La famiglia ritrovata

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La Famiglia ritrovata

Commedia brillante in due atti

di  Doriano Aquino

TRAMA

Ci troviamo in un paese del Cilento, dove vive una ricca famiglia,  Don Nicola, ricco signore,  senza istruzione, zotico e ignorante, con carattere irascibile, sempre pronto a imporsi sui propri familiari e  a litigare con tutti  e Speranza, moglie, colta e intelligente, proveniente da famiglia perbene  con  due   figlie Alessandra di anni 20, e Francesca di  anni 35.Un maggiordomo, Ninù, dai gusti sessuali un po’ particolari,  Zia Peppina, vedova ricca che vive con loro, impicciona, appassionata e ricercatrice di erbe medicamentose,  Ciccillo pescivendolo, un vicino impiccione, innamorato di Francesca, uno stalliere, Vicienzo u cacaglio, tuttofare al loro servizio, Gennarì, bosciaiolo che lavora a mezzadria  i terreni di Don Nicola e vive con la famiglia nella tenuta di Bosco, la moglie Cecilia, che si diverte a leggere le carte e il figlio Gigino innamorato di Alessandra.

Don Nicola, proprietario terriero, tirchio e despota,  dal carattere irascibile, 

arroccato  nelle proprie idee e ai  modi tradizionali, fa da padre – padrone all’interno della sua famiglia, fino a quando non fa un sogno (che poi si avvera in parte  con la perdita della casa) che gli diventa un  incubo e gli fa  cambiare radicalmente il suo modo di pensare e di agire, con ripercussioni alla fine,  positivi sulla famiglia.

La storia è un intreccio di situazioni sentimentali, di modi di pensare  e di rivoluzione socio culturale. Siamo nel pieno “68, dove le idee moderne si fanno spazio tra i giovani e li spingono  a pensare diversamente e a staccarsi dal modo di pensare tradizionale della famiglia.

Le situazioni familiari si sovrappongono in un susseguirsi di intrecci e di interessi personali che portano la famiglia sull’orlo di una crisi, minando i rapporti di tutti i componenti e soprattutto con il padre che è restio a voler accettare  questi cambiamenti socio culturali.  I guai sembrano ormai che abbiano preso il sopravvento, ma ……….

Doriano Aquino ringrazia  tutti coloro  che vorranno gentilmente inviargli una copia in  DVD

della commedia messa in scena. (doriano.aquino@gmail.com).

                PERSONAGGI

1.

Don Nicola Cocciutello

Padrone di casa

2.

Speranza 

Moglie di Don Nicola

3.

Vicienzo 

(u Cacaglio) Stalliere

4.

Alessandra

figlia di Don Nicola e Speranza

5.

Francesca 

figlia di Don Nicola e Speranza

6.

Zia Peppina   

Vedova impicciona

7.

Ninù       

Maggiordomo Gay

8.

Gennarì

Boscaiolo – affittuario a mezzadria

9.

Cecilia     

Moglie del boscaiolo e Indovina

10.

Gigino        

figlio del Boscaiolo

11.

Nardi      

Com.te  della Guardia di Finanza

12.

Ciccillo    

Vicino di casa (pescivendolo)

13.

Filuccio    

Compagno di Ninù

14.

Antonio Lo Pece   

Finanziere (facoltativo)

LA SCENA

Salotto con divano,  tre sedie,  tavolinetto  portatelefono, 2 – 3 quadri . Una

porta centrale (entrata),  una porta a sinistra dà sulla cucina, una porta a

destra dà nella stanza da letto. Casa di signorotti con suppellettile costose.

PRIMO ATTO

1° Scena: Don Nicola- Speranza – Zia Peppina – Ninù

Come ogni mattina Don Nicola va in salotto a prendersi il caffè.

DON NICOLA        Ninù, Ninù e quanto mai, questo disgraziato vene subito, quando lo chiami. Se per un caffè, uno deve prima farsi nervoso appena alzato, forse è meglio che me lo vado a prendere al Bar, faccio prima e non m’ intòssico a virè sta faccia  di bronzo sorridente che ti piglia per i fondelli.

NINU’                     Eh pe piacere non accuminciate a jurnata storta, prometto che non vi faccio fa nervoso, non ci tengo proprio,  eccomi qua, Don Nicola, sono tutt’orecchi, tutto per voi, a servirla signore ; (gli gironzola intorno in giro di valzer con inchino)

DON NICOLA       Eh finiscila con queste moine a prima matina, che dicevi, tutt’orecchi? tutto per me?  Ma fammi il piacere, statti zitto,  prima ca siente c’è ne vole, sturati prima e  recchie.  Portami nu caffè caldo, prima che mi passi la voglia, corri….  scattare ..!

NINU’                     Signò, mò,  vu  porto,   buono  e  caldo,  caldo, come piace a voi, ……….. va bene!

DON NICOLA       Ma vedi un po’, chi mi tocca tenere a servizio in questa casa, un mezzo uomo, un femminiello, uno che non fa niente per nasconderlo, anzi lo sbandiera a chiunque entra in questa casa, come se fosse nu vanto, non tene nu poco è scuorno. Mmha….

SPERANZA          (Entra la moglie e si siede vicino al marito) Nicola, Nicola caro,  è arrivato il caffè?.

DON NICOLA       Come hai ordinato anche tu il caffè?

SPERANZA          No, ma lo davo per scontato che lo avessi fatto tu per me, amoruccio mio (lo accarezza sul collo e gli lancia un bacio con la mano).

DON NICOLA       Ah, ho capito, stamattina il caffè non arriverà!  (A voce alta) Ninù, Ninù,  vieni cà !

NINU’                     E nù mumento, ch’è  succiesso? Non mi date neanche il tempo pe fà ù cafè, che  mi chiamate, che vulite, che vulite…?

DON NICOLA       Stu cristiano, s’addà sempre lamentà, statti zitto e porta un altro caffè  per la signora.

NINU’                     Vado e torno  tosto per voi! Agli ordini … tanto u mestiere mio chesto è, però non v’approfittare e me, che so n’homme  fatto e carne, non so mica nu robot !

DON NICOLA       Eh basta mò, nun fa sempre polemiche, torna tosto, torna come vuoi ma porta stì caffè.

(Nel frattempo arriva zia Peppina e si siede)

ZIA PEPPINA       Buongiorno a tutti!  E’ pronto il mio caffè?

DON NICOLA       Ma  per chi c’ haipresi? Per veggenti? Se vuoi il caffè, arrivi, te assitti, ordina e poi  aspetta che arriva ! (Grida a voce alta) Ninù, Ninù, (non sentendo risposta, si avvicina alla porta della cucina e grida)  “Ninù, i caffè da portare sono 3 e sbrigati” se nò ci passa a voglia.

NINU’                     (da dietro la quinte) veramente a me, la voglia non mi passa mai! Quella …… è passata a voi! Ah…. Ahhh……ahhhh….. ahhh (scoppia in una grande risata).

DON NICOLA       Zia Peppina, ditemi na cosa! Mi so accorto che ultimamente mia figlia Alessandra esce troppo spesso con voi; dice che andate nel bosco, ditemi, aggià pensa male? Mi posso fidà?

ZIA PEPPINA       Si, si,  non sta a preoccuparti! Con me, sta in buone mani, come sempre!

SPERANZA          Eh Nicola, ma per piacere, stà figlia nostra, già non esce mai, non vuoi farla uscire nemmeno con la zia, madonna mia, fidati un poco, (fa l’occhiolino alla zia).

NINU’                     Ecco  sono arrivate tosto, tosto 3 tazzullelle e cafè, bollente,  per voi.

DON NICOLA       Scusa Ninù, ma spiegà che ci azzecca, ogni vota a parola tosto, tosto!

NINU’                     Ma se vuie non sapite ù significato di tosto, non è colpa mia!  Significa, subito….., ma che avete capito…..? Ah voi capite subito a male, allora siete prevenuto nei miei confronti e questo non è giusto, va bè. (ESCE)

(Nel frattempo arriva Ciccillo che entra dalla porta principale rimasta aperta)

 CICCILLO            Buongiorno a tutti, (vede i caffè sul tavolino e ne prende uno e se lo beve senza neanche chiedere), azzz, è cocenteeee….. (si tiene la mano sulla bocca)   ah, comunque è un  buon caffè.    Scusate, se ho preso il caffè, ma appena vedo un caffè non riesco a trattenermi, è una tentazione   troppo forte, comunque ero venuto  per parlare a Don Nicola, prima che vado al porto a  prendere un po’ di pesce fresco. E’ possibile?

DON NICOLA       Dite, stò quà, appunto per voi. Accuminciammo subito a matinata,  però facite ambressa, (gridando), Ninù  vieni un attimo quà.

NINU’                     (dalla cucina) Dite, Don Nicola, che vulite?

DON NICOLA       Pè piacere porta natu caffè.

NINU’                     Ancora cafè, voglio vedè stamattina se sapite contà, (arriva con il caffè sul vassoio e lo posa sul tavolino). Era il mio prendetelo voi, a me m’a passata a voglia.

CICCILLO             Don Nicola, aggià fatta na pensata.

DON NICOLA       E a me a vieni a dicere ? E pecchè? Che me ne importa ri pensate voste?

CICCILLO             C’ entrate, c’ entrate, mò vi spiego. Vuie ù sapite che faccio ù pescivendolo ambulante, ma non stò a posto, mi servirebbe a licenza, perché se mi fermano e mi controllano   mi  fanno na multa salata e rischio pure a  galera.

DON NICOLA       Uhhh,  aggià capito, e  che c’entro?

CICCILLO             Vuie siti u chiù gruosso proprietario terriero, tinite nu sacco e soldi, ….. ecco…. ecco….  vi volevo chiedere nu prestito  pe mi piglià a licenza, sapite mi vulesse aprì nu negozio,  di fronte  a casa vostra, accussì sareste  sempre u primo a piglià u pesce friscu.

SPERANZA          Hai avuto  proprio una bella idea, così la smettete di nascondervi dalle guardie,  Nicola, penso proprio che dobbiamo aiutare il povero Ciccillo.

DON NICOLA       Scusate ma vuie state buono cù a cape, si o no? Aggià capito buono? Che a resse fa io? Dovrei aiutare Ciccillo a mettere su negozio e a spese mie; ma per chi mi avete preso, per il mutuo soccorso. Per queste cose,  ci sono le banche.

CICCILLO             Le banche non fanno prestiti a gente cumme a mè,  nun tengo nisciuna garanzia.

SPERANZA          Nicola, facciamolo questo prestito, così lo facciamo felice  e si toglie dai guai una volta per sempre.

DON NICOLA       Mai e poi mai, se vulesse fa prestiti a tutti chiri che si trovano inti e  guai, a quest’ora sarei povero, Ciccillo pote continua a venne u pesce senza licenza, accussì non paga manche e tasse. Na cosa è certa, i soldi non glielo presterò mai.

CICCILLO             Ho capito, mi tocca fa l’ambulante e l’abusivo a vita, tutto chesto, perchè vuie non mi vulite prestà i soldi. Comunque stu tuorto non  m’ scordo. Non vorrei che un giorno aveste voi bisogno di me.

DON NICOLA       Non tengo abbisogna di nisciuno, jatevenne e non ti permetti di fa minacce, capito?

SPERANZA          Nicola, non sfidà a sorte, che la vita non sempre è diritta come pensi tu. Potremmo anche noi un giorno avere bisogno dell’aiuto degli altri.

DON NICOLA       Ma che dicite mai, per il mumento  stò buono accussì  e non tengo bisogno di niente e di nisciuno. Se un giorno dovessi avere bisogno di qualcosa, tengo i soldi da parte e con quelli  posso far fronte ai problemi.

CICCILLO             Don Nicola, non state troppo sicuro, oggi u destino  ha castigato me, ma un domani chissà, potrebbe prendere di mira voi. Statte buono e a prossima volta u pesce me lo dovete pagare subito, non vi aspetto chiù, non vi faccio chiù credito. Avite capito? Non vu scurdate?

DON NICOLA       Mò m’avite proprio scucciato, pure tu mi vuoi fa intossicà a jurnata? Iatevenne che oggi voglio mangià tranquillo.

CICCILLO             Buongiorno e buon appetito se ci riuscite….. (Ciccillo, esce e sbatte la porta)

SPERANZA          Nicola, lo sapevo che eri duro di cuore, ma negare  nu piccolo prestito a un povero cristiano, questo è troppo, anche perché se la sorte ha aiutato te, perché  tu non dovresti aiutare Ciccillo, che è stato sempre un buon vicino e  che in questo momento ne ha  bisogno?

DON NICOLA       Eh va bene c’è sempre tiempo pe fa opere di beneficienza, mò  a capa, mi rice di no.

SPERANZA          Fa come vuoi, secondo me, di certo non vi state comportando bene, né con i figli e né con i vicini. Quando eri giovane, qualcosa di buono c’era in te, ma ora vedo solo un cuore chiuso e  indurito.

DON NICOLA       Ninù, Ninù …… (sempre gridando e agitando un bastone)

NINU’                     Dite signore, sono qua …..!

DON NICOLA       Possibile che non si mangia più in questa casa? E’ mezzogiorno, hai cucinato il pesce?  E fai scendere  le nostre figlie per mangiare.

NINU’                     Le vostre figlie sono uscite e non tornano per il pranzo e poi oggi non si mangia pesce, Ciccillo non è passato, forse gli è successo qualcosa,  per cui ho cucinato nu bello minestrone,?

SPERANZA          Lo so io che gli è successo a quel povero di Ciccillo, poveriello, sapisse come sta angustiato e il motivo lo sa pure Don Nicola…… anzi ne è la causa.

DON NICOLA       Mo ù virè  che a colpa è sempre a mia? Vuie  site cuntenta solo si faccio beneficienza, comunque Ninù porta a tavola stu minestrone che chiù mangiammo u stesso.

NINU’                     (Apparecchia la tavola e porta da mangiare) Ecco il minestrone, è ottimo, ho messo anche delle erbe aromatiche di zia Peppina.

DON NICOLA       (assaggia il minestrone) Ninù, ma c’ià avisse pigliate pe malati terminali? Chi sa mangia sta roba? Questo è un bollito e per giunta con poco sale.

