La lega ce l’ha duro

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Mah, piö ol tép al pasa e meno ga rie a capì ol me Tobia

LA LEGA CE L'HA DURO

COMMEDIA IN DUE ATTI

Autore

CAMILLO VITTICI

c.vitt@libero.it

Iscrizione S.I.A.E. N.118123

(In caso di traduzione dialettale si prega di specificare alla SIAE il titolo originale dell'opera)

PERSONAGGI

TOBIA                                   Il padrone di casa

PALMIRA                             Moglie di Tobia

BATTISTA                            Amico di Tobia

CLORINDA                          Moglie di Battista

GIANNI                                Figlio di Tobia

HAWA                                  Fidanzata di Gianni

BEPINA                                Figlia di Battista

SALVATORE                       Fidanzato di Beppina

BALUBA                              Padre di Hawa

VITO                                     Padre di Salvatore

GIACOMINO                                   Il nipotino di Palmira e Tobia

La storia si svolge in casa di Tobia e Palmira

La storia

Due amici, camicie verdi e scalmanati leghisti, si accorgono, con gran disperazione, che il figlio di uno si invaghisce di una giovane donna di colore e la figlia dell'altro di un siciliano. Alla fine dovranno, loro malgrado, non solo accettare la situazione, ma apprendere d'essere stati vittime d'uno scherzo che si rivolterà contro le loro deliranti idee

PRIMO ATTO

(Palmira sta stirando. Ad un tavolino, in un angolo della  stanza, Giacomino sta scrivendo)

PALMIRA:   Mah, più il tempo passa e meno riesco a capire il mio Tobia. E pensare che una volta ci tenevo così tanto a lavargli e stirargli le camicie... E quando le indossava sembrava uno di quelli che fanno gli sfilatini di moda Le camicie erano così bianche per per guardarle bisognava mettersi gli occhiali da sole. E invece guarda qua… adesso camicie soltanto verdi. Mah… Da quando si è messo con la Lega è una bella cosa che non mangi solo piselli, che sono verdi, beva solo menta, che è verde e dorma in mezzo all’erba, che è verde. Adesso che è in pensione fa la Guardia Padana. Mah, quando andava a lavorare faceva la guardia notturna, ma non gli andava bene perché la notte si addormentava e pretendeva di fare la guardia notturna di giorno; dopo è andato a fare la guardia giurata, ma nemmeno quella gli andava bene perché aveva paura a tenere la pistola in tasca e voleva portarsi dietro il tirasassi; poi ha fatto la guardia forestale, ma quella era troppo faticosa perché diceva che le montagne le avevano fatte in salita… Mah, chissà cos’è la guardia Padana…

GIACOMINO:   Te lo dico io, nonna, cos’è la Guardia padana. Anch’io sono un guardiano, non la vedi la camicia verde? Pensa che il nonno la domenica mattina mi manda in giro a distribuire i fogli della Lega. L’altra mattina non ne ho dato uno alla mia maestra che viene da Napoli? Quante me ne ha dette! Per penitenza mi ha dato di fare un problema che non riesco a tirare assieme

PALMIRA:  Per me siete tutti matti, tu e tuo nonno Tobia. Dai, dillo alla tua nonna Palmira che lei, in quattro e quattr’otto, ti spiega tutto. Non faccio per dire, ma la seconda l’ho passata. Dopo il tuo bisnonno mi ha mandato a pascolare le mucche

GIACOMINO:   Allora… Nella vasca da bagno entrano sei litri di acqua al minuto. Dallo scarico ne escono due al minuto. In quanto tempo la vasca di un metro cubo e mezzo si riempie?

PALMIRA:  Ma la tua maestra non capisce proprio niente? Senza tante storie, non potrebbe farsi la doccia invece di usare la vasca?

GIACOMINO:   No, qui parla solo della vasca da bagno…

PALMIRA:  Allora… Scrivi in bella scrittura… La vasca da bagno si riempie in fretta, basta chiudere bene lo scarico e quando è piena si chiude la manetta dell’acqua che costa così cara. Punto e basta.

GIACOMINO:  (Scrive) Sei sicura nonna Palmira che sia tutto giusto?

PALMIRA:  Anche se non è proprio tutto giusto non fa niente, almeno si risparmia l’acqua. Guarda se è questo il modo di insegnare ai ragazzi…

TOBIA:   (In camicia verde e bandiera della Lega) E’ pronta la cena?

PALMIRA:   Tu bello… Prima della cena mancano ancora un paio d’ore e poi cos’è questo modo di chiedere? Guarda che io, di mestiere, non faccio la serva! E se invece avessi voluto la serva… allora paghi! Dodici ore al giorno, di notte… lascia perdere la notte che quella te la farei gratis perchè è più di un anno che la notte si dorme soltanto…

TOBIA:   Per forza, quando allungo le mani ho l’impressione di toccare un baccalà…

PALMIRA:   E a me sembra di toccare uno stoccafisso! Sette giorni per settimana, nessun giorno di ferie, niente diritti di malattia… Se ti denuncio ai sindacati come minimo ti danno l’ergastolo a vita e in più tre o quattro anni per non avermi versato le marchette. Guarda che da ora in avanti, se hai queste pretese, prendi una extra... mondiale e ti fai servire. Però… la paghi!

TOBIA:   Guarda Palmira chi non si chiama extra mondiale…

PALMIRA:   Sì, insomma, un’extra… comunale!

TOBIA:  Senti, lascia stare Palmira. E poi non parliamo di quella gente lì! Dove credi che andiamo tutto il giorno? Guarda che la guardia Padana fa la ronda tutti i giorni per prendere in fallo quella gente lì

PALMIRA:   Perché? Cos’hanno fatto?

TOBIA:   Cosa fanno? Prima di tutto rubano dappertutto…

PALMIRA:   Beh, anche i nostri rubano…

TOBIA:   Ma i nostri hanno più diritto di loro e poi, dopo tutto, sono dei nostri e basta! E poi violentano le ragazze

PALMIRA: Beh, anche i nostri violentano le ragazze…

TOBIA:   Ma c’è una bella differenza fra essere violentate da un nero o da uno del nord…

PALMIRA:   Perchè? Magari quello del nord prima chiede: "Nèh, signorina, posso violentarla?" E magari prima tirano fuori la carta d’identità per far vedere che sono del nord, magari di Bergamo o di Varese… Io, però, di quei neri lì ne ho incontrati tanti, ma non mi hanno mai violentato nemmeno una volta

TOBIA:   Non faccio per dire, Palmira, ma per violentare te dovresti incontrarne uno che è a digiuno da almeno da trent’anni e anche orbo da tutte due le palle degli occhi

PALMIRA:   Tu bello, guarda che ai miei tempi mi chiamavano la bella Palmira boccolona, per via dei miei capelli lunghi che mi cadevano sulla schiena

TOBIA:   Forse è proprio per quello… Ti avranno nascosto anche il muso… Ma adesso, con noi della Lega non c’è tanto da volare. Guarda Palmira che la Lega ce l'ha duro!

PALMIRA:   Cos’ha di duro la Lega, Tobia?

TOBIA:   Il… Il… Il carattere!

PALMIRA:   Ah, pensavo un’altra cosa, perché se la Lega a è come te… povera Lega, nemmeno col Viagra farebbe sventolare la bandiera!

TOBIA:   Bandiera o non bandiera i neri devono andare tutti via! Pensa che a me da fastidio anche quando incontro il Merlino, il gatto della Maria, perché è nero... Infatti, quali sono i gatti che portano sfortuna? Quelli neri. Dopo tutto lo dice anche il proverbio…

PALMIRA:   Quale proverbio Tobia?

TOBIA:   Rosso di sera bel tempo si spera.

PALMIRA:   Ma cosa vuol dire?

