La gabbia

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LA GABBIA

LA GABBIA 

due atti di 
Alberto Bassetti


Roma, estate - autunno 1994



Personaggi:

L'UOMO
L'ALTRO 

Ambedue tra i quaranta ed i cinquanta anni. Si assomigliano.




"Per me l'arte è un'ossessione della vita e poiché siamo degli esseri umani, siamo noi il soggetto della nostra ossessione".
Francis Bacon, "La brutalità delle cose".



Si apre il sipario sul buio completo.
Lampi, seguiti da fragorosi tuoni, illuminano a sprazzi l'interno di una villa. Riusciamo a distinguere un ambiente vasto, ben arredato. Avanti, sulla sinistra, una porta a vento. E subito un muro rientra verso l'interno del palcoscenico. Da qui si diparte una scala che percorre, salendo, l'intera parete di fondo, e scompare sulla destra, coperta da un blocco rettangolare a tutta altezza: il vano dell'ascensore. 
Il salone è arredato con divani bianchi moderni, tappeti, un mobile basso lineare sul fondo. Molti quadri alle pareti. Vasi con fiori secchi. Piante. Appoggiata al muro che precede l'inizio della scala, un 'console' con telefono e segreteria. 
Sopra il fragore di una pioggia sempre più torrenziale, percepiamo distintamente dei colpi. Pugni dati con forza contro una parete sottile, forse metallica. 
Urla. Urla di un'unica voce disperata: attutite, come provenienti da uno spazio chiuso, in alto a destra.
Decifriamo finalmente una parola: "Aiuto!", che si ripete più volte tra brandelli di frasi sbocconcellate, affanni, forte sospiri. Improvvisi attimi di silenzio, rotto da un doloroso ansimare, come un lamento che resta in gola, o al massimo raggiunge le labbra già spento senza speranza.
Il temporale non accenna a scemare.

VOCE UOMO Aiuto. Per favore. Vi prego. Qualcuno... Lo so, è impossibile... Una voce! Una voce in nome di Dio!!! Solo. Sono solo, lo so. Ma c'è qualcuno? rumore di pugni Dio, là, mi sentite?! Cristo, ti prego... mormora, come una litania Ho sbagliato. Sì, ho sbagliato, non dovevo... più forte Ma dovrò pagare con la vita, quest'attimo di... Debolezza... Fisica... Questa gabbia... Scura. Il buio è arrivato, nel modo... Che più temevo AAAAHHH urla C'è qualcuno? Mi sentite? piano Lo so che sono solo... Che nessuno tornerà qui prima di... urla Dieci giorni!!!

Pausa
Sulla sinistra si apre la porta a vento. Buio anche dietro di essa. Solo un istante dopo vediamo farsi largo il fascio di luce di un torcia elettrica, che si muove ad ispezionare lo spazio circostante. Intuiamo una figura maschile reggere l'oggetto luminoso, muovendosi in diverse direzioni, finché urta in qualcosa, divano o tavolino.

VOCE UOMO Eh, ehi, c'è qualcuno? Chi è? colpi fortissimi Dio, Cristo santo: c'è qualcuno?!


Pausa.
Il fascio di luce raggiunge il luogo di provenienza della voce: l'ascensore. Che ora, per convenzione, si illumina all'interno, pienamente visibile dal pubblico, cui apparirà l'Uomo incollato alla parete della 'gabbia'.


L'UOMO C'è qualcuno? Aiuto. Vi prego. Io non posso. Soffro. si slaccia il colletto della camicia, si allenta la cravatta E' terribile. Questo cemento. Tutto così buio. urla Buio! Buio buio buio! piano Una tomba. si rigira, spalle alla parete, guarda in alto togliendo la cravatta che cade in terra. Infila l'impermeabile che scivola giù Giuro. Dio ti giuro. Fammi uscire di qui. Non salirò mai più. Mai più. Mai... Su uno di questi... Cosi...


L'Uomo riprende ad ansimare, forte. L'Altro continua ad illuminare l'ascensore: il bagliore di un lampo cattura l'immagine del suo viso, senza espressione.


L'ALTRO Che c'è?... C'è qualcuno, li dentro? Ho sentito bene? Lì, dentro l'ascensore?... Parli forte: non sento, c'è un frastuono infernale. 

L'UOMO illuminandosi Sì, Cristo santo, sì! Grazie al Cielo sì!!! Sono qui, dentro questo... Affare. preso da irrefrenabile impulso nervoso a comunicare Io, io che non lo uso mai... risata Sembra impossibile... Io che volevo farlo togliere, quand'abbiamo preso questa casa. E proprio stanotte. Con questo temporale. Dio grazie. Grazie. Anche se non credo in te: grazie per questo miracolo.


L'uomo guarda verso l'alto, schiacciato con la schiena contro la parete. 
L'altro continua a tenere la luce sull'ascensore.


L'ALTRO Ah, ma allora è proprio lei, architetto... è lei, vero? silenzio Sì, certo che è lei. E' casa sua qui, no? L'indirizzo è questo. Però sa, con questo temporale. Chi può essere sicuro di ritrovare qualcosa? E' già difficile non perdersi. E poi, tutta la zona è in ... Come si dice? 'Black out'. Per fortuna non siamo in mezzo alla città: chissà che confusione. C'è confusione anche di notte, lì: e appena scende un po’ d'acqua... 


Fortissimo un tuono.


L'ALTRO Qui invece è bello, architetto. Di giorno, col tempo buono: chissà che spettacolo. Complimenti.


Pausa.
L' Uomo è ancora nella stessa posizione. Gli occhi verso l'alto.


L'ALTRO Cosa dice, architetto? Non riesco a sentirla.

L'UOMO Io sì. si controlla, assume un tono quasi eccessivamente formale E non sa che gioia possa darmi la sua voce.

L'ALTRO con tono analogo Ah, molto bene. Grazie.

L'UOMO Ora, per favore, mi tiri fuori di qui.

L'ALTRO Una parola... Come si fa? Non si può!

L'UOMO Non... Si può?

L'ALTRO Sì, c'è il 'black out'. E magari, finché non finisce il temporale, la corrente non torna.

L'UOMO Lei scherza? O è pazzo?

L'ALTRO Pazzo? Per niente! Ma allora mi dica lei cosa devo fare... vuole che vada a chiamare qualcuno?

L'UOMO allarmato No, no, per carità. Resti qui.

L'ALTRO Intendo dire... Esco solo per cercare qualcuno. si guarda attorno e vede il telefono Oppure, ecco: posso telefonare!

L'UOMO Bravo, bravissimo. Chiami chi vuole, ma presto. I vigili del fuoco!

L'ALTRO Toh! E' buffo cerca proprio di loro: vigili del fuoco eh, con questa acqua!
L'Altro va al telefono e solleva la cornetta.

L'UOMO Allora?

L'ALTRO Brutta notizia. Era prevedibile. Anche il telefono, è isolato.

L'UOMO Accidenti accidenti accidenti!!!

L'ALTRO Beh, adesso tornerà.

L'UOMO nervoso Cosa?

L'ALTRO La corrente. O la linea telefonica.

L'UOMO Ah! Ah! Ah! una inattesa risata. Ma sono solo nervi E cosa vuole che faccia: che aspetti qui, tranquillo, fino ad allora? Magari un'ora... batte col capo sulla parete O due... due colpi O tre... tre colpi Oppure una scarica di colpi. Grida. No! Lei mi tirerà fuori di qui! Subito!


Pausa.
L'Uomo si gira ed appoggia il peso del corpo sulla fronte addossata alla parete.


L'ALTRO flemmatico Eh, ma non deve scaldarsi così.

L'UOMO Scaldarmi? No, non mi scaldo!

L'ALTRO E no: se lei fa così, le persone le fa scappare, da casa sua.


Pausa.


L'UOMO cambia tono Mi perdoni. Gliel'ho detto. Sono... Agitato. 

L'ALTRO Capisco che lei sia... Agitato. D'altra parte, ne avrebbe ogni motivo.. Specie se non fossi qui io. Almeno, però: quelli che sono i fondamenti della buona educazione, vogliamo mantenerli? E' proprio in certe situazioni, che si vede... Ha presente il principe d'Inghilterra? Avrà visto, no? Ogni volta che qualcuno cerca di ammazzarlo, lui resta lì, impassibile...

L'UOMO Impassibile... E' che a me sembra così strano... Assurdo. 'Impassibile'. Io non prendo mai l'ascensore.

L'ALTRO Mai... Mai?

L'UOMO Mai!

L'ALTRO Eppure lei, architetto, è in un ascensore.

L'UOMO Lo so, maledizione, lo so. E' proprio questo che non capisco. Come ho fatto?!?

L'ALTRO Forse ha premuto il bottone di chiamata, ha atteso qualche istante, poi ha aperto la porta. Eccolo, dentro. breve pausa Mi perdoni lei, ora. Un banale scherzetto.

L'UOMO Sì, sì... scherzi pure, certo. E' che io... io soffro... di claustrofobia: lei sa cos'è?

L'ALTRO Ecco: claustrofobia! Certo che lo so. Proprio stamane, ero in bagno, spulciavo le parole crociate. C'era scritto: "Insofferenza morbosa ai luoghi chiusi". Tredici lettere. Ecco: e non mi era mica venuta in mente, oggi!

L'UOMO Lei non lo sa. Non può saperlo. E' il terrore assoluto. E'... è sempre lì, mi sente?


L'Altro illumina il divano e vi prende posto, saggiandone la confortevolezza.


L'ALTRO già seduto Sono qui, architetto. Anzi, posso... posso sedere?

L'UOMO Sedere? Certo, quello che vuole. Tutto! Lei è.. Un angelo! 

L'ALTRO si alza di scatto, come sorpreso Un angelo, io? sorride No, architetto. Un angelo, io, no...

L'UOMO Sì. Lei mi tirerà fuori di qui. Deve solo andare giù... Vicino all'ingresso di servizio. Prima si assicuri che la corrente non sia tornata. Provi a riattaccare l'interruttore generale. 

L'ALTRO Inutile. senza muoversi Vedo fuori. Perfino i lampioni della statale, laggiù... E' ancora tutto spento.

L'UOMO Quali lampioni? Si sbaglia. Dalla finestra del salone non si vedono i lampioni pubblici...


Pausa.


L'UOMO Comunque, deve solo passare per la porta a vento e fare tutto il corridoio e... Lei lo sa già, no? Ci sarà passato: è lì, vicino all'ingresso.. Ma lei da dove è entrato: da quale parte? Chi è?

L'ALTRO con estrema calma Su, non si agiti... Da dove vuole che sia entrato?...

L'UOMO Cristo! Ah. ride nervosamente Non le ho neanche chiesto: lei chi è? Come ha fatto ad entrare a casa mia?

L'ALTRO Piuttosto semplice. La porta è aperta.

L'UOMO Aperta?

L'ALTRO Sì, aperta. Non ho nemmeno provato a suonare... Non c'è corrente.

L'UOMO Vero, già, è vero che era aperta. Stavo caricando in macchina le valigie. Ero risalito a prendere quest'ultima. le dà un secco calcio La più pesante. Piena zeppa di libri. Come un pazzo mi sono fidato... Prendere questo maledetto trabiccolo. ora dà un calcio ad una parete.

L'ALTRO Sì, forse non avrebbe dovuto farlo. 

L'UOMO Ero stanco.

L'ALTRO Questo l'ho capito. Ma tanto più se era stanco... Io non mi riferisco al fatto di aver preso l'ascensore. improvvisamente animandosi, prende a camminare Questa sua idea, via: partire così, in piena notte...

L'UOMO Lei che ne sa?

L'ALTRO Che voleva partire in piena notte?... Ma se è lei che mi dice che stava caricando...

L'UOMO Avevo le mie ragioni! Lei, che ne sa del perché mi stavo muovendo io?

L'ALTRO Certo non per raggiungere la sua famiglia. 

L'UOMO allarmato La mia famiglia?

L'ALTRO Sì, troppo lontano... Sono a Saint Moritz, no? Hotel 'Enegadina'.

L'UOMO urla Come lo sa? Chi è?

L'ALTRO No, no, stia calmo. L'educazione, credo di averglielo già detto: è alla base... E poi: o lei si fida, o non si fida ... Si fida?

L'UOMO Ma certo, certo. Di cosa non dovrei fidarmi?

L'ALTRO Ora ragiona. Tutto è così semplice! Io sono qui, una lampada elettrica in mano. L'ho mossa, per caso. Ho visto, appeso sopra al telefono, questo biglietto in evidenza. prende in mano un bigliettino Scritto da mano femminile: “Hotel Engadina, Saint Moritz". Segue numero telefonico. Ed un dolcissimo: "Chiamaci spesso. Baci". Non è di sua moglie, forse?

