La magana

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LA MAGANA DUE

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LA  MAGANA

DRAMMA FAMILIARE

in

tre atti

di

KramerMoggia

  Socio S.I.A.E.: autori n° 88397 – 31/12/ ’89 qualità D.O.R. autore parte letteraria

26041 CASALMAGGIORE ( Cremona) Via Cairoli, 93 tel, 0375 41110 cell. 3396821681 

Kramer33@alice.i

Ogni riferimento a persone, situazioni familiari, anche se comuni nella  terra in cui l’azione scenica si svolge,  sono puro frutto della fantasia dell’autore, senza alcun riferimento alla realtà. 

Questo copione è stato tratto da un breve racconto-  dal quale traspira un gran sentimento- con titolo “ LA MAGANA” di Aldo Sarzi Braga. Il racconto è reale. Naturalmente per giungere ad un copione teatrale si è dovuto ricorrere alla fantasia dell’autore, ma molti fatti raccontati sono veramente accaduti. I nomi dei personaggi, molto spesso corrispondono a persone veramente vissute, giusto per dare una parvenza di realtà, ma comunque sono da ritenersi “ impersonali”.

PERSONAGGI:

Formis    Ennio    barcaiolo e sabbiaiolo.

               Maria    sua moglie

               Luigi      suo figlio

               Emma     sua nuora

               Poldo      suo figlio

               Anna       sua nuora

             Ciro         un amico

             Olga        una amica

LUOGO:         città sulla riva sinistra del Po

EPOCA:         Seconda guerra mondiale. Estate ‘44

SCENOGRAFIA:    Cucina rustica:  sul fondo credenza.Parete destra: camino  e finestra. Parete sinistra: porta. Tavolo con qualche sedia,fascina di legna al lato del camino, porta catino e brocca, specchio sulla destra e appendi tegami, cucina economica, radio.

TRAMA: Questo è un fatto reale, accaduto sulle rive del PO nell’ultima parte della seconda Guerra Mondiale. Dopo tanto desiderare, con il premio ottenuto per il ritrovamento di un “teschio preistorico” sulla spiaggia del fiume, una famiglia di “sabbiaioli”può comperare la Magana che un  bombardamento affonda. La famiglia cade nella disperazione. Ogni sogno è perduto.

La “ MAGANA” era una barca per il trasporto di sabbia.

I “sabbiin” sono scomparsi da molti anni,dalla seconda guerra mondiale. Prima di allora, lungo la sponda del nostro Po vi erano tre spiazzi chiamati “piarde”, usate come deposito della sabbia e ghiaia cavata dal fiume.

Il mezzo principale di questo lavoro era un barcone che serviva per il trasporto del materiale e veniva chiamato “MAGANA”. La magana era lunga dai 10 ai 15 metri e fonda circa un metro e mezzo. Per la sua fabbricazione si preparava uno scheletro di travetti attorno a cui si erano applicate assi di legno dolce curvate a caldo, tenute ferme con grossi chiodi. Le calafature sul fondo e fra le assi venivano effettuate con pece, stoppe e catrame. Al centro della barca era fissato un palo verticale che serviva per”l'alloggio”, cioè il traino senza carico e contro corrente. Ogni magana, aveva un nome, come “cigno, sirena, gioconda”,e sul timone era dipinta una figura attinente al nome.

Non tutti i sabbiaroli possedevano un cavallo ed in tal caso il lavoro doveva essere effettuato tutto dagli uomini che, legati a delle corde, trasportavano dalla riva la barca contro corrente, per chilometri fino al giacimento. Arrivavano anche fino a Cremona, dove si procuravano la ghiaia, che aveva un prezzo più elevato della sabbia.

La sabbia, che si trovava nelle vicinanze, veniva caricata sulla magana, con pale e barelle. Finalmente, prima del ritorno, i sabbiaroli si concedevano un breve e meritato riposo, pranzando con pane o polenta, stracchino, mortadella. Il ritorno alla piarda era svolto da tutto l'equipaggio: la pesante barca, colma di sabbia, doveva essere staccata dalla riva a forza di remi e con l'aiuto di un'altra imbarcazione più piccola.

Per scaricare il contenuto della magana venivano usate le passerelle su cui i sabbiaroli trasportavano le barelle piene di sabbia e di ghiaia.

Durante la giornata arrivavano i carrettieri per l'acquisto della sabbia e della ghiaia, che venivano riposte in un cassone senza fondo della capacità di 2 metri cubi. Dopo il livellamento, il cassone veniva alzato e spostato per essere nuovamente riempito intanto che i carrettieri riportavano la sabbia sui carri.

A T T O   P R I M O

SCENA PRIMA : Maria, Emma.

( mentre Maria sta preparando la colazione per la famiglia entra Emma che va a sedersi, stanca, a tavola. Mentre parlano Maria serve il latte alla nuora ed insieme fanno colazione)

MARIA       (rivolta a Emma spiritosa) Oh… Come mai ti sei alzata così presto?

EMMA         (stupita) Ma voi, mamma: come riuscite a dormire con questo frastuono?    

MARIA       Ma che frastuono?

EMMA         Beh, ma non aveste sentito Pippo ( aereo militare americano che tutte le notti sorvolava il luogo per bombardare tutte le case che erano distrattamente illuminate) che per tutta la notte non ha fatto che volarci sulla testa?

MARIA       Quell’aeroplano lì, a forza di venire tutte le notti è diventato quasi di casa. Ogni notte fa il suo giretto…magari a volte vola anche troppo basso. Temo che prima o poi vana a sbattere contro il ponte di ferro della ferrovia.

EMMA         Magari!

MARIA       Guarda; che quel pilota che guida quell’aereo  è una persona come noi  che ha una madre; che ogni  istante soffre per la lontananza del figlio  che combatte in terre lontane arrischiando la propria vita. Proprio come noi soffriamo per i nostri uomini al fronte.

EMMA         (decisa) se proprio non vuole che sua madre soffra se ne vada a casa; anzi che vada a farsi benedire! E’ mai possibile che tutte le notti venga a tormentarci? Queste notte, .poi, non ha fatto altro che mitragliare, credo, in piazza.

MARIA       (polemica) I ricchi della piazza, non riescono a tenere le finestre tappezzate con la carta da zucchero per non far filtrare la luce. Sai non è una cosa decorosa per quei sontuosi palazzi.

EMMA         Magari in quel momento ci sarà stato un tedesco o uno della Milizia che stava accendendo una sigaretta. Di notte anche un fiammifero fa la sua brava figura.

MARIA       Che bello se a quei tedeschi venisse la” pelagra” Perché i piloti nemici non possano individuare il nostro Po irrorano tutta la zona con un fumo puzzolente e così acre…

EMMA         Infatti prende anche gli occhi, non solo ma anche i polmoni. Basta vedere come quelle piante e quell’erba li attorno sono bruciati  per quei fumogeni.

MARIA       Pensa se a quei disgraziati che si sono sognati di fare la guerra fosse venuto un accidente.

EMMA         Quelli al fronte non ci vanno di sicuro!

MARIA       Hai proprio ragione. Guarda che si deve essere proprio dei delinquenti buttare bombette che come le tocchi scoppiano. Senza contare quelli che sembravano giocattoli, che i bambini vanno a cercare per giocare., che poi ci rimangono secchi.

EMMA         E Cappelli che li va a cercare per smontarli e vedere come son fatti…

MARIA       Però quel tale, sull’argine,  per fare lo stesso ritrovamento ci ha lasciato le penne (cambiando discorso) Cambiando discorso: Sai che quando mi chiami “mamma”  mi fai un gran piacere?Avere una donna in casa con tutti quei i maschi  che ho, mi piace proprio. Il mio Luigi ha fatto proprio bene sposandoti.

EMMA         Anche Anna, la moglie di vostro figlio Poldo vi chiama “ mamma”. Certo che fra noi donne del bel bagolare ne facciamo…

MARIA       Puoi proprio dirlo!

EMMA         Si vede che la famiglia Formici predilige i maschi, perché anch’io vi ho dato Aldo, un nipote maschio.

MARIA       Però vorrei tanto che mio nipote non scegliesse il lavoro di “sabbiaiolo “ Questa è un attività che ti rompe la schiena, per poi prendere un soldo da morto di fame.

EMMA         (continuando il discorso) Che poi d’inverno se non sta su il tempo, non ci sono nemmeno quelli. Meno male che abbiamo il buon senso di non sperperare.

MARIA       Certo che quello che ha inventato il libretto di bottega è stato proprio un santo. Pensa se quelli  che lavorano allo ” Zuccherificio”non potessero pagare il bottegaio ogni quindicina di giorni…

EMMA         Però se vogliamo dire la verità, non c’è nessuna che scantona. Magari tirano la cinghia, però quando è l’ora pagano. Chissà se i nostri nipoti saranno così onesti.

MARIA       Ti debbo dire una cosa: la miseria è una gran brutta cosa, ma ha il pregio di farti sentire fratello del prossimo. Guarda solo nella nostra strada: ogni tanto litighiamo, e alla fine della suonata ci diamo la mano e ci vogliamo  bene. Se c’è d’aiutarci   vicendevolmente nessuno si rifiuta.

SCENA SECONDA:  Maria, Emma, Anna.

(Anna entra insonnolita va a sedersi alla tavola e guarda nella scodella di Emma, prende un pezzo di pane)

MARIA          (spiritosa  osservando Anna) Eccola qui l’altra! Ti sei scordata di svegliarti? Che mi sembri ancora addormentata…

ANNA         Non ci sarebbe un po’ di, latte anche per me?

MARIA          ( va a  prendere il pentolino del latte che è sulla stufa e presa la scodella nella credenza versa il latte e lo porge alla nuora) Sai che hai una faccia che sembra che ti abbiano picchiato?

ANNA         Proprio no. Ma c’è mancato poco. Ho trascorso una brutta  notte.

MARIA       Anche tu?

ANNA         Ieri sera sono andata al cinema Sociale. Sapete che ora è gestito dalla famiglia Maja, quella della fabbrica del ghiaccio… Bene: ho visto due films, uno peggio dell’altro.

EMMA         Allora; perché ci sei andata?

ANNA         I films non erano brutti, e che facevano paura. Tant’è che me li sono persin sognati. Mi sono svegliata, spaventata, diverse volte fino a quando poi mi sono alzata.

MARIA       Cos’hai visto?

EMMA         Uno era “Frankenstein” Un cadavere resuscitato da uno scienziato, in quanto gli ha cambiato il cervello con un altro. Solo che quel cervello era di un pazzo, così il mostro andava in giro ad ammazzare persone.

ANNA         (spiritosa) Ma che ridere!

EMMA         L’attore interprete era “ Boris Kristoff”  Aveva un volto così brutto da incuter terrore. Eppure uno del pubblico ha detto che se c’era una persona buona era proprio Kristoff, che giocava con i bambini.

ANNA         …E l’altro film com’era?

EMMA         Un film giallo di “Carlie Chian” quell’investigatore cinese così bravo, che ha scoperto il mostro di Londra che andava in giro ad uccidere le persone.

MARIA       (riflessiva) Però; diciamolo pure. Con tutti i dispiaceri che ci sovrastano, era proprio necessario andare a programmare quei films? Non sarebbe meglio se programmassero quelle pellicole tipo “Sirle Temple” quella bambina così brava?

EMMA         Cara la mia mamma; voi siete rimasta ai vecchi tempi. La bambina di cui parlate è quella che recitava prima della guerra. Ora dei films  americani non se ne vedono più. Lo conoscete il detto esposto su tutte le bacheche “ Dio stramaledica gli inglesi”

ANNA         Quei due films che hai visto non erano stranieri?

EMMA         Hai ragione anche tu…. Si vede che si sono sbagliati. Però per tirar su di morale hanno poi programmato “ Ridolini”  il comico.

ANNA         Anche    quello è americano.

EMMA         Si, ma quello fa ridere. (cambiando tono) Quando vado a teatro scelgo sempre un palco; tanto costa uguale. Nel palco reale va sempre il “Comandante della Piazza”

MARIA       Quello te lo consiglio. Quello va in giro a far retate.

EMMA         Però, non c’era molto pubblico.

ANNA         Ora molta gente vive sfollata in paesini sicuri.

MARIA       Beati loro che se lo possono permettere. Noi con i pochi soldi che abbiamo non possiamo far ballare nemmeno una scimmia.

EMMA         Infatti programmano due film e a volte anche tre, perché altrimenti al cinema non ci va più nessuno.

MARIA       (triste) Chissà quando finirà questo calvario!

EMMA         (cambiando tono) Non mi hai ancora raccontato della faccenda del tedesco con la signora della fabbrica di ceramiche?...Sì, insomma, mi hai capito.

ANNA         E’ presto detto. Un tedesco, che tra l’altro era un ufficiale addetto ai fumogeni sul Po,un bel giorno  si è presentato in fabbrica con una scusa qualsiasi. In ufficio c’era la moglie del proprietario che tra l’altro è giovane e bella. L’ufficiale quando l’ha vista si vede che è stato preso dalle fregole. Ha cominciato a fare delle avance, e anche sempre più pesanti.. La signora fino ad un certo punto ha cercato di calmare gli istinti animaleschi dell’uomo, perché è una donna che sa il fatto suo, ma quando la bestia ha cercato di baciarla, lei ha perso il lume della ragione; ha preso un piatto, visto che erano in cucina, e gliel’ha dato in testa. Non gli ha fatto un gran male, ma è riuscita a scappare in ufficio, chiudersi dentro, e poi chiamare i carabinieri. Il balordo, forse per non aver fastidi, è scappato. Morale: che alla fine della suonata, il bellimbusto il giorno seguente non c’era più. Il suo comandante l’ha trasferito sui due piedi.

EMMA         Certo che quei tedeschi, un po’ per la divisa, un po’ per le facce che si ritrovano, un po’ perché si sentono forti, ogni tanto si sente delle prepotenze che fanno. Secondo me quella è brutta gente.

MARIA       (raccogliendo le scodelle e portandole nel catino) Non devi dire così. Tutto il mondo è paese. Anche fra loro c’è brava gente. Nel paese qui vicino, per esempio, ci sono soldati tedeschi, che evidentemente al loro paese sono agricoltori, che danno una mano ai nostri contadini. Certo che c’è da tenere gli occhi aperti. Quelli che hanno il teschio sul berretto, che per ogni cosa dicono “ ahi Hitler” e battono i tacchi facendo rumore come se avessero delle castagnole, sono fanatici, crudeli, veramente brutta gente.

ANNA         Se se ne andassero a casa loro sarebbe una gran bella cosa.

MARIA       Mah: chissà quando finirà questo tormento.

SCENA TERZA: Ennio, Maria. Emma e Anna ( che poi escono)

ENNIO           (entra appende il cappello sullo schienale di una sedia e sedendosi, compiaciuto e spiritoso) Oh, ma se ci sono le mie donne a rapporto. Avete fatto colazione e magari anche una bella bagolata?

EMMA         Le tue donne un motivo per fare una bella chiacchierata ce l’hanno sempre.

ENNIO        Certo. Lo trovano gli uomini, figuriamoci le donne.

ANNA         Le donne, però, ci mettono sempre un po’ di pepe.

ENNIO        ( a Anna) Ci credo.

EMMMA     (rivolta ad Anna scherzando) Anna: cosa diresti se lasciassimo i due piccioncini soli a tubare?

ENNIO        I due piccioncini hanno il becco spuntato… purtroppo.

MARIA          (rivolta a Ennio e Emma) Oh, ma come siete spiritosi voi due oggi.

ANNA         I ricchi hanno l’alcool noi poveri abbiamo lo spirito. (cambiando tono rivolta a Emma) Sarà meglio che andiamo.

(escono)

MARIA       (rivolta al marito) Il medico ti ha ordinato di riposarti e rimanere a letto. Invece, tu sei già anche uscito.

ENNIO        (sedendosi) Secondo te; gente come noi, se la sentono di stare a letto più del necessario?

MARIA       Direi di no. ( cambiando tono) Li hai ancora i capogiri?

ENNIO        Quando da seduto mi alzo, mi  gira la testa, però, poi, stando fermo un attimo mi passa.

MARIA       Speriamo che sia solo un po’ di cervicale.

ENNIO        Speriamo. (dispiaciuto) Io penso ai miei due ragazzi che vanno per Po senza di me. Questo non mi va proprio giù.

MARIA       I tuoi figli sono giovani e tu la tua parte l’hai già fatta e anche troppo.

ENNIO        Ora che il livello del Po è un po’ alto,e la corrente si è fatta più forte, visto che io non posso aiutare i miei ragazzi,ho pensato di chiedere a Dovara, se poteva prestarmi per qualche ora un suo cavallo, anzi meglio ancora un mulo, per far tirare la magana al posto dei  ragazzi.

MARIA       E  quindi?

ENNIO        L’Anita, sua moglie mi ha detto che era all’osteria. Dato l’orario mi sono un po’ meravigliato,però, visto che davanti ad un bicchierino di grappa si ragiona meglio, in un certo senso, mi ha fatto anche piacere.

MARIA       (pungente) Immagino che glielo avrà ordinato il medico.

ENNIO        Ma dai,…

MARIA       Morale della favola cosa ti ha detto?

ENNIO        Dovara è un buon uomo, magari un po’ avaro. Comunque ci siamo accordarti. Ora però è opportuno che senta anche i ragazzi; perché per l’aria che tira anche un soldo fa difetto.

MARIA       Se questo è il motivo anche il fornaio mi ha chiesto se poteva tirare la somma sul libretto del negozio.

ENNIO        La somma può anche farla, però chiedigli se può aspettare ancora qualche giorno, perché Stabili, l’imprenditore edile, mi ha detto che in settimana aggiustiamo i conti. Ora ho anche pagato l’affitto per la barca di Athos.

MARIA       Athos non ha poi una gran fretta. Mi sa che la carne di cavallo del suo negozio piaccia molto alla gente.

ENNIO        E’ vero. Ma è anche vero che lui la barca l’ha fatta costruire per guadagnarci un po’. Ognuno ha il diritto di fare i propri affari. 

MARIA          E’ vero anche questo. (rivolta al cielo) Non arriveremo mai anche noi ad avere una

                      barca tutta nostra?

ENNIO           E’ inutile che tu ti rivolga al cielo. Già mi sono rivolto io. Forse quando ho rivolto gli occhi al cielo, ci sarà stato nuvolo.

MARIA          (cambiando tono) Non ti ho nemmeno chiesto se vuoi fare colazione.

ENNIO           Non ti ho già detto che l’ho fatta con Dovara?

MARIA          Con quello fai poca strada, anche se dubito che sia stato solo un bicchierino.

ENNIO           (vago) Uno l’ho pagato io, per gli altri  sono fatti suoi.

MARIA          Pensa se lo viene a sapere il medico?

ENNIO           Il medico me lo perdona. Abbiamo fatto il militare insieme. Al fronte erano proprio  i nostri capi   che ci davano la grappa per darci la carica per poi fare la carica. (spiritoso)  Lei mi perdonerà la ripetizione. ( con il gesto delle dita) “Carica…carica.”

