Gruppo Teatrale "Montelupo"
LA FINE DEL MONDO
di Giulio Bucciolini
I PERSONAGGI
SPERPETUA
BETTINA
STEFANO, suo marito
PAOLINO, loro figlio
SVERZINO
AGNESE, sua figlia
REMIGIO
VINCENZO
BRIGIDA, sua moglie
IL DOTTORE
LA VOCE Dl ASSUNTA
Nella campagna toscana ai giorni nostri
La commedia e stata rappresentata la prima volta a Firenze al Teatro Giardino dalla compagnia fiorentina Raffaello Niccoli, il 7 agosto 1950, con Cesarina Cecconi Wanda Pasquini, Renzo Biagiotti.
ATTO PRIMO
Il cortile di una casa di campagna. In fondo un muro alto con un’ampia porta ad arco, senza infissi, che da sulla viottola. Svettano, dietro il muro, agili cipressi affusolati. A sinistra, un portico, sorretto da due pilastri di mattoni; sotto il portico, in fondo, la bocca del forno, che si puo vedere o no, e sopra, con una scala a pzoli di legno, per salirci, la porticina di un ammezzato. In prima quinta la porta di casa della Bettina. A destra la casa di Vincenzo e della Brigida, con la scala che porta a un terrazzino coperto, dal quale si entra nella cucina. Nel sottoscala il pollaio, che ha davanti a se, un piccolo rinchiuso, fatto di canne, a squadra fra il portone del cortile e il muro del pollaio. Qualche seggiola impagliata e da impagliare presso l’uscio di Paolino, seggiolaio, e della Bettina... Utensili agricoli un po’ dappertutto e, presso il forno, il palo riattizzatore, la granata, ecc.
PAOLINO
(Ventidue anni, rosso di capelli, simpatico, faccia caratteristica, alzandosi dalla seggiolina bassa, presso l’uscio della Bettina e rivolgendosi a qualcuno che e in casa) E ’un vo in capo a i’ mondo! E’ torno subito!
BETTINA
(Di dentro) ’Un mi sparire! E c’è un fottio da fare stamani!
PAOLINO
(Avviandosi verso il portone di fondo) In un ammene e son ’dinovo a casa! (Fa per uscire dalla viottola) Toh! E vienio da te...
AGNESE
(Comparendo dalla viottola ed entrando, incontro a Paolino) E ho fatto prima io! (Poi, con altro tono) E ho fatto bene... perché me’ pa’ glie sempre in casa... Glie un’ora che gli aggeggia con la frusta! Dice la ’un gli schiocca bene!
PAOLINO
O ’un lo chiamano Sverzino?... L’è la su’ mania...
AGNESE
Senza la pipa e co’ i’ cannuccio solo in bocca tu lo potrà’ trovare... ma senza la frusta ’un c’è pericolo...
PAOLINO
Già. E, a me, te l’ho a dire, mi piace poco... (Con altro tono) E perché ’unn’abbia a fare all’amore con te ’un lo capisco... (Facendola entrare nel cortile) Vien dentro... ’un ci stare costì alla vista di tutti... se ti vede, e ci fa sentir lo sverzino nelle gambe a tutti e due...
AGNESE
Dice che t’un se’ l’omo che fa per me...
PAOLINO
Perché ’un son piu contadino?... Se me’ ma’ la dove tornare a pigione la ’un lo fece mica pe’ capriccio... Eppure tu lo sai come si rimase quando i’ babbo fu richiamato sotto l’armi...
AGNESE
O ’un lo so.
PAOLINO
I’ so’ Remigio, così mi raccontano, io ero in fasce, e’ fece tutto ichhé pote per aiutacci, ma lui contadino ’unn’era e i’ podere, o prima o poi, ci tocco a lasciarlo...
AGNESE
Icché tu rivanghi i’ passato! Un mestiero tu ce l’hai nelle mani...
PAOLINO
Seggiolaio! ’Un sarà un gran mestiere... ma i’ mangiare a me e a me’ ma’ ce lo passa!
AGNESE
’Unn’è mica pe’ coresto...
PAOLINO
E po’ avre’ a essere istruito: la prima classe La ripete’ du’ volte, pe’ legge’ di filato; e’ feci i’ bisse della seconda pe’ via delle librettine... Tu capisci co’ un mestiere nelle mani bisogna sape’ fa’ di conto...
AGNESE
E tu lo sa’ anche troppo bene quante fa... (Indicando lui e se stessa) Uno piu uno!
PAOLINO
Con meco e’ ’un farà ma’ tre... Tu po’ sta’ sicura!
AGNESE
O che mi crederesti capace...
PAOLINO
Lettere ’un te n’ho ma’ scritte... Ma pe’ datti le pere te ne scrivere’ una che tu te n’avresti a ricordare in sin che tu campi! Perché, oh!, ’un te l’ho detto... ma la terza la ripete’ tre volte proprio pe’ fortificammi nella scrittura...
AGNESE
T’un sa’ che ragione porta me’ pa’ pe’ di’ di no?... E mi scappa persin da ridere... Se t’un te n’ha per male, te lo dico!...
PAOLINO
O prima o poi bisognerà che lo sappia!
AGNESE
(Titubante e ridendo) Perché... tu se’ rosso!
PAOLIN0
’Unn’è vero nulla! Pulitica ’unn’ho ma’ fatta.
AGNESE
’Un c’èntra la politica... Perché tu se’ rosso di... pelo!
PAOLINO
(Dopo un attimo di meditazione) E icché vor dire?
AGNESE
Dice... che boni... di’ pelo rosso... ’un c’è stato che Gesù Cristo... e gli ha paura!...
PAOLINO
(Dopo un momento di sorpresa, pigliando la cosa in chiasso) Se glie pe’ coresto... mi do l’acqua
ossigenata e buona notte!
BETTINA
(Di dentro) Si po’ sapere chi v’e in corte... Glié du’ ore che tu chiacchieri! ’Un ti s’è seccato la gola? (Comparisce sull’uscio. E una cinquantenne ben portante. donna da casa, faccia aperta e gioviale. Vedendo l’Agnese, che fa per scappare) Me l’avevo a immaginare! O che scappi?
AGNESE
(Fermandosi sul limitare del portone) Bongiorno Bettina.. Ero venuta a cerca’ du’ ova dalla Brigida...
BRIGIDA
(Comparendo sul pianerottolo delle scale) Oh! A me t’un’ha chiesto nulla!
BETTINA
La se ne sarà scordata! ’Un l’avre’ a dir io, ma queste ragazze quando l’incontrano i’ mi’ figliolo, le perdan la testa!
PAOLINO
(Pavoneggiandosi) Siamo o non siamo sgherrocci?
BRIGIDA
(All’Agnese, ridendo) E ’un poteo sentire... Ero in camera dalla mi’ socera...
BETTINA
A proposito, come la sta?
BRIGIDA
Male a senti’ lei... Ma chi la fa’ sta’ male davvero, son io! L’ha di tutto, lei; da’ i’ mal di gola alla sciatica... Aimmeno (con intenzione) la n’avesse uno solo... come m’intendo io! (All’Agnese) Oh! Se tu le vo’ fresche, l’hanno fatte propio stamani...
AGNESE
(Confusa) A dire il vero...
BETTINA
Serbagnene Brigida.. perché tu vedrai che in pochi giorni la ce n’avrà da ritirare qualche dozzina!
AGNESE
Una scusa la mi ci voleva...
BRIGIDA
Eh! Lo so: omini e donne tutti uguali... E si va avanti a suon di bugie!... Anche i’ mi’ marito e l’ha sempre pronta! Con un marito bugiardo nato e una socera in agonia da un anno all’altro e’ son rinvoltata benino e ’un canzono!
BETTINA
Se s’entra in codesto tasto e si fa mezzogiorno! E io ho fatto i’ pane e ho da riscaldare i’ forno... Paolino, le legna a corsa!
AGNESE
Ve le vo a pigliare io!
BETTINA
O ’un c’è Paolino?! Lascia che si sgranchisca le gambe!
AGNESE
E vo a aiutallo!
BETTINA
Pe’ vede’ se vu ci fate buio!
PAOLINO
(Via di fondo)
BETTINA
Da quando gli ha inventato di non anda’ piu a fare i’ seggiolaio a domicilio... ’un sorte di sull’uscio di casa... Pagherei a sapere ichhé glie preso! (Poi con altro tono) Se tu ci avessi colpa te...
AGNESE
(Mortificata) Io?
BETTINA
E farei come to’ pa’: ’un vole che i’ mi’ figliolo giri largo?... Ecco te t’ avresti a fa’ lo stesso...
BRIGIDA
(Che sta spazzando il pianerottolo delle scale) Ma lei l’e venuta a cerca’ l’ova dalla Brigida...
ASSUNTA
(Di dentro. Ia voce di una vecchia inferma) O Brigidina! Oh! ’Un mi lascia sola...
BRIGIDA
Ma che la sentite? In camera con lei a fare a ripillino avrei a stare! (Forte) E viengo!
AGNESE
(Alla Bettina, mortificata) Se anche voi v’un volete che si faccia all’amore...
BETTINA
Se ’un vole to’ pa’ glie inutile che voglia io...
BRIGIDA
(Che continua a spazzare) E, sai, perché i genitori gli hanno voce in capitolo... ’Un gli si da retta, via... e poi ci si ritrova come mi ritrovo io!...
ASSUNTA
(Di dentro) O Brigida?
BRIGIDA
(Forte, stizzita) E viengo! Mi metto le gambe in capo!
BETTINA
’Un vi lamentate, Brigida! C’è chi sta peggio!
BRIGIDA
(Uscendo) Peggio di cosi? Neanche in tomba! (Via)
PAOLINO
(Entrando di fondo con un fastello di legna e indirizzendosi subito al forno) Eccovi le legna,
secche e asciutte come l’esca... (All’Agnese) Dammi gli zorfini...
AGNESE
(Pronta, per andare a prenderli, alla Bettina) In do’ sono?
BETTINA
Sulla cappa di’ cammino...
AGNESE
(Va in casa)
BETTINA
(A Paolino, che mette la legna nel forno) Ohe, dico, ma che vo’ abbrustolire lo Sperpetua?
PAOLINO
Sie, glie lì... a quest’ora...
BETTINA
Andar via, ’un l’ho visto! leri sera, dice, ’un si sentiva tanto bene. Se bevesse meno! E poi gli ha quegli occhi che ’un gli dicano piu i’ vero!
PAOLINO
E gliel’hanno detto pe’ ottant’anni!
AGNESE
(Rientra con i fiammiferi e porgendoli a Paolino) Oh! E ve n’era una diecina e gli eran tutti senza capocchia...
BETTINA
Gli hanno tirato l’umido... si scapocchiano e ’un s’accendono...
PAOLINO
E me’ ma’ invece di buttalli via, li serba come stuzzicadenti! (Accende la legna)
BETTINA
Chetati, grullo. E prima di dagli foco, va a dare un’occhiata a i’ palco morto... ’Un si sa mai...
AGNESE
(Salendo i primi scalini della scala a pioli) O Sperpetua? Che siete sempre costi? (Chiamando piu forte) O Sperpetua?
Lo SPERPETUA
(Di dentro) Oh! Chi mi vuole?
AGNESE
(Sorpresa e scherzando) E c’è davvero!
BETTINA
Ve l’avevo detto io!
AGNESE
Qualche volta ci si ritrova morto e buona notte!
PAOLINO
O Sperpetua, e s’accende i’ forno!
SPERPETUA
(Affacciandosi all’abbaino. vecchio ottantenne, capelli bianchi arruffati, barba alla cappuccina, scherzando) Se vu’ l’avessi acceso ieri sera ’un mi sare’ messo i’ foco a letto!... (Salutando) Pace e gioia a tutti!
BETTINA, AGNESE, PAOLINO
Bongiorno, Sperpetua!
BETTINA
Voi vu’ scherzate, ma gli e raffrescato parecchio...
SPERPETUA
(Sempre affacciato all’abbaino) Qui, ’un si sente... Oggi vu’ fate i’ pane voi... domani lo fa la Brigida... Qui siano sempre ni’ tepore perenne... I’ vero limbo de’ santi padri!...
PAOLINO
Ma mentre si da foco a i’ forno, v’un ci avete a stare! Se una scintilla la incendia i’ vostro letto soffice, vi si ritira fori carbonizzato!
AGNESE
Scendete, via...
SPERPETUA
E poi vu’ mi rimproverate se ’un mi fo ’un po’ di toiletta! Cinqu’anni che abito quest’appartamento! E tutte le mattine l’e questa storia... estromesso a viva forza, mentre son li li per farmi la barba!
PAOLINO
E v’un ve la fate mai!
BETTINA
Se la facesse, ’un sarebbe piu Sperpetua! Lui l’autorita l’ha nella barba! E perché gli venga piu bella l’annaffia co’ i’ vino!
SPERPETUA
Che credete che sia i’ vino perché ci vedo poco? Glie perché l’energia la va tutta ni’ pelo! (Rientra)
BETTINA
E allora rapatevi, e bonanotte! (A Paolino) E te... ’un lo riscalda’ tanto tutto in un posto. Giralo, i’ foco, benedetto figliolo, se no i’ pane mi s’abbronza subito da una parte e da quest’altra ’un piglia neanche colore!
PAOLINO
(Sfruconando col palo rattizzatore) Queste massaie, chi le contenta!
AGNESE
(Porgendo a Paolino un po’ di legna di ulivo) To’ ma’ l’ha ragione! Con le venciglie secche gli è un momento; ma bisogna rigiralle pe’ tutto i’ forno!
PAOLINO
(Eseguendo) E io te le rigiro!... E pe’ vedere quando i’ forno gli è caldo bene... sa’ come faceva Nerone imperatore? E’ pigliava uno schiavo, gli metteva una mela in bocca e lo cacciava in forno... Quando la mela l’era bell’e cotta, lo ritirava fori perché i’ forno gli era caldo al punto giusto...
BRIGIDA
(Ricomparendo sulle scale, facendo la treccia) Ecco icché bisognerebbe fare a certe socere che conosco io e a certi mariti che fanno i’ su’ porcocomodo!
BETTINA
Ma la vostra, Brigida, l’è una fissazione!
BRIGIDA
(Avvicinandolesi) Chiamatela fissazione! V’un lo conoscete bene i’ mi’ Vincenzio? Sembra fatto di
mollica di pane? (Circospetta, piano) Gli ha una pratica!
BETTINA
(Sorpresa) I’ vostro Vincenzino?
BRIGIDA
Lui! Lui! Qui’ tattameo!
BETTINA
’Un ci credo neanche lo vedessi!
BRIGIDA
Eppure ’unn’è da oggi che vi metto a i’ corrente de’ mi’ sospetti!
BETTINA
E io ’unn’è da oggi che vi dico che ’un pol’essere!
BRIGIDA
’Un son mica chiacchiere, sapete!
BETTINA
Allora, se v’avete le prove... vu’ fate bene a mettillo in forno! Mogli e mariti che fanno le corna tutti
in forno... e con la mela in bocca! Ve lo immaginate quanti forni e quante mele ci vorrebbero!
BRIGIDA
Voi vu’ fate i’ chiasso.. ma io ci ho altro che prove!... L’hanno detto le carte!
BETTINA
Che carte?
BRIGIDA
(In gran segretezza) ’Un lo dite a nessuno... e son ita a fammi fa’ le carte!
BETTINA
E quella cialtrona v’ha detto?...
BRIGIDA
Sicura, come se l’avessi visto!
BETTINA
Con chi, si sa?
BRIGIDA
Come vu correte... quello bisogna che lo scopra io!
BETTINA
Credevo, giacché la c’èra... che la vi avesse dato nome, cognome e indirizzo...
BRIGIDA
Già... ’unn’è mica facile sape’ certe cose!
BETTINA
La n’avrà inventate tante, la poteva inventare anche quelle!
BRIGIDA
(Arrabbiandosi) Insomma... voi v’un ci volete credere?
BETTINA
Icché v’ho a dire, io ho sempre avuto stima di’ vostro Vincenzo e ’un lo credo capace di farvi un torto...
BRIGIDA
E allora perché appena gli ha flnito i’ Iaoro, ’un viene subito a casa, invece di far buio alla bottega...? Giocare ’un gioca... e allora? E ci ha i’ tira... via... Le carte le ’un possan sbagliare... e ci ha una pratica, gliè lampante come la luce di’ sole...
BETTINA
Aspettate che le carte le vi dicano anche chi l’è... e andate a leagli gli occhi... (Poi, scherzando) E a i’ vostro marito icché vu gli levate?
BRIGIDA
Lo castro come i capponi!
BETTINA
Giusto gli è rifinito, gli ingrasserà... Ma voi, come vu’ restate? Che ci avete pensato?
BRIGIDA
Accidenti! (Poi, quasi piangendo di rabbia) Le ’un si pensan ma’ tutte!
ASSUNTA
(Di dentro) O Brigida? Aimmeno a ogni morte di papa fatti riedere!
BRIGIDA
(Risalendo le scale lemme lemme) Gliè sempre vivo!
SPERPETUA
(Affacciandosi all’usciolo dello stambugio e facendo per scendere) E ora a spasseggio!
PAOLINO
(Pronto) Buttatevi giù a pesce, vi ripiglio io!...
AGNESE
(Accorrendo) Uno di qua e uno di là .. vi s’aiuta meglio...
BETTINA
Che ci boccheggiavi lì dentro?
SPERPETUA
(Accingendosi e scendere le scaletta a pioli) Pare impossibile! Ogni volta che accendo i’ termosifone mi tocca a scappare! (A Paolino e Agnese che cercan di sorreggerlo) ’Unn’ho bisogno di aiuti! Ho fatto sempre da me e vo’ fa’ da me! (Fa per scendere) Vo piano perché su questo scalone ci hanno dato la cera... ’un ci si regge in piedi...
BETTINA
(Correndo in casa) Ma i’ mi’ pane? (A Paolino) A che punto gli è i’ forno?
PAOLINO
(A Bettina) Un’altra fiammatina e lì! (Poi a Sperpetua che è sceso) Ecco fatto i’ becco all’oca, eh, Sperpetua?
SPERPETUA
... e le corna a i’ podestà! ’Un si dice così?
BRIGIDA
(Che è sempre sul pianerottolo) ’Un mi parlate di corna anche voi... perché l’ho sempre dinanzi agli occhi!
SPERPETUA
Ringraziate Iddio che v’un l’avete sulla testa!
BRIGIDA
Chetatevi, chetatevi... Dice che vu’ siete indovino... ma in quanto a corna v’un ci leggete nulla!
SPERPETUA
Pe’ vostra regola io ’un m’impaccio di affari privati! Che volete che importanza l’abbiano le vostre corna ni’ movimento dell’universo?
BRIGIDA
E a me icché vu’ volete che m’importi di’ giramento dell’universo?
ASSUNTA
(Di dentro) O Brigida?
BRIGIDA
Sentite? Ce n’ho abbastanza di uno! (Via)
BETTINA
Ve l’ho a dire, anche per me o che si mova o che stia fermo l’è la listessima!
SPERPETUA
Vu’ ve n’accorgerete quando si fermerà ogni cosa.. e una bella mattina... i’ sole ’un si leverà più!
BETTINA
Sperpetua, fatemi i’ piacere, ’un ci venite fori con le solite sperpetue!
