La lingua batte dove il dente duole

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LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE

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Titolo

LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE

Autore ed aventi diritto

Giuliano Angeletti  poetangeletti@gmail.com

tel. 3317115597

Genere

Commedia brillante

Atti

1

Durata (min)

60

Lingua

italiano

Personaggi maschili

5

Personaggi femminili

4

Minimo attori maschili

5

Minimo attrici femminili

4

Premi e riconoscimenti

Depositato S.i.a.e.

Sezione DOR numero posizione SIAE 198563

Reparto proventi : concordato tra gli Aventi Diritto

Da effettuarsi dalla SIAE

100%

100%

LA LINGUA BATTE DOVE IL DENTE DUOLE

Atto Unico

di Giuliano Angeletti 

PERSONAGGI:

CESIRA SPIGA (paziente)

DANILO ANTONINI (paziente)

IL DOTTOR PAOLO TORNABUONI (dentista)

LEONARDO PALUZZI (odontotecnico)

SERENA BOTTI (segretaria)

FRISSEO (imbianchino)

BOCCION (imbianchino)

EMMA CONTI (paziente)

SILVIA ( dipendente ditta di pulizie)

CHIARA (dipendente della ditta di pulizie)

1 SCENA

(sala d’aspetto studio dentistico, una scrivania)

SERENA BOTTI

(Entra si siede e prepara delle pratiche)

SERENA BOTTI: ecco adesso vediamo, dunque oggi è il giorno in cui non si prendono gli appuntamenti… adesso vado a preparare il rotolo per i numeri e speriamo che venga poca gente, oggi non ne ho proprio voglia (va a mettere in funzione il rotolino)

(squilla il telefono, Serena risponde)

Studio medico del dottor Tornabuoni, vuole sapere se siamo aperti, si siamo aperti anche se tutta Italia è in ferie … a che ora può venire, anche subito … buona sera (stacca il telefono)

SCENA 2

( CESIRA SPIGA – EMMA CONTI – SERENA BOTTI)

(sala d’aspetto studio dentistico entra Cesira prende il numero,)

CESIRA SPIGA: buona sera signora Serena

SERENA BOTTI: buona sera, ormai pensavo non venissi più

CESIRA SPICA: passavo e allora

SERENA BOTTI: e allora, tanto per cambiare mi faccio dare una guardatina in bocca, dici  sempre così!

CESIRA SPICA: come hai fatto ad indovinare, io volevo se il dottore aveva tempo, farmi vedere una cariettina.

SERENA BOTTI: ho l’impressione cara signora, che la tua cariettina è sulla lingua (alterata) ma ricordati che questo è uno studio medico e quello che succede non lo devi andare a raccontare in giro.

CESIRA SPICA: io a raccontare!  Io non racconto niente! Io sono una donna discreta, ti sarai sbagliata con Emma lei si che è una pettegola di prima categoria.

(entra Emma )

EMMA CONTI: (ha sentito tutto) così io sarei una pettegola, ma come ti permetti :sei tu una ciacalona, anzi Serena sei tu vuoi sapere tutto quello che succede in questo studio pazienti compresi, basta che vai dalla verduraia e lì tra cavolfiori e patate … lei ti racconta tutto

SERENA BOTTI: e no! Questa poi, ma Cesira cosa combini

CESIRA SPIGA: (zittisce) non è assolutamente vero, non sono io che vado a raccontare le cose, ma questa befana: ma la vedete come va in giro conciata, si veste come mia nipote che ha quindici anni ( la indica) questa suonata non ha rispetto, neppure per la sua età

EMMA CONTI: ma che età! Io sono vestita secondo la moda, questa camicetta è di Armani, la befana sei tu che non sai neppure chi è Armani.

CESIRA SPIGA: e no ti sbagli: io Armani lo conosco: e anche bene.

EMMA CONTI: e non mi dirai che conosci anche il suo Atelier .

CESIRA SPIGA: io Armani lo conosco bene, l’ho visto ieri sera, ma: questo anteliero, non so cosa sia: domani me lo farò spiegare

EMMA CONTI: Armani, e adesso conosci anche Armani.

CESIRA SPIGA: si che lo conosco ha un negozio di bomboniere in città

EMMA CONTI: ma sei proprio una contadina, Armani non è quello che credi, lui è il re della moda.

CESIRA SPIGA: un re, sei proprio una povera donna, il re non c’è più da sessant’anni adesso c’è la repubblica

SERENA BOTTI: smettetela: fate silenzio,  se volte continuare a litigare andate fuori (alza la voce) questo è uno studio medico

CESIRA SPIGA: la colpa è sua io ero qui, seduta, bella e brava

EMMA CONTI: bella … proprio no, e brava per niente

SERENA BOTTI: finitela, adesso basta

EMMA CONTI: finiscila Cesira … (sottovoce) siamo in uno studio medico.

(tutte le tre donne in unisono)

Siamo in uno studio medico

CESIRA: il numero lo ho preso, adesso vado a fare la spesa

EMMA: vengo anch’io, devo comprare la pastina in brodo

CESIRA: che pastina? Le puntine, le stelline

EMMA: le farfalline

CESIRA: ma dove vuoi andare, hai più anni che l’acquedotto

EMMA: parla la donna di primo pelo

(Cesira e Emma escono di scena)

  SCENA 3

(EMMA CONTI – DANILO ANTONINI – EMMA CONTI – SERENA BOTTI)

DANILO ANTONINI:  buona sera

( Danilo si rivolge alla segretaria)

DANILO ANTONINI: signorina mi scusi …posso prendere il numero.

SERENA BOTTI: lo prenda, e si accomodi

DANILO ANTONINI: (prende il numero) devo lasciare il nome

SERENA BOTTI: quello per forza

DANILO ANTONINI: il mio nome è Danilo Antonini

SERENA CONTI: adesso ricordo, ha telefonato questa mattinata. Adesso,si segga e stia tranquillo

DANILO ANTONINI: ma come faccio ad essere tranquillo, ho mal di denti

(entrano Cesira e Emma, Cesira ha una borsa per la spesa)

CESIRA SPIGA: che giornata e che caldo

DANILO ANTONINI: (si tiene la guancia) che caldo

CESIRA SPIGA: perché si tiene la guancia

DANILO ANTONINI: perché mi fa male un dente

CESIRA SPIGA: e allora è per questo che è venuto dal dentista?

DANILO ANTONINI: e dove dovevo andare dal fornaio

(Cesira si alza dalla sedia si avvicina alla finestra ed indica dove si trova il forno)

CESIRA SPIGA: ha capito dove si trova il fornaio, ma anche lei ha una bella testa

EMMA CONTI: (si alza anche lei) ma dove lo mandi questo signore, non lo mandare a quel forno, mandalo da Manganelli li il pane è più morbido, e mi sa che questo signore cerchi del pane morbido … comunque lei è un tipo strano

DANILO ANTONINI: e perché dovrei essere un tipo strano

CESIRA SPIGA: (ride) ha mal di denti e pensa al fornaio, cosa si vuole comprare una pizzetta

DANILO ANTONINI: ma guardi che io ho detto fornaio in senso lato

CESIRA SPIGA: il fornaio in effetti  è nell’altro lato della strada

EMMA CONTI: no il forno buono è in questo lato

DANILO ANTONINI: per favore può fare silenzio, ho mal di denti

CESIRA SPIGA: certo che il mal di denti è brutto, quando ti prende

DANILO ANTONINI: non me lo dica … non me lo dica

CESIRA SPIGA: il dente pulsa … e il dolore si propaga … arriva fino alla testa

EMMA CONTI: questa signora la testa non l’ha mai avuta

CESIRA SPIGA: chi è che non ha mai avuto la testa

EMMA CONTI: (rivolgendosi a Danilo) abbia pazienza, lei che è così  almeno mi sembra una persona per bene, con una certa cultura mi dica

DANILO ANTONINI: ho mal di denti

EMMA CONTI: ma non sa proprio dire altro che mal di denti! La sua è una fissazione

CESIRA SPIGA: (rivolta verso Danilo) non gli dia importanza, la  lasci perdere, sa come la considerano a Follo

DANILO ANTONINI: (fa segno del no con le dita )

CESIRA SPIGA: ha perso la parola

DANILO ANTONINI: basta per favore

CESIRA SPIGA: va bene: ma lei moderi i termini … sa come la considerano questa signora

(Danilo è indifferente)

EMMA CONTI: vedi non gli interessa, lui ti considera per quella che sei

CESIRA SPIGA: e come sarei

EMMA CONTI: per sapere come sei, basta andare a parlare alla parrucchiera.

