La famiglia difettosa

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LA FAMIGLIA

LA FAMIGLIA... DIFETTOSA

commedia brillante in due atti

 di Calogero Maurici

Personaggi

Santino Colluccello (il marito)

Assunta Pomodoro (la moglie)

Lavinia Colluccello (la figlia)

Massimo Scassamento (il fidanzato)

Stefano Scassamento (il padre di Massimo)

Rosa Buffa (la moglie di Stefano)

Felice Scassamento (il padre di Stefano)

Maricchia Musso (vicina di casa dei Colluccello)

(elaborata da Pietro Maurici)

Titolo originale

A famigghia…difittusa

Commedia brillante in due atti

(di Calogero Maurici)

(elaborata da Pietro e da Rosanna Maurici)

Non mi permetterei mai di prendere in giro persone con qualche handicap per

poter ridere, anche perché sono quelli che sanno dare più amore visto che in

questa società pochi sanno dare senza ricevere.

Da loro c’è sempre da imparare, poi io sono uno che ha sofferto tanto per motivi

di salute…quindi so cosa significa la vera sofferenza.

Questa è una commedia come tante, un modo come un altro per fare teatro, per

passare e far passare due orette in allegria e perché nò, possibilmente

riflettere anche perché lo facciamo tutti poco, ed il tutto serve per

sdrammatizzare .

C’è chi scrive di malattia, di tradimento, di amori e di altro; io questa volta

ho voluto scrivere di difetti anche per far capire (purtroppo ancora qualcuno

c’è che no sà) che nessuno è perfetto.

Il sig. Santino Colluccello sposato con la signora Assunta Pomodoro, è alle

prese con la figlia Lavinia, innamorata di Massimo Scassamento, un ragazzo un

poco balbuziente.

Quando Santo viene a sapere che è balbuziente si oppone con tutte le sue forze

ma poi accetta di conoscerlo.

Massimo in un primo momento si presenta a casa del futuro suocero con il nonno

Felice, anch’egli difettoso, vedente da un occhio e con un tremolio alla mano.

Santo rimane deluso perché Lavinia e la madre complice, non gli e l’avevano

detto.

Santino consigliato da P. Salvatore per non farsi prendere dai rimorsi dice alla

figlia di voler conoscere i genitori di Massimo.

Quando questi si presentano rimane colpito di fronte ad una realtà che mai si

sarebbe aspettato: il padre di Massimo è gobbo mentre la moglie è storpia.

A render ancor più esilarante e ritmata la commedia, si inserisce il personaggio

di Maricchia, una vedova vicina di casa con l’assillo del malaugurio vedendo

sempre incidenti, lutti, disgrazie ect… Traducendo questa commedia dal siciliano

in italiano, obiettivamente mi sono reso conto di come perde in tante battute di

comicità e anche di altri vari aspetti. Sono sicuro che anche gli altri lavori

che comincerò a tradurre dal vernacolo faranno lo stesso effetto. Tuttavia

ritengo che anche in italiano farà passare in allegria e riflettere il pubblico.

Consiglio a qualsiasi compagnia che la voglia rappresentare, di tradurla nel

proprio vernacolo.

(dedicato agli amici: Cono Messina e Mimmo Raffa)

A Cono Messina, attore e regista di Capo d’Orlando perché ero restio a scrivere

questa commedia, ma un giorno gli raccontai la trama con delle battute di alcuni

personaggi gli piacque e mi incoraggio’ a scriverla dicendomi che è anche un

modo per sdrammatizzare.

A Mimmo Raffa, attore, regista e giornalista di Reggio Calabria, perché è stato

il primo fuori dalla Sicilia a credere in me come autore e regista.

( La scena si svolge in casa di una famiglia comune e, può essere rappresentata

a seconda delle esigenze della compagnia e come meglio ritiene opportuno)

S C E N A I°

(Assunta, Lavinia, Maricchia)

Ass.    (seduta sta preparando qualcosa da mangiare, spesso guarda la figlia che

           canticchia una canzone romantica, dopo un po’ Assunta si alza e và verso la

           figlia decisa) Da un poco di giorni ti vedo con un' aria strana …ora tu mi

           dici esattamente che cosa hai.

Lav. (spegne la radio, si allontana con aria da innamorata, poi si riavvicina

alla madre) Mamma, lo vuoi sapere?! Sono innamorata…innamoratissima!

Ass.   (contenta) Ma questa è una notizia bellissima a mamma. (la bacia)

Lav.   Solo che c’è qualche problema!

Ass.    I problemi non mancano mai a mamma…Forse lui non lo sa?

Lav.   Ma che dici mamma!…e comu se sa! Sa tutto di me, di fuori e di

          dentro.

Ass.   Lavinia che sa di dentro.

Lav.   Mamma non ti preoccupare….il problema è che Massimo è un po' (checcu)

          balbuziente…ma pieno di pregi…..

Ass.   Pregi? Che sono sti pregi, segnali, stampe, malattie…

Lav.    Mamma i pregi sono cose belle, è solo un po' balbuziente. I primi giorni ci

           facevo caso, ma ora sò di essere troppo innamorata...è da un mese, e per

           paura di dirlo a papà, mi sono tenuta tutto dentro. Mamma tu sei dalla mia

           parte vero? (Assunta abbraccia la figlia)

Ass. A mamma io voglio la tua felicità e poi l’amore nasconde ogni difetto!…

Lav. Ma papà a queste cose ci fa caso però!...

Ass. Non ti preoccupare a mamma, non se lo deve sposare lui, e poi se lo vuoi

sapere lui è pieno di difetti!..

Lav. Vero?

Ass. Se vuoi ti faccio l’elenco…le cipolle in tutte i due piedi, peloso peggio

di

Una scimmia, e non ti dico di quanti nei ha in certi punti…

Lav. Certo per lui questi non saranno difetti perché non si vedono.

Ass. Non ti preoccupare, appena viene gli e lo diciamo piano piano, a poco a

Poco, se no un collasso ci piglia... Ma dimmi di dove sono…

Lav. Sono a sette chilometri di quà, e si chiamano…non ridere appena te lo dico

SCASSAMENTO…

Ass. (ride) Ma chi razza di cognome è, scusami Lavinia ma scassano vero?

Lav. Mamma…e poi il nostro cognome non è più bello: Lavinia Colluccello e

Tu Pomodoro… Assunta Pomodoro in Colluccello. Anche se lui mi chiama

Pomodorina…(romantica)

Ass. Con questi cognomi strani facciamo ridere anche le galline…certo tuo padre

ha sempre desiderato il Massimo per te…

Lav. Infatti si chiama Massimo…(entra Maricchia, vedova e vicina di casa

soprannominata la signora Malagurio per il suo carattere. Ogni volta che

entra, chi vuole puo far succedere qualcosa in casa. es.caduta di un quadro)

Mar. Ciao Assunta. (vestita di nero)

Ass. Signora Maricchia sedete…ccosa avete!

Mar. Disturbo…se disturbo mi alzo e me ne vado. (si alza e si risiede

all'istante)

Ass. No, quale disturbo…

Mar. Non si puo’ camminare più per le strade, uno cammina sereno e si trova

sotto una macchina ... Lavinia stai attenta che ci sono tanti pazzi in giro…e

poi non conviene uscire assai di casa…se uno cade si rompe una gamba…

poi lo portano all'ospedale e podarsi che al posto di operare la gamba rotta

ci operano l’altra…mamma mia…mamma mia, quante cose che succedono.

Poi quando si vedono gatti neri qualcosa capita di sicuro…non ci posso

pensare, mio marito è uscito da questa casa, ha visto un gatto nero, manco dieci

minuti e gli viene l’infartu, quattro giorni di ospedale e mori..(Lavinia e la

madre si guardano)

Ass. Pazienza non ci pensi più…

Mar. Non ci penso…come faccio…se capitasse a tuo marito ci penseresti sempre.

Lav. Mamma a momenti viene papà…(per togliersela dai piedi)

Mar. Disturbo? Se disturbo mi alzo e me ne vado. (si alza e si risiede)

Ass. Non disturba mai lei, però se viene più tardi… perché dobbiamo preparare.

Mar. Va beni (si alza) Ho paura pure di andare in bottega, una esce per comprare

qualcosa, poi passa qualche disgraziato col motorino e ti mette sotto…

Lavinia non ti comprare mai motorino, che prima o poi si muore!

Lav. Si, lo so…lo so...

Mar. Arrivederci, mentre cammino apro gli occhi tanti (fa il gesto) e sempre c'è

d'avere paura. (esce)

S C E N A II°

(Assunta, Lavinia, Santino, )

Lav. Mamma ma come possiamo sopportarla ogni momento viene a raccontare

dispiaceri, ma chi gle ha messo uccello di malaugurio non ha sbagliato!