TOBIA:   Vuol dire che, se al posto del rosso c’è il nero, viene il temporale e ti va l’acqua in cantina

PALMIRA:   Allora anche il prevosto è nero…

TOBIA:   Infatti non manca mai ai funerali…

PALMIRA:   Smettila Tobia e scendi dalla pianta. Dopo tutto perché la gente va al mare?

TOBIA:   Cosa c’entra il mare Palmira?

PALMIRA:   E tu allora rispondimi; perché la gente va al mare?

TOBIA:   Mah, va al mare per diventare nera

PALMIRA:   E allora?…

TOBIA:   Allora, se lo vuoi proprio sapere, quel nero lì, dopo una settimana, va via come se ti lavassi il muso con la candeggina. Ma agli altri, proprio quelli cui mi riferisco io, gli rimane attaccato per tutta la vita. E poi i neri puzzano…

PALMIRA:   Puzzano di che cosa?

TOBIA:   Puzzano di… nero

PALMIRA:   Com’è la puzza di nero?

TOBIA:   Di preciso non lo so, ma deve essere come la puzza delle capre

PALMIRA:   Perché? Li hai annusati ancora?

TOBIA:   Cosa? Le capre?

PALMIRA:   No, i neri

TOBIA:   Ma cosa credi Palmira, che io ci vada vicino a quella gente lì? Dammi retta; guarda che per quella gente lì ci vuole il Bossi

PALMIRA:   Perchè? Gli vuoi sparare?

TOBIA:   Sparare… con cosa?

PALMIRA:   L’hai detto tu

TOBIA:   Cos’ho detto?

PALMIRA:   Che per quella gente lì ci vogliono i bossoli…

TOBIA:   Ma cara te patata, non i bossoli, ma il Bossi, il nostro capo…

PALMIRA:   E cosa vuole il tuo capo?

TOBIA:   In questi giorni è fuori dagli stracci; è nero…

PALMIRA:   Allora è nero anche lui…

TOBIA:   Non nel muso, teresotta, ma nero di rabbia. Quella gente continua ad arrivare qui e non vanno più via, proprio come da ragazzi prendevamo gli uccellini con gli archetti. E tu Giacomino, cosa stai facendo?

PALMIRA:  Sta riempiendo la vasca da bagno

TOBIA:  Stai riempiendo… Che cosa!?

PALMIRA:  Lascia stare Tobia. Se non riesce lui a tirare assieme il problema, di sicuro non riesci certo tu con quella testa di mulo che ti ritrovi

GIACOMINO:  Fatto; fatto tutto. Vi leggo la soluzione. (Legge) La vasca di bagno si riempie in quindici minuti. Basta mettere una mano sullo scarico e chiudere la manetta e il gioco è fatto. Così stavolta fregherò anche il Kinte.

TOBIA:  E chi sarebbe quel Kinte lì?

GIACOMINO:  E’ il mio compagno di banco. Viene dalla Somalia, insomma un posto dell’Africa, e quel pistola è sempre il primo a risolvere i problemi

TOBIA:  Io non ci credo neanche un po’. E’ nero?

GIACOMINO:  Come la carbonella

TOBIA:  Allora, più che risolverli i problemi, li fa venire

PALMIRA:  Tu Giacomino stagli vicino che hai tutto da imparare

TOBIA:  Imparare che cosa? Lo sai che loro hanno l'Hallah?

PALMIRA:  Se è solo per quello anche il Duce l’aveva…

TOBIA:  Il Duce… Cosa avrebbe avuto il Duce?

PALMIRA:  Io mi ricordo che dicevano “Eia eia Alalà Alalà”

GIACOMINO:  Però il curato, all’oratorio, ha sempre detto di voler loro bene come fratelli, anche se sono neri…

TOBIA:  Avrei voluto vedere se a tuo padre fosse nato un tuo fratello tutto nero cos’avrebbe fatto alla tua mamma… Guarda però Giacomino che tu dovresti essere sempre il primo della classe per far vedere che noi del nord siamo i più bravi…

GIACOMINO:  Guarda nonno Tobia che io sono davvero il primo della classe…

PALMIRA:  Dici davvero Giacomino?

GIACOMINO:  Certo nonna Palmira, sono sempre il primo della classe a correre fuori quando suona la campanella…

BATTISTA:  (In camicia verde) Permesso… Ciao Palmira. Sei già arrivato Tobia?

TOBIA:   Beh, se mi vedi vuol dire che sono qua. Non penso di essere un puro spirito… Com’è andata?

BATTISTA:   Com’è andata? Qui, se ti giri, incontri un marocchino, se ti giri dall’altra parte incontri solo gente non padana… Insomma, mi sembra di essere all’estero. C’è da stare attenti anche a mangiare la minestra…

PALMIRA: Si può sapere Battista perché dobbiamo stare attenti a mangiare la minestra?

BATTISTA:   Perché prima o poi li troveremo dentro anche lì

TOBIA:   Certo che è proprio un’invasione…

BATTISTA:   Se vai in un ufficio trovi solo meridionali, se vai alla mutua trovi solo siciliani, se vai a scuola…

PALMIRA:   Non lo sapevo Battista che alla tua età andassi ancora a scuola…

BATTISTA:   Io no, ma il figlio del Bigio sì

PALMIRA:   E cosa centra il figlio del Bigio?

BATTISTA:   L’altro giorno è tornato da scuola dopo un’ora di religione con una maestra di Caserta e lo sai come ha chiamato il Signore?

PALMIRA:   Come l’ha chiamato?

BATTISTA:   L’ha chiamato… Gessù Grisdo.

TOBIA:   No no, qui non ci salviamo proprio più…

GIACOMINO:  La mia maestra è una campana…

BATTISTA: E’ una campana? Come… è una campana? Quelle col batacchio?

GIACOMINO:  No zio Battista, non di quelle, è una campana, insomma viene dalla Campania. Per me deve avere la bronchite cronica con tanto di catarro. Ogni tanto, quando è allegra, canta: "Catarì… Catarì…".

GIANNI:  (Entrando) Ciao papà, ciao mamma, ciao Battista, ciao Giacomino. Cosa sta facendo il mio nipotino?

GIACOMINO:  Ciao zio Gianni. Sto sentendo il Battista che ce l’ha su con i meridionali. Nella mia classe ce ne sono tre, tutti tre vengono dalla Sicilia e tutti tre si chiamano Salvatore. Pensa che a dottrina, quando la suora ha detto che a Natale sarebbe nato il Salvatore, me ne ha dette di tutti i colori…

GIANNI: Perché Giacomino?

GIACOMINO:  Non le ho chiesto se era un altro siciliano? Certo che c’è da dire che loro tre sono i più bravi ingeografia

BATTISTA:  Per forza, bisogna proprio essere bravi in geografia per trovare la strada giusta per arrivare in Padania

PALMIRA: Guarda però che quelli lì hanno tutti la laura…

TOBIA: Quale di laura?

PALMIRA: La laura universale

GIACOMINO: Guarda nonna che si dice laurea… E non universale, ma universitaria

PALMIRA: Fa lo stesso! Guardalo qui il mio Gianni. Hai visto Battista come è bello il mio Giannino? Non faccio per dire, ma è proprio un bravo ragazzo. Solo casa e lavoro. proprio come la Clarina, la mamma del Giacomino. peccato che le facciano fare giornata in fabbrica, così non riesce quasi mai a vedere suo figlio

TOBIA:   Sarebbe meglio, però, che dopo la casa e il lavoro, venisse anche il Gianni alla sede della Lega a darci una mano

GIANNI:   Ve l’ho detto mille volte che la politica non m’interessa. Ho altro cui pensare io...

BATTISTA:   Che pensieri hai alla tua età? Quando io avevo la tua età pensavo solo alle ragazze e credo che i tuoi pensieri vadano davvero da quella parte. E’ vero o non è vero Gianni? Solo a guardarti non mi sembri una dell’altra banda…

PALMIRA:   Di che banda parli Battista? Guarda che il Gianni non suona in nessuna banda… Non sarebbe capace nemmeno di suonare il tamburo…

BATTISTA:   Magari il tamburo non l’avrà, ma il bastone per suonarlo, sì. E poi non venirmi a dire che non hai la morosa…

TOBIA:   Mio padre buonanima mi diceva sempre: "Amarsi sempre e non sposarsi mai".