CESIRA SPIGA: ma se non ci vado mai dalla parrucchiera.

EMMA CONTI: per forza sei una befana

CESIRA SPIGA: una rimbambita !

EMMA CONTI: si una befana rimbambita tutto l’anno

DANILO ANTONINI: basta, basta mi sento male

CESIRA SPIGA: e lei la smetta di lamentarsi

EMMA CONTI: se si sente male, allora vada da un medico

DANILO ANTONINI: io ho bisogno di un dentista

EMMA CONTI: ma la vuole finire, mi mette angoscia

(breve pausa)

SERENA BOTTI: (alterata) visto che il dottore non è ancora venuto, io ne approfitto per assentarmi per fare una commissione, 

CESIRA e EMMA : vai … vai … vai

SERENA BOTTI: posso lasciarvi tranquille

EMMA CONTI: non ti preoccupare

CESIRA SPIGA: ci pensiamo noi, vai pure

SERENA BOTTI: allora mi posso fidare, io vado

(Serena Botti esce di scena)

DANILO ANTONINI: ed io vado in bagno

CESIRA SPIGA: lei cosa ci va a fare in bagno

EMMA CONTI: ma cosa vuoi che ci va a fare un uomo in bagno

CESIRA SPIGA: ma io devo ancora finire il discorso

DANILO ANTONINI: basta, non mi interessano i discorsi adesso vado in bagno

(esce di scena)

SCENA 4

(EMMA CONTI – CESIRA SPIGA – FRISSEO – BOCCION)

(bussano alla porta)

EMMA CONTI: bussano

CESIRA SPIGA: ho sentito vai ad aprire

EMMA CONTI: non sono la tua serva, alza il culo e vai ad aprire

(bussano di nuovo)

CESIRA SPIGA: io vado ad aprire, ma scherzi, vai tu

EMMA CONTI: è inutile tanto non mi alzo

CESIRA SPIGA: per me possono anche stare fuori

(entrano Frisseo e Boccion con gli attrezzi per lavorare)

FRISSEO: la porta era aperta

BOCCION: allora siamo entrati

CESIRA SPIGA: ma cosa siete venuti a fare

FRISSEO: a lavorare, non si vede

EMMA CONTI: ma adesso!

BOCCION: e quando domani …

FRISSEO: si tolga, circolare noi abbiamo da fare.

CESIRA SPIGA: io lo so bene, come lavorate

FRISSEO: se ci chiamano, vuole dire che lavoriamo bene

EMMA CONTI: ma il dottore lo sa?

BOCCION: ma chi è il dottore?

EMMA CONTI: ma allora si può sapere chi vi ha chiamato

FRISSEO: noi andiamo … dove ci chiamano, vero

BOCCION: allora la stanza la facciamo gialla

(le donne si mettono da parte e i due cominciano a lavorare)

EMMA CONTI: fate quello che volete, tanto non è casa mia

CESIRA SPIGA: e allora, con quel tanto non è casa mia, tu te ne lavi le mani

EMMA CONTI: ma se li hanno chiamati, per qualcosa li avranno chiamati.

BOCCION: aria, aria noi dobbiamo lavorare

FRISSEO: se non siete interessati uscire prego.

EMMA CONTI: io me ne vado in bagno

(esce di scena)

SCENA 5

(CESIRA SPIGA – FRISSEO – BOCCION – SERENA BOTTI)

CESIRA SPIGA: smettete di lavorare, aspettate che arrivi almeno la segretaria.

BOCCION: o bella, questa non è casa tua

FRISSEO: vattene via, o fai silenzio

CESIRA SPIGA: ci diamo anche del tu adesso

BOCCION: ma siamo paesani

FRISSEO: abbiamo lavorato anche per sua figlia

CESIRA SPIGA: avete lavorato così bene che vi ha denunciato

FRISSEO: anche lei

BOCCION: anche lei

CESIRA SPIGA: si vi hanno fatto due denunce

BOCCION: due, addirittura due

FRISSEO: due, ma non è mai successo … siamo forti Boccion abbiamo battuto tutti i record di denunce

BOCCION: allora bisogna festeggiare, abbiamo raggiunto le otto denunce.

FRISSEO: (rivolto verso Cesira) Ragazza, vai a prenderci da bere, Boccion cosa vuoi

BOCCION: una bottiglia di prosecco e anche dei bicchieri di carta

FRISSEO: io se non bevo non riesco a lavorare.

CESIRA SPIGA: voi non lavorate né prima né dopo aver bevuto, e poi non mi chiamare ragazza altrimenti ti prendi un’altra denuncia

FRISSEO: allora facciamo nove

BOCCION: ragazza o non ragazza vai a comprarci da bere, io ho la gola secca

FRISSEO: anch’io ho gola secca, anzi Cesira, al bar paga tu poi ci rifacciamo

CESIRA SPIGA: non ci rifacciamo un bel niente, vi va bene che questa non è casa mia … altrimenti.

BOCCION: parole sante, non è casa tua

(entra Serena Botti)

SERENA BOTTI: (alterata) ma cosa sta succedendo, cosa fate!

BOCCION: lavoriamo

FRISSEO: vi dipingiamo il vano

SERENA BOTTI: ma chi vi ha detto di venire a dipingere lo studio

BOCCION: ci avete chiamato e noi siamo venuti

FRISSEO: l’efficienza è il nostro motto

CESIRA SPIGA: la deficienza volete dire

BOCCION: la signora ha sempre voglia di scherzare.

SERENA BOTTI: io non scherzo, sono sicuro di non avervi chiamato

FRISSEO: siamo stati chiamati, perché se non fossimo stati chiamati non saremmo venuti anzi

BOCCION: saremmo stati al bar

CESIRA SPIGA: loro ci vivono al bar

SERENA BOTTI: adesso fatemi passare, voglio andare a vedere se qualcuno vi ha chiamato a lavorare in questo studio

( Serena si avvicina alla scrivania tira fuori le pratiche e vede che nessuno li ha chiamati)

SERENA BOTTI: non vi ha chiamato nessuno, per cui andatevene.

CESIRA SPIGA: disgraziati, farabutti anni fa questi due hanno rovinato l’appartamento di mia figlia

SERENA BOTTI: andatevene via e portata via tutto

BOCCION: si sbaglia signora

FRISSEO: ci avete chiamato (tira fuori dalla tasca un foglietto)

BOCCION: leggi Frisseo .

FRISSEO: leggi tu Boccion io non ho gli occhiali

BOCCION: (prende il foglietto e legge) pitturazione in Via Brigate Partigiane N° 16

SERENA BOTTI: ma questo è il numero 15

BOCCION: (agitato) è il numero 15

FRISSEO: (agitato) è il numero 15

SERENA BOTTI: allora andate

FRISSEO: ma Boccion allora

BOCCION: abbiamo sbagliato numero

FRISSEO: allora ce ne andiamo

BOCCION: ma chi ci la paga la pittura

CESIRA SPIGA: andate via farabutti

SERENA CONTI: cosa! Pretendete anche i soldi

FRISSEO: noi abbiamo speso

SERENA BOTTI: andatevene via delinquenti

(Frisseo e Boccion scappano portandosi via tutto e rovesciando la pittura)

SERENA BOTTI: ma dovete pulire tutto

CESIRA SPIGA: ormai sono scappati

SERENA BOTTI: adesso dovrò chiamare una ditta di pulizie.