Speriamo che me ne vado lontano da questo paese, per tanti motivi. (entra

il padre che aveva sentito le ultime parole)

San. Quali sono questi motivi.

Lav. Papà la signora Maricchia Musso…

San. Per favore non mi parlare della signora Musso, non solo viene a rompere il

Muso …poco fa sono caduto… mentre posteggiavo la macchina mi hanno

tamponato e proprio ieri sera mi ha detto tre volte…stai attento quando

posteggi, quando cammini…Assunta, quando viene mandala subito.

Ass. Eh! Poverina!…

San. Poverina…poverina, quando viene lei mi fa male la pancina!..

A signora Musso Maricchia quando parla a tutti stinnicchia!…(stende)

A signora Maricchia Musso anche a un cinese lo fa diventare russo!..

( poi mamma e figlia se lo mettono in mezzo)

Lav. Papà devo parlarti….

Ass. Santino deve parlarti…

San. Tutti e due…

Lav. No solo io papà!

Ass. Solo lei!

Lav. Papà, tu mi ha sempre voluto bene vero!…

Ass. Sempre l’hai voluto bene!...

Lav. Fra padre e figlia è giusto che ci sia un rapporto aperto…

Ass. Aperto!… (Sant. guarda entrambe stupito) Apriti Santino.

Lav. Papà sentimi.

Ass. E sentila…

Lav. Io ti dico tutto!

Ass. Ti dice tutto!

San. Oh! Mezzora e non dici niente (poi alla moglie) e tu sembri un pappagallo.

Lav. Papà ora parlo…

Ass. Ora…(Santino la blocca)

San. Muta tu!…Allora Lavinia parla, ogni padre deve a s c o t a r e la propria

figlia venendo all’incontro in tutti i modi.

Lav. Papà sono innamorata!…

Ass. Sentito? Te l'ha detto secco secco.

San. Menomale che non l'ha detto grosso grosso.

Lav. Papà sei contento?

San. Ma certo…queste sono belle notizie…e chi è stu gran… fffortunatu!…

Lav. Si chiama Massimo.

San. Meglio Massimo che Minimo.

Lav. E’ un ragazzo magnifico, con tanti pregi…

Ass. Non sono malattie, cose buone sono, lati positivi.

San. Pregi!… chi mi spieghi, ti pare che non sapevo il significato? (poi verso

il pubblico) menomalei che me l'ha dettoi!…Cara figlia, essere pregiato oggi

giorno non è di tutti, però è giusto che avesse qualche difettuccio, perchè non

guasta.

Ass. Veramente qualcuno ce l'ha… ce l’ha!

San. E tu come lo sai?

Ass. Lavinia l'ha detto prima che tu arrivassi.

San. E avete cominciato dai difetti a parlare!?

Lav. Papà ha una voce delicata, bianca…bianca…

San. Io una voce nera non l'ho mai vista.

Ass. Pure la lingua avrà bianca…

San. Allora di stomaco soffre!

Lav. Papà quando parla mi fa volare…(chiude gli occhi e allarga le braccia)

San. (al pubblico) Pure io mi sto sentendo più leggero! (Lav. poi sempre con

gli occhi chiusi per gioia, sospira…il padre guarda stupito)

Ass. Che dolce! (Lav. continua a sospirare)

San. Mi pare che sta figliando qua dentro! (al pubblico)

Lav. Papà è romantico!…

San. (un poco seccato) Ah! me lo dovevi dire prima che era straniero,

addirittura

dalla Romania.

Lav. Papà, ma quale straniero, siciliano è, abitano a Ribera, lui è nato a

Priolo,

sua madre a Canicatti, suo padre ad Agrigento…(dire i paesi a seconda della

località)

San. Sono internazionali, menomale che non hanno fatto altri figli, se no, uno

nasceva a Palermo, uno a Sciacca e un altro a Messina….lasciava un segno

ovunque…una cacatella in ogni posto.

Ass. L’importante che è di buona razza…la buon’anima di mia madre diceva

sempre:meglio uno meno bello di buona razza che uno bello di cattiva razza!

San. LA buon’anima di tua madre diceva tante fesserie…Invece la buon’anima di

mia madre diceva sempre: bellezza (per lui) e cretineria…(per la moglie) spesso

vanno in compagnia..! La bellezza a me mi è passata a te a cretineria ti è

aumentata.

Lav. Papà al più presto ti vuole conoscere.

San. (l’abbraccia) Ormai l’età, è quella giusta, io ho voluto sempre il massimo

per te, e il massimo ti stai pigliando di nome e mi auguro di carattere.

Ass. Ce l’ha troppo bello il carattere…(contenta)

San. Ma se tu non lo conosci…Lavinia dimmi qualche difettuccio di questo

Massimo, perchè è giustu che ogni uomo qualche difetto ce l'abbia, magari un

brufolo, anche se è peloso perchè se uno non è peloso…

Ass. Peloso come te?..che sembri King Kong…

Lav. Veramente ce l'ha un difettuccio, ma io non lo vedo più…

Ass. Piccolo difettuccio…uccio…uccio…uccio!

San. E qual è stu uccio…uccio…uccio!

Lav. Eh!…eh…è un po’…poco bal… balbuziente.

San. (non capisce) Che significa, dillu in siciliano.(nel proprio dialetto)

Lav. E'… è…un po…cu che..che..ccu…checcu…(Sant. rimane deluso)

San. Checcu?! Checcu! Checcu…checcu…checcu…(nel prorpio dialetto)

Ass. Che gli ha preso una paralisi nella lingua? (al pubblico)

San. Ma di quanti ragazzi che parlano ti vai a prendere un checcu!?

Ass. Quanti ce ne sono che non parlano proprio.

San. Io non mi sento di fare entrare a un checcu a casa mia… mia figlia

fidanzata

Con uno difettoso!

Lav. Papà ma deve entrare nella mia vita.

San. (adirato) Ma prima di entrare nella tua vita deve entrare a casa mia…

Ass. Santino, non fare l’esagerato, un poco la lingua gli si impunta.

San. Cosi a mia figlia la trapunta. (dopo alcuni attimi) come si chiama suo

padre.

Lav. (accanto alla madre spaventata) Stefano.

San. Stefano come…

Lav. Stefano Sca…Sca…SCASSAMENTO!

San. Scassamento! Ma proprio qua doveva venire a scassare… (poi breve pausa) e

sua madre come si chiama…

Lav. Rosa.

San. Rosa è bello, come la buon’anima di mia madre…Rosa come!…

Lav. Rosa Bu…bu…BUFFA…

San. Ah! Buffa in Scassamento…mi stanno girando tutte la pa…

Ass. Ma tu ti scordi i nostri cognomi!?…

San. Zitta tu…Lavinia tu non te lo prendi a uno difettoso, addirittura con

questo cognome che fa ridere a tutti e ci fa girare… figurati quando ti chiama:

La...La…La…La… Lavinia, balbetta cosi?.. o più lento ancora?!

Lav. No, La…La, due volte me lo dice non quanto l'hai detto tu.

San. Sempre assai è! Tu non te lo prendi…

Ass. Santino tutti abbiamo i difetti, pure tu sei difettoso…

San. Quali sono questi difetti.

Ass. Le cipolle nei piedi, un neo grosso grosso vicino al culo…

San. Zitta…(Lav. scappa nella sua stanza, mentre il padre continua a ripetere)

Tu non te lo prendi!

Lav. (dalla stanza) Io me lo prendo…me lo prendo...

Ass. (mentre và nella stanza della figlia) Se lo prende…se lo prende!..

Piuttosto pensa al cognome che abbiamo noi: Santino Colluccello, Assunta

Pomodoro…Pomodoro in Colluccello, anche i polli ridono…(esce)

S C E N A III°

(Santino, Maricchia, Lavinia, Assunta)

San. Buffa in Scassamento…Ma voi ve lo immaginate quando si troverebbero

all’altare… Lavinia Colluccello in Scassamento…che cose, che cose…

E poi questo quando parla, quanto tempo farebbe perdere a chi l'ascolta, se uno

deve andare d’urgenza in bagno glie la fa fare addosso…e se ci fosse un pericolo

prima che dice a mia figlia Pe Rico lo potrebbe morire…

Pe…pe…pe…ri…ri…co…lo, no e no, troppo tempo. (entra Lavinia,si ferma vicino alla

porta)

Lav. I miei occhi non vedono niente e le orecchie non sentono niente (se ne

entra piangendo)

San. Gli occhi suoi non vedono, ma gli occhi miei vedono e le orecchie sentono.

Mi fa volare, voce bianca, è romantico, ma che balbetta me l'ha detto

all'ultimo. (entra Maricchia)

Mar. Bongiorno Santino… (cade qualcosa)

San. Bongiorno…

Mar. Diciamo bongiorno per abitudine, ma certe giornate sono peggio di quando ci

sono temporali, terremoti, origàni!…

San. Si origàni, origano, basilico, prezzemomolo…

Ass. Tua moglie e Lavinia dove sono.