PALMIRA:   Invece il mio diceva sempre che il matrimonio è come una fortezza armata; chi è fuori vuole entrare e chi è dentro vuole fuggire. No, il mio Gianni la morosa non ce l’ha, altrimenti alla sua mamma l’avrebbe detto. E’ vero Giannino?

GIANNI:   Mamma, queste cose si dicono solo quando si è sicuri... Se dovessi parlarti di tutte le ragazze che ho frequentato ne dovremmo fare di chiacchierate tutte le sere…

BATTISTA:   Ma possibile che tu non ne abbia una… del cuore?

GIANNI:   Veramente…

BATTISTA: Hai visto Palmira che ho fatto centro?

PALMIRA:   Ma dici davvero Giannino? Hai fatto la morosa?

GIANNI:   Proprio la morosa… no, ma c’è una ragazza che mi piace davvero. Non è come tutte le altre che ho conosciuto, ma ha qualcosa di diverso…

BATTISTA:   Allora ho proprio fatto centro! Caro il mio Tobia, il Gianni stavolta ha delle intenzioni serie

PALMIRA:   Guarda Battista che se il mio Giannino avesse davvero fatto la morosa l’avrebbe detto alla sua mamma…

BATTISTA:   Guarda che io ho un po’ dello stregone; ti dico che questa volta è la volta che il Gianni mette su famiglia

PALMIRA:   Pensa che bello Tobia quando avremo qui un altro nipotino che ci girerà per casa. Io lo porterei in giro in carrozzella e tu in bicicletta…

TOBIA:   Guarda Palmira che io ne ho visti tanti di miei amici a diventare rimbambiti per i nipoti. Quando avevano i figli non ci facevano caso e poi, con i nipoti, sembrava che fossero diventati bambini anche loro. In casa non hanno più un posto per un quadro perché ci attaccano tremila fotografie del nipote, si gettano per terra a fare la cavallina anche se hanno il mal di schiena, parlano male degli altri nonni che ha perché non vogliono che lo abbraccino anche loro... Vanno in bottega e tirano fuori le foto del nipote, vanno al mare e tirano fuori la foto del nipote; insomma, sappi Palmira che io rimbambito come loro non voglio diventare, né per uno né per dieci nipoti

PALMIRA:   Allora Giannino? E’ proprio vero? Hai la morosa?

GIANNI:   Insomma, adesso sono almeno quattro o cinque mesi che esco solo con quella e penso proprio che questa sia la volta buona

PALMIRA:   E come si chiama Giannino?

GIANNI:   Hawa

PALMIRA:   Eh? Non ho capito tanto bene…

BATTISTA: Oggi non sanno più come chiamarle le bambine. Ormai c’è la moda delle telenovellas. La figlia della Luigina si chiama Sue Ellen, quella della Teresa… Nicolle, la figlia di mia cugina…Maruska, per non parlare delle Jennifer, delle Hillary e delle Katiuscia. Pensa che il Giovanni Baccalà  ha adottato due bambine nere come pipistrelli; una l’ha chiamata Chiara e l’altra Bianca.

TOBIA:   A me non interessa tanto come si chiama, l'importante che sia una brava ragazza e timorata di Dio.

PALMIRA:   E quand'è che ce la faresti conoscere?

GIANNI:   Quando vuoi. E' giù che mi aspetta in auto …

BATTISTA:   Allora scendi e chiamala! Dai Gianni, datti da fare. Va' giù, chiamala e falla salire

GIANNI:   Mah, veramente c'è… c'è un problema…

TOBIA:   Non riesce a fare le scale? Ha la paralisi infantile nelle gambe?

GIANNI:   Non è quello…

TOBIA:   Si vergogna di incontrare i suoceri? Senz'altro deve essere una ragazza di chiesa e vergognosa…

GIANNI:   Non è per quello…

PALMIRA:   Ho capito. Per me ha ragione. Per venire in casa dei genitori del Gianni per la prima volta non avrà su un vestito tanto adatto…

GIANNI:   Non è quello… Non è quello…

TOBIA:   Allora falla salire perdio! Dai Gianni, svegliati perché io, fra mezz'ora, devo andare ancora di ronda. (Gianni esce)

PALMIRA:   Tobia, devo dirti una cosa

TOBIA:   Parla o donna del mio cuore

PALMIRA:   Io sono tutta emulsionata…

BATTISTA:   E' naturale Palmira, penso capiti a tutti quando una nuora arriva in casa la prima volta

PALMIRA:   Come sarà Tobia? Sarà bella?

TOBIA:   Guarda che se l'ha scelta il mio Gianni deve essere peggio di una attrice del cinema. Il Gianni assomiglia tutto a me. Se non sono belle non mi piacciono neanche un po'. L'unica volta che mi sono sbagliato… zacchete!… mi sono sposato con la Palmira

PALMIRA:   Tu bello, perché… io avrei sposato il Silvestro Stallone?

TOBIA:   Il Silvestro lasciamolo stare, ma lo stallone…

PALMIRA:   Sì, ma di quelli castrati!

TOBIA:   Guarda Palmira che anche a te mancano tante cose, insomma, non faccio per dire, ma ricordati che quelle belle sono fatte in un altro modo…

PALMIRA:   Mi sai dire allora perchè, quando eravamo morosi, mi dicevi sempre che ti facevo sognare solo a guardarmi?

TOBIA:   Infatti era vero, mi stufavi così tanto che mi addormentavo…

PALMIRA:   Ma se mi dicevi sempre che ero una donna dolce…

TOBIA:   Anche questo è vero; è talmente vero che mi è venuto il diabete

PALMIRA:   E quando mi dicevi che per me ti saresti buttato sul fuoco?

TOBIA:   Certo Palmira, ma dopo di te!

PALMIRA:   Guarda Tobia che non potevi trovare una donna più intelligente di me. Avresti preferito una donna bella o intelligente?

TOBIA:   Né una né l'altra. Infatti ti ho tenuto così come sei. Basta che stia zitta

PALMIRA:   Ma se non parlo mai…

TOBIA:   Pensa Battista che d'estate, quando prende il sole, le diventa nera perfino la lingua

PALMIRA:   Guarda che, se tu non avessi incontrato la tua Palmira, non lo so se avresti fatto la morosa, perché le donne non sono mai state il tuo forte

TOBIA:   Certo che io con le donne sono sempre stato un disastro. Pensa Battista che quando eravamo ragazzi e giocavamo al dottore, a me toccava sempre guidare l'ambulanza e far fare alle ragazze il giro del cortile con la carriola. Certo che adesso le donne sono cambiate, non sono più come quelle di una volta…

BATTISTA:   Hai ragione Tobia, adesso le donne si dividono in due categorie, quelle col cellulare e quelle con la cellulite

PALMIRA:   Zitti zitti che sta arrivando il Gianni.

GIANNI:   Papà, mamma, vi presento la Hawa.

(Preceduta da un ritmo africano entra Hawa, una ragazza di pelle nera con treccine tipiche e vestito ad hoc. Palmira si irrigidisce, poi va incontro alla ragazza e parlottano fra loro. Tobia e Battista si guardano allibiti e si accasciano sulla sedia)

TOBIA:   Battista, hai visto anche tu quello che ho visto io? O mi è venuta la scatarrata agli occhi e vedo tutto nero…

BATTISTA:   Forse devo avere anch'io un difetto agli occhi. Dovrò andare dal dottore oculare per farmi controllare la vista. Tobia, magari mi sbaglierò, ma anch'io vedo tutto nero…

TOBIA:   Battista, non avrò visto male e magari è solo un pipistrello che è volato qui dentro dalla porta?

