La favola di Natale

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“La favola di Natale”

di Giovannino Guareschi

Premessa

Questa favola è stata scritta nel dicembre del 1944 da Giovannino Guareschi. Egli si trovava internato in un campo di concentramento del nord-ovest germanico. Fu ispirato dalle Muse che si chiamavano: Freddo, Fame e Nostalgia. La favola narra la storia di Albertino, della nonna, del papà prigioniero, e delle piccole creature – buone o cattive – che vivono e parlano in un bosco fantastico. La favola narra anche la storia di quegli uomini, affamati e infreddoliti, che l’ascoltarono in una baracca del Lager tedesco, e che proprio grazie alle parole di Guareschi riuscirono a mantenere viva la speranza del ritorno.

La favola di Natale viene pubblicata nel dicembre del 1945. Guareschi in un’intervista racconta l’origine di questa favola: (lettura della premessa alla favola: pag. 5, 6, 7).

MUSICA DI APERTURA SIPARIO TRACCIA 1

Scena i

La musica di apertura fa da sottofondo alla lettura del narratore che viene messo in luce, mentre la scena seguente sarà oscurata. [attenzione alla punteggiatura: rispettare le pause!!!]

Narratori: (narrazione ritmica dal lettoreaal lettoreh)

a.C’era una volta un prigioniero …

b.NO: c’era una volta un bambino …

c.Meglio ancora: c’era una volta una Poesia…

d.Anzi, facciamo così: c’era una volta un bambino che aveva il papà prigioniero.

e.<<E la Poesia?>> direte voi. <<Cosa c’entra?>>.

f.La Poesia c’entra perché il bambino l’aveva imparata a memoria per recitarla al suo

papà, la sera di Natale.

g. Ma, come abbiamo già detto, il papà del bambino era prigioniero in un Paese lontano lontano. Un Paese curioso, DOVE L’ESTATE DURAVA SOLTANTO UN GIORNO E, SPESSO, ANCHE QUEL GIORNO PIOVEVA O NEVICAVA. un Paese dove l’esistenza degli uomini non valeva nulla, un Paese dove alcune persone sono considerate poco degne di vivere.

h. Arrivò la sera della vigilia di Natale, e la famigliola si trovò radunata attorno al desco, ma una sedia rimase vuota.


i. (narrazione lenta e ricca di pause) E tutti guardavano pensierosi quel posto vuoto, ... il

posto del papà di Albertino, … e tutto era muto e immobile nella stanza… (pausa di

silenzio)

Al termine della lettura da parte del narratore, la luce sfocherà per accendersi sulla scena che deve prendere vita.

Albertino:(si leva ritto in piedi sulla sedia e rivolto verso il posto vuoto recita la Poesia)

Din don dan: la campanella

Questa notte suonerà

E una grande, argentea stella

Su nel ciel s’accenderà…

Azione: (com’ebbefinito, la finestra si spalancò ed entrò una folata di vento. La Poesiaprese vita e sottoforma di uccellino volò via col Vento)

(simulare una folata di vento e la finestra che si spalanca)

Vento: dove vuoi che ti porti?

Poesia: portami nel Paese dov’è adesso il papà di Albertino!

Vento: stai fresca! Perché prendano anche me e mi mandino al lavoro obbligatorio a far

girare le pale dei loro mulini a vento! Niente da fare: scendi!

Poesia: ti prego aiutami!

Vento: e va bene! Ma ti porterò solo fino alla frontiera.

Narratori:

a.E cammina, … cammina … cammina nella notte oscura

b.finalmente arrivarono al confine

c.e il Vento fermò il motore

d.e la Poesia scese e si avviò a piedi verso la siepe che divideva i due Paesi.

e.Faceva tanto freddo che la povera poesiola aveva tutte le rime gelate

f.Tanto gelate da non riuscire più a spiccare il volo.

Vecchio:Dove vai?

Poesia: al campo di concentramento!

Vecchio: Ohimè! Internano anche la Poesia, adesso? Cosa ci resterà più?

Narratore: La Poesia continuò zampettando il suo cammino. Arrivò al confine ma, appenaattraversò la siepe, una rete le piombò addosso e la fece prigioniera. Guardia: ah! Ah! Dove vai? Chi sei? Cosa porti scritto sulle ali? Spionaggio?

Poesia: vado al campo, sono la Poesia, non sono una spia…

Guardia: zitta! Non discutere con me. Fammi leggere i versi scritti sulle tue ali!

