La luna dei Caraibi

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LA LUNA DEI CARAIBI

LA LUNA DEI CARAIBI

Dramma del mare

Di EUGENIO O’NEILL

PERSONAGGI

DRISCOLL

SMITTY

COCKY

BIG FRANK

YANK

DAVIS

MAX

LAMPS

CHIPS

OLSON

PADDY

PAUL

PERLA

BELLA

IL MOTORISTA

                        Cateragia per il Sito GTTEMPO

La scena rappresenta la sezione prodiera della nave mercantile inglese « Glencaim », ancorata davanti a un'isola delle Indie Occidentali. La luna Uà piena, salendo nel cielo, illumina a (5 giorno il ponte. Il mare è calmo; la 3 nave immobile. A sinistra due pennoni dell' albero di trinchetto si delineanoin nero contro il cielo formando un angolo di quarantacinque gradi. In fondo la sagoma scura del parapetto di babor­do si stacca nettamente su di una striscia lontana di spiaggia corallifera, bianca sotto la luna, orlata di pal me svettanti all'orizzonte. A destra è il castello di prua, con nel centro una porta aperta che conduce ai dormitori dei marinai e dei fuochisti. Ai due lati della porta centrale sono due porte più piccole, chiuse, che danno nelle cabinedel nostromo, del carpentiere, dello steward e del motorista, i sottufficiali privilegiati, insomma. Accanto ai due parapetti sono anche due brevi scalette, simili a scale di sicurezza per incendi, che portano in cima al castello di prua. Nel centro del ponte, di cui occupa la maggior parte, sorge il grosso cubo del boccaporto numero uno, coperto di tela e chiuso per la notte. Sull'acqua giunge un lontano, malinconico canto di negri. Gran parte dell'equipaggio, marinai e fuochisti, sono sdraiati o seduti sul boccaporto. Paul è appoggiato al parapetto di babordo, la sua fi­gura, dal busto in su, si delinea contro il cielo. Smitty e Cocky sono seduti sul castello di prua, con le gambe penzoloni. Quasi tutti fumano la pipa o una sigaretta. La maggioranza è in tenuta da lavoro, di tela blu, macchiata e spiegazzata. Alcuni sono scalzi; altri, specialmente i fuochi­sti, indossano appena un paio di pantaloni e una maglia. Molti hanno in testa il berretto. Quando si alza il sipario, dai diversi gruppi sorge un brusìo confuso di conversazioni. All'improvviso tutti tacciono e nel silenzio si ode chiaramente il canto dei negri, da terra.

Driscoll                         - (un irlandese, dalla corporatura atletica, seduto a destra sull'orlo del boccapor­to, con voce irritata) Che sugo c'è ad ascoltare quei lamenti?La chiamate una canzone, quella?

Smitty                           - (un giovane inglese coi baffi biondi, seduto sul castello di prua, guarda il mare reg-gendosi il mento con la mano) Non mette al­legria, è vero. (Sospira).

Cocky                           - (vecchio marinaio asciutto e bruciato dal mare, con lunghi baffi grigi, battendo sulla schiena di Smitty la mano aperta) Animo, ragazzo! Non ti avvilire così! E' innamorata di te, te lo dico io!

Smitty                           - (imbronciato) Smettila, Cocky! (Si svincola da Cocky e si rimette a sognare, fissan­do lo sguardo sulla striscia di spiaggia da dove viene il canto).

Big Frank                      - (un fuochista erculeo, sdraiato a pancia all'ingiù sul boccaporto, a destra, agi­tando una mano verso terra) Stanno seppel­lendo qualcuno, è chiaro.

Yank                             - (un bel ragazzone, seduto accanto o Driscoll) Come, seppellire? Da queste parti non li portano mica in terra, sai, Dutchy. L mangiano, per risparmiare le spese dei fune rali. Questo qui dev'essere andato loro di tra verso: hanno acchiappato certo un'indigestione

Cocky                           - Un'indigestione! Già! Non lo sai che quei tipi hanno due stomachi come i cam­melli?

Davis                             - (un ometto tozzo, seduto a destra del boccaporto) E tu li hai visti tutti e due, na­turalmente?

Cocky                           - (con tono sprezzante) Non rivelare la tua ignoranza! Canzoni proprio me? Campas­si cent'anni, non vedrai mai tutto quel che ho visto io!

Max                               - (un fuochista svedese, dall'estremità più lontana del boccaporto) Smettila di dir scioc­chezze, Cocky!

Cocky                           -. E' la verità di Dio! Me l'ha detto un tipo che fu fatto prigioniero nelle Isole di Salomone, in un viaggio che facemmo insieme. Valeva la pena di stare a sentire i suoi rac­conti. (Pensieroso) Era un tipo buffo, era: veniva da Mile End, mi pare.

Discoll                           - (sogghignando) Un altro bugiar­cene di cockney, come te!

Lamps                           - (un grasso svedese, seduto su di un sediolino pieghevole, davanti alla sua porta, in­tento a conversare con Chips) Dove lo in­contrasti, Cocky?

Chips                             - (uno scozzese ossuto, con tono beffar­do) In Nuova Guinea, scommetto!

