La dieta la comincio lunedì

Stampa questo copione

Teatro Comico Italiano

LA DIETA LA COMINCIO LUNEDÍ

 COMMEDIA IN DUE ATTI

 Autore:

Camillo Vittici

Iscrizione S.I.A.E. N.118123

(In caso di traduzione dialettale si prega di specificare alla SIAE il titolo originale dell'opera)

PERSONAGGI

Gianpaolo Codegoni

Capofamiglia

Betta

Moglie di Gianpaolo

Giorgino

Amico di famiglia

Lucy

Moglie di Giorgino

Pina

Cugina di Betta

Luchino

Figlio di Gianpaolo

Dido

Figlio di Gianpaolo

La storia si svolge nel soggiorno di una casa modesta

La storia

La moda e l’ossessione per la dieta arriva anche in casa Codegoni. La cugina Pina e la moglie Betta convincono Gianpaolo, piuttosto su di peso, ad acquistare il “Dimasvelt” per sostituire i pasti che il capofamiglia ingurgita in abbondanza. Anche i figli vengono coinvolti in questa avventura. Ma le reazioni e le ribellioni non tarderanno ad arrivare

PRIMO ATTO

BETTA: (Portando e versando il caffè alla cugina Pina seduta al divano) Che piacere avere qui la mia cugina Pina! Prima di dirmi il motivo della tua visita, però, ci beviamo un bel caffè che ci tira su gli organi. Dai che un caffenino ci fa bene.

PINA: Il caffè, per essere buono, deve essere nero come la notte, caldo come l'inferno e dolce come l'amore

BETTA: Come parli bene tu Pina, sembri un libro stampato

PINA: E poi il caffè tira su

BETTA: E’ per quello che dico sempre al mio Paolone di prendere cinque o sei caffè al giorno. Almeno qualcosa riuscirebbe a tirargli su, ma per lui ci vorrebbe la gru delle Ferrovie dello Stato. Da quelle parti lì… zero al quoto. Anche se ne prende uno ogni morte di vescovo una volta dice che sa di sale, un’altra di pepe. Il principe del pisello! Sai, in casa mia c’è un po’ di confusione; con tre maschi sembra un manicomio. Il caffè è nella scatola del sale, il sale in quello del pepe e il pepe in quello del caffè. Chi lo sa chi è stato a combinare questo casino. Io di caffè non ne bevo molto. Per me il caffè è come il mio Paolone

PINA: In che senso?

BETTA: Nel senso che mi innervosiscono tutti due. Spero di aver fatto le cose per bene Pina. Attenta che scotta! E bevilo piano altrimenti ti succede come al Giovanni, il marito della Barbara. Gli è andato di traverso al gargarozzo ed è diventato come un peperone. Hai presente il peperone?

PINA:  Certo che l’ho presente; è diventato tutto giallo…

BETTA: Non i peperoni gialli, quelli rossi! Poveretto, era sul punto di soffocare. La Barbara voleva fargli la respirazione bocca a bocca, ma, siccome quello aveva un fiato così schifoso che sembrava venisse  da una fossa biologica, ha rinunciato subito

PINA: E quindi?

BETTA: Quindi che cosa? Ah, poveretto; non è riuscito nemmeno ad esalare l’ultimo respiro perché il gargarozzo si era chiuso ed è rimasto al penultimo, quello, per intenderci, che ha fatto prima di prendersi il caffè con i biscotti al plastico…

PINA: Al Plasmon vorrai dire Betta…

BETTA: Sempre biscotti sono! Insomma, per farla corta, è rimasto al penultimo respiro ed è stramazzato a terra morto, stecchito e cadaverico. Ecco, prendiamoci questo benedetto caffè. Vuoi un biscotto?

PINA: No no, grazie; solo caffè; non vorrei che anche a me capitasse…

BETTA: Ma non sai cos’è successo al Beniamino, il marito della Sonia. Era già ammalato da tempo; il dottore aveva detto che aveva l’epatite virile. Aveva la faccia che sembrava un peperone. Hai presente il peperone?

PINA:  Certo che l’ho presente; è diventato tutto …rosso

BETTA: Non i peperoni rossi, quelli gialli! Poveretto; invece di mettere nel caffè tre pastigliette del gratificante…

PINA: Del… gratificante? Forse del dolcificante

BETTA: Non ti va a mettere tre pastiglie del diabete della Sonia? Nel giro di tre minuti è stramazzato a terra morto, stecchito e cadaverico. A proposito Pina, vuoi mettere nel caffè zucchero o Dietor?

PINA: No, grazie, lo preferisco amaro

BETTA: Ma forse non sai quello che è capitato all’Ulisse, il marito della Gloria

PINA: Gli sono andati di traverso i biscotti o s’è preso delle pastiglie sbagliate?

BETTA: No, il latte

PINA: Il latte?

BETTA: Quella crista di Gloria non aveva messo nella bottiglia del latte il liquido delle tarme? Anche quello è bianco

PINA: E l’Ulisse ha sbagliato bottiglia…

BETTA: Proprio così, come hai fatto a indovinarlo? Dopo aver versato il latte nel caffè, dopo esattamente quattro minuti… Hai presente il peperone?

PINA:  Certo che l’ho presente; è diventato tutto …rosso, no, giallo…

BETTA: No, quelli verdi! Esattamente quattro minuti dopo è stramazzato a terra morto, stecchito e cadaverico. A proposito Pina, vuoi mettere un po’ di latte nel caffè?

PINA: No, grazie! Il latte mi fa schifo

BETTA: L’importante non fare come è capitato al Giuseppe, il marito della Margherita…

PINA: Capito; anche lui come un peperone! Ti avverto che i colori dei peperoni li abbiamo già usati tutti

BETTA: Pensa che disgrazia! Non aveva ancora bevuto il primo sorso di caffè che immediatamente…

PINA: …è stramazzato a terra morto, stecchito e cadaverico

BETTA: No, sbagliato! A lui è andata bene. L’anno raccolto quelli del 118 e l’hanno portato all’ospedale. E’ rimasto paralizzato dappertutto

PINA: Scusa, ma cosa c’entrava il caffè?

BETTA: La Margherita ha sbagliato barattolo. ha preso quello con su scritto Marocco

PINA: Caffè marocchino quindi…

BETTA: Sì, ma non era caffè; in quella scatola suo figlio aveva messo una polvere dello stesso colore che usava per farsi le sigarette, certi cannoni che sembravano delle ciminiere di uno stabilimento delle acciaierie. Ma non lo bevi il caffè? Non vorrai divenga freddo!

PINA: Scusa Betta ricordo solo ora che il dottore mi ha vietato la caffeina per via del mio sistema nervoso. Sai, lo prendo solo decaffeinato

BETTA: Vuoi che prenda il cucchiaino e ti tolga la caffeina? Di solito è quella cornice marrone che si forma nella tazzina… A proposito di caffeina, vuoi sapere quello che è successo all’Antonio il marito della Graziella?

PINA: Penso di saperlo; è stramazzato a terra morto, stecchito e cadaverico

BETTA: Come fai a saperlo? Se non lo conosci nemmeno…

PINA: Intuizione, Betta, pura intuizione. Ma dimmi un po’, il tuo Gianpaolo come sta? Ultimamente l’ho visto un po’… irrobustito

BETTA: Irrobustito? Ingrassato vorrai dire! Gli è venuta una pancia che sembra l’Omino della Michelin. Sta indietro col mangiare Paolotto, gli dico sempre…

PINA: E lui?

BETTA: Lui, quel canchero, si limita ad allontanare la sedia dal tavolo di una ventina di centimetri, ma continua a mangiare e a ingurgitare come un lavandino, anzi, come un water! Piuttosto tu Pina, ti vedo dimagrita mica male. Solo alcuni mesi fa mi sembravi una botticella. Scusa, non volevo offendere la mia cuginetta

PINA: Ma non mi offendo affatto, hai perfettamente ragione ed è stato quando mi sono vista sui 100 chili che ho reagito. Al supermercato sono salita su una pesa che, per non mostrare il risultato agli altri, dopo aver messo una moneta di un euro, ti restituiva un biglietto con il valore del tuo peso. Ebbene, il biglietto è uscito, ma, invece del numero dei chili, c’era scritto: “Prego, salire uno per volta”, e lì ho finalmente deciso di dimagrire.

BETTA: Ginnastica? Passeggiate? Palestra?

PINA: Acqua…

BETTA: Come acqua? Bevi soltanto acqua?

PINA: Non acqua intesa solo come acqua, ma acqua intesa come per dire che sei lontana. Non ginnastica, non passeggiate, non palestra, ma Dimasvelt!

BETTA: Dima… cosa?

