La mancata esecuzione

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“ LA MANCATA ESECUZIONE “

             “ LA MANCATA ESECUZIONE “

                    

                     OPERA TEATRALE IN TRE ATTI

 PERSONAGGI (IN ORDINE DI APPARIZIONE):

TOD

HAUPT TOD

LIV

VALERIO, COMPAGNO DI LIV

JUNIOR TOD, FIGLIO DI TOD

VIDA, FRATELLO DI TOD

GAMBLER

LEDA, AMANTE DI GAMBLER

PRIMO CAMERIERE

SECONDO CAMERIERE

OLGA, LA BARONESSA

FABRIZIO, IL BARONE, MARITO DI OLGA

INVITATO

TERZO CAMERIERE

MISIA, SEGRETARIA PARTICOLARE DI HAUPT TOD

TRADUZIONE DEI NOMI DEI PERSONAGGI E DI ALTRI

NOMINATIVI CITATI NELL’OPERA:

TOD (tedesco) = MORTE

HAUPT TOD (tedesco) = MORTE PRINCIPALE

JUNIOR TOD = MORTE MINORE

VIDA (spagnolo) = VITA

GAMBLER (inglese) = GIOCATORE D’AZZARDO

SAVER (inglese) = SALVATORE

SCHEISSKOPF (tedesco) = TESTA DI MERDA

NOTE DELL’AUTORE SUI PERSONAGGI E SUL TESTO

   I personaggi chiave hanno dei nomi con chiara valenza simbolica.

Tod prova una certa attrazione per gli aspetti cupi della vita e per l’idea stessa della morte; di “mestiere” fa l’assassino, ma è alquanto vigliacco e servile.

   Haupt Tod, il suo capo, pretende dal subalterno, tiranneggia, vuole mostrarsi come una persona di grande carisma. In controluce, si rivela più come un nevrotico frustrato e fa capire che probabilmente è invischiato in strani affari con quello che potrebbe essere il suo opposto, cioè il Samaritano.

   Il Samaritano è uno stereotipo di persona che si atteggia a benefattore dell’umanità, un buonista e predicatore. Dà un po’ l’idea, infatti, del santone-predicatore o tele predicatore pastore protestante americano o, a seconda delle interpretazioni sul suo ruolo, può sembrare un profeta, o capo spirituale islamico. Di nascosto, è anche lui un opportunista o affarista che dir si voglia.

   Vida è giusto innamorato della vita; quindi estroverso, comunicativo, solare. Forse è il personaggio più coerente con il modo di essere della figura che viene rappresentata.

   Gambler, personaggio secondario ma determinante per la storia, è il tipico giocatore. Filosofo, un po’ sul decadentista, fa anche dell’ironia su sé stesso ed è come se avesse una sorta di presentimento su quella che sarà la sua fine.

   Nel testo c’è ironia di fondo. Di sicuro vengono sottolineati gli aspetti assurdi e paradossali delle situazioni, ma non si sconfina propriamente nell’inverosimile o incredibile.

   Dopo smantellamenti, inghippi e decostruzioni di vario genere, non vengono escluse delle speranze e ,di riflesso, traspare un messaggio di fiducia nel singolo e nell’umanità in generale.

      APPUNTI PER LA MESSA IN SCENA E LA REGIA

   E’ da prendere in considerazione l’idea di una certa rapidità nel susseguirsi delle vicende, ad eccezione dell’ultima scena del terzo atto.

Qui si dovrebbe ottenere un ritmo più lento, meditativo, che porti ad un finale messo bene a fuoco.

      ANNOTAZIONI  PER GLI ATTORI

   Chi interpreta Haupt Tod può schiarirsi la voce di tanto in tanto ed aggiungere dei leggeri colpi di tosse.

   L’attrice che è nel ruolo di Liv ha un accento straniero, nordico.

   Leda e Misia potrebbero essere interpretate da una sola attrice.

   A scelta, i tre camerieri sarebbero anche ben concentrati nella recitazione di un unico attore.

   Fabrizio, a discrezione di chi provvede alla caratterizzazione, risulterebbe più comico parlando con la erre moscia, alla francese.

   Per l’invitato, si prenda in considerazione l’idea di attribuirgli un evidente tic nervoso.

                                ATTO PRIMO

  Scena prima

   Una camera molto spaziosa, semivuota. Tre sedie in stile antico sono allineate l’una dietro l’altra al centro. Sulla destra appare, in disordine, un letto matrimoniale con il baldacchino. Una grande finestra con delle tende, posta quasi nel mezzo della parete di fronte all’uditorio, completa l’ambiente. Entra Tod, un uomo alto e magro, di circa quarant’anni, con cappello, occhiali scuri ed impermeabile. Occupa l’ultima delle sedie, si toglie le scarpe ed il cappello e li getta via.

TOD   Ahi, ahi, che male ai piedi!…Dopo aver camminato tanto non 

   ho incontrato nemmeno un cane disposto a seguirmi, è il colmo!

   (guarda l’orologio)  Quello sciagurato è in ritardo, come al solito.

   Non ha amor proprio, pensa soltanto a bighellonare, a riempirsi la

    pancia, a defecare ed a procreare! I suoi discendenti saranno uguali

    all’ascendente…(sospirando)  Qualcuno sarebbe capace di trovare

    una cura, domanderete voi, un rimedio per poterlo cambiare,

    magari distruggendolo e poi impastandolo di nuovo? No, no, crede-

    temi: quell’individuo si compiace della sua condizione, è refrattario

    a qualsiasi tipo di educazione…(si tocca i piedi)  Adesso, tuttavia,

    debbo convenire che mi fa comodo la sua mancanza di puntualità;

    ho tempo per riposare ancora, le mie estremità sono distrutte…

    (gira la sedia davanti e vi appoggia comodamente i piedi, sbadi-

    gliando)  Chissà poi perché avranno messo tre sedie, mi sembra

    uno spreco inutile di mobilia, dato che siamo in due a questo

    appuntamento.

   L’uomo sia appisola. Dopo alcuni secondi un forte suono di piatti

e grancassa rompe il silenzio.

TOD (svegliandosi di soprassalto)  Che succede?! Maledizione non si

   può nemmeno riposare un po’ in pace!

  Il frastuono lascia il posto ad un pesante rumore di passi. Tod si mette all’impiedi sulla sedia ed estrae una rivoltella da sotto l’imper-

meabile. Arriva Haupt Tod, un uomo imponente di età avanzata, il

quale indossa un lungo pastrano o mantello, simile a quello che portava il Kaiser Guglielmo secondo di Germania, ed un cappello dalla grande visiera, pieno di fregi dorati.

HAUPT TOD (autoritario)  Cosa fa lì sopra?! Scendi

   immediatamente, non sai che così consumi più aria ed energia vi-

   tale?!

TOD (scendendo e rimettendo l’arma in tasca, in tono timoroso)

   Io…Veramente…Eccellenza, non avrei mai immaginato che lei ve-

   nisse qui…

HAUPT TOD   Rimettiti subito le scarpe ed il cappello, ricorda che sei

   in servizio! (Tod esegue l’ordine)  Adesso dimmi perché hai estratto  

   la pistola, volevi forse darti un contegno?

TOD (sull’attenti)  No, eccellenza, me ne guarderei bene…La verità è  

   che stavo aspettando un individuo per eliminarlo…(cercando di dare

   forza al suo tono)  Quando arriva quel poco di buono non avrà

   scampo, parola mia!

HAUPT TOD (con aria dubbiosa)  Uhm, uhm…(siede di faccia alla

platea, dando le spalle a Tod)  Comunque ora siedi e tieni le orecchie bene aperte: quanto sto per dirti è della massima importanza per la   tua carriera…(accende un sigaro)  Tu sai che io sorveglio costante-

mente te ed i tuoi colleghi e valuto con oculatezza il vostro operato.

I vostri rendiconti trimestrali vengono da me esaminati e passati

agli organi superiori col mio giudizio motivato: è la prassi.

TOD (in tono servile)  Lo so, eccellenza, mi attengo scrupolosamente  

alle disposizioni.

HAUPT TOD   Ebbene, a tale proposito, tieni presente che negli ultimi

    rapporti ho dovuto esporre meno velatamente di prima le tue lacune

    e deficienze.

   Si alza ed inizia a girare attorno alle sedie. Tod gli va dietro come un cagnolino, stringendo il cappello al petto.

HAUPT TOD (infastidito)  E non seguirmi, torna a scaldare il posto!..

    (Tod ubbidisce)  Sei laborioso, diligente, ma manchi di capacità in-

    ventive e creative, non si può dire certamente che sei nato dal fianco

    sinistro di una dea con le qualità che contraddistinguono. (si ferma)

TOD (a capo chino)  Io oso ancora sperare nell’infinita bontà di sua 

     eccellenza.

HAUPT TOD (si piazza a cavalcioni su una sedia, di fronte all’altro) 

     Maledetto subalterno, hai pensato mai ad una aggressione  improv-

     visa per far morire di paura la vittima designata?!…Oppure ad

     un’ingegnosa trappola che dia la sicurezza di una lenta agonia?!

     Bisogna dunque aprirti proprio le meningi con il trapano?!

TOD (incerto)  Forse mi è capitato di sognare qualcosa di simile…

HAUPT TOD (getta il sigaro)  E allora perché non hai cercato di met-

     terlo in pratica?!…(all’impiedi, accompagnando con eloquenti gesti

     delle mani le sue parole)  Immagina, per esempio, un giardino di

     notte, scarsamente illuminato, nel quale stia passeggiando la vit-

     tima potenziale, magari in preda ad una crisi mistica oppure in

     estasi contemplativa od in contemplazione estatica che dir si voglia..

TOD (più rincuorato)  Belle queste raffigurazioni, eccellenza!

HAUPT TOD   Va bene, va bene, però veniamo al nostro, anzi al tuo

     problema!…Dunque, se in quel giardino ci fosse un innamorato

     Capuleti o Montecchi, un cupo Cenci, uno svanito Lear, un sagace

     Amleto, una perfida lady Macbeth o un signor nessuno, comune

     ma sempre da sopprimere, come ti comporteresti?

TOD   Io credo…Che lo chiamerei e poi gli tirerei un colpo di

      rivoltella…

 HAUPT TOD (scuotendo la testa)  Ecco, lo sapevo: hai dato una di-

      mostrazione di mancanza di genialità! Prima avevo accennato ad

      un assalto di sorpresa, ebbene, nella fattispecie, questo calza a pen-

      nello. Tu potresti piombare addosso al passeggiatore solitario dal-

      l’alto di un albero o di un muretto e l’opera sarebbe più completa

      se tu indossassi un mantello nero e la maschera più terrificante che

      tu fossi riuscito a trovare, con la squisita aggiunta di un pugnale

      malese tra i denti!

TOD (con meraviglia)  Vero!

HAUPT TOD (con più enfasi)  Per la trappola, invece, suggerirei una

      buca ricoperta di foglie e rami sottili, sul fondo della quale siano

      sistemate delle lance acuminate con la punta rivolta all’insù. Natu-

      ralmente, al posto delle armi andrebbero bene anche serpenti car-

      nivori di grosse dimensioni, o altre belve.

TOD (in ginocchio, abbracciando le gambe di Haupt Tod)  Eminente

      eccellenza, la sua preparazione è eccezionale!

HAUPT TD (allontanando l’altro)  Ma cosa fai, cosa fai!? Voi sotto-

      posti dovete farvi valere e mai sciogliervi in caramellosi sdilinqui-

      menti, se no è finita! (riprendendo a girare)  vedi, per nessuno del-

      la nostra categoria esiste un albero della cuccagna, le conquiste

      personali vengono ottenute spezzandosi la schiena. La legge della

      gavetta è ugualmente dura a quella che regola l’andamento dei li-

      velli superiori, che credi?!

TOD (timoroso)  Io…Non mi permetto di credere proprio niente…

HAUPT TOD (si ferma e dà un calcio ad una sedia)  E piantala con

      questa fifa che hai addosso! (accende due sigari e ne lancia un

      a Tod)  Tieni, fuma con me!

      Tod rimane immobile, sorpreso dal gesto di Haupt Tod. Quest’ul-

timo, senza parlare ma con imperiosità, gli indica ancora il sigaro ac-

ceso in terra ed allora l’uomo con gli occhiali scuri si decide a racco-

glierlo ed a fumare. Haupt Tod posa il cappello su una sedia, si sbot-

tona il pastrano e va a sdraiarsi sul letto.

HAUPT TOD (mettendosi seduto dopo qualche istante)  Ogni tanto è

       necessario rilassarsi!…(odora lenzuola e coperte)  In questo gia-

       ciglio hanno affogato le loro pene dei giovani amanti, sento ancora

       il profumo della carne in amore…(sbuffa)  Ahh, il nostro mestiere

       è crudele, spietato, non è vero?

TOD   Se lo dice lei…

HAUPT TOD   Ma sì, ma sì, te ne sto parlando in confidenza!…(in

      tono accorato)  Talvolta sogno una bella fattoria tutta per me,

      piena di animali, di verde, di serenità ed un’amica che cucini,

      sorrida e mi dia il suo corpo e la sua anima…

      Si ode un fragoroso rumore di piatti e grancassa seguito da tre

spari.

HAUPT TOD (all’impiedi, guardando in alto)  D’accordo, d’accordo,

     mi son lasciato andare troppo!…(s’abbottona la divisa e mette il

     cappello)  Il navigante della mia mente non verrà più ammaliato

     da sirene che ne devieranno la rotta…(butta il sigaro)  Quanto a

     te, sottoposto dei miei stivali, rifletti bene su quello che ti ho detto

     in relazione alla carriera!

TOD (con deferenza)  Sì, eccellenza, naturalmente.

HAUPT TOD   Se Ulisse non si fosse dimostrato geniale, la guerra di

    Troia sarebbe continuata ancora, non lo capisci?!

TOD   Già, già, la sua trovata fu eccezionale!

HAUPT TOD   Perciò ci siamo intesi: a buon intenditor poche parole!

    (allontanandosi per uscire)  Addio, inferiore!

TOD (facendo un profondo inchino)  Stia bene, eccellenza!

    Rimasto solo, Tod siede sul letto ed odora le lenzuola. Poi si rialza,

prende la pistola e comincia ad accarezzarla e baciarla; infine va via.

Scena seconda

Due giovani seggono sul letto nello stesso ambiente della scena di prima. Lui, Valerio, può avere venticinque anni ed indossa blue-jeans

e camicia; lei, Liv, è una ragazza nordica, ha ventidue-ventitre anni e

porta un vestito a fiori.

LIV   Il risveglio della primavera nel mio paese è meraviglioso!…I

     ghiacci si sciolgono per a radiosità del sole e poi il regno vegetale

     esplode con i suoi colori…

VALERIO   Regno animale a parte, cara, vedo che a volte il velo della

     nostalgia copre le tue parole.

LIV   Sì, non posso negarlo…(lo abbraccia)  Ma qui con te ci sto vera-

     mente bene, lo sai!

VALERIO   Se anch’io fossi qua da straniero, sarebbe diverso…Te lo

    figuri? Giocheremmo ad armi pari in una patria non nostra, feli-

    ci di non dover concedere mai la mossa vincente ad un certo tipo

    di ricordi.

LIV (con dolcezza)  Non importa questo, non importa…Quello che

    conta è la nostra unione.

VALERIO (insistente)  Lo so, ma tu in questa realtà di fatto sei in

    svantaggio! Immagina due corridori che debbano fare una gara un

    po’ particolare, differente da quelle consuete, una gara che li porti

    in parità al riguardo: fin qui ci siamo, il risultato è realizzabile.

    Prova, però, a penalizzare in partenza uno dei concorrenti…E’

    chiaro che per chi subisce l’handicap l’impresa diviene molto più

    ardua e le sue possibilità di arrivare contemporaneamente all’altro

    si riducono!

LIV (con sottile ironia)  Valerio, tu allora consideri l’amore allo stesso

    livello di una competizione sportiva?

VALERIO   Cosa c’entra!? Io stavo facendo semplicemente un para-

    gone a titolo di esempio, per dimostrarti come la tua condizione sia

    poco felice rispetto alla mia!

LIV   Va bene, d’accordo sulle condizioni differenti per quanto riguar-

    da le nostre origini, ma non credo che questo influisca in maniera

    determinante sull’esperienza che stiamo vivendo!

VALERIO (all’impiedi, grida)  Edizione straordinaria, la bellezza

    nordica esprime il suo autorevole parere! Signore e signori, la no-

    tizia del secolo: Liv non crede!…(cerca di mantenere un atteggia-

    mento serio ma non ci riesce, perché lei gli fa le boccacce, e pronun-

    cia le ultime parole ridendo)  Tutti i particolari in cronaca rosa!

LIV (si alza e gli va a battere le mani sulla schiena)  Sei il mio caro

    strillone! Mi piaci ancora di più quando fai così!

    Siedono sulle sedie, uno di fronte all’altra.