PAOLINO
A senti’ lui la fln di’ mondo c’è da aspettassela da un giorno all’altro!
AGNESE
(Lasciando la granata che stava per porgere e Paolino per spazzare il forno, accorrendo curiosa) Icché? Icché? Siemo alla fin di’ mondo?
PAOLINO
Anche domani, secondo lui!
SPERPETUA
Proprio così. Siemo agli sgoccioli della nostra vita, cari ragazzi! Gliè pe’ questo che vi predico pace e gioia! Bisogna morire con l’anima monda e serena!
BETTINA
Lui la lava co’ i’ vino!
PAOLINO
Voi sapete, che vu’ siete sullo stendere! Noi, grazie a Dio, s’ha da incominciare! Vero Agnesina? (Alla Bettina) Oh! Spazzo i’ forno!...
BETTINA
(Entrando in casa) E io vo a vedere a che punto gliè i’ pane... che ’unn’abbia a usci’ dall’asse! Perché, oh!, co’ i’ lievito di birra e fa in un battibaleno!... (Via da sinistra)
AGNESE
(Ingenuamente a Paolino) O perché, Paolino, ’un ci si sposa subito?
SVERZINO
(Compare non visto, di fondo, con la frusta in mano)
PAOLINO
Che ha’ paura di non fare a tempo?... Pe’ fa’ le buggerate ’un manca mai!...
AGNESE
Ecco... se finisse i’ mondo prima di sposatti a me mi dispiacerebbe un fottio!
PAOLINO
E a me no!...
SPERPETUA
Ragazzi, e’ sintomi son brutti. I’ vino ’un si beve più come una volta!
PAOLINO
Ma voi vu’ lo bevete! E troppo!
SPERPETUA
Ma ’un basta. I’ mondo gli è pe’ fini’ davvero!... Io, se fossi in voialtri, ’un mettere’ tempo in mezzo... Leere’ ’fogli in comune e lo dirre’ in chiesa... Intanto (a Paolino) to’ ma’ l’è contenta... (all’Agnese) to’ pa’ ... quande tu gli ha’ levato di mano la frusta, ’un costa più un duino...
SVERZINO
(Facendo schioccare la frusta e facendosi innanzi) Senti, senti, senti... che accordellinato gliè questo! Come se fussi facile leva’ la frusta di mano a Sverzino... (Schiocca la frusta minaccioso) Gliè più facile leva’ lo sverzino alla frusta!... Specialmente se s’awolticchiola alle gambe di qualcuno!... (E fa per seminare frustate a destra e a sinistra)
AGNESE
(Sfuggendo alle frustate) Oh! Babbo!
BRIGIDA
(Ricomparendo sul pianerottolo) Icché succede?
SVERZINO
Te (all’Agnese) subito a casa e Dio ne guardi se ti ritrovo a fa’ la grulla con qui’ coso lì...
PAOLINO
(Ribellandosi, ma con in corpo un monte di paura) Coso vu’ sarete voi!
BETTINA
(Rientrando) Icché v’è? O Anastasio, icché vu’ fate?
SVERZINO
Gliè inutile che vu’ mi chiamate Anastasio... Son Sverzino pe’ tutti... e ci tengo... (Con altro tono) L’ha a Sni’ questa musica!
BETTINA
(Indaffarata) Che musica e non musica! Ci ho i’ pane da infornare... e ’un vi posso da’ retta... (A Paolino) Che l’ha’ spazzato i’ forno?
PAOLINO
(Scusandosi, ironico) Gliè arrivato... Anastasio!
SVERZINO
(Infuriandosi) ’Un mi prendere in giro, te... perché me ’un m’ha’ ma’ preso nessuno!... (Alla Bettina) Sposa,... qui se ’un si mette a’ i’ posto questa faccenda, v’unn’infornate i’ pane nemmeno doman l’altro!
BETTINA
(Puntigliosa) Subito, sapete!
PAOLINO
(Ironico) Noe, mamma! S’ aspetterà’ a settimana nova!
BETTINA
(A Paolino) Te spazza i’ forno!
SVERZINO
(A Paolino con due schiocchi di frusta) Te ’un ti smoere! (All’Agnese che è sotto l’arco, in atto di andar via) E te, che se’ sempre qui?... Aprite bene gli urecchi... (E rivolgendosi a Sperpetua, Bettina e Brigida) ... anche voialtri, che vu’ gli tenete di balla!
BRIGIDA
(Di sul pianerottolo) Da me l’è venuta a piglià’ l’ova... io ’un so altro!
SVERZINO
Voi costassù, vi ripiglio a comodo!
BRIGIDA
(Impaurita) Mi chiama l’Assunta!... (Via)
SPERPETUA
Icché c’èntro io... poero vecchiuccio!
SVERZINO
(Con tono solenne) Questi ragazzi... (E rivolgendosi alla Bettina) Gliè inutile che voi vu’ siate contenta.
BETTINA
Io ’unn’ho detto nulla!...
SVERZINO
(Indicando Sperpetua) L’ha detto lui... la voce della verità!... (riprendendo il tono solenne) ... ’un si sposeranno né oggi né mai!... (All’Agnese) Te, via! E te... (a Paolino) guai se ti vedessi gironzolare intorno casa... Se poi ti sorprendessi a chiacchiera’ con la mi’ figliola... (Vedendola sempre lì) Ho detto via... (schiocca la frusta) ... fa conto di fini’ là, dentro (indica il forno) ... anche se c’è il foco!
AGNESE
(Dando in un grido) Oh! Mamma!
PAOLINO
(Comicamente baldansoso) O allora, giacché gliè bell’e caldo... perché v’un mi ci mettete subito...?
BETTINA
(A Paolino) Te chetati... e fai icché t’ha’ da fare...
SVERZINO
(Minaccioso) Sarà di molto meglio... Spazza i’ forno... se no spazzo te!...
SPERPETUA
(Umile) Ora mi pare che v’esageri, Anastasio...
SVERZINO
(Arrabbiandosi) ’Un venite fori anche voi con l’Anastasio, perché vu’ mi sentite su’ i’ serio...
BETTINA
O che vorresti mettere in forno anche lui?
SPERPETUA
E ci ho dormito tante volte... A me ’un mi fa paura...
BETTINA
(Facendosi avanti) Però... che si potrebbe sapere i’ perché d’un «no» così accanito?
SVERZINO
Gliè «no» e basta!
PAOLINO
(Che sta spazzando il forno) Perché... dice... che son rosso!
SPERPETUA
(Sorpreso) Rsso?...
BETTINA
(Molto colpita) Per questo?
SVERZINO
(Confuso) Pe’ «questo»...
SPERPETUA
Anche Gesù Cristo gli era rosso...
SVERZINO
(Pronto) Ma ’un facea i’ seggiolaio!
PAOLINO
Ah! Perché, secondo voi, fare i’ seggiolaio sarebbe disonorevole...
BETTINA
E siccome, per i’ momento, ’un po’ far altro... (Decisa a Sverzino) Partita chiusa... Anastasio... Sverzino... come vu’ volete... Ognuno a casa sua e Dio per tutti... Arrivederci... a mai... (A Paolino) Vieni a piglia’ l’asse... e speriamo che i’ pane ’unn’abbia fatto come noiattri: ’un sia andato di fori anche lui! (Fa per rientrare in casa)
SPERPETUA
(Trattenendola) O Bettina... o che ci volete lasciare in questa maniera?... Bisogna essere in pace con tutti... La fin di’ mondo l’è vicina... immantinente...
BETTINA
L’è rinova!
SVERZINO
Lui lo sa!
SPERPETUA
I’ sole gliè pe’ spegnessi!
SVERZINO
E’ si riaccenderà!
BETTINA
E se v’un ce li avete, e vi darò io gli zorfini!
SPERPETUA
Scherzate, scherzate...
BETTINA
Gliè du’ anni che vu dite, si spegne, si spegne, si spegne, e tutte le mattine e si rileva più splendente di prima!
SPERPETUA
Ma i sintomi d’ora ’un ci son ma’ stati: guerra, fame, apparizioni... Gliè arrivato i’ momento, via; una mattina la sarà quella: s’aspetterà che si lei... e ’un si leverà più...
BETTINA
(Schersando a Paolino) Via, via, Paolino... se si da’ retta a loro... i’ pane gli scappa davvero e i’ forno si ghiaccia!... (E rientra in casa)
PAOLINO
(Seguendola, a Sverzino) Passi pe’ i’ seggiolaio! Ma di non mi vole’ pe’ genero perché son
rosso... ’un ve la perdono neanche se finisse i’ mondo! (Entra in casa)
SPERPETUA
(A Sverzino) Icché v’avete ottenuto con tutta questa buriana? Que’ ragazzi, messi a i’ punto, si vorranno più bene di prima... e un bei’ giorno vi toccherà a ringoiare ogni cosa e a di’ di sì... (Una pausa)
SVERZINO
(Si guarda attorno, si avvicina a Sperpetua) E’un lo dirò, Sperpetua ... neanche se mi schiacceranno la testa! (e piano, all’orecchio) perché un bastardo in casa mia e ’un ce lo voglio!
SPERPETUA
(Colpito) Ma icché vu’ dite?
SVERZINO
(Andandosene, schioccando la frusta) Io ’unn’ho detto nulla, e ’un ci siem visti! Arriedessi alla
rivista! (Ed esce di fondo)
(Una pausa)
SPERPETUA
(Rimane per qualche momento pensieroso, poi dà in una scrollata di spalle e fa per andarsene)
Nemmen se la vedessi... (Ma rifermandosi presso l’arco) Lei? Macché... (Poi alludendo a qualcosa
che gli frulla in mente) Eppure... (Poi riprendendosi) Noe, noe! (Torna sui suoi passi) Eppure... (Si
decide, si avvicina all’uscio della Bettina e chiama) O Bettina?
BETTINA
(Comparendo sull’uscio) S’inforna...
PAOLINO
(Esce di casa con l’asse del pane sulla spalla) Va via da tutte le parti...
BETTINA
Se aspettate un pocolino c’è la schiacciata...
PAOLINO
(Posando l’asse su uno sgabello incomincia a infornare)
SPERPETUA
(Avvicinandosi a Bettina) Grazie, Bettina... Vu’ sapete che la mi piace... ci si beve bene sopra... Ma se mi rimetto un pochino a sedere gliè perché vi ci ho da di’ qualcosa... (Si siede presso l’uscio della Bettina)
BETTINA
(Sedendosi curiosa presso di lui) Icché v’è?
SPERPETUA
Forse icché vi dirò ’un vi sembrerà che ve lo dica io... Predico che glíè tutto inutile... che ormai i’ disegno di’ Signore ’un si cambia... e che fare oggi gliè un disfare domani...
BETTINA
Sentite, Sperpetua, ’un mi ripetete la storia della fine di’ mondo... perché n’ho già piene le tasche...
SPERPETUA
’Un ve la rifò... Ma vi volevo fa’ capire che quello che vi dirò ’un fa a’ cazzotti co’ icché vo’ predicando... Bettina... c’è una cosa da fare... e importante... (Poi, con altro tono) Bettina... ’un ci avete ma’ pensato a ripiglia’ marito?
BETTINA
(Sorpresissima) Icchéne? (Poi alzandosi, quasi risentita) Piglierò voi!...
SPERPETUA
’ Un v’ incalmate...
BETTINA
Ma che son domande da farsi? E... dallo Sperpetua.. .?
SPERPETUA
Ve l’ho detto... vi sembrerà strano... ma ’unn’è...
BETTINA
Perché? Gliè normale che una donna la si risposi... dopo che l’ha aspettato i’ ritorno di’ su’ marito pe’ vent’anni? Via, se mai la ci aveva a pensa prima, ’un vi pare?
SPERPETUA
Ma io...
BETTINA
Senza contare che la persona che gli fa questa domanda l’è proprio la stessa che l’ha sempre invitata a sperare... a ave’ fiducia... «Vu’ vedrete che un bel giorno gli arriverà quando meno vu’ ve l’aspettate». V’un m’avete sempre detto così?
SPERPETUA
(Fa cenno di sì)
BETTINA
Ma, vu’ direte... son passati vent’anni... vent’anni, mica uno!... e i’ mi’ poero Stefano ’un s’è più rivisto... Ma, a me, come a voi, certe idee ’un son ma passate pella mente... Soltanto ora, con vent’anni di più su’ i’ groppone, dovre’ pensare a ripiglia’ marito... E voi vu’ me lo consigliate? Voi, caro Sperpetua... con la testa a i’ posto v’un siete ma’ stato... ma ora la fin di mondo... la vi fa’ da’ balta a i’ cervello davvero!
PAOLINO
(Che ha finito di infornare e ha chiuso il forno) I soliti discorsi strampalati, eh? Mamma, dategli un’occhiata voi... a i’ forno... io fo una scappata alla bottega a compra’ da fumare...
BETTINA
Ricordati che i’ tu’ babbo ’un fumava... In questa casa l’usanza di’ fumo la portò i’ so’ Remigio e ’un glielo potei proibire... ma quand’ero grossa di te... poer’omo... visto che mi dava nausea... buttò via pipa e tabacco e pe’ quasi un anno si contentò di mastica’ du’ cicche...
SPERPETUA
(Cogliendo la palla al balzo) Bah! Giusto i’ so’ Remigio... gliè parecchio invecchiato... L’ho visto ieri sera alla bottega...
PAOLINO
Io gliè tanto che ’un l’ho visto. Giuro che ’un lo riconoscerei neppure...
BETTINA
(Ridendo a Sperpetua) Che sarebbe lui «i’ partito»?
PAOLINO
(Che sta per andarsene, incuriosito) Che partito?
BETTINA
(Ridendo) ’Un te l’ho detto... lo Sperpetua, dianzi – flgurati un poco! – mi progettava di ripiglià marito!
PAOLINO
(Rimane senza parole) Eh?
SPERPETUA
(A Paolino) Icché tu ne dirresti, te Paolino?
PAOLINO
(Un po’ confuso) Forse... aspettare i’ babbo... poero babbo!... s’è già aspettato abbastanza... i’ partito ’unn’è disprezzabile... tutt’altro... Dice che la cava di San Polo l’è qúasi sua...
SPERPETUA
L’era quasi sua quando venne in casa vostra a aiutarvi a lavorare i’ podere... ora poi...
BETTINA
Quando venne in casa nostra, metteva sempre mano a tasca lui! Eh! Te... (a Paolino) t’un te ne po’ ricordare... tu nascesti che lui gli era già in casa nostra da sette od otto mesi... Ci venne appena partito Stefano e gli andò via che t’unn’avevi neanche quattr’anni... quando ci buttarono fori di’ podere... Ma anche tornato a fare i’ su’ mestiere ’un ci abbandonò... sino a che Paolino ’unn’incominciò a guadagnare... Eh! Omini come lui, ’un ce n’è tanti!...
SPERPETUA
Segno che vi voleva bene sul serio...
BETTINA
(Inalberandosi) ’Un fate discorsi a grullo! Come amico si poteva arrivare sin lì...
PAOLINO
(Un po’ commosso) Mamma, se v’avessi di codeste intenzioni... ditemelo per tempo... Mi dispiacerebbe di andare alla bottega sapendo di avere una mamma tutta per me... e di tornare a casa e dovermela dividere con qualcuno... che ’un fosse mi’ padre!
BETTINA
(Con le lacrime agli occhi, abbracciando Paolino) Sta’ tranquillo... la tu’ mamma, quando tu l’avessi a dividere con qualcuno, t’un la dividerai che con lui... se Iddio ci farà la grazia che ritorni! Vai, vai tranquillo!
PAOLINO
(Via, commosso)
(Una pausa)
BETTINA
(Fa per rientrare in casa)
SPERPETUA
Bettina, o perché ’un si guarda se si finisce qui’ discorso?
BETTINA
Perché... per me, gliè bell’e finito! (Poi, soffermandosi, a Sperpetua) Già... vorrei sapere perché
vu’ l’avete incominciato?
SPERPETUA
’ Un crederete che sia partito da me... Io la penso sempre allo stesso modo... Per me vu siete sempre la stessa Bettina e v’ho stimato sempre pe’ una gran massaia...
BETTINA
Ma, a quel che sento, non come una gran moglie...
SPERPETUA
Oh! Inteso... io insinuazioni su’ i’ vostro passato ’unn’ho ma’ fatte...
BETTINA
(Colpita) Insinuazioni su’ i’ mi’ passato? Io credevo che v’un mi considerassi una gran moglie perché forse vu’ potresti pensare che mi sono stancata di aspettare i’ mi’ marito... e una moglie come si deve la ’un si dovrebbe ma’ stancare anche se la dovesse aspettare pe’ tutta la vita... Credevo che v’alludessi a questo... Invece... Eh? Chi fa delle insinuazioni su’ i’ mi’ passato! Chi gliè... codesto signorino... che mi conosce tanto male... da sparla’ di me... dopo tutti i sacrifici che ho fatto pe’ mandare avanti la baracca e tira’ su’ la mi’ creatura... onestamente, anche se c’è stato qualcuno che ne’ momenti più difficili m’ha dato una mano perché ’un mi dessi alla disperazione? (Con altro tono) Ma ho capito!... Ho capito! Ci son delle anime tanto malvagie che ’un sanno neppure immaginare come si possa far del bene senza un interesse... senza un compenso... No, caro Sperpetua... i’ so’ Remigio... giacché ho capito in do’ si vole andare a battere!... i’ so’ Remigio... tutto quello che gli ha fatto prima per me e poi per i’ mi’ Paolino... l’ha fatto perché gli ha avuto commiserazione di una poera sposa incinta, alla quale la guerra gli avea portato via i’ marito, lasciandomi nell’impossibilità di mandare avanti i’ podere che gli era i’ su’ pane... ma per tutto quello che gli ha fatto... e gli ha fatto l’impossibile... ’unn’ha ma’ chiesto né avuto nulla... mai nulla... né una capocchia di spillo, né... (con intenzione) qualche altra cosa... ci si capisce... Ve lo posso giurare su’ i’ Cristo che ho a capo a letto... e, se ’un vi basta, sulla testa di mi’ figliolo... (e s’acccascia affranta su una sedia)
(Una pausa)
SPERPETUA
(Confortandola) Vi credo, sapete... vi credo... (facendo il gesto di darsi degli schiaffi) Mi dare’ tante labbrate pe’ icché v’ho detto!
BETTINA
(Rialzando la testa, un po’ aggressiva, ma sensa mal’animo) E allora... perché vu’ vi siete prestato a riferirmi certe insinuazioni?... Di tanto lontano... (dando una guardataccia al pianerottolo della Brigida) le unn’hanno a venire!...
SPERPETUA
Per carità... ’un pensate alla Brigida... perché l’avrà e’ su’ difetti, ma in questa faccenda la ’un c’èntra pe’ nulla...
BETTINA
Ma chi pole aver avuto interesse dopo tant’anni a rivangare i’ mi’ passato e a spinge’ voi a farmi la proposta di ripiglia’ marito?
SPERPETUA
’Un m’ha spinto nessuno me!... Ma...
BETTINA
Ah! C’è un perché?
SPERPETUA
C’è... ma ’un ridete... L’è questa benedetta fin di’ mondo che m’ossessiona... (Con altro tono. esaltato) Perché... l’è vicina... più vicina di quanto ci si possa immaginare!