BATTISTA: Un pipistrello a quest'ora? E poi i pipistrelli al massimo entrano dalla finestra. E poi mi sembra un po' troppo grossa per essere un pipistrello…

GIANNI:   Papà, Battista, vi presento Hawa, la mia morosa… Avanti, cosa aspetti a salutarla?

TOBIA:   Piacere… Tobia… (Da, sforzandosi, la mano alla ragazza, ma poi se la pulisce sui pantaloni) Mah, capisce quello che dico o parlo per niente?

GIANNI:   Certo che capisce. Guarda che parla l'italiano meglio di me e di te

HAWA:   Sono molto felice signor Tobia di conoscere lei e sua moglie, i miei futuri suoceri.

TOBIA:   Piano piano con i suoceri! Intanto a me la parola suocero la mi piace mica tanto e se poi dovreste tagliare fuori?

HAWA:   Tagliare che cosa signor Tobia?

TOBIA:   Insomma, bisogna stare a vedere come la va a finire. Anch'io ci ho avuto un sacco di morose, tutte bianche, rosse e nordiche, prima di maritarmi con la qui presente Palmira. Lo sa, il mio Gianni è un po’ birichino e non si può sapere come va a finire. Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco!

HAWA:   Ma io e Gianni ci vogliamo davvero bene e il nostro futuro lo vediamo rosa.

TOBIA:   Io, veramente, lo vedo nero!

GIANNI:   Papà, non è meglio che ne parliamo più tardi?

TOBIA:   Più tardi quando, quando la frittata è fatta?

PALMIRA:   La vuoi chiudere sì o no quella boccaccia Tobia? Se ti dice che ne parliamo dopo vuol dire…

TOBIA:   Che ne parliamo dopo! Hai visto Battista come mi trattano in questa casa?

GIANNI:   Va beh, adesso noi ce ne andiamo. Ciao a tutti

HAWA:   Buona sera a tutti. Davvero, davvero felice di avervi conosciuti.

TOBIA:   (Dopo un momento di silenzio) Battista, hai mai sentito parlare del terremoto?

BATTISTA:   Certo che ho sentito parlare del terremoto

TOBIA:   E cosa succede col terremoto?

BATTISTA:   Insomma, come minimo ti cade la casa sulla testa

TOBIA:   Ecco, a me è caduta la casa sulla testa

PALMIRA:   Tobia, non fare il cane bastonato. Pensa invece al Giannino come è contento. Ma non li vedi già i nostri nipotini?

TOBIA:   Dovrò accendere la luce anche di giorno…

BATTISTA:   Perchè?

TOBIA:   Per poterli vedere perché saranno neri come pipistrelli

BATTISTA:  Forse usciranno caffè e latte…

TOBIA:   Sì, il primo nome che mi viene in mente è… cappuccino, come al bar.

PALMIRA:   Magari saltano fuori in un altro modo…

BATTISTA:   Magari a righe…

TOBIA: Sì, come i giocatori della Juventus…

BATTISTA:   Dopo tutto sei stato tifoso della Juve da tutta la vita…

PALMIRA:   Smettetela di contare stronzate voi due!

TOBIA:   Primo: io da ora in avanti non mi faccio più vedere alla sede della Lega. Ma ci pensate cosa diranno i nostri amici quando dirò che il Gianni mi porta in casa una nera? Secondo: mi metto agli arresti domiciliari perché non ho il coraggio di farmi vedere in paese. Terzo…

PALMIRA:   Terzo sei diventato tutto scemo!

BATTISTA:   Io dico sempre a mia figlia: Beppina, sta attenta bene con chi esci la sera. Guardati bene dall'avere a che fare con la gente forestiera . Mogli e buoi dei paesi tuoi.

TOBIA:   Bravo Battista. Magari i buoi non mi interessano un gran tanto, ma sono le mogli che qui sono in discussione!

BATTISTA:   E poi le dico di non fare scherzi del genere se tiene al cuore di suo padre, se ci tiene a non farmi prendere un cactus cerebrale o una paralisi infantile…

TOBIA:   Parole sante, Battista, tre volte sante.

BEPPINA:   Permesso… Palmira, è qui mio padre?

PALMIRA:   Entra Beppina. Sì, è qui. Battista , c'è qui tua figlia

BEPPINA:   Ciao papà. Buon giorno Tobia. Come mai ha una faccia così nera?

TOBIA:   Non parlare di neri! Dimmi piuttosto che ho una faccia scura, grigia, ma non nera!

BEPPINA:   Gli è andato di traverso qualcosa?

TOBIA:   Proprio! Mi è andata di traverso la giornata. Non ha mai provato a deglutire un tavolo? Ecco, per me è peggio!

BEPPINA:   Cos'è successo?

TOBIA:   Il terremoto, ecco, il terremoto e mi è caduta la casa sulla testa

BATTISTA:   Beppina, finiscila di chiacchierare e dimmi cosa vuoi

BEPPINA:   La mamma mi ha mandato a chiamarti perché è pronto il pranzo e non sei ancora arrivato

BATTISTA:   Vengo subito. Ritorna a casa e sedetevi a tavola che io vengo subito

BEPPINA:   Guarda papà che io esco a pranzo

BATTISTA:   Si può sapere perché tu vai fuori a pranzo?

BEPPINA:   Perché il mio ragazzo mi ha invitata ad uscire a pranzo con lui e con la sua famiglia

BATTISTA:   Cos'è questa storia? Hai il ragazzo adesso? Guarda tu; adesso non si chiama più moroso, si chiama ragazzo…

BEPPINA:   Certo che l'ho. Sarà almeno da tre mesi

BATTISTA:   E a me non dici niente……

BEPPINA:   Ma la mamma lo sa

BATTISTA:   E io chi sono, il figlio della serva? Ma dimmi un po'… ha la macchina il tuo… ragazzo?

BEPPINA:   Certo che ha la macchina, perché?

BATTISTA:   E com'è targata quella macchina lì?

BEPPINA:   E' targata Pi A.

BATTISTA:   Va beh, se è targata Padova può anche andar bene. Insomma, se ti piace…

BEPPINA:   Veramente papà Pi A non è Padova…

BATTISTA:   Cosa sarebbe allora?

BEPPINA:   Insomma… Pi A vuol dire …Palermo.

BATTISTA:   Tobia! Hai sentito anche tu quello che ho sentito io? Mi è sembrato di capire… Palermo, o ho capito male?

TOBIA:   Io veramente ho sentito… Salerno.

BATTISTA:   Peggio ancora! Non confondermi anche tu Tobia. E dove sarebbe adesso quel tale lì di …Salerno?

BEPPINA:   E' qui fuori che mi aspetta. Salvatore, Salvatore, vieni un momento…

SALVATORE:   (Coppola e baffi. Con profondo accento meridionale) Buongiorno, bacio le mani a vossia…

(Stessa scena della precedente. I due ragazzi parlottano con Palmira)

BATTISTA:   Tobia… Tobia… hai sentito anche tu quello che ho sentito io?

TOBIA:   Bacio le mani a vossia…

BATTISTA:   Ma… non sarà per caso…

TOBIA:   Questa volta la casa è cascata addosso a te. E' un siciliano Battista!

BATTISTA:   No, non è vero, ditemi che non è vero; non può essere vero! La mia Beppina non può fare un torto del genere al suo papà. Lei, signor Salvatore, provi a ripetere: "……" (Si citi una frase del dialetto locale)

SALVATORE:   Che minchia di frase è questa?

BATTISTA:   E' bergamasco! (O la provincia in cui si recita). E questa:" …………" (Si citi un'altra frase del dialetto locale)

SALVATORE:   Tedesco mi pare. Forse arabo? Ottomanno? Ah, cinese fù! Su, vieni Peppina, che ci aspetta la pasta con le vongole e la cassata siciliana. Baciamo le mani a tutti.

BEPPINA:   Anch'io nèh… bacio le mani a tutti! (Escono)

BATTISTA:   Tobia, Palmira, è vero che mi sto sognando?

