La leggenda di Colapesce

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La leggenda di Colapesce

Atto unico

di

Gianluca Malato

Gianluca Malato 2013


LICENZA DUSO

Lautore detiene tutti i diritti di utilizzo di questopera, sia editoriali che scenici e audiovisivi. Qualsiasi utilizzo di questopera va precedentemente concordato con lautore.

Per qualsiasi utilizzo o per ulteriori informazioni, lautore reperibile allindirizzo e-mail gianluca.malato@gmail.com


PERSONAGGI

COLAPESCE Nuotatore messinese. Il corpo coperto da squame

ROSARIO Amico di Colapesce

ANGELO Amico di Colapesce

RE FEDERICO Sovrano del Regno delle due Sicilie

CIAMBELLANO Ciambellano del re

PRINCIPESSA La principessa Costanza, figlia del re

VECCHIA La principessa Costanza da anziana

MADRE DI COLAPESCE

VECCHIO

3 BAMBINI

2 SERVI


ATTO UNICO

La scena ambientata nel porto di Messina, nella prima met del tredicesimo secolo. Varie barche sono ormeggiate ai lati, alcune reti sono poggiate qua e l insieme a corde e arpioni. Tavoli e carretti si trovano su un lato. In fondo, dietro un muretto di pietra, c il mare.

Un vecchio sta cucendo una rete, seduto su una sedia a sinistra della scena.

Si sente un tuono.

VECCHIO: (alza la testa come per sentire meglio il tuono) Brutta notte per chi vuole uscire in mare.

Entrano tre bambini da destra, che camminano verso il lato sinistro della scena. Tutti hanno una canna da pesca in mano.

BAMBINO 1: Andiamo a pescare, andiamo a pescare!

BAMBINO 2: Voglio prendere un tonno!

BAMBINO 3: E io un pesce spada!

BAMBINO 1: Io invece voglio catturare uno squalo!

VECCHIO: Stai attento, che con quella canna potresti prendere una balena.

BAMBINO 1: Davvero?

VECCHIO: No, ti pare? Ma dove volete andare, a questora e con questo tempo?

BAMBINO 2: Mio fratello mi ha detto di aver visto un tonno, laltro giorno. Era enorme. Voglio prenderlo.

BAMBINO 3: Enorme quanto?

BAMBINO 2: Abbastanza da mangiare un uomo.

BAMBINO 3: Davvero?

BAMBINO 1: No, una stupidaggine. Il mio squalo lo avr gi mangiato in un solo boccone.

VECCHIO: Lhai mai visto, questo squalo?

BAMBINO 1: No, ma si sa che qui pieno di squali.

VECCHIO: Il tuo squalo, se davvero esiste, sta cos in profondit che non riusciresti mai a prenderlo. E il tuo tonno, come il tuo pesce spada, con la tempesta che sta per scatenarsi, si sar andato a rifugiare da qualche parte.

Si sente un altro tuono.

VECCHIO: Ecco, avete sentito?

BAMBINO 1: Noi non abbiamo paura dei tuoni.

BAMBINO 2: Infatti. Prendiamo la barca e andiamo al promontorio. Stasera voglio tornare a casa con la cesta piena di pesci.

BAMBINO 3: Io credo che forse un pesce spada lo troviamo.

VECCHIO: Vorreste prendere una barca con questo tempo? Ma le vedete le onde l, verso il promontorio? Basterebbe una sola onda a farvi rovesciare.

BAMBINO 1: Ma noi siamo bravissimi a nuotare.

VECCHIO: Si, ma mica siete Colapesce.

BAMBINO 2: Cola-chi?

VECCHIO: Colapesce.

BAMBINO 3: E chi ?

VECCHIO: Non sai chi Colapesce?

BAMBINO 3: No.

VECCHIO: Qualcuno di voi lo sa?

BAMBINI 1 E 2: No.

VECCHIO: Dunque non conoscete la leggenda di Colapesce. Che vergogna. Forza, sedetevi qui davanti a me. Vi racconter una storia, cos almeno non rischierete la vita andando a pescare tonni e squali che non ci sono.

BAMBINO 3: Il pesce spada per c.

VECCHIO: Avanti, sedetevi qui.

I bambini si siedono davanti al vecchio, per terra, sul lato sinistro della scena.

VECCHIO: La storia che sto per raccontarvi parla di un uomo straordinario che vissuto tanto tempo fa proprio qui, a Messina. Il suo nome era Nicola, ma tutti lo chiamavano Colapesce. Sin da bambino dimostr di amare il mare oltre ogni cosa e si attardava a nuotare anche per diverse ore, esasperando la madre.

Entra la madre di Colapesce, sul lato destro della scena.

MADRE DI COLAPESCE: (verso il lato destro della scena) Nicola! Nicola! Smetti di nuotare, che tardi e poi non ti asciughi per il pranzo! Forza, esci!

VECCHIO: Ma Colapesce non ne voleva mai sapere di abbandonare il suo mare.

MADRE DI COLAPESCE: Nicola! Vieni qui, non mi fare arrabbiare!

VECCHIO: Cos un giorno la madre, esasperata dalla sua disubbidienza, gli disse

MADRE DI COLAPESCE: Ti piace tanto il mare? Bene, allora possano venirti le squame e le pinne e possa tu viverci per sempre!

La madre di Colapesce esce da destra.

VECCHIO: La maledizione si avver e Colapesce si trasform in un essere met uomo e met pesce, bravissimo a nuotare e in grado di trattenere il fiato anche per diversi giorni. Era cos bravo che, con gli anni, cominci a dare una mano ai pescatori e ai marinai, informandoli sulle tempeste e sugli spostamenti dei pesci e facendo da corriere tra la penisola e la Sicilia. In particolare, aveva fatto amicizia con due pescatori di nome Angelo e Rosario.

Entrano Angelo e Rosario, dal lato destro della scena.