MARIA          Fai anche lo spiritoso. Se tu sapessi quante lacrime ho versato quando non  ricevevo posta   o anche quando la ricevevo che temevo fosse quella del Ministro…

ENNIO           Mi è andata bene, ringraziando il cielo. Anche perché a forza di domande, visto che ho sempre fatto il sabbiaiolo, mi hanno trasferito nel genio pontieri, anche se “…  il Piave mormorò, non passa lo straniero!... “

MARIA          Si, adesso canta…anche.

ENNIO           Senti Maria: non so se ridere o prendercela. Quando le nostre nuore hanno detto:  “ Lasciamo i piccioncini a tubare” Ci pensi se hai nostri tempi avremmo potuto usare quella espressione con i nostri vecchi?

MARIA          Proprio: no. Proprio con i nostri genitori, che a tavola potevamo parlare solo se i nonni ci autorizzavano. Che poi si scordavano spesso.

ENNIO           Certo che al giorno d’oggi i giovani si prendono certe confidenze che noi, ai nostri tempi, ce li sognavamo.

MARIA          Forse, il progresso a volte è una fregatura.

ENNIO                      (cambiando discorso e alludendo) Maria a volte non ti vengono certi pruriti?

MARIA          (decisa) Se tu hai dei pruriti particolari: grattati. Lo sai che certi discorsi mi fanno arrossire (pensierosa) Vorrei tanto sapere quanti bicchieri di grappa hai bevuto.

ENNIO           Lo sai che in aritmetica non sono forte, forse un po’ nelle righe.

MARIA          Sì: cambia discorso tu.

ENNIO           (preoccupato) A volte mi vien voglia di bere qualche grappino per allontanare certi   pensieri.

MARIA          Cioè?

ENNIO           Il lavoro. Non facciamo altro che lavorare, andare per spiagge a riempire barelle di sabbia, portarli in barca per poi scaricarla sulla piarda qui di fronte. Il mucchio di sabbia continua a crescere  senza che si riesca a venderne un po’. Gli stessi imprenditori si lamentano per il poco lavoro.

MARIA          Questi son momenti brutti.

ENNIO           D’altra parte come vuoi che la gente voglia costruire quando un qualsiasi bombardamento potrebbe distruggerlo. Ma sì, qualche lavoro si riesce a fare, ma la sabbia necessaria è assai poca. A volte vorrei tonare alla prima guerra mondiale, quando la gente era presa della smania di costruire. I ricchi hanno costruito in via Martelli che è diventata la più nobile via del paese.

MARIA          La sciocchezza peggiore che han fatto è stata quella di costruirvi un cinema tutto di legno: l’Imperiale. Guarda che bella fine ha fatto. Nel ’41… non se ne è mai saputo il motivo, si e incendiato. Ricordo che sono andata anch’io a vedere l’incendio.

ENNIO           (cambiando tono) Andrò in piazza, sperando che qualche costruttore abbia bisogno di un po’ di sabbia o ghiaia.

MARIA          Per il pranzo mi arrangerò, ma per la cena cosa ti preparo?

ENNIO           (serio ma spiritoso) Beh, come antipasto qualche fetta di prosciutto  con olive e cipolline in agro dolce. Come primo, direi di fare cappelletti  in brodo. Per i ragazzi potresti fare le lasagne. Dei tortelli di zucca non ne hai in casa…vero? Dall’espressione del tuo viso direi di no. Come secondo: bastano qualche fetta di arrosto con verdure. Però quello a cui tengo maggiormente è il dolce. Sai che di quello sono goloso. Magari un budino bianco e nero con qualche pasta della pasticceria della piazza. E’ ovvio che un buon caffè ed un mazza caffè chiuderà la partita. Naturalmente devi preparare in sala da pranzo.

MARIA          (stando a gioco) Pur troppo per la sala da pranzo ho qualche  problema perché la cameriera, quella sbadata, ha rotto tutti i cristalli, ed anche gli arazzi non sono da vedere. Per la cena, non avrei niente. Magari potrei fare una zuppa con polenta ed un po’ di lardo. Di pasticceria in casa non ne ho proprio. Dovrai accontentarti di un po’ di pane biscottato intinto nel vino. Comunque sta tranquillo; la grappa c’è.

ENNIO           Forse hai ragione. Alla sera è meglio star leggeri, (esce)

MARIA          Sarà meglio che vada su a dare una mano a quelle ragazze. ( sta per uscire,quando entra Olga)

SCENA QUINTA: Maria, Olga, Emma.

ANNA            (da fuori) C’è nessuno in casa?

MARIA            (a Olga)  Entra Olga.

( nel mentre entra anche Emma)

MARIA          Che piacere vederti. Siediti.

OLGA                        (sedendosi, pensierosa) Pensandoci ancora mi vien da ridere.

EMMA           ( a Olga) Allora racconta anche a noi che rideremo insieme.

OLGA             Ha cominciato col dire che le faceva male un’anca, poi un ginocchio, poi si è toccata la pancia dicendo:” Ho delle fitte  anche  qui.”

EMMA            (commentando) Va là…

MARIA          Quindi?

OLGA             Abbiam pensato di portarla all’ospedale da Piersanti il primario.

EMMA            E’ già, non c’era altro da fare.

OLGA             (titubante) Solo che lei non voleva andarci.

EMMA            (appoggiandosi  al buffet) Perché?

OLGA             (vergognandosi) Perché era da un po’ di giorni che non la lavavamo.

MARIA          (curiosa) Perché nel gabinetto non avete la doccia? Ora che c’è un bel sole che riesce a scaldare l’acqua, che c’è nel lattone sopra il gabinetto… in cortile è una sciocchezza.

OLGA             Infatti. Con uno straccio ed un po’ di liscivia l’abbiamo lavata un po’.

EMMA            Avrei voluto esserci per sentire tutte le imprecazioni che vi ha rivolte.

OLGA             (continuando il discorso precedente)  Mah… L’altro problema è stato quello del trasporto.

EMMA            Potevate portarla sulla canna della bicicletta.

EMMA            Perdinci… una vecchia di 89 nove anni pelle ed ossa. Si sarebbe sfasciata, con quelle quattro ossa che si ritrova.

MARIA          Potevate prendere una macchina a noleggio, in un attimo facevate.

OLGA             Lo sapete che i vecchi son loro a tenere il borsellino dei soldi… Avara com’è…

EMMA            Vedo che quando c’è da comperare la macuba per il naso, i soldi ci sono.

OLGA             Quindi abbiamo chiesto ad Alberto il marito della Giulia se poteva accompagnarla lui con la carrozza.

EMMA            Giulia, che per quella vecchia si  farebbe  in quattro ha convinto il marito.

OLGA             La vecchia si sarebbe vergognata farsi vedere su una carrozza scoperta.

EMMA            Certo che quella vecchia è un bel tipo.

OLGA             Allora la Giulia, che le studia tutte, l’ha convinta ad indossare la sua pelliccia, come se fosse una signora.

EMMA            Ve lo immaginate?

OLGA             (continuando) Quando la vecchia si è sentita addosso la pelliccia ha cominciato a carezzarla con l’espressione della bocca come se volesse darle un bacio. (fa lo stesso gesto) Si è fatta intendere che voleva essere anche truccata. Quindi Giulia le ha dipinto le labbra, gli occhi e le ha messo un po’ di belletto sulle guance. Ve lo immaginate…? Si dava delle arie come se fosse stata una nobil donna.

MARIA          Ve la immaginate con su la pelliccia?

OLGA             Veramente magra com’è… un gran caldo penso che non l’abbia sofferto. La Giulia che a fatica tratteneva le risate mentre la tinteggiava..

EMMA            (curiosa) E all’ospedale come è andata?

OLGA             Il medico che aveva capito l’antifona….due pennellate, naturalmente date ad “una gran dama” seguiti da complimenti per la sua eleganza. Penso che la vecchia abbia passato il più bel momento della sua vita.

MARIA          Immagino il medico, simpatico com’è, quante risate si è fatte.

OLGA                        Morale della favola: abbiam dovuto tornare a casa passando dalla piazza. Lascio immaginare a voi le risate che si son fatte gli avventori del caffè Commercio.

MARIA          Non c’è che dire: avete passato un gran bel pomeriggio.

EMMA           Lo direi anch’io.

MARIA          Ora… mi scordavo…ragazze. Ma è vero che in questi giorni, come si sul dire, la Lucia “ ha rotto il pentolino?”

EMMA           Certo! Quando si è vista tutto quel sangue sulle gambe, si è messa a piangere come una disperata. Ha chiesto a sua madre:” Dov’è che mi sono tagliata?” Allora sua mamma, calma, sapete come si comporta; le dice:” Stai calma, figlia mia, che per qualche anno tutti i mesi ti taglierai.”

SCENA QUINTA: Maria, Olga, Emma, Anna.

                       

ANNA                        (entrando e vedendo Olga) Guarda chi ti vedo. Ciao Olga.

OLGA                        Ciao Anna.

ANNA                       E’ tanto che sei qui? (rivolta alle altre) Potevate anche chiamarmi!

OLGA                        Sono appena venuta.

ANNA                       Quali sono le ultime novità?

EMMA           Ci a raccontato della “vecchia” che hanno portato all’ospedale…

ANNA                       (preoccupata) Cosa le è successo?

OLGA                        Ma niente… Giulia ha voluto farle passare una bella giornata. Ti racconteranno loro.

ANNA                       E a me non racconti nulla?

OLGA                        Cosa vuoi che ti racconti?

ANNA            Io non capisco. In questa strada non succede mai nulla. Le avventure migliori avvvengono o in via Baldesio  o in piazza.

EMMA            In via Baldesio con il palazzo Melzi con tutta la gente che ci abita non si fa fatica a far succedere qualcosa.

ANNA            Però anche noi, con la” fabbrica del vetro “ non siamo da meno.

OLGA             A proposito della fabbrica del vetro; che continuiamo a dire, ma che ormai non esiste perché sostituita da appartamenti.

MARIA          E’ successo qualche cosa?

OLGA             Ma no. Bruno era un po’ che stava poco bene, anche data l’età l’hanno portato alla’ “ casa di riposo”

ANNA            ( sopra pensiero)  “Bruno”? Chi è, che non l’ho presente?

OLGA             Ma sì…Il fratello di Mina, la moglie di Pino il barbiere.

ANNA            Pino il barbiere, lo conosco…Però…

EMMA            Non ti ricordi quel che è successo qualche anno fa? Quando il Fascio era ancora in auge?

ANNA            Mah…

MARIA          … Che Pino è sempre stato geloso di sua moglie…

EMMA            Anche perché sua moglie è sempre stata un gran bella figliola…

MARIA          …Che l’ha fatta  pedinare dal maresciallo perché tutti i giorni andava con un fagotto  nella fabbrica del vetro…perché pensava che andasse a far visita al suo amante… mentre invece andava a portare da mangiare a suo fratello…

OLGA             Ma dai…non ricordate?

ANNA            Cosa?

OLGA            Ogni volta che veniva qui da noi, in paese, qualche Gerarca del Fascio in visita ufficiale, tutti i comunisti dovevano stare alla larga perché temevano qualche attentato… Bruno che è un comunista sfegatato, ogni qual volta c’era una visita importante doveva rimanere segregato in casa; e quindi sua sorella doveva portargli il cibo.

MARIA          Ora ricordo anch’io. Anche il Maresciallo ha  avuto problemi con Pino, perché, anche sua moglie andava alla fabbrica del vetro… che poi sembra che “le corna” ci siano state…

ANNA            Ora ricordo anch’io tutta la faccenda. Anzi…è stata una vicenda così ridicola che l’hanno ricordata anche in una commedia che poi abbiamo visto in teatro.

MARIA          A proposito del Fascio… Voi non ricordate perché eravate troppo giovani… Ma quando qui da noi, perché di passaggio, è venuto il Duce. I suoi seguaci han fatto una gran festa. Quando poi il Duce, guardando fra la  folla, ha visto un suo compagno di scuola quando frequentava le magistrali a Forlì  gli è andato incontro e lo ha abbracciato. Quando poi il Duce se ne è andato, i suoi fedeli camerati  hanno fatto una scenata perché è risultato che il maestro è stato più importante di loro. E pensare che il maestro per il fascio non impazzisce proprio.

(pausa )

EMMA            (molto presa da un pensiero, poi)  Visto l’età, Bruno è destinato a morire al ricovero… e il suo appartamento…

MARIA          Direi proprio di: no.

ANNA            (anche lei presa da un improvviso pensiero)   Impossibile che torni a casa.

EMMA            Così casa sua rimane sfitta.

MARIA          Io direi…

EMMA            (rivolta a Olga) Tu cosa dici?

OLGA             Con il desiderio di avere una casa, al giorno d’oggi, non è certo difficile trovare da affittarla.

MARIA          Basta pensare quanto tempo è che non costruiscono… Noi stessi per mancanza di lavoro facciam fatica a tirare avanti la carretta.

(Emma e Anna hanno lo stesso pensiero)

OLGA                        Sapete quanta gente è già andata a vederla?

EMMA           Quante stanze ha?

OLGA                        Beh, che io sappia: una sala, salotto, una cucina che direi abbastanza grande…

ANNA                       Ha anche il bagno?

OLGA             Secondo te: passando dalla fabbrica agli appartamenti hanno pensato anche ai gabinetti? Meglio una camera in più. Per quei sei o setta appartamenti un gabinetto è  più che sufficiente. Non sono appartamenti nobili.

EMMA            A che piano è?

OLGA             Deve essere al primo piano. Ha anche una cantina ed un sottotetto.

MARIA          Sembra una sciocchezza ma a volte una cantina è più utile di una stanza. Puoi metterci un po’ di tutto, così tieni in ordine le altre stanze.

ANNA            Bruno non ha altri parenti ai quali può interessare?

OLGA             Credo di no.

EMMA            Tutta la casa è di un unico proprietario?

OLGA             I proprietari sono diversi. Quello di Bruno lo ha in affitto.

EMMA            Chissà cosa vorranno di affitto

OLGA             Sono case popolari, non penso che il canone sia eccessivo.

ANNA            Per l’umido che da noi esiste, il fatto che sia al primo piano è importante.

MARIA          Il Po dell’umido ce ne porta.

EMMA            (rivolta a Olga) Che tu sappia: c’è già qualcuno che intende affittarlo?

OLGA             Mah… Bruno è appena andato al ricovero…Fra qualche giorno qualcuno spunterà di sicuro.

ANNA            (fra sé) Speriamo di no.

MARIA          Cos’è che dicevi?

ANNA            No… no… niente.

EMMA            (fra sé, preoccupata) Figuriamoci se non ci sarà qualcuno.

MARIA          ( a Emma)Stavi dicendo qualcosa?

EMMA            Sai quanta gente sta cercando casa?

OLGA             (rivolta a tutte) Ragazze, ora prendo i miei stracci  e me ne vado. ( sta per uscire)

ANNA            (riprendendo il sorriso, rivolto a tutte) Secondo voi, pensate che Olga se ne vada senza dirci più niente?

OLGA             (compiaciuta) Ah… già…Ritornando sui fascisti…

MARIA          ( soddisfatta)Mi sembrava…

OLGA             Ritornando alla venuta del Duce, la cosa era talmente importante che la stessa fabbrica del “ Placcato oro” doveva far qualche cosa; per cui hanno pensato di riunire gli operai in una sfilata. E a chi dare il gagliardetto se non ad una bella giovane ed aitante ragazza? Certo: Giulia. Ve la immaginate quante arie si dava? Quando poi il corteo è giunto in piazza, dove fra la folla c’era la madre della Giulia che come politica era “ scolorata” ma senz’altro non sul nero, vedendo la figlia impettita ha “rifilato” alla figlia uno occhiata che…Avete presente quando si punge un pallone gonfiato? Beh…Giulia si è sgonfiata così, pensando a quando fosse tornata a casa.  Per le amiche che erano con lei fu una goduria, ma non per la scena, ma per invidia per non essere state scelte loro.

MARIA          (sentenziando) Certo che noi donne quando vogliamo vendicarsi  non siamo pigre nel farlo.

(pausa breve)

OLGA             ( cambiando discorso) Ed ora posso andare?

MARIA          Vai con dio che è un brav’uomo.

(Olga esce)

ANNA            (rivolta a Olga) Aspettami, che visto che devo andare il panetteria esco con te.

(Olga e Anna escono)

SCENA SESTA: Maria, Emma.

EMMA            Certo che Bruno ha tre camere ed è  solo. Noi abbiamo  una sola camera da letto per ogni famiglia e nostro figlio dorme con noi. Abbiamo una sola cucina in tre famiglie.

MARIA          (consapevole) Direi che siamo un po’ strettini.

EMMA           ( un po’ infastidita) Direi proprio di sì.

MARIA          Però. Diciamolo pure: con una sola pentola accontentiamo sette bocche. In questi   tempi è anche un risparmio di spesa.

EMMA            Si… sì. E’, che ogni famiglia a tavola non ha la sua intimità, e il menù è uguale per tutti.

MARIA          Ammetterai, però, che una volta accontento voi e un’altra tua cognata. Io cerco di fare quel che posso.

EMMA            Non è solo la cucina. Una famiglia ha anche bisogno di stare sola. Avere una certa intimità.A volte invidio le mie amichequando mi raccontano che a tavola con i propri mariti fanno delle belle discussioni, magari litigano anche, ma intanto calmano il nervoso accumulato durante il giorno.

MARIA          In un certo senso debbo darti ragione. Spesso mi accorgo che qualcuno vorrebbe dire ciò che pensa, ma poi per non creare un disaccordo fra tutti ingoia il rospo. Devo dire, però, che avete il buon senso di mantenere una certa armonia.

EMMA            Mi accorgo che anche mio figlio avrebbe bisogno di più spazio.

MARIA          Questo d’inverno. D’estate va con i suoi amici a giocare sull’argine. Là, lo spazio non manca.

EMMA            Speriamo in momenti migliori e che questa stramaledetta guerra finisca.

MARIA          Ora sarà meglio che vada a sistemare la nostra stanza.

EMMA            Ed io, anche.

(escono)

BUIO

SCENA SETTIMA: tutta la famiglia

( E’ sera. E’ accesa la luce  del lampadario. La cena è già avvenuta e tutta la famiglia è riunita. Le donne vicino al camino lavorano a maglia e  gli uomini a tavola  giocano a terziglio - il terziglio si gioca in tre- Sul tavolo il bottiglione del vino rosso con relativi bicchieri. Ogni tanto si servono e bevono.

LUIGI             (Continuando un discorso già avviato )  Però non è nemmeno giusto che dopo aver svuotato il battello della sabbia, si debba anche togliere  tutta l’acqua.

POLDO          Non è una novità che se portiamo in battello sabbia bagnata, un po’ di acqua rimanga.

LUIGI             Quante volte portiamo acqua bagnata in battello? Direi quasi mai. Si dovrebbe calafare il battello. Una mano di catrame ci starebbe proprio bene. Orami è già da qualche anno che l’abbiamo in affitto e finora di manutenzione non ne abbiamo mai fatta.

