La moglie ingenua e il marito malato

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La moglie ingenua e

La moglie ingenua e

il marito malato

Dall’omonimo romanzo

di

Achille Campanile

Riduzione teatrale di Enzo Giannotta

            Personaggi:                 Prof. Silvio Rune        il marito malato.

                                               Adele Rune                la moglie ingenua.

                                               Signora Iolanda          madre di Adele.

                                               Kalsar                         avvocato di Rune.

                                               Dottor Amand                       medico di Rune.

                                               Professor Kalin           chirurgo.

                                               Carl’Andra Valem      inquilino del piano di sotto.

                                               Barone Hauffmann    inquilino del piano di sopra.

                                               Ottavio Rune              fratello di Silvio

                                               Olga                            moglie di Carlo Rune

                                               Luisa                           portinaia.

                                               Pasquale                     marito di Luisa.

                                               Isabella Moller            investigatrice.


 Primo atto

Salotto di casa del professor Rune. Divani e mobili vari. Una porta a destra che dà sull’anticamera dell’ingresso e una che dà sulla cucina. A sinistra una porta che da nella camera da letto. Al centro una porta che da sul resto della casa.

Luisa la portinaia, sta rassettando la casa. Suona il telefono

Rune               (s’affaccia cauto dalla porta della camera. Ha la testa fasciata e è in veste da camera. Risponde al telefono) Oh, signor Balestra è lei… No non sono partito: sto male… Si lo so che sono stati fatti gli annunci per il mio ciclo di conferenze. Si rifaranno: io non posso muovermi, Almeno per oggi… Non so quando potrò. Non è colpa mia, le assicuro; è un caso di forza maggiore… Non la sto prendendo in giro, mi creda…Una penale? Faccia pure… Bene, incaricherò il mio legale, sono una persona seria io. Buongiorno. (riappende)

                        Che elemento! Però purtroppo non ha neanche tutti i torti. (riprende il telefono e compone un numero) Pronto? E’ lei signora Iolanda?… Capita un fatto molto curioso… Si, vorrei che venisse qui… Ho chiamato anche Adele e vorrei che ci fosse  anche lei quando arriverà… Le spiegherò tutto a voce… Grazie. (riaggancia)

                        Signora Luisa, mi faccia i favore di restare qui finché non arriva mia suocera; io non posso andare ad aprire la porta.

Luisa               (sempre sfaccendando) Va bene.

Rune               E non parli con nessuno, mi raccomando. (riprende il telefono) Studio dell’avvocato Kaslar? Sono il professor Rune… E’ Fuori?… Appena torna gli dica di telefonarmi o di passare da me che ho urgenza di parlargli. Grazie. Buongiorno.

Suonano alla porta, Rune scappa in camera sua. Entra Pasquale con il dottor Amand.

 Pasquale         (bussa alla porta dove si è ritirato Rune) Professore, c’è il dottore.

Rune               (da fuori) Venga, venga, dottore. (il medico entra nella camera di Rune)

Si affacciano alla porta il conte Valem e il barone Hauffmann non visti dai due.     

Valem             (cercando di attirare l’attenzione) Pst. Pst.

Hauffmann     Signora Luisa, senta…

Valem             Portiere! Pasquale!

Amand            (da fuori) Portinaio! Venga, porti in farmacia questa ricetta! E portate anche una bacinella d’acqua calda e un asciugamano.

Viavai dei portinai che eseguono quanto richiesto. I nuovi venuti, visto che tutti li ignorano si siedono sul divano.

Valem             (in tono deciso, cercando di cogliere la portinaia di passaggio che lo ignora) Signora Luisa, io voglio, esigo, sapere cosa c’è di vero in quello che mi ha accennato!

                        E’ irritante! Non ti dà neanche retta; è come se parlasse l’ultimo deficiente della terra.

Haufmann       Beh, effettivamente… (Valen lo guarda sospettoso) Ma è poi sicura la cosa?