PINA: Dimasvelt! Dima sta per “dimagrire” e Svelt per “alla svelta”

BETTA: Ma dove hai pescato questa cosa?

PINA: Sai, io navigo molto…

BETTA: Maldivie? Maldagascaro? Igea Marina? E col mal di mare come la metti? Io, per esempio, quando il mio Gianpaolo mi ha portato sul battello al lago, ho vomitato così tanto che a un certo punto i pesci hanno fatto indigestione e sono rimasti a pancia all’aria

PINA: Ma cos’hai capito? Io navigo in internet!

BETTA: E io scopo e stiro qui in casa senza navigare da nessuna parte . Il mio Paolone non mi porta mai a navigare in… come hai detto che si chiama quel mare? Inter…

PINA: Internet! C’è di tutto

BETTA: Anche le navi?

PINA: Quando vuoi sapere qualsiasi cosa basta che tu accenda il computer e…

BETTA: Ma io quella cosa lì non ce l’ho! Però la lavatrice sì! Però dubito sia la stessa cosa… Però a Natale il mio Lupino e il mio Dido lo vogliono e dovremo comperarlo. Ma se si può sapere tutto, perché non provi a vedere se è vero che mia cugina Lena ha vinto al lotto? Lei dice di no, ma ho visto che pelliccia che si è comperata. E già che ci sei vedi di trovare i numeri della prossima settimana; facciamo a metà! Che ne dici?

PINA: Non sono quelle le cose che si possono trovare in internet… Magari! Invece ho cercato un tipo particolare di prodotto che avrebbe potuto farmi dimagrire. L’ho trovato in un sito cinese, l’ho comperato, l’ho usato e questo è il risultato

BETTA: Cinese? E’ per quello allora che i cinesi sono tutti così magri… non è per caso che ti vengano gli occhietti a mandorla?

PINA: No no, questa è una cosa seria. È un prodotto che ha inventato un grande esperto cinese; il professor Kala Kili della Anoressic Company di Famelic City; americana ovviamente

BETTA: Vorresti dire che, se tu prendi quella roba lì…

PINA: Dimagrisci, perdi peso e diventi come una libellula. Guarda me…

BETTA: Sto pensando una cosa… E se quella cosa la prendesse anche il mio Paolone?

PINA: Penso gli farebbe davvero bene. Ritornerebbe in forma e sarebbe fisicamente perfetto e nel pieno della sua virilità

BETTA: Lascia perdere la virilità! Sono almeno tre anni che… Lasciamo perdere… Non diciamo particolari intimi! Da quando ha messo addosso tutti quei chili… nisba! Assente! Inconsistente! Sessualmente… un fantasma! Pensa che per Natale i suoi amici gli hanno regalato una foto del suo pisello. Erano anni che non lo vedeva! Se poi arrivano le feste natalizie… apriti o cielo!

PINA: Chissà cosa mangia da Natale a Capodanno…

BETTA: Mai quanto da Capodanno a Natale!

PINA: Ma almeno una volta all’anno proverà a mettersi a dieta…

BETTA: L’anno scorso una volta ci ha provato, ma ha sbagliato giorno

PINA: Ha sbagliato giorno?

BETTA: Sì, non è andato a scegliere il giovedì grasso? Gli ho anche consigliato la dieta delle banane di cui parlano tutti i giornali

PINA: Ho letto; la chiamano la dieta della scimmia. E l’ha fatta?

BETTA: Sì, per un mese intero, non mi sembrava vero

PINA:  E l’effetto?

BETTA: Dopo due settimane si arrampicava su tutte le piante. Ma era diventato nervosissimo. Pensa che una sera dal nervoso che aveva mi ha mangiato un pezzo di orecchio

PINA: Sarai andata dal dottore penso…

BETTA: Sì, sono andata dal dottore e gli ho raccontato che me l’aveva morso il mio Paolone perché stava facendo la dieta

PINA: E cosa ti ha detto?

BETTA: Di non preoccuparmi perché quel pezzo di orecchio saranno state sì e no cinquanta calorie

PINA: Certo che le hai tentate tutte…

BETTA: Tutte? Pensa che gli ho fatto anche la dieta del pesce. Pesce a colazione, pesce a pranzo e pesce a cena

PINA: E è dimagrito?

BETTA: No, in compenso l’acqua non gli fa più paura. L’estate scorsa ha nuotato nel lago per cinque o sei metri, poi si è messo a boccheggiare per la fatica. Ma non è tutto; l’ho iscritto al maneggio per andare a cavallo e qualche volta ci è andato

PINA:  E i risultati ?

BETTA: Il cavallo ha perso dieci chili!

PINA: Ma dovrà pure decidersi prima o poi a fare una dieta

BETTA: Lui mi ha promesso che la farà, tutte le volte mi dice che la comincia lunedì, ma non dice mai mai di che lunedì si tratta

PINA: Ma che dice quando sale sulla bilancia?

BETTA: Non ci sale più, con la pancia di mezzo non riesce più a leggere i chili

GIANPAOLO: (Entrando. Piuttosto grosso, magari con un buon rinforzo sotto il vestito. Così appariranno anche i figli) Pronta col pranzo Betta? Ma guarda chi c’è! La Pina! Che piacere! Fermati con noi a mangiare. Guarda cosa ho portato; tutto preso al tre per due. (Dalla borsa di plastica toglie salame, cotechino e altre cose del genere). Tutta roba genuina. Fermati Pina che ci facciamo una grande smaialata!

BETTA: Ma Gianpaolo, guarda ch oggi è venerdì e dovremmo mangiare di magro

GIANPAOLO: Ho pensato anche a questo… Guarda che salamino magro che mi sono preso

BETTA: Guardalo Pina, guarda che rotoloni ha sulla pancia

GIANPAOLO: Si chiamano maniglie dell’amore

BETTA: Ma quelle non sono maniglie, sono appendiabiti! E io dovrei andare a dormire con quel ciccione lì…

GIANPAOLO: Se preferisci dormire in piedi come i cavalli sono problemi tuoi

PINA: Scusa Gianpaolo se mi permetto… Ma ti sei visto allo specchio?

GIANPAOLO: Certo, ogni mattina quando mi faccio la barba. Mi guardo e mi dico… Che bell’uomo che sei Gianpaolo!

BETTA: Vuoi vedere che si crede Richard Gere o George Clooney? E io che non me ne ero mai accorta…

PINA: Sicuramente sei un bell’uomo… Ma se avessi qualche chiletto in meno… Non hai mai pensato ad una dieta?

GIANPAOLO: Una sola non mi basterebbe; dovrei farne due perché con una non mangerei abbastanza

PINA: Ma almeno un po’ di sport…

GIANPAOLO: Il mio sport preferito e' il sollevamento della forchetta

PINA: Ma non dico uno sport pesante, ma piccoli movimenti quotidiani da ripetere ogni mattina

GIANPAOLO: Ad esempio?

PINA: Non so… potresti ogni mattina toccare cento volte la punta delle scarpe

GIANPAOLO: Fatto anche questo. Poi mi alzo e me le metto

PINA: Ma allora comperati almeno una cyclette!

GIANPAOLO: Ho comperato anche quella, ma non sono dimagrito

BETTA: Per forza, non ci sei mai salito!

PINA: Hai  almeno provato con una dieta bilanciata?

GIANPAOLO: E cosa vuol dire? Mangiare su una gamba sola? O tenere una torta nella mano destra e un sacchetto di biscotti in quella sinistra?

BETTA: Ma chiudi quella bocca sacco di lardo che non sei altro! Pensa Pina che l’unica dieta che aveva deciso di fare era la dieta mediterranea

PINA: E’ già qualcosa

BETTA: Certo, mi aveva proposto di lasciarlo andare al mare da solo ogni sabato e domenica per farsi una grigliata di cotechini sulla spiaggia

GIANPAOLO: Ma non l’avete ancora capito? Mi piace essere grasso, mi piace il mio grasso! Mi tiene caldo, mi tiene compagnia e mi tiene su i pantaloni

PINA: Ma saresti un altro uomo, più prestante, virile… Potresti far impazzire ancora la Betta…

GIANPAOLO: Impossibile

PINA: Perché impossibile?

GIANPAOLO: Perché è già pazza di suo. Pensa che una volta mi ha perfino mandato dal dietologo…

PINA: E hai perso qualcosa?

GIANPAOLO: Sì, in due mesi ha perso 500 euro

PINA: Ma io ti capisco; lo so, per qualcuno la dieta è una guerra…

GIANPAOLO: Se la dieta e' una guerra, io faccio l'obiettore di coscienza

PINA: E che ne diresti se io ti consigliassi un modo di dimagrire senza toglierti nessun pasto? O meglio, ti darei dei prodotti che ti saziano senza mangiare tutte quelle porcherie

GIANPAOLO: Questa non l’ho mai sentita! Dimagrire senza godere di tutte queste cose buone? Annusa, annusa che delizia! Ma, se funziona davvero, si potrebbe anche provare. Non dirmi però che si tratta del metodo che ha inventato il nostro dottore della mutua perché quella non la faccio

PINA: Posso di grazia sapere di che dieta si tratta?