PALMIRA:   Ma se non hai nemmeno il pigiama…

TOBIA:   Povero Battista, povero Tobia, adesso siamo in due ad essere rimasti sotto il terremoto…

CLORINDA:  Permesso Palmira… Ma che fine ha fatto il mio Battista? Ah, sei qui. Guarda che la pasta è cotta e stracotta, anzi, è diventata una colla e fra un po’ brucia anche la pentola. Non è stata per caso qui la Beppina a chiamarti?

BATTISTA:   E' stata qui, è stata qui quella rovina famiglie…

CLORINDA:   Quella rovina famiglie? Perché… rovina famiglie?

BATTISTA:   Ma possibile che tu non sappia niente Clorinda?

CLORINDA:   Perché, è morto qualcuno?

BATTISTA:   Peggio ancora!

CLORINDA:   Madonna santa… Non sarà venuto il terremoto da qualche parte…

BATTISTA:   Brava, l'hai detta giusta, proprio il terremoto

CLORINDA:   Dove Battista?

BATTISTA:   Qui, proprio sulla nostra testa

CLORINDA:   Possibile? Io non mi sono accorta… Non l'hanno detto neppure alla televisione… Non avrai bevuto come al solito Battista?

TOBIA:   No, non ha bevuto neanche un po', te lo giuro io. Anche perché quando siamo di ronda con le brigate verdi non si può bere, nemmeno una gazzosa poi

CLORINDA:   E allora dov'è questo terremoto?

BATTISTA:   Il terremoto l'ha fatto tua figlia!

CLORINDA:   Perché, cos'ha fatto?

BATTISTA:    Guarda Clorinda, non dirmi che tu non sai che…

CLORINDA:   Non saprei che cosa?

BATTISTA:   Che ha fatto il moroso e che il suo moroso è… madonna mia mi vien male solo a pensarci… Insomma, il suo moroso è un… siciliano!

CLORINDA:   Di chi parli? Del Salvatore?

BATTISTA:   Allora lo sapevi, brutta rospa! Ma io ti strozzo… Ti strozzo! (Prende per il collo Clorinda e viene allontanato a fatica dagli altri)

CLORINDA:   (Riprendendosi) Nèh Palmira che alle mamme non scappa niente e che sono sempre le prime a sapere le cose?

PALMIRA:   Hai ragione Clorinda, le mamme sanno sempre tutto…

TOBIA:   Brutta anitra che non sei altro! Allora vuol dire che anche tu sapevi del Gianni…

CLORINDA:   Cos'ha fatto il Gianni Tobia?

TOBIA:   Non dirmi che sapevi che il Gianni… …che il Gianni… Ma io ti strozzo… Ti strozzo!  (Stessa scena precedente con la differenza che anche Palmira prende per il collo Tobia e, attraversando così la scena, lo inchioda su una sedia. Tobia si ricompone) Cosa abbiamo fatto di male Battista?

BATTISTA:   Cosa abbiamo fatto di male Tobia? (Si abbracciano piangendo)

SECONDO ATTO

BATTISTA:   Lo sai Tobia che a volte ragioni davvero?

TOBIA:   Come a volte? Guarda che il cervello del Tobia è sempre in movimento. E' come un diesel; magari avrà i giri bassi, ma non è tanto facile che si fermi. Cosa volevi dire che a volte ragiono davvero?

BATTISTA:   Volevo dire che stavolta hai avuto una bella idea. Proprio come l'Alessandro Svolta quando ha inventato la televisione

TOBIA:   Attento Battista che la televisione l'ha inventata il Dante Anghileri ed è per quello che sul canale tre fanno sempre le commedie…

BATTISTA:   Allora… facciamo il riassunto. Io direi di fare in modo che il tuo Gianni faccia la corte alla mia Beppina. Quella ci sta senz'altro perché non è una brutta ragazza. Vanno a mangiare la pizza, vanno al cinema…

TOBIA: Si danno una palpatina alle chiappe…

BATTISTA:   Tu bello, guarda che la mia Beppina è una ragazza seria e non ha grilli per la testa…

TOBIA:   Per forza, nella testa ha i meridionali…

BATTISTA:   E non è un tipo che si fa palpare le chiappe…

TOBIA:   Ma non dico una palpata grossa e forte, ma solo una palpatina leggera… solo per far capire al Gianni che ci sta. Dopo tutto lo sai anche tu come succede; agli uomini bisogna dare un po' di coraggio… Avrai provato anche tu con la tua Clorinda…

BATTISTA:   Immagina; quella poi…. Tutte le volte che tentavo di toccarla mi diceva che le sembrava che la grattassi con la carta vetrata. Se poi tentavo di darle un bacetto, ancora prima di avvicinarmi, indovinava se a cena avevo mangiato aglio o cipolle; insomma era un modo gentile per dirmi che mi puzzava il fiato. E lo sai Tobia cos'ha avuto il coraggio di dirmi una volta?

TOBIA:   Cosa ti ha detto Battista?

BATTISTA:   Le avevo chiesto di darmi un bacio. " Perché vuoi che ti dia un bacio Battista? Vuoi per caso diventare un principe?". Hai capito Tobia? Mi considerava come un rospo… quella rospa!

TOBIA:   Se è solo per quello anche la mia Palmira non mi trattava tanto bene quando andavo a morose. Pensa che, quando è stato il momento di farle la dichiarazione, non sapevo cosa dirle e ho pensato bene di recirale una poesia, una di quelle che avevo imparato a scuola. Ma nemmeno quella volta mi è andata bene e dovevi sentirla come s'è incazzata; e sì che gliel'avevo recitata con tutto il sentimento…

BATTISTA:   Che poesia le hai detto Tobia?

TOBIA:   L'unica che ancora mi ricordavo: "T'amo pio bove"…

BATTISTA:   Per forza non le è piaciuta, le hai parlato del bue che è castrato... Forse sarebbe stato meglio cambiare animale, magari dovevi recitarle quella… come fa? Ah… "Oh cavallina, cavallina storta"… o quella del Valentino "Oh Valentino vestito di nuovo, come le broccole del biancospino"…

TOBIA:   Certo, dopo un bue castrato… una cavalla storta! Molto sentimentale, non c'è che dire. Battista, devo confessarti una cosa… Pensa che io e la mia Palmira siamo come l'America…

BATTISTA:   Come l'America? Cosa vuol dire?

TOBIA:   Siamo… Stati… Uniti…E non ti racconto quello che mi ha detto quel giorno che la corriera che dovevo predere per andare al lavoro è ribaltata giù dal ponte. Poveretti; sono annegati tutti. Pensa che proprio quel giorno sono stato a casa in malattia perché avevo preso l'infiammazione al nervo asiatico della gamba sinistra

BATTISTA:   Chissà com'è stata contenta che ti fossi salvato la vita…

TOBIA:   Io non lo so se è stata contenta; io so solo che mi ha detto: "Ecco, quando ci sono da prendere i soldi dell'assicurazione, tu sei ammalato, brutto lazzarone!". Ah, ma quella volta abbiamo fatto una di quelle litigate che mi hanno sentito fino in fondo al paese. Pensa che è venuta davanti a me in ginocchio...

BATTISTA:   Ti ha chiesto scusa?

TOBIA:   Beh, proprio scusa no; mi ha urlato "Vieni subito fuori da sotto il letto, vigliacco!".

BATTISTA:   Vuoi saperne una? Pensa che il Giovanni Briscola per i venticinque anni di matrimonio ha portato la moglie alle Maldive.

TOBIA:   Madonna che bravo! E per il cinquantesimo cos'ha in mente di fare?

BATTISTA:   Di andare a riprenderla e riportarsela a casa

TOBIA:  Giacomino, non hai finito di fare compito?

GIACOMINO:  Ho quasi finito

TOBIA:  Stai ancora litigando con la vasca da bagno?

GIACOMINO:  No, con la ricerca di italiano.

BATTISTA:  Italiano del nord o del sud?

