La luna quadrata

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LA LUNA QUADRATA

LA LUNA QUADRATA

due atti di Giorgio Solieri

opera teatrale tutelata - per ogni utilizzo rivolgersi alla SIAE o all'Autore

Personaggi:

Cinzia

Giulia

Vittorio

PRIMO ATTO

Scena: una stanza di soggiorno con angolo cucina. In mezzo, di fronte al divano, c’è un televisore. Su di un tavolino un telefono. A fondo scena, sulla sinistra, la porta di ingresso dell’appartamento.

Sul divano è semisdraiata Cinzia, sui sedici anni, che guarda la TV. A parte la luce del televisore, la stanza è in penombra.

Entra Giulia, poco meno di quarant’anni, e accende la luce.

GIULIA Ciao

CINZIA (senza staccare lo sguardo dalla TV) Mh mh.

GIULIA (con intenzione) Ciao

CINZIA (c.s.) Mh mh.

GIULIA (seccata) Ho detto ciao.

CINZIA (c.s.) Ho risposto

GIULIA No, hai mugugnato

CINZIA (c.s.) Ah ha?

GIULIA Ti pare maniera?

CINZIA Ma che c’è?

GIULIA Non ci vediamo da stamattina!

CINZIA E allora?

GIULIA Non dico feste e vitello grasso, ma almeno un po’ di educazione!

CINZIA Mmmmhh!

GIULIA Guarda che basterebbe dire "ciao"!

CINZIA Ciao!

GIULIA Va bene, va bene, ho capito…..

Giulia poggia la borsa e si leva soprabito, guanti e sciarpa

GIULIA Tutto bene, oggi?

CINZIA …più o meno…..

GIULIA Com’è andata a scuola?

CINZIA ….solito….

GIULIA Cioè?

CINZIA Solito: niente di nuovo, tutto uguale, come tutti i giorni.

GIULIA …infatti dici sempre così…. Vorrei tanto sapere cosa rappresenta il tuo "solito"….

CINZIA (accennando alla TV) Ti dispiace?

GIULIA Per carità! Però uno di questi giorni vengo a parlare con i professori….

CINZIA (ironica) Tu? A scuola?

GIULIA Ironia sprecata: lo sai benissimo che se non mi vedono mai a scuola è perché lavoro tutto il santo giorno!

CINZIA Si sa.

GIULIA Sei ingiusta: lo faccio anche per potertici mandare….

CINZIA (accennando di nuovo alla TV) Ti dispiace?

GIULIA Scusa, scusa…. Come non detto!

Giulia ripone soprabito ed accessori sull’attaccapanni, si stiracchia e va verso l’angolo cucina

GIULIA Hai mangiato?

CINZIA Sono quasi le dieci di sera: secondo te?

GIULIA Non lo so… forse potevi aspettarmi….

CINZIA Ci tenevi?

GIULIA No, no, hai fatto bene.

CINZIA Grazie tante.

GIULIA Non fare la spiritosa: dico sul serio, hai fatto bene.

CINZIA (accennando di nuovo alla TV) Ti dispiace?

GIULIA Scusami!

Giulia prende dal bancone una bottiglia e si versa da bere. Sorseggia dal bicchiere

GIULIA Per me?

CINZIA Cosa?

GIULIA Per me c’è rimasto qualcosa?

CINZIA Mmmh?

GIULIA Per cena… mangiare, hai presente?

CINZIA Ah, sì: frigo e microonde.

GIULIA Grazie.

Giulia estrae dal forno un paio di piatti coperti che appoggia sul bancone e comincia a trafficare con posate e bicchieri

GIULIA Televisione?

CINZIA Tu che dici, radio?

GIULIA Sempre meglio…. Cosa stai guardando?

CINZIA La televisione.

GIULIA Sei esasperante.

CINZIA L’avresti notato?

GIULIA E lo stai facendo apposta.

CINZIA (accennando ancora alla TV e con voce seccata) Ti dispiace?

GIULIA (esplodendo) Sì, mi dispiace! Anzi, sono incazzata nera, va bene?

CINZIA Non gridare, per favore, sto cercando di seguire…

GIULIA Non so chi mi tenga dal prenderti a sberle!

CINZIA (improvvisamente più viva) Sensi di colpa? Coda di paglia? Intanto che ci pensi, mamma, me la lasci guardare la TV?

GIULIA Sensi di colpa? Coda di paglia? Cosa vorresti dire? Che cosa avrei fatto?

CINZIA (di nuovo calma) Se non lo sai tu….

GIULIA No, non lo so! Non lo so cosa avrei fatto, non lo so che ti piglia… non lo so cosa c’è!

CINZIA E allora vuol dire che non c’è niente! Se ora mi lasci finire di vedere la TV poi me ne vado a dormire, visto che è anche piuttosto tardi! (con intenzione) Lo sai, sì che ore sono?

GIULIA Allora è questo….. la signorina è seccata perché ho fatto tardi. Non credevo di dover chiedere il permesso!

CINZIA Starei sentendo….

Giulia va alla TV e la spegne

GIULIA Certamente, ma sentirai me. Lo so che sono quasi tre mesi che ritorno a casa sempre tardi, ma credevo che tu capissi….

Cinzia si alza dal divano scrollandosi di dosso completamente la patina di indifferenza

CINZIA Non ho niente da capire… non ho niente da chiederti. Ti ho mai detto qualcosa? Fai come ti pare.

GIULIA Senti, Cinzia: da quando "quello" se n’è andato io mi sono letteralmente spaccata in tre per farti da madre, da padre e per procurarci due lire per tirare avanti. Finché sei stata una bambina ho cercato di essere il più possibile a casa e Dio solo lo sa quante occasioni ho perduto per guadagnare qualcosa in più. Adesso ho accettato un lavoro migliore ma più impegnativo perché credevo di poter contare un po’ di più su di te, visto che hai sedici anni, ed invece mi ritrovo una bambinetta che mi fa il muso?

CINZIA Ma chi ti ha detto niente?! Fai come ti pare. La vita è tua: a me non me ne frega niente!

GIULIA Io non capisco cosa ti abbia preso, stasera…. (come colpita da un pensiero imbarazzante) Cinzia, ma non è che tu credi che io…. Guarda che sono stata davvero in ufficio fino a mezz’ora fa!

CINZIA (ridendo forzatamente) Questa poi… Ma niente niente…. hai paura che io sia gelosa…. O magari che mi vengano in mente chissà quali fantasie morbose? Magari che mi vengano dei complessi? Non ti preoccupare, lo so che sei stata in ufficio e non da qualche ardente amante: non ce l’hai! …. Magari lo avessi, forse saresti meno isterica!

GIULIA Cinzia, come ti permetti!

CINZIA Scusa, non volevo…….

GIULIA Sono sempre tua madre, accidenti: un po’ di rispetto! E che diamine!

CINZIA Ho chiesto scusa. (stancamente) Senti, lasciamo perdere: è tardi, siamo stanche, io ho sonno e tu hai fame. Fammi andare a dormire e mangiati la tua cena, va bene?

Giulia scuote la testa e torna all’angolo cucina. Scopre i piatti e rimane allibita. Poi apre il frigo e getta un grido di sorpresa.

GIULIA Cinzia, ma che meraviglia! Lasagne, pollo in casseruola, patate arrosto! E in frigo c’è pure il dolce! Ti sarai data da fare tutto il pomeriggio! (assaggia le lasagne) Mmmmmh…. queste lasagne sono deliziose!

CINZIA Calde erano anche meglio.

GIULIA Ma lascia stare: sono fantastiche anche così! Brava!

CINZIA Troppo gentile.

GIULIA Ma come mai? Non è che tu impazzisca per stare in cucina… cos’è, un giorno speciale?