ENNIO           Visto che l’abbiamo in affitto dovrebbe provvedere il proprietario ad una certa manutenzione. ( pausa)  Cari i miei ragazzi; quante volte di notte mi sveglio e penso alla nostra attività. Sapete quanti soldi dobbiamo dare ad Athos per l’affitto. Pensate se il battello fosse nostro, quanti soldi potremmo risparmiare.. Capisco che i momenti non sono favorevoli, però se potessimo racimolare  un po’ di soldi e costruire un  battello tutto nostro sarebbe il mio sogno.

POLDO          Caro papà…Credi che non ci abbiamo pensato anche noi? Quante volte i nostri concorrenti, dall’alto dei loro battelli, con aria di grandi armatori ci guardano e ci compiangono perché loro sono proprietari dei loro battelli. Il nostro è in affitto. Anche se dobbiamo ammettere che Athos è una brava persona, e se ritardiamo un poco non ci opprime. Quando ci penso mi rodo il fegato. Eppure anche noi dobbiamo arrivare ad avere un battello tutto nostro.

LUIGI             Io vorrei darti ragione. Però la regola è come quella degli appartamenti. Il padrone te lo dà imbiancato e tu glielo devi tenere in ordine e quando lo restituisci lo devi lasciare come ti è stato consegnato, salvo il deterioramento naturale.

ENNIO           E’ anche vero. D’altra parte Athos, anziché spendere intende prenderne.

LUIGI             Certo che pagare l’affitto ogni mese è un bel sacrificio.

POLDO          Dì pure che sulle nostre finanze incide anche troppo. Ora che poi il lavoro si è ridotto ad una miseria…

ENNIO           Dovremmo trovare il sistema di avere un battello tutto nostro. Però, ora, è un sogno.

LUIGI             Certo che non lo potresti pagare in contanti, dovresti fare il mutuo in banca.

ENNIO           E alla banca la garanzia la daresti con le dita negli occhi?

POLDO          E notorio che le banche ti danno l’ombrello quando c’è il sole. ( deluso) Cari i miei ragazzi… Fin tanto che questa guerra non finisce tutto resta un sogno.

ENNIO           (cambiando ragionamento) I Bandini, nostri colleghi, per quel tratto di spiaggia vicino all’isola…?

LUIGI             Quella è brava gente. Non ne hanno fatto un dramma. Ci hanno detto:” Ragazzi, Donzelli, il costruttore ci ha commissionato della ghiaia. Noi andiamo più avanti, e voi continuate qui. Per l’avvenire ci metteremo d’accordo. (cambiavano tono)  Quella spiaggia lì, poi, sembra un cimitero. Guardata cosa abbiamo trovato. “ E ci fa vedere un teschio di un uomo. “ Non sembra quello di una scimmia?”

POLDO          Io l’osservo e dico”: Hai ragione, sembra proprio una scimmia.” Sto per restituirgliela e lui.” Tenetela pure voi. Noi delle ossa in casa ne abbiamo anche troppi. Nostra nonna sarà trenta chili. E’ tutta pelle ed ossa.” Noi il teschio l’abbiamo lasciato sulla spiaggia.

MARIA          (intervenendo nel discorso) Non credo proprio che abbiate fatto una bella cosa. Anche se è senza carne è sempre una testa di un uomo.

EMMA            ( c.s.) Si dovrebbe fare un minimo di cerimonia. Magari portarlo nell’ossario al cimitero.

ANNA            (spiritosa) Visto che non si può fare del brodo?

MARIA          Tu non fare la spiritosa. Pensa  se ti sentisse Monsignore.

EMMA            Sapete ragazzi che mi è venuta in mente una certa cosa? (pensandoci su) Avete detto che il teschio che vi ha lasciato Bandini sembra quella di una scimmia. A scuola non hanno insegnato  le “Ere” della storia? Vi ricordate quando la maestra ci ha raccontato la storia del primo uomo? Che non si sapeva se era un uomo o in scimmiotto? Anzi, sembra che prima fosse un animale tipo scimmia e poi quando ha cominciato a camminare solo sulle gambe lo hanno chiamato “ Homo erectus”

ANNA            Hai ragione. Quando il maestro ha fatto la lezione di geografia, non ci ha detto che qui da noi c’era il mare? Che poi pian piano se ne è andato ed ha lasciato la “Pianura padana” ?

EMMA            E’ vero. Ce lo ha raccontato anche la nostra maestra. Ma non capisco cosa c’entra il teschio con la sabbia del Po. E’ più logico trovare del pesce, magari delle conchiglie fossili.  Ma degli uomini…

ANNA            Perché una volta non morivano gli uomini e restavano cadaveri li dove hanno tirato le cuoia? Il Po con le sue piene li  ha coperti  di sabbia  fino a quando Bandini ne ha trovato uno. “ Un uomo della preistoria”

EMMA            Non credo che si trovi un teschio preistorico ogni giorno.

ANNA            E allora?

EMMA            Chi non mi dice che quel teschio valga dei soldi? Magari anche molti. C’è solo da parlare con un ricco che gli può interessare. (rivolta agli uomini) Non avete detto che vi piacerebbe acquistare un nuovo vostro battello? Quei soldi vi servirebbero all’uopo. Chi è stato quel tale che trovando un soldo in terra, non essendo uno sciocco lo ha fatto fruttare tanto da diventare un ricco possidente?

LUIGI             (pensando) Sapete che potrebbe essere una buona idea….E’ vero ma a chi lo si può chiedere?

ENNIO           Si potrebbe chiedere a Ponzoni. E’ un ricco al quale piace molto raccogliere cose antiche, che magari sono anche preziose. Per esempio di libri antichi non ne fa incetta?

LUIGI             (spiritoso) E andresti tu a chiederglielo?

ENNIO           Certo che no. Io non l’ho in confidenza. Però ho in confidenza il suo amico Anassimandro. Sapete che uomo è. Di lui ci si può fidare.

LUIGI             Di’? Sai che quasi quasi io ci provo. Per male che vada…

ANNA            (cambiando discorso) Scusatemi.  Volevo rallegrare un po’ l’ambiente, visto che  prima si facevano discorsi da pelle d’oca.

POLDO          La mia” signora “non ha tutti i torti.  Vediamo di allietare un po’ la serata.

ENNIO           Hai ragione.

( il racconto deve essere in forma allegra)

LUIGI             A proposito… L’altra sera si voleva andare all’osteria della “ Papona” per bere un goccino, giusto per tirar sera, visto che per tutto il giorno siamo stati a Po a cavar sabbia, quando ci siamo ricordati che da “ Mangiariso” fanno la trippa. Allora siamo andati là.

POLDO          (intervenendo) Visto che ci sei: dilla giusta. Siamo andati là perché ogni tanto dalla “Papona” arrivano dei  “rompilioni “ fra contadini, mediatori e anche qualche impiegato che parlano di politica, e visto che noi di politica non ci interessiamo, per non sentire l’uno che si sente più furbo dell’altro siamo andati a finire da “ Mangiariso”. Anche perché là ci vediamo con la nostra gente, per cui ci intendiamo meglio.

LUIGI             Hai ragione.  Quelli colorati in nero vogliono essere i più furbi. I rossi debbono tacere perché per loro il momento non è favorevole e potrebbero rimetterci le penne… Beh: lasciamo perdere. (pausa di raccoglimento) Entrano Italo e Mario, con delle espressioni veramente soddisfatte e contente che veniva voglia di abbracciarli, per l’allegria che trasmettevano.

(I due fratelli raccontando il fatto che segue,debbono parlare come se fossero gli stessi Italo Mario)

POLDO          (Interpretando Mario) “ L’altra mattina” dice Mario “ Ci siamo accordati per     andare a far legna in Po. Siamo partiti presto,  prima che altri  ci anticipassero.”

LUIGI                        (interpretando Italo, continuando il discorso) “ Stavamo andando controcorrente a palo…” dice Italo “ costeggiando l’isola, quando, quasi in mezzo al fiume vediamo l’acqua che si increspa, per il poco livello.

POLDO          (intervenendo nel discorso) “ Prima non ci avevamo fatto caso perché il livello era  stato alto, ora che si  è abbassato l’abbiamo visto.” Dice Mario.

LUIGI                        “ Di’ “Dico a Mario: “Non ti sembra che la sotto ci sia qualche cosa? “ Dice Italo.

POLDO          (c.s.) Direi proprio di: sì.

LUIGI             Quindi, decisi, i due invertono il senso di marcia a tornano a prendere il battello di  Mario. Tornano sul posto che un battello da una parte, un battello dall’altra vanno correre  con una cima legata ad un palo sul fondo del fiume quando sentono che la fune tira facendo una specie di “ V” “

LUIGI             “ Qui, Mario, qualche cosa abbiamo trovato.” Dice Italo. Con i battelli raggiungono il vertice della “V” Con i remi continuano a puntare nel fondo del fiume fin quando sentono che qualche cosa di grosso c’era.

POLDO          Era un tronco di pianta piuttosto grande. “ Abbiamo cercato di smuoverlo perché l’acqua ci aiutasse a sollevarlo.” Dice Mario. “ In definitiva” dice Italo “ Dopo penosa malattia il malato ha preso un brodo. Cioè siamo riusciti a trascinarlo a riva.”

LUIGI             “ Morale della favola, dieci quintali di – tonno- diviso in due, terrà caldo due famiglie. “ 

POLDO          Come l’hanno raccontata, con tutte le varianti spiritose aggiunte, sembrava di assistere ad un film di “ Ridolini” tanto che tutti i presenti applaudirono. Sono  così soddisfatto” dice Italo “ che mi vien voglia di offrire da bere a tutti..” Uno del pubblico interviene. “ Italo: non ti sembra che siamo in troppi? Chi ci guadagna è  “Mangiariso” “ Hai ragione: porterò un bottiglione di vino quando ci riuniremo sul battello per fare una bella spaghettata.”

LUIGI             ( concludendo) “L’uccello è andato sulla vite a la favola è già finita!”

SCENA  OTTAVA: detti, Ciro.

CIRO              ( da fuori scena) Siete ancora lì, o vi siete già ritirati nei vostri ostelli?

MARIA          (alzandosi da seduta) Vado io ad aprire.  ( va ad aprire)

CIRO              (entrando soddisfatto) Oh, che bella gente che vedo! E che bel bottiglione di vino che vedo.

ENNIO           ( a Ciro ) Siediti. (spiritoso) se non ti offendi ti verso un bicchiere del rosso.

CIRO              Io di fronte ad un bicchiere di vino mi prostro. Se poi è sul rosso meglio ancora. L’importante è che non sia sul nero.

LUIGI             (riferendosi a Ciro) Potete immaginare: che lui non la butti sulla politica.

CIRO              A proposito di politica. Vi racconto: ero in caffè Commercio quando vedo spuntare da fuori in tre della Milizia, quelli che ogni sera vanno per il paese per vedere se c’è qualche partigiano in giro da arrestare.

POLDO          Quella è una cosa che non sopporto.

LUIGI             Mi sembra una cosa vergognosa. Andare in giro per arrestare gente del nostro paese. Gente che magari sono cresciuti insieme.

ENNIO           Però dobbiamo dire il vero. Non hanno mai arrestato nessuno. Io credo che il capo della Milizia, quando sa di qualcuno di dover arrestare, faccia in modo di farglielo sapere per che non si faccia arrestare.

LUIGI             (dubbioso) Speriamo che sia così.

POLDO          (cambiando in tono scherzoso )  Tu. Come ti sei permesso andare nel caffè dei ricchi?

CIRO              Perché, a volte voglio fare anch’io la mia figura. Tanto il caffè costa uguale. Io sarò anche un nulla tenente, ma nessuno mi può giudicare. Comunque sono andato al caffè Finardi. Ho assistito ad una cosa che mi ha veramente colpito.

ENNIO           (curioso) E cosa sarebbe?

(tutti prestano attenzione a ciò che sta raccontando  Ciro, comprese le donne sedute al camino spento)

CIRO              Stavo parlando con Alberto, il mediatore, quando entra uno che come l’ho visto mi son detto: “ quello lì ha dello stupidone. “  Sapete  che al bancone c’è un tubo di ottone perché i clienti non sternutino sulle tazzine o bicchieri.

POLDO          E’ vero. Io credo invece che l’abbiano messo perché qualche ubriaco ci si possa attaccare per non cadere…

CIRO              …Bene.   Quel tale, prima ordina un grappino, che beve in un fiato. Poi prende il tubo e lo muove fin quando gli resta in mano. Lo prende e con un colpo secco sul ginocchio, lo spezza in due e lo mette sul bancone. Si guarda attorno compiaciuto e poi se ne va.  Dopo poco, entra un altro ancor più grosso del primo. Anche lui ordina un grappino,anzi due, e vedendo che sul bancone c’erano i due pezzi di tubo, li prende e appaiati con un colpo secco sul ginocchio ne fa quattro pezzi. Con disinvoltura li sbatte sul bancone con le arie di Carnera. E in attesa di applausi, non venuti, se ne va… Anzi…

ENNIO           C’è sempre gente che vuol essere superiore agli altri.

CIRO              (continuando) Beh, sapete chi è entrato mentre “Carnera” usciva? Atride, che è noto per essere un uomo forte come un toro. Visto che tutti i presenti erano stati attratti da “ Carnera” … Si siede su uno sgabello  davanti al bancone, ordina un grappino che poi sono diventati tre… prende i quattro pezzi di tubo, si guarda attorno per accertarsi che tutti lo stessero  osservando e con un colpo secco sul ginocchio “ trach”  …  …  Si è rotto il ginocchio!

EMMA            (ingenua e preoccupata) Si è fatto male?

LUIGI             ( con fare di compatimento)  Emma? Ma non hai capito che era una barzelletta?

EMMA            (scioccata) Tutte le volte ci cado! E sì, dico, sono anni che conosciamo Ciro.

LUIGI             Però, ci cadi sempre.

ANNA            E’: che sa raccontarle così bene che sembrano vere.

CIRO              Perché? Ogni tanto qualche risata non ci sta bene? Dei dispiaceri, in questi tempi ce ne sono anche troppi.

ENNIO           (preoccupato) Hai ragione. Speriamo che questa situazione finisca presto. Dicevano che la guerra sarebbe finita dopo qualche mese. Invece, guarda da quanti anni dura.  Mentre i nostri ragazzi vanno al fronte a rimetterci la vita. Povera gente!

MARIA          Pensate alle loro famiglie…

ENNIO           Ora poi: hanno richiamato anche la classe del ’29. Ragazzi che hanno ancora la bocca umida di latte.

CIRO              E’ stato fortunato Gigi, quello amante dei cani che il militare lui non l’ha fatto.

LUIGI             Cosa c’entra Gigi?

 CIRO             Intanto che venivo, sul muro del viottolo, ho visto il volto  del Duce disegnato con il gesso da Gigi. Sai che è proprio un artisa?

ENNIO           E Garibaldi a cavallo non è una meraviglia?

MARIA          (intervenendo) Ogni tanto sento parlare di lui ma non so chi è.

ENNIO           Ma dai, Maria… Quello che ha la casa sull’argine…

MARIA          Come la casa sull’argine?

ENNIO           Veramente non è proprio una casa.. E’ una tenda con attorno una quantità di cani randagi, che lui ospita perché non muoiano di fame.

LUIGI             Infatti tutti quelli che abitano li vicino , non mancano di dargli un po’ di avanzi di cucina.

ANNA            (spiritosa) Ecco perché sono così magri.

EMMA            Con la tessera dell’annonaria non puoi fare certo il nababbo. Ti misurano il pane e la pasta come se fossimo in farmacia.

ANNA            Perché il sapone dove lo lasci?

EMMA            Ecco perché ci laviamo “ogni morte di vescovo.”

LUIGI             (spiritoso) Ecco perché ogni tanto si sentono certi odorini…

MARIA          Anche l’”Annonaria” ci voleva… Fortunati quelli che si possono permettere di comprare al “ mercato nero”.

ANNA            Noi quel lusso ce lo sogniamo.

ENNIO           (cambiando discorso)  Per il “ copri fuoco” non temi  che ti fermino?

CIRO              Beh… non è ancora l’ora. Però è meglio che  vada. Per questa sera vi ho divertito abbastanza.

POLDO          A volte qualche risata ci sta bene.

LUIGI             Solleva lo spirito.

CIRO              E con queste affermazioni: il vostro amico porge i dovuti ossequi. ( esce)

SCENA NONA: tutti, salvo Ciro.

ENNIO           Certo che Ciro è proprio simpatico. Quando all’osteria del “ Barcaiolo” tiene, come si suol dire “ banco” tutti pendoni dalle sua labbra. Intanto che l’oste gli offre da bere, gli altri  avventori lo imitano, così  l’oste può fare begli incassi.

(pausa)

POLDO          ( pensieroso) Ritornando alla faccenda del battello… per sistemarla un poco, occorrono bei soldi… Chiedere ad Athos di aiutarci, non mi sembra nemmeno giusto. Sappiamo che quando c’è da pagare l’affitto, se ritardiamo di qualche quindicina di giorni, non se la prende. E poi è una spesa che ci compete. Andare per Po con quel battello è anche un rischio…

ENNIO           Finora non possiamo lamentarci. .. A volte esagerate nel carico che non so come facciate a non affondare. (rivolto al Cielo)  Signore…” Perché non possiamo avere un barca tutta nostra? “

POLDO          Caro il mio babbo. Hai toccato un tasto… Se sapessi quante volte ci penso… Mi sogno anche di notte.

LUIGI             Sabbia sulla piarda  dell’argine ce ne portiamo, ma con l’aria che tira, rimane lì invenduta anche troppo.

POLDO          Ditemi voi; i costruttori  che smania possono avere di costruire quando “Pippo”giunge all’improvviso e bombarda ciò che hanno costruito?

ENNIO           Purtroppo è proprio vero.

LUIGI             L’altro giorno ero in caffè Commercio; parlavo con Pietro, quando senza volerlo da uno che è impiegato allo “Zuccherificio” sento; che avrebbero un battello nuovo da vendere. Non capisco come mai, visto che non è nel loro campo..

POLDO          “ Le vie del Signore sono infinite” Forse ce l’hanno perché qualche costruttore di barche anziché pagare in contanti ha  offerto un battello. Non c’è da meravigliarsi, dato che gli azionisti hanno le mani in pasta dovunque.

ENNIO           Lasciamo stare il motivo… L’importante è che abbia una barca da vendere.

LUIGI             Sembra che non sia un battello con grandi dimensioni, però per noi andrebbe anche bene. Certo che il prezzo per noi è alto.

ENNIO           (con entusiasmo) Vi immaginate un battello tutto nostro? Non dover pagare più affitti?

LUIGI             Che bellezza sarebbe!  Ma la pagheremmo dando” le dita negli occhi?”

POLDO          Certo che un anticipo lo si deve dare pure… Poi possiamo accendere un mutuo in banca pagabile a rate ovviamente.

LUIGI             E chi garantirebbe per noi? Ponzoni, forse? O meglio ancora quel buon Signore che sta lassù? (indica il Cielo)

POLDO          Non ha detto che ci darebbe una mano?

ENNIO           Non stiamo ad esagerare.