GIACOMINO:  Insomma, di italiano e basta

TOBIA: E di che cosa si tratta?

GIACOMINO: La ricerca di santi protettori

BATTISTA: Ma guarda che i santi protettori sono tanti…

GIACOMINO:  La maestra mi ha detto di scrivere quelli che ricordavo

TOBIA: Leggimi quello che ha scritto

GIACOMINO:  Allora… (Legge. magari invita di volta in volta gli altri ad indovinare) Il Santo protettore degli ubriachi italiani è San Giovese. Il Santo protettore degli ubriachi spagnoli è San Gria. Il Santo protettore degli analcolici è San Bitter. Il Santo protettore dei feriti in guerra è San Guinante. Il Santo protettore dei sollevatori di peso è San Sone. Il Santo protettore dei ballerini è San Vito. Il Santo protettore dei pomodori è San Marzano. Il Santo protettore dei prosciutti è San Daniele e il Santo protettore delle patatine è San Carlo. Cosa dici nonno? Va bene così?

BATTISTA:  Per me, non faccio per dire, ma tuo nipote prima o poi diventerà un lampadario della scienza

GIANNI:   Ciao papà, buongiorno Battista. Siete ancora qui?

TOBIA:   No, non siamo qui, siamo andati alle Maldivie…

GIANNI:   Mi avevi chiamato?

TOBIA:   Sì, ti ho chiamato. E dovrebbe arrivare anche la Beppina

GIANNI:   La Beppina? E cosa centra la figlia del Battista?

TOBIA:   Centra, centra o almeno dovrebbe interessare anche a lei. Giacomino, ascolta il tuo nonno Tobia. Va di là un momento che devo raccontare al Gianni delle cose private e delicate, anche perché a quest'ora arriverà tua madre. Magari ti verranno in mente altri santi protettori, magari quello della Lega.

GIACOMINO:  Per quella non ho dubbi… Santa Padania!

TOBIA:  Però non lo so se è sul calendario…

BATTISTA:  Se è solo per quello lo faremo inserire noi! (Giacomino esce).

TOBIA:  Ascolta Gianni…Devi sapere che…

BEPPINA:   Buongiorno a tutti, anzi, bacio le mani a vossia

GIANNI:   Beppina, cos'è questa storia? Bacio le mani a …chi?

BEPPINA:   A vossia

TOBIA:   E chi è… vossia?

BEPPINA:   Vossia sei tu e il Battista.

GIANNI:   Sei andata a scuola di lingue estere?

BEPPINA:   No Gianni, di lingua italiana…

BATTISTA:   Si, italiana, ma vicino all'Africa

BEPPINA:   Si può sapere perché mi avete fatto chiamare?

GIANNI:   Hanno chiamato anche me…

TOBIA:   Sedetevi ragazzi e ascoltate i vostri padri, la loro intelligenza, la loro esperienza, la loro…

BATTISTA:   Guarda Tobia che non l'abbiamo ancora preso il premio Mobel…

BEPPINA:   Forza allora; tiratela fuori questa intelligenza e questa esperienza…

TOBIA:   Allora… Vuoi incominciare tu Battista?

BATTISTA:   No no, va avanti tu che hai fatto la quinta. Io in seconda ero riuscito ad imparare soltanto a fare le aste e i puntini e allora mi hanno mandato nel campo con la Rosina

TOBIA:   Era almeno una bella ragazza?

BATTISTA:   Chi?

TOBIA:   La Rosina.

BATTISTA:   Guarda che la Rosina era la capra…

TOBIA:   Allora…

BEPPINA:   E due!

TOBIA:   Cosa vuol dire "e due"?

BEPPINA:   Che è già la seconda volta che dici "allora"

TOBIA:   Allora… E tre! Così almeno non me lo dici più. Il Tobia e il Battista avrebbero pensato una cosa… insomma, voi due siete dei bravi ragazzi… sani… nordici… padani… insomma… Magari… non avete mai pensato che voi… Magari non vi siete mai accorti che…

BATTISTA:   Tobia, tienila corta e vieni all'uovo sodo. Non avete mai pensato voi due di mettervi assieme? Dopo tutti vi conoscete da quando siete venuti al mondo…

BEPPINA:   Papà, cos'è questa trovata? Non avete per caso pensato di metter su un'agenzia matrimoniale? Hai capito Gianni cosa si sono messi in testa quei due? A me il Gianni piace, ma come amico e basta!

GIANNI:   Anche a me è simpatica la Beppina, ma come amica e basta!

BEPPINA:   E poi, non so se l'avete notato, ma questo cos'è secondo voi? (Mostra un grosso anello al dito) Questo, se proprio lo volete sapere, è un brillante, ma di quelli grossi. Varrà almeno duemila euro. Guardate che il mio Salvatore non scherza!

TOBIA:   Ulla madonna, duemila euro? E dove l'ha rubato?

BEPPINA:   Rubato? Sta attento adesso che, per il fatto che è meridionale, deve rubare per forza! Hai sentito Gianni come ragionano questi due?

GIANNI:   E allura cosa dovrei dire io che la mia morosa è ancora più a sud perché viene dalla Costa d'Avorio?

BATTISTA:   Certo Tobia che, a pensarci bene, da una parte ci sono i brillanti, dall'altra l'avorio…

TOBIA:   Battista, guarda di non farti impegolare da questi due! Insomma, se volete saperla proprio tutta, noi siamo contrari al vostro matrimonio!

BEPPINA:   E si potrebbe sapere il perché?

TOBIA:   Perché… perché noi siamo della Lega e la Lega… non si frega! Di' qualcosa anche tu Battista

BATTISTA:   Anch'io dico di no… perché noi siamo della Lega e la Lega… non si slega!

TOBIA:   Ma cosa centra "non si slega"?

BATTISTA:   Insomma, non mi veniva un'altra parola…

BEPPINA:   Sarà meglio che io ritorni a casa. Qui sento che l'aria si è fatta pesante e che ci sia in giro la bufera.

TOBIA:   Altro che bufera, Una tempesta…

BATTISTA:   Un temporale…

TOBIA: Un diluvio…

BATTISTA: Un'inondazione…

TOBIA: Un cataclisma…

BATTISTA: Un enteroclisma…

BEPPINA:   Sì, ci manca solo il clistere… Ciao nèh, io vado, perché non voglio diventare matta come qualcuno di queste parti . (Esce)

BATTISTA:   Guarda tu se dobbiamo essere trattati così dai nostri figli... Prima si fa fatica a metterli al mondo…

TOBIA:   Io, ad esempio, di fatica non ne ho poi fatta tanta…

BATTISTA:   Poi li fai crescere nel lusso e col sedere nel burro…

TOBIA:   Adesso poi, Battista, non esagerare… Nel lusso… Guarda che anche tu, come me, hai sempre avuto le pezze sui calzoni…

BATTISTA:   Chi le comperava i vestiti?

TOBIA:   Perché, volevi mandarla in giro in mutande?

BATTISTA:   Chi le dava pane e mortadella per cena?

TOBIA:   Ah, se mangiava la mortadella a cena, allora hai ragione tu, è davvero cresciuta nel lusso…

HAWA:   Permesso? Posso entrare nella casa dei miei futuri suoceri?

TOBIA:   Madonna è ancora qui! E poi a me questa storia dei suoceri non mi va giù neanche un po'

GIANNI:   Che bella sorpresa Hawa, qual buon vento?

TOBIA:   Per me, più che vento, è una tempesta

HAWA:   Ho una magnifica sorpresa per tutti

GIANNI:   Una sorpresa? Non farmi stare sulle spine…

TOBIA:   A me sembra di stare nelle fiamme…

HAWA:   Sapete chi è venuto a trovarmi per rivedere me e conoscere i miei futuri suoceri?

TOBIA:   E dagli ancora con i suoceri…

HAWA:   Gianni, signor Tobia, vi voglio presentare mio padre!