L'UOMO Sì.

L'ALTRO Ecco! Di chi altri avrebbe potuto essere? Perciò, vede: tutto torna. 

L'UOMO Ma sì, mi scusi. 

L'ALTRO Gran bella donna!

L'UOMO Chi?

L'ALTRO Sua moglie.


Pausa


L'ALTRO Mi scusi lei, stavolta. Proprio qui accanto, come lei sa: c'è una foto di lei con sua moglie. Immagino.

L'UOMO Immagina bene.

L'ALTRO Complimenti!

L'UOMO Sì, sì, la ringrazio. Ho capito che ho una bellissima moglie, grazie.

L'ALTRO Non deve mai essere così affrettato. Non mi ha compreso per niente. D'altronde, io sono un tipo che non ama ripetersi.


Pausa.


L'ALTRO Dicevo a lei... Complimenti, a lei, architetto! Anche lei è un bellissimo uomo... Di quando è la foto?

L'UOMO Uhm... Due anni fa.

L'ALTRO Ed è rimasto uguale?

L'UOMO Certo: due anni...

L'ALTRO Non dica così, sa? Se penso a cosa sono stati per me questi due ultimi anni... Sapesse come sono cambiato. Dentro, e fuori. Ma lei no, si vede che è una persona sana... Mi corregga se sbaglio... prende in mano il portaritratto, osservandolo Lei è alto. Sì, sì: circa uno e ottanta... Scuro di capelli... Capigliatura folta... Sempre abbronzato. Ne magro ne grasso: robusto. Sempre elegante, vero? Il contrario di me. S'illumina scherzosamente mentre si descrive. Egli è esattamente l'opposto di come si descriverà Biondo, biondissimo... Carnagione chiara. Baffi. Piuttosto piccolo di statura e, ahimè, piuttosto grassottello... E già: dovrò proprio mettermi a dieta. prende da un vassoio, sul tavolino accanto al divano, un cioccolatino Uno di questi giorni. lo scarta A proposito di mangiare: potrei prendere uno di questi splendidi cioccolatini? lo tiene tra le dita, osservandolo Ma sì, se devo restar qui... Se le fa piacere, eh? mangia il cioccolatino.

L'UOMO Prenda quello che vuole. Purché poi...

L'ALTRO lo interrompe Quello che voglio? già deglutendo il primo cioccolatino, si osserva le dita sporche e le pulisce sul divano lasciandovi una riga scura. Quello che voglio? si guarda attorno. Afferra un altro cioccolatino. Lo scarta, lo mangia, si pulisce nello stesso modo Ci sarebbe l'imbarazzo della scelta, qui... A me, basta un altro cioccolatino.

L'UOMO Darei qualunque cosa, qualunque. Purché mi facesse uscire di qui. Se lei andasse...

L'ALTRO interrompendolo Ah, ma io non accetterei nulla. Ci mancherebbe! Nulla di nulla ! Da quando in qua, per compiere una buona azione, ci vuole una ricompensa? Una motivazione economica, un incentivo, per fare il proprio sacrosanto dovere: aiutare il prossimo!

Recita
"La parte migliore di voi sia per l'amico. 
Se egli deve conoscere il deflusso della vostra marea, 
fate in modo che ne conosca anche il flusso.
Perché cos'è il vostro amico, se andate in cerca di lui 
per uccidere il tempo?
Cercatelo invece avendo tempo da vivere."

L'UOMO in allarme Questa è una citazione... Proprio il brano che ho usato nel mio ultimo libro!

L'ALTRO Che coincidenza. Lei, scrive?

L'UOMO Sì, scrivo. 

L'ALTRO E cosa scrive?

L'UOMO Al momento... Principalmente biografie. 

L'ALTRO Bello!

L'UOMO senza entusiasmo sì.

L'ALTRO E... le pubblica?

L'UMO Il mio editore. Certo. 

L'ALTRO Vendono bene?

L'UOMO Sì.

L'ALTRO Sì, quanto?

L'UOMO Abbastanza.

L'ALTRO Complimenti. Dev'essere molto bello.

L'UOMO sempre con scarsa convinzione . Sì.

L'ALTRO D'altra parte, per permettersi una casa così... E poi, la macchina là fuori, è proprio una gran macchina!

L'UOMO La casa è di mia moglie.

L'ALTRO Ci abitate insieme!

L'UOMO Sì, sì, sì, sì. Tutto bello. Bellissimo. Sono tanto fortunato. Però sto rinchiuso qui dentro, e nessuno... 

L'ALTRO interrompendolo Proprio fortunato, sì. Ed anche il fatto che io sia qui... Via, in fondo, non è una fortuna?


Silenzio.


L'ALTRO Avanti, risponda, la prego. 

L'UOMO con sarcasmo Sì, una fortuna. 

L'ALTRO Davvero lo pensa?

L'UOMO calcando il sarcasmo Sì. Proprio un giorno fortunato, oggi. 

L'ALTRO muta improvvisamente tono Senta, non sono qui per farle del male. Se vuole, me ne vado. pausa Allora, è deciso. La lascio in pace, con se stesso. Non voglio darle fastidio.


Fa dei passi, fino ad aprire la porta a vento.


L'UOMO Cosa vuol fare? Via, la prego. Quale fastidio? Ma dove va? più forte Cosa vuol fare? più forte Cosa fa? urla Si fermi! Resti qui, la prego!!!


Pausa. L'Altro si ferma.


L'ALTRO E va bene.

L'UOMO riprendendosi Se non ci fosse almeno lei, credo che sarei già impazzito.

L'ALTRO Ah, bene. Allora non vuole che vada via?

L'UOMO in allarme Fermo! Sta scherzando, vero?

L'ALTRO Certo che scherzo. Lei è un uomo fortunato, gliel'ho detto. 

L'UOMO Già.

L'ALTRO Lei dev'essere un altro di quegli uomini sempre insoddisfatti, eh?

L'UOMO Ma no... 

L'ALTRO Sì, sì, l'ho capito. Uno di quelli che se non hanno successo, odiano il mondo che non li comprende. Quando poi lo hanno ottenuto, preferiscono credere che avrebbero voluto un altro successo. O magari un insuccesso. Che però gli avrebbe permesso di coltivare i propri desideri più alti, restando rigorosi, ermetici... Integri! Insomma: dei perfetti sconosciuti!

L'UOMO Forse, è così. So che può sembrare buffo. Eppure, eccomi qui. La valigia piena di volumi per studiare la storia di un nuovo grande personaggio storico. Che magari detesto.

L'ALTRO Ed invece lei... forse ironico, la voce lanciata verso il 'lirico' La poesia... la sua unica, vera, grande passione. Per la quale non necessitano valigie di libri: basta un foglio di carta, e una penna... estrae dei fogli Poeta, lei, sull'eremo di una cima innevata - meglio se anche tempestosa - a declamare versi ad una fanciulla che sta lì a contemplare lei, il Poeta - estasiata...


Pausa. L'Uomo è in attesa. L'Altro sta osservando i fogli che ha in mano. 


L'ALTRO Non parla più? Non risponde?... Non volevo prenderla in giro, sa? Al contrario! E' che ogni tanto, io stesso, butto giù qualche rigo... Dei versi... Vuole sentire? Oh, beh, lo so che se la avessi incontrata per strada, con tutto quello che ha da fare... Neanche si sarebbe fermato a parlarmi: figuriamoci ascoltarmi. Però, ora è diverso. 


Poggia gli altri fogli, trattenendone uno dal quale legge. 


L'ALTRO Titolo: (aulico) Il cielo, i tuoi occhi.
(fa una smorfia) "Il cielo, di notte,
mi mostra il tuo viso.
Non vado a cercarvi le stelle
Non il passaggio di alcuna cometa"
(interviene) ... In effetti, sarebbe lunga, l'attesa!
"Non il pallore dell'algida luna"
(interviene) ... 'Algida', magari, sa un po' di stantio!
"Non luci sognanti di satelliti o aerei"
(interviene) ... Perché, poi, sognanti?
"Il buio più nero, del cielo più nero, 
io cerco.
Perché una luce già c'è, sola per me:
la luce del tuo breve pausa sguardo".

Pausa. L'Uomo ha seguito la lettura in maniera agitata, spostandosi da una parte all'altra. L'Altro estrae di tasca un fazzoletto mostrandosi commosso.


L'UOMO trattenendo la rabbia tra i denti Come si è premesso? Quella è una mia poesia.

L'ALTRO con voce falsamente piagnucolosa Purtroppo. Lo so... Come vorrei averla scritta io... Se lei potesse vedermi: sono tutto bagnato. Prima la pioggia, fuori. Ora, questa poesia... 

L'UOMO E' come se la vedessi. Lei si sta prendendo gioco di me! 

L'ALTRO Beh, si arrabbia? cambia repentinamente atteggiamento, rimettendo in tasca il fazzoletto Mi scusi, se mi son preso la licenza di scherzarci un po’ su. 

L'UOMO Me ne frego, di quello che pensa lei delle mie poesie! Lei ha aperto la mia valigia!

L'ALTRO Valigia... sminuendo Valigetta!

L'UOMO Non faccia dello spirito. Lei ha violato una proprietà personale.

L'ALTRO Ah, ma quand'è così...


L'Altro appallottola il foglio e lo getta via. Muove alcuni pesanti passi verso la porta. 


L'UOMO Cosa fa? l'Altro si ferma ma non risponde Non faccia scherzi. La prego... Non mi lasci solo. picchia sulle pareti Non vada via. Risponda. urla La prego!!!


Pausa.


L'ALTRO E va bene. Mi fermo. Anzi, sempre col suo permesso, vorrei anche mettermi un po’ più comodo. In fondo, ho le scarpe che sono ancora zuppe! siede sul divano togliendo scarpe e calze. Appoggia tutto sul divano Ah, mi prenderò un bel raffreddore. Beato lei che, almeno, ha potuto evitare di stare fuori, con questo... Nubifragio. lunghissimo bagliore di un lampo Adesso sentirà che bel botto. fortissima, la scarica di un tuono Non la prendo in giro, sa? Anzi comprendo il suo disagio. Certo che però, anche starsene in giro con la macchina... Chissà dove voleva andarsene di bello proprio questa notte, così, quasi 'furtivo fuggitivo' dalla sua stessa casa, ove peraltro era già solo. Cosa doveva nascondere? Qualcosa, a se stesso? Allora è meglio, eh, più facile, col buio. Magari, raggiungere una focosa amante per trovarne le membra assopite ma già eccitate dal tepore notturno? Un letto già caldo, accogliente?... Senza neanche avere la forza, o la possibilità, di attendere la luce del giorno. O almeno che smettesse di piovere. Di piovere così forte! sembra guardare fuori Ma non finirà mai?!? Senta, so che forse sto abusando: devo assolutamente chiederle dov'è un asciugacapelli. Non che voglia farmi uno shampoo. Però devo assolutamente asciugare almeno le calze. Sennò, come faccio a rimetterle?

L'UOMO Cos'è che vuole?

L'ALTRO Un asciugacapelli.

L'UOMO Dio, questa è bella! duro E che Cristo se ne deve fare, lei, di un asciugacapelli? Se non c'è un filo di corrente in tutta la zona, se... breve pausa Che vuol dire?... Allora la corrente è tornata, laggiù... Ecco, lei adesso è in piena luce, ed io non ne so nulla e sto morendo qui, soffocato nel buio più scuro e...

L'ALTRO Si calmi, architetto. Le uniche luci che ci sono qui, sono questa mia torcia elettrica, e il bagliore dei lampi ... si fidi. Sa qual è il suo problema? Non si fida!

L'UOMO Allora, a cosa le serve un asciugacapelli? 

L'ALTRO Un lapsus. Senta, ragioni: se dentro l'ascensore è ancora tutto buio... E' tutto buio, vero?

L'UOMO Sì. Terribilmente. Dannatamente buio.

L'ALTRO Eccola la prova che la luce non è tornata.

L'UOMO Ha ragione, Cristo santo. Ma allora provi, provi! Forse la corrente è tornata davvero!

L'ALTRO Con questo temporale?

L'UOMO Sì. E qui abbiamo quel congegno... Ormai è obbligatorio. Norme comunitarie. Per la nostra sicurezza, dicono. Cristo, sembra un'assurdità: il salvavita, lo chiamano.

L'ALTRO Il salvaché?

L'UOMO Salvavita. Un congegno che stacca la corrente isolando ogni contatto... Ecco, anche se la corrente fosse tornata, nulla si riaccenderebbe, qui: finché qualcuno non spinge quel pulsante rimettendo in funzione il salvavita. 

L'ALTRO Ho capito. Un'altra fregatura del progresso.