ROSARIO: (solleva un secchio e ne estrae tre pesci) Guarda. Solo tre. E ieri la stessa cosa. da qualche giorno che non si pesca abbastanza.

ANGELO: Nemmeno io ho avuto fortuna. La rete mi si impigliata sul fondale e si strappata. Ieri avevo preso solo qualche gambero.

ROSARIO: Ma dove saranno finiti tutti i pesci?

ANGELO: Non lo so, ma a Catania so che i banchi dei pescivendoli traboccano di spigole, orate, pesci spada e anche tranci di tonno. Qua niente, solo qualche pescetto cos.

ROSARIO: Ehi, guarda! tornato Nicola!

Entra Colapesce da destra. Porta con s una bisaccia.

COLAPESCE: Come va, amici?

ROSARIO: Nicola! Quanto tempo!

ANGELO: Sei stato via parecchio. Dove sei andato?

COLAPESCE: (ad Angelo) A Napoli. A proposito, tuo fratello ti manda questo. (prende un monile dalla sacca e lo porge ad Angelo) Dice che per il compleanno di tua madre. Lo ha fatto per lei.

ANGELO: Grazie, Nicola. Sar molto contenta. Non vede mio fratello da circa un anno.

ROSARIO: Hai spedito la mia lettera?

COLAPESCE: Si, lho mandata al corriere reale.

ROSARIO: Lidea di cospargere di catrame la tua bisaccia per non far entrare lacqua ha funzionato?

COLAPESCE: Perfettamente. Non si bagnato niente. Ragazzi, non sapete che cosa ho visto sul fondo del mare, nel golfo di Napoli.

ANGELO: Che cosa?

COLAPESCE: Un enorme, gigantesco pesce. Pi grosso di un tonno, ma pi piccolo di una balena.

ROSARIO: Era uno squalo?

COLAPESCE: Forse. Per non mi ha aggredito.

ANGELO: Allora un delfino.

COLAPESCE: Non lo so, non lavevo mai visto. Sta di fatto che era enorme e che avrebbe potuto mangiarmi in un solo boccone, se avesse voluto.

ROSARIO: Incredibile.

COLAPESCE: Inoltre ho visto un branco di balene che cantavano. Dovreste sentire il loro canto, cos melodioso e dolce. Poi, sul fondo, l dove comincia la Calabria, ho visto una foresta.

ANGELO: (beffardo) Si, una foresta.

COLAPESCE: Te lo giuro sul mio onore. Non cerano alberi, ma alghe altissime. In pi, sul fondo si muovevano pesci che sembravano pietre e c'erano anche centinaia di polipi. Ve lo giuro, il mare pieno di straordinarie meraviglie. Delfini bellissimi che giocano con me ogni volta che mi avvicino, montagne sottomarine quasi pi alte dell'Etna, sterminate foreste di alghe e soprattutto tantissimo silenzio. Un silenzio immane, surreale, dove ci si pu sentire davvero in pace. Dovreste vederlo, stupendo.

ROSARIO: Nicola, tu sei lunico in grado di scendere fin laggi, lo sai. Noi poveri mortali dobbiamo accontentarci dei tuoi racconti e delle tue descrizioni.

COLAPESCE: Anchio sono un povero mortale.

ANGELO: No, tu hai un dono. Tu sei tuttuno con il mare, una cosa sola con esso.

ROSARIO: Ecco, visto che sei una cosa sola con il mare, sai per caso perch i pesci scarseggiano da queste parti?

ANGELO: Gi, da qualche giorno che non si pesca niente.

COLAPESCE: Non lo so, per ho visto alcuni banchi spostarsi in questa direzione. Pesci piccoli e medi, ma anche diversi tonni adulti e belli grossi. Se proseguono, arriveranno in queste acque domani mattina sul tardi.

ROSARIO: Ottima notizia. (solleva il secchio con i pesci) Guarda che ho pescato oggi. Una miseria.

COLAPESCE: State tranquilli, che il pesce torner presto. Ne sono sicuro.

ANGELO: Meno male. Allora dico a mio fratello di prepararsi per la mattanza. Grazie per avercelo detto.

COLAPESCE: Figuratevi. Anzi, aspettate un attimo. (fruga nella bisaccia) Adesso vi faccio vedere una cosa. (mostra una moneta) Guardate, guardate che cosa ho trovato.

ROSARIO: (prende la moneta) Fa vedere.

ANGELO: Ma questa una moneta romana.

ROSARIO: Sei sicuro?

ANGELO: Si, guarda. C una scritta in latino.

ROSARIO: Incredibile.

ANGELO: Ma dove lhai trovata?

COLAPESCE: Nel relitto di una nave affondata nello stretto di Messina.

ROSARIO: Una nave antica?

COLAPESCE: Penso di si.

VECCHIO: Insomma, tra ritrovamenti di tesori, posta da consegnare e informazioni a marinai e pescatori, Colapesce ha cominciato a essere famoso in tutto il Regno delle due Sicilie, fino a quando

ANGELO: Le tue prodezze sono arrivate a orecchie molto importanti.

ROSARIO: Pare che re Federico II in persona voglia conoscerti.

ANGELO: Il re, ti rendi conto?

COLAPESCE: Il re? E cosa vorr da me?

ROSARIO: Non lo so, ma la sua nave arrivata proprio oggi.

ANGELO: Dicono che sua figlia Costanza sia la fanciulla pi bella di tutto il regno.

COLAPESCE: Non credo che una principessa come lei si fidanzerebbe con un uomo di mare come me.

ROSARIO: E che ne sai? Nella vita non si pu mai dire.

Entra il ciambellano.

CIAMBELLANO: Chi di voi Colapesce?

COLAPESCE: Chi siete voi?

CIAMBELLANO: Sono il ciambellano di sua maest re Federico II di Svevia, sovrano del Regno delle due Sicilie. Siete voi colui che si chiama Colapesce?

