, Redentore assieme al Figlio dell'umanità.  

ang. 1 :            Lodate, oh fedeli, un così grande Padre, vostro Benefattore.

ang 1-2 :         Contraccambiate a Dio l'amore che Egli ha avuto per voi (qui scendono un'altra volta).

ang. 2 :            O Vergine Beata, l'uomo grato vorrebbe offrirTi almeno in questo giorno unparticolare fiore e Ti giura la purezza della sua fede. (porge un fiore a Maria)

ang. 1 :            E a Te, oh adorato Gesù, qual compenso l'uomo potrà dare all'amor Tuo, come riconoscenza del Suo dovere e del Suo amore, poiché niente altro può offrirTi il Suo cuore. (Porge un cuore a Gesù)

ang. 2 :            Sì, oh peccatore, fai nella vita quanto hai promesso e sarai felice.

ang. 1 :            Sì, possa Tu essere felice, e cerca di vivere con l'animo puro; avrai il Cielo in ricompensa.

ang. 2 :            Intanto esulta.

ang. 1 :            Intanto grida, si, grida.

ang. 2 :            E con piena fede.

ang. 1 :            Con grande fervore.

ang. 1-2 :        Viva l'Eccelsa Madre e il Redentore.