SPERANZA          Ninù, non lo ascoltare, per me va benissimo.

DON NICOLA       Posso capì che non hai cucinato u pesce, perché Ciccillo se incazzato e nun l’ha portato, ma almeno un po’ di carne  arrostita la potevi fa, accussì m’accumpagnavo cù nu poco di  vino rosso.

NINU’                     Don Nicola, a vuie ù vino vi fa male. Già non ci state cù a capa, figurati se vi mittite pure a bere u vino.

DON NICOLA       (tra borbotti vari mangia il brodo, lamentandosi ogni tanto)

                             Mangiamo sta minestra e comunque mi faccio nu bucchiere e vino rosso ‘goppe

 

(Finito di mangiare Speranza esce e lascia solo Don Nicola sul divano, il quale

dopo pochi minuti si addormenta;

Voce fuori campo ) In sogno gli appare  un angelo, il quale gli  dice: Don

Nicola, Don Nicola …. attento …. attento a voi, state  percorrendo la strada

della perdizione, tornate indietro, prima che sia troppo tardi. Forse siete ancora

in tempo a salvarvi.  Cercate di fare beneficienza, aiutate i bisognosi, non

tiratevi indietro di fronte alla carità, altrimenti ve ne pentirete amaramente e a

vostre spese. (Questa voce risuonava minacciosa  nelle orecchie di Don Nicola

fino a farlo svegliare con un sussulto e  tutto sudato e angosciato).

DON NICOLA       Aiuto, aiuto, mi vogliono rapinare …….

                               (Dalla cucina Ninù, sente gridare e arriva di corsa)

NINU’                     Don Nicola, ma che è succiesso? Che dicite? Chi vi sta rapinando, nun ci stà nisciuno? Forse avete fatto un sogno, un’ incubo. Oh madonna mia, stive durmendo accussì bello cumme a n’ angioletto.

DON NICOLA       (alla parola angioletto fa un sussulto e comincia ad agitarsi) Tieni ragione, proprio un angelo mi è apparso in sogno e mi ha detto nu sacco è cose brutte,  ca mo non mi ricordo  tutte.

NINU’                     Ricite, ricite a me, raccontate tutto…..!

DON NICOLA       Mi ricordo solo che stavo rurmendo accussì bello, quando all’improvviso è apparso un angelo  bianco dall’oscurità che con voce minacciosa e tonante mi ha accusato di cose brutte  e accussì mi so scietato.

NINU’                     Come? Un angelo che sa piglia cu vuie? Che vi  minaccia? Don Nicola vuie state ancora stunato o state rurmendo. Non è che ti fusse sunnato nu diavolo che è a cosa chiù probabile  e che vuie avite scambiato pe n’ angelo?

DON NICOLA       No, no… era proprio un angelo, vestito di bianco…..che mi vuleva convertire a fa tanta beneficienza. E se nun l’avisse fatto, me ne sarei pentito amaramente. Hai capito mò?  Mi vulìa fa diventà povero!

NINU’                     Forse, forse tutto sommato l’angelo tene ragione, negli ultimi  tempi u core l’avite proprio perso, lo dovete ammettere. Ehh…   

DON NICOLA       Ma ch’ aggià ammette, u core sta sempre o posto suoio e sta buono a dov’è.

(Nel frattempo arrivano Speranza e Zia Peppina)

SPERANZA          Nicola che è successo, ti vedo agitato, sei tutto sudato e  preoccupato?

ZIA PEPPINA       Face a stessa impressione pure a me. Ma stissive poco buono, o  malato? Voglio chiamà nu mierico?

DON NICOLA       Lascia stà, nun chiamà nisciuno, mò, non tengo voglia di  parlà con nisciuno, sto troppo sconvolto, ma nun è necessario u mierico,  fatemi prima riprendere,  dopo, dopo,  forse vi dirò che è succiesso.

ZIA PEPPINA       E va bene, io ero venuta solo a prendere Alessandra che vuole uscire con me. Andiamo nel bosco a raccogliere le solite erbe medicamentose.  Va bene Don Nicola?

DON NICOLA       Ascite, ascite, però secondo me, però,  qua c’è puzza di  imbruglio!

SPERANZA          Ma che dici, Nicola, quale imbruglio vedi? Ma possibile che vedi imbrogli dappertutto, non ti fidi nemmeno di zia Peppina?

DON NICOLA       No, ricimmo che mi fido, ma che  tengo  pure qualche riserva, sento puzza di …….

SPERANZA          Ma non dire scemenze, qua l’unica puzza che si sente, è quando viene  il pescivendolo Ciccillo  a portare il pesce fresco  e  quando ritornano a sera i nostri cari, che portano dentro casa quegli odori acri di erbe miste, così intenso da far vomitare, beh io vado nelle mie camere, ho un po’ da fare (Speranza esce).

2° Scena: Gennarì- Don Nicola- Ninù – Speranza

Suona il campanello   Ninù va ad aprire  e  introduce l’ospite, Gennarì  il 

 boscaiolo, l’affittuario a mezzadria,  poi va in cucina.

GENNARÌ              Buongiorno  Don Nicola.

DON NICOLA       Salute a voi, accomodatevi, vulite nù  cafè, nu nocino, che vi posso offrì?

GENNARÌ              Va bene un nocino, grazie!

DON NICOLA       Ninù, Ninù, porta un  nocino a  Gennarì.

NINU’                     Da dietro le quinte (arrivo subito e tosto).

DON NICOLA       Allora dimmi tutto Gennà, sono a tua disposizione.

GENNARÌ              Don Nicola, so qua per farvi na preghiera. Quest’anno, come voi sapete, abbiamo avuto poca produzione di prodotti ortofrutticoli, per cui, quel poco prodotto lo abbiamo riservato solo per le nostre famiglie e non abbiamo potuto vendere niente, di conseguenza sono senza un soldo.

DON NICOLA       E allora, a dò stà u problema? Da mangiare c’è ne per tutti, quando avremo una buona produzione, ci rifaremo, Gennarì non ti stà a preoccupà.

GENNARÌ              Il problema c’è per la mia famiglia, ed è grande, ho bisogno di 50 mila lire per far operare mio figlio Gigino da una malattia rara agli occhi, questo medico opera solo a Milano, però in questo momento senza vendita non ho nemmeno una lira. Servono anche subito, altrimenti mio figlio rischia di perdere la vista ad entrambi gli occhi.

DON NICOLA       Ah Gennarì, mi dispiace per tuo figlio, tu ù sai cumme a penso. Soldi, non ne presto a nessuno. Se vuoi na raccumandazione per lo specialista  a disposizione ma per i soldi la risposta è no. Sono sacri e poi  potrebbero servire da un momento all’altro. Niente, niente…. mi dispiace, rivolgetevi ad altri.

GENNARÌ              Eh u sapevo, mi avevano avvertito che dietro a tanta ricchezza  c’era n’a  miseria d’animo, perché secondo me,  voi  l’anima non a tinite. Statti buono Don Nicola, un giorno spero non esservi mai utile, sbatte la porta ed esce.

NINU’                     (Ninù che aveva ascoltato tutta la discussione mentre spolverava):  Don Nicola, ma che tinite al posto ru  cuore, ù vaso do cesso, na pietra lavica, n’anima sicuramente nera e sporca, vi facite arreta per 50 mila lire e che homme siete? E così vuie  vulite accecà uno ra famiglia!

DON NICOLA       Ma che stai a dì, che ci azzecca Gigino con la famiglia nostra. Lui appartiene alla famiglia di  Gennarì u boscaiolo e si nuie ci simme riconoscenti e perché lavorano per noi, ma niente di più eh.  Non accuminciammo a mischià l’oro cu rame. Va bene! Ma siente nu poco, prima hai ritto, uno ra  famiglia? Che significa?

NINU’                     Don Nicola prima o poi lo saprete, lo saprete, però tutto al momento opportuno. Mo basta, quanto ho detto,  è già troppo. E mò pe ti lavà a coscienza,  chiamate a Signora Speranza e ditegli della vostra nuova bravata, andate a giustificarvi così vi lavate quell’anima nera e sporca che avete, accussì per oggi,  state a posto con la coscienza.

DON NICOLA       Io mu sento, mu sento proprio, ……  che tu, prima o poi mi fai passà nu brutto quarto d’ora, nu  guaio pesante, vattènne prima che mi intossichi e pensa a e cose toie, vatti a specchià, fatti a  fà bello, che quello ù sai fa buono.

NINU’                     Ehm bè si pote rici  forte e a gran voce, è la mia specialità. Ciao cocco bello !

DON NICOLA       Chiama a gran voce, Speranza, Speranza!

(arriva Speranza di corsa)

SPERANZA          Eccomi qua, che è successo, sei tutto na vampa, chi t’ha fatto infuocà.

DON NICOLA       Statti zitta,  mugliera mia, che rinta a sta casa t’inimmo gli iettatori, tinimmo i serpi velenosi,  che  non si fanno mai e fatti propri e Ninù e proprio uno di quelli. Ma un giorno o l’altro lo licenzio, lo mando miezzo a via, là sta buono, a casa soia è a strada.

SPERANZA          Calmati per amor del cielo, ma che è successo? Dai raccontami tutto.

DON NICOLA       E’ venuto Gennarì u  boscaiolo, che voleva essere prestato 50 mila lire per fa operà  Gigino da una grave malattia agli occhi. Ma ti rendi conto, na somma simile può servì   pure a noi, non ti pare? E poi tu ù sai,  soldi  per principio non li presto neppure ai familiari, figurati a uno qualsiasi.

SPERANZA          Eh ma pure tu, stu core ………  puoi ogni tanto chiudere un occhio per farne aprire 2 al povero Gigino che mi fa tanto pena, poverino, che pure lui fa parte …. (la interrompe bruscamente)

DON NICOLA       Fa parte …. di cosa, continua… continua….  forza… parla….….!

SPERANZA          No niente dicevo, che ormai a forza di frequentarlo, è come se fosse uno di famiglia, un acquisito.

DON NICOLA       Ma allora è proprio vero che c’ià tinite tutti cumme, ch’è  stu fatto che Gigino  è uno ra famiglia.  Eh spiegati meglio.  Forse c’è  qualcosa che non saccio? Raffinato non lo sono mai stato, ma sono furbo e intelligente, altrimenti non m’avisse fatti e soldi ………..e mo raccontami chere che sai e subito.

SPERANZA          Ma che vuoi che ti racconto,  sento che per me è come se facesse parte della famiglia, gli voglio bene, lo conosco da  piccolo, è normale, no….. ma adesso mi vuoi raccontare cosa ti è successo, hai sognato qualcosa di brutto?

DON NICOLA       Ma niente, adesso sto bene, mi è passato, aggi’ avuto solo nu brutto incubo che è meglio scurdà.

SPERANZA          Dai sfogati caro, parla,  che dopo starai meglio, altrimenti non te lo scordi più.

DON NICOLA       Ma è sulo n’incubo. Un angelo, tutto vestito di bianco, m apparso in sogno e mi ha ricattato, dicendo che se non avessi  aiutato u prossimo e non sarei cambiato, sarei stato castigato. Ecco tutto quà. Ma come ti dicevo prima,  è sulo  n’incubo, nu suogno e presto svanirà.

SPERANZA          E tu stai veramente accussì tranquillo? devi sapere che  i sogni a volte sono premonitori.

DON NICOLA       Premimori , premonitori,   ma che cacchio  stai ricendo, che significa?

SPERANZA          Sto dicendo che a volte i sogni si avverano veramente. Hai capito adesso?

DON NICOLA       Non pazziammo, altrimenti mi facite asci pazzo veramente. E’ stato sulo nu suogno e tale resta, va bè. E’ meglio che esco, se no oggi m’intossico, devo vedermi con il  rappresentante della coopertativa ortofrutticola, voglio provà a rimpiazzare un po’ del raccolto che abbiamo in magazzino.

SPERANZA          Forse è meglio che vado pure io, voglio rilassarmi a leggere un libro in camera mia.

(Escono Don Nicola e Speranza dalla porta principale)

(entrano Alessandra, Gigino e zia Peppina dall’altra entrata)

3° Scena: Zia Peppina – Ninù- Alessandra – Speranza

ZIA PEPPINA       State quà piccioncini miei, adesso ci penso io..  Ninù, Ninù, vai a chiamare Speranza,  su sbrigati, corri,  che è urgente.

NINU’                     Eh nu momento, inta a sta casa, da un pò a questa parte, non si riposa più. Quel fetente di Don Nicola ha trasmesso un nervosismo a tutti  e con la sua acidità ha avvelenato pure l’aria. Mannaggia, mannaggia, se potessi lo …..  (e fa dei gesti particolari con le mani come se lo volesse strangolare)

In un angolo i due ragazzi (Alessandra e Gigino),  si accarezzano

ALESSANDRA     Gigino non ti preoccupare che Zia Peppina  troverà una soluzione, non ti faremo diventare cieco. L’operazione si farà. Te lo giuro.

(i due ragazzi continuano a baciarsi e accarezzarsi)

NINU’                     E mò basta, che mi facite venì  l’acquolina in bocca, fermatevi per piacere  o iatevenne lontano dagli occhi miei, iatevenne  a  nascondervi  pè fa stì cose.

(Entra Speranza)

SPERANZA          (Nel vedere Alessandra abbracciata a Gigino, meravigliata dice): ah avevo intuito bene, allora. Voi due state assieme! Ecco spiegato le continue  uscite con la Zia.  Bravi, bravi, e allora fatemi capire dov’è il problema? Eh ragazzi, voi lo sapete già,  come la penso in fatto di amori. Anche mia madre era povera e sposò un ricco signore e la stessa cosa ho fatto io, l’importante è essere pragmatici  e colti, per cui la cosa non mi da fastidio, ma tuo padre è un rozzo, è un ignorante,  uno che non  capisce e come dice Zia Peppina , “Tene a capa, chiù tosta ri na pietra”.

ZIA PEPPINA        Nu momento, risolviamo un problema  alla volta. Speranza cara,  primo dovete aiutà Gigino, ha bisogno di quei soldi  per fare l’operazione, che vostro marito ha vergognosamente  rifiutato a suo padre, dimostrando di essere n’homme senz’ anima e  senza core, secondo punto, amma cercà di fà spusà questi due giovani, che si vogliono tanto, tanto bene.