CESIRA SPIGA: io li denuncerei

SERENA BOTTI: io adesso vado  a chiamare la ditta di pulizie, faccio prima a voce che telefonare … e poi devo fare tutto in fretta prima che arrivi il dottore, dammi un’occhiata allo studio

CESIRA SPIGA: non preoccuparti, ci penso io

(Cesira si siede, Serena esce di scena)

SCENA 6

(CESIRA SPIGA – DANILO ANTONINI)

(Cesira è seduta Danilo entra in scena tenendosi la guancia, mentre con l’altra ha il numero della prenotazione, Danilo si siede)

DANILO ANTONINI: (vede tutto sottosopra) ma cosa è successo

CESIRA SPIGA: c’è stato un disguido con una ditta di pitturazioni, e Serena è uscita a cercare una ditta di pulizie

DANILO ANTONINI: ma il dottore è arrivato

CESIRA SPIGA: ma lei non pensa altro che al dottore

DANILO: ma io mi sento male

CESIRA SPIGA: adesso la smetta chiaro! E mi dica

DANILO ANTONINI: si

CESIRA SPIGA: lei è entrato in questa sala d’aspetto e ha preso il numero

DANILO ANTONINI: si ho preso il numero

DANILO ANTONINI: si

CESIRA SPIGA: certo che è una bella invenzione quella dei numeri, si accende la luce e tac esce il numero 20 e il 20 entra prima del 21, perché se entra per primo il 21 gli altri pazienti dicono … dove va lei

DANILO ANTONINI: lei è un’ esperta in numerologia

CESIRA SPIGA: no sono una donna di esperienza

DANILO ANTONINI: era meglio che l’esperienza se la faceva in un altro campo

(breve pausa)

CESIRA SPIGA: (prende il sacchetto della spesa se lo mette sulle ginocchia e tira fuori dei cioccolatini, ne prende uno e lo passa a Danilo) Vuole un cioccolatino … lo prenda sono buoni

DANILO ANTONINI: ma non lo vede che ho mal di denti

CESIRA SPIGA: (ne apre uno e lo mangia) peccato sono buoni … non sa cosa si perde … ne prenda uno …

DANILO ANTONINI: ma la vuole finire …

CESIRA SPIGA: ho capito … lei è a dieta … vuole una noce (la tira fuori dal sacchetto) però non ho la schiaccianoci

(Danilo Antonini non risponde, Cesira lo guarda … breve pausa)

Se vuole può schiacciarla con i denti … (Danilo fa un gestaccio)

CESIRA SPIGA: no ho capito non le piacciono le noci …

DANILO ANTONINI: mi lasci perdere per favore

CESIRA SPIGA: va bene … va bene … basta dirlo

(rivolta verso il pubblico) ma questo è proprio un tipo strano …

(breve pausa)

CESIRA SPIGA: mi scusi … le piace Serena

DANILO ANTONINI: mi lasci perdere, ho mal di denti

CESIRA SPIGA: io noto tutto

DANILO ANTONINI: e allora

CESIRA SPIGA: ho visto come la guardava

DANILO ANTONINI: io non sono in condizione di guardare le donne

CESIRA SPIGA: dite sempre così, quando le donne sono inraggiungibili

DANILO ANTONINI: ho mal di denti

CESIRA SPIGA: se vuole, io le combino un appuntamento con Serena

DANILO ANTONINI: se io voglio fare conoscenza con una donna non vado in uno studio dentistico

CESIRA SPIGA: questo non si può dire … (ride) a volte lo studio è galeotto

DANILO ANTONINI: si mi danno l’ergastolo … se lei non la smette di parlare

CESIRA SPIGA: ma lei è veramente nervoso

DANILO ANTONINI: ho un dente che mi fa impazzire

(breve pausa)

CESIRA SPIGA: è un molare o un canino

DANILO ANTONINI: un molare

CESIRA SPIGA: doloroso ehh!

DANILO ANTONINI: mi fa talmente male che …

CESIRA SPIGA: non ci pensi e vedrà che le passa: anzi canti e vedrai che le passa. Provi (canticchia “ quant’ è bella lei mamma tu non lo sai “) lei sarei io (ride)

DANILO ANTONINI: io preferisco cantare (canticchia “ Vincenzo io ti ammazzerò sei troppo stupido per vivere”)

CESIRA SPIGA: ma è una canzone triste

DANILO ANTONINI: sarà triste per lei il momento che perderò la pazienza!

CESIRA SPIGA: la pazienza … certo che la pazienza è una grande virtù … un proverbio dice: la pazienza è la virtù dei forti

DANILO ANTONINI: nei forti ci fanno la cacca i soldati

CESIRA SPIGA: ne conosce lei di soldati

DANILO ANTONINI: se ne conoscessi, mi farei dare una bomba a mano

CESIRA SPIGA: e cosa ne farebbe di una bomba a mano

DANILO ANTONINI: la tirerei sotto la sedia di una persona

CESIRA SPIGA: ma lei è pazzo, farebbe una strage

(sorridendo)  

Certo che questa persona deve averle fatto tanto male

DANILO ANTONINI: non ancora ma potrebbe farmelo

CESIRA SPIGA: ma allora lei è un massimalista

(breve pausa) lei fa processi alle intenzioni

DANILO ANTONINI: ho mal di denti … per favore mi lasci in pace

CESIRA SPIGA: va bene … basta dirlo!

(breve pausa)

( Danilo tra se e se, geme per il dolore)

CESIRA SPIGA: certo che lei … ha la soglia del dolore molto bassa (sorride) io resisto molto più di lei

DANILO ANTONINI: se non la smette ci penso io alla soglia del suo dolore

CESIRA SPIGA: (alterata)  ho capito, devo stare zitta

(breve pausa)

CESIRA SPIGA: mi scusi

DANILO ANTONINI: si

CESIRA SPIGA: ma lei è l’ultimo?

DANILO ANTONINI: (si alza di scatto) vede forse qualcuno oltre me in questa stanza

CESIRA SPIGA:  meno male che lei è l’ultimo

DANILO ANTONINI: sono proprio l’ultimo

(breve pausa)

CESIRA SPIGA: allora lei viene dopo di me!

DANILO ANTONINI: (sbigottito) come sarebbe a dire! Lei viene prima di me

CESIRA SPIGA: se lei è l’ultimo … io sono la penultima per cui …. Lei viene dopo di me

DANILO ANTONINI: (alterato si alza) ma vogliamo scherzare … io sono l’ultimo

CESIRA SPIGA: se lei è l’ultimo, io vengo prima di lei

DANILO ANTONINI: no vado prima io!

CESIRA SPIGA: perché deve entrare prima lei

DANILO ANTONINI: perché sono l’ultimo

CESIRA SPIGA: ma lei, lo è o lo fa

DANILO ANTONINI: io non faccio niente per ora … ma in futuro

CESIRA SPIGA: sa che lei è un tipo strano

DANILO ANTONINI:  non credo di essere un tipo strano … è strana lei io rivendico un mio diritto

CESIRA SPIGA: dovrebbe essere contento

DANILO ANTONINI: Perché!

CESIRA SPIGA: quello lassù ha detto … beati gli ultimi

DANILO ANTONINI: (euforico) allora entro prima di lei

CESIRA SPIGA: no … io sono laica …

DANILO ANTONINI: (alterato si alza dalla sedia) laica o non laica io entro prima di lei

CESIRA SPIGA: perché?

DANILO ANTONINI: (sventola il numero) io ho il numero 12 … ed entro prima io … perché ho mal di denti e sono due ore che aspetto, altrimenti io chiamo … i carabinieri, la polizia, la forestale … e tutto il palazzo

CESIRA SPIGA: (rimasta calma) si calmi … si calmi … lei entra quando tocca il suo turno

DANILO ANTONINI: (tornato a sedersi) allora tocca a me

CESIRA SPIGA: No!

DANILO ANTONINI: come sarebbe a dire!

CESIRA SPIGA: lei ha il numero 12

DANILO ANTONINI: si

CESIRA SPIGA: allora viene dopo di me!