Cocky                           - (in tono di sfida) Proprio così! In Nuova Guinea, quella volta che ci naufragai! (Una vera tempesta di risate e di grugniti ac­coglie queste parole).

Yank                             - (alzandosi) Te lo ricordi quello che ti promettemmo se avessi ricominciato le tue frottole sulla Nuova Guinea? Chiudi il becco una buona volta, se non vuoi fare un bel salto fuori bordo!

Cocky                           - E' tutto fiato sprecato tentare di istruirvi! (Si chiude in un dignitoso silenzio).

Yank                             - (accennando alla spiaggia) Non lo sai che queste sono le Indie Occidentali, cre­tino? Qui non esistono cannibali: non ci sono che volgarissimi negri.

Driscoll                         - (irritato) Qualunque cosa siano, al diavolo i loro lamenti! Fanno proprio venir l'uggia !

Yank                             - (sghignazzando) Che hai, Drisc? Che cosa significa tutto questo nervosismo?

Driscoll                         - Muoio dalla voglia di fare una bevuta, e quella maledetta negra della piroga ha giurato che quando tornava a bordo, stasera, avrebbe portato abbastanza rhum per tutti.

Big Frank                      - (con voce tonante) Hai detto che la negra della piroga ci porterà da bere?

Driscoll                         - (sarcastico) Bravo: fatti sentire dal Vecchio e dal nostromo, anche. (La ciurma si è radunata intorno a Driscoll e ascolta la con­versazione con aria di vivo interesse. Driscoll ab­bassando la voce si rivolge a tutti) Ha detto che avrebbe nascosto le bottiglie nelle sue ceste, sot­to le frutta che porterà a bordo per venderle.

 Il motorista                  - (un vecchio dalla testa grigia con un buon viso rugoso, seduto su di un sedio­lino pieghevole, davanti alla sua porta, a de­stra) Porterà con sé anche qualche ragazza, o i tempi sono cambiati da quando sbarcai qui l'ultima volta.

Driscoll                         - L'ha detto, infatti: due o tre... forse di più, non so (Questa notizia è ricevuta dai marinai con grande entusiasmo).

Cocky                           - Bravo, furfante!

Olson                            - Capperi! Ci sarà da spassarsela!

Driscoll                         - (con tono ammonitore) Badate che non bisogna far troppo chiasso, ragazzi, anche se il Vecchio è a terra. Il Vecchio le disse che se portava a bordo una goccia di al­cool, non le avrebbe più comprata una banana.

Paddy                           - (un brutto irlandese quadrato di Du­blino) Va all'inferno !

Big Frank                      - (volgendosi a lui) Smettila, brutto scimmione! Vuoi metterci nei guai? (A Driscoll) Tu ed io li terremo tranquilli, Drisc.

Driscoll                         - Parli bene, Dutchy. Fracasserò il cranio al primo che si azzarderà a far chiasso. (La campana di bordo fa sentire tre rintocchi).

Davis                             - Quando verrà, Driscoll?

Driscoll                         - Sarà qui a minuti, certamente. (A Paul che è tornato al suo posto accanto al parapetto, dopo aver udito la notizia di Dri­scoll) Le vedi venire, Paul?

Paul                               - No, non vedo piroghe. (Tutti si preparano all'attesa accendendo le pipe e assu­mendo posizioni più comode. Il silenzio è rotto soltanto dai lamenti dei negri, a terra).

Smitty                           - (lentamente, con malinconia) Vor­rei che smettessero di cantare. Mi fanno pensare a... insomma, a cose che sarebbe meglio di­menticare.

Cocky                           - (battendogli la palma sulla schiena) Su, allegria, vecchio sentimentale! Avrai ij tuo rhum fra un istante! (Si avanza sul ponte, lasciando Smitty solo sul castello di prua).

Big Frank                      - Cantaci qualcosa, Drisc. Così non sentiremo più quei lamenti.

Davis                             - Una canzone, Drisc!

Paddy                           - Una che conosciamo tutti.

Max                               - Faremo il coro.

Olson                            - « Rio grande », Drisc.

Big Frank                      - No, questa non la sappiamo. Cantaci « Viskey Johnny ».

Chips                             - No: « Flyin' Cloud ».

Cocky                           - Cantaci « La ragazza di Amsterdam ».

Lamps                           - Anche « Sant'Anna », è bella.

Driscoll                         - Zitti tutti quanti. (Con disprezzo) Volete dunque una canzone? Scommetto un'intera giornata di paga che non c'è nessuno qui tranne Yank e Ollie e me e Lamps, e forse Cocky, che sia abbastanza marinaio per rico­noscere l'albero maestro dal trinchetto durante una tempesta. I nomi delle canzoni li avete im­parati, ma scommetto che non sapete altro; né una nota, ne una parola. Non c'è più un vero marinaio, sul mare: è una pietà!

Yank                             - Cantaci ce Buttalo a mare! ». La conosciamo tutti, questa. (Un coro di voci ap­provanti) Si! Bravo! Avanti! Su, canta, Drisc!

Driscoll                         - Venite qui, tutti. (Canta): ce Ve­nivo un giorno, venivo un giorno giù per il porto... ».

Coro                              - « Aaah! Buttalo a mare! ».

Driscoll                         - « Venivo un giorno giù per il porto... ».

