La guerra è guerra per tutti

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La guerra è guerra per tutti

commedia in tre atti

di

Fabrizio Dettamanti

(titolo originale: “Guèra l’è guèra per töcc”- codice SIAE: 819222A)

La guerra è guerra per tutti

(Titolo originale: “Guèra l’è guèra per töcc” cod. SIAE: 819222A)

commedia in tre atti

di Fabrizio Dettamanti

info@commediedettamanti.it

SCENA UNICA: Salotto con due porte (la 1 d’ingresso e la 2 che conduce ad altri locali della casa). Arredamento: credenza, tavolo, sedie, poltrone o divano, lettore CD o musicassette, telefono, due quadri.

PERSONAGGI (6U – 6D)

ROSA

SILVESTRO, suo marito

ZIA BICE

ANGIOLETTA, infermiera

IVAN IVÀNOVIC, ballerino russo

BEPPINO, amico di Silvestro

CARMELO, psichiatra, amico di Silvestro

MARIOLÌ, paziente di Carmelo

LISETTA, amica di Rosa

ERNESTA, amica di Rosa

TERESINA, amica di Rosa

FATTORINO

N.B. All’occorrenza le tre amiche di Rosa possono essere facilmente ridotte a due  (eliminando  Teresina)    

LA TRAMA

Silvestro, è disperato perché sua moglie Rosa ha la mania delle pulizie della casa. Per salvare il loro matrimonio, zia Bice, un’arzilla vecchietta novantatreenne, convince gli amici di famiglia ad intervenire. Così, mentre le amiche cercano di distogliere Rosa dal pensiero delle pulizie procurandole un ballerino russo che le impartisca lezioni private di danza, gli amici di Silvestro ritengono opportuno sottoporre Rosa a elettroshock.  L’iniziativa delle amiche avrà successo, mentre l’elettroshock, organizzato artigianalmente in casa, sarà la causa di un grosso guaio per il povero Silvestro. Sarà poi il ballerino russo a suggerire il rimedio per sistemare (o quasi) la situazione.

ATTO PRIMO

Scena prima

(Rosa con aspirapolvere e straccio per le polveri)

ROSA       (guarda l’orologio) Ma dov’è quello? Finisce di lavorare alle cinque e mezza, adesso sono le sei e non  è ancora arrivato. Si sarà fermato al bar a chiacchierare, quel tiratardi!   

(CAMPANELLO)

                  Finalmente è arrivato!

Scena seconda

(Angioletta e Rosa)

ANGIOL. Permesso? (entra) Buonasera.

ROSA       Buonasera .

ANGIOL. Sono venuta qui per quel posto di infermiera di cui ho letto sul giornale.

ROSA       Ah, condoglianze allora!

ANGIOL. Perchè “condoglianze”?

ROSA       Perchè tutte le infermiere che sono state qui prima di lei si sono ammalate d’ulcera e sono scappate via disperate.

ANGIOL. Come mai?

ROSA       Perchè la zia Bice, che sarebbe quella che ha bisogno dell’infermiera, ha un carattere che non le dico.

ANGIOL. Allora andremo d’accordo, perchè anch’io non ho un carattere tanto dolce.

ROSA       Anche le altre dicevano così, ma non  hanno resitito più di una settimana.

ANGIOL. Comunque, ci vorrei provare.

ROSA       Va bene. Allora le dico subito che la zia Bice ha novantatre anni, borbotta in continuazione come una pentola di fagioli e ha sempre ragione lei.

ANGIOL. Vedremo. Ma quali sarebbero i miei compiti?

ROSA       Lei deve accompagnarla fuori a fare quattro passi un paio di volte al giorno e poi dovrebbe darle le pastiglie all’ora giusta e farle le punture.

Scena terza

(zia Bice, Angioletta e Rosa) 

ZIA           (entra) Le punture io non le faccio!!

ROSA       (ad Angioletta) Cosa le dicevo?

ANGIOL. Se le punture sono da fare, bisogna farle.

ZIA           Le fai tu le punture se hai voglia!

ROSA       Auguri, signorina. Io adesso vado di là a fare i mestieri. Arraggiatevi da sole a presentarvi. (esce 2)

ZIA           Sì, sì, vattene a fare i mestieri, che sei capace solo di far quello, tu! (ad Angioletta) Allora tu saresti la nuova infermiera.

ANGIOL. Sì.

ZIA           Come ti chiami?

ANGIOL. Angioletta.

ZIA           Angioletta? Mamma mia, che razza di nome ti hanno dato!

ANGIOL. E’ bello il suo, magari! Bice è un nome che andava bene ai tempi del mio bisnonno.

ZIA           E allora? Non sai quanti anni ho io?

ANGIOL. Si, lo so. Lei ha novantatre anni e se vuol campare ancora un po’ dovrà prendere le medicine e fare le punture.

ZIA           Che cosa? Sarà bene mettere subito in chiaro chi è che comanda in questa casa!

ANGIOL. Non ce n’è bisogno. Lei comanda per le sue di cose. Invece, per quello che riguarda il mio mestiere di infermiera, comando io. Ha capito?

ZIA           E allora io ti dico che non mi piaci. Hai capito?

ANGIOL. Sì, ho capito. E allora io la saluto e me ne vado. Buonasera. (si avvia alla 1)

ZIA           No, no, aspetta un momento, Angioletta. Accompagnami fuori a fare due passi, che voglio prendere un po’ d’aria.

ANGIOL. (depone la borsetta) Allora non sono licenziata?

ZIA           Per ora no... e poi io non ho mai licenziato nessuno. Le altre infermiere ne sono andate non certo per colpa mia.

ANGIOL. E perchè allora?

ZIA           Perchè questa casa sembra un manicomio. Il mio nipote Silvestro e sua moglie vanno d’accordo come cane e gatto. Un giorno urlano come straccivendoli e si danno le sedie in testa, il giorno dopo non si guardano neppure e non parlano con nessuno. Eh sì, cara la mia ragazza, non è facile stare in una casa dove si respira sempre aria di guerra.

ANGIOL. Capisco. Ma perchè suo nipote litiga sempre con la moglie?

ZIA           Il motivo è sempre lo stesso. Lei, la Rosa, passa tutto il giorno a pulire la casa a fare le polveri e a lucidare i mobilii, e il Silvestro non ce la fa più a sopportare una cosa simile. Lui si lamenta in continuazione e allora la Rosa gli dice: “Stai zitto, avvocato Sardella!”

ANGIOL. Cosa significa “avvocato Sardella”?

ZIA           Mah, non lo so neppure io, ma è un modo come un altro per dirgli che è un cretino.

ANGIOL. E lei come fa a vivere in una situazione come questa?

ZIA           Ah, io faccio in fretta. Quando cominciano a litigare, esco in giardino. Anzi, accompagnami fuori subito, prima che arrivi il Silvestro. (si avviano) No, aspetta un momento, prima devo annusare una presa di tabacco

ANGIOL. Cosa? Lei annusa il tabacco? Ma non sa quanto è pericoloso il tabacco?

ZIA           Hai paura che muoia troppo giovane? Ma dico! Sono settant’anni che annuso il tabacco e non ho intenzione di smettere ora per far piacere a te. Dai, portami qui la scatoletta che c’è sulla credenza.

ANGIOL. Come vuole. (prende la tabacchiera) E’ questa?

ZIA           Sì (prende del tabacco, lo aspira e starnutisce)

ANGIOL. Ha visto come le fa bene il tabacco?

ZIA           Non capisci proprio niente allora. Non sai quanti microbi ho eliminato con questo starnuto?

ANGIOL. Se lo dice lei.

ZIA           Ecco, ora possiamo andare. (si avviano alla 1)

Scena terza

(Silvestro, zia Bice, Angioletta)

SILV.        (entra) Ciao, zia

ZIA           Ciao, lazzarone.

SILV.        Hai già trovato una nuova vittima?

ZIA           Hai qualcosa da dire?

SILV.        No, no, tanto la paghi tu coi tuoi soldi. Ma mi spiace per lei, povera ragazza.

ANGIOL. Se è per quello, io non ho intenzione di farmi pestare sui piedi da nessuno.

SILV.        Auguri allora!

ANGIOL. Grazie.

SILV.        Esci a fumare il toscano, zia?

ZIA           Sì, proprio così.

ANGIOL. Come “il toscano”? Non fumerà il sigaro per caso?

ZIA           Sì, perchè? (toglie di tasca un sigaro)

ANGIOL. Se avesse a cuore la sua salute, non fumerebbe.

ZIA           Tu pensa alla tua di salute, che alla mia ci penso io. E poi vedremo se anche tu arriverai all’età di novantatre anni. Andiamo ora! (esce 1 con Angioletta)

Scena quarta

(Silvestro e Rosa)

SILV.        (accende lo stereo e si siede in poltrona)

ROSA       (entra con aspirapolvere in funzione)

SILV.        (spegne lo stereo e accende una sigaretta)

ROSA       Non farmi cadere la cenere sul tappeto!

SILV.        (spegne la sigaretta e si versa un liquore)

ROSA       (corre a prendere un sottobicchiere) Sei capace di macchiarmi il tavolino, tu. Metti sotto questo! (esce 2)

SILV.        (riaccende lo stereo)

ROSA       (rientra con battipanni e batte sulle poltrone)

SILV.        (va a spegnere lo stereo)

ROSA       Hai almeno le scarpe pulite, visto che continui a girare per la casa?

SILV.        (si toglie le scarpe)

ROSA       Quant’è che non ti cambi i calzini?

SILV.        (si spoglia i calzini) Va bene così?

ROSA       Spero almeno che tu abbia i piedi puliti.

SILV.        Vuoi che mi tagli via i piedi?

ROSA       Ma và al limbo! (esce 2)

SILV.        (va a sedersi al tavolo)

ROSA       (rientra con straccio e spray) Spostati, che devo pulire il tavolo!

SILV.        (prende da un cassetto una pistola e se la punta alla tempia)

ROSA       Se ti vuoi sparare, vai fuori, perchè le macchie di sangue non vengono via tanto in fretta.

SILV.        Non ti do la soddisfazione di suicidarmi, perchè non mi lasceresti in pace neppure da morto. Verresti tutti i giorni a lucidarmi la lapide del cimitero!

ROSA       Stai zitto, avvocato Sardella! Se non la pulisco io la casa, chi la pulisce?

SILV.        L’hai quasi consumata tutta, a forza di pulirla!

ROSA       Ah, certo, tu staresti bene anche in un porcile.

SILV.        (rimettendosi calzini e scarpe) Sai cosa faccio adesso? Me ne vado al bar, così almeno potrò starmene in pace con i miei amici

ROSA       Cambia la camicia se vai al bar:

SILV.        Crepa! (si avvia alla 1)

ROSA       Ecco, lui va al bar e non sta mai qui a farmi un po’ di compagnia.

