La messa del Santo Donato

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La Messa

 

La Messa del Santo Donato

Sacra Rappresentazione

di

Salvatore Macri

Autore Posizione SIAE 184727 - Codice Opera SIAE 903727A

mail: macrisa@libero.it - anno 2012

Personaggi:

Lucia                                                                                    D

don Pietro, parroco                                                                      U

Pasquale, diacono                                                                         U

Gianna, fedele                                                                D

Nunzia, fedele                                                                D

Maria, fioraia                                                                   D

Eugenio, giovane figlio di Maria                                                               U

Nicola Bottone, venditore                                                         U

Luciana, fedele                                                               D

Marcella, fedele                                                             D

Terry                                                                                   D

Luigi                                                                                                     U

Alessandro, Maestro                                                                   U

Comparse           (quattro ragazzini e adulti in numero proporzionale allo spazio assegnato ai figuranti)

Musici   (chitarra, fisarmonica, percussioni o comunque strumenti popolari che forniranno la base alla recitazione dei canti da parte del Coro)

Scena: interno di una chiesa di un isolato paesino italiano di montagna intorno al 1980, dopo che il Concilio Vaticano II ha introdotto la Messa nella lingua locale; uscita verso la sagrestia e la casa canonica a destra e verso l’esterno a sinistra; ulteriore uscita all’ingresso della chiesa, o del locale utilizzato; in ogni caso è necessaria la presenza di luci di moderata intensità in sala.

E’ necessaria una tavola non a parete come altare sul fondo, arredi liturgici vari e alcuni banchi in due o tre file, disposti a ventaglio verso l’altare, con corridoio centrale; sedie per i coristi e i musicisti alle spalle dell’altare. Tavola (bassa e piccola) per offertorio nello spazio tra i banchi, al centro del corridoio.

Nota dell’Autore: Sono state portate al minimo le risorse umane necessarie; in presenza di ambiente vasto per la rappresentazione, possono essere introdotti ulteriori figuranti, coristi, musicisti e comparse, prima dell’inizio della celebrazione eucaristica.


Scena prima:

Lucia                                        (con la schiena curva come se fosse gobba ed andatura incerta, entra dal fondo, con scopa e secchio; passando davanti all’altare, si genuflette come può, aiutandosi con il manico della scopa; pulisce con uno straccio per la polvere i banchi destinati agli attori)

Don Pietro                             (entra dal fondo, con andatura spedita; si genuflette davanti all’altare) Lucia, come va? Avete finito fuori?

Lucia                                        Buongiorno, don Pietro… ho cominciato presto stamattina ed ho pulito i banchi ed il pavimento dentro e fuori la chiesa… ora sto finendo di spolverare… il vostro pranzo è pronto ed ho preparato anche per il diacono… se vi volete accomodare, ho anche apparecchiato.

Don Pietro                             Sì, sì, devo fare presto, altrimenti… il diacono non è ancora venuto?

Lucia                                        No, non l’ho visto… forse è all’oratorio, per le prove dei canti…

Don Pietro                             E allora andate a cercarlo e fatelo venire da me, anzi… sistematemi prima la stanza da letto e pulitemi il bagno!

Lucia                                        Va bene, don Pietro… (esce per la sagrestia, con i suoi attrezzi)

Don Pietro                             (verifica la pulizia del pavimento e dei banchi)

Pasquale                                (entra da sinistra con cautela)  Don Pietro…?

Don Pietro                             Finalmente… come vanno le cose?

Pasquale                                Benissimo! Il palco è montato, le luminarie sono a posto e funzionano, poi vedremo stasera con il buio; anche l’amplificazione va bene… il gruppo musicale è arrivato, si dovranno tarare gli strumenti, ma è roba di poco…

Don Pietro                             Ma a me non importa niente di queste cose! Io voglio sapere se il fioraio ha preparato i cestini, se il coro ha provato… e i chierichetti?

Pasquale                                Ah, sì… il fioraio porterà tra poco i cestini ed ha già messo le siepi lungo la strada… il paese è pieno di manifesti, abbiamo il permesso per i fuochi artificiali…

Don Pietro                             Ho detto che non mi interessa questa roba! Noi dobbiamo pensare principalmente al rito!

Pasquale                                Avete ragione, don Pietro, ma il popolo vuole anche questo, c’è molta attesa nel paese e sono arrivati anche dai paesi vicini … ho sentito dire che c’è anche uno che scrive su un giornale! Però c’è un problema per i chierichetti… Marco ha la febbre!

Don Pietro                             Mi dispiace per Marco… spero che gli passi presto, bisogna trovare un sostituto… e il coro… hanno cantato bene?

                                                  (entrano Gianna e Nunzia; si inchinano verso l’altare)

Gianna                                    Buongiorno, don Pietro, scusate se vi rispondo io, vi ho sentito entrando… non abbiamo provato perché come al solito le persone non sono puntuali… non si è visto nessuno in oratorio… neppure il maestro!

Nunzia                                    Buongiorno don Pietro… buon giorno anche a voi, don Pasquale!

Don Pietro                             Voglio sapere chi sono gli assenti! Chi avevate chiamato? Tutto il coro o vi siete dimenticata qualcuno?

Gianna                                    Lasciamo perdere, don Pietro, anche Nunzia, che è sempre puntuale… è arrivata giusto adesso! Nunzia… mi dispiace ma è la verità!

Nunzia                                    Sì, però io una cosa la devo dire… la colpa non è tutta mia, ma non potevo lasciare mia sorella Cecilia, suo marito e soprattutto mia nipote… così… senza…

Don Pietro                             Senza, che cosa?

Nunzia                                    Voi sapete forse che hanno quella figlia… malata. Sono ritornati in Italia per provare una nuova cura…

Pasquale                                E dall’America vengono in Italia per curarla? Il mondo alla rovescia… erano andati in America per curarla… com’è che adesso ritornano qua?

Nunzia                                    In questo caso non si tratta di operazioni o medicine, quella povera ragazza ha bisogno di un ambiente diverso della sua casa!

Don Pietro                             E questo chi lo ha detto?

Nunzia                                    Uno dei loro professoroni; appena arrivati mi hanno detto che sono venuti perché dovevano fare questa prova… la ragazza deve vivere per un po’ in una casa diversa e soprattutto distante dai genitori!

Pasquale                                Possibile? E questa è una cura? Mah…

Nunzia                                    E poi… qui c’è la Messa del Santo… non si sa mai! Chi altri potrebbe meritare… il miracolo?

Don Pietro                             Smettiamola di pensare ai miracoli! Questo è contro la nostra religione! La cura va ricercata nella medicina, non si può vivere facendo affidamento al sovrannaturale, come una tribù di primitivi! Come si chiama questa malattia?

Nunzia                                    Terry è autistica…

Gianna                                    Che cosa?

Nunzia                                    Sì, a parte qualche momento di lucidità, da qualche anno è come se vivesse isolata, non parla, non comunica, se la chiami non si gira… una volta pensavano che fosse diventata sorda… totalmente inerte…

Don Pietro                             E neppure parla?

Gianna                                    Signore, aiutala tu!

Nunzia                                    L’ho sentita… parla solo italiano, non è riuscita ad imparare l’inglese… stranamente qualche volta dimostra interesse a chi parla in tedesco, anche se non lo conosce, forse è la… musicalità del linguaggio che la attrae; comunque parla quando vuole e se vuole… ma come se parlasse di cose già passate… senza riferimento al presente… ecco, è come se vivesse dormendo ad occhi aperti!

Pasquale                                Dici meglio… io non ho capito…

Nunzia                                    Neppure io ho capito molto… ma stamattina c’erano le valigie da disfare… lei diceva “no, no”, sommessamente, “valigia vuota…, casa vuota…, sole freddo…” e si è messa a piangere… le lacrime scendevano senza singhiozzi… come gocce di rugiada sulle foglie… mi sono messa a calmarla… le ho preso la mano… e lei non mi lasciava… perciò ho fatto tardi!

Don Pietro                             Povera ragazza… com’è delicato il cervello umano… pregherò per lei… ma i suoi sono ancora cattolici?

Nunzia                                    Sicuro!

Pasquale                                Allora tua nipote… come si chiama?

Gianna                                    Teresa, ma la chiamano Terry!