DANILO ANTONINI: e ci risiamo

CESIRA SPIGA: (tira fuori il numero e lo sventola) 11

DANILO ANTONINI: ma io sono entrato … lei non c’era …  ed io ho preso il numero 12

CESIRA SPIGA: io sono entrata, ho preso il numero …. Dopo sono andata a fare la spesa, ho dato da mangiare al cane … ho fatto due chiacchiere ..  e dopo con calma sono venuta qua …

DANILO ANTONINI: non è possibile … lei è una persona scorretta …

CESIRA SPIGA: no! Io seguo le regole …

DANILO ANTONINI: ma io ho mal di denti

CESIRA SPIGA: poverino … il mal di denti è terribile …

DANILO ANTONINI: ma lei

CESIRA SPIGA: io non ho mal di denti

DANILO ANTONINI:(alterato) ma allora cosa viene a fare dal dentista!

CESIRA SPIGA: così insomma per passare il tempo, dopo la spesa (alterata) e poi cosa importa a lei … di cosa faccio dal dentista …

DANILO ANTONINI: non volevo dire così …

CESIRA SPIGA: allora silenzio … e mi lasci stare, lei se ne approfitta perché sono una donna sola … timida ed indifesa …

(Danilo Antonini si alza e va a scusarsi)

DANILO ANTONINI: mi scusi non volevo offenderla

CESIRA SPIGA: voi uomini siete tutti così … le sue scuse io non le accetto … si sieda e aspetti il suo turno …

DANILO ANTONINI: mi sono portato del colluttorio, vado in bagno a farmi due sciacqui

CESIRA SPIGA: io faccio un salto sotto dalla verduraia, tanto sono prima di lei

DANILO ANTONINI: va bene ma mi lasci in pace

(escono di scena)

SCENA 7

(SERENA BOTTI – EMMA CONTI – LINDA – CHIARA)

(entra Serena con le ragazze delle pulizie)

SERENA BOTTI: mi raccomando fate una bella pulizia sono venuti quei due matti di Frisseo e Boccion e hanno combinato solo danni

LINDA: non si preoccupi, facciamo in un attimo, noi siamo della Ditta Linda e Chiara

CHIARA: con  la ditta Chiara e Linda in dieci minuti questo ambulatorio splenderà come un gioiello

EMMA CONTI: pulite tutto bene mi raccomando.

(le due ragazze puliscono con zelo, poi una delle due, vuota per terra il bidone dell’immondizie e l’altra raccoglie, riepilogando a turno una delle due pulisce e l’altra sporca)

EMMA CONTI: ma cosa fate, una pulisce e l’altra sporca

CHIARA E LINDA: per forza, fare e disfare è sempre lavorare

EMMA CONTI: Serena, Serena!
(arriva Serena di corsa)

SERENA BOTTI: cosa sta succedendo

EMMA CONTI: queste due sporcano e poi puliscono

CHIARA: la nostra Ditta pulisce lo sporco

LINDA: la nostra Ditta sporca ma poi pulisce

SERENA BOTTI: ma le ho viste io mentre sporcavano e poi pulivano

LINDA: ci avrà visto pulire signora

CHIARA: Chiara pulisce non sporca

LINDA: signora se vuole, possiamo venire anche a casa sua

SERENA BOTTI: casa mia ne avrebbe bisogno

EMMA CONTI: ma io le ho viste sporcare

SERENA BOTTI: ti sarai sbagliata …

CHIARA: si sarà sbagliata

LINDA: sa l’età

EMMA CONTI: ma che età! E tu le dai ascolto

SERENA BOTTI: vedi hanno finito, ed ora vanno via

EMMA CONTI: ma sporcavano

SERENA BOTTI: Emma datti una regolata

CHIARA: mi dia ascolto signora

LINDA: si faccia vedere da uno bravo

EMMA CONTI: siete voi che dovete farvi vedere

SERENA BOTTI: non datele ascolto, io la conosco da una vita e bisogna prenderla così com’è (passa i soldi a Linda) grazie

LINDA: sempre a sua disposizione

(le due donne delle pulizie escono di scena)

EMMA CONTI: ma cosa mi hai presa, per scema

SERENA BOTTI: io non ho detto questo

EMMA CONTI: allora me ne vado anch’io e non solo, in questo studio non ci metterò più i piedi

(esce di scena)

SERENA BOTTI: meno male, che se ne è andata, adesso devo andare in magazzino

(esce di scena)

SCENA 8

( CESIRA SPIGA – DANILO ANTONINI  - LEONARDO PALUZZI)

(musica)

(entra Leonardo Paluzzi l’odontotecnico con una ventiquattrore, si dirige verso la porta, torna indietro nervoso, torna verso la porta, si asciuga il sudore, si siede, apre la valigetta dalla quale escono denti e dentiere, si spargono nel pavimento. Danilo vedendo il fatto si alza di scatto, mentre Leonardo in ginocchio cerca di recuperare il campionario)

CESIRA SPIGA: (rimasta impassibile)

DANILO ANTONINI: ( esterrefatto ) ma chi è questo!

CESIRA SPIGA: ma non lo vede è Leonardo Paluzzi l’odontotecnico

DANILO ANTONINI: il meccanico

CESIRA SPIGA: l’odontotecnico

DANILO ANTONINI: ma non si chiama anche meccanico

(si alza di scatto Leonardo)

LEONARDO PALUZZI: io sono odontotecnico … anche meccanico … lei ha dei problemi all’auto: io prima di fare questo lavoro facevo il meccanico da Bertoni  e Baldassarri (con enfasi) io cambiavo i freni, non so quante frizioni ho fatto … ma poi …

(Cesira Spiga e Danilo in unisono)

Ma poi!

LEONARDO PALUZZI: ha chiuso ed io sono rimasto disoccupato, ma avevo l’esperienza, e così ho trovato subito questo lavoro.

DANILO ANTONINI: così lei prima era meccanico

LEONARDO PALUZZI: (alterato) meccanico lo sono sempre, la sua auto ha dei problemi

DANILO ANTONINI: è nuova!

LEONARDO PALUZZI: e allora! Non capisco … magari … una controllata, non fa mai male

DANILO ANTONINI: ho detto che la mia auto è nuova e non ha bisogno di controlli

CESIRA SPIGA: (rivolta a Leonardo)la sua auto è stata tamponata

DANILO ANTONINI: no non è stata tamponata

LEONARDO PALUZZI: se è stata tamponata, io sono qua!

DANILO ANTONINI: non è stata tamponata …

CESIRA SPIGA: a me sembra di si

DANILO ANTONINI: io dico di no!

LEONARDO PALUZZI: non si preoccupi … io sono meccanico e carrozziere, e sono bravo

DANILO ANTONINI: io non voglio mettere in dubbio la sua bravura, ma ora basta … ho mal di denti e la mia macchina … non è stata tamponata.

CESIRA SPIGA: la sua macchina è

DANILO ANTONINI :una FORD nera

CESIRA SPIGA: targata MIMA6257MA

DANILO ANTONINI: si

CESIRA SPIGA: ed era parcheggiata proprio qua dietro in …

LEONARDO PALUZZI: Piazza Libertà

DANILO ANTONINI: io ho parcheggiato proprio li

CESIRA SPIGA: visto la sua macchina è stata tamponata

LEONARDO PALUZZI: visto lei ha bisogno di un meccanico e di un carrozziere … ed è fortunato che ci sono io …. Che sono anche a buon mercato …

DANILO ANTONINI: allora io vado a vedere

LEONARDO PALUZZI: io sarei già partito …

CESIRA SPIGA: ma se lei rimane qua, vuol dire che della sua auto non gli e ne importa nulla

LEONARDO PALUZZI: dimenticavo! Vorrei mordermi la lingua ma

DANILO ANTONINI: mi sembra che la stavano trainando con il carro attrezzi

DANILO ANTONINI: No … questo no …

(esce di corsa)

SCENA 9

( CESIRA SPIGA – LEONARDO PALUZZI)

CESIRA SPIGA: certo che c’è proprio della gente strana

LEONARDO PALUZZI: come quel tipo (ride)