BETTINA
La sarà anche vicina... ma ’un vedo che nesso ci possa essere fra la fin di mondo e me!
SPERPETUA
C’è... o meglio... pe’ un momento m’hanno fatto supporre che la ci potesse essere... E siccome ’un si deve mori’ ni’ peccato... Chi ha tempo di lavassi la coscienza se la deve lavare... E io vi volevo troppo bene... Bettina... e soltanto l’idea che vu’ potessi morire in peccato... m’ha spinto a rivolgervi quella domanda...
BETTINA
Ci sono. I’ mi’ matrimonio gli avrebbe a’ essere una riparazione?
SPERPETUA
Pe’ mettevvi la coscienza in pace! Ma siccome ’un c’è nulla da riparare... sia pe’ non detto (E fa per alzarsi)
BETTINA
Dunque c’è qualcuno che crede sul serio che fra me e i’ so’ Remigio?...
SPERPETUA
Mi pare di avervelo fatto capire!
BETTINA
E chi ci ha le prove?... Fuori. Se ce l’ha ancora... dopo vent’anni... l’hanno a essere a prova di bomba!
SPERPETUA
V’un potevi di’ meglio!
BETTINA
(Risentendosi) Ma che scherzate, Sperpetua?
SPERPETUA
Ve l’ho detto: unn’e scherzo!... Secondo lui...
BETTINA
Ah! Gliè un «lui»... non è una «lei»!...
SPERPETUA
Secondo lui... la prova la ci sarebbe...
BETTINA
La ci sarebbe? Ma la prova d’icché? Quello gliè pazzo!... Gli abbia i’ coraggio di dimmelo a me...
SPERPETUA
Ve l’ha belle e detto!...
BETTINA
(Colpita) Me l’ha detto?
SPERPETUA
(Con voce un po’ insidiosa) V’un l’avete sentito?... Rosso... pe’ genero... ’ un lo vole!
BETTINA
(Sovvenendosi, quasi con un grido soffocato) Perché?... (Dopo una pausa) Ma l’è un’infamia! L’è un’infamia!
SPERPETUA
O ’un l’ho capito! L’ho capito... Ma disgraziatamente... agli occhi di’ mondo... Ve lo dico... perché ieri sera l’ho visto... in bottega!
BETTINA
I’ so’ Remigio? Ebbene...
SPERPETUA
M’ha fatto specie... lì per lì unn’ho capito bene perché...
BETTINA
V’ha fatto specie?
SPERPETUA
Ora con qui’ discorso... me lo spiego. Bettina... Mi sembrava d’ave’ dinanzi i’ vostro figliolo invecchiato di quarant’anni...
BETTINA
Eh? Icché? Icché? (Dando in un grido) Pazzo, vu’ siete pazzo! Pazzo anche quell’altro... Tutti
pazzi! (Poi, come ripensandoci) E si crede...? Ma io che ’un mi sono ma’ accorta di nulla... E
voi... che vu’ ve n’eri accorto... perché v’un me l’avete detto?
SPERPETUA
Macché! ’Un ci avevo ma’ fatto caso... Se ’unn’era qui manigoldo di Sverzino... dianzi...
BETTINA
(Desolata) Come lo dubita lui... chissà quanti lo dubiteranno!... (Poi disperatamente) E ’unn’è vero! ’Unn’è vero! Ve l’ho detto! Ve l’ho giurato! (A Sperpetua, con forza, quasi sillabando) Unn’è vero!
SPERPETUA
Vi credo!
(Una pausa)
BETTINA
(Desolata) Ma gli altri? (Poi con altro tono) Sperpetua se vu rivedessi i’ so’ Remigio... anzi bisognerà che vu’ lo rivediate in tutti i modi... ditegli, per carità, che ’un gli venga i’ ticchio di venimmi a trovare!...
SPERPETUA
E vien dicerto... Gli è male in gambe, ma gli ha i’ fucile... e questi boschi, vu’ lo sapete, ’un li lascia... Anzi, chiese di voi e mi disse: «Chissà che un salutino alla Bettina ’un mi ci scappi!» c’è da vedesselo arriva’ qui da un momento all’ altro...
BETTINA
Noe, Sperpetua... Andate subito alla bottega... rintracciatelo... ditegli che io ’un mi sento punto bene... che ’un mi posso alzare... e che ’unne stia a venire... L’aspetto pe’ la fiera... ci sono ancora du’ mesi... e in du’ mesi... qualcosa nascerà....Via, Sperpetua, fatemi questo piacere... uno sforzettino e allungate un po’ i’ passo... (Fa per spingerlo fuori dal cortile)
SPERPETUA
(Traballando, fa per andar via) E ho a correr dimolto... ’unn’ho neanche fatto colazione!
BETTINA
(Correndo in casa) Vi do’ du’ fichi e un po’ di pane... sarà duro... (Con altro tono) Madonnina santa, chi si ricordava più che c’è quello in forno!... (Via)
SPERPETUA
’Un v’incomodate... N’ho fatti tanti de’ digiuni... uno più o uno meno... dieta vuol essere per arrivare a quest’età!... E vin- bono!
REMIGIO
(Tipo di campagnolo, sulla sessantina, dalla faccia un po’ cruscosa, capelli rossi, appena brizzolati, vestito con un certo decoro, cacciatora di fustagno, cintura di cartucce, scarponi, cappelaccio di feltro con piuma al nastro e fucile a spalla, comparendo nel vano dell’arco come un’apparizione) Alla salute dello Sperpetua!
SPERPETUA
(Indietreggiando all’apparizione improvvisa) Vottati... i’ so’ Remigio!
REMIGIO
(Facendosi avanti) O che t’ho fatto paura?... Eppure te l’avevo detto che venivo... (Poi con altro tono) Gioco che t’unn’ha riferito nulla a nessuno... e la Bettina la ’un c’è?
SPERPETUA
(Con un fil di voce) Gliel’ho detto... La c’è... ma... la ’un si sente bene...
BETTINA
(Entrando, con in mano una fetta di pane e due fichi aperti e schiacciati sopra) Eccovi e’ fichi... (Vedendo Remigio, che le si fa incontro, ha quasi una vertigine e si appoggia alla spalliera di una
seggiola) Toh!? Voi?!
REMIGIO
(Giovialmente, salutandola) Un salutino e via... Dice che v’un vi sentite bene...
BETTINA
Un po’ di malessere...
SPERPETUA
La s’è alzata per fare i’ pane, se no la rimaneva a letto...
REMIGIO
E io avre’ a rimanere a davvi noia!
BETTINA
Accomodatevi un pochino! Ho il pane in forno; lo rivolto e son da voi... (Corre al forno)
REMIGIO
Se vu’ volete che vi dia una mano...
SPERPETU A
Sie! Lei la ’unn’ha bisogno di nessuno!
REMIGIO
La conosco meglio di voi. Donne come la Bettina ’un ve n’è punte... Cristo e fece lei... e rompé lo stampo!
SPERPETUA
Eh! Lo so che vu’ la conoscete bene!
REMIGIO
Un riposino... e vo’ ni’ bosco... Lì la lepre la c’è firma...
SPERPETUA
Io se fossi in voi in questi giorni ’un mi allonlontanerei troppo da casa!...
REMIGIO
Sono arrembato, ma ’un vo’ mica muffire!
SPERPETUA
Ma come vu’ rimarresti se la fin di’ mondo la vi sorprendesse solo... in mezzo a un bosco...?
REMIGIO
(Fissa Sperpetua, sorpreso) La fin di’ mondo?
BETTINA
(Tornando dal forno) V’un lo sapete che i’ mondo gliè agli sgoccioli? In do’ vu’ vivete?
SPERPETUA
(A Remigio) Altro che caccia, caro so’ Remigio... Bisogna pensare all’anima... lavare la coscienza... Chi ha rubato, bisogna che restituisca... Chi ha sedotto qualche donna... bisogna che ripari... E chi ha de’ figlioli sparsi pe’ i’ mondo, bisogna che li riconosca!
BETTINA
Chetatevi còn queste storie e andate in do’ v’avete da andare! Noialtri ’un s’ha nulla da rimproverassi!
REMIGIO
Vu’ lo potete gridare, cara Bettina!
SPERPETUA
E allora se glié così... So’ Remigio che si fa un po’ di strada insieme...?
REMIGIO
E vo ni’ bosco, v’ho detto!
SPERPETUA
O ’un’è tardi, ormai! E voi... Bettina... ’un vi strapazzate troppo... I’ pane di forno ve lo levo io...
tornate subito a letto! Date retta a me!
BETTINA
O v’unn’avevi tanta furia d’andare alla bottega.
SPERPETUA
Già... già... ’un me ne ricordavo più... (Poco convinto, andandosene) Arrivedessi alla rivista!... (Poi, fra sé) La furia l’aveva, ma lei!... Ora, invece... se almeno la m’avesse dato da bere caminere’ più spedito! (Di sotto l’arco si rivolge ancora e saluta) Arrivedessi di novo!...
REMIGIO
Arrivedessi! (Poi alla Bettina) Ma che ha bevuto di mattinata o gli manca qualche venerdì a Sperpetua? O icché gli avrà voluto dire con que’ discorsi?... Lo sanno tutti chi son io e chi vu’ siete voi... V’ho considerato sempre come una sorella e come tale v’ho voluto bene e v’ho aiutato...
BETTINA
L’è la verità... ma, caro voi, la verità la ’unn’ è sempre verosimile, per certa gente!
REMIGIO
(Risentito) ’Un verranno mica fori con le chiacchiere... ora... dopo vent’ anni?
BETTINA
Ditemi, so’ Remigio... scusatemi se vi faccio questa domanda... ma ’un v’è ma’ passato pella
mente... di volemmi sposare?
REMIGIO
(Sorpreso) Eh? Ma icché vu’mi volete fa’ dire?
BETTINA
lo nulla... sono gli altri...
REMIGIO
(Avvicinandolesi) Dire, vah! che a qui’ tempo propio v’un mi piacessi... dire’ un’eresia... Má, mai...
che abbia pensato... Oh! Però... ora si po’ dire... Anch’io... e’ ’un v’ero di’ tutto indifferente...
BETTINA
(Risentita) So’ Remigio... ’un facciamo scherzi...
REMIGIO
Scusatemi, credevo... che dopo tanto tempo se ne potesse parlare liberamente... Ormai...
BETTINA
Ma allora... v’un siete stato voi a da’ credito a certe chiacchiere?
REMIGIO
Che chiacchiere? Mai detto una parola... su quest’argomento... né con voi... né con altri...
BETTINA
V’un sapete icché dicano? Che i’ mi’ Paolino vi somiglia...
REMIGIO
Perché gliè di pelo rosso... Ma venite via! Lo saprò io!
BETTINA
io ’un lo so!
REMIGIO
Eppure, davvero... O come pol’esse’ successo...?
BETTINA
Ecco! Come? come?...
(Una breve pausa)
REMIGIO
(Quasi scherzando) Che ’un ci se ne sia accorti?
BETTINA
(Stizzita) ’Un vi riprovate a di’ certe cose!... Mi pare che ’un ci sia punto da scherzare!
REMIGIO
(Alzandosi e avvicinandolesi con molto affetto) Vi capisco... Bettina... Abbiate pazienza!... (E le
cinge le spalle teneremente)
(Una breve pausa commossa)
BRIGIDA
(Affacciandosi al pianerottolo delle scale) Dachemi d’impacciòsa, ma lasciachemi dire che son
contenta un fottio anch’io (Poi con altro tono) Quando si mangiano e’ confetti?
REMIGIO
Che confetti?
BETTINA
(Protestando) Macché confetti d’Egitto!
ASSUNTA
(Di dentro) Brigida? Brigida? T’aveo detto di non anda’ via!
BRIGIDA
(All’Assunta) E ’un son ita via! (Facendo per rientrare in casa) Ma andere’ tanto volentieri! (Poi,
con un gesto d’implorazione) Ma voi... costassù, v’un ce l’avete un posticino in paradiso? Con uno
solo per lei, vu’ metteresti a i’ posto anche me! (Via)
BETTINA e REMIGIO
(Si guardano, perplessi, senza parole. Una pausa)
REMIGIO
(Come a conclusione di un pensiero inespresso, ma lungamente accarezzato) Pe’ di’ resto... se ’un
se ne potesse fare a meno... ormai...
BETTINA
(Rivoltandosi) Icché? Ormai...? Ormai... cosa?
REMIGIO
(Cercando di accomodare) Ormai... volevo dire... ne’ riguardi di Stefano... di’ vostro poero marito...
BETTINA
Quante volte v’ho a ripetere... che per me glié sempre vivo... Ma poi... anche sè mi considerassi vedova... e sposassi voi... che rimediere’ qualcosa...? Via! ma icché rimedierei?
REMIGIO
Di fronte agli altri... di fronte all’opinione pubblica... vu’ rimedieresti a tutto!
BETTINA
(Con un grido) Confermerei icché ’unn’è! Dirre’ a tutt’i mondo: ho sbagliato... Sì... qualcuno mi potrebbe giustificare... Poera donna, in qui’ momento difficile, come la poteva rimediare? L’aveva trovato la persona pronta a mette’ mano a tasca... a levarla da ogni impaccio... a mandare avanti la famiglia... che doveva ringraziarla con una pedata negli stinchi? Qualche ricompensa gliela doveva dare, no?... E allora... che ricompensa si immagina? La più sporca, la più offensiva... Tanto poi c’è il matrimonio.. e tutto si accomoda... Ma sarebbero degli ipocriti, perché dentro di sé direbbero: o Ora la l’accomoda, ma che l’è stata una poco di bono... e icché l’ha fatto... ’un si cancella! o (Con altro tono) Noe, caro sor Remigio... io ’unn’ho fatto nulla di male... ’unn’ho nulla da giustificare... ’unn’ho nulla da nascondere... ’unn’ho nulla da cancellare... Facciano gli apprezzamenti che credono... dicano tutto icché vogliano... ho la coscienza pulita... Scusatemi, voi v’un ci avete colpa... ma vu’ siete anche i’ solo che sa... che ’un c’è neanche colpa da parte mia... (E se ne va singhiozzando, ma sicura e soddisfatta di sé stessa) E ora lasciatemi andare a levare i’ pane di’ forno... se no mi diventa un tizzo di carbone!
(Una pausa)
REMIGIO
(Si dispone ad andar via)
BRIGIDA
(Ricomparendo col cencio da spolverare per sciorinarlo sul pianerottolo) Accidenti! E v’è i’ mi’ marito già di ritorno... E come corre!... ’Un l’ho ma’ visto né tornare a quest’ora, né correre a questa maniera! Ci ha a essere qualcosa di grosso!
REMIGIO
Bone nove, allora!
BRIGIDA
O bone, o cattive!...
ASSUNTA
(Di dentro) O Brigida?
BRIGIDA
(Rispondendo all’Assunta) Senti, ora tu’ po’ bociare e ’un mi smovo! (A Vincenzino che sta per arrivare) O Vincenzino? Ma icché c’è stamani? (Poi, con altro tono, sensa aspettare la risposta) Vottati, oh! Dietro a lui... che arranca come un pazzo, c’è anche lo Sperpetua! (Scende precipitosa la scala)
REMIGIO
O se glié ito via ora ch’è poco! (Schersando) Che sia la iin di’ mondo davvero?
VINCENZINO
(Sui quaranta, piacente, tipo di lavoratore, simpatico, entra di carriera, gridando) Vu’ sapessi! Vu’ sapessi!
BRIGIDA
(Andandogli incontro, ansiosa) Icché v’è?
VINCENZINO
Cose che ’un ti riguardano! (Chiamando) Bettina... Bettina... (E corre difilato da lei, fa per dare la
notizia, ma vedendo Remigio si trattiene. Lo saluta) Oh! C’è i’ so’ Remigio!
(Una breve pausa di attesa)
BRIGIDA
(Guardando ora Vincenzino ora gli altri) O allora?
BETTINA
(Accorrendo dal forno) V’un dite più nulla?
VINCENZINO
(Quasi scusandosi) L’è una voce... intendiamoci... una voce... Di sicuro ancora ’un sa’ nulla nessuno... ma...
BETTINA
Ma che voce?
BRIGIDA
L’è una trovata pe’ smontammi... Siccome stamani ’un sono stata a tempo a domandargli ’n do’ gli andò ieri sera a faré i’ grullo!
VINCENZINO
T’ho detto... che l’è una cosa che la ’un ti riguarda...
BETTINA
La riguarda propio me?
VINCENZINO
Ma ’un v’attenete a icché vi posso dir io... perché io ’un fo’ che riferirvi...
SPERPETUA
(Entrando di fondo, arrancando, col cuore in gola) Ma ve lo confermo io! E se Sperpetua conferma!...
BETTINA
Ma icché vu confermate... se ancora v’un ci avete detto nulla?
SPERPETUA
(A Vincensino, sorpreso, incredulo) T’un gli ha detto ancora nulla?
VINCENZINO
(Facendogli notare, senza farsene accorgere, la presenza di Remigio) Aspettavo voi... perché detta da due... la notizia... l’è più sicura...
BETTINA
E ditela, benedetto Iddio!
SPERPETUA
Vu’ lo potete benedi’ davvero! (Non trattenendosi più) Gli sta per arrivare...
VINCENZINO
(Confermando)... dice che gliè belle arrivato!...
PAOLINO
(Sopraggiungendo) Chi?
BETTINA
Chi?
REMIGIO
Chi?
SPERPETUA
Diciamolo insieme!
SPERPETUA e VINCENZINO
(Insieme) Ste-fa-no! (Scandendo le sillabe)
BETTINA
(Con un grido) Icché?
BRIGIDA
(Sorpresissima) Stefano?
BETTINA
(Con un fil di voce, sentendosi mancare) I’ mi’ Stefano?! (E cascherebbe in terra se Vincenzino
e Brigida non la sorreggessero)
QUADRO
La medesima scena: alcuni giorni dopo. È una mattina piena di sole.
PAOLINO
(È al lavoro presso l’uscio di casa: sta rimpagliando una seggiola)
BRIGIDA
(Si affaccia al pianerottolo delle scale, non vede Paolino, che resta dietro a un pilastro dell’arco, scende con cautela le scale, e va difilato al recinto del pollaio, si china, alza un mattone, dà in un piccolo grido e lo rimette al posto)
PAOLINO
(Che ha seguito curioso e silenzioso i movimenti di Brigida, non riuscendo a vedere che cosa ha fatto) O icché v’armeggiate intorno a i’ pollaio?
BRIGIDA
(Imbarazzata) Io... nulla... Da quando mi son morte tutte le galline... icché vu’ volete che ci faccia intorno a i’ pollaio!... Accidenti alla malattia e a chi ce l’ha portata in questi posti!...
PAOLINO
Credevo che vu’ volessi riaccomodare i’ recinto per rimettercele!
BRIGIDA
Eh! Se le rimettessi farebbe comodo anche a voi... La vostra Agnese la ci riavrebbe la scusa di venire a piglia’ l’ova... Invece da qui’ giorno della leticata di Sverzino, qui ’un ce l’ho più vista bazzicare...
PAOLINO
Pe’ forza, quell’energumeno di so’ pa’ ogni volta che la vedeva dirigessi in qua l’eran frustate alle gambe... Ora ci si vede pe’ corrispondenza...