CINZIA No, no…. Oggi è mercoledì…. (con intenzione) Mercoledì 13…..

GIULIA Tredici….? Oh, Dio! Oggi è……

CINZIA Il tuo compleanno. Trentacinque, se non sbaglio.

Giulia rimane basita. Poi si avvicina a Cinzia che le volge ostentatamente le spalle

GIULIA Scusami, scusami, scusami….. Adesso capisco tutto… Ecco perché ce l’hai con me!

CINZIA Chi, io? Per carità!

GIULIA Ti prego, Cinzia…. Mi sento già abbastanza male così…. Il mio compleanno… ha i preparato tutto questo ben di Dio… per me… e io me ne sono dimenticata…. Perdonami!

Giulia allunga una mano per far volgere Cinzia che dapprima resiste, poi si volta. Si guardano un attimo poi improvvisamente si abbracciano.

GIULIA Sono stata imperdonabile……

CINZIA Ma no, no… (staccandosi dall’abbraccio) …e poi non è che ricordarti le feste sia proprio la tua specialità! (allegra) Ti ricordi la volta che ti hanno cacciata dall’ufficio perché era Natale e te n’eri scordata? ….Hai sempre la testa altrove: il lavoro, la casa…. tutto il resto…. (allontanandosi e con voce sempre più bassa, quasi parlando tra sé) Forse è proprio l’idea di festeggiare che non ti va giù…. È come se la cancellassi…. Per te è sempre tutto così triste, così tetro….

GIULIA Che dici?

CINZIA No, niente. (allegra) Dai, facciamoci fuori questo banchetto freddo e andiamo a dormire!

GIULIA Ma tu non hai già mangiato?

CINZIA Per il dolce ti ho aspettato.

GIULIA Dai, allora: apparecchiamo come si deve.

Tirano fuori un tavolo pieghevole e cominciano ad apparecchiare.

GIULIA Allora, com’è andata oggi a scuola….. veramente.

CINZIA Battute a parte… al solito, niente di particolare. Ah, no: hanno organizzato una gita per martedì prossimo. Insegnanti, studenti e genitori: ci andiamo?

GIULIA Per carità: con tutto quello che ho da fare in ufficio, figurati se posso perder tempo con le gite….

CINZIA Ma, dai! Stacca la spina, una volta!

GIULIA Sì, e poi restiamo senza corrente tutte e due!

CINZIA Mai una volta che ci si possa rilassare un attimo, con te.

GIULIA Ma tu vai, se vuoi…. Anche se un giorno a casa per recuperare quel votaccio in latino ti farebbe proprio comodo… però se vuoi andare…

CINZIA (sconfortata) No, no: hai ragione tu…. Ne approfitterò per studiare….

GIULIA Guarda che se vuoi andare…

CINZIA No, discorso chiuso. …..Mi piaceva l’idea di andarci con te….

GIULIA Sei carina, ma non è proprio possibile…. E poi che ne parliamo a fare? Non ti ricordi? Io domani parto!

CINZIA Cosa? Ah, sì, vai a Milano per lavoro.

GIULIA E ci resto dieci giorni. Vedi bene che non sarebbe stato possibile. Sarà per un’altra volta.

CINZIA Un’altra volta, un’altra volta, un’altra volta……

GIULIA (senza sentirla) Piuttosto, appena finito di mangiare vediamo di stabilire bene le consegne, eh? Sono già d’accordo con la portinaia, con la signora del piano di sopra, con il vice commissario di sotto….

CINZIA Con il vice commissario? Pure! Ma che, mi fai mettere il piantone fuori della porta?

GIULIA Ma quale piantone…. Rimani da sola in casa e il dr.Carli mi fa la cortesia di far dare un occhio particolare a chi entra. Scusa, abbiamo la fortuna di abitare proprio sopra ad un commissariato: perché non approfittarne per stare più tranquille?

CINZIA Non mi piace l’idea di sapere di essere sotto controllo…

GIULIA E a me non piace l’idea di saperti da sola.

CINZIA E meno male che sei proprio tu a volermi mandare a studiare in America per tre anni!

GIULIA A proposito, ci sono novità? Ti hanno dato il termine per l’accettazione della borsa?

CINZIA Lo sai benissimo: il termine scade questa settimana, però io non ci vado.

GIULIA Dura, eh? Ma santissimo Iddio: possibile che tu non capisca l’occasione che ti si presenta? Tre anni per finire superiori e fare la preparation school a Boston! Che se ti va bene, entri pure al MIT. Hai lo possibilità di poter studiare seriamente, di lavorare giorno e notte per tre anni, è vero, ma ricevendo in cambio il passaporto per la tranquillità a vita!

CINZIA Tre anni a studiare giorno e notte! Hai un modo, tu, per prospettare le cose….. Ho sedici anni, vorrei riuscire a pensare anche a qualcos’altro, nei prossimi tre, oltre che soddisfare le tue ambizioni represse!

GIULIA Sei ingiusta: io lo dico per te!

CINZIA Per me? Spegnendomi la luce per tre anni! Già adesso andiamo a lume di candela, in questa casa.

GIULIA Che vuoi dire?

CINZIA Niente. Senti, non s’era detto che stasera si festeggiava? Parliamone domani mattina, prima che tu parta. Per favore!

GIULIA Ma sì, prima mangiamo… (si siedono a tavola) certo, però, tutto freddo…. Senti, facciamo così: dopo l’ufficio mi sento sempre uno schifo, ho bisogno di cambiarmi. Intanto cerca di ravvivare queste meraviglie!

Giulia esce verso destra. Cinzia cerca di ravvivare la cena. Squilla il telefono.

CINZIA Pronto? Chi? Ah, sì, è lei…. Sì, è rientrata proprio ora….. ma le sembra il caso?…… Sono le dieci passate…… certo, questo è vero, ma……. Vista così……… aspetti facciamo una cosa: le passo direttamente mia madre……… ma che dice……. La ringrazio…….. sedici compiuti……. Gentile!……… Comunque, guardi……… Dice?…….. forse ha ragione, ma…….. non dico di no……….. effettivamente……… ma quanto tempo……….. ah, beh, se è per pochi minuti…….. sì……. sì……… va bene, a tra poco.

Cinzia ricomincia ad apparecchiare. Rientra Giulia.

GIULIA Chi era?

CINZIA Un rappresentante di libri….. sai, quelli che una volta ti piazzano l’omaggio, ti prendono il nome e poi non ti mollano più?

GIULIA E come no! Sono micidiali.

CINZIA Sei senza scampo. Piattole, allo stato puro.

GIULIA Un’ora un po’ strana anche per una piattola, però. Che cosa voleva alle dieci?

CINZIA In effetti aveva chiamato oggi pomeriggio: aveva il tuo nome.

GIULIA Il mio? Strano, è un bel pezzo che non compro libri, da un rappresentante, poi!

CINZIA Ha detto che avrebbe richiamato in serata e lo ha fatto: un tipo testardo!

GIULIA Mi sembra comunque un po’ tardi…..

CINZIA Dice che sarà qui in pochi minuti.

GIULIA (alterata) Cosa? Alle dieci di sera? E tu gli hai detto di sì? Ma sei impazzita?

CINZIA Che ti devo dire….. io volevo mandarlo a quel paese… già da oggi pomeriggio…. Ma mi è stato impossibile: ha una parlantina folle….. quasi ti ipnotizza……. È riuscito a convincermi in pochi minuti…… dev’essere un venditore formidabile….. è stato affascinante parlarci. Avrebbe potuto convincermi che la luna è quadrata!

GIULIA Conosco il tipo….. fin troppo bene….. (improvvisamente colpita) Perché hai detto così?

CINZIA Cosa?

GIULIA La luna quadrata.

CINZIA Non lo so….. così, tanto per dire una cosa assurda….perché?