Coro                              - « Dacci del tempo, amico bello... ».

Driscoll                         - « Era alto il sole sull'oriz­zonte... ».

Coro                              - « Buttalo a mare, buttalo a mare sen­za pietà! ».

Driscoll                         - ce Una brunetta, una brunetta, passò dà lì... ».

Coro                              - ce Aaah! Buttalo a mare! ».

Paul                               - (mentre Driscoll si sta schiarando la gola, prima di attaccare la seconda strofa) Ehi, Drisc! Eccole, credo! Una piroga in vista!

Yank                             - Ce ne sono dentro cinque o sei: re­mano come mozzi.

Driscoll                         - (in preda ad un'allegria smodata)             - « Urrà, ragazzi! E' lei: non c'è dubbio! (Fa qualche passo di ce giga » sul ponte).

Olson                            - (dopo una pausa, durante la quale tutti guardano verso la piroga che s'avanza) Per Giove, ne vedo anch'io sei!

Davis                             - Io vedo anche le ceste.

Big Frank                      - Che cosa ci porteranno?... whisky?...

Driscoll                         - No: rhum, dell'ottimo rhum del­le Antille, di quello che ti fa l'effetto di un buon calcio di mulo.

Lamps                           - Forse non ne avrà portato: forse il Vecchio le avrà messo paura.

Driscoll                         - Non fare l'uccello di malaugurio, Lamps. Se non ha mantenuto la parola, la scor­ticherò viva, la negra!

Yank                             - Eccole che arrivano. (Chiamando) Ohe, donne! (Si ode un suono di voci femmini­li, misto a risa).

Driscoll                         - Sei tu, vecchia strega?

Una voce femminile      - Allò, Michele! (Uno scoppio di risa femminili le risponde).

Driscoll                         - Sbrigatevi ad arrampicarvi a bordo.

La voce                         - Veniamo!

Driscoll                         - Su, Yank. Io e te sarà meglio che diamo loro una mano per le ceste. Le mettere­mo di buon umore.

Cocky                           - (mentre i due si allontanano a sini­stra) Sei un vecchio volpone, Drisc. Lasciaci qualche bottiglia anche per noi, mi raccomando.

Driscoll                         - (voltandosi) Avrai la tua, rag,az-zino, non temere. (Esce con Yank a sinistra).

Cocky                           - (leccandosi le labbra) Per Dio!Una bottiglia la rivedo volentieri!

Davis                             - Anch'io!

Chips                             - Scommetto che se ne sprecherà nes­suna!

Big Frank                      - Io vuoterei un barile, per Giove!

Cocky                           - Speriamo che le ragazze non siano tutte brutte come lei. Sembra la vecchia scimmia d'un suonatore d'organetto, quella stre­ga. Se tutte le donne le somigliassero, ne farei volentieri a meno!

Paddy                           - Ringrazia il cielo se qualcuna vor­rà guardarti, mandrillo spelacchiato!

Cocky                           - (infuriato) E tu credi d'essere un premio di bellezza? Uno scimmione peloso, ec­co quello che sei!

Paddy                           - (marciando verso di lui, truculento) Come? Ripetilo, se hai fegato!

Cocky                           - (la mano sul suo coltello, sarcastico) Scimmione peloso! Sei contento, ora? (Pad­dy tenta di scagliarsi contro di lui, ma gli altri lo trattengono).

Big Frank                      - (trattenendo Paddy) Che ti prende, Paddy? Hai sentito quello che ha det­to Driscoll? Niente fracasso!

Paddy                           - (borbottando) Non accetto insulti da quel macaco lavatore di ponti!

Cocky                           - Maledetto carbonaio!(Appare Dri­scoll con un largo sorriso di soddisfazione sul viso. Immediatamente, la disputa è dimenticata; i marinai si raccolgono intorno a lui con escla­mazioni di curiosità e d'interesse) Che c'è, Drisc? Che ha portato? Dove sono le ragazze?

Driscoll                         - (con uno sguardo apprensivo verso il ponte) Non così forte, per amor del Cielo! (Il chiasso cessa). Sì, ha portato tutto. Sarà qui fra un minuto con una o due bottiglie da un litro per ognuno, tre scellini la bottiglia. Ed ora, calmatevi.

Cocky                           - (indignato) Tre scellini! Brutta scimmia !

Smitty                           - (con un sqjtìsq ironico) Un vero brigantaggio! (Tutti si voltano verso di lui, sor­presi di udirlo parlare).

Olson                            - Giurabacco, non pagheremo tanto!

Big Frank                      - Brutta ladra nera!

Paddy                           - Prenderemo le bottiglie e non le daremo niente !

Tutti                              - (furibondi) Sporca ladra! Sì, hai ragione! Non bisogna darle nulla! Nemmeno un penny!

Driscoll                         - (sghignazzando) Prendere o la­sciare, ragazzi. (Lancia un'occhiata in direzio­ne del ponte, poi estrae dalla sua camicia una bottiglia da un litro) E' rhum di quello buono, qualità sopraffina (Beve). Questa l'ho fatta sparire da una cesta al momento buono. (Pas­sando la bottiglia a Olson che è accanto a lui) Assaggia, Olson. Bevine un sorso, e passa al se­guente. Non è molto, ma vi farà la bocca buona. E se ne volete, ce n'è per tutti, in quantità. (La bottiglia passa di mano in mano. Ogni marinaio ne beve un sorso e fa schioccare la lingua contro il palato con un « Aaah » di soddisfazione).