CESIRA SPIGA: io non capisco, uno mette la macchina in divieto di sosta

LEONADO: e poi si lamenta se la tamponano

CESIRA SPIGA: e se la portano via con il carro attrezzi

LEONARDO PALUZZI: c’è proprio di quella gente in giro

CESIRA SPIGA: ma in che mondo viviamo! Leonardo come vanno gli affari

LEONARDO PALUZZI: non mi posso lamentare

CESIRA SPIGA: ho visto che hai il campionario nuovo

LEONARDO PALUZZI: (euforico) aumentano gli impegni …  e aumentano i fornitori

SCENA 10

( CESIRA SPIGA – LEONARDO PALUZZI - DANILO ANTONINI)

(entra di corsa ansimando Danilo)

DANILO ANTONINI: (euforico) non era la mia auto … meno male non era la mia auto

CESIRA SPIGA: in effetti … a me non la sembrava

LEONARDO PALUZZI: anche il colore era diverso

DANILO ANTONINI: ma cosa dite

CESIRA SPIGA: mi può ripetere il numero di targa della sua macchina

DANILO ANTONINI: MIMA6257MA

CESIRA SPIGA: ora che ci penso il numero di targa della macchina tamponata era MIMA6257MH ( ride) a c’era un H al posto di A finale (ride) quella che ho visto non era la sua macchina (ride)

DANILO ANTONINI: (alterato) non vedo cosa ci sia da ridere …

LEONARDO PALUZZI: (scusandosi) sa cosa devo dirle

DANILO ANTONINI: cosa!

LEONARDO PALUZZI: la macchina che ho visto sul carro attrezzi era nera

DANILO ANTONINI: ma la mia auto … era bianca

LEONARDO PALUZZI: anche quella era bianca … ma

DANILO ANTONINI: ma!

LEONARDO PALUZZI: non era una Ford ma una Fiat

CESIRA SPIGA: certo che scambiare una Ford per una Fiat … e poi la macchina sul carro attrezzi  non era nera ma verde, no forse mi  sbaglio era rossa

DANILO ANTONINI: si adesso facciamo la bandiera italiana

LEONARDO PALUZZI: no non c’erano bandiere in giro

CESIRA SPIGA: quest’anno ce ne sono meno in giro

LEONARDO PALUZZI: a Sant’Isidoro c’era pieno di bandiere

CESIRA SPIGA: no le bandiere c’erano il 25 aprile

DANILO ANTONINI: si festeggiavano il giorno che lei se ne è andata

CESIRA SPIGA: ( apre il sacchetto della spesa e prende un cioccolatino)  ne volete

DANILO ANTONINI: e ci risiamo!

LEONARDO PALUZZI: io ne prendo uno, grazie! Lei non sa cosa si perde

DANILO ANTONINI: ho mal di denti!

CESIRA SPIGA: certo che lei è una lagna

LEONARDO PALUZZI: (fissando Danilo) lei mi  sembra di aver capito che ha un fastidioso dolore ad un dente

CESIRA SPIGA: lascialo stare Leonardo, questo è una lagna

LEONARDO PALUZZI: silenzio Cesira , lasciami lavorare

CESIRA SPIGA: io ti ho solo dato un consiglio

(Leonardo risponde con un gesto di stizza)

LEONARDO PALUZZI: lei è il signor … signor … non ho capito il suo nome

DANILO ANTONINI: io non ve lo ho detto

(Leonardo si alza e da la mano a Danilo)

LEONARDO PALUZZI: permette il mio nome è Leonardo Paluzzi, dottor Leonardo Paluzzi della Ditta Paluzzi … sempre al vostro servizio

( Danilo si alza e stringe la mano a Leonardo)

DANILO ANTONINI: Piacere io sono il Dottor Danilo Paluzzi)

LEONARDO PALUZZI: io mi chiamo Paluzzi e lei Antonini i nomi non sono simili, (ride) ma  che combinazione! Siamo tutti e due del solito paese

DANILO ANTONINI: proprio guarda che combinazione

(si siedono)

LEONARDO PALUZZI: signor Danilo, si vede lontano un chilometro che lei ha dei problemi

DANILO ANTONINI: ho mal di denti e si vede lontano un chilometro

CESIRA SPIGA: Leonardo, io lascio la mia spesa … vado in bagno

LEONARDO PALUZZI: si  non preoccuparti

(Cesira esce di scena)

DANILO ANTONINI: la conosce …

LEONARDO PALUZZI: è una mia cliente

DANILO ANTONINI: capisco

LEONARDO PALUZZI: lei è un uomo fortunato

DANILO ANTONINI: non si direbbe

LEONARDO PALUZZI: lei è fortunato perché ha trovato me!

DANILO ANTONINI: non capisco!

LEONARDO PALUZZI: io mio caro paziente, sono la sua unica ancora di salvezza,  io sono la sua gallina dalle uova d’oro

DANILO ANTONINI: capisco ancora meno

LEONARDO PALUZZI: (si avvicina a Danilo) posso …

(apre la bocca al paziente)

Si vede benissimo, lei ha un molare ridotto malissimo

DANILO ANTONINI: fa malissimo

LEONARDO PALUZZI: io le posso proporre un affare

DANILO ANTONINI: che affare?

LEONARDO PALUZZI: sicuramente il dottore … quel dentaccio lo estrarrà, quindi

(breve pausa)

Io le posso, anzi le propongo un affare

DANILO ANTONINI: vediamo

LEONARDO PALUZZI: ( si guarda intorno per vedere se qualcuno ascolta) Danilo posso darti del tu …

DANILO ANTONINI: certamente

LEONARDO PALUZZI: io sono un rappresentante di denti e protesi dentarie

DANILO ANTONINI: si questo lo ho capito

LEONARDO PALUZZI: ripeto, il dottore quando entrerà nel suo studio ed avrà fatto l’estrazione … ti proporrà un dente provvisorio, uno dei suoi …. Robaccia che naturalmente ti farà pagare il doppio di quanto posso offrirtelo io

DANILO ANTONINI: ma i tuoi sono buoni

LEONARDO PALUZZI: buonissimi, tutta merce di prima qualità

DANILO ANTONINI: sono prodotti italiani

LEONARDO PALUZZI: (a voce alta) prodotti italiani, ma dove vive, ma lo sai che ormai viviamo in un mercato globale, io ho ditte che lavorano per me … in Asia, in Africa in Sud America, la mia è una Ditta rinomata …  famosa in tutto il mondo, lo sai che sono pieno di richieste

DANILO ANTONINI:  non dubito

LEONARDO PALUZZI: io adesso ti faccio vedere il campionario, aspetta …

(apre la valigetta e la mette sulla sedia e tira fuori il campionario, denti di tutti i tipi perfino denti di cinghiale )

No questo … no …  questo può andare

(misura il dente a Danilo)

Questo è troppo grande

(trova il dente)

Questo potrebbe andare, basta dargli una limatina …

(prende la lima e adatta il dente)

DANILO ANTONINI: ma non mi hai ancora detto il prezzo

LEONARDO PALUZZI: non preoccuparti del prezzo, a pagare e a morire c’è sempre tempo

(entrambi ridono)

LEONARDO PALUZZI: (passa il dente a Danilo) ecco è perfetto, quando il dottore lo chiederà tu dici …  ad dente ho provveduto io mi è stato fornito dalla Premiata Ditta Leonardo Paluzzi

DANILO ANTONINI: (prende il dente e lo mette in tasca) grazie quanto ti devo

LEONARDO PALUZZI: Danilo,  mi sei simpatico quindi a te, ma solo a te voglio ti voglio fare un prezzo di favore

DANILO ANTONINI: quanto

LEONARDO PALUZZI: (fa il segno con le mani 5)

DANILO ANTONINI: (prende 5 Euro e li da a Leonardo)

LEONARDO PALUZZI: (fa segno con le dita ) di più

DANILO ANTONINI: (prende 50 Euro e le da a Leonardo)

LEONARDO PALUZZI: (fa segno con le dita ) di più

DANILO ANTONINI: (prende 500 Euro e le da a Leonardo)

LEONARDO PALUZZI: (fa segno con le dita ) di più

DANILO ANTONINI: (alterato) ma quanto costa?