GIULIA Niente. Comunque sei stata lo stesso un’incosciente: ti pare che un rappresentante possa chiedere un appuntamento alle dieci passate? Santo cielo, alle volte mi spaventi: quello potrebbe essere chiunque!

CINZIA Magari un rapinatore, uno stupratore, un maniaco omicida!

GIULIA E perché no?

CINZIA (molto alterata) Di nuovo! Siamo alle solite! Sempre tutto nero devi vedere, vero? Tutto è nero, tutto è male, tutto fa sempre schifo, sempre, sempre, sempre!

GIULIA È la vita che fa schifo, non te ne accorgi? Se uno sconosciuto cerca di intrufolarsi in casa di sera, ti pare che possa essere un rappresentante dalla voce affascinante? Ma fammi il piacere! Se continui così andrai a finir male!

CINZIA Mai peggio di te! Non c’è volta che tu ti lasci prendere dall’ottimismo o dalla fiducia.

GIULIA Sei una pazza irresponsabile! Mi sembra di sentire tuo padre! Mi spieghi come faccio a partire tranquilla, domani?

CINZIA Ma per chi mi prendi? Certo che lo so che in giro c’è gentaglia di ogni tipo, ma ti pare che un rapinatore o altro si farebbe annunciare da una telefonata?

GIULIA Come non li conosci! È un trucco sin troppo evidente!

CINZIA Sì, prendendo di mira un appartamento che sta muro a muro con un commissariato! Lo hai detto tu: te lo sei scelto apposta perché qui non succede mai niente!

GIULIA Comunque non mi fido!

CINZIA E quando mai! Tu non ti fidi, tu non ridi, tu non scherzi, tu non vivi mai, mai, mai!

GIULIA Cinzia!

CINZIA Perché, non è forse vero? Lo credo che vai a lavorare a Natale e ti dimentichi i compleanni!

GIULIA (in crescendo) Non dire così!

CINZIA Sì che lo dico, e lo ripeto! Tu praticamente non vivi.

GIULIA (in crescendo) Non dire così!

CINZIA È come se avessi perso tanti anni fa la metà felice di te stessa.

GIULIA (esplodendo in un pianto isterico) Non mi dire così! Non posso sentirti! NO! NO! NO!

Giulia si abbatte sul divano in preda ad una vera crisi di pianto. Cinzia si spaventa ed accorre presso di lei.

CINZIA Oh Dio, che ti prende? Scusa, non volevo….. ti prego non fare così, calmati!

GIULIA (ancora in lacrime ma non più isterica) Non me lo dire più, ti prego.

CINZIA (scherzando, con voce infantile) No, non lo faccio più. Prometto.

GIULIA (vivace) Non fare così. (più tranquilla) Sul serio: non posso sentirti……. Mi sembra quasi….. di tornare…..

CINZIA Ma cosa dici?

GIULIA (ricomponendosi) Niente, niente…. è che sono stanca…. Non ragiono granché….. e non mi sento neanche troppo bene…

CINZIA Vuoi qualcosa?

GIULIA (padrona di sé) No, no, non preoccuparti….. faccio da sola…. Vado un attimo a rinfrescarmi e vedrai che mi passa tutto.

Giulia esce da destra. Squilla il campanello. Cinzia va ad aprire. Entra Vittorio, sull’età di Giulia. Un tipo allegro e comunicativo.

VITTORIO La signorina sui sedici anni del telefono.

CINZIA Sì, e lei….

VITTORIO La voce della notte. Posso?

Senza attendere risposta, Vittorio entra.

CINZIA Un momento, aspetti….

VITTORIO Se aspetti non trotti e stai fermo, per un attimo eterno, ed aspetti. Vogliamo far mordere la coda al gatto?

CINZIA Il gatto?

VITTORIO Giusta obiezione, ragazza mia: è il cane che si morde la coda per chiudere il cerchio!

CINZIA (preoccupata) Ma lei chi è?

VITTORIO Mi perdoni, mademoiselle… (formale e con un baciamano) Sono il rappresentante stakanovista delle dieci di sera e lei, signorina è….. (rapito) Un’apparizione!

CINZIA Scusi?

VITTORIO Chiare, fresche e dolci acque, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, amor, cui nullo amato amar perdona: i tuoi seni son caprioletti che scendono dalle pendici del Galahad!

CINZIA (spaventata) La prego, se ne vada, è sera tardi…

VITTORIO Paura di me! Niente di tutto questo, sono innocuo: solo un po’ di Petrarca condito con Dante e Leopardi ed un spruzzo di re Salomone…. Giusto per rompere il ghiaccio! Allora, questa fantomatica mamma c’è o non c’è?

CINZIA Sì, però….

VITTORIO Allora si preparino le mostre! (Vittorio appoggia una valigetta sul divano e la apre. Tutti i suoi movimenti sono quelli di un prestigiatore che si prepara al numero di effetto) Tutto un campionario di cultura, noia, allegria e divertimento! Qui la filosofia, là un poco d’arte, quattro disegni ed un fumetto, un pizzico di psicopranomassoterapia paleontologica….. e un’ombra gustosa ed impalpabile di sesso! Comunicazione di massa astrotelematica? Pfui! Solo un libro può questo e ancor di più!

CINZIA (divertita) Ma senti questo…..

VITTORIO Non sentire, non ascoltare, non limitarti a guardare: leggi! …Naturalmente i miei libri!

CINZIA Notevole, però non credo sia il momento…. Forse è meglio che lei torni domani!

VITTORIO Non è il momento? Non è il momento…. Non è il momento! Mai più, ragazza mia! (recitando in modo buffo) Tempus fugit, principessa! Carpe diem! La vita è bella ma è brevissima: ogni momento deve essere buono per qualsiasi cosa si presenti alla tua porta, altrimenti il treno passa, l’occasione sfuma e poi solo anni ed anni di rimpianti!

CINZIA Complimenti: trenta parole e cinque luoghi comuni!

VITTORIO Corretto, piccola, corretto. Ma ne converrai anche tu: detti molto bene!

CINZIA (ridendo suo malgrado) Incredibile…

VITTORIO Giusta osservazione, ma che cosa è più incredibile? Un rappresentante di libri che si presenta alle dieci di sera, una graziosa ragazza che non lo butta fuori a calci, oppure un uomo ancora capace, in questi tempi bui – o tempora, o mores! - di fare il buffone senza vergognarsene?

CINZIA (sempre più divertita) Non è possibile!

VITTORIO Un po’ meno corretto. Forse improbabile, lo ammetto, ma non impossibile. Lascia volare la fantasia, o mia principessa, e nulla, a questo mondo, nulla….

CINZIA ….potrà mai essere impossibile, suppongo!

VITTORIO Corretto!

CINZIA Un altro luogo comune.

VITTORIO (inchinandosi) Pur sempre detto molto bene!

CINZIA Affascinante!

VITTORIO Al tempo, piccola ninfa: non dir così. Non colpire un uomo gratuitamente. Un "affascinante" detto con quegli occhi può ferire a fondo, anche se il tempo tiranno potrebbe farmi essere tuo padre.

Durante la battuta è rientrata Giulia, che rimane basita.

GIULIA Vittorio!

VITTORIO Colpo di scena! Musica drammatica di sfondo! Ragazza mia: io SONO tuo padre!

CINZIA Cosa?

GIULIA (incredula) Vittorio?

VITTORIO Ciao, occhi neri, buon compleanno.

GIULIA (quasi afona) Vittorio…..

VITTORIO (canta un breve jingle) Scherzetto!

GIULIA Scherzetto…. Dopo quindici anni di nuovo quella maledetta parola…. Che ci fai qui?

VITTORIO Un gentiluomo par mio non può dimenticare una promessa, occhi neri (trae dalla valigetta una rosa rossa) Non potevo dimenticare….