VALERIO (insinuante)  E poi dicono che con gli anni, o addirittura

    con i mesi, sopraggiunge la monotonia…

LIV   E tu falla venire! Ci penseremo noi a darle il benservito!

VALERIO   Ma te lo figuri un po’ fare la fine di Saverio e Brigida?!…

    Lui col ventre prominente e l’occhio spento che viene calamitato

    dalla televisione, sempre in giro per la casa a strusciare le sue pan-

    tofole e lei senza più un briciolo di femminilità e di slanci amorosi,

    amica ormai soltanto di discorsi provocatori e di risposte acide!

    Liv, in silenzio, va ad aprire le tende della finestra. Traspare subito

una luce forte; la ragazza richiude la tenda e corre a sdraiarsi sul letto.

LIV   Hai visto come faremo?…Ogni tanto accoglieremo i bagliori

    del rinnovamento nella stanza del nostro presente!

VALERIO (sale su una sedia)  Con te mi sento in volo! Preparati,

    bellezza delle betulle: vengo subito a scongelarti! (salta in terra

    e si tuffa sul letto. Si scambiano effusioni. Il ragazzo poi apre le

    tende: non appare alcuna luce)  Chi sa perché a me lo scherzetto

    non riesce!

LIV   Non sei abbastanza fiducioso ed ottimista!

VALERIO   Io, invece, ho l’impressione che tu stia diventando una

    raccomandata di ferro! Immagina le sedicenti dame infiocchettate

    che trovano tutte le porte aperte, sia principali che di servizio e che

    magari hanno sprangata quella del loro cervello!…(ride)  Non vor-

    rei che tu entrassi a far parte dell’elite, eh, amore?! (torna a abbrac-

    ciarla sul letto)

    Si presenta il Samaritano, un uomo molto alto e magro con una folta barba. Porta una lunga tunica bianca, dei sandali senza calze ed

ha sottobraccio una borsa di pelle.

IL SAMARITANO (siede, mentre i due giovani balzano all’impiedi)

    Buon giorno, signori. Non vi allarmate, state osservando un uomo di 

    pace.

VALERIO   Chi è lei?!

IL SAMARITANO   Sono il Samaritano titolare del nord-est della re-

    gione. Il mio compito principale è quello di seguire e proteggere de-

    terminate persone, abitanti del territorio che mi compete, le quali

    si vengano a trovare in particolari situazioni di pericolo.

LIV (preoccupata)  E perché è venuto qui?! Forse sa che noi abbiamo

    qualcosa da temere?

IL SAMARITANO   No, non siete interessati in prima persona…(do-

     po una breve pausa, in tono sospiroso)  Ah, un dubbio del genere

     non dovrebbe neanche sfiorarvi! Siete giovani e la ragione è sempre

     dalla parte vostra, ve l’affibbiano anche se avete torto marcio!

VALERIO (infastidito)  Non adoperi delle stupide frasi fatte e venga

     al dunque!

LIV (agitata)  Valerio, per carità!

IL SAMARITANO (sorridendo)  Le donne sono più apprensive, è pro-

     prio vero…Ebbene veniamo al dunque, come dice lei, caro giova-

    notto…(apre la borsa e prende un foglio e due fotografie)  Vi comu-

    nico ufficialmente che (legge) ‘Il signor Tod vuole uccidere il signor

    Gambler…(si alza, posa il foglio e la borsa e consegna ai giovani

    una foto ciascuno)  Eccovi le loro fotografie: quello senza occhiali

    scuri e cappello è Gambler, l’uomo che cerco appunto di salvare…

    Osservateli bene.

    Guardano con attenzione le foto e poi si scambiano un’occhiata.

LIV   Non li abbiamo mai visti prima d’ora…

VALERIO (al Samaritano)  A questo punto lei ci deve spiegare che

    cosa c’entriamo io e la mia ragazza in questa faccenda. (cerca di

    restituirgli la fotografia, ma questi non la riprende)

IL SAMARITANO   In questi giorni il signor Gambler è stato visto

   nei dintorni. Il poveretto ancora non è a conoscenza del grave peri-

   colo che sta correndo e perciò voi, se lo incontrate, dovreste avvi-

   sarlo.

LIV   Si tratta di un atto umanitario, allora…

VALERIO (interrompendola)  Lasciamo perdere la visione romantica

   della vita e ragioniamo!…(al Samaritano)  Perché si è rivolto pro-

   prio a noi per un incarico del genere? Non ci sono altri che conosco-

   no questo benedetto Gambler?!

   Il Samaritano allarga le braccia con aria sconsolata e si accascia su

una sedia, dando le spalle ai ragazzi. Liv si stringe al braccio di Valerio.

IL SAMARITANO (come se parlasse a sé stesso)  Ah, che sconforto,

   che pena! Ogni volta è così, basta che si venga a parlare di aiuto per

   il prossimo! Tutti gli interpellati vogliono scaricarsi della responsa-

   lità e rispondono scaricarsi alla stessa maniera…I tempi del nostro

   illustre antenato sono trapassati: oggi nessun Samaritano ha la for-

   tuna di diventare protagonista di una parabola!

VALERIO (agitando la fotografia)  Signore, Liv ed io siamo giovani

   ed abbiamo il diritto di vivere la nostra vita! Se avvertiamo Gambler

   e Tod lo viene a sapere, rischiamo di entrare anche noi nell’obbietti-

   vo dell’assassino…Io non ci tengo affatto ad apparire nella cronaca

   nera, nemmeno con tutti gli onori e per dei meriti speciali!

LIV (con le mani giunte)  A vent’anni si muore solo in alcune canzoni

   francesi!

IL SAMARITANO (voltandosi)  E dire che stavolta credevo di aver

   scelto bene! Mi sembravate una coppia molto altruista, pronta a vo-

   tarsi al sacrificio…(breve pausa di silenzio, poi si alza e prende la

   borsa)  Va bene, ragazzi, il mio compito in questa sede è terminato.

   Ad ogni modo, se cambiate idee, avete il mezzo per riconoscere vit-

   tima ed attentatore…Addio (esce).

   Valerio e Liv siedono sul letto. Lui fa l’atto di strappare la fotogra-

fia che ha tra le mani.

LIV   No, fermati non lo fare!

VALERIO   Perché?!

LIV   Stavo pensando ad un problema di coscienza…

VALERIO   La soluzione di un tale problema è semplice: basta elimi-

    narne origine e causa! (distrugge la foto)  Ecco, le tracce di Tod

    sono scomparse!

LIV (all’impiedi)  Che hai fatto?!

VALERIO (sorridente)  Niente di strano, ho tolto di mezzo l’assassino!

    Dammi la vittima, così non dirai che faccio delle particolarità!

LIV (lo spinge sul letto e scappa via)  No, no!

VALERIO (inseguendola)  Vieni qua, vieni qua, adopera il cervello!

Scena terza

   Ambiente uguale a quello della scena precedente. Fa il suo ingresso

Tod, seguito dal figlio Junior Tod. Tutti e due hanno un’agenda. Ju-

nior Tod, un ragazzino di circa dodici o tredici anni, è vestito come il

padre, con impermeabile, cappello e occhiali neri. L’uomo va a sedere

sul letto ed incomincia a sfogliare l’agenda in silenzio.

JUNIOR TOD (all’impiedi, apre l’agenda e legge ad alta voce)  Il ven-

    ticinque dicembre è particolarmente indicato per eliminare quelli

    che si vestono da babbo natale…

TOD (interrompendolo, in tono di rimprovero)  Junior, già quando

    eravamo per strada ti ho detto che le lezioni si studiano a bassa

    voce!

JUNIOR TOD   Ma papà, qui siamo soli!

TOD   Perfino i muri possono avere delle orecchie indiscrete!…Ram-

    menta che il “manuale del perfetto sterminatore”è un testo che

    costituisce un documento segretissimo!

JUNIOR TOD   E va bene, cercherò di non dimenticarlo. (siede)

    Continua a leggere in silenzio per qualche minuto.

JUNIOR TOD (all’improvviso, con voce implorante)  Papà, mi viene

    difficile, non ce la faccio proprio ad impararlo!

TOD (sbattendo l’agenda per terra) Porca miseria, non riuscirò mai

    ad avere delle soddisfazioni da te!…Quale è la legittimaaspirazione

    di un genitore, quale può essere?! Sapere che il figlio è capace di

    continuare la sua modesta ma dignitosa opera! Ebbene, per me que-

    sto non è possibile, è un sogno, una chimera!…(all’impiedi, impre-

    cando e coprendosi il volto con le mani)  Forse è troppo quello che

    chiedo alla vita?!…Qualcuno mi dia una risposta, dannazione!

    Appare Vida. Più giovane di suo fratello Tod, ha capelli lunghi ed

abbigliamento sportivo. Dà l’impressione di un uomo vissuto.

TOD (sorpreso, a Vida)  Tu qua?!

JUNIOR TOD (con entusiasmo)  Ciao, Vida!

VIDA (va ad accarezzare il ragazzo, ma si rivolge all’altro)  Tod, vecchio

    mio, la risposta cercala in te stesso!…(ridendo)  Però sii onesto, eh?!

TOD (eludendo il discorso)  Come mai non sei partito?

VIDA   Il torneo di bridge è stato rimandato di una settimana.

JUNIOR TOD   Zio, mi ci porti qualche volta a vedere un torneo?

TOD (al figlio, gridando)  Tu devi pensare a studiare, altrimenti ti

    riduco a pane ed acqua!

JUNIOR TOD (abbassando la testa)  Sì, papà.

VIDA   Senti Junior ho terminato le sigarette, me le andresti a compra-

    re? La marca la conosci, vero?

JUNIOR TOD   Certo, zio!

VIDA (a Junior)  Bene, eccoti i soldi.

    Junior Tod posa con cura l’agenda su una sedia, prende i soldi e si

avvia verso l’uscita. Tod guarda l’orologio e sbuffa.

TOD (al figlio)  Fai presto!

VIDA (dopo che il nipote se n’è andato)  L’ho fatto apposta per parla-

    re a quattr’occhi…(siede)  Caro fratello, poco fa ho detto che la

    risposta, quella giusta, è dentro di te ed ora aggiungo che la escludi

    per partito preso…Secondo me tu non desideri né troppo né troppo

    poco dalla vita, ma intendi alterare un certo ordine delle cose…

TOD   Maledizione, piantala di esprimerti per enigmi e spiegati chiara-

    mente!

VIDA   Vuoi chiarezza? Ebbene dimmi allora perché pretendi che tuo

    figlio debba seguire la strada che gli vuoi imporre?! Non ti accorgi che

    molto probabilmente ha altre inclinazioni?! Sii sincero come se dovessi fare un’autocritica ragionevole, sensata!

TOD (accasciandosi sul letto, in tono dimesso)  Tu non hai figli e

    perciò non sai che significa essere padre…

VIDA (ride)  Ecco, me lo aspettavo! All’occorrenza mi sbatti in fac-

    cia l’emblema del sacro altare della famiglia, davanti al quale ti

    inginocchi con devozione, mentre io continuo ad ignorarlo o, peggio

    ancora, a deriderlo…Ricordi le parole della mamma? In questo senso

    eri tu il modello ed il sottoscritto la pecora nera!…(va a sedere sul

    letto accanto al fratello)  In realtà, però, quelli come te, chiusi nella

    gabbia dorata, non notano o non vogliono notare proprio delle evi-

    denti incongruenze che ruotano nell’orbita del loro mondo…(gli batte

    una mano sulla spalla)  Io sto cercando soltanto di aprirti gli occhi…

TOD (alterato)  Ci vedo benissimo, stai tranquillo!..(all’impiedi) La mia

    prossima missione prevede l’uccisione di Gambler e quando l’avrò

    compiuta riguadagnerò la stima di Haupt Tod e susciterò dell’entu-

    siasmo in mio figlio! (passeggia su e giù per la camera)

VIDA (ridendo)  Sei così sicuro dei fatti tuoi che quasi quasi ti invidio!..

    Bene, dato che io non la penso come te e che non riesco a convincerti,

    vuol dire che solamente il tempo e gli eventi daranno ragione ad uno

    di noi due.

TOD (fermandosi dinanzi al fratello)  Tu però promettimi di non distrar-

    re Junior…

VIDA   Certamente, ci mancherebbe altro! Sarebbe sleale perfino nei

    confronti delle tue idee sbagliate! (si sdraia sul letto)  Hai niente in

    contrario se resto ancora un po’ dopo che il ragazzo sarà ritornato?

TOD (riprende la sua agenda e siede su una sedia)  No, rimani pure.

    Dopo alcuni minuti rientra Junior Tod. Mentre questi raggiunge lo zio,

    Tod estrae furtivamente di tasca una boccetta, prende una pillola e la

    ingoia.

JUNIOR TOD (consegnando sigarette e soldi a Vida)  Qui c’è anche il

    resto, zio.

VIDA (senza alzarsi)  Tienilo per te, non andrò in fallimento!

JUNIOR TOD (con gioia)  Grazie, zio!

TOD (con evidente impazienza)  Junior, vieni qui a studiare!

   Il ragazzino, in silenzio, prende l’agenda e si mette accanto al padre.

Vida accende una sigaretta.

                              ATTO SECONDO

Scena prima

   Il giardino di una villa, addobbato con festoni e lampioncini multi-

colori. Due tavolini con delle sedie, a pochi metri di distanza l’uno dal-

l’altro, sono occupati rispettivamente da Liv e Valerio e da Gambler e

Leda. Gambler è un uomo di bell’aspetto, robusto e dai capelli biondi,

di età fra i trentacinque ed i quarant’anni; Leda è bruna, ha tratti somatici molto fini e può avere trentatre-trentaquattro anni. Ciascuna coppia, in abito di gala, parlerà a turno e non comunicherà con l’altra.

VALERIO   Certo che qui si sta meglio!…Nel salone avevo la netta sen-

sazione di soffocare in mezzo a tutta quella gente…

LIV   Sei sempre il solito! Quando qualcosa non ti convince cerchi di

    cambiare discorso!

VALERIO   Senti, Liv, te l’ho già detto: il biondo somiglia a Gambler

    ma sicuramente non è lui!

LIV (con ostinazione)  No, no! E’lui, dev’essere lui, non ho alcun dubbio!

GAMBLER (guardando l’orologio)  Dannazione, sta ritardando!

LEDA (mettendogli una mano sul braccio)  Vuoi che telefoni a mio zio?

GAMBLER   No, lascia perdere!…Non voglio coinvolgere te e la tua

     famiglia in questa sporca faccenda, aspettiamo.

LEDA (con voce triste)  Perché continui a giocare e ti riduci in queste

     condizioni? Non ti basta il mio amore?!

GAMBLER (accarezzandola)  Tu mi dai più di quanto sappia dare una

     donna semplicemente innamorata, ma ti prego, non chiedermi certe

     cose….(sospirando)  Ricordo che un giorno vinsi un avversario che nel

     circolo del mio paese consideravano bravissimo. Ero soltanto un ragaz-

     zino allora ed il mio entusiasmo fu indescrivibile, mi sentii pieno d’or-

     goglio e mi sembrò di tenere il mondo in pugno. In quella circostanza

     capii per la prima volta che sarebbe stato difficilissimo rinunciare alle

     carte.

VALERIO   Scommetto che se al posto di Gambler tu fossi convinta di

     riconoscere Tod, l’aspirante assassino, non staresti tanto sulle spine!

LIV   Valerio, sei impazzito?! Perché mai dovrei avere cosiderazione per

     qualcuno intenzionato ad uccidere un suo simile?!

VALERIO   O Cristo, ma perché la vita gli ha scelto un ruolo infame

     vituperato! Non credi che molti delinquenti aspirerebbero a scambia-

     re la loro identità con quella di altrettante vittime predestinate e non?!

LIV (mettendosi le mani nei capelli)  Che assurdità, Dio mio, che

     assurdità! Non è la vita che sceglie, ma l’uomo!…Il tuo modo di

     pensare è quello di un fatalista passivo in attesa che gli altri agiscano al   

     tuo posto!

VALERIO (gridando)  Tu, invece, sei la tipica fredda razionalista, tra-

     vestita da bambola, capace di guidare alla carneficina la tua nazione      

     conquista del mondo!

     Entra un cameriere che porta un carrello con bibite e liquori e si avvi-

cina al tavolo da Gambler e Leda.

PRIMO CAMERIERE   I signori prendono qualcosa?

LEDA   Un succo di pompelmo, grazie.

GAMBLER (ridendo)  Io gradirei tantissimo un bel pacco di milioni!

PRIMO CAMERIERE (mentre serve la donna)  Il signore ha degli ottimi

     gusti ed a me spiace di non possedere i mezzi per accontentarlo! Posso

     esserle utile in qualche altra cosa?

GAMBLER   Vuole chiedere allora se è venuto il signor Saver e poi torna-

     re a dirmelo? Lo dovrebbe fare, però, con discrezione, senza dare nel-

     l’occhio: siamo persone che amano la riservatezza. Mi ha capito, vero?