COLAPESCE: In persona.

CIAMBELLANO: Bene. Sua maest desidera incontrarvi. Non muovetevi di qui, vado a dirgli che lo aspettate.

Il ciambellano esce.

ANGELO: Il re gi qui? Non pensavo che lo avremmo incontrato cos presto.

ROSARIO: Ci siamo, Nicola. Vedrai che il re sar contento di conoscerti. Forse ti dar pure un titolo.

ANGELO: Magari ti far cavaliere.

ROSARIO: Messer Nicola cavaliere di Messina. Suona bene.

COLAPESCE: Macch cavaliere e messere. Su, non scherzate.

ROSARIO: Eccolo, arriva!

Entra il ciambellano, da destra.

CIAMBELLANO: Sua maest re Federico II di Svevia e la principessa Costanza. (sussurra a Colapesce, Rosario e Angelo) Inchinatevi.

Entrano re Federico, la principessa e due servi, da destra.

Colapesce, Angelo e Rosario si inchinano.

CIAMBELLANO: Vostre maest, ecco gli uomini di cui vi ho parlato. (ai tre) Presentatevi.

ROSARIO: Rosario Randazzo, per servirvi.

ANGELO: Angelo Nicotra, servo vostro.

COLAPESCE: Nicola.

RE FEDERICO: Nicola e basta?

COLAPESCE: Nicola detto Colapesce.

ROSARIO: (a Colapesce) Hai visto quanto bella, la principessa?

COLAPESCE: (a Rosario) In effetti

CIAMBELLANO: questo il giovane di cui avete tanto udito, sire.

RE FEDERICO: Dunque siete voi. Bene, messer Colapesce, abbiamo sentito parecchio parlare di voi. Dicono che potete attraversare a nuoto immensi bracci di mare senza mai fermarvi, che potete trattenere il fiato anche per un giorno intero e che nel fondo del mare avete visto straordinarie meraviglie ignote a noi che abitiamo sulla terraferma.

COLAPESCE: Forse le voci ingigantiscono troppo i miei umili talenti, mio signore.

RE FEDERICO: O forse voi sminuite i vostri. Dicono che ieri eravate a Napoli. Corrisponde al vero?

COLAPESCE: Si.

RE FEDERICO: Per quale motivo eravate l?

COLAPESCE: Vi abita il fratello di Angelo, che un orafo. Ha fatto un gioiello per la madre, come regalo di compleanno. Io mi trovavo l e lho portato fin qua.

RE FEDERICO: A nuoto?

COLAPESCE: Si, mio signore.

RE FEDERICO: In un solo giorno?

COLAPESCE: In una sola notte.

I SERVI: (stupiti) Ooooohhhh!

RE FEDERICO: Quanto dite molto audace. Siete in grado di provare le vostre parole?

ANGELO: Nicola dice la verit, maest. (prende il gioiello doro) Guardate voi stesso.

CIAMBELLANO: (prende il gioiello e lo fa vedere al re) Il ragazzo dice il vero, maest. Guardate lincisione: oreficeria di Gennaro De Filippo, Napoli.

RE FEDERICO: Sbalorditivo, incredibile.

Il ciambellano restituisce il gioiello ad Angelo.

RE FEDERICO: Dunque vi ritenete un buon nuotatore?

COLAPESCE: So muovermi agilmente nellacqua, questo lo ammetto, ma non so se sono un buon nuotatore o no. Non mi sono mai confrontato con nessuno, a parte con i delfini e i tonni.

ANGELO: Non dategli retta, maest. il miglior nuotatore del regno.

ROSARIO: Nessuno migliore di lui in acqua.

RE FEDERICO: Colapesce, voi che mi dite?

COLAPESCE: Mi piace nuotare e vedere cosa c sul fondo del mare, tutto qua.

RE FEDERICO: Vedo che siete molto modesto. Bene, apprezzo molto questa qualit negli uomini. Ebbene, sono giunto qui insieme a mia figlia, la principessa Costanza, per mettervi alla prova e verificare che quanto si dice di voi sia vero.

COLAPESCE: Sono ai vostri ordini, maest.

RE FEDERICO: Bene. Ciambellano!

CIAMBELLANO: (si avvicina e porge una coppa doro al re) Ecco qui, sire.

RE FEDERICO: (prende la coppa) Osservate bene questa coppa, Colapesce. doro purissimo ed incastonata di rubini.

COLAPESCE: Un magnifico ornamento, maest.

RE FEDERICO: Adesso io la getter in mare.

COLAPESCE: Come, gettarla in mare?

RE FEDERICO: E voi la andrete a recuperare. Vedremo quindi se la vostra fama meritata. Siete pronto, dunque?

Colapesce si gira verso Angelo e Rosario, cercando approvazione con lo sguardo.

ANGELO: Stai tranquillo, vedrai che ce la farai.

ROSARIO: Si, lhai fatto tantissime volte.

COLAPESCE: Sono pronto, sire.

RE FEDERICO: Ottimo. Ora, andate! (getta la coppa in mare) Riprendetela!

Colapesce si tuffa.

VECCHIO: Colapesce rimase in immersione per mezza giornata. Qualcuno cominci a sospettare che non ce lavesse fatta, fino a quando, nel primo pomeriggio

CIAMBELLANO: Maest, tornato!

Entra Colapesce, da destra.

SERVI: (stupiti) Oooohhh!

COLAPESCE: (solleva la coppa e la consegna al ciambellano) Maest, la vostra coppa.

CIAMBELLANO: (prende la coppa e la mostra al re) Incredibile.

ROSARIO E ANGELO: (applaudono) Bravo Nicola! Bravo!

RE FEDERICO: Bravo. Davvero notevole.

ROSARIO: Maest, adesso credete nelle sue capacit?

RE FEDERICO: Pi di prima, mastro Randazzo. Ma voglio ancora metterlo alla prova con una sfida pi impegnativa.