LEONARDO PALUZZI: purtroppo c’è l’importazione

DANILO ANTONINI: ma quanto viene!

LEONARDO PALUZZI: prezzo di favore 5000 Euro

DANILO ANTONINI: 5000 Euro ma è più caro che quello dei dentisti

LEONARDO PALUZZI: ma i miei sono prodotti di prima qualità

DANILO ANTONINI: non lo compro

LEONARDO PALUZZI: ormai lo ho ritoccato … quindi lo compri

DANILO ANTONINI: e’ una truffa

LEONARDO PALUZZI: se vuoi puoi prendere il finanziamento

DANILO ANTONINI: per un dente

LEONARDO PALUZZI: allora paga in contanti!

DANILO ANTONINI: e se non pago

LEONARDO PALUZZI: io ti denuncio

DANILO ANTONINI: pago ma fammi lo sconto

LEONARDO PALUZZI: non posso! Non posso i miei sono  prezzi scontati

DANILO ANTONINI: (inferocito prepara un assegno) un assegno va bene

LEONARDO PALUZZI: (lo esamina) bene … bene … adesso devo andare, ciao Danilo

(nessuna risposta)

DANILO ANTONINI: (tra se e se) spero che quei soldi se li spenda tutti in medicine

(entra Cesira)

CESIRA SPIGA: (incontra Leonardo mentre esce) Leonardo vai  via non aspetti il dottore

LEONARDO PALUZZI: per oggi la giornata l’ho guadagnata

SCENA 9

( CESIRA SPIGA – DANILO ANTONINI )

(musica)

CESIRA SPIGA: sono tornata

DANILO ANTONINI: era meglio che rimaneva in bagno

CESIRA SPIGA: prendo la diuretica

DANILO ANTONINI: è un peccato che non si sia diluita anche lei

CESIRA SPIGA: non le rispondo solo perché ha mai di denti!

DANILO ANTONINI: meno male, non tutti i mali vengono per nuocere

CESIRA SPIGA: io ho la pressione alta, lei?

DANILO ANTONINI: io no!

CESIRA SPIGA: a pensare, io ci avrei giurato … mi sembra un tipo nervoso

DANILO ANTONINI: per favore, ho mal di denti!

CESIRA SPIGA: (continua a parlare di pressione) io ho problemi con la massima, la minima va bene

(nessuna risposta)

Ma lo sa che lei ha un brutto carattere!

(nessuna risposta)

Le piacciono i miei denti

DANILO ANTONINI: si devo ammettere che ha una bella bocca

CESIRA SPIGA: non ho una carie, faccio sempre pulizia e quelli sostituiti non si notano

(si alza e mostra la bocca a Danilo)

(Danilo si alza interessato)

DANILO ANTONINI: sono effettivamente belli

CESIRA SPIGA: il dottore è bravo, ma anche Leonardo

DANILO ANTONINI: Leonardo il meccanico: è anche lui dottore?

CESIRA SPIGA: Leonardo, dottore! No! però è bravo ed onesto, lei ha fatto un’ affare a comprare quel dente, vede questo canino, e perfetto, noti se si vede la differenza

DANILO ANTONINI: sembra vero!

CESIRA SPIGA: viene dall’africa

DANILO ANTONINI: infatti Leonardo mi ha detto che ha contatti con ditte fornitrici in più continenti (guarda il dente) non si nota la differenza,  sembra uno dei suoi …

CESIRA SPIGA: no, non è mio!

DANILO ANTONINI: lo so che non è suo!

CESIRA SPIGA: vede non è per niente usurato

DANILO ANTONINI: grazie è nuovo

CESIRA SPIGA: no è quello di un morto!

DANILO ANTONINI: non capisco!

CESIRA SPIGA: si è quello di un morto, ma vede carne ne ha mangiata poca, sa in Africa ci sono zone che soffrono la fame

DANILO ANTONINI: (infuriato) ma allora le ditte fornitrici

CESIRA SPIGA: sono le Pompe Funebri

DANILO ANTONINI: (infuriato prende il dente appena acquistato  e lo getta via) basta! Non ne voglio più sapere, preferisco spendere di più ma comprarlo dal dentista … e adesso me ne vado

(si avvicina alla posta d’ingresso)

CESIRA SPIGA: (lo ferma) dove va!

DANILO ANTONINI: da un altro dentista

CESIRA SPIGA: sono tutti chiusi per ferie, le conviene rimanere …

(Danilo si siede)

DANILO ANTONINI: rimango! Ma per favore …

CESIRA SPIGA: va bene … basta dirlo!

(breve pausa)

CESIRA SPIGA: che giornata oggi,  fa proprio caldo:

DANILO ANTONINI: si

CESIRA SPIGA: meno male che c’è l’aria condizionata, però non le sembra troppo forte

DANILO ANTONINI: basta!

CESIRA SPIGA: capisce, pensavo di abbassarlo un pochino perché sa i cervicali

DANILO ANTONINI: ma faccia quello che vuole!

( Cesira si alza e regola il condizionatore)

CESIRA SPIGA: così va bene?

DANILO ANTONINI: si!

CESIRA SPIGA: lo vuole più basso

DANILO ANTONINI: no!

CESIRA SPIGA: se lo vuole basta dirlo

(silenzio)

Va bene ho capito!

(silenzio)

CESIRA SPIGA: mi dica

DANILO ANTONINI: si!

CESIRA SPIGA: lei è in pensione

DANILO ANTONINI: no! Lavoro …

CESIRA SPIGA: io sono in pensione

DANILO ANTONINI: io ne ho ancora per anni

CESIRA SPIGA: io prendo poco, sapete quanto

DANILO ANTONINI: quanto?

CESIRA SPIGA: meno di mille Euro

DANILO ANTONINI: e quanto tempo ha lavorato?

CESIRA SPIGA: ne tanto e ne poco

DANILO ANTONINI: ma che risposta è!

CESIRA SPIGA: una risposta

DANILO ANTONINI: come era a tempo determinato o indeterminato

CESIRA SPIGA: io determinata non la sono mai stata

DANILO ANTONINI: questo lo avevo capito

CESIRA SPIGA: sa è duro arrivare alla fine del mese, e lei

DANILO ANTONINI: io lavoro, e lavoro in proprio: guadagno bene …

CESIRA SPIGA: lei si che è un uomo fortunato

DANILO ANTONINI: modestamente

CESIRA SPIGA: allora lei ha preso un permesso per venire dal dentista

DANILO ANTONINI: ma lo sa che per me il tempo è denaro

CESIRA SPIGA: allora tutto il tempo che sta perdendo seduto su questa sedia

DANILO ANTONINI: io signora, stando qua seduto a girare i pollici mi sta costando a dir poco quasi trecento Euro!

CESIRA SPIGA: trecento Euro!

DANILO ANTONINI: signora la prego, lei è in pensione e non ha problemi di tempo mi lasci passare

CESIRA SPIGA: se veramente lo desidera

DANILO ANTONINI: si che lo desidero, mi venga incontro

CESIRA SPIGA: va bene ( fa l’atto di dare il numero a Danilo, poi ritira la mano)

DANILO ANTONINI: come ci ha ripensato

CESIRA SPIGA: no, ma non sarebbe giusto, nei confronti degli altri

DANILO ANTONINI: (si guarda attorno) ma non c’è nessuno!

CESIRA SPIGA: che ci sia o non ci sia gente, non è corretto

DANILO ANTONINI: come non è corretto!