VALERIO (a voce più bassa di prima)  Per colpa di quel sedicente Sama-

     ritano hai un chiodo fisso in testa e nella tua furia mentale da benefat-

     trice non c’è posto per l’idea del pericolo che correremmo!…Liv,

     bambina cara, perché non vuoi starmi a sentire? Nessuno ci aiuterebbe

     se ci venissimo a trovare in una condizione del genere!

LIV (relativamente calma)  Proprio tu mi dici queste cose?! Tu che affer-

     mi di credere nell’umanità?!…(prendendogli un braccio)  Valerio,

     per essere in pace con la coscienza dobbiamo cercare di avvertire quel

     Gambler!

     Valerio si scosta e dà un pugno sul tavolo. Arriva un altro cameriere

con un vassoio carico di bicchieri pieni e si dirige al tavolo dei giovani.

SECONDO CAMERIERE   I signori gradiscono un cocktail?

VALERIO   Sì, sì, è meglio che ci bevo sopra!

LIV (sorridendo, al cameriere)  Ne prendo uno anch’io. Vorrei carta e

     penna, per favore.

SECONDO CAMERIERE (dopo aver servito)  Vado a procurarli e

     torno, signora. Con permesso. (va via)

VALERIO   Che diavolo hai intenzione di fare, adesso?!

LIV   Ora vedrai, sta calmo.

    Ritorna il primo cameriere, senza carrello, e va al tavolo di Leda e

Gambler.

PRIMO CAMERIERE   Signore, le faccio presente che quel tale Saver

    non verrà alla festa…

GAMBLER (sconsolato)  Questa non ci voleva!

LEDA (ansiosamente, al cameriere)  Ha telefonato qualcuno, forse?

PRIMO CAMERIERE   Sì, signora. Ha telefonato la moglie per dire che

     lui non si sentiva bene e che domani, o dopodomani al massimo, avreb-

     be portato lei stessa il prescritto certificato medico al barone…(con

     trasporto)  Signori, se mi è lecito parlare così, noto che la cosa non vi

     lascia affatto indifferenti e che provando della simpatia per voi, sono

     sinceramente dispiaciuto. Ed inoltre, se mi concedete di  manifestare

     pure la mia volontà, aggiungerei che resto comunque a vostra dispo-

     sizione…

GAMBLER   Signore…

PRIMO CAMERIERE (correggendolo)  Mi chiami sempre cameriere,

     la prego!…In questa villa esistono regole precise.

GAMBLER   Che peccato doverla chiamare necessariamente così!…

     Cameriere, in lei c’è molta umanità che la esalta spiritualmente,

     ma io non ho altro da chiederle.

PRIMO CAMERIERE (a Leda)  Questo vale anche per lei, signora?

LEDA (al cameriere)  Attenda un attimo…(a Gambler)  Senti, se ten-

     tassi di parlare con la baronessa, dicendole che mi trovo in parti-

     colari condizioni di bisogno?

GAMBLER (a Leda)  A questo punto non so più che proporre, ho la

     testa confusa, le idee annebbiate…Fai, fai quello che vuoi…

LEDA (alzandosi)  Cameriere, la prego, riferisca alla baronessa che

     c’è una sua intima e cara amica che desidererebbe conferire con lei.

     Io aspetterò nel salone.

PRIMO CAMERIERE (inchinandosi)  Sì, signora…(a Gambler)  Signore,

     con licenza parlando, lei ha una compagna davvero in gamba! (si al-

     lontana)

     Gambler, sorridendo, estrae di tasca delle carte da gioco e le dispone

sul tavolino. Leda gli fa una carezza e poi esce nella stessa direzione che

ha preso il cameriere.

LIV   Guarda, Valerio, Gambler è rimasto solo!…Speriamo che mi por-

     tino presto carta e penna, il momento è propizio.

VALERIO   Ma si può sapere che cosa devi scrivere?!

LIV   Voglio mandare un messaggio anonimo a quell’uomo tramite

      il cameriere. Prima di consegnarlo, però, quest’ultimo dovrà aspet-

      tare che noi due ce ne saremo andati…

VALERIO   Hai la terrificante lucidità di una pazza maniaca! (si alza)

      Io, intanto, alzo i tacchi e me ne vado subito, questa storia mi ha

      stufato! (comincia ad allontanarsi)  Ti lascio la macchina.

LIV (all’impiedi, cerca di trattenerlo)  Aspetta, aspetta, come fai a ri-

      tornare a casa?!

VALERIO   Con un taxi, un autobus o qualcos’altro accidenti! (si libera

      della compagna e scappa via)

LIV (parlando da sola mentre torna al tavolo)  Lo sapevo che avrebbe

      reagito così. E’un caro ragazzo, ma non ha certamente un cuore di

      leone! Speriamo che crescendo e maturando acquisti del coraggio,

      magari di seconda mano! (siede)

      Il secondo cameriere rientra e le consegna carta e penna.

SECONDO CAMERIERE   La signora è servita.

LIV   Grazie, mi faccia ora un’altra cortesia…(scrive qualche riga, piega

      il foglio in due e lo consegna al secondo cameriere)  Ecco, lo porti a

      quel signore che siede lì da solo.

SECONDO CAMERIERE (sorride)  Non posso farlo per via diretta,

      signora. Il regolamento interno di servitù prevede che soltanto il mio  

      collega, il primo cameriere, ha la facoltà di prendere contatto con gli

      ospiti di quel tavolo…A me, naturalmente, è riservata la cura delle

      persone che vengono ad occupare questo posto.

LIV   Che strano regolamento!…Che stranezze!…Non avevo mai sentito

     nulla di simile!

     Frattanto ricompare il primo cameriere che va a parlare all’orecchio di

Gambler e poi va via di nuovo. Subito dopo si alza ed esce pure lui.

SECONDO CAMERIERE (strisciante)  Gentile signora, immagino che lei

    ed il suo compagno siano stati invitati dalla baronessa, con biglietto di

    suo pugno, vero?

LIV (sorpresa)  Sì, certo!…Ma perché mi fa questa domanda?

SECONDO CAMERIERE (con un sorriso melenso)  Per avere la con-

    ferma di quello che ho pensato. Se fosse stato il barone in persona a

   prendere l’iniziativa, vi avrebbe messi al corrente di tutto. E’un uomo

   molto preciso ed ha l’abitudine di dire pane al pane e vino al vino.

   Sua moglie, per contro, è una creatura che definirei geniale, ma srego-

    lata…Mi creda: si comportano come il diavolo e l’acqua santa,

    eppure si vogliono un gran bene!…(insinuante)  Per molti giovani,

    al contrario, amarsi nel senso tradizionale è una noiosa incombenza…

LIV (alzandosi, con accento di stizza)  Cameriere, che succede quando

    gli invitati vanno a lamentarsi dai padroni di casa circa il comporta-

    mento delle persone di servizio?!

SECONDO CAMERIERE (laconico)  In tal caso viene fatto un rapido

    processo a porte chiuse in questa villa. Il barone ascolta in separata

    sede accusatori ed accusati ed infine emette una sentenza con la quale,

    generalmente, condanna colui che ritiene colpevole al pagamento di

    una penale in denaro.

LIV   Bene! Allora, se lei vuole evitare che io esponga un reclamo per il

    suo modo di fare che dà ai nervi, consegni al più presto il mio messaggio

    al suo collega e gli dica di potarlo al signor Gambler!

SECONDO CAMERIERE   Signora, forse io avrò un modo di fare che

    arreca fastidio alle persone che si sentono troppo sicure di sé per la loro

    giovane età…Comunque, non stia troppo in ansia, vado subito ad ese-

    guire il suo ordine di partecipante alla festa. Con permesso. (si allon-

    tana)

LIV (parlando al pubblico)  E’inaudito, pazzesco! Al mio paese la vita

    non si svolge in maniera così assurda. Lì tutto è logico, lineare, limpido,

    gli alberi si mostrano come alberi, la neve è assolutamente bianca, le

    persone sono coerenti e non indossano maschere da comportamento…

    (si avvia verso l’uscita con le mani nei capelli)  Che differenza, Dio

    santo!…Qui tutto è alla rovescia!…Che differenza!

Scena seconda

    La camera da letto dei padroni della villa. La baronessa Olga è seduta

dinanzi ad una specchiera e si sta pettinando. E’una donna di circa quarantacinque anni ed ha un aspetto piacente; indossa un abito molto elegante. Squilla il telefono.

OLGA   Pronto…Ah, ciao Elisa…Cosa faccio di bello? Tra poco vado a

    letto…Sì, già a quest’ora…La festa mi annoiava ed io ho inventato

    l’emicrania per sottrarmi all massa dei partecipanti. Fabrizio e gli

    altri se la sanno cavare benissimo senza di me…Lascia stare le scuse,

    tra di noi sono inutili. Parla, parla…E quanto?…No, mi dispiace.

    Attualmente ho già assunto troppi impegni di spesa e non posso sbi-

    lanciarmi con un prestito del genere…Credimi, poco fa ho detto la stes-

    sa cosa ad un’altra amica…Non sai come fare?…Ti sei rivolta a tuo

    cugino il senatore?…Ah, ho capito: nichts, nada…Un consiglio? Io ti

    direi di provare con Sigismonda De Bernardis…Sì, proprio lei…Non

    ti preoccupare, vai pure a nome mio…Sì, sì, puoi, puoi…Ma figurati!…

    Ciao e auguri, eh…Ciao, prego, ciao! (chiude e torna dinanzi allo spec-

    chio)

    Si apre una porta ed entra il barone Fabrizio, un uomo sulla cinquan-

tina, quasi completamente calvo. L’uomo siede sul letto  si sbottona il

frack.

OLGA (senza voltarsi)   Fabrizio, quante volte ti ho detto che non devi

    sedere sul letto?! Lo sai bene che così affatichi il materasso e poi dormo

    male!

FABRIZIO   E’ da una settimana, dico una settimana, che stai dormendo

    da sola nella prima camera degli ospiti illustri e adesso dici che ti inte-

    ressa questo nostro letto matrimoniale!…Parli per il puro gusto di scoc-

    ciarmi!

OLGA (ironica)  A te dovrebbe far piacere che io sia ancora interessata a

    questo letto, non credi?!

FABRIZIO   Ma figurati che piacere! Non sto più nella pelle! (si sdraia per

    terra)

OLGA   Già, quella di un autentico coccodrillo! (alzandosi di scatto e gi-

    randosi)  Fabrizio, il nostro matrimonio si lamenta come un coyote

    ferito a morte! Che intendi fare?!

FABRIZIO (con ironia)  Adesso niente di speciale…Voglio rimanere

    beatamente sdraiato a riposare, per una diecina di minuti solamente,

    purtroppo, poi me ne tornerò nella sala del ricevimento e comunicherò

    che mia moglie, con tutta l’emicrania, è capace di creare delle similitu-

    dini zoologiche originali…

OLGA (continuando a imbellettarsi)  E tu, invece, tu cosa sai creare?

    Regolamenti e registri per schedare e classificare le persone e gli og-

    getti! Per te ogni atto vitale è schematico e meccanicistico…Caro, avre-

    sti  proprio bisogno di iniezioni di fantasia!

FABRIZIO   Se io mi fossi trastullato con i sogni e le stravaganze alla tua

    maniera, a quest’ora patrimonio e posizione sociale sarebbero ridotti

    a zero!…Olga, la vita riserva brutte sorprese a chi immagina di giocare

    a palla con la luna!

 OLGA   Quello che tu non hai capito, o non hai mai voluto capire è che io,

     nonostante le mie inclinazioni sono sempre rimasta con i piedi per ter-

     ra! Sì, è vero, lo ammetto: ho sbagliato, sbaglio e continuerò a sbagliare 

     da essere umano, ma almeno non diventerò arida a tal punto da colle-

     zionare i certificati medici dei miei conoscenti!

     Bussano alla porta. Il barone si alza e si abbottona velocemente il frack.

La moglie si volta a guardarlo e ride.

FABRIZIO   Tra qualche secondo non saremo più soli!…Avanti, avanti!

     Entra il primo cameriere in stato di agitazione. Ha in mano un foglio di

carta.

PRIMO CAMERIERE   Signora baronessa, signor barone, chiedo umil-

     mente scusa se son venuto a importunarvi fin qui, ma il testo di questo

     messaggio (lo mostra)  che ho ricevuto da un’invitata tramite il mio

     collega è allucinante! (lo consegna al barone)

FABRIZIO (al cameriere)  Lo hai fatto protocollare in entrata?

OLGA (intervenendo prima che il cameriere risponda)  O Dio, Fabrizio!…

    (vorrebbe criticare la pignoleria del marito ma si frena per la presenza

    dell’altro)

FABRIZIO (alla moglie)  Che vuoi?

OLGA (evasiva)  Niente, niente…E’stata l’emozione che mi ha fatto escla-

    mare il tuo nome.

FABRIZIO (al cameriere)  Allora?

PRIMO CAMERIERE   Veramente no, signor barone…Dopo aver preso

   visione del contenuto sono corso a cercarla senza badare a niente!

FABRIZIO (al cameriere)  Male, molto male! Dovrei richiamarti per

   iscritto ma, considerando che fino ad oggi ti sei comportato in maniera

   esemplare, mi limiterò, per questa volta, ad un’ammonizione verbale…

   La riceverai domani mattina alle nove e trenta nel salone dei processi.

OLGA (visibilmente spazientita)  Fabrizio, non pensi che sia ora il caso

   di leggere ad alta voce il messaggio?!

FABRIZIO   Vedi, cara, io capisco e giustifico la tua curiosità e sono

   disposto ad accontentarti, ma chi mi assicura che tu, in seguito alla co-

   gnizione, non abbia qualche crisi di nervi?!

OLGA (con una punta di affettazione)  Non preoccuparti, se sarà neces-

   sario, ricorrerò con piacere al mio calmante preferito. Lo sai: il naufra-

   gar m’è dolce in questo mare!

FABRIZIO   Eh, brava, brava! Tu hai il taumaturgico rimedio pronto…

   Bene, bene, allora posso procedere (prende gli occhiali di tasca, li mette

   e legge)  “Lei è in pericolo, vogliono ucciderla!”

OLGA   Oh, cielo! (va a sedere dinanzi alla toilette e si copre il viso con

    le mani)

FABRIZIO (con enfasi)  Non perdiamo la calma, non perdiamo la calma!

   Occorre risalire all’origine delle cose, fare una succinta ma acuta ana-

    lisi della situazione ed infine prendere i provvedimenti necessari… 

    (al cameriere)  Dunque, innanzitutto descrivimi l’autrice del testo.

PRIMO CAMERIERE   Si tratta di una giovane bionda, straniera di

    circa vent’anni, venuta in compagnia di un ragazzo più o meno della

    della stessa età. L’ultima volta che li ho visti lei e lui erano seduti al

    primo tavolo in giardino…

OLGA (interviene nervosa)  Fabrizio, li ho invitati io per la prima volta

   su segnalazione della famiglia Sensitivi…Si chiamano Liv e Valerio,

   due giovani persone pure, incontaminate, da inserire a poco alla volta

   nei giochi di società.

FABRIZIO (come se parlasse a sé stesso)  Ah, ho capito…Dei ragazzi

   così vanno plasmati adeguatamente ed uniformati al nostro modello

   di cultura, anche se non ho ancora inteso il loro cognome. Nelle occa-

   sioni venture bisognerà dedicarsi soprattutto a questa Liv: mi sembra

   decisamente impulsiva ed umanitaria…(al cameriere)  Bene, bene e

   dimmi un po’adesso: il destinatario del messaggio è qualcuno che

   rientra nella sfera di tua competenza?

PRIMO CAMERIERE   Sì, signor barone. Io stesso avevo introdotto quel

   signore nell’ingresso del corridoio che porta alla terza uscita, prima che

   lo scritto mi venisse recapitato.

FABRIZIO (con meraviglia)  Oh, ma guardate in che modo si sono andate

   a combinare le cose! Si presenta prevedibile un probabile intreccio anco-

   ra avviluppato!

OLGA (al cameriere)  Forse allora l’invitato minacciato di morte non sa

   niente di questa faccenda?

PRIMO CAMERIERE  Da quanto ho potuto capire, credo proprio di no,

   signora baronessa.

OLGA   Fabrizio, ascolta, mentre tu decidi sul da farsi io metto una pietra

   sull’emicrania e torno nel salone. Non è giusto che entrambi i padroni di

   casa si assentino per troppo tempo dalla riunione mondana di cui sono

   stati ideatori e promotori.

FABRIZIO   Sì, mia cara, hai perfettamente ragione…(controlla l’orolo-

   gio)  La festa terminerà tra un’ora e venticinque minuti ed io non so

   quando, come e se verrò a capo della questione…Tu, intanto, comporta-

   ti con naturalezza nella veste di intrattenitrice e vedrai che non accadrà

   niente di spiacevole.