SILV.        Se vuoi che ti faccia compagnia, perchè non mi dici di invitare qui a casa i miei amici ?

ROSA       Ah no!... Cioè ... sì... certo che li puoi invitare qui, se vuoi.

SILV.        Posso anche offrirgli qualcosa da bere?

ROSA       Sì, sì, puoi. Ma chi sarebbero i tuoi amici?

SILV.        Il Bepino e il Carmelo.

ROSA       Chi è il Bepino?

SILV.        Il tuo coscritto, quello che fa l’elettrotecnico alla Schneider.

ROSA       Ah sì, conosco bene. Quando facciamo le cene della classe continua a fare lo stupido.

SILV:        Il Carmelo, invéce, sarebbe...

ROSA       Sì, lo so. E’ il direttore del manicomio.

SILV.        Non è il direttore del manicomio, è il primario della clinica psichiatrica.

ROSA       Se non è zuppa, è pan bagnato.

SILV.        Non è la stessa cosa. Comunque adesso vado a chiamarli, prima che tu cambi idea. Posso?

ROSA       Basta che si puliscano le scarpe, prima di entare.

SILV.        Ecco! (esce 1)

ROSA       (finisce di pulire il tavolo) Adesso lui viene qui coi suoi amici e così dovrò fare un’altra volta le pulizie.

(CAMPANELLO)

Scena quinta

(Rosa e le amiche Ernesta, Lisetta e Teresina con sacchetti della spesa)

ROSA       (va ad aprire) Ciao, che cosa fate qui?

ERN.         Siamo andate a fare le spese e siamo passate a trovarti.

LIS.           Ti spiace?

ROSA       N o, anzi.

TER.          Quanti soldi abbiamo speso!

ROSA       Appoggiate le borse. (le amiche depongono le borse) Ma che bella sorpresa mi avete fatto!

ERN.         Non è ancora rientrato il tuo “martirio”?

ROSA       Sì, è arrivato, ma è tornato ad uscire.

TER.          Non avrete litigato anche questa sera!

ROSA       Non parlarmene.

LIS.           Porta pazienza, Rosa, anch’io oggi mi sono beccata con mio marito. Prova a indovinare  perchè.

ROSA       Per i soldi.

LIS.           Difatti. Ma io come faccio a fare la spesa senza spendere i soldi? Non capisce proprio niente mio marito

ERN.         Vuoi fare cambio col mio?

LIS.           Tu non ti lamenatre, che il tuo Gustavo è una pasta d’uomo.

ERN.         Dici così perchè non l’hai sposato tu.

TER.          E tu, Rosa, hai litigato per le pulizie della casa?

ROSA       Sì, proprio, come tutti i giorni.

TER.          Potresti fare a meno di pulire dalla mattina alla sera.

ERN.         Forse esegeri un po’

ROSA       Avete ragione, ma è una cosa più forte di me. Comunque mio marito non è scappato di casa. E’ soltanto andato al bar per invitare qui i suoi amici a bere l’aperitivo.

LIS.           Ah, loro bevono l’aperitivo! Allora lo beviamo anche noi.

ROSA       Se volete.

LIS.           Certo che vogliamo.

ROSA       Allora venite di là in cucina a berlo, così possiamo chiacchierare in pace.

ERN.         Volentieri. (escono 2, ma Rosa torna subito indietro a prender l’aspirapolvere)

Scena sesta

(Rosa, Silvestro, Carmelo, Beppino e Mariolì)

SILV.        (entra con gli amici) Siamo qui.

CARM.     Buonasera, signora Rosa.

ROSA       Buonasera, dottore.

BEPP.       Ciao, Rosa, tutte le volte che ti vedo mi sembri sempre più bella.

ROSA       Senti, Beppino, non cominciare a fare lo stupido!

BEPP.       Perchè? Non posso farti un complimento?

ROSA       Smettila, ti ho detto! (vede Mariolì che sta curiosando per la casa) Ma... chi è quello?

CARM.     E’ il Mariolì, uno dei miei clienti.

ROSA       E’ un matto?

CARM.     No, non  è matto, ha solo qualche rotella fuori posto.

 ROSA      E’ pericoloso?

CARM.     No, però è un po’ originale. Ha il pallino degli affari e tutti i giorni ne inventa una per fare  soldi.

ROSA       Allora è più intelligente di mio marito.

SILV.        Sarà intelligente come te, che sei capace solo di pulire la casa.

ROSA       Stai zitto, avvocato Sardella!

CARM.     Mariolì, vieni a salutare la padrona di casa!

MAR         (si avvicina) Ciao, io mi chiamo Mariolì.

ROSA       Ciao, Mariolì. Lo bevi anche tu l’aperitivo?

MAR.        Sì, con dentro una fetta di limone bella grossa

ROSA       Ma certo! Anche voi col limone?

CARM.     No, grazie, a me senza limone.

ROSA       E tu, Beppino?

BEPP.       Io con una fetta di cipolla.

ROSA       A te metterò dentro il veleno! (esce 2)

SILV.        Possiamo anche sederci. (si siedono, tranne Mariolì) E tu, Mariolì, non ti siedi?

MAR.        No, preferisco stare in piedi.

CARM.     E’ tutto agitato, perchè oggi l’ho portato a vedere gli animali.

SILV.        Dove?

CARM.     Al piazzale del quartiere nord. Lo sai, no, che c’è il circo Togni.

SILV.        E’ vero. Allora, Mariolì, cos’hai visto di bello?

MAR.        Ho visto le zebre, la giraffa, l’ippopotamo e il coccodrillo.

SILV.        E basta?

MAR.        No, poi ho visto i leoni, gli elefanti e un nano alto così.

SILV.        Ho capito. E... ti sono piaciuti gli animali?

MAR.        Sì, mi sono piaciuti, e mi è anche venuta una bella idea per fare soldi.

SILV.        Davvero? Quale idéa?

MAR.        Ora ti spiego. Lo sai che cosa vien fuori facendo incrociare un cavallo con un asino?

SILV.        Vien fuori un mulo.

MAR.        Bravo! Però, a te sembra un animale interessante il mulo?

SILV.        Non molto.

MAR         E se facessimo incrociare un asino con una zebra, cosa verrebbe fuori?

SILV.        Mah... penso che verrebbe fuori un asino a righe bianche e nere.

MAR.        Bravo! Però un asino a righe non sarebbe un animale che può interessare alla gente. Sarebbe come prendere un asino e fargli indossare la maglia della Juventus.

BEPP.       Ah ah, questa è bella! E tu invece cos’hai pensato di fare?

MAR.        Io vorrei comperare due animali che non si assomigliano per niente e farli incrociare per farne uscire un animale che la gente non ha mai visto. Così tutti pagherebbero per poterlo vedere e io guadagnerei un mucchio di soldi.

SILV.        Buona idea! Ma che animali vorrest far incrociare?

MAR.        La giraffa e il coccodrillo.

SILV.        E dove li metteresti due animali del genere? Nella gabbia dei conigli?

MAR.        No, nel garage di mio fratello.

BEPP.       E cosa verrebbe fuori facendo incrociare questi due animali?

MAR.        Verrebbe fuori un lucertolone col collo lungo tre o quattro metri. Non è una bella idea?

CARM.     Senti, Mariolì, la giraffa e il coccodrillo non possono incrociarsi.

MAR.        Perchè?

CARM.     Perchè le giraffe fanno i piccoli e invece i coccodrilli fanno le uova. Sarebbe come far incrociare un maiale con un’anantra.

MAR.        Non ci avevo pensato.

CARM.     Ecco, allora abbandona le tue idee di far incrociare gli animali e inventa qualcos’altro.

MAR.        Bisognerà che studi un’altro progetto allora. (si allontana e va a curiosare nella credenza)

BEPP.       (a Carmelo) Avevi detto che non era matto quello.

CARM.     Ma no, è solo un po’ fissato. Ce n’è in giro di gente che ha delle fissazioni!

SILV.        Lo so. Mia moglie, per esempio, ha la fissazione delle pulizie di casa.

Scena settima

(Rosa, Silvestro, Beppino, Carmelo, Mariolì)

ROSA       (entra con vassoio e bicchieri) Ecco,sono pronti. Quello col limone è del Mariolì.

SILV.        Glielo do io. (prende il bicchiere)

ROSA       Non lasciargli toccare la credenza, altrimenti ci lascia il segno delle ditate.

BEPP.       E tu, Rosa, non bevi l’aperitivo con noi?

ROSA       No, io vado di là a berlo con  le mie amiche.

SILV.        Sono arrivate le tue amiche?

ROSA       Sì, perchè? Hai qualcosa in contrario?

SILV.        Ma figurati cosa me ne importa.

ROSA       Allora, con permesso, io vado di là.

BEPP.       (alzando il bicchiere) Alla tua salute!

ROSA       State attenti di non macchiarmi il tavolo! (esce 2)

SILV.        Avete capito adesso perchè non vi invito mai a casa mia?

CARM.     Porta pazienza, Silvestro, sono tutte così le donne.

SILV.        Sì, ma la mia è peggio delle altre. Per lei la cosa più importante del mondo è avere la casa pulita.

BEPP.       Prova a prenderla per il collo e vedrai che cambierà.

SILV.        Non è possibile cambiarla.

BEPP.       Non c’è niente di impossibile a questo mondo.

SILV.        Lo dici tu.

CARM.     Il Beppino ha ragione. Una cosa basta volerla che la ottieni. Io, per esempio, avevo un amico che che non voleva diventare vecchio e c’è riuscito.

SILV.        Ah sì? E come ha fatto?

CARM.     E’ morto giovane, poveretto!

BEPP.       Ah ah, questa è bella!

SILV         Voi avete voglia di ridere, a me invece viene da piangere. (piange)

CARM.     Non fare così, Silvestro.

BEPP.       Su, su, non mi sembra il caso.

SILV.        Sì, invece sì, perchè io non ho sposato una donna. Ho sposato un’impresa di pulizie! (va a sedersi in lacrime)

Scena ottava

(zia Bice, Angioletta, Silvestro, Beppino, Carmelo e Mariolì)

ZIA           (entra con Angioletta) Buonasera, giovanotti.

CARM.     Buonasera, signora Bice, si ricorda ancora di me?

ZIA           Sì, certo. Lei è il dottore dei matti.

CARM.     Grazie!

BEPP.       Buonasera.

BICE         Lei non è il Beppino?

BEPP.       Sì, sono io. E’ un po’ di tempo che non ci vediamo. Ma chi è quella bella signorina? (indica Angioletta)

ZIA           E’ la mia infermiera.