GIULIA (prendendo la rosa meccanicamente) …dimenticare…?

CINZIA Dimenticare?

VITTORIO Lezione di italiano, prima liceo. Correva l’anno…. Lasciamo perdere, eh?….. Dante che a trentacinque anni scrive la Divina Commedia e sul margine del Sapegno io che scrissi "Nel mezzo del cammin della tua vita/o Giulia che andrai così sicura/troverai, sulla via da me smarrita….

GIULIA ….una rosa rossa scura scura scura……..

VITTORIO Sapevo te ne saresti ricordata anche tu. Anche se sono passati vent’anni. Auguri, Giulia.

CINZIA Dopo vent’anni….. che romantico!

GIULIA (gelida) Che romantico? Cinzia, questo è quel grandissimo figlio di buona donna che quindici anni fa ci ha piantate in mezzo ad una strada!

VITTORIO (con voce infantile, come Cinzia poco prima) Non lo faccio più. Prometto.

Cinzia involontariamente ride all’espressione comica di Vittorio.

GIULIA Cinzia, ma che fai, ridi? Questo farabutto è uscito di casa quindici anni fa per andare a comprarsi le sigarette e non si è più visto!

CINZIA Le sigarette?

VITTORIO (allargando le braccia) Eh, sì, mi dispiace: (pausa) la scusa più banale che c’era…. Però se pensi che non ho mai fumato in vita mia, un minimo di effetto comico forse ancora ancora….. No?

Cinzia ride di nuovo

GIULIA Non ci credo: dopo quindici anni di silenzio ricominci con le tue buffonate! E quest’altra ci ride pure, ti da anche retta!

VITTORIO Anche tu ridevi, vent’anni fa….

GIULIA E mal me ne incolse! Maledetta me e quando ti ho dato retta! Ma come ho fatto a cascarci?

VITTORIO Non ti ricordi? Perdesti una scommessa.

CINZIA Una scommessa?

VITTORIO Se io fossi riuscito a convincerla che la luna era quadrata, allora lei si sarebbe convinta che dovevamo stare insieme…

CINZIA La luna quadrata…..?

GIULIA Senti, facciamola finita, adesso…..

VITTORIO Finita? Ma se cominciamo solo ora!

Quasi in risposta, squilla il campanello.

GIULIA Ma chi è, adesso?

VITTORIO I primi ospiti della festa!

GIULIA CHI?

VITTORIO Sono le dieci e ventuno…. Dovrebbe essere… (riprendendo a recitare come un clown) Mariella, quella famosa (gesto a mimare un bel seno) per la sorella, quella che stava sempre al tuo fianco….. Giulia! La tua compagna di banco!

GIULIA Cosa?

Squilla il campanello

VITTORIO Minuti ventidue: non può esser che Aldo il Bue. Il Grande Mangiatore…. Assiduo tuo corteggiatore! Uh, guarda è col suo grande avversario: il magrissimo Abatecola Mario!

Squilla di nuovo il campanello

VITTORIO Ventidue e un pezzettino: Adriano Zecchettino. Senza più registro in mano… il nostro professore di italiano! E con lui anche altri docenti… visti oggi sono un po’ meno fetenti!

Il campanello continua a squillare a ripetizione

VITTORIO Lasciate passare le masse: arrivò finalmente anche la classe. Sono tutti qui: la famosa terza B! ….. Ancora, ancora, la marea non si può fermar…. Sono arrivati anche gli amici del bar…. Zitti zitti, piano piano, senza portare i bambini – ché farebbero un effetto strano! - sono arrivati anche gli zii coi cugini! …Ed ancora parenti, amici e semplici conoscenze soltanto per farti le riverenze!…. Chi più ne ha più ne metta: la coda è lunga, fuori che aspetta…. Presto, presto, ancelle, preparate lo scranno: bisogna cantare Buon Compleanno!

Durante la scena, Vittorio ha rivoluzionato la stanza finendo con il porre Giulia su di una specie di tronetto in mezzo alla stanza. Sempre recitando la bizzarra filastrocca, che Giulia ha seguito sbigottita e Cinzia molto divertita, Vittorio ha tirato fuori dalla sua valigetta un proiettore super 8 e un mangianastri.

GIULIA Ma insomma! Si può sapere cosa succede qui?

VITTORIO (facendo il verso ad un presentatore da TV americana e con accompagnamento di musica dal mangianastri) Giulia, questa è la tua vita!

Buio. Il proiettore comincia a proiettare un filmino di Giulia bambina. Si sentono molte voci come di gente che entra e festeggia.

SIPARIO

Secondo atto

Scena: la stessa. È giorno e la stanza è molto più illuminata. Regna un disordine totale. Il divano in particolare è ricoperto di lenzuola ed abiti alla rinfusa Tutto l’insieme dà un’idea più di allegria rispetto al primo atto.

Entra Cinzia con i libri sotto il braccio. È vestita di colori vivaci. Si ferma e si guarda attorno con aria sconfortata.

CINZIA Ancora! Gli è bastata una serata! E da stamattina non ha smosso un capello! Non è possibile! (chiama) Papà, papà!

Cinzia poggia i libri e si guarda intorno sempre più sconfortata.

CINZIA Uscito! Ovviamente. E adesso mi tocca risistemare tutto di nuovo!

Cinzia comincia a riassettare la stanza.

CINZIA Ma come fa? È incredibile come riesca da solo a fare tanto casino! (tira su da terra un reggiseno) Da solo? Che tipo! E guarda la cucina…. (va verso la cucina) Che disastro! E scommetto che… (guarda nel frigorifero) Vuoto! Non è possibile…. I piatti! Uno, due… quattro, sei…. Nove! (riconsidera il reggiseno) Decisamente non è stata una serata romantica! Qui c’era un esercito! ….E adesso da dove comincio?

Cinzia si guarda attorno poi punta con decisione verso il divano.

CINZIA Il divano! È assolutamente inguardabile!

Cinzia comincia a togliere roba dal divano quando improvvisamente da sotto il mucchio salta fuori Vittorio.

VITTORIO Scherzetto!

Cinzia fa un salto spaventata.

CINZIA Papà! Ma che diavolo!?!

VITTORIO Diavolo o angioletto, piccolo scherzetto!

CINZIA Ma ti pare il modo!

VITTORIO L’hai presa male… (infantile) Non lo faccio più, prometto!

Cinzia lo guarda un attimo poi si mette sommessamente a ridere.

VITTORIO Oh, così mi piaci, principessa!

CINZIA Che matto che sei….. ma senti un po’: si può sapere cosa hai combinato qui ieri sera?

VITTORIO Uh, sapessi! Un party fantastico! Peccato che non c’eri!

CINZIA (ironica) Davvero un peccato! Figlio di buona donna…

VITTORIO (con sussiego) Lascia stare la nonna, ti prego!

CINZIA Com’è che era? "Cinzietta cara, guarda che sorpresa: ho i biglietti per il teatro…. Peccato che io non possa: ho tanto mal di testa…."

VITTORIO Uh, terribile! Una cosa da non capire più nulla… Ho solo chiamato qualche amico per fare quattro chiacchiere tranquille….

CINZIA (agitando il reggiseno) Si, eh?

VITTORIO Cinzia, ti prego, non pensare male! Sono un gentiluomo, io: non farei mai certe cose in casa tua e di tua madre, soprattutto in sua assenza!

CINZIA Mh, mh…

VITTORIO Dico sul serio, per una volta…. Quello è di Armando!

CINZIA Di chi?

VITTORIO Un amico… con un mestiere difficile.

CINZIA (guardando il reggiseno) Un mestiere….. difficile…..?

VITTORIO Ma che hai capito? Fa il rappresentante di merce varia….