Pasquale                                Si… allora Terry sarà cattolica anche lei… battezzata… vero? Potrebbe partecipare anche lei alla Messa del Santo! Chissà che stando in chiesa ed assistendo alla Messa non accada che…

Don Pietro                             Pasquale, non ti ci mettere anche tu a dire queste cose! Noi per primi dobbiamo affermare che questa è la Messa in cui si celebra il Santo Donato … e basta! In quanto a Terry, può partecipare purché non disturbi i fedeli… (rivolto a Nunzia) tu le devi stare vicino… tu e qualcun altro… è una celebrazione così importante!

Nunzia                                    Don Pietro… volesse Iddio che Terry desse fastidio a qualcuno… se la vedeste adesso… l’ho lasciata lì, sulla sedia, abbandonata come un sacchetto di patate… e ogni tanto ripeteva sottovoce “…sole rotondo, sole rotondo…”.

Gianna                                    Allora è pazza! Madonna mia, dalle una mano!

Pasquale                                Ma che significa?

Nunzia                                    Dice che il sole è luce… e le scalda le mani… e tutto il corpo… ha sorriso per un momento, un momento solo…, e poi le è ritornato il buio nella mente… ed ha ricominciato quella nenia…

Don Pietro                             La Messa del Santo sarà dedicata anche a lei… ragazza sfortunata…

Pasquale                                Don Pietro, lo sapete che tra poco dobbiamo prepararci?

Gianna                                    E non vi sembra presto, don Pasquale? La Messa è all’imbrunire… io ancora non ho cucinato il pranzo!

Nunzia                                    A proposito! Scusatemi, devo andare a comprare anche io il pane fresco per mia sorella, prima che chiuda il fornaio… sapeste come le piace il pane di qui!

Pasquale                                Per noi non è presto… oggi don Pietro metterà il piviale più bello, io la mia dalmatica in oro… ci vuole tempo, li dovrò controllare, Lucia li dovrà anche stirare! Giusto, don Pietro? Ma come rimaniamo per il resto?

Don Pietro                             Ci vediamo subito dopo pranzo… assegniamo le letture ai presenti, verifichiamo cosa si può fare con i coristi che verranno e… ci affidiamo al Santo perché ci tolga gli impicci di torno! Ora… devo andare a mangiare qualcosa, altrimenti resto digiuno… non posso celebrare a stomaco pieno!

Gianna                                    Allora arrivederci… a più tardi! (esce a sinistra)

Nunzia                                    Vado anche io… buon appetito… scusate se non invito nessuno, ma capirete, con quella ragazza… con permesso! Gianna, aspetta, andiamo assieme! (esce a sinistra)

Don Pietro                             Ma tu hai mangiato qualcosa? Stasera si farà tardi!    

Pasquale                                Macché! Non ho avuto un momento di tempo… faremo a turno, accomodatevi prima voi, don Pietro! Io resto qui ad aspettare il fioraio…

Don Pietro                             E come facciamo per il chierichetto? Anche se gli passerà la febbre, certamente Marco non potrà venire!

Pasquale                                Infatti… ho chiesto del cuginetto, Claudio… ma non ha voluto! Però potremmo insistere… se intervenite voi…

Don Pietro                             Meglio evitare… troppo irrequieto!

Pasquale                                Ma non abbiamo altra scelta!

Don Pietro                             E allora faremo a meno di un chierichetto… e poi c’è sempre la Provvidenza divina!

Pasquale                                Don Pietro, voi fondate troppo sulla Provvidenza… io non credo che il Creatore muova la sua potenza per cose del genere… comunque ora andate a mangiare, altrimenti chi rimane digiuno sarò io… forse farò un fioretto per la gloria del Santo!

Don Pietro                             (sorridendo, con un largo gesto) E sia fatta la volontà del diacono! (esce)

Pasquale                                (rimasto solo, fruga nelle tasche e tira fuori un panino avvolto in carta stagnola, accingendosi ad aprirlo) Io il fioretto lo farei pure… ma non posso indebolirmi troppo e non posso aspettare… lui ci mette sempre tanto tempo… ecco qua! Mentre aspetto il mio turno…

Lucia                                        (entrando da destra, sempre curva e con andatura incerta) Ah, don Pasquale, buon giorno… meno male che siete qui… mi sono risparmiata di venirvi a cercare… don Pietro vi voleva parlare!

Pasquale                                (rimette l’involto in tasca) Mi sono già visto col parroco! Ma voi… non avete altro da fare?

Lucia                                        Veramente, sì. Ho sistemato letto e bagno, devo solo pulire la cucina e le stoviglie, appena voi avete finito di mangiare… ho questo po’ di tempo e allora avevo pensato…

Pasquale                                (bruscamente) Beh, non restate in ozio! Pregate e lavorate, per non cadere in tentazione! Gli avete pulito le scarpe, lavato i panni?

Lucia                                        Le scarpe no… vado, grazie per avermelo detto… scusate… (esce per la sagrestia)

Pasquale                                (tira fuori nuovamente il panino)


Scena seconda:

Maria                                       (entra, portando un cestino di fiori) Permesso… don Pasquale… i fiori li mettiamo come al solito?

Pasquale                                (nascondendo in tasca il panino) Sì, come al solito…

Eugenio                                  (entra, portando due o tre cestini) Permesso…?

Maria                                       (a Eugenio) Mettili intorno all’altare… (con ampi gesti) qui, qui e qui!

Eugenio                                  (esegue, silenziosamente; poi continua uscendo ed entrando in scena con altri cestini di fiori; passando davanti all’altare si inchina ogni volta)

Pasquale                                (a Maria) Che bravo ragazzo!

Maria                                       Eh, già! Anche se ha avuto quella malattia… non so se vi ricordate… eh, quanto ci è costata e quanto ci costa ancora! Poi, per fortuna, i medici… o il Santo… non lo so chi sia stato… comunque ora sta crescendo bene… ci dà una mano dopo la scuola.

Pasquale                                E’ molto tempo che non lo vedo in chiesa…

Maria                                       Don Pasquale, noi lavoriamo, specie la domenica, e non ci possiamo permettere di trascurare i clienti! Anche lui deve fare la sua parte… come la fa a tavola!

Pasquale                                Chissà se si ricorda ancora… (lo ferma al passaggio) dimmi, Eugenio, anche se sei un poco cresciuto… vorresti fare il chierichetto alla Messa del Santo, oggi? Ricordi le risposte?

Eugenio                                  Sì, me le ricordo ancora, però quelle in latino… ora è tutto cambiato, quelle in italiano non mi vengono ancora spontanee… ma come mai chiedete a me?

Pasquale                                Marco ha la febbre… ci vorrebbe qualcuno che lo sostituisse… non solo per oggi… domenica è vicina!

Eugenio                                  Che dici, mamma? A me piacerebbe…

Maria                                       Eugenio… di nuovo queste idee da bambino? Lo sai come la penso!

Pasquale                                Signora Maria… non credo che siano idee tanto sciocche… se ha la propensione per la religione, lasciate che almeno possa partecipare attivamente alla Messa!

Maria                                       (mentre aggiusta i fiori nei cestini) Non fateci questo scherzo, don Pasquale! Noi non siamo ricchi, abbiamo un mutuo, i medici che lo seguono costano parecchio e poi ci sono le sue medicine da pagare… dopo finite le consegne ogni tanto si può fare… ma non prendiamo quest’abitudine! Eugenio hai finito? Andiamo a consegnare al Comune!

Pasquale                                Però venire a Messa è importante… cercate di lasciarlo libero… dopo tutto è un’ora ogni settimana!

Maria                                       Vedremo! (contando i cestini) Sono [totale dei cestini] , don Pasquale… vi ricorderete bene o mi firmate una ricevuta?

Pasquale                                Io mi ricorderò… e voi cercate di ricordare che in chiesa ci si viene anche per la Messa della domenica…

Maria                                       Ho capito don Pasquale! Più tardi verremo io e Vincenzo… non siamo mai mancati all’appuntamento di questo giorno! Andiamo, Eugenio, arrivederci! (escono insieme)

Pasquale                                (rimasto solo, si gira intorno, poi prende il panino e si accinge ad aprirlo)


Scena terza:

Nicola                                      (entrando dal fondo) C’è nessuno?

Pasquale                                (ripone in tasca l’involto) Prego accomodatevi… cosa posso fare per voi?

Nicola                                      Ma… voi siete il parroco?

Pasquale                                No, sono il diacono, il suo aiutante… sono consacrato anche io… in che cosa posso servirvi?

Nicola                                      Beh, io volevo parlare proprio col parroco… non so se voi mi potete essere utile…

Pasquale                                Il parroco adesso è impegnato… sta facendo una cosa che dovrei fare pure io… per cui se gentilmente mi dite lo scopo della vostra visita, se non posso fare nulla, glielo accennerò e magari dopo la Messa potreste vederlo.