OLGA   Certo, certo, stai tranquillo. (esce)

   Pochi istanti dopo Fabrizio si sbottona il frack, si sdraia sul letto e tira

un sospiro di sollievo.

PRIMO CAMERIERE (si va ad inginocchiare ai piedi de letto)  Signor ba-

   rone, la prego umilmente di perdonarmi se mi rivolgo a lei in tale ma-

   niera, ma c’è qualcosa che mi rattrista ed opprime fortemente e vorrei

   confidargliela.

FABRIZIO (sedendo sul letto ed usando un tono molto confidenziale)  Ehi,

   vecchio orso, che ti succede? Non t’avevo mai visto così abbacchiato,

   quasi quasi sei più triste di Enea dopo l’approdo in Libia, Eneide libro

   primo! (lo fa alzare) Dai, non avere delle reticenze, parla pure, sfogati:

   questo è il migliore dei momenti perché le presenze femminili sono assen-

   ti!

PRIMO CAMERIERE (in tono triste)  Ebbene, mio signor barone, io ho

   servito al tavolo l’uomo che è in pericolo e la sua compagna e le dirò che

   tutti e due mi sono piaciuti tanto…Ora sono in pena particolare per lui

  e mi sento avvilito ed impotente di fronte al corso che potrebbero avere

  gli eventi.

FABRIZIO   Credo di capire quello che provi. E’ un po’come quando uno

  slancio emotivo viene bloccato sul nascere e sembra che la capacità di

  reagire venga meno giusto nelle circostanze in cui se ne ha bisogno…

PRIMO CAMERIERE (con entusiasmo)  Signor barone, lei ha tracciato

  un ottimo profilo del mio stato d’animo attuale!

FABRIZIO (all’impiedi, batte una mano sulla spalla dell’altro)  Beh, co-

  munque non rimetterti a fare la Schopenauer in contemplazione passiva! 

  Vai al più presto dalla segretaria della terza uscita e fatti dare nome ed 

   indirizzo esatti della persona che ti interessa, così tenteremo di avvertir-

   lo. Se sarà necessario, e lui lo vorrà, gli manderò perfino due dei miei più

   abili gorilla a fargli da guardia del corpo…Per quei tali Liv e Valerio,

   dato che la mia consorte m’ha detto poco, vedrò di chiedere infomazioni

   ai Sensitivi in persona…(ridendo)  Quanto a te, ricorda però che preten-

   do la puntualità da parte tua per il rimprovero di domani mattina: non

   torno sui miei passi!

PRIMO CAMERIERE (raggiante)  Le sono infinitamente grato, signor

   barone! Ora chiedo licenza…(fa un inchino, ma prima di varcare la

   soglia, applaudendo)  Sei grande, Fabrizio! (scappa fuori)

   Il barone resta disorientato, poi si batte la fronte con le mani ed impreca tra i denti.

FABRIZIO (accomodandosi davanti alla specchiera)  Che presa in giro

   che è la vita! Porcaccia la miseria, non esistono remissioni, non ci sono

   santi che tengano! Ecco che significa dare eccessiva confidenza!…Sì, sì,

   questa vita è una colossale fregatura per ognuno! E non ne parliamo poi

   per chi non riesce ad afferrarla per i capelli!…(prende un pettine e se lo

   passa goffamente sulla testa)  Già, i capelli, i capelli! Sono loro i primi

   che hanno cominciato a tradirmi! (getta via il pettine ed esce sbattendo

   la porta)

Scena terza

    Lo stesso ambiente della prima scena; dei lampioncini sono spenti.

Un uomo anziano, in abito di gala, siede ad un tavolino e fuma la pipa.

Arriva Tod con un frack abbastanza dimesso e gli immancabili occhiali

neri. Si guarda intorno con aria circospetta e va a sedere al tavolo libero.

TOD (tra di sé)  Se le notizie che mi hanno riportato sono fondate, dovrei

    vederlo qui per studiarne i gesti, le mosse…Speriamo che sia la volta

    buona.

INVITATO (a voce forte, guardando in su)  E’ come pretendere di posse-

    dere il pagliaio sempre più grande, più enorme, per godere della sicu-

    rezza che l’ago diventi ancora più introvabile…Mah, queste feste sono

    un campionario di futili ostentazioni, si sta meglio in compagnia di una

    sacrosanta fumata di pipa…(senza voltarsi)  Hai capito?

TOD   Dice a me?..(l’uomo non risponde)  Signore, stava parlando con

    me?…Senta…(l’altro non si scompone)

    Arriva un altro cameriere, molto più giovane dei colleghi che lo hanno

preceduto, con una guantiera e dei bicchieri e si dirige velocemente verso

il tavolino di Tod. L’invitato continua a fumare ed a guardare nel vuoto.

TERZO CAMERIERE (a Tod)  Il signore ha chiamato? (si inchina)  Io 

    son qua pronto a servire tutti i gentiluomini che si appartano al finale

    del trattenimento. So tirare di scherma e di pistola, andare a cavallo

    ed in motocicletta e mi supero, di tanto in tanto, se batto i miei record

    personali di nuoto. Gli scacchi non hanno segreti per me e mi compiac-

    cio di lavorare perfino a maglia: mia zia ama i pull-over e gli scialli che

   le ho confezionato.

TOD (sorpreso ed incerto nel rispondere)  Ma a dire la verità, io non stavo   

   chiamando lei…Avrei voluto, invece, un cenno d’intesa da qualcun altro.

INVITATO (come prima, senza girarsi)  Vorrebbero dimostrare di tenere

   il mondo nelle mani come una pallina da ping-pong, avvolgendo chi li

   ascolta nelle spire delle loro apparenze mielate ed adamantinamente ipo-

   crite e poi!…(sputa in terra)  Annaspano nelle difficoltà dei bicchieri

   d’acqua e chiedono una mano proprio a coloro i quali ne sopportano le

   millanterie, puah!

TERZO CAMERIERE (a Tod)  Non ci faccia caso…Quell’uomo contesta

   tutto e tutti e brontola per un puro godimento disfattistico. Se, per ipote-

   si, lui nota una strada danneggiata è capace di pretenderne la regolare

   viabilità dopo un paio d’ore al massimo dall’accertamento dei danni,

   speculando sadicamente mediante un tipo di critica distruttiva che gli

   viene facile da esprimere, data l’assurdità di ante sue pretese. Ricordo

   che ai tempi in cui era mio padre a servire qui, il padre di quell’invitato

   frequentava l’ambiente ed adoperava identici parametri di valutazione.

   Evidentemente la storia, o questa storia, si ripete, e poi buon sangue non

   mente!

TOD (incerto, al cameriere)  Io non credo di essere interessato a tutto que-

   sto…Ed essendo venuto a questo party con uno scopo preciso, non vedo

   come…

TERZO CAMERIERE (interrompendolo, con invadenza)  Signor mio,

   non si crei problemi e non abbia reticenze: sono io presente a sua com-

   pleta disposizione e perciò deve, e sottolineo deve, prendere qualcosa:

   un drink, un’aranciata, un succo di non so che!…La soddisferò, ho

   l’obbligo morale e materiale di soddisfarla!…(poggiando a guantiera

   sul tavolo)  Prego, chieda, ordini!

TOD   Mi dia…Mi dia un’aranciata…

TERZO CAMERIERE (togliendo la guantiera e mettendo un bicchiere

    pieno di aranciata)  Ecco, giusto! E’meglio di tutto un’aranciata amara:

    disseta, rinfresca e corrobora a puntino!…(Tod ne beve quasi la metà

    Le è piaciuta?! Sono sicuro di sì: la bibita è stata servita da me e bevuta

    da lei, perciò ti lascio immaginare!…(ride sguaiatamente)  Adesso, co-

    munque, deve assolutamente scusarmi, perché mi tocca tornare di là,

    nel centro del culmine terminale della festa…Ma non si preoccupi! Ri-

    tornerò molto presto e spero che allora lei avrà bevuto tutto il suo li-

    quido, di modo che io sarò in grado di servirla con mio pieno gusto e

    gioia! (si inchina)  Con permesso, signore! (esce)

    Tod si alza. Ha un’aria incerta, smarrita. Prende una pillola dalla

boccetta di vetro che ha estratto da una tasca interna e la ingoia, ac-

compagnandola con un sorso d’aranciata. L’altro si soffia di nuovo

il naso rumorosamente.

INVITATO   Ehi, amico, non stare in palpitazione, accomodati! Fac-

    ciamo quattro chiacchiere in assenza di orecchie lingue ed occhi inop- 

    portuni…(prende posto al tavolo di Tod)  Sei un novizio di questi trat-

    tenimenti del cavolo, vero?

TOD (ansiosamente)  Io…Non ho…Il piacere di conoscerla…

INVITATO   Un nome, una parola di cinque, sei, sette, otto lettere, un

   suono da pronunciare variamente: ma cosa vuoi che significhi o che

   chiarisca?! A me non importa del tuo, perché devi chiedere il mio?!…

   Pensaci: a che pro, a cosa gioverebbe?…(in tono confidenziale)  Dammi

   del tu, liberati togliendo di dosso un noioso abito convenzionale e par-

   liamo!

TOD (subendo l’ascendente dell’uomo)  Sì, infatti, è come dice lei…(l’in-

   vitato gli dà un’occhiata terribile)  Cioè come dici tu: i formalismi danno

   fastidio, talvolta ostacolano le verità di un rapporto…

INVITATO   Oh, alla buon’ora! Lo vedi che hai una testa per ragionare?!.

   Ne percepisci la reale consapevolezza?!

   Il terzo cameriere, frattanto, non visto dai presenti, si affaccia sulla scena con estrema circospezione, in punta di piedi, tende l’orecchio per

ascoltare e subito scompare di nuovo.

TOD (infervorandosi)  Sì, sì, è bello, amico, è bello!…Mi sento meravi-

   gliosamente leggero!

   In sottofondo un lieve suono di piatti, tamburi e grancassa che va lenta-

mente in crescendo.

TOD (attento ad ascoltare)  Ma cos’è questa musica in lontananza?…La

   senti anche tu?

   Il suono di prima cessa. Inizia un concerto di campane.

INVITATO   Già, è un festoso scampanio…Sembra che annunci la gloria

   del nostro momento e dia un augurio incisivo, alla pari di un brindisi

   altisonante, alla nascita d’una relazione umana priva di fatiscenze e

   sfaccettature ambigue.

   I due suoni si alterneranno. Mentre i due parleranno, Tod udrà solo

piatti, tamburi e grancassa e l’invitato soltanto le campane.

TOD   No, no, è altro!…Io ricordo qualcosa a proposito di quel che odo,

   ma non riesco a definirlo bene…

INVITATO (prendendo un braccio dell’altro)  Via, su, non vorrai farmi

   credere che non gradisci le campane a festa! Non intendi perché non 

   vuoi intendere, vecchio mio, a chi vuoi darla a bere!

TOD (con affanno crescente)  Lasciami, per favore, lasciami!…Ma che

   dico?!…Che smarrimento!…Mi lasci, mi lasci!…Sono tanto confuso

   perché…Perché non riesco a collegare bene il suono con un avvenimento,

   ma nelle penombre della memoria intravedo una spiacevole coincidenza!

  (si libera con uno strattone)

INVITATO   Calmati, calmati, non rovinare tutto!

TOD (come sopra)  No, non voglio, non voglio!! (si alza)  Io…Io non sape-

   vo quello che stavo facendo!…Per questo chiedo perdono…Perdono!…

   Perdono!!…Aiuto, aiuto e perdono!

INVITATO (all’impiedi)  Stai buono, stai buono! Ah, vita puttana!  Per-

   chè, perché?!

   Le musiche finiscono. Entra precipitosamente il terzo cameriere. Tod

torna a sedere, più calmo; l’invitato, all’impiedi, ha un gesto di stizza.

TERZO CAMERIERE (sogghignando, a breve distanza dai due)  Colti

   in fallo, eh?! Anzi, più propriamente, colto in fallo (punta il dito contro

   l’anziano) questa volta!

INVITATO (con gli occhi in terra, al cameriere, con voce rabbiosa ma

   quasi soffocata)  E che il diavolo porti anche te! (si allontana ed esce a

   passi spediti)

TERZO CAMERIERE (sedendo accanto a Tod)  Su, su, coraggio, signore!

   E’passato, è passato!…Il suo specchio per le allodole non ha funzionato,

   ne sono ben lieto! Che strano tipo, comunque, non trova? Un’autentica

   reincarnazione di Mefistofele, travestito da umanitario!

TOD (completamente rinfrancato)  Appunto!…Lo avevo pensato anch’io!

TERZO CAMERIERE   Ora le vorrei offrire un’altra bibita o una bevan-

   da, o ancor meglio una valeriana o una tisana…Abbia fiducia, sono deli-

   cati infusi che hanno del portentoso, sia per cancellare un avvenimento

   spiacevole, sia per rinvigorire una calma ritrovata…Va bene per una

   valeriana, dunque?

TOD (accondiscendente)  Sì, come dice lei…Sono d’accordo.

TERZO CAMERIERE (si alza)  E allora venga con me! Gliela porgerò

   nel salone adiacente a quello principale. Nel primo che ho citato le

   sostanze alimentari hanno un gusto decisamente migliore!

   Prende Tod sottobraccio. Escono insieme.

Scena quarta

   La camera da letto del barone e della baronessa. Fabrizio, il barone, è

solo e sta facendo delle smorfie dinanzi allo specchio.

FABRIZIO   Mah, questa ginastica facciale che m’ha prescritto il dot-

   tor Scheisskopf mi convince poco…Tra l’altro non ha voluto dire nem-

   meno perché debbo farla esattamente alla fine di ogni riunione e di ogni

   festa…Forse sarà perché mi tocca riportare il volto ad una realtà meno

   mistificata?…E chi lo sa?…Se qualche giorno non mi decido a torturarlo

   lui, lo pseudo-psicanalista, non si pronuncerà mai!…(smette di prose-

   guire l’operazione, siede su una sedia, si sbottona il frack ed accende una

   sigaretta)  Ora, prima di andare a letto, è opportuno che aspetti quell’ar-

   pia travestita da donna: può darsi che questa notte ha intenzione di cori-

   carsi con me…Spero tuttavia che ritardi un po’, è piacevole restare soli

   dopo tanta mondanità: quasi quasi diventa necessario come un cardio-

   tonico!…(sospira e si rilassa abbandonandosi sulla sedia)  Aah, che bello!

   Aveva ragione il Petrarca con la sua vita solitaria, ci si sente in pace col

   mondo!…Se ci fosse della buona musica…(va ad accendere la radio. Lo

   speaker annuncia il “Can can dall’opera Orfeo all’inferno di Offenbach”)

   Oh, che fortunata combinazione! (torna a sedere ma, dopo alcuni secondi,

   si rimette all’impiedi, toglie l’abito, getta la sigaretta e comincia a ballare

   euforicamente a suon di musica. Entra la moglie)

OLGA (ridendo)  Fabrizio, sei impazzito?!

FABRIZIO (continuando)  Ma no, no!…Mi sono meravigliosamente imme-

   desimato in questi attimi di esaltazione liberatoria…Dai, vieni a ballare

   con me!

OLGA (fa un salto)  Evviva, sfruttiamo il momento! (si affianca al marito

   e lo imita)

   Al termine del brano musicale, i due si accasciano al suolo e ridono di

cuore.

FABRIZIO (ancora col fiato grosso)  Perché cose del genere accadono così

   raramente?…Mi sembrava che il mondo, l’universo intero danzasse con

   noi su un palcoscenico di ebbrezza…Olga, cosa hai provato tu?…Parlami

   con sincerità!…

OLGA (accarezzandolo)  Sì, Fabrizio caro, io pure ho volato sulle ali di un

   dolce delirio…Poco fa ero nei panni di una ballerina di fila e vedevo te

   in quelli del giovane conquistatore, nobile, ardente, deciso e passionale,

   come ti mostravi in passato.

   Si rimettono in posizione eretta e restano con le mani nelle mani, l’uno di fronte all’altra. La radio trasmette ancora musica classica.

FABRIZIO   Mia cara e dolce baronessa, sai bene che ricostruire è più dif-

   ficile del rassegnarsi all’avanzare del tempo. Ricorda, però, che qualsiasi

   goccia d’aiuto e di buona volontà è utile ad irrigare il campo della vita

   coniugale!

OLGA   Mio caro e squisito barone, il silenzio sbagliato può essere compen-

   sato dalle parole al momento giusto e viceversa, purchè la leva adatta ven-

   ga manovrata da tutti e due!…(la trasmissione radiofonica è ora di comu-

   nicati commerciali)  Che peccato, la musica era un capolavoro!…Fanno

   sempre così: è la legge dei profitti!