Davis                             - Dov'è la negra, Drisc?

Driscoll                         - E' andata a parlare con il cuo­co, per le frutta, credo.

Davis                             - E le altre ragazze?

Driscoll                         - Sono con lei. Ne ha portate cin­que: due belle piccoline, bianche quasi quanto voi e me, per quel vecchio pazzo brizzolato e gli ufficiali. Il resto verrà qui con lei.

Cocky                           - Buffo uccellaccio, il capitano! Per Dio!Ricordate, quando partimmo da casa, come se ne stava tutto melanconico sul ponte, mentre sua moglie, sulla banchina, mugulava da spac­carsi il cuore? I marmocchi mugolavano anche essi e agitavano i fazzoletti! (Con viva indigna­zione) E ora, eccolo qui che si consola con una negra! Vecchio malscalzone!

Driscoll                         - Sta zitto, insetto! Non spetta a te parlare, che lasci moglie e figli piangerti in ogni porto del mondo, se è vero quel che rac­conti.

Cocky                           - (sempre indignato) Io non sono un capitano, non ho moglie... regolarmente sposa­ta, intendo dire. Non ho fi...

Big Frank                      - (passando la sua mano enorme sulla bocca di Cocky) Hai capito che non devi parlar tanto? (Cosky si svincola). Ehi, Drisc, come faremo a pagare il rhum a questa donna? Non abbiamo denaro, lo sai.

Driscoll                         - E' facile. Ogni ragazza avrà con eè un pezzo di carta e chi di voi comprerà qual­cosa lo scriverà e ci metterà vicino il prezzo e firmerà col suo nome. Chi non sa scrivere, si faccia sostituire da un compagno. E ricordate: chi compra una bottiglia di rhum o altri generi proibiti (strizza l'occhio) deve scrivere tabacco o frutta o qualcosa di simile. Quando le donne se ne andranno, il capitano pagherà le somme segnate sulla carta e le sottrarrà dalle vostre pa­ghe. E' chiaro?

Tutti                              - Sì... Chiaro come la luce... Bravo, Drisc... Bravo...

Driscoll                         - E non dimenticate quello che ho detto, di non far baccano, altrimenti il nostro­mo ci piomberà addosso e ci guasterà la festa. (Coro di approvazioni).

Davis                             - (guardandosi intorno) Ma non ven­gono? (Si ode una risata di donna).

Driscoll                         - Guardate Yank, guardatelo, con il braccio intorno alla vita di una ragazza! Non perde tempo, il briccone. (Le quattro donne en­trano da sinistra, dondolandosi e bisbigliando tra di loro. Le prime tre portano grosse ceste in equilibrio sul capo. La più giovane e più carina viene per ultima; Yank le ha passato, il braccio intorno alla vita e le porta la cesta. Tutte e quattro sono di tipo spiccatissimo negro; indos­sano vesti ampie, di colori chiari, e hanno stret­ta intorno al capo la bandana, il tipico fazzolet­to colorato delle Antille. Posano sul boccaporto le ceste e si seggono. Gli uomini si affollano loro intorno, sghignazzando).

Bella                              - (la più anziana, più grossa e più bona­ria delle quattro, rispondendo con una fresca risata) Allò, ragazzi.

Gli uomini                     - Allò a voi. Buonasera. Allò. Come state?

Bella                              - (cordialmente) Spero che avrete fatto buon viaggio. Io mi chiamo Bella, questa qui è Susie, quella Violetta, e quest'altra (indi­cando la ragazza che è con Yank) Perla. Ora ci conosciamo tutti.

Paddy                           - (ruvidamente) Le ragazze non c'im. portano. Dov'è il rhum?

Bella                              - (brusca) Sei un bel maleducato, tu. Non gridare così, o non ne avrai una goccia, né tu né gli altri. Vuoi forse che il Vecchio ci butti in mare?

Yank                             - Sì, chiudi il becco, Paddy! Hai di­menticato quel che t'ho promesso?

Bella                              - (lanciando un'occhiata rapida dietro di se) Qualcuno dei ragazzi più alti si segga dietro a noi sul boccaporto, così gli ufficiali non potranno vedere quel che facciamo. (Driscoll e tre altri obbediscono. A Driscoll) Hai detto loro che devono firmare per quel che prendono, e come devono firmare?

Driscoll                         - Sì, l'ho detto,..

Bella                              - Allora va tutto bene. Ma è meglio che ognuno scenda di sotto quando avrà avuto la sua bottiglia. Sul ponte è più prudente non be­re. Non voglio correre rischi. (Un mormorio di assenso impaziente corre tra gli uomini). Non va bene. Mike?

Driscoll                         - Parole sante, cara. (Big Frank si avvicina a lui e gli bisbiglia qualcosa, piano). Senti, Bella, ho qualcosa da chiederti per il mio piccolo amico, che è timido. E siccome si tratta delle signore, te lo dirò in un orecchio, perchè non arrossiscano. (Si piega su di lei e le mormora alcune parole all'orecchio).