ANGELO: Unaltra sfida?

RE FEDERICO: Colapesce, osservate questo anello. (si sfila lanello e lo solleva) il sigillo reale. Ogni documento importante che siglo viene sigillato con lo stemma di questo anello. unico, non ce ne sono altri nel mondo e la sua importanza vitale per lintero regno. Ciambellano, prendetelo, imbarcatevi su una scialuppa, raggiungete il punto pi profondo di queste acque e gettatelo.

CIAMBELLANO: Cosa?

RE FEDERICO: Colapesce lo recuperer per noi.

CIAMBELLANO: Maest, ma il sigillo reale.

RE FEDERICO: Prendetelo ed eseguite.

CIAMBELLANO: (prende lanello, perplesso) Come desiderate, sire. (si avvicina a Colapesce e parla solo a lui) Non potete capire limportanza di questo anello. Non perdetelo, vi scongiuro.

RE FEDERICO: Andate, ciambellano.

CIAMBELLANO: Agli ordini, maest.

Il ciambellano esce.

RE FEDERICO: Ho piena fiducia in voi, Colapesce. Sono sicuro che ritroverete lanello. Cos ci dimostrerete definitivamente che siete il buon nuotatore che si dice.

ROSARIO: Nicola non deve dimostrare niente, mio signore. Egli speciale gi per ci che .

RE FEDERICO: Se come dite, non avr difficolt a dimostrarcelo. Ecco, il ciambellano sulla scialuppa sta sollevando lanello. Guardate! Lo ha lanciato! Colapesce, riprendetelo! In nome di Dio e del regno, recuperate il sigillo!

Colapesce si tuffa.

PRINCIPESSA: Padre, non credete di aver esagerato?

RE FEDERICO: Silenzio, mia cara. So bene ci che faccio.

Entra il ciambellano.

RE FEDERICO: Era il punto pi profondo?

CIAMBELLANO: Si, mio re. Cos mi ha detto il pescatore che mi ci ha portato.

RE FEDERICO: Molto bene. Aspettiamo il ritorno del ragazzo.

VECCHIO: Trascorsero le ore, ma di Colapesce neanche lombra. Pass mezza giornata, ma dal mare nessuna notizia.

ANGELO: Forse questa volta stata troppo dura anche per Nicola.

ROSARIO: Non credo. Abbi fiducia, vecchio mio. Vedrai che ce la far.

VECCHIO: Al tramonto, qualcosa si mosse tra le onde.

CIAMBELLANO: Maest, incredibile! Ecco Colapesce che ritorna!

Entra Colapesce, ansimante e trafelato.

I servi applaudono.

ROSARIO E ANGELO: (applaudono e gli danno pacche sulle spalle) Bravo Nicola! Sei tornato!

RE FEDERICO: Allora, Colapesce. Avete trovato il nostro anello?

COLAPESCE: Certo, maest. (solleva lanello e lo porge al ciambellano, che lo porge a sua volta al re)

RE FEDERICO: (indossa lanello) Eccellente, Colapesce. Molto ben fatto. Il mio encomio.

ROSARIO: Come vedete, sire, la fama di Nicola molto ben meritata.

RE FEDERICO: Si, assodato. Ormai dimostrato senza ombra di dubbio.

COLAPESCE: Vostra maest sopravvaluta i miei talenti.

RE FEDERICO: Siete voi che li sottovalutate. Ciambellano, che si sappia in tutto il regno: Colapesce il pi formidabile nuotatore del Mediterraneo. Parola del re.

ROSARIO E ANGELO: Evviva! Urr per re Federico! Urr per Colapesce!

ROSARIO: (a Colapesce) Il re ti ha fatto un complimento, hai visto?

COLAPESCE: Vostra maest troppo gentile. Ho recuperato il vostro anello, ma sul fondo del mare ho trovato qualcosa di altrettanto importante.

RE FEDERICO: E cosa? Cosa pu essere pi importante del nostro sigillo reale?

COLAPESCE: (tira fuori dalla bisaccia un diadema dargento, lo pulisce con la mano e lo consegna al ciambellano) Ecco, sire. Lo stemma in cima il vostro vessillo reale, se non mi sbaglio. E sotto lo stemma c una scritta.

CIAMBELLANO: Fatemi vedere. (osserva il diadema da parecchie angolazioni) vero, sire. Il bassorilievo mostra lo stemma della vostra casata. E la scritta (si interrompe, stupefatto) Oh, buon Dio!

RE FEDERICO: Cosa c? Fate vedere anche a me. (prende il diadema dalle mani del ciambellano e lo guarda stupito) Ma questo questo lo riconosco! incredibile! (alla principessa) Vieni, mia adorata Costanza. Osservalo bene. Ti ricorda niente?

PRINCIPESSA: (osserva bene il diadema, poi resta stupita) Per tutti i Santi del Paradiso! Ma questo era mio!

RE FEDERICO: Si. Te lavevo regalato quando compisti dieci anni e tu lo perdesti in mare durante un viaggio da Napoli. Guarda, ho fatto incidere il tuo nome.

PRINCIPESSA: Ma com possibile?

COLAPESCE: Stavo nuotando radente il fondale alla ricerca dellanello e appena ho visto il diadema ho subito pensato di restituirlo alla legittima proprietaria.

PRINCIPESSA: (ammirata) Oh, signore. Sapeste per quanto tempo ho pianto per aver smarrito questo dono di mio padre. Ho pregato le sirene affinch me lo restituissero, ma ormai lo credevo perduto per sempre. E invece eccolo di nuovo qui, accanto a me.

RE FEDERICO: Ben fatto, Colapesce. Davvero un inaspettato quanto gradito ritrovamento. Ottimo lavoro. Questo conferma ancor di pi la vostra fama.

PRINCIPESSA: Non vi sar mai abbastanza riconoscente, mio buon signore. Permettete che vi abbracci.