CINZIA Merce varia?

VITTORIO Sì insomma, hai mai visto quei tipi che girano per i paesi col furgoncino?

CINZIA Un venditore ambulante!

VITTORIO Come ti pare…. C’era lui, Ciccio Pagliaccio…. (muovendosi fa suonare un fischietto e si cava da sotto il sedere un naso finto da clown che subito indossa)…. Appunto! …. E poi Mohamed il fisarmonica, il Mago Chiromante Alessio e il vicecommissario Carli…. Simpatico: canta molto bene!

CINZIA Certo che ne conosci di gente strana…. Il dottor Carli? E lui che c’entra?

VITTORIO No, è che era salito perché facevamo un po’ di confusione e poi è rimasto! Un ragazzo simpatico… e poi così in gamba…. Pensa: laurea e concorso a soli venticinque anni…..

CINZIA (d’istinto)… ventiquattro a settembre….

VITTORIO Tana per Cinzia!

CINZIA (arrossendo) Papà! Per favore!

VITTORIO Tana, tana, tana…. È carino, vero?

CINZIA Ti prego! Non dire sciocchezze!

VITTORIO Andiamo, piccola…. Perché non vuoi fare un po’ di confidenze al tuo vecchio padre? Chissà quanto ne parlate con la mamma……

CINZIA Sì, figurati! Mamma! Nemmeno se n’è accorta……

VITTORIO (trionfante) Tana tanissima! Acqua, fuocherello, fuocone!

CINZIA Ti odio!

VITTORIO Va bene, va bene… non ne parliamo più. Certo però che sei suscettibile forte!

CINZIA Scusami, è che è stata pesante a scuola, oggi.

VITTORIO Pesante? Ma se vai benissimo… a parte latino, voglio dire…. E poi hai degli insegnanti così simpatici!

CINZIA A proposito…. Ma che ti è saltato in testa? Sei qui da dieci giorni e sei andato a parlare con tutti gli insegnanti tutti i giorni!

VITTORIO (candido) Perché, è troppo?

CINZIA Troppo? Non ne possono più! Hanno detto che se rivedono la tua faccia mi bocciano!

VITTORIO Che esagerati! Solo per qualche scherzetto….

CINZIA Scherzetto? Cos’hai combinato? No, non me lo dire!

VITTORIO Eppure quel Zuliani con la coda non sta poi così male…..

CINZIA Latino! Non dire altro, ti prego!

VITTORIO Va bene, va bene….

Cinzia continua a cercare di fare ordine

VITTORIO Che c’è per pranzo?

CINZIA Prego?

VITTORIO Beh, sono quasi le due e pensavo…….

CINZIA Hai fatto fuori tutto il frigorifero e adesso chiedi il pranzo?

VITTORIO Cinzia, quanti anni hai?

CINZIA Sedici. Quasi diciassette.

VITTORIO Sicura? Mi pare di risentire mia madre….. (infantile) Scusa mammina, non lo faccio più, prometto!

Cinzia scoppia a ridere per l’espressione buffa.

CINZIA Che buffone! Comunque per il pranzo ci sarà qualche problemino.

VITTORIO Ma no, in fondo al frigo c’è rimasta una torta salata. Prendila, che io cerco di fare un po’ di posto.

Cinzia va al frigorifero mentre Vittorio crea un minimo di spazio sul bancone della cucina. Cinzia ritorna con la torta.

VITTORIO Oh, bene! Fa tu le parti.

Cinzia taglia la torta, la guarda sbigottita poi ne tira fuori un calzino maleodorante.

CINZIA O questo?

VITTORIO Torta salata all’aroma….. di formaggio! Scherzetto!

Mentre Vittorio ride, Cinzia lo guarda molto storto.

VITTORIO Scherzetto….. non riuscito, mi sa.

Cinzia continua a fissarlo.

VITTORIO Corretto. Scherzetto non riuscito.

Cinzia si alza lentamente.

VITTORIO Figliola alterata.

Cinzia si avvia verso l’uscita di destra

VITTORIO Figliola offesa.

Cinzia arriva quasi all’uscita, si ferma e si volta

VITTORIO Figliola….?

CINZIA (glaciale) Quando è troppo è troppo!

Cinzia esce. Si sente sbattere una porta.

VITTORIO Figliola incazzata come un picchio. Alle volte mi ricorda sua madre in un modo…. Mi sa che sarà il caso di farsi perdonare….

Vittorio solleva un mucchio di stracci mostrando un carrello colmo di piatti e vivande. Canticchiando prepara un desco per due che poi ricopre con una tovaglia.

VITTORIO Cinzia! Cinzia, scusa puoi venire un attimo di qua? (pausa) Dai, Cinzia, mi serve un favore, su…..

Cinzia rientra molto sulle sue.

VITTORIO Cinzia, scusa, secondo te con les escargots è meglio il vino bianco o un rosato delicato?

CINZIA Che fai, sfotti?

VITTORIO No, è che volevo essere sicuro…(con gesto teatrale scopre la tavola) …di non aver commesso altri imperdonabili errori!

Cinzia rimane di sasso, poi piano piano comincia a ridere.

CINZIA Che disgraziato…. È stata tutta una finta, vero? Hai creato tutta la scena per farmi arrabbiare e creare il colpo di scena eh?

VITTORIO Eh, beh, che devo dire se non….

CINZIA Scherzetto?

VITTORIO Scherzetto. A tavola, dai, che oggi c’è da festeggiare alla grande!

Si mettono a tavola

CINZIA Festeggiare? Anche oggi? Che ti sei inventato adesso? Ogni giorno ce n’è una nuova…. Di chi sarebbe il compleanno, oggi?

VITTORIO Delle tue scarpe. Delizioso questo caviale, vero?

CINZIA Delle mie scarpe?

VITTORIO Ma sì, lo ricordo benissimo: era pochi giorni prima che tu compissi un anno: giusto il 23, come oggi. Tua madre era a lavorare ed io stavo in cucina. La nostra casa di allora aveva un lungo corridoio, lungo lungo da non crederci: era quasi più corridoio che stanze, quella casa…. Tu stavi nel box in camera da letto e, non ci crederai, riuscisti a fare un buco nella rete e ad arrivare in cucina, tutta da sola e camminando! Fu la prima volta che camminasti! Il giorno stesso ti comprammo le prime scarpine di cuoio….. Queste qui!

Vittorio estrae di tasca un paio di vecchissime scarpine e le porge a Cinzia.

CINZIA Proprio queste?

VITTORIO Loro in persona.

CINZIA Ma come fai a ricordarti tutte queste cose?

VITTORIO È la prerogativa dei genitori, ricordare….

CINZIA Non di tutti…..

Cinzia rimane in silenzio a guardare le scarpine, poi tira su di naso e si asciuga una lacrima.

VITTORIO (con voce inaspettatamente seria) Cinzia?

CINZIA Sì?

VITTORIO Quelle scarpette….

CINZIA Sì?

VITTORIO Le ho trovate questa mattina nella toletta di tua madre. Accuratamente nascoste, ma perfettamente conservate.

Cinzia rimane in silenzio a guardare le scarpette visibilmente commossa. Dopo un attimo di imbarazzo, Vittorio rompe l’impasse tornando il solito di sempre.

VITTORIO Allora, principessa, terminata la consumazione delle uova di storione cresciuto nel Mar Nero, possiamo passare alla seconda entrée…. Escargots!

CINZIA Quelle del vino?

VITTORIO Precisamente ma chérie…. Et voilà!

CINZIA Ma sono lumache! Che schifo!

VITTORIO Deboluccia sia in francese che in alta gastronomia, debbo rimarcare!

CINZIA Non pretenderai di farmi mangiare quei…. molluschi!