Din don dan: la campanella

Questa notte suonerà..

No! Proibito fare segnalazioni acustiche notturne in tempo di guerra!


Narratori insieme: e giù una pennellata nera

Guardia: una grande, argentea stella

Su nel ciel s’accenderà…

Niente! Contravvenzione all’oscuramento!

Narratori insieme: e giù una pennellata nera

Guardia: latte e miele i pastorelli

Al bambino porteranno…

Niente! Contravvenzione al razionamento!

Narratori insieme: e giù una pennellata nera

Guardia: I re Magi immantinente

Sul cammello saliranno…

(urlando) Niente! Basta coi re! Guai a chi parla ancora di re!

Narratori insieme: e giù una pennellata nera

Guardia: ora puoi entrare.

Poesia: (singhiozzando)e come faccio a entrare così? Con tutte queste cancellature io nonsono più una poesia…

Guardia: o così o niente! Guarda qui(tira fuori un foglio): il regolamento parla chiaro!

Narratori:

a. la poverella ritornò malinconicamente indietro b. e adesso

c. anche se avesse voluto volare

d. non l’avrebbe potuto più

e. perché le pennellate nere le avevano tarpate le ali.

Scena II

(la Poesia si avvia tristemente)

Vecchio Buonsenso: non ti rattristare, piccolina! Non ti rattristare se non t’hanno lasciataentrare. Figurati che non lasciano entrare neanche me che ho ingresso libero nei Paesi più importanti del mondo! E sono anni che aspetto qui fuori! Poesia: e tu chi sei?

Vecchio: sono il Buonsenso!

Poesia: (volge gli occhi al cielo e grida) Vento, Vento portami via con te! Riconducimi a

casa: le mie ali sono tarpate …

Vento: (il Vento risponde da dietro le quinte) non posso. Ho troppo da fare, adesso. Debboportare dolci ricordi e nostalgie in tutte le case del mondo. Questa è l’ora dei ricordi e il lavoro è duro.

Narratori:

a.la Poesia riprese il suo cammino nella notte fredda

b.ma qualcuno apparve sulla strada deserta.

Coro:


Oh, che bel Natale!

Oh, che bel Natale!

Quest’arietta maledetta


Soffia dentro i polmon!

Oh, che bel Natale!

Oh, che bel Natale!

Con la guerra sulla Terra

È una disperazion!

Babbo Natale: Ehilà!(inforca gli occhiali per leggere le parole rimaste sulle ali del poverouccellino)

La campanella

E una grande argentea stella

Sul cammello saliranno

E al bambino porteranno

Gepruft 47…

Guarda, guarda! Una poesia ermetica!

Poesia: non sono una poesia ermetica. Mi hanno cancellato tutte le rime… e ora non socome tornare a casa.

Babbo Natale: ti porterò a casa io. Salta pure dentro la gerla: tanto è vuota!

Poesia: vuota la gerla di Babbo Natale?

Babbo Natale: vuota, sì!(sospirando)

Coro:

Chi più pensa ai giocattoli

in questa triste Terra?

Tutti adesso lavorano

soltanto per la guerra!

Non più trenini elettrici

Per i bambini buoni:

il ferro, ora, si adopera

solo per i cannoni!

Cercar cavalli a dondolo?

Son pretese strane:

adesso, il legno, l’usano

per fabbricare il pane!

Tu vorresti una bambola?

Niente, bambina mia:

la carta pesta e i trucioli

servon per l’autarchia!


Cercar dolciumi è stupido:

le chicche son proibite.

Adesso, con lo zucchero,


ci fan la dinamite!

Ogni ricerca è inutile:

dal Motta andar, non vale:

<<Panettone?>> rispondono.

<<Neppure questo Natale>>

E tutt’al più ti spiegano,

in tono riservato,

che di servirti sperano

la Colomba Pasquale

col rametto simbolico

nel becco mandorlato…

Babbo Natale: è così, cara la mia Poesia, la gerla è piena soltanto di speranze!Pazienza…andiamo pure!

Si abbassano le luci

Narratori:

a.intanto

b.nella casa lontana

c.Albertino sta dormendo.

d.All’improvviso viene svegliato da un ticchettio alla finestra. Albertino: sei tu Poesia? Ebbene? L’hai visto il mio papà?

Poesia: no!(triste)

Albertino: allora andrò io dal babbo!