RE FEDERICO: (alla principessa) Costanza, ti prego. Per quanto gentile sia stato, egli pur sempre un villano. Non devi toccarlo.

ROSARIO: (a Colapesce) Mi sa che hai fatto colpo sulla principessa.

COLAPESCE: (a Rosario) Ma che dici, sciocco?

PRINCIPESSA: (al re) Ma padre, io devo ringraziarlo.

RE FEDERICO: (c.s) Noi siamo reali, ricordatelo sempre. Un semplice apprezzamento sar sufficiente. (a Colapesce) Grazie, messere. Il ritrovamento di questo oggetto ci riempie il cuore di gioia. Ma ora toglietemi una curiosit: eravate mai sceso cos in profondit?

COLAPESCE: No, mai, sire.

RE FEDERICO: Mi hanno detto che voi avete visto incredibili meraviglie durante i vostri viaggi in fondo al mare. Ebbene, cosa avete visto questa volta?

COLAPESCE: Ho visto le fondamenta della Sicilia, mio signore.

CIAMBELLANO: Cosa? Le fondamenta della Sicilia?

COLAPESCE: Lisola sorretta da tre colonne. Sono immani, immense colonne di roccia. Una a sud, unaltra a ovest, molto lontana, e la terza, la pi vicina, proprio sotto i nostri piedi in questo momento.

CIAMBELLANO: Incredibile. Dunque le antiche leggende erano vere.

RE FEDERICO: Si. Non lavrei mai creduto possibile. Invece, eccone la prova.

COLAPESCE: Ma c una brutta notizia. La colonna che regge Messina costantemente martoriata dal fuoco. Unenorme, lunghissima lingua di fuoco scorre sotto il mare, investe la colonna e poi procede verso sud.

RE FEDERICO: Una lingua di fuoco sotto il mare?

CIAMBELLANO: Verso sud, avete detto?

COLAPESCE: Si, signore.

CIAMBELLANO: Devessere il fuoco che alimenta il vulcano Etna.

RE FEDERICO: Deve per forza.

COLAPESCE: un fuoco caldissimo e inestinguibile. Non sono riuscito ad avvicinarmi di pi perch lacqua intorno era bollente.

RE FEDERICO: E questo fuoco investirebbe la colonna di Messina?

COLAPESCE: Si. Ed questa la cosa pi grave di tutte.

RE FEDERICO: Spiegatevi meglio.

COLAPESCE: La colonna gi parecchio danneggiata. La pietra piena di crepe ed scheggiata in diversi punti. Il fuoco la intacca senza piet, fondendo la roccia e indebolendola. Non sono un ingegnere, ma credo proprio che stia per cedere.

RE FEDERICO: Cosa? Per cedere?

I SERVI: Buon Dio!

PRINCIPESSA: Ma terribile!

ROSARIO: Questo vuol dire che la terra potrebbe crollarci sotto i piedi da un momento allaltro?

ANGELO: Mio Dio, dobbiamo avvisare tutta la popolazione e fuggire subito!

RE FEDERICO: Calma, calma.

ANGELO: (a Colapesce) Nicola, quanto tempo abbiamo? Dobbiamo scappare!

CIAMBELLANO: Silenzio, villani! Sta parlando il re!

RE FEDERICO: Fatemi capire. Voi state affermando che la colonna portante della citt di Messina sul punto di crollare, dico bene?

COLAPESCE: Esatto.

RE FEDERICO: (al Ciambellano) Se ci fosse vero, lintera popolazione di Messina sarebbe in serio pericolo.

CIAMBELLANO: (al re) Non solo, maest. Se Messina sprofonda, i contatti con la penisola si farebbero pi difficili. Lo stretto si amplierebbe e Dio solo sa come potrebbero cambiare le correnti in quel braccio di mare maledetto. I commerci e la navigazione ne risentirebbero irrimediabilmente.

RE FEDERICO: Colapesce, la portata delle vostre affermazioni ampia, ma ho bisogno di ulteriori informazioni per prendere delle decisioni. Non posso far evacuare unintera citt e modificare completamente le mie politiche navali senza avere la certezza che ci sia davvero un pericolo. Nondimeno, se la situazione seria come voi mi dite, necessario agire immediatamente. Pensate se la citt dovesse sprofondare, cosa succederebbe?

COLAPESCE: Un disastro.

RE FEDERICO: Un disastro, certamente. Ecco che ho quindi una missione importante per voi.

COLAPESCE: Vi ascolto.

RE FEDERICO: Dovrete recarvi nuovamente sul fondo del mare e misurare accuratamente la colonna, ogni sua crepa, ogni sua scheggiatura, ogni minimo dettaglio. Darete queste informazioni ai miei ingegneri di corte e, se stabiliranno che per la colonna c davvero un pericolo, allora evacueremo Messina.

COLAPESCE: Volete dirmi che dovrei tornare laggi, in mezzo al fuoco eruttato dalle viscere della terra?

PRINCIPESSA: Padre, no!

RE FEDERICO: (alla principessa) Taci, mia cara. (a Colapesce) Si, tornerete nel fondo del mare e ispezionerete la colonna.

COLAPESCE: Maest, vi prego, non fatemi tornare in quellabisso. troppo buio e profondo e le correnti sono fortissime. Inoltre, per fare ci che dite, dovrei avvicinarmi a quel fiume di fuoco e lacqua diventa bollente gi a mezzo miglio di distanza.

PRINCIPESSA: Padre, vi supplico, non chiedetegli di scendere di nuovo laggi!

RE FEDERICO: Tacete, tutti e due! Cos ho deciso. Colapesce, vi recherete nel fondo del mare e ci darete le informazioni che vi ho chiesto. E non preoccupatevi, io so apprezzare il valore dei coraggiosi. In cambio, al vostro ritorno, vi far commendatore delle politiche portuali della Sicilia orientale. Che ne dite?