Valem             A me l’ha detto la portinaia. Sa, la mia famiglia è in vacanza e la portinaia mi fa le faccende. Stamattina, quando è venuta su mi fa: “L’inquilino del piano di sotto sta male” “Ah, si?”, dico io, “E che cos’ha?” Lei mi racconta e io non volevo crederci. Così sono sceso, ho trovato la porta socchiusa ed eccomi qua.

Haufmann       Tale e quale come è successo a me. Unica differenza è che a me ha detto “l’inquilino del piano di sopra” invece che di sotto.

Valem             Già, lei abita sotto, io invece sopra. Sono sceso…

Haufmann       Io invece sono salito. Volevo sapere se potevo essere utile… vista la stranezza del caso… lei mi capisce…

Valem             Ma qui non si riesce a sapere un bel niente. Almeno ci fosse una cameriera. Nisba. Tutti in ferie e la portinaia fa i servizi.

La portinaia rientra con un asciugamano.

Valem             (imperioso) Signora Luisa! Senta una cosa.

La portinaia entra in camera da letto senza badargli. I due si guardano indispettiti.

Entra la suocera di Rune che si dirige verso la camera da letto e vi entra mentre...

Valem             (sottovoce a Haufmann) La suocera. (l’altro lo guarda con occhio spento) La mamma della moglie…

Haufmann       Eh, ho capito.

(dalla camera da letto Iolanda lancia un grido)

Valem             Sente? Dev’essere impressionante.

Haufmann       Io non ci credo se non lo vedo.
Valem             Io non vedo l’ora, intendiamoci non sono uno curioso io.
Luisa esce dalla camera mentre da dentro si sente la voce del dottore.
Amand            Porti anche degli altri asciugamani.
Luisa               Eh! Una cosa alla volta, santo Dio!

Valem             Signora Luisa vuole darmi retta o no?

Luisa attraversa il salotto senza badargli.

Haufmann       (sottovoce a Valem) Ma com’è successo?

Valem             Pare che ieri sera dovesse partire. Pare. Almeno da quanto ho capito dal discorso della portinaia.

Haufmann       Certo che lei fa dei lunghi discorsi con la portinaia.

Valem             Mentre spolvera, barone.

Haufmann       Certo che in casa sua ce ne dev’essere di polvere.

Valem             E questo cosa c’entra? Non sarà mica geloso della portinaia?

Haufmann       Geloso? E perché? Mi rassetta la casa come fa da lei. Comunque, mi stava dicendo che il professore doveva partire per il mare?

Valem             Come ogni settimana. Un’ora di treno. Aveva già il biglietto.

Haufmann       E come se n’è accorto della cosa?

Valem             Lo specchio. Lo specchio dello scompartimento…

Il discorso viene interrotto dalla portinaia che rientra con le braccia cariche di biancheria, Valem cerca di attirarne l’attenzione ma inutilmente.

Haufmann       E sono lunghe?

Valem             Oh! Due affari di mezzo metro. (gesto espressivo col braccio)

Haufmann       Le solite esagerazioni. Saranno due piccole protuberanze. Due tumori.

Valem             Tumori? Corna. Corna bell’e buone. Un paio di fantastiche corna!

Guardano la portinaia che esce dalla camera, mentre dall’uscio socchiuso…

Amand                       E porti delle pezzuole con del ghiaccio.

Valem             Sono pannicelli caldi con affari di quel genere.

Suonano alla porta. I due guardano incuriositi la portinaia che va ad aprire. Entrano Ottavio e Olga scortati dalla portinaia.

Luisa               Il professore non riceve nessuno.

Ottavio           Gli dica che il fratello e la cognata sono qui e hanno deciso di accompagnarlo nel suo giro di conferenze.

Luisa               Che aspettino qui. (via in camera da letto)

 Haufmann      (alzandosi e porgendo la mano) Permettono? L’inquilino del piano di sopra.

Valem             (c.s.) Quello del piano di sotto. Sbaglierò ma ho l’impressione che, almeno per ora il giro di conferenze non ci sarà.

Ottavio           Perché?