SPERANZA          Per il problema dei soldi è subito risolto, (prende 50 mila lire dalla borsa  e  glieli  dà  a Gigino, questi sono soldi miei e non devo dare a conto a nessuno).

GIGINO                 Grazie Signora, siete stata veramente la mia speranza e la mia salvezza, (l’abbraccia e la bacia).

SPERANZA          Per il secondo problema, farli sposare eh, eh, qua ci vorrebbe solo l’intervento …….. di qualche entità  superiore (si rivolge con le mani congiunte al cielo), speriamo bene … speriamo bene…..

 

Contenti per la disponibilità di Speranza, l’ accerchiano, le saltano addosso

e la riempiano di baci, di abbracci, nel frattempo arriva Ninù, e comincia anche

lui a baciare la Signora e poi  bacia tutti quanti (anche senza sapere il  perché,

ma solo  per il fatto che gli piace quell’atmosfera armoniosa e festosa).

SPERANZA          Speriamo che prima o poi Nicola si ravveda, per le sue posizioni troppo antiquate.

ZIA PEPPINA        Lo spero anch’io, in questa casa c’è troppo tensione.  Bisogna avere fede e credere che tutto si aggiusterà.  Non ti sta a preoccupare.

SPERANZA          Lo spero tanto, sarebbe troppo bello se Nicola riuscisse a vedere le cose come me. Se continua così, non so dove andremo a finire.

ALESSANDRA     Grazie mà, per quello che stai facendo per noi, e non  dimenticheremo nessuno di voi, (gli va incontro e la bacia)

GIGINO                 Signora Speranza, avete un cuore grande quando na capanna, grazie  per la vostra disponibilità e generosità (gli va incontro l’abbraccia e la  bacia più volte).

In coro (Alessandra e Gigino), Mammà noi c’e ne andiamo a fare una  

passeggiata,  (escono di scena)

ZIA PEPPINA        Oh… adesso vado via pure io, abbi cura di te  cara e prega, prega, che Dio è grande  e ci ascolta….., speriamo che tutto si aggiusta, (gli va incontro la saluta abbracciandola e va via)

(si abbassano le luci e si passa alla scena successiva, l’indomani )

4° Scena: Speranza - Com.te Nardi- Ninù- Don Nicola – Zia Peppina

Sulla scena (Ninù, sta spolverando come fa ogni mattina)

L’indomani mattina suona il campanello, Speranza sta  nella camera da letto

e non sente, ma Ninù che stava spolverando, sente e va ad aprire. (Sulla porta

(appare un bel  giovane sui 30 anni, il Com.te Nardi della Guardia Finanza).

NINU’:                    Prego accomodatevi, prego…  (Ninù gli gira intorno, gli fa un po’ di moine, perché gli piace e molto, comincia a circuirlo, lo tocca sulle spalle, i capelli ecc. nel mentre arriva Speranza e nel vederlo con quel atteggiamento, grida…..)

SPERANZA          Ninù, e adesso basta, che so queste confidenze, ritirati nelle tue stanze e lasciaci  soli.

NINU’                     Me ne vado tosto, tosto, anzi, ammosciato, oh, è proprio ingiusto la vita, quanto è bello stu giovinotto, ma è proprio bello assai.   (guardando il Com.te Nardi), mi ritiro, mesto, mesto (tristemente).

COM.TE  NARDI  Buongiorno signora, è in casa vostro marito?

SPERANZA          Veramente è appena uscito, (Ninù…. Ninù,   vieni un attimo)

NINU’                     Dite mia bella signora, per voi sono sempre a disposizione e in qualsiasi momento del giorno.

SPERANZA          Portaci per piacere due caffè.

COM.TE  NARDI  Ma non vi scomodate!

SPERANZA          Insisto, lasciatevi pregare, accettate  è solo un  caffè, non voglio mica corrompervi!

COM.TE  NARDI  Ma figuratevi, vi conosco bene e so che non ne siete capace, e va bene, accetto il caffè.

NINU’                     Un attimo e  arrivano, anzi vi porto una crema di caffè,  dall’aroma raffinato.

SPERANZA          Comandante, allora cosa avete da dire, potete anche dire a me?

COM.TE  NARDI  Signora, si tratta di una cosa delicata, molto delicata,  mi dispiace posso riferire e notificare …….. solo a Don Nicola.

SPERANZA          Ma Com.te, ci conosciamo da così tanto tempo che potete fidarvi, oltretutto sono la moglie.

COM.TE  NARDI  Vi ripeto, mi dispiace, ma è una cosa delicata, ritornerò domani, scusate, ma adesso devo andare via, mi aspetta una giornata non tanto piacevole. (fa per uscire, ma Ninù lo blocca davanti alla porta, lo circuisce e gli lancia un bacetto con le mani e si gira su se stesso in un giro di valzer).

NINU’                     A presto, mio bel giovane!Qua, c’è qualcosa che non torna! Mah …. aspetteremo e vedremo.

Il Com.te Nardi saluta e va via e fa lo stesso Speranza che si ritira nelle sue

stanze.

        

(Ninù dalla stanchezza si mette a dormire sul divano e non si accorge che  nel frattempo  si è fatto  mattino), infatti entra Don Nicola, si siede al tavolino, non

accorgendosi nemmeno di Ninù, e grida …

DON NICOLA       Ninù, il caffè, portami nu caffè!

NINU’                     (Ninù che stava sul divano a pochi passi, fa un balzo  dicendo) .. aspettate nu mumento, fatemi prima scietà, nun  site manco arrivato che già accuminciate a dare fastidio, aspettate un po’, così lo faccio per tutti.

DON NICOLA       Ma che fai sul divano? Non hai potuto dormì stanotte?

NINU’                     Eh sì, Don Nicola, avite ragiona, aggià mangiato pesante ieri sera e me so addormentato sul divano, aggià fatto pure nu bello  suogno, ma non vi posso raccontà, non capireste?

DON NICOLA       Eh già, me lo immagino che suogno ta fatto? Lasciammo sta è meglio nu sapè, comunque per il caffè, aggià aspettà,  proprio non capisco,  ccà so u padrone è aggià sta soggetto ai tuoi comodi, comunque non  ti si scurdà , giuvinò, che u padrone sonco sempre io. Capito?

NINU’                     Forse è meglio che spolvero nu poco, accussì mon mi ricite che arrobbe pure o stipendio!

(suonano alla porta, Ninù va ad aprire ed entra Zia Peppina)

ZIA PEPPINA       Buongiorno a tutti, cercavo Speranza c’è?

DON NICOLA       Non è ancora scesa, se vuoi vai nella sua camera!

ZIA PEPPINA       Ninù, visto, che tiene tanto tiempo libero, appena hai finito vai a comprarmi un  libro sui funghi, poi me lo porti su in camera, da Speranza. (Esce)

 NINU’                    E ti pareva che non ti mittive a cummànnà pure tu? In questa casa so tutti padroni, è proprio ò vero che è meglio cummannà che ……..fottere comme rice nu vecchio proverbio siculo.

DON NICOLA       Ninù,ma stu cafè, ti sì scurdato….  (nel mentre suona il campanello e Ninù va ad aprire. Sull’uscio appare il Com.te  Nardi con un finanziere in divisa Antonio Lo Pece che conosce anche Don Nicola).

NINU’                     Prego, accomodatevi Com.te Nardi carissimo, sono a vostra completa disposizione.  

DON NICOLA       Ma siente,  stu scornacchiato,  che sfrontatezza cà  tene, vattènne, vattènne, che il Com.te  Nardi, è sposato e  persona retta,  hai capito?  Và, và , vai a fare due caffè, che almeno quello ù sai fa buono. Com.te,  mia moglie mi ha detto che mi cercavate urgentemente. E’ succiesso qualcosa?

COM.TE  NARDI  Don Nicola, sono qua … mi dispiace …  ma ….  vi devo notificare un decreto di sequestro preventivo dei vostri  beni,  mi dispiace della brutta notizia, ma sono comandato.

DON NICOLA       Oh, Maronna mia, ch’è stù sequestro preventivo, so ignorante pe ste cose,  speriamo che non sia niente di grave, (essendo in effetti un fifone, va in palpitazione, si agita, comincia  a stare male) ma che mi vulute arrestà, io non aggiò fatto mai  niente e male.

COM.TE  NARDI  Ma che dite mai, che arrestà, vi devo solo confiscare  per il momento, questa casa e bloccare i  vostri soldi in banca. Mi dispiace, ma stiamo indagando sulla vostra persona a seguito di una denuncia anonima, quindi  sapete bene, che  abbiamo dovuto fare gli accertamenti di rito e dalle indagini è emerso che questa casa  sembrerebbe stata acquistata con denaro proveniente da attività  illecite. 

DON NICOLA       Oh, Maronna mia, ma che dicite, che dicite? Che significa? Attività illecite, e che sò? (con le mani tra la testa) Oh mamma mia, non mi sò mai truvato inta a nu guaio, ricitemi che nunè vero!Ricitemi che nun è vero!......  (Data l’alta agitazione, cade esamine sul divano).

(Nel frattempo arrivano,  Speranza,  Ninù,  e Zia Peppina, che vedendolo

svenuto,  gridano in coro, Oh Maronna mia, oh Maronna mia,  che gli è

successo?Gli è venuto un infarto, è morto?; chiamate un medico).

NINU                      U mierico ,chiamate ù prete che è meglio, accussì toglie u disturbo  na  vota pe sempre e non dai chiù fastidio; (Poi, si avvicina, gli tocca la fronte,  gli mette l’orecchio sul cuore,  poi si rialza e dice): cuieti, cuieti,  signori miei; Chistu è muorto solo di paura, anzi sento pure n’a puzza sotto i pantaloni, (lo alza un po’, gli tocca il fondo dei pantaloni) oh mamma mia che schifo e che puzza (si chiude il naso con le dita).  A chistù nun accirano neanche e saette, con l’anima nera e sporca che si ritrova, forse pure nu fulmine avrebbe difficoltà a colpirlo, perché  difficilmente trovasse ù core,  pecchè penso che  nun u tene.

ZIA PEPPINA       We, almeno a’inta a stù mumento, statti nu poco zitto e corri a prendere l’aceto per farlo rinvenire a stu povero cristiano.

NINU’                     Chiamalo povero tu, chistu è povero solo d’animo,  per il resto è meglio che nun ne parlammo,  corro tosto e in un lampo sarò qui;

SPERANZA          Com.te  Nardi, ma che gli è successo?

                               (nel frattempo entra  il vicino Ciccillo)

CICCILLO             Buongiorno, (nessuno gli risponde)

COM.TE NARDI   Signora, non ha retto alla notizia, mi dispiace, non pensavo fosse così fragile!

CICCILLO             Ma ch’ è tutto stu trambusto? Che gli è succiesso a stu povero grad’homme?

NINU’                     Ci mancavi solo tu, ma chi t’à chiamato? Stai sempre pe miezzi e pieri, va a jettà ù sanghe a nata parte, vai!

CICCILLO             Calma, calma, nu poco  educazione, aggià sentuto nu tale putiferio che aggià fatto na corsa, m’a sembrato che qualcuno fosse muorto.

ZIA PEPPINA       (verso Ciccillo – corne con la mani) E fatti  nu poco i fatti tuoi, cà nisciuno è muorto e nuie mò, nun tinimmo abbisogna e te.

CICCILLO              Mamma che gente, nun sulo ca nu vicino si preoccupa, per anda a chiamà nu eventuale mierico o nu prete, u trattono pure  malamente. Aggià capito, mò me ne vado, vengo quando siete chiù calmi  e quando vi serve u pesce, nu mumento, (rivolgendosi a Speranza) sapite addò stà Francesca?

SPERANZA          Ma vedi questo, inta a stu mumento accussì delicato pensa di andà a trovà a Francesca,  comunque è in giardino;

CICCILLO              Grazie, vado un attimo a  salutarla. (ESCE)

COM.TE  NARDI  Adesso che siete tutti presenti, vi  comunico che “Da questo momento questa abitazione è stata confiscata con decreto di sequestro preventivo della Guardia di Finanza, per cui tutti quanti dovete andare via e trovarvi un’altra sistemazione fino a quando non avremo ultimato le indagini; Entro tre giornidoveteliberare la casa.

Nel frattempo Don Nicola si sta svegliando (a forza di schiaffi sulla faccia e

dopo avere annusato fazzolettiniimbevuti di aceto), ascolta le parole di

Nardi, anche se  molto  confuso e ancora stordito, ma comunque ha ben capito il significato del discorso e dice, lamentandosi,  con le  mani in testa:

DON NICOLA       Oh Maronna mia, ma che dicite Com.te ? Non pazziate, vi prego! È stato nu suogno vero? (si rivolge verso i presenti e dice): è stato un suogno vero? Vero? ditemi che è stato nu suogno, il mio solito incubo?

COM.TE  NARDI  Don Nicola, nessun sogno, nessun incubo, questa è la realtà,  quello che vi ho comunicato  è la pura verità e mi dispiace, credetemi, ma non posso fare altrimenti.

DON NICOLA       (Ricomincia ad agitarsi e  ad avere palpitazioni) oddio, sono finito, oh il cuore, il cuore, ah che male, stongo murenne, è meglio che more, non c’ ià faccio chiù.

NINU’                     Don Nicola, vuoi ù core non u tinite, per cui non ti  stà a preoccupà, a vuie nun vi succere niente.

DON NICOLA       (Ma l’ agitazione si fa sempre più forte …….. gridando…..),   No, no… non è possibile, n’ata vota povero, o mio Dio,  o mio Dio,  non c’ ià faccio chiù e  cade morto, (sviene)  sul divano.

Udite le grida, accorrano tutti (gli fanno cerchio), c’è un parapiglia generale,

tutti si mettonole mani in testa e gridano, oh poveri noi, che sciagura, ora

veramente finiremo nella miseria e Ninù  canta una canzone  triste a tema

scelta dal regista.

 

 FINE PRIMO TEMPO

 

SIPARIO

SECONDO ATTO

5° Scena: Speranza–Zia Peppina-Don Nicola –Ciccillo –Francesca

SPERANZA          Ci mancava solo sta bella notizia?; Speriamo che tutto si risolve in breve tempo.

