SE IL SILENZIO PARLASSE
(Prologo)
Se il silenzio parlasse ci direbbe tante cose, cose che non abbiamo mai udito, cose che rimangono in attesa che qualcuno le dia voce.
Se il silenzio parlasse ci direbbe tante cose, cose strane, cose folli, cose che nessuno vuole sentire.
Se il silenzio parlasse ci direbbe del dolore di chi soffre, di coloro che hanno fame, di quelli che nel mondo non hanno identità.
Se il silenzio parlasse ci direbbe tante cose, cose brutte, cose tristi, che nessuno vuole sapere.
Se il silenzio parlasse sarebbe un grosso guaio perché non sapremmo come fare per coprire con il silenzio le ingiustizie del mondo.
LA FAME NEL MONDO
(Breve monologo)
Sono la fame, sono nota in tutto il mondo per la mia capacità di respingere gli assalti, per lo più inconcludenti, di chi dice di combattere la mia presenza fra la gente.
Io sono potente, resistente, popolare......nel senso che colpisco soprattutto la gente del popolo, i semplici cittadini non protetti da nessuno. Sono presente e radicata almeno su tre quarti del pianeta. L'altro quarto mi utilizza.
Ho clienti in ogni luogo e ne conquisto sempre nuovi. Mi insinuo fra le schiere numerose dei poveri, dei barboni, dei cittadini del terzo e quarto mondo, dove domino da secoli incontrastata. So essere di volta in volta, indiana, africana, sudamericana ed oggi, ahimè, anche italiana con presenze numerose soprattutto nel sud e nelle isole maggiori. Io non sono razzista, anzi tutt’altro, perché mi sento pienamente realizzata solo quando posso essere una fame veramente ... nera.
I bambini mi piacciono da ..... morire, nel vero senso della parola perché ne faccio morire tanti di fame, poverini, per senso umanitario, per non farli crescere e diventare adulti in un mondo, che, appena nati, li considera già morti di....fame. Io sono attenta a tutto: terremoti, alluvioni, siccità … a me interessa ogni forma di calamità. Disoccupazione, licenziamenti sono … pane per i miei denti, specialmente quando sono fenomeni di massa o riguardano famiglie numerose. Io insidio
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soprattutto i pensionati e, grazie all’azione … lungimirante dello Stato, qualcuno l'ho già beccato sotto il minimo vitale. Se qualche sprovveduto per sua gioia o per diletto spende e spande, vivendo al di sopra delle sue possibilità, io, imperterrita, l'aspetto, sicura che prima o poi mi cercherà.
Inseguo con tenacia l'emigrante nel suo lungo peregrinare dentro o fuori lo Stivale e non mi faccio facilmente abbandonare, perché so che solo uno su mille ce la può fare, come canta il Morandi nazionale. Gli altri, volenti o nolenti, mi devono accettare. Io sono uno strumento nelle mani dei potenti della terra, che mi usano spesso con cinismo per raggiungere i loro scopi. Se mi chiedono di affamare un popolo, io chino il capo ed ubbidisco, ma chiedo, anzi pretendo che, prima di qualunque mio intervento, siano state formalmente decretate le apposite sanzioni economiche dalle Nazioni Unite. Su questo non transigo. E’ una questione di civiltà e di rispetto del diritto internazionale. Anche la fame deve essere legale. Perciò, se non c’è l’embargo non agisco.
Di fame si muore ma, attenzione, signori cari, perché con la fame degli altri ci si può anche campare e c’è qualcuno che ci campa molto bene anche all’interno della FAO.
C'è la fame detta atavica e c'è quella più moderna. C'è la fame individuale, familiare, collettiva, nazionale e c’è la fame mondiale..... C'è una grande varietà di fame, ma non lasciatevi ingannare perché la fame è fame e, comunque la chiamiate, sono sempre io sotto falso nome, la fame ufficiale, universale, l'unica vera ed originale.
Per essere sincera ho temuto qualche volta che i paesi più fortunati, quelli che in gergo si dicono industrializzati, si facessero convincere ed accettassero di seguire i consigli interessati e fuorvianti di chi continua a parlare di solidarietà, in nome di un diritto naturale alla vita, valido per l'intera umanità. Ma ora ho capito che queste sono fortunatamente tutte chiacchiere, promesse sulla carta, sentimenti che non potranno mai attecchire nel mondo civile economicamente sviluppato, dove domina la legge del profitto e così, rassicurata che, nonostante il progresso mondiale, per la fame ci sarà sempre un grande spazio sulla terra, mi sono un po' tranquillizzata ed ora guardo con fiducia all'avvenire.
Italo Schirinzi
Dalla raccolta “Cose di questo e dell’altro mondo”.
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