L'UOMO E' possibile. Comunque vada subito a controllare. 

L'ALTRO Sì. Vado subito a controllare. Dov'è?

L'UOMO Mi ascolti bene. Deve passare la porta che c'è lì, dietro al telefono... Mi segue?

L'ALTRO Sì.

L'UOMO Percorra tutto il corridoio. Se lo troverà proprio davanti.

L'ALTRO Cosa?

L'UOMO L'interruttore generale, perdio! Ma dico: mi ascolta quando parlo, oppure cosa cazzo fa?...


Pausa.


L'UOMO Mi scusi.

L'ALTRO Ah, ecco. Stavo quasi per offendermi...


L'Altro si alza dal divano e si dirige verso la porta.


L'ALTRO Beh, comunque sia, voglio fare questo tentativo. Accontentarla!... Ora sono anche scalzo, sa? Mi verrà proprio un bel malanno: tutto per colpa sua!


L'Altro oltrepassa la porta. L'Uomo si lascia cadEre come un sasso sul pavimento. Il rumore costante di pioggia viene rotto per qualche istante dal fracasso proveniente da dietro la porta. Silenzio. L'Uomo, sconcertato, cerca di ascoltare. L'Altro rientra nel salone strisciando, con una smorfia di dolore. Il fascio di luce vaga liberamente seguendo i movimenti della mano che lo contiene. L'Uomo ha ora un orecchio appoggiato alla parete. 


L'UOMO Cos'è... cosa succede?


Pausa.


L'UOMO Ehi, risponda! La sento, sa?... Cos'era quel rumore? Sento come... Strisciare! E' così?... E' lei? E' lei?... Perché striscia?

L'ALTRO Ma chi vuole che sia?

L'UOMO Lei...

L'ALTRO Io.

L'UOMO Lei striscia... Perché?

L'ALTRO Di là... C'è un uomo... Sono stato... Aggredito! 

L'UOMO .... A...ggre...dito?

L'ALTRO Oddio, come la sento spaventato. Allora no, se la prende così, no! Volevo solo farle uno scherzo... Non c’è nessuno, di là. Solo noi. Di qua!

L'UOMO E allora?

L'ALTRO Mi vergogno un po’ di dirle... Mi sono fatto male, da solo, come un fesso!

L'UOMO Perché striscia?

L'ALTRO Perché?... Provi lei a fracassarsi una caviglia sbattendola su un dannatissimo inutile mobiletto e rotolare in terra... con voce cattiva Ma non glielo sapeva dire, a quella fottutissima troia di sua moglie, di non rimpinzare di ninnoli e suppellettili almeno il corridoio?!

L'UOMO Che c'entra mia moglie?

L'ALTRO L'avrà arredata lei, no, questa cazzo di casa?!... No, architetto?

L'UOMO ringhia, anche lui Perché non la smette di chiamarmi architetto?

L'ALTRO Perché mai dovrei, architetto?

L'UOMO Perché io non sono architetto.


Pausa.


L'ALTRO Ah! risatina Per quello! si rigira, sempre in terra, ponendosi comodamente supino No, no, guardi: che lei lo sia, o no, non ha alcuna importanza. Lei è senz'altro laureato.

L'UOMO Sì. Ma non in architettura.

L'ALTRO Ecco, vede? Lei è veramente laureato. E poi ha una bella casa, una bella moglie, una bella auto. Una bella amante, immagino.

L'UOMO La smetta!

L'ALTRO Sì, sì. Avevo già finito. Stavo solo per aggiungere: lei ha tutto bello!

L'UOMO Ugualmente, non sono architetto!!!

L'ALTRO Oh, ma la smetta. Lei è proprio un pignolo. Se non è tutto esatto, se non è tutto controllato, se lei non può avere il controllo assoluto di tutto, va in crisi... breve pausa Non pensi sempre a sé. Si metta anche nei panni degli altri. Insomma!!!

L'UOMO Cosa intende?

L'ALTRO Ma sì, ecco: un povero Cristo che la incontra, e che magari nemmeno sa il suo nome, come la dovrebbe chiamare, se non architetto?!


Pausa.


L'UOMO Ascolti. Anche se io non ci tengo minimamente. Allora, se lei ci tiene: mi chiami 'dottore'.

L'ALTRO con voce forzosamente incredula 'Dottore'?!

L'UOMO Dottore, sì: dottore!

L'ALTRO E perché dovrei sminuirla così?... Lei sa bene che nel nostro paese tutti chiamano tutti 'dottore'. Anche, soprattutto, quelli che non lo sono per niente. Perciò, io che la stimo, voglio chiamarla: architetto!

L'UOMO scuote il capo, incredulo e sconfortato Non è possibile!

L'ALTRO Invece sì. Dottore è poco, professore non le si addice, ingegnere figuriamoci... E poi lei, chissà: magari una volta ci avrà pure pensato, a divenire architetto!

L'UOMO colpito Sì, è così... Lei ha ragione! Mi ero anche iscritto... Per fare contento mio padre... Per fortuna ce l'ho fatta a seguire una mia strada, poi... 

L'ALTRO Ecco: lo vede? Lo vede perché la chiamo architetto?! soddisfatto Accidenti: me lo sentivo!

L'UOMO ... La sola volta che ho fatto veramente di testa mia... Senza la solita paura di offendere, deludere qualcun altro!

L'ALTRO Come no? Magari perché suo padre è morto. E lei ha cambiato strada. 

L'UOMO No. Non può essere. Lei chi è? E' incredibile che ancora non me l'abbia detto! Lei non può farmi credere che non mi conosce.

L'ALTRO Perché?... E’ vero? Eh, vera anche la storia di suo padre? Ecco: sono un genio, un vero genio! Va bene che non serve essere grandi psicologi... Era facile, in fondo: intuibile! Comincio a capirla, sa?

L'UOMO Cosa ne sa?... Cosa vuol capire, lei! La smetta! Se neanche io stesso... alterandosi Mi capisco... Come tutti! 


Pausa.
L'Uomo risiede, come acquietandosi. L'Altro va sul fondo - cammina benissimo- e guarda placidamente il contenuto degli sportelli del lungo mobile basso.


L'UOMO avvertendo qui rumori, sarcastico Così, adesso può camminare?

L'ALTRO Ah, grazie: mi avrebbe preferito su una sedia a rotelle per tutta la vita?


Silenzio.


L'ALTRO Mi parli di suo padre.

L'UOMO Perché?

L'ALTRO Lo ha nominato lei, poco fa...

L'UOMO Mio padre... Cosa vuol sapere?

L'ALTRO Quello che vuole.

L'UOMO Mio padre... Occhi azzurri e brillanti... Mi guardavano con durezza... Sembravano cristalli. Ghiaccio. Invece mi amava! Sapevo che mi amava. Credeva di fare così il mio bene. Guardandomi sempre in quel modo. Di forgiarmi. Rendermi più forte... Quando una carezza, un gesto, una parola di elogio... Mi avrebbero reso il bambino più felice, fiero, sicuro della terra, invece... Quanta insicurezza - il dolore fisico era il meno - da quelle punizioni... Per il minimo errore. A volte, neanche quello. Duro, giù, con la cinghia... Sempre più duro. Mai un 'bravo', se riuscivo ad essere il primo.

L'ALTRO E ci riusciva?

L'UOMO Quasi sempre.

L'ALTRO Vede che allora, forse, qui metodi non erano poi così sbagliati?

L'UOMO ride nervosamente Già, se il risultato è ciò che conta...

L'ALTRO Non lo è?

L'UOMO si tocca lo stomaco Il vero risultato si vede qui... Dentro... O qui, o qui, qui sfiora varie parti del proprio corpo.

L'ALTRO Mi scusi. Lei dice 'qui, qui, qui'. Ma io, da quaggiù, non posso vederla.

L'UOMO Le servirebbe vedere, per capire cosa dico?!

L'ALTRO Potrebbe aiutare... Come a lei, almeno. L'avrà aiutata sua madre, no? Se era sempre - o quasi sempre - il primo. Contenta, sua madre, no?... A meno che: ipotesi... Ella non fosse il tipo sempre assente, in disparte Succube.

L'UOMO Assente? Forse. Succube, proprio no... Estraniata, viveva in un mondo suo. Quando tornava, prometteva di portarmi con sé. "La prossima volta". Da piccolo ci speravo ancora... Sarei andato via con lei, tra le sue braccia calde, tuffandomi nel suo abbraccio profumato. Invece, mi ritrovavo ogni sera a rendere conto della mia giornata di scuola a occhi nei quali non riuscivo a leggere... E invece del profumo, l'afrore di sigaro o dopobarba, di cognac o... Papà, Cristo Santo: che cosa ti sarebbe costato abbracciarmi, solo per una volta?!


Pausa.


L'ALTRO Su, non si scaldi così. Magari... Magari suo padre era solo una persona riservata. Forse troppo, ammettiamolo. Però, lei è proprio sicuro di essere stato il figlio modello che lei rammenta?

L'UOMO Non ho affatto detto di essere mai stato un figlio modello.

L'ALTRO Però...

L'UOMO interrompendolo Però fermiamoci qui! A me interessa quello che sono ora. Adesso!

L'ALTRO Adesso? Non mi sembra, da quel che mi dice, che lei sia poi tanto cambiato.

L'UOMO con sorriso sprezzante Cosa dice? Io sono uno che si è fatto una strada, con le proprie mani, che... Cristo! Adesso non arrivi a farmi dire certe banalità!

L'ALTRO No, no: nessuna banalità. Anzi, voglio azzardare un'ipotesi. Così, per gioco... Scommetto che lei darebbe... Via, non dico tutto... illumina via via gli oggetti descritti Ma questo bel divano... Il tappeto - stupendo: cos'è, un 'buchara'?... Almeno un paio di questi bei quadri - ma le piacciono davvero? Anche questo qui? Bah!... Oppure, sia sincero: darebbe via tutti questi oggetti, e chissà quanti altri, per essere un poeta, libero e senza soldi: un giorno, una settimana, un anno della sua vita. E starsene, senza pensieri, in qualche bel posto con la sua segretaria. 

L'UOMO Non è per niente così... Intanto... Io non starei mai un anno in nessun posto, fosse anche il paradiso: un anno senza vedere mia figlia... La piccola, figuriamoci, ne morirebbe... E mia moglie? Crede che rinuncerei mai, a lei? Lei, signore, che non ne sa nulla, dà tanta importanza a quella storia... La segretaria, dice?... Vorrei sapere cosa ne sa, lei.

L'ALTRO Suppongo. Uno come lei: a cosa le servirebbe il successo se, via, neanche avesse una collaboratrice sensibile, intelligente, che le togliesse il peso di quelle piccole, noiose, inutili beghe quotidiane...

L'UOMO Ho commesso, sì, quest'imprudenza... una ragazza sensibile, cui tanto necessitava una guida... sarà qui ancora per poco, massimo tre mesi. La sto aiutando io stesso. Si trasferisce: fuori, all'estero, prenderà una laurea che conta, negli Stati Uniti! Io non la vedrò più, e già deciso. 

L'ALTRO Deciso, deciso... poi magari così, all’ultimo istante, uno decide di partire anche lui... per l’America! ironico Al cuor non si comanda... al cuore. Per non parlare del resto!

L'UOMO Non sia volgare!

L'ALTRO E perché? Non converrebbe, esserlo? Così: ogni tanto, anche solo per scaricarsi un attimo dell'ipocrisia.

L'UOMO Lei crede che le donne siano dei giocattoli nelle mie mani? Sbaglia! Sono donne più in gamba di lei, e di me!

L'ALTRO Ammettiamolo.

L'UOMO E', che lei, signore, è come mio padre. Tutto doveva filare secondo i suoi piani. Tutto liscio. Tutto come voleva lui. Allora, ha fatto bene mia madre!

L'ALTRO "Ha fatto bene", "mia madre"... Sempre a giustificarla. Povera donna: lei deve proprio odiarla!

L'UOMO Odiarla?

L'ALTRO Ma sì, via, lasci stare. Superi la faccenda, non stia a rodersi il fegato, a recriminare: è passato tanto tempo.

L'UOMO Io non la odio affatto! Io trovo che...

L'ALTRO Basta basta basta... Non ricominci a sprecare parole! Gliel'ho detto. Non sono e non pretendo di essere uno psicologo. Non sto analizzandola.

L'UOMO Sì, lei mi dice sempre chi non è. Ma chi è.