BEPP.       Piacere! (le dà la mano) Io sono Beppino.

ANGIOL. Piacere, Angioletta.

BEPP.       Lieto di conoscerla. (starnutisce ripetutamente)

CARM.     (al pubblico) Siamo alle solite! Il Beppino, quando vede una ragazza che gli piace, comincia a starnutire

ANGIOL. Ciao, Mariolì, cosa ci fai qui?

MAR.        Ciao, Angioletta.

ZIA           Vi conoscete voi due?

ANGIOL. Sì, abita di fronte a casa mia.

ZIA           Ah, capisco. Va bene, Angioletta, per oggi hai finito e puoi andare a casa.

ANGIOL. Ma... non dovevamo fare una puntura?

ZIA           Falla al tuo amico la puntura, se hai voglia. Noi ci vediamo domattina alle nove.

ANGIOL. Allora domani ne faremo due di punture. Buonasera a tutti. (prende la borsetta e si avvia)

MAR.        Aspetta, Angioletta. Non mi daresti un passaggio fino a casa?

ANGIOL. Se il dottore ti lascia venire con me.

CAR.         (a Mariolì) Ma sì, certo, puoi andare. Ti aspetto alla clinica domani pomeriggio al solito orario.

MAR.        Allora io vado. Ciao. (esce 1 con Angioletta)

BEPP.       Non sarebbe opportuno che andassi anch’io ad accompagnare il Mariolì?

CARM.     No, caro, tu rimanii qui. Quella ragazza è troppo giovane per te.

BEPP.       Ma cosa vuoi che me ne freghi di quella ragazza!

CARM.     E allora perchè continui a starnutire?

BEPP.       Non so, avrò respirato della polvere.

SILV.        (si alza) Non farti sentire da mia moglie a parlare di polvere, altrimenti quella si mette un’altra volta a pulirela casa. (scoppia a piangere)

ZIA           Cos’hai, Silvestro?

SILV.        Non ne posso più di quella donna. Io divorzio!

ZIA           Ecco, lo sapevo che un giorno saremmo arrivati a questo punto. A forzadi tirarla, la corda si è rotta. (a Beppino e Carmelo) E voi non siete capaci di far niente?

BEPP.       Che cosa potremmo fare noi?

CARM.     Noi non siamo della famiglia.

ZIA           E allora?

CARM.     Sarebbe necessario fare un bel discorso alla Rosa, ma noi non abbiamo molta confidenza con lei.

BEPP.       Bisognerebbe far intervenire le sue amiche..

Scena nona

(Ernesta, Teresina, Lisetta, Zia Bice, Silvestro, Carmelo e Beppino)

BEPP.       Eccole qui!

ERN.         Abbiamo bevuto il nostro aperitivo, abbiamo fatto la nostra chiacchierata e adesso ce ne andiamo a casa soddisfatte.

ZIA           No, voi non andate a casa. Prima vi dovete fermare qui un momento!

LIS.           Perchè?

ZIA           Ma come, non vi siete accorte che in questa casa c’è un matrimonio che sta andando a rotoli?

TER.          O santo cielo!

ERN.         Non sarà mica vero?

ZIA           E’ vero. E quindi dovete tirar su le maniche e darvi da fare

ERN.         Cosa possiamo fare? Piu che dire alla Rosa di non essere così esagerata...

LIS.           Eh certo, noi non possiamo mettere il becco in faccende che non ci riguardano.

TER.          E’ una questione delicata questa.

BEPP.       E’ vero. E poi lo dice anche il proverbio: tra moglie e marito non mettere il dito.

CARM.     Già.

ZIA           Cosa? Non siete gli amici di Silvestro voi?

BEPP.       Sì....

ZIA           E voi non siete le amiche della Rosa?

ERN.         Sì...

ZIA           E allora non potete tirarvi indietro. La guerra è guerra per tutti!

CARM.     Forse la signora Bice ha ragione. I problemi del nostro amico riguardano anche noi.

LIS.           Sì, ma cosa si può fare?

ZIA.          Voi dovreste trovare per la Rosa un’attività che la distolga dal  pensiero delle pulizie di casa. Non c’è qualcosa che la vostra amica avrebbe il piacere di fare?

ERN.         A pensarci bene, una cosa ci sarebbe. Quand’era piccola, lei diceva sempre che le sarebbe piaciuto fare la ballerina.

TER.          E’ vero. potremmo iscriverla a un corso di danza..

SILV.        Ma certo! Quella è capace di mettersi a ballare con la scopa in mano!

LIS.           Mi è venuta in mente una cosa. Domani sera alla Scala ci sarà uno spettacolo di danza con un grande ballerino che viene dalla Russia

ERN.         E allora?

LIS.           E allora un mio cugino che fa la maschera alla Scala mi ha detto che quel ballerino                            sarebbe disposto a dare lezioni private a qualcuno.

ZIA           Sì, ma quanto tempo si fermerà qui in zona?

LIS.           Almeno quindici giorni.

ZIA           Ah bé, allora si potrebbe provare, tanto per cominciare a far qualcosa.

LIS.           Vado subito a telefonare al mio cugino per fargli prenotare le lezioni e a cose fatte daremo la notizia alla Rosa.

TER.          Così non potrà dire di no.

ZIA           Speriamo.

LIS.           Lasci fare a noi e vedrà.

ERN.         Muoviamoci allora! (prendono le borse della spesa ed escono)

ZIA           E voi due cosa pensate di fare?

CARM.     Io, come dottore di una clinica psichiatrica, posso consigliarle una sola cosa.

ZIA           Quale?

CARM.     Quella di fare un’elettroshock alla Rosa.

BEPP.       Cos’è un elettroshock?

CARM.     Proprio tu che sei un elettricista me lo domandi?

BEPP.       Io non l’ho mai fatto a nessuno l’elettroshock.

CARM.     Te lo spiego in due parole che cos’è: si fa passare della corrente nella testa, così il cervello prende uno scossone e si mette a posto.

ZIA           Secondo me lei è matto!

CARM.     Può darsi, ma qualche volta questo sistema funziona.

SILV.        Io dico che si potrebbe provare. Ma se la Rosa non fosse d’accordo?

CARM.     Ah no, dev’essere d’accordo per forza, perchè prima di fare l’elettroshock deve firmare.

SILV.        Sì, firma subito quella! Anche le cambiali per comprarsi la pelliccia le ha fatte firmare a me.

CARM.     Quello che io io posso fare è mettervi a disposizione la mia clinica, al resto dovete pensare voi. Adesso però vi saluto perchè devo andare. Vieni anche tu, Bepino?

BEPP.       No, io mi fermo qui ancora un momento.

CARM.     Arrivederci allora. (esce 1)

ZIA           Quello lì è più matto dei suoi matti. Avrebbe bisogno lui di fare l’elettroshock. (esce 2)

BEPP.       Sai cosa facciamo adesso, Silvestro?

SILV.        Cosa?

BEPP.       Glielo facciamo noi l’elettroshock a tua moglie.

SILV.        Stai dando i numeri?

BEPP.       Perchè? Non è una cosa difficile per uno che si intende di corrente come me.

SILV.        Cosa vorresti fare?

BEPP.       Colleghiamo il filo del telefono alla presa della corrente. Poi tu vai al bar e telefoni qui a casa tua, e quando la Rosa alza la cornetta prende una scossettina di 220 volt e guarisce.

SILV.        Mi sembra fin troppo facile.

BEPP.       Ma certo che è facile. Dai, portami un cacciavite!

SILV.        Vado a prenderlo. (porta un cacciavite)

BEPP.       (prende il cacciavite e smonta la presa) Allora... questo è un filo... questo è quell’altro filo... ma la terra dov’è? Non trovo la terra.

SILV.        Ti serve la terra?

BEPP.       Certo, altrimenti la scossa sarebbe troppo forte.

SILV.        Ci penso io. (esce e subito rientra con un badile di terra) Pronti!

BEPP.       Ma cosa mi hai portato qui?

SILV.        La terra!

BEPP.       Non hai capito niente! La terra che cerco io è un filo, il filo della terra. Porta via quella roba lì!

SILV.        (porta fuori il badile e rientra) L’hai trovato il filol?

BEPP.       Sì, era arrotolato nella canalina. (risistema la presa) Ecco, ho finito. Attento a non toccare il telefono, altrimenti lo fai tu l’elettroshock.

SILV.        No, no, non tocco niente io.

BEPP.       Bene! Adesso tu vai al bar e chiami qui a casa tua così la Rosa risponde e... zac!... è fatta.

SILV.        Ma... non sarà pericoloso?

BEPP.       Pericoloso che cosa? Non farmi ridere. Andiamo adesso! (si avvia)

SILV.        (agitato) Aspetta un momento. Non dobbiamo farle firmare, prima?

BEPP.       Ma smettila! Non siamo nella clinica qui.

SILV.        Ah sì, hai ragione.

BEPP.       Andiamo allora! (esce 1)

(SUONA IL TELEFONO)

SILV.        (alza la cornetta e prende la scossa)

SIPARIO

ATTO SECONDO

Scena prima

(Silvestro con aspirapolvere, poi Rosa)

ROSA       (entra) Cosa stai facendo, Silvestro?

SILV.        Non lo vedi cosa sto facendo? Pulisco il pavimento.

ROSA       Lo so, ma sono due giorni che continui a fare i mestieri di casa. Cosa ti è successo?

SILV.        Perchè? Non va bene così? Hai sempre detto che la casa deve essere pulita e io la sto pulendo. Non sei contenta?

ROSA       Smettila, per favore! E dammi quell’affare! (cerca di prendere l’aspirapolvere)

SILV.        (si oppone) Eh no, cara! Una volta ciascuno a cavallo all’asino. Adesso l’aspirapolvere ce l’ho io e lo uso io.

ROSA       Ma dico! Ti ha dato di volta il cervello?

SILV.        Perchè? Quando uno pulisce la casa vuol forse dire che gli ha dato di volta il cervello?

ROSA       Cosa c’entra questo? Ma tu non li hai mai fatti i mestieri di casa!

SILV.        E allora? Vorresti farli solo tu?

ROSA       Ma tu sei un uomo.

SILV.        Ah, ecco perchè. Perchè io sono un uomo... Ma non lo sai che al giorno d’oggi c’è la parità di diritti fra uomini e donne?

ROSA       Ma va’ al limbo tu e i tuoi diritti, avvocato Sardella!

(CAMPANELLO – Silvestro va ad aprire))

Scena seconda

(Beppino, Rosa e Silvestro)

BEPP.       (entra) Ciao, Silvestro.

SILV.        Ciao, Beppino.