BETTA: Più che di grazia sembrava più una disgrazia. Devi sapere che sono stata dal medico e gli ho chiesto qualcosa per far dimagrire il mio Paolone e, almeno, per farlo mangiare di meno. Lui mi ha prescritto il Valium

PINA: Il Valium? Il sedativo?

BETTA: Proprio quello. 25 gocce prima di ogni pasto e, considerando che lui di pasti ne fa cinque o sei al giorno, in totale si prendeva dalle 100 alle 150 gocce

PINA: Però non riesco a capire il perché doveva usare il Valium… Funzionava?

BETTA: Per qualche giorno sì, ma diventava sempre più rimbambito. Allora corro di nuovo dal dottore e gli chiedo perché gli ha prescritto quella specie di dieta e lui mi risponde che il Valium  non gli avrebbe tolto la fame, ma in quel modo, rincoglionito com’era, la maggior parte del cibo gli sarebbe caduta per terra

PINA: I dottori non hanno mai capito niente di diete; ognuno prescrive la sua, ma, fra tutte, non ne funziona nemmeno una. Volete mettere la dieta col Dimasvelt del professor Kala Kili?

BETTA: Allora cosa aspetti a presentarcela? C’è il Paolone che non sta più nella pelle per provarla.

PINA: A parte il fatto che nella pelle non ci sta più perché, se mette ancora un paio di chili, quello scoppia…

(Entrano Luchino e Dido con le borse della scuola. Anche loro un po’ cicciottelli)

LUCHINO: Che menata questa scuola! Se trovo chi l’ha inventata lo strangolo seduta stante

DIDO: Non dirlo a me!

BETTA: Perché, c’è qualcosa che non va?

DIDO: Più che qualcosa c’è qualcuno che non va; il papà

GIANPAOLO: Cosa centro io adesso?

DIDO: Centri, come il 4 che ho preso nel compito. Ho deciso; da ora in avanti non ti chiederò più di aiutarmi

GIANPAOLO: Bella riconoscenza! Guarda che il 4 l’hai preso tu, non io

DIDO: Sì, ma il compito chi me l’ha fatto? L’hai fatto tu!

BETTA: Ma si può sapere cos’è successo?

DIDO: Guarda qua… (Toglie il quaderno). Scrivete l’infinito di Leopardi. Il papà mi ha detto di scrivere… L’infinito di Leopardi è leopardare

LUCHINO: Io è da un po’ che ho smesso di farmi aiutare da papà. Il mese scorso il maestro mi aveva detto di scrivere dove vivevano gli antichi Galli e lui mi ha fatto scrivere che gli antichi Galli vivevano negli antichi pollai

GIANPAOLO: A me sembra giusto invece…

DIDO: Certo, come quando ho dovuto rispondere alla domanda da cosa sono formati i venti…

BETTA: E lui cosa ti ha suggerito?

DIDO: Che i venti sono formati da due decine

LUCHINO: No papà, da ora in poi rifiutiamo il tuo aiuto

GIANPAOLO: Rifiutate il mio aiuto? Allora rimarrete due somari

LUCHINO: Ma dai, papà, per forza ci portiamo a casa solo dei 4! Non puoi farci scrivere che dopo l’età del ferro è arrivata l’età della ruggine!

BETTA: Voi due, maleducati! Non si salutano gli ospiti quando si entra in casa?

ENTRAMBI: Ciao Pina

PINA: Ciao ragazzi. Forse sarà meglio che i compiti ve li facciate da voi almeno per ora

LUCHINO: Perché almeno per ora?

PINA: Perché fra un po’ avrete un papà più smilzo, più efficiente e più sveglio

DIDO: Hai intenzione di divorziare mamma?

BETTA: Perchè dovrei divorziare?

LUCHINO: Se avremo un altro papà…

DIDO: Ma non dite stronzate voi due! Avrete sì un altro papà, ma sempre lui

LUCHINO: Dido, la mamma sta andando incontro alla demenza senile

DIDO: Magari è solo un inizio di Altzeimer Luchino

BETTA: Dementi sarete voi due, figli di buona donna che non siete altro! Volevo dire che avrete un altro papà perché Pina lo trasformerà in un modello!

DIDO: Hai cambiato mestiere Pina?

LUCHINO: So che facevi l’impiegata

DIDO: E adesso ti sei messa a fare i giochi di prestigio

LUCHINO: Te lo immagini, Dido, nostro padre che sfila per Valentino accanto alla Naomi Kambell?

DIDO: O sulla prima pagina di “Chi” con sotto scritto “L’uomo più affascinante dell’anno”? Con quel panzone?

BETTA: Avete poco da scherzare voi due; la Pina ha una ricetta miracolosa. La dieta del professor karakiri

PINA: Kala Kili, Betta, Kala Kili! Professor Kala Kili della Anoressic Company di Famelic City; americana ovviamente…

LUCHINO: Il papà a dieta? Ma queste sono cose dell’altro mondo!

PINA: Infatti è in prodotto che viene dalla Cina, dall’altra parte del nostro mondo

DIDO: Incomincio a capire… A pranzo dovrà mangiare con le bacchette cinesi e a cena con una sola. Chissà come sarà divertente vederlo. Per forza farà la dieta; con le bacchette non riuscirà più a mangiare

PINA: Lo farò diventare un fuscello di 55 chili

GIANPAOLO: Piano piano! Non vorrei che, una volta sepolto, fossi io ad andare a cercare i vermi. Certo che chissà che invidia proverebbero i miei amici! Finora fra me e me pregavo… Oh Dio, se non puoi farmi dimagrire, fa' almeno che i miei amici ingrassino. Ieri sera ho incontrato un mendicante sul marciapiede. Diceva… "Per favore, non mangio da tre giorni"

BETTA: Gli hai fatto l’elemosina?

GIANPAOLO: Non avevo un soldo in tasca, ma gli ho risposto per consolarlo… "L’avessi io la tua forza di volontà!"

BETTA: Allora Pina, non tenerci sulle spine; tira fuori questa ricetta magica e incominciamo l’operazione smagrimento

LUCHINO: A proposito di operazioni; domani c’è il compito in classe di aritmetica. Vado di là a ripassare le tabelline

DIDO: E io il tema di italiano

BETTA: Guarda Dido che in italiano sei un po’ scarsino. Cos’hai preso nell’ultimo tema in classe?

DIDO: Un po’… scarsino

BETTA: E sarebbe?

DIDO: Un bel 4 tondo!

GIANPAOLO: 4 anche questa volta? Facci leggere quello che hai scritto

DIDO: (Estrae il quaderno dalla cartella). Tema: “Un argomento a scelta descritto con non più di cento parole”. Svolgimento: “Ieri mia madre e’ tornata a casa con un vestito nuovo. Le altre 89 parole le ha dette mio padre incazzato nero”. Forza Luchino, andiamocene di là prima di prenderci le solite pedate nel sedere (Escono)

DIDO: Tutti suo padre! Lui della scuola se ne è sempre fregato e così si è ridotto a fare il muratore. Non prende mica male, lo confesso, ma, al di fuori del suo lavoro, non fa proprio niente

GIANPAOLO: Ti ricordo, cara la mia donzella, che ti sto curando il pollaio

BETTA: Ecco, il pollaio è la sua gran passione. Devi sapere Pina che conosce tutte le sue galline ad una ad una e a tutte ha dato un nome. La sua preferita è la Serafina.

GIANPAOLO: La Serafina è la più intelligente. Quando la sera vado a portare il becchime è la prima che mi viene incontro e che mi saluta. Mica come la signora Beppa qui presente che, quando arrivo in casa, non alza nemmeno la testa per dirmi ciao

BETTA: Lo sai Gianpaolo che ho l’artrite cervicale dappertutto…

GIANPAOLO: Mi guarda con i suoi occhietti furbi e sembra che parli.

PINA: Ma non mi sembra che la Betta sia muta…

GIANPAOLO:  Non parlo della Betta, parlo della gallina! Ieri però mi ha guardato di traverso, insomma, era arrabbiata con me

PINA: Ti eri dimenticato di portarle da mangiare?

GIANPAOLO: No; siccome era il primo aprile ho pensato di farle uno scherzo. Ho preso il suo uovo e gliel’ho dipinto di rosso e di giallo. Poi, quando stavo per andarmene, ho capito che avevo sbagliato

PINA: Hai sbagliato colore?