L'ALTRO Non cambi discorso. Affronti il problema. Sia sincero: sono anni che vede sua madre solo il giorno di Natale. Nemmeno per il suo compleanno. E di anni, adesso, comincia ad averne parecchi, sua madre. E chiederebbe solo una vecchiaia un po' più tranquilla della sua giovinezza, e maturità. Serena, ecco. pausa So, so cosa si sta chiedendo: la solita tiritera. "Come fa a sapere anche questo?"... Niente di più facile. illumina tutto in giro A parte che non vedo una sola foto di sua madre... Mentre ecco, qui, ecco suo padre... Il che dimostrerebbe che esserci punendo, è colpa minore del non esserci. Poi, accanto al telefono, qui, c'è la posta. Non che mi sia permesso di guardarla, ma c'è questo bigliettino che sbuca mezzo fuori. Cos'è? Quello del regalo alla 'adorata nipotina'? Dice che spera di poterla rivedere prima del Natale del prossimo anno...

L'UOMO ...Vorrei poterla odiare! Vorrei poter andare lì e dirle tutto quello che mi cova dentro. Invece... Quand'è Natale eccola qui con noi, a cena. E il giorno del suo compleanno, anche se non vado: non ho mai dimenticato di mandarle i fiori, mai una volta! Poi, il resto dell'anno non ci sono mai: sempre fuori, sempre via, se chiama lei! Una telefonata ogni tanto, sempre premettendo che ho fretta, che devo lasciarla. Neanche a mia moglie permetto di frequentarla... E' che io non so aggredire nessuno. Detesto l'aggressività. Paura di non sapermi controllare. Di non controllare qualunque cosa: me, per primo! Come potrei andar lì a sputarle in faccia tutto quello che mi ha fatto? O che non mi ha fatto!


L'Altro scatta in piedi. Va a rimestare nella valigetta.


L'ALTRO Voglio proprio vedere se almeno qui, in questo sacrario dove mette ciò che vuole sempre avere con sé... C'è qualche traccia di sua madre.

L'UOMO urla Lasci stare la valigia!

L'ALTRO Va bene, va bene... stia tranquillo. Ma ormai le poesie sono fuori, potrò leggere almeno quelle: magari una è per sua madre e...

L'UOMO urla picchiando sulla parete Basta! Non legga niente! Non lei! Non adesso!

L'ALTRO sovrapponendosi alla voce dell'Uomo, ad alta voce, ma senza rabbia, aiutandosi anzi ponendo le mani ad imbuto attorno alla bocca Ho capito. D'accordo. Giuro che non le leggo.


Con gesto tranquillo, mentre l'Uomo ancora sfoga la sua rabbia battendo colpi sulla parete, estrae un accendino dalla tasca e dà fuoco ai fogli che ha in mano.


L'UOMO Così, bravo, non legga! Sa cosa potrebbe fare, invece? Andare di là a controllare se è tornata la corrente; e le converrebbe farlo anche se si fosse fracassato ambedue le caviglie, e tutt'e due le braccia, o spaccata la testa in mille pezzi!!!


L'Uomo si accascia contro la parete. Con la mano libera, l'Altro butta in terra dei fiori secchi svuotando un vaso. Vi getta dentro le poesie che ormai bruciano completamente. Ne osserva il bagliore. Ne ascolta il crepitio. 


L'ALTRO Ecco. Ora le posso veramente giurare che non le leggo. Non le leggerò, mai.

L'UOMO ... Mi scusi... So che non aveva nessuna intenzione cattiva... Capisce, però, sono una cosa così riservata, per me. Non ha mai tentato nemmeno di pubblicarle. Ho paura. Tremo al pensiero di farle leggere. Mi riderebbero in faccia: sì, mi troverebbero ridicolo. E poi, perché esporre così, il proprio mondo? Al ludibrio di alcuni, ai falsi elogi di altri, ai pochi incoraggiamenti di chi crede in me... All'indifferenza dei più. E, finalmente, saprei che non sono un poeta. Niente più alibi per la roba che scrivo... Le prime volte che davo a leggere qualcosa di mio, pensavo, non so, che mi avrebbero insultato, detto: "Ma come ti sei premesso? Scrivere questa robaccia! E darla a me, per giunta: farmi sprecare il mio tempo!" Paura... di essere punito? Frustato, magari! Condannato per avere tentato: qualcosa di mio, tutto mio, solo mio.
Così, mentre consegnavo quei fogli, un insostenibile calore mi avvolgeva le tempie. Un sudore, dapprima lieve, si faceva largo sulla mia fronte, tra i capelli. Fino a sgorgare, giù, come un fiume. E il mio imbarazzo cresceva. Ora mi preoccupavano meno quei fogli. E’ al mio aspetto che pensavo: "Cosa dirà, questo signore? Cosa penserà di uno scemo il cui viso avvampa, diviene rosso, di fuoco..." E poi giù, quel sudore disgustoso!!!


Pausa.
L'Altro si è sporcato le dita con la cenere, e sta dando qualche personalissimo ritocco ai quadri alle pareti.


L'UOMO Lo ha visto... Quelle poesie non sono nemmeno battute a macchina. Scritte a mano, così. Le porto sempre con me. L'unica copia che ho. Se muoio io, che so... Mi piacerebbe scomparissero con me.

L'ALTRO Beh, però: almeno una copia, avrebbe dovuto farla! Potrebbe perderle, semplicemente: ed ecco andato, in fumo, tanto del suo lavoro... Sì, sarebbe veramente un peccato.

L'UOMO Io non so se sarebbe veramente un peccato. Per me, posso dire che equivarrebbe a perdere una parte di me.

L'ALTRO improvvisamente tagliente, la voce quasi arrochita sembra deriderlo "Una parte di me"... Via, non sia pomposo. Quale parte potrebbe perdere, con queste quattro.. Stronzate... Via, mi faccia il piacere. Ringrazi Iddio che ha trovato il modo di guadagnar bene, lei. gli 'aggiustamenti' ai quadri divengono ghirigori sempre più vorticosi e violenti Remi, remi finché ce la fa... Non stia a sognare... Cazzate, come quando era bambino. si gira, va verso l'ascensore, caricaturalmente imita la voce di un fanciullo "Mamma, mamma, mammina: quando torni, quand'è che vieni? Papà mi picchia! Papà, papà: quando torna la mamma? Ahi, no non ricominciare, non ho fatto nulla, ahi, ma perché perché perchéééé?" cambia improvvisamente tono: come un urlo tra il doloroso e l'irrisone Ma come è potuto accadere?!?


L'Uomo è in preda al massimo allarme. L'Altro comincia a lanciare lamenti da prefica. Parla veloce, ossessivo.


L'ALTRO Ahaa! Ahaaaha! ... Mi perdoni, mi perdoni... Io non avevo capito, che fosse così importante, per lei. E poi, come potevo sapere, poi? Come avrei potuto? Oddio, oddio, che disastro... Io le avevo qui, davanti a me. Non ho toccato la valigetta, no: Ho mantenuto la mia parola. Ma loro erano qui fuori, le ricorda, le sue poesie... Allora ho pensato quasi di farle un piacere. Sì, un po' ero irritato perché lei era stato così brusco, con me che invece son qui, paziente, ad ascoltarla... Ma non volevo. Lo giuro! E' solo che mi ha preso un po’ di nervoso. Ed io metto sempre una mano in tasca, quando sono nervoso... Perché però ho dovuto trovarci proprio l'accendino, oggi? Proprio io, che poi neanche fumo. Tutta colpa del mio buon cuore. Infatti vede, lo sa? C'era un uomo sotto la pioggia, sì, sotto un lampione, prima che tutto si spegnesse. Allora ho avuto pena di questo... Venditore di accendini, tutto bagnato... Ho comprato... Sa cosa? voce roca e cattiva Tanti stronzissimi fazzolettini di carta che non userò neanche per nettarmi il didietro... Inutili pupazzetti di finto 'peluche' che ho gettato dal finestrino appena girato l'angolo perché sono così orrendi che non li augurerei neanche al più derelitto bambino affamato del Ruanda... E poi... Un'intera scatola di accendini. Colorati. Blu, bianco, rosso... Ecco, questo rosso lo avevo messo in tasca. Forse, chissà, in caso si scaricassero la batterie... Il destino! Lo vede, il destino? ... E' lui che ha fatto sì che io prendessi l'accendino - la fiamma è apparsa al primo tocco: incredibile, non succede mai! - accostassi la rossa lingua di fuoco al primo foglio e - zac!, anche questo non succede mai - frr frr frr tutto ha cominciato a crepitare era così bello era così bello era così bello... con un'aperta invocazione plateale Mi perdoni, la prego, oppure mi punisca. E non abbia pietà di me!


Pausa.
L'Uomo cerca di riprendersi dall'ansimare agitato causatogli da quell'inquietante monologo. Parla con voce piana, troppo calma.


L'UOMO Io?... Perdonare lei? Lei che sta qui ad aiutarmi... con un'alzata di spalle ed un sorriso forzato Bruciando le mie poesie. ride nervoso Ha fatto bene. Grazie. Mi ha liberato da un peso. Enorme. Invece, ora: finito! Tutto maledettamente finito.

L'ALTRO Davvero mi perdona?


Silenzio. L'Uomo ha un lampo negli occhi. Colto da un'idea. 


L'UOMO Sì. Ma per ottenere il perdono completo deve tirarmi fuori di qui!...Sento che non posso più restare qui dentro ... Davvero. sospira e si tocca la gola Come da bambino. Non potevo nemmeno giocare a nascondino. Una volta dei miei amici vollero nascondersi in una grande cassa. Io li seguii. Volevo sconfiggere la mia parte debole... Superarmi. Una scommessa: contro me stesso... La paresi. Stavo per morire. Cominciai ad urlare, fummo scoperti. Ed i miei amici, mi picchiarono.

L'ALTRO con voce fievole Però: per un gioco...

L'UOMO Gioco? Niente è un gioco. Nulla mai. 

L'ALTRO Perché dice così?

L'UOMO In ogni singolo episodio che ci accade, c'è la chiave di tutto. In quell'eccessivo, assurdo terrore, c'erano già le mie paure, le mie incapacità: quelle passate, quelle future.

L'ALTRO E' vero, ha ragione... E allora cosa mi ha preso, a me, quale malessere nascondo: per comportarmi come mi sono comportato prima, qui? Dio, Dio come mi vergogno. Ho bruciato le sue poesie, e... Non solo: ho... Ho sporcato il suo divano. Niente di grave, lo so, ma ... Se è come dice lei... Ed è come dice lei, allora? Cosa significa? Io, io che domattina sarei dovuto venire a prenderla, con l'auto da lei prenotata...

L'UOMO L'auto?

L'ALTRO Sì, sono l'autista della 'Breath of Heaven'.

L'UOMO Quel nome buffo. Sì. Ho lasciato la mia solita agenzia, perché quel nome mi ha... incuriosito!

L'ALTRO Tutto calcolato. E lei aveva chiesto un'auto per questa mattina alle nove. 

L'UOMO Sì... Comunque, quand'ho deciso di partire, ho pensato che avrei potuto chiamare, alle otto, e disdire...

L'ALTRO Sicuro, Non si preoccupi per quello. E' colpa mia. Io son venuto... Beh, dire soltanto, 'troppo presto' sarebbe ridicolo... Non so casa avevo... Non riuscivo a dormire. Sapevo di dovere recarmi qui. Dio, un'altra di queste ville! Zona per ricchi, certo... Solo i ricchi, vado a prendere io: "Buongiorno Signore, dove vuole che la accompagni? Sì: benissimo". Le mie ore, il mio tempo sprecato per fare largo ai desideri, alle necessità degli altri. E le ore peggiori non sono quelle alla guida. A volta è faticoso, sì, ma il tempo passa. Quando devo attenderli, però: il tempo non passa più. Sento la mia pelle che inaridisce, mi sembra di sentirla scricchiolare: s'indurisce, come pergamena. Invecchi. breve pausa Oppure mi guardo gli occhi, giro lo specchietto retrovisore: eccole, le mie palpebre sempre più pesanti, le rughe ai lati. La vita s'indebolisce. Invecchi, anche lei. Ed io, sempre lì ad attendere... Non so quale sia stato l'impulso. Ho sentito che dovevo venire qui, a vedere. Vedere dove vivono i ricchi, I ricchi, quelli che possono disporre del loro tempo. I privilegiati. Che hanno libertà di decidere: Saint Moritz coi miei, o... Che so? Londra con la mia 'fidanzatina'. Eh, no: un'occasione troppo ghiotta: proprio la sua auto, sotto il patio, il cofano alzato. E la luce, e la porta aperta... Non ho resistito. Lo so. Senza giustificazioni. s'inginocchia battendosi il petto Mea culpa. Mea culpa. Mea maxima culpa. E qui dentro, poi, tutta questa roba. E lei, che domani mi avrebbe guardato con disprezzo: "Eccolo là", mi son detto. "Almeno per una volta, finalmente uno di loro ha veramente bisogno di me! Perché sono io, il più forte, E' nelle mie mani, adesso..." forte, con improvviso sbalzo di voce "Quel grandissimo fottutissimo porco. E pezzo di merda!" di nuovo umile, ma concitato Mi perdoni, la prego, se ho anche pensato una cosa così... Orribile. Perché? dopo una vita onesta.. Tanti anni di servizio. Una famiglia... Ed ora non ho che un timore. Non mi denunci, la prego. Non protesti con la mia ditta. Sarò io, col mio sudore, a riga parla di ogni danno subito... Dalla sua casa. breve pausa Per le poesie, purtroppo, è tardi!