POLDO          Non fasciamoci la testa prima di romperla!

ENNIO           Sapete cosa vi debbo dire? Che avete trovato la maniera per non farmi dormire questa notte!

CALA LA TELA SUL PRIMO ATTO

 

ATTO SECONDO

-ATTO SECONDO: La scenografia è la stessa Sono passati alcuni giorni. Domenica. E’ quasi mezzogiorno. La famiglia si dovrà mettere a tavola, quindi c’è da preparare il tavolo. Mentre si svolge le scena, le donne preparano il tavolo. Quando tutta la famiglia sarà riunita attorno al tavolo faranno un pasto piuttosto frugale. Potrà essere una minestra in brodo, o una trippa, oppure un secondo con polenta. Un pranzo non troppo impegnativo per la recitazione. Le donne preparano il caffè che naturalmente deve essere d’orzo, tanto che quando lo bevono assumono un’espressione come dire:” come è gramo… quanto sarebbe buono il vero caffè.” Non manca la grappa che versano nella stessa tazzina del caffè. Da fuori si sentono i bambini che giocano.

Finito il pranzo, le donne si alzano per liberare il tavolo. Tutti escono meno…

SCENA PRIMA: Ennio, Maria.

ENNIO           Di’ la verità… Non è piacevole la domenica?

MARIA          Certo.

ENNIO           Ho lavorato tutta la settimana. Il nostro lavoro è anche pesante. Un giorno di riposo ci vuole proprio. Vai all’osteria ti vedi con gli amici, fai quattro chiacchiere…

MARIA          (sorniona) … Bevi un goccino…

ENNIO           …E vien sera in un baleno.

MARIA          Mentre per noi donne che sia domenica o un giorno feriale l’impegno è sempre lo stesso.

ENNIO           Ognuno ha le sue incombenze…i suoi fastidi. Il doversi fare la barba tutti i giorni non è una…barba?

MARIA          E noi donne una volta al mese non abbiamo i nostri…” impegni” ?

ENNIO           Tu, quegli “ impegni” non li hai più.

MARIA          ( con sprezzo) Come sei simpatico.

ENNIO           (cambiando discorso)  Non ti sembra che nelle testa delle tue nuore ci stia girando qualche cosa? Mi sembrano così circospette… C’è qualcosa che non va?

MARIA          Certo. Ne abbiamo già parlato. Bruno è andato al ricovero ed ha lasciato libero il suo appartamento, e le nostre donne sono in lotta perché ognuna vorrebbe andare ad abitare là.

ENNIO           Entrambe?

MARIA          Cosa dici? Una delle due con la propria famiglia.

ENNIO           Perché? Non stanno bene qui’ Siamo tutta una famiglia.

MARIA          Non riesci a comprendere che ognuna vorrebbe avere un po’ di intimità?

ENNIO           Con noi  hanno già l’intimità.

MARIA          Proprio. E anche troppo!

ENNIO           Non sai che bello? Andare  ad abitare in un condominio e ogni mattina tua nuora, con il pitale, fermarsi e magari far due chiacchiere entrambi con il vaso da notte in mano…

MARIA          ( con l’espressione appropriata del viso) Ma come sei poetico…

ENNIO           Questa è la realtà.

MARIA          Proprio tu  parli. Quando ci siam sposati la nostra camera da letto era vicina a quella dei tuoi genitori. Quindi tutte le tue smanie dovevano essere contenute per non dare adito a dubbi ai tuoi cari.

ENNIO           Lo credo bene. Ciò che divideva la nostra stanza dalla loro era una semplice tenda…

MARIA          Oh… se sei stato svelto a cercarti un altro alloggio.

ENNIO           Ma certo…Era in previsione l’aumento della nostra famiglia.  Non potevamo,certo, stare tutti nella stessa stanza.

MARIA          Vedi che i conti  tornano?

ENNIO           Da noi qui ogni famiglia ha la propria stanza. In paragone con i nostri tempi queste sono regge.

MARIA          (sentenziando) E’ giusto che ogni famiglia abbia la sua vita privata ed indipendente!

ENNIO           Hai proprio idee moderne.

MARIA          E tu invece?!

ENNIO           (cambiando discorso)  Bene… in definitiva cosa si deve fare?

MARIA          Semplice. Si deve cercare di avere quell’appartamento in affitto e mandare ad abitare uno dei tuoi figli che credi più opportuno.

ENNIO           Non è un problema semplice. Favorendo uno metti a disagio l’altro.

MARIA          E’ pur vero. Ora però sarà opportuno sapere se la casa è da prendere in affitto.

ENNIO           Ho sentito che il proprietario intende affittarla. Anzi. Sarebbe intenzionato a darla ad una famiglia che conosce. Penso che a noi l’ affitterebbe volentieri.

MARIA          Quindi tu  cerca di avvicinarlo e fattela dare.

ENNIO           E per l’affitto chi deve pagarlo?

MARIA          Quello è il meno. Chi l’andrà ad abitare pagherà l’affitto e penso che lo farà anche volentieri. Magari si priveranno di qualche cosa d’altro.

ENNIO           Hai ragione. Ora, andrò a fare quattro passi qui fuori.

SCENA SECONDA.           Maria, Emma, Luigi.

EMMA           (entrando) Ho sentito una voce maschile ed ho pensato che fosse mio marito.

MARIA          No. Ma  dovrebbe essere qui fuori  da qualche parte. Mentre tu rimani io vado di sopra. (esce)

EMMA           ( fra sé) Si dovrebbe anche preparare il tavolo.

LUIGI            (entra) Sei qui.

EMMA           Perché dove pensavi che fossi?

LUIGI            Non ti sembra  che tu debba toglierti dal viso quella espressione?

EMMA           Lo sai il motivo.

LUIGI            Non puoi mantenere quel “ muso” anche con tua cognata.

EMMA           Sai bene che entrambi desideriamo avere quell’appartamento. E non sappiamo chi sarà il fortunato.( cambiando discorso) Non sei ancora andato a sentire qualche cosa?

LUIGI            Certo.

EMMA           Quindi?          

LUIGI            Il proprietario è disposto a darlo a uno dei due…. Ha parlato con mio padre e non sa come fare. Io, comunque , non intendo litigare con mio fratello.

EMMA           Ma non ce la fai a comprendere che non si può continuare così?

LUIGI            Non capisco il perché.

EMMA           Ma non riesci a capire che non lo facciamo solo per noi? Io lo faccio soprattutto per tuo figlio. Sta crescendo… Non puoi pensare di tenerlo sempre nella nostra stanza.

LUIGI            Questa è una novità. Sai quante famiglie dormono nella stessa stanza?

EMMA           Non riesco a comprendere come tu faccia a non avere un poco di ambizione… Vivere nel tuo appartamento con un po’ di libertà.

LUIGI            E’ ovvio, che mi farebbe piacere.

EMMA           Io non ti capisco. Quando torni casa ed hai certe voglie… che mi fai impazzire…Non pensi che tuo figlio potrebbe svegliarsi da soprassalto? Ma non ci pensi?

LUIGI            (spiritoso) In certi momenti certe cose non le pensi.

EMMA           Fai Anche lo spiritoso!

LUIGI            Hai ragione anche tu.

EMMA           Direi…

LUIGI            Vado a dare un occhiata sull’argine.

EMMA           (fra sé) Spero che l’abbia capita.

 

SCENA TERZA: Emma. Anna, Poldo.

ANNA            (entra  distesa. Vede Emma e diventa seria) C’è anche da preparare il tavolo.

EMMA           (anche  lei fredda) Vado a dar un’occhiata di sopra. ( esce)

ANNA            ( riferendosi ad Emma) Ma che faccia! Certo che non si può continuare così.

POLDO          (entrando e vedendo l’espressione seria della moglie) E’ successo qualche cosa?

ANNA            Cosa vuoi che sia successo. E’ sempre lo stesso motivo.

POLDO          Vi siete intestardite di voler quell’appartamento e andrà a finire che litigheremo. Non penso che questi siano momenti  adatti.

ANNA            Non è nemmeno il caso di continuare così. Una vita privata non l’ha nessuna delle famiglie.

POLDO          Loro hanno un figlio… Noi no. E una camera in più non dà fastidio.

ANNA            Se l’appartamento lo dovessero destinare a noi la nostra stanza potrebbe occuparla tuo fratello…

POLDO          …E la smetteremmo di litigare.

ANNA            Non è solo la stanza… Non vorresti avere una cucina tutta nostra?

POLDO          Non è detto che salti fuori un altro appartamento… Finirà pure questa maledetta guerra. Gli edili  ricominceranno a costruire. Così guadagneremo anche noi con il nostro lavoro.

ANNA            Comunque quello là dovrà decidersi a chi darlo.

POLDO          Gli ho parlato e mi ha detto che ha parlato  con  mio padre e alla fine della “suonata”  non sa ancora a chi assegnarlo.

ANNA            Certo che non andar d’accordo con mia cognata mi duole molto. Stiamo troppo in poco spazio per tenere il muso.

POLDO          Sembra anche a me. Comunque, vedrai, che in una maniera o nell’altra il problema si risolverà.

ANNA            Speriamo.

SCENA QUARTA:: Ennio, Maria, Luigi Emma, Poldo, Anna.

(entrano insieme Ennio e  Luigi)

EMMA           (rivolta a tutti) Figuratevi se il mio Aldo poteva stare in casa con tutti i bambini che giocano là fuori. Gli ho già dato da mangiare e l’ho lasciato che uscisse a giocare con gli altri bambini.

ENNIO           (rivolto a Emma) Sai che mi piace avere con noi a tavola il bambino. Lui poi che ascolta i nostri discorsi a bocca aperta.

EMMA           Avete ragione. E’ che aveva una smania… Comunque anche gli altri bambini dovranno pura andare a casa a mangiare.

ENNIO           (rivolto ai figli)  Domani andate a sabbia o ghiaia?

POLDO          Te lo sapremo dire.

LUIGI            Poco fa ero sull’argine e vi erano i tedeschi indaffarati attorno ai fumogeni e lo sapete che in quei momenti non vogliono nessuno attorno.

ENNIO           Forse si staranno preparando perché avran saputo del ritorno degli aerei.

LUIGI                        Speriamo che non vengano.

ENNIO           Non so come facciano a sopportare quella puzza.

LUIGI                        Hanno le maschere.

ENNIO           Anche per gli occhi…

POLDO          Che bello se andassero a farsi benedire.

ENNIO           Magari.

MARIA          (riflessiva) E pensare che anche loro hanno le loro famiglie.

ANNA                       (decisa) Visto che hanno famiglia che tornino a casa loro.

EMMA           Tu pensi che non volerebbero a casa?

(pausa)

POLDO          Sapete che è già una settimana che mi sto interessando della scimmia?

EMMA           Certo che se continui a definirlo “ Scimmiotto” non gli potrai attribuire un gran valore.

POLDO          Lo dico perché siamo tra noi.

ANNA            Dire con la sua giusta definizione “ Humus erectus” gli attribuisci maggior importanza ed il suo valore aumenta.

POLDO          Poco fa ho parlato con Simando per pregarlo di parlarne con il signor Ponzone ma lui mi ha detto:” Guarda che Ponzone non è solo ricco ma è anche nobile, perciò se gli devi parlare è ben felice di ascoltarti.

LUIGI            Allora: ci sei andato?

POLDO          Certo. E mi ha ricevuto con tutti gli onori. Quando  poi, gli ho fatto vedere il teschio, è rimasto allibito. Lo ha preso in mano con tanto controllo che sembrava una reliquia.

ANNA            Perché? Cosa dovrebbe essere se non una reliquia. Con  tutti i secoli che ha?

LUIGI            Mah. Ha capito che il teschio è di un uomo della preistoria?

POLDO          Certo. Infatti, mi ha fatto notare che proprio le arcate sopraciliari denotano un essere dei primordi dell’era preistorica.

ENNIO           Anche le scimmie hanno le arcate sopraciliari in fuori..

LUIGI            Ma il mento è più accentuato.

EMMA           Sapete ragazzi che ascoltandovi sembrate persone erudite in antropologia.

POLDO          Queste informazioni le ho avute dal Ponzone.

LUIGI            Beh… anche noi abbiamo letto qualche cosa.

POLDO          (continuando il suo discorso) Mi sentivo on po’ in imbarazzo. Ho cercato, però, di fargli capire che il nostro scopo è quello di prendere un po’ di soldi per risolvere il problema che abbiamo. Non gli ho detto, però, del battello.

LUIGI            Hai fatto bene.

POLDO          Gli ho chiesto quanto poteva valere un teschio. E lui mi ha detto, parlando sinceramente, che come ossa vale poco, ma come “reperto “ così l’ha definito poteva valer molto.

ANNA            (soddisfatta) Mi sembra che la cosa si metta bene.

POLDO          Mi ha detto anche, che un reperto così dato ad un privato è un errore. Anche perché una volta comperato lo mette in una bacheca e lì rimane, mentre invece dovrebbe essere visto da tutti. Perciò, si dovrebbe dare ad un museo archeologico. Qui da noi, qualcuno ha già cercato di raccogliere qualcosa, specialmente dagli scavi che hanno fatto qui attorno.

EMMA           Ah, sì?

POLDO          Il capo degli archeologi è Arcangelo, che ha una smania sorprendente.

ENNIO           Forse sarebbe più opportuno coinvolgere il Comune. Sarebbe una cosa più ufficiale.

LUIGI            Credo,papà, che tu abbia ragione.

POLDO          Il signor Ponzone, mi ha anche detto che, conoscendo persone qualificate, potrebbe aiutarci. Naturalmente io l’ho ringraziato. Confesso che è stato così gentile che non lo avrei mani supposto.

ANNA            E’ proprio vero che da ricco a signore la differenza è notevole.

ENNIO           Morale della favola: come siete rimasti d’accordo?

POLDO          Che ci terrà aggiornati. Anche Simando mi ha detto che ci aiuterà. A quell’uomo si dovrebbe fare un monumento. Ho ammucchiato un entusiasmo che non ho potuto fare a meno di andare a bere un bicchierino.

MARIA          Puoi immaginare se non doveva andare a finire così!

POLDO          Oh… quante storie…

ENNIO           E quindi? Il bicchierino chiude la storia?

POLDO          Sono andato a berlo al caffè Finardi..

MARIA          Non avevi altro posto?

POLDO          Ero talmente contento che mi sentivo un signore. E dove vanno I signori a bere se non in un luogo equipollente?

LUIGI            Il signor Ponzone non ti avrà anche trasmetto una certa cultura.. direi?

POLDO          No. (imbarazzato) Però è  in caffè che ho cominciato a fare stupidaggini.

ENNIO           Cioè?

POLDO          Ho raccontato della cosa a qualcuno che era là.

MARIA          Figuriamoci se non riesce a tacere…

ENNIO           Beh? E allora?

POLDO          Naturalmente non ho fatto cenno a Ponzone…. Ho solo raccontato che Bandini aveva trovato sulla spiaggia il “ testone” e invece di buttarlo in Po, perché sarebbe stato un sacrilegio, ce lo ha regalato, anche perché ha detto che era talmente brutto che sembrava avesse i lineamenti di uno della sua famiglia.

ANNA            Ma che bello spirito…

POLDO          (rivolto a Anna) Ma non hai capito che scherzava?

ENNIO           E… allora?

POLDO          Allora… allora…Lì c’era una della Milizia, che avendo sentito  ciò che stavo raccontando mi ha obbligato a seguirlo in caserma per “ chiarimenti”. Non so come ho fatto a non farmi venire il “ cagotto”… Naturalmente ho dovuto andare con lui.

LUIGI            Se avessi taciuto che bella cosa avresti fatto.

POLDO          Là; hanno cercato di farmi il “terzo grado”. Han capito subito che quella era una cosa di valore e che ” per fare un omaggio al partito” sarebbe stato opportuno  venderlo  e l’incasso lasciarlo al partito. Io l’ho buttata sul ridere. Ho detto che ho solo raccontato una barzelletta, che avevo letto sul “ Popolo d’Italia” Avevo solo cambiato il soggetto: invece della “scimmia” era il teschio di Palmiro, il loro antagonista politico. Si son messi a ridere.  Sembra che abbiano creduto. Mi hanno lasciato andare. Uscendo, sono corso su un mucchio  di letame per scarica le mie emozioni.

ANNA            Mah…Sarà… Ma credo che abbiano creduto un po’ troppo facilmente…

EMMA           D’altra parte come si poteva credere che un teschio trovato in spiaggia poteva essere quello di un uomo  della preistoria…

ENNIO           Anche tu, hai ragione…

POLDO          Infatti, tutti hanno creduto  ciò che ho detto, ma nessuno ha visto il teschio.

LUIGI            Speriamo che sia finita lì. Però vediamo di fare le cose un po’ seriamente.

ANNA                       Io, dico una cosa: perché non far vedere il teschio ad un veterinario ?

POLDO          ( rimproverandola) Ma non ti è ancora entrato in testa che quello non è una   scimmia?

ANNA            Quante storie… Se il teschio è uno di voi, fatelo analizzare da Piersanti, il chirurgo.

LUIGI             (offeso) Come sarebbe “ uno di voi?”

ANNA            Sì, insomma,,, un uomo dicevo…

EMMA            Noi continuiamo a dire “ un uomo”. E se fosse una donna?

POLDO          (spiritoso)  Starebbe ancora a parlare.

EMMA            Spiritoso!

ANNA            Io mi sono sempre chiesto perché quando si parla di storia o anche di qualsiasi argomento si dice sempre “l’Uomo” mai “la donna”

POLDO          ( tronfio) Perché l’uomo è l’essere perfettissimo creato da Dio.

EMMA            Ma piantala! E noi cosa siamo: scimmie? Degli stracci?

LUIGI             Prima fu creato l’uomo poi in un momento, quando il Signore ha avuto un momento di superficialità ha fatto la donna.(fra sé) Chissà cosa pensava di fare.

ANNA            ( indicando il ventre) Se non ci fossero le donne; come, voi uomini, potreste venire al mondo ?

POLDO          Voi ci mettete la fabbrica e noi il capitale..

ANNA            Ecco perché tante fabbriche sono costrette  chiudere.

LUIGI             Voi siete nate da una costola d’Adamo. Cosa potete pretendere?

POLDO          La donna è clonata dall’uomo.

LUIGI             Voi siete solo un manufatto.

EMMA            E voi degli sciocchi!

ENNIO           (cambiando discorso) Com’è la faccenda dei ritrovamenti archeologici qui da noi? Questa mattina nell’ostria del Barcaiolo non si fatto altro che parlare si questo. E’ proprio vero?

LUIGI             Certo.

MARIA          (rivolta alle donne) Se noi donne mentre questi qui stanno parlando di cose che a non  interessano un gran che, uscissimo per andare a gustarci  un gelato in centro?

ANNA            Sarebbe una bella idea.

EMMA            (che non vorrebbe uscire con Anna) Io non mi sento. Andate voi.

MARIA          (che ha capito, con fare deciso di rimprovero) Emma: a te il gelato piace ancora più di noi.

EMMA            (sottomettendosi) Va bene.