COLAPESCE: Dico solo che non mi interessa diventare commendatore di alcunch e che se andr di nuovo laggi, credetemi, sire, non ritorner mai pi.

PRINCIPESSA: No! Padre, vi supplico!

RE FEDERICO: Basta, Costanza! Mi meraviglio di te! Comportati come si conviene a una gentildonna del tuo rango!

PRINCIPESSA: Ma padre, Nicola stremato! Non pu nuotare cos affaticato!

ROSARIO: vero, maest. Oggi ha raggiunto una profondit alla quale neanche lui era mai arrivato.

ANGELO: Vi prego, concedetegli almeno un po di riposo prima di impegnarlo in una nuova impresa.

RE FEDERICO: (riflette) Molto bene. Colapesce, vi concedo lintera notte per riposarvi. Domattina, allalba, vi immergerete e farete quanto vi ho richiesto. Cos deciso.

COLAPESCE: (poco convinto) Si, maest.

RE FEDERICO: Bene. E adesso andiamo a dormire. Buona notte a tutti, signori. (esce, con il ciambellano e i servi)

ROSARIO E ANGELO: (inchinandosi) Buona notte, sire.

La principessa fa per uscire, ma si gira verso Colapesce e si avvicina a lui.

ROSARIO: (intuisce che la principessa vuole restare sola con Colapesce e scambia con Angelo unocchiata complice) Nicola, noi intanto andiamo.

COLAPESCE: Buona notte, amici.

ANGELO: Buona notte. E riguardati.

Escono Angelo e Rosario.

COLAPESCE: Altezza, non andate anche voi a dormire?

PRINCIPESSA: (si guarda intorno, sincerandosi che lei e Colapesce sono davvero soli) Nicola, scappa via. In nome di Dio, ti prego. Scappa via! La notte le mie guardie, per sfuggire alla noia, giocano sempre a dadi. Sanno di non avere niente da temere da un paese di pescatori. Potrai fuggire facilmente da Messina. Anzi, scappiamo insieme. Fuggiamo via, lontano da tutto.

COLAPESCE: (stupito) Io fuggire con voi?

PRINCIPESSA: Sono stanca di questa vita a corte. Voglio una vita normale e semplice. (quasi imbarazzata) Prima, quel diadema ecco, io fuggirei davvero via con te. Gli angeli mi sono testimoni. Sei un uomo buono e giusto e non ha senso che tu muoia laggi negli abissi del mare. Andiamo a nord, verso il Vaticano. L sarebbe il Papa a proteggerci. Neanche mio padre potrebbe mai trovarci. Andiamo l, sposiamoci e fuggiamo via da tutto. Qualsiasi cosa, ma ti prego, non andare laggi!

COLAPESCE: Lho promesso a vostro padre. Sar un rozzo uomo di mare, ma io mantengo le mie promesse.

PRINCIPESSA: Ma una follia! Morirai! E io sar sola e infelice per tutta la vita! questo che vuoi?

COLAPESCE: No di certo.

PRINCIPESSA: E allora ti prego, fuggi via con me!

COLAPESCE: (le prende le mani) Voi siete gentilissima e bellissima. Vorrei tanto andare via con voi. Veramente. Ma la colonna seriamente compromessa e rischia davvero di crollare. Bisogna assolutamente fare qualcosa.

PRINCIPESSA: Cosa puoi fare tu da solo? Se non crollata in tanti secoli non croller neanche adesso. Non tornare laggi, Nicola. (appoggia la testa sul suo petto e lo abbraccia) Resta con me, ti prego. Andiamo via insieme. Scappiamo via da tutta questa follia.

COLAPESCE: Follia? Si, forse avete ragione. Ma io sono una creatura del mare e nel mare giusto che io ritorni. Esso stato la mia vita, mi ha cullato in ogni istante. Se Dio ha deciso che sar la mia tomba, sia fatta la sua volont. (fa per andarsene)

PRINCIPESSA: (lo trattiene per la mano e singhiozza) No, non andare! Ti prego, non andare! Facciamo cos: tu domani ti immergi e rimani gi per un po. Quando torni dici che ti sei sbagliato, che la colonna in realt intatta e che i danni che hai visto erano solo i riflessi delle onde. Cos mio padre si tranquillizza e tu sarai salvo.

COLAPESCE: Non posso mentire, mia signora. Dio mi punirebbe per la mia menzogna e per la mia vigliaccheria.

PRINCIPESSA: Dio benedirebbe la nostra fuga, se rimarrai vivo.

COLAPESCE: (scosta dolcemente la principessa) Addio, mia adorata. Ogni volta che sentirete la risacca, ogni volta che la marea salir, io penser a voi dal profondo degli abissi.

PRINCIPESSA: No!

Colapesce esce.

PRINCIPESSA: (guarda il cielo e piange) Santi del Paradiso, vi scongiuro. Fate che non muoia. Fate che mio padre cambi idea. Vi prego!

Entra il ciambellano.

CIAMBELLANO: Maest.

PRINCIPESSA: (si asciuga le lacrime frettolosamente) Chi ?

CIAMBELLANO: Sono io, maest. Vostro padre vi aspetta.

PRINCIPESSA: Vengo.

La principessa e il ciambellano escono.

VECCHIO: La notte trascorse inquieta e senza luna. Colapesce recuper le forze, ma la principessa non dorm e preg per tutta la notte, inginocchiata alla luce delle stelle. Preg intensamente tutta la notte, senza sosta, quando finalmente arriv lalba.

Entrano il ciambellano, il re, la principessa e i due servi.

RE FEDERICO: Allora, dov Colapesce?

CIAMBELLANO: Lho mandato a chiamare.

PRINCIPESSA: Magari non si ripreso e sta ancora dormendo.

RE FEDERICO: Lappuntamento era per lalba.