L'UOMO Già. E' tardi... Sono bruciate... tutte? l'Altro fa cenno di sì, col capo, come se l'Uomo potesse vederlo Ho capito. pausa Il nostro è il paese dei poeti... Mancati! Tutti scrivono poesie, nessuno le legge. Nessuno le compra. Tutti, però, amiamo crederci geni, E la fuga dalla realtà, a volte, aiuta a sopravvivere. Anch'io, volevo sopravvivere, scrivere qualcosa che restasse, immortale... E non è il più cretino dei pensieri, questo? Così falso... Lei ha bruciato: ecco, sì, un falso! Il più ipocrita dei miei rifugi. amaramente ironico Dilettevole diletto da dilettante... La poesia non è mai stata il mio credo, la mia occasione perduta. Via!!! Il sangue non mi bolle quando leggo poesie... Io prendo un pugno allo stomaco se apro un quotidiano, o un settimanale d'opinione, e rivivo quegli attacchi diretti, duri, senza mezzi termini a chi gioca sulla nostra pelle: politici cialtroni, industriali senza scrupoli, finanzieri corrotti. Non si rifugiano a celebrare illustri personaggi, loro: scrivono dell'oggi, nomi e cognomi... Non sono le mie poesie che dovrebbe leggere... Scrivo pagine di cronaca e di commento così dure che mi spaventano... Sì, mi fanno paura. Proprio così. E infatti non le darei mai a nessun giornale, a nessuna rivista. Strappo quello che ho scritto. Tanto, se non appaiono subito, non hanno più senso. Ed io non potrei mai riconoscermi in quegli attacchi: starei male, io non potrei sopportare le mia... Aggressività... Il mio... Coraggio... Se avesse letto quegli articoli avrebbe compreso la mia filosofia. Io la penso come lei. Io sono come lei. Io me ne frego di questa cazzo di villa che neanche volevo, in questo posto irreale ed artefatto con gabbie infernali come questa in cui mi trovo rinchiuso... Solo! E al diavolo le vacanze a Saint Moritz: sono anni che non riesco ad andarci. perché forse non mi va. In mezzo a quegli idioti che sciano col cellulare nella giacca a vento!... Io la comprendo, sa? Lei è mio amico.

L'ALTRO Amico? Cosa dice? Quando vedrà cosa ho combinato, mi odierà!

L'UOMO Al diavolo il divano: quand'esco di qui voglio sedere per terra! Al diavolo quei quadri: ha ragione lei, neanche mi piacciono. Sogno una stanza piena di banalissime riproduzioni di tutti i dipinti preferiti. Il mio vero museo, sarebbe! Se penso che ognuno di qui quasi vale mesi del suo stipendio... Che giustizia e? Lei fa un lavoro certo meno... Piacevole del mio che, piacevole, sotto certi aspetti lo è! Anche se, prima di farcela, ho dovuto lottare... Più che lottare... Subire... In fondo son stato anche fortunato. Oppure, è vero che abbia 'doti naturali', talento, però... Anche io ho dovuto svegliarmi all'alba per accompagnare qualcuno di cui non mi fregava nulla. Che magari: detestavo, sa?... Mi sente? No, dico: ci crede?

L'ALTRO Sì. Lei è generoso, a mettersi nei miei panni. Perché lei sa quanto essi non siano comodi...

L'UOMO Invece, sarei disposto a provarli, sa? Perché potrei scoprire che sono quelli di un amico. Certo, che ci volesse una situazione come questa per... Lo sa che sono anni?... No, credo di non aver mai parlato così con nessuno. Così, come con lei. In tutta la vita.


L'Altro ha come una crisi di pianto, ma cerca di trattenerla. Col fazzoletto tenta di ripulire il divano. La pioggia ha assunto un ritmo costante, fitto. Il temporale si è allontanato. Primi bagliori di luce naturale.


L'ALTRO come farfugliando Com'ho potuto? Com'ho potuto? forte Lei è un vero signore. D'animo. E più dice così, può mi fa sentire un verme... Non mi dica: 'amico'. La prego. E' davvero troppo. Per i miei breve pausa miserrimi meriti. 

L'UOMO No, no: perché? Forse, quello che ci sta succedendo, ha un senso! silenzio E' così strano... così incredibile! Io che avevo organizzato tutto così bene. Come sempre... Poi, una telefonata. "C'è il temporale, ho paura. Qui, sola, nel nostro letto" ... La folle idea di mettermi in macchina nonostante tutto. E raggiungerla. come illuminato da un pensiero Lei! Lei si stupirà, non vedendomi. E certo verrà qui, a cercami. Vedrà la mia auto ancora in giardino e... 

L'ALTRO interrompendolo E no, dottore... Architetto: senta, non ci riesco con quel 'dottore'. Io devo chiamarla 'architetto'... La sua auto non ci sarà. Perché, vede, col temporale... La mia si è fermata. Sono venuto con quella... Personale, un vero ferro vecchio... Allora, naturalmente solo se non le dispiace : mi vedrei costretto a prendere la sua. Non le dispiacerà?... Poi, gliela riporto.

L'UOMO terrorizzato Ho capito. Ho capito la sua tattica. Lei vuole fare scomparire ogni traccia di me. Vuole che muoia qui dentro... Ha paura che io la denunci! Ma mi creda: non m'importa delle poesie, della casa, di qualsiasi stramaledettissima co-sa!!! Io voglio uscire di qui. La prego!... inspira profondamente. Sta cercando disperatamente di calmarsi, e giocare una nuova carta Lei è, come dire... Soltanto 'caduto in tentazione'. Può capitarle benissimo. Io la capisco. Non si preoccupi. E' una dinamica comportamentale che può scattare in situazioni particolari come questa, che ha semplicemente fatto esplodere la sua conflittualità che... usa un tono che non riesce ad apparire sincero.

L'ALTRO La smetta, la smetta: non continui, la prego. La prego. Non ricominci coi suoi sospetti. Lei così non mi mortifica: mi pugnale!

L'UOMO Scusi, scusi. Ha ragione. E' che io non ce la faccio, qui dentro. Gliel'ho detto. Impazzisco!

L'ALTRO E allora? Anche tutte le sue belle parole, dette finora? 'Amicizia', 'pietà', 'dolore'? Poi, invece, se ne esce con certe frasi... Da manuale... La sto capendo. Sempre meglio, ci crede?... cambia tono, esibendo di nuovo sicurezza Lei è uno di quei tipi... Sì.. Sempre indaffarati. Mi permetta di tentare di conoscerla meglio. Ha detto lei che stiamo per diventare amici, no?... Scommetto che lei va sempre di corsa, temendo di perdere qualche appuntamento con la vita. Così finisce per prenderne troppi, di impegni: e arriva sempre in ritardo! Si agita, guarda l'orologio, maledice il tempo perché ha paura di non fare in tempo. E quand'è lì, di nuovo sbircia l'orologio preoccupato di non fare in tempo per il prossimo incontro! breve pausa Non è vero?

L'UOMO Sì, mi succede... E' che non riesco a vivere, a godere il presente. Accettarlo. Se leggo un libro, o peggio se lo scrivo: penso già al prossimo, a quello che non scriverò mai. E quando l'ho terminato, cerco subito un altro contratto. 

L'ALTRO Ha paura di restare senza lavoro, proprio lei?

L'UOMO Ho paura di restare solo con me, con la mia vita, i miei pensieri, le mie pagine bianche... Parlare di me, del mio mondo, delle mie cose... A chi può interessare? Il mondo... Di un incapace. Uno che non sa vivere.

L'ALTRO Incedibile! Se non lo avessi sentito con queste orecchie... Su, facci un bel sorriso: forse è un po' esaurito. Stanchezza. Pensi alle sue fortune. Troppe, potrebbe perfino dire qualche maligno! Ed il mondo è pieno di gente cattiva, sa?

L'UOMO Sì.

L'ALTRO E allora! Tenga le sue energie per loro. Combattili, schiacciarli!

L'UOMO Ho sempre avuto paura di vincere... Vincere veramente. 

L'ALTRO Forse, lei è semplicemente molto beneducato. 

L'UOMO Non c'entra, l'educazione... Due giorni fa, il mio cane ha quasi sbranato un gattino dei vicini.

L'ALTRO Ah, beh: cane e gatto...

L'UOMO Invece no. Ho sempre voluto che i miei cani ci andassero d'accordo. Basta abituarli, da piccoli... Il gattino siamo riusciti a salvarlo. Ma io, da allora, odio il mio cane. Con lui, grazie a Dio, ci riesco. E’ già un successo. Ma è solo un cane.

L'ALTRO Già. Talvolta le sarebbe utile provarci cogli esseri umani.

L'UOMO Trovare il sistema per liberarmi da quel calore alla testa, quel cerchio di fuoco che mi costringe a sudare, qui... si tocca il capo Caldo, come un'esplosione. L'esplosione che non mi riesce di buttare fuori!

L'ALTRO BUM! BUM BUM BUM !!! Lo faccia, ci provi!

L'UOMO Se esplodessi, se perdessi il controllo... Riuscirei ad odiare i miei genitori.

L'ALTRO Ma li lasci in pace! Ci crede, se le dico che io ho avuto un'infanzia... Per molti versi... Identica alla sua? silenzio E allora? Passaggio obbligato, non lo sa? Poi, si comprende... Le storie, risalendo, son sempre uguali. Quasi. Ciascuno di noi avrebbe almeno un buon motivo per odiare i propri genitori. O, al limite: uno dei due. E così, dai tempi di Edipo. E prima, ancora. ride Ah, pensi, pensi come dovevano essere incazzati i figli di Adamo ed Eva! "Papà, mamma!", gli dicevano: "Se non era per il vostro peccato, ora stavamo anche noi in quel Paradiso!". Ma Adamo ed Eva rispondevano, all'unisono: "Piccoli imbecilletti: se non fosse stato per il nostro peccato, voi oggi non sareste neanche qui, ora, a rompe le scatole a noi!". E allora, giù dubbi insolubili, e conseguenti complessi. Amare chi ci ha dato la vita, od odiare che ha fatto di tutto per rovinarcela? Eterno dilemma! 


L'Uomo si accuccia in terra con la testa tra le mani.


L’UOMO Tutto così incredibile. Io, qui dentro. E lei, tutto il resto... La nostra vita! Tutte, le nostre vite... urla A che cazzo servono? Cos’è che ha senso? Quale? Per cosa? Perché?! Queste mie mani... Non sono più: lisce... I miei capelli: cadono... Gli occhi: proprio oggi non son riuscito a leggere da un vecchio libro che... Dovrò farmi controllare la vista... E la notte... dà un pugno contro la parete Sto invecchiando, santoddio, sto invecchiando. Ricordo che mi dissi: “Ora non sbagliare più. Non sprecare il tuo tempo: metà della tua vita, è andata”. Sono oltre quella soglia. Metà delle mia vita, è passata. Che devo fare? Star qui? Attendere. Cosa? Cazzo, e qui dentro non posso neanche muovermi, ecco: sto sprecando ore della mia vita. Quante me ne restano, qui dentro, e poi, fuori?! Ho fatto dei calcoli... Una volta li ho fatti: ma si sa, è inutile, la vita e insondabile... E’ questa, già, la mia morte? Che Cristo: mi sballerebbe tutti i conteggi! Anticipare le ore in cui dovrò stare, poi, dentro una cassa, dentro un loculo simile a questo. forte Vogliamo provare a contrarle, eh? più piano Diciamo... Neanche quei cazzo di ‘computers’ ci riescono, non è così?1 Come si fa a contare l’eternità? Vogliamo provare a dire: un miliardo di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi... Uaaauh! un urlo strozzato, poi il tentativo di calmarsi . L’ho sparata grossa, eh? Cifra impossibile anche da immaginare. Eppure è nulla, rispetto a quello che sarà... Eterno? Cristo, e la cosa che più mi dispera non è: morire. Chi se ne frega, di morire nel senso di finire, annullarmi, svanire. Essere solo una goccia che si ricongiunge all’oceano. Questo, anzi, lo preferirei. Il mio terrore è inverso a quello predominante. Mi atterrisce il solo pensiero che davvero ci sia un aldilà. come un’incitazione Dio, che almeno non sia quello dei cristiani! Come potrei starmene, fottutissima anima rottainculo, a bearmi della luce di Nostro Signore?! Per quanto? pausa. Come a scacciare il silenzio, comincia a gesticolare, fingendosi festoso Che me ne frega dell’inferno? Quale inferno più grande di un’esterna attesa che non potrà mai portare a nulla? leva un immaginario calice Brindo al finito! In culo l’infinito! recita 
Saltare, ballare e giocare. 
e bere vin bianco e vermiglio;
E non aver altro da fare
Che ridere, e scudi contare!
frenetico A me, però, piace il rosso! Voglio bere: portatemi del buon rosso! Voglio bere, scoppiare: vaffanculo il mi fegato, bleah, mostra la lingua com’è, è bianca? si spalanca gli occhi con le mani Ho le borse, sotto gli occhi? Il fegato, la pelle?!? beve un bicchiere, con gusto Ah, voglio starmene nudo! riprende a spogliarsi Nudo!