San. Eh! In bagno …

Mar. Ma ci vanno a due a due, o avete fatto un altro bagno?!

San. Qua dentro ci vorrebbero otto bagni, dato che ci andiamo spesso! (seccato)

Mar. Disturbu forse, si disturbo me ne vado.

San. Ma che dite, voi disturbate!…(al pubblico) Scassate……..

Mar. Santino certe volte uno fa sacrifici, si fa tante cose: la casa, la

macchina, qualche lira da parte, poi viene un terremotu e perde tutte

cose…(Santino si tocca…) Quanti sacrifici che hai fatto per la tua famiglia…mio

marito poverino diceva sempre: chi conserva per l’indomani, conserva per i cani…

San. (al pubblico) Tutti scassamento sono oggi!

Mar. Quello che conta è la salute, menomale che tu ce l'hai…(si avvicina e gli

mette la mano sulla spalla…(Santino piano piano gli e la toglie)

però uno a che ce l'ha a che la perde…pensa a mio maritu, è uscito di qua dentro

e gli è venuto l'infarto. (Santino si tocca il cuore)

San. Signora Maricchia, io devo andare in chiesa, a parlare con padre Salvatore…

Mar. Vai, stai attento quando cammini, quando posteggi…io aspetto tua moglie e e

tua figlia.

San. Li lasci in pace per ora, hanno diarrea…

Mar. Ah! menomale che avete fatto il doppio servizio se nò come facevano!

San. Esce con me lei!

Mar. Santino stai attento perchè l’altra volta vicino la chiesa, l’autobus ha

investito a Peppinu il gobbo, doveva morire invece si è rotto tre costole, ha

perso un occhio e una gamba glie l'hanno tagliata. (Santino disperato)

San. Sempre l’ho detto: avere un parente con una gobba è una fortuna. (escono, e

subito dopo entrano Assunta e Lavinia)

Ass. Non ti preoccupare a mamma, ora aggiustiamo tutto… Hai sentito andava da

Padre Salvatore…Ora l’avvisamo per telefonu a P. Salvatore. (prende il telefono)

Pronto P. Salvatore, mi scusi la signora Assunta Colluccello sono: mio marito

sta venendo da lei, sicuramente per qualche consiglio, Lavinia è disperata,

piange e si tira i capelli, si tira i capelli e piange, mi sta rimanendo calva,

vuole un ragazzo ma è un po…po…poco balbuziente e suo padre non vuole, ha fatto

l’inferno, lui predica ma razzola male, proprio come fanno certi parroci, oh! mi

scusa, lei non c’entra, ci parli lei, con quattro parole, perchè le sue parole

colpiscono sempre il cuore di tutti, specie quello di mio marito…Ora ci passo un

attimo a Lavinia…(mentre le dà il telefono) Fai l’esagerata…

Lav. P. Salvatore non ho più pace, soffro maledettamente..(Assunta le prende il

telefono facendo scena mentre Lav. rimane colpita dalla bravura della madre)

Ass. P. Salvatò…ha sentito…no Lavinia, non ti pigliare pillole, ma sei pazza, ti

vuoi avvelenare, P.Salvatore chiudo perche c’è pericolo, mi raccomando. (chiude)

Tua mamma recitava sempre quando facevamo commedie, per le tragedie io facevo la

protagonista, ero una tragediatora… Tuo padre non vuole rimorsi, io lo canuscio

troppo bene e poi per te stravede.

Lav. Mamma, se risolviamo questo poi ce n'è un altro.

Ass. Come un'altro!

Lav. Un'altro, forse più difficile ancora.

Ass. Ma sei incinta per caso?..

Lav. Ma quale incinta, forse sarebbe stato meglio.

Ass. Non dire cosi perché mi fai arrabbiare.

Lav. Mamma ha il nonno materno cieco di un occhio… un piccolo tremolio nella

mano sinistra e un tic leggero (fa l'esempio) nella gamba destra…Mamma però è

troppo simpatico.

Ass. Mamma mia!..Mamma mia!..

Lav. Mamma (impacciata)

Ass. Dimmi…(sempre più preoccupata)

Lav. Il padre di Massimo ha la gobba…

Ass. Madonna Santa!

Lav. Mamma…sua madre è storpia!

Ass. Madonna addolorata! Mamma mia! Uno con la gobba, una storpia, uno ceco di

un' occhiu, uno balbetta, uno tremolia, ma come poi sposarti con questo tuo

padre non accetterà mai.

Lav. Si, anche a costo di fare la scappatella.

Ass. Non lo dire più, la scappatella mai.

Lav. Allora aiutami.

Ass. Per ora non diciamo niente, perchè se per suo nonno si confonde…per i tuoi

suoceri fonde. !…

Lav. Mamma non puoi immaginari di quanto sono tutti simpatici.

Ass. E TUTTI DIFETTOSI!..

Lav. Mamma non dici sempre tu, che l'amore nasconde ogni difetto?

Ass. Vero è, però con tutti sti difettosi in giro, anche se chiudi un occhio

appena ti giri dall'altra parte vedi già l’altro difettoso, ma uno buono non

poteva esserci.

Lav. Hanno un cane che è una amore…

Ass. Giusto il cane doveva essere buono.

Lav. No, ci manca un'orecchio…si chiama difetto… mamma meglio una famiglia di

difettosi con un cuore grande, che senza difetti e senza cuore!..Massimo mi darà

il massimo sono sicura, dice che mi vede (romantica) semplice, dolcissima,

bellissima, purissima…

Ass. (al pubblico) Meglio dell' acqua levissima!..

Lav. Anche io lo vedo cosi…

Ass. Mi si riempe il cuore vedendoti cosi innamorata, faremo tutto per portare

avanti questo Amore cosi (stesso tono della figlia) dolce, bellissimo,

purissimo.

Lav. (abbraccia la madre) Grazie mamma, quando una è innamorata non vede niente.

Ass. Hai ragione. Quante cose io non vedevo di tuo padre… (entra Santino, si

siede guardando la figlia)

San. Lavinia…

Lav. Si papà…

San. Dimmi una cosa: ma balbetta assai?

Ass.Lav. Pochino!…

San. Ma quando parla, si capisce assai che gli si arrotola la lingua?

Ass.Lav. POCHINO!

San. (alla moglie) E finiscila di rispondere pure tu.

Lav. Papà è troppo simpatico, sono una famiglia di…. di…(Ass. la guarda) di

simpaticoni.

San. Vorrei conoscerlo subito.

Lav. Papà basta una telefonata, si piglia un’ora di permesso perchè lavora come

ragioniere in una ditta di pulizie, grande esperto di compiuter, scrive poesie,

sa cucinare, sa stirare, e sa A m a r e…

Ass. (al marito) Di tutte queste cose tu, non ne sai fare neppure una… mettolo

sotto a stirare e a cucinare…

San. Lavinia, quando dici, sa amare, tu come lo sai, cosa intendi!

Lav. Papà non pensare male, sa amare inteso come volere bene.

San. Telefona.

Lav. (esplode di gioia, abbraccia il padre poi va a telefonare, intanto Assunta

abbraccia il marito)

San. Basta, basta, e che ti stai facendo tu fidanzata.

Lav. Pronto… Pecorino, ciao sono io.

San. Pecorino! E che formaggio?!…e a lei come la chiama Pecorina? (al pubblico)

Lav. Vieni ti aspetto, vieni col nonno…ciao pomodorino…

Ass. Io mi chiamo Pomodoro e tu pomodorina non mi hai mai chiamato…

San. Cosi facciamo l' insalata…(Lavinia chiude il telefono)

Lav. (contenta) Fra un po viene con suo nonno, i miei suoceri vengono un'altra

volta.

Ass. Certo tutti assieme poi ci confondiamo! (entra Maricchia)

San. (al pubblico) Il malaugurio…è entrata.

Mar. (spaventata) Pigliatemi un poco d’acqua.

Ass. Che successo, (la fa sedere) Lavinia piglia l’acqua, signora Maricchia

parli che successo.

Mar. Mentre venivo qui, si sono messi un gatto nero sotto, sicuramente porta

malaugurio, o a me… o a te, o a Lavinia… o a tuo marito. (mentre beve)

San. (grattandosi) Questa mi fa veniri il prurito in tutti i posti. (al

pubblico)

Ass. E' più calma adesso!?

Mar. Un poco, Assunta non vi scordate mai di chiudere la bombola la sera.

Ass. Certo che la chiudiamo la sera.