Bella                              - (fermamente) Quattro scellini.

Driscoll                         - (ride) Avete sentito? Quattro scellini !

Paddy                           - (irritato) All'inferno tutte le vestire chiacchiere. Io voglio bere.

Bella                              - Nessuno in vista, Michele?

Driscoll                         - (guardandosi alle spalle, verso il ponte) Nessuno. Fa pure!

Bella                              - Su, ragazze. (Le ragazze frugano nelle loro ceste, sotto le frutta, e ognuna ne estrae una bottiglia. Quattro uomini accorrono a prenderle). Fammi lume, Lamps, bravo. (Lamps va nella sua cabina e ritorna con una candela, che passa da una ragazza all'altra, mentre gli uomini firmano i fogli di carta). Non dimenticate, ragazzi, di segnare sigarette o ta­bacco o frutta! Il prezzo è tre scellini. Portate­le giù, nel dormitorio. Per amor di Dio, non ri­manete a berle qui, al lume di luna. (Gli uo­mini scendono nel castello di prua, e vengono sostituiti da altri quattro. Paddy si pianta da­vanti a Perla che è seduta accanto a Yank).

Paddy                           - (sgarbatamente) Dà qua! (Essa gli tende una bottiglia. Paddy gliela strappa dalle mani, poi fa per allontanarsi).

Yank                             - (con tono energico) Ehi, tu! Hai di­menticato di firmare!

Paddy                           - (brontolando) Non so scrivere il mio nome.

Yank                             - Allora lo scriverò io per te. (Pren­de il foglio dalle mani di Perla e firma) Nessu­no farà torto a questa bambina, finché ci sarò qua io, hai capito? Sei contenta, piccola?

Perla                              - (ride) Sì, signore.

Bella                              - (dopo aver distribuito altre quattro bottiglie) Portatele giù, ragazzi. (Paddy, con aria di sfida solleva la sua bottiglia e ne inghiot­te un sorso in piena luce. Bella lo vede). Guar­datelo, il vigliacco! (Paddy scivola nel castello di prua). Vuol mettermi davvero nei guai? Ora basta! Scendiamo tutti giù, ragazzi, così non ci potranno sorprendere. Avanti, ragazze! (Le ra­gazze raccolgono le loro ceste e seguono Bella. Yank e Perla sono gli ultimi a raggiungere la scaletta. Perla s'indugia dietro di lui, con gli occhi fissi su Smitty che è ancora seduto sul ca­stello di prua, il mento sulla mano, fissando il vuoto).

Perla                              - (agitando la mano per attirare l'atten­zione di Smitty) Vieni giù, bel ragazzo. Mi piaci.

Smitty                           - (freddamente) Dà una bottiglia an-che a me, per favore. (Salta giù e la segue nel castello di prua).

(Sul ponte rimane soltanto il motorista che siede fumando la pipa, davanti alla sua porta. Dai dormitori sale un chiacchierio confuso, ma la canzone malinconica, dalla riva, si ode di nuovo. Smitty riappare di lì a poco, chiudendo­si la porta alle spalle. Rabbrividisce e scrolla le spalle, come per allontanare qualcosa che lo disgusti. Poi solleva la bottiglia che ha in ma­no e ne inghiotte un lungo sorso. Il Motorista lo guarda impassibile. Smitty si siede sul bocca­porto, davanti a lui. Ora che la porta è chiusa non lascia più passare le voci interne: e il canto dei negri giunge chiarissimo sull'acqua inargen­tata dalla luna).

Smitty                           - (tendendo l'orecchio per un istante) All'inferno i loro lamenti! (Beve ancora, a lungo). Non mi dici nulla, Donk?

Il Motorista                   - (tranquillamente) Una bella nottata. Viene voglia di addormentarsi.

Smitty                           - (con una risata aspra) Addormen. tarsi! Se ascoltassi a lungo quel lamento senza bere, non mi addormenterei mai.

Il Motorista                   -. Non è poi musica cattiva. Somiglia a quella dell'organo, la domenica.

Smitty                           - (con leggera impazienza) Non vole­vo dire che è cattiva. Non è cattiva. Ma mi sve­glia dentro certi... ricordi (Beve ancora).

Il Motorista                   - Non l'avevi mai udita, prima?

Smitty                           - Mai. Ma pure mi fa ricordare tan­te brutte cose... Maledizione!

Il Motorista                   - (sputando placidamente) Strana cosa, i ricordi. Per me, non ne ho mai.

Smitty                           - (con disprezzo, fissandolo per un mo­mento) No: non puoi averne.

Il Motorista                   - Non già che tutto mi sia an-dato sempre bene, ma i brutti ricordi io li cac­cio via dal cervello, li dimentico, ecco.

Smitty                           - E se non riuscissi a cacciarli? Immagina che ti ossessionino quando dormi e quando sei sveglio, die faresti, allora?

Il Motorista                   - (tranquillo) Mi ubbriacherei come fai tu.

Smitty                           - (con una risata aspra) Buon consi­glio. (Trangugia un altro sorso. Gli effetti del rhum incominciano a manifestarsi: il suo viso è rosso, le sue parole concitate). Siamo poveri agnelli che hanno smarrita la via, eh, Donk? Dannati per tutta l'eternità! Dio abbia miseri­cordia di noi. Non è vero, Donk?