GIANPAOLO: No, quando mi sono voltato ho visto il gallo che gliele stava dando di santa ragione

BETTA: Che scemo! Sei stupido come le tue galline

GIANPAOLO: Non permetto che si dia della stupida alla mia Serafina! Se fossero davvero stupide il gallo non si sarebbe ingelosito e incazzato in quel modo!

BETTA: Ma vogliamo tornare alla nostra dieta?

GIANPAOLO: La mia dieta, non la tua; tu non ne hai bisogno; forza, tira fuori il tuo mistero

PINA: Allora veniamo al punto. Sedetevi qui sul divano e io vi spiegherò tutto. (Dalla borsa toglie una scatola e, da quella, delle buste). Per favore, Betta, mi vuoi portare qualche bicchiere con dell’acqua? (Betta esce)

GIANPAOLO: Non sarebbe meglio se, invece dell’acqua, ci portasse del vino?

PINA: Gli alcolici sono drasticamente da eliminare!

GIANPAOLO: Cominciamo bene… (Betta entra con vassoio, brocca d’acqua e bicchieri)

PINA: Ora prestatemi la vostra attenzione. Trattasi di buste che contengono aminoacidi, proteine, carboidrati che, se prese con costanza, manterranno la vostra massa muscolare, ma ridurranno i vostri grassi in eccesso. (Versa una bustina per bicchiere e li porge ai due). Prego, bevete

BETTA: A me sembra magnesia San Pellegrino…

GIANPAOLO: A me ricorda l’olio di ricino che mi dava la mia mamma quando avevo la febbre

PINA: Non fate gli schizzinosi! Non siete bambini dopo tutto…

BETTA: Scusa Pina, ma mi dici perché la devo prendere anch’io che non ho bisogno di dimagrire?

PINA: Allora passa anche il tuo bicchiere a Gianpaolo

GIANPAOLO: Non è che poi dimagrisco troppo? Mi sento già più leggero. Magari sono già calato di un paio di chili

BETTA: No, è solo il tuo cervello che si è ritirato

PINA: Da ora in avanti Gianpaolo devi prendere tre di queste buste al giorno vicino ai pasti e puoi mangiare tutto quello che vuoi

GIANPAOLO: Questo si chiama parlare

pina: Forse non mi sono spiegata bene… Puoi mangiare tutto quello che vuoi purchè siano prodotti della Dimasvelt e nient’altro. In un mese dovresti perdere dai 20 ai 25 chili

BETTA: Che meraviglia! Che figurino il mio Paolone! Dovrò incominciare ad abituarmi a chiamarti Paolino…

GIANPAOLO: Paolino può andar bene, ma non vorrei che gli amici poi mi chiamassero carta velina

BETTA: E il costo?

PINA: Dunque, vediamo… (Usa la calcolatrice). Tre buste al giorno per trenta giorni fanno… 90 buste. Il costo di ognuna è di 15 euro… 15 euro per 90 sono… 1350 euro. Onesto no?

GIANPAOLO: Ma cacchio! È quello che prendo di stipendio al mese!

PINA: Ma vuoi mettere che figurino diventerai?

BETTA: Gianpaolo, io direi di provare. Vuol dire che noi camperemo con quello che mi danno all’Impresa di pulizie

GIANPAOLO: Ma guarda che siamo in quattro a mangiare

BETTA: Vuol dire che tireremo un po’ la cinghia e dimagrirai più in fretta

PINA: A tutto c’è una soluzione

GIANPAOLO: Ci fanno un mutuo?

PINA: Se tu comperi e paghi in anticipo i prodotti per tre mesi avrete uno sconto del 30 per cento

BETTA: Mica male come sconto… E quanto verrebbe per tre mesi con lo sconto?

PINA: …4500 euro… sconto 810 euro… totale 3240 euro. Un bel risparmio, no?

BETTA: E per sei mesi?

PINA: Allora lo sconto diventa del 50 per cento

BETTA: Hai sentito Paolone? 50 per cento!

GIANPAOLO: Ma sempre soldi sono

BETTA: Ma altri chili che perdi!

PINA: Vediamo… sei mesi… 8100… Sconto 50 per cento… Ho una stupenda notizia da darvi; per sei mesi dovete pagare solo 4050 euro

GIANPAOLO: Solo?

PINA: Questa sarà per voi un’opportunità di guadagno. Se convincerete dei vostri amici ad acquistare il Dimasvelt potrete esser voi a vendere il prodotto a prezzo intero

GIANPAOLO: Vuoi vedere che diventiamo dei commercianti all’ingrosso? Vedo già l’insegna sul negozio… “Premiata ditta Gianpaolo e Betta Codegoni. Cure dimagranti e snellenti”

PINA: Bravo Gianpaolo; vedo che hai compreso come puoi fare gli affari

BETTA: Paolone, non è che per caso nel portafoglio hai 4050 euro?

GIANPAOLO: No, arrivo solo a 4000… Ma sei scema Betta? Se non ho in tasca nemmeno i soldi per un calice di vino?

BETTA: Possiamo fare delle cambiali?

PINA: Potete pagare come volete

BETTA: Allora domani ripassa da qua. Oggi stesso mando il Paolone a prendere mezzo chilo di cambiali dal tabaccaio, e tu ricordati di portare tutto quello che ci hai promesso. Non una bustina di meno!

PINA: (Rimette il tutto in borsa). A domani allora. Sappiate tuttavia che fra un mese passerò di persona a vedere i risultati e a constatare quanto lordume avrai perso

GIANPAOLO: Se resisterò per un mese o se non mi troverai già morto, defunto, secco e impecorito

PINA: (Uscendo) Ciao Gianpaolo e preparati ad una splendida avventura! Fra un mese in questa casa troverò un figurino talmente attraente che Betta dovrà faticare a tenere a bada tutte le donne del quartiere! Al galoppo, Gianpaolo; corri e scatenati verso una nuova  vita fatta di sogni, di successi e di arcobaleni fantasmagorici!

SECONDO ATTO

(Stessa stanza. Molti scatoloni contro le pareti. Gianpaolo appare dimagrito dopo aver tolto ciò che aveva messo per apparire più grosso)

BETTA: Forse non hai del tutto torto Paolino; abbiamo un po’ esagerato a comperare tutta questa roba

GIANPAOLO: Per non parlare del chilo e mezzo di cambiali che abbiamo compilato. Per tre giorni ha dovuto mettere una fasciatura al polso perché ha rischiato di slogarsi

BETTA: Però la cura ti ha fatto bene; guarda che figurino sei diventato senza tutto il lardo che avevi addosso

GIANPAOLO: La cura… Io non so se sono state le buste del Dimasvelt o il fatto che, per poter pagare le rate, in questa casa non si mangia quasi più. Al mattino solo caffè perché i biscotti non ce li possiamo più permettere, a mezzogiorno il minestrone con la verdura che vado di notte a raccogliere con la pila nell’orto dell’Ambrogio e la sera pane e sardine che al mercato vendono al tre per due. In compenso mi fanno venire una gran sete e bevo come una spugna e ovviamente parlo di acqua, non di vino. E chi se lo può permettere ormai il vino…

BETTA: Forse sbaglierò, ma se tu avessi mangiato e bevuto le stesse cose anche prima forse avremmo potuto fare a meno di comperare il Dimasvelt e ci sarebbero rimasti in tasca i 4050 euri

GIANPAOLO: Senza contare la spesa delle cambiali. Io non so perché fanno pagare le cambiali . Se un povero cristo ha bisogno di quelle, è perché non ha in tasca nemmeno un centesimo bucato. Solo a guardare tutti questi scatoloni mi passa la fame. E poi ti dico la sincera verità che, quando mi metti questi beveroni davanti agli occhi, incomincia a venirmi una tale nausea che preferirei bermi un bicchiere di olio di ricino. Tanto non so se mi farebbe andare in quel posto più quello o il Dimasvelt. Quasi quasi spendo più di carta igienica che di mangiare. Un po’ mangio poco, un po’ vado tanto… fra un po’ di tempo mi rimarranno solo le ossa e non avrò più la forza neanche di combinare qualcosina con te Betta

BETTA: Guarda Paolino che i peccati della carne si fanno con la carne, non con le ossa

GIANPAOLO: Infatti, ed è per quello che vorrei mi rimanesse un po’ di carne attaccata alle ossa. Mi sembra che le acciughe che mangio a cena mi guardino e si consolino a vedere che c’è qualcuno più magro e secco di loro

BETTA: Non vorrei avessimo sbagliato tutto a fare questa spesa

GIANPAOLO: La chiami spesa tu; io la chiamo salasso! Peggio che andare all’AVIS; mi ha tolto anche l’ultima goccia di sangue nelle vene

BETTA: Non esagerare Paolino! Possiamo sempre trovare una soluzione

GIANPAOLO: Ti ricordo che sei stata tu ad insistere per comperare tutta quella roba

BETTA: E io rimetterò le cose al loro posto. Esco un paio di minuti e risolvo tutto. Dimenticavo… Prendi foglio e penna e mettiti a fare una nota di tutte le coppie del paese che sono grassottelle

GIANPAOLO: Perché?