San. Pure la mattina…

Mar. Non lo scordate mai, perchè non ci vuole niente a scoppiare, fino in casa

mia arriva, e io moro di sicuro, mi raccomando non ve la scordate mai.

San. Si preoccupa per lei!

Mar. Una con tanti sacrifici si fa una casa, poi scoppia una bombola e non ci

resta niente.

San. Noi già eravamo tristi, menomale che lei ci porta un poco d’allegria!

Lav. Signora l’accompagno a casa cosi si riposa.

Mar. Accompagnami Lavinia, però non voglio responsabiltà se succede qualche

disgrazia.

Ass. Niente, niente succede, vai a mamma…(escono)

S C E N A IV°

(Santino, Assunta, Felice, Lavinia, Massimo)

San. Tutto a me capita, i checchi, i pecorini, i pomodorini, i becchi, i

lamentosi…suo marito è morto e riposa in pace, però l'ha lasciata a noi…

Ass. Purtroppo la dobbiamo sopportare fino a che muore.

San. Finu a che muore! Sicuramente noi moriamo prima di lei…o con qualche

bombola che scoppia, o con qualche terremoto, o sotto qualche macchina… che

disgraziati che siaaaaaaaaamo!…(entra Lavinia)

Lav. Papà, mamma, stanno arrivando. (euforica)

Ass. Mamma mia che bello, Santino non ci fare capire che balbetta, fai finta di

niente…deve capire che noi a certe cose non ci facciamo caso, noi siamo

superiori a queste cose…(alza i talloni)

San. Noi siamo superiori! Ma ti pare facile?… il balbettare è una cosa seria.

(entrano Massimo col nonno Felice : Massimo con un bel mazzo di rose, vestito

elegante; Felice, con un occhio bendato, un tremolio continuo ad una mano ed un

tic leggero ad una gamba)

Mas. Bo…bo…giorno a tu…tu…tti. (bacia Lavinia e le dà le rose)

San. (al pubblico) Menomale che quando bacia non ci sta assai come quando parla.

Fel. Chi bedda famigghia!… (CHE BELLA FAMIGLIA!)

(Massimo dà un profumo alla suocera)

Mas. Pa…pa…papà questo è pe…pe…per te. (un dopo barba)

San. Che cos’è.

Mas. Do…do…dopo…

San. Me lo vuoi dire dopo?

Mas. No, dopo ba…ba…barba. (Felice si avvicina a Santino)

Fel. DENIM, per l’uomo che non deve chiedere mai. (ride)

Ass. Accomodatevi. (si siedono)

Fel. Chi bedda famigghia…(ridendo) Mi dovete scusare, ho necessità di fare pipi,

alla mia età a prostàta non funziona bene.

Lav. Prego nonno, là dentro c’è il bagno, entrando sulla sinistra.

San. Forse è meglio che l’accompagna Massimo.

Fel. Compare, con questo occhio ci vedu bene, in questa mano ho il tremolio e

con questa tengo il pipio… (ride e poi và)

San. (al pubblico) Con stu tremolio, tutta di fuori la fà.

Mas. No, è fermo e precisu in tutte le cose che fa. Scu…scu…satelo, ha questo

dife…dife…difettu di uri…uri…nare sempre.

Ass. (sottovove) Santino, poco balbettia.

San. Lui poco balbettia ma suo nonno assai tremolia!

Ass. Massimo ben venuto a casa nostra, in casa COLLUCCELLO.

Mas. Non ve…ve…devo l’ora di co…co…noscervi.

Fel. (entra) Pure io, siete una bella famigglia!..COLLUCCELLO…(ride)

San. Anche voi siete una bella famiglia. (poi al pubblico) Che siamo contenti!

Fel. Pure io sono contento di sta bella famiglia…(ride) Tanti mi scambiano

per un personaggio di cartoni animati. (ride) Che famiglia spiritosa!

San. (al pubblico) Lui ride, ed è Felice, e io sono più nero della pece!..

Mas. (a Lavinia) Sei se…se…sempre più be…be…lla pomodorina.

Ass. Anche tu Massimo!…

San. Pare che la fidanzata è lei! (al pubblico)

Lav. Pecorino mio…

Fel. Compare, appena conoscete mio figlio e mia nuora, diventate pane e

formaggio. ( accentua il tic alla gamba)

San. Già pecorino e pecorina ci sono loro, poi facciamo troppo formaggio.

Fel. (ride) Che spiritoso… che bella famiglia!..

Mas. Nonno la..la ..pi…llola.

Fel. L'avevo scordato, con la compagnia di sta bella famiglia, me l'avevo

scordato. Compari, se non mi prendo sta pillola, mi comincia a tremare la gamba

sinistra di più, e potrebbe capitare che vi piglio a pedate nel culetto (ride)

putroppo questi piccoli difetti li devo sopportare fino alla morte. (ingoia la

pillola)

Ass. Senza acqua?

Fel. Se la prendo con l’acqua mi affogo…(ride) Che bella famiglia! (due volte)

San. Massimo!

Mas. Si pa…pa…papà, ti sembrava bal…bal…bettavo di più?

San. (innocente) Ma io non sapevo niente e poi, io sono un tipo che a queste

cose non ci bado. (poi al pubblico) L’intestino mi si intrecciato..

Ass. Sig. Felice, per questo occhio mi dispiace, è stato un incidente?

San. Ma a te cosa interessa. (poi sottovove) Fattelo dire…fattelo dire.

(poi di nuovo) Ma a te cosa interessa…

Fel. Compari nenti ci fa, anzi mi sarei offeso se non domandavate… sono nato

cosi, dice che la colpa è stata di mio padre, perchè fino al nono mese di

gravidanza ha voluto fare l’amore con mia madre… al nono mese i picciliddi sono

tutti fatti, io ero tutto fatto… forse mi ha preso in questo occhio e sono nato

cosi. (ride) Che bella famiglia!…chi bella famiglia! Se volete fare altre

domande io sono a disposizione, perchè mi diverto… (ride) che bella famiglia!..

San. (stupito, verso il pubblico) Meglio non farsi meraviglia!

Mas. (esce un cellulare) Lavinia ti…ti…tiene, cosi ti posso rin…rin…rintracciare

se…se…sempre.

Lav. Che bello, me lo porterò ovunque, in piscina, in cucina, in bagno…

San. In bagno, per quando la chiama lo stronzo. ( verso il pubblico)

San. Massimo i tuoi sanno tutto di stu fidanzamento.

Ass. Ma parla meglio…di questo (romantica) AMORE.

Mas. Cer…cer…certo, la mia peco...peco…pecorina è stata acco…acco…accolta.

Lav. Humm…Pomodorino mio, Pecorino mio…

Fel. Ai miei tempi, mancava pure il parmiggiano, oggi con tutti sti tipi di

formaggio a voglia di grattuggiare…(ride) che bella famiglia!.. (poi al

pubblico) E ancora non conoscono mio figlio…e mia nuora!…(ride)

San. (al pubblico) Ci stiamo rilassando!

Mas. Ora andia…andia…mo perchè siamo in ri…ri…ritardo.

San. Sicuramente siete in ritardo…(poi al pubblico) Di quanto tempo si piglia

per

spiccicare una parola!

Mas. Ciao Pro…pro…provolina.

Lav. Ciao Provolone.

San. Si stagionaro meglio! (al pubblico)

Fel. Arrivederci…(prima di uscire) Santino mi raccomando… ALLEGRIA, ricordati

che bellezze, difetti e pazzia spesso vanno in compagnia. (ride ed escono

ripetendo che bella famiglia)

S C E N A V°

(Santino, Lavinia, Assunta)

San. (gridando) LAVINIA…tu si a me ROVINA! Perchè non mi hai detto che anche il

nonno era difettuso…

Lav. Papà l'avevo visto una sola volta e non ci ho fatto caso.

Ass. E non ci ha fatto caso a figlia da mamma.

San. Ma come non ci hai fatto caso, aveva un occhio bendato che sembrava

capitano uncinetto, una mano che gli tremava come un terremoto (lo imita), una

gamba che gli tremava, menomale che ha preso la pillola per non tremargli di

più, se nò ci prendeva a tutti a pedate nel culo…ma dove sei andata a

finire…(Lav. stretta alla madre)

Lav. Papà ti prego, però hai visto Massimo è un ragazzo d’oro, e non si nota che

balbetta.

San. Bal…bal…balbetta e si nota e come se si nota.

Lav. Papà i medici dicono che col tempo o ci aumenta o gli scompare…

San. E se ci aumenta?!..Se per caso scoppiasse una bombola a casa tua e lui si

accorge prima di te…prima che ti dice: Pericolo, quanto ci stà,

PE…PE—PE…PE…RI…RI…CO…LO, lui scappa e tu crepi.

Lav. Papà se scoppia una bombola moriamo tutti subitu.