FABRIZIO (staccandosi dalla moglie)  Senti, senti un po’!…(siede accanto

   alla radio e vi avvicina l’orecchio)  Ma come si fa ad impostare un simile

   slogan pubblicitario! E’tremendamente banale, superficiale ed alquanto

   impreciso!…Cose da pazzi! Che ne dici, Olga, ne convieni?

   La baronessa, che nel frattempo è andata a sedersi davanti alla specchiera, tace e scuote la testa. Il suo viso appare sconsolato.

FABRIZIO (insistente)  E’lapalissiano, è lampante! Non credi?!

OLGA (con un sospiro)  Aah, benedetto uomo, ecco che sei ricaduto di nuo-

   vo nel tuo sacrario utilitaristico! Me lo aspettavo: tutti ritorniamo ad una

   gran madre antica!

FABRIZIO (sghignazzando)  Ah, ah, che declamatrice dei miei stivali! Tu

   saresti andata d’accordo con Pedro Calderon de La Barca sul fatto che la

   vita è sogno!…Eh, eh, hai visto?! Ho vomitato anch’io una citazione lette-

   raria!…Illusa! Illusa tu e tutti i tuoi pari!

OLGA (ironica)  Ma certamente! La realtà dell’ingordigia monetaria e

   della tecnica del millesimo di secondo sta dalla tua parte!…Eeh, che cosa

   vuoi, al mondo c’è posto perfino per i poveri illusi, almeno finchè non ci

   schiaccerete fino all’ultimo!

FABRIZIO (sostenendo l’ironia)  Ora non metterti ad eseguire la “Pateti-

   ca” di Beethoven, eh?!

   Bussano. Il barone indossa l’abito, si alza e spegne la radio, mentre la

moglie si guarda un po’ allo specchio ed infine ritorna nella posizione pre-

cedente.

FABRIZIO   Avanti!

SECONDO CAMERIERE (entrando ed inchinandosi)  Signor barone, si-

   gnora baronessa cara, (le sorride in una maniera che fa capire l’esisten-

   za di un rapporto ambiguo)  mi scuso se son venuto a disturbare, ma è

   giunta una persona che chiede di voi.

FABRIZIO   Di chi si tratta?

SECONDO CAMERIERE   E’ il Samaritano titolare del nord-est. Ha det-

   to che gli urge parlare con i padroni per una questione importante.

OLGA   Fabrizio, io lo conosco di fama…Fa parte di una specie d’associa-

   zione filantropica…

FABRIZIO   Sì, sì, pure io ho sentito dire di questa congrega e dei suoi

   rappresentanti…(al cameriere)  Bene e dove si trova quest’uomo? Nella

   prima sala d’attesa?

SECONDO CAMERIERE (in tono grave)  No, signore, è qui vicino, nel

   corridoio di sinistra. Ha insistito vivamente per venire con me.  

FABRIZIO (alzando le braccia)  Potenza delle fede in un ideale!..Beh, allo-

   ra lascialo entrare subito.

SECONDO CAMERIERE   Sì, signor barone…(uscendo)  Signora barones-

   sa, me lo consenta, lei ha un ottimo aspetto anche dopo che le feste sono

   terminate! Me ne compiaccio veramente! (si inchina e le sorride)

OLGA (ricambiando il sorriso)  La ringrazio del gentile apprezzamento!

FABRIZIO (dopo che il cameriere è uscito)  Quella faccia di pietra lavica

   non sa resistere alla tentazione di buttarti in faccia dei complimenti, è

   vero?!…(tra i denti)  E tu, per giunta, stai al gioco!

OLGA (con affettazione)  Ma Fabrizio, non dire stupidaggini, per carità!

   Sai bene tu stesso che ti vengono in testa idee assurde e le esponi ugual-

   mente!…(si ode un rumore di passi che si avvicinano)  Sst, silenzio, ades-

   so, per favore! Speriamo di non ricevere notizie antipatiche.

   Il secondo cameriere introduce il Samaritano e va via. Quest’ultimo è

vestito da monaco.

IL SAMARITANO   Buona sera, signori. La persona di servizio vi avrà

   già detto che qualifica rivesto. Vengo da voi a quest’ora abbastanza insoli-

   ta ed importuna perché ho assolutamente bisogno di collaborazione.

OLGA   S’accomodi, prego. Noi offriamo disponibilità a persone che me-

   ritano.

FABRIZIO   Si metta a suo agio, signor Samaritano.

   Siedono. Il barone offre una sigaretta al nuovo arrivato che la rifiuta e si mette con le mani giunte. Seguono dei secondi di silenzio, interrotti da un

paio di colpi di tosse della donna.

OLGA   Signor Samaritano, mi tolga una curiosità, è la divisa abituale che

    sta indossando?

IL SAMARITANO   No, signora baronessa, è quella che metto allorchè si

     nota un aggravarsi di certune situazioni…(allargando le braccia)  Signo-

     ri miei, sono a conoscenza del fatto che alla riunione mondana, tenuta

     qui, hanno partecipato due esseri umani che si trovano accomunati da

     un destino infame e per i quali ho il sacrosanto impegno di far tutto af-

     finchè l’uno, da vittima, sappia dell’altro, carnefice, e magari non s’in-

     contrino mai…Lo so, sarei dovuto arrivare prima, ma i mezzi a dispo-

     sizione della confraternita di cui sono un esponente non risultano più

     potenti come una volta; purtroppo hanno perso di credibilità anch’essi!

FABRIZIO (in tono enfatico)  Ooh, ma chi o che cosa non ha perso di credi-

     bilità oggi! Persino un valente capitano d’industria, uno di quei pochi

     rimasti in circolazione ed operanti con sagacia, non è in grado di sot-

     trarsi allo scetticismo delle masse ed ha fortuna se non viene osteggiato

     con metodi barbari!…Non la pensa così, signor Samaritano?

IL SAMARITANO   Più o meno, pure se lei ha scelto per pietre di para-

     gone degli elementi che non si integrano tanto nella mia visione del mon-

     do quanto in quella sua…

OLGA (intervenendo, al Samaritano)  Senta, il barone mio marito ha il pal-

      lino e la mania per determinati stereotipi, a denominazione di origine

      controllata, e s’impegna severamente nel tentativo di traslarli sugli al-

      tri! Pretenderebbe che ognuno li assimilasse, come se lui avesse pratica-

      to delle iniezioni a base di un potente estratto del suo modo di pensare…

     (ridendo)  Simpatica questa immagine, no?! Se lo figura lei a quali scom-

     pensi porterebbe l’esistenza di una medicina di tal genere? Ci sarebbero

     lotte tremende per ottenere il privilegio, l’esclusiva di fare i vaccinatori!

FABRIZIO (bruscamente)  Olga, tralasciamo questi argomenti stupida-

     mente fantasiosi o fantasiosamente stupidi! Il signore ci stava per parla-

     re di una situazione scabrosa e noi lo abbiamo interrotto…Prego, conti-

     nui la sua esposizione

IL SAMARITANO   Signori, i nomi di Tod e Gambler sono familiari per

     voi, o perlomeno ne avete sentito parlare, vi dicono qualcosa?

OLGA   Gambler è il compagno di Leda, una mia amica. Se le interessa,

     lei e lui sono stati alla festa ed hanno dei problemi di natura finanziaria.

     Per quanto riguarda l’altro, invece, affermo che non l’ho mai sentito

     nominare…

FABRIZIO   Io posso dire lo stesso ed inoltre mi viene il dubbio che Rod,

     cioè questo Tod sia realmente venuto al party…Chi lo avrebbe invitato?

     Gertrud, forse?

OLGA   Probabilmente sarà stata lei, Gertrud Steiner…E’ la nostra prima

     segretaria principale aggiunta, l’unica ad avere la facoltà di diramare un

     ristretto numero di inviti a suo piacimento.

IL SAMARITANO   Sarebbe possibile parlarle?

FABRIZIO   No, mi dispiace. La Steiner è partita tre giorni fa per Zurigo e

     ritornerà tra un paio di settimane. Sta curando un affare per conto mio..

     Ma perché vuole conferire proprio con lei? Ha tanta importanza?

IL SAMARITANO   Certamente! Per la conferma che la sua segretaria co-

     nosce Tod e che questi è stato qua!…La donna ha lasciato un recapito te-

     lefonico?

FABRIZIO   C’è il numero della zia di Gertrud, ma in questo momento non

     servirebbe a niente…

IL SAMARITANO   Perché non servirebbe a niente?

FABRIZIO   Oggi e domani zia e nipote si trovano a Neuchatel…Che resta

     da fare, allora?

OLGA   Fabrizio, potremmo chiedere alle sei segretarie delle uscite per gli

     invitati se hanno registrato qualcuno col nome di Tod.

FARIZIO (dandosi una manata sulla fronte)  Perbacco, che idea! Come mai

     non ci ho pensato prima?! Moglie mia, sei la geniale lampadina che illu-

     mina a giorno le stanze dell’esistenza!

OLGA (ironica)  E noo, marito carissimo, sei tu quello che ha i lampi di ge-

     nio! La mia è una fioca luce che scompare di fronte al faro della tua in-

     ventiva edonistica!

FABRIZIO (con malcelato risentimento)  Che consorte lusingatrice che

     possiedo! Ha sentito, signor Samaritano, ha sentito?!…(l’ospite congiun-

     ge le mani e china la testa)  La femmina è un’esaltazione diabolica! (al-

     l’impiedi)  Un fiore del male! Tornando a noi, signor mio, lei desidera

     che interroghi le segretarie?

IL SAMARITANO   Credo sia molto opportuno…(alzando le braccia al

     cielo)  E auguriamoci che Tod non si sia presentato sotto falso nome!…

     (notando l’inquietudine della compagna di Fabrizio)  Signora, non stia

     in ansia, le spiegherò tutto tra un po’.

FABRIZIO   E allora controlliamo…(si dirige verso un citofono interno e

     preme un pulsante)  Severina, mi ascolti?…Tu che sei alla prima uscita

     hai annotato tra i partecipanti un certo Tond…cioè, mi correggo, Tod?

     …Sì, attendo, guarda ma ai presto…(breve pausa)  No? Nessuno che

     risponde a tale nome…Senti, ora mettiti tu stessa in comunicazione con

     le colleghe addette alle altre cinque uscite e fagli la medesima domanda

     che t’ho rivolto io…Sì, Tod, Tod…Ti richiamerò fra non molto. (chiude)

    Seguono momenti di silenzio. Il samaritano tiene le mani giunte ed i

coniugi si muovono nervosamente sulle sedie.

IL SAMARITANO (alzandosi)  Signora baronessa, signor barone, purtrop-

    po i dogmi dell’odio e ella cattiveria incontrano il favore di buona parte

    dell’umanità…Le scene, gli intrecci, i soggetti attivi e passivi cambiano,

    si diversificano gli uni dagli altri, ma i temi di fondo hanno matrici comu-

    ni…(si mette le mani sul viso per un istante)  Quel malvagio Tod sta cer-

    cando Gambler pe ucciderlo e quest’ultimo è all’oscuro di tutto. Io ho il

    dovere di fare in modo che ciò non avvenga, se mi riuscirà. (torna a se-

    dere)

FABRIZIO   Oh, parbleu, ma qui ci troviamo in pieno clima di thrilling!

    Prima un cameriere ci ha già parlato di un messaggio minatorio…

OLGA   Dio santo! Credo che fosse indirizzato proprio a Gambler da parte

    di Liv e Valerio!

IL SAMARITANO   Ah, conoscete i giovani Liv e Valerio?

FABRIZIO   Io no e neanche la mia signora che li ha convocati alla riunio-

     ne mondana su segnalazione di amici…E a proposito di ciò ho delle forti

     riserve mentali!

IL SAMARITANO   E per quale motivo, se è lecito?

FABRIZIO   I giovani, e quindi pure i due suddetti signorini, sono imman-

     cabilmente degli immaturi. Soprattutto lei si è dimostrata troppo preci-

     pitosa ed impulsiva…Mandare ad un partecipante un avvertimento così

     tremendo tramite un domestico e poi eclissarsi, giusto nel corso della

     festa, non è affatto segno di compitezza e, aggiungerei, addirittura di

     eqilibrio!

OLGA (con le mani giunte)  Fabrizio, tu pensi ad esprimere giudizi negati-

     vi senza conoscere le persone perfino quando c’è ben altro in gioco! Piut-

     tosto, perché non ti rimetti in comunicazione con Severina?!

IL SAMARITANO   Un momento, chiedo scusa, potrei sapere cosa diceva

     quel messaggio?

FABRIZIO   “Lei è in pericolo, la vogliono uccidere”, ecco il testo, lo ricor-

     do a memoria, ed il primo cameriere, oltretutto, non ha fatto in tempo a

     consegnarlo a Gambler, se questi rappresentava il destinatario.

IL SAMARITANO (a voce bassa)  La mia opera è servita finora a risveglia-

     re una coscienza…(a voce normale)  Barone, richiami la sua segretaria,

     per favore.

FABRIZIO (tornando a premere il pulsante del citofono)  Severina, ti sei

     Informata?…Ah, niente da fare?…Nessuno che s’è congedato con il

    nome di Tod…Bene, ti ringrazio (chiude)…Avete udito?…Che trama,

    però, che trama! Sarebbe ideale per un film giallo di cassetta!

OLGA (sconsolata)  Fabrizio, Fabrizio! (coprendosi il viso con le mani)

    Sei incorreggibile!

IL SAMARITANO   Rimane l’incertezza, fatale…Se quel malintenzionato

    è venuto nella vostra villa con un nome inventato, adesso non sarà lonta-

    no; se, al contrario, ha preso strade diverse per compiere il misfatto, io

    avrei perso del tempo prezioso…

FABRIZIO   Si consoli: almeno abbiamo fatto una piacevole chiacchierata!

    L’argomento è sicuramente scottante, ci ha rapito l’intelletto, tanto che

    abbiamo dimenticato di offrirle un bicchierino…         

IL SAMARITANO   Lasci stare, grazie, non bevo neppure quando sono

    fuori servizio.

OLGA   Dio mio, che si può organizzare per sviare un attentato ad una

    vita umana?! Che cosa terribile!

      Bussano tre volte.

FABRIZIO   Vieni avanti! E’il mio primo cameriere:

PRIMO CAMERIERE (nell’entrare)  Signor barone, ho nome ed indirizzo

     dell’uomo in pericolo. (scattano tutti all’impiedi)

OLGA (con apprensione)  Chi è?!

PRIMO CAMERIERE   Gambler.

FABRIZIO   Come volevasi dimostrare.

OLGA   Misericordia! Debbo assolutamente telefonare a Leda!

IL SAMARITANO   Un attimo! Barone, mi faccia leggere quel recapito, la

     prego!

FABRIZIO (al cameriere)  Consegnalo al signore. Lui è fortemente inte-

     ressato.

     Il primo cameriere, dopo essersi inchinato al padrone, porge un foglio

all’ospite.

IL SAMARITANO (finita la lettura, con voce rotta dall’emozione)  E’ dif-

     ferente! E’differente! E’differente da quello che conosco io! (si inginoc-

     chia per terra ed inizia a pregare silenziosamente)

OLGA   Aah, mi sento mancare! (sviene cadendo sul pavimento)

PRIMO CAMERIERE (confuso)  Signor barone, signor barone!

FABRIZIO (applaudendo)  Oh, oh, ma dunque abbiamo a disposizione

     del materiale stupendo, fantastico! Si snoda un fantasmagorico arco-

     baleno di imprevisti!…Peccato che non ci sia Astolfo Sonago: lui è

     così in gamba nello scrivere sceneggiature e con un soggetto del genere

     si farebbero soldi a palate! (si batte la mano aperta sul petto)

PRIMO CAMERIERE (come prima)  Che faccio?! Che faccio?!

     Sempre all’impiedi, il barone, con un gesto della mano, indica al

domestico di soccorrere la padrona di casa. Il cameriere si mette vi-

cino alla donna e le fa annusare dei sali; intanto il Samaritano continua

a pregare.

FABRIZIO (al primo cameriere)  E domani mattina non andare a battere

     bandiera panamense, altrimenti sarà peggio per te!

                                  ATTO TERZO

Scena prima

     La stessa scena del primo atto, arredata con una combinazione di mobili

di pessimo gusto. Oltre alle sedie in stile antico, al centro, ci sono un tavolo

e due sedie moderni, affiancati da un grosso comò in noce; il letto, privo di

baldacchino, è ad una piazza e manca di lenzuola e coperte, mentre la fi-

nestra aperta non ha tende. Liv è seduta sul letto e Valerio accanto al tavolo. Il ragazzo sta leggendo il giornale.

VALERIO   Le notizie di due giorni fa saranno pur sempre utili ma, evi-

    dentemente, perdono di efficacia, di freschezza. Senti un po’qua, per

    esempio: ‘Scomparsa di casa da una settimana. Finora le ricerche non

    hanno dato alcun esito’…Chi te lo dice che ieri sera, oggi, magari un’ora

    fa o tra cinque minuti le cose non siano cambiate? Lo stesso giornale di

    oggi risulta superato perché riporta gli avvenimenti di ieri!