Valem             Non sanno niente? Il professore ha le corna.

Ottavio           (con un’alzata di spalle) E che vuol dire? Sarebbe bella… (realizzando) Le corna?

Olga                Ma non dica stupidate. Conosco bene mia cognata; questa è una calunnia bell’e buona!

Valem             Non mi sono spiegato. Non si tratta di corna metaforiche. A suo cognato da ieri sera gli sono spuntate due corna sulla fronte.

Ottavio e         Eeeeh?!

 Olga
                                   

Haufmann       E’ una malattia.

Olga                Lei sta scherzando.

Valem             Glielo assicuro. Una cosa nuova negli annali della medicina.

Olga                Ma che annali? Cosa dice?

Ottavio           Già, è vero, che annali? Non ci sono nemmeno gli annali per le corna.

                        (pausa) Comunque ci dovrebbero essere! Ma anche lui, benedetto uomo poteva prendere delle precauzioni!

Olga                Ma che precauzioni vuoi che prendesse? Dici cose che non stanno ne’ in cielo ne’ in terra.

Iolanda           (esce dalla camera e sottovoce) Zitti. Non vuole che si sappia.

Ottavio           Ma se lo sanno tutti ormai!

Valem             Insomma, è vero che il professore ha…

Tutti                Ssst!

Iolanda           Due cornetti in fronte. Una cosa impressionante!

Haufmann       Ma che razza di malattia è?

Iolanda           (spalancando le braccia) Il medico non sa niente

Olga                (sconsolata a Ottavio) E così va a pallino anche la nostra villeggiatura.

Ottavio           Speriamo di no. (a Valem) Sarà un male contagioso?

Olga                Ma dai andiamo: contagioso. Almeno non farti sentire quando dici simili cretinate.

Ottavio           E’ un male nuovo, cosa ne possiamo sapere noi se attacca o no?

Haufmann       Ha ragione.

Olga                Ma è un fenomeno eccezionale, cosa volete che attacchi?

Valem             Ma la moglie, non sa niente?

Iolanda           Niente. E’ al mare da quindici giorni.

Ottavio           Ahi!

Olga                Cosa centra? Tu apri bocca solo per dire idiozie.

Ottavio           Sarà, ma davanti a cose di questo genere, non si può fare a meno di pensare alla moglie.

Valem             Oh Dio! Anche mia moglie è al mare.

Ottavio           Va bene, va bene: la moglie non c’entra. Comunque io, mia moglie, me la tengo qui. Mica la mando da sola al mare. Le precauzioni non sono mai troppe. Faccio bene?

Olga                Ma piantala di dire cretinate.

Valem             (tra sé) Che ragionamenti! Come se la moglie non potesse cornificarlo anche in città.

Olga                Povera Adele. 

Iolanda           Povera figlia mia, così buona, così candida.

Ottavio           Qui, invece che l’ammalato, si commisera la moglie.

Iolanda           Ma certo, un male simile è una disgrazia anche per la moglie. Sappiamo tutti che lei non c’entra. Ma uno sente dire: “il tale ha le corna” e subito la gente… Per fortuna, mia figlia, è al disopra di ogni sospetto, è il ritratto del candore, dell’innocenza. Una bambina.

Olga                Sappiamo tutti che Adele è la moglie ideale.

Iolanda           Lo so, lo so. (fissando Ottavio) Ma di fronte a un caso simile si fa presto a fare dell’ironia, dello spirito di bassa lega.

Olga                Ma Adele ha saputo?

Iolanda           E’ stata avvertita, deve arrivare in mattinata. Ma non sa di cosa si tratta.

Ottavio           (stupito) Non le è stato spiegato? Bastava un telegramma: “tuo marito ha le corna, vieni subito”. Adesso chissà che sorpresa!

Iolanda           Eh si. Sara un brutto colpo per mia figlia.

Ottavio           Qui si ha l’aria di pensare che io creda a chissà che cosa; so benissimo che è solo una malattia.