L’ALTRO Cosa fa? Su, la prego. Non si agiti così.

L’UOMO Che vuole, ora fa finta di preoccuparsi, dopo che non ha mosso un dito per liberarmi?! Lei, è come tutti gli altri.

L’ALTRO Ma la prego...

L’UOMO Lei non sa cosa vuol dire soffrire di claustrofobia! Lei non lo può sapere... Altrimenti, non si divertirebbe a prendersi così gioco di me.

L’ALTRO Cosa? No, io non mi prendo gioco di lei. E’ piuttosto il contrario. E’ lei che sta prendendosi gioco... Di se stesso! Si descrive in un modo... Dice e fa delle cose... Pensi che immagine si sarebbe fatta di lei uno che l’avesse ascoltata qui, oggi, per la prima volta. 

L’UOMO Proprio questo: non me ne frega più un cazzo! Però lo dica lei, lei, che impressione le faccio! 

L’ALTRO Io? Già, sì, io... Forse è la prima volta che la ascolto, forse no... Ma tanto io non credo troppo alle parole che vengono dette in certi momenti, certe situazioni.

L’UOMO Dovrebbe crederci. Non sono mai stato così sincero. Vero! 

L’ALTRO ‘Vero’m per lei! Affatto diverso dal vero assoluto. 

L’UOMO Vero assoluto? Cos’è il vero assoluto? Dove si compra? Dove sta?

L’ALTRO Vede? E’ d’accordo, allora, che lei non sta buttando fuori nessuna verità?


L’Uomo si blocca. Si appoggia alla parete, teso. 


L’UOMO Lei chi è? Cosa vuole? Perché si diverte a torturarmi? 

L’ALTRO E se fossi la sua coscienza?

L’UOMO La... che? 

L’ALTRO Sì: la sua coscienza. Cosa direbbe?

L’UOMO Che è una cazzata! E che non siamo in un racconto di Kafka!

L’ALTRO Ha ragione. Non sono una materializzazione di nulla. Tento meno la voce della sua coscienza. Sono perfettamente reale. In carne ed ossa. E so anche ballare, sa? Ah, potesse vedermi! esegue dei passi di tip tap Ha sentito? Son stato io. Passi di tip tap. Perfetti... Più o meno. Tanto, lei, non li ha visti. Almeno per questa volta, non potrà giudicare. 

L’UOMO Se c’è una cosa che mi astengo dal fare, è seminare giudizi. 

L’ALTRO Sugli altri. 

L’UOMO Sì, giudicare non mi piace.

L’ALTRO Ma con se stesso? E’ così tollerante, con sé?

L’UOMO No, è diverso... Con me! Perché dovrei esserlo? Come si può essere tolleranti verso se stessi?... Non si deve! “Ora fai questo, bambino scostati, soldato l’appello, togli le scarpe, il cappello, leggi quel libro, non perdere tempo, la medicina, devi studiare, ci hai messo troppo, saluta tuo zio, fai vedere le mani, è tardi, paga l’assegno, fermo non guardare. Non guardare... No: non guardare!!!” urla Aaaaaaah!


Silenzio.


L’ALTRO Scusi, mi tolga un’altra curiosità... Cos’è, che ha visto?

L’UOMO agitato Mi sono visto. Io. Così come sono. Ora. Non è il fatto di essere rinchiuso. Ah! riso nervoso Vuol saperlo? Starei bene, ci sto anche bene, qui. Sono ‘al sicuro’. Si stringe ‘a uovo’ Ma passivo: non posso controllare nulla. Non c’è una maniglia che possa aprire. Nulla. Devo restare così. Separato dal resto del mondo. Abbandonato.


Pausa.


L’ALTRO Io non l’abbandono. Mi sente? Sono qui. pausa Allora, chi è che la abbandona? Di cosa ha paura? Chi è che l’ha abbandonata? Ah, aspetti! Questo già me l’ha detto: sua madre. 

L’UOMO Cazzo vorrei fuggire. Sfuggire a lei, alle sue buone maniere, al suo perbenismo ipocrita, i suoi vestiti di sartoria, i suoi cappellini. ‘Fanculo’. Se solo riuscissi a dire: “Mamma... Mamma... Vaffanculo mamma! Sono io, tuo figlio. Mamma, ti odio. ‘Fanculo’!”.

L’ALTRO applaude Bravo, ha visto? Ce l’ha fatta. 

L’UOMO Vorrei farcela davvero. Forse, poi, smetterei di odiarla. 


L’Uomo si accascia nuovamente a terra. La testa tra le mani.
L’Altro si avvicina di nuovo alla valigetta, frugandovi.


L’UOMO Mi scusi... Che spettacolo indecente devo essere, per lei. 

L’ALTRO Cosa dice?

L’UOMO Ma sì...

L’ALTRO Oh, adesso mi pare lei stia proprio a preoccuparsi del meno... Io, poi, qui ci sto volentieri. Anche per me non è facile aprirmi. Per chi, lo è? Ed ascoltare... Poi, quest’ambiente mi piace. Mi sento curiosamente ‘a casa’. Lei ha tante cose belle estrae una busta dalla valigetta.


Pausa.


L’UOMO Perché, lo ha detto con quel tono?... Che c’è? Cos’ha trovato? silenzio Me lo dica. Le assicuro che non i arrabbierò. Lo giuro.

L’ALTRO Lo giura?

L’UOMO Ma sì!

L’ALTRO Giura giura giura?

L’UOMO nervoso sì, gliel’ho detto.

L’ALTRO Eh, no: lei si sta già arrabbiando... Ripeta, per favore: “Giuro giuro giuro che non m’arrabbierò”. E le dico cosa sto facendo.

L’UOMO Giuro giuro giuro che non m’arrabbio.

L’ALTRO Sul serio poi non deve arrabbiarsi!

L’UOMO Giuro. Può stare tranquillo.

L’ALTRO ... No, così: ho trovato per caso qualche foto...

L’UOMO in allarme Foto?

L’ALTRO Sì, foto interessanti. Potrei dire: molto, interessanti... Aiutano a capire. Capire come lei abbia potuto... Come dire... Perderci la testa... Una segretaria - qui è proprio il caso di dirlo - particolare... E le assicuro: per niente volgare. Nonostante tutto. Il tutto è riferito ad alcune pose quanto meno - posso dirlo? - scollacciate... Eppure non è mai volgare. Sa perché? Perché nei suoi occhi c’è amore. Si vede, che le vuole bene... Mi creda: sono felice per lei... Mi crede? 

L’UOMO Sì, le credo... Vede come son bravo? Non mi sono arrabbiato... Però son foto personali. Nella mia valigetta personale. Perciò, la prego, le metta a posto.

L’ALTRO Certo, sì, solo un istante. Anzi, scusi tanto, forse sono indiscreto ma, se lei fosse così gentile... Di sua moglie, non avrebbe nulla? No, voglio dire. Anche foto meno... Magari al mare, ecco: con due belle tettine di fuori. Tutto qui. Che male c’è? La cosa più naturale del mondo. Poi, al giorno d’oggi! Con tanta confusione che c’è, con tanto malessere. odio, dolore... Personalmente, ho sempre pensato che la visione di un bel corpo non possa che migliorare la tanto sbandierata, ma sempre disattesa, qualità della vita. E non faccio discriminazioni, sa? Per niente! Anche un buon nudo maschile: gran bello spettacolo. Non è d’accordo? Dei bei pettorali, qui, in fuori Addominali bene in vista, allenati, tirati: sintomo di forza, benessere Vita sana, dieta ferrea, volontà! Ma qualunque altro organo,sì: anche i piedi, via! Di uomo, di donna: possono essere talmente belli!... E il posteriore, sì, non le sembra che in certe foto... Grandi fotografi, eh? Prenda la pubblicità di modo. O di certi profumi. Ci sono uomini così ben - fatti - mi lasci dire - , che a paragone il culo - mi perdoni -, di una bella fica - mi perdoni di nuovo, sia gentile -, è, non vorrei dire un’eresia: quasi meno affascinante. Conturbante... La conturba, a lei? silenzio. Rimira le foto C’è poco da fare, sa? Questa donna mi eccita. E anche questa. afferra il portaritratti con la foto dell’Uomo con sua moglie, lo apre estraendone l’immagine, la osserva Lei... sua moglie. Ecco strappa la foto a metà, gettando via la parte dov’è l’Uomo Così è molto meglio. Da sola, da sola è affascinante davvero. Gran belle labbra! Che occhi! Dio, come la capisco, sa? E chi saprebbe scegliere, tra questi due doni del Cielo?... Non certo io... Se una non fosse la sua signora. E l’altra, beh, diciamo semplicemente: sua... Le confesserei che mi sto eccitando!... Sarà anche per via di questi quadri... Ehi, ma chi li ha scelti, questi quadri? Gesù, questo quadro qui ha un culo meraviglioso! Ma lei sceglie i quadri per il culo? fa una smorfia, come riflettendo intensamente Non sarebbe una cattiva idea, eh? Ecco: se avessi tanti soldi fonderei un ‘Museo del Culo’. O una ‘Galleria’, ma suonerebbe equivoco. Si potrebbero intitolare intere collezioni, al culo! Dai classici, fino a Schiele, Picasso, Modigliani. Culi di ogni razza e colore, forma e de-formazione, stile ed inclinazione. Io, personalmente, adoro il culo di Courbet. No, non del pittore, Gustave Courbet. Il culo del suo quadro, quello col pappagallo... Ah, adesso che ci rifletto: la donna è ritratta di fronte. Gran bel seno, però. E allora, non può che avere un retro altrettanto bello. Basta un po' di fantasia. Piuttosto, qualche tempo fa, ad una mostra, mi ero fissato su un culo di Francis Bacon. Tutto deforme, e maschile, per giunta! Che ne pensa: è grave? Bah! Oh, non mi dica che lei, in cuor suo, amerebbe quei culi espressionisti, urlanti dolore e sofferenza. No, lei preferisce qualcosa di più rassicurante! Le andrebbe bene un Felice Casorati? Magari, quello pieno e rotondo di 'Meriggio'? Chissà... mi sta venendo voglia... posso portare le sue foto? Faccio in un attimo. silenzio Bah, se non vuole rispondere, faccia come crede. Capisco che i miei discorsi possano averle dato fastidio. Ma che vuole? Quando ci si apre, ci si apre. Lei si è aperto, io mi sono aperto: ci siamo aperti. nel silenzio, osserva le foto. Usa ancora la lampada elettrica, ma il chiarore naturale sta per renderla quasi superflua. La pioggia prosegue fitta ma regolare, quasi un dolce accompagnamento Eh, sì. Mi sento proprio eccitato... e, visto che lei non parla, salirò un attimo su. Nella sua stanza. Voglio trovare qualcosa di sua moglie... che belle, tutt’è due! raggiunge la scala. 

L’UOMO urla, agitatissimo Il cancello!


L’Altro si ferma, rigirandosi verso l’ascensore.


L’ALTRO Il cancello, cosa?

L’UOMO Il cancello del giardino era certamente chiuso!

L’ALTRO E allora?

L’UOMO ...Se anche il portone di casa era aperto: lei come ha fatto ad essere nel mio giardino?!?


L’Altro volta le spalle e prende a salire.


L’ALTRO Tranquillo, non tarderò molto.

L’UOMO urla Lei non è di nessuna fottutissima agenzia ‘Breath of Heaven’! Lei è soltanto un ladro, un maledettissimo delinquente entrato qui per rubare! Ma le è andata male. Forse credeva che la famiglia fosse tutta in vacanza. Invece no: ci sono io! Io!!! Rimasto a fare da guardia: qui nella mia casa...