(le donne escono)

SCENA QUINTA: Luigi, Poldo, Ennio. Ciro

CIRO              ( da fuori) Ragazzi?... Siete in casa?  (entra) Certo che ci siete. Incontrando le vostre donne mi hanno detto di venire per un bicchierino di grappa.

LUIGI            Oh che bello. Così abbiamo la scusa di berlo anche noi con un simpatico amico.  (si alza va a prendere la bottiglia della grappa nel buffet, i bicchierini e versa)

POLDO          Come mai sei qui a quest’ora. Visto che è domenica non sei andato a fare un sonnellino?

CIRO              Se debbo essere sincero non ho nemmeno fatto il pranzo (correggendosi) il vitto. Mi è sembrato che il cibo mi rimanesse sullo stomaco, per la fretta che avevo di venire a raggiungervi.

ENNIO           C’è qualche novità?

CIRO              Sì: e se vogliamo anche grossa: nel bene e nel male.

LUIGI            (  preoccupato) Non porterai delle brutte notizie?

CIRO              Andiamo per ordine. Quel giorno che tu, Poldo; sei venuto a caffè a raccontare la storia del teschio preistorico c’ero anch’io e la sfortuna ha voluto che ci fosse anche quello della Milizia.

POLDO          (inquieto) Purtroppo.

CIRO              Lo puoi dire.

LUIGI            Sì. Tu; Poldo, ci hai detto che  eri riuscito a convincerli che era una burla.

CIRO              Lo hai convinto proprio per niente. Quello lo è andato a raccontare ai suoi colleghi camerati e quindi è come dire “ E’ scoppiato il bognone,”

ENNIO           ( preoccupato ) Come sarebbe?

CIRO              “Sarebbe” che  il cervello, si insomma il teschio sarebbe roba loro.  Per essere esatti del Demanio.

LUIGI            Cosa c’entra il Demanio con la Milizia?

CIRO              In via diretta: .no. Ma per vie traverse:sì.

POLDO          Come sarebbe?

CIRO              Quello della Milizia è andato dal capo ufficio del Demanio del Po. Perché fra l’uno  e l’altro c’è poca differenza.

ENNIO           Quindi?

CIRO              Mi è rimasto impresso nella mente ciò che ha detto quello del Demanio che vi ripeto parola per parola.

LUIGI            Tu, come fai a conoscere tutte queste cose?

CIRO              Perché mio cognato, non è una novità, che è anche lui della Milizia, Ha sentito tutto ed è venuto a raccontarmelo. Veramente non è proprio così. Diciamo: che l’ho “ circuito” fin tanto che sono riuscito a “spogliarlo.”

ENNIO           (impaziente) Vediamo di andare avanti.

CIRO              Giusto, giusto è così: Colui che casualmente trova un oggetto perduto o caduto in acqua , non ne acquista affatto la proprietà.”

POLDO          Veramente Bandini l’ha trovato immerso nella sabbia.

LUIGI            Non penso che cambi tanto.

CIRO              . Proseguendo: “Il legittimo proprietario ha sempre il diritto di rientrare in possesso del proprio bene:”

POLDO          (spiritoso) Come fa l’uomo del teschio a rientrare in possesso del suo bene, se sono secoli che è morto.

CIRO              (riprendendolo) Non diciamo sciocchezze: che è una roba seria!

ENNIO           (rivolto a Poldo) Non è il caso ne il momento di essere spiritosi. E nemmeno prenderla alla leggera.

CIRO              …E qui viene il brutto1

ENNIO           Oddio!

CIRO              Ora ve lo racconto con le mie parole, perché quelle che hanno letto sul “Codice Civile” sono un po’ difficili.

LUIGI            Cioè?

CIRO              Il Codice è ben preciso sull’argomento. “Chi trova in acque territoriali è soggetto a severe sanzioni pecuniarie e non solo, ma anche la prigione. Se ciò che ha trovato se l’è tenuto. “ Perché risulta un furto ai danni dello Stato…”

ENNIO           (sconfortato) Ma dove abbiamo messo i piedi…?

CIRO              (continuando) … Se il relitto è stato prelevato nel territorio  demaniale.

(pausa durante la quale  tutti pensano intensamente, intanto bevono)

POLDO          (cercando di allontanare il pericolo) Veramente noi non abbiamo trovato niente…

LUIGI            Chi ha trovato il teschio è stato Bandini.

ENNIO           (rimproverando i figli) Ora che Bandini vi ha regalato la reliquia, che chissà quanto vale, volete scaricare su di lui il tutto?

CIRO              Colui che ha trovato il “ reperto” doveva denunciarlo entro tre giorni  dal ritrovamento, alla Autorità competente e consegnare l’oggetto recuperato.

POLDO          Ormai altro che tre giorni sono passati.

CIRO              L’unica speranza è che se il proprietario del reperto non ne chiede la restituzione, di diritto passa al ritrovatore.

LUIGI            Questa è una buona notizia.

POLDO          Non diciamo delle stupidaggini! Con la smania che ha il Demanio di impossessarsene.

CIRO              (continuando) … Colui che trova il reperto deve conservarlo nel migliore dei modi.

POLDO          Se il motivo è quello lo abbiamo “ conservato nei migliori dei modi.”

LUIGI            (preoccupato)  Sì…Infatti lo abbiamo lasciato sulla “prua” della barca… quando poi siam tornati lo abbiamo avvolto in uno straccio  che usiamo per pulirci le mani.

POLDO          (correggendo) Questo però, loro non lo sanno.

ENNIO           E’ vero anche questo.

CIRO              (con un sorrisetto, rivolto a tutti) Dite la verità che siete ben preoccupati?

ENNIO           E anche troppo… e tu fai lo spiritoso…

CIRO              (con fare da saputello) Se prediamo una moneta o anche una medaglia , vediamo che entrambi hanno due facce. Noi ora abbiamo visto una faccia. Ora, giriamo  la moneta,e vediamo l’altra faccia.

ENNIO           Speriamo che l’altra faccia non sia un “ faccione”.

CIRO              (sentenziando, con fare da saputello e ripetendo) Se prediamo una moneta o anche una medaglia , vediamo che entrambi hanno due facce. Noi ora abbiamo visto una faccia. Ora, capovolgiamo   la medaglia,e vediamo l’altra faccia.

POLDO          (preoccupato) Ed il proprietario del bene è il Demanio.

LUIGI            …E siccome il rappresentante del Demanio è quello della Milizia… Noi di conseguenza: “lo prendiamo nelle penne! “

CIRO              (proseguendo) )… Il premio del ritrovamento non deve superare un quarto del valore del reperto.

LUIGI            Figuriamoci se quelli si lasciano scappare di mano un affare come quello.

ENNIO           (rincuorando) Non abbiamo detto che del “reperto “ ne abbiamo parlato con Simando e di conseguenza con il signor Ponzone?

POLDO          Certo.

ENNIO           E state sicuri che quei signori una mano, come d’altra parte ci hanno promesso, ce       la daranno.

LUIGI             ( con serietà) Direi anch’io!

CIRO              (rivolto a tutti) Ora, cari i miei ragazzi visto che il mio dovere di amico l’ho fatto… vi lascio a godere della restante Domenica.

POLDO          ( a Ciro) Te ne vai… già?

CIRO              Ora vado da “ Mangiariso” Chissà che non senta qualche altra notizia. Bacio le mani! ( esce)

  (pausa)

ENNIO           Certo che siamo in debito con Ciro che, da amico, ci è venuto a dire tutte queste cose che noi certamente non avremmo saputo.

LUIGI             Che potessimo  non tenere un teschio di un preistorico così facilmente era presumibile credere. Ma sperare di avere un quarto del valore del “reperto “ non potevamo certo immaginarlo.

POLDO          Se trovi un portafoglio che restituisci non ti danno una ricompensa?

LUIGI             Sì; ma un borsello non è un “ reperto”

ENNIO           (cambiando discorso) Certo che se riusciamo ad avere un premio qualche cosa a Bandini dovremo pur  dare…In fin dei conti a trovarlo è stato lui.

LUIGI             Vedremo. Magari facciamo a metà. E’ vero che lui l’ha trovata, ma noi abbiamo trovato quello a cui interessa…  … Se fosse stato per Bandini, quasi quasi la gettava in Po.

SCENA SESTA: Ennio, Luigi, Poldo, Maria, Anna, Emma.

(entrano le donne)

MARIA                      (entrando)  Abbiamo rivisto Ciro che se ne stava tornando a casa. Prima aveva una espressione preoccupata, ora l’abbiamo trovato disteso.

ENNIO           Infatti, ci ha portato una bella notizia. Sembra che dello “ scimmiotto” .si riesca ad avere un bel premio.

MARIA          Che bello! …E come?

ENNIO           Te lo diremo.

ANNA            A proposito… mi scordavo. Mentre stavamo tornando a casa abbiamo incontrato il signor Simando.

ENNIO           Ebbene?...

MARIA          Ci ha detto che deve dirvi alcune cose…. Se uno di voi va a casa sua gliele dice.

LUIGI            (rivolto agli uomini)  Chi ci và? Vai tu papà?

ENNIO           Perché:.no.

POLDO          E’ meglio che ci vada io. Visto che fin ora gli ho parlato io.

ENNIO           Forse è meglio.

( Poldo esce)

ANNA            Siamo andate, per il gelato, da Bortolotti e li ci è venuto da ridere…

LUIGI            Non credo che per voi sia stata una gran difficoltà.

EMMA           (criticante) Oh… saprai…

MARIA          Sapete che Bortolotti sotto al naso ha una carne crescente che pende che sembra una goccia.

ENNIO           E’ vero.

MARIA          Eravamo lì in attesa che venisse il nostro turno per avere il gelato. Prima di noi c’erano della signore che, anche loro, volevano il gelato. Quando hanno creduto che la “goccia” stava cadendo sul cono; una delle signore ha detto:” Lasci pure, buon uomo. Ci è passata la voglia.  “Va bene” Risponde Bortolotti, Mentre le signore si stavano spostando; quel cono lo ha dato a noi. Quando quelle signore hanno visto il passaggio del gelato han assunto un’ espressione del viso come se volessero dire.” Che schifo!” Noi che l’avevamo capito ci siam messe a ridere. Loro” disgustate” se ne sono andate senza indugio.

LUIGI            Sai quante volte questa scena si è ripetuta?... Ma da farselo togliere non c’è verso di fargliela capire.

EMMA           Poi siamo andati in piazza per vedere se c’era un po’ di gente.

MARIA          Da quando c’è la guerra a passeggiare in piazza non ci va quasi nessuno.  A Novembre,prima della guerra,  nei giorni di fiera, ci pestavamo i piedi per la ressa. A Novembre  non c’era nemmeno una giostra. Che desolazione!

EMMA           Meno male che abbiamo visto una scena che ci ha fatto ridere.

MARIA          (correggendola) Beh… ridere…

EMMA           C’era quello che chiamano “ Carloccia” che dormiva davanti al Municipio con un fiasco di vino in mano. La scena era così divertente che si è fermato un gruppo di gente. Boles, che sappiamo che una ne fa ed un’altra ne combina, è andato a casa a prendere un tubo di gomma e infilata nel fiasco l’ha vuotato. Figuratevi quando Carloccia  si è svegliato…

MARIA          (interrompendo) Dilla giusta.  La gente presente l’ha svegliato per gustarne la reazione.

EMMA           Carloccia si è svegliato ed a visto tutta quella gente che lo stava osservando e che, soprattutto, il fiasco era vuoto… ha tirato un “ rosario” che Monsignore sarebbe impallidito.

ENNIO           Si può immaginare.

LUIGI            Carloccia,poi, è un “  personaggio” simpatico del paese.

LUIGI            (cambiando discorso) Ora: care li mie  donne, visto che ci avete fatto divertire e che a vostra volta vi siete levata la voglia del gelato: ora, noi, andiamo, a nostra volta, a far visita a Bortolotti  ma dalla parte dell’osteria.

(gli uomini escono)

SCENA SETTIMA: Maria, Anna, Emma.

ANNA            Speriamo che quell’ “ Homo erectus” ci porti fortuna.

EMMA           Io spero. Gli uomini ci hanno detto che è possibile prendere un quanto del valore del “ reperto”, Pensate se fosse sufficiente per acquistare anche due case tutte nostre. Anche non tanto grandi.

MARIA          Sarebbe un sogno. Però: toglietevela dalla testa che fino a che la guerra sarà finita rimarrà un sogno.

ANNA            (inquieta) Sì. Ma quando finirà? Non sentite il bisogno di avere una casa tutta vostra?

EMMA           (decisa) Il bisogno che senti tu la sento anch’io. Io, poi ho anche Aldo che sta crescendo.

ANNA            (sempre più risoluta) Comunque questo è un problema che si deve risolvere. Anch’io vorrò avere un figlio.

MARIA          Ragazze: stiamo calme! Per litigare c’è sempre tempo. Non è litigando che si risolvono i problemi.

ANNA            Io spero che l’appartamento la diano a me. Dobbiamo considerare, anche che anziché tre famiglie qui ne rimarrebbero due, perciò si respirerebbe meglio.

MARIA          Non credo di darvi troppe seccature. Anzi: alla cucina penso io.

EMMA           Ma  non è quello…

MARIA          Questa casa è di nostra proprietà. Quando noi due vecchi saremo morti, la casa rimarrà a  voi.

ANNA            (rimproverando) Mamma: per piacere…

MARIA          E’ una considerazione. Io penso che chi rimarrà qui dopo la nostra morte ne avrà la proprietà.

EMMA           Veramente la casa passerebbe agli eredi, cioè ai vostri figli.

MARIA          Mi sembra, che chi andrà ad abitare in quell’appartamento, non dovrebbe avanzare troppe pretese.

ANNA            (triste) Mamma: per piacere. Non facciamo discorsi da cimitero.

EMMA           ( a Anna) Hai ragione Anna. Lei mamma, cerchi di campare cento anni e poi anche il papà. Voi state aiutando tutti noi con gran cuore.

MARIA          (commossa) Care le mie ragazze: se sapeste come vi vuol bene vostra suocera?

ANNA            Certo; che se dice “ suocera”… Diciamo meglio “ mamma”

EMMA           Chissà chi è stato ad inventare la parola “ suocera” deve essere stato proprio uno scemo.

ANNA            Hai ragione. Come quello che ha inventato la parola” figliastro”. C’è una parola più antipatica?

MARIA          Sì: “guerra”!

EMMA           E’ proprio vero che ogni discorso va a finire lì.

SCENA OTTAVA : Maria, Emma, Anna, Ennio, Luigi, Poldo.

 (entrano tutti gli uomini)

MARIA          Come mai siete già di ritorno?

EMMA           Siete appena usciti…

ANNA            (spiritosa)        Si vede che avevano voglia di vedere le loro donne. Lo sapete  che senza di noi questi uomini si sentono degli stracci…

LUIGI            …Per ogni uso.

ENNIO           Stavamo andando anche noi in piazza, quando dalla casa di Simando abbiamo visto uscire Poldo.

LUIGI            La smania per sentire le ultime notizie, ci hanno tolto persino la voglia del grappino.

ANNA            Raccontateci!

ENNIO           Veramente anche noi non ne sappiamo ancora niente. Volevamo sentire le novità, da Poldo, a casa nostra.

MARIA          Allora: sedetevi. Io vi offrirò un bicchierino di grappa.

 (mentre Ennio va ad appoggiarsi al camino gli altri si siedono)

ENNIO           Grazie signora. Data l’ora gradiremmo un bel bicchier di vino bianco. Sempre se non arrechiamo disturbo.

EMMA           Non sarà meglio che Poldo comincia a riferirci qualche cosa?

POLDO          Come sapete abbiamo chiesto a Simando il favore di interessarsi per il teschio. Simando si è aggiornato con il signor Ponzone…e le novità sono le seguenti.

ENNIO           Speriamo in bene.

LUIGI            Speriamo.

POLDO          La faccenda che quel tale della Milizia, che è anche il direttore del Demanio del Po,si sia interessato del “ reperto” ce lo ha già detto Ciro.

ENNIO           …E questo lo sappiamo già.

POLDO          Il signor Ponzone, come ci aveva promesso, si è interessato. Non solo; ma ne ha anche parlato con quelli dell’ archeologia. Non solo, ma anche con quelli della provincia di Cremona e Parma.

ENNIO           (compiaciuto) L’ha presa in grande.

LUIGI            Per noi è una cosa di rilievo, ma per loro, parlare con persone importanti è una cosa da nulla.

ANNA            Vai avanti che pendiamo dalle tue labbra.

EMMA           …Pendiamo…

POLDO          Tanto quelli dell’una città che dell’altra, quando hanno sentito del teschio della preistoria si sono subito incuriositi.. Naturalmente tutti lo volevano. … Ma, immediatamente  Ponzone ha riferito che quello della Milizia lo voleva, e che se fosse stato necessario interessava anche i capi della Milizia.

LUIGI            … E qui la cosa si complica. ..

ENNIO           …E credo anch’io.

POLDO          Non è detto. In un certo senso è stato anche meglio, perché quelli della città si son subito ritirati per non aver nulla a che fare con la Milizia. Sapete che questi sono momenti particolari…. Morale della favola: questo del demanio del Po si è dichiarato disponibile a tenerlo loro.

LUIGI            Sì… va bene… ma per il premio…?

POLDO          Ha detto che per loro non è un problema.

ENNIO           Bene. Facciamo come quel chirurgo che quando ha presentato il conto al paziente, che era un politico, mentre quello dava i soldi si è sentito dire:” Questi sono soldi rubati!” ed il dottore:” del denaro che ricevo non voglio saperne la provenienza.”

(tutti si mettono a ridere meno Maria)

MARIA          Voi ridete pure. Ma io non l’ho capita.

ENNIO           Maria: il medico si riferiva ai soldi che il paziente ha dato al medico…L’ammalato era un politico e quindi il dottore ha detto che il denaro rubato non era quello che voleva lui, per l’intervento, ma quello che ha incassato il politico….

MARIA          (scoraggiata) Ma che complicazioni…!

LUIGI            Mamma, bevi un goccino anche tu. Chissà che tu digerisca tutta questa spiegazione.

ENNIO           (rivolto a Luigi, rimproverandolo) Luigi… vacci piano!

ANNA            Ritornando al discorso dell’”homo erectus” Siamo sicuri che lo è? Che non sia un uomo qualsiasi o addirittura il teschio di una scimmia’

POLDO          Ormai lo hanno visto in tanti. L’abbiamo fatato vedere anche a Piersanti e dei dubbi non ne ha avuti.

LUIGI            E, in definitiva; quanti soldi dobbiamo pretendere… mi correggo: sperare.

POLDO          Questo è un problema.

ENNIO           Noi non ne dobbiamo fare una speculazione. Non abbiamo detto che volevamo comperare la “ Magana” dello zuccherificio? Sicuramente vorranno una caparra…. Noi chiediamo a quello del Demanio del Po, quella cifra, senza sapere quanto vale il teschio. Se il teschio vale di più, meglio per loro.

LUIGI            La faccenda non finisce qui.  Poi c’è da finire di pagarla.