Narratori: mentre attraversa le stanze deserte, voci si levano sommesse. Oramai tuttisanno quali sono le sue intenzioni.

(voci di sottofondo: digli che conto i minuti che ci separano dal suo ritorno!, digli che senza di luinon riesco più a stare!, digli che divoro i giorni per abbreviargli l’attesa!)

Albertino: riferirò tutto, non preoccupatevi!

Nonna: Albertino dove vai a quest’ora?

Albertino: tu, nonna? Tu dove stai andando?

Nonna: io vado a trovare il mio bambino

Albertino: tu hai un bambino nonna?

Nonna: certo! Il tuo papà!

Albertino: bene allora! Andremo insieme!

(i due si incamminano nella notte buia. Scendono le luci sulla scena)

Narratore: i due si incamminarono e arrivarono a una piccola e solitaria stazione dove unalocomotiva era ferma per fare rifornimento.

Albertino: signora locomotiva, ci può portare dal mio papà?

Locomotiva: impossibile: crisi dei trasporti, mitragliamenti, mancanza di materiale…

Nonna: scusi signora locomotiva. portami dal mio bambino! Non sai cosa significa per unamamma il suo bambino! Tu non hai figli?


Locomotiva: e come no! Non sono forse miei figli tutti questi vagoni che vedi? (entranodei vagoni). Sapessi vecchia signora, quanti e quanti miei figli sono costretti a lavorare laggiù, nel paese dove si trova il tuo! (pausa…sospira) E va bene! Vi porterò fin dove è possibile, salite presto!

Narratori:

a.la locomotiva li portò fin dove era possibile.

b.Ma il ponte era saltato in aria a causa delle bombe, così la nonna e Albertino ringraziarono e proseguirono a piedi.

(Albertino e la nonna camminano lungo il sentiero)

c.Camminarono a lungo

d.Finchè arrivarono in una bella radura

e.Illuminata da grosse stelle pendenti dai rami degli alberi

f.Era un campo di aviazione

g.Un campo di atterraggio per angeli (entrano gli angeli aviatori)

h.Angeli di ogni tipo

i.Monomotori, bimotori, trimotori, quadrimotori prendevano terra e decollavano

j.Angeli da ricognizione incrociano sui luoghi delle battaglie e segnalano eventuali concentramenti di anime

k.Angeli da trasporto caricano le anime e le portano in cielo

l.Angeli bombardieri che rovesciano sulle case

m.Sugli ospedali

n.Sui campi di prigionia

o.Grossi carichi di sogni

p.Distruggendo così le opere nefaste della disperazione

(mentre gli angeli corrono indaffarati sulla scena, uno di essi prende per mano la nonna e Albertino)

q.L’Angelo che prese la nonna e Albertino per portarli al campo di concentramento fu colpito… (suspence)

r.Gli avevano sparato …(suspance)

s.E per la nonna e Albertino tutto sembrava perduto….

Si abbassano le luci per cambiare scena e per riaccendersi nuovamente sulla nonna eAlbertino.

Scena III

(la scena si apre in un bosco)

Albertino: E adesso nonnina? Come si fa?

Nonnina:   Non  temere.  Domandando    si  arriva  dappertutto.    Guarda,  arriva    proprio

qualcuno: buona sera, signora!

Albertino: chi è nonnina?

Nonnina: è la Formica. È la buona Formica che lavora tutta l’estate per risparmiare.Bisogna lavorare e risparmiare, bambino mio. Il risparmio … (la nonnina viene interrotta dalla Formica)


Formica: (urlando) A morte il risparmio! Ho lavorato tutta una vita per mettere da partequalche centesimo, e ora? I miei risparmi non valgono niente. Non sono neanche sufficienti per andare avanti. Ora è la Cicala che fa soldi a palate perché, avendo trascorso tutti i suoi giorni a guardare il panorama, tutti vanno da lei a farsi descrivere le albe rugiadose e i tramonti di fuoco del felice tempo che fu. Abbasso il risparmio! Abbasso il risparmio! (la Formica esce di scena cantando inni sovversivi) Libertà, Franternità, uguaglianza!!!!!

Nonnina: Oh questa orrenda guerra! Ha distrutto tante belle favole!

Gufo: (si affaccia al balconcino che si apriva sul tronco di un pino) Non rattristatevi, signora. Favole vecchie muoiono, favole nuove nascono. Albertino: dove siamo signor Gufo?