Ass. Quante volte lo dice la signora Maricchia. (Santino si siede, si calma un

poco e riflette)

Lav. Ti prego papà…non rovinare la mia felicità…(Santino riflette)

San. Prima non volevo, poi Padre Salvatore mi ha fatto riflettere, e vedendo che

tu sei una mortadella, lui un provolone vi dico che avete la mia approvazione.

(gioia di Lavinia e Assunta, quest’ultima lo bacia ripetutamente)

Ass. La buon’anima di mia madre diceva…Ogni bello ha il suo difetto e ogni

brutto il suo talento!

San. La buon’anima di mia madre invece diceva: il bello col suo difetto piglialo

di petto… il brutto col suo talento fallo correre più forte del vento .

Mah! meglio felice con i difetti che infelice senza difetti.

Lav. (lo abbraccia di nuovo) Papà, ma dimmi una cosa, pure tu sei pieno di

difetti..(Santino guarda la moglie)

San. Ma questi sono difetti nascosti, quelli di Massimo e di tuo nonno sono

aperti al pubblico. Comunque lo vuoi, pigliatillo, ma fammi conoscere al più

presto i genitori…SCASSAMENTO, non ci posso pensare… SCASSAMENTO.

Lav. Papà al più presto li cconoscerai questi due simpaticoni, mio suocero è

fortunato, ha una fortuna incredibile dove si mette mette, schedine o lotto,

lavoro…Una for… tu… na con la F maiuscola.

San. Noi abbiamo una sfor… tu… na con la s minuscola. Ora vado a vedere se al

cantire domani si lavora. (esce)

S C E N A VI°

(Assunta, Lavinia, Santino, Massimo, Stefano, Rosa)

(Lavinia e la madre rimaste sole si abbracciano dalla gioia)

Lav. Mamma i primi passi li abbiamo superato. Ora però viene il momento più

difficile.

Ass. Questa gobba di tuo suocero com’è grossa?

Lav. Normale.

Ass. L'hai mai toccata?

Lav. Veramente mi pare brutto, ma una volta gli e l'ho sfiorata…

Ass. Non l'ho mai toccata una gobba, appena viene devo farme delle toccatine,

pure tuo padre dovrebbe toccarla, sempre lo dice: chi ha un parente gobbuto

(jimmurutu) soldi e saluti sempre hannu ottenutu...

Lav. Con la bocca tutto dice, appena lo vede.

Ass. E tua suocera si vede assai che è…..

Lav. Pure i ciechi la vedono…

Ass. Ma ci pensi appena li vede entrare, ci piglia un colpo. (squilla il

telefono, Lavinia risponde)

Lav. Ciao Massimo…pomodorino…state venendo? Certo che ti aspettiamo (lo

baciucchia e chiude) mamma stanno arrivando.

Ass. Io vado a cambiarmi.

Lav. Vai, poi mi cambio io. (Ass. và)

Signore fai che vada tutto bene. (accende la radio ed ascolta una canzone

romantica si siede e chiude gli occhi facendo scena, subito dopo entra Santino,

vede la figlia con gli occhi chiusi)

San. Dorme con la radio accesa!..

Lav. Papà non dormo…sogno!..

San. E come si sogna senza dormire…(entra Assunta)

Ass. Santino stanno arrivando i compari, mettiti un poco di profumo, quello che

mi ha portato Massimo.

San. E tu mettiti un poco di dopo barba, quello chi mi ha portato a me!

Lav. Io vado a cambiarmi. (và nella stanza)

Ass. E tu chi ti metti Santino.

San. Io vestito sono.

Ass. Almeno mettiti un pocu di dopo barba.

San. Senza barba fatta!…

Ass. Te lo metti nei capelli, sotto le ascelle, nelle mutandine.

San. (al pubblico) Stanno diventando tutte cretine…

Ass. Mi raccomando non facciamo caso a niente, a ciò che sentiamo, a ciò che

vediamo, perché loro sono scaltri e istruiti.

San. E noi siamo scemi e rincoglioniti!

Ass. Noi dobbiamo essere superiori…. (bussano, entrano Massimo, poi il padre,

poi la madre. Santino vedendoli entrare ad uno ad uno rimane incredulo, spalanca

gli occhi verso il pubblico, si allontana dalla parte opposta del palcoscenico

dicendo:)

San. LA FAMIGGHIA DIFETTOSA!…(sviene cadendo per terra)

Lav. (entra) Papà.

Ros. Che successo.

Ste. Si è impressionto!… (Lav. và a prendere l’acqua)

Ass. No, soffre di pressione alta e con l’emozione si ammoscia…Santino…

Santino…Santino riprenditi, ma perchè ti emozioni cosi.

Mas. Te…te…telefono al do…do…dotture.

Ass. No, perchè prima che gli spiegli la situaz…oh! scusa Massimo…

Ros. Poverino! l’avrà a duecento sta pressione.

Ass. (continua a sventolarlo) Santino svegliati, comu ti senti (entra Lavinia e

lo fa bere)

Ste. Compare sveglia.

Ros. Da quanto tempo soffre di pressione alta?

Ass. Ma ogni tanto gli scende ogni tanto ci sale!

Mas. Quando sono venuto io l’aveve bassa. (sempre balbettando)

Ass. Si, l’aveva abbassata..Santino…Santino…(si va svegliando…. poi scioccato)

San. Ho fatto un sogno strano..ho visto una gobba, una storpia, uno senza

lingua, un ceco tutto tremolante…era la famiglia difettosa…la famiglia

difettosa…

Menomale che era un sogno…(si và alzando, li vede di nuovo urla e sviene, mentre

tutti si abbassano a guardarlo scioccati si và chiudendo il sipario)

A T T O II°

(SCENA VII°)

(Santino, Assunta, Lavinia, Maricchia)

( Santino seduto si tocca la pancia, Assunta sistema la fruttiera al centro del

tavolo, contenente banane e mele. Intanto è passato quasi un mese)

San. E' da un mese che mi sento lo stomaco intrecciato, la testa piena…

Ass. Questi sono sintomi di rimorsi di coscienza, e fino a quando non te ne

liberi si aggravano di più.

San. Meglio pieno di malanni che vedere una casa piena di difettosi…

Ass. Prima dicevi sempre che chi ha un parente con la gobba è fortunato…

San. Ma fra dillo e averlo di pre…sen…za c’è una bella di…ffe…ren…za!

e poi non c’è solo il gobbuto, c’è il ceco, il tremolante, la storpia, il

balbettante…

Ass. Per tua figlia non ci pensi che non dormi più, non mangia più, a momenti

non parla più.

San. Ci passerà, ci passerà…(in quel momento entra Lavinia, si nota la

depressione)

Lav. Non mi passerà, no…no…no!!!…(Ass. và vicino la figlia)

San. Ti passerà, quello malato sono io.

Lav. Io me lo prendo…(ferma vicino alla porta, mentre la madre la stringe)

San. Tu non te lo prendi…

Lav. Io me lo prendo…me lo prendo...(entra nella sua stanza)

San. (più forte ancora) Tu non te lo prendi…

Ass. E finiscila di gridare…(entra nella stanza della figlia)

San. Vediamo se vince lei o io…Signori miei, ma come si fa a vedere in casa mia

una famiglia di difettosi! E il nipote come nascerebbe?! Con qualche difetto

sicuro…che brutto momento!…ma giusto a me doveva capitare sta famiglia

SCASSAMENTO?!.. Signore ti chiedo perdono, sai io ho tanta fede ma sto

diventando matto, la testa al muro mi sbatto…(entra Maricchia)

Mar. Santino disturbo!

San. (ironico) Proprio in questo momento no!…

Mar. Dove sono le donne.

San. Là dentro, si stanno confortando.

Mar. Quanto è bello il conforto, specie quando capitano disgrazie, se non c’è

conforto si more prima de suoi giorni…però secondo me meglio morire con un

dispiacere che morire con qualche disgrazia….tu che dici!..

San. Io dico meglio campare…la salute ave r e … e fregarsene del dispia c e

re!!!…

Mar. Hai ragione (breve pausa, guarda verso il tetto) Santino, c’è una lesione

nel tetto, fallo controllare... Con tutti sti case che cadono, una famiglia

mentre dormivano sono morti, gli è caduto il tetto, però hanno fatto una buona

morte, sono morti nel sonno ancora non sanno che sono morti.

San. (al pubblico) Quando è nata questa, sua madre sarè morta subito…(chiama la

moglie) Assunta, c’è Maricchia vieni e le fai un po' di compagnia (sottovoce al

pubblico) a questo uccello di malaugurio! (Assunta entra)

Ass. Io stavo sistemando la stanza.

Mar. Se hai da fare non ti preocupare, parlo con tuo marito perchè penso che la

mia compagnia gli fa piacere.