BEPP.       Ma... cosa stai facendo con l’aspirapolvere?

SILV.        Sto facendo le pulizie.

BEP           Ah ah, questa è bella!

SILV.        Perchè? Tu non li fai mai i mestieri a casa tua?

BEPP.       Io no.

SILV.        E io invece sì.

BEPP.       Dà, dài, smettila di scherzare e vieni al bar a bere il caffè, che ci sono anche il Carmelo e il Mariolì che ti aspettano.

SILV.        E chi pulisce la casa intanto che io me ne sto al bar?

BEPP.       Cos’hai detto?

SILV.        Ho detto che non posso e basta. Anzi, ora devo pulire bagno. Scusami. Ciao! (esce 2)

BEPP.       Cosa hai fatto a tuo marito oggi?

ROSA       Non gli ho fatto proprio niente, ma sono due giorni che continua a fare i mestieri di casa.

BEPP.       Ti starà prendendo in giro.

ROSA       Magari! Fa sul serio, invece, e io sono un po’ preoccupata, perchè ha cominciato a fare così l’altro ieri dopo che ha preso la scossa col telefono.

BEPP.       Ah sì?

ROSA       Sì. Anzi, mi piacerebbe capire come è possibile prendere la scossa con il telefono.

BEPP.       Mah, ci sarà stata un’interferenza sulla linea.

ROSA       Mi sembra strano. Ma adesso sai cosa faccio? Chiamo la Telecom e domando a loro che cosa può essere successo. (va al telefono)

BEPP.       No, fermati. Sei matta?

ROSA       Perchè?

BEPP.       Non sai come sono permalosi quelli della Telecom? Se si arrabbiano sono capaci di venire qui a staccarti i fili del telefono.

ROSA       Ci mancherebbe! Allora è meglio che non dica niente a nessuno.

BEPP.       Sì, tanto il telefono te l’ho aggiustato subito io.

ROSA       Per fortuna che c’eri qui tu, altrimenti rischiavo di prenderla anch’io la scossa.

BEPP.       Eh sì, ti è proprio andata bene.

ROSA       Al Silvestro invece è andata male. E’ addirittura diventato matto.

BEPP.       Sarai stata tu a farlo diventare matto. Comunque non preoccuparti: guarirà in fretta.

ROSA       Speriamo, perchè sono già stanca di sopportarlo. Adesso si crede capace soltanto lui di fare i mestieri di casa.

Scena terza

(Silvestro, Rosa e Beppino)

SILV.        (entra) Hai qualcosa da dire in proposito?

ROSA       Sì, perchè?

SILV.        Ti conviene stare zitta, perchè ormai l’hanno capito tutti che sei invidiosa.

ROSA       Stai zitto tu, avvocato Sardella!

BEPP.       (a Rosa) Non permetterti più di offendere il mio amico! Hai capito?

ROSA       Guarda che il Silvestro, prima di essere tuo amico, è mio marito.

BEPP.       Ma io non mi riferivo al Silvestro, io parlavo del mio amico “avvocato Sardella”.

ROSA       Non dire stupidaggini, Beppino. Non c’è nessun avvocato che si chiama così.

BEPP.       Fa’ a meno di crederci, se vuoi. Ma sta’ attenta che io gli vado a dire che tu continui a offenderlo.

ROSA       Finiscila, per favore. Non mi va di scherzare adesso.

BEPP.       Vedrai se sto scherzando.

SILV.        Avete finito di chiacchierare voi due, che io devo passare l’aspirapolvere?

ROSA       Un’altra volta?

SILV.        Guarda che io faccio quello che mi pare nella mia casa!

Scena quarta

(Zia, Silvestro, Rosa e Beppino)

ZIA           (entra dalla 2) Non è tua la casa, è mia. Diventerà tua quando te la lascerò in eredità... sempre che non sia tu a morire prima.

SILV.        Va bene,  ma io la tengo pulita perchè non voglio in eredità una casa sporca. (esce 2)

ZIA           Poveretto! Chissà cosa gli è successo.

(CAMPANELLO – Rosa va ad aprire)

Scena quinta

(Angioletta, Zia, Rosa e Beppino)

ANGIOL. (entra) Buonasera.

ROSA       Buonasera.

ZIA           Guarda che è arrivata quella delle punture!

BEPP.       (starnutisce ripetutamente) Buonasera, signorina. Beh, io adesso devo andare perchè c’è il Carmelo al bar che mi aspetta. Arrivederci. (esce 1)

ANGIOL. E’ pronta, signora Bice?

ZIA           Per far che cosa?

ANGIOL. Per fare la puntura.

ZIA           Non sono ancora pronta.

ANGIOL. Mi aveva promesso che oggi non avrebbe fatto storie.

ZIA           E va bene, però facciamo un patto: io ti lascio fare la puntura e tu mi lasci fumare il sigaro.

ANGIOL. Niente da fare.

ZIA           E allora niente puntura.

ANGIOL. Facciamo così: le lascerò fumare mezzo sigaro.

ZIA           E allora io farò soltanto mezza puntura.

ANGIOL. (sbuffa) Su, andiamo di là.

ZIA           Mi fanno già male le chiappe solo a pensarci! (esce 2 con Angioletta)

(CAMPANELLO – Rosa va ad aprire)

Scena sesta

(Carmelo, Mariolì, Rosa))

CARM..    (entra con Mariolì) Buonasera, signora Rosa.

ROSA       Buonasera, dottore. Le devo chiamare il Silvestro?

CARM.     No, aspetti un attimo. Il Bepino mi ha detto che il Silvestro non può venire al bar perchè deve fare i mestieri. Ma è vero?

ROSA       Sì, è vero e io sono piuttosto preoccupata.

CARM.     Preoccupata di cosa? Non ha capito che il Silvestro la sta prendendo in giro?

ROSA       Adesso glielo chiamo, così vedrà di persona se mi sta prendendo in giro. (esce 2)

Scena settima

(Silvestro,Carmelo, Mariolì))

CARM.     Ciao, Silvestro.

SILV.        Ciao, Carmelo. Ma... hai pulito le scarpe sullo zerbino prima di entrare?

CARM.     Cos’hai detto?

SILV.        No, perchè non vorrei che tu mi avessi portato dentro della polvere.

CARM.     Guarda che se non hai voglia di vedermi io esco subito. Andiamo, Mariolì!

SILV.        No, aspetta, Carmelo. Devi scusarmi, ma in questi giorni mi è venuta la mania di avere la casa pulita. Dai, siediti un momento.

CARM.     Ah, così va meglio. (si siede)

SILV.        E il Mariolì come sta?

CARM.     Sta bene lui. Oggi l’ho portato a casa mia e gli ho fatto sistemare l’orto.

SILV.        Davvero? Bravo, Mariolì, ti sei divertito a lavorare nell’orto?

MAR.        Sì, mi sono divertito e mi è anche venuta una bella idea per fare soldi.

SILV.        Ancora?

MAR.        Sì, ascoltami bene: a te piacciono i fagioli?

SILV.        Sì, mi piacciono. Ogni tanto li mangio.

MAR.        E quanti fagioli mangi?

SILV.        Mah, dipende... Trenta... quaranta... forse cinquanta.

MAR.        Come mai così tanti?

SILV.        Beh... perchè sono piccoli.

MAR.        Bravo, difatti sono piccoli. E allora a me è venuta l’idea di far incrociare i fagioli con le zucche.

SILV.        I fagioli con le zucche?

MAR.        Sì, così nascerebbero dei fagioli di queste dimensioni (indica la misura) e invece di mangiarne tanti, basterebbe mangiarne uno soltanto, o anche mezzo, o addirittura un quarto. Non è una bella idea?

SILV.        Senti, Mariolì, ma tu lo sai che effetto fanno i fagioli?

MAR.        Certo che lo so.

SILV.        Dimmelo allora.

MAR.        (imbarazzato) Fanno... fanno suonare la tromba.

SILV.        Esatto. E allora prova a pensarci bene: se i fagioli, che sono piccoli, fanno quell’effetto, che cosa succederebbe ad andare d’aria dopo aver mangiato un fagiolo grosso come una zucca?

MAR.        Si scatenerebbe una bufera!

SILV.        Infatti..

CARM.     Mi spiace, Mariolì, ma anche questa volta la tua idea non può funzionare.

MAR.        (deluso) Non ho fatto bene i conti.

SILV.        (prende il portafoglio) Tieni, Mariolì, questi sono venti euro. Tu adesso vai a comperare una coppia di conigli e fai incrociare quelli. Vedrai che con i conigli gli incroci saranno sempre perfetti.

MAR.        Sei sicuro?

SILV.        Certo, non c’è nessun problema a far incrociare i conigli.

MAR.        Allora grazie. (prende i soldi)

CARM.     Sei contento?

MAR.        Beh, insomma... Piuttosto che un calcio negli stinchi...

SILV.        Adesso però dovrei finire i miei mestieri.

CARM.     Non vieni al bar a prendere un caffè?

SILV.        No, non posso. Devo ancora pulire la camera da letto e poi è quasi l’ora di cena.

Scena ottava

(Rosa , Silvestro, Carmelo e Mariolì)

ROSA       (entra) Se vuoi andare al bar, puoi farlo, perchè stasera la cena si farà più tardi.

SILV.        A che ora?

ROSA       Non prima delle nove.

SILV.        Perchè così tardi?

ROSA       Non ti ricordi che stasera ho la mia prima lezione di danza?

SILV.        Ah sì... E dov’è che devi andare?

ROSA       In nessun posto, perchè il maestro viene qui in casa.

SILV.        O dio! Allora vado subito a a finire le pulizie. (esce 2)

ROSA       Ebbene, dottore? Le sembra che mi stia prendendo in giro?

CARM.     A dir la verità mi è venuto qualche dubbio.

Scena nona

(zia, Angioletta, Rosa, Carmelo e Mariolì)

ZIA           (entra rincorrendo Angioletta) Disgraziata di una disgraziata! Chi ti ha insegnato a fare le punture? Il macellaio? Madonna mia, che male!

ROSA       Sta’ calma, zia.

CARM.     Se mi permette di dirle una cosa, signora Bice, le vorrei fare i complimenti, perchè alla sua età è ancora agile come una gazzella. Ma quanti anni ha lei di preciso?

ZIA           Novantatre, già compiuti.

CARM.     Novantatre anni... Che bella età!

ZIA           Vuole far cambio con la sua?

CARM.     No, grazie.

ZIA           (ad Angioletta) Adesso che mi hai fatto la puntura, mantieni la tua promessa e portami fuori a fumare il sigaro.

ANGIOL. Solo mezzo, però.

ZIA           Sì, ma tu la puntura me l’hai fatta intiera, imbrogliona! Hai almeno i fiammiferi per farmi accendere?