BRIGIDA
Sarebbe a dire?
PAOLINO
Ogni volta che gli scrivo gli ci metto nella busta i’ mi’ ritratto... sapete, formato tessera...
BRIGIDA
Come quello pe’ la carta d’indennità?
PAOLINO
Preciso... e lei la fa lo stesso... Così ci si vede tutti i giorni...
BRIGIDA
Tutti i giorni?
PAOLINO
Servizio speciale d’espressi... So’ pa’ ’unn’ha messo su i’ pollaio, dietro casa... mezzo nascosto da quella siepe di sambuchi?... Appena fa buio... m’avvicino... metto la lettera arrotolata in un ramo di sambuco secco... che ho votato dell’anima... e la mattina, a bruzzico, quando l’Agnese la va a aprire i’ pollaio, la riceve... La piglia la mia e la ci mette la sua... Eh? Più sicuri e svelti di così... Ci s’ha propio la buca delle lettere... riservata... in barba a Sverzino e alla su’ frusta!...
BRIGIDA
(Ridendo) Brao Paolino, tu mi piaci...
PAOLINO
Ma ’un ve lo fate senti’ dire all’Agnese...
BRIGIDA
Che è un po’ gelosa anche lei?
PAOLINO
Un pochino meno di voi... Brigida!
BRIGIDA
Io ci ho i mie’ motivi!... Ma se lo colgo... poero Vincenzio, gli cambio i connotati!
BETTINA
(Entrando dall’uscio di casa) Vai, mi pareva impossibile che vu’ lasciassi passare una mattinata senza impromettergliele di novo! Vu’ gliele avessi date tutte le volte che vu’ gliele avete impromesse a quest’ora di’ vostro Vincenzio ’un rimarrebbe neanche i’ raspo!
BRIGIDA
V’avete a fare che lo pigli su’ i’ fatto... pe’ vedere se ’un gliele dò tutte insieme!
BETTINA
(A Paolino) Oh! La colla l’è pronta!
PAOLINO
(Alzandosi) Accidenti! Chi ci pensava più...! L’è venuta lei a infruscarmi i’ capo con le su’ gelosie!
BRIGIDA
Che è mia l’invenzione della cassetta da lettere ni’ ramo di sambuco?
PAOLINO
Spargetela a’ quattro venti! Già con le donne come voi, bisognerebbe discorrere co’ buchi di’naso!
BRIGIDA
Co’ buchi di’ naso?
PAOLINO
Così v’un capiresti nulla... e ’un vi farebbe fatica di’ mantenere i’ segreto! (E va in casa)
BRIGIDA
Vu’ mi daresti di soffiona! Ma io... ditelo voi, Bettina, parlo l’indispensabile... ’Un racconto e’ fatti mia, figuratevi se racconto quelli degli altri!... (Poi con altro tono, tirandosi la Bettina in disparte) A proposito... lo sapete? Va tutto a vele gonfie!
BETTINA
Bene. Tutto l’opposto d’icché succede a me!
BRIGIDA
O che vi lamentate ancora? Gliè tornato i’ vostro Stefano, gli è un po’ dimagrato, gliè un po’ giù, ma pe’ icché gli ha passato, mi pare abbastanza in gamba...
BETTINA
Oh! Per quello sì... ’unn’ho che da ringraziare la Madonna che me l’ha fatto ritrovare, sano e salvo... quando propio... ’un lo speravo più... Ma, sapete, s’ha la brutta abitudine di lamentassi sempre!
BRIGIDA
E io, in questo momento, ’un mi lamento punto...! Ma ci pensate, Bettina, che sto per uno, se le cose le mi vanno bene...
BETTINA
Vu’ fate tombola?
BRIGIDA
Quasi...
BETTINA
La sarà una bella soddisfazione scoprire la tresca di’ marito!
BRIGIDA
La fattucchiera la mel’ha scritto chiaro... ’Un ve la feci leggere anche a voi la lettera?
BETTINA
Che volete voi che mi ricordi!
BRIGIDA
La tengo sempre in seno... ’Un vorre’ che me la trovasse i’ mi’ marito!
BETTINA
E in seno e ’un viene a cercarla?
BRIGIDA
Fosse i’ seno della su’ smorfosa!... Ma icché vu’ mi fate dire!... (Si toglie dalla cemicetta un po’ scollata un foglio da lettere, tutto spiegazzato) Più esplicita di così la ’un potrebb’essere... (Leggendo, con un certo sforzo) «Se per dieci giorni consecutivi v’un troverete ni’ nascondiglio che vi ho indicato le cinquecento lire che ogni mattina vu’ ci metterete...» – nove son passati!... – state si cura che tutto funziona regolarmente e alla decima sera vu’ sorprenderete i’ vostro marito fra le braccia della sua druda )). ’Unn’ho capito bene icché vol dire druda... ma ho l’impressione che noialtri la s’abbia a chiamare in un’altra maniera!
BETTINA
Sicché domani vu’ gli cogliete in fragrante...
BRIGIDA
Fragrante o no... quando gli ho colti... glielo levo io i’ profumo... di dosso! Lei, specialmente, da
quante gnene darò l’ha a fini’ co’ i’ puzzare!
BETTINA
E lui?
BRIGIDA
Vu’ lo sapete icché ho in serbo pe’ lui... a rischio di rimane’ vedova co’ i’ marito vivo...
BETTINA
’Un lo dite neanche per scherzo ... Lo so io icché vor dire rimane’ vedova... e non esserlo... Rimane’ vedova e mantenersi oneste... pe’ vent’anni... Nessuno lo sa neppure immaginare... perché nessuno ci crede...
BRIGIDA
Ma io, Bettina...
BETTINA
’Un ve ne fo mica un carico anche se vu’ l’avete pensata a quel modo... V’un siete la sola... ma gliè atroce non esse’ credute... atroce... E se i’ vostro marito fosse innocente, ci pensate i’ dispiacere che vu’ gli daresti a crederlo colpevole!
BRIGIDA
Che discorsi! Se io lo trovo abbracciato a lei... ’unn’è che io lo creda o non lo creda... colpevole... gliè di certo!
BETTINA
E allora... speriamo che ’un sia!
BRIGIDA
Già! E avrei speso cinquemila lire per nulla! Vu’ me la daresti bona!
ASSUNTA
(Di dentro, chiamando) O Brigida? Tu te ne se’ proprio dimenticata della tu’ poera Assunta!
BRIGIDA
(Gridando) E ’un me ne son dimenticata! (Poi alla Bettina) Ma anche se mi riuscisse a dimenticalla, la ci pensa lei a rinfrescarmi la memoria!
BETTINA
Io ’un capisco icché ve l’abbian rimandata a casa a fare!
BRIGIDA
All’ospedale la ci stava come un papa! E, sapete, ho sudato pochino pe’ faccela andare! «Bisogna operarla!» dicevano que’ professoroni... Poi, su i’ più bello... niente operazione e me la rimandano a casa!
BETTINA
Ma i’ perché si sa?
BRIGIDA
Perché gli era venuto la polmonite...
BETTINA
Icché? Ragione di più pe’ trattenella!
BRIGIDA
Neanche per idea. Me l’ha spiegato i’ dottore... quando mai in una clinica, in do’ s’opera,... si cura una polmonite! Lì si taglia e basta!
ASSUNTA
(Di dentro, chiamando) O Brigida, fa presto!
BRIGIDA
Ma io ce la rimando! Ho richiamato apposta i’ dottore...
BETTINA
E gli avrebbe a venire?
BRIGIDA
I’ l’aspetto da un momento all’altro... Che vi sentite qualcosa anche voi.
BETTINA
Chié... ’Un po’ d’uggia allo stomaco...
BRIGIDA
Come a me... Le son l’emozioni... Vu’ capirete: mando all’ospedale l’Assunta e me la vedo ritornare ! Son colpi!
ASSUNTA
(Di dentro, utlando) Brigida, se tu fa’ un altro poco i’ tu’ comodo, tu mi dovrai mutare i’ lenzolo di sotto!
BRIGIDA
(Accorrendo precipitosa) Acciderba! ’Un ti ci provare! (Poi alla Bettina) A volte—ma che sarà poco birbante!—la me lo fa apposta pe’ fammi correre! Ma ’un si sa mai! (Via)
PAOLINO
(Comparendo sull’uscio con il pentolo della colla e una seggiola incollata) Mamma, perché v’un fate una di quelle vostre solite giratine a cerca’ l’erba a’ coniglioli pe’ vedere se vu’ v’imbattessi nell’Agnese... La m’ha impostato una lettera importante... e me n’è arrivato soltanto un pezzetto... E poi... dice... ’unn’ho capito bene... La ci aveva messo dentro della roba... Ma io ’un ci ho trovato nulla... Via, mamma, ’unn’e sto più ne’ panni... Se no ci vo da me e icché succede, s`uccede...
BETTINA
(Fa per andare) Per carità...
STEFANO
(Comparisce di fondo. cinquant’anni, ma ne dimostra di più, precocemente invecchiato, malandato, risente degli stenti sofferti; si sofferma sul limitare dell’uscio).
PAOLINO
Tanto una volta l’ha esse’ quella!
BETTINA
E vo... Sta’ tranquillo...
STEFANO
(A Paolino) In do’ tu la mandi?
BETTINA
E vo’ a fa’ l’erba a coniglioli!
STEFANO
Ho capito. Tu vedra’ che uno di questi giorni ci andrò io...
BETTINA
(Allarmata) No, eh!
PAOLINO
Voi, babbo, a fa’ l’erba a’ coniglioli? Le son fatiche da donna!
STEFANO
E fo pe’ ripiglia’ le abitudini di’ contadino.
BETTINA
(Per cambiare discorso) Giusto vah... Icché t’ha detto i’ so’ fattore? Siamo a buon punto?
PAOLINO
Che l’ha’ fissato i’ podere?
STEFANO
Poca terra, ma bona... Quello di Poggio, sai?... Adatto per noi quattro... perché te... (A Paolino) T’avresti subito a piglia’ donna...
PAOLINO
Io l’avrei belle e presa... vu’ lo sapete... se Sverzino ’un si fosse intestardito a di’ di no...
STEFANO
Tu vedrai che a me dice di sì...
BETTINA
Da quando tu se’ tornato, ’un s’è degnato di farsi vedere... Te ’un ci andare.. ci parlerà i’ fattore.
STEFANO
I’ fattore, a icché pare, ci ha bell’e parlato... Gli ha detto di no anche a lui... La ragione pe’ la quale, la ’un si sa... Aimmeno a me il fattore ’un l’ha voluta dire... Ma vu’ vedrete che se ci parlo io... direttamente...
BETTINA
Noe, Stefano. Sverzino gliè cambiato... Va subito su’ pe’ peri... gliè uno zorfino... Lascia fa’ me... con la scusa dell’erba pe’ coniglioli... v’è mo’ che l’incontri...
PAOLINO
Mi raccomando l’Agnese...
BETTINA
(Andandosene) E ho capito. L’espresso questa volta ’unn’ha funzionato bene! (Via)
PAOLINO
Pagherei a sapere icché la ci aveva messo dentro!
STEFANO
La ’un te l’ha scritto?
PAOLINO
La mi ce l’avrà anche scritto... Ma in questo pezzettino di carta (si leva di tasca una pallottola di carta) ’un ci si legge un cappio...
STEFANO
Ma lei che ti vuol bene sul serio?
PAOLINO
Io dirrei di sì...
STEFANO
Perché se vu’ vi sposassi in carnevale, a febbraio s’entrerebbe a podere... ’Un ci mancherebbe che ’un po’ di soldi della caparfa...
PAOLINO
A quelli v’un ci avete a pensare. Ce li ho io.
STEFANO
E ci vo’ diecimila lire, sai!
PAOLINO
Se ’un ce li ho tutti... li trovo... Lasciate fare a me!
STEFANO
Ma...
PAOLINO
(Vedendo entrare di fondo Bettina, col cuore in gola) Toh! Riecco la mamma!
BETTINA
(Ansante) Poerina a me!
PAOLINO
(Subito) Che l’avete vista l’Agnese?
STEFANO
E Sverzino che l’ha’ inciampato?
BETTINA
(Mettendosi a sedere e asciugandosi il sudore) Sverzino gliè stato chiamato di novo da’ i’ so’ fattore... E l’Agnese la fa subito una scappata qui... perché, dice, che sarebbe un guaio grosso se t’unn’avessi trovato nulla ni’ su’ biglietto...
PAOLINO
O icché la ci aveva messo, benedetta fìgliola?
BETTINA
La ’un me l’ha detto... La s’è messa a piangere e l’è ricorsa a i’ pollaio a vedere se la ritrovava qualcosa...
PAOLINO
Ni’ pollaio ci ho belle e guardato io... ’un c’era che questo fogliaccio tutto sporco e sgualcito... come se l’avessero beccucchiato le galline! Figlie di cani, proprio quello le sono andate a beccare! Quello spilorcio di Sverzino c’è caso le tenga senza mangiare!
AGNESE
(Entrando, trafelata, di fondo) T’un ci ha’ trovato nulla davvo?
PAOLINO
Io no. E te ni’ pollaio?
AGNESE
Neanch’io.
PAOLINO
(Mostrando anche a lei la lettera) Guarda se si po’ chiama’ lettera. Eppure gliè icché ho trovato io in mezzo a i’ recinto delle galline! Leggila se ti riesce!
AGNESE
Leggella gliè i meno!
PAOLINO
Allora icchè tu me l’ha’ scritta a fare?...
AGNESE
Per accompagnarti icché c’era dentro!
PAOLINO
E icché c’era?
AGNESE
’Un mi ci fa pensare! Gioco che qualcuno l’ha vista, l’ha aperta e... (Dando in un grido disperato) Paolino... se ’un ritrovo l’anello di’ primo marito della sni’ poera mamma, sono una disgraziata!
PAOLINO
(Sorpreso) L’anello di’ primo marito...?
BETTINA
... della tu’ poera mamma...?
STEFANO
E tu l’avevi messo nella busta?
BETTINA
Quello d’oro?
AGNESE
Con tutte le perline e i’ diamante in mezzo...
BETTINA
Che t’aveva lasciato to’ ma’...
AGNESE
... pe’ dallo a chi m’avesse sposato! (Disperandosi) Quello! quello!
BETTINA
Poera figliola! E l’avea mandato a i’ nostro Paolino!
PAOLINO
Eppure lo sai che quattrini e oggetti di valore ’un si posson mettere nelle lettere senza denunzialli!
AGNESE
(Piagnucolando) L’avevo a denunziare alle galline?
PAOLINO
Tu potevi fare un’assicurata!
BETTINA
E fassi fa’ la ricevuta da i’ papero!
PAOLINO
Io pagherei a sapere come t’è venuta un’idea simile!
BETTINA
Gli era i’ pegno di’ su’ amore! T’unn’ha capito?
PAOLINO
O me o nessuno! Eh?!
AGNESE
T’un me l’avevi scritto te: «Ti mando tutto i’ mi’ core rosso fiammante». E nella busta tu mi ci avevi messo un cuoricino di corallo. ’Unn’era i’ pegno di’ tu’ amore? E io ci avevo messo l’anello...
PAOLINO
... di’ primo marito della tu’ poera mamma!
AGNESE
... che se lo viene a sapere i’ babbo...
BETTINA
... vi ammazza tutti e due a suon di frustate!
STEFANO
Esagerata!
AGNESE
Quello? V’un lo riconoscete più! Vu’ l’avessi visto dianzi quando gli è dovuto andare da i’ fattore! Sembrava una furia scatenata... L’ho accompagnato per un po’ di strada... ’unn’ha fatto che mandare eresie! Tanto Paolino finché campo io, t’un lo pigli! —badava a ripetere; seggiolaio o contadino l’è la listessa! E i’ so’ fattore ’un me lo pole imporre! Come fattore lo rispetto. Ma in casa mia ’unn’ho ma’ voluto che ci bazzicasse... e te, t’un se’ come la Virginia della Geltrude... te tu se’ mi’ figliola... mia, capisci... e io ti dò a chi mi’ pare... Paolino vo’ piglià moglie pe’ andare a podere? Pigli la Virginia... icché vol dire se la ’unn’è figliola di so’ padre... lui, tu vedrai, a certe cose ’un ci guarda... L’è fatta per lui, vai!... Ma te no, eh!... Te no... a costo che t’abbia a rimane’ zittella sin che tu campi...
STEFANO
(Inalberandosi) Icché? Icché?
PAOLINO
Io ’unn’ho mica capito bene!...
BETTINA
E lasciatela finire!
AGNESE
E siccome io gli andavo dietro dietro piagnucolando, a un certo punto s’è voltato a un tratto e facendo schioccar la frusta: «E ora torna a casa diritta... e ’un ti venga l’uzzolo di’ coglie’ l’occasione che io sono impelagato co’ i’ so’ fattore per andare a fa’ la civetta con Paolino, perché se ti ci piglio... e ti riporto a casa e ti chiudo ni’ sottoscala per un mese di seguito...» (Poi con altro tono) Ma a me le su’ minacce ’un mi fanno paura... Ci son venuta lo stesso... e Paolino mi piace, gli voglio bene e ’un lo lascio...
PAOLINO
’Un t’ho dato i’ mi core? Mettilo insieme a i’ tuo e cacciamoli tutti e due nella ghiacciaia di’ macellaro... lì ’un vanno a male... S’aspetta anche dieci anni!
AGNESE
Dieci anni? Tu mi sposeresti bell’e morta!
PAOLINO
T’ha ragione. Son troppi anche dieci mesi!... Guarda come si fa... Lo cerco io to’ pa’...
STEFANO
Lo cerco, ma io! (Alla Bettina) Dammi la giacchetta!
AGNESE
(Impaurita) Madonnina, icché succederà?
STEFANO
(A Bettina) Me la dai o ’un me la dai la giacchetta?
PAOLINO
C’è ma da tirarsi su le maniche della camicia!
AGNESE
(Terrorizzata) O che vi volete dare?
STEFANO
Se i’ ragionare ’un basta...
PAOLINO
Botte!
AGNESE
Madonnina!
BETTINA
Sta’ tranquilla... ’un se le daranno! Perché di qui ’un si smoverà né lui lì... (Accennando Paolino)
né su’ padre... A cercare Sverzino ci vo io!
PAOLINO
Voi?
STEFANO
Te? Quando ’un c’ero io gli era giustificato!... Ma ora che ci sono...
BETTINA
... tu fai come se t’un ci fossi! Perché ora che tu se’ tornato sano e salvo... e ’un ti vorre’ riperdere un’altra volta!... (A Paolino e a Stefano) Guai a voi se vu’ vi mettete a tu per tu con Sverzino! (All’Agnese) Vieni... Te tu l’ammansisci... e io l’affronto! (Prende l’Agnese titubante per un braccio e fa per condurla con sé, quando di fondo compare un’ombra)
BETTINA
(Si sofferma titubante, turbata e perplessa)
SVERZINO
(Entrando deciso con la inseparabile frusta e puntando su Agnese) Quando te ti si vuol trovare si vien qui e ti si pesca a colpo sicuro!
BETTINA
(Facendosi avanti) Gliè inutile che vu’ la rimproveriate! La s’è mandata a chiamar noi perché si voleva venire a cercarvi...
SVERZINO
(Strafottente) Che avevi bisogno della guida?