San. Mi diverto!…Io devo uscire, parli con mia moglie, un po’ d’allegria ci

vuole per lei. ( mentre esce) Divertiti un poco tu….

S C E N A VIII°

(Assunta, Maricchia, Lavinia, Stefano, Massimo, Felice)

Mar. Assunta ti vedo triste, ci sono problemi con Lavinia? Non ci pensare, non

basta di quanto problemi e disgrazie ci riserva la vita! Stavo dicendo a tuo

marito per quella lesione nel tetto…

Ass. Il vapore è! (entrano Stefano e Massimo)

Mas. Permesso…

Ass. Massimo…

Ste. Bongiorno…(Assunta chiama Lavinia che entra subito)

Lav. (abbraccia Massimo) Amore che gioia.

Mar. Che bella gobba che tiene lei.

Ste. Grazie signora.

Ass. Compare, è una vicina di casa, è vedova e ogni tanto viene a fare un poco

di compagnia.

Mar. E un poco d’allegria!

Lav. Ma se viene mio padre…

Ste. Ci sono mia moglie e il cane di guardia, tre squilli sul cellulare e

usciamo.

Mas. Non ti pre…pre…preoccupare lo co...co…convinciamo a tuo padre.

Fel. O si convince con le buone, se no lo convinco a forza di…(aumenta il tic

della gamba ridendo) Scusate dovrei andare in bagno (Mentre và) AH! che famiglia

spiritosa!…(ride)

Mar. (si alza) Ora me ne vado anch'io poi vengo più tardi…(si avvicina a

Stefano) Mi scusi potrei chiedere una cortesia…

Ste. Dica…

Mar. Potrei toccare un poco sta gobba? Sa con tutti sti disgrazie che capitano!

Ste. Prego…faccia pure. (entra Felice)

Mar. (la tocca) Mamma che senso mi fa…sicuramente nella vostra famiglia siete

tutti fortunati e tutti in salute…arrivederci…(prima di uscire) Assunta dimmelo

quando viene il signore, chissà più tocco più fortuna porto.

Fel. Se vuole toccare il mio occhio, la vista gli viene più forte (ride) e se

vuole toccare la mia gamba può prendere a tutti a pedate nel culetto (ride

facendo più scena)

Mas. La…la… Lavina ti vi…vi…vidu chiù ma…ma …magra...

Lav. Sono questi gli attimi che mi fanno riprendere. (squilla il cellulare di

Stefano)

Ste. E' ora di scappare.

Mas. Ti a…a… mo…

Lav. Anch’io….dobbiamo essere forti.

Ste. Andiamo se no diventiamo deboli!…(escono)

S C E N A IX°

(Assunta, Lavinia, Santino)

Ass. Come ti vedo subitu meglio appena vedi a Massimo.

Lav. Mamma io lo voglio, lo voglio!…

Ass. Pure io a mamma…se tuo padre non si decide solo o con P.Salvatore,

c'inventiamo qualcosa per fargli dire si.

Lav. Mamma se papà m’impedisce ancora di vedere Massimo, io…io…

Ass. (subito) Basta che non fai la scappatella.

Lav. No, però mi avveleno…

Ass. Ah! menomale basta che non fai la scappatella.

Lav. Mamma ma hai capito, mi avveleno! Mi piglio cinquanta pillole.

Ass. Bastano venti a mamma!..

Ass. Mamma!...

Ass. Non ti preoccupare che organizziamo la scena perfetta, ora vai nella tua

stanza, mettiti più triste, disperata, mettiti una coperta addosso…(Lavinia và)

Che situazione, ma talmente la devo girare perché questo fidanzamento si deve

fare. (entra Santino e si siede triste)

San. P. Salvatore, mi ha fatto entrare in sacrestia e mi ha fatto la predica: mi

ha detto che non ho cuore, non ho affetto per mia figlia, dice che ho poca fede,

poca intelligenza, poco amore per il prossimo e poco rispetto per i difettosi…mi

ha fatto sentire come uno cattivo più cattivo di tutti i cattivi!

Ass. (cerca di confortarlo) Caro marito, tu non hai poca intelligenza, solo che

tante volte non capisci niente…tu non è che hai poco rispetto per il prossimo,

solo che tante volte te ne fregli di tutti…tu non è che hai poco amore per tua

figlia, solo che in questo momento non la pensi proprio…e poi non è che sei

cattivo, solo che tante volte sei più cattivo di tutti i cattivi….

San. Ma hai detto tutto quello che ho detto io…Bello conforto che mi dai…

Dov'è per ora la mia bambina.

Ass. Là dentro, non può stare neppure all'inpiedi.

San. Chiamala ci voglio parlare…

Ass. Se c'è la fa a venire!!! (Assunta và)

San. A mia figlia la devo aiutare, ma pure lei deve autarmi. (entrano Madre e

figlia, Lavinia con una coperta addosso, triste, trascurata, depressa,

ovviamente accentua lo stato d’animo; alle domande del padre risponde a stento)

San. Lavinia, senti freddo…

Lav. Non sento niente…

San. Lavinia io voglio aiutarti…

Lav. Parla, cerco di sentirti…

San. Io non ti voglio fare soffrire… (Lav. annuisce) ti voglio aiutare, ci

dobbiamo venire incontro…

Ass. Fai i primi passi tu…(Santino si alza, và verso la figlia l’accarezza)

San. Ti aiuterò a dimenticare questa esperienza, tu dimentichi, io dimentico,

tua madre dimentica, tutti dimentichiamo questa situazione antipatica…lascialo

ed io ti…(non finisce di parlare e la reazione di Lavinia è fulminea e dura)

Lav. Mai e poi mai, io lo voglio, io lo voglio…

San. E tu non te lo ptrendi…(Ass. prende la figlia e la porta nella stanza

mentre continuano a ripetere: IO LO VOGLIO…TU NON TE LO PRENDI …)

San. Mi sta levando la vita oh! Cresci figli!… non potrebbero rimanere sempre

piccolini e giocare con le bambole. (entra Assunta) Io lo voglio…

San. (si gira di scatto) Tu non te lo prendi…

Ass. Ma pure a me lo dici? Ma sei fuso?.. Ti stavo dicendo: io lo voglio

continua a dire là dentro…Santino ma non puoi chiudere un occhio! (San.

espressivo)

San. Chiudo un occhio? Già difettosi ce ne sono fin troppi e devo chiudere un

occhio pure io?!…

Ass. Mi preoccupo se dovesse fare qualche fesseria.

San. Che fesseria e fesseria, poi ci passa tutto..

Ass. Santino e se facese la fuitana!?

San. Questo mai e poi mai…tu stai attenta perchè ti ritengo responsabile.

Ass. Io responsabilità non ne voglio, tu invece devi sentirti responsabile... mi

pare che quello che ti ha detto P. Salvatore è vero.

San. Quanto esco e mi vado a mettere sopra il pizzo di una montagna cosi mi

rassereno, (quasi piangendo) mi state facendo cadere ammalato… (esce)

Ass. Vai, vai in montagna che porta consiglio….ma quanto è testardo! Lavinia

vieni a mamma…(Lav. entra) cominciamo a organizzare la fuitina apposta…

Lav. Ma sei sicura che poi acconsente…

Ass. Acconsentirà a tutto basta che ti sposi bella pulita…sentimi, ora tu scrivi

una lettera dicennu che alle (guarda l’orologio) quattro ancora non hai perso

l’onore, superando le quattro, e precisamente alle quattro dieci, se non

accetti, perdi l’onore…(prende carta e penna, Lavinia inizia a scrivere) Caro

papà, con l'accento sopra la P… io non voglio perdere l’onore, per questo ti

lascio il mio numero del tritrulare, se mi telefoni anche alle quattro e otto

minuti io sarò ancora ALLABATA…

Lav. Mamma ma quali allabata!…illibata si dice…

Ass. Aggiusta tu le cose che sbaglio io…Carò papà, non volevo arrivare a tanto,

ma sappi che alle quattro e nove minuti io e Massimo cominciamo ad essere sempre

più vicini e ci stringiamo fino a che non si accende il fuoco, e poi Massimo mi

porterà in vacanza alle anquille…

Lav. Mamma Antille…

Ass. Ma se tu vuoi che mi marito con onore, prima di telefonare, inginocchiati

verso Dio chiedendo perdono ed io ritorno pulita, e felice…Vi voglio bene…Ti

faccio vedire a mamma come accetta, meglio maritarsi con uno difettoso pulita

che con lo stesso difettoso sporca…

Lav. Ora telefono subitu a Massimo e l’avviso.

Ass. Fai presto dai, vai nella tua stanza. (Lavinia và) Ora dico a mia figlia di

fare una prova, non vorrei che mi tradissi e capisse …(bussano, entra Maricchia)

Signora Maricchia, per favore, ho da fare, devo uscire…

Mar. Ti volevo dire hai sentito il telegiornale?