ZIA PEPPINA       Bèh, non ti preoccupare, vedrai che tutto si aggiusterà per il meglio,  il povero Nicola, tutti i difetti ha, ma non è capace di fa imbruogli.

SPERANZA          Forse hai ragione.

ZIA PEPPINA       Si, sicuramente ho ragione, non disperare mai.

SPERANZA          Ora non resta altro da fare che trovare una sistemazione temporanea per tutti, vediamo un pò,… potremmo trasferirci tutti alla tenuta  che abbiamo in località Bosco,  il casolare è in buono stato, l’abbiamo ristrutturato alcuni anni fa. Darò gli ordini necessari per fare il trasloco, al resto penseremo a tempo opportuno.

(Entra Don Nicola, sempre agitato, appoggiato a un bastone che lo sventola

per aria,   imprecando e lamentandosi).

DON NICOLA       Oh che sfortuna, oh che sciorta, ch’aggio avuto, mi tocca ritornare a fà  ù pezzente, come faròsenza le mie comodità?  ………ah ….. senza i miei privilegi?

SPERANZA          Ma su, marito mio, prendete la vita con più  tranquillità, supereremo anche questo e non ti preoccupare che ci abitueremo presto alla nuova vita.

 DON NICOLA      Dite, ho i miei dubbi, ormai stavo accussì  bene, ero  accussì  contento ri stà vita, che ogni giorno era nà pacchia, na goduria.

Suona il campanello ed entra Ciccillo.

CICCILLO             Don Nicola, Speranza, buongiorno a voi,  stamattina ho trovato al porto del buon  pesce fresco, ottimo, squisito,   come ogni venerdì, solo che adesso me lo dovete pagà subito si ù vulite.

DON NICOLA       Portatelo arrete, portatelo arrete,  da oggi si mangia solo frutta e verdura.

CICCILLO             We ma che è succiesso, vi site per caso bevuto il cervello?

SPERANZA          Veramente, Don Nicola, voleva dire che in questo periodo siamo un po’ a corto di liquidi, per cui dobbiamo fare a meno di alcune  spesucce,  ehh… costose,  che se ne possono fare a meno.

NINU’                     (Ninù che stava spolverando, avendo ascoltato….) Eh nù mumento, ferma là, seù pesce non ù vole nisciuno, me lo  prendo io, me l’ accatto io,  soprattutto se è fresco  di giornata.

DON NICOLA       E io  ù sapevo che ti piace tanto,   mò si ù buò,  t’ accattà tu, si tiene i soldi.

 NINU’                    Don Nicola e vuoi ù sapite che  non mi  faccio debiti e che posso pagà,  per cui se decido di prenderlo,lo prendo  e basta  e  non ci sta nisciuno che mi pote fermà.

CICCILLO             We, state facendo ù cunto senza l’oste, io ù pesce senza soldi non lo dò a nisciuno?  Cummè non attacchi, (rivolgendosi a Ninù) tanto meno se non tieni i soldi. È meglio che  me ne vado. (saluta a tutti e va via).

NINU’                     Aggià capito, nisciuno si fida e  me,  accussì  mi fate rimanè con l’acquolina in bocca, siete senza core tutti quanti.

SPERANZA          Adesso basta, ritiratevi in buon ordine in cucina a  preparare il pranzo e lasciateci soli con i nostri problemi.

NINU’                     (sculettando come sa fare lui, ma non troppo  e spolverando se ne torna in cucina facendo un giro di valzer).

DON NICOLA       Ma va a capì a gente, stu maggiordomo diventa ogni giorno chiù sfacciato,  fammi piglià un po’ di aria che è  meglio (lamentandosi e sbattendo il bastone esce di scena).

Arriva lo stalliere (Vicienzo ù cacaglio) che abita nella tenuta di Bosco.

VICIENZO             Buo…. Buo… buongiorno, io so, io so,  cor… cor  ….. sub.. sub… subito, appena mi avete mandato a chiava… a …. chiama…re!

SPERANZA          Co… cor….ma state  un po’ calmo! Che dite mai! Vi siete per caso ubriacato  stamattina.

VICIENZO             Veramente, volevo dire che so  cor… cor… corso subito da voi, per il trasloco. Scusatemi so.. so… sono un po’ emo … emozionato. Ditemi tutto.

SPERANZA          Allora,  vengo subito al dunque! Ci dobbiamo trasferire per un certo periodo nella  nostra tenuta in località Bosco, predisponi tutto, affinchè  possiamo trovare una casa accogliente. Prendi tutto quello che ti occorre  e portalo con te.

VICIENZO             Sub.. sub… sub.. subito signora.

SPERANZA          che è, ti sì incagliato, un’altra volta?

VICIENZO             No, è che sono troppo  emoz.. emozio.. nato, per tanto onore.

SPERANZA          Dai sbrigati,  non dire scemenze, che non ho tempo da perdere, provvedi a tutto con  la massima velocità.

Nel frattempo arriva nel salone Francesca l’altra figlia di Don Nicola e

Speranza)

FRANCESCA       Mamma, ho sentito che dobbiamo trasferirci nella tenuta di Bosco?

SPERANZA          Eh si bella e mammà, gli ultimi eventi ci costringono a fare questa scelta forzata, ma non ti preoccupare sarà solo per poco, lo spero.

FRANCESCA       Ma io non voglio trasferirmi a  Bosco, la tenuta è circondata  di  alberi, soffro di allergia e  avrò  sicuramente un sacco di problemi con tutti quei pollini.

SPERANZA          Mi dispiace Francesca, ma ti devi abituà, non c’è soluzione, chiederemo aiuto a Zia Peppina  che  troverà sicuramente qualche rimedio naturale contro l’allergia.

Suona il campanello, Francesca  va ad aprire ed appare Ciccillo, che  come

la vede, gli si illuminano gli occhi,  la tira a se e l’abbraccia forte, (pensando

che non ci fosse nessuno).  Lei tutta arrossita si ritrae  subito,  facendo capire

con dei gesti, con gli occhi,  che c’è la mamma nella stanza).

CICCILO                Ah.…  buon… buongiorno Signora.

SPERANZA          Quale buon vento vi porta qua, mi sembra che non abbiamo ordinato niente ogg?

CICCILO                (Imbarazzato e arrossito) Lo so… lo so,  e che ho saputo che state per partire e allora, sono venuto ….. a … a….!

SPERANZA          Siete venuto? Per che cosa? Parlate chiaro.

CICCILO                Eh veramente, sono venuto a  esigere i soldi che mi dovete per il pesce!

Nel frattempo entra Don Nicola e Zia Peppina, che sentendo tutto,

esclamano!

DON NICOLA       Che vulite vuie? Ricitelo nata vota, si tinite ù curaggio.

ZIA PEPPINA       Ma virì nu poco, cumme  gli avvoltoi si fanno subito vivi, quanto c’è odore di disgrazia, vatt’ènne disgraziato, che noi, siamo signori, abbiamo sempre pagato, chisti è  sulo nu momento sfortunato, và, và  via.

CICCILO                Signò, tenivo nù presentimento, eh  m’aggià ritto, vatt’è  a esige i soldi prima cà se ne scappano, sapete la voce della vostra mala sorte ha  fatto il giro del paese, però… però…. vulendo,  io vi putesse fà credito a vita,  nonostante il torto che mi avete fatto, che non dimentico, (volge lo sguardo ad Francesca, la quale arrossisce).

DON NICOLA       Allora cerca r’ aspettà,  onorerò presto il mio debito, non ti preoccupà. Adesso và, và.

CICCILO                (che stava guardando incantato Francesca, non avendo capito nulla dice, allora…), Don Nicola,  sti soldì?

DON NICOLA       Ma allora non hai capito niente, ma fusse nu poco surde, na giovinò?

CICCILO                No, surdo nò, ma accècato d’amore per vostra figlia,  si. Ah si, si.. finalmente l’ho detto.

DON NICOLA       Cheeeeeeeeeeee, che  significaa? (sbatte il bastone sul tavolo)   lo guarda fisso negli occhi, atterrendolo, ma ti sienti buono?

CICCILLO             (Fattosi coraggio) Don Nicola, vulite sapè a verità, e mò vu dico.

DON NICOLA       (Agita ancora  il bastone minaccioso verso Ciccillo), ma che verità mi vulite rice, ah, ah,   che mi vulite rice, statte accorte a non sbaglià  a parlà cù mmè, capito? Altrimenti stu bastone tu spezzo,  n’cape e sulla schiena!

 CICCILLO            Don Nicola, io vu dico, tanto mò,  siete pure vuie povero e non mi facite chiù tanta paura, simme quasi pari mò?  Allora, la verità è che ……  Francesca…. Francesca ….. m’a stregato, e m’à voglio sposà.

DON NICOLA       Giuvinò, aggià sintùto buono cù stì recchie? Ti sì n’ammorato di Francesca, la figlia mia prediletta. Ma non se ne parla proprio, ma che a faccio imparentà con nù pesciaiuolo, e che dà fà, a pesciaiola a vita. No, no,  non se ne parla proprio.

CICCILLO             Ma a voglio bene veramente. I tengo i soldi da parte,  tengo a casa di proprietà, tengo ù mestiere du pescivendolo  anche se ambulante, però questo solo per colpa vostra, e putimmo campà con tranquillità. Francesca  è d’accordo     cùmmè e poi … e poi…  vi torno a    fa credito a vita, quando vi porto ù pesce.

FRANCESCA       Si, si papà, sono d’accordo con Ciccillo mio, lo voglio seguire, voglio andà a vivere con lui, voglio finalmente essere libera di amarlo.

DON NICOLA       Aggià rittò nò, e nò sìa.

SPERANZA          Nicola, ma se i giovanotti si vogliono bene,  noi li aiutiamo e li  facciamo sposare e così saranno felici e poi hai visto anche tu che in questi anni, sta succedendo qualcosa di innovativo, di cambiamento,  con  questi movimenti, la società sta cambiando, i giovani stanno lottando per rivendicare i loro diritti. Molti vanno a vivere da soli. Te ne devi fare una ragione.

ZIA PEPPINA       Don Nicola, non forzate a mano, che otterrete l’effetto opposto, senti chère che vi rico,  è l’esperienza che vi parla, padre avvisato mezzo salvato.

FRANCESCA       Papà  se mi volete bene, fatemi sposare con Ciccillo mio e da anni che stiamo insieme di nascosto ed ora è arrivato il momento di fare le cose alla luce del sole, con  o senza  il vostro consenso.

CICCILLO             Don Nicola,  vi rinnovo l’offerta, vi  porterò il miglior pesce frescoe  gratis per tutta la vita, parola d’onore!

(Nel frattempo arrivà Ninù, che aveva ascoltato tutto).

NINU’                     Don Nicola, faciteli sposà, a stì giovinotti,  accussì tinimme assicurato ù pesce frisco sempre  e per di più gratis.

 DON NICOLA      Allora è nu complotto? Siete tutti contro di me. (calmatosi) Ci devo pensà nu poco. Fuori tutti, devo stare da solo, aggià pensà che aggià fà.

Escono tutti e Don Nicola rimane solo assorto nei suoi pensieri, si mette le

mani in testa e pensa,  pensa, chiude gli occhi  e  dopo un po’ si  addormenta  sul divano. Un attimo dopo un  angelo gli si presenta in sogno, (il solito incubo)

(voce fuori campo)L’angelo parla e gli dice:   i tuoi guai sono appena      

cominciati, con il sequestro della casa e …..ancora vedrai, vedrai…. che se non

cambi modo di comportarti,  la tua sarà “una vita infernale, dove tutti ti

remeranno contro e tu rimarrai solo..solo….”.

Arriva in salotto Speranza

SPERANZA          (Vede che Don Nicola dorme in modo agitato, gli va vicino e lo sveglia) Nicò, chè è, ti sei addormentato di nuovo sul divano? Ti vedo tutto agitato. Hai forse avuto un  altro incubo?

DON NICOLA       (Si sveglia con un sussulto e con la testa che gli fa male)

                               Ma che è succiesso, dormo o sò scietato? Forse ho fatto nù suogno? Ma era accussì reale, me lo ricordo perfettamente. Ma mò ch’aggia fà? Già mi è succiesso a sfortuna  ra confisca ra casa, ma vu virè che chistu  è  nato  suogno premonitore (non lo dice, ma è visibilmente preoccupato per il sogno appena fatto, non riesce a dimenticarlo, anzi più ci pensa e più gli  diventa chiaro e si agita sempre di più, rimane atterrito e senza parola, e Speranza vendendolo in quello stato dice).     

SPERANZA          Dai andiamo a  fare una passeggiata,  mi racconterai tutto  dopo, così potrai tranquillizzarti, domani sarà una lunga giornata, dobbiamo partire presto per la tenuta di Bosco,(lo prende sottobraccio e insieme escono).

(Cambio scenografia, arredare la tenuta Bosco con il necessario, in

quanto si svolge tutto in un grosso salone)

Il mattino dopo tutti gli abitanti della casa, prendono i loro bagagli e si spostano

nella  tenuta di Bosco. Là ad attenderli vi è lo stalliere (Vicienzo ù cacaglio).

Nella tenuta abitano al piano terra il fattore Gennarì con la moglie Cecilia e il figlio Gigino.

6°  Scena: Cecilia – Don Nicola- Ninù

CECILIA                 (Ad attenderli nel salotto della nuova sistemazione  vi è Cecilia, che fino a quel momento aveva gestito tutte le stanze della tenuta)  Oh, finalmente siete arrivati. La vostra visita era stata preannunciata già da tempo.      

DON NICOLA        Che significa? Tu già sapevi che saremmo venuti? E comme ù facive a sapè?

CECILIA                 Io so tutto di tutti, leggo le cartee conosco molto bene gli uomini e riesco a distinguere quelli  che hanno un’anima in pena e tu mi sai, che sei uno di quelli  e penso di non sbagliarmi!

DON NICOLA        (Molto credulone e superstizioso) Ma allora vuie mi servite, fate proprio  al caso mio, ho bisogno del vostro aiuto.

CECILIA                 Un momento io non faccio favori a nisciuno, i miei servizi li ho sempre fatti pagare.