ANGIOL. Sì, ce li ho.

ZIA           Andiamo allora! (esce 1 con Angioletta)

MAR.        Carmelo, mi porti a comperare i conigli?

ROSA       I conigli?

CARM.     Sì, poi le spiego. Se venisse qui il Bepino a cercarmi, le dica per favore che sono andato via un momento col Mariolì.

ROSA       Glielo dirò.

CARM.     Grazie e arrivederci. Andiamo, Mariolì. (esce 1 con Mariolì mentre arrivano Ernesta e Teresina))

Scena decima

(Ernesta, Teresina e Rosa)

ERN.         (entra con Teresina) Sei pronta per la prima lezione di danza??

ROSA       Sì, ma dov’è il maestro?

ERN.         E’ andata a prenderlo la Lisetta con la macchina.

ROSA       Non vedo l’ora di conoscerlo. Ma sedetevi. (fa accomodare le amiche)

TER.          Sei emozionata?

ROSA       Altroché, sto addirittura tremando.

TER.          Calmati, vedrai che non ti mangia.

ROSA       Me lo auguro. Ma... come sarà?

TER.          Bello. Io dico che è bello.

ERN.         Mi sarebbe piaciuto vederlo ieri sera alla Scala.

TER.          Dovevamo prendere i biglietti almeno una settimana prima.

ERN.         Sì, però la Lisetta è riuscita a vederlo, perchè suo cugino le ha procurato un biglietto omaggio. E alla fine dello spettacolo ha potuto parlare con lui.

ROSA       Come avrà fatto a capire quello che diceva?

ERN.         Le avrà fatto da interprete suo cugino.

TER.          Chi? Il cugino della Lisetta? Ma se non sa neppure parlare in in italiano!

ERN.         Magari sa parlare in russo.

TER.          Ma smettila! Secondo me è il ballerino che conosce qualche parola d’italiano.

ROSA       Sicuramente sarà così, altrimenti come farebbe a insegnarmi a ballare?

ERN.         Che ragionare! Per ballare non occorre conoscere le lingue.

ROSA       Sì, ma allora come faremo a parlarci quando sarà qui?

ERN.         Vedrai che in un modo o nell’altro riuscirete a intendervi. Tu però cerca di parlare molto lentamente e di usare parole facili.

ROSA       Farò il possibile.

(CAMPANELLO)

                  E’ arrivato. (agitatissima) Cosa faccio adesso?

TER.          Comincia ad aprirgli la porta.

ROSA       La porta? Ah sì, hai ragione. (va ad aprire, seguita dalle amiche)

Scena undicesima

(fattorino, Rosa, Ernesta, Teresina)

ROSA       (al fattorino che entra) Prego... entrare... venire avanti.

ERN.         Volere accomodarsi, prego.

TER.          Cosa aspettare?

ROSA       Io chiamare Rosa...

FATT.       Scusate, ma... come fate a parlare in questa casa?

ROSA       Ma lei non viene dalla Russia?

FATT.       No, io vengo da Vimercate.

ROSA       Allora non è un ballerino.

FATT.       No, sono solamente un fattorino e sono venuto a consegnare un’enciclopedia.

ROSA       Un’enciclopedia? Ma chi gliel’ha ordinata?

FATT.       Non lo so. Io devo soltanto consegnarla al signor... (prende un biglietto e legge) al signor Silvestro Bergamelli.

ROSA       Sì, sì, è mio marito. Ma dov’è l’enciclopedia?

FATT.       Qui fuori.

ROSA       La porti dentro allora.

FATT.       (esce e subito rientra con uno scatolone) Dove devo metterla?

ROSA       La metta qui. Ma, mi scusi, di che enciclopedia si tratta?

FATT.       “La pulizia della casa in dodici volumi”.

ROSA       Cosa? Ma allora mio marito è proprio diventato matto! No, no, io non la voglio questa enciclopedia.

FATT.       Devo riportarla indietro?

ROSA       Sì, la porti via e dica al suo padrone che c’è stato un errore.

FATT.       Come vuole, per me è lo stesso. (prende l’enciclopedia) Ma posso chiederle una cosa?

ROSA       Sì, certo.

FATT.       Ma io... ho proprio la faccia da ballerino?

ROSA       (seccata) Arrivederci!

FATT.       No, perchè mi hanno preso per falegname, per idraulico e per elettricista, ma è la prima volta che mi prendono per ballerino. Grazie davvero, signora! (esce 1)

ROSA       Quel deficente di mio marito! Ha bisogno dell’enciclopedia per pulire la casa!

Scena dodicesima

(Silvestro, Rosa, Teresina, Ernesta)

SILV.        (entra) C’è stato qui qualcuno?

ROSA       Sì, c’è stato qui un tale a consegnare un’enciclopedia.

SILV.        Infatti l’aspettavo. E dov’è l’enciclopedia?

ROSA       L’ho rimandata indietro.

SILV.        Cos’hai fatto?

ROSA       Ho detto che l’ho rimandata indietro, perchè non ho intenzione di spendere dei soldi per le tue stupide manie.

SILV.        Io ti denuncio! Innanzitutto l’enciclopedia l’ho pagata in anticipo e poi io ho il diritto di comperare quello che voglio, hai capito?

ROSA       Stai zitto, avvocato Sardella!

SILV.        Ti faccio vedere io chi è che comanda qui! (va al telefono e chiama) Pronto, servizio enciclopedie? Sono Bergamelli Silvestro. Senta, c’è stato qui il vostro uomo a consegnare un’enciclopedia, ma quell’ignorante di mia moglie l’ha mandata indietro.... Certo che la voglio ancora l’enciclopedia. Me la faccia consegnare al più presto. Arrivederci. (alla moglie) E provaci un’altra volta a mandarla indietro, se hai il coraggio. (esce 2)

(CAMPANELLO)

                  Avanti!

Scena tredicesima

(Lisetta, Ivan, Rosa, Teresina, Ernesta)

LIS.           (entra con Ivan) Ho l’onore di presentarvi il grande ballerino Ivan Ivànovic.

ROSA       Piacere, io sono la Rosa.

IVAN        Molto piacere di conoscerla.

ROSA       E queste sono le mie... assistenti, Ernesta e Teresina.

IVAN        Piacere.

ROSA       Prego, si accomodi, signor... Vòvic... Vanòvic... Come ha detto che si chiama?

IVAN        Ivan Ivànovic.

ROSA       (alle amiche) Come lo dice bene!

ERN.         Per forza, è il suo nome.

ROSA       Si sieda, signor Ivan.

IVAN        No, io avere molta fretta di cominciare subito.

ROSA       È pròprio un professionista, lei!

IVAN        Molto professionista. Io venuto apposta di Bolsciòi di grande Russia per insegnare arte di mia danza a popolo italiano.

ROSA       (alle amiche) Sarei io il popolo italiano?

IVAN        Dove potere cambiare mio vestito?

ROSA       Venga di là, signor Ivan, che intanto mi cambierò anch’io. Prego. (escono 2)

TER.          (a Ernesta) Hai visto come è bello?

LIS.           Sì, ed è anche bravo. Se lo aveste visto ballare ieri sera! Volava leggero da una parte all’altra del palcoscenico come se avesse le ali.

ERN.         Allora fra quindici giorni vedremo anche la Rosa volare da una parte all’altra del salotto!

Scena quattordicesima

(Silvestro, Ernesta, Teresina, Lisetta)

SILV.        (entra con aspirapolvere)

LIS.           Cosa fai, Silvestro?

SILV.        Scommetto che non vi siete neppure pulite la scarpe, prima di entrare.

ERN.         Non avrai preso anche tu la malattia di tua moglie, per caso?

SILV.        Non ho preso nessuna malattia io. Solo che non voglio fare brutte figure.

ERN.         Brutte figure per cosa?

SILV.        Quel ballerino viene dalla Russia. Non si può fargli trovare il salotto sporco.

TER.          Non sarà sporco questo salotto?!

LIS.           Più pulito di così!

SILV.        Sembrera pulito a voi, sozzone! (passa l’aspirapolvere ed esce 2)

LIS.           Cos’è successo al Silvestro?

TER.          La Rosa mi ha detto che ha cominciato a fare così quando ha preso la corrente col telefono.

ERN.         Se la corrente fa venire la voglia di fare i mestieri di casa, faccio subito prendere la scossa anche a mio marito!

Scena quindicesima

(Rosa e Ivan in calzamaglia, Ernesta, Teresina e Lisetta)

ROSA       (entra con Ivan) Sono pronta. Come sto?

ERN.         Mi sembri la Carla Fracci. Ho proprio voglia di vederti ballare.

TER           Anch’io.

IVAN        Voi uscire, prego.

ERN.         Non possiamo stare qui?

IVAN        Prima regola per ballerini: concentrazione. Nessuno guardare, nessuno disturbare.

ERN.         Allora ce ne andiamo subito.

LIS.           Auguri, Rosa. (esce 1 con le amiche)

ROSA       Forse era meglio che rimanessero per farmi un po’ di coraggio.

IVAN        Niente paura. Antico proverbio russo dice: “Chi fa da sè, fa per tre”. Ora io mettere musica di grande compositore russo.

(Ivan inserisce una cassetta nel registratore, danza

e invita Rosa a imitare i suoi movimenti; coreografia libera)

IVAN        Molto bene, molto benissimo. Prima lezione finita.

ROSA       Di già?

IVAN        Sì. Domani seconda lezione.

ROSA       Ma riuscirò a diventare brava come lei?

IVAN        Certo. Antico proverbio russo dice: “Chi bene incomincia è a metà dell’opera”.

ROSA       Che bei proverbi che avete voi in Russia! Adesso, però, prima di andare via, aspetti di là un momento che le ho preparato una bella sorpresa.

IVAN        A me piacere molto sorprese.

ROSA       Si accomodi allora. (accompagna Ivan alla 2, poi toglie una torta dalla credenza e la mette sul tavolo)

(CAMPANELLO)

Scena sedicesima

(Beppino e Rosa)

BEPP.       Permesso? (entra) Ciao, Rosa... ma cosa ti sei messa? Non siamo a carnevale!

ROSA       Non capisci niente tu! Questo è il costume dei ballerini, perchè ho appena finito di fare la prima lezione di danza.

BEPP.       Ah, ho capito... Ascolta, io ero venuto qui per vedere se c’era il Carmelo.

ROSA       No, è andato col Mariolì a comperare dei conigli.

BEPP.       Dei conigli? Ma che cosa se ne fanno dei conigli?

ROSA       Non saprei. Non mi hanno detto a che cosa gli servono.