Gufo: (inforca gli occhiali)Qui siete all’incrocio della strada che dal Sud va al Nord e lastrada che dall’Est va all’Ovest. In questo bosco si incontrano le creature del Paese della Pace e del Paese della Guerra. Quindi non vi stupite. Buona notte (e scompare)

Simulare sulla scena il Paese della Pace e il Paese della Guerra

(Albertino e la nonna ripresero a camminare tra i cespugli finchè giungono davanti a una piccola radura in mezzo alla quale due sentieri si intersecavano).

ALBERTINO: NONNA DOVE ANDIAMO? A DESTRA O A SINISTRA? STA ARRIVANDO QUALCUNO, NASCONDIAMOCI!

Musica………… (Entrano tre passerotti, ognuno con il loro fagotto legato in cima ad un

bastone. Zampettano allegramente. Dalla parte opposta entrano tre cornacchie col Kepì e il cinturone, impettite come baccalà).

Cornacchie: altolà: documenti! Dove andate? Cosa fate?

Passerotti: andiamo alla ventura, viviamo alla giornata aspettando che ritorni il beltempo.

Cornacchie: pessima vita! Perché non venite con noi? Vi daremo prima di tutto miglio eorzo a volontà per rimettervi in carne…

Passerotti: E poi?

Cornacchie: e poi vi infilzeremo in uno spiedo nuovissimo, sterilizzato, d’acciaioinossidabile e vi cuoceremo con fuoco di legna di primissima scelta. Sentirete che bel calduccio!

Passerotti: no, grazie! Preferiamo rimanere al freddo e magri, ma crudi.

Cornacchie: Oh, questi fannulloni! Andiamo via, avanti!

(le cornacchie si allontanano mentre Albertino e la nonna si avvicinano ai passerotti) Albertino: Cari passerotti, qual è la strada per andare dal mio babbo? Passerotti: è una di queste, ma chissà qual è! Buona notte.(escono di scena)

Scena IV

(Sulla scena compare una figura con una sacca sulle spalle)

ALBERTINO: NONNA GUARDA, ARRIVA QUALCUNO!

NONNA: CHI E’? SEMBRA IL BABBO!

Narratori:


a.un uomo con una sacca sulle spalle comparve nella notte, era il Babbo. Era fuggito nella notte di Natale dal suo triste rifugio

b.ora camminava verso la sua casa per affacciarsi ai sogni di tutti i dormienti

c.la nonna, il bambino e il papà s’incontrarono a metà strada

d.nel bosco

e.dove la Notte di Natale

f.s’incontrano creature e sogni di due mondi nemici

Nonna: tu qui? Cosa ti succederà adesso? La fuga dalla prigionia non è uno sport!

Babbo: ma la fuga in sogno è sempre uno sport,mamma! È l’unico sport che ci rimane.Sognare. Quante notti ho percorso la strada che porta alla nostra casetta? Anche tu mamma, lo so, hai percorso tante volte la strada che porta al mio Lager. Ma non ci siamo mai incontrati, perché solo nella Notte di Natale è concesso ai sogni di incontrarsi. Albertino: cosa c’è in quel sacco che porti sulle spalle?

Babbo: c’è tutta la mia ricchezza. Gli zoccoli di legno, la gavetta, il cucchiaio, i barattoli, levostre lettere. I prigionieri non abbandonano mai il loro sacco perché in esso è racchiusa la storia della loro miseria.

Musica malinconica

Albertino: che cos’è QUESTA MUSICA, babbo?

Babbo: è la canzone della malinconia… è la canzone che dice la pena di tutti coloro cheattendono nelle tristi case. È la canzone che affida le sue note al Vento della notte e così giunge a tutti i lontani campi di prigionia e narra a tutti gli uomini la sua malinconia disperata.

Albertino: babbo la canzone si allontana …(la musica sfuma)ma si sente un altro canto.

Musica ancora malinconica

Babbo: è la canzone che parte da tutti i campi di prigionia e nella notte giunge a chi sisente ormai abbandonato dalla speranza, e aspetta invano che il sole ritorni a splendere. (anche la seconda musica sfuma)

Albertino, la nonna e il babbo si siedono al centro della scena e preparano un pranzo. Estraggono del panettone dallo zaino e cominciano a mangiare. Musica di raccoglimento con un canto di Natale. Mentre si consuma il pranzetto, entrano gli angeli che distribuiscono al pubblico piccoli pezzi di panettone.