STEFANO
’Un facciamo tanti discorsi... se ne son fatti anche troppi... Tra noialtri ci si dovrebbe intende’ subito...
BETTINA
La casa in capo la ’un vi casca... Se vu’ volete entrare...?
SVERZINO
(Facendo soltanto due o tre passi avanti, accompagnandoli con altrettanti schiocchi di frusta) Pe’ icché v’ho da dire ’unn’è necessario!
BETTINA
E allora rimaniamo all’aria aperta!
PAOLINO
Mettiamoci, magari, un altoparlante!
SVERZINO
Te chetati... e ringrazia Iddio se dopo tutte le tu’ pretenzioni ti permetto di rimane’ costì alla mi’ presenzia!...
PAOLINO
Mi tirerò in là!... (Poi, yuasi rivolgendosi agli altri) Ma chi egli? I’ presidente della repubblica!
STEFANO
S’è detto di non fa’ discorsi inutili!
SVERZINO
(Facendosi ancora avanti minaccioso) Più repubblica di così! Ognuno vorrebbe fare icché vole!
Ma alle mi’ mani!
STEFANO
O alle mie?
BETTINA
’Un ci pestiamo i piedi fra noialtri, allora!
STEFANO
Mettiamoci d’accordo!
BETTINA
Gliè tanto bello esse’ d’accordo!
AGNESE
Via, babbo, una parola bona voi... un’altra Stefano...
PAOLINO
Poi si leva l’olio a un fiasco di vin vecchio...
SVERZINO
Vu’ me ne fate poppa’ mezzo e poi vu’ mi fate fare icché vu’ volete... Noe... ’un bevo... Pe’ divvi icché v’ho da dire ’un mi si secca la gola! (Con altro tono) Gliè no e basta. (Poi rivolgendosi alI’Agnese) E te a casa, senza rivoltarti addietro!?...
PAOLINO
Ma allora ’un si discute?
STEFANO
Vu’ fate icché vu’ volete...
BETTINA
Prima vu’ vi lamentate e poi vu’ fate peggio degli altri!
SVERZINO
In casa mia fo icché voglio!
BETTINA
A’ tempi di Re Pipino, sapete!
SVERZINO
Io sono antico! (All’Agnese) A chi ho detto? Via. E ’un me lo fa’ ripetere du’ volte! (Le verga una frustata vicino alle gambe)
AGNESE
(Fa un salto e dà in un pianto dirotto)
PAOLINO
’Un piagnere, grullaccia... I’ tu’ Paolino gli sta pe’ esse’ promosso da seggiolaio ambulante, come ’un piacea a to’ pa’, a contadino di mezzeria... della stessa vostra mezzeria...
STEFANO
... co’ i’ podere a confìne... e le case a un tiro di schioppo...
BETTINA
... che vi par’egli che ’un s’abbia a fa’ tutta una famiglia! Via, Sverzino, ripensateci!
AGNESE
(Soffermandosi) V’un sentite, babbo... e’ sarà contadino anche lui...
PAOLINO
Tu po’ dire addirittura che sono... perché prima di buio si paga la caparra... e domattina io e me’
pa’ e si va a ripulire e’ fossetti (A Sverzino) V’un dite nulla?
SVERZINO
(Non risponde)
PAOLINO
Vol dire che vu’ siete contento... E allora stasera con dieci be’ bigliettoni da mille... i’ podere gliè nostro!
BETTINA
O in do’ tu va’ a piglialli?
PAOLINO
Alla banca! (Poi all’Agnese) Vieni, si fa un po’ di strada insieme! (La piglia a braccetto e fa per
uscire con lei di fondo)
SVERZINO
(Esasperato fa per rivogare a tutti e due una bella frustata alle gambe)
STEFANO
(Lo trattiene, immobilizzandogli il braccio)
(Paolino e Agnese via di fondo)
STEFANO
(Con blando rimprovero) I tempi son cambiati, caro i’ mi’ Sverzino...
BETTINA
Oggi ’un si pol esse’ de’ tiranni... bisogna esse’ concilianti... Iascià correre...
SVERZINO
(Irato) ... come i’ vostro Stefano... eh? Ma io ’un son lui, cara la mi’ Bettina!
STEFANO
(Facendoglisi addosso) Icché t’ha inteso dire?
BETTINA
(Pronta) Nulla.
SVERZINO
(Pentito d’aver detto troppo, cercando di rimediare) Che... i nostri caratteri... ’un sono uguali...! ’Unn’è forse vero?
STEFANO
(Minaccioso) Spiegati meglio!... ’Un capisco!
SVERZINO
(Confuso) Io... sono.. un po’ duro... forse ’un po’ troppo duro...
STEFANO
... e io morbido... troppo morbido! Gliè questo che tu volevi dire? (Con altro tono) Ma icché te lo fa supporre? Manco da troppo tempo e son troppi pochi giorni che son tornato, perché tu mi possa conosce’ bene... Ma io sono i’ babbo di Paolino e ho diritto (minaccioso, quasi con le mani sul viso di Sverzino) capisci, di-rit-to ... di sapere perché i’ mi’ figliolo ’unn’è degno della tu’ figliola!
SVERZINO
(Fa una spallucciata e fa’ per andarsene)
STEFANO
(Trattenendolo per un braccio) Icché vol dire codesto verso?
SVERZINO
(Fa per muovere la frusta)
STEFANO
E sta’ fermo con la frusta! (E con un rapido movimento gliela leva di mano)
BETTINA
(Ponendosi fra i due) Via, ’un facciamo scenate!... Sarebbe una vergogna di nulla, che du’ vecchi amici venissero alle mani... senza sape’ perché!
STEFANO
M’ha a dire icché mi ci ha da dire e mi calmo subito!
SVERZINO
Icché ti ci avevo da dire te l’ho belle e detto! Detto e ripetuto... e se te t’un l’ha capito... tu vedrai che l’ha capito la tu’ moglie!
STEFANO
Ah! L’ha capito lei... perché l’è più sveglia! Io sare’ ottuso!
BETTINA
(Per tagliar corto) E’ ho capito io, sì! Ho capito... La so io la ragione per la quale... Lo so io i’ perché di’ perché... (A Stefano) Lascialo andare!... Ti spiego tutto io!
SVERZINO
(Raccatta la frusta e fa per andarsene) Vedi... se lei l’ha capito? La ti spiegherà tutto lei... Sarà meglio pe’ te e per me... (E uscendo) Arrivederci alla rivista! ...
STEFANO
(Disarmato lasciandolo andare) ’Un credere però che la sia finita così!...
SVERZINO
(Via, facendo schioccare la frusta)
(Una pausa)
STEFANO
(Rivolgendosi a Bettina) L’ho capito anch’io! Ma volevo che me lo dicesse lui... che gli avesse i’ coraggio di dimmelo in faccia...
BETTINA
(Allarmata, avvicinandoglisi) Stefano, icché tu credi?
STEFANO
(Un po’ confuso) Qualcosa che te t’un m’ha’ voluto dire...
BETTINA
(Sincera) Io ’un t’ho ma’ nascosto nulla!
STEFANO
Non di te... di’ nostro figliolo!
BETTINA
(Sorpresa) Di’ nostro fìgliolo?
PAOLINO
(Compare di fondo con un sacco sulle spalle; sente che parlano di lui e si sofferma)
BETTINA
(Che non ha visto Paolino, rimettendosi) Ma icché tu vai a pensare?
STEFANO
Che sia un poco di bono... e io ’un lo sappia!
BETTINA
Paolino?
STEFANO
Un ladro, un fannullone...!
BETTINA
Ma icché tu dici?
STEFANO
Quante sono le mamme che credano ’figlioli de’ santificetur e sono de’ mascalzoni?
PAOLINO
(Facendosi avanti) Gli ha ragione i’ babbo! A volte le mamme le si rigirano come si vole!
BETTINA
Ma questo ’unn’è i’ caso, scusa!
STEFANO
(Indicando il sacco che Paolino ha sulle spalle) Icché tu ci ha’ costì?
PAOLINO
Vu’ lo vedrete a su’ tempo... (E fa per entrare in casa)
STEFANO
’Un sarà mica roba rubata?
PAOLINO
(Scherzando) Già... l’ho presa... e quando avrò fatto... icché ho da fare... la renderò... (E ridendo
entra in casa)
STEFANO
(Allarmato) Bettina?
BETTINA
Ma icché tu pensi?
STEFANO
Stenterello si confessava ridendo...
BETTINA
Paolino gli è sempre stato un bon ragazzo!... onesto, lavoratore... degno di te e di me...
STEFANO
... ma, a icché pare, non troppo degno dell’Agnese!
BETTINA
Che da’ retta a Sverzino... quello da corpo all’ombra... crede alle apparenze...
STEFANO
Icché suppone? (Con crescente curiosità)
BETTINA
(Tergiversando) Vedi, Stefano... tu sa’ come l’è la gente di campagna... Sono tutti sospettosi e si crede che un asino voli...
STEFANO
Ho capito... Sverzino crederebbe icché ’unn’è? Ma icché crede...? Ecco cosa voglio sapere!... Icché crede per esse’ così accanito contro Paolino?...
BETTINA
(Si stringe nelle spalle)
PAOLINO
(Uscendo di casa e avvicinandosi a Stefano) Babbo... la mamma ’un ve lo vuol dire... perché l’ha paura che v’abbiate a credere più di quello che gliè... ’Un v’ha detto che son sempre stato un buon ragazzo?... L’ho sentito... L’ha esagerato... ’Un son sempre stato un bon ragazzo... ora son più posato... ma c’è stato un tempo che ero un po’ mariolo... un po’ birbantello...
BETTINA
(Sorpresissima) Ma icché tu dici?
PAOLINO
Lei la ’un ci ha ma’ voluto credere... Glielo dicevan da tutte le parti... Ma lei l’avrebbe giurato sulla
mi’ innocenza e sulla mi’ onestà...
BETTINA
Paolino?...
STEFANO
Icché t’ha fatto?
PAOLINO
’Unn’ho mica ammazzato nessuno... E se qualche volta ho preso qualcosa... non l’ho fatto mica pe’ vizio... Babbo vu’ lo potete credere... ’un l’ho i’ vizio di rubare... l’ho fatto pe’ bisogno... pe’ non lascia’ la mamma senza pane...
BETTINA
(Scattando) ’Unn’è vero!
PAOLINO
(Cercando rabbonire la Bettina) L’ha ragione a di’ così... La ’un l’ha mai voluto credere... ve l’ho
detto! Volete che lo creda ora che vu’ ci siete voi... voi, babbo... che v’unn’avevi a sape’ ma’
nulla!... (Una pausa commossa)
STEFANO
(Quasi timidamente) Ma icché tu rubavi... sì... icché tu pigliavi... benedetto figliolo?
BETTINA
Ma icché tu vo’ che pigliasse!
PAOLINO
Qualche carciofo, qualche fico, qualche cesto d’insalata... una grembiulata di pere, di quelle
cascate... Roba da mangiare, babbo... roba da mangiare...
STEFANO
E a chi tu la pigliavi?
PAOLINO
Un po’ a tutti... a questi contadini qui’ vicino.
STEFANO
E specialmente a Sverzino... eh?
PAOLINO
Vu’ capirete, gli era i’ più a portata di mano di tutti...
STEFANO
E lui?
PAOLINO
... e crede che sia rimasto sempre lo stesso... Anzi... che sia andato peggiorando e che ora ’un mi
contenti più... della frutta raccattata sotto le piante.. ma che mi arrangi un po’ meglio... Ecco
perché ’un mi vole dare la su’ figliola... Pe’ questo... (Poi) Ma me la darà lo stesso, con le bone o
con le cattive! (E subito, con altro tono) Babbo, tornate da i’ so’ fattore e impromettetegli che prima
di buio, vu’ ripasserete a paga’ la caparra...
BETTINA
Ma in do’ vu ’l’avete le diecimila lire?
PAOLINO
Ce l’ho io...
STEFANO
Ce l’ha lui!
BETTINA
(Incredula) Te?
PAOLINO
Sì... io...
STEFANO
E ’un saranno mica i’ frutto delle tu’ marachelle?...
BETTINA
Sie! Piuttosto, chi te l’ha date?
PAOLINO
Nessuno, ancora... ma qualcuno me le darà...
BETTINA
(Intuendo la verità) I’ so’ Remigio? No, eh! A lui t’un gliel’hai a chiedere...
PAOLINO
(Pronto) Perché gli s’ha da restituire ancora qualcosa.. .? Ma via, mamma! Che è uomo da guardare a questo? Gli si restituiranno tutte insieme...
BETTINA
Noe, Paolino, da lui, no...
PAOLINO
Babbo, ’un mettete tempo in mezzo e andate da i’ fattore che ’unn’abbia a cambiare idea... io vo’ da i’ so’ Remigio...
BETTINA
Te t’unn’anderà in nessun posto!
STEFANO
E n’ha tanti lui... ce li po’ dare! Vai! (S’infila la giacchetta ed esce di fondo)
BETTINA
(Rimane senza parole)
PAOLINO
(Fa per entrare in casa)
BETTINA
(Trattenendolo) Da’ i’ so’ Remigio a chiede’ soldi t’un ci vai e basta!
PAOLINO
Da’ i’ momento che anche i’ babbo glié contento...!
BETTINA
’Un son contenta io! Vien qui.
PAOLINO
(Tornando sui suoi passi) Mamma?...
BETTINA
(Quasi sottovoce) Perché t’ha’ inventato tutte quelle fandonie a Stefano? Perché le son fandonie, vero?
PAOLINO
Voi vu’ lo sapete che le son fandonie... e scusatemi se v’ho fatto passare pe’ una mamma... un po’ cieca... accecata da i’ gran bene che vu’ mi volete... ma i’ babbo le deve crede’ vere...
BETTINA
’ Unn’ è possibile! ’ Un voglio che ti creda un ladro!
PAOLINO
Macché ladro! Un ragazzo un po’ vispo, che aveva dimolta fame e le mani un po’ troppo lunghe!...
BETTINA
Ma ’unn’è vero neanche codesto!...
PAOLINO
Ma glié quello che deve credere. E Sverzino ’un deve più ripetere icché gli ha detto all’Agnese... ’un lo deve più dire... e tanto meno a i’ babbo...
BETTINA
Quell’affare della Virginia...?
PAOLINO
Sì. Che la Virginia della Geltrude l’anderebbe bene per me... perché, dice, che la ’unn’è fìgliola di su’ padre... e io a certe cose ’un ci guarderei... Lo so, sapete, perché ’un ci avrei a guardare!...
BETTINA
(Colpita) Tu lo sai?...
PAOLINO
Perché io... mi troverei nelle medesime condizioni della Virginia! ...
BETTINA
(Con un grido) Paolino!
PAOLINO
(Quasi gridando a sua volta) Ecco perché ’un vole i’ genero di pelo rosso!
BETTINA
(Accasciandosi) Ma, Paolino!
PAOLINO
(Sfogandosi) Ma credevi che ’un l’avessi capito?... ’ Un son tanto addietro . Se ho sempre fatto finta di non capire... (poi, con altro tono, avvicinandosi affettuoso a Bettina) l’ho fatto, per voi, mamma...
BETTINA
(Ribellandosi) Per me...?
PAOLINO
Per non mettere in piazza... cose che..., mamma, ’un riguardan che noi... noi due soltanto...
BETTINA
(Allarmata) Noi due soltanto? Paolino... ma icché t’ha capito?...
PAOLINO
Quello che ho capito.. l’ho tenuto sempre chiuso dentro di me; dev’essere un nostro segreto... e piuttosto che farmelo porta’ via... son passato da ingenuo, son passato da tonto, e son pronto a passare per tutto quello che volete, ma da me la verità ’un la saprà mai nessuno! Nessuno!
BETTINA
(Sibilandogli le parole quasi all’orecchio) Ma quale verità? Quale?
PAOLINO
Mamma..., non credete,... ’un vi rimprovero... ’un vi rimprovererò mai... perché io v’hocapita e vi giustifico... perché vu’ siete la mi’ mamma e v’un potete esse’ che la mi’ mamma soltanto...
BETTINA
(Sudando freddo, ma cercando di controllarsi) E gliè pe’ questo... che di fronte a i’ babbo... tu se’ passato pe’ ladro...?
PAOLINO
Perché i’ babbo ’un deve sapere...
BETTINA
... perché se sapesse?
PAOLINO
Mamma!
BETTINA
Lui, che forse... mi vole bene quanto te, un mi capirebbe... ’un mi giustificherebbe... e ’un mi perdonerebbe... Gliè questo che tu vo’ dire?
PAOLINO
(Fa cenno di sì)
BETTINA
Perché te... con tutto i’ bene che tu mi voi... t’hai preso per oro colato... quello che t’ha sentito dire? Anche te tu l’ha’ creduto...?
PAOLINO
Mamma!
BETTINA
(Dà in un pianto dirotto, poi, fra i singhiozzi) T’hai creduto quello che ’unn’è! Come tutti... come tutti gli altri!... Anche te!... i’ mi’ figliolo... i’ mi’ Paolino (Poi con altra voce, levandosi) Ma me lo dovevo aspettare! Tutto gli è contro di me! Tutto m’accusa! E anche se giurassi d’essere innocente... la mi’ innocenza ’un la posso provare!... Chi mi crede? Nessuno! Neanche chi mi vol bene! Neppure te, Paolino, neppure te! (Pausa).
PAOLINO
(Con voce commossa) No... mamma... ho dubitato, gliè vero... le saranno state le chiacchiere... i’ vostro silenzio.. la mi’ debolezza... ’un lo so... (Con altro tono sinceramente profondo) So soltanto che ora mi son bastate le vostre lacrime... i vostri singhiozzi... per convincermi che ho avuto torto, che sono stato cattivo e che non mi merito di essere felice, come ora vu’ m’avete fatto! (Accasciandosi quasi ai suoi ginocchi, singhiozzando) Perdonatemi ... perdonatemi! ... (Una lunga pausa)
BETTINA
(Piano, desolata) Sì, Paolino. Sento che tu credi... alla tu’ mamma disperata... che ha bisogno di essere creduta da tutti... e sopra tutto da te e da i’ tu’ babbo..
PAOLINO
Vi crederà... vi crederà!
BETTINA
No. E’ dubita icché t’ha dubitato te... L’ho sentito dianzi, quando si parlava di’ so’ Remigio... «N’ha tanti lui, ce li’ po’ dare!» (Con un grido) Ha’ capito? Io bisogna che provi la mi’ onesta, la mi’ innocenza, prima che davanti a tutti... davanti a i’ tu’ babbo! (Poi abbandonandosi) ’Un posso più vivere sotto questo peso... sotto questa ingiustizia... sotto questa vergogna... (Dà in singhiozzi)
PAOLINO
(Ergendosi in piedi, deciso) Sarò io, mamma, che griderò anche a chi non vuol sentire...
BETTINA
(Tirandolo a sé con grande tenerezza) Icché... icché tu griderai...?
PAOLINO
La verità vera, mamma!...
BETTINA
(Guardandolo desolatamente) E i’ tu’ capelli rossi ti smentiranno!
PAOLINO
(L’abbraccia in silensio)
BETTINA
(Lo stringe a sé a lungo, singhiozzando)
(Un’altra pausa, rotta a un tratto da un suono di tromba di motocicletta)
BETTINA
(Come ricordando) La moto di’ dottore! Viene dall’Assunta!