Nicola                                      Beh, tanto non ho molto da fare, provo a parlare con voi… permettete? (si siede in un banca e accavalla le gambe)

Pasquale                                Egregio signore… beato voi che non avete nulla da fare… io invece sì e pure delle cose urgenti, per cui se volete essere così gentile da dirmi il vostro problema… e non accavallate quelle gambe! Abbiate rispetto per questo luogo sacro!

Nicola                                      (distendendo le gambe) Oh, va bene… mi presento: sono Nicola Bottone… scrivo sui giornali…

Pasquale                                (interessato) Davvero? E siete qui per…

Nicola                                      …per scrivere di quel che accade qui… potete dirmi qualcosa o devo chiedere al parroco?

Pasquale                                Posso dirvi… certamente! Dovete sapere che da epoche remotissime su questo monte, in occasione della prima Messa di settembre, accade che… beh non sempre… comunque… ci sono delle guarigioni improvvise… miracolose! Abbiamo molti documenti, alcuni veramente antichi ed unici… interi armadi di atti, cronache, resoconti e pareri medici… le guarigioni si fanno risalire al nostro Santo e, se ci fossero notizie più precise sul Protettore ignoto, non mancherebbe una devozione molto più forte!

Nicola                                      Protettore… ignoto?

Pasquale                                Già… si narra che fosse un nobile cavaliere, padrone di queste terre, gran cacciatore… impietosito un giorno da una ragazza cui aveva ucciso una capretta, si convertì e decise di unirsi alla Crociata del Barbarossa; venne ucciso a Gerusalemme, in un agguato, con altri… e le sue spoglie sono state raccolte e custodite in un sacrario di Roma… oggi ci sarà l’ultima tappa della traslazione del corpo… donatoci nientemeno che dal Papa, e poi la celebrazione della Messa di ringraziamento…

Nicola                                      Questo l’ho saputo già… volevo però sapere se vi faceva piacere mettere una specie di articolo sul giornale… passando per il paese ho visto che qui non ci sono alberghi, la strada è cattiva, non ho notato bancarelle di ricordi, non c’è artigianato… si vede che non c’è un forte richiamo di gente da fuori!

Pasquale                                Non capisco… l’articolo dovrebbe solo richiamare gente? Non credo che questo sia utile… sarebbe meglio diffondere l’informazione… che so… a livello nazionale perché qui venga chi ha esigenza spirituale!

Nicola                                      Perché no? (prende un foglio dalla tasca)

Pasquale                                Questo ci interessa, ne sono sicuro che don Pietro è d’accordo… che si sappia cosa accade qui, affinché venga gente a pregare… non solo in questa ricorrenza, ma regolarmente, in modo che possa avere il conforto spirituale che solo in comunione con Dio e con i fratelli si può ottenere!

Nicola                                      Questo mi sembra difficile… ci vorrebbe davvero un miracolo! Oggi la gente vuole solo il proprio comodo ed essere emozionata fino al punto che viole ognuno… la comunione con i fratelli… per non parlare di Dio… è qualcosa che impegna oltre il divertimento… lo trovo veramente difficile!

Pasquale                                Ma allora… è inutile un articolo del genere… anzi, sarebbe dannoso! Noi non vogliamo che si scateni la caccia all’immaginetta o l’esplosione dei venditori di paccottiglia!

Nicola                                      Questa è una conseguenza inevitabile; con il tempo arriveranno in ogni caso… ma io posso aiutarvi a pilotare il fenomeno… con una serie di inserzioni… basta firmare questo modulino… a proposito… mi serve un’immagine del vostro Santo!

Pasquale                                Non ce ne sono. La tradizione è tanto antica che nessuno ha mai provato a raffigurare il Santo… anche negli ex voto più antichi che abbiamo il Santo è sempre nascosto da una nuvola, o da una tenda o è impersonato da un angelo guerriero…

Nicola                                      Accidenti! Beh, in fin dei conti questo significa che, a parità di prezzo, senza immagine… potremo scrivere più righe!

Pasquale                                Vi prego di moderare il linguaggio! E poi… prezzo?

Nicola                                      Certo! Le inserzioni sono a pagamento, sul giornale “Eco delle Montagne”, diffuso tre giorni la settimana, abbiamo la tiratura di ben duecento copie per volta!

Pasquale                                Che cosa?

Nicola                                      Impressionante, vero? Dite la verità… non ci credete! Ma io posso fornirvi i dati ufficiali…

Pasquale                                Quindi voi non siete un giornalista, ma un venditore di spazi sul giornale…

Nicola                                      Esatto! Nella situazione in cui vi ritrovate, basta solo qualche inserzione… magari in abbonamento, così risparmiate, e questo paese si riempirà di gente! Pensate ai benefici che ne avrà l’economia, fioriranno negozi, alberghi, ristoranti… ed anche la chiesa trarrà vantaggi economici dalle offerte della gente che verrà qua! Un bel punto di vendita di oggetti religiosi ed il gioco è fatto! E’ un investimento sicuro!

Pasquale                                Signor… Nicola, grazie ma la cosa non ci interessa… io ed il parroco non vogliamo “gente”! Vogliamo persone che vengano qua per parlare con Dio, pregare e trarre conforto da lui, assieme agli altri fedeli… e poi qui siamo contadini ed agricoltori, tagliaboschi ed allevatori… e stiamo bene così! Se volete proporre qualcosa del genere rivolgetevi altrove… ma senza appoggiarvi in nessuna maniera alla santa tradizione di questa chiesa… ed ora che vi ho spiegato il “nostro” punto di vista… fuori di qui, dannato… simoniaco! Andatevene in fretta con le vostre gambe o prenderò qualcosa di robusto e nodoso per convincervi!

Nicola                                      (alzandosi ed uscendo) Voi siete un oscurantista medievale! Non volete che il progresso sociale ed economico entri nel paese!

Pasquale                                Il progresso entrerà… ma non a questo prezzo! Se Dio lo vuole ed il Santo intercede per noi, il paese si evolverà economicamente conservando, anzi, migliorando la fede dei cittadini! Non sarete voi, con la vostra sacrilega pubblicità, a far migliorare le condizioni del popolo! Fuori di qua!

Nicola                                      Avete perso un’occasione! (esce)

Pasquale                                Santo Donato, Gesù mio… datemi pace… ma vedi cosa s’inventa la gente! Pubblicità a pagamento ai miracoli! Chissà quanto ci guadagna, ogni volta che incassa i trenta denari! Bah… Signore illumina quella povera mente e… (si genuflette un istante) lo so che sono in chiesa, perdonami, non è mancanza di rispetto… ma io… tu sai quanto mi gira la testa… forse è stata anche colpa di quel tizio… (prende il panino dalla tasca)

                                                                                                                                                                                                                                                                                      


Scena quarta:

(entrano Luciana e Marcella, con le offerte)

Luciana                                   Don Pasquale, siete pronto?

Pasquale                                (dopo un gesto di impazienza, ripone in tasca l’involto) Mai un minuto di pace! (rivolto alle due) Vi sembra che sia tutto a posto e che io abbia indossato i paramenti sacri?

Marcella                                 Noi siamo venute prima per portare le offerte… dove le mettiamo? 

Pasquale                                Lì c’e il tavolino… che avete portato?

Marcella                                 (mostrando un involto) Io ho preso olio e pane!

Luciana                                   (sollevando una sacca) Io invece ho portato farina, sale e vino!

Pasquale                                Andiamo, allora… (si portano tutti e tre al tavolino e dispongono le offerte sul tavolo) Ma… è un’offerta personale, per caso?

Marcella                                 Don Pasquale, quando mai! Queste cose le abbiamo comprate con una piccola raccolta nel mio rione!

Luciana                                   Anche noi abbiamo fatto così! Non scherziamo, di fronte a certe cose!

Pasquale                                Allora va bene… voi sapete che dobbiamo stare attenti… ecco… adesso questo è a posto… ed io ora posso andare!

Marcella                                 Dove andate? Noi dobbiamo recitare il rosario alla Madonna… e voi ci dovete guidare nelle contemplazioni!

Pasquale                                Sorella mia, ma io adesso devo fare delle cose urgenti… ed importanti!

Luciana                                   Che cosa state dicendo? Cosa c’è più importante del rosario? Vi dovete vestire? State pur tranquillo che noi finiremo prima della Messa, ci dobbiamo mettere nel coro! Cosa vi serve? Dalmatica e stola si mettono in un istante!