VITTORIO Lascia che te ne parli per cinque minuti e…..

CINZIA Ah, no! Non aprire bocca! Ormai ti conosco e non voglio sentirti! Se no va a finire che me li mangio davvero…. tu e la tua luna quadrata!

VITTORIO (nostalgico) La Luna Quadrata……. Come fai a saperlo? Ah, sì, la sera della festa!

CINZIA Senti, me la racconti tutta la storia?

VITTORIO La storia…… Avevamo quindici anni, tua madre ed io. Eravamo compagni di scuola. Io ero il buffone della classe, ovviamente. Sfottevo i professori, facevo battute su tutti, andavo malissimo, ero una fucina di scherzi ed ero stracotto di Giulia.

CINZIA Mamma?

VITTORIO Sì. Lei era… come dire…. Il genio della classe. Bravissima, serissima, impegnatissima nella politica, rigorosissima nel vestire….

CINZIA Era tutta "issima"!

VITTORIO Sì, ma soprattutto era bellissima. Quegli occhi neri, così neri che a guardarli ti sembravano di mille colori…. Ovviamente non poteva nemmeno vedermi: ero lo sciocco, la negazione di ogni suo ideale…. l’inutile del mondo, mi chiamava.

CINZIA E tu?

VITTORIO Io? La marcavo stretta, ma lei niente di niente…. Finché una volta mi riuscì finalmente di farla ridere…. E rise, rise, rise fino allo stremo delle forze. Probabilmente quella sera rise tutto quello che non aveva mai riso fino ad allora.

CINZIA E vi metteste insieme.

VITTORIO No, diventammo amici. Amici grandi, ma a me non bastava e non mi arrendevo mai.

CINZIA E poi?

VITTORIO Fu durante una lezione di filosofia. Lei ovviamente era una razionalista pura e dura e litigava sempre con il professore, che invece era più incline a speculazioni più ardite… metafisiche… bizzarre… un po’ fantasiose, magari, era completamente folle… Finita che fu l’ennesima discussione, io le dissi che secondo me il professore aveva ragione e le proposi la Scommessa.

CINZIA La Scommessa?

VITTORIO Se le avessi dimostrato una cosa assurda, che la Luna era quadrata, lei avrebbe fatto la cosa che riteneva più assurda per se stessa: si sarebbe messa con me.

CINZIA E come ci riuscisti?

VITTORIO La portai a guardare la luna nel pozzo. Non mi guardare con gli occhi vuoti, all’epoca erano ancora raggiungibili vecchi casali con il pozzo in mezzo all’aia. La portai in uno di questi e le dissi di guardare l’immagine della Luna riflessa nell’acqua. Poi gettai una pietra nel pozzo.

CINZIA E allora?

VITTORIO (quasi in trance) Guardala ora, la Luna. Guardala, occhi neri! Il sasso nell’acqua l’ha rotta, non è più tonda come una ruota. L’immagine che vedi non ha più forma, è cangiante, ogni istante diversa e dunque perché non quadrata? Guardala ora, la Luna, occhi neri, e vedila quadrata…. per me!

CINZIA (trattenendo il respiro) E lei?

VITTORIO Chiuse gli occhi, poi li riaprì, mi guardò e mi disse: "la Luna è quadrata"….. Quella sera, nel granaio abbandonato, facemmo l’amore per la prima volta.

CINZIA Bello….. ma senza senso!

VITTORIO Se tu sei qui, un senso deve averlo avuto….

CINZIA Non capisco… perché mamma vide la luna quadrata? Tu stesso hai detto che quell’immagine era informe, che quella luna nel pozzo poteva avere qualsiasi forma….. Perché proprio quadrata?

VITTORIO Perché in fondo in fondo era lei che voleva vederla quadrata, doveva solo capirlo.

Cinzia sospira. Pausa. Vittorio si scuote come da un sogno.

VITTORIO Oh, ma che succede qui? Piccola vigliacca, mi hai fregato! Mi fai fare la figura dello stupido sentimentale, eh? Che tempi! Non c’è più rispetto per i vecchi padri! Forza forza: se non vuoi les escargots, passiamo direttamente al foie gras… fegato d’oca. In fretta, se no l’anatra all’arancia si fredda.

CINZIA Ma quanta roba hai comprato?….. E soprattutto, con che l’hai comprata?

VITTORIO I soldi nel cassetto… me lo hai detto tu che erano per la spesa.

CINZIA I soldi di mamma! Oh, Dio!

Cinzia corre al tavolino del telefono ed apre un cassetto.

CINZIA Finiti! E adesso cosa dico a mamma?

VITTORIO Che li hai spesi…. I soldi servono a questo.

CINZIA Mi aveva lasciato il doppio di quanto doveva servirmi……

VITTORIO Le preoccupazioni fanno venire il mal di fegato…. Carpe Diem…. Guarda me.

CINZIA E ti guardo sì…. In dieci giorni hai portato la rivoluzione!

VITTORIO I dieci giorni che sconvolsero il mondo….. Come Lenìn!

Cinzia lo guarda male

VITTORIO Era solo…. uno…. scherzetto?

CINZIA Papà, stavolta…..

VITTORIO Ho capito, stavolta l’ho fatta grossa. Vedremo di rimediare.

CINZIA Rimediare a che? Ormai…..

VITTORIO Oh, dai ci penseremo…. Piuttosto, c’è un filino di caffè?

CINZIA COSA?!?

VITTORIO Ho capito…. Me lo vado a prendere al bar….

Vittorio esce. Cinzia rimane attonita.

CINZIA Certe volte è proprio impossibile….. Mah….. vediamo di rimettere un poco in ordine, ché è tardi…. Oh, Dio! La ricerca! Ho solo mezz’ora… e devo preparare i libri!

Cinzia esce da destra. Dalla porta di ingresso entra Giulia, che resta allibita di fronte alla confusione.

GIULIA Ma che diavolo.......? È assurdo........ Ma guarda che roba...... Ah, ma mi sentirà, uh se mi sentirà!

CINZIA (da fuori) Mamma? Sei tu?

GIULIA Sono io, sì!

Entra Cinzia.

CINZIA Mamma! Come sono contenta! Sei tornata prima!

GIULIA Un giorno in anticipo..... giusto in tempo per scoprire quello che mi combini! Credevi che tornassi domani, vero? Mi avresti fatto trovare tutto pulito, tutto in ordine, tutto perfetto eh?!

CINZIA Ma che.... domani sarebbe stato anche peggio!

GIULIA Cosa? Ma che faccia tosta!

CINZIA D’altra parte è una partita persa in partenza, lo sai meglio di me..... dopotutto lo conosci da molto più tempo!

GIULIA Lo conosco...... chi?

CINZIA Ma come, chi? Papà.

GIULIA Tuo padre? Vittorio è qui?

CINZIA Ma dai che lo sai benissimo..... È tornato il giorno dopo la festa e si è trasferito qui per non farmi star sola.... mi ha detto che eravate d’accordo....

GIULIA (tra se) Figlio di buona donna.... (a Cinzia) Senti, Cinzia, io e te dobbiamo parlare....

CINZIA Magari, mamma! Ho un sacco di cose da raccontarti.... ma ora proprio non posso: devo scappare a scuola per una ricerca di filosofia..... ci vediamo stasera! Ciao mamma!

Cinzia esce.

GIULIA Bugiardo. Maledetto bugiardo....

Entra Vittorio

VITTORIO Uh, guarda: occhi neri. Ciao, Giulia... non ti aspettavamo, oggi.

GIULIA E invece sono qui. Rotte le uova nel paniere, eh? Brutto delinquente, cosa hai intenzione di farle?

VITTORIO (recitando) Aria di procella, tempesta in arrivo, tuoni fulmini e saette.....