PAOLINO
Scappo in casa! ’Un vo’ vede’ nessuno! (Via)
(Una pausa)
DOTTORE
(Giovane, in abito sportivo, entra di fondo, t’ogliendosi gli occhiali) Bongiorno, sposa!
BETTINA
(Salutando) Bongiorno so’ dottore...
DOTTORE
Che è qui una certa Assunta, dimessa in questi giorni dall’ospedale?
BETTINA
Lì, guardi... (Indicandogli il pianerottolo della Brigida) Lei la sarebbe l’interino?
DOTTORE
(Aggeggiando intorno alla moto) Preciso... quello che permette a i’ medico condotto d’andare anche lui a sciaguattarsi al mare! Ne avrà diritto, no? Però se ’un mi faceva il piacere di lasciammi qui’ lavativo lì fori, gliene sare’ stato grato... Se la parte, la ’un si ferma più... e quando poi la si ferma, la ’un si move più...
BETTINA
So’ dottore, prima d’andar dall’Assunta, se la mi potesse ascoltare un pochino...
DOTTORE
Che avete un po’ di tosse? Catarro? Oppressione a respirare?
BETTINA
Chié... io sto bene, grazie a Dio... Gliè un caso... Volevo sapere i’ su’ parere... M’immagino però che lei l’avrà furia...
DOTTORÉ
Per vostra regola noialtri medici la s’ha e la non s’ha... Una visita la si sbriga in du’ minuti... per un’altra ci vol mezz’ora...
BETTINA
Mi ricordo, a me’ tempi, co’ i’ dottor Luciano... bastava parlargli di caccia, ’un gli passavan ma’ l’ore...
DOTTORE
Via, sentiamo i’ vostro caso, massaia... Fo’ conto di riposarmi un pochino... (Si mette a sedere a cavalluccio alla seggiola) Gli è dalle sei che sono in giro!
BETTINA
’Unn’è mio... gliè d’una mi’ amica... La mi fa tanta pena... e l’è così vergognosa... Dissi: «E me
n’occupo io... e ti so di’ qualcosa...» Perché ’unn’è possibile, disgraziata, che la continui a rimane’
sotto questa tortura...
DOTTORE
Icché la si sente?
BETTINA
Nulla.
DOTTORE
E allora?
BETTINA
Sarebbe come dire tortura dell’anima...
DOTTORE
(Facendo per alzarsi) ’Un mi riguarda ... Chiamate i’ so’ priore...
BETTINA
(Trattenendolo) Già... la ’unn’è cosa per lui... (Spiegando) Questa mi’ amica... la si sposò... e quando i’ su’ marito fu richiamato sotto l'armi la si trovò incinta... e, lui lontano, la partorì un be’ maschietto... che invece di somiglia’ su’ padre, somigliava un vecchio amico di casa che l’aveva tanto aiutata... nell’assenza di marito...
DOTTORE
(Facendo di nuovo per alzarsi) Ho capito...
BETTINA
(lngenua) Come pol’esse’ successo?
DOTTORE
(Ridendo) E vu’ me lo domandate a me?
BETTINA
Siccome lei l’assicura... e l’è una donna onesta...
DOTTORE
La sarà onesta quanto vu’ volete... ma questa l’è una prova talmente lampante...
BETTINA
Sicché, per forza, fra lei e lui...
DOTTORE
Novantanove casi su cento sì...
BETTINA
E se fosse vero... come gliè vero... che la ’unn’ha’ ma’ avuto rapporti?
DOTTORE
Sarebbe proprio quel caso su cento... che probabilmente però né io né voi si crederebbe!
BETTINA
Gli è appunto perché nessuno lo vuol credere che bisogna provare che gli è possibile... La scusi, so’ dottore... per le voglie... icché si dice a una donna che l’è incinta? «’Un ti toccare, per carità! O, se mai, toccati... ’n do’ ’un batte il sole! o Perché? Perché basta la voglia di’ vino, pe’ dinne una, pe’ rovinar la faccia di neonato. O quando passa qualche persona deforme ’un gli si grida alla donna gravida: «Voltati in là!» per paura che la creaturina l’abbia a risentirne e nasce’ deforme anche lei? O allora ’un pol’essere che a ave’ sempre dinanzi una certa fisonomia... la s’imprima anche su’ i’ bambino che gli ha’ a nascere...? ’Unn’è possibile?
DOTTORE
Ma sicurò che gli è possibile... O se vu’ ne sapete più di me... Soltanto, ve l’ho detto, sarebbe qui’ caso rarissimo...
BETTINA
... ma che pol’avvenire... e che gliè avvenuto...
DOTTORE
Eh! Gliè capitata una bella tegola sulla testa, alla vostra amica!
BETTINA
... E l’avrebbe a rimanere, poera disgraziata, per tutta la su’ vita, sotto il peso di una colpa... che la ’unn’ha commesso? ’Unn’è giusto! Via, so’ dottore, un mezzo ci ha’ a essere!
DOTTORE
Infatti un mezzo ci potrebbe essere...
BETTINA
(Con un piccolo grido) C’è? davvero?
DOTTORE
L’esame di’ sangue...
BETTINA
Sarebbe?...
DOTTORE
Si piglia i’ sangue...
BETTINA
(Pronta, esaltata) Dottore, son pronta a farmi dissanguare... ma voglio levarmi di dosso questo peso...
DOTTORE
(Sorpreso) Voi? La vostra amica ... vu’ sareste voi?
BETTINA
Sono io... son io... Ditemi d’icché si tratta... son pronta a tutto!
DOTTORE
’Unn’è facile a spiegarsi! Ma basterà che vu’ sappiate che ogni persona l’ha un certo gruppo sanguigno... Ora se un presunto padre non ha lo stesso gruppo sanguigno di’ presunto figliuolo... vuol dire che...
BETTINA
... che ’unn’è su’ padre!...
DOTTORE
Preciso. La scienza... la scienza la ’un può affermare, ma, in un certo modo, la può escludere!
BETTINA
A me mi basta che la escluda! ’Un vo’ saper altro! Ma... icché c’è da fare? In do’ devo venire? Quando? Domani? Stasera?... Magari anche subito...
DOTTORE
No, massaia... ’Unn’ho bisogno di voi... Ma di’ vostro figliolo e di’ su’ presunto padre!
BETTINA
Quando? Stasera?
D0TTORE
Stasera... durante le ore dell’ambulatorio.
BETTINA
(Fuori di sé) Dottore... ’un so come ringraziarla... Un bicchierino di vin santo... l’accetti i’ bon cuore...
DOTTORE
Grazie... Stare’ fresco se accettassi i’ bicchierino in tutte le case dove vo’ a fa’ visita... A mezzogiorno chi- m’avrebbe a riportare a casa? La motocicletta no di certo... e le gambe meno che mai... Grazie... grazie... Un’altra volta...
BRIGIDA
(Comparendo sul pianerottolo) Questo dottore si vede o ’un si vede?
BETTINA
S’è bell’e visto...
DOTTORE
(Avviandosi) Eccolo, massaia!
BRIGIDA
L’ho sentita, sapete, arriare la moto! Glié un di! Se pe’ visitare una che la ’unn’ha nulla, la ci ha messo tanto, caro so’ dottore, a visita’ la mi’ Assunta che l’ha tutti i mali di’ mondo, la ci fa buio!
DOTTORE
(Soffermandosi a pié delle scale) O sora sposa la ’un s’incalmi tanto se no fo come i’ vecchio dottore di condotta che lo chiamavano «Sbrigati». Faceva affacciare il malato alla finestra, gli faceva mette’ fori la lingua e lo visitava da mezzo di strada...
BRIGIDA
Sie, vah! e la mi’ Assunta la viene alla finestra! Ma lo so anch’io, sa, icché diceva quando uno ’n si poteva affacciare: «Lasciamolo morire in pace!» e gli andava via! (Entra in casa, seguendo il dottore)
BETTINA
(Appena sola, chiamando) Paolino? Paolino?
STEFANO
(Entrando di fondo: fare stanco, abbattuto) ’Un lo chiamare... I’ fattore unn’ha voluto intendere ragioni... ’un ci darà i’ podere sino a che Paolino ’unn’avrà preso donna... Siamo nelle mani di Sverzino! ’Un lo crede un ladro, i’ mi’ figliolo? Ebbene, Paolino gli ha’ a portà via l’Agnese... gli ha’ a scappa’ con lei... così gli avrà ragione d’accusallo... ma sarà anche costretto a fargliela sposare!
BETTINA
Ma icché tu dici, Stefano!
STEFANO
Mi fanno diventa’ cattivo! Cattivo!
SPERPETUA
(Affacciandosi all’uscio del suo stambugio) Boni, bisogna essere, boni!
BETTINA
O Sperpetua? Sempre costì? E vi facevo lontano le miglia!
SPERPETUA
(Cercando brancolante di scendere) Se stamani qualcuno ’un mi aiuta, ’unn’è scendo davvero!...
BETTINA
Vu’ l’avete presa bella questa volta!
STEFANO
Via. E vi’ s’aiuta. Attento! La scaletta l’è qui!
BETTINA
Guardate in do’ vu’ mettete i’ piedi! O che avete sempre gli occhi fra’ peli!. ..
SPERPETUA
(Scendendo cautamente la scaletta) Gli ho, ma belli spalancati!... E sapete, gli è un poco che li ho a questa maniera... aspettavo sempre che facesse giorno... e invece... ci siamo... gente, ci siamo... (brancolando, per reggersi, alla ricerca di Stefano e della Bettina) da questo buio fitto ’un ci si libera più!...
STEFANO e BETTINA
(Si guardano stupiti) Eh?
BETTINA
Gliè sempre briaco!
STEFANO
Ma icché v’avete, icché vu’ dite, Sperpetua?
SPERPETUA
(Abbracciandosi a Stefano) Stefano... Vu’ siete Stefano, no? Vu’ sapessi la pena che ho per voi!... Vu’ siete tornato appena in tempo per rivedere la vostra moglie e i’ vostro flgliolo! E ora... eh? (A tentoni, ritrovando Bettina) E voi... cara Bettina... vu’ siete la Bettina, vero?...
BETTINA
(Fissandolo con ansia) Ma sì... (Piano a Stefano) ’Unn’è mica briaco!
SPERPETUA
... una brava donna come voi... ’unn’ha a temere di nulla! Di nulla... ve lo dice Sperpetua! Però... vu’ me l’avete a confessare... come vu’ siete rimasta stamani, quando, anche voi, come me, come tutti... chissà quanto tempo vu’ siete rimasta a occhi spalancati... per aspettare che uno spiraglio di luce v’illuminasse la camera... e invece... aspetta, aspetta... i’ giorno... aspetta aspetta... la luce... e la luce la ’unn’è venuta, i’ giorno ’unn’è sorto... Ci avete ripensato a qui’ poero briacone di Sperpetua che gli era tanto che predicava: una bella mattina i’ sole ’un si leverà... e si rimarrà tutti a i’ buio... e sarà i’ principio della fine... la flne di’ mondo!...
BETTINA
(Mettendoglisi dinanzi) Sperpetua, Sperpetua... Ma voi v’un mi vedete?
SPERPETUA
E voi, Bettina?.. E voi, Stefano?... che mi vedete?... Siamo tutti al buio... il buio dell’eternità! S’è sprofondato i’ mondo! Ve l’avevo detto... I’ principio della flne di tutto... Spento il sole... si spengeranno le stelle, che riflettono la su’ luce... nelle tenebre l’aria si raffredderà... l’acqua dei fiumi e dei mari si gelerà... le piante si spoglieranno e intisicheranno, le belve si sbraneranno e l’umanità intera perirà... in una lotta furibonda... che le tenebre renderanno selvaggia... padri, madri, sposi, spose, figli, fratelli, si uccideranno fra loro... senza saperlo... sino a che la terra morta, si sprofonderà negli abissi dell’infinito! (Con altra voce, implorante, imperiosa) Gente, gente... prostratevi e ravvedetevi che Iddio vi liberi da questo flagello!...
PAOLINO
(Che s’è fatto sulla porta di casa ed ha ascoltato le parole di Sperpetua) Ma icché gli ha? Briaco fradicio? o pazzo?
SPERPETUA
(Tentoni, andando verso Paolino) Paolino, riconosco la tu’ voce! T’ho quasi visto nascere... tu mi’ sei nel cuore come se tu fossi mi’ flgliolo... Tu stavi per esse’ felice con la tu’ Agnese... e invece... ’Un mi credere pazzo... i’ tu’ vecchio Sperpetua ’unn’è ma’ stato saggio come ora.
DOTTORE
(Comparendo sul pianerottolo della Brigida) ’Un c’è più nulla da fare!
BETTINA e STEFANO
(Chiamando ansiosi) Dottore... dottore?...
SPERPETUA
(Andando a tentoni verso la scala della Brigida) Ecco! Chi gli ha parlato così... gli ha parlato da vero saggio... ’Un c’è da fare più nulla! Più nulla! Volersi bene e basta!
BRIGIDA
(Che ha seguito il dottore sul pianerottolo) La potessi guarire co’ i’ volergli bene! La soffocherei in un abbraccio!
SPERPETUA
Chi muore in grazia di Dio, guarisce pe’ sempre.!
DOTTORE
(Che ha sceso la scala e si è avvicinato a Sperpetua) Bravo Sperpetua tu fa’ la concorrenza a noi dottori!
SPERPETUA
(Cercandolo con la mano) L’è i’ so’ dottore? La m’ha preso tanto in giro! Che s’è convinto, ora...? L’ha visto se il sole ’un s’è levato?
DOTTORE
(Osservandogli gli occhi, mentre Bettina, Stefano, la Brigida aspettano ansiosi la sua parola) ’Un
s’è levato davvero... e ’un si leverà più!...
SPERPETUA
(Esaltato) Perché così gli ha voluto i’ Signore! (Avvicinandosi verso il fondo, tentoni, saggiando il
terreno col bastone) Gente? O gente? Un son briaco! Un son pazzo! I’ sole s’è spento davvero...
Se vu’ vi volete liberare da i’ buio eterno... Ravvedetevi! L’è la fin di’ mondo. L’è la fin di’ mondo!
CALA LA TELA
(La stessa scena: lo stesso giorno: di sera)
STEFANO
(Uscendo di casa e incamminandosi verso l’arco di fondo, vedendo la Brigida sul pianerottolo) O Brigida, voi che vu’ siete di vedetta, v’unne scorgete mica nessuno per la viotola?
BRIGIDA
(Dal suo pianerottolo) Chi avre’ a scorgere? I’ mi’ marito, no dicerto. Gli è un’ora che gli è sortito da i’ lavoro, ma gli arrierà sì e no a buio...
STEFANO
La Bettina e Paolino son iti via dianzi, gli avean sempre i’ boccone in bocca... e ’un si son rivisti!
BRIGIDA
Ma, almeno, vu’ saprete in do’ son iti! Io, ’un so ma’ nulla! Anche se tornasse con du’ o tre ore di ritardo, che vi dice qualcosa a voi? A me no davvero!...
STEFANO
State zitta, Brigida... Questa volta e ’un lo so neanch’io in do’ son iti... Gli avevano una furia indiavolata...
BRIGIDA
A fa’ di’ male no dicerto... Invece i’ mi’ Vincenzio... (Dando un’occhiata all’arco) Ché, ’un si vede nessuno! (Scendendo le scale) Ditemi, Stefano, voi che vu’ siete sempre stato torno casa... ’unn’avete mica visto bazzica’ nessuno qui’ ni’ cortile... Io sono stata a mutare l’Assunta... O qui’ grullo di’ dottore ’un me l’ha fatta purgare con la senna... (Rifacendo il verso al dottore) «Bisogna che l’abbia subito i’ su beneficio...» Io gnen’ho data. Gli si son presi certi dolo’ di corpo che la si rotolava ni’ letto... a rischio di casca’ di sotto... Poi, su’i’ più bello... Se ’unn’ho rigomitato oggi, e ’un rigomito più... (Con altro tono) Donche; v’un avete visto nessuno?
STEFANO
Io no davvero...
BRIGIDA
(Dirigendosi al pollaio, alzando il famoso mattone) Infatti... e c’è sempre... (Avvicinandosi a Stefano, piano, quasi in segreto) Ormai ve lo posso dire... Gliè nove giorni che le spariscono e io ’un mi son ma’ accorta chi le pigli...
STEFANO
O che credete nelle streghe?
BRIGIDA
Le ’un saranno le streghe, ma sta di fatto che icché l’hanno detto le carte s’è avverato...
STEFANO
Lo so. M’ha accennato qualcosa la Bettina...
BRIGIDA
Stavo per uno... Se gli spariva anche qui foglio da cinquecento... ero a cavallo...
STEFANO
V’eri, ma a piedi...
BRIGIDA
Dieci n’avea a sparire e poi... avre’ scoperto tutto!
STEFANO
Vu’ vedrete che gli sparirà anche codesto... ’Unn’è mica ancora buio!
BRIGIDA
Eh! Ma questa volta mi metto qui di guardia... Mi vo’ sincerare se queste sparizioni le son magiche davvero! L’Assunta la lascio bociare...
ASSUNTA
(Di dentro) Brigidina? Che me lo porti un gocciolino di brodo... mi sento svenire!
BRIGIDA
Eccola, vah! (Gridando) Gliè su’ i’ foco! Appena bollito lo porto! (A Stefano) Stefano, voi... fatemi un piacerone! Quando gli arriva la Bettina vi dò una voce..: Salite in casa... Glié tutto pronto... Porgeteglielo voi i’ brodo, all’Assunta... così la si cheta...
STEFANO
E vo... Ma se la purga la gli rifunziona di novo... chiamo voi...
BRIGIDA
Fate conto che io ’unn’esista...
STEFANO
(Facendo per ridiscendete le scale) E allora ’un vo in nessun posto!
BRIGIDA
Ma che vi pare che la si faccia scoprì da voi!... L’è così vergognosa!...
STEFANO
A ottant’anni! (Risale le scale)
BRIGIDA
... Quando la si cambia la camicia, la mi fa voltare in là!
STEFANO
Io, anche se la ’un me lo dicesse, mi voltere’ lo stesso! (Entra in casa)
BRIGIDA
(Appena sola, si riprova a rialsare il mattone)
PAOLINO
(Entra di fondo, in bicicletta, fischiettando, scorgendo la Brigida) O v’un l’avete ancora ritrovato?
BRIGIDA
Icché avre’ a ritrovare?
PAOLINO
Icché vu’ cercate! ... Anche stamani v’eri costì a buco punzoni...
BRIGIDA
E fo la posta a i’ mi’ marito... Che gliè alla bottega?
PAOLINO
M’è parso...
BRIGIDA
Solo?
PAOLINO
(Facendo per entrare in casa) Chié, accompagnato!
BRIGIDA
(Curiosa) Con chie?
PAOLINO
(Schersando) N’avea una di qua e una di là...
BRIGIDA
E i’ grullo eccolo qua! Te tu scherzi e lui fa su’i’ serio!
PAOLINO
Se ne riparla un’altra volta... (Chiamando, mentre entra in casa) O babbo?
BRIGIDA
Gliè su dall’Assunta... pe’ fammi sta’ me di guardia qui...