Iolanda           Si, ma non è lecito scherzare su certe disgrazie. (torna in camera con aria offesa)

Olga                Ha ragione. Mai che tieni la lingua a freno. Mai.

Ottavio           Olga, ti prego, non siamo soli.

Olga                Ringrazia Dio che non lo siamo.

Entra Iolanda che sta accompagnando il dottore che se ne va.

Iolanda           Signori, mio genero ha bisogno di stare tranquillo e prega tutti di togliere l’impicco. Tranne Olga e Ottavio che possono restare. Gli altri fuori dai piedi.

Escono tutti.

Iolanda           E’ grave, dottore?

Amand            (spalancando le braccia ) Signora cara, cosa vuole che le dica? E’ la prima volta che mi capita un caso simile. Da un primo esame non mi sembra una cosa gravissima. Noiosa, questo si. Comunque non stia a preoccuparsi troppo, in fondo le corna non sono una vera e propria malattia, altrimenti un cervo dovrebbe stare malissimo. Basta che l’organismo si abitui…

Pasquale          (rientrando dalla farmacia con le medicine) E’ quello che dico anch’io.

Amand            Lei s’intende di medicina?

Pasquale          No, ma m’intendo di corna. (posa le medicina e se ne va)

Iolanda           Da che cosa può dipendere?

Amand            Anche questo per me è un mistero, almeno per ora. Forse lei o la moglie potreste essere più informate di me.

Iolanda           (seccata) Come sarebbe a dire?        

Amand            Ma si, in famiglia non c’è mai stato un caso simile?

Iolanda           Che io sappia no.

Amand            Quanto all’amputazione, come ho già detto a suo genero, io non posso prendermi la responsabilità. Potrebbero nascere complicazioni. Anche gravi.

Iolanda           Senza contare che se resta la radice potrebbero ricrescere.

Amand            Per questo non voglio agire da solo. Tornerò più tardi per un consulto con il professor Kalin per verificare se è possibile e consigliabile un intervento. Suo genero vuole essere operato ad ogni costo. Capisco, ma bisogna essere prudenti, nel frattempo gli faccia prendere le medicine che gli ho prescritto.

Iolanda           Può alzarsi?

Amand            Ma certo, l’ho detto anche a lui. L’organismo sta benissimo. A più tardi.

Iolanda           Oggi stesso mi raccomando. Mio genero ha fretta.

Amand            Spero nel pomeriggio. Arrivederla, signora Iolanda. (esce)

Iolanda           (chiama) Silvio, puoi venire, se ne sono andati tutti. 

Si sentono dei passi. Ottavio guarda verso la stanza di Silvio Rune.

Ottavio           Abbassa la testa, abbassa la testa.

Rune               Eh, abbassa la testa, manco fossero lunghe un metro. (entra seguito da Olga)

Iolanda           Povero Silvio, chissà come soffri!

Rune               (spazientito) Non mi danno nessun fastidio. Manco le sento.

Ottavio           (sottovoce a Olga che gli risponde con una gomitata) E’ un cornuto contento.

Rune               Quello che da fastidio è il sapere di averle.

Ottavio           (c.s) Non è contento. (rivolto a Rune) Hai ragione, sembri uno stambecco.

Olga                Ottavio! Come faresti meglio a stare zitto!

Ottavio           Ohe, ma la finisci? Qui non si può neanche dire una parola di conforto.

Olga                Ma se non fai che dire bestialità.

Rune               Oh, basta! (passeggia nervosamente avanti e indietro) Che razza di malattia doveva capitarmi! Tra un po’ lo sapranno tutti. Sempre che non lo sappiano già. Queste cose fanno presto a circolare.

Ottavio           Eccome!

Rune               Mi sembra già di sentire i commenti della gente: “sapete, il professor Rune ha le corna. Ma si, gli sono spuntate stanotte.”

Ottavio           E con chi te la vuoi prendere? Con tua moglie?

Rune               Cosa c’entra mia moglie?