LIV   Infatti, è proprio così…E forse sono anch’io una superata.

VALERIO (con un gesto d’impazienza, ma continuando a leggere)  Se hai

    deciso di mettere in tavola delle elucubrazioni, avvisami che taglio la

    corda!

LIV (sospirando)  Valerio, tu sei pronto ad eludere già la genesi di certi

    discorsi a causa della tua indole, ma io non posso nascondere qualcosa

    che è in me e prende nomi e forma di avvilimento, crisi!…

VALERIO (chiude il quotidiano)  Che altalena la nostra, però!…Prima ero

    io quello che attraversava un periodo di pessimismo e di depressioni e tu

    mi sei stata vicina, mi hai incoraggiato. Al momento, suppongo che

    tocchi a me tirare le redini.

LIV   Ti assicuro che non verrà facile.

VALERIO (sorride provocatoriamente)  E perché?! Stai progettando forse

    di rendermi complicata la tua riabilitazione per vedere quanto valgo?!…

    Cos’è una sfida?!

LIV (alzandosi)  Ma che riabilitazione, ma quale sfida! Non sono né un po-

    litico dell’est, né un eroe di Dumas!…Io lascio che delle altre, più fem-

    mine che donne, ricorrano a certe specie di provocazioni ed a mezzi poco

    leali!…(va a mettersi accanto alla finestra) Il mio stato d’animo è nudo

    alla luce del sole…

VALERIO (sempre con sarcasmo)  Nudo, se integrale e voluto con co-

    scienza, è bello, è puro, è armonia!…(cambiando tono)  Liv, non rifiu-

    tarti di venire incontro al mio tentativo di avvicinarmi che si manifesta

    nella domanda semplice e chiara: cos’hai realmente?

LIV (appoggiandosi al tavolo, di fronte al compagno)  Ho male di vivere,

    di questo vivere!…Capisci?! L’insoddisfazione mi sta divorando viva!

VALERIO   Troppo vago, (agita le braccia) troppo generico!…(all’impiedi)

    Spiegati meglio, dimmi le cause, i motivi, le origini!

LIV (sorridendo)  Ah, non metterti nelle vesti di medico-inquisitore: questi

    abiti ti vanno larghi!…(inizia a camminare per la stanza)  Valerio, adesso

    io rispondo con un’altra domanda: cosa faccio, cosa facciamo per il pros-

    simo? Siamo utili?

VALERIO   Mah, che gran quesito! Che dilemma!…Beh, nel momento

    stesso in cui sorgono questi interrogativi, la risposta si ritrova nella con-

    sapevolezza di avere un lavoro, un mestiere, una professione qualsiasi e

    quindi, per me, cade ogni dubbio del genere di quelli che prospetti tu…

    Soddisfatta? (accende una sigaretta)

LIV   Non direi. Tu metti il punto a questo periodo e lo concludi, ma non ti

    soffermi affatto sul tipo di lavoro che si svolge e come lo si svolge, resti

    alla superficie del problema…Comprendi?

VALERIO (siede nuovamente) Ma che vuoi! Cosa intendi dire?! Impiegati,

    contabili o magazzinieri come noi due, spazzini, operai, facchini, preti,

    macellai e tutte le categorie di occupazione che riempiono i continenti

    hanno validità e perciò, bene o male nel modo di operare, risultano uti-

    li!

LIV (fermandosi)  No, no! Stai facendo di tutt’un’erba un fascio e dimen-

    tichi  che nell’uomo esiste un’interiorità capace di gridare per la gioia

    e per il dolore!…(con le palme delle mani aperte e rivolte all’insù)

    Quando lo spirito ti invoglia, ti spinge verso qualcosa di diverso da

    quel che fai e tu riconosci deleterio il tuo stato di immobilismo, allora

    inizi a macerarti!…Benefattori dell’umanità, uomini che si impegnano

    seriamente, ed attivamente, per una società moralmente più pulita, mis-

    sionari autentici ed altri ancora danno al mondo più di quanto non rice-

    vano, sentendosi loro stessi completamente realizzati…(siede sul letto e

    guarda il pavimento)  E nel momento in cui simili riflessioni e considera-

    zioni s’impadroniscono prepotentemente del corso dei tuoi pensieri, cau-

    sandoti dei tormenti, puoi dire di aver intuito che il tuo procedere vitale

    è solo meccanismo e che l’anima sta chiedendo una netta rivalutazione…

VALERIO (getta via la sigaretta e dà una manata sul tavolo)  Aah, ecco che

    ci risiamo: il dente fa male e la lingua va immancabilmente a batterci so-

    pra!…Vedi, cara, ciò che mi dà fastidio è che il tuo “dente”, le tue cadute

    di tono si sono rivelate dopo l’impatto con l’opera persuasiva di un rom-

    piscatole camuffato da anima pia! Io, perlomeno, allorchè ero giù, non

    avevo subito influenze da estranei, mi veniva dettato tutto da Valerio in

    persona! (riapre il giornale)

LIV   E questo che importanza ha?! Cosa credi che cambi?! Probabilmente,

    io avevo bisogno appunto della relativa influenza di un estraneo, come af-

    fermi tu e te ne rodi, per riuscire ad aprire realmente gli occhi, a spalan-

    care una finestra su me ed in me per la prima volta!…(Valerio tocca ner-

     vosamente il quotidiano)  Mi ascolti?

VALERIO (senza alzare troppo lo sguardo)  Ma sì, ma sì, ti ho ascoltato

     fin troppo bene!

LIV   “Ti ho ascoltato”! Già ricorri al passato, dato che il presente e l’im-

     mediato futuro del discorso si profilano più scomodi! E ora, dunque?!…

     Hai risolto di tapparti le orecchie?!

VALERIO (incrociando le braccia, con aria di sfida)  E se lo facessi?!Qual-

     cosa mi dice che la scelta non sarebbe da buttar via!

LIV (sorride mestamente)  Allora perderesti il meglio.

VALERIO (con finta indifferenza)  Il meglio?…(osservando nuovamente il

     giornale)  Il merito non li interessa…Eh, sì, io non noto una buona

     disposizione d’animo da parte tua e perciò oppongo il mio rifiuto al tuo

     rifiuto!…E poi, com’è il detto? Al peggio non c’è mai fine. Di conseguen-

     za questo meglio che ti proponi di gettarmi addosso, avrà rapido termine

     breve gloria: una vita veramente effimera, alla stessa stregua di ogni

     meglio!

LIV (all’impiedi)  Basta con il trastullo delle parole e delle frasi! Valerio,

      io sono decisa a partire da sola.

VALERIO (fermo nella sua posizione precedente, non vede più il giornale)

      Ah, sì? E per dove, se non sono troppo curioso?

LIV   Voglio ritornare al mio paese…(per un attimo con le mani sul volto)

      Sono due giorni che ho maturato la decisione…

VALERIO (sempre seduto, a capo chino)  Dopo il cesello è subentrato lo

      scalpello:  sei stata chiara e leale…Io, però, non posso adattarmi subito

      all’idea di questa tua soluzione…(all’impiedi, scostando da sé con garbo

      la ragazza e dandole poi le spalle)  Il boccone è troppo amaro, come si

      fa così senza colpo ferire, a sconfiggere l’assalto delle armate del distac-

      co tra di noi ed a mettere sotto chiave il tempo passato insieme!

      Scorrono momenti di silenzio. Liv è alzata, con gli occhi bassi, mentre

Valerio s’appoggia al tavolo e scuote la testa, dando le spalle alla compagna.

VALERIO   Io, comunque, non cercherò di fermarti con nessun mezzo; co-

      nosco bene la tua forza di carattere…Tra breve le nostre navi seguiran-

      no rotte diverse e per questo motivo mi resta soltanto da augurare a te

      tutta la fortuna che meriti…

LIV (emozionata)  Sei tu che meriti la più grande fortuna!…Hai il dono

      della semplicità nella misura giusta, il gusto anche per le piccole cose

      quotidiane…Io, forse, sto andando a combattere contro dei mulini a

      vento…

VALERIO   No, no, tu possiedi del coraggio, più tenacia e coraggio di me!...

      (si volta verso di lei)  Ti ammiro, Liv, ora come più di prima!…Ricordo

      che quando ci conoscemmo restai colpito da quel tuo vestito di seta e

      dalla decisione che esprimeva il tuo sguardo. Lo intuii subito: eri una

      donna nel vero senso della parola e i momenti vissuti con te ne sono stati 

      una continua conferma…Parti, non perdere altro tempo: la partita del-

      l’avvenire te la saprai giocare bene!

LIV (andandogli incontro)  Valerio, Valerio mio, non so come ringraziarti

      per aver capito la mia esigenza!

      Si abbracciano e dopo che si sono separati, la giovane va via di scena

velocemente. Il ragazzo rimane immobile per qualche secondo, con le spalle

e le braccia abbandonate, poi siede sul letto ed appoggia i gomiti sulle cosce

ed il mento sulle mani chiuse a pugno. Infine va a sedere al tavolo e ri-

prende a sfogliare il giornale. Ad un tratto vi mette un dito sopra ed avvici-

na la testa per leggere con più attenzione.

VALERIO (a voce forte)  Guarda com’è finita! (dà un pugno sulla tavola)

     Dio, Dio, è incredibile!…(si alza precipitosamente facendo cadere la

     sedia)  Vorrei almeno la soddisfazione di dirle che non valeva tanto la

     pena di prendere a cuore la cosa! (esce di corsa portando il quotidiano)

Scena seconda

     Lo studio di Haupt Tod. I mobili sono in stile antico; alle pareti sono

appesi quadri e fotografie raffiguranti scende di violenza. Il telefono sulla

scrivania sta squillando. Entra Haupt Tod, vestito in abiti civili, ma con il

solito berretto dalla grande visiera in testa. Ha un mitra in mano che si

affretta a posare su una poltrona per rispondere al telefono.

HAUPT TOD  Sì?…No, no, che se la sbrighi da solo!…Come?…le difficoltà

     sono nate con l’uomo perché l’uomo lo superi!…No, non è assolutamente     

     possibile: non gli affianco nessuno!…Gli uomini della riserva?…Anche

     quelli sono da escludere, poiché i compiti da espletare non possono tra-

     scurarli…Che dice?…No, no, nemmeno i secondari ed i terziari, niente

     da fare!…Auguro buon lavoro a lei ed al suo protetto…Sì, sì, arrive-

     derla. (chiude)

     L’uomo siede alla scrivania, toglie il cappello e, dopo aver preso un pet-

tine di tasca ed essersi pettinato, si appoggia allo schienale della sedia e

chiude gli occhi. Entra, senza bussare, Misia, la segretaria particolare di

Haupt Tod. E’ una donna sui trent’anni, dal colorito bruno dei capelli e

dalla pelle molto fine, vestita di nero. Sul suo abito, in petto e sulla schiena,

spiccano due teschi umani con due ossa incrociate, ricamati.

MISIA   Eccellenza Haupt, i rapporti di Scannagente, Tagliagole e Squar-

      ciapetto sono pronti in anticipo. Li firma oggi, oppure vuole che siano

      completati anche gli altri?

HAUPT TOD (galante)  Ma no, mia cara, ma no, portali subito! Li esami-

      niamo insieme e dopo firmo…(languido)  Eh, Misia, Misia, che bel pro-

      fumo usi!

MISIA (con un sorriso malizioso)  E’ quello che preferisco: essenza di

      Distruzione Silvestre!

HAUPT TOD   E oltre a me c’è qualche altro rappresentante del sesso forte

      che lo apprezza?

MISIA (simulando incertezza)  No…No, direi proprio di no…(sorridendo 

      come in precedenza)  Dopo tutto, a me non piacciono molto gli uomini

      giovani, mi danno l’idea di immaturità e di scarsa conoscenza dell’io

      femminile…

HAUPT TOD (battendo le mani)  Vero, verissimo! Hai capito perfetta-

      mente quello che spesso sfugge alle donne accecate da passioni giova-

      nili o infatuate per degli individui lontani dalla muliebre interiorità

      complessa! Sei in gamba, splendida Misia!

MISIA (quasi in tono dispettoso)  Ad ogni buon fine, io resto fedele all’os-

      servanza delle regole che il mio ruolo mi impone, quale quella che mi

      impedisce di intraprendere relazioni con elementi di spicco nell’ambito

      della categoria…(col consueto sorriso)  Vado a prendere quei rapporti,

      eccellenza Haupt?

HAUPT TOD (con un certo affanno)  Aspetta!…Vorrei prima farti sentire

      un brano musicale, un pezzo che perfino costringe a sognare ad occhi

      aperti…Ci vediamo così poco, due volte nella lunga settimana…Diamo

      una volta tanto libertà di precedenza al piacere sul dovere: il mondo

      non tremerà, né cadrà sicuramente!

MISIA (socchiude gli occhi, con espressione sognante)  Come vuole.

      Haupt Tod si alza precipitosamente, apre un armadio, prende un ma-

      gnetofono, lo posa sulla scrivania, guarda teneramente la segretaria;

      questa un po’ tiene gli occhi bassi ed un po’ li alza per riprodurre il

      consueto sorrisetto.

HAUPT TOD (vincendo l’incertezza)  Balliamo?

MISIA (mostrandosi lusingata)  Ma che dice mai, eccellenza?!…Io non

      saprei proprio…

HAUPT TOD (visibilmente ansioso)  Dai, su, siamo completamente e ma-

      gnificamente soli!…Ti prego, appaga il mio desiderio!…Non preoccu-

      parti, garantisco io, non saprà niente nessuno!

      Le a incontro tendendole una mano. Misia dapprima si schermisce e

poi accetta l’invito. Ballano. Haupt Tod cerca di stringerla goffamente a sé

e di poggiare la guancia su quella della donna e quest’ultima si scosta, gio-

cando a fare la timida. La musica termina; vanno a sedere, l’uno alla scri-

vania e l’altra più a distanza.

HAUPT TOD (abbandonandosi)  Aah, la infinita dolcezza degli istanti ap-

      pena trascorsi! Ho attraversato un arcobaleno di meravigliose sensa-

      zioni!…Tu, però, Misia cara, volevi staccarti dalle mie braccia!…(si

      alza, spegne il magnetofono e si dirige verso la donna)  Perché facevi

      così, mia splendida Misia?! Perché, perché?! Forse son troppo vecchio?!

MISIA (risoluta, alzando una mano per bloccarlo)  Basta, la prego, eccel-

      lenza Haupt! Basta! (risoluta, alzando una mano per bloccarlo)  Basta,

     la prego, eccellenza Haupt! Basta! (rimettendosi all’impiedi ed allon-

     tanandosi in direzione dell’uscita)  Abbiamo uno statuto da rispettare,

     lo conosce benissimo! Mi lasci in pace!

     L’uomo rimane di sasso, chiaramente colpito dalla reazione della segre-

taria. Superato lo smarrimento, egli ritorna al proprio posto.

HAUPT TOD   E va bene, va benissimo: più chiari di così!…(sospirando)

     Dura legge, ma legge!…(come se parlasse da solo)  Eppure ho in mente

     già da un po’ di tempo di avanzare proposte di modifica. Lo statuto è

     da ritoccare in alcuni punti, dovrò decidermi a discuterne…

MISIA (freddamente, lo interrompe)  Dunque, porto le relazioni complete,

     o si rimanda tutto?

HAUPT TOD   No, no, firmerò oggi…Stai pur tranquilla, sull’onore del

     mio grado ti prometto di attenermi alle disposizioni!…C’est la vie! Il

     buon viso bisogna adattarlo ad un cattivo gioco!

MISIA (sorridendo di nuovo in maniera equivoca)  Mi fa piacere che lei

     richieda la mia personale collaborazione. Vado e torno al più presto, ec-

     cellenza Haupt…Con permesso. (esce muovendo i fianchi)

     Haupt Tod accende una sigaretta e chiude gli occhi. Li riapre per seguire

le evoluzioni del fumo.

HAUPT TOD   Il suo comportamento è a dir poco sconcertante…All’ultimo

     mi è sembrata velatamente invitante, quasi avesse voluto dichiararmi

     in sottinteso: riprovaci ancora, ma con più convinzione e mezzi più per-

     suasivi…(si mette a camminare)  Sì, sì, dei mezzi molto efficaci!…Le lu-

     singhe tangibili, realmente consistenti, fanno cedere qualsiasi donna, ne

     prostituiscono la disponibilità anche per svariati maschi…Lei non co-

     stituisce sicuramente un’eccezione: gioielli, ori e lussi vari debbono farle

     gola come l’agnello al lupo. Altro che indurre a credere di esser ligi a re-

     gole: il proibito piace maggiormente se ne è degnamente ricompensato

     il correlativo rischio!…Ho sbagliato sistema: occorrerà prima allettarla

     con promesse e subito dopo con regali…E verrà a me spogliata di reti-

     cenze!…(riaccende il registratore e riascolta il pezzo dal principio, poi

     ha un gesto di stizza)  Bah, alla larga! Bando alle evanescenti romanti-

     cherie!…(spegne)  Le farò sentire il fruscio e l’odore della pecunia!