PAOLINO
Lasciatecelo stare! (Poi con altro tono) Ma come vu’ ce l’avete, con qui’ poero Vincenzio, innocente come l’agnello pasquale! (Via)
BRIGIDA
(Forte) Si starà a vedere se gliè innocente! (Rialza il mattone) Accidenti! E v’è sempre davvero!... (Sente che qualcuno si avvicina, rimette al posto il mattone e si rannicchia dietro la siepe di canne del pollaio, armata di un bastone)
VINCENZINO
(Entra di fondo, scamiciato, giacchetta sulla spalla, cappello sulle ventitré. Si ferma, si guarda attorno, non vede nessuno, si china, alsa il mattone, piglia il biglietto da cinquecento, se lo caccia in tasca e, canterellando, fa per salire le scale)
BRIGIDA
(Scappa fuori dal nascondiglio, col bastone alsato... Io segue, fa per chiamarlo, ma nonb ne ha la forsa, le casca il bastone di mano, si sente mancare, e dà in un piccolo grido) Vincenzio! (Fa per reggersi al muro e cade, piano piano, per terra, messo svenuta)
VINCENZINO
(Che è quasi in cima alle scale, sente il rumore del corpo caduto, si affaccia al parapetto, vede Brigida distesa in terra, la chiama) Brigida?... (e scende a precipisio le scale, le si a7vvicina, fa per sollevarla) Brigida? Brigida? (Poi vedend o che non risponde, chiama a gran voce) Aiuto!
Aiuto! Alla Brigida gli s’è preso male!
BRIGIDA
(Ritornando in sé) Icché tu urli, grullaccio!
VINCENZINO
(Poggiandole la testa al ginocchio) Senti, oh! Tu sembravi morta!
BRIGIDA
(Riprendendosi) Sta’ a vedere che ’un sarò padrona di svenirmi!...
VINCENZINO
Padronissima! Ma tu m’ha fatto una paura buggerona!
BRIGIDA
Come se t’importasse qualcosa di me!...
VINCENZINO
Pare che m’importi perché a scender le scale all’altra mi rompo i’ nodo di collo!...
BRIGIDA
Davvero? Per me?
VINCENZINO
No. Per i’ gatto! (Facendo per rialzarla) Su... aggrappati a me... se ci trovano tutti e due qui per le terre, ci si fa una bella figura!
BRIGIDA
A me’ un me ne importa propio niente!
VINCENZINO
Gli importa a me vah!... Su, su...abbracciami!...
BRIGIDA
L’è la prima volta che tu me lo dici!...
VINCENZINO
Sì, fa la svenevole, ora!
BRIGIDA
(Si fa rialzare, tutta addossata a Vincenzino)
PAOLINO
(Esce di casa con un sacco sulle spalle, vedendo la scena e equivocando) Gente! Gente! Si picchiano!
BRIGIDA
(Ribellandosi) Ma che ha’ le traveggole?
VINCENZINO
T’un ci vedi?
PAOLINO
(Traversando la scena, a Vincenzino) Scusami, sa’, Vincenzino, ’un l’avevo mai vista la Brigida che t’abbracciasse! T’aveo preso pe’ un altro! (Via ridendo, di fondo)
BRIGIDA
(Rincorrendolo) Boccalone che t’un se’ altro! Quando tu mi ha’ visto abbraccia’ qualcuno? (Tornando verso Vincenzino) Ha’ sentito, eh? A da’ retta a lui...
VINCENZINO
(Tranquillo) Fare’ come t’ha’ fatto te!...
BRIGIDA
(Pigliandola larga) O icché ho fatto io?
VINCENZINO
T’ha’dato retta alle chiacchiere e a me t’unn’ha’ ma’ voluto credere! Ma ora... spero... che tu abbia capito!
BRIGIDA
E ho capito anche troppo!...
VINCENZINO
Ah! Sì, eh. E allora. .. facciamo la pace... e (si guarda attorno) giacché ’un c’è nessuno... se ti dessi un be’ bacione...
BRIGIDA
Vincenzino? Che dici su’ i’ serio?
VINCENZINO
E sa’ dove?... Ni’ collo... su’ qui’ neo che ’un so che io!...
BRIGIDA
(Schermendosi) In casa, sai, non mica qui!
STEFANO
(Di sul pianerottolo, vedendo la scena) Vai, se le danno! (Scendendo precipitoso le scale) Divideteli! Divideteli!..
SPERPETUA
(Entrando di fondo, tentoni) Chi si picchia? In do’ sono?... (S’imbatte in Vincenzino e Brigida) Fermi... fermi... ’unn’è i’ momento di picchiassi, ma di volessi bene... La fin di’ mondo...
VINCENZINO
L’è vicina! Si sa. Tutti ci voglion fa’ picchiare, ma noi ’un ci si picchia; ci si vuol bene!
BRIGIDA
Figuratevi che s’era per baciarsi!
SPERPETUA
(Arrancando per riconoscere le persone che gli sono attorno) Chi?... Chi?...
STEFANO
(Dando in un grido) Vincenzino e la Brigida!
SPERPETUA
E poi vu’ mettete in dubbio che sia la fin di’ mondo!... Bravi ragazzi, così si fa! La morte la ci ha’ trová’ tutti in stato di grazia!... Da questo buio d’inferno gli ha’ a scaturire la luce di’ paradiso!!! Mi credan briaco, mi credan pazzo ma ’un sono! . .. (Poi, rivolgendosi a Vincenzino che ha riconosciuto al tasto) Te, Vincenzio, fammi i’ piacere... accompagnami a i’ forno...
VINCENZINO
(Offrendogli il braccio) Venite, venite... Sperpetua.
SPERPETUA
(Avviandosi) Vo’ salire un momento ni’ mi’ stambugio... L’avrà pazienza la tu’ Brigida.
BRIGIDA
Fate pure i’ vostro comodo... Io torno dall’Assunta... Chissà quante volte la m’ha cercato!
STEFANO
Macché! La ’unn’ha cercato nessuno! L’ha preso quella mezza tazza di brodo che gli ho porto io... e la s’è addormentata placida come un angiolino!
BRIGIDA
(Sorpresa) Ma icché vu’ mi raccontate?
STEFANO
Vangelo!
BRIGIDA
(Salendo incuriosita le scale) E allora l’è la fin di mondo davvero! (Via)
VINCENZINO
(Aiutando Sperpetua a salire sulla scaletta) Ma che ce la fate da voi?
SPERPETUA
(Tentando di salire senza appoggio) Gliè tant’anni che ce la fo! Soltanto fra tanti aggeggi che ci ho, con questo buio maledetto chi la trova la pala?
VINCENZINO
(Sorpreso) La pala? Pe’ farne?
SPERPETUA
(Che è già in cima alla scaletta) Trovamela te, e tu lo saprai!
VINCENZINO
(Sale in due salti i pochi sealini e prima di scomparire dentro lo stambugio con Sperpetua,
riuolgendosi a Stefano) E vol la pala! Paghere’ a sape’ icché ne vol fare! (Via)
STEFANO
(Quasi fra sé) Pe’ tornare a raccatta’ la buina per le strade gli è troppo tardi!
SVERZINO
(Entrando di fondo e andando difilato verso Stefano e dandogli una manata sulla spalla) Ho bisogno di parla’ con teco!
STEFANO
(Voltandosi di scatto) Tu m’ha fatto quasi paura! (Con altro tono, poi) Icché v’è?
SVERZINO
(Secco) V’è... che m’hanno rubato le galline!
STEFANO
(Sinceramente sorpreso) E tu me lo vieni a raccontare a me?...
SVERZINO
Meglio che te lo racconti a te che a i’ brigadiere de’ carabinieri...
STEFANO
(Un po’ turbato) Ma i’ male gliè che lui qualcosa pol fare... e io ’un ti posso fa’ nulla!
SVERZINO
(Con intensione) ’Un lo so!
STEFANO
(Colpito, che comincia a capire) Aimmeno che t’un creda...
SVERZINO
Ecco. Gli è proprio quello che credo!
STEFANO
Che io ne sappia qualcosa?
SVERZINO
Ancora ’un ti voglio dare di’ manutengolo... ’unn’ho le prove... ma...
STEFANO
(Scattando) Tu incolperesti Paolino?
SVERZINO
(Sicuro) ’Un pol’esse’ stato che lui!
STEFANO
(Istintivamente ribellandosi) Allora tu se’ venuto qui a colpo sicuro?
SVERZINO
Se l’ha vendute... lo denunzio e lo fo arrestare...
STEFANO
Tu lo fa arrestare?...
SVERZINO
Se l’ha portate qui... denunzio lui e voialtri due... te e la Bettina... e vi fo arresta’ tutti e tre!
STEFANO
O Sverzino! Ma icché tu pensi?... Ma che se’ pazzo! Vieni in casa... Entra. Scruta da per tutto... in
tutti gli angoli... in soffitta... in cantina...
SVERZINO
Vengo sicuro... La a esse’ flnita questa storia..!
STEFANO
(Mentre lo fa entrare in casa, più pacatamente, ma con un po’ di tremore nella voce) Perché? Si tratterebbe di una storia... che dura? Una storia lunga...?
SVERZINO
(Secco) Lunga o corta l’ha a finire e basta!
STEFANO
L’ha a finire sicuro! E t’un se’ solo, sai, a volere che la sia fmita! Io son con te!... Ma in casa... Te lo potre’ giurare... galline ’un ce ne sono!... (Facendolo entrare) Guarda bene dappertutto... smovi icché tu voi.. apri... spalanca... su, su... comincia dalla madia... che ’un ce ne sia una belle e pelata... pronta da mettessi in pentola!...
SVERZINO
(Entra in casa)
STEFANO
(Lo segue)
VINCENZINO
(Affacciandosi all’apertura dello stambugio) Ecco. Bell’e fatto! (Aiutando Sperpetua a scendere) Arreggetevi!
SPERPETUA
(Scendendo) ’Un po’ si sta in piedi pe’ miracolo! Dateci questo po’ po’ di buio!... Io ’un so come t’ha fatto te a trova’ la pala di colpo!
VINCENZINO
(Già sceso a terra) Levatemi una curios*à... icché vu’ ne volete fare?
SPERPETUA
(Quasi misterioso) Quello che dovrebbero fare tutti! Servirmene per scavarmi la fossa!
VINCENZINO
(Facendo gli scongiuri) Ma icché vu’ dite, Sperpetua?
SPERPETUA
’Un c’è altro da fare... ormai! Spento i’ sole... sarà questione di giorni... La terra la si ghiaccerà... e si morirà tutti assiderati!... (Serio) T’un l’ha notato che i’ freddo gl’incomincia già a farsi sentire! A me mi corron certi brividi per la schiena.
VINCENZINO
Con codesti discorsi... vu’ me li fate venire anche a me!
SPERPETUA
La terra, vedi, l’è sempre tiepida... e la si ghiaccerà quando noialtri si sarà tutti belli e intirizziti!... Ma io mi farò una fossettina su misura... berrò un mezzo litro di vino e vi entrerò dentro... mi ricoprirò di zolle e lì... al calduccio... aspetterò la morte!
VINCENZINO
Eh! L’è una bella prospettiva! Ma io, ora che mi son rappacificato con la Brigida, ’unn’ho propio punta voglia di morire... E poi... a codesta maniera!
SPERPETUA
Voglia o no... ’un c’è remissione! L’è la fln di’ mondo! V’un lo volete credere!... Ma questo buiod’inferno ’un vi dice nulla...? ’Un vi fa desiderare un po’ di luce? E la luce la si riavrà... più chiara, più limpida di prima... ma dopo la più atroce agonia... Lo dican le scritture... atroce... tremenda ... Ma io... (Avvicinandoglisi e parlandogli quasi all’orecchio) Ma io la renderò... meno atroce... meno tremenda... io lo squarcerò questo buio maledetto... non lo dire a nessuno... gli ha’ essere un nostro segreto... lo squarcerò... e tutti si potranno vedere in faccia... e ’unn’avranno allora i’ coraggio di ammazzarsi l’un l’altro... Perché il freddo, la fame, la sete... ci renderanno come tanti conti Ugolini... e, a i’ buio... i’ padri si butteranno su’ figlioli... i’ figlioli su’ genitori... i fratelli si uccideranno fra loro... (Andandosene, arrancando, di fondo) ’Un po’ di luce ci vuole, per impedire tanto scempio! Un po’ di luce! Un po’ di luce! E io ve la darò!... (E fa per andar via di fondo)
BRIGIDA
(Comparendo sul pianerottolo) Ma se qualcuno lo portasse dal dottore, povero vecchio!
VINCENZINO
(Piano) Sarebbe la più gran delusione che tu gli potessi dare!
SPERPETUA
(Tornando sui suoi passi) Icché? Icché? Icché avre’ a andare a fare dal dottore?
BRIGIDA
Per vedere se lui vi desse un po’ di luce davvero!
VINCENZINO
(Quasi riprendendola) Brigida!
SPERPETUA
E come gli avrebbe a fare?
BRIGIDA
So assai! Un son mica un medico pe’ gli occhi!
SPERPETUA
(Colpito) Icché! Icché vu’ dite?
VINCENZINO
(Quasi a parte alla Brigida) Tu l’ha’ fatta la tua! ’Un s’era rimasti d’accordo di lasciallo nella su’ illusione!
BRIGIDA
Per vedere se casca in una buca e ci rimane!
VINCENZINO
T’unn’ha’ sentito la buca se la vole scava’ da sé!
BRIGIDA
Perché crede... icché crede! Ma se’ unn’è vero nulla...
SPERPETUA
(Avvicinandosi a Brigida e a Vincensino) Si po’ sapere icché vu’ borbottate fra voialtri?
VINCENZINO
(Cercando una scusa senza pensarci troppo) E ho acceso una sigaretta e lei la ’un vole che fumi!
SPERPETUA
(Colpito) Icché? T’ha’ acceso una sigaretta?
BRIGIDA
La decima della giornata! Neanche le fumasse a due per volta!
SPERPETUA
(Colpito) Proprio ora? (Cercando con la mano la sigaretta che non esiste) E io che ’un mi son accorto che t’ha acceso i’ fiammifero!
BRIGIDA
(Sensa pensarci) V’un v’accòrgete di’ sole che gli spacca le pietre!
SPERPETUA
(Scattando) I’ sole?
VINCENZINO
Ma Brigida!
BRIGIDA
Ormai l’è ita!
SPERPETUA
(Ansioso) O in do’ gliè i’ sole?
BRIGIDA
In do’ vu’ volete che sia! In automobile? Gliè lassù in mezzo al cielo!
SPERPETUA
(Sforzandosi per vederlo, con un grido) Ma io ’un lo vedo! ’Un lo vedo!
VINCENZINO
(Premuroso) Vu’ lo rivedrete... Vi accompagnerò io dal dottore.
BRIGIDA
E se qualcuno mi guarda quella là... la tu’ mamma... ci vengo anch’io.
SPERPETUA
(Disperandosi) Ma allora? Gli è vero icché mi dicevano i ragazzi che mi venivan dietro in paese! «Guardatelo Sperpetua! Quell’imbroglione! E crede che i’ sole si sia spento e invece ’un lo vede! Altro che fin di’ mondo! Gli è cieco! Gli è cieco!» Son cieco davvero (Stropicciandosi disperatamente gli occhi) Son cieco davvero! (Poi con altro tono) E io che volevo dare un po’ di luce a questa povera umanità che credevo immersa ni’ buio! E che per dargliela ero in procinto di dar fuoco al bosco! Sarò stato poco ridicolo! Impostore, ridicolo e delinquente! Gliè giusto che sia punito! L’è la punizione che mi meritavo! La punizione di Dio! Perché ho cercato di conoscere e su’ segreti! Perché l’ho rinnegato! Rinnegato! (Con tono di profonda convinzione) Iddio gli è come i’ sole! Anche se ’un si vede, c’è! Anche se un si vede c’è! (Poi tranquillamente, rassegnato) Tieni, Vincenzino, la pala... La ’un mi serve più... Dammi un bastone...
VINCENZINO
(Glielo porge)
SPERPETUA
(Pigliandolo e tastando il terreno) Grazie, sai! Ora, ’unn’ho più bisogno di nessuno... mi basta i’ bastone pe’ trovare la strada... (E fa per andarsene)
BRIGIDA
(Istintivamente premurosa) Ma in do’ v’andate?
VINCENZINO
In do’?
SPERPETUA
(Ridendosela) In do’ si va tutti... verso la morte! (Movimento di Brigida e di Vincenzo) Ma un c’è da aver paura... E poi voialtri vu’ ci avete da fa’ tanto cammino. (Uscendo) Pace e gioia! Pace e gioia a tutti! E volechevi bene! ’Un c’è che volessi bene pe’ fa continuare i’ mondo! E bere di’ vin bono sino all’ultimo! (Ed esce di fondo arrancando dietro la guida del bastone)
(Una pausa)
VINCENZINO
(Facendo per seguirlo) Ne va di coscienza a fallo anda’ via così...
BRIGIDA
(Allarmata) T’unn’andera’ mica a accompagnarlo! Le strade le conosce bene, vai!
VINCENZINO
(Con un po’ di rimorso) S’è lasciato anda’ con Dio e buona notte!
BRIGIDA
(Ravvicinandoglisi) Meglio accompagnato di così ’un potrebbe essere! (Poi con altro tono) Vien qua, vien qua... Vincenzino... Dimmi piuttosto come t’ha fatto a sapere...?
VINCENZINO
(Fingendo di cascare dalle nuvole) A sapere icché?
BRIGIDA
’Un fare i’ tonto! Chi te l’ha detto che la fattucchiera la m’aveva scritto di nasconde’ tutti i giorni cinquecento lire? Qualcuno te lo deve avere spifferato!
VINCENZINO
Ringrazia Iddio... che le sono state soltanto cinquecento...
BRIGIDA
Cinquemila tu vo’ dire! ...
VINCENZINO
E sapevo che t’unn’avevi che quelle!
BRIGIDA
Ma come? Te... t’eri d’accordo... con quella svergognata?...
VINCENZINO
Lei la ’un c’entra! Quella svergognata... son io! La lettera l’ho scritta io...
BRIGIDA
E i quattrini tu li ha’ beccati te?
VINCENZINO
Per darti una lezione e pe’ vedere se tu la piantavi con quella stupida storia della gelosia!
BRIGIDA
(Contenendosi) E tu me lo dici così...` come se tu mi invitassi a... fare un giro di porca?...(Con altro tono) Fori le mi’ cinquemila lire!
VINCENZINO
Le ’un son più cinquemila!
BRIGIDA
’Un conosco: l’hanno a esse’ cinquemila e basta!
VINCENZINO
E allora vol dire che quest’altre me le terrò io!...
BRIGIDA
Quali quell’ altre?
VINCENZINO
Quelle che mi son guadagnate facendo lo straordinario da i’ mugnaio, quando sortivo da i’ lavoro...
BRIGIDA
(Colpita) Come? Come?... E quella imbecille m’aveva dato ad intendere che t’andavi a fare all’amore...
VINCENZINO
Co’ i mugnaio? Ci sarebbe stato poco sugo!...
BRIGIDA
Ma allora, Vincenzino?
VINCENZINO
I’ mugnaio gliè rimasto così contento che m’ha confermato fisso... e così ora...- tutti i giorni...