PRINCIPESSA: Padre, vi supplico, ripensateci. La missione rischiosa e Nicola potrebbe morire.

RE FEDERICO: per il bene di tutti, mia cara. Da questa missione dipende la salvezza dellintero regno.

CIAMBELLANO: Mi sembra di vedere qualcuno. Eccoli.

Entrano Rosario, Angelo e Colapesce, che si inchinano al cospetto del re.

RE FEDERICO: Allora, Colapesce. Vi siete riposato? Siete pronto?

COLAPESCE: Sono pronto, sire.

PRINCIPESSA: Padre, vi prego, ripensateci!

RE FEDERICO: Costanza, ora basta! Colapesce, immergetevi subito e fate quanto vi ho chiesto.

COLAPESCE: Sarete obbedito, signore. Ma sappiate che questo potrebbe essere il mio ultimo viaggio in mare. (solleva un sacchettino) Questa una manciata di lenticchie. Se le vedrete tornare a galla, sar la prova che sar morto eseguendo il vostro ordine.

PRINCIPESSA: No, Nicola! Padre, non fatelo andare!

RE FEDERICO: Io confido nelle vostre capacit, che pi volte ci avete dimostrato. Siete il migliore nuotatore del regno, ricordatevelo sempre. Ora immergetevi ed eseguite gli ordini che vi ho dato. Attendo con ansia le informazioni che vi ho chiesto. E non preoccupatevi, manterr la mia promessa.

Colapesce si tuffa in mare.

PRINCIPESSA: No! Padre, ma perch lo avete fatto? Perch?

RE FEDERICO: Per il bene del regno e delle persone che lo abitano. Un giorno, forse lo capirai. Adesso aspettiamo il suo ritorno.

La principessa piange.

VECCHIO: Il giorno trascorse silenzioso. Nessuno osava parlare. Il re guardava il mare con fribrillazione, aspettandosi di vedere emergere qualcosa dalle onde. La principessa era disperata.

CIAMBELLANO: (porge un fazzoletto alla principessa e parla solo a lei) Maest, asciugatevi le lacrime. Vostro padre si infurierebbe se vi vedesse piangere per un pescatore.

VECCHIO: Il re cominciava a perdere le speranze. Guardava lorizzonte silenzioso e turbato. Il giorno pass e poi un altro e un altro ancora. Tutto taceva ed era immobile, fino a quando

ROSARIO: (indica una direzione) C qualcosa laggi.

Tutti si girano in quella direzione.

ANGELO: Dove?

ROSARIO: L, guarda. Ho visto qualcosa muoversi tra le onde.

PRINCIPESSA: Nicola?

ROSARIO: Non ne sono sicuro.

ANGELO: Prendiamo la barca e andiamo a vedere.

Angelo e Rosario escono.

CIAMBELLANO: Potrebbe essere lui. Potrebbe avercela fatta.

PRINCIPESSA: Oh, Signore, fa che sia tornato. Fa che non sia morto.

RE FEDERICO: (con tono di rimprovero) Costanza.

CIAMBELLANO: Stanno tornando.

PRINCIPESSA: C anche lui?

CIAMBELLANO: (triste) Mia signora

PRINCIPESSA: Non li vedo. Dove sono? C anche lui? Ditemelo!

CIAMBELLANO: Io credo

Entrano Rosario e Angelo, tristissimi e con un sacchettino in mano.

RE FEDERICO: Cos successo? Dov Colapesce?

ROSARIO: Non era lui. (solleva il sacchetto, lo apre e lo rovescia, facendo cadere le lenticchie)

PRINCIPESSA: (piange) No!

CIAMBELLANO: Che sciagura!

ANGELO: Laveva detto che non sarebbe tornato. Era troppo pericoloso anche per lui.

ROSARIO: Questa volta, il mare che ha tanto amato ha avuto il sopravvento.

RE FEDERICO: stato comunque molto coraggioso. I miei poeti scriveranno delle sue gesta.

ROSARIO: I vostri poeti non lo riporteranno in vita, mio signore.

RE FEDERICO: Al contrario, lo renderanno immortale. (alla principessa, che continua a piangere) Costanza, ora basta. Sono stufo. Comportati come si deve. (al ciambellano) Chiamate il parroco della citt. Che si celebri un solenne funerale.

CIAMBELLANO: Sar fatto.

ROSARIO: Maest, Nicola era un uomo del mare. Sono sicuro che avrebbe voluto una cerimonia pi modesta. Accordategli questa clemenza.

RE FEDERICO: Come desiderate. Essendo i pi vicini a lui, avete diritto di disporre delle sue esequie. Ci rivediamo qui tra unora con il prete.

Il re, il ciambellano, i servi, la principessa, Rosario e Angelo escono.

VECCHIO: Dopo il funerale cal la notte nei cuori di tutti i messinesi. Colapesce era ben voluto in tutta la citt. Nessuno cant canzoni quel giorno, nessun bambino gioc in strada, nessuno usc di casa. Messina si era trasformata, per un giorno, in una citt fantasma, chiusa nel suo lutto. Infine arriv la notte e tutti cercarono di addormentare il proprio dolore ritirandosi nel sonno. Ma cera qualcuno che non dormiva.

Entra la principessa con un mazzo di fiori in mano.

PRINCIPESSA: (annusa i fiori e li getta in mare) Nicola, Nicola mio. Angeli del Paradiso, proteggetelo e vegliate sul suo sonno eterno.

Entra Colapesce coperto da un mantello e da un cappuccio che gli copre la faccia.

PRINCIPESSA: (spaventata) Chi va l!

COLAPESCE: (abbassa il cappuccio) Non fate rumore, mia signora. Qualcuno potrebbe sentirci.

PRINCIPESSA: Nicola! (corre verso di lui e lo abbraccia) Nicola! Pensavo che tu fossi morto! Tutti lo pensavano!