LUIGI            Di questo possiamo stare certi.

POLDO          Di sicuro.

ENNIO           Ora dobbiamo dedicarci all’acquisto della magana.

LUIGI                        E’ sufficiente chiederlo.

POLDO          Che belle scoperte!

LUIGI                        Io mi intendevo che malauguratamente potrebbero  offrirla  ad altri per aumentare il prezzo.

ENNIO           Non penso che sia molta la gente cui può interessare. L’unico potrebbe essere  Bandini; ma non  credo che a loro possa interessare. Ai pescatori, senz’altro:no. Non credo che la società dello Zuccherificio stia a speculare. Anche se i soldi fan più gola ai ricchi che ai poveri.

LUIGI             Magari ad alcuni abitanti a monte del fiume …o a valle.

ENNIO           Ascoltatemi. Conosciamo bene Canetta, che è sempre stato un amico. Lui non farà altro che chiederlo al direttore dello zuccherificio.

POLDO          Oggi: no, perché è festa. Ma domani senz’altro vado a chiederglielo io. Se tutto va bene facciamo l’affare.

ENNIO           Se tutto procede bene, la magana di Athos non possiamo tenerla. Non possiamo certo pagare un affitto e la rata,

POLDO          La magana di Athos è già vecchia. Degli interventi da fare ce ne sono molti. Athos capirà.

LUIGI             Non penso che sarà un problema.

ENNIO           Anche se è un amico, non penso che si accontenti di prendere più niente.

POLDO          Direi.

LUIGI             Possiamo fargli una proposta. Possiamo chiedergli di lasciarcela, pagando solo quando l’usiamo.

ENNIO           Può essere un’idea.

LUIGI             Questa guerra finirà… poi…Il lavoro comincerà a riprendere, e magari sarà tanto da aver bisogno di due barconi. Magari dovremo assumere anche qualche dipendente.

POLDO          (spiritoso) Mentre stai sognando, sogna anche qualche numero del lotto che così visto che ci siamo paghiamo la magana senza rate.

ENNIO           (cambiando tono) Ora, ragazzi vado a Po, per vedere se sulla “piarda” è tutto in ordine.

LUIGI             Veniamo anche noi a vedere il Po

POLDO          Sì, che non l’abbiano rubato.

LUIGI             Lo sai che io sono innamorato del Po.

(i tre uomini escono)

ANNA            (  a Emma) Dov’è Aldo?

EMMA           Con i suoi amici è andato all’oratorio da don Luigi. Sarà opportuno che lo vada a prendere, che deve ancora fare i compiti.

ANNA            Dimmi tu se c’è un uomo migliore di don Luigi.

EMMA           E’ un santo. Quando, sotto sera, vado dal fornaio se lo incontro mi ferma per fare quattro chiacchiere. Quasi sempre parliamo di Aldo. Sapete che lui … per i bambini…Mi dice che quando all’oratorio c’è Aldo, lui organizza sempre qualche gioco nuovo e tutti i barbini lo seguono. Lasciamo stare quando giocano al pallone. Certo che quando torna,del bucato ne devo fare,e magari dare anche qualche punto ai calzoncini. Però, quando va là: mi sento tranquilla.

ANNA            Aspetta che vengo anch’io.

EMMA           (rivolta a Maria) Voi, mamma cosa fate?

MARIA          Voi andate. Io, magari preparo la cena.

(Emma e Anna escono. Maria sistema la stanza mentre la scena si fa buia. Pausa per pochi minuti)

(Son passati diversi giorni. E’ domenica pomeriggio. La magana è stata acquistata e perciò si festeggerà. Naturalmente la scena deve far capire che sono passati diversi giorni)

SCENA NONA: Anna, Maria, Emma, Olga.

(  Maria, Emma, Anna, mentre discutono preparano il tavolo)

ANNA            (un po’ sostenuta, rivolta a Emma) A me tutte quelle manovre non sono piaciute.

EMMA            (non capisce)  Perché?

ANNA            Sai bene che anch’io avevo la smania di avere quel’appartamento. Dovevano concordare chi l’avrebbe tenuto.

EMMA            Io non so! Noi siamo in tre. Un po’ di spazio in più ci serve. La nostra camera potevate usarla come tinello.  Visto che ora van di moda.

ANNA            L o stesso ragionamento vale anche per te. La stanza  libera poteva essere occupata dal bambino. Per la gioia dei nonni.

OLGA             (intervenendo) Scusatemi donne. Credo che la colpa sia anche mia. Sembra che la padrona dell’appartamento l’abbia destinato a Emma.Ecco perché sono venuta a dirlo.

ANNA            ( a  Olga) Lo credo. Luigi ha talmente insisto con suo marito…

MARIA          (riprendendo le nuore) Ragazze. Orami le cose sono andate come son andate.  Emma ha già fatto san Martino. Ormai è un discorso inutile.

ANNA            Ah… certo… però chi ci ha rimesso sono stata io.

MARIA          Non esagerare.

ANNA            Ora poi c’è un’altra cosa. Siam sempre vissuti insieme e la cassa l’ha sempre tenuta nostro suocero per tutti. Ora che c’è da pagare l’affitto: chi lo paga?

OLGA             Ragazze state parlando di cose private. Non è giusto che io sappia i vostri affari.. Io mi sento in imbarazzo.

MARIA          Olga: non preoccuparti. Tanto il nostro “ menage” familiare lo conosci… e poi… tu sei come una della nostra famiglia.

OLGA             Sarà…

EMMA            Non credo che sia un problema: il guadagno che si prende si divide fra le tre famiglie, così io avrò modo di pagare l’affitto dell’appartamento.

ANNA            E tu credi che nostro suocero divida la torta in tre, che è già striminzita?

MARIA          Vostro suocero ha la testa sulle spalle. Saprà come fare. Ora vediamo di non litigare.

ANNA            Supponiamo che si liberi un altro appartamento. Sì: perché anch’io vorrei la mia intimità. Cosa faremmo?

EMMA            Semplice: con la tua parte pagherai il tuo affitto.

MARIA          Così, io ed il mio vecchio rimarremo in una casa con due stanze vuote.

OLGA             (spiritosa) E tu affittali. Diventerai una possidente.

MARIA          Fai la spiritosa, tu!

OLGA             Scherzavo, però, potrebbe essere un’idea.

MARIA          (cambiando discorso, rivolta alle nuore, con gioia) Però. Ragazze, non abbiamo tre uomini meravigliosi? Da quando hanno la magana nuova non stanno più nella pelle, dalla felicità. Ogni scusa vale per andare a Po a vederla. E’ l’unico motivo dei loro discorsi. All’osteria dalla gioia pagherebbero da bere a tutti per farli partecipi della loro gioia.

EMMA            Luigi ne parla con nostro figlio; il quale non capisce, ma gioisce vedendo la felicità di suo padre.

ANNA            Mio marito va a Po per vedere se è tutto in ordine. Sposta il palo che allontana la barca dalla riva perché non ne soffra.

MARIA          Per loro è una gran cosa. E’ da sempre che hanno sperato di possedere una magana. (dispiaciuta) Sono preoccupati per il debito che hanno assunto. Figuratevi vostro suocero.

OLGA             (riprendendo il tono precedente) Io ora ho una cosa nuovo da dire.

MARIA          Non ci saranno altre novità?

OLGA             Alla padrona dell’appartamento glielo ha chiesto “ Quella”che abita nella stessa via. Quella che fa un certo lavoro; voi mi avete compreso.

EMMA            E’ “quella…”?

OLGA             Sì, proprio quella.

ANNA            Se già abita lì; cosa va a chiedere?

OLGA             Vorrebbe mettersi in grande. Aumentare le stanze a disposizione. Così ogni giorno pretendeva…

.ANNA           Certo che il condominio non si farebbe una grande reputazione..

OLGA             In casa di” quella” c’è sempre un viavai di tedeschi e non manca nemmeno qualche italiano. Le famiglie dei condomini  non ne possono più.

MARIA          Lo credo. Certi clienti andandoci per la prima volta, spesso sbagliano porta ed entrano in casa di altri inquilini, magari, anche fuori orario.

OLGA             Non è facile far capire al “ cliente” che si è sbagliato.

ANNA            Nell’appartamento nuovo succederebbe  la stessa cosa.

OLGA             Naturalmente la “signora” a detto alla proprietaria che lo chiedeva per una sua parente.

MARIA          Immaginati!

OLGA             Infatti la padrona non l’ha bevuta.

EMMA            (ironica) Si vede che è un “ lavoro” che rende.

OLGA             Certo! I tedeschi non vanno solo con danaro, ma anche con vettovaglie. Intanto noi tiriamo la cinghia.

ANNA            Con i soldi, al mercato nero, si trova di tutto.

MARIA          (disgustata) Certo che una donna ridursi così…

EMMA            (chiedendo, riferendosi a Quella) Un parente di “Quella” non è uno di quelli che attendevano il rifornimento  bellico dagli aeroplani americani che dovevano paracadutare sull’isola?

ANNA            Direi di. sì.

OLGA             E chi non mi dice che qualcuno della Milizia non vada dalla “ Signora” con la scusa di una “ sveltina” ; con l’idea di  riuscire ad Avere qualche notizia sui partigiani?

ANNA            Può anche darsi.

OLGA             E che magari Lei ci cada.

EMMA            Sempre che non sia alla rovescia. Che sia lei che mentre il cliente è fra le nuvole di Morfeo riesca a cavargli qualche informazione.

MARIA          Non penso che abbia quelle qualità

ANNA            Quando c’è nuvolo non manca che piova.

EMMA            Sarà meglio tenere quella donna lì, il più lontano possibile.

MARIA          Perché? Quante volte le abbiamo data confidenza?

EMMA            Mai… direi.

OLGA             Se vogliamo…Quella con i bambini è sempre stata generosa. Guarda quanti  cioccolatini dà ai bambini, ed è tutta roba che viene dalla caserma tedesca.

MARIA          Quella come donna è anche una brava donna: è il mestiere che fa…

NNA               Noi le stavamo alla larga anche per non impelagarci, magari, in fatti politici.

OLGA             A proposito…

MARIA          Non ci sarà qualche altra brutta notizia…?

OLGA             No anzi. L’altro giorno sono capitata davanti alla Torre Littoria dove era parcheggiato un camion tedesco..Sulla fiancata c’era una fessura dove certi ragazzini andavano ad infilare la mano e ne traevano cioccolato o biscotti. Il mio primo pensiero è stato quello che magari l’autista del camion fosse un padre di famiglia che si illudeva, compiacendosi,; che quei ragazzini fossero come i suoi figli che da tanto tempo non vedeva.

EMMA            Mi sembra che possa  essere anche un pensiero giusto. Anche loro desiderano la fine della guerra.

ANNA            Infatti, i tedeschi della “Wermacht” sono soldati come i nostri. Noi abbiamo la Milizia e loro le “ SS”.

MARIA          (esplodendo) Pensa se ci venisse un colpo alla guerra e a quelli che l’hanno inventata.

SCENA UNDICESIMA: tutti.

( entrano in scena tutti gli uomini)

MARIA          (spiritosa)  Oh… che bello…Arrivano i padroni di casa. Ragazze: abbiamo finito di star bene. (rivolta a Ennio) Da dove venite?

ENNIO           Secondo te?

ANNA            (rivolta a Maria) E’ sufficiente osservare i lo visi.

EMMA            Non sembra che abbiano vinto il lotto?

LUIGI             Voi fate le spiritose, ma anche voi non mancate di andare a Po per vedere quella meraviglia.

POLDO          Non è molto grande, ma per noi è sufficiente.

CIRO              Vi siete impegnati ma alla fine ci siete riusciti.

ENNIO           Certo che il direttore del Demanio, con alle spalle la Milizia, pensava di  “raddrizzare i gobbi.”

POLDO          (riferendosi al direttore) Se vogliamo ha fatto anche la figura dello sciocco. Ci aveva promesso dei gran soldi e poi quando ne parlò con i suoi colleghi ne ebbe un diniego.

LUIGI             Secondo me, per non perdere la faccia, ha affermato che avrebbe proseguito, sicuro di convincere i suoi colleghi. Ma non  è finita così.

POLDO          Certo che quando ci ha restituito il teschio, si è subìto una bella “scornata”

ENNIO           (rivolto a Poldo) Certo che il signor Panzone è stato veramente gentile.

POLDO          Veramente prima ho parlato con Simando, e anche lui mi ha detto che in una maniera o dell’altra avremmo risolto tutto.

MARIA          Non avevate detto che poteva interessare anche al Demanio di Parma?

ENNIO           Questo l’aveva detto Ponzone, ma poi quando ha capito che poteva interessare…  Ma: dove metterlo?

ANNA            Lo terrebbero nell’ufficio del direttore.  Sai che bello sarebbe stato per quelli che fossero andati in ufficio dire: “ Questo teschio è di un uomo della preistoria che abbiamo trovato nel letto del nostro fiume.”.

LUIGI             Non confondiamo il loro fiume che è il Parma con il nostro che è  il Po.

EMMA            …Il re dei fiumi d’Italia!

ANNA            (rivolta a Poldo) Visto che con il Demanio di Parma non si è concluso nulla; come è andata a finire?

ENNIO           …Che il signor Ponzone ha telefonato al museo archeologico di Parma. Quando hanno saputo del reperto hanno esultato, ma poi quando hanno appurato  che si doveva comprarlo hanno messo la retromarcia. Così hanno perso una bella occasione.

MARIA          E quindi?

POLDO          Al signor Ponzone è venuta una “ Ispirazione”; di  rivolgesi alla banca. Naturalmente abbiamo già detto che le banche ti danno l’ombrello quando c’è il sole.

EMMA            E allora…?

POLDO          Al direttore della banca è venuta una bella idea: :” Voi signori -che saremmo noi- Offrite in dono al Museo Archeologico questo reperto di gran valore…”

MARIA          Non è che si siano molto sbilanciati…

POLDO          (continuando) )…” Anzi date a noi il reperto che noi poi lo passeremo al Museo Archeologico come donazione della banca. Naturalmente noi ci riteniamo debitori nei vostri confronti:”

MARIA          (spiritosa) Si vede che in cielo c’era qualche nuvola… a proposito dell’ombrello.

ENNIO           Noi speravamo di incassare, come ci hanno fatto sperare, cioè un quanto del valore…Ma non è andata così.

POLDO          Però quando gli abbiamo prospettato che era nostra intenzione acquistare la magana,  ma che di soldi non ce n’erano il direttore ci ha risposto: :” Niente paura. Certamente noi non possiamo darvi il contributo per il ritrovamento del reperto, ma possiamo comunque accendere un prestito nei vostri confronti a tasso agevolato.”

MARIA          (spiritosa) Che fatica hanno fatto!

LUIGI            (rivolto a Maria) Mamma: se pensi che il teschio è piovuto dal cielo… Non penso che sia andata proprio male. Certo che l’idea di dare qualche cosa a Bandini si sfuma.

ENNIO           ( a Luigi)  Vedrai che riusciremo a sdebitarci.

OLGA            ( intervenendo) Finora ho taciuto perché non volevo interrompere la vostra conversazione, ma se mi permettete di dire la mia… Io penso che il direttore della banca non si sia sforzato troppo nel farvi il prestito senza garanzie, è sufficiente vedervi in volto per capire con che persone aveva a che fare. Voi siete disposti a vendere l’anima pur di fare onore alla parola data.

MARIA          (rivolta a Olga un po’ commossa) Ti ringrazio Olga. Anch’io sono orgogliosa della mia famiglia.

POLDO          Quando ho riferito a Simando…  lui mi ha risposto che comunque avrebbe interessato altre persone.

CIRO              (intervenendo con battuta spiritosa)  E’ proprio vero che dove ce n’è ce ne va.

ENNIO           …Ciò detto…

CIRO              Se mi permettete:” La parte finanziaria è stata risolta; direi con forma onorevole. Ora vogliamo parlare dell’acquisto di quella signora in nero che si sta trastullando nelle sabbiose acque del Po?

ENNIO           Ammetterete che siam corsi da Canetta, per firmare il contratto, prima che  spuntasse qualche altro acquirente. Anche Canetta ce l’ha data convinto. D’altra parte siamo cresciuti insieme.

LUIGI            Mi sono commosso quando Canettta ci ha detto che ce l’avrebbe data a rate,

ENNIO           ( intervenendo baldanzoso)  Ma noi sicuri abbiamo risposto: La famiglia Formis quando intende acquistare paga solo e sempre in contanti!”

CIRO              (spiritoso) E se la banca si fosse rifiutata?

ENNIO           (sicuro di sé) Impossibile! La banca; i soldi in contanti ce li aveva già dati.

LUIGI            Non è nemmeno stata necessaria l’ autentificazione  del notaio, perché: “Essendo un bene mobile basta un contratto fra le parti.”

LUIGI            (rivolto a Maria) Mamma, dì la verità: quando don Luigi ha benedetto la magana, come ti sei sentita?

MARIA          Pensi che sia necessario dirlo? Non avete notato i miei occhi?  Non avrei mai creduto di arrivare ad avere una tale fortuna.

POLDO          Mamma: che altro nome potevamo dare?  Sai come ti vogliono bene i tuoi figli…

EMMA           …e le sue nuore..

ANNA            …entrambe.

ENNIO           E dove lasci tuo marito?

CIRO              Ed io e Olga?

POLDO          (con finto rimprovero, rivolto a Emma e Anna) Voi non avete avuto altro da scegliere che quella bottiglia? Che avete costretto la mamma a provare diverse volte per romperla sulla colomba della magana?

ENNIO           (rivolto a tutti) Sapete ciò che mi ha maggiormente commosso? E’ stata la felicità del bambino  quando si è accorto di quanto fossimo commossi.

POLDO          Aldo ha preso tutta la sensibilità e emotività della mamma.

EMMA           (commossa) …E suo padre non è da meno.

ENNIO           (spiritoso) Ragazzi, vediamo di limitarsi altrimenti andiamo in una “ valle di lacrime”

OLGA            Certo che questi son gran bei momenti.

CIRO              E cosa ne dite della numerosa presenza dei nostri concittadini? Che non hanno fatto altro che applaudire e con convinzione?

OLGA            Perfino Athos è compiaciuto. E sì, dico: se uno doveva essere contrario era proprio lui.

ENNIO           Simando, schiacciandomi l’occhio mi ha fatto capire che era soddisfatto del risultato.. E’ stato una specie di augurio.

LUIGI            Il signor Ponzone non è venuto, anche se lo abbiamo invitato naturalmente.

POLDO          Non stiamo esagerando? Forse da ( indicando l’alto) avrebbe dovuto fare  troppi gradini per raggiungerci qui in basso.

LUIGI            Non esageriamo. Certo che una breve presenza la poteva anche fare.

ENNIO           Ragazzi: mettetevi nei suoi panni. Quando noi ci troviamo fra i ricchi non ci sentiamo a disagio? Beh, loro si trovano a disagio quando si trovano fra poveri. Magari per non sentirsi superiori e mettere a disagio i presenti.

LUIGI            Sarà…

POLDO          Però ha mandato, tramite il suo fattore, un mazzo di fiori alla mamma, che.. dicevano tutto.