BRIGIDA
Tu fara’ buio a i’ mulino?
VINCENZINO
E tutti i sabati sera ti porterò questo pacchettino... in più... (Le consegna un pacco di fogli da cinquecento)
BRIGIDA
(Prendendolo felice, fa per abbracciare Vincenzino) Vincenzio! ...
VINCENZINO
Andiamo in casa!... Se no crederanno che ci si ripicchi! (Si avviano)
BRIGIDA
Piano... che la ’un si’ risvegli proprio ora! (Via insieme)
STEFANO E SVERZINO
(Rientrano in scena, accigliati e silenziosi)
SVERZINO
(Dopo un po’ di silenzio) Io ti capisco, sai... Tu ci se’ rimasto male... Ma e’ fatti... tu l’ha visto da te... gli stanno in poco posto!...
STEFANO
(Abbattuto) Io ’un ci posso credere!... E basta!...
SVERZINO
Che te t’un ne sappia nulla.. ne son persuaso!... Ma vedi, la mano su’ i’ foco, pe’ la tu’ moglie, ’un ce la metterei!
STEFANO
Senti, Sverzino, che la Bettina la sia troppo bona... lo posso ammettere... ma che la sia la manutengola di’ mi’ figliolo... no e po’ no...
SVERZINO
Che c’è in casa? No. Che lo sa’ in do’ l’è andata? No... Te lo dico io... A vende’ le galline...
STEFANO
(Tappandogli la bocca) Chetati... ’un lo di’ neppure per scherzo! Già... prima di fa’ certi giudizi temerari... bisognerebbe esse’ sicuri che gliè propio stato Paolino a ruba’ le tu’ galline!
SVERZINO
Perché in casa tua le ’un ci si son trovate? Ma le cacche di pollo... su, in soffitta, le parlan chiaro... anche troppo, no? Icché tu ne dici te? Se le ’un ci sono, le ci sono state.. gliè evidente...
STEFANO
Le ci saranno anche state... ma che l’avevano ad essere per l’appunto le tue?...
SVERZINO
O di chi? Voi v’un l’avete ma’ tenute... e di quello sdrucciolone che t’ha fatto... t’un te ne ricordi. ..? Se le ’un fossero state fresche ... t’un lo facevi!
STEFANO
(Con un tono molto accorato) Sicché te tu credi propio che... Paolino...
SVERZINO
’Un lo credere se ti riesce!
STEFANO
(Un po’ titubante) E che sia stato sempre così?
SVERZINO
Sempre, sempre... ’un lo posso dire...
STEFANO
(Con altro tono) Ma, insomma, gliè pe’ questo che t’un gli vo’ dare la tu’ figliola?
SVERZINO
(Rimane un po’ perplesso, poi, deciso) Anche pe’ questo... Stefano... (poi, più deciso) pe’ questo...
STEFANO
(Umiliato) Ho capito.
SVERZINO
Te t’un ci ha’ che fare... ma la Bettina... eh, la Bettina...
BETTINA
(Che è entrata di fondo, svelta, quasi affannosa, ansante, ma lieta e sorridente, vedendo i due e sentendo le ultime parole di Sverzino) Icché l’ha fatto la Bettina?
SVERZINO
Giusto voi...
STEFANO
di dove tu vieni te?
BETTINA
Ora te lo spiattellerò dinanzi a lui!...
SVERZINO
Perché io ’un lo devo sapere?...
BETTINA
Vu’ lo saprete anche voi... a su’ tempo...
SVERZINO
(Guardando Stefano) Come l’è misteriosa la Bettina!... (Con altro tono) Ma io ’un fo tanti misteri!...
STEFANO
(Raccomandandosi) Sverzino!
SVERZINO
(Secco) In do’ vu’ l’avete messe le galline?
BETTINA
(Sorpresa) Che galline?
SVERZINO
Quelle che m’ha rubato i’ vostro figliolo!
STEFANO
Lui crede...
BETTINA
(Reagendo) Tcché? Che venite fori con altre chiacchiere... perché gli è tempo di farla finita! (A Stefano) E te... danno di ladro a i’ tu’ fìgliolo... e tu sta’ zitto?
STEFANO
E ’unn’e sto zitto...
SVERZINO
Icché gli ha a dire se su in soffitta, c’è un sacco di pollina fresca fresca!
BETTINA
(Sorpresissima) Icché c’è. ..? (Con altro tono) Sentite Sverzino... ’unn’inventate altre frottole...
SVERZINO
Le merde di pollo le chiama frottole!
PAOLINO
(Entrando di gran corsa di fondo) No, le ’un son frottole, le sono... icché dice lui!
SVERZINO
(Trionfante) Ah! Tu lo riconosci? E icché tu n’ha fatto delle galline?... Qui fanno tutti finta di non saper nulla!...
PAOLINO
Lo so io... Io so io!
STEFANO
Te tu lo sai...?
BETTINA
Paolino?
SVERZINO
(Gettandoglisi quasi addosso) Ladro matricolato!
PAOLINO
Piano. Mi dispiacerebbe che v’avessi a sposa’ la vostra figliola a chi vu’ trattate di ladro...
SVERZINO
Qui ’un c’entra la mi’ figliola! Te tu confessi di avemmele rubate... e ora...
PAOLINO
Se mai di averle prese...
STEFANO
Tu l’hai prese davvero?
BETTINA
Prese... intanto ’un vol di’ rubate!
SVERZINO
Per me fra prese e rubate ’un c’è differenza!
PAOLINO
E invece la c’è!
BETTINA
La c’è sicuro!
PAOLINO
L’ho prese... per un esperimento!
STEFANO
(Cascando dalle nuvole) Per un esperimento?
BETTINA
(A Stefano) Se lo dice lui!...
SVERZINO
Pochi discorsi: o fori le galline o dentro tutti e tre!
PAOLINO
(Pigliandola in chiasso) Anche i’ babbo?... Si sarà in troppi per du’ galline!
SVERZINO
Due?... Tu m’ha ripulito i’ pollaio!
PAOLINO
A volere che l’esperimento riuscisse! Ma (comicamente misterioso) basterà un mi’ cenno... perché
le rientrino tutte ni’ su’ pollaio!
SVERZINO
(Arrabbiandosi) Paolino... ’un mi prendere in giro!
STEFANO
(Stringendosi la testa fra le mani) Ma io ’un mi ci raccapezzo!
BETTINA
(A Stefano) Basta che ci si raccapezzi lui!
STEFANO
(Che non capisce) Bettina?
PAOLINO
(Tranquillizzandoli) Lasciate fare a me!...
SVERZINO
(All’improvviso a Paolino) T’un mi fara’ mica un ricatto?
STEFANO
(Sentendosi offeso) Un ricatto?
SVERZINO
Sei o sette galline pe’ la mi’ figliola! Mi pare che tu la stimi un po’ poco!
PAOLINO
’Un vi forzo a dammi la vostra figliola... vu’ me l’avete a da’ voi! ...
BETTINA
Gli ha ragione... Gliel’ha a da’ lui!...
PAOLINO
E lui me la darà appena la matassa... la si sarà dipanáta... Ma bisogna trovare i’ capo... Sverzino... che l’avete presente l’anello di’ primo marito della vostra povera moglie?
SVERZINO
(Secco) Icché tu sa’ te dell’anello? Che ha’ rubato anche quello?
PAOLINO
Gioco che v’un vi siete neanche accorto che ni’ cassettone ’un c’è più?
SVERZINO
’Un c’è più?
PAOLINO
’Un c’è più... ma io so in do’ gliè!
SVERZINO
Pe’ forza! Tu l’ha ... preso te!?
PAOLINO
Lo dovevo avere in regalo...
SVERZINO
Dall’Agnese...?
PAOLINO
Glien’avevo regalato uno io... la mi voleva contraccambiare.
SVERZINO
Ladra anche lei, t’ha fatto diventare!
STEFANO
Ma Sverzino!
BETTINA
’Un sa icché si dice!
PAOLINO
Ma ’unn’è arrivato a destinazione...
SVERZINO
No?... S’è perso pella strada? Inventale più credibili, almeno!
PAOLINO
Ho pensato che qualcuno l’avesse trovato...
SVERZINO
Bella scusa pe’ fallo sparire!
PAOLINO
E infatti... qualcuno l’aveva trovato davvero!
SVERZINO
I’ cane? Via, Paolino, ’un mi credere un bambino lattante...
PAOLINO
’Un l’aveva trovato i’ cane... ma un’altra bestia... a du’ zampe!
SVERZINO
Ho capito. L’anello ’un c’è più e nessuno ne sa nulla!... Senti. (A Paolino) Se ’un lo potessi ritrovare ’un vorre’ essere in te... e neanche nell’ Agnese ...
PAOLINO
L’Agnese la ’un c’entra... Rispondo di tutto io! ...
SVERZINO
E allora vieni all’ergo... perché se no vo da’... carabinieri...
AGNESE
(Arrivando di corsa) Babbo...
SVERZINO
(Alzando la voce) Da’ carabinieri, vo!...
BETTINA
T’arrivi a tempo!...
AGNESE
Icché tu ci vo’ andare a fare?... Le galline... l’ho ricontate... le son tutte!
SVERZINO
Le son tornate?
PAOLINO
’Un ve l’avevo detto?...
SVERZINO
(Dopo un silenzio) E l’anello... (Minaccioso) ln do’ gliè l’anello?
AGNESE
che l’ha’ saputo?
SVERZINO
L’ho saputo sicuro...
PAOLINO
(Frugandosi in una tasca e mostrando l’anello) Eccolo qui...
(Una pausa)
AGNESE
(Esultante) Paolino, o come t’ha’ fatto?
SVERZINO
(Fa per toglierlo di mano a Paolino)
PAOLINO
(Ritirando il braccio) Un momento!... Un po’ d’olio di ricino a chi l’aveva preso e me l’ha subito restituito...
AGNESE
L’olio di ricino?
PAOLINO
(All’Agnese) T’unn’avevi messo la lettera con l’anello ni’ tronco di sambuco, lì, a i’ pollaio?
BETTINA
Nella buca degli espressi?
PAOLINO
La ’un si ritrovò aperta e tutta beccucchiata?... Ma io ’un sapevo quale l’avesse beccato l’anello... e m’è toccato a purgarle tutte!
AGNESE
Le galline?
BETTINA
T’ha purgato le galline?
STEFANO
(Contento) Ecco perché su in soffitta n’hanno fatta tanta, come se le fossero state cento!
PAOLINO
(A Sverzino) ’Un l’ho prese per rubarle... ma per potervi restituire l’anello...
AGNESE
L’anello gliè tuo...
PAOLINO
No... Tocca a tu’ padre a dire che la persona che lo dovrà avere son io...Eccovelo, Sverzino!
(Un silenzio)
BETTINA
(Trattenendo il braccio a Paolino) Aspetta. Voi... (A Sverzino) v’un dite nulla?
STEFANO
T’un continuera’ mica a dagli di ladro?
BETTINA
E a me di manutengola...?
(Un nuovo silenzio)
AGNESE
Babbo?
BETTINA
Ohe, dico?... Che siete ammutolito? Dianzi vu ce l’avevi la voce per gridare anche a chi non lo voleva sapere... che s’era andati, tutte e due, mamma e figliolo, a i’ paese... pe’ vende’ la refurtiva...! Che lo volete sapere... invece, dove siamo andati?!
SVERZINO
(Fa una spallucciata)
BETTINA
Noe... gliè istruttivo anche per voi... (Forte, calcando le parole) Siamo andati a trovare i’ so’ Remigio... ’un lo sapeva neanche i’ mi’ Stefano che ci si sarebbe andati... Gli è da vari giorni in un fondo di letto, più di qua che di là...
AGNESE
Gli sta proprio male?...
STEFANO
’Un credeo che fosse a questi estremi!...
BETTINA
(A Sverzino) A voi v’interesserà poco... ma vu’ vedrete che finirà con l’interessarvi! (Riprendendo il racconto) Ci siamo andati perché s’è incontrato i’ dottore... che... appena gli ha visto Paolino...: «Te tu fa’ propio a i’ caso!...» gli ha detto, squadrandolo bene bene come se fosse stato un vitello alla fiera... «I’ so’ Remigio, lo sai, gliè malato... gli ha avuto un’emorragia... che l’ha buttato in terra... Regge l’anima co’ denti... Se ’un c’è qualcuno coraggioso che gli regala un paio di litri di sangue... quello ’un la scampa... Te tu se’ sano e robusto... se t’avessi i’ sangue adatto... vu’ lo sapete,... non tutti i sangui sono adatti. Bisogna che quello che lo dà gli abbia lo stesso sangue di quello che lo riceve... Per esempio du’ fratelli... babbo e figliolo...». Ma invece, come Dio gli ha vorsuto... i’ mi’ figliolo ’un gnene ha dato neanche una gocciola!... I’ su’ sangue gli è d’una qualità che ’un si combagia punto con quello di’ so’ Remigio!... «Du’ sangui diversi...» gli ha sentenziato i’ dottore... «’un c’è nulla da fare...». E poi, mentre si veniva via, m’ha detto scherzando: «Vedete, sposa, se qualche maligno, e ce ne sono... dubitasse qualcosa sul vostro conto... questa l’è la riprova sicura e lampante che Paolino non è né potrebbe essere figliolo di’ so’ Remigio!» Voi v’unn’avete bisogno di certe riprove, ma in campagna siam tanto pettegoli... che la vi pol sempre fa’ comodo pe’ ricacciare in gola a chissiunque qualsiasi calunnia di’ genere!». E ci siam lasciati co’ una bella risata! Chi avrebbe ma’ potuto immaginare che a casa vu’ ci aspettassi... pe’ denunciarci a’ carabinieri!... Ma... male non fare paura non avere... e noialtri paura ’un se n’ha punta! (Una pausa) Eh! Oh? Silenzio su tutta la linea... Vol dire che vu’ vi siete convinto che la nostra famiglia l’è una famiglia per bene... E allora vu’ credete sempre che la vostra flgliuola a entrare in casa nostra, l’abbia a fare i’ viso rosso?... Forza, Sverzino, guardate se vu’ ritrovate la vostra voce e vu’ gli dite fmalmente ai’ mi’ Paolino (alzando il braccio di Paolino perché mostri a Sverzino l’anello, che tiene fra le dita) a chi gli ha a restituire l’anello! V’un pretenderete che lo tenga qui, fra du’ diti, come una mosca per l’ali, in secula seculorum?
(Un’altro silenzio)
STEFANO
Sverzino? O allora?
AGNESE
Babbo...? O babbo?...
PAOLINO
E lasciatelo riflettere!
SVERZINO
(Brusco, all’Agnese, facendo per andarsene) Infilaglielo... e facciamola finita!
(Un momento di stupore)
AGNESE
(Esultante) Davvero?
PAOLINO
(Incredulo) A me? (A Stefano) Babbo, lo da a me?
SVERZINO
O a chie?
AGNESE
(Fa per infllarglielo in dito)
SVERZINO
’Un s’era fatto conto d’averlo perso!
BETTINA
Sentilo bellino! Mi fa rientrà le lacrime che me le sentivo veni’ giù pelle gote calde calde!
PAOLINO
Se l’ho a ave’ pe’ rifiuto... ’un lo voglio!
STEFANO
Vien via, fanne meno!
BETTINA
’Un lo fa lo schizzinoso!...
AGNESE
Ma che da’ retta a i’ babbo!... Fa chiasso! (E glielo infila e abbraccia Paolino)
(Una pausa)
BETTINA
(Per rompere il ghiaccio) E’ faceva pe’ fa’ sapere che lui gliè contadino autentico (Facendogli il
verso) «La le pigli quelle perine, so’ padrone... tanto le si danno a i’ maiale!» Unn’è così?
SVERZINO
(Scorbutico, fa per andarsene)
(È il crepuscolo)
PAOLINO
(Pigliando Sverzino per un braccio e trascinandolo in casa) Già!... Si va... ma in casa a bere!
SVERZINO
E si farà i’ rialto un’altra sera!
PAOLINO
Ma intanto ora si beve!... Passate. Anastasio...
SVERZINO
’Un mi chiamare Anastasio, se no ti risfilo l’anello! (Entra in casa con Paolino)
AGNESE
(Aspettando che entri Bettina, piano) Mi pa’ di sognare!
BETTINA
(Commossa, quasi la stringe fra le braccia) E io l’ho sempre sognata una fìgliuola come te... (Poi) Entra... entra... vengo subito...
AGNESE
(Entra commossa)
STEFANO
(Quasi con le lacrime egli occhi, fa anche lui per entrare)
BETTINA
(Lo trattiene) Stefano... ’Un posso stare se ’un ti dico subito la verità...
STEFANO
C’è qualche altra cosa di novo?
BETTINA
C’è... (Un po’ più piano) Che ’unn’è vero nulla che i’ so’ Remigio gli stia tanto male...
STEFANO
Davvero?
BETTINA
Gliè a letto... ma ’unn’è una cosa grave...
STEFANO
E allora? Tutta la storia della trasfusione di’ sangue?
BETTINA
Vera in parte. Agli occhi di tutti doveva essere una trasfusione... ma per provare che la ’unn’era possibile... Capisci? Perché se ’unn’era possibile, voleva dire...
STEFANO
Tu ce l’ha’ spiegato!
BETTINA
(Con altro tono) Stefano, Stefano... quell’accusa... vergognosa... orribile... l’hanno fatta a me... la fanno a me... a me... a me...
STEFANO
(Tranquillamente) O ’un lo so! E c’era bisogno di fa’ tutto questo apparato..:
BETTINA
Bisognava che la rintuzzassi in pubblico a chi me l’ha fatta con una prova... una prova sicura... come questa. .. E come avrei fatto a dirtelo a te...? Te l’avrei giurato ... ma come tu avresti potuto credere?...
STEFANO
(Impedendole con dolce violenza di continuare) Bettina... per vent’anni ho sperato che t’avrei ritrovato come t’avevo lasciato... Ne avevo la sicurezza... E questa sicurezza l’ho avuta anche quando sono arrivato e ho avuto la prima notizia su di te... questa... Bettina...
BETTINA
(Colpita) Te l’hanno detto subito?
STEFANO
Il mondo gli è cattivo... ma io ’un l’ho ascoltato... Sapevo chi l’era la mi’ Bettina... e sapevo che Paolino ’un poteva essere che nostro...
BETTINA
Nostro, nostro... Stefano...
STEFANO
... anche se tu non me ne avessi mai parlato... anche senza la prova... sarebbe stato lo stesso...
BETTINA
(Avvicinandoglisi commossa) Stefano, tu sei buono, tu se’ sempre lo stesso... Ma, credimi, anch’io ’un son ma’ cambiata... Si sarà invecchiati, ma...
STEFANO
(Asciugandosi con la mano gli occhi umidi) Sta’ zitta. Son tanto contento che mi pare di ave’ sempre vent’anni!
BETTINA
Male, Stefano, perché io li ho compiuti da un pezzo!
STEFANO
(Facendo per abbracciarla) Ma se tu sei più in gamba di me!
BETTINA
Ma anche se ’un fossi... Sta’ tranquillo i’ mondo ’un finisce! (Alludendo a Paolino e all’Agnese, che si sposeranno) O se fra poco siam nonni! (Ed entrano in casa abbracciati)
(CALA LA TELA)