DON NICOLA        Non c’è problema, se mi aiutate a capire …………., sarete pagata e non solo…...

CECILIA                 Allora va bene, quando avrete bisogno dei miei servizi, mandatemi a chiamare, buongiorno (esce).

Nel frattempo la famiglia di Don Nicola,  prende possesso del piano di sopra

della tenuta e con loro Ninù e Zia Peppina. Don Nicola si  ferma nel salotto  e

nervosamente chiama Ninù.

DON NICOLA        Ninù, Ninù ………...

NINU’                      Don Nicola, ch’è  stà frenesia? Non avite potuto dormì stanotte?  Nun site manco arrivato ca, che già vi siete agitato. Manco l’aria pulita di sti posti riesce a tranquillizzarvi. Eccomi, ditemi tutto sono tutt’orecchi, però fatemi pure respirà un po’ di natura e d’aria fresca.

DON NICOLA        Andatemi a chiamare l’indovina Cecilia,  la zingara,  subito che ci devo parlà.

NINU’                      Don  Nicò, se vulite nu consiglio, lasciatela stare quella, che secondo me è sulo na brugliona, una ca fa fessa a gente.

DON NICOLA        Ninù statti zitto e fai come ti dico, tu lo sai che io non sò fesso, è solo che in questo momento ho bisogno di sapè alcune cose. Vai e portala qua.

Ninù esce, va da Cecilia, pregandola di andare subito da Don Nicola e di

là a pochi minuti bussa alla porta, presentandosi con una veste

molto  attillata e con una gran scollatura. (sulla scena c’è solo Don Nicola)

DON NICOLA        (Va ad aprire personalmente Don Nicola che appena la vede ne rimane folgorato da tanta bellezza. La guarda con provocazione  senza togliergli  gli occhi di dosso).Prego, prego, entrate,  Cecilia mia.

CECILIA                 We, e ch’ è stà confidenza, non simmi mica amici, allora….. e non guardatami accussì, che mi mittite soggezione.

DON NICOLA        (Tutto tremante senza togliere gli occhi di dosso e  agitando il bastone in aria, dice): vi ho chiamato perché ho bisogno di voi, vi prego, non state incazzata cu mmè, per via del prestito non concesso a vostro marito, se volete cercherò di trovare na bona raccumandazione per fare l’operazione a vostro figlio, è il massimo che possa fare.

CECILIA                 Don Nicola, non abbiamo più bisogno  dei vostri soldi, qualche anima bona si trova sempre e nuie l’avimma già trovata.

DON NICOLA        Eh si ….  già immagino….   per vuie non penso sia  difficile trovà qualche anima bona …... (l’occhio languido scruta Cecilia dalla testa ai piedi, soffermandosi sul provocante seno)

CECILIA                 Non fate u cretino e senza allusioni,  jamme  venimmo a nuie,  che vulite? Ma ricordate che  ogni mio servigio, si paga.

DON NICOLA        Per carità vi pagherò tutto,  non vi preoccupate, l’importante è che risolviate i miei problemi; forza accuminciammo.

CECILIA                Eh no sarebbe troppo bello ottenè e cose sempre quando decidite vuie, eh no, quà si fa come dico io.  Devo decidere io, bisogna aspettàil favore delle tenebre, l’oscurità….. sapete ……  il momento deve essere propiziatorio. Mi capite, altrimenti, sarebbe tutto inutile.

DON NICOLA       Eh va bene, vorrà dire che aspetterò, anche se con sofferenza,ditemi voi quando.

CECILIA                  Ve lo farò sapere, non state a preoccuparvi, anzi sapete che vi dico, quando sarà il momento verrò io da voi insieme a vicienzo ù cacaglio, che mi aiuta  da sempre a fà sti sedute, arrivederci, a presto. (Vanno  tutti via).

7° Scena: Don Nicola - Speranza – Ninù

Il mattino seguente Ninù sta spolverando con un piumino e canta una canzone

Napoletana,  sculetta e fa giri di valzer per tutto il salone, nel mentre entrano

Don Nicola e Speranza, la quale si mette subito a riordinare la credenza.

DON NICOLA       Ninù, Ninù, ma à vuoi finì con  stù piumino, che stai sventuliando tutta a polvere  per l’aria e tu ù sai che soffro di allergia, mannaggia a te, (e gli tira un calcio nel sedere) e va a jettà u sanghe a nata parte, va in cucina, mannaggia a te.

NINU’                     Oh che male dietro, che male al sedere!

DON NICOLA       Statti zittù, che non t’aggio manco tuccato, e poi chi te vole toccà, ma resse contagià. Eh meglio che non ti tocco chiù.

NINU’                     Don Nicola, ù problema vuosto è che soffrite tanto di taccagneria, e forse pure nu poco e malvagità,  ma cheste so cose che capitano ai vivi. Che vulite fa, sta volta nu poche e mala sciorta, è  tuccata a vuie, e con dispiacere ve la dovete pigliare, la dovete per forza accettà.

DON NICOLA       Ma siente  stù scrienzato, mi vole fa pure a ramanzina, invece ti meritasse tu nà bella lavata e capa, con quel tuo modo di fare, di impicciarti sempre di tutto e di tutti e  sventolare ai 4 venti quella tua  presunta femminilità. Mò pure quà e   sanno già tutti  che sì nu poco  femminiello e siamo arrivati solo da pochi giorni.

NINU’                     Don Nicola,  se non da fastidio a me,  ti vuoi lamentà tu? Oh, e con quale diritto? Ricordate che i tempi stanno cambiando e se io ù dico ai 4 venti della mia diciamo tendenza abbuccata, è perché a società ha dà sapè che nuie esistimmo e ca sa dà pure abituà a nuie. Avete sentito parlà dei Figli dei Fiori? Quel movimento  Hippie che sono alla ricerca sfrenata della totale libertà sessuale.  (dove si parla di amore libero, di odio per la  guerra ecc.) e stanno cercando di far  cambiamenti, di essere più liberi,  di rivoluzionare  e sensibilizzare la gente. Anche se io non sono con loro a protestare, con il pensiero sono là con loro. Don Nicola, scietatevi,  che vi fa piacere o no, chesta è a realtà. E cose cambiano, cambiano,  e chi non s’adegua, si fotte e soffre.

SPERANZA          Don Nicola, forse tiene ragione Ninù, i tempi effettivamente stanno cambiando e con essi pure i nostri figli, Ninù e tutte le nuove generazioni stanno vivendo questo  processo di cambiamento. Dobbiamo accettare questa nuova fase della società, che ci faccia piacere o meno. Questo è l’inizio di un  nuovo modo di pensare. Anche io ho deciso di lavorare,  voglio aprire uno studio privato di avvocato, le donne oggi fanno di tutto, le  imprenditrici, lavorano nelle fabbriche, negli uffici, e in tanti altri settori dell’industria. Questa è una rivoluzione socio-culturale ed è giusto che anche io lavori e  porti dei soldi a casa, che fanno comunque sempre comodi, soprattutto in questo momento poco fortunato.

DON NICOLA       Eh u sapevo, che mi dovevo aspettà delle sorprese anche da te, oramai stà rivoluzione  ha contagiato tutti. Cù a scusa che bisogna migliorare il tenore di vita, secondo apri lo studio  per ottenere l’indipendenza economica, che pensi che non l’aggio capito?  

SPERANZA          Don Nicola pensa quello che vuoi, io la laurea in giurisprudenza la voglio sfruttare  e oltretutto  mi piace pure aprire uno studio d’avvocato, se lo vuoi sapere e poi  è vero voglio anche essere indipendente economicamente. Mi sento più sicura. Non  posso  e non voglio dipendere sempre e solo da te.

DON NICOLA       Che vuoi ricere, che t’aggio fatto mancà qualcosa, fino a mò?

SPERANZA          No,ma voglio comunque essere indipendente economicamente, lo fanno tante donne, perché non lo dovrei fare io?

 DON NICOLA      Eh va bè fa chere ca vuò, tanto ormai mi sa, che devo accettà tutto senza neanche muovere un dito, aggià  accettà nà società dove i figli fanno chera che vogliono, non stanno assente chiù i genitori, non stanno a sente chiù i consigli,  mò ti ci mitte pure tu, che ti sì meso n’cape di andare a lavorare  e pure ù maggiordomo mi ha fatto chera bella ramanzina, ma insomma che ci tengo scritto in fronte, “rintrucillito”,   fà che fussi ù scemo dù paese.

NINU’                      Don Nicola,  pensate chera che vulite, facite che vulite,   ma faciteci fa pure a nuie chera ca vulimmo. Avite capito? Eh mò mi ritiro nelle mie stanze, sti orecchie si sò scocciate ri sente tutte sti cazzate.

DON NICOLA         Jatevenne,  jatevenne, via, oggi non vi voglio più vedè nanzi e pieri, altrimenti succere u quarantotto (escono tutti).

Don Nicola esce dalla porta di  sx (cucina), mentre dalla porta di dx entrano

Francesca e Ciccillo (si sono dati appuntamento   per mettere a punto un

piano  per convincere Don Nicola ad acconsentire alle nozze).

8°  Scena: Francesca- Ciccillo - Don Nicola – Ninù – Cecilia

FRANCESCA    Ciccillo, senti come dobbiamo fare?  Adesso che mio padre ha perso un  po’ di quell’aria da  gradasso, penso che lo possiamo convincere a darci il suo consenso, bisogna solo dirglielo  al momento opportuno e il gioco è fatto.

CICCILLO           Amore mio, forse tu non hai capito, a chistu punto ra situazione, tuo padre ce lo dà o non ce lo dà  ù consenso,  ti sposo ù stesso, hai capito? Tanto ì soldi pe campà e tengo e vulendo pozzo campà pure ai tuoi genitori con i soldi che ho messo da parte.

Nel mentre  parlavano,  Don Nicola  sta per entrare, ma sentendo  parlare si

ferma sull’ingresso della porta e ascolta la discussione; quindi irrompe nella

stanza e con tono minaccioso…..

DON NICOLA       Che mi tocca sentì da sti  recchie meie,  mo mi dovete pure sfamà.  (Ninù …. entra nel salotto e dice ….. )

NINU’                     Mi avete chiamato?

DON NICOLA        Eh Sempe pè nanzi stài! Ma chi t’ ha chiamato? Vatt’ènne, ù mamma mia,  ù sapevo che facevo a  fine ru pezzente, mò maggià fà  sfamà  pure da stù  pescivendolo e gli devo  pure da in sposa mia figlia, ah che brutto destino. A quel maledetto sogno.  E’ meglio che  vado via (esce e dice;  tra se e se )“ ma sarà vero quel sogno?” Ho bisogno di sapere.  Ninù, Ninù, (grida come un pazzo e sbatte il bastone vicino al muro).

NINU’                  Ma allora non state proprio buono cù a cape, nu  secondo fa mi cacciate, poi mi richiamate, si po’ sapè che vulite? Decidetevi, o stissive diventando pazzo?

DON NICOLA    Va a portà ambasciata a Vicienzo ù cacaglio, di far venire Cecilia  a casa mia, subito! Aggià sape!  Aggià sape!

NINU’                  Don Nicola, ra quando avete conusciuto   Cecilia, va partuta a capa.  Non site chiù vuie! Ma ca va vesse stregato, va vesse fatto na fattura?  Maah … fammi ascì, se no chistu è capace di lanciarmi u bastone n’cape.

DON NICOLA       (uscito Ninù) Speriamo che arriva subito Cecilia e che mi risolve ù problema e poi aggià  rice a verità, c’è  anche  qualcosa che mi attizza in lei, m’attira proprio… muhmm….

Nell’attesa Don Nicola, passeggia nervosamente  per la stanza, facendo roteare 

il bastone fra le mani)

(Dopo pochi minuti, suona il campanello)

NINU’                     (dalla cucina ….. arrivo subito) Un attimo che apro!

DON NICOLA         (a voce alta) Lascia stà, che ci penso io, ma allora ù fai apposta, vuoi stà sempre pè nanzi e pieri, stai buono là. (va ad aprire la porta)   Prego entrate!

CECILIA                Buongiorno Don Nicola, che è succiesso? Ch’è tutta sta  fretta?  (si presenta con un vestitino molto attillato e una grande scollatura)

DON NICOLA       (Alla vista di tanta grazia, esclama !…. ) Cecilia bella, ma site nù splendore oggi.

CECILIA                      (gli va vicino, gli  sfiora la guancia, ma lei decisa e con tono fermo),  bando alle ciancie, ditemi in che posso servirvi?

DON NICOLA    Veramente, comme state accunciata oggi, mi so scurdato chero che vi volevo dìcere. Cecilia, ah come siete bella! Molto bella,  (guarda la scollatura, il provocante seno, si gira di lato), ma lasciamo stà, ci so cose chiù  importante pe u mumento.

CECILIA             Don Nicola e siate più chiaro!

DON NICOLA    (Ma la tentazione è forte, si avvicina a Cecilia, l’afferra per i fianchi,  la tira a sé, poi ci ripensa)

forse è meglio che ci fermiamo quà, prima la priorità   assoluta e dopo ……  e cose piacevoli.  Cecilia, sto attraversando nu brutto  mumento, m’ hanno accusato di aver acquistato la casa con denaro proveniente da affari illeciti, ma non saccio manco che significa?  Faccio brutti incubi, n’angelo mi ricatta,  insomma,  è nù periodo  che voglio scurdà. Saccio sulo che anni fa ho ospitato a casa mia un lontano parente che era nù poco delinquente e gli ho chiesto un prestito per comprare la casa, restituiti,  però,  regolarmente e pure con l’interesse, tengo tutto scritto e registrato sul quaderno. Cecilia, aiutatemi, aiutatemi, per favore(con voce languida,  fissando il suo corpo in tutte le sue forme).

CECILIA             Don Nicola, a questo punto, dobbiamo solo fare le carte, loro forse ci possono svelare, il passato, il presente e il  futuro .. e .

DON NICOLA    (Con voce da fifone) Ma è ….  ma è… pericoloso …

CECILIA             Ma no, che ti vò succère, al massimo vieni a conoscenza di  verità  scomode e puòi morì d’infarto.