CESIRA SPIGA: capisce, io la lascio passare … e lei va a guadagnare trecento Euro, mentre io … capisce … io sono contento, anzi vorrei ne guadagnasse anche il doppio, per il male che le voglio … ma io … capisce …

DANILO ANTONINI: cosa dovrei capire

CESIRA SPIGA: io guadagno poco e ho le bollette da pagare  … insomma …

DANILO ANTONINI: capisco io le do venti Euro se mi lascia passare

CESIRA SPIGA: no … sembra che mi faccio corrompere

DANILO ANTONINI: facciamo trenta …

CESIRA SPIGA: no … non posso, sa anch’io ho una coscienza

DANILO ANTONINI: come posso fare per mettere a tacere la sua coscienza

CESIRA SPIGA: dunque  lei venendo qui ha perso trecento Euro

DANILO ANTONINI: si

CESIRA SPIGA: allora me ne da centocinquanta ed io me ne vado

DANILO ANTONINI: ma questo è strozzinaggio

CESIRA SPIGA: no gli affari sono affari, anzi dovrebbe ringraziarmi, perché se io entro ci rimango come minimo  due ore

DANILO ANTONINI: ma lei è pazza, io centocinquanta Euro non gliele do!

CESIRA SPIGA: ed io rimango qua!

(silenzio)

DANILO ANTONINI: cento

CESIRA SPIGA: ( fa segno di diniego con il dito indice )

DANILO ANTONINI: centodieci

CESIRA SPIGA: ( fa segno di diniego con il dito indice )

DANILO ANTONINI: centoventi

CESIRA SPIGA: ( fa segno di diniego con il dito indice )

DANILO ANTONINI: centoventicinque

CESIRA SPIGA: ( fa segno di diniego con il dito indice )

DANILO ANTONINI: centotrenta

CESIRA SPIGA: ( fa segno di diniego con il dito indice )

DANILO ANTONINI: centoquaranta

CESIRA SPIGA: ( fa segno di diniego con il dito indice )

DANILO ANTONINI: va bene centocinquanta ma è un furto

CESIRA SPIGA: ( fa segno di diniego con il dito indice )

DANILO ANTONINI: ma come eravamo d’accordo!

CESIRA SPIGA: calcolando l’inflazione siamo a centocinquantacinque Euro

DANILO ANTONINI: ma è  matta ci devo pensare

CESIRA SPIGA: si prenda tutto il tempo che vuole

(breve pausa)

DANILO ANTONINI: accetto …

CESIRA SPIGA: ha fatto un’ affare

DANILO ANTONINI: va bene un assegno

CESIRA SPIGA: potrebbe essere scoperto, sa non la conosco …

DANILO ANTONINI: (tira fuori i soldi) mi dia il numero

CESIRA SPIGA: (tira fuori il numero ) scambio alla pari

( i due si salutano e Cesira sorridente esce di scena)

SCENA 11

( IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI - DANILO ANTONINI – SERENA BOTTI)

(studio dentistico)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (grida) Signorina! Signorina … faccia entrare il prossimo paziente

(silenzio)

Signorina … ho detto … il prossimo paziente

SERENA BOTTI: Signor Antonini, prego

(entra Danilo molto titubante)

DANILO ANTONINI: posso …

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: entri e aqlla svelta, non ho tempo, si sieda

(squilla il cellulare al medico, il paziente si lamenta per il mal di denti)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (parla con l’amante) Si topina, Patty , patatina  per te ho sempre tempo mia bella pasticcina , e come stai … cosa ti sei messa stasera?

(il paziente si lamenta)

(dall’altro capo del filo – voce sensuale di donna)

Amore, chi c’è con te

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI:  amore … nessuno, è solo un tamburo che ha mal di denti … parla pure senza remore

(dall’altro capo del filo – voce sensuale di donna) Si tesoro

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI:  … e la biancheria intima, stasera mettiti quella con il  pizzetto, si il balconcino

(il paziente si Lamenta)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ( fa cenno al paziente di fare silenzio)

La smetta di lamenbtarsi non vede che sono al telefono(il paziente si lamenta)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: e le mutandine,  tesoro mettiti il completino nero, questa sera voglio che tu sia sempre più  sexy …

(il paziente si lamenta)

(dall’altro capo del filo – voce sensuale di donna)

Ma amore, chi c’è vicino a te, sembra un mugolio di un cane

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: no …. passerottina , c’è un paziente che disturba ma può attendere … ciao topina a a stasera … baci …  baci …

(dall’altro capo del filo – voce sensuale di donna)

baci … tesorino … baci

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: questa sera, non vedo l’ora di fare le capriole con te amore

(dall’altro capo del filo – voce sensuale di donna)

si …  questa sera faremo i salti mortali … tesoro … baci … baci…

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: baci … baci …

(il medico riattacca il telefono e guarda minaccioso il paziente che si tiene il volto sconvolto dal dolore)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: così … ascoltava la telefonata … lei stava origliando come una comare

DANILO ANTONINI: (parla male perché si tiene la guancia con la mano) io no … io no …

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: magari lei è uno che sente cosa io dico al telefonino e poi va in dire a raccontare … il dottore di qua .. il  dottore di là …

DANILO ANTONINI: no! io ho solo mal di denti

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ma come parla, io non la capisco … ma lei non è italiano

DANILO ANTONINI: dottore mi fa male

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI:  ma lei è cittadino della Comunità Europea, devo chiamare un traduttore, parli perché è venuto da me! Io sono un medico dentista

DANILO ANTONINI: io …

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: lei cosa vuole da me!

DANILO ANTONINI: io ho mal di denti

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ecco! Allora lei è venuto da me perché ha mal di denti! E mi raccomando: parli in modo chiaro ! io non la capisco

DANILO ANTONINI: non riesco a parlare

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ed io non riesco a capire: lei ha un appuntamento!

DANILO ANTONINI: io sono venuto !

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: nome adesso controllo! (sfoglia l’agenda)

(silenzio)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: nome e cognome

DANILO ANTONINI: Danilo Antonini

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: non capisco ripeta e scandisca bene le parole … ripeta

DANILO ANTONINI: D A N I L O A N T O N I N I

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: Antonini come Ancona

DANILO ANTONINI: si

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: non è in nota …  per cui io non la visito

(si toglie il camice e lo attacca all’appendi abito)

DANILO ANTONINI: ma io ho la prenotazione

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (prende il numero e lo esamina) sembra vero! Si è vero … come lo ha avuto?

DANILO ANTONINI: me lo ha dato una signora!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: una signora?

DANILO ANTONINI: una certa Cesira, una sua paziente

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: no non è una mia paziente, lei viene in sala d’aspetto a farsi due chiacchiere …

DANILO ANTONINI: ma allora !

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: allora, la prenotazione c’è … la visito!

( si rimette il camice )

(rivolto a Danilo) si segga …

(Danilo si siede)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (indossa i guanti di lattice) adesso esegua alla lettera tutto quello che le dico

DANILO ANTONINI: si

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: adesso mi giri la bocca verso destra e mi apra la bocca

(Danilo si alza dalla sedia e gira la testa al dottore e gli apre la bocca)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ma è matto! Cosa fa!

(Danilo si rimette a sedere)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: adesso gli e lo ripeto … mi raccomando ! mi giri la bocca verso destra e mi apra la bocca

(Danilo si alza dalla sedia e gira la testa al dottore e gli apre la bocca)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: insomma, ma cosa le ha preso!

(il dottore si alza visibilmente alterato, gira la testa a Danilo e gli apre la bocca)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: brutto … brutto … brutto …

DANILO ANTONINI: ma lei si è guardato allo specchio

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: chi è il dottore, io o lei

(esamina la bocca al paziente)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: bene … bene anzi  … 28 … 21 … 10 … 42 … 1 .. 28

DANILO ANTONINI:  già detto!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: 19 mi scusi

DANILO ANTONINI: numero  Jolli …

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI : 30

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI:  qui c’è da fare un’ estrazione

DANILO ANTONINI: al lotto su  Genova e su tutte le ruote

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ho detto un’estrazione

DANILO ANTONINI: al superenalotto

(si alza di scatto)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (sorpreso) dove và!

DANILO ANTONINI: vado a giocare, chiudono le ricevitorie: facciano metà per uno … ci giochiamo dieci Euro a testa …

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ma cosa dice!

DANILO ANTONINI: sono troppo pochi, facciamo cinquanta a testa

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (alterato) si sieda, non si tratta di gioco: ma di denti da estrarre!