Pasquale                                (smarrito) Ma ci sono altre cose… le letture, la processione offertoriale… le candele da accendere!

Luciana                                   Don Pasquale, ma che state dicendo? La processione offertoriale la faranno i chierichetti come al solito, per le letture non ci sono problemi… (mentre recita accenderà le quattro candele sull’altare) e le candele le accendiamo adesso… non ci vuole niente e non è bello pregare a luci spente… ecco! Ora vogliamo cominciare? Facciamo i misteri gloriosi? Vi mettete seduto nel coro o all’ambone?

Pasquale                                Signora Luciana… io ho un problema… che esige solitudine… magari il rosario lo facciamo dopo la Messa!

Marcella                                 Che cosa? Ve lo dite da solo! Dopo la Messa i ragazzini vogliono andare a passeggio sotto le luci, vedere i fuochi, ascoltare la musica, andare sulle giostre… chi li tiene? Non si fermerà nessuno in chiesa e anche io ho ospiti a casa, non posso lasciarli così!

Pasquale                                (mormorando) Oggi per me sarà vigilia…

Luciana                                   A proposito, don Pasquale… avete fatto togliere tutta quella roba della festa dal confessionale? Io mi voglio confessare!

Marcella                                 Anch’io, anche io!

Pasquale                                Calmatevi, per favore… non l’ho ancora detto a Lucia perché adesso non c’è tempo per mettere tutto in oratorio, sono parecchie scatole, tutte ingombranti… dopo la Messa il confessionale sarà vuoto… e poi don Pietro adesso è impegnato… appena si fa vedere, gli chiedete di confessarvi e lui troverà un posto tranquillo…

Luigi                                         (entra con premura) Don Pietro… ah, don Pasquale… meno male che ci siete voi! Mi serve subito la pianta della disposizione delle bancarelle! Ci sono due venditori che stanno litigando per lo stesso posto… presto!

Pasquale                                Santo Donato, aiutami tu! Io… la pianta… è nell’armadio con le carte della festa… all’oratorio… qui non c’era spazio!

Luigi                                         E allora andiamo a prenderla, presto! Avete le chiavi?

Pasquale                                Ma io non posso lasciare la chiesa incustodita!

Luciana                                   E noi cosa stiamo facendo qui, allora? Andate!

Marcella                                 Prima però fermatevi a cercare di calmare quei due… non è bello che la gente litighi vicino alla chiesa, specialmente questo santo giorno!

Pasquale                                (avviandosi all’uscita, con Luigi) Che vigilia, che vigilia!

Alessandro                            (entra prima dell’uscita dei due) Don Pasquale, mica state andando via? Un momento solo…

Luigi                                         Sandro, è un’emergenza, parlerete dopo! (prende Pasquale per il braccio e lo trascina fuori)

Alessandro                            (rassegnato, si inchina all’altare e saluta le coriste) Buona sera, signore… Marcella, siete riuscite a provare anche in mia assenza?

Marcella                                 Non lo so, non c’ero neppure io… ho ospiti a casa!

Luciana                                   Io sono arrivata da poco, non gliel’ho fatta, prima…

Alessandro                            Ah, allora siamo rimasti come l’ultima volta… speriamo che vada meglio durante la Messa… ma i musicisti non sono arrivati ancora? E don Pietro non c’è?

(entra Maria con una comparsa maschile ed Eugenio; i primi due si siedono direttamente nei banchi, senza inchinarsi all’altare, mentre invece Eugenio si genuflette e poi esce per la sagrestia)

Marcella                                 Don Pietro è in sagrestia, dov’è entrato quel giovanotto…

Maria                                       (scattando in piedi, inviperita) Marcella, quel giovanotto è mio figlio Eugenio! Perché fai finta di non conoscerlo?

Marcella                                 Tuo figlio? Ah! Ma sta molto meglio… ed è cresciuto parecchio da quando l’ho visto l’ultima volta… qualche anno fa… faceva ancora il chierichetto!

Maria                                       E oggi lo fa di nuovo, va bene? Glielo ha chiesto don Pietro! (si siede sbuffando)

Alessandro                            (alle coriste) Che dite, quest’anno come andrà? Adesso abbiamo anche fisicamente il Santo qui… l’anno scorso non è accaduto niente, vero?

Luciana                                   Non si è visto niente…

Marcella                                 E chi lo sa? Allora perché sono aumentati gli uomini che vengono a Messa?

Luciana                                   Solo ogni tanto… non ci vengono mica tutte le domeniche, non si confessano, non prendono la comunione e non partecipano neppure alle processioni! E’ un disastro, questo paese!

Alessandro                            Vedremo… non si può mai dire niente, prima… ora vado anche io in sagrestia a farmi vedere dal parroco… non c’è nessuno e non è possibile provare niente… (esce)

Luciana                                   E anche il rosario è saltato!

Marcella                                 Già… anche la confessione, ormai ci siamo…

Pasquale                                (rientra in fretta; si ferma un istante a guardare i banchi vuoti del coro e si dispera) Non c’è nessuno! Santo Donato, aiutaci tu! Mancano le coriste, i musici sono assenti, il maestro non c’è… che rovina, che rovina…! (entra in sagrestia)

(entrano i musici, che vanno ad occupare il loro posto nel coro)

Marcella                                 Luciana, andiamo a sederci anche noi al nostro posto…

(Marcella e Luciana si siedono nel coro; entra Gemma con altre quattro coriste che le raggiungono, dopo un inchino all’altare; dopo entrerà Nunzia, a fianco di Terry, tenendola per il braccio; Terry dovrà assumere comportamenti da autistica con sguardo assente; si siedono entrambe, Terry dal lato del corridoio centrale, nel penultimo banco)

Gianna                                    Nunzia, che fai? Non vieni a sederti con noi?

Alessandro                            (rientrando) Ah, vedo che ci siamo… e Nunzia?

Nunzia                                    Canterò di qui, non posso lasciare mia nipote… don Pietro me lo ha raccomandato!

Alessandro                            Lo so, me lo ha detto poco fa… anche se non mi vedi, cerca di attaccare bene, mi raccomando!

Nunzia                                    Il Santo ci aiuterà… sono sicuro che sarà una bella Messa!

(entra Luigi, accompagnato da alcune comparse e quattro chierichetti con i rispettivi genitori; questi ultimi, dopo un inchino all’altare, siederanno nei banchi, mentre i ragazzi usciranno per la sagrestia; infine entrano le ultime comparse necessarie per lo spazio predisposto, lasciando libero l’ultimo banco dietro Terry. Quando tutti sono seduti, si alzerà Gianna per raccomandare il silenzio agli spettatori, se necessario)

Pasquale                                (entra dalla sagrestia, indossando dalmatica e stola) Le letture! Luigi, tu fai la prima, poi il Salmo lo faccio io e la seconda… voi, Maria, visto che Eugenio fa il chierichetto!

Maria                                       (da seduta)  Ma non se ne parla proprio… ho vergogna, davanti a tanta gente!

Pasquale                                Voi… provate vergogna? Impossibile… tra l’altro è una lettura facile, chissà quante volte è stata fatta e l’avete ascoltata…

Maria                                       Niente da fare, don Pasquale! Non mi ricordo più niente e non voglio fare brutta figura!

Marcella                                 (alzandosi per il tempo necessario) Leggo io la seconda, don Pasquale, durante quella lettura non c’è il coro… e voi vi leggete il Salmo!

Pasquale                                Va bene così! Possiamo incominciare… e fate silenzio! (mentre esce per la sagrestia suona un campanello e va a raggiungere il suo posto nella processione)


Scena quinta:

(I fedeli si alzano tutti, meno Terry, e si avvia musica e coro; entrano in processione dalla  sagrestia due chierichetti affiancati in camice che portano due candele da altare, un altro che porta un turibolo, ancora un altro con la navetta dell’incenso, poi Eugenio con un camice troppo corto per lui che porta una croce astile, quattro accollatori con un’urna, il diacono con il messale ed infine don Pietro che porta il calice e la patena.

La processione si dirigerà verso l’altare passando possibilmente in sala tra il pubblico e poi nello spazio degli attori e comparse; mentre il coro prosegue il canto, i primi chierichetti deporranno le candele sull’altare a fianco delle altre – per un totale di sei ceri - e si metteranno ai suoi lati; gli altri due chierichetti staranno un poco più indietro; Eugenio depone dietro di sé la croce e si pone vicino a un angolo dell’altare, il diacono adagia il messale sull’altare e va al fianco del parroco; gli accollatori depongono l’urna sull’altare; i consacrati insieme baciano l’altare e mentre procede il canto don Pietro incensa l’altare.