DON NICOLA    Non pazziammo, che l’infarto mi vene già stando vicino a voi. Mi capite? (gli si avvicina e la sfiora con le dita sulle labbra) Ahh come sono belle e carnose, ah come le vurria  vasà. la tira a sé con l’intento di baciarla, ma Cecilia lo spinge all’indietro)

CECILIA             Eh no, bello mio, che vulive fa?  Vulivi approfittà ra na povera indovina, ma che tieni inta a  capa, cicerchie?

DON NICOLA    Cecilia, vuie m’avite stregato. Forse na vota ogni tanto, tene ragione chirù scimunito di Ninù, che aggià perso a capa!

CECILIA             Eh non vi facite venì  niente in capa, che stò bona accussì, mi basta l’homme mio, anzi è pure troppo, sapite…… volle sempre fa……all’amo…. !

DON NICOLA    Ah sì,   non ù voglio sapè, chere cà facite cu l’ommo vuosto, a me interessì tu.

CECILIA             Ma allora sì tuosto cù a capa, sta roba cà non si tocca (Si alza e si copre  il seno con le mani in modo provocante)!

DON NICOLA    Vorrà dire che pè u mumento, m’accuntento ri  sapè quale sventura è caruta n’coppa a capa mia.

CECILIA             Ah vulite  sapè mò! E iamme bello, accontentati di  questo e non pensà a cose che non ti puòi permettere.

DON NICOLA    Eh sì, voglio sapè che fine aggià fà!

CECILIA             Stasera mi sento tutta nù fuoco n’guolle, so proprio pronta,  si po’ fà, però fai venire qua Vicienzo ù cacaglio, che mi deve fa da assistente, mi aiuta meglio a concentrarmi.

DON NICOLA    (a voce alta) Ninù, Ninù, vieni quà.

NINU’                  Sempre alluccanne mi chiamate, ch’è ? A cortesia non sapite proprio addò sta di casa? Eh… Non vi basta più a compagnia femminile, vulite pure quella maschile adesso (sculetta e volteggia attorno a lui in giro di valzer).

DON NICOLA    Ninù, non ti incriccà, a me basta a compagnia femminile, anzi chesta compagnia (rivolge lo sguardo verso Cecilia), chera maschile te la lascio volentieri a te.

NINU’                  Mamma e cumme a fai longa, manco t’aggià lanciato na saetta.

DON NICOLA    Mò basta, ra na cosa cà vulìa rice, ammiuta a finì a natu discorso, tu mi fai sempre agità, appena ti vedo. Va a chiamà Vicienzo ù cacaglio e fallo venì cà e fa ambressa, corri.

NINU’                  Corro tosto, vado e  te lo porto subito cà.

CECILIA             Aspettiamo  che arriva e comminciammo?

DON NICOLA    Speriamo che arriva subito. Non vedo l’ora.

(nell’attesa, si guardano, si scrutano, si osservano e si mangiano con gli occhi)

9°  Scena:  Don Nicola – Cecilia  - Ninù Vicienzo u cacaglio - Ciccillo

(Bussano alla porta, ed entra Vicienzo ù cacaglio)

CECILIA             (si abbassano le luci, creando la  penombra)

Bene, adesso siamo al completo, possiamo cominciare. Tu Vicienzo, stai vicino a mè e tu Ninù ti mitte vicino a Don Nicola, pù sorregge, caso mai s’aresse spaventà  o se gli piglià n’infarto!

DON NICOLA    (Si tocca i genitali, per gli scongiuri).

CECILIA             (Vicienzo, in precedenza aveva sistemato le carte come gli aveva ordinato Cecilia) Bene,  adesso cominciammo a dare le carte. Ecco la prima carta…… è … è ……  oh Maronna mia chè è sciuta,  la Torre, carta negativa,! Don Nicola forse è meglio che c’è ne jammo, amme cominciato male.

NINU’                  Ero sicuro che e  carte cu vuie non putevano uscì bone, cu a nomea che vi siete fatto, che vi aspettavate?

VICIENZO          Statti zitto tu, che è pure colpa tua, se si è fatto na brutta nomea!

NINU’                  Ah e pecchè?

VICIENZO          Semplice, l’hai fatto sempre dannà  con i tuoi modi di fare.

DON NICOLA    Ben detto, Vicienzo ha proprio ragione.

VICIENZO          Grazie, Don Nicola, sempre u massimo rispetto pe vuie!

NINU’                  Leccaculo e poi  vi permittite di parlà male e me!

DON NICOLA    Zitto tu  … aggià sbagliato tutto nella vita, mi dovevo tenè a Vicienzo  inta a casa, invece di te che sei smidollato, che si pure n’auciello di malagurio!. Cecilia, ditemi che significa sta carta pe piacere?

CECILIA             Chesta è na carta che non è bona, simboleggia la presunzione umana, rappresenta il crollo di una situazione solida, conferma  che state attraversando nu brutto periodo, assai brutto,  forse qualcuno vi ha perseguitato e forse lo sta facendo ancora.

DON NICOLA    E’ proprio vero. Me ne so accorto a mie spese, ma che si pote fa, pè spezza stù incantesimo, sta fattura? So disposto a tutto, pure a cacc’ ià nu poco e soldi, chiri che mi so rimasti… ..

CECILIA             Ah dobbiamo vedere….. se si pote fà non è  accussì facile, come sembra,  ma se ascolti, forse qualcosa si pote fa. Vi dovete fidà, vi dovete fidà……!

DON NICOLA    Into a stu mumento, pur di mi salvà, facesse tutto chero che mi ricite, non tengo chiù niente ra perdere a questo punto.

CECILIA             Jammo mò, non vi abbattete accussì, virimme che esce a seconda carta. (tira fuori la carta ed esce La Luna – l’inganno). Mmmmm, la Luna,  simboleggia la vita quotidiana con tutti i suoi ostacoli. Con questa carta, vedo che in passato, qualcuno vicino a voi, con l’inganno vi ha fatto fare delle cose che adesso state pagando le conseguenze.

DON NICOLA    Eh si è proprio vero.

VICIENZO          Signora pe piacere non ci ricite troppo cose brutte,  se nò ci vene veramente n’infarto.

CECILIA             Mò,  comunque aggià legge e carte, ah questa carta è oltretutto rovesciata, significa che parlano male di voi perchè ve lo  meritate!

DON NICOLA    Ricite proprio buono, mannaggia a me che m’aggia fatto legge e carte, cheste stanno raccuntanto  a verità, papale, papale,  su tutta a vita mia.

NINU’                  V’aggià ritte sempre che non vi dovevate fidà di nessuno, soprattutto dai parenti, mi capite? Vi putete fidà sulo è me, vista che stonco inta sta  casa  vostra da na vita, da quando so nato.

VICIENZO          Anche e me vi putite fidà!

NINU’                  Ah ti pareva  se  stava zitto u leccaculo!

DON NICOLA    Basta mò, non dicite scemenze, pensammo a fa cose serie, continuammo a fa sti carte,  Cecilia, forza, continuate …

Nel mentre stanno  intenti a fare le carte, bussano alla porta ed entra Ciccillo,

(il vicino), il pescivendolo,  senza neanche aspettare che Ninù andasse ad

aprire la porta. 

CICCILLO           E ch’ è sta riunione in penombra? Tinite forse qualcosa da nascondere?

NINU’                  Vuie site ù solito scostumato, vi impicciate sempre ri fatti degli altri e venite sempre al momento meno opportuno,  ma chi va chiamato?

DON NICOLA    Stavolta dici proprio bene Ninù, caccialo via stù impiccione,  nun o voglio virè e poi non mi sta neanche tanto simpatico, si aggià esse sincero.

CICCILLO           Un momento, chianu, chianu, sò venuto a trovà Francesca e chero che facite vuie cà, non mi interessa, ho voglia solo di vedere Francesca.

DON NICOLA    Né Ciccillo, ma che vulite da Francesca, putete dire pure a me’?

CICCILLO           Eh no…. chero che tengo a rice, u posso rice solo a lei. Mi capite?  So cose d’amore. (ed esce)

DON NICOLA    Ma vire nu poco che sfacciato,  Ciccillo, comportati buono con Francesca mia, se nò,  poi fai i cuntu cummè e con stu bastone, capito?

CECILIA             Ma insomma, a vulite finisce ri parlà, mò  m’ alzo e me ne vado.

DON NICOLA    Nu mumento, nu mumento, Ciccì jatevenne mò addò vulite vuie, basta che ve ne jate. Mia figlia Francesca è nel giardino, jate, jate…..(Ciccillo esce)

CECILIA             (Tira fuori l’ultima carta  ed esce lo scheletro – la morte) Oh mamma mia, stasera e carte t’anno preso proprio di mira?

NINU’                  (Appena vede la carta, esclama: mammia mia quanta è brutta sta carta, mi face proprio paura, mi mette i brividi...) Don Nicola è meglio che  finimmo cà stasera. (tutto tremante di paura……) Facimmo ancora a tiempo a scappà!

CECILIA             La morte, rappresentato dallo scheletro, indica la fine di una situazione. Però non sempre è una carta brutta, solo se è abbinata ad una carta negativa, rappresenta la morte fisica.

DON NICOLA    Oh mamma mia, forse è meglio che non tirammo l’abbinamento, aresse ascì na carta negativa, accussì, schiatto subito, subito, no, no, lascia sta, nu voglio chiù sapè.

CECILIA             Non ti sapevo accussì fifone, nu poco di positività la dovete pure tenè, altrimenti la negatività che tenete addosso non se ne va mai.

DON NICOLA    Eh….. va be… rischio…. tanto ormai… se è scritto che aggià murì,  che posso fà.

CECILIA             Vediamo con quale carta viene abbinata la morte,… (momenti di suspance ……. attimi di terrore negli occhi di Don Nicola)  prende la carta la guarda, poi guarda in faccia ai presenti scrutandoli negli occhi, attimi si suspense ……. poi mette sul tavolo il dieci di denari………  ah finalmente na bona notizia.

DON NICOLA    (con la faccia bianca dal terrore), Dite, dite …..non fatemi stare sui carboni ardenti, ti prego…..!

CECILIA             Con questo abbinamento, la situazione si capovolge, significa che state per recuperare degli averi,  raggiungerete di nuovo la tanta sospirata stabilità economica e avrete anche l’accrescimento del vostro patrimonio. Insomma siete stato fortunato, dopo la burrasca, il sole e che sole…….. Però questo non avverrà subito, dipende molto da come ti  comporterai  con   chi ti  sta vicino. Un consiglio….. non fa sempre u cape tuosto, metti nu poco ra parte sta arroganza, e mo basta, la seduta è finuta, sono stanca, sono sfinita vado via! (saluta e se ne va insieme a Vicienzo u cacaglio).

DON NICOLA    (Restato solo, si siede sul divano, si mette le mani tra i  capelli e dice):  a questo punto so ancora chiù sbandato di prima, nun sacce chiù, ch’ aggia fa. E’ vero o non è  vero chero che m’a ditto Cecilia? Ma si…. che me ne fotte, da oggi, non faccio patì a cape, faccio come meglio credo, oppure no……... (i dubbi lo assalgono e lo tormentano, soprattutto quello relativo alla sua condotta di vita passata) e con i suoi pensieri esce di scena.

 

10° Scena: Speranza - Francesca – Don Nicola – Alessandra –

Zia Peppina – Cecilia – Ninù

Entrano Speranza e Francesca chiaccherando

SPERANZA          Francesca, state affrettando troppo le cose tra te e Ciccillo, ricordati che i passi importanti si fanno con calma, altrimenti un giorno potresti pentirtene.

FRANCESCA       Mammà, adesso ti ci metti pure tu? Prima con Papà non se ne poteva proprio parlare, con te speravo in un discorso più a mio favore. Comunque noi abbiamo deciso di andare a vivere insieme, il matrimonio se verrà, verrà dopo. Ormai è stato deciso.

SPERANZA          Sei troppo giovane, un giorno mi darai ragione, ma fa come ti pare.

                                   (Entra Don Nicola ubriaco, reggendosi a un bastone)

DON NICOLA       Lancia un sguardo fulminate a Francesca e gli dice: Fa chere ca vuoi con u stoccafisso, va, va a fà  a pesciaiola, ma nun turnà chiù in questa casa, se è cose poi vanno storte,  (puntando il bastone in modo minaccioso verso Francesca), adesso fatemi riposà che n’aggia proprio bisogno. (Subito dopo si accascia sul divano e di li a poco si addormenta).

FRANCESCA       Sempre acido il paparino, sempre pronto a sparare  veleno,  basta ora me ne vado per sempre.

SPERANZA          Ma che dici? Non lo vedi come è ridotto? E’ ubriaco fradicio, non sa quello che dice. Tu piuttosto pensa ai consigli miei e poi decidi  cosa fare, ma con calma.

FRANCESCA       Basta mi avete rotto tutti, io oggi stesso me ne vado a convivere con il mio Ciccillo.(Esce,  sbattendo la porta).

Entra Alessandra

SPERANZA          Stasera è la sfilata dei figli, pure tu, tieni ra fa  delle richieste strane?

ALESSANDRA     Ah mà, come hai fatto a capire che volevo farti una richiesta particolare?

 SPERANZA         Allora è vero? Mi volete fare uscire pazza, forza dimmi che vuoi?

ALESSANDRA     Mamma non ti mettere subito sulle difensive, voglio solo accompagnare Gigino a Milano, per poterlo assistere dopo l’intervento agli occhi.

SPERANZA          Scusa, ma ci devi andare proprio tu? Ha la sua famiglia, è giusto che tocca a loro.

ALESSANDRA     Si lo so, ma lo voglio accompagnare pure io, non mi sento proprio di lasciarlo da solo, voglio assisterlo.

SPERANZA          (visto la risolutezza della figlia) Penso sia inutile dirti di no. Vero? Ormai con la scusa della contestazione del “68,  in questo momento di rivoluzione culturale, di costumi e tradizioni, penso sia proprio  inutile contrariarti  vero?

ALESSANDRA     Eh si, hai ragione mà, ho deciso di andare a Milano e ci andrò. Ci sono dei miei coetanei che stanno fuori tutta la notte a fare baldoria nelle piazze e nei giardini, vuoi che io non vada a Milano con il mio ragazzo?

