La gigolette e il nottambulo galante

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La scena si oscura

Achille Campanile

LA GIGOLETTE

E IL NOTTAMBULO GALANTE

Personaggi

LA BELLA GIGOLETTE

IL NOTTAMBULO

E’ notte. In una via malfamata d’una grande città, All’alzarsi del stacco musicale, LA BELLA GIGOLETTE, appostata nell’ombra, aspetta che passi qualche solitario NOTTAMBULO per depredarlo. Eccone uno. E’ il nottambulo galante, che rincasa a lenti passi. Quando le passa accanto, la bella gigolette sbuca dall’ombra e gli sbarra la strada, spianandogli la rivoltella contro e gridando:

GIGOLETTE          O la borsa, o la vita!

NOTTAMBULO    Scusi, signorina, anzitutto, spieghiamoci: fa sul serio o scherza?

GIGOLETTE          Sul serio, sul serio. O la borsa o la vita.

NOTTAMBULO    Va bene. Ma prima voglio anch’io qualcosa da lei.

GIGOLETTE          Cioè?

NOTTAMBULO    Un bacio.

GIGOLETTE          Ma lei è pazzo.

NOTTAMBULO    Perché? Una così bella ragazza!

GIGOLETTE          Non m’incanta. Via, via, o la borsa, o la vita.

NOTTAMBULO    Non prima che lei m’abbia dato un bacio.

GIGOLETTE          Uffa! Be’, proprio per non stare a far discussioni. Ecco il bacio. E adesso, non creda di scamparsela: o la borsa o la vita,

NOTTAMBULO    E’ una fissazione. Be’, senta, cara, la borsa non l’ho. Si prenda la vita, se vuole.

GIGOLETTE          Ci fo un accidente con la vita! Io voglio la borsa.

NOTTAMBULO    Le ripeto che non l’ho.

GIGOLETTE          Ma dico borsa, per dire. Avrà un portafogli, no?

NOTTAMBULO    Nemmeno. Può controllare, se vuole. Mai avuto un portafogli. Del resto, non saprei cosa farmene.

GIGOLETTE          Un portamonete. No? Del denaro sciolto in tasca. Nemmeno? Degli spiccioli. Un accidente che le pigli. Possibile che non abbia un soldo?

NOTTAMBULO    Sono nella più nera bolletta. Anzi, se lei po­tesse farmi un piccolo prestito, mi farebbe un gran favore.

GIGOLETTE          Accidenti a questi morti di fame che s’incon trano in giro vestiti come milionari. Doveva dirmelo subito.

NOTTAMBULO    Scusi, signorina, lei piuttosto doveva dirmi “la borsa” soltanto, invece mi ha chiesto o la borsa o la vita.

GIGOLETTE          (sempre più furiosa:) S’è fatto dare anche un bacio, questo morto di fame.

NOTTAMBULO    Mi dispiace che lei parli così, signorina. Povertà non è vergogna. Del resto, ripeto, si prenda la vita.

GIGOLETTE          Che me ne faccio?

NOTTAMBULO    Questi sono affari suoi. Io non l’ho mica ingannata. Vede, signorina, se lei mi avesse detto soltanto: “la borsa”, le avrei risposto subito: “mi dispiace, niente da fare", e ce ne saremmo andati ognuno per i fatti propri. Ma, ripeto, Lei mi ha detto: “o la borsa, o la vita”. La borsa non l’ho, ma la vita sì. Dunque: sto ai patti. Se la mia vita può esserle utile a qualcosa, si serva.

GIGOLETTE          Ma che vuole che me ne faccia?

NOTTAMBULO    Allora, perché me l’ha detto?

GIGOLETTE          Io volevo la borsa,

NOTTAMBULO    E allora non doveva dire: “o la vita”. Prenda la vita!

GIGOLETTE          Ma vada al diavolo! Vuole che finisca in galera per niente? (Lo pianta in asso e se ne va).

NOTTAMBULO    Un momento, senta!

GIGOLETTE          (allontanandosi:) Non ho tempo da perdere. Ho da lavorare, io.

                                 (con sottofondo musicale):

NOTTAMBULO    (rimasto solo, tra sé:) Eppure la vita, la vita! Vale più di tutto, e non l’ha voluta. Andate a capire la psicologia delle donne. Non mi spiego perché si mettano a fare certi mestieri. E continuo a domandarmi perché mi abbia chiesto o la borsa o la vita, se non voleva altro che la borsa. Ha ragione il poeta: meglio oprando obliar senza indagarlo, questo enorme mister dell’universo!

(Sipario)