Prima che si concluda il canto, entra timidamente Lucia e si va a mettere da sola all’ultimo banco, dietro Terry).

PRIMO CANTO (INTROIBO)

Coro                                         Questa croce c’insegni la via

dietro a lei lasceremo i peccati!

Chiederemo il perdono di Dio

                                                  e nel Cielo saremo beati!

Noi vogliamo venire al tuo altare

                                                  Senza te non si vive, Gesù!

                                                  Solo questo vogliamo impetrare,

                                                  che il tuo amore discenda quaggiù!

Lo sappiamo che siam peccatori

il maligno ci tenta ogni giorno,

ma la sera sentiamo nei cuori

il calor del tuo dolce ritorno!

Noi vogliamo venire al tuo altare

                                                  Senza te non si vive, Gesù!

                                                  Solo questo vogliamo impetrare,

                                                  che il tuo amore discenda quaggiù!

Tu ci hai dato la vera salvezza

Ed aperto le porte del Cielo,

cancellando la scelleratezza

di chi volle mangiare del melo!

Noi vogliamo venire al tuo altare

                                                  Senza te non si vive, Gesù!

                                                  Solo questo vogliamo impetrare,

                                                  che il tuo amore discenda quaggiù!

Ci sostenga anche il Santo Donato

Che protegge la nostra città;

che ci aiuti a evitare il peccato

domandando per noi carità!

Noi vogliamo venire al tuo altare

                                                  Senza te non si vive, Gesù!

                                                  Solo questo vogliamo impetrare,

                                                  che il tuo amore discenda quaggiù!

Tutta quanta la gente domanda

d’aiutarci nel nostro cammino;

ti preghiamo, tuo Figlio ci manda

dentro al pane ed un poco di vino!

Noi vogliamo venire al tuo altare

                                                  Senza te non si vive, Gesù!

                                                  Solo questo vogliamo impetrare,

                                                  che il tuo amore discenda quaggiù!

Don Pietro                             (si segna, insieme ai fedeli) Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito  Santo.

Tutti                                         Amen!

Don Pietro                             (a braccia allargate)  La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore del Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi!

Tutti                                         E con il tuo spirito!

(Maria si siede, e chi è accanto a lei la imita; in qualche secondo, circa la metà dei figuranti delle ultime file si siede; il diacono fa segni confusi di disperazione e di diniego, invitando ad alzarsi, sempre a segni)

Don Pietro                             (dopo un istante di incertezza)  Fratelli e sorelle, voi conoscete l’importanza della celebrazione eucaristica e specie quella di oggi, dedicata al nostro Santo protettore al quale sono certo che non piace questa rilassatezza (vedendo che alcuni rimangono seduti) Siete comodi? Avete capito cosa vi ho detto? Vi sembra questo il modo di comportarvi? Insomma, alzatevi!

(tutti coloro che erano seduti si alzano, meno Terry)

Maria                                       (brontolando a mezza voce, ma in modo che si senta) Io sono stanca, mi fanno male i piedi e quella… (indica Terry) non si è mai alzata!

Luigi                                         (a mezza voce) Io ho solo fatto come lei…

Don Pietro                             Cari fratelli, vi ricordo che la Messa di oggi risale ad una tradizione antichissima… oggi celebriamo il Santo Ignoto, che nessuno conosce se non Dio! Ed oggi abbiamo il grande conforto di poter avere le reliquie del Santo con noi, grazie allo straordinario impegno di un nostro concittadino ed alla benevolenza papale! In questa ricorrenza sono avvenuti spesso dei fatti straordinari nella nostra umile parrocchia, conversioni, guarigioni inspiegabili, che la tradizione popolare vuole riferire a questo ignoto eroe della cristianità! Ma egli non è stato un essere superiore! Egli invece è il simbolo dell’umiltà di un povero martire perso nelle pagine della storia, di un altruista disinteressato, di chi è morto per salvare un compagno, di chi ha dedicato nascostamente la vita al servizio dei altri, degli sfortunati e dei malati e non ha avuto gli onori della chiesa, solo perché si sono perdute le sue tracce nel mondo! Lui, e tanti altri come lui, hanno avuto la corona di gloria il giorno della loro nascita al Cielo! Il solo rispetto civile dovrebbe farvi stare in piedi di fronte a chi ha sacrificato se stesso per gli altri! E voi non siete capaci neppure di onorare un tale sforzo! Voi non siete capaci di aspirare alla santità, voi non siete capaci neppure di un sorriso di amicizia, di compassione, di solidarietà verso i fratelli meno fortunati di voi! Voi non capite neppure l’eroismo di certe persone che lavorano silenziosamente per voi! E non obiettate dicendo che non ne conoscete, avete esempi dappertutto, addirittura anche qui c’è una martire, e se ne parlo apertamente è perché la sua mente è chiusa al mondo… Terry, la nostra cara Teresa!

Maria                                       (alzando la mano) E il mio Eugenio e quel che ha passato, allora?

Pasquale                                (esprime silenziosa disapprovazione)

Don Pietro                             Silenzio! Questo è un rito, non un dibattito! Se non volete partecipare come prescritto, quella è la porta!

Maria                                       (tace, tentennando la testa)

Don Pietro                             (dopo un istante di silenzio) Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. (dopo una pausa in cui squadra severamente attori e comparse) Confesso…

Tutti                                         Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, (ciascuno si batte il petto tre volte) per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.

Don Pietro                             Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

Tutti                                         Amen.

Don Pietro                             Signore, mandato dal Padre a salvare i contriti di cuore, abbi pietà di noi.

Tutti                                         Signore, pietà.

Eugenio                                  (sfasato rispetto agli altri) Kỳrie, elèison.

Pasquale                                (movimento di sorpresa)

Don Pietro                             Cristo, che sei venuto a chiamare i peccatori, abbi pietà di noi.

Tutti                                         Cristo, pietà.

Eugenio                                  (come sopra) Christe, elèison.

Pasquale                                (borbotta qualcosa verso Eugenio)

Don Pietro                             Signore, che intercedi per noi presso il Padre, abbi pietà di noi.

Tutti                                         Signore, pietà.

Eugenio                                  (come sopra, a voce più alta) Kỳrie, elèison.

Terry                                        (si riscuote e dimostra interesse verso le parole in latino, mormorando qualcosa di non udibile verso Nunzia, che la fa tacere rassicurandola)

Pasquale                                (va vicino ad Eugenio e gli tira la manica, agitando un dito in segno negativo)  


Scena sesta:

 (ad un cenno di don Pietro, il coro inizia il secondo canto)

SECONDO CANTO (GLORIA)      

Coro                                         Cantiamo gloria a Dio l’onnipotente,

amore eterno che vive in tre persone;

il Padre, la sua Voce tra la gente

e lo Spirito Santo coi suoi doni!

Cominciò tutto prima della storia

E dopo il mondo, non avrà mai fine!

E’ veramente eterna la tua gloria,

ogni mortale a te preghi e s’inchini!

Per i viventi di buona volontà

dona la santa pace dentro al cuore!

Solo così il mondo capirà

che siamo tutti figli dell’amore!

Noi ti lodiamo e ti benediciamo,

siamo riconoscenti per la vita!

Noi ti adoriamo e ti glorifichiamo

per la sapienza tua, santa ed infinita!

Signore, Re del Cielo, Agnello santo,

perdonaci i peccati, abbi pietà!

Tu che al Creatore nostro siedi accanto

donaci la tua santa carità!

Tu solo puoi, Altissimo Signore,

che hai tolto dai peccati tutto il mondo;

Cristo Gesù e Spirito d’amore

diversi e non diversi dal Creatore!

Amen.

Don Pietro                             Preghiamo. (allargando le mani) Dio Onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, fa’ che ogni creatura, libera dal peccato e dal male anche grazie all’aiuto potente del nostro Protettore, ti serva e ti lodi senza fine, per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Tutti                                         Amen. (scambiandosi occhiate dubitative, si siedono, dopo che don Pietro si è seduto)  

Luigi                                         (si porta all’ambone e legge)  Dal libro del profeta Isaia:

                                                  “Consolate, consolate il mio popolo, – dice il vostro Dio - parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati.” Una voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato”.

                                                  Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme! Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: “Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio! Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce docilmente le pecore madri”.

