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LA FUGA

Achille Campanile

LA FUGA

Personaggi

GIULIO

TERESA
LA FUGA

E’ notte. Trinire di grilli, stormire di fronde. Una grande finestra aperta si staglia nel centro della scena. Giulio e Teresa tengono tra le mani un lenzuolo arrotolato. Si guardano intorno circospetti.

GIULIO     Senti ancora qualche rumore?

TERESA    Mi pare di sì.

GIULIO     L’ora non è ancora giunta.

TERESA    Sarà bene attendere ancora un poco.

GIULIO     Dunque... dicevamo cinquemila al maître. E cinquemila al cameriere di tavola che è molto gentile.

TERESA    Molto gentile, ma le pretende. Ieri ha trovato modo di farci sapere, senza darsene l’aria, quando è il suo giorno di libertà. E videntemente, perché ci regoliamo in caso di partenza.

GIULIO     E come aveva saputo?

TERESA    Hanno la loro polizia segreta, forse. Poi c’è il secondo cameriere. E quello che ci porta il caffellatte.

GIULIO     E’ una sopraffazione. Questo serve anche a tavola.

TERESA    Ma non alla nostra.

GIULIO     Lo faranno apposta. Perché si dia la mancia a tutti. II cameriere che serve a tavola noi, porterà il caffellatte ad altri. Poi ci sono le cameriere.

TERESA    Chi le ha mai viste?

GIULIO     E c’è il facchino che le aiuta. E quello che ci lucida le scarpe.

TERESA    Non è il medesimo?

GIULIO     Sembra di no.

TERESA    E bisogna dare la mancia a tutti e due?

GIULIO     Non hai visto che appaiono come fantasmi, ogni volta che percorriamo il corridoio?

TERESA    E naturalmente nessuno dei due è il facchino che ci porterà giù le valigie.

GIULIO     Il facchino? I facchini. Saranno almeno due, questi.

TERESA    Al ragazzo dell’ascensore...

GIULIO     Non ci fa niente. Sta tutto il giorno seduto a leggere Proust accanto alla cabina dell’ascensore. Ogni volta che passa un cliente, s’alza e fa un inchino. Lo stesso cliente può passare dieci volte, dieci volte lui s’alza e s’inchina. Se uno passeggia avanti e indietro, deve avere l’inchino ogni volta che va in un senso e ogni volta che torna nell’altro.

TERESA    E veniamo al più grosso: il portiere.

GIULIO     Fammi il piacere: è più ricco di noi.

TERESA    Eppure bisogna dargli la mancia. E più che agli altri.

GIULIO     Ma che ci ha fatto?

TERESA    Niente. E siccome lui non ci ha fatto niente, chi ha fatto qualche cosa è il secondo portiere e perciò dovremo dare la mancia anche al secondo portiere.

GIULIO     Allora ricapitolando: Maître, primo e secondo cameriere, cantiniere, caffellatte, prima e seconda cameriera, scopatore segreto, lustrascarpe, due portabagagli, ascensore, primo e secondo portiere, corriere...

TERESA    Chi è?

GIULIO     Quello in redingotta che va alla stazione.

TERESA    Il chiamavetture?

GIULIO     Il chiamavetture è un altro. Hai fatto bene a ricordarmelo. Sta anche lui sulla porta e ce lo troveremo alla partenza. Sedici con quello che fa girare la bussola quando usciamo.

TERESA    Potrebbe farne a meno. E con la guardarobiera diciassette. Brutto numero.

GIULIO     Non ti preoccupare. C’è il barman.

TERESA    Anche lui è più ricco di noi.

GIULIO     E’ più ricco di noi, proprio perché noi gli diamo le mance e lui le intasca.

TERESA    Che vuoi dire? E poi c’è il cameriere del bar, quello che ci serve il caffè dopo mangiato. E la donnetta che sta al lavabo, se vogliamo darle qualcosa.

GIULIO     Ma sì, poveretta. Lei è l’unica che se lo merita. Ventuno, dunque.

TERESA    La difficoltà non è tanto nel numero, quanto nella misura. Almeno ti dicessero: io voglio tanto. No. Ti lasciano nell’incertezza Sarà poco? Sarà troppo? Si brancola nel buio. Dobbiamo indovinare: e poi capire dal tono del ‘grazie’ se abbiamo avuto la mano felice.

GIULIO     Certe volte bisognerebbe tornare indietro a dire: Sa, ho scherzato, eccole altre cinquemila lire.

TERESA    Io credo che cinquemila al capo cameriere e cinquemila al primo portiere...

GIULIO     Non facciamo confusioni, poi passeremo alla porta, adesso restiamo nella sala da pranzo. Non so se cinquemila bastino, al capocameriere. Gli inglesi, furbi, la mancia la nascondono sotto il piatto con la scusa di non voler offendere il personale, e ci mettono pochi scellini. Noi invece la diamo in mano, come un diploma d’onore. E io non voglio far brutte figure. Forse si aspetta di più. Diecimila...

TERESA    Ma che cosa fa?

GIULIO     Non lo so. Viene a domandarci se abbiamo mangiato. Ti pare poco?

TERESA    Ma allora dovremmo dare di più al cameriere di tavola, che ci ha favorito talvolta nelle porzioni.

GIULIO     Non si può dare al maître meno di quello che si dà al cameriere.

TERESA    E non è giusto dare, a chi ci ha fatto mangiar bene, meno di quello che diamo a chi ci ha soltanto domandato se avevamo mangiato bene. Cinquemila per uno credi che basteranno?

GIULIO     Quanto hanno dato gli altri?

TERESA    Non mi interessa. Sono dei cafoni arricchiti. Noi siamo dei signori, e i camerieri lo capiscono.

GIULIO     E perciò non dobbiamo deluderli, dando meno del cafoni arricchiti. Che cosa sono oggi cinquemila lire?

TERESA    E quante ne vuoi dare? Diecimila? C’è già il servizio. Tremila sono anche troppe. E non fare al solito che di nascosto dài di più. Se ti senti così generoso, dà a me i quattrini, che ho bisogno di tante cose.

GIULIO     Io vorrei essere invisibile al momento di uscire dalla porta. Mi sento prigioniero. Oppure restare eternamente qui, per non affrontare quel momento, quando si deve passare fra tutte quelle facce che ti guardano con ansia, speranza e ostilità. Ma prendetevi tutto!

TERESA    Abbiamo dimenticato il portiere di notte. Poveretto, ci aspettava sempre.

GIULIO     E’ il suo mestiere.

TERESA    Tutti fanno il proprio mestiere. Non vedo perché giusto col portiere di notte... E poi c’è il facchino di notte, quello che ci porta l’acqua minerale. E un certo numero di fattorini vari...

GIULIO     Taci...

TERESA    Che c’è?

GIULIO     Dormono tutti!

TERESA    Finalmente!

GIULIO     Allora, mia Teresa, pazienza.. Il conto è pagato. Nessuno può dirci nulla.

TERESA    Sì, Giulio! Nessuno può dirci nulla.

GIULIO     Certo! Per questo, possiamo calarci dalla finestra a testa alta!

TERESA    Che il cielo ce la mandi buona!

GIULIO     Tieniti forte!

                  

Giulio e Teresa scavalcano il davanzale e scompaiono lentamente. Il trinire dei grilli si fa più forte mentre calano le luci.