Scena diciassettesima

(Silvestro, Beppino e Rosa)

SILV.        (entra) Sono stato io a dire al Mariolì di comperarsi dei conigli, così almeno riesce a far incrociare qualcosa.

BEPP.       Va bene, allora lo aspetto al bar.

ROSA       Rimani qui un momento: voglio farti conoscere una persona importante.

BEPP.       Chi sarebbe?

ROSA       Il mio maestro di danza.

BEPP.       Non ho voglia di conoscerlo.

ROSA       E invece devi conoscerlo, perchè è una persona speciale. Pensa che lo conoscono in tutto il mondo.

BEPP.       Non sarà mica il Papa!

ROSA       Certo, verrà qui il Papa a insegnarmi a ballare! Comunque, quando lo vedrai, resterai a bocca aperta. Adesso lo vado a chiamare. (esce 2)

SILV.        Indossa anche lui una specie di pigiama, come la Rosa.

Scena diciottesima

(Rosa, Ivan, Bepino e Silvestro)

ROSA       (rientra con Ivan) Signori, ecco a voi il mio maestro di danza.

BEPP.       (meravigliato) Ivan!

IVAN        Beppino! (corre ad abbracciare Beppino)

BEPP.       Quant’è che non ci vediamo! Ma cosa fai qui?

IVAN        Io venuto in Italia per lavoro.

BEPP.       Ma il tuo è un divertimento, non un lavoro!

IVAN        Amico Beppino, sempre scherzare tu.

SILV.        Come fate a conoscervi voi due?

BEPP.       Cinque anni fa sono stato in Russia a montare degli impianti per la mia ditta e lui alloggiava nello stesso albergo dov’ero io. Abbiamo fatto certe risate insieme!

IVAN        Beppino molto simpatico!

ROSA       Se lo dice lei! Adesso però guardi che cosa le ho preparato. (indica la torta)

IVAN        Oh, io essere molto goloso di torta.

ROSA       Sono proprio contenta. Si sieda che gliela faccio assaggiare.

IVAN        Io non potere mangiare torta con mio vestito di danza.

ROSA       Vada a cambiarsi, allora. Intanto io le preparo una bella fetta. (taglia una fetta di torta.  - N.B. = E’ opportuno che la fetta sia “piccola” e che la torta non sia  troppo asciutta, altrimenti risulterebbe impossibile mangiarla in breve tempo)

IVAN        Con permesso. (esce 2)

BEPP.       Io vado un momento al bar a vedere se è arrivato il Carmelo.

ROSA       Fammi un favore, allora. Buttami via questo piatto, che è sbeccato. (dà un piatto a Beppino)

BEPP.       Dove lo butto?

ROSA       Non c’è il cassonetto dell’immondizia vicino al bar?

BEPP.       Sì, ma...

ROSA       Intanto mi vado a cambiare anch’io. (esce 2)

BEPP.       Non andrò al bar con questo piatto in mano!

SILV.        Perchè, hai vergogna?

BEPP.       Sì, ho vergogna.

SILV.        Mettilo nella tasca della giacca.

BEPP.       (tenta di mettersi in tasca il piatto) Non ci passa. Non hai qui un martello?

SILV.        Vado a prenderlo. (esce 2 e subito rientra con martello) Tieni!

(CAMPANELLO)

                  Avanti!

Scena diciannovesima

(fattorino, Sivestro e Beppino)

FATT.       (entra con scatolone) Buonasera, ho riportato l’enciclopedia.

SILV         Ah, meno male!

FATT.       Dove devo metterla?

SILV         E’ pulita la scatola?

FATT.       Certo che è pulita!

SILV.        Allora può appoggiarla qui in terra. (il fattorino esegue) Mi scusi se le ho fatto fare il viaggio due volte, ma è tutta colpa di mia moglie.

FATT.       A me non fa proprio niente, anzi... perchè io prendo venti euro per ogni viaggio che faccio. Se vuole, la riporto via e poi gliela riconsegno un’altra volta.

SILV.        No, grazie, la lasci qui.

FATT.       (porge un foglietto) Allora mi metta una firma.

SILV.        (firma) Ecco fatto, siamo a posto??

FATT.       A posto. Arrivederci. (esce 1)

SILV.        (prende lo scatolone) Vado di là un momento. (esce 2)

BEPP.       Guarda che cosa mi tocca fare per mettermi in tasca un piatto. (rompe il piatto con una martellata)

Scena ventesima

(Ivan e Beppino)

IVAN        (entra) Perchè, Bepino, tu rotto piatto?

BEPP.       Perchè... perchè io ho già mangiato la mia fetta di torta e questa è un’usanza italiana per far capire alla padrona di casa che mi è piaciuta molto.

IVAN        Strane usanze in Italia.

BEPP.       Io adesso devo andare via cinque minuti. Ci vediamo dopo. (lascia il martello sotto il tavolo, prende il piatto rotto ed esce 1)

IVAN        Ciao, io aspettare.

Scena ventunesima

(Rosa, Silvestro e Ivan)

ROSA       (entra con Silvestro, che ha l’aspirapolvere) Eccomi qui. Adesso le faccio provare la mia torta. Vedrà come è buona. (porge il piatto con la fetta di torta a Ivan)

SILV.        (guarda Ivan che mangia la torta) Stia attento a non farmi cadere le briciole!

ROSA       Com’è? (Ivan annuisce col capo) Sa, l’ho fatta io con le mie stesse mani. Ci ho messo dentro la farina... le uova... lo zucchero... il lievito... tutta roba naturale.

IVAN        Buona, molto buona.

ROSA       Le è piaciuta?

IVAN        Sì, piaciuta moltissimo. (prende il martello e rompe il piatto)

SIPARIO

ATTO TERZO

Scena prima

(Rosa, che si asciuga gli occhi con un fazzoletto; entra la Zia)

ZIA           Cos’hai, Rosa? Perchè piangi?

ROSA       Non sto piangendo, mi bruciano gli occhi. Non vedi che luce c’è in casa? Il Silvestro ha dato la cera e ha lucidato i mobili in modo esagerato.

ZIA           Ecco perchè mi sembrava di vederci meglio.

(CAMPANELLO)

Scena seconda

(Angioletta, Rosa e Zia)

ANGIOL. (entra) Permesso?

ZIA           Non potevi restartene a casa?

ROSA       Cercate di non litigare anche stasera voi due.

ANGIOL. Non dipende da me.

ZIA           Ah, sarebbe mia la colpa se tu non sei capace di fare le punture?

ANGIOL. Stasera cercherò di non farle male.

ZIA           Ti dico subito una cosa però.

ANGIOL. Cosa?

ZIA           Puntura intera, sigaro intero..

ANGIOL. Ah no, avevamo detto solo mezzo.

ZIA           D’accordo allora: mezzo sigaro e una presa di tabacco da annusare..

ANGIOL. E va bene, andiamo a fare questa puntura. (si avvia alla 2) Ma che luce avete in questa casa! Mi fa persino male agli occhi. (esce 2 con la zia)

(CAMPANELLO)

ROSA       Chi c’è ancora?

Scena terza

(Beppino e Rosa)

BEPP.       (entra con parrucca e baffi finti) Buonasera.

ROSA       Buonasera.

BEPP.       E’ lei la signora Rosa?

ROSA       Sì, sono io. E lei chi è?

BEPP.       Sono l’avvocato Pierluigi Sardella.

ROSA       Madonna Vergine!

BEPP.       Mi hanno riferito che in questa casa, quando si vuole offendere qualcuno, si usa il mio nome.

ROSA       Ma no... mi scusi... io non sapevo che lei esistesse davvero.

BEPP.       Esigo che questa storia finisca immediatamente, altrimenti le faccio causa.

ROSA       No, per carità. vedrà che il suo nome non sarà più pronunciato in questa casa.

BEPP.       Voglio sperarlo.

ROSA       Glielo giuro, ma non mi faccia del male.

BEPP.       (si toglie parrucca e baffi) Ah ah, te l’ho fatta stavolta!

ROSA       Sei un cretino! Quasi mi facevi morire di paura!

BEPP.       Così impari a offendere il mio amico Silvestro. Ma che luce che c’è qui!

ROSA       E’ colpa del tuo amico Silvestro, che ha lucidato il salotto.

BEPP.       Possibile che dopo quindici giorni non sia ancora guarito?

ROSA       E’ anche peggiorato, purtroppo.

Scena quarta

(Zia, Angioletta, Rosa e Beppino)

ZIA           (entra con Angioletta) Un giorno o l’altro, mentre mi fai la puntura, resterò lì secca sul letto.

BEPP.       (starnutisce ripetutamente) Buonasera.

ROSA       Cosa succede, Beppino?

BEPP.       Mi è venuto un attacco di raffreddore..

ZIA           Ce l’ho io la cura giusta per il suo raffreddore. Angioletta, prendi la scatola del tabacco e fanne annusare un po’ al Beppino.

ANGIOL. (prende la tabacchiera e la porge a Beppino) Prego, si serva.

BEPP.       (aumenta gli starnuti) Ma ma io non sono capace di annusare il tabacco.

ZIA           Allora venga fuori in giardino, che mentre fumo il sigaro le insegno io. Andiamo, Angioletta. (escono 1 con Beppino)

ROSA       (al pubblico) Secondo me non è raffreddore. Il Beppino dev’essere allergico a qualcosa... o a qualcuno.

(CAMPANELLO)         

Scena quinta

(Ernesta, Teresina e Rosa)

ERN.         (entra con Teresina) Ciao, Rosa.

ROSA       Ciao, siete già qui?

TER,          Sì. Ma che luce c’è qui dentro!

ERN.         E’ vero, mi bruciano gli occhi.

ROSA       Quell’imbecille di mio marito questa mattina si è alzato alle sei per mettere la cera e poi ha lucidato i mobili con un prodotto che li fa brillare. Mi sta facendo impazzire, quell’uomo!

ERN.         Capisco, quando si esagera!!

TER.          Scusa tanto, Rosa, ma ma io mi metto gli occhiali da sole, altrimenti non riesco a stare qui. (toglie dalla borsetta gli occhiali da sole e se li mette)

ROSA       Fa’ come vuoi, io non mi offendo.

ERN.         Allora li metto anch’io. (si mette gli occhiali da sole)

TER.          (a Rosa) Sei pronta per dire addio al tuo maestro di danza?

ROSA       Sì, però mi dispiace un sacco, perchè in questi quindici giorni mi sono davvero divertita.

TER.          E e sei diventata un abrava ballerina.

ROSA       Bé, insomma...

ERN          Allora fra non molto ti vedremo alla Scala a fare uno spettacolo.

ROSA       Magari! Se avessi qualche anno di meno...