BALUBA:   (Entra in calzamaglia nera, faccia nera, agghindato come uno stregone africano, alcune ossa gli pendono ai fianchi. Sottofondo di tamburi. Fa alcuni giri dicendo parole misteriose e incomprensibili).

BATTISTA:   Tobia, a me sembra di essere al cinema

TOBIA:   Magari Battista, ma qui ci siamo dentro in pieno

HAWA:   Signori vi presento mio padre Baluba. E' lo stregone della mia tribù. E' dotato di poteri magici e divinatori. Che ne dite? Come? Non fiatate? Ve l'avevo detto che era una sorpresa.

TOBIA:   Come sorpresa è cos' grossa nemmeno quella nell'uovo di Pasqua che ho messo alla lotteria giù al bar…

BALUBA:   Silenzio, prego, fare silenzio. Ora io indovinare chi essere padre di moroso di mia Hawa. (Si avvicina a Tobia) Voi essere signor Tobia, sicuro, sicuro, sicuro. Molto contento conoscere voi, signor Tobia, sicuro, sicuro, sicuro.

TOBIA:   Io, magari, un po' di meno…

BALUBA:   Ora io fare voi grande magia, sicuro, sicuro, sicuro. Cosa fare Hawa per mostrare mia grande potenza? Fare diventare questo signore (indica Battista) un rospo?

BATTISTA:   Uéla, piano con gli scherzi e con le parole…

BALUBA:   Tu non volere rospo? Ah, magari grosso topo di fogna, sicuro, sicuro, sicuro.

BATTISTA:   Ma si può sapere perché ce l'ha con me questo coso qui?

TOBIA:   Se è solo per quello è l'unico modo per farti diventare più bello di come sei adesso…

BATTISTA:   Non scherzare Tobia, guarda che qui può capitare di tutto. E, magari, trasforma te in un gatto e so solo io che corse dovrò fare per non farmi acchiappare…

TOBIA:   Ma non mi dirai che ci credi per caso…

BATTISTA:   Mah, non si sa cos'è capace di combinare questa gente…

HAWA:   In effetti la magia di mio padre Baluba non ha confini. Da noi è il più grande stregone vivente, il più grande veggente, il massimo guaritore.

TOBIA:   Magari fosse capace di farmi guarire la sciatica…

BATTISTA:   Te l'ho detto Tobia? Guarda che qui si fa spessa. E magari è anche un cannibale… Mi scusi signor Barabba…

BALUBA:   Baluba, Battista, Baluba, sicuro, sicuro, sicuro.

BATTISTA:    Baluba, ma dalle vostre parti ci sono i cannibali?

BALUBA:   Cannibali? No, l'ultimo l'abbiamo mangiato il mese passato, sicuro, sicuro, sicuro. Io grande stregone guaritore. Io te dire come stai, sicuro, sicuro, sicuro.

BATTISTA:   A me sembra di star bene; cosa dici Tobia?

TOBIA:   Non dovrò dirtelo io come stai… Mi hai preso per il tuo dottore?

BALUBA:   Tu avere cicatrice grossa ferita sulla chiappa sinistra che ti fa male quando cambia il tempo, sicuro, sicuro, sicuro.

BATTISTA:   Osti è vero, è la ferita che mi sono fatto l'anno scorso quando mi sono seduto sul tridente nel prato

BALUBA:   Tu avere male osso di collo quando giri la testa alla destra, sicuro, sicuro, sicuro.

BATTISTA:   E' vero anche questo. E' stato quando una macchina m'è venuta nel sedere mentre andavo in bicicletta al mercato di …… (Paese vicino)

BALUBA:   Tu operato di ernia sopra gamba destra cinque anni passati, sicuro, sicuro, sicuro.

BATTISTA:   E' vero Tobia; è tutto quanto vero!

BALUBA:   Ora io vedere che tu hai altra ernia che sta per venire sopra gamba sinistra.

BATTISTA:   Ulla madonna, allora vuol dire che dovrò andare ancora una volta all'ospedale?

BALUBA:   No, ora io guarire te con formula magica, sicuro, sicuro, sicuro. (Gli gira attorno con grandi gesti) Bongo bongo bongo stare bene solo al Congo… Bingo bingo bingo stare bene solo al Limbo… Bango bango bango stare bene sol col tango… Ecco, ora tu essere guarito. Ernia su gamba sinistra non venire più, sicuro, sicuro, sicuro.

BATTISTA:   Madonna mia! Vuoi vedere che questo mi ha guarito davvero? Bravo Bingo Bongo, lo sa che per tirarmi via l'ernia che avevo sono andato all'ospedale, mi hanno fatto le filobus nel braccio e prima di mettermi i ferri addosso mi hanno fatto la indormentesia?

BALUBA:   Questo è niente per Baluba, grande stregone africano, sicuro, sicuro, sicuro. Vuoi tu trasformato in rospo?

BATTISTA:   E dagli ancora col rospo! Magari in un bel ragazzo…

BALUBA:   No, impossibile, troppo difficile; rospo si, bello ragazzo no, sicuro, sicuro, sicuro. Se io te trasformare in rospo, venire principessa, te baciare e zacchete, tu trasformato in principe azzurro. Tu volere? No? Allora io trasformare signor Tobia in verme di terra, sicuro, sicuro, sicuro.

TOBIA:   Sicuro, sicuro, sicuro una bella madonna! Ascolta Bongo Bongo, dammi retta, lasciami stare perché oggi non è mica una giornata allegra.

BALUBA:   Io fare te magia e fare giornata allegra, sicuro, sicuro, sicuro. Cosa volere perché essere giornata allegra?

TOBIA:   Che il mio Gianni metta la testa apposto…

BATTISTA:   E che la mia Beppina aggiusti anche la sua…

BALUBA:   Voi volere che io metto la crapa di Gianni al posto di quella di questa donna?

TOBIA:   No, fermati; non complicare le cose. Insomma signor stregone, si sieda qui un momento e faccia riposare la sua bocca e le sue idee mica tanto giuste.

SALVATORE:  Permesso è? Vengo appositamente per portarvi un annuncio felice. Sapete chi arrivò ora ora in questa terra noddica e nebbiosa?

TOBIA:   Manca solo che arrivi la Befana e siamo al completo. Chi arrivò ora ora?

SALVATORE:   Il padre mio. Entra padre. Vi presento mio padre Vito.

VITO:   (Coppola, fucile a tracolla. Preceduto da motivetto siciliano) Bacio le mani a vossignori qui presenti. Sono Vito Corleone, vengo da Corleone e tengo un cuore da leone.

BATTISTA:   Dopo lo stregone dell'Africa ci mancava solo il leone. E lui allora saresse…

VITO:   Il suo prossimo consuocero. Venni infino qui per stabilire il contratto di matrimonio, ovviamente se vostra figlia è illibata…

BATTISTA:   Cosa vuol dire Tobia?

TOBIA:   Se le hanno solo toccato le chiappe o se sono andati più avanti…

BATTISTA:   A me ci piacesse sapere cosa ci interessa a lui. E' mica lui che la deve sposare.

VITO:   Questione d'onore è!

TOBIA:   Allora ascolti un po’ signor Leone, si accomodi un attimo di là nella dependènce…

BEPPINA:   Cos'è Tobia la dependènce?

TOBIA:   D là in cucina, no? Quando vedo il cinema alla televisione la chiamano dependènce… Comodatevi di là che dopo gli portiamo un caffé che dobbiamo contarla su un momento in tra di noi. Anche tu Bongo Bongo! (Gli altri escono).

BATTISTA:   Certo che a me quel negrone lì mi fa proprio paura. E, se per caso gli venisse fame di notte, magari ci legherebbe entrambi e ci metterebbe in una pentola a bollire…

TOBIA:   Se è solo per quello io non avrei paura…

BATTISTA:   Perché non avresti paura?