     Rientra la segretaria a mani vuote. Haupt Tod si aggiusta i capelli con

     un gesto rapido.

MISIA   Eccellenza, non ho ritenuto opportuno prendere gli incartamenti

      perché m’hanno avvisato che una persona vuol vederla.

HAUPT TOD   Non avevo appuntamenti…Al posto di guardia sapevano

      di chi si tratta? Ne hanno comunicato l’identità?

MISIA   Sì, è il Samaritano. L’altra segretaria lo ha introdotto nella sala

      d’attesa di classe media.

HAUPT TOD   Ah, il seccatore! Erano un paio di mesi che non si faceva ve-

      dere…Beh, conducilo qui. Di tanto in tanto è utile pure lo scambio di

      idee tramite i contatti con degli elementi che vivono e lavorano con idea-

      li e mansioni agli antipodi dei nostri…

MISIA   D’accordo, provvedo. (va via nuovmente, chiudendo la porta

      questa volta)

       Haupt Tod prende delle carte dalla scrivania e si mette a scrivere.

Poi va a posare mitra e berretto dentro l’armadio e resta all’impiedi di

spalle alla porta d’ingresso, in atteggiamento pensieroso. Il telefono suona

di nuovo. L’uomo si tocca il mento, infine alza il ricevitore e lo posa subito,

senza rispondere. Bussano.

HAUPT TOD (non si volta)  Entrate.

MISIA (entrando)  Eminente eccellenza, il signor Samaritano! (lo introduce)

HAUPT TOD   Bene, signorina, ci lasci soli, per favore.

MISIA   Come desidera, eccellenza illustre. (se ne va chiudendo la porta)

        Il Samaritano, che indossa un cappotto e sotto di esso un vestito con

camicia e cravatta e non ha barba, si sprofonda direttamente in una pol-

trona.

HAUPT TOD   Che c’è, vecchio impostore?!  Sei stanco di andare a caccia

        di anime?!

IL SAMARITANO   Non sono mica fatto di ferro!…Ho avuto una quindi-

        cina di giorni massacranti. Ero impegnato per un unico soggetto, ma

        ho sudato ugualmente sette camicie e per giunta, alla fine, la sfacchi-

        nata non è valsa a niente!

HAUPT TOD (ironico)  Oh, ma non mi dire!…(va a sedere alla scrivania)

        Il Samaritano che fa un buco nell’acqua! Ergo, se Eros è abbattuto,

        perché sconfitto, Thanatos ha tutte le ragioni plausibili per gioire!

        (ride con soddisfazione)

IL SAMARITANO (non si scompone)  Riguardo alla coerenza, il tuo com-

        portamento è emblematico, non fa una grinza! E’una caratteristica

        dominante in quelli come te godere degli altrui fallimenti!

HAUPT TOD (con orgoglio)  Non potrebbe essere diversamente!

IL SAMARITANO   Già quand’eri un ragazzino mio padre notò in te delle

        tendenze distruttrici e lo disse ai tuoi genitori, ma loro non sembrarono

        curarsene troppo. Io che avevo degli anni in meno rispetto a te, in-

        vece, mi sentivo incapace di fare del male ad una mosca e oggi è

        come allora…Ah, se i tuoi si fossero accorti in tempo!…

HAUPT TOD (alterato, lo interrompe)  Finiscila! La nostra amicizia af-

        fonda le sue radici nel passato abbastanza profondamente, ma io non

        sopporto certi tipi di discorsi e di litanie e tu ne sei a conoscenza!…

        (più calmo) Parliamo d’altro, raccontami piuttosto dell’ultima impresa

        che, contrariamente al solito, non ha avuto esito positivo…Non ci ri-

        derò sopra, non ti preoccupare…

IL SAMARITANO (con ironia)  Ecco, bravo! Il riso non si addice al tuo

         sistema di vita!…(in tono più serio)  Le mie recenti fatiche, come già

         ti ho accennato, mi hanno fatto sentire un novello Sisifo! Ho cercato

         di proteggere un uomo minacciato di morte, non m’è consentito nomi-

         narlo, cercandolo dappertutto, coinvolgendo diverse persone e lui…

         Lui è ricorso ad una soluzione strettamente personale…

HAUPT TOD   E’partito senza lasciare alcuna traccia?

IL SAMARITANO   No, no!

HAUPT TOD (incuriosito)  Ha adottato un ottimo travestimento, completo

        di barba e baffi finti, finti se non li aveva, e si è fatto tingere i capelli?

IL SAMARITANO   No, affatto!

HAUPT TOD   Ha pagato profumatamente chi attentava alla sua vita?

IL SAMARITANO (con un gesto di rabbia)  No, no! Tutt’altro! Tutt’altro!.

HAUPT TOD   Ha pagato profumatamente chi attentava alla sua vita?

IL SAMARITANO (con un gesto di rabbia)  No, no! Tutt’altro! Tutt’altro!.

         Si è suicidato! Hai capito?! Suicidato!…E pensare che era nel fiore de-

         gli anni!

HAUPT TOD (stupito)  Non me lo sarei mai immaginato!…E forse avreb-

         be dovuto ucciderlo un mio sottoposto…(accende un sigaro)  L’anoni-

         mato è di rigore pure per noi.

IL SAMARITANO (sprofondato nella poltrona)  Sono cose inevitabili…Io,

         tra parentesi, conosco l’identità del mancato assassino. Ci sarà rima-

         sto male anche lui, non credi?

HAUPT TOD   Un caso del genere distribuisce gli effetti negativi a tutti co-

         loro i quali v’erano implicati. Vuoi fumare? (si alza)

IL SAMARITANO   No, grazie: Bombe simili per i polmoni te le lascio!…

         Mi  basta l’amaro in bocca per quanto  accaduto!…

HAUPT TOD (sorride)  Sei delicato!…Comunque, se c’era di mezzo uno

         dei miei uomini, e lo verrò a sapere senza meno, la sua sconfitta mi

         colpisce di riflesso, è una vera pallottola di rimbalzo. Perciò non

         cominciare a piangere troppo su te stesso, accampando la pretesa

         di escludere gli interessati.

IL SAMARITANO   Io non voglio escludere proprio nessuno, ma il para-

         gone tra i fallimenti non regge affatto! Per me si trattava di salvare

         a tutti i costi un essere umano, un elemento pulsante di vita nel me-

         raviglioso creato, mentre per te, al contrario, è sempre valido il

         fatto che una fiammella di luce vivente si è spenta! Tirando le somme

         pertanto, non ci occorre molto per stabilire chi ha perso di più.

HAUPT TOD (siede)  Se la poni su questo piano, non posso darti tutti i

         torti. E’vero: abbiamo aggiunto un nuovo pezzo all’interminabile mo-

         saico, ma sarebbe stato più esaltante se la morte fosse subentrata per

         opera di u n ostro addetto ai lavori!…Diciamo, per concludere, che

         a noi è toccato il trenta per cento dell’aspetto fallimentare ed a te ed

         ai tuoi il settanta.

IL SAMARITANO   Mah, sarà..Io non so cosa aggiungere. La realtà at-

         testa che sono stanco, stanco perfino di calcolare rapporti e propor-

         zioni. Ho chiesto una ventina di giorni di ferie, anche per favorire

         il mio vicario che aspetta da tre anni di fare supplenze. (si alza)

HAUPT TOD   Parti o ti trattieni nelle vicinanze?

IL SAMARITANO   Parto, parto per un paese lontano e soprattutto at-

         traente dal punto di vista dello svago, ho bisogno di distrarmi ri-

         creando più fisico che spirito…Sono venuto a trovarti per questa                    

         ragione. (gli siede di fronte)

HAUPT TOD   Per questo motivo? Ed io in che cosa ti potrei favorire?

IL SAMARITANO   Parti con me! Senza farci vedere insieme, prendiamo

        aereo per Rio de Janeiro, dopodomani o fra tre giorni al massimo, e

        lì andiamo a dimenticare noi ed il tran-tran quotidiano per una breve

        eternità!

HAUPT TOD (scuote la testa)  No, no, in questo periodo non intendo muo-

        vermi…E poi chi ti dice che io desideri dimenticare me stesso?!

IL SAMARITANO (con un sorriso)  Tutti lo chiediamo prima o poi! Non

        riuscirai a farmi credere che per te è diverso…Si può sapere, piuttosto,

        cos’è che per ora ti trattiene sul posto? So che non hai sicuramente il

        problema della sostituzione: con la bellezza di tre vice-capi!

HAUPT TOD (toccandosi il mento con un dito)  Una ragione esiste, però

        non so se faccio bene a confidarmi con te…

IL SAMARITANO   Vecchio stupido, sei tu che dichiari: la nostra amicizia

        ha ragioni profonde, e successivamente mi regali delle controafferma-

        zioni così benefiche! Pensi che mi metta a spettegolare alla maniera

        di una servetta che legge fotoromanzi e ricama sui comportamenti dei

        vicini?!

HAUPT TOD   No, questo no, ma comprenderai pure che la mia situazione

        è particolare, ora che te la descrivo…(spegne il sigaro e si rimette in

        posizione verticale)  Sono fortemente attratto da un’ipotesi di realtà

        che per me costituisce un affare serio da mandare in porto…(dando

        la schiena al Samaritano)  Vorrei farmi assolutamente l’amante….

        (come se parlasse tra di sé)  Quella donna mi ha sconvolto l’esistenza…

IL SAMARITANO (con aria compiaciuta)  Ah, ah, sgambetto di Eros e

        punto a sfavore del suo contrario!…Ebbene, perché ti crucci? Con la

        potenza della tua personalità la conquista diventa un gioco!

HAUPT TOD (girandosi di scatto)  Ma si tratta di un gioco ufficialmente

        proibito, maledizione! Misia rientra in un livello inferiore nella cate-

        goria e ciò mi taglia le gambe, mi impedisce qualsiasi mossa allo sco-

        perto!

IL SAMARITANO   Avevo indovinato io, allora! Tu hai necessità di dimen-

        ticare te stesso!…Ricordo dei versi che scandiscono  un segnale d’al-

        larme che pare adatto a te: “Corri, Mosè, corri e non lasciare che il

        faraone ti raggiunga in qualche solitario cimitero!”…(gli si avvicina)

        Leva le ancore, non esitare! Vedrai che laggiù troveremo delle stu-

        pende mulatte!…(prendendolo per un braccio)  Avremo campo libero,

        vecchio satiro!

HAUPT TOD (si divincola)  No, no, non voglio allontanarmi! Starei male

        se non vedessi Misia!

IL SAARITANO (agita le braccia)  Che bel guaio, sei cotto al punto ideale

        per combinare dei pasticci! (mellifluo)  Certo se tu risultavi iscritto

        nella nostra associazione non ti capitava un incidente tale e quale.

        Avresti potuto sposare tranquillamente una collega senza distinzione

        alcuna di inferiorità o superiorità…(con un risolino insinuante)  Il

        che non ti vietava neanche di andar lontano a fare l’infedele ed il

        vizioso…

HAUPT TOD (gridando)  Taglia corto! Non accennare nemmeno alle tue

        dannatissime prediche!

IL SAMARITANO   Bene, bene, come ti garba. Il malato è grave ed in

        questo momento rifiuta medico e rimedio…(torna accanto alla scri-

        vania)  Comunque ti do il mio recapito a Rio, nell’eventualità che ti

        dovessi ricredere…(prende un foglio e scrive)  Ecco te lo lascio in

        evidenza: tra pochi giorni io starò a bearmi al sole! (allontanandosi

        verso l’uscita)  Me ne vado, sono impaziente di ultimare i preparativi

        per il viaggio…E tu pensaci: il mondo è grande e alieno!

HAUPT TOD   Vai, vai e portati via le tue sedicenti metafore! Lasciami

        solo ed in pace! 

IL SAMARITANO (puntando il dito)  Solo sì, ma in pace lo saresti vera-

        mente ballando la samba nudo! (vicino alla porta un attimo prima di

        aprirla)  E non dimenticare che tra noi c’è posto finanche per quelli

        della tua specie, nel caso che si proclamino pentiti…Tu saresti un

        pentito di lusso!

HAUPT TOD (urla)  Vattene, rompiscatole paraumanitario!

        Il Samaritano se ne esce. L’altro va a riprendere cappello e mitra e

li mette sulla scrivania. Poi cade a sedere su una poltrona.

HAUPT TOD (dando un pugno sul bracciolo)  Ci riuscirò, ci riuscirò, anche

       a costo di ricorrere alla droga!

Scena terza

       Il soggiorno della casa di Vida. L’arredamento è decisamente originale;

appesi alle pareti, sui mobili e sul pavimento ci sono numerosi oggetti origi-

nari di tutto il mondo. Vida, in pull-over e pantaloni, è seduto su un divano

e legge un libro. Campanello di dentro. L’uomo esce. Ritorna dopo un po’

con suo fratello Tod, il cui abbigliamento è costituito, come sempre, da cap-

pello, occhiali scuri ed impermeabile.

VIDA   Siedi e mettiti a tuo agio. Hai veramente l’aria stanca.

TOD (sedendo su una poltrona dinanzi al divano)  Sì, sì, ho piedi che mi

       fumano.

VIDA (ridendo)  E la testa?…(getta per terra il libro che ha in mano)  Ma

      insomma, ti vuoi togliere o no la roba che hai addosso?! Vieni così poco

      a trovarmi e ti debbo vedere anche qui, eternamente, con questa scialba

      divisa di fatica?! Levati le scarpe, chi aspetti, Godot?! O hai bisogno di

      un invito scritto?!

TOD   Sai, è l’abitudine del servizio…(all’impiedi, toglie cappello ed imper-

      meabile)

VIDA   Posali dove vuoi, liberatene!

      Tod mette i capi di vestiario sul divano, siede in poltrona e si sfila le scarpe dai piedi con un sospiro di sollievo.

VIDA (mettendosi sul divano)  Sotto la poltrona ci sono delle pantofole,

     usale, se vuoi!

TOD (dopo aver calzato le pantofole)  Aah, che ristoro!…(indicando un

     tappeto)  Bello quel tappeto! L’altra volta non lo avevi.

VIDA   Ho fatto un affare in Turchia, un mese e mezzo fa. E’lavorato inte-

     ramente a mano, nel completo rispetto di una tradizione artigianale che

     dura da scecoli…(alzandosi)  Vieni a vederlo da vicino, è un piccolo ca-

     polavoro. Pensa che il venditore ne voleva quasi il doppio di quanto l’ho

     pagato, ma nel suo inglese approssimativo m’ha fatto capire pure, e peg-

     gio per lui, che gli occorreva del liquido in contanti e allora!…(il fratel-

     lo lo raggiunge)  Osserva i disegni.  Mi hanno spiegato che, secondo gli

     usi locali, è chiamato “preghiera” e viene adibito, logicamente, per il

     culto…Nella casa di un mezzo miscredente come il sottoscritto ci sta

     come il cacio sui maccheroni, è vero?!…(ride)  Non si conteranno facil-

     mente le mie inginocchiate sul souvenir musulmano!

TOD   E questa credo sia l’unica cosa che ci accomuna veramente, fratello

      caro!

VIDA   Già…Io ho un modo tutto mio di supporre che esiste un

     Qualcuno o una Qualchecosa di superiore, un’Entità probabilmente in-

     daffarata a mantenere le redini. Ma non mi curo di osservare regole,

     cercare di definire o identificare il Qualcuno o a Qualchecosa, se tiri o

     allenti le briglie e perché lo faccia o non lo faccia.

 TOD   Vivi nell’indifferenza…  

 VIDA  Vivo semplicemente  evitando i perché, in atteggiamento distaccato

     e perciò mi accomuno senz’altro più agli agnostici che agli atei…(squilli

     di telefono di dentro)  Sarà la telefonata che aspettavo, scusa…(si 

     allontana fuori dalla stanza)

     Tod tocca il tappeto, torna accanto alla poltrona e, prima di mettersi a

sedere, osserva la copertina del libro che Vida ha gettato a terra. Dopo aver

guardato verso l’uscita, con movimenti rapidi, si china, raccoglie il libro e

comincia a sfogliarlo. Un rumore all’interno lo fa trasalire. Posa il volume e

si mette a sedere.

VIDA (rientrando)  Confermato, il torneo comincia dopodomani…Oggi e

     domani faccio la valigia. Il treno delle quindici e trenta è comodo, arri-

     verò in serata…(guarda il fratello con attenzione)  Ma tu che hai? Sei

     pallido.

TOD   Niente, niente, dev’essere l’affaticamento degli ultimi giorni.