(Danilo si siede, il dottore si alza per esaminare il paziente)

DANILO ANTONINI: però a volte escono!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: mi faccia vedere … mi faccia vedere … apra la bocca …

(grida) apra la bocca … ho detto!

(Danilo apre la bocca)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ( esamina la bocca dopo gira nervoso per la stanza ripetendo) il colletto, il colletto

DANILO ANTONINI:  8quasi spaventato si guarda la camicia)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (torna dal paziente, visibilmente alterato)

DANILO ANTONINI: c’è qualcosa che non va!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (feroce) lei ha i! colletto sporco

DANILO ANTONINI: no non è possibile

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: lei ha il colletto sporco

DANILO ANTONINI: (annussandosi il colletto della camicia) no, non è sporco! Lo senta! Lo senta

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: cosa fa dell’ironia: se le ho detto che ha il colletto sporco è sporco

DANILO ANTONINI: (alterato si alza dalla sedia) no! Questo è troppo … la vede dottore questa camicia è nuova, appena tolta dalla scatola, ha perfino ancora le pieghe, e questo colletto lo guardi bene, lo esamini e lo annusi, non solo non è sporco ma ha anche un delicato profumo di lavanda

(si risiede)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (calmo) si segga e non si agiti, io non parlavo del colletto della camicia ma ( alza la voce) del colletto dentario, io parlavo del colletto dentario chiaro! (calmo) e adesso rimanga seduto, non ho finito con la visita.

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ( esamina la bocca dopo gira nervoso per la stanza ripetendo) il tartaro, il tartaro, il tartaro …

(Danilo si spaventa si alza dalla sedia e cerca di scappare, ma il dentista lo blocca e lo rimette a sedere)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: cosa fa scappa!

DANILO ANTONINI: ho paura del tartaro

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: il tartaro è nella sua bocca animale

DANILO ANTONINI: e cosa ci fa nella mia bocca

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ha messo su famiglia

DANILO ANTONINI: deve essere proprio piccolo questo tartaro, per stare nella mia bocca

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: lei fuma

DANILO ANTONINI: si

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: perché fuma!

DANILO ANTONINI: perché lei …

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: cosa insinua!

DANILO ANTONINI:  niente!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: il tartaro fumava con lei

DANILO ANTONINI: (grida) allora ha sempre fumato  gratis, questo scroccone!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: tiri fuori le sigarette

DANILO ANTONINI: perché!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: tiri fuori le sigarette, ho detto

DANILO ANTONINI: va bene … va bene, ma non si alteri

(tira fuori le sigarette)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: sono Marlboro, si tratta bene lei!

DANILO ANTONINI:  mi piacciono

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI:(alterato) così le piace fumare questo veleno! Si vergogni ! Da questo momento, lei non solo smette, ma si deve dimenticare di avere fumato

DANILO ANTONINI: ma io!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: silenzio, sono o non sono il medico!

DANILO ANTONINI: io

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: non voglio obiezioni, perché altrimenti

(si toglie il camice verde e lo passa al paziente)  questo  se lo mette lei!

DANILO ANTONINI: no ! Ma scherziamo ! Smetto di fumare

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI:  (allunga la mano) me le dia!

DANILO ANTONINI: ma il pacchetto è nuovo

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: me le dia!

(Danilo da le sigarette al dottore)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: (le mette in tasca) queste le prendo io, tanto lei ha smesso di fumare

DANILO ANTONINI: e lei!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: io non ho la sua forza di volontà, io ne fumo un pacchetto al giorno

DANILO ANTONINI: ma allora!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: non mi ringrazi! Non mi ringrazi! Adesso guardiamo la sua bocca, apra … apra …

(Danilo apre la bocca)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ahi ! Ahi ! Ahi ! qui c’è da lavorare, e parecchio

DANILO ANTONINI: mi dica

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: lei ha bisogno di essere visitato a fondo

(lo abbraccia) lei deve venire con me nel mio gabinetto

DANILO ANTONINI: io non ci vengo nel suo gabinetto

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ho detto che lei deve venire con me nel mio gabinetto perché gli devo mettere l’attrezzo in bocca

DANILO ANTONINI: cosa mi deve mettere in bocca, e poi io nel suo gabinetto non ci vengo

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: come sarebbe a dire, non ci vengo: guardi che è pulitissimo

DANILO ANTONINI: e allora potrebbe essere anche igienicamente perfetto, ma io non vengo

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: sono io che decido quando farla venire non il contrario

DANILO ANTONINI: e allora!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: io devo esaminarla bene! Lei è disposto a venire una volta alla settimana per la pulizia

DANILO ANTONINI: ma allora è vero che non guadagnate niente! Lei ha una ditta di pulizie, e ha bisogno di personale

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: io le pulizie me le faccio fare da un altro dentista 

DANILO ANTONINI: capito che furbone, ma non può farsele da solo

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: questi sono problemi miei, adesso parliamo della parcellina

DANILO ANTONINI: la porcellina, bastava dirlo!

(euforico) ma chi l’avrebbe mai detto che voi una persona così rispettabile avesse nello studio una porcellina, ma mi dica: cos’è italiana!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: e come dovrebbe essere straniera!

DANILO ANTONINI: no italiana è meglio, ma è discreta!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: onesta

DANILO ANTONINI: e quanto vorrebbe

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: il servizio comprende:  otturazione, pulizia, penetrazione e tutto per

DANILO ANTONINI: per

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: 1000 Euro

DANILO ANTONINI: 1000 Euro, ma deve avercela d’oro

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: se vuole una otturazione in oro spende di più

DANILO ANTONINI: potrei avere uno sconto

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: sono già prezzi scontati: ma ( gli parla piano in un’ orecchio ) ho capito tutto,  allora mi dica: lei preferisce il nero

DANILO ANTONINI: no! Il nero no!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: io signore ho cercato di venirle incontro, il mio nero è veramente nero, vedrà che io la tratto bene: così ci guadagniamo entrambi

DANILO ANTONINI: entrambi

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: lei ci guadagna perché vede ( fa il gestro con le mani ) la prestazione dovrà essere superba, eretta e di grande profilo, mentre da un canale preferenziale oltre all’oggetto con discrezione paga e : capisce ! Rimane tutto fra noi … e poi il nero piace a tutti

DANILO ANTONINI: a tutti! Proprio  a tutti … no

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: ( fa il gesto ) a tutti piace fottere … e vedrà che con il nero lei ci guadagna

DANILO ANTONINI: ci guadagno!

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: si io le posso far fare un grosso affare

DANILO ANTONINI: appunto il grosso che mi preoccupa

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: nessuno si è mai lamentato del mio nero

DANILO ANTONINI: sono perplesso

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: perplesso, ma lo sa che anche i politici sono entusiasti del mio nero; l’onorevole Stanguellini mi ha detto che il mio nero ha la forza penetrativa di un locomotore dentro una galleria

DANILO ANTONINI: un locomotore dentro una galleria! Ma scherziamo

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: io non scherzo, lei con me ci guadagna

DANILO ANTONINI: Cosa ci guadagnavo io ! Ma scherziamo … per chi mi ha preso io non voglio né pali ne locomotori

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: abbassi la voce! Potrebbero sentirci

DANILO ANTONINI: io ho mal di denti !

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: e allora!

DANILO ANTONINI: ( alterato) allora io me ne vado chiaro! Me ne vado e lei si tenga pure il suo nero, anzi se lo prenda lei

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI: moderi i termini e cerchi di calmarsi, altrimenti chiamo le guardie e la faccio buttare fuori

DANILO ANTONINI: ( si avvicina alla scrivania) buttare fuori! Sono io che me ne vado!  ecco cosa faccio dei suoi preventivi ( prende le carte con disprezzo le sparge sul pavimento) e riguardo al mal di denti, me lo tengo … ma lei e il suo nero non mi sfiorerete neppure con un dito!

(esce di corsa)

IL DOTTOR  PAOLO TORNABUONI:  si ! se ne vada

(rimasto solo, rivolto verso il pubblico)

ma è proprio vero che in giro c’è pieno di gente strana…

SIPARIO