Ottavio           Trattandosi di corna…

Iolanda           E insiste anche! Io non lo posso più sentire.Scusate, io bisogna che mangi qualcosa perché quando mi emoziono mi viene fame.

Olga                Vengo anch’io, se no va a finire che gli spacco la testa. (escono verso la cucina)

Rune               Vedi di non fare dello spirito. Ho vergogna a farmi vedere così da mia moglie.

Ottavio           Sarebbe il colmo: un marito che chiede scusa alla moglie perché ha le corna. (pausa)

                        Potresti farti una fasciatura.

Rune               Già mi faccio trovare con la testa bendata, cosi, quando Adele arriva, le viene un accidente.

Pasquale          (entra con la posta)

Rune               Per favore, faccia un salto giù dal cappellaio e si faccia dare un cappello a cilindro della mia misura. Lui la conosce.

Pasquale          Sissignore. (consegna la posta a Rune che comincia ad aprirla e poi esce)

Ottavio           E ti vuoi far trovare col cilindro in testa?

Rune               Almeno non le vede subito. Voi la dovete preparare a poco a poco. Raccontatele una storia qualunque. Adele è talmente ingenua che crede a tutto. E intanto non posso uscire di casa, non posso farmi vedere dalla gente. Proprio adesso che dovevo fare un giro di conferenze.

Ottavio           Non vorrai mica mandarlo a monte eh?

Rune               Ti pare che possa presentarmi in pubblico?

Ottavio           Perché no? Sai quanta gente verrebbe. In fondo sei un fenomeno no?

Rune               Ma sentilo che cretinate che dice.

Ottavio           Ma non puoi mancare; c’è un’attesa enorme.

Rune               Impossibile.

Ottavio           Peccato, era così un bel tema: “La fedeltà in amore”.

Rune               Bellissimo, specie se a parlarne è uno con le corna.

Ottavio           Ti do un’idea. Cambia il titolo: “L’infedeltà in amore” A posto! Che te ne pare?

Rune               Ma non dire cretinate.

Ottavio           Allora potresti metterti un turbante e fingerti un indiano.

Rune               Ma tu sei scemo sul serio o lo fai apposta?

Ottavio           Già, per te ogni cosa che dico è una cretinata.

Iolanda           (rientrando con Olga) Anche per me.

Ottavio           (meravigliato) Anche secondo lei?

Olga                Eh si.

Pasquale          (entra portando diverse scatole di cappelli) Il cappellaio ha mandato diversi cilindri perché scelga: da sera, da mattina, da nozze, da funerali. Ce n’è anche uno per le corse all’ippodromo.

Rune               Cosa m’importa dell’eleganza. (comincia a provare i cappelli) Questo non entra… Questo nemmeno… Questo è stretto… (i cilindri volano per la stanza) Ecco questo va bene. (si guarda allo specchio. Poi al fratello) Ti ricordi? Da ragazzino ho sempre avuto la fronte sporgente e tutti dicevano: “ è intelligenza”. Erano corna.

Ottavio           E per le conferenze cosa hai intenzione di fare?

Rune               L’organizzatore minaccia una penale. Ho chiesto al mio avvocato di venire qui, ma non voglio che mi veda.

Pasquale          (entra) C’è di la un signore che chiede di lei. Cosa debbo dire?

Rune               Si faccia dire chi è.

Pasquale          Me l’ha già detto.

Rune               E allora perché non me l’ha detto?

Pasquale          Perché non sapevo se voleva saperlo.

Rune               (sospirando) Me lo dica.

Pasquale          E’ l’avvocato Kaslar.

Rune               Lei non gli ha detto della mia malattia, vero?

Pasquale          Figurarsi, me ne sono ben guardato.

Rune               Lo faccia passare. (Pasquale via. Entra Kaslar in abito da cerimonia e con cilindro)

                        Vieni, vieni. Non stupirti se mi trovi così: devo andare a un matrimonio e mi stavo vestendo.

Kaslar             (meravigliato) Anch’io vado a un matrimonio.

Rune               (brusco) Tieni pure il cappello in testa. Non fare complimenti.