Scena sesta

(Silvestro, Rosa, Teresina, Ernesta)

SILV.        (entra con aspirapolvere e scatolone contenente prolunghe per aspirapolvere) Non potete andare in cucina voi, che io devo fare i mestieri?

ERN.         Ancora?

TER.          Non l’hai pulito a sufficienza il salotto?

SILV.        So io quello che devo fare!

ROSA       Non si può più dirgli niente, perchè in fatto di pulizie si crede il migliore del mondo. Spostiamoci di là, così almeno ce ne staremo tranquille. (esce 2 con le amiche)

SILV.        (preparando le prolunghe) Non son più libero nemmeno di fare i mestieri adesso! Brutte oche!

(CAMPANELLO)

                  Avanti!

Scena settima

(Carmelo, Mariolì e Silvestro)

CARM.     (entra con Mariolì) Ciao, Silvestro. O dio, che mal di occhi!

SILV.        Sei arrivato proprio al momento giusto, perchè ti devo insegnare una cosa.

CARM.     Che cosa?

SILV.        Come fai tu a togliere le ragnatele dai muri di casa tua?

CARM.     Le ragnatele? Non le ho mai tolte io le ragnatele.

SILV.        Come? Le lasci lì?

CARM.     No le pulisce mia moglie.

SILV.        E come fa a pulirle?

CARM.     No lo so... userà la scopa.

SILV.        Ecco, lo immaginavo! Non si può usare la scopa per togliere le ragnatele, altrimenti restano i segni sul muro. Ti faccio vedere io come si fa! (prende l’aspirapolvere con prolunga e aspira sulla parete) Hai visto come si fa?

CARM.     Glielo dirò a mia moglie.

MAR.        Sei davvero bravo e io ti vorrei chiedere un favore.

SILV.        Sentiamo.

MAR.        Non potresti venire a casa mia a pulirmi la gabbia dei conigli?

SILV.        Non ho tempo. Faccio già fatica a star dietro alla mia di casa. Ma, a proposito, come stanno i tuoi conigli?

MAR.        Mica male, grazie.

SILV.        Vedrai che tra non molto arriveranno i primi coniglietti.

CARM.     Non credo che arrivino.

SILV.        Perchè?

CARM.     Perchè il Mariolì ha commesso un errore.

SILV.        Ah sì? Cas’ha combinato?

CARM.     Ha comperato due maschi!

SILV.        Ma cos’hai fatto, Mariolì? Non ci hai guardato prima di comperarli?

MAR.        Sì, uno era nero e uno era bianco.

SILV.        Ah, perchè tu guardi il colore per capire se un coniglio è maschio o femmina?

MAR.        Eh, altrimenti come fai a capire? I conigli non indossano i pantaloni.

Scena ottava

(Beppino, Zia, Angioletta,Silvestro, Carmelo e Mariolì)

BEPP.       (entra con Zia e Angioletta) Ciao.

SILV.        Ciao, Beppino, sei arrivato al momento giusto, perchè ho una cosa da insegnare anche a te.

BEPP.       Che cosa?

SILV.        La vedi quella scatola? Io ci tengo dentro le prolunghe dell’aspirapolvere, così quando devo togliere le ragnatele le monto insieme e poi... guarda cosa faccio. (mostra come si aspirano le ragnatele) Hai visto? (smonta il tubo dell’aspirapolvere e lo ripone nella scatola)

BEPP.       Anch’io ti devo insegnare una cosa.

SILV.        Davvero?

BEPP.       Sì, ti insegnerò come fa Ronaldo a tirare i rigori.Guarda come fa. (dà un calcio alla scatola e la sbatte lontano)

SILV.        (offeso, prende la scatola ed esce 2)

CARM.     L’hai offeso. Sarà meglio che tu vada subito a chiedergli scusa, altrimenti rischi un incidente internazionale.

BEPP.       Va bé, gli domanderò scusa, però non sono pentito di quello che ho fatto. (esce 2)

ZIA           Mi ascolti, dottore, il Silvestro mi sembra peggiorato.

CARM.     Anche a me.

ZIA           Non pensa che abbia bisogno di una bella visita?

CARM.     Sì, ha ragione. Potrei consigliarli un bravo dottore.

ANGIOL. Ma lei non è specialista in questo campo?

CARM.     Sì, ma vede... il Silvestro è un mio amico e non so se è opportuno.

ZIA           E invece è opportuno. E lo deve visitare immediatamente.

CARM.     Ma come faccio adesso? Io, quando esercito la mia professione, ho bisogno del camice bianco, del block-notes, della penna...

ZIA           E allora vada subito a casa a prendere quello che gli serve.

CARM.     Subito?

ZIA           Sì, subito!

CARM.     E va bene. Accompagno a casa il Mariolì e torno fra dieci minuti.

MAR.        Ma io voglio stare qui con l’Angioletta.

ANGIOL. No, Mariolì, è meglio che tu vada a casa.

ZIA           Lascialo pure qui, tanto un matto in più non dà fastidio.

CARM.     Allora torno subito. (esce 1)

ZIA           Cosa dici, Angioletta? Sarà in grado di fare qualcosa quel dottore?

ANGIOL. Mah, speriamo.

(CAMPANELLO)

Scena nona

(Rosa, fattorino, Zia, Angioletta e Mariolì)

ROSA       (entra dalla 2 e va ad aprire) Vado io ad aprire.

FATT.       (entra con scatolone, che dev’essere pesante) Buonasera, signora.

ROSA       Finalmente è arrivata!

ZIA           E’ arrivata che cosa?

ROSA       “L’Enciclopedia della Danza Moderna”

ZIA           Signore, aiutaci! (esce 2 con Angioletta e Mariolì)

FATT.       (mette la scatola per terra) Ecco, adesso mi firmi la ricevuta.

ROSA       (firma) Sono proprio contenta che sia arrivata.

FATT.       Se è davvero così interessata, perchè non compera anche  “L’Enciclopedia della Danza Classica”?

ROSA       C’è anche quella?

FATT.       Ma certo che c’è, costa più o meno come questa.

ROSA       Posso ordinarla a lei?

FATT.       Se vuole.

ROSA       Ma ci sarà molto da aspettare?

FATT.       Se ha così fretta, posso portargliela qui fra un quarto d’ora, visto che già sono in giro per altre consegne.

ROSA       Allora me la porti qui più alla svelta che può.

FATT.       Vado e torno in un attimo. Arrivederci. (esce 1)

Scena decima

(Rosa; Angioletta, Mariolì e Beppino che entrano dalla 2)

ROSA       (ad Angioletta) Vai già a casa?

ANGIOL. No, accompagno il Mariolì a a fare un giretto, perchè c’è di là tanta gente.

ROSA       Come vuoi, ma non allontanarti, perchè dobbiamo salutare il mio maestro di danza.  (esce 2)

BEPP.       (vede lo scatolone dell’enciclopedia) Angioletta, guarda come fa Ronaldo a tirare i rigori. (prende la rincorsa e dà un calcio allo scatolone, finendo a terra) Ahia! Ahia!

Scena undicesima

(Beppino, Angioletta, Mariol’, Rosa Ernesta, Teresina)

ROSA       (accorre con le amiche) Cos’è successo?

BEPP.       Ahia! Ahia! Mi sono rotto un piede.

ERN.         Bisogna portarlo al Prono Soccorso.

TER.          Ho la macchina qui fuori, dài che lo carichiamo. (con l’aiuto di Ernesta porta fuori Beppino).

ROSA       Ma come avrà fatto?

MAR.        Ha tirato un rigore.

ROSA       Cosa?

ANGIOL. Ma sì, ha dato un calcio alla scatola dell’enciclopedia.

ROSA       Quant’è imbecille quell’uomo!

Scena dodicesima        

(Carmelo, Rosa, Angioletta, Mariolì)

CARM.     (entra con camice bianco) Cos’ha combinato il Beppino?

ROSA       Si è inciampato in quella scatola ed è caduto. Adesso lo stanno portando al Pronto Soccorso. Ma lei perchè indossa il camice bianco?

CARM.     Perchè la sua zia mi ha ordinato di fare una visita al Silvestro.

ROSA       Ah, io non ne voglio sapere nulla. Le chiamo la zia. (a Mariolì e Angioletta) Venite di là con me voi due. (escono 2)

Scena tredicesima

(Carmelo  guarda con interesse i due quadri appesi alle pareti; entra la Zia)

ZIA           Le piacciono i miei quadri?

CARM.     Sì, mi piacciono. Specialmente quello. (indica il più lontano)

ZIA           Io invece preferisco questo.

CARM.     Ah sì?

ZIA           Sì, perchè mi fa ricordare quand’ero giovane. Ha più di cinquant’anni questo quadro.

CARM.     E quell’altro?

ZIA           Anche quello. Sì, però questo me l’hanno valutato ventimila euro.

CARM.     Davvero? E quell’altro?

ZIA           Anche quello. Le devo dire una cosa, però: questo ha vinto il primo premio a una mostra di pittura.

CARM.     Ma pensa! E quell’altro?

ZIA           Anche quello.

CARM.     Mi scusi, signora Bice,ma se questi due quadri hanno la stessa età, sono valutati la stessa cifra e hanno vinto tutti e due il primo premio, perchè mi parla prima di uno e poi dell’altro? Non potrebbe dirmi tutte le cose insieme?

ZIA           Vede... il fatto è che questo quadro l’ho dipinto io.

CARM.     Adesso capisco. E quell’altro?

ZIA           Anche quello... Ma lei era venuto qui per fare una visita al Silvestro.

CARM.     Difatti.

ZIA           Le raccomando, cerchi di fare le cose bene.

CARM.     Farò il possibile.

ZIA           Allora adesso lo faccio venire qui. (esce 2)

CARM.     (tra sè) Questo l’ho dipinto io. E quell’altro? Anche quello! Mah, non ho capito bene se voleva prendermi in giro o se è un difetto di famiglia quello di essere un po’... (si indica la tempia)

Scena quattordicesima

(Carmelo e Silvestro)

SILV.        (entra) Ciao.

CARM.     Ciao. Tua zia mia chiesto di farti una visita.

SILV.        Lo so. Però soltanto cinque minuti perchè sto spolverando il comò.

CARM.     La scia perdere il comò. Io sono qui apposta per non farti pensare alle pulizie.

SILV.        Magari riuscissi a non pensarci. E’ una cosa più forte di me, ma il bello è che io sono stufo di continuare a fare i mestieri.

CARM.     Allora smettila di farli.

SILV.        Non rieso, ho sempre in testa il pensiero delle pulizie di casa.

CARM.     Ecco, adesso io cercherò di farti pensare ad altro.        

SILV.        Proviamo, ma fa’ alla svelta.