Il Motorista                   - Forse, non so. (Dopo una breve pausa) Perchè ti sei imbarcato, tu? Non sei fatto per questa vita.

Smitty                           - (ridendo selvaggiamente) E' stato il mio vecchio amico, qui nella bottiglia, Donk.

Il Motorista                   - Ho bevuto anch'io la mia parte, al tempo mio. (Con rimpianto) Erano bei giorni, quelli. Ora non posso più bere una goccia. Il dottore m'ha detto che se non smet­tevo sarei morto. (Sputa con disprezzo). Così ho smesso.

Smitty                           - (con una risata sciocca) Allora ne berrò un altro alla tua salute, vecchia carcassa! (Beve).

Il Motorista                   - (dopo una pausa) Devi aver lasciato una ragazza in qualche porto, non è vero ?

Smitty                           - (ruvido) Come ti viene quest'idea?

Il Motorista                   - E' sempre così quando la musica rende malinconico un uomo. (Dopo aver tirato due o tre boccate dalla sua pipa). E lei dice che ti ha lasciato (perchè bevevi e tu dici che bevevi perchè lei ti voleva lasciare. (Sputa) Strana cosa l'amore!

Smitty                           - (alzandosi in piedi con dignità di ubbriaco) Ti sarei riconoscente di non immi­schiarti nei fatti miei, Donk.

Il Motorista                   - (placido) Sono fatti di tutti, questi. Ci sono passato anch'io, più di una volta. (Con soddisfazione) Quando s'arrabbia­vano le mie donne, sai che facevo? Due carezzi­ne sulla schiena, poi uscivo e mi ubbriacavo più di prima. E quando rincasavo trovavo sempre qualche leccornia, cucinata appositamente per me. (Sbuffando nella pipa) E' l'unico modo di ammansirle quando s'infuriano. L'hai mai pro­vato?

Smitty                           - (pomposamente) Un gentiluomo non batte le donne.

Il Motorista                   - (placido) No: ed è per que­sto che la musica li rende malinconici. (Smitty non si degna di rispondere, ma cade in un silen­zio imbronciato. Davis e Violetta escono dal castello di prua chiudendosi la porta alle spalle. Lui barcolla un poco; lei ride sguaiatamente).

Davis                             - (volgendosi a sinistra) Da questa parte, Rosa, o Mammola, o Gelsomino, o Tuli­pano Nero o Violetta o come diavolo ti chiama­no: qui non ci vedrà nessuno.

Il Motorista                   - Ecco un bel caso d'amore a prima vista; chissà quanti altri ce ne saranno da basso. Non lasciano ricordi, questi!

Smitty                           - (sinceramente disgustato) Smettila Donk. Mi disgusti. (Beve).

Il Motorista                   - (con filosofia) Sei stato edu­cato male, Smitty. (Perla esce dal castello di prua; dalla porta aperta sale un gran rumore di voci. Essa si chiude la porta alle spalle, e vedendo Smitty sul boccaporto viene a sedersi accanto a lui mettendogli un braccio intorno alle spalle. Il Motorista, sghignazzando) Sei contento, Smitty?

Perla                              - (accarezzando il viso di Smitty con la mano) Allò, bel ragazzo. (Smitty respinge freddamente la mano della ragazza) Che co­sa fai qui solo solo?

Smitty                           - (con una risata amara) Penso e... (indica la bottiglia che ha in mano) bevo per non pensare. (Ride e beve ancora. La bottiglia è vuota per tre quarti).

Perla                              - Non dovresti bere tanto, bel ragaz­zo. Domani mattina avrai un gran mal di testa, lo sai?

Smitty                           - (asciutto) Davvero?

Perla                              - Sì, davvero. Io so quel che dico. (Insinuante) Perchè mi sfuggi, bel ragazzo? Non ti sei accorto che mi piaci molto? Gli altri non mi piacciono: sono troppo brutali. Tu non sei brutale: sei un signore. Io me ne intendo. Riconosco un signore, io, quando lo vedo.

Smitty                           - Grazie del complimento, ma ti sbagli, sai. Io sono un marinaio come gli altri. (Aggiunge amaramente) Un buono a nulla.

Perla                              - (carezzandogli il braccio) No, non è vero. Io ti capisco: sei un signore. (Insinuan­te) Agli altri non ho voluto dar retta, ma... (gli lancia un sorriso insinuante) ma con te è un'altra cosa. (Egli la respinge, disgustato. Per­la mette il broncio) Non ti piaccio dunque, bel ragazzo ?

Smitty                           - (vergognandosi) Ti chiedo scusa. Non volevo essere così sgarbato. (La sua corte­sia, come quella di tutti gli ubbriachi, è esage­rata). Sono di cattivo umore, stasera.

Perla                              - (rasserenandosi) Dunque, ti piaccio?

Smitty                           - (distrattamente) Sì, sì, perchè no? (Improvvisamente, scoppia in una risata stridula e stringendo col braccio la vita della ragazza la attira a se). Perchè no? (Ritira rapidamente il braccio, con un brivido di disgusto e butta giù un altro sorso. Perla lo guarda curiosamen­te sconcertata da quello strano contegno. In­tanto la porta del castello di prua viene aperta con un calcio e ne esce Yank. Da basso, il ru­more di risa e di grida si è raddoppiato. Yank si avanza barcollando verso Smitty e Perla).