GIULIA Basta! Non puoi scherzare per sempre! Soprattutto se di mezzo può andarci Cinzia! Si può sapere che intenzioni hai? Dopo quindici anni di silenzio non solo ti presenti come un ladro nella notte, ma ti installi in casa mia con un trucchetto di bassa lega!

VITTORIO Aaah, è solo per questo..... per quella piccola bugia!

GIULIA Piccola? Piccola? Sono stata dieci giorni nella convinzione che mia figlia se ne stesse tranquilla, al sicuro, in casa…. Ho persino rinunciato a telefonarle per non farle pensare che non mi fidavo di lei….. ed invece oggi vengo a sapere che è stata sempre con te? A costo di perdere il lavoro, non sarei nemmeno partita, se solo avessi sospettato una cosa del genere!

VITTORIO Mi fai sentire Barbablu, occhi neri.

GIULIA Non mi chiamare così! Dopo quello che mi hai fatto dovrei starmene tranquilla e vederti rovinare mia figlia?

VITTORIO Rovinare? Ma se è un fiorellino!

GIULIA Stammi a sentire: ho sputato sangue quindici anni per tirarla su, per non farle mancare niente… per non farle sentire l’assenza di un padre irresponsabile, ed oggi tu non puoi capitare qui come un turista di passaggio e rovinarle la vita. Dio solo sa quello che deve aver sopportato per la tua assenza e adesso le piombi tra capo e collo tu per scombussolarle la vita!

Rientra Cinzia di corsa.

CINZIA Che stupida…. Proprio il testo di filosofia….. Scusami tanto mamma ma il ricerca è troppo importante…. Papà! Poi dobbiamo finire il discorso sul cassetto….

VITTORIO (battendosi la mano sulla tasca) Tranquilla, principessa: è tutto sistemato!

CINZIA Ci avrei giurato….. Che ti sei inventato?

VITTORIO Nulla…. perché nulla è accaduto…

CINZIA Non me lo dire……

VITTORIO Sì te lo dico……

CINZIA E

VITTORIO Scherzetto!

CINZIA Sei proprio impossibile! Ciao, ciao.

Cinzia dà un bacio a Vittorio, poi a Giulia ed esce.

VITTORIO Per essere una ragazza scombussolata…..

GIULIA Quella non è Cinzia. Cinzia non ha mai canticchiato andando a scuola…. Cinzia non veste nemmeno così… quella è il prodotto di dieci giorni delle tue chiacchiere, venditore di fumo!

VITTORIO Sul vestire in effetti devo dire che sono arrivato proprio in tempo: con un fisichino come il suo dovresti badare un po’ di più al suo guardaroba…. Voglio dire….. come si conciava prima: è uno spreco! Ci vorrebbe però ancora un pizzico di fantasia…. Domani me la porto in giro al centro e……

GIULIA Ecco, ecco cosa stai facendo…… me la stai rintronando con le tue stronzate…. Le conosco bene, io: quante me ne hai fatte bere…. Tu stai recitando la parte del buon papà per relegare me nei panni della perfida strega rompiscatole e portarmela via…. E figurati quella….. ci sta, eccome se ci sta….. È facile imbonire una ragazzetta con le tue belle parole infarcite di idiozie affascinanti….. la fantasia…. I tuoi scherzetti imbecilli….. il prendere in giro il mondo intero…. "Lascia stare la mamma: quella stronza parla solo di fatica, di sudore, di soldi, di quanto la vita è una merda…"

VITTORIO Che linguaggio, per una signora, occhi neri….

GIULIA (urlando) Ti ho già detto di non chiamarmi così! (pausa) Sta bene, carte in tavola. Vuoi prenderti Cinzia, questo è evidente….. Sentiamo cosa hai da offrirle.

VITTORIO Guarda che non so di cosa parli.

GIULIA Non traccheggiare oltre. Allora, su, sentiamo: qual è la tua zona? Che portafoglio clienti hai? Hai contatti con le scuole oppure ti limiti al porta a porta? Hai un piano di vendita telefonica prestabilito o peschi a casaccio nell’elenco? Chi è il tuo referente editoriale?

VITTORIO Occhi neri, cominci a preoccuparmi…. Dici parole senza senso…..

GIULIA Sei o no un rappresentante di libri?

VITTORIO Aaah, quello….. ma no, era solo un trucchetto per poterti organizzare la festicciola!

GIULIA Nemmeno questo….. ma insomma, che fai per vivere?

VITTORIO Per vivere mi limito ad essere me stesso e godermi la vita…… ma se intendi come mi procuro da mangiare ebbene…. sono attore.

GIULIA Sì, domani. E chi ti ha mai visto in Tv o a teatro?

VITTORIO Non mi dire che tu vai a teatro!

GIULIA (in contropiede) No…. Ma che vuol dire…. Mi tengo informata!

VITTORIO Comunque io sono attore. Anzi, ho battuto tutte le principali piazze d’Italia e anche all’estero!

GIULIA Ma fammi il piacere! E quali piazze?

VITTORIO Beh…. A Parigi mi conoscono bene a Place du Tertre a Montmartre, a Milano ho avuto eccellenti successi sia a piazza Scala che al Duomo…. Piazza delle Erbe a Verona…. Qui a Roma, poi, ho tenuto cartellone sempre a piazza Navona… una volta anche per quarantadue giorni di seguito!

GIULIA Un accattone….. tu sei un pagliaccio da strada, un vagabondo accattone!!!

VITTORIO (serio) No, Giulia. Questo non lo permetto neanche a te. In vita mia non ho mai ricevuto un centesimo senza dare qualcosa in cambio. Ho sempre lavorato e non ho mai dormito una sola notte all’addiaccio. Non puoi chiamarmi accattone. Artista di strada, questo sì.

GIULIA Comunque resti sempre un fallito.

VITTORIO No, mia cara. Forse tu non lo sai, ma ho vinto tre volte il festival del teatro di strada in Olanda. A Londra mi è capitato che comitive di turisti mi cercassero a Trafalgar su indicazione delle agenzie di viaggio. Qui in Italia sono due anni, da che fui intervistato dalla Rai, che una tv privata mi offre un contratto. Io non sono un fallito: la strada è la mia scelta, libera e responsabile.

GIULIA Responsabile! Detto da te è…. è….. è la battuta più divertente che abbia mai sentito! Sei tanto responsabile che pure vivendo sulla strada vorresti portarci tua figlia!

VITTORIO Ma chi ti ha messo in testa questa idea?

GIULIA Ah, non è così? E allora perché, in nome del cielo, sei piombato qui a rintronarla con le tue chiacchiere…. Hai trovato terreno fertile, vero…. Quell’altra disgraziata…. Già era un critica continua…. E stacca la spina… e facciamo un viaggio…. E c’è la gita con la scuola….. e il muso se torno tardi…. Figuriamoci ora, con il buon papà… è proprio figlia tua, maledizione!

VITTORIO Curioso… in questi dieci giorni mi è parsa tanto figlia tua.

GIULIA Che vuoi dire?

VITTORIO Papà, i calzini sporchi…. E non fare tanto disordine….. Non puoi far festa tutti i giorni, che diamine! Ancora amici per casa…… Perché ogni tanto non metti un po’ i piedi per terra….. Non puoi scappare sempre dalle preoccupazioni e dalle responsabilità! …..Alle volte mi pareva di sentire te!

GIULIA (improvvisamente spaventata) Non cercare di vendermi un’altra delle tue storielle!

VITTORIO Giulia…. Occhi neri…. Ma perché hai tanta paura?

GIULIA Paura….. io?