Ass. No perchè!

Mar. Sentilo, una ragazza di ventanni ha ammazzato i genitori perché aveva un

forte esaurimento, mah! una fa figli e poi more ammazzata dai figli stessi…a che

siamo vivi a che ci troviamo al camposanto!…certe volte penso menomale che mio

marito è morto prima se nò, pure io per ora avrei qualche figlio….

Ass. Va bene, me lo sento il telegiornale…(l’accompagna alla porta) Venga dopo

(Mar. esce ed entra Lavina) Mamma mia anche lei ci vuole…

Lav. Mamma tutto ok!..Massimo si è messo a ridere…

Ass. Ma quando ride, ride di continuo o balbetta…

Lav. Io niente vedo più…

Ass. Hai ragione a mamma …senti facciamo qualche prova…(si preparano) Io faccio

finta cche sono arrivata da fuori per la spesa, appoggio le borse e leggo la

lettera, appena sento che sta arrivando papà, comincio a piangere e a

disperarmi…dai, esci, fai finta di essere papà…(cominciano)

Ass. (posa le borse della spesa, prende la lettera, nel frattempo entra Lavinia)

MAMMA MIA! Mi sento male…male, non ci posso credere, non ci posso credere, siamo

sulla bocca di tuttiiiiiiiiiiiiiii…(poi fa finta che c’è il marito, dà la

lettera a Lavinia ) Santino, leggi… leggi (mentre Lavina legge, Ass. continua a

far scena) Figlia mia, la fuitina no…no…siamo sulla bocca di tuuuuuuuutti…..

Lav. (stupita dalla bravura della madre) Mamma, ma sei meglio di una attrice!!!…

(Assunta si atteggia)

Ass. Te lo detto, quando recitavo nell’oratorio, io facevo sempre la parte della

tra ge dia to ra.

Lav. Mamma ma se per caso dovesse dire no…

Ass. Allora non conosci bene tuo padre, basta che ti sposi bella pulita, ti fa

maritare con uno senza una gamba, senza occhi, senza mani, balbuziente e

demente…ora preparati di corsa la valigia e metticci pure alcune cose intime.

Lav. Ma che devo fare con le cose intime.

Ass. Mamma mia che sei ingenua, apposta…

Lav. Ah! Ho capito…mamma ma sei troppo forte, vado a pripararmi. (và)

Ass. Non devo fare prendermi dall'emozione, devo fare l’attrice precisa, devo

fare dirgli SI…lo devo fare piegare… (comincia a fare qualche altra prova)

…(entra Lavinia con la borsa)

Lav. Mamma ma provi ancora…

Ass. Forse è meglio che la lettera la faccio cadere per terra e la prende

lui..Le tovaglie per il bidè li hai messe? (Lav. annuisce) La biancheria intima,

qualche paio di mutandine sexi, …vai a mamma, portati il TRITRULARE cosi

telefoni…

Lav. Mamma speriamo che non falliamo.

Ass. Ma che falliamo e falliamo, la situazione risolviamo…Con questa scenata a

tuo padre gli viene il prurito nel sedere e prima delle quattro e dieci mi dice:

ASSUNTA…TELEFONA!…

Lav. E se poi non crede che non è successo niente?

Ass. Basta dirgli che ti fai una visita da un ginoecologico…ora vai…vai…che si è

fatto tardi…( è preferibile una dolce musica, si baciano e Lavinia Và)

S C E N A XI°

(Assunta, Santino,Maricchia, Stefano, Rosa)

(Assunta ricomincia ad accennare qualche altra prova)

Ass. Dato che lui non capisce che l’amore nasconde ogni difetto…per forza lo

devo prendere di petto… (bussano) Ma che puo' essere, mio marito no di sicuro

perché entra senza bussare… chi è! (è D. Maricchia, risponde da dietro la porta)

Mar. Maricchia sono.

Ass. Sono nuda, mi sto facendo la doccia, venga domani perché ho l’acqua calda

aperta.

Mar. Stai attenta con l’acqua calda, perchè a una gli è uscita di botta, si è

bruciata, l'hanno portata all'ospedale e le hanno fatto tre operazioni…

Ass. Va bene, grazie…da domani mi faccio la doccia con l’acqua fredda! Speriamo

che mia figlia non capiti una vicina cosi…anzi proprio cosi non puo’ essere,

perchè c’è solo lei. (sente dei rumori, entrano Rosa e Stefano)

Ste. Comare, ma che cos'è tutta sta scenata, siete sicura…

Ros. Sono spaventata…

Ass. Non vi preoccupate è tutto sotto controllo…

Ros. E se Lavinia ritorna con la marca da bollo!?..

Ass. Dove ci sono le mie mani…tutto funziona.

Ste. Speriamo…ma dico io, ma cosa ci vede il compare di tanto strano

a questa gobba…

Ros. E a questa storpia!…

Ass. Purtroppo ci vede…ci vede…ma non è solo per voi, è per tutto il contorno…ma

da dumani in poi non vedi più niente.

Ros. Comare avete datto tutto a Lavinia?

Ass. Certu…e speriamo cche non fanno niente.

Ste. Siccome sono vicini vicini, potrebbe capitare, ma noi abbiamo raccomandato

a Massimo di non cadere nella tentazione.

Ros. E poi è inesperiente, non l’ha fatto mai.

Ass. Perchè mia figlia è esperiente?!

Ros. Mio figlio non sà manco da dove si inizia.

Ass. Sicuramente per questo non balbetta …ora andate prima che arrivi mio

marito…(escono)

S C E N A XII°

(Assunta, Maricchia, Santino, Massimo, Lavinia)

Ass. (guarda l’orologio continuamente) Già a quest'ora è sempre quà, e se

venisse dopu le quattro e dieci? No, non puo’ essere, è da trentanni che lo

conosco…(si prepara bene le borse della spesa) Deve caderci come una pera

cotta…(sente dei rumori, entra Maricchia)

Mar. Assunta, due minuti precisi, sono venuta per dirti che è morto Peppino

arrappato (Assunta freme per la premura) i funerali sono domani…

Ass. Va bene, grazie…perfavore devo uscire…

Mar. Poverino, scoppiava di salute… una febbre ed è morto…(Ass. la invita ad

andarsene) mai una puntura ed è morto all’improvviso, e io con questi acciacchi

moro subito allora?!

Ass. Non si preoccupi che lei agli altri fa morire …( Maricchia mentre esce)

Mar. Menomale che io la vita me la prendo per come viene, per questo dobbiamo

stare sempre allegri, e sempre col sorriso. (Ass. continua a guardare

l’orologio)

Ass. Ma come mai sta ritardando…(passeggia nervosa) caso mai, aggiusto la

lettera e ci metto le quattro e mezza…chissà se per ora sono messi vicini

vicini…speriamo che non si accendono e che quel disgraziato ci telefona (sente

dei rumori, si accerta che è lui e si prepara per la messinscena)

Madonna Santa…(lo ripete ed entra Santino) Siamo sopra la bocca di

tuuuuuttiiiii…(si accascia su una sedia facendo cadere la lettera a terra) Che

vergognaaaaaa…(Santino prende la lettera, mentre legge, la moglie continua a far

scena guardando con un occhio il marito, il quale anche lui si accascia su una

sedia)

San. Questo non lo dovevi fare…

Ass. Siamo sulla bucca di tuuuuuuttiiiiiii…(invita il marito a prolungare di più

la la u, o la i…)

San. Ass. Tuttiiiiiiii….………

San. O Madonna santa!…

Ass. O Madonna Santa!.. (con un occhio verso il pubblico come a significare che

ci stà cascando) Lavinia questo non lo dovevi fare…

San. (alla moglie) Questo lo devo dire io… (ricomincia) Lavinia questo non lo

dovevi fare…(continuano a fare un poco di scena)

Ass. Santino, mancano meno di dieci minuti…siamo ancora in tempo…(guarda la

lettera) finu alle quattro e dieci si mantiene pulita, poi perde

l’onoreeeeee…Santino telefona, acconsenti…

San. Mai e poi mai…ha tradito la mia fiducia…(imita) Pecorina…Pomodoro…

Ass. (credendo che chiamasse lei) Mi chiami col cognome ora!…

San. Non stavo chiamando te…e poi chi me lo dice che rientra con l’onore…

Ass. Abbi fede…

San. (guarda l’orologio) … mancano quattro minuti…

Ass. Siamo ancora in tempo, sono più vicini ancora.