                                                  Parola di Dio. (ritorna silenziosamente al suo posto, dopo un inchino verso l’altare)

Tutti                                         Rendiamo grazie a Dio.

Pasquale                                (va all’ambone e legge) Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera. Verso di me ha teso l'orecchio nel giorno in cui lo invocavo. Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi. Mi opprimevano tristezza e angoscia e ho invocato il nome del Signore: “Ti prego, Signore, salvami”. (fa un cenno verso i fedeli)

Tutti                                         Ti prego Signore, salvami!

Eugenio                                  Miserere nobis, Domine!

Pasquale                                Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera. Buono e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericordioso e  protegge gli umili: ero misero ed egli mi ha salvato. Ritorna, anima mia, alla tua pace, poiché il Signore ti ha beneficato; egli mi ha sottratto dalla morte, ha liberato i miei occhi dalle lacrime, ha preservato i miei piedi dalla caduta.

Tutti                                         Ti prego Signore, salvami!

Eugenio                                  (a voce più alta) Miserere nobis, Domine!

Pasquale                                Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera. Camminerò alla presenza del Signore sulla terra dei viventi.

                                                  Ho creduto anche quando dicevo: “Sono troppo infelice”.      Ho detto con sgomento: “Ogni uomo è inganno”. Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Tutti                                         Ti prego Signore, salvami!

Eugenio                                  (a voce più alta) Miserere nobis, Domine!

Terry                                        (mostra di avvertire la voce di Eugenio e lo indica a Nunzia, che annuisce)

Pasquale                                Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera. A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme. (ritorna all’altare)

Tutti                                         Ti prego Signore, salvami!

Eugenio                                  Miserere nobis, Domine!

Terry                                        (si alza, rivolta verso l’altare, ed allarga le mani, rimanendo immobile; Nunzia, in piedi anche lei, prende una mano di Terry e l’aiuta a sedersi di nuovo)

Marcella                                 (mentre si svolge la scena di Terry, va all’ambone passando davanti all’altare e facendo un inchino; giunta davanti al libro, legge) Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi:

                                                  “Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti! La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”.

                                                  Parola di Dio.

(ritorna silenziosamente al suo posto, dopo un inchino verso l’altare)


Scena settima:

Terzo canto (VANGELO)

(Tutti si alzano)

Coro                                         La parola del Vangelo risolleva dal peccato,

e ci guida fino al Cielo tra i fratelli già beati!

La Buona Novella cantiamo felici

parola di Cristo, il Verbo divino,

ci rende nel mondo fratelli ed amici

e mentre cantiamo Gesù ci è vicino!

                                                  La parola del Vangelo risolleva dal peccato,

e ci guida fino al Cielo tra i fratelli già beati!

La Buona Novella non passerà mai

ma tutto nel mondo s’invecchia e poi muore!

Vivendo con Cristo ti realizzerai,

vivrai già nel mondo il mistero d’amore!

                                                  La parola del Vangelo risolleva dal peccato,

e ci guida fino al Cielo tra i fratelli già beati!

La Buona Novella non teme stanchezza;

di giorno e di notte ti bussa alla porta

e se tu l’accogli, vedrai che allegrezza:

la pace e l’amore nel cuore ti porta!

                                                  La parola del Vangelo risolleva dal peccato,

e ci guida fino al Cielo tra i fratelli già beati!

(mentre viene eseguito il canto, don Pietro metterà l’incenso nel turibolo e lo affiderà a Pasquale, facendogli anche un segno di benedizione; Pasquale andrà al leggìo con due chierichetti che prenderanno una candela per ciascuno dall’altare e si sistemeranno ai lati del leggìo; gli altri due chierichetti porteranno la navicella dell’incenso ed il turibolo; Pasquale incenserà il libro del Vangelo, i chierichetti si metteranno dietro di lui)

Pasquale                                Il Signore sia con voi.

Tutti                                         E con il tuo spirito.

Pasquale                                (rende il turibolo al chierichetto dedicato e si segna sulla fronte, sulla bocca e sul petto, imitato da tutti) Dal Vangelo secondo Luca.

Tutti                                         Gloria a te, o Signore.

Pasquale                                Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: "Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi". Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: "Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?". Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: "Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico -esclamò rivolto al paralitico- alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua". Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: "Oggi abbiamo visto cose prodigiose".

                                                  Parola del Signore. (fa segno che tutti possono sedere)

Tutti                                         Lode a te, o Cristo.

Don Pietro                             (si porta all’ambone) Cari fratelli e sorelle, avevo preparato un’omelia per la ricorrenza odierna, ma ho invece deciso di fare delle riflessioni diverse a causa delle sofferenze che ciascuno, a suo modo, ha portato oggi davanti a quest’altare, l’altare di Dio!

                                                  Egli in questo momento è qui con noi, partecipa alla nostra preghiera e la santifica, come ci ha promesso; ma egli è qui anche come il buon pastore e ci accarezza, aspettando forse un nostro slancio per muovere la sua volontà verso un atto di gloriosa carità tramite l’intercessione del nostro Protettore!

                                                  Le capacità dell’uomo sono limitate, come la sua medicina, ma noi sappiamo che nulla è impossibile a Dio; la preghiera da lui accetta vince il maligno e le sue manifestazioni, fa cessare anche le guerre, aiuta i malati e i moribondi!

                                                  Il nostro Santo protettore è sempre stato un potente intermediario tra noi e Dio; le nostre preghiere sono state trasmesse, con il suo affetto, all’altare del Padre, tramite la mediazione della Vergine Maria e del suo Figlio Gesù, e la storia e la tradizione ci insegnano che le preghiere innalzate da questa umile parrocchia hanno avuto spesso una sovrumana accoglienza nel Cielo! Quanto sarà più facile per voi ora, ricorrere al suo aiuto, voi che ne potete vedere le spoglie mortali, finalmente ricongiunte alla sua terra, dopo mille anni di lontananza!

                                                  Preghiamo tutti insieme come Gesù stesso ci ha insegnato per la guarigione dei malati di corpo e di spirito e in modo particolare per la povera Terry che, pur presente, non riesce a seguirci, e perché ciascuno di noi possa essere liberato dai suoi mali corporali e soprattutto spirituali e restituito pienamente alla vita, in modo da poter corrispondere a quel sentimento altissimo che è l’amore di Dio per noi!

                                                  E come ricambieremo noi quest’amore? Dobbiamo dimostrare amore concreto per i nostri fratelli, per la natura, per i nostri monti e boschi, per noi stessi, riconoscendoci così creature e figli di Dio ed eredi del suo Regno!

                                                  Solo così avremo onorato il Signore, che è in ciascuno di noi, non dimenticatelo mai! E per farmi capire meglio, vi dirò che Egli è ancora più presente nelle persone più deboli e perseguitate dalla sorte maligna ed anche maltrattate da chi approfitta del suo potere per offendere i propri fratelli!

                                                  E chi offende un proprio fratello, offende il Cielo!

                                                  In piedi, preghiamo! (Con le braccia allargate, insieme a tutti; i fedeli nei banchi si terranno per mano)

Terry                                        (si alza con leggero ritardo, e tiene la mano di Nunzia con due mani durante la preghiera, pur rimanendo silenziosa)  

Lucia                                        (da sola nel suo banco, prega in ginocchio con le mani alzate)

Don Pietro                             Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

                                                  Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

Pasquale                                (fa segno di sedersi e con un cenno dà il via ad Alessandro per il canto successivo; mentre questo si svolge, i chierichetti si portano al tavolo delle offerte e prendono in successione i doni, portandoli all’altare; essi vengono ricevuti da don Pietro e passati al diacono, che li pone dietro l’altare. Eugenio si unisce ai chierichetti e porta l’offerta del sale. Mentre Eugenio passa vicino a Terry, lei si riscuote un istante, e si alza anche lei per unirsi al gruppo, ma viene trattenuta da Nunzia. Terminato l’offertorio don Pietro e il diacono preparano sull’altare il corporale, il calice, la patena e la pisside)


Scena ottava:


QUARTO CANTO (OFFERTORIO)             

Coro                                         Signore, ti portiamo al santo altare

alcune delle cose che ci hai dato;

è poca cosa ciò che possiam fare,

ma tutti nel tuo nome hanno donato!

Accetta e benedici questi doni,

saranno di chi soffre il nutrimento:

tu non ci far mancare il tuo perdono,

dandoci il vivo e santo Sacramento!

Il pane e vino che ci hai regalato

sono alimenti pieni di dolcezza!

In essi con il Padre hai sigillato

Il nuovo e vero patto di salvezza!