VITTORIO Sì, tu muori di paura, altrimenti non cercheresti di proteggerti in modo così selvaggio azzannando sempre e comunque tutto e tutti: me, Cinzia, il mondo intero….. Di che hai paura… di essere felice e poi di non esserlo più? …..Perché hai paura di me? Lo sai benissimo che non potrei mai portarti via Cinzia…. Non è che hai paura che Cinzia possa desiderare di cominciare a vivere e scompaia nel nulla, come ho fatto io tanti anni fa?

GIULIA Perché lo hai fatto?

VITTORIO Fosti tu a mandarmi via.

GIULIA Io!

VITTORIO Giulia, tu ed io siamo metalli puri, senza equilibri e senza compromessi. Io ho sempre voluto vivere senza preoccuparmi di sopravvivere, tu hai sempre badato a sopravvivere rinunciando a vivere. Tu eri il forte ed io il debole: alla lunga avresti vinto tu. Dovevo andarmene.

GIULIA E ora che sei tornato perderò anche Cinzia.

VITTORIO Ancora! Lo vuoi capire che io a Cinzia non ho fatto o detto niente? Lei è quel medaglione di cui noi siamo le due facce contrapposte! In lei, e solo in lei noi due abbiamo trovato il nostro equilibrio! Con te lei diventa me con la mia ansia di vivere, con me diventa te con la tua preoccupazione di sopravvivere. Io sono tornato dopo quindici anni e lei non mi ha rinfacciato nulla, mi ha accettato subito per quello che sono. Io non l’ho mai perduta così come non la perderai tu, anche quando andrà in America.

GIULIA In America? E tu che ne sai dell’America?

VITTORIO Tombola! Ho rovinato la sorpresa: Cinzia è la volta che mi ammazza!

GIULIA Rispondi: che ne sai dell’America?

VITTORIO Me ne hanno parlato i professori…. È brava Cinzia a scuola!

GIULIA Sei andato a parlare con i professori? Anche questo hai fatto per fregarmi!

VITTORIO Alle volte il tuo astio ti fa raggiungere vette di irrazionalità notevoli: peccato che il vecchio Rossi di filosofia sia morto, si sarebbe divertito a sentirti sparare certi assiomi!

GIULIA Piantala, pagliaccio: che hai combinato con l’America? Già Cinzia non ne aveva voglia, ma adesso figuriamoci…..

VITTORIO Cinzia parte per Boston fra quindici giorni.

GIULIA Cosa?

VITTORIO (sillabando) Cinzia parte per Boston fra quindici giorni.

GIULIA Non mi ha detto niente…..

VITTORIO Voleva farti una sorpresa domani a cena.

GIULIA Ma come….. ho passato mesi a dirle quanto era importante per lei senza riuscire a convincerla….

VITTORIO L’hai convinta, perfettamente, di quanto sia importante per il suo futuro lavorare duro questi tre anni e cogliere un’occasione così unica.

GIULIA Ma allora perché non voleva partire?

VITTORIO Erano i tre anni che la spaventavano. Temeva di perdere tre anni di vita, i più belli. È bastato parlarle del fascino del Viaggio… di un viaggio così… raccontarle di come sono Boston, Philadelphia, New York… parlarle della sensazione che dà sulla pelle la libertà e la paura le è passata. Ha deciso in quattro minuti e sei decimi, dopo. Cronometrati. Un record.

GIULIA Cinzia va in America….

VITTORIO Mi mancherà……

I due restano un attimo silenziosi senza guardarsi.

GIULIA Vittorio?

VITTORIO Sì?

GIULIA Se non era per portarmi via Cinzia…. Perché sei tornato?

VITTORIO Per te, occhi neri.

GIULIA Cosa?

VITTORIO Sono quindici anni che ogni notte sogno quel granaio…..

GIULIA Stammi lontano, chiaro?

Vittorio prende una pentola e si avvicina a Giulia. Vi getta dentro un ninnolo preso sul tavolo.

VITTORIO Guarda la Luna, occhi neri! Il sasso nell’acqua l’ha rotta, non è più tonda come una ruota. L’immagine che vedi non ha più forma, è cangiante, ogni istante diversa e dunque perché non quadrata? Guardala ora, la Luna, occhi neri, e vedila quadrata…. per me!

Giulia con un colpo fa volare la pentola.

GIULIA Basta! Cosa intendi fare? Già una volta mi hai fregata e ho dovuto passare poi quindici anni senza di te… Quindici anni! No, un’altra volta no… La Luna Quadrata! La Luna nel Pozzo! Soltanto una lampadina in una pentola: stavolta non mi freghi!

VITTORIO Luna o lampadina, basta volerlo, occhi neri……

Vittorio si avvicina a Giulia

GIULIA Non ci provare nemmeno…

VITTORIO Buffo! Come a scuola: stesse parole, stesso tono….

GIULIA Non siamo più a scuola.

VITTORIO (infantile) Possiamo giocare a far finta?

GIULIA Non mi freghi più. (fredda) Vattene, non voglio più vederti in vita mia.

VITTORIO Mi conosci: credi che rinuncerò?

Giulia lo guarda a lungo negli occhi

GIULIA No, non credo.

VITTORIO E hai ragione.

Giulia va al telefono.

GIULIA Sta bene. (forma un numero) Pronto? Sono la signora Giulia del primo piano…. Buona sera agente… sì bene, grazie. C’è il dottor Carli? …Ah, capisco……. No, preferirei parlare con lui…….. è per una denuncia per violazione di domicilio, falso ideologico a danno di minore e…. (apre il cassetto) furto…….. no, preferirei parlare con il dottor Carli: è una faccenda un po’ delicata. …Grazie, attendo la chiamata… mi raccomando: appena rientra! (attacca il telefono) Una buona idea: dovevo pensarci vent’anni fa.

VITTORIO È inutile, Giulia: non ci credo. Tu non sei capace di fare una cosa del genere.

GIULIA No? E perché? Aspetta, fammi indovinare: non posso farlo perché ti ho voluto bene? È perché ti ho voluto bene che lo faccio: ti ho voluto bene per vent’anni e quindici li ho passati da sola! Oppure non posso farlo per via di Cinzia? Lei parte fra pochi giorni: avrà tempo e modo di dimenticare. Oppure non posso farlo perché so che tu, chiuso in una cella, moriresti in pochi giorni? Perché e così, vero? La tua libertà è troppo preziosa, per te! Lo so bene: ti conosco ed è per questo che lo faccio!

VITTORIO Non credevo mi odiassi fino a questo punto. …..Una volta riuscii a farti ridere, ti ricordi? Ridere fino allo stremo. Ora tocca a te non farmi ridere più.

Squilla il telefono.

GIULIA Pronto? …..Buona sera, dottor Carli, come va?…….. Di partenza? ……Ah, in vacanza!…… Un mese! …….E dove va di bello? ……….Stati Uniti? Boston? Curioso, ci va anche mia figlia…….. Piuttosto, dottor Carli, l’avevo fatta cercare……… ah, le hanno detto…… sì……… sì………… no (pausa) è stato un falso allarme…………. Sì, esatto, anzi, mi scusi…………. La ringrazio……… Buona sera………… E buon viaggio!

Giulia riattacca. Vittorio la guarda a lungo.

VITTORIO Giulia…..

Giulia gli volta le spalle

VITTORIO Giulia!

Giulia non si muove

VITTORIO Giulia?

Giulia rimane immobile

VITTORIO Giulia… ho capito.(si avvia verso la porta poi ritorna indietro poggiando sul tavolino qualcosa tratto di tasca) I soldi… non sono un ladro, era solo uno…

Giulia lo fulmina con uno sguardo

VITTORIO Come non detto, non lo dirò più… Addio, occhi neri.

Vittorio si avvicina alla porta per uscire

GIULIA Vittorio!

VITTORIO Sì?

Giulia improvvisamente fa una piroetta, canta un jingle e si volta verso di lui.

GIULIA Scherzetto!

SIPARIO