Yank                             - (guarda i due battendo le palpebre) Chi diavolo... Oh, sei tu, Smitty, il Duca! Sta­vo per rompere il grugno al tipo che mi aveva portato via la mia bella, ma dal momento che si tratta di te... (Sentimentalmente) Gli amici sono amici, e i miei possono prendersi tutto quello che ho. (Tendendo la mano) Qua, Duca. (Smitty prende la mano che gli viene offerta e Yank la stringe, agitandola dall'alto in basso). Tu ed io siamo amici. Va bene?

Smitty                           - Va benissimo, Yank. Ma se pensi che io e questa ragazza... ti sbagli. Non rimane con me. Te l'avrei rimandata subito giù. (Perla gli lancia un'occhiata d'odio).

Yank                             - Dici sul serio?

Smitty                           - Sull'onore!

Yank                             - (afferrando il braccio di Perla) Se è così, vieni via, Perla! Andiamo a bere con gli altri. (La spinge verso la porta del castello di prua, ma la ragazza si svincola e si volta furio­samente verso Smitty).

Perla                              - Mascalzone! Va all'inferno! (Scen­de per la scaletta, dopo aver chiuso con fracas­so la porta).

Il Motorista                   - (sputando placidamente) Ec­co l'amore. Sono tutte eguali: bianche, brune, nere e gialle. Per ammansirle non ci sono che le botte. (Smitty non risponde, ma ricomincia a ridere, e beve ancora; poi si siede, rimettendo­si a fissare il vuoto davanti a se, e tenendo stretta nel pugno la bottiglia quasi vuota).

(Il rumore soffocato, nel castello di prua, au­menta e un istante dopo la porta si spalanca e l'intera comitiva, capitanata da Driscoll, si spar­paglia sul ponte. Tutti sono ubbriachi fradici e molti hanno in mano bottiglie. L'unica donna completamente sobria, Bella, tenta invano di mantener calmi gli uomini. Perla non fa che bere dalla bottiglia di Yank e lancia risate stri­dule appoggiandosi contro la spalla del mari­naio, il cui braccio le circonda la vita. Paul vie­ne per ultimo, portando un organetto. Barcol­lando, sale in cima al boccaporto).

Driscoll                         - Suonaci un ballo, testa quadrata, qualcosa di pepato, mi raccomando, che ci fac­cia muovere le gambe!

Yank                             - Qualche aria della vecchia San Fran­cisco!

Paul                               - Proverò (Incomincia a girare la ma­novella).

Yank                             - Ragazzi, allegri! (Davis e Violetta raggiungono gli altri. Il Motorista li guarda con la sua aria indifferente e bonaria. Smitty finge di non accorgersi di nulla).

Big Frank                      - Ballare? Io non ballo: bevo! (Fa seguire l'azione alle parole, mentre scoppia in una fragorosa risata).

Driscoll                         - Levati dai piedi, animalaccio, facci posto. (Big Frank si siede sul boccaporto, a destra, e gli altri che non ballano seguono il suo esempio e vanno ad appoggiarsi al parapet­to di babordo).

Bella                              - (con le lacrime agli occhi, incapace di ricondurre gli uomini nel castello di prua e di mantenerli calmi, una volta sul ponte) Per amor di Dio, ragazzi, non urlate così! Volete rovinarmi?

Driscoll                         - (afferrandola) Balla con me, vec­chia regina dei cannibali! (Qualcuno butta sul ponte una bottiglia che si spezza con fracasso).

Bella                              - (gridando istericamente) È' finita! Il capitano avrà udito!Oh, Dio mio !

Driscoll                         - All'inferno anche lui!Avanti con la musica! Coraggio! (Paul suona « You Great Beautiful Doli » saltando una nota di quando in quando. Le quattro coppie incominciano a ballare una versione grossolana del vecchio tur-key-trot, com'era ballato anticamente nelle bet­tole di San Francisco, resa ancora più grottesca dall'ubbriachezza patente delle coppie, che si urtano pesantemente ad ogni istante. Due uomi­ni incominciano a ballare insieme, molestando gli altri. Yank e Perla vanno a ballare davanti a Smitty; nel passare, la ragazza colpisce il ma­rinaio al viso con tutta la sua forza. Egli balza in piedi, serrando i pugni, ma riconoscendo chi l'ha colpito, si siede di nuovo con un sorriso di sarcasmo. Yank dà in una gran risata).

Yank                             - Colpito, il Duca!

Driscoll                         - (buttando il suo berretto a Paul) Più svelto, ranocchio! (Paul fa degli sforzi fre­netici per accelerare il ritmo e la musica ne soffre).

Bella                              - (ansimando) Lasciami stare! Non fai che pestarmi i piedi! (Cerca di svincolarsi, ma Driscoll la stringe a sé con forza).