SPERANZA          Eh già, ormai con questo clima di cambiamento che si è instaurato nel paese, ne state approfittando con queste idee, un po’ troppo libertine. E’ inutile contrastarvi. Vai, vai a Milano, che con tuo padre ci parlo io, anche se non so che gli sta succedendo. Sta poco tempo in casa e quelle poche volte che ci sta, o è ubriaco o è nervoso. Forse gli ha dato molto fastidio, il fatto che ho aperto lo studio di avvocato. Ma ormai tante donne vanno a lavorare, chi in fabbrica, chi negli uffici e perché io non avrei dovuto farlo?

ALESSANDRA     Mà, hai fatto la scelta giusta, non ti preoccupare, anzi ti anticipo che mi iscrivo all’università, così ti devi abituà a non vedermi in casa,grazie della comprensione e del permesso. C’ ià, (esce di scena).

Entra Zia Peppina

ZIA PEPPINA       Ho visto bene, ho notato che Alessandra è uscita contenta, che gli hai dato n’a benedizione?

SPERANZA          Veramente avrei bisogno io di una benedizione. In questo periodo, la mia famiglia sta facendo acqua da tutte le parti. Nicola che non ci sta più con la testa, esce spesso, si ubriaca, non si interessa di quello che succede in famiglia. Secondo me, si è trovato un’altra donna. Non so più cosa pensare!

ZIA PEPPINA       Dai, non ti scoraggiare, abbi fede, vedrai che tutto si risolverà.

SPERANZA          Speriamo che le tue parole siano ascoltate!

Zia  PEPPINA       Non scoraggiarti la misericordia del Signore è infinita, dai usciamo a fare una passeggiata, che sicuramente ti farà bene.

Escono Speranza e Zia Peppina dalla porta sx  ed  entra Don Nicola dalla porta dx)

DON NICOLA       (Si dirige verso la cristalliera, prende una bottiglia di liquore e si versa un bicchierino, bevendolo di un solo colpo)

Suona il campanello. Don Nicola va ad aprire e compare Cecilia nel suo splendore, sempre più provocante.

CECILIA                Don Nicola, ma che state combinando? Non vi fate più vedere. E’ successo qualcosa? Ch’ è, non vi piacciono più i miei servizi?

                     Entra Ninù che aveva ascoltato tutto (comincia a spolverare)

NINU’                     Don  Nicola non vi fate incantà, da stà donnetta. Da essa non putete aspirà a niente se non guai.  Che vi ha dato fino a mò? Niente ! Allora, che aspettate ancora….. che vi fotte tutti i soldi…. anzi chiri pochi che vi so rimasti …!

CECILIA                Screanzato, come ti permetti, tengo na reputazione da difendere,  mi sò pagata sempre in modo equo  per i miei servizi.

DON NICOLA       (verso Ninù) Ma tu, ti prisiente sempre inta a u mumento meno opportuno. Fammi ù piacere, ritirati, va e non tornare più quà, fino a quando non ho finito.

CECILIA                Si forse è meglio che te ne vai nnanze  a l’uocchie, accussì putimmo parlà meglio.

NINU’                     Già, me lo immagino comme parlate voi, azziccate, azziccate, accorte però che nun pigliate fuoco.

DON NICOLA       E mò basta, (incazzato) va a jettà u sanghe a nate parte, và.

NINU’                     Don Nicola, site sempre accussì gentile cummè, che quando murite, vi prumetto che v’accompagno a ù cimitero cantando na canzone allegra assai, assai!

DON NICOLA       Tiè, (fa le corne) tiè, pussa via, lontano dalla mia vista, uccello di malagurio (Ninù esce) e adesso veniamo a noi, Cecilia mia. Quando ti vedo mi sento tutto ribollire. Mi fai sentire allegro, senza pensieri, mi fai tornare ad amare (gli si avvicina, l’afferra per i fianchi e cerca di baciarla).

CECILIA                Ma che fai? Allora proprio nun vuie capì? So venuta quà solo per sapere come stai, è sulo na visita e cortesia, visto che non ti facevi più vedere, mi so preoccupata,  ma non ti fare illusioni, insomma non ti fare film…..  hai capito buono? O taggià  turnà a dire…. nata vota!

DON NICOLA    Eh va bè… però fermatevi nu poco, vi voglio offrì  na ….. (prende una rosa rossa dal vaso e gliela porge), è sulo na rosa innocente, prego, accettatela.

CECILIA             (tutto sommato non gli dispiace la corte di Don Nicola) Ma don Nicola, potrebbe entrare vostra moglie da un momento all’altro  e tu fai u scimunito cummè. Ma che tiene inta a capa? cicerchie?

DON NICOLA    Allora parlammo chiaro, se non vulite che vi guardo e che vi faccio a corte, è meglio che non venite chiù a trovarmi, perché vuie siete na tentazione troppo forte per me. Appena vi vedo, a pressione comincia a salì  e a nervatura saccumincia a ‘ndustà. (Gli va vicino, la prende per mano e gli fare una giravolta) Che bella visione celestiale, in questo momento tutti i miei pensieri so spariti, svaniti nell’aria, ci site solo vuie nnanzi a me e sta visione vurrìa che non sparisse mai; Cecilia, sento u fuoco dinte e vene, venite cà, (sta per abbracciarla, quando entra Zia Peppina, senza bussare).

ZIA PEPPINA     Oh..  oh… ma che vedono i miei occhi…., Don Nicola, che state facendo? Ma vi siete impazzito?

DON NICOLA    Ma che dicite, perché? Stavo solo dimostrando a Cecilia,  tutto il mio affetto per avermi letto le carte e fatto capì tante  cose, infatti da quando aggià deciso di non interessarmi più ai problemi della casa, vedo che le cose vanno meglio e Speranza riesce benissimo, anzi meglio di me a risolvere i problemi.

ZIA PEPPINA     Penso che ta dato consigli  …. …ù  saccio che consigli …

DON NICOLA    Ma che consigli  e consigli ……… nun tengo abbisogna ri sti cose... …!

ZIA PEPPINA     Voi due, comunque,  non ma contate giusta.  Devo avvisà  la povera Speranza, non se lo merita proprio, poverina, la devo mettere in guardia da probabili ……… (fa le corne con le mani)

CECILIA             Ma che corna e corna, cà se c’è  una che ha bisogno di farsi scaldà, quella siete voi, che secondo me ve lo siete dimenticato come si fa.

ZIA PEPPINA     Sta scrienzata, ma come ti permetti? A me rici sti cose. Mo u voie chiama curnute ù ciuccio,  si infuocata e ta vuoi piglià cumme me.

DON NICOLA    Calma, calma, signore, …….. cà ognuno si tene u fuoco suie. Zia Peppina pe piacere jatevenne mò e mi raccomando statti zitta, ca nun è succiesso niente, chere ca visto non è niente, è a fantasia toja che galoppa assai.

ZIA PEPPINA     E’ meglio che me ne vado, che cà tira aria visioza e  non mi fa bene.

DON NICOLA    Zia, mi raccumando, acqua in bocca, con mia moglie, altrimenti cà succere u quarantotto, senza che aggia fatto niente…..….. ! Già so inguaiato, non mittimme altra carne a coce.

ZIA PEPPINA     Ah, tieni paura, qualcosa tieni ra nasconde allora? Stu farabutto, tale e quale a tuo padre, stu vizietto ve lo tramandate da generazioni in generazione, a tinite sempre  n’capa chera cosa là……. è na fissazione (esce e sbatte la porta).

CECILIA             Ma che brutto carattere ca tene tua zia, secondo me, stai tutta infuocata e non trova nisciuno che ri stuta u fuoco n’guolle, pecchè non ci pensate voi, Don Nicola,  accussì facite  pure n’opera bona, accussì  vi scurdate di me.

DON NICOLA    Non ci penso proprio, nù fuoco ù vulesse stutà, ma ù fuoco tuoie,  ah se cedeste  nu poco, mi  butterei subito nel fuoco.

CECILIA             Ah..  ma allora proprio nun vuoi capì, che tra noi al massimo ci può essere solo amicizia,  sto bene cù Gennarìello  mio e non voglio altri pensieri pe a capa.

DON NICOLA    Ma io vi posso dare tanto di più, soldi, gioielli, ti posso fa diventà na signora per bene.

CECILIA             Don Nicola, scinne cu i piedi per terra, ma ti sì scurdato che non tieni niente chiù? Mò i soldi li gestisce  tua moglie. Lei lavora e tu no. Sta a’ sente lasciamo tutto com’è e vivi la vita con tranquillità, le cose si aggiusteranno da sole e penso proprio che a questo punto non hai più bisogno di me. Devi solo aspettare  che tutto si risolva, è per questo che sono venuta a trovarvi, per dirvi di stare tranquillo e per dirti addio…... per sempre!

DON NICOLA    Eh va bè aggià capito, però, ogni volta che vi vedo ù sanghe mi ribolle dentro e mi piglia na certa frenesia e alla fine  mi fate sempre ‘ntussicà, che brutto destino me capitato. Stu periodo brutto di carestia addà finì.

CECILIA             Addio, mio sognatore…….. l’abbraccia  ed esce dalla scena.

                            Nel mentre Cecilia  esce, arriva Speranza e  per poco non si scontrano.

SPERANZA       Nicola che cos’è questa scia di profumo? Lo ha lasciato la signora che è appena uscita?

DON NICOLA    No, no, è il profumo di zia Peppina, che se ne appena andata,  quella chissà cosa s’ è messa in testa, ne aveva messo tanto che mi veniva u vota stomaco. Secondo me, zia Peppina sta un poco infuocata, non è che tu sai qualcosa?

SPERANZA       No, non so nulla, ma che vai a pensa, quella pensa solo alle sue erbe e non ha tempo per pensare ad altro. Tu invece  da quando non ti occupi più della casa e non fai chiù o capo -famiglia,  sei strano, sei più sfuggente, mi sa che mi nascondi qualcosa!

DON NICOLA    Te lo posso giurà, moglie mia, nun sto facendo niente di male. Ho voluto solo estraniarmi un pò, tenevo troppi pensieri per la testa.

SPERANZA       E sta signora Cecilia, la moglie del nostro fattore, la tenevi pure per la testa? Come mai ultimamente, la trovo sempre in casa e poi… vestita  così provocante?

 DON NICOLA   Cara, scusa se non te lo detto, ma devi sapere che Cecilia, ha origini da zingara ed è una brava indovina. Mi sto facendo leggere le carte. Voglio sapè tutto di me.

SPERANZA       E che vuoi sapere di te! Sei un libro aperto, tutti lo sanno,  le tue azioni si sono rivoltate contro di te, semplice, c’è bisogno di andare da una indovina per sapere certe cose? Ma per piacere, smettila, non ti fa fregare soldi e poi sta Cecilia, veste un po’ troppo provocante e non vorrei che tu…  hai capito… no…? Ti fosse fatti venì grilli per la testa.

DON NICOLA    Dormi tranquilla, io vedo solo te, (l’abbraccia e la bacia sul collo) le altre non mi interessano ….(si gira  e fa l’occhiolino al pubblico e con la mano fa il segno quasi, quasi,). Cecilia la vedo solo per la lettura delle carte, anzi mo non vene chiù, abbiamo finito, prima è venuta a salutarmi per dirmi che le cose si metteranno a posto, forse….!

SPERANZA       Comunque statti accorte che da oggi ti controllo. Tu non me la conti giusta.

DON NICOLA    Haimè,  non riesco a farmi credere manco da te, moglie mia e  pure chiri fesso di Ninù, si piglia u spasso cummè.

SPERANZA       Caro, stammi a sentire, non ti piglià collera, pigliati  pure tutto il tempo che vuoi per pensare, tanto ormai mi sono  abituata a sostituirti, almeno momentaneamente  spero……. su con la vita, medita che ti fa bene…..che dici,  c’è lo prendiamo un bel caffè.

DON NICOLA    Eh si, aggià  medità, aggià medità,  e tanto pure,  pecchè ne ho proprio bisogno….. e pigliammoci stù caffè! A voce alta Ninù….Ninù.  porta 2 caffè.

NINU’                  (Dalla cucina) ……  nu mumento e vu porto.

DON NICOLA    Si  e  tieni proprio ragione, come sempre moglie mia e io che non t’aggia mai stato assente.  A verità…..è che voglio continuà ancora a sta cu miei pensieri, fuori da tutti i  problemi della famiglia, dai soldi, per cui continua ancora a  pensarci un pò tu  e faccende ra casa.

SPERANZA       Ma allora è vero, gli incubi, ti hanno fatto  medità e forse  ti stanno addolcendo il cuore.

                            (Interviene Ninù che stava spolverando nel salotto)

NINU’                  Signora mia nun ù state a’ ssente,  fa finta di starsi da parte, ma alla prima occasione esce fore  u padre-padrone come ha sempre fatto.

DON NICOLA    M… mmm…. ! Ma insomma, possibile che non vi fidate mai? Moglie mia, posso capì la diffidenza di Ninù, ma la vostra ….. è troppo!

SPERANZA       Mi fido, mi fido… ma con riserva, perché me lo dovete dimostrà nel tempo che siete cambiato.

DON NICOLA    (prende la tazzina di caffè e ci mette tre cucchiaini di zucchero o lo  beve)  pure ù cafè è amaro oggi, a voglia ru zuccherà, forse è meglio che esco, accussì vi lascio spazio in tutti i sensi. (esce di scena)

NINU’                Signora, m’ aggio sentito buono, u padrone è sciuto pazzo?

SPERANZA       Veramente l’ho notato pure io, è da tempo ormai che è strano, da quando gli hanno sequestrato la casa, evidentemente non l’ha digerito bene, ma sicuramente è successo qualcosa altro a Nicola, una conversione, un miracolo. Aspettiamo e vediamo che succede. Comunque, meglio, così  posso gestire le cose come voglio e senza la sua petulante intromissione ti posso assicurare che in questa casa cambieranno tante  cose e modi di fare.

 NINU’                 Allora pozzo dà sfogo alla mia libertà sessuale (gli corre incontro,  la stringe e la bacia con affetto, forte, forte).

SPERANZA       Mamma mia quanto calore, Ninù, conservalo un po’ per i tuoi spasimanti.

NINU’                  Si, si, ne ho tanto di calore  e ho tanto amore, che lo posso regalà.