ENNIO           (rivolto a Emma) E il bambino?

EMMA           Lui è andato all’oratorio a festeggiare con i suoi amici.. Ha voluto che facessi una torta da gustare con i suoi amici. Era più felice lui di noi tutti insieme. Alla torta ho dato la forma di una barca. Vi immaginate la felicità di quel bambino?

ENNIO           ( con forma solenne alzandosi  in piedi come tutti gli altri) Bene cari ragazzi. Ed ora, visto che le nostre donne hanno già preparato per i festeggiamenti  invito tutti voi ad un brindisi di augurio, perché Maria che è il nome dalla magana ci porti tanto bene.

MARIA          … E che alla guerra venga un bell’accidente”

TUTTI            (alzando il bicchiere)  Magari anche subito!

CALA IL SIPARIO SUL SECONDO ATTO

                       

                       

                       

 

TERZO ATTO   

TERZO ATTO: E’ passato diverso tempo. Mattino presto.

SCENA PRIMA: Ennio, Poldo, Luigi.

(sono seduti a tavola in attesa della colazione)

ENNIO           (rivolto a Luigi con affetto) Hai cambiano casa ma la colazione la vieni a fere qui.

LUIGI             Dobbiamo concordare ciò che dobbiamo fare oggi, per cui sono venuto presto.

POLDO          Certo che se voi foste rimasti qui a casa avremmo risparmiato dei bei soldi.

LUIGI             Evitiamo di fare le solite discussioni. Anche le nostre donne hanno le loro esigenze. Chi è quella donna che non vorrebbe avere l’intimità dalla famiglia.

POLDO          (spiritoso) Più intimità  di quando eravamo ammucchiati  qui…

ENNIO           (cambiando discorso) Certo che possedere la magana tutta nostra, è stata una gran cosa ed una bella soddisfazione.

LUIGI             Certo che le rate da pagare sembra che scadano da un giorno all’altro…

POLDO          …Mentre il lavoro diminuisce sempre più.

ENNIO           D’altra parte come si può pretendere che costruiscano quando da un momento all’altro un bombardamento può distruggere ciò che è appena stato costruito. (riflessivo) Mi sembra una battuta già detta.

LUIGI             Ora stanno sistemando  i silos dello zuccherificio, un po’ di sabbia per il cemento occorre.

ENNIO           Infatti, Donzelli ci ha ordinato un po’ di sabbia e ghiaia.

POLDO          Credo che Canetta  abbia messo una bella  parola.

ENNIO           Lo penso anch’io.

LUIGI             Ora stanno allungando la diga  a monte del fiume. Fra un sasso e l’altro occorrerà cemento, quindi sabbia.

POLDO          Secondo te, vuoi che ordinino a noi della sabbia quando l’hanno sotto i piedi?

LUIGI             (scusandosi) Avevo voglia di dire una sciocchezza.

ENNIO           Certo che i Bandini del lavoro ne hanno sempre più di noi.

POLDO          Loro sono parmigiani ed hanno più conoscenze verso Parma.

LUIGI             Beh… noi abbiamo Cremona.

POLDO          …Che è sul Po, e quindi vicino alla spiaggia dove si affaccia molta della nostra concorrenza.

LUIGI             Siamo proprio in vena di dire delle sciocchezze. Sarà. Forse, la smania di aver del lavoro.

POLDO          Hai ragione.  Noi abbiamo anche lo svantaggio  di dover andare sempre contro corrente, per arrivare alle spiagge. Meno male. Se dovessimo tirare la magana contro corrente sarebbe peggio.

ENNIO           Però. Se noi avessimo un asino e meglio ancora un mulo potremmo andare verso valle a prendere sabbia.  Sarebbe un bel vantaggio.

LUIGI             E per pagare l’acquisto di un mulo dove andresti a prendere i soldi?

ENNIO           Potremmo prenderlo a noleggio da Dovara.  Tanto da provare. ( scoraggiato)  Sapete  cosa debbo dire? Che abbiamo così tanta voglia di lavorare che non facciamo altro che dire stupidaggini.

SCENA SECONDA: detti, Anna Emma, Maria.

MARIA          (entrando rivolta a tutti) Siete tutti qui!

ENNIO           E tu? Da dove  vieni?

MARIA          Sono andata a prendere il latte.

ENNIO           Fino là?

MARIA          A volte passa con il bidone del latte sulla bicicletta. Forse oggi ha fatto un’altra strada. (cambiando discorso) Vi debbo preparare la colazione?

LUIGI             Mamma: con del latte?

POLDO          Forse sarebbe meglio un bel brodo.

MARIA          … Che non ho.

ENNIO           Lo sostituiamo con un bel bianchino.

MARIA          ( a se stessa, mentre serve i bicchieri di vino) Figuriamoci se non la buttava di lì.

EMMA            ( entrando) Ci siam tutti.

LUIGI             E il bambino?

EMMA            L’ho portato a scuola.

LUIGI             Non è presto?

EMMA            L’inquilina, di prima che prendessimo l’appartamento,  mi ha fermato e non mi lasciava più.

ANNA            (entrando, ha sentito l’ultima battuta di Emma, alla stessa) Forse se ci fossi riuscita avresti fatto anche meglio. Una preoccupazione in meno sulla spesa della famiglia.

EMMA            (seria) Dicevo altre cose.

POLDO          (cambiando discorso) A proposito di soldi…Mi scordavo. Il muratore “Bigiulen” è venuto a prendere mezzo metro di sabbia.

ENNIO           (spiritoso) Così tanto?

POLDO          Non mi ha detto per cosa gli servisse. Ho capito che era una cosa delicata. Naturalmente ha suscitato la mia curiosità.

LUIGI             E allora?

POLDO          Quella signora che abita in via  Romani , era preoccupata perché era da un po’ di tempo che i tedeschi vanno nelle case dei ricchi per vedere di requisire qualche cosa. La signora ha dato l’incarico a “Bigiulen” di costruire un muro sull’entrata del pollaio .

ENNIO           Perché?

POLDO          Perché nel pollaio ha nascosto tutti i suoi beni.

ENNIO           Quali beni?

POLDO          I suoi servizi di sala non sono certo come i nostri.. Quelli oltretutto sono da 24, senza includere  le posaste d’argento ed il resto.

LUIGI             Questo mi ricorda la scoperta di Alberto, che  ha coperto la porta  di una stanza con un armadio. Visto che per l’8 di settembre è scappato a casa, se l’avessero cercato si sarebbe nascosto in quella stanza.

POLDO          Mi vien da ridere. Stando in strada e contando le finestre viene evidente che c’è una stanza in più

ENNIO           Presi dalla paura non sai quante sciocchezze fai?

EMMA            Ci vuole poco a capire che se cerchi qualcuno il primo luogo da vedere è casa sua.

LUIGI             Infatti. Così ha pensato di andare a stare in casa della suocera.

ANNA            La mamma della Giulia non abita nella strada vicino alla piazza?... Come si chiama?

MARIA          Ma sì quella dietro la piazza via Pozzi.

POLDO          Ho capito. Quella casa lì una volta era un convento. Infatti, ci sono ancora portici  e pilastri.

EMMA            Ma è vero?

POLDO          Qui da noi un tempo c’erano non ricordo se 23  o  43 chiese.

LUIGI             Visto che Alberto ha l’idea del commerciante, e siccome in quella casa c’è una signora che legge le carte, un bel giorno arrivando una donna e chiedendo dove abitasse quella signora, Alberto le disse che chi leggeva le carte non era una donna ma un uomo e che quello era lui. Così le ha letto le carte. Siccome Alberto è un maestro per raccontar balle, gliene ha raccontate tante prospettandole un meraviglioso avvenire che lei lo  ha pagato con pollo e salami ed altro anche.

ANNA            Hai capito?... il furbacchione?

POLDO          Lo so anch’io. Infatti, poi visto che delle persone ce ne vanno  molte, ha usato il sistema di lasciare che attendessero nell’anticamera, e siccome le donne sono chiacchierone e amano raccontare i fatti propri; lui dai racconti che sente ne ricava notizie  per prospettare un avvenire trionfante.

MARIA          Cosa c’è di meglio che sentire un futuro felice. Magari il giorno dopo hanno il mal di pancia.

ENNIO           (cambiando discorso) Dobbiamo decidere di liberare, della  sabbia, la “ piarda”

LUIGI             Non sarebbe meglio aspettare di venderla prima?

POLDO          Sì: ma quando?

ENNIO           Proprio ora lo Zuccherificio doveva fare l’impianto per versare la porcheria in Po.

LUIGI             Potevamo anche opporci,; ma si doveva discutere con Canetta, e non mi sembra il caso.

POLDO          E’ vero.

ENNIO           Certo che ci guadagna il pesce.

ANNA            Sempre che non venga bombardato. Perché prima o poi verranno a bombardare il ponte.

POLDO          Infatti, sai quanti treni militari passano sul ponte…

ENNIO           Mi preoccupo per la magana. E’ a rischio.

POLDO          Anche troppo,

LUIGI             Potremmo, magari ormeggiarla all’idrometro.

POLDO          Sempre che non si lamentino i pescatori perché gli riduciamo il posto.

ENNIO           Poi c’è un altro handicap: i fumogeni dei tedeschi.

LUIGI             Possiamo accordarci.

POLDO          L’unica che potrebbe metterci una buona parola potrebbe essere la “signora” dalla moralità facile.

MARIA          Meglio lasciarla perdere.

EMMA            Non  impelaghiamoci con quella.

POLDO          Era un’idea.

LUIGI             L’altro giorno ero al “ Lido”  di là dal Po con un amico per mangiare un uovo sodo,  quando si avvicina  uno sconosciuto, che ci ha fatto domande strane. Abbiamo avuto subito la sensazione che fosse una spia. Voleva sapere un po’ troppo sul ponte. Aveva anche un modo di parlare un po’ strano.

POLDO          Quello di legno?

LUIGI             Quello di ferro. Voleva sapere se passavano tanti treni militari, e a che ora…Se c’era la contraerea,,, i fumogeni…Insomma: le domande erano un po’ inconsuete.

ENNIO           E voi credete che gli americani mandino una spia per saper queste poche cose? Con tutte le informazioni che porta loro “ Pippo”?

POLDO          Non è detto. Magari certe notizie si possono aver da gente come noi.

LUIGI             Morale della favola, Visto che vicino a noi c’era uno della milizia, ha preso quel tale in disparte… non so cosa si siano detti…ma sono andati via insieme. Il forestiera non voleva andare, ma quello della milizia gli ha puntato la pistola nella schiena fin quando ha dovuto seguirlo.

ENNIO           ( cambiando discorso) Certo che la Rosina del Lido alla domenica fa il pieno.

LUIGI             Ora poi che a mezzogiorno vanno quelli che stanno girando il film “ Redenzione” .

MARIA          Infatti, in piazza, durante la ripresa cinematografia, c’era un sacco di gente curiosa. Ad un certo punto arriva una camionetta di fascisti Questi con manganelli vanno a prendere persone che interpretavano la parte dei comunisti.

EMMA            Il bello è che la faccia da comunista l’avevano di più i fascisti.

LUIGI             Hanno poi girato una scena in cui i fascisti dovevamo manganellare i comunisti. Naturalmente i manganelli  erano di sacco con segatura. Però ad un certo punto , non so chi abbia sostituito i manganelli finti con quelli veri, così i comunisti nella parte dei fascisti hanno manganellato i fascisti veri.

MARIA          Chi sono gli attori?

LUIGI             Tamberlani… Aroldo Tieri… Mario Ferrari   a poi non so. E’ stato scritto da Farinacci. La trama è che un comunista prima di morire, per morire felice ha chiesto la tessera del fascio. Gli è stata concessa e lui è morto felice.

ENNIO           …E tutti i santi finiscono in gloria.

POLDO          Certo che le osterie hanno fatto dei bei incassi.

 SCENA TERZA: detti, Ciro.

(mentre gli uomini parlano, le donne ascoltano commentando con i gesti. )

CIRO              (entrando) Sono andato a Po convinto di trovarvi là ad adorare il vostro gioiello… invece siete qui.

ENNIO           Ora però dobbiamo andare a lavorare.  Tu come mai sei qui a quest’ora?

CIRO              Semplice: perché ho notizie.

LUIGI             Che sarebbero?

CIRO              Parlando con un amico che lavora nella vostra banca…

POLDO          Spiritoso…” nella vostra banca…” Magari! La venderei subito per sapere quanto costa.

LUIGI             (rivolto a Poldo spiritoso) Voleva dire: la banca dove abbiamo i soldi .

POLDO          Correggiti: dove abbiamo i debiti.

CIRO              L’amico, che vi dicevo, ha sentito dal direttore del Museo Archeologico che lo diceva al  direttore di banca, che del  reperto che avete trovato, facendo opportune indagini, anche a livello nazionale, ormai è edotto.

ENNIO           E cioè?

CIRO              Sembra che il suo nome sia stato: “ Paus” che è vissuto nell’era “ Pleistocene” che viveva propria nella pianura padana.  E sembra un uomo adulto di circa 30 anni. Quella gente si chiamava:” Neandertaliani” che erano cacciatori, che morivano verso i quarant’anni.

LUIGI             Come fanno a sapere tutte quelle cose?

ENNIO           C’è gente che si dedica allo studio della storia.

CIRO              Dicono che l’epoca è stata 2 milioni e 58 mila anni fa. E son vissuti fino a 11.700 anni fa.

POLDO          Come fanno, poi a raggiungere qui risultati.

CIRO              Sembra che usino il carbone. Lo chiamano “ prova del carbonio 14 BS” Chissà cos’è?

ENNIO           Ora lo sappiamo!

CIRO              Non riuscite a capire che è una rarità?

LUIGI             Certo. E allora?

CIRO              Avevate una fortuna fra le mani che neanche sapevate.

POLDO          ( incollerito) E noi ci siamo fatti abbindolare per “ una cantata” .

LUIGI             Veramente ci hanno garantito la spesa della magana. Loro sapevano, però, di aver in mano un capitale.

POLDO          (c.s) Ora, dovremmo avere l’ardire di farcelo restituire e venderlo al giusto prezzo.

ENNIO           Speriamo che Bandini non ne venga a sapere niente.

LUIGI             Altrimenti farebbe valere le sue ragioni, magari davanti al pretore.

POLDO          Potremmo concordare con la banca. Il valore del reperto uguale all’ammontare del nostro debito.

ENNIO           Può essere un’idea.

LUIGI             Pensi che sia una cosa facile? Loro hanno gli avvocati…

CIRO              Eppure potrebbe essere anche una cosa fattibile.

POLDO          Magari loro rispondono: “Noi vi restituiamo il reperto e voi ci restituire la magana.”

ENNIO           Piano. La magana è in Po e rimane lì.

POLDO          E noi come faremmo dimostrare di sapere tutte quelle notizie?

LUIGI             Potremmo dir di averle sentite dal signor Ponzone.

ENNIO           Lasciamo stare certa gente… che noi  la forza non l’abbiamo.

MARIA          (intervenendo decisa) Ragazzi: ascoltate. Non voglio essere più furba di voi. Il reperto varrà anche di più, ma solo per coloro cui interessa, ma se nessuno si fa avanti, il reperto non è altro un osso che non è nemmeno buono per fare il brodo.

ANNA            Ed è vero.

EMMA            Dio che schifo sentire “ per il brodo”! Ve lo sentite in bocca quel brodo?

MARIA          Che schifo!

ENNIO           Vediamo di metterci su una pietra.

POLDO          Io qualche indagine la farei…

ENNIO           Però la magana la lasci dove si trova.

CIRO              Ragazzi: io l’ambasciata l’ho fatta. La patata bollente rimane in mano vostra. E con questo tolgo il disturbo.

ENNIO           Ceto che di chiacchiere ne abbiamo fatte, Vediamo di andare a guadagnarci il pane.

POLDO          Sarà meglio.

LUIGI             Mah!

( gli uomini escono)

SCENA QUARTA:  Maria, Emma, Anna.

(le donne che fino a quel momento sono state in ascolto, ora all’uscita degli uomini liberano   il tavolo)

MARIA          E’ ritornata la storia del “reperto” Se Bandini anziché darlo  a noi l’avesse buttato in acqua avremmo risolto la faccenda della magana e quel ch’è peggio il debito in banca.

EMMA            Perché dice così? Non vede la felicità dei nostri uomini? Hanno una magana tutta loro. Il papà sembra l’essere più felice di questa terra.

ANNA            La nostra famiglia è da una generazione che ha questa impresa. E fino ad ora hanno sempre avuto la magana in affitto. Ora che l’hanno se la godano. Ora che abbiamo una barca tutta nostra sapete che invidia avranno i Bandini…

MARIA          Scusatemi. Avete ragione. Voi non lo crederete, ma sapete quante volte vostro suocero si alza di notte a va a vedere la sua barca? Se fosse possibile se la porterebbe fino a casa per meglio vederla e custodirla.

ANNA            I nostri mariti fino a quel punto non ci sono ancora giunti… Ma ci manca poco.

EMMA            Forse perché essendo giovani non hanno ancora l’insicurezza della vecchiaia.

MARIA          E proprio vero. Da giovane non ti preoccupi di tante cose… Tutte vanno al loro posto. Ma da vecchio, mancandoti le forze per combattere tutto ciò che succede sembra una tragedia. Diventare vecchi è una bella fregatura. Scusate la parola.

ANNA            Stavo pensando al fatto di quel tale del ristorante Lido che è stato portato in prigione…

EMMA            Beh… Proprio in prigione?

EMMA            Beh… in caserma della Milizia. Non penso che là si siano limitati ad accarezzarlo.

MARIA          Però… Pensate. Ogni notte “ Pippo” viene a mitragliare. Un bombardamento l’ha già fatto. Finirà che succederà qualche cosa di brutto.

EMMA            Mi meraviglio che non siano ancora venuti a bombardare il ponte. Quando bombardano non si sa dove vanno a finire le bombe. 

ANNA            Speriamo che tengano presente che qui vicino c’è l’ospedale. Si dice che anche i nemici un rispetto per l’ospedale ce l’abbiano.

MARIA          Meno male che sui tetti hanno dipinto in rosso la croce.

EMMA            E’ pur vero che prossimo all’ospedale c’è la caserma dei pontieri. … E loro sono sempre militari… Non escludendo i tedeschi.

MARIA          Ho sentito che molte famiglie son rifugiate nei paesi qui attorno.

ANNA            Noi questo non ce lo possiamo permettere.

EMMA            Già.

ANNA            Noi: come potremmo pagarci un appartamento in quei paesi. E’ impensabile. Figuriamoci ora con le rate da pagare.

MARIA          Speriamo che il buon Dio ci dia un aiuto.

EMMA            Io sono preoccupata. Per noi… cosa volete?… E’ per mio figlio!