L’Altro si ferma, appoggiandosi alla spalliera.


L’ALTRO Ebbene, visto che ormai l’ha capito. Sì, nessuna agenzia. O meglio: sono anni che ho dato le mie dimissioni. Ero stufo. Conosco ormai le abitudini di tanta gente ricca... Tante casa, posti. Ho perfino dei doppioni di chiavi di casa. La gente è così fiduciosa, lasciano la roba nella auto: che ci vuole a fare un calco delle chiavi? Ma con lei neanche questo è servito. Volevo studiare la situazione. Ogni tanto passo all’agenzia, così, per salutare, e sbircio gli impegni. So di chi parte, dove va, quando bisognerà riprenderli... Ma la porta aperta, Dio, che bell’invito!
... Non mi faccia parlare ancora. Mi lasci salire nella vostra stanza. Tempo, ne abbiamo: non crede? 


Riprende a salire e scompare.
L’Uomo prende a muovere il capo a destra, a sinistra, verso il basso, tutt’attorno. 


L’UOMO Come un cane. Solo. In gabbia.



FINE PRIMO ATTO.



SECONDO ATTO

La scena è la stessa. L’illuminazione potrebbe essere quella del pieno giorno, ma appare eccessiva, irreale: troppo bianca, quasi spettrale. Il disordine e gli sfregi subiti sottolineano il senso di disagio. L’individuo nell’ascensore ha indossato l’impermeabile. Altri indumenti giacciono ancora a terra sopra la valigia. Lo vediamo seduto, senza scorgere il viso, la schiena appoggiata alla parete frontale.

VOCE Sembrerebbe stranamente quella dell’uomo. Proviene da una stanza oltre la scala. Basta, basta con le sue domande. La tua sfottuta esigenza di razionalità, di tutto comprendere, spiegare, analizzare. Tu – ma sì, diamoci del ‘tu’ – dovevi fare il chimico, altroché!… Poi dici che tu vuoi scrivere poesie, attacchi feroci al mondo intero! E’ giusto che tu rimanga ‘ricercatore’. Indaga, lì, per quelle tue biografie commerciali di merda che fanno schifo per primo a te!


Il viso di un uomo – è l’Uomo?! – si affaccia oltre la soglia, vistosamente truccato con rossetto, fard, ombretto, eccetera.


L’UOMO Oppure crea: liberati, sciogliti, fai quello che ti va. Alla luce del sole!


L’uomo – sì, potrebbe effettivamente essere lui, seppure così conciato… - appare in cima alle scale con un vestito da donna. Scalzo.


L'ALTRO esibendo una parrucca che ha in mano Cosa se ne fa tua moglie, di una parrucca? la indossa A meno che non l'abbia comperata tu, così: per metterla qualche volta... Lo sai che quest'estate, a Ibiza, ho incontrato il mio commercialista? Quell'omone coi baffi neri, un po’ calvo... Dai, che lo conosci! Beh, sai una cosa? Portava la gonna! Ed una parrucca come questa. I baffi, però, non li aveva tagliati. Che stravaganza i baffi! scuote il capo ed allarga le braccia. Mah! sospira Tua moglie deve veramente essere una bella donna. Alta, eh? Abbiamo quasi la stessa misura... Le ho preso un abitino. Solo un prestito, beninteso. Non andrei certo in giro conciato così. Però ogni tanto è bello, cambiare. E quest'aria fresca su per le gambe, non è male... Su, mi serviva semplicemente qualcosa di asciutto, e pesante. Se vuoi che resti a farti compagnia, dovevo pur cambiarmi! si annusa il vestito Che buon profumo. Proprio una femmina di gran classe. Non per farmi gli affari tuoi: ma come si fa a trascurare una donna del genere? Tradire, una donna del genere... Tu non hai rispetto per la donna, in genere. Sempre colpa di sarcastico 'mamma', no?

L’UOMO Sei andato su, prima? Cos’hai combinato? Vado su a vedere, ma se tu provi a uscire di là giuro sui miei figli che ti sparo!


L’uomo prende a scendere le scale. L’Altro – evidentemente dev’essere lui – è sempre immobile, nell’ascensore.


L’UOMO Secondo te, sbaglia più un genitore, o un figlio? E quando qualcuno è sia genitore che figlio: che fa, sbaglia sempre due volte?


E’ giunto ai piedi delle scale. 


L’UOMO Perché non parli più?... Apriti, su, apriti con me. Vorresti che fossi tua madre? Che ci fosse lei, qui, adesso: quella di venti, trent'anni fa... Avrebbe l'età che ho io, ora.

L'ALTRO Che di tutta la terra fosse proprio lei a salvarmi... Ma sì, sempre meglio di te!

L'UOMO Non dire così. La tua mamma soffre da morire. Credi sia facile, per lei, starti lontano? Sapere che al suo posto vorresti la tua amante, qui. O forse ti accontenteresti di tua moglie: sì, sarebbe il male minore si rimira il vestito - devo ammettere che almeno ha buongusto. Peccato, tu non possa vedermi!... Dai, scegli: chi vuoi che ti salvi, delle tre? O magari c'è una quarta cosa, che desideri. Chiedi! Io posso essere ciò che vuoi. pausa Su, gioca: puoi vincere la tua vita! Ma devi scegliere.


Silenzio.


L'UOMO Non è facile, eh?... Madre moglie amanti figlie e sorelle tutte a dire: "Chiamami. Pensami. Vieni. Vieni" Solo al telefono va via mezza giornata! si guarda attorno Che confusione. Aspetta, che la tua... La tua... La tua, ti rimette tutto in ordine. La tua: cosa? Ti vuoi decidere sì o no, a dirmi chi sono, io, per te?!

L'ALTRO Tu non sei niente. rabbioso Tu non sei nessuno. urla Tu non esisti. Nulla. Nulla! Io sono solo!!!

L'UOMO Ah, quando è così... cambia tono e toglie la parrucca con gesto stizzito siede sul divano e riprende a parlare allargando pacificamente le braccia Sai come dice mia moglie? "La mia più grande fortuna, è di essere orfana". Rimase senza genitori che era molto piccola.

L'ALTRO Sì, lo so. 

L'UOMO Lo sai?

L'ALTRO Lo so. 


Silenzio.


L'UOMO Adesso sei tu che stupisci me. pausa Come fai, a saperlo?

L'ALTRO Aveva dieci anni, scommetto. 

L'UOMO Non ricordo breve pausa Credo di sì. Più o meno. 

L'ALTRO Più o meno. 

L'UOMO Sì: più o meno. 

L'ALTRO Incidente, in barca, su un lago, no?

L'UOMO Questo non l' ho mai saputo. Non me ne ha mai voluto parlare... E poi, tu: come faresti a saperlo?


Silenzio.


L'ALTRO Perché questa è la storia di mia moglie. Tu, hai citato una frase di mia moglie: e lo sai benissimo... Hai letto un suo diario, su in camera: sicuro! O comunque qualcosa di mia moglie, e dici che è successo a tua moglie. Ormai ho capito il gioco.

L'UOMO Lascia stare i giochi. Te l' ho detto: le storie sono spesso simili. La tua, la mia, quella delle nostre mogli... Un giorno lo saranno quelle dei nostri stessi figli.

L'ALTRO Io invece so che le loro saranno diverse. Intanto, da quella di mia moglie: non contiamo di renderli orfani così presto. E molto dipende da te.

L’UOMO Da me? Ma te l’ho detto. Se solo tornasse la luce, potrei aiutarti!

L’ALTRO Sicuro che è tornata: mentre tu stavi lassù, a far chissà cosa… Vai a provare l’interruttore!

L’UOMO Ah, già! E chi ci pensava più: ora c’è una luce così bella, qui: stirandosi le braccia naturale 


L'Altro improvvisamente ride.


L'UOMO Sei di buonumore? Bene!

L'ALTRO Credo di essere sul punto d'impazzire. Tu, ora, nemmeno fingi più di volermi aiutare.

L’UOMO Non è vero.

L’ATRO Allora perché non vai…

L’UOMO interrompendolo E lascia stare quello stramaledetto interruttore! Ti prego non parlarmene più breve pausa Io ti sto aiutando.

L’ALTRO Lasciandomi morire.Nel terrore .

L’UOMO Tu non morirai. Sei forte, sopravvissuto finora…

L’ALTRO Sono sfinito. E devo fare…

L’UOMO Cosa?

L’ALTRO Devo bere, bere: ho sete. E devo fare i miei… Bisogni! Oh Dio che schifo mi sono già pisciato addosso quest’affare è un letamaio impregnato di sudore. Senz’aria.

L'UOMO Hai invocato Dio. Vedrai che adesso ci pensa lui.

L'ALTRO Quale Dio? Non c'è Dio, non c'è amore né amicizia, non c'è stima, non c'è successo: non c'è nulla, nulla! 

L'UOMO Siamo soli. 

L'ALTRO Sì.


L’altro che è sempre rimasto girato di schiena, quasi immobile, si rigira schiacciandosi il viso contro la parete frontale, ancora senza risollevarsi, sulle ginocchia. Ora non c’è più alcun dubbio sul fatto che sia proprio l’individuo che nel primo atto era fuori dall’ascensore.


L’ALTRO parla con difficoltà, le labbra schiacciate contro la parete A te non è mai capitato di lasciare solo qualcuno?


Silenzio.


L'ALTRO Solo, sì. Qualcuno che avrebbe avuto bisogno di aiuto, o qualcuno che ti amava.

L'UOMO No. Sono sempre gli altri che lasciano me.

L'ALTRO Come la tua amante, per esempio, no? E' lei che ti abbandona, andandosene in America. 

L'UOMO Ah, lo so dove vuoi arrivare. S'ì, sono io a spingerla a partire: con ogni consiglio, ingegnandomi su ogni possibilità che la mia influenza su di lei riesce a scovare.

L'ALTRO Appunto. Così sarai tu, ancora una volta, ad essere abbandonato.

L'UOMO Mi libero di lei, sì! Che devo fare, ho una famiglia, no? Dovrei sfasciarla?

L'ALTRO La prima moglie ti lasciò?

L'UOMO Sì, come ti diverti, eh?... Certo, ho condotto le cose in modo non ne potesse più.

L'ALTRO Come per quel lavoro che detestavi, tanti anni fa. Hai atteso il licenziamento.

L'UOMO Non avrei lasciato mai quel posto... Se poi non fosse riuscito a farcela? Cos'avrei scritto?

L'ALTRO Cose che non ami, certo: altrimenti rischieresti di vincere!

L'UOMO Io ho vinto! 

L'ALTRO Potevi scegliere quel che volevi. Eri di nuovo libero. 

L'UOMO Già: ma dovevo comunque mantenerli.

L'ALTRO Chi?

L'UOMO Almeno mio figlio!

L'ALTRO ... Come va con lui?

L'UOMO Bene: per quello che riesco a vederlo.

L'ALTRO Poi, ora è grande.

L'UOMO Ho lavorato, tanto. Perciò sono arrivato dove sono!

L'ALTRO Dove? 

L'UOMO A fare un vita che detesto!

L'ALTRO Ma va'...

L'UOMO I miei sogni. Rivorrei i miei sogni.

L'ALTRO Quali?

L'UOMO Sogni. Sogni. Ridatemi indietro i miei sogni! Stavolta saprò afferrarli, giuro, tirarli giù, contro il mio petto, stringerli, accarezzarli, farci l'amore. Li scoprirò, i miei sogni. Li porterò a letto con me, non li abbandonerò un istante: e in casa, e fuori, perfino in bagno, e in macchina! Vivrò la vita che volevo vivere, me la conquisterò coi denti, aaaaargghhh, e guai a chi cerca d'impedirmelo!

L'ALTRO Chi?

Pausa. 
L'Uomo prende posto sul divano,seduto compostamente con le due mani sulle ginocchia. Anche quando profferirà le parole più agitate, nel tono più nervoso, manterrà la stessa posizione, lo sguardo fisso in avanti, come al cinema.


L'UOMO Me stesso.


Silenzio.


L'ALTRO Ah!... Cosa farai?

L'UOMO Mi vincerò! Comincerò col buttare via questo! toglie l'orologio dal poso gettandolo in terra.


L'Altro si pone in all'erta e lascia la sua scomoda posizione alzandosi in piedi ed accostandosi alla parete laterale. Per tutte le battute seguenti darò ogni senso di scomposta inquietudine.


L'ALTRO Che cos'è?

L'UOMO Il mio orologio.


L'Altro afferra il proprio orologio e lo scaglia in terra.


L'UOMO Ed anche questi, sì: spazza via qualche libro dal tavolino davanti a sé leggerò solo ciò che voglio leggere!

L'ALTRO Stai parlando di libri?