BETTA: Il perché lo so io (Esce)

GIANPAOLO: (Ripetendo). Esco un paio di minuti e risolvo tutto… Beata lei che crede davvero di rimediare a questa situazione. Le donne… Sono brave loro a risparmiare, anche se l’anno scorso si è comperata un vestito nuovo. Adesso risparmia su di noi. Ieri ha comperato un cibo surgelato; mica l’ha fatto scongelare; no, a turno ce l’ha fatto leccare come un ghiacciolo. Sapore poco, sostanza niente! Sfido che si dimagrisce! Agli amici dico sempre che i piatti che mi prepara mia moglie si sciolgono in bocca. Mi piacerebbe però che imparasse a scongelarli, prima. Si dice che l'appetito vien mangiando, ma io posso assicurare che viene a stare digiuni. Dai Paolone, mettiti a fare il compito, prendi carta e penna e fa’ l’elenco dei panzoni del paese (Mentre sta scrivendo entrano i due figli anche loro dimagriti)

DIDO: Papà, devo dirti una cosa. Ho una nota da farti firmare. (Toglie il solito quaderno) “L’alunno Dido Codegoni, alla richiesta di mostrare i libri scolastici ha risposto ''li ho venduti per mangiare''. Chiedo un colloquio con i genitori”

GIANPAOLO: Non avrai davvero venduto i libri?

DIDO: Avevo fame papà… Io non voglio più bere i vostri beveroni

GIANPAOLO: Ma guarda che fra qualche mese li abbiamo terminati…

DIDO: Fra qualche mese dovrai versarmeli nel vaso dei fiori sulla tomba

LUCHINO: Anch’io oggi ho preso la nota. (Dal quaderno). L’alunno Luca Codegoni rimaneva piegato sul banco e non dava segni di vita. Chiamato e intervenuto d’urgenza il 118, ci si è accordi che stava dormendo. Il medico intervenuto ha diagnosticato astenia grave per denutrizione”. Anch’io non voglio più bere i vostri beveroni schifosi

GIANPAOLO: Ma dovremo pur finirle tutte queste bustine! Con quello che costano poi… E poi fanno bene!

DIDO: E allora bevitele tu! Noi vogliamo tornare a pizza, salame e pane e Nutella

GIANPAOLO: A chi lo dite… Io mi accontenterei di pane e salame, magari con una fettina di pancetta di contorno, due ovetti sbattuti e un bicchiere di vino.

LUCHINO: Ma mi dici papà perché per star bene si deve soffrire così tanto?

GIANPAOLO: A pensarci bene non hai poi tutto torto marcio… Ma chi lo dice a vostra mamma?

BETTA: (Entrando). Che c’è da dire della mamma?

LUCHINO: Stavamo dicendo che di mamma ce n’è una sola

DIDO: E avanza anche quella!

BETTA: Vi annuncio che ho risolto tutto

LUCHINO: Si ritorna alle pastasciutte di una volta?

DIDO: Ai bei piatti di affettati assortiti?

BETTA: Subito no, ma presto sì, appena avremo svuotato questi scatoloni

DIDO: Ma ci vorrà una vita…

BETTA: La Betta ha fatto in modo che qualcuno ci aiuti a finirli

GIANPAOLO: Come come?

BETTA: Sono appena stata a casa di tuo cugino Giorgino e l’ho invitato a cena qui da noi con la Lucy

GIANPAOLO: Ma tu sei tutta matta nella testa! E cosa gli dai che il frigorifero non è solo spento, non è solo vuoto, ma ci sono anche le ragnatele. E poi, cicciottelli come sono, chissà che fame hanno

BETTA: Le donne ne sanno una più del diavolo e, se tu non ti sei accorto, io sono una donna

DIDO: Mamma, ti faccio notare che è già ora di cena

LUCHINO: E non c’è nulla di pronto

GIANPAOLO: Non solo non c’è nulla di pronto, ma non c’è proprio nulla da mettere sotto i denti

BETTA: Ragazzi, andate di là e fare i compiti; vi chiameremo più tardi

DIDO: Ho capito, anche stasera a letto senza cena (Escono)

GIANPAOLO: Senti Betta, mi vuoi dire almeno… (Bussano)

BETTA: Quei due, quando si tratta di mangiare a sbafo, non dicono mai di no. Non sono stata a tempo a fare l’invito che sono scattati come una molla

GIANPAOLO: Dove c’è cibo c’è letizia; ma qui c’è solo fame e sofferenza

BETTA: Tranquillo Gianpaolo che risolviamo i nostri problemi (Va ad aprire ed entrano Lucy e Giorgino. Anche loro ben stazzati)

LUCY: (Entrando con Giorgino). Eccoci qui, siamo lietissimi di accettare il vostro cortese invito e pronti ad onorare la vostra tavola

GIORGINO: Almeno staremo in compagnia. Sapete, avere sempre davanti la faccia della Lucy mi fa passare l’appetito, ma, se le facce sono diverse e più simpatiche, sento già l’acquolina allo stomaco

LUCY: Sempre gentile e delicato il mio Giorgino come vedete, e sì che mi mantengo niente male

GIORGINO: Veramente che ti mantiene sono io. Il suo hobby? Mangiare! Il suo passatempo preferito? Masticare! Il suo sport? Ingurgitare!

LUCY: Ma mi dici che gusto c’è a preparare il pranzo e la cena se poi non me lo gustassi anch’io? Il guaio è che impieghi due ore a cucinare e poi, in quattro minuti, tutto mangiato

GIORGINO: Certo, va a vedere che ogni giorno si deve fare come quando si va a nozze! Ci si siede a tavola all’una e ci si alza alle sette di sera. E poi, in casa nostra, non c’è neanche l’orchestrina

LUCY: Per quello bastano le tue brontolate a riempire lo spazio fra il pranzo e la cena

BETTA: Sentite voi, le chiacchiere non riempiono la pancia, per cui calmatevi e sedetevi un attimo sul divano mentre io preparo la tavola (Eseguono)

GIANPAOLO: (Quasi parlando fra sé e sé). Veramente sono curioso anch’io di vedere cosa prepara. Il frigorifero è talmente vuoto che l’abbiamo anche staccato dalla corrente. Qui ci facciamo tutti una figura porca…

LUCY: Senti Betta, dimenticavo; come si usa fra persone educate quando vengono invitate a mangiare in casa d’altri, noi avremmo portato il dolce. Prendi

BETTA: Ma no, non dovevate disturbarvi, non c’era bisogno. Quando arriverete al dolce sarete così pieni che non ve la sentirete di mangiarne anche una sola briciola

LUCY: Non è niente di speciale; è un panettone di San Biagio, sai, quelli che sono avanzati a Natale e che vendono col tre per due. Magari sarà un po’ duro, ma basterà scaldarlo un po’ e sarà gustoso come nuovo. E non fate caso alla muffa; ricordate che gli antibiotici derivano dalla muffa

BETTA: Prendilo tu Paolino e portalo di là; mettilo un po’ nel forno per farlo rinvenire e già che ci sei porta la tovaglia

GIANPAOLO: Ti servono anche piatti e posate?

BETTA: Penso a tutto io. (Gianpaolo esce e rientra e posa la tovaglia sul tavolo. Parlando fra sé e sé ). La tovaglia c’è, è il resto che manca… Chissà cos’ha in mente la Betta…

BETTA: (Mentre posa in tavola alcuni bicchieri e una brocca d’acqua). Scommetto che un pranzetto come oggi non l’avete mai fatto. Con questo non avrete più problemi di linea

LUCY: Non parlare di problemi di linea…  Hai visto la Cesarina com’è ingrassata? Per me fa proprio schifo. Pensa che l’hanno ingaggiata per fare la modella per una fabbrica di insaccati! Ma non solo; quando si mette il vestito verde la scambiano per la campana della raccolta differenziata

GIORGINO: E suo marito? Dovreste vedere che bestione è diventato. Dicono che, quando c’è stato lo tzunami, è stata tutta colpa sua

GIANPAOLO: Tutta… Ma cos’ha combinato?

GIORGINO: Quando si è tuffato in mare ha sollevato un’onda così grande che ha fato un macello

BETTA: Paolino, segna su un foglio il nome della Cesarina e di suo marito

GIANPAOLO: Perché?

BETTA: Lo so io il perché! Tu segna e basta!