Rendici degni del tuo Santo Regno,

amico nostro e nostro salvatore,

concedi che ci venga dato un segno

in questa Messa del Santo Protettore!

Tu salvaci dall’odio che ci assilla,

risana le ferite spirituali,

aumenta in noi la fede che vacilla,

dacci una santa guida contro il male!

(durante il canto, Pasquale, con l’aiuto dei chierichetti, rifornirà il turibolo con nuova carbonella)

Don Pietro                             (prende la patena con l’ostia e tenendola leggermente sollevata sull’altare) Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo; dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna!

Tutti                                         Benedetto nei secoli il Signore!

Pasquale                                (versa nel calice il vino ed un po’ d’acqua e lo presenta a don Pietro)

Don Pietro                             (prende il calice e lo tiene leggermente sollevato sull’altare) Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo; dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della vite, e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza. (depone il calice sul corporale)

Tutti                                         Benedetto nei secoli il Signore!

(don Pietro, con l’aiuto dei chierichetti, aggiunge incenso nel turibolo, incensa l’altare e le offerte; poi il diacono incensa don Pietro e i fedeli; alla fine affida il turibolo al chierichetto incaricato)

Don Pietro                             (rivolto al popolo, allargando e ricongiungendo le mani) Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente!

Tutti                                         Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa!

Don Pietro                             (allargando le braccia) Il Signore sia con voi!

Tutti                                         E con il tuo spirito!

Don Pietro                             (allargando le braccia) In alto i nostri cuori!

Tutti                                         Sono rivolti al Signore!

Don Pietro                             (allargando le braccia) Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio!

Tutti                                         E’ cosa buona e giusta!

Don Pietro                             (allarga le braccia) Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo! I cieli e la terra sono pieni della tua gloria! Osanna nell’alto dei cieli! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!

Tutti                                         Amen!

Don Pietro                             (allargando e ricongiungendo le mani) La pace del Signore sia sempre con voi!

Tutti                                         E con il tuo spirito!

Pasquale                                Scambiatevi un gesto di pace!

Tutti                                         (don Pietro e Pasquale si scambiano un abbraccio, assieme ai chierichetti; tra i fedeli, ognuno dà la mano al proprio vicino, senza voltarsi; Lucia e Terry vengono ignorate)

Don Pietro                             (prende l’ostia e la spezza sopra la patena, e lascia cadere un frammento nel calice)  Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna!

Tutti                                         Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace!

Don Pietro                             (si inginocchia, prende l’ostia, e tenendola alquanto sollevata sulla patena)  Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo!

Tutti                                         (insieme con don Pietro) O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di' soltanto una parola e io sarò salvato!

Don Pietro                             (si comunica con l’ostia e beve dal calice) Il corpo ed il sangue di Cristo mi custodiscano per la vita eterna!


Scena nona:

(Pasquale prende la comunione e dopo di lui i chierichetti; i fedeli si dispongono in fila per comunicarsi; don Pietro distribuisce l’ostia mentre il diacono regge il piattino; alla fila si aggiunge Lucia, dopo un paio di comparse vanno Nunzia e Terry al suo braccio; arrivata al suo turno, Lucia prende l’ostia e ritorna al suo posto, raddrizzando progressivamente la schiena, fino ad avere un’andatura sciolta e naturale)  

Marcella                                 (si alza in piedi gridando) Miracolo! Il Santo ha fatto il miracolo! Guardate Lucia, guardate!

Luciana                                   E’ vero! Sembra una ragazzina!

Alessandro                            (girandosi) Lucia!

Gianna                                    Viva il Santo! Alleluia!

(don Pietro si ferma a guardare, come Pasquale; la fila dei comunicandi si arresta e tutti si girano verso Lucia; quest’ultima, girandosi intorno mostra stupore per essere oggetto dell’attenzione)

Eugenio                                  (lascia il suo posto e va ad abbracciare Lucia) Sorella in Cristo, benedetta!

Lucia                                        Io… io… perché io? (si rende conto che il suo stato di salute è cambiato) Grazie, Signore, grazie Santo protettore! (si nasconde il volto tra le mani e si siede)

Eugenio                                  (si siede accanto a Lucia)

Alessandro                            Benedetta donna!

Luciana                                   Lucia, come sei fortunata!

Gianna                                    Il Cielo ti ha scelta!

Luigi                                         Viva Lucia!

Don Pietro                             Silenzio, fratelli! Qui c’è Gesù consacrato! Al termine della Comunione lo ringrazieremo degnamente, c’è ancora chi non si è comunicato, ora il rito non si può interrompere! Tornate a sedere… e pregate silenziosamente! (si rivolge ai fedeli ancora in fila e leva in alto l’ostia) Corpus Christi!

(mentre riprende la Comunione, i fedeli vicino a Lucia –ora con le mani sul volto, ora aperte come in preghiera-  ritornano gradatamente ai loro posti; nel frattempo Nunzia con Terry sono arrivate all’altare).

Nunzia                                    (prende l’ostia e si fa da parte, lasciando spazio a Terry)

Terry                                        (si pone in attesa dell’ostia)

Pasquale                                Fermo, don Pietro! Questa chissà da quanto tempo non si confessa… è sacrilegio!

Don Pietro                             (che ha preso un’ostia e l’ha presentata a Terry, ferma il gesto a metà)

Terry                                        (porge le mani verso l’ostia e si inchina) Sole… sole rotondo…

Don Pietro                             Hai ragione, cara… (rivolto a Pasquale) se è un sacrilegio… mi assumo io tutta la responsabilità, ma non posso negargliela! (le dà l’ostia in bocca) Corpus Crhisti! (rimane in attesa)

Tutti                                         (prima dimostrano attesa, poi, vedendo tornare Terry e Nunzia ai loro posti senza che nulla sia accaduto, esprimono dei sospiri di delusione)

Nunzia                                    (mentre raggiunge il suo posto, si rivolge a Lucia) Tu sei una ladra! Hai rubato il miracolo che spettava a Terry!

Lucia                                        (si mostra dolorosamente stupita) Ma io non ho preso nulla…

Don Pietro                             Silenzio!

Nunzia                                    (in piedi nel corridoio, cercando consensi) E invece io parlo! Non si può stare in silenzio davanti a questo… a questa cosa! E’ ingiusto! Il miracolo spettava a Terry!

Pasquale                                Stai bestemmiando!

Don Pietro                             Silenzio! Chi sei tu, per affermare che c’è stato un miracolo… e come puoi dire che spettava a qualcuno? Non profanare la Messa! E, se ci fosse stata una guarigione prodigiosa, dovresti esserne contenta per chi è guarita! Siediti e fai silenzio, altrimenti vai via!

Alessandro                            Questa è solo invidia!

Luciana                                   (alzandosi) No, io dico che ha ragione! Quella povera ragazza è più giovane di Lucia!

Gianna                                    (alzandosi) Finiscila, bacchettona! Solo perché è tua nipote, pensi di poter comandare a Dio?

Maria                                       Abbiamo solo perduto tempo a venire qui!

Luciana                                   Insomma, state zitti! Sedetevi, siamo in chiesa!

Luigi                                         Questa è una buffonata!

Marcella                                 (alzandosi) Smettetela tutti! Vergognatevi!

Don Pietro                             Basta! State profanando il rito sacro! Pasquale… porta l’Ostia in sagrestia e pulisci il calice, presto! Lucia… come ti senti?

Pasquale                                (esegue in fretta, uscendo con calice e pisside)

Lucia                                        (si alza, normalmente) Mi sento… strana, leggera… e piena di amore… scusate don Pietro, scusate tutti… io… io non meritavo… non merito… (si copre la faccia con entrambe le mani e si lascia andare, sedendosi lentamente; Eugenio le cinge le spalle con un braccio)

Nunzia                                    (brusca, prendendo la mano di Terry) Andiamocene, Terry… qui non c’è più nulla da fare…

Terry                                        (si libera dalla stretta e si gira intorno) Zia Nunzia… che fretta c’è? Si sta così bene, qui… mi piace questo posto! (si gira intorno guardando l’ambiente, come se danzasse)

Nunzia                                    (incredula) Cosa… cosa… stai… dicendo… Terry! Sei guarita! Don Pietro! Don Pietro… avete visto? Venite tutti… alleluia!

(Tutti si accalcano intorno alle due donne)

Lucia                                        (si alza e va verso Terry, abbracciandola) Benedetta… come sei bella!

Terry                                        (abbraccia Nunzia) Zia Nunzia… come mi sento bene!