CARM.     Comincia a sdraiarti sulla poltrona.

SILV.        (si sdraia sulla poltrona) Va bene così?

CARM.     Sì, ma non stare così rigido... ecco, così va bene. Ora chiudi gli occhi e concentrati su quello che ti dico. Allora... le tue braccia sono leggere... le tue gambe sono leggere... tutto il tuo corpo è leggero... e tu puoi muoverti nell’aria come un palloncino della fiera... Ti senti leggero?

SILV.        Mi pare di sì.

CARM.     Bravo! Adesso immagina di volare nel cielo... e voli... e voli... Riesci a volare?

SILV.        Sì,  riesco. Ma mentre volo, chi mi spolvera il comò?

CARM.     Non pensare alle polveri e rilassati. La tua testa adesso si svuota di tutti i pensieri e tu non hai più preoccupazioni. Sei calmo... calmo... calmo... Sei calmo?

SILV.        Sì.

CARM.     Allora prova a dirmi il nome delle prime tre cose che ti passano per la testa.

SILV.        Tre cose?

CARM.     Sé.

SILV.        Straccio, scopa e aspirapolvere.

CARM.     Eh no, così non ci siamo. Chiudi gli occhi, proveremo con un altro sistema. Allora... immagina di essere in un prato, sdraiato sull’erba... Lo vedi il prato?

SILV.        Sì, lo vedo.

CARM.     E’ primavera e il prato è pieno di margherite. Tu cosa fai?

SILV.        Raccolgo un bel mazzo di margherite.

CARM.     Bravo! E dopo?

SILV.        Dopo lo porto a casa e lo metto in un vaso.

CARM.     E dopo?

SILV.        Dopo... metto il vaso sul tavolo.

CARM.     E dopo?

SILV.        E dopo... tutte le mattine gli cambio l’acqua.

CARM.     Bravo! E dopo?

SILV.        Dopo i margherite appassiscono, poi seccano e cadono sul tavolo. Allora i prendo lo straccio e pulisco il tavolo.

CARM.     Ah no, basta! Io ci rinuncio.

SILV.        (si alza) Te lo avevo detto che non avrebbe funzionato. Sarà meglio che torni di là a fare le polveri. (esce 2)

Scena quindicesima

(Zia, Rosa, Carmelo)

ZIA           (entra con Rosa) Allora, dottore, com’è andata?

CARM.     Siamo in altomare.

ROSA       Cioè?

CARM.     Cioè niente da fare.

ZIA           Lo sapevo.

(CAMPANELLO)

Scena sedicesima

(Ivan, Lisetta, Rosa, Zia, Carmelo)

LIS.           (entra con Ivan) Eccoci qui.

ROSA       Signor Ivan, si accomodi.

CARM.     Allora io tolgo il disturbo.

ROSA       Ma no, stia qui anche lei che dobbiamo fare un brindisi per salutare il mio maestro.

CARM.     Perchè? Va via?

IVAN        Sì, domani io tornare in Russia.

CARM.     Ah, va bé, allora sta rò qui a fare il brindisi.

ROSA       Ho preparato una bella bottiglia di vodka.

IVAN        Molto bene brindare con vodka.

ROSA       Però, signor Ivan, prima le vorrei domandare una cosa, se non si offende.

IVAN        Prego, domandare.

ROSA       Come mai, quando ha mangiato la torta quel giorno là, poi mi ha rotto il piatto col martello?

IVAN        Perchè? Non contenta che io rotto piatto?

ROSA       Certo che no, era quasi nuovo!

IVAN        Ma non è usanza italiana?

LIS.           Chi le ha detto che è un’usanza italiana?

IVAN        Mio amico Beppino.

ROSA       C’era da immaginarlo! Quel caprone!

LIS.           Il Beppino è specializzato nel prendere in giro la gente.

IVAN        Come? Lui preso in giro me?

ROSA       Direi proprio di sì.

IVAN        Allora io fare grande vendetta, perchè antico proverbio russo dice: “Chi la fa l’aspetti”.

ZIA           A me sembra di averlo già sentito quel proverbio.

Scena diciassettesima

(Silvestro, Rosa, Ivan,Lisetta, Zia, Carmelo)

SILV.        (entra) Buonasera. (spolvera rapidamente il tavolo e poi esce 2)

IVAN        Lui sempre pulire... sempre pulire... Perchè sempre pulire?

ROSA       Ha cominciato a fare così quando ha preso la corrente due settimane fa.

IVAN        Lui preso corrente?

ROSA       Sì.

IVAN        E da allora cominciato a pulire casa?

ROSA       Sì.

IVAN        Ma allora facile guarire. Antico proverbio russo dice: “Chiodo scaccia chiodo”.

ZIA           E allora?      

IVAN        E allora se lui malato prendendo corrente, lui guarire prendendo altra corrente.

ZIA           Cèrto! Se a uno fa male il dito perchè ha preso una martellata, gli diamo un’altra martellata così guarisce.

ROSA       Ma nò, zia, magare ha ragione. Proviamo a chiederlo al Carmelo.

ZIA           Lui sarà sicuramente d’accordo, visto che i malati li cura con l’elettroshock.

ROSA       Cosa ne dice lei, dottore?

CARM.     Io... è meglio che me ne stia zitto, altrimenti la zia Bice mi morde. (esce 2)

ROSA       E allora decido io che sono la moglie del Silvestro.

ZIA           Cosa vorresti fare? Fulminarlo con la corrente?

ROSA       Io non me ne intendo di corrente, ma se ci fosse qui il Bepino...

(CAMPANELLO

Scena diciottesima

(Beppino, Rosa, Ernesta, Teresina, Lisetta, Zia, Ivan)

ROSA       (a Bpepino che entra con il piede ingessato) O dio, cosa ti hanno fatto?

ERN          Lo hanno ingessato.

ROSA       Ho visto. Ma il piede è rotto?

TER.          No, soltanto slogato.

ROSA       Meno male. Ascolta, Beppino, devo chiederti una cosa. Non potresti far prendere la corrente a mio marito?

BEPP.       Cosa? No, no, basta corrente!

ROSA       Non mi puoi dire di no. E’ per il bene del tuo amico Silvestro. Forse con la corrente riusciamo a guarirlo.

BEPP.       E chi si prende la responsablità?

ROSA       Me la prendo tutta io la responsabilità

ROSA       Come vuoi.. allora... portami qui l’aspirapolvere e e un cassaìde.

ROSA       Subito. (esce 2)

ERN.         Sta’ pronta, Teresina, che fra poco avremo qualcun altro da portare all’ospedale.

TER.          Allora ci conviene prendere l’abbonamento.

(CAMPANELLO)

Scena diciannovesima

(Fattorino, Rosa, Beppino, Ernesta, Teresina, Lisetta, Zia e Ivan)

ROSA       (rientra con cacciavite e aspirapolvere e li dà a Beppino)  Tieni. (va ad aprire)

FATT.       (entra con scatolone) Sono stato veloce?

ROSA       Sì, grazie. Metta giù la scatola e si fermi anche lei per fare il brindisi.

FATT.       Volentieri. Che cosa si festeggia?

ROSA       Il mio maestro di danza. Adesso glielo presento. (si avvicinano a Ivan) Signor Ivan, questo qui è quello che mi porta le enciclopedie della danza.

FATT.       Piacere.

IVAN        Piacere. Anche lei ballerino?

FATT.       No, però mi fanno ballare loro a furia di farmi andare avanti e indietro a consegnare enciclopedie

BEPP.       Rosa, ho finito.

ROSA       Cosa devo fare?

BEPP.       Va’ a chiamare il Silvestro digli di pulire. Quando accenderà l’aspirapolvre... zac!... prenderà la scossa

ROSA       Ci penso io. (si affaccia alla 2 e chiama) Silvestro!

Scena ventesima

Silvestro e gli altri

SILV.        (entra) Cosa vuoi?

ROSA       Con tutta la gente che c’è qui, il salotto si è riempito di polvere.

SILV.        Dovevi dirmelo prima. Dammi l’aspirapolvere, che ci penso io. (prende l’aspirapolvere, lo accende e prende la scossa) Che legnata che ho preso!

BEPP.       (si avvicina all’aspirapolvere) C’era un filo che faceva contatto. Ecco, ora è sistemato.

ROSA       (a Silvestro) Dài, finisci pulire il pavimento!

SILV.        Chì? Io? Non sono una donna io! Lo pulisci tu, se vuoi. (esce 2)

ROSA       E’ guarito! Il mio Silvestro è guariito!

IVAN        Visto? Chiodo scaccia chiodo.

ZIA           Per vedere un’altra cosa come questa, dovrei campare altri novantatre anni.

ROSA       Grazie, maestro. (abbraccia Ivan)

IVAN        E’ tutto merito di amico Beppino. Bravo, Beppino! (si avvicina a Beppino e gli dà un calcio nel sedere)

BEPP.       Ma come ti permetti?

IVAN        Questa è usanza russa per fare complimenti ad amici.

BEPP.       Eh no, non è giusto approfittare del fatto che io non posso difendermi. (ai presenti) E voi non fate niente?

Scena ventunesima

(Carmelo e gli altri; poi Mariolì e Angioletta)

CARM.     (entra) Cos’hai da lamentarti, Beppino? Ti fa male il piede?

BEPP.       No, mi fa male il sedere! Il grande ballerino russo mi ha dato una pedata e nessuno fa niente per me.

CARM.     Cosa potremmo fare?

BEPP.       Non ci si può tirare indietro. La guerra è guerra per tutti! Non è vero, signora Bice?

ZIA           Hai ragione: la guerra è guerra per tutti! (dà un calcio a Ivan)

CARM.     Ma sì, prendi questa! (dà un calcio a Ivan)

(Ivan restituisce il calcio a Carmelo e poi dà un calcio al fattorino, che glielo rende;

Mariolì entra con Angioletta e dà un calcio al fattorino...)

ROSA       Basta! Basta, per carità! (cerca di separare i litiganti)

IVAN        Perchè basta? Io mai divertito tanto in vita mia. Tutti grandi amici qui.

ROSA       Davvero? Allora adesso faremo un brindisi speciale al grande maestro Ivan Ivànovic, che mi ha insegnato a ballare e ha fatto guarire mio marito. (mette sul tavolo un vassoio bicchierini di vodka e tutti ne prendono uno) Ma prima di brindare, devo mettere  una bella musica russa in onore del più grande ballerino del mondo. (accende il registratore, poi solleva il bicchiere) Cin cin!

TUTTI       Cin cin!

Scena ventiduesima

(entra Silvestro in calzamaglia ed esegue passi di danza al ritmo della musica russa, fra lo stupore

dei presenti)

SIPARIO