GIORGINO: E’ così grosso che i pompieri la usano come materasso per salvare la gente che si butta dai grattacieli

LUCY: Perché? La Cesarina scherza? Le sue misure sono 90-60-90

BETTA: Lucy, vorrei averla io una vita così… 90-60-90

LUCY: Ma io non parlo della vita, ma del braccio! Un giorno sono andata a trovarla perché aveva l’influenza. Non lo crederai, ma quando è sdraiata diventa più alta di quando è in piedi

BETTA: E come stava durante l’influenza?

LUCY: I sintomi erano come lei…

GIANPAOLO: Come lei?

LUCY: Sì, come lei; aveva l'alito pesante e la tosse grassa. Se non si decide a dimagrire quella un giorno o l’altro, soprattutto quando è vestita di bianco, la prendono per il tendone del Circo equestre

BETTA: Hai segnato Paolino?

GIANPAOLO: Segnato, Betta, segnato…

GIORGINO: Scusa Betta, ma se l’hai sempre chiamato Paolone, perché adesso lo chiami Paolino?

BETTA: Ma avete o non avete notato quanti chili ha perso?

LUCY: E’ vero! Volevo dirlo che aveva qualcosa di strano…

BETTA: Di strano? Ma se è 20 chili di meno!

GIORGINO: E come hai fatto a perderli?

LUCY: Noi avevamo pensato che avesse un tumore…, magari proprio un tumore no… un cancro

GIORGINO: O una malattia di quelle che consumano la carne… Magari l’AIDIS

BETTA: No, al di là del fatto che l’unica cosa che ha consumato è solo il cervello e qualche altra cosuccia non meno importante che, non usandola, si deve essere atrofizzata, vi dimostrerò oggi, seduta stante, come si può perdere peso in poco tempo e senza soffrire

LUCY: Scusa Betta, ma se da mangiare c’è tutto quello che hai sul tavolo in questo momento lo credo bene che si cala di peso…

BETTA: E’ questa la sorpresa… Vi alzerete… sazi! Sediamoci a tavola e strabilierete. (Si accomodano al tavolo)

LUCY: Mah, qui c’è qualcosa che non va… Non riesco a sedermi

BETTA: Scusa Lucy; Paolino, togli da sotto il tavolo quello scatolone (Gianpaolo esegue). Sapete, la casa è piccola e non sappiamo più dove metterli

GIORGINO: Infatti; vedo; ma cosa ne fate di tutte queste scatole? Cosa c’è dentro?

BETTA: Un tesoro

GIORGINO: Un tesoro? Gioielli? Monili?

BETTA: Più tardi vi sveglierò il mistero. (Betta pone davanti ad ognuno un bicchiere. Lo riempie d’acqua e versa una busta). Eccolo il vostro pranzo!

GIORGINO: E questo sarebbe…

BETTA: Non spaventatevi, è solo l’antipasto. Prima di bere lasciate che vi spieghi. Questo prodotto è una scoperta del professor Kala Kili, uno scienziato giapponese inventore del Dimasvelt. Trattasi della famosa formula di aminoacidi e proteine che rafforza i muscoli e brucia i grassi togliendo l’appetito. Prego, assaggiare

GIORGINO: Se ho capito bene questo dovrebbe essere…

BETTA: L’antipasto. Su, forza, ingurgitate (Bevono fra dubbi e smorfie). Non vi sentite più in forma? Insomma, lo stomaco un po’ più apposto?

GIORGINO: Veramente, più che lo stomaco. io sento la pancia che brontola…

BETTA: Buon segno, buon segno. Fra poco…

GIORGINO: Non fra poco, adesso! Il bagno, dov’è il bagno?

GIANPAOLO: Esci di lì, vai in fondo al corridoio a destra e tira l’acqua

GIORGINO: Spero che il corridoio non sia troppo lungo! (Corre fuori) ai in fondo al corridoiohe abbiamo dentro...

LUCY: Non è Betta che ci sia dentro un purgante?

BETTA: Proprio un purgante no, ma qualcosa che svuoti tutto quello che abbiamo dentro, ma nello stesso tempo ti nutre. Sta tranquilla, succede così soltanto le prime volte…

GIANPAOLO: Le volte successive è ancora peggio; a volte il beverone me lo prendo direttamente seduto sul water

LUCY: Scusa, ma non si farebbe più presto a prendere un purgante? O un bel clisterone e via! Uno si svuota come una prugna secca e la pancia va giù. Però, a pensarci bene, al mio Giorgino deve aver fatto bene. Pensa che lui è stitico dalla nascita; anche se lui dice che è meglio, così consuma meno carta igienica. Avaro com’è gli va anche bene. (Rivolgendosi all’esterno). Stai bene Giorgino? A che punto sei?

GIORGINO: (Da fuori). Sono a metà!

LUCY: Allora cerca di arrivare in fretta alla fine!

BETTA: Io ti assicuro che, dopo un mese di questo trattamento, il Giorgino diventerà un’acciuga

LUCY: Piano piano! Non vorrei che diventasse come il Michele, il marito dell’Antonia. Quello è talmente magro che, se qualcuno lo vedesse fuori da un cimitero, lo butterebbe subito nella fossa comune. Al contrario di tutte le coppie non è lui a dire che l’Antonia è la sua metà, ma è lei che dice che lui è il suo quarto. Nel giro di due mesi è dimagrito così tanto che gli vanno larghi i denti

BETTA: Magari ha il verme sanitario…

GIANPAOLO: Betta, non si chiama verme sanitario, ma verme santuario

LUCY: E’ così magro che prima di pesarlo l’Antonia deve spolverare la bilancia per non falsare il risultato

BETTA: Paolino, togli dalla lista il Michele e l’Antonia

LUCY: Allora Giorgino? E’ ancora lunga?

GIORGINO: (Dall’esterno). Più che lunga è liquida!

BETTA: Dicevi del Michele?

LUCY: Già, il Michele; è talmente magro e allampanato che, quando si ferma vicino ad un’auto, lo scambiano per l’antenna

GIORGINO: (Rientrando). Fatto, tutto fatto.

LUCY: Finalmente! Era ora! Adesso tocca a me! Come hai detto? Ah, esco di qui, vado in fondo al corridoio a destra e tiro l’acqua. Vado! (Corre fuori)

GIORGINO: Ma si può sapere Betta perché sopra il water hai messo il cartello “Quando avete finito usate lo spazzolone”? Io però ti confesso, al posto dello spazzolone ho usato la carta igienica. Poca però, come al solito

GIANPAOLO: Ma cos’è tutto questo traffico? Prima tu, poi la Lucy…

GIORGINO: Molto probabilmente è l’effetto del beverone

BETTA: Ma ti assicuro che succede solo le prime volte…

GIORGINO: Quante volte?

BETTA: Solo le prime cinque settimane, poi rallenta

GIANPAOLO:  Per forza; dopo le prime cinque settimane non so cosa rimanga nella pancia. Neanche l’olio di ricino è così potente. Sfido io che la pancia cala; qui si rischia che escano anche le budella! Non faccio per dire, ma in questo momento sento il mio ombelico che sta chiacchierando con la spina dorsale.

BETTA: Sicuramente è l’effetto benefico della Cascara Sagrada, un leggerissimo lassativo che favorisce la pulizia dell’intestino

GIORGINO: Leggerissimo lassativo? Più che Cascara è una cascata, e non vi dico di che cosa! Non funzionavano più neanche le dighe! Dire alluvione è dire niente! Il diluvio! Pensavo di fare intervenire la Protezione Civile. (Rientra Lucy). Bentornata! Anche tu vittima della medicina miracolosa?

LUCY: Ci sono andata solo per lavarmi le mani e a risistemarmi il trucco… E poi certe cose le signore non le dicono

GIANPAOLO: Ma guarda che lì, prima o poi, ci vanno tutti, principi e re compresi

BETTA: Siamo pronti per il primo?

LUCY: Primo cosa?

BETTA: In ogni pranzo che si rispetti c’è un antipasto, un primo e un secondo

LUCY: Io salto al dolce

GIORGINO: Io al caffè

BETTA: Ma… il secondo?

GIORGINO: Sto facendo la quaresima e sto facendo il digiuno

GIANPAOLO: La Quaresima? Ma se manca ancora un mese…

GIORGINO: Mi porto avanti così non ci penso più

BETTA: E tu Lucy? Non passi al secondo? Mica sarai anche tu in quaresima

LUCY: Sto facendo il Ramadam

BETTA: Non sapete quello che perdete, adesso veniva il bello… Lo Yello! Vitamine, proteine, carboidrati, aminoacidi, integratori, minerali, nutrienti essenziali tutti raccolti in una sola busta miracolosa

LUCY: Il miracolo c’è già stato; il mio Giorgino, dopo sei giorni che non andava al bagno, è riuscito a sfogarsi

BETTA: E c’è anche l’Aloe vera

GIANPAOLO: Vera neh, non quella falsa…

BETTA: Vitamina A,B,C,D… Insomma tutto l’alfabeto, vocali e consonanti comprese

GIANPAOLO: Compresa la K e la X…

BETTA: E poi contiene anche l’anti età. Guardate il mio Gianpaolo che la prende già da due mesi…, Quanti anni gli date?