VIDA   Ti do una bevanda che brucia le budella ma rinvigorisce….(prende

      una bottiglia e versa un po’ del contenuto in un bicchiere)  Si discuteva

      di religione, no? Ebbene, questo scalda meglio della fede, tieni. (gli por-

      ge il bicchiere e lui stesso beve dalla bottiglia)

TOD (dopo aver bevuto, tossendo)  Dannazione, che roba è?! Estratto di

      sangue del demonio?!…(alzato, si tiene le mani sullo stomaco)  Mi

      sembra di essere nelle fiamme dell’inferno!

VIDA (ridendo, siede e lascia cadere la bottiglia sul divano)  Ti senti al-

      l’inferno? Allora mi son sbagliato. Avevo immaginato che ti saresti tuf-

      fato perlomeno nella parte di un Sant’Ignazio di Loyola, dato che era

      impossibile pretendere da uno come te che si infuocasse di fervore oltre

      ogni limite farenheit e celsius! Hai scolato tequila originale messicana,

      quella che non si trova facilmente in commercio e che scombussola chi

      non è abituato a bere…

TOD (con una smorfia)  E me lo dici adesso, disgraziato?!

VIDA (ridendo)   L’importante è confermarlo! Caro mio, non esistono sol-

      tanto latte, caffè e cioccolata per ammorbidire le durezze quotidiane!

      Dopotutto, le esperienze vanno vissute fino in fondo, ne convieni?

TOD (in poltrona)  Capirai! (con un gesto che vuole minimizzare)  Chiama-

      la esperienza importante! 

VIDA   Anche le meno importanti hanno la loro consistenza, dipende dai

      criteri di valutazione e dai caratteri…La donna che viene a farmi le

      pulizie di casa, per esempio, ha ritenuto giusto, opportuno, adeguato

      sposarsi per la terza volta. Tieni presente che il primo marito le è

      morto ed il secondo l’ha abbandonata per andarsene con una ragazzina.

      Dunque, questa disgraziata, secondo una logica abbastanza comune,

      aveva tante ragioni plausibili per allontanarsi dagli uomini o almeno

      per aborrire completamente il matrimonio. Eppure lei ha deciso di

      affrontare ugualmente la nuova esperienza di coppia…

TOD (nervoso)  E con ciò, che intendi dire?!…Che dovrei risposarmi pure

      io?!    

VIDA (sorridendo)  No, questa deduzione la stai traendo tu, l’hai voluta

      trarre tu…Lo scapolo impenitente non può dare certo consigli in me-

      rito, non ha mai firmato contratti di tale tipo!…La storia di quella

      donna attesta che è meglio non desistere mai, perché l’esistenza com-

      prende una numerosa serie di partenze ed arrivi… La vera fermata

      sarà unica e definitiva.

 TOD (più calmo)  Ah, se il significato è questo…A proposito di partenze,

      lo sai che l’eccellenza Haupt Tod è fuori sede?

 VIDA   No, non lo sapevo, chi doveva dirmelo se non tu?! Guarda, guarda,

      perfino i grandi capi corrono a divertirsi! E come si permette di lasciare

      il posto un tizio che occupa quella posizione?!

 TOD   Che dici mai?! In primis, lui si è fatto sostituire degnamente da un

      vice-capo e poi, sicuramente, si sta assentando per motivi che esulano

      dallo svago!

 VIDA (pungente)  Che difesa appassionata! Guai a chi tocca il tuo supremo

      idolo, vero?!

 TOD (risentito)  Non è vero, non è vero! Non è affatto il mio idolo! Io non

     ho idoli!…Sua eccellenza rappresenta un mio alto superiore ed io, per

     educazione ricevuta, nutro un grandissimo rispetto per chi comanda!

 VIDA   Dalla a bere a chi non ti conosce!…(campanello di dentro due

     volte)  Tu sei peggio di un fanatico tifoso di calcio! (dirigendosi all’usci-

     ta)  Ma vedrai che le delusioni ti aspetteranno ad ogni angolo di strada

     per saltarti addosso!

 TOD (mentre il fratello esce)  Cambiamo argomenti, per favore! (indossa

     di nuovo l’impermeabile e rimette il cappello in testa)

     Vida rientra accompagnato da Junior Tod. Il ragazzino non veste come

 il padre, ma ha un abbigliamento che va sull’elegante.

VIDA (al ragazzo)  Accomodati, ragazzo, così unifichiamo la famiglia! (a

     Tod, con ironia)  Come?! Erano parole al vento?! Di nuovo in uni-

     forme?!

TOD (alzando la mano, per non far continuare il fratello)  Eh, si deve es-

     sere in regola…Lascia stare, lascia stare…(al figlio)  Bene, Junior, sei

     stato abbastanza puntuale nel tuo secondo giorno di libertà.

JUNIOR TOD   Sì, papà.

VIDA (a bassa voce)  E che sta a mezzo servizio?!…(con voce normale,

     a Junior)  Ah, ecco perché hai quest’abito simpatico. (siede)

JUNIOR TOD (gaio)  Ti piace, zio? Me lo sono scelto io!

VIDA (compiaciuto)  Ah, bene! Indubbiamente hai della predisposizione

    ai buoni gusti.

TOD (al fratello)  Però non bisogna mai lodare troppo…(in tono paterna-

    listico, accarezzando il figlio)  Dopo il dovere c’è anche un po’ di pia-

    cere, non dimenticando che in seguito ancora si ritorna al dovere. Ieri 

    sera ho detto di raggiungermi qui da te a quest’ora…

VIDA   E lui ha eseguito a puntino, vedo, vedo.

JUNIOR TOD (guardandosi intorno)  A me piace venire qua per quello

      che c’è da vedere in questa stanza (comincia a girare e ad osservare)

      Quante cose belle!

TOD (di fronte a Vida)  Io sono passato di proposito da te…Tra l’altro,

      te l’ho evidenziato, la stanchezza si faceva sentire, per il fatto che la

      ricerca prosegue senza soste. Così ho unito l’utile al dilettevole: la

      verifica del ragazzo, la visita al fratello e quindi il breve riposo…Non 

      che io mi senta vecchio, per carità, ma la verità è che quel Gambler

      sembra introvabile…

VIDA (sobbalzando sul divano, stupefatto)  Eeh?! Come hai detto?!

TOD (allargando le braccia)  Che Gambler sembra introvabile: è peggio

      dell’araba fenice! La mia volontà, comunque, non conosce cedimenti

      e prima o poi lo scoverò…(incuriosito)  Ma perché ti sei meravigliato

      tanto?!

VIDA (gettando un’occhiata a Junior, che intanto s’è avvicinato)  No, no…

      Non si trattava di stupore. E’ che m’hai fatto venire in mente che pure

      il sottoscritto, fino ad ora, non è riuscito a rintracciare una persona da

      avvisare necessariamente prima del torneo…(accende una sigaretta)

      E’meglio, anzi, che tra poco riprovi a telefonargli.

 TOD   Ah, ecco…Sei saltato in quel modo!

 VIDA   E’ una mia incombenza, capisci, non intendo fare una brutta fi-

      gura.

 JUNIOR TOD (intervenendo)  Senti, zio Vida, io avrei un certo languo-

     rino allo stomaco. Stamattina sentivo poca fame ed ho preso soltanto

     mezzo bicchiere di latte…

 TOD (in tono di richiamo)  Junior!

 VIDA (a Tod)  No, lascialo libero, se ha appetito, non siamo tra estranei,

     che diamine! Junior vai in cucina e mangia ciò che preferisci. Anzi,

     fammi la cortesia, lavati prima le mani nel bagno e dopo fai il tuo spun-

     tino. Sul nastro nel registratore, sopra il frigorifero, c’è incisa dell’otti-

     ma musica.

 JUNIOR TOD   Sì, grazie, zio. (va via)

 TOD (in posizione eretta)  Quel ragazzo si disinibisce nelle azioni sponta-

     nee, allorchè non gli toccano degli incarichi seri…(scuote la testa)  Ma-   

     gari si comportasse così all’atto di imparare i nostri codici e regola-

     menti!

 VIDA (dando un pugno sul tavolo)  Eeh, determinate teorie personali non

     si lasciano scalfire neppure da colpi di piccone!…(spegne la sigaretta,

    si avvia fuori, ma ritorna immediatamente, richiudendo la porta)  M’era

    parso che suonasse il telefono ma è stata un’illusione acustica…(si versa

    del liquore)  Ne vuoi?

TOD (alzando la mano)  No, m’è bastato l’assaggio infernale di poco fa.

VIDA (sedendo dopo aver bevuto)  Eppure ognuno di noi, forse, ha bisogno

    di qualcosa di forte nei momenti della verità…(guardando in su)  Anche

    il torero, se potesse, si porterebbe dell’alcool durante la corrida…(pre-

    venendo il fratello che sta per parlare)  Aspetta, vieni qua e siedi. Da

    quanto tempo non leggi i giornali?

TOD   Oh, sarà più di un mese!…(in poltrona)  Ho sempre da aggiornarmi

    con le mie materie ed il poco tempo a mia disposizione, se cioè non sono

    nemmeno in ricerca, lo impiego dormendo o in attività che non affaticano

    la vista. Tra l’altro, le notizie si somigliano un po’ tutte: ho quest’impres-

    sione più volte, se ho un giornale sottomano…

VIDA   E tuo figlio, li sfoglia i quotidiani?

TOD   No, no, gli piacciono i fumetti…(con curiosità)  Ma dimmi un po’,

    per quale motivo mi hai fatto questo genere di domanda?

VIDA (con un sorrisetto nervoso)  Eh, eh, perché, perché!…(si dà un pu-

    gno su una coscia)  Parlare chiaro sovente è sinonimo di procurare fe-

    rite…(serio)  Vedi, caro fratello, poc’anzi tuo figlio era presente ed io

    non ho detto nulla per evitarti una forte delusione davanti a lui…

TOD (interrompendolo, ansioso)  Eh?! Che c’è?! Di che stai parlando?!

VIDA   Rilassati, dammi ascolto, non esiste rimedio per degli avvenimenti

    negativi che hanno già avuto il loro corso: la macchina del tempo non

    l’hanno inventata ancora!…Tre o quattro giorni orsono c’era un trafi

    letto sul giornale che motivava attendibilmente un suicidio. Si trattava

    di un grosso debito di gioco insoluto e la persona del debitore, che s’era

    tolto la vita, rispondeva al nome di Gambler…

TOD (saltando su)  Eh?! Come, come?! Non è possibile, non è possibile!

    (sconvolto, in piedi)  No, noo!

VIDA (cercando di trattenerlo)  E’ così, è andata così…Io pensavo che

     tu già ne fossi a conoscenza…Ora cerca di calmarti!…

TOD (si divincola, urlando, ormai in preda ad una crisi isterica, mentre

     il fratello tenta inutilmente di calmarlo)  Non ce la faccio più, non ne

     posso più! Sono troppo sfortunato, troppo, troppo!! Il disgraziato do-

     veva essere la mia vittima, m’era stato assegnato, e non la vittima di

     sé stesso!!!(dandosi pugni e schiaffi)  Quest’occasione non potevo per-

     derla!! Ora cosa penserà Haupt Tod, maledizione, maledizione!!!

     (mette una mano nella tasca interna e la ritrae immediatamente)  Le

     pillole, le pillole!? Dove sono?! Le ho dimenticate, le ho dimenicate!

     (scoppia in un pianto dirotto e, agitandosi, gli  cadono cappello ed oc-

     chiali)  Gli occhiali, gli occhiali! Si sono rotti!! No, no! Povero me!

     (si getta in lacrime sul pavimento) Che farò, che farò?! Sono rovinato,

     rovinato!! E’ finita!! E’finita!!

VIDA (precipitandosi sul fratello per confortarlo)  Fratello mio, non fare

     così! Su, coraggio, non comportarti da sciocco! Non dire stupidaggini!

     (riesce a sollevarlo e ad abbracciarlo)  Ogni giorno è un nuovo giorno

     per ricominciare, lottare, vivere! (siedono sul divano, l’uno nelle brac-

     cia dell’altro. Tod continua a piangere sul petto di Vida)  Non permette-

     re che siano delle pillole a soccorrerti, tu hai bisogno di girarti intorno

     per cambiare! Il mondo non a come dite voi! (i singhiozzi di Tod si van-

     no spegnendo lentamente)  Il mondo non è costruito sugli ideali in cui

     tu credi, o ti sforzi di credere per far piacere a chi detiene posizioni di

     privilegio!…E poi, non te ne accorgi? Più ci si intestardisce a combat-

     tere contro dei fuochi fatui e più si resta con un pugno di mosche in

     mano!

TOD (a mezza voce)  Forse hai ragione…Questo genere di vita m’ha preso

     in giro…

     Intanto è entrato Junior Tod che è rimasto fermo vicino alla porta as-

sistendo all’ultima parte della scena.

JUNIOR TOD (avvicinandosi)  Papà, zio, cosa è successo?! Papà, perché

     hai pianto?!

VIDA (va ad accarezzare il nipote)  Perché esistono delle cause e dei motivi

     che, se volessimo spiegarteli oggi, non capiresti a fondo. Perciò di certe

     cose è meglio discuterne in futuro, al tempo in cui sarà sopravvenuta

     un’altra fase di maturità…Stai accanto a tuo padre, in questo momento

     è ciò che conta di più.

JUNIOR TOD (al padre che gli tende le baccia)  A me interessa solo che tu

     e lo zio stiate bene!…(gli siede accanto)  Io sarò lieto, se voi sarete con-

     tenti…(appoggia la testa sulle ginocchia di Tod)

TOD   Sì, figlio mio, sì!…(lo solleva e lo abbraccia)  Vieni qua, vieni qua!

JUNIOR TOD (dopo che si è staccato dal genitore)  Papà, che begli occhi

     che hai! Il colore è meraviglioso!

VIDA (con aria soddisfatta)  Bella scoperta! Finalmente per le pupille si

     è verificato il miracolo di ritornare alla luce! Caro fratello, dovresti

     abituarti a vedere ed a farti vedere senza occhiali color funerale, a

     mente e sguardo sgombri!…Mi capisci?

TOD (in piedi, mentre il figlio resta seduto)  Sarà difficile, specialmente

     all’inizio…Ma credo di aver capito che finora mi son fatto coinvolgere

     in trame senza senso, assurde…(con un mezzo sorriso)  Se ci ripenso

     mi viene perfino da ridere…(il ragazzino si alza e gli cinge la vita con

     un braccio)

 VIDA (si versa da bere)  Gli errori sono utili, servono all’umanità intera:

      il segreto sta nel comprenderli ed accettarli!…Sbagliamo di più se vo-

      gliamo disconoscerne ad ogni costo la paternità.

TOD   Eh, sì…(si toglie l’impermeabile e lo butta in terra)  Cercherò nuove

      strade…Forse il flipper dei miei quarant’anni ha una molla ancora ef-

      ficiente…(poggiando una mano sulla spalla di suo figlio)  Junior, doma-

      mani o domani l’altro partiamo per raggiungere tuo zio al torneo.

      Così cambiamo aria e ci gettiamo nelle braccia di un diversivo…

JUNIOR TOD (con giubilo)  Evviva! Evviva!

VIDA (sorridendo)  Molto bene per quest’iniziativa a scopo di disintossica-

      zione! Tra parentesi, poi, nella cerchia degli organizzatori ci dovrebbe

      essere una ricca e giovane vedova, di modo che…(strizza un occhio)

TOD (alzando un braccio)  Alt, fratello mio, è d’uopo la verifica e lo stu-

      dio comparato! Oramai avrò pur imparato a non comprare a scatola

      chiusa e a non svendere la mia persona!…(mette la mano sul petto,

      prende la pistola di tasca, la guarda e diventando serio, la punta con-

      tro il fratello con la mano tremante)

JUNIOR TOD (impaurito)  Papà, papà, che fai?!

VIDA (al fratello, imperiosamente)  Elimina le ultime scorie, le recondite

      resistenze dentro di te! Chi ti parla ti vuole bene!

      Tod, dopo un attimo di esitazione, scaglia la pistola sull’impermeabile

e porta le mani al viso. Vida gli va incontro.

TOD   Ah, spazzatura, tutta spazzatura! (tende le mani al fratello)  L’in-

      cubo è finito, è finito! (abbraccia con forza Vida)  Grazie! Grazie!

      Junior Tod, chiamandoli per nome, abbraccia padre e zio

VIDA (staccandosi, al fratello)  Beh, che dici, siamo stati credibili?

TOD   Sì…Sì, direi di sì:.

VIDA   Certo che a combattere con le tue paranoie…

TOD   Dai, che lo sai! La pistola era scarica.

JUNIOR TOD   Io lo sapevo.

VIDA (al ragazzo)  E tu ti sei divertito abbastanza?

JUNIOR TOD   Preferisco i Simpson!

     Ridono tutti.

                                S I PA R I O

NOME E COGNOME DELL’AUTORE : CARLO GIARLETTA

INDIRIZZO : VIA SANTA MONICA N.3 – 20162 MILANO

TEL. 02 66102270

EMAIL :  carlo.giarletta@email.it