TOBIA:   Perché prima mangerebbe te che sei un po' più grassottello di me

BATTISTA:   Io, se fossi in te, non sarei poi tanto sicuro. Magari sceglie te per primo…

TOBIA:   Potrei sapere perché?

BATTISTA:   Perché magari, prima di mangiare, si prende un aperitivo…

TOBIA:   E allora?

BATTISTA:   E allora prima si prende un bianco… secco!

CLORINDA:   (Entrano le due madri) Palmira, ma cos'è tutto questo movimento in casa tua? Mi sembra di essere alla stazione del treno o all'Iper al pomeriggio del sabato…

PALMIRA:   Lo sai tu? Lo so anch'io come te!

TOBIA:   Sedetevi qui donne e datemi una mano a capirci qualcosa. A me sembra di stare sognando…

PALMIRA:   Impossibile

TOBIA:   Perché impossibile?

PALMIRA:   Perché quando quando sogni russi come il trombone della banda. Allora, qual è il problema?

TOBIA:   Il problema è quello che quei due ragazzi qui, con con tutta la gente che abita dalle nostre parti, non vanno a scegliersi una nera e un siciliano?

CLORINDA:   Certo che ci vorrebbe un miracolo per sistemare questa situazione. E se iniziassimo il rosario Palmira per ottenere il miracolo?

BATTISTA:   No, il rosario è troppo lungo…

CLORINDA:   Allora solo le litanie che sono più corte. Dai, iniziale tu Palmira che io non le ricordo tutte

PALMIRA:   Nemmeno io le ricordo tutte con tutti quei santi che ci sono dentro

CLORINDA:   Non importa. Recita solo i santi che ti vengono in mente. Forza allora, pregate bene voi due. Dai, attacca Palmira.

(Palmira recita le litanie e gli altri rispondono ad ognuna con un "ora pro nobis". Tobia si inginocchia davanti ad un'immagine)

PALMIRA: San Giovanni Bianco (Si aggiungano altri nomi di località vicine con nomi di santi)

Magnesia San Pellegrino

Albano Sant Alessandro

Santo Domingo

Santa Cruz de Tenerife

San Martino di Castrozza

Santa Teresa di Gallura

Santa Maria di Leuca

San Giovese di Romagna

Sant Angelo Lodigiano

Sesto San Giovanni

Santo cielo benedetto

Santa pazienza

Sanbuca Molinari

San Bittèr

Sanbuco

San… gue del naso

Santa Maria della Costa

Costa Azzurra

Costarica

(Altre località vicine che iniziano per Costa)

Costa D'Avorio

TOBIA:   No, la Costa d'Avorio no!

PALMIRA:   Perché la Costa d'Avorio no?

TOBIA:   Perché mi ricorda la morosa di quella buona donna di tuo figlio

PALMIRA:   Allora… Dove eravamo rimasti? Ah… Costa Amalfitana…

BEPPINA:   (Entrano i due ragazzi) Ma si può sapere cosa state combinando? Non vi sarà comparsa la Madonna per caso…

GIANNI:   Per me hanno avuto una crisi mistica.

TOBIA:   No, la crisi ce l'avete fatta venire voi due nel modo con cui avete fatto a scegliervi i morosi!

BEPPINA:   Ma si può sapere cos'ha il mio Salvatore? E' un gran lavoratore, è onesto, si guadagna il pane col suo lavoro e col suo sudore, s'è messo via un bel conto in banca…

TOBIA:   Non importa: è un meridionale!

GIANNI:  E allora la mia Hawa? Ha il diploma di infermiera, parla l'italiano più di noi sei messi assieme, lavora tutto il giorno, è carina, è onesta……

BATTISTA:   Non importa; è nera!

BEPPINA:   Ascolta Gianni, forse è giunto il momento di dire tutto, prima che vadano tutti in processione a Lourdes…

GIANNI:   O magari che il Tobia e il Battista si facciano frati…

BEPPINA:   Hawa, Salvatore, venite di qua un momento. (I due entrano. Beppina si rivolge ai due padri) Adesso guardateli bene questi due

TOBIA:   Ti assicuro Gianni che abbiamo già guardato troppo…

GIANNI:   E cosa avrebbero che non va?

TOBIA:   Per esempio che la tua morosa è nera come il lucido delle scarpe

GIANNI:   E allora proviamo a toglierle il lucido delle scarpe. Pulisciti la faccia Luisa

TOBIA:   Luisa? Chi è la Luisa? Cosa centra adesso questa Luisa?

GIANNI:   Ti faccio vedere io adesso chi è la Luisa.

(Nel frattempo Hawa, girata dietro e aiutata dagli altri, si pulisce la faccia e rivela la sua pelle bianca)

TOBIA:   Ulla madonna che bella ragazza! Vuoi vedere Battista che le litanie hanno fatto il miracolo?

GIANNI:   No, il miracolo sono io a fartelo, il tuo Gianni, anzi, San Gianni.

TOBIA:  Quale miracolo?

GIANNI:   Quello di farti capire che non si deve guardare solo al muso delle persone, ma a cosa hanno dentro

BATTISTA:   Però alla mia Beppina rimane sempre il suo siciliano…

SALVATORE:   Qui, signor Battista, di siciliani non c'è nessuno. (Si toglie i baffi e la coppola).

BEPPINA:   Non lo conosci papà? E' il figlio del Giacomo Peracotta, il tuo coscritto; quello che mi hai sempre detto che era un bravo ragazzo e che sarebbe stata molto fortunata la ragazza che l'avrebbe sposato

BATTISTA:   Io non ho parole…

BEPPINA:   Ne hai dette troppe finora!

BATTISTA:   E gli altri che sono di là?

GIANNI:   Sono nostri amici che si sono prestati al gioco. (Si rivolge verso l'esterno) Venite di qua anche voi. (Entrano anche gli altri. Anche Giacomino).

TOBIA:   Palmira, ne vuoi sapere una?

PALMIRA:   No, non voglio saperne nemmeno una, brutto scemo che non sei altro! Quello che so… lo so io!

BATTISTA:   Clorinda, hai visto la novità?

CLORINDA:   Certo che l'ho vista, e non è certo una novità, che tu, assieme all'altro tua amico, siete due stronzi, scusa nèh Palmira…

PALMIRA:   Scusa un bel niente, hai ragione; e poi non sono solo stronzi, ma ignoranti, muli e incoscienti!

GIACOMINO:  Allora io, domani mattina, vado a scuola e lavo la faccia al Kinte.

PALMIRA:  Perché gli vuoi lavare la faccia?

GIACOMINO:  Così diventa bianco anche lui come la Luisa.

CLORINDA:  Ma sei sicuro che lui, quel tuo amico negretto, voglia davvero diventare bianco? Lascialo com'è; dopo tutto è nero anche il suo papà e la sua mamma e anche i suoi nonni e sono sicura che non vuole cambiare

TOBIA:   Allora vuol dire che voi due, traditrici, sapevate tutto…

PALMIRA:   Ascoltate voi due… Per me potete andare in giro con le bandiere che volete, con le camicie di tutti i colori, ma ricordatevi, e (si rivolge al pubblico) ricordiamolo tutti, che sotto la pelle di ogni uomo, al di là del paese da dove viene, c'è sempre una persona con tanto di cervello. Non è l'abito che fa il monaco e nemmeno la strada che fa per arrivare dalle nostre parti. E per penitenza, se sei d'accordo anche tu Clorinda, per un mese a questi due non faremo più niente, né di giorno né di notte!

CLORINDA E PALMIRA: Né di giorno né di notte!

TOBIA:   Ah beh, se è solo per questo… Per il giorno mi dispiace un po', ma per la notte lasciamo perdere perchè non lo so da quanto tempo è che la passi immobile come un cadavere. E' talmente vero che sulla tomba ti farò mettere una lapide con su scritto: " Qui giace mia moglie, come sempre fredda".

PALMIRA:   Ah sì? E lo sai allora cosa farò scrivere sulla tua? "Qui giace mio marito, finalmente rigido!".