LUCY: Non saprei… Sessanta?

GIANPAOLO: No, cinquanta

BETTA: E’ solo perchè li porta male, ma vi assicuro cha a letto fa furore. Diglielo tu Paolino…

GIANPAOLO: Due volte!

GIORGINO: Al giorno?

GIANPAOLO: No, in due mesi

LUCY: Chissà prima della dieta allora…

BETTA: Il dottore mi ha consigliato di dargli ogni tanto una pastiglia di Biafra, ma quando la Betta si spoglia…

GIANPAOLO: Mi giro dall’altra parte e mi passa la voglia

BETTA: A dire il vero una volta ho provato a darglielo. Gli ho detto che era una vitamina. E a questo bel tomo non gli va di traverso? Non riusciva a deglutirla. Non mi crederete, ma gli è diventato rigido tutto il collo. Ma non mi sono persa di coraggio; la volta successiva gliel’ho messo nella minestra e lui si è rifiutato di mangiarla

GIANPAOLO: Per forza, tutti i piselli sono diventati duri!

BETTA: I piselli del minestrone sì, ma lui… come sempre!

GIANPAOLO: Allora, a questo punto, direi di fare onore ai nostri ospiti; passiamo al panettone. Giusto?

GIORGINO: Giusto!

GIANPAOLO: Vado a chiamare i ragazzi (Esce)

BETTA: Non vorrei che quel bel tomo, con la scusa del panettone, interrompesse la dieta del Dimasvelt

LUCY: Senti Betta, con tutta franchezza e con tutta l’amicizia che ti porto, ti dico che preferisco mangiare cose normali, ma gustose. I tuoi intrugli non ci interessano

BETTA: Ma potreste comprarli scontati del 25 per cento… Guardate quanti scatoloni pieni zeppi…

GIORGINO: Ma neanche se ce li regali! Mi è bastato l’antipasto con tutto quello che è seguito

BETTA: Ma non vi sentite più leggeri?

LUCY: Non solo più leggeri, ma anche più deboli

GIANPAOLO: (Rientrando coi ragazzi. Porta il panettone). Visto la sorpresa ragazzi? C’è il panettone! (Betta lo scarta e lo mette in tavola)

LUCHINO: Dido, il panettone in casa Codegoni?

DIDO: Guarda Luchino che potrebbe essere solo un sogno, un miraggio, una visione …

LUCHINO: Le visioni non hanno profumo

DIDO: Veramente un po’ di profumo di muffa ce l’ha… (Si siedono anche loro a tavola)

GIANPAOLO: Forza Betta! Taglia! Parti uguali neh! (Betta distribuisce le fette)

LUCHINO: Mamma, la fetta di Dido è più grossa della mia

DIDO: Però la mia è più piccola di quella di papà

BETTA: A caval donato non si guarda in bocca

LUCHINO: Ma io guardo alla pancia! E la mia è vuota!

DIDO: E la mia brontola da non so quanti giorni. Stanotte faceva talmente rumore che mi sono svegliato convinto che ci fosse il temporale

BETTA: Chiudete quelle maledette boccacce e apritele solo per mangiare (Tutti si avventano sulle fette)

GIANPAOLO: E da bere?

BETTA: Acqua sana e potabile dell’acquedotto comunale che troverete in cucina

LUCHINO: Ah, una briciola!

DIDO: Dove dove?

LUCHINO: Ce ne sono altre qua (Tutti si precipitano alla ricerca delle briciole)

GIANPAOLO: Mai mangiato così bene… E’ da una vita che non sentivo certi sapori

BETTA: E il Dimasvelt?

GIANPAOLO E I RAGAZZI: (Assieme). Quello-te-lo-bevi-tu!

BETTA: E che ne facciamo di tutti quegli scatoloni?

GIANPAOLO: Regalali alla Caritas

LUCY: Ai missionari?

GIANPAOLO: Certo, li mandano in Africa. Là c’è bisogno di tutto

GIORGINO: Ma non di dimagrire! Quelli sono già magri e secchi come un baccalà

GIANPAOLO: Ma almeno toglierà loro la fame!

LUCHINO: Potrei regalarli alla mia maestra… Sembra un incrocio fra un pallone aerostatico e una balena.

BETTA: Gianpaolo, segna anche la maestra

LUCHINO: Tutte le volte che deve fare un viaggio deve prenotare due posti. Si dice che, quando ha dovuto andare in ospedale, l’ambulanza ha dovuto fare il viaggio due volte. Per lei sarebbe una fortuna perdere 50 chili e magari mi promuove anche. Quando va al ristorante ordina sempre cibo dietetico

BETTA: Beh, dimostra buona volontà

LUCHINO: Sì, ma ne ordina sempre cinque porzioni. Dopo però, nel caffè, ci mette il Dietor

LUCY: A questo punto della bellissima serata noi chiediamo scusa, ma dovremmo andare. Sapete, il mio Giorgino ha il lavoro che l’attende

GIANPAOLO: Hai trovato lavoro Giorgio?

GIORGINO: Sì, ma è terribile! Sveglia alle quattro e mezzo, scendere a cento metri di profondità, lavorare con un caldo soffocante e sopportare un caposquadra sempre presente e che ti controlla come un carabiniere. Mi capisci Gianpaolo?

GIANPAOLO: Urca se ti capisco!

GIORGINO: Quando risali sei talmente stanco che crolli addormentato finchè non risuona la sveglia. Mi capisci Gianpaolo?

GIANPAOLO: Urca se ti capisco! Ma da quando lo fai questo lavoro così duro?

GIORGINO: Beh, a dire la verità, incomincio domani

LUCY: Allora noi andiamo. Grazie della bella serata, della vostra piacevole compagnia e dell’ottima cena

GIORGINO: Grazie davvero, finalmente la mia pancia si è rimessa a funzionare. A parte il fatto che anche in questo momento sento certi brontolamenti… Sarà meglio che corriamo a scanso di sorprese… Non riesco a capire perché il sindaco ha fatto togliere dalle strade i gabinetti pubblici

LUCY: Ma trattieniti Giorgino…

GIORGINO: Io cerco di trattenermi, ma è qualcos’altro che se ne va…

LUCY: Guarda che ti metto il pannolone!

GIORGINO: Oggi ci vorrebbe davvero! Via, via in fretta! (Escono)

BETTA: Ragazzi, andate di là; ormai avete mangiato abbastanza e non vorrei faceste indigestione

DIDO: Non ho mai sentito che si può fare indigestione con le briciole del panettone che, tra l’altro, hanno anche un buon sapore di vecchio e di muffa

BETTA: Gallina vecchia fa buon brodo!

DIDO: Ma panettone vecchio fa un po’ schifo! Ma la fame fa questo e altro

LUCHINO: Stanotte sognerò di mangiarmi un bel pane con la Nutella con contorno di brioches e un’intera scatola di Kinder (Escono)

BETTA: E’ andata male Giorgino

GIANPAOLO: Guarda che io non ho ancora capito niente di quello che volevi fare…

BETTA: E quando mai tu hai capito qualcosa? Se fossi riuscita a convincere loro due a fare la dieta del Dimasvelt avremmo potuto vendere un bel po’ di buste e noi saremmo rientrati almeno in parte dei nostri soldi. Furba la Pina; con la scusa di dimagrirti ci ha rifilato tutte queste scatole e noi ci siamo cascati come allocchi

GIANPAOLO: Ti ricordo che sei stata tu ad insistere per comperare tutto quel po’ po’ di roba

BETTA: Ma io lo facevo per te, perché ti volevo magro, scattante, spumeggiante…

GIANPAOLO: Certo, come una bottiglia di gazzosa…

BETTA: E poi con nuove energie quando siamo a letto…

GIANPAOLO: Infatti mi hai detto che adesso russo più forte

BETTA: E adesso cosa facciamo?

GIANPAOLO: Invece di prendere una busta per volta ne prendiamo tre, quattro, cinque, magari con un panino e una spaghettatina

BETTA: Ma sei matto? Ingrasseresti di nuovo

GIANPAOLO: Meglio grasso che cadavere!

PINA: (Entrando). Permesso?

BETTA: Eccola qua la Pina; vieni Pina, vieni

PINA: Che spettacolo!

BETTA: Cosa, gli scatoloni?