                     (Arriva Ciccillo, bussa ed entra)

CICCILLO           Speranza buonasera, se c’è vostro marito in casa, ditelo subito, così non entro, chiri homme senza core, meno ù vedo  e meglio è. A pensà che  mi voglio sposà a figlia vostra e mi toccherà chiamarlo pure Papà. Ma chesta parola non mi esce proprio ra u core.

SPERANZA       Ciccillo, Ciccillo, non mostrare rancore, adesso le cose cambieranno e penso che metteremo a posto tante cose.

CICCILLO           Signò, che vulite ricere?

SPERANZA       Significa, significa … che il prestito che vi ha negato mio marito, adesso ve lo congedo io. Va bene.

CICCILLO           Grazie, grazie, allora vuol dire che Don Nicola, se vi fa fare questo, vorrà ricere che veramente nun stai buono cu a cape. Ma che fusse uscito e testa! Fusse diventato nu poco pazzo?

(Nel mentre entra Don Nicola e sente Ciccillo chiamarlo pazzo)

DON NICOLA    Chi è… chi è…. che mi chiama pazzo. Mò  faccio  na strage e virimmi chi è pazzo stamattina, avanti si faccia sotto (e sbandiera il bastone per aria minacciosamente).

SPERANZA       Calmatevi, calmatevi, finitela di fare il pazzo furioso, Ciccillo si è espresso male, voleva dire che non capisce il perché avete cambiato modo di pensare, ma è contento per voi.

DON NICOLA    Da quando  m’aggia messo ra parte, in questa casa non si capisce chiù niente.

CICCILLO           Non è il momento buono, scusate, è meglio che me vado, mò tengo da mette a posto a licenza du negozio. (esce di scena)

DON NICOLA    Ma che sta dicendo Ciccillo, tene e traveggole?

SPERANZA       Allora proprio non lo vuoi capì,  che con mè si cambia modi di fare,  aggià fà chere che mi dice u core  oltre alla mente e perciò ho deciso di concedere il prestito a Ciccillo e adesso scusami, ho mal di testa, lasciami stà sola.

DON NICOLA    Fai chere cà vuò, non mi interessa chiù niente (esce, sbattendo la porta)

SPERANZA       Aria, finalmente si respira aria pura, c’è  però solo un problema;  devo riuscì a far rientrare  Nicola nella famiglia, altrimenti ogni volta che ci incontriamo, mi fa diventà pazza,  mi fa innervosire con quel suo modo da schizofrenico e poi non vorrei che mi diventasse pazzo sul serio. Senza di lui  non si avrà mai la pace familiare completa.

                            (Entra Zia Peppina a trovare Speranza)

ZIA PEPPINA     Speranza che hai? Ti vedo agitata.

SPERANZA       E Nicola che mi da pensieri e pure assai!

ZIA PEPPINA     Speranza cara, hai ragione, ma Nicola, sta attraversando nu brutto mumento, devi avè pazienza, lo devi capì, ha perso il controllo della famiglia, il rispetto di Ninù, ed è  geloso del lavoro che hai intrapreso. Si sente sconfitto, bisogna capirlo, mi dispiace ma adesso devo uscì, ci vediamo dopo.

11°  Scena:  Speranza– Alessandra – Francesca – Ninù – Zia Peppina – Don Nicola

Entra Alessandra

ALESSANDRA  Mamma, mamma, come sono felice, Gigino è completamente guarito, l’intervento gli ha salvato gli occhi e questo grazie a te.

SPERANZA       Hai visto che tutto si aggiusta, bisogna saper cogliere il  momento opportuno, voi giovani non avete pazienza, volete le cose subito, non sapete aspettare. Comunque sono contento che è andato tutto bene. Eh… ma dovresti in fondo ringraziare anche tuo padre.

ALESSANDRA Perché, se non ha fatto niente per il mio fidanzato?

SPERANZA       Come non ha fatto niente?  Anzi grazie a lui che si è messo da parte, ho potuto intervenire in tante situazioni difficili.

ALESSANDRA   Eh va bene, ma se non c’eri tu? A voglia di aspettà.

Entrano Ciccillo e Francesca che avendo ascoltato tutto…

CICCILLO           Tene ragione Alessandra, pecchè se non era pe vuie, facevo ancora u commerciante abusivo e stavo a combatte con i  Vigili Urbani,  invece mo,  mi sento chiù libero e cu meno pensieri inta a cape.

FRANCESCA    Mamma, mamma, io e il mio Ciccillo da quando viviamo assieme le cose vanno bene tra noi e da quando ha preso  la licenza, gli affari vanno pure  a gonfie vele  e questo è solo grazie a te.

SPERANZA       Allora pure voi non avete proprio rispetto per vostro padre?

FRANCESCA    E che rispetto dovrei avere, dopo tutto quello che ci fatto passare?

SPERANZA       Vedete cari ragazzi che anche voi avete fatto la vostra parte, presi dall’euforia del cambiamento dei tempi, non avete saputo aspettare nemmeno un po’, anzi avete voluto le cose subito, senza dare il tempo al povero papà di adeguarsi ai nuovi costumi, Ognuno ha le proprie colpe e tutti dovremmo riconoscerle.

Entra Zia Peppina e Ninù

ZIA PEPPINA     Eh che è sta riunione? E’ na riunione di famiglia?

SPERANZA       No! Eh che vuoi che sia, e a coscienza che a volte esce allo scoperto  e torna a fa ragionà e persone, e mò simme qua a schiarirci le idee.

NINU’                  A me le idee so state sempre chiare, anzi erano gli altri che e tenevano bloccate.

SPERANZA       Meno male che in tutto questo casino, quella Cecilia ha pensato bene di non farsi  più vedere, altrimenti qua succerìa u quarantotto, non me la contava propria giusta quella là.

ZIA PEPPINA        Penso proprio che tieni ragione, ma è meglio che non trasimmo inta a u discorso, so cose passate, Speranza, so state parole e niente chiù.

Entra Don Nicola

Tutto sconsolato, amareggiato, e con il bastone che lo fa rotolare in aria in

segno di minaccia, fa il giro del salotto 2 volte  a passo svelto, poi si butta sul

divano, con la faccia corrucciata e si mette le mani tra i capelli.

DON NICOLA    (Con tono sarcastico) Stasera c’è riunione condominiale, a quanto vedo? Ch’è succiesso qualcosa?

SPERANZA       No, niente, ci siamo riuniti per caso, forse è stato il destino, ci siamo ritrovati qua senza volerlo.

In coro ( Alessandra, Francesca, Zia Peppina, Ciccillo)

Tenimmo tutti nostalgia di parlà con vuie, ri stà un po’ assieme alla famiglia!

DON NICOLA    Cu vuie chi?

In coro ( Alessandra, Francesca, Zia Peppina, Ciccillo)

Con tutti e voi due! Vuie site a famiglia nostra no?

DON NICOLA       Lasciammo e cose cumme stanno, ormai so rassegnato! Aggià fatta na brutta fine e m’aggia fa na ragione!

SPERANZA          Ma che dici Nicola a tutto c’è rimedio quando c’è l’amore e penso che di amore  in questa casa c’è n’è pure tanto, bisogna solo accettarlo così com’è  per poterlo riceverlo.

DON NICOLA       A te sembra facile, tu si abituata ad avere larghe idee, io no,  so tuosto cù a cape, non mi adeguo tanto facilmente, mi dispiace ma proprio nun c’ià  faccio proprio.

TUTTI IN SILENZIO

Don Nicola in un angolo del proscenio si apparta e dice:

Mi sembra che tutto sia perduto,  so scoraggiato proprio,  anche le forze

sembrano non sono più come una volta, sento lontano l’amore dei figli, il

rispetto di Ninù e anche  l’amore e la fiducia per Speranza si è  affievolito.  

Ormai  non mi resta che aspettare la catastrofe e  poi la solitudine, si,  ormai sò

rassegnato!

Suona il campanello

NINU’                     (Apre, e si vede davanti il Com.te Nardi) prego entrate.

COM.TE NARDI                   Buongiorno signori, buondì Don Nicola.

DON NICOLA                       Com.te, buondì sarà per voi, nu certo pè mme, che da quando m’ avite sequestrato a casa, è andato tutto stuortu!

COM.TE NARDI                   Coraggio, non siate così catastrofico, non sempre porto cattive notizie.

DON NICOLA                       Ah perché portate pure bone notizie vuie?

COM.TE NARDI                   Eh certo,  di mestiere non  faccio mica lo jettatore e quando porto delle brutte notizie, faccio solo il  mio dovere.  

DON NICOLA                       Ah però rovinate la gente che non si ripiglia chiù!

COM.TE NARDI          Su con la vita, oggi è arrivato il vostro turno ….

DON NICOLA              Che turno, natu turno cumme a prima …… , non voglio chiù notizie come a chere passate, avete capito?

COM.TE NARDI          E’ il vostro turno per una notizia bomba che vi farà resuscità, dovete sapere che ultimate le indagini, abbiamo capito che si è trattato di un errore giudiziario, praticamente ci siamo accorti che  c’era un  omonimo e che è stato giustamente accusato,  per cui  la tua vicenda giudiziaria  si è conclusa in senso positivo e non dovete temere più nulla.

DON NICOLA                       Ah ma chè dicite? Parlate seriamente?

COM.TE NARDI                   Eh certo e con grande piacere vi comunico il dissequestro della casa e dei vostri beni.

DON NICOLA              (Ah fa un sospiro di gioia), ah con tutto quello che mi è capitato, ci mancava pure l’errore giudiziario, ah,  mò mi facite respirà  nu poco e  vi devo dire anche grazie, Com.te,  (lo abbraccia e lo bacia più volte).

COM.TE NARDI          Non posso fare altro che portarvi le scuse a nome del Comando Guardia di Finanza e scusate ancora per il danno arrecato alla vostra famiglia, sono purtroppo cose che capitano, adesso però devo andare subito via, altri impegni mi aspettano, tengo altre notizie da portare  e non tutte buone, purtroppo, arrivederci…. buongiorno …  (esce)

SPERANZA                 Che notizia, ma qua bisogna festeggiare, forza tutti insieme, una notizia del genere non arriva ogni giorno.

DON NICOLA              E voi veramente avete tutta sta voglia di festeggià cummè?

SPERANZA                          Ti ho perdonato tante volte in tanti anni di matrimonio, perché non dovrei farlo adesso? Ti perdono per il tuo caratteraccio e per le tue tentate scappatelle. Pensavi che non lo sapessi? Ho sempre taciuto per il bene della famiglia.

DON NICOLA                       Moglie mia, altre che scappatelle, è stato sulo nu mumento che a cape non  ci steva e poi in confidenza  m’aggià fatto sulo u sanghe amaro, …  voglio bene sulo  a te.

ALESSANDRA            Papà,  a nome di tutti, chiediamo scusa, se abbiamo esagerato, ma quando si ama e si è giovani, si da ragione solo al cuore e non alla testa, ma ti abbiamo voluto sempre bene  e abbiamo sempre sperato che tu ci accettassi così come siamo e per le nostre scelte. ( tutti lo vanno ad abbracciare).

DON NICOLA              (Con la testa tra le mani, si  emoziona e si mette a piangere) e dice:  forse, dovrei ringraziare otre a voi, quell’angelo che mi ha perseguitato, in tal modo mi ha fatto  provare che significa essere povero e non avere più il rispetto di chi ti sta vicino.

SPERANZA                          Penso che  da oggi saremo tutti una famiglia, un po’ più allargata con le idee e con tutti i pregi e i difetti di ognuno di noi. Da oggi ci rispetteremo e ci ameremo reciprocamente senza pregiudizi  e soprattutto  senza darci fastidio, il rispetto altrui deve essere la base di partenza per un vivere sereno  e tranquillo.

(IN CORO - TUTTI)     Ben detto e ora festeggiamo! Spumante e ….

DON NICOLA              E nu mumento, prima di inizià  a  festeggià, devo dire na parola alla cara Speranza. Moglie mia, ti devo ringrazià, per non aver ascoltato i miei consigli e aver fatto di sempre di testa tua e anche  di aprirti uno studio privato, perché dopo tutto devo riconoscere che i soldi  che hai guadagnato, nel momento del bisogno ci sono davvero serviti, oltre a coronare il tuo sogno proibito che avevi lasciato nel cassetto insieme alla laurea.

NINU’                            We, ci so pure io qua, che vulite fa senza e me? Che vi sentite e fa? Eh..

IN CORO                               Uh…. c’ remmo scurdate ru scansabrello?

NINU’                            Eh mò vi faccio virè che sorpresa ……. vi ho preparato .. (ad alta voce chiama)   …..  Filù, Filuccio,  tesoruccio mio, vieni allo scoperto che ti presento ai miei …..

(Dalla cucina arriva un ometto mezzo calvo che sculettando si mette vicino a Ninù e lo comincia ad accarezzare).       

FILUCCIO                             Ohooo…… ohooo… grazie ….  finalmente conosco i tuoi familiari, (si avvicina a Don Nicola e si presenta).

                                      Permettete sono Filuccio, il vostro prossimo parente acquisto, provengo da un casato di nobili e sono contentissimo di poter far parte di questa bella famiglia allargata e unita.

NINU’                            Don Nicola ormai  ci simmo dichiarati  con Filuccio, è da tanto … tanto … tempo che sentivamo qualcosa, ma nessuno aveva il coraggio di farsi avanti, ma mò  che finalmente ci simmo sbloccati e dichiarati, vogliamo recuperare tutto il tempo perduto, vi pare giusto Don Nicola?

DON NICOLA              (A braccia aperte) Signori miei, vi ringrazio tutti per la pazienza e la comprensione che avete avuto cummè fino  a mò,   ma quando è troppo… è troppo…. anche pè mmè. (Alza minacciosamente il bastone  verso  Ninù e Filuccio,   i quali sentitosi minacciati, cominciano a correre per la stanza), mentre Don Nicola  urlando dice: se vi piglio, sentirete il peso del mio bastone e della mia approvazione;  

(tutti i presenti  gli vanno dietro cominciando un vorticoso girotondo,  gridando)

e fatelo per noi,  quest’altro sforzo …   pure  Ninù e Filuccio, fanno parte della

famiglia.

Musica: tarantella napoletana o altro