San. Non mi interessa…(guarda l’orologio)

Ass. Ora sono più vicini di poco fà, si stanno guardando…occhi negli occhi, lui

se la sta mangiando con gli occhi, a tua figlia le scendono le lacrime e pensa:

Papà perchè non telefoni!…(Santino fa scena come se stesse scoppiando) lui la

sta accarezzando, le asciuga le lacrime e le dice: coraggio! Ora sono sempre più

vicini, lui l'abbraccia, la sta toccando, le toglie la maglietta, se la toglie

pure lui, poi si toglie la cintura, se sono sopra la macchina stanno ribaltando

i sedili…

San. Bastaaaaaa dammi il numero del cellulare…(fa il numero) Lavinia mettiti

subitu la maglietta, facci mettiri i pantaloni, aggiusta i sedili della machina

e ritorna subito a casa... (Assunta gli prende il telefono...soddisfatta)

Ass. Figlia bella, tuo padre ti ha salvata e si stà inginocchiando verso Dio per

il acconsentire. (Santino stenta un poco, ma poi lo fa…) Dillo bello forte…

San. Signore io a…a…acco … acconse… acconsento.

Ass. (con tono sicuro) Avanti belli rientrati e non perdete tempo…(chiude)

Menomale che siamo arrivati in tempo…ora appena arrivano non ti fare vedere

seccato.

San. Appena ritornano, devo essere sicuro che non è successo danno, io parlo con

Massimo, tu parli cu Lavinia e poi vediamo se corrisponde tutto…

Ass. Di tua figlia possiamo essere sicuri, possiamo stare cu due occhi chiusi…

San. Per favore, se chiudiamo pure noi addirittura tutti e due, chi ci vede

più…già basta uno con l'occhio chiuso.

Ass. Sono sicura che saranno felici…ci pensi ai nipotini…

San. Quanto corri…

Ass. Santinu che dici che lui avrà altri difetti nascosti?

San. Non bastano quelli belli in in vista!? (sentono rumori, entrano Lavinia e

Massimo)

Lav. Mamma…(si abbracciano)

San. (al pubblico) Ma dov'erano dietro qualche vicolo?!

Mas. Pa…pa…pà…

San. Ma…ma…Massimo…(si abbracciano)

Lav. (si stacca dalla madre) Papà…(si abbracciano)

Mas. Mamma (Mas. si era staccato da Santino, si abbraccia con Assunta)

San. (al pubblico) Mamma lo dice subito!…Massimo, vieni un poco vicino a me…(lo

guarda negli occhi) non hai gli occhi infossati! Sai come si dice: Occhi

infossati…corpi affaticati!.. ma voi non mi sembrate troppo affaticati…

Ass. A tuo padre inveci quando…gli occhi, gli diventano non affondati ma

sprofondati…e poi si sente senza forza…

San. Massimo…

Mas. Si…

San. Ti devo parlare a solo a solo. (poi và verso la moglie) Tu vai là dentro e

controlla a gino ecologico…(vanno)

S C E N A XIII°

(Maricchia, Stefano, Rosa, Felice e detti)

San. (prendono le sedie e si siedono davanti al tavolo preferibilmente) Massimo

dimmi una cosa: eravate vicini vicini negli ultimissimi minuti?

Mas. Si Pa…pa…pà..

San. Tu devi essere sincero al massimo con me…se nò è meglio che ti cambi nome…

Mas. Si Pa…pa…pà…

San. Basta che risponde solo Si, senò facciamo domani…(Massimo risponde: Si)

Vi si..si..sieti…tocca…tocca…toccati?

Mas. Si…

San. Vi si..si..siete ba…baciati…

Mas. Si…

San. Eravati troppo stretti?

Mas. Qu…qu…quasi…

San. Vicini…vicini…vicini…vicini?…

Mas. Si…

San. (prende una banana ed una mela che si trovano nella fruttiera sopra il

tavolo,

mentre và, al pubblico:) Spero ca sa mangiau sulu cu l’occhi…(poi si và a

sedere, tenendo la banana con la mano destra verso il basso, la mela con la

sinistra) Questo sei tu…(indica la banana.) e questa è me figlia…(indica la

mela) come eravate messi…(Massimo prende la banana la gira verso l'alto e

Santino la rigira)

Mas. (prende entrambi i frutti un po’ impaurito e descrive la distanza) Cosi…

San. (gli afferra la banana e la mela) Ci credo…perché l'ha detto tutto in un

colpo sicuro…menomale che ho telefonato in tempo…(entrano Ass. e Lav.)

Ass. Santino menomale che hai telefonato in tempo….

San. L’avevo capito prima di te…

Ass. Ma che fai con questa banana e questa mela in mano…

San. Mi sono assicurato che la mela aveva ancora il peduncolo e la banana non si

era sbucciata…

Lav. Papà non puoi immaginare di quanto sono felice, perché hai capito che

quando rifletti, capisci i propri difetti e sai che siamo tutti pieni di

difetti…

San. Hai ragione figlia mia… (entra Maricchia)

Mar. E’ permesso… disturbo, se disturbo me ne vado…

Lav. Signora entri, oggi non disturba nessuno…

Mar. Volevo dirvi che quando avete intenzioni di prenotarivi la tomba, fatevi

fare

un preventivo di don Cola Coppuluni, a me ha fatto risparmiare più di

seicentoeuro… e gli ha messo il materiale di pima qualità.

San. (al pubblico) Ma questa non vedi l’ora che moriamo oh!…( subito entrano,

Rosa, Stefano, e Felice)

Fel. (ridacchiando) Che bella famiglia!…

Lav. (và verso i suoceri abbracciandoli) Tutto superato…

Ros. Che bello essere in pace…non mi sento proprio storpia!

Ste. Compari…iu sono gobbuto ma non vi accorgevate di essere più gobbuto di me…

Ros. Compare, iu sono storpia, ma non vi accorgevate che eravate più storpio di

me…

Fel. Compare…

San. Male per me!…

Fel. Iu sono cieco di un occhiu e tremolante, ma voi eravate più cieco e più

tremolante…

San. Tutti sti difetti avevo?!…L'unica cosa era che non balbettavo!

Fel. Compare vi convieni non parlare, perché siete risultato il più difettoso di

tutti…(ride accentuando il tic della gamba ed il tremolio)

Ros. Compare, purtroppo noi esseri umani siamo pronti ad accettare tutto, quando

capita a gli altri… e poi critichiamo e giudichiamo…ma quando capita qualche

cosa a noi, siamo difficili ad accettare…vorremmo che capitasse tutto agli

altri… compare di fronte agli occhi di Dio siamo tutti uguali…

San. Non mi fatei diventare più difettoso di come sono…(si siede chinando

leggermente il capo) E' vero, quando uno riflette comincia a capire i propri

difetti…Assunta eravamo pieni di difetti…

Ass. Tu, no io!..

Ste. Magari andiamo in chiesa, preghiamo, ci scambiamo il segno della pace…

Ros. E poi quando usciamo ci scordiamo tutto.

San. Grazie a tutti voi compari, grazie a mia e figlia, grazie a tutti che in

tempo mi avete fatgto capirei che tutti siamo pieni di difetti, ci sono quelli

che sono belli in vista…e quelli che sono nascosti…

Fel. Meglio tre difetti in vista che uno nascosto…(ride) che bella famiglia… che

bella famiglia (ride)

San. Assunta, piglia una bottiglia di spumante e aprila per augurio…

Mar. Augurio di tutto, soprattutto per la salute…(poi si avvicina a Stefano) Lei

pensa che muore prima o dopo di sua moglie!…

Ass. (rientra con la bottigglia e bicchieri aiutata dalla figlia gridando:

(AUGURI)

San. Mi sono tolto di sopra cento chila…cerchiamo sempre degli altri i peli…non

sapendo di quanto noi siamo pelosi…certi volte facciamo i rognosi…A questo

gentile pubblico voglio dire: in fondo siamo tutti difettosi…chi c'è l'ha

nascosti chi c'è l'ha aperti…anche essere perfetto… è già un difetto…

E’ meglio che la prefezione non esiste…Auguri…

Fel. Che bell famiglia!… che bella famiglia !…( mentre ride e brindano si và

chiudendo il sipario) F i n e.

(Per ogni rappresentazione di questa commedia è necessaria l'autorizzazzione

dell'autore degli elaboratori)

 (nonostante scritta quest'anno (2001) già è stata rappresentata a Messina, ed in tutti gli altri posti della Sicilia;  in alcune comuni della Calabria, Puglia, Marche, Liguria Toscana, ed a Ostia –Roma al teatro Dafne. Tradotta anche in francese. La soddisfazione più grande è stata giorno 1 e 2 Novembre

2003 al teatro GrottaSmeralda di Acicastello- Catania L'Associazione teatrale I

CICLOPI per la regia di Pippo Santangelo hanno ottenuto uno strepitoso successo

e le prime file erano piene di persone con handicap i quali oltre a divertirsi

hanno apprezzato moltissimo la commedia in tutti i suoi aspetti.)