PINA: No, il Gianpaolo! Ma cos’è diventato? Un figurino, un modello, un attore di grido…

GIANPAOLO: Il grido mi viene per la fame

PINA: Contento Gianpaolo?

GIANPAOLO: Altroché! Sono tutto una goduria. Ho la pancia che brontola e che canta…

PINA: Canta?

GIANPAOLO: Sì, canta; canta la marcia funebre perché dalla fame è morto anche il verme santuario

BETTA: Certo che tu hai avuto una gran bella volontà e costanza a dimagrire così. Chissà quanti Dimasvelt ti sei presa…

PINA: Il Dimasvelt? Ma sei matta? Mica mi fido io di quella roba lì!

BETTA: Ma sei stata tu a consigliarcelo!

PINA: A consigliarlo, ma soprattutto venderlo. Non è detto che chi vende debba per forza usare i propri prodotti

BETTA: Come sarebbe a dire?

PINA: Che se uno vende delle casse da morto non per questo le deve usare per sé. Io mi sono messa a dieta evitando grassi e mangiando solo carne e verdura, non mi sono mai fidata di quei prodotto lì

LUCHINO: (Entra correndo). Ciao mamma, ciao papà, ciao Pina! (Esce di corsa all’esterno)

GIANPAOLO: Ma… Cos’è questa furia? Dove sta andando?

DIDO: (Entra correndo). Ciao mamma, ciao papà, ciao Pina!

GIANPAOLO: Ma si può sapere cosa vu i prende? Siete stati morsi dalla tarantola?

DIDO: Non posso. vado di fretta; mi hanno chiamato. (Esce di corsa all’esterno)

BETTA: Di che ti meravigli Paolino? Lo sai come sono fatti i ragazzi; magari hanno sentito gli altri che giocano a palla…

GIANPAOLO: A me sembrano matti! Non è che qualche bustina che c’è in casa nostra gli è andata alla testa?

BETTA: Guarda che il Dido e il Luchino sono sempre stati dei bravi ragazzi…

PINA: Scusate se vi interrompo, ma… Luchino è normale, ma Dido che cavolo di nome è?

BETTA: E’ una storia vecchia… Quando è nato Dido era così bello, ma così bello che io lo volevo chiamare Splendido. Suo padre no! Bastian contrario come al solito lo voleva chiamare come suo padre Candido. Non siamo mai riusciti a metterci d’accordo. Quando siamo andati a registrarlo in Comune fra noi due è scoppiata una gran bega; è dovuto intervenire il sindaco in persona per metterci d’accordo. Ha tagliato in due i nomi e, da Candido e da Splendido, è rimasto solo Dido

GIANPAOLO: Lascia perdere i ragazzi Pina, ma ci dici adesso cosa dobbiamo farne di tutta questa roba negli scatoloni?

PINA: Guarda che la dieta col Dimasvelt deve durare per tutta la vita, altrimenti, se la interrompete, rimettete il doppio dei chili che avete perso

GIANPAOLO: Tutta… Tutta la vita?

PINA: Vuoi o non vuoi star bene?

GIANPAOLO: Ma allora aveva ragione Luchino mi ha chiesto perché si deve soffrire così tanto per stare bene!

PINA: Potrei proporvi una soluzione… Mi rivendete il tutto e  vi libero da tutte queste scatole

BETTA: Ma allora sei davvero un angelo Pinuccia…

GIANPAOLO: Così i nostri soldini rientrano…

BETTA: Scusa Pina, ma quanti ne rientrerebbero?

PINA: Il conto è subito fatto. Ritiro le rimanenze col 90 per cento di sconto

BETTA: Al 90… Al 90 per cento di sconto? Ma questo è un furto bello e buono!

GIANPAOLO: Certo che è un furto, ma se continuo così è meglio il furto della Pina che il suicidio del Paolone!

PINA: Affare fatto?

BETTA: Ci prendi per il collo, ma va bene così

PINA: Domani mando a ritirare le scatole e vi lascio l’assegno. Ciao ragazzi, nuovi clienti mi aspettano; o meglio, aspettano i miracoli  e le meraviglie che può fare solo il Dimasvelt, il famoso, fantastico, miracoloso prodotto del professor Kala Kili della Anoressic Company di Famelic City; americana ovviamente… (Esce)

GIANPAOLO: La Betta voleva suonare la Lucy e il Giorgino e invece è la Pina che ci ha suonati

BETTA: E così mi ritroverò il mio Paolino col suo panzone e dovrò chiamarti di nuovo Paolone

GIANPAOLO: In questa casa finalmente si sentiranno di nuovo i profumi delle cose genuine, dei minestroni, delle bistecche, degli spaghetti, dei risotti…

BETTA: E pensare che ormai mi ero abituata a non cucinare, a non preparare, a non lavare i piatti e adesso dovrò ricominciare tutto daccapo

LUCHINO: (Entra con Dido, Lucy e Giorgino. Ognuno di loro ha fra le mani un portavivande). Ta ta ta tààà…

DIDO: Sorpresaaa!

GIANPAOLO: Ma… Cosa ci fate qui di nuovo?

DIDO: La sorpresa è proprio questa

LUCHINO: Mamma, papà, sedetevi lì dietro, state zitti e lasciateci lavorare (Appoggiano sul tavolo quello che hanno in mano)

GIANPAOLO: Che siano arrivati i tre Re Magi Betta?

BETTA: Ti faccio rispettosamente notare che sono in quattro…

GIANPAOLO: Forse sarà perché non ci vedo più dalla la fame… (Scoperchiano i portavivande)

GIANPAOLO: Ucci ucci sento odor di tarallucci…

LUCY: Più che di tarallucci si tratta di trippa, di spaghetti alla carbonara, di brasato di manzo e di acciughe sott’olio con contorno di olive farcite

GIORGINO: Prego, accomodatevi (Scene di giubilo da parte di Gianpaolo. Tutti si precipitano a tavola)

LUCY: Un momento! Non create confusione! La trippa per Giorgino, gli spaghetti per Luchino, il brasato per Dido e le acciughe per Lucy…

GIANPAOLO: Fermi tutti! Calma e sangue congelato! Qui c’è qualcosa che non va… E per noi?

LUCY: Già, dimenticavo; c’è qualcosa anche per voi

GIANPAOLO: Meno male; mi stava venendo un infarto al cuore o un cactus cerebrale…

LUCY: Hai mal di testa? Senti dei dolori al petto Paolino?

GIANPAOLO: No, allo stomaco no; ma la pancia sta brontolando come quando il mare è in tempesta con tanto di avviso ai naviganti

LUCY: Dove hai detto Luchino che tengono il Dimasvelt i tuoi?

LUCHINO: (Lo prende da un cassetto) Eccolo qua. (Versa la busta in un bicchiere e lo offre ai genitori)

GIORGINO: Contenti adesso?

GIANPAOLO: Contenti una bella madonna! Dov’è la democrazia? E chi è il Paolone? Il figlio della serva? Questa roba qua da ora in poi la do alla mia Serafina. Magari dimagrirà, ma risparmierò in mangime e farà le uova più gustose

LUCY: E allora dividiamoci fraternamente tutto (Grande eccitazione. Betta porta dei piatti. Fanno per iniziare il pranzo…)

BETTA: Eh no! Fermi un attimo! Prima ringraziamo il Signore per tutta questa provvidenza

GIANPAOLO: Veramente dovremmo ringraziare il Giorgino e la Lucy…

BETTA: (Pregando). Grazie Signore per il cibo che oggi ci hai messo su questa tavola e per il buonumore che finalmente tornerà nella nostra famiglia

GIANPAOLO: Grazie Signore per averci tolto quei beveroni schifosi e per averci fatti tornare a sentire i sapori della cucina, quella vera! Assieme alla pancia tornerà anche l’allegria

LUCHINO: Grazie Signore per averci fatto tornare a pane e Nutella e fa che i nostri genitori non si facciano più indurre in tentazione di comperare le schifezze della Pina

DIDO: Grazie Signore per averci tenuti in vita fino adesso. Tu, che nel deserto hai provato la fame, sono sicuro che mi capirai

GIORGINO: Grazie Signore di averci dato la possibilità di evitare la tortura della dieta e di avermi donato una cuoca come la Lucy. Visto che è l’unica qualità che ha falla migliorare ogni giorno

LUCY: Grazie Signore di aver per la seconda volta redento la famiglia Codegoni, di averla portata di nuovo sulla buona strada fatta di cose naturali, saporite e soprattutto senza doversi piegare a torture inutili e infinite

TUTTI: Amen

BETTA: Però tu Giorgino un po’ di dieta la dovresti fare lo stesso…

GIANPAOLO: Promesso Betta; Giuro! La dieta la comincio lunedì (Si lanciano ossessivamente sui piatti mentre cala il sipario)