Driscoll                         - E' colpa tua: come si fa ad avere piedi così enormi? Calma, calma, vecchia regina dei cannibali ! Vedrai che .un po' di piroette ti rimetteranno di buon umore. (La costringe a girare vorticosamente sul ponte. Cocky balla con Susie accanto al boccaporto, a destra Paddy, che è seduto accanto a Big Frank, allunga il piede e la coppia, inciampandovi, cade distesa sul ponte. Si scatena un vero uragano di risate. Cocky balza in piedi, livido di rabbia, e si slan­cia su Paddy, che con un pugno bene assestato lo manda in terra. Briscoli colpisce Paddy, e Big Frank si scaglia su Driscoll. In un baleno s'impegna una vera battaglia; il ponte non è più che un groviglio di uomini ubriachi che si col­piscono alla cieca, benché i marinai sembrino mirare specialmente ai fuochisti. Le donne, strillando, si rifugiano in cima al boccaporto dove si stringono in un gruppo, spaventate. In­fine un coltello luccica sotto la luna: si ode un grido acutissimo).

Davis                             - (in mezzo alla mischia)  Arriva qual­cuno! Si salvi chi può! (Tutti corrono verso il castello di prua. In un baleno, sul ponte, non rimane che il gruppetto delle donne, sul bocca­porto; Smitty, che si sta ancora strofinando la guancia, il Motorista, che fuma placidamente sul suo sediolino, Yank e Driscoll, gli abiti a brandelli, i visi contusi e sanguinanti, chini sul' la forma immobile di Paddy, che giace allun­gata sul ponte. Nel silenzio, il canto nostalgico scivola di nuovo sulle onde, verso il bastimento).

Driscoll                         - (rapidamente, con voce bassa)  Chi l'ha accolteiiato?

Yank                             - (stupidamente)  Non ho visto. Come vuoi che lo sappia? Scommetto che è stato Cocky.

(Entra il Secondo Ufficiale dalla sinistra. E' un uomo alto, ben piantato, dal fare energico, vestito di una semplice uniforme blu).

Il Secondo Ufficiale     - (infuriato) Che è tutto questo chiasso? (Vede l'uomo steso sul ponte). Che è accaduto? (S'inginocchia accan­to a Paddy).

Driscoll                         - (balbettando) Siamo venuti alle mani... così per giuoco... e non so come... (// Secondo Ufficiale solleva il corpo di Paddy e gli vede una ferita di coltello sulla spalla).

Il Secondo Ufficiale     - L'hanno accoltellato! (Si toglie di tasca una lampadina elettrica ed esamina la ferita). Fortuna che la ferita è fre­sca. Non è che un graffio. Deve aver battuto il capo sul ponte, cadendo. E' perciò che ha per­duto i sensi. Portatelo nella mia cabina: lo fa­scerò.

Driscoll                         - Sì, signor temente.  (Con Yankprende Paddy per le spalle e i piodi e lo tra­sportano, verso sinistra, L'Ufficiale si guarda in­torno e vede le donne tremanti sul boccaporto).

Il Secondo Ufficiale     - (sorpreso)  Allò! (Si avvicina alle donne). Venite a prendere il vostro denaro e levatevi dai piedi. Se fosse dipeso da me, non avreste mai... (Il suo piede urta contro una bottiglia. Si china, la raccoglie e ne annusa il contenuto) Rhum! Ecco la causa di tutto! Mi pareva che il fiato di quei due avesse uno strano odore. (Alle donne, ruvidamente) E' inutile che andiate a chiedere denaro: non ne avrete. Imparerete così a introdurre alcool in un bastimento e a provocare risse.

Bella                              - Ma, signor tenente...

Il Secondo Ufficiale     - (severamente)  Co­noscete il patto: rhum, niente denaro.

Bella                              - (indignata)  Sul mio onore, signor tenente, non ho mai portato rhum...

Il Secondo Ufficiale     - (con forza),  Siete una bugiarda! E non aggiungete altro, se no doma­ni vi denunzio alle autorità e vi faccio mettere dentro.

Bella                              - (domata)  No, signor tenente, no!

Il Secondo Ufficiale     - Ed ora, march! Le altre due vi aspettano. Via! (Le donne escono quasi di corsa, a sinistra. L'Ufficiale le segue, dopo un cenno di saluto al Motorista, senza ba­dare all'assorto Smitty. Per alcuni istanti sul bastimento regna un silenzio assoluto. Il canto malinconico dei negri galleggia lamentoso sul­l'acqua. Smitty tende Vorecchio ; poi emette un sospiro profondo, quasi un singhiozzo).

Smitty                           - Dio! (Beve l'ultima goccia della bottiglia, poi la butta dietro di se sul bocca­porto).

Il Motorista                   - (sputando, calmo)  Altri ri­cordi? (Smitty non gli risponde. La campana del bastimento suona quattro colpi. Il Motorista vuota la pipa). Vado a dormire. (Apre la porta della sua cabina, poi, volgendosi a Smitty, con bontà) Nel castello di prua non udirai più la­menti, e forse troverai ancora da bere. Buona notte. (Entra, e chiude la porta).

Smitty                           - Buona notte, Donk. (Si alza stan­camente in piedi e si avvia con le spalle curve, barcollando, verso la porta del castello di prua, dove scompare. Per uno o due secondi sulla nave regna il silenzio, interrotto solo dal suono ossessionante, doloroso, di quella musica lonta­na e nostalgica, quasi la voce del chiaro di luna).

FINE