L'UOMO Sì. Di quelli che non amo. Quelli dentro la fottutissima valigia.


L'Altro spalanca la valigia gettandone il contenuto per terra: libri. 


L'UOMO Non farò il ricercatore: creerò! Lontano dallo scrittorio. Io, una penna, un quaderno. Seduto sui gradini di un palazzo, su una panchina, nel mezzo di un prato, appollaiato su un ramo... Girerò il mondo. Farò quello che da ragazzo non mi hanno fatto fare... Che non ho saputo fare. Non attenderò le cose. Le aggredirò!


L'Altro si agita e dimena quasi fosse un pugile su un ring


L'ALTRO Bene, così: grinta!

L'UOMO Le vado a prendere, le cose, io! Quello che mi va, lo afferro! Nessuno mi ferma!

L'ALTRO Sì, sì, sì, così! Lo vedi quel testa di cazzo lì? Ti taglia la strada: spaccagli la testa!

L'UOMO Io quello lì neanche lo vedo: affanculo! Devo pensare alla mia vita: a viverla, tutta!

L'ALTRO indica Ecco, guarda la: vedi quel pirla sfracellato giù per terra? E' stato investito. Cosa fai? Ti fermi a perder tempo a soccorrerlo?

L'UOMO Così mi sporco tutta l'auto, mi becco un bel contagio, e se non muore mi tocca pure andarlo a trovare all'ospedale.

L'ALTRO Sì, tu adori le disgrazie altrui!

L'UOMO Ospedali! Non voglio entrarci mai, in un ospedale. Per gli altri! E per me, meglio farla finita subito, piuttosto! Me ne vado a scalare una vetta impossibile, da lasciarci la pelle. Inviolata e...

L'ALTRO interrompendolo Inviolata? Dove ne trovi più? Più difficile che scovare una diciottenne vergine!

L'UOMO Allora andrò a fare il giustiziere nel Bronx.

L'ALTRO Una zonaccia! E poi che fai? Di nuovo a sacrificarti per gli altri?

L'UOMO Giusto! Acapulco, aspettami: volo da te. 

L'ALTRO Ci vorranno un sacco di soldi!

L'UOMO Mi farò mantenere. Sono un bell'uomo, io!

L'ALTRO Dovrai anche essere carino, e obbediente...

L'UOMO Finché mi fa comodo. Per vivere bene, il segreto è fregarsene. Meglio: stare soli. Poi, via!

L'ALTRO Dove?

L'UOMO Sicuramente via. Intanto: da questo paese di merda.

L'ALTRO Credi che altrove sia meglio?

L'UOMO Ne sono certo. E comunque, quando sei immerso, nella merda, non puoi aver paura di uscirne chiedendoti: "Chissà che cosa c'è, più in là?!" Intanto, esci! Libero!!!


Meno fragoroso di un tuono, l'acuto trillo del telefono. Durante gli squilli successivi la luce si attenua, fino a scomparire completamente al quinto. Sul buio totale si aziona la segreteria telefonica, il cui minuscolo segnale rosso resta l’unica luce..


VOCE DI DONNA Ciao, tesoro. Come stai? Il viaggio è andato benissimo. Ci siamo svegliati e c'è un gran sole, qui. Ed un mare di neve. Com'è laggiù? Ancora brutto?... Attendevo una tua chiamata. Immagino che tu sia fuori. Un bacio... Ah, dimenticavo! con voce intima Fai il bravo, eh?


La comunicazione termina. Si sente qualche segnale e la cassetta si riavvolge. Improvvisa torna la luce dell’alba e il costante rumore di una pioggia regolare. In scena soltanto l’Uomo che ora si trova di nuovo nell’ascensore, come nel primo atto. Lo cogliamo di schiena, in piedi, con addosso l’impermeabile.


L'UOMO E tornata. tre colpi sulla parete La corrente, è tornata! Il black-out è finito. Se mai c'è stato. Se non è stato proprio lei ad introdursi in casa mia e staccare la corrente. Per imprigionarmi?! 

L’ALTRO ripete la battuta iniziale del secondo atto, ma ora a parlare è l'Altro Basta, basta con le sue domande. La tua fottuta esigenza di razionalità, di tutto comprendere, e spiegare, analizzare. Tu - ma sì, diamoci del 'tu' pausa ... il black-out c'era, vero come è vero che ci sono io. E ringrazia Iddio, piuttosto, che io ci sia. Chi è, secondo te, che è andato a riattivare l'interruttore? Che ha schiacciato il bottone del salvavita? Non sono mica restato quassù... l'Altro si affaccia col capo alla soglia della stanza del piano superiore. Si sta asciugando il viso. Forse deterge semplicemente il sudore Tutto il tempo. E tu cos'hai fatto? Hai sognato? Immaginando di essere fuori... Magari al mio posto, e poi... 

L'UOMO interrompendolo, concitato Perché non c'è luce, qui dentro? Perché l'ascensore non è ripartito?!?


L'Uomo si getta su una parete, toccando per trovare la tastiera. Preme disperatamente tutti i pulsanti. L'Altro è rientrato nella stanza.


VOCE Forse, penserai pure che io sia salito, prima, in cima al vano ascensore, per toccare qualche filo.


L'Altro esce dalla stanza, discende tranquillamente le scale. Ha in mano una piccola borsa, quasi certamente un beauty-case.


L'UOMO senza più la forza di agitarsi Perché

L'ALTRO Infatti, vedi? Nessun motivo. Perché diavolo avrei dovuto, quando mi sarebbe bastato non riattivar la corrente? No, è proprio il tuo ascensore che è un bidone. Dovresti fare causa alla ditta!

L'UOMO piano, snocciola quasi una litania Disgraziato figlio di puttana. Assassino sadico pezzo di merda. Putrido verme di fogna. Stronzo serpe vipera cornuta. breve pausa Scemo.

L’ALTRO Riprende ad usare il “lei” Allora immagini non ci sia stato nessun temporale. Nessun black-out. Solo quello che c’è ora: un guasto all’ascensore. Lei si è agitato, la sua mente surriscaldata. Quel benedetto malessere, lì: la claustrofobia. Ora non si preoccupi. Qualcuno arriverà… Perché non la sua bella? Sarà un pensiero: non doveva raggiungerla? Perciò, vedrà: tutto finirà per il meglio. Non si deve preoccupare.


Silenzio. L’Uomo si pone in ascolto con attenzione ancora maggiore. L’Altro rimette le scarpe con la mano libera dal beauty-case. Poi raggiunge la porta a vento e la apre. Avvertendone il rumore, l’Uomo quasi sobbalza.


L’UOMO Va via? Vuole andare, davvero?

L’ALTRO Non si agiti così: però si prepari. Sì, sto andando via.

L’UOMO Non ho più forze neanche per pregarla, ma… sforzandosi, quasi un singulto Non può farlo!

L’ALTRO Fingendo stupore Non …Posso?! Architetto: qui sbaglia lei. Io, io posso farlo!

L’UOMO Perché vuol farmi questo? Ho resistito finora, solo grazie a lei.

L’ALTRO Grazie a me?

L’UOMO Si, e son sicuro che è come ha detto lei: l’ascensore è rotto. Io ho detto tante brutte cose, a lei. E lei, a me. Ma non importa. La conclusione è che lei mi ha aiutato.

L’ALTRO Ma ora devo andare via. Non posso mica trasferirmi qui!

L’UOMO Allora mi faccia una promessa: almeno una.

L’ALTRO Mi dica.

L’UOMO Vada a chiamare qualcuno. I pompieri, sì…. Subito i pompieri, sì, l’ascensore è bloccato. Non le chiedo di telefonare, perché se poi mi dice. “No” è finita! E poi, magari, troverebbe occupato.

L’ALTRO Occupato, sicuro! Niente funziona in questa marcia città… Due gocce d’acqua, e tutto va in “tilt”. Poi rispunta il sole, e ti accorgi che è in “tilt” lo stesso! Sa com’è, la nostra città? Attende Glielo dico io: con una parola…. Un suono,,, Bum!!!

L’UOMO Si, scoppiata! Batte i pugni sulle pareti Bum!Bum! Bum Bum!!! Buuuuuuuuum perdio! Li vada a chiamare lei, i pompieri. Prenda la mia auto. O almeno mi menta, sì: anche una bugia. Mi dica che ci va. Mi attaccherò a questo, per sopravvivere. Una speranza, una sola! Che entri qualcuno, qualcuno che voglia aiutarmi. Non un porco come lei. Si blocca, la mano sulla bocca No. No, no, no…. Dio, mi scusi….

L’ALTRO No, niente, si figuri: è solo andato in “tilt”, anche lei. Gliel’ho detto. Tutta colpa della nostra sfottuta città, non c’è bisogno di grandi giustificazioni. Tutto è marcio. L’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo. Inventarsi delitti, sensi di colpa, persecutori rimandi ancestrali? La nostra colpa è già la vita che facciamo. Semplicemente. L’importanza fondamentale di una pompa di benzina…. La smagnetizzazione di una carta di credito…. Prodotti triplicati nel prezzo per pagare facce idiote che urlino: “Compra!”… Essere informati: ehi, è l’ora del telegiornale. Ho le batterie scariche. Tre bicchieri di vino e trenta morti in Giordania… Quanto costa l’orologio che hai al polso? Quattrocentomilioni? Ah, però!…. Frequentare chi può esserci utile… Scansare i deboli…. Mentire, continuamente, a noi stessi, per sopportare la vita accettare un compromesso peggiore: sposare cose diverse da te. Autodistruggendoti. Scomparendo. Come me, ora. Come lei, forse, tra un po’ Sorride Ma no, vedrà, vedrà che tutto le andrà bene…. Il guasto finirà, così, per incanto: io premerò quel bottone e … Zac! Lei sarà già al piano terra, bello e pronto per uscire… Forse, dovrà rifarsi la barba, la doccia…. Farsi la barba è fondamentale per la convivenza civile! E raggiungerà chi le pare. Libero e felice come un uccello – saranno felici davvero, gli uccelli?! Certo, se proprio fosse saltato, che so, un fusibile, andato in corto un qualsiasi stupido, esile, miserabile filo!… Eh, gli incerti della vita moderna! Allora non potrebbe darsi che io, uscendo, al primo incrocio, trovo uno scemo che non si ferma? Bang! Un botto, e via. Tutto finito. Il mio cranio spiaccicato contro il cristallo. O contro il volante: a scelta. E allora?… Devo altresì riconoscere che sarebbe una bella sfortuna! Lei, poi, avrà l’”air-bag”, no? Vede che bello, il progresso. Tutt’al più sbatto il muso su un palloncino!…. Quanto a lei, di sfortuna ne ha avuta già abbastanza per oggi, no? Le andrà tutto bene, vedrà. Tutto come prima. Io, qui, non ci sono mai stato. Solo un frutto della sua immaginazione. Prima abbiamo scartato l’ipotesi ma, creda a me: è veramente la più probabile. Allora, quando sarà uscito – siamo ottimisti: ci riuscirà, vedrà! – troverà tutto come prima. Avrà la prova che non è successo niente. Solo una notte un po’ agitata. Il sole splenderà alto, il suo salotto lindo come sempre. Le sue poesie, e foto, al loro posto. Ed io sarò svanito nel nulla, così come dal nulla sono comparso. Un lampo nella sua mente, il vuoto, corrono i pensieri. Tutto è come prima…. Anche i suoi bei divani, stia tranquillo. Anche i suoi quadri. Non è successo assolutamente nulla. Eppure, nulla più come prima … Eh, architetto?


Esce. L’Uomo ha il capo tra le mani, ancora seduto a terra. Comincia a piangere. Si sentono dei rumori da dietro, anche lo scatto di un qualcosa, poi lo sbattere di una porta. Squilla il telefono. L’Uomo non si muove. Come già prima, la luce comincia a degradare fino a spegnersi completamente con l’attivarsi della segreteria. Nel buio, la voce di un’altra donna.


VOCE DI DONNA Perdonami. Non ce la faccio. Ma so che loro sono fuori, via… Dovevo chiamarti: dove sei? Che succede? Tesoro, amore mio, perché non sei qui?


La comunicazione termina e si sentono i tipici rumori tecnologici. La lucina rossa riprende a lampeggiare. Si accende la luce all’interno dell’ascensore, che si muove senza che l’Uomo sembri quasi avvedersene. Col contraccolpo dell’arrivo al pianoterra sembra finalmente smuoversi. Con un braccio, ancora sempre seduto, spalanca la porta. Vediamo la sua ombra allungata sul pavimento. Luce piena nella stanza. Identica a come l’Altro l’ha lasciata: quadri segnati, divani sporchi, valigetta aperta, foto ed altre carte in terra. L’Uomo lancia un urlo

SIPARIO