COLAPESCE: Ho fatto in modo che lo credessero. La colonna pi gravemente danneggiata di quanto sono riuscito a scorgere la prima volta. La lava la corrode giorno dopo giorno.

PRINCIPESSA: Allora Messina davvero in serio pericolo. Mio padre, non vedendoti tornare, ha preferito non dare lallarme. Evacuare Messina sarebbe stato un danno troppo grande per il regno. Ma adesso tu sei qui e puoi testimoniare il grande pericolo che corre la citt. Dobbiamo dirlo subito a tutti. (fa per andarsene, ma Colapesce la blocca)

COLAPESCE: No. Nessuno deve sapere niente. La citt deve rimanere cos com, ignara di tutto. Rester io a reggere la colonna.

PRINCIPESSA: Cosa? La reggerai tu da solo?

COLAPESCE: Si. lunica speranza, prima che la lava la consumi del tutto.

PRINCIPESSA: Ma perch? pi facile far evacuare la citt. E se Dio vuole che Messina crolli, allora sia fatta la sua volont.

COLAPESCE: Forse Dio lo vuole, ma io no. Messina sempre stata la mia casa. La Sicilia stessa stata la mia culla. Non posso permettere che vengano distrutte. I danni provocati dal crollo della colonna potrebbero essere incalcolabili. Potrebbe inabissarsi tutta la Sicilia, chi lo sa?

PRINCIPESSA: Gli ingegneri di corte possono calcolarlo. Sono i migliori del regno. Stabiliranno se la Sicilia in pericolo o se lo solo Messina.

COLAPESCE: Non posso, mia cara. Ho gi preso la mia decisione. Rester sul fondo del mare e sosterr la colonna. C un punto un po pi lontano dalla lava in cui posso far perno per reggere la parte che sta crollando. Salver Messina.

PRINCIPESSA: Ma questo vuol dire che dovrai rimanere laggi per sempre. E il nostro progetto di sposarci, di fuggire via da tutto e da tutti?

COLAPESCE: Mi spiace, mia signora. Cos ha voluto Dio.

PRINCIPESSA: (comincia a piangere) Quindi non ci vedremo mai pi? Resterai in fondo allabisso per sempre?

COLAPESCE: Non piangete, mia adorata. Quando la marea si abbassa, la pressione sulla colonna diminuisce e io posso tornare in superficie per incontrarvi di nuovo. Abbiamo solo poco tempo, ma possiamo stare vicini. Non dite niente, per carit. Nessuno deve sapere niente.

PRINCIPESSA: E sia. Sar il nostro segreto.

Si abbracciano.

COLAPESCE: Ora devo andare. La marea sta salendo. A presto, mia cara. Torner ancora per riabbracciarvi.

Colapesce si tuffa.

La principessa asciuga una lacrima ed esce.

VECCHIO: E fu cos che la citt di Messina fu salva. Da allora Colapesce regge la terza colonna della Sicilia, ritornando in superficie ogni tanto, quando il mare glielo consente, per incontrare la sua amata che da quel giorno, ogni sera, getta in mare un mazzo di fiori, cos Colapesce si sente meno solo. Allora, che ne pensate? Vi piaciuta la storia?

BAMBINO 2: Che storia stupida. Nessuno pu andare sottacqua per cos tanto tempo.

BAMBINO 3: Si, e poi nessuno pu reggere una colonna da solo.

BAMBINO 2: Si, infatti. Ci hai raccontato un sacco di frottole.

VECCHIO: Allora non mi credete?

BAMBINO 2: Neanche un po. Che stupidaggini. Andare da Napoli a Messina a nuoto in una sola notte. Che idiozia!

BAMBINO 3: Era meglio andare a pesca. Adesso gi ora di cena.

BAMBINO 2: Io torno a casa, senn mia mamma mi sgrida.

BAMBINO 3: Vengo anchio. (al bambino 1) Tu non vieni?

BAMBINO 1: Adesso arrivo, intanto andate.

I bambini 2 e 3 escono.

BAMBINO 1: Ma davvero regge la colonna da solo?

VECCHIO: Tutto solo. pesantissima, sai? Per quando vede i fiori sorride e pensa alla sua amata ed felice al pensiero che presto la rivedr.

BAMBINO 1: E quando torna su si pu incontrare?

VECCHIO: Se hai fortuna, forse un giorno lo incontrerai anche tu. (prende una moneta dalla tasca e la porge al bambino) Ecco, tieni.

BAMBINO 1: Una moneta?

VECCHIO: Quella moneta.

BAMBINO 1: (stupito) Davvero quella moneta?

VECCHIO: Dovrai tenerla sempre con te e racconterai la storia di Colapesce agli altri bambini fino a quando diventerai vecchio come me e a quel punto la regalerai a un altro bambino, che continuer a raccontare la storia per tutta la vita e cos via per sempre.

BAMBINO 1: Ma davvero la dai a me?

VECCHIO: Le storie diventano reali solo quando qualcuno ci crede. Tu sei lunico che non se n andato.

BAMBINO 1: Grazie!

VECCHIO: Mi raccomando, non la perdere.

BAMBINO 1: Non la perder, stai tranquillo. Ma posso raccontare la storia a chi voglio?

VECCHIO: A chiunque.

BAMBINO 1: Anche a mamma e pap?

VECCHIO: Loro probabilmente la conoscono gi, ma sono sicuro che non gli dispiacer ascoltarla di nuovo.

BAMBINO 1: Allora vado subito a raccontargliela. Grazie!

VECCHIO: A presto, giovanotto!

Il bambino 1 esce.

Entra una vecchia con un mazzo di fiori in mano.

VECCHIO: (si alza e si inchina) Anche stasera ho parlato di lui, maest.

VECCHIA: (sorride) Grazie, Rosario. Glielo dir.

Il vecchio si inchina ed esce.

La vecchia annusa i fiori, li lancia in mare ed esce.

Sipario.

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