Narratori:

a.il pranzo di Natale comincia,

b.e il panettone sa di cielo e di bosco.

c.E tal meraviglia non basta perché questa è notte di miracoli. (s’illumina un grande albero di Natale)

(entrano due angeli che reggono un nastro bianco su cui è scritto a lettere d’oro: Pace agli uomini di buona volontà)

Due angeli: è la bandiera del Dio della Pace. Pace a tutta l’umanità.

(Sul sentiero opposto avanza un carro armato scortato da una schiera di guerrieri che cantano un loro inno (Musica guerriera). Un uomo con l’elmo in testa e dietro di lui sta


una donna grossa dai capelli biondi come stoppa e con gli occhiali a stringinaso davanti a occhi piccoli e cattivi. Li scortano due feroci aquile che hanno tra gli artigli un drappo nero con la scritta a caratteri di sangue: Guerra agli uomini di buona volontà.)

Due aquile: È la bandiera del Dio della Guerra. Guerra a tutta l’umanità.

(si rivolgono alla famigliola seduta)

Angeli: La Pace sia con Voi.

Aquile: La Guerra sia con Voi.

Scena V

(entrano da oriente i tre Magi… pausa e occidente i tre folletti… pausa).

Magio: Dio sia con voi!

FOLLETTO: c’è già.

Primo Magio: io gli porto oro perché Egli è il buon re.

Secondo Magio: io gli porto incenso perché Egli è Dio della bontà.

Terzo Magio: io gli porto mirra perché Egli è Dio ma si sacrificherà per noi.

Primo folletto: io porto al nostro Dio il coltello perché possa tagliare a fette il mondo!

Secondo folletto: io gli porto la forchetta perché possa papparselo allegramente! Terzo folletto: io gli porto il cucchiaio perché possa raccogliere e mangiarsi le briciole!(i tre Magi e i tre folletti scompaiono nel bosco che ridiventa deserto)

Narratori:

a.intanto un canto dolcissimo veniva dalla solitaria capanna.

b.Sulla paglia ora vagisce il Bambinello e lo scaldano il bue e l’asinello.

c.Anche nel castello d’acciaio, un bambino è nato e piange nella sua culla corazzata.

d.Ma lo scaldano col loro fiato micidiale un lanciafiamme e lo scappamento del carro armato.

e.La sua voce è aspra e le sue mani hanno già piccoli artigli perché è il Dio della Guerra e nessuno viene a portargli doni.

f.Mentre alla capanna del Dio della Pace giungono pastori e pastorelle recando agnelli e anfore colme di latte.

g.Dopo i pastori ecco arrivare marciando anche i guerrieri vestiti di ferro.

Guerrieri: sia lode a Dio! Dio è con noi!

San Giuseppe: (scuote il capo)c’è un errore. Il vostro Dio non è questo! Mai è stato questo.Il vostro Dio è l’altro che è nato nel castello d’acciaio!

Guerrieri: No, adesso il nostro Dio è questo!

San Giuseppe: troppo tardi! Tenetevi il vostro Dio anche per quest’anno…

Sulla scena compaiono pannelli con tante croci nere sparse nel bosco e con ombre che si aggirano mute.

Musica: traccia ….

Babbo: buon Natale mamma, buon Natale Albertino. Ora ritornate a casa: la vostracanzone vi riaccompagnerà


Albertino: e tu babbo? Non vieni con noi?

Babbo: domani, Albertino.

Albertino: perché non mi prendi con te?

Babbo: neppure in sogno i bambini debbono entrare laggiù. Promettimi che non verraimai.

Albertino: te lo prometto, babbo.

(escono tutti e si spengono le luci sulla scena)

Narratore: se ne sono andati assieme alle loro canzoni e il bosco è muto e deserto. Nevica,notte da prigionieri!

(Una foglia scende volteggiando e, sulla foglia, c’è scritto la parola: FINE)

Stretta la foglia – larga la via

dite la vostra – che ho detto la mia.

E se non vi è piaciuta – non vogliatemi male:

ve ne dirò una meglio – il prossimo Natale,

e che sarà una favola – senza malinconia;

“C’era una volta

la prigionia…”

Musica: traccia 8 e 9 pastorale su chiusura sipario

Stalag XB, dicembre 1944                                                                                                 Milano, dicembre 1945


Stefania Beccari