Maria                                       (dopo che ha raggiunto Eugenio) Eugenio, vieni, andiamo a vedere…

Eugenio                                  No, mamma… aspetta. (va all’altare, prende due fiori da un cesto e si avvia verso Terry e Lucia)

Maria                                       Eugenio… che fai? Mi rovini i cesti!

Eugenio                                  Mamma… quando sono tornato cosciente da quella malattia, mi avrebbe fatto piacere che qualcuno mi avesse donato un fiore, mi avesse detto qualcosa… lasciami fare… (si fa largo e porge un fiore a Terry ed a Lucia) “Domine non sum dignus ut intres sub tectum meum; sed tantum dic verbo, et sanabitur anima mea.”

Maria                                       (a don Pietro) Cosa le ha detto? Cosa dice?

Don Pietro                             Ha detto quella frase del Vangelo… “Signore io non sono degno che tu entri nella mia casa, ma dici solo una parola ed io sarò salvato.”  Questo ragazzo è molto di più di un chierichetto, ha ricevuto anche lui lo Spirito Santo… (si segna) 

Alessandro                            Don Pietro, occorre ringraziare il Santo… e soprattutto il Signore!

Luciana                                   Io non ho parole… quello che è successo è impressionante!

Lucia                                        Scusate… io non capisco più niente…

Alessandro                            Lucia… vieni con me, ti accompagno in ospedale… ti faccio fare una radiografia, vediamo cosa è successo…

Tutti                                         (assentiscono; nel frattempo Terry ed Eugenio si siedono tra i banchi)

Lucia                                        Don Pietro… permettete?

Don Pietro                             Vai, Lucia… perdonami se ti ho trattato male, nel passato… da adesso in poi non chiedermi più permesso e vai, per la gloria del Signore!

Alessandro                            (mentre esce insieme a Lucia) Porterò le lastre, don Pietro… le metteremo alle porte della chiesa! Tutti dovranno sapere che cosa è accaduto!


Scena decima:

Pasquale                                (rientra dalla sagrestia) Don Pietro… tutto a posto! Vogliamo concludere il rito? Manca la benedizione…

Don Pietro                             Nostro Signore ci ha benedetti di già, e come… ma hai ragione, bisogna chiudere il rito….

Nunzia                                    Don Pietro, altro che chiudere, dobbiamo organizzare qualcosa subito… la mia Terry… guarita! Ma dov’è? Devo informare subito i genitori, facciamo una festa, siete tutti invitati, offro io! Bisognerà chiamare qualcuno che suoni, e poi… dolci e bibite, anche lo spumante! Balleremo e canteremo per tutto il giorno e la notte… e ringrazieremo il Signore e il nostro Santo! Terry… dov’è? (si guarda in giro) Ah… eccola… Terry!

Eugenio                                  Signora… non strilli… Terry si è… addormentata…

Nunzia                                    Come? Che cosa dici? (va subito da lei e la scuote, ma non ottiene risposta poiché Terry ha assunto di nuovo comportamenti autistici) Non è possibile! Terry… parlami, riprenditi… ti prego… ti prego! (urla) Noo! (piange a volto coperto)

Don Pietro                             (va vicino a Nunzia) E’ ritornata… com’era?

Nunzia                                    (assentisce, senza parlare, con le mani sul volto; poi si siede vicino a Terry e le prende una mano, carezzandola) E’ un’ingiustizia… solo cinque minuti di vita! (rivolta all’altare) Santo Donato, ma non hai pietà di questa poveretta? Ti sei chinato su tante persone… hai guarito ferite impossibili, anche moribondi… e oggi? Perché non ci dai un altro segno? Perché illuderci così? (si china e piange, sommessamente)

Pasquale                                Don Pietro… cosa facciamo adesso?

Don Pietro                             Avanti, seduti, riprendete i vostri posti, amici e fratelli miei… (dopo che si sono sistemati tutti ritorna all’altare) Vi chiamo fratelli, mettendomi al vostro stesso livello e dimenticando volutamente che un pastore deve guardare dall’alto il suo gregge. Oggi io più di tutti mi rendo conto di essere stato cieco e sordo di fronte al mio prossimo e di questo vi chiedo pubblicamente di perdonarmi. Fratelli miei, in Lucia, entrata in chiesa stamane come una gobba deforme, ed uscita di qui come una fresca fanciulla, io non vedevo che due mani pronte al lavoro. Dio ha visto la santità della sua anima, e l’ha scelta per sé… la Lucia che conosciamo non c’è più… dopo quel che è accaduto, dobbiamo un sacro rispetto a questa donna e la dovremo trattare come emblema vivente, figlia spirituale del nostro Santo!

                                                  Lucia adesso ci aiuterà in modo diverso, non solo me, ma tutto il paese… forse la sua preghiera giungerà oltre le montagne che ci circondano; chiederemo a lei di pregare per noi, ma dobbiamo comportarci in modo da non disgustare Colui che ha posato il suo sguardo su di noi, su di lei.

                                                  Perciò pregheremo per la salvezza e la salute del nostro prossimo, per chi è qui adesso, per chi è lontano, oltre i monti per lavoro e per chi… (fa un cenno verso Terry) non riesce a comunicare con noi… senza secondi fini… il Signore ci vede dentro come fossimo calici di vetro e lascia che ci allontaniamo da lui, se la nostra preghiera non è sincera e non è rivolta al Cielo, ma solo ad ottenere benefici transitori.

                                                  Per Cristo nostro Signore!

Tutti                                         Amen!

Don Pietro                             (con le braccia allargate) Il Signore sia con voi.

Tutti                                         E con il tuo spirito.

Don Pietro                             Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Tutti                                         Amen.

Pasquale                                La Messa é finita; andate in pace.

Tutti                                         Rendiamo grazie a Dio.

(don Pietro e gli altri – meno Eugenio - tornano in sagrestia in silenzio)

Maria                                       (in piedi) Com’è bella questa povera ragazza, non ci avevo fatto caso, prima di adesso… che peccato… la vorrei aiutare, ma non so cosa fare per lei… Eugenio… ti aspetto fuori, ho bisogno di un poco d’aria! (si genuflette verso l’altare, si segna con larghi gesti ed esce)

Nunzia                                    Terry… cosa dici, andiamo a casa?

Terry                                        (non reagisce e non risponde)

Eugenio                                  Signora… posso dare una mano io… (si alza)

(si alza anche Nunzia, prende un braccio di Terry, Eugenio l’altro braccio e la aiutano ad alzarsi; Terry sarà al centro dei due; si avviano per l’uscita)

Terry                                        (a Nunzia, tenendole una mano) Sole rotondo… sole rotondo…

Nunzia                                    Non ti preoccupare, piccola mia… tra un anno saremo di nuovo qui… e se non accadesse nulla… staremo qui tutti gli anni, tutta la vita, se è necessario! Anzi… saremo qui tutte le domeniche! Avrai il tuo sole ogni domenica… che dico… lo avrai ogni giorno! Adesso andiamo a casa a fare la pappa… e poi vedremo i fuochi dal balcone… e poi, dopo il bagnetto, anche se tu non lo capisci, pregherò per te, anche mentre dormi…

Eugenio                                  Signora, dopo il lavoro… qualche volta potrei unirmi anche io alle vostre preghiere… e mentre siamo insieme forse potrei anche fare dei cestini di fiori secchi da offrire al Santo, chi viene da fuori comincia a chiederli… forse potremmo mettere su un negozietto…

Nunzia                                    Mi sembra una buona idea… io ho quel locale sulla piazza qui fuori inutilizzato… si potrebbe lavorare e pregare quando la chiesa fosse chiusa…

Eugenio                                  Se convinco mia madre… verrà anche lei…

Nunzia                                    Glielo chiederò anche io… come chiederò alle altre… a Luciana e soprattutto a Lucia! Con quell’anima santa faremo un gruppo che pregherà per i malati di corpo e di spirito… lavoreremo e pregheremo ogni sera… un giorno ci sarà tutto il paese con noi a pregare! Aspetta un momento… (lascia un momento la mano di Terry, si segna e s’inginocchia verso l’altare, con un dito levato, in tono minaccioso) E tu ascoltami bene, Santo Donato… non dimenticare che a brevedovrà pur venire il turno di Terry… se non ti muovi con le nostre preghiere, non ti salverai dalla mia furia quando un giorno saremo davvero faccia a faccia!

(si alza e raggiunge i due, uscendo con loro; buio in sala; spot di luce intermittente sull’urna del Santo)

fine