MARIA          Sai quante volte ci penso? Però considerando che il bambino va a scuola e la scuola è lontana da noi e quindi dal ponte…

ANNA            Pensate se al momenti giusto avessero bombardato Piazza Venezia a Roma prima che quel signore là dicesse: :”LA DICHIARAZIONE DI GUERRA E’ GIA’ STATA CONSEGNATA AGLI AMBASCIATORI D’ INGHILTERRA E FRANCIA!”Terminando poi che la battuta così squallida e come dimostrato senza senso ““ VINCERE!!! E VINCEREMO!! E tutti ad applaudire. Non pensavano i fessi che mariti e figli sarebbero andati al fronte?

EMMA            E’ proprio vero che quando un’ autorità parla, tutti a bocca aperta ascoltano senza rendersi conto di ciò che sta dicendo.

BUIO: durante il buio si sentono bombardamenti che continuano durante tutta la seguente scena,.Naturalmente con suono ridotto per non coprire la recita)

(Stiamo giungendo alla fine della commedia. Le scene che seguono debbono avere un ritmo che progressivamente  aumenterà per creare il dramma finale)

SCENA QUINTA: sono passati alcuni giorni. Mattino avanzato.  La scena è deserta. Poi: Emma, Maria, Anna.

(Emma entra.  Respirando con affanno va a sedersi accanto al tavolo)

MARIA          (entra e nota l’affanno di Emma) Emma? Cos’è successo? Cos’hai?

EMMA            Con una mattinata così bella sono andata sull’argine. Un po’ per vedere i nostri uomini, che poi mi sono ricordata che sono andati per sabbia, un po’ per prendere un poco di sole. Sull’argine c’era molta gente che passeggiava.

MARIA          Questi sono momenti d’andare a passeggio sull’argine?

EMMA            Infatti. I militari del Genio Pontieri in trincea sulla riva del Po, presso i fumogeni, quando hanno sentito il sopraggiungere  degli aerei han gridato alla gente di scappare, mentre si disponevano all’uso dei fumogeni. La puzza era insopportabile, tanto che una signora ha detto  ai bambini presenti e non solo, di coprirsi il naso con il fazzoletto e poi scappare a casa. I miei occhi piangevano per il fumo insopportabile. Sono corsa a casa.

MARIA          Hai fatto bene. Ora calmati!

(Anna entrando, anche lei nello stesso stato della cognata,va a sedersi nell’altro capo del tavolo senza dire una parola)

MARIA          ( avvicinandosi ad Anna) Ma anche tu che faccia hai? Ma sapete che mi spaventate? A te cosa è successo?

ANNA            Stavo tornando a casa passando a fianco dell’argine quando sento un aereo in picchiata, Mi sono buttata in una buca che fortunatamente era lì, ed ho visto l’aeroplano che mitragliava verso il ponte. Ciò che mi ha fatto ancor più impressione è stata l’ombra dell’aereo sul muro della chiesa di San Rocco, che sembrava mi venisse addosso.

MARIA          Come hai fatto a vederlo se era di qua dall’argine.

ANNA            Non lo so. La direzione era quella Come ho capito che potevo farcela sono scappata qui a casa.

MARIA          (rimproverando) Anche voi andare in giro questi momenti.

ANNA            Era una mattina così bella…

EMMA            … E poi dovremo pure fare le nostre cose.

ANNA            Io ero andata in piazza per prendere qualche cosa…

MARIA          Non avete sentito alla radio che gli americani stavano giungendo per bombardare  lungo il Po?  E poi le campane che i militari in avvistamento  sulla torre del municipio suonavano…

EMMA            Anche!? Ma proprio oggi? Meno male che il bambino è in gita con don Luigi alla Fontana. La Fontana è distante dal ponte.

ANNA            Un posto sicuro è davanti all’immagine della Madonna della Fontana. Se non ci protegge lei…

EMMA            Io però vedo l’ora di abbracciarlo, mio figlio.

MARIA          Caro il mi bambino…

ANNA            (cambiando discorso) Dove sono i nostri uomini?

MARIA          Sono usciti questa mattina presto. A far sabbia.

EMMA            Mio marito si è alzato presto.

MARIA          Meno male che anche loro sono lontani dal ponte. Certo che trascinare un barcone contro corrente è dura.

EMMA            Non avevano detto che avrebbero chiesto a Dovara un cavallo?

MARIA          Dovara? Allora non c’eri… Quando l’altro giorno stava tornando da Cremona con il carro è stato bombardato da un apparecchio, che non era Pippo, ed il suo cavallo è stato ucciso. Ve lo immaginate che lui ama più i suoi cavalli che la moglie?

EMMA            Beh… proprio sua moglie…? Proprio lui ,che quando deve comperare un cavallo mette un palo fra le ruote del carro e lo costringe a tirarlo in salita.  Questo ce lo ha raccontato Ciro che sapete che per gli animali ha un’ adorazione.

ANNA            (continuando) Son partiti presto. Penso che ritorneranno presto.

(si sente un gran scoppio. Tutte vanno alla porta per vedere cos’è successo)

MARIA          (ritornando insieme alle altre)  Ho un gran brutto presentimento..

BUIO ( si sentono molte altre esplosioni)

SCENA SESTA: dette, Poldo, Luigi. Poi Ennio

MARIA          (seduta al tavolo disperata) Dove sono quegli uomini ?

POLDO          (entra affannato) Che cose inaudite! Come può il Signore permettere queste cose? (anche lui si siede)

MARIA          (alzandosi, e andando accanto al figlio)  Cerchiamo di avere rispetto per il “ Signore” E’ degli uomini che dobbiamo aver paura.

ANNA            Poldo? Cos’è successo?

EMMA            ( a Poldo) Dov’è Luigi?

POLDO          Sta bene.

MARIA          (con un gran sospiro) Signore! Ti ringrazio!

POLDO          Che brutte cose! Avete sentito il bombardamento che c’è stato?

ANNA            E ce lo chiedi?

POLDO          La fabbrica delle scodelle… rasa al suolo.

Maria               Oddio Signore!

EMMA            E quelle persone?

POLDO          Almeno come me l’hanno raccontata. I figli del proprietario erano sull’argine a giocare, quando hanno sentito un aereo che scendeva in picchiata. Anche i soldati  gli hanno detto di scappare… Son scappati di corsa. Con la loro madre sono andati a ripararsi nella buca che avevano preparato in cortile, in po’ distante dalla fabbrica.  Sembra che si siano salvati, Anzi è certo.

MARIA          E il loro padre?

POLDO          Il  ceramista ci ha raccontato che il suo padrone stava tornando a casa dopo il servizio che aveva fatto come avvistatore sulla torre del municipio, si è fermato all’osteria della Pace. Quando, ad un certo punto, ha sentito bombardare è corso in strada ed ha visto che la sua fabbrica era stata bombardata e  anche casa sua che è un tutt’uno con la fabbrica. Si è messo a piangere come un bambino. Si è persino inginocchiato. Poi facendosi forza è corso a casa… Dio sia benedetto.  Ha provato la più bella gioia della sua vita. La sua gente era salva! Immaginate la loro felicità?

MARIA          Oh… se ce l’immaginiamo. Anche perché è brava gente.

ANNA            E la loro casa?

POLDO          Distrutta.

EMMA            Povera gente. Meno male che han salva la vita.

.

(pausa lunga. Tutti vanno ad abbracciare Poldo. Poldo commosso stringe la mamma al  petto)

(Luigi, anche lui entra nelle stesse condizioni del fratello e dopo essere andato ad abbracciare la  moglie  si siede al tavolo)

EMMA            (al marito) Luigi?. Come mi ha fatto star male!

LUIGI             (alla moglie) Ed il bambino?

EMMA            E’ alla Fontana con don Luigi.

LUIGI             Se tu sapessi quanto ho sofferto mentre tornavamo a casa sulla magana sentendo tutto quel bombardamento…

EMMA            Il bambino sta bene.  Ed e meglio che rimanga alla Fontana.

MARIA          Poldo ci ha raccontato ciò che è successo alla fabbrica…

LUIGI             Ed io, invece, vi racconto ciò che è successo alla direzione della Emiliana Elettricità. Sapete di quella bella villa?... Beh… ora… è rimasta una buca che sembra un laghetto. Non sembra nemmeno che là ci sia stata una casa.

ANNA            Nooo…

LUIGI             Tutta la gente che abita là attorno si è chiesto della famiglia del direttore…

EMMA            E allora?

LUIGI             Alberto, il marito della Giulia, che è un loro dipendente, la prima cosa che ha fatto quando ha sentito il bombardamento da queste parti è corso anche lui per informarsi…Potete immaginare quando ha visto la buca.

ANNA            Ci credo.

LUIGI             Poi ha tirato un gran sospiro. Naturalmente tutta la gente che abita lì lo hanno avvicinato… S’intendevano di chiedergli qualche cosa.

EMMA            Che belle scoperte! Lui cosa è venuto a fare?

LUIGI             Alberto ha fatto un gran respiro. “ Le case si possono ricostruire.! “ Ha detto.

ANNA            Cosa intendeva dire?

LUIGI             Voleva dire che la famiglia del direttore era sfollata  nel paese vicino.

MARIA          Ringraziamo il signore che fino ad ora abbiamo sentito distruzione di fabbricati, ma che i cristiani sono tutti vivi.

EMMA            Meno male!

MARIA          (preoccupata) Vostro padre ha deciso di farmi star male! Non capisco dove  sia andato a finire.

ENNIO           (che ha sentito la battuta della moglie, entrando anche lui distrutto) Tuo marito è qui. con tutti i panni addosso.

MARIA          Perché hai impiegato tanto a tornare a casa? I tuo figli sono ritornati prima di te.

ENNIO           Ho voluto sistemare la magana come intendevo io.

MARIA          Perché i tuoi figli non ti hanno aiutato?

ENNIO           Certo. Ma io volevo essere più sicuro. Poi loro erano impazientì di vedere le loro mogli.

MARIA          ( dispiaciuta) E tu no?

ENNIO           Certo! Ma anca la magana…

PLODO          Io ho riferito della fabbrica della ceramica.

LUIGI             Io dell’Emiliana.

ENNIO           (disperato) Ed io quello del ponte.

POLDO          Quello di ferro, praticamente, non è stato colpito.

ENNIO           Ma quello di legno… In riva al Po c’era il corpo di un tedesco… I militari del genio, fortunatamente si sono riparati sull’isola, Là delle bombe sono cadute. Là ci sono solo alberi. I soldati si sono salvati.

EMMA            Meno male. Loro sono dei nostri.

MARIA          (correggendo) Non tutti i tedeschi sono fanatici. Anche fra loro ci sono padri di famiglia…

ENNIO           Uno di loro, mentre sistemavo la barca,  si è avvicinato e mi ha raccontato tutto ciò che è successo. E’ vero che noi eravamo in Po , ma sufficientemente lontani da essere al sicuro e vedere poco di ciò che stava accadendo. Il militare mi ha raccontato che tutte le bombe sono andate a finir sul ponte di legno. Quando qualche bomba cadeva in acqua faceva certi spruzzi che arrivavano   fino sul traliccio  dell’Emiliana. Qualche pontile del ponte di legno si e sciolto ed è andato in giù. Mi ha detto che l’inferno era ridicolo in confronto.

POLDO          Chissà se in  quel momento sul ponte c’era qualcuno che lo percorreva.

ENNIO           Purtroppo qualcuno c’era, I pontieri, infatti. Purtroppo Ercolino ed un suo collega che erano sulla zattera vicino al ponte sono stati colpiti. Proprio una bomba sulla zattera. Meno male che non hanno sofferto. E’ stata una morte istantanea.

MARIA          Certo sentire della nostra gente ci si stringe il cuore. ( esplodendo) Ma quando finirà questo Inferno?

(pausa lunga durante la quale ognuno a soggetto esprime a gesti i proprio stato d’animo)

MARIA          (guardando la sveglia) Abbiamo persino perso la nozione del tempo. Sono quasi le quattro e non ho ancora preparate la tavola.

ENNIO           Io non ho proprio voglia di mangiare.

LUIGI             Con ciò che è successo mi ha preso lo stomaco che non riuscirebbe ad andar giù niente.

POLDO          E’ proprio vero.

SCENA SETTIMA: detti, Ciro.

CIRO              (entrando) Scusatemi, ragazzi.  Sarei stato male se non venivo a sentire come state. Siete sempre in Po. Sappiamo cos’è accaduto.

ENNIO           Puoi proprio dirlo.

LUIGI             Stavamo raccontandoci tutti i disastri che son successi.

POLDO          Meno male che via Garibaldi è stata risparmiata. Anche se siamo molto vicini al ponte.

CIRO              Meno male. Purtroppo in piazza non è andata così. Dio… Persone di cui non ricordo ne il nome e nemmeno il soprannome, quando hanno avvertito il bombardamento sono corsi sulla torre del municipio ed hanno esposto la bandiera bianca.

MARIA          (intervenendo) Scusatemi. Visto che abbiamo un ospite e che non avete ancora mangiato nulla, posso preparare qualche cosa?

LUIGI             Per me no. Non mi va giù niente.

POLDO          Mamma: se vuoi essere proprio ospitale dacci un bicchiere di vino.

(Maria serve il vino a tutti gli uomini. A gesti chiede alle nuore se vogliono anche loro, ma loro   rispondono sempre a gesti di: no)

CIRO              (continuando) Mentre i due stavano mettendo fuori la bandiera, dall’isola, dove ci sono i tedeschi, che osservavano tutti coloro che facevano vedere la bandiera, loro sparavano con la mitraglia. Oh se sono stati svelti , quei due, a scendere dalla torre.

ENNIO           Però io non lo capisco. Se uno espone la bandiera bianca intende dire che chiede una tregua. I tedeschi avrebbero dovuto approfittarne.

CIRO              Veramente l’ho pensato anch’io. Però. Ricordate quando nell’altra isola gli americani hanno paracadutato le armi ai partigiani… Bene… secondo me…i tedeschi hanno creduto che le bandiere esposte indicassero il punto in cui  gli americani dovevano bombardare.

POLDO          Questo non lo capisco. Figuriamoci, se gli americani hanno bisogno di sapere da noi dove bombardare.

LUIGI             Hai ragione.

ANNA            E la storia di quello che hanno portato in caserma della Milizia?  Quello che al Lido dalla Rosina faceva quelle domande?... Non può darsi che il tutto sia partito da quell’ informatore?

ENNIO           Mah…

(mentre si svolgeva questa scena, si sentiva  il rombo degli apparecchi americani che sopraggiungevano e nel momento in cui Ennio fa la sua battuta, si sentono grandi scoppi di  bombardamenti venire dal Po.Spaventati tutti escono di scena. Le donne fuori scena commentano l’evento poi rientrano in scena)

MARIA          (disperata) Ma non è ancor finita?

EMMA            Questo bombardamento è peggio di quello di questa mattina.

ANNA            Ho un gran brutto presentimento!

OLGA             (entra agitatissima) Scusatemi ragazzi. Stavo tornando dalla fornaia dove sono andata a prendere un po’ di pane con i bollini dell’Annonaria, quando ho sentito questo inferno. Sono scappata qui da voi perché ho creduto di esser più al sicuro.

MARIA          Hai fatto bene.

OLGA             In via Cairoli c’era gente che veniva dal Po, curiosa di vedere tutto quel disastro. Sul ponte di legno ci sono stati dei morti.

ANNA            Sì. Lo sappiamo.

OLGA             Fra quelle persone c’era anche quella il cui marito è morto.

EMMA            Non si sa chi è?

OLGA             Conosciamo bene Ercolino il fratello di Italo… All’altro danno un certo nome… quello non lo conosco. Potete immaginare in che stato era, anzi è. Le donne cercavano di calmarla, ma naturalmente è stato inutile. C’erano anche quelle che lavorano nella fabbrica della ceramica. Quando han visto che la fabbrica era rasa al suolo, potete immaginare il loro stato. Vuol dire rimanere disoccupate. Non è facile trovare giorno d’oggi un impiego.

MARIA          Se non  lo sappiamo noi…

(Il bombardamento è cessato)

ANNA            Chissà cosa è accaduto poco fa. Ora tutto tace. Prima c’era l’inferno adesso c’è un silenzio di tomba.

EMMA           In nostri uomini come è cessato il bombardamento sono scappati via…

ANNA            Secondo voi dove credete che siano andati?

MARIA          A vedere cos’è accaduto, ancora.

SCENA ULTIMA: dette, poi gli uomini.

(Poldo entra serio, si guarda attorno poi si siede. Non dice una parola. Le donne lo guardano poi con lo sguardo si interrogano. Niente. Anna gli va vicino, non avendo il coraggio di chiedergli cos’è successo)

LUIGI            (entra distrutto) Gli americani hanno finita l’opera che hanno cominciato questa mattina.

EMMA           (titubante) Cosa Luigi?

LUIGI            Il ponte di ferro e fatto  su come gomitolo. E’ a pezzi. Una campata è andata a finire sul ponte  in legno  e lo ha spezzato. Dall’acqua  spuntano pezzi di ponte tutti raggomitolati. Persino l’acqua non sa cosa fare, per andare in giù . Solo i pilastri  sono rimasti e sembrano monconi.

POLDO          (entra ance lui affranto) I militari del genio non hanno nemmeno potuto fare i fumogeni. Quando hanno cominciato era, ormai, troppo tardi. Il ponte sembrava in mezzo ad una nuvola. Come prima sembrava un inferno, poi si è creato un silenzio che ti stracciava il cuore. Un pezzo di ponte andava a sbattere contro la riva. Si moveva un po’ e poi scendeva a valle. Pareva che volesse andare a cercare un po’ di pace verso il mare. Sulla riva qualche morto ha trovato la pace. Il fumo dei fumogeni sembrava che volesse coprire tutto quasi in segno di rispetto.

(Entra Ennio con in braccio lo scalmo della magana. Ha un viso distrutto. Vorrebbe con le lacrime avere  un ristoro al suo dolore ma nemmeno una lacrima bagna le guance. Ad uno ad uno guarda tutti. Abbassa il capo. Rialza il capo e le sue labbra sembra che vogliano esprimere qualche cosa.

Tutti lo osservano con un’espressione di dolore. Si siede ed il suo sguardo và verso l’infinito. Il suo viso accenna al pianto. Un pianto che non giunge. Osserva lo scalmo e sembra che lo voglia cullare come se fosse la magana. Un senso di rabbia appare sul suo volto che poi si scioglie nel dolore. Abbassa lo sguardo. Appoggia il capo sullo scalmo e insieme, sedendosi, si appoggia al tavolo. Il suo capo prono trema di pianto.

 (Tutti guardano Ennio ne capiscono lo strazio. A soggetto, in assoluto silenzio, si guardano interrogandosi. Rivolgono lo sguardo verso  Ennio quasi volessero partecipare al suo dolore)

LUIGI                        (Con il viso che esprime un gran dolore, parlando molto lentamente )  Della magana non resta nulla. Qualche asse ancora brucia. Alcuni pezzi di corda giocano sul pelo dell’acqua. Il fiume è il sudario delle nostre speranze.

Questa ultima scena deve essere recitata molto lentamente e con pause,in modo che il pubblico ne sia coinvolto.

CALA LA TELA SU QUESTA ULTIMA SCENA

Casalmaggiore, lì 11/ maggio / 2011. ore 19,28 sereno.