Kaslar             Ci mancherebbe altro. (se lo toglie)

Rune               Io non lo tolgo.

Kaslar             Sei sempre un tipo strambo: cominciare a vestirsi dal cappello!

Rune               Occupati dei fatti tuoi. Scusa, sono un po’ nervoso.

Kaslar             Figurati, non volevo offenderti. Che marca è il tuo? Permetti (fa per prenderli il cilindro)

Rune               (urlando) No! Non permetto! (poi più calmo) Scusa ti ho detto che sono nervoso.

Kaslar             Beh, dimmi che cosa posso fare per te.

Rune               Dovevo partire per delle conferenze, poi ho avuto un contrattempo e ho dovuto rimandare. L’organizzatore minaccia una penale. Vieni ti mostro il contratto; vedi se c’è qualche appiglio. (passano nell’altra stanza)

Olga                (s’affaccia cauta) Allora? Si parte?

Ottavio           (sconfortato) Macché!

Olga                Ho capito, mi farai fare le ferie in città. Tutte le mie amiche sono partite.

Ottavio           E tu resti. Io non lascio che mia moglie vada via da sola, visto quello che può succedere…

Olga                (va al telefono e compone un numero) Per favore, vorrei parlare con la signorina Moller… Grazie… Isabella? Sei tu?… Non parto più, almeno per ora… Non so…

                        Si possiamo vederci oggi…. Si, solito posto. Ciao. (riaggancia)

Ottavio           Questa Moller, sempre tra i piedi.

Olga                Anche le amiche ti danno fastidio?

Ottavio           E’ una sfaccendata.

Olga                E’ una persona rispettabile che lavora.

Ottavio           Bel lavoro! Una donna investigatrice!

Olga                Ah, non mi seccare. Eccoli che tornano, usciamo. (escono)

Kaslar             E l’impedimento di che genere è?

Rune               Cose personali.

Kaslar             Potresti addurre motivi di salute, mi fai avere un certificato medico e cerca di non farti vedere in giro. Devi proprio andarci a questo matrimonio?

Rune               Posso farne a meno, del resto sono sempre cose noiose.

Kaslar             A chi lo dici! Potessi anch’io farne a meno. Ma non posso.

Rune               Perché?

Kaslar             Sono lo sposo.

Rune               Ti sposi oggi? Se l’avessi saputo non ti avrei scomodato.

Kaslar             Sai chi sposo? La Revelli.

Rune               La famosa ballerina?

Kaslar             Si, regolo una vecchia situazione. E’ lei che lo vuole. Sai, ho una tremenda paura che mi possa fare le corna; queste artiste sono capricciose. (pausa) Pensa: mentre salivo da te ho dato un pizzicotto alla portinaia: abitudine da vecchio scapolo.

Rune               Beh, più che da vecchio scapolo, da vecchio porco direi.

Kaslar             Come preferisci. Comunque, mi ha rifilato uno sberlone. Mi ha fatto piacere. Ci sono ancora delle donne oneste. Adesso devo scappare. Ciao.

Rune               Tanti auguri.

Kaslar             Grazie, grazie. (via di volata)

Ottavio           (rientrando con Olga e Iolanda) E’ andato?

Rune               Si, grazie a Dio. E’ un caro amico ma asfissiante: il matrimonio, le donne, non la finiva più. Si sposa oggi.

Olga                (va alla finestra) Infatti c’è un corteo di macchine e tutti gli uomini col cilindro in testa. C’era anche una signora col velo bianco. Comunque è stato gentile a venire.

Rune               (si toglie il cappello e si gratta la testa) Beato lui. Io invece sono qui con i lavori andati a pallino e una carriera spezzata…

                        Ah ma me le devo togliere! Oggi stesso. Non m’importa se il medico dice che può essere pericoloso. Io sono uno che quando prende una decisione va fino in fondo.

Ottavio           Ma si, cosa vuoi che ne sappia un medico di queste cose! (pausa) Io al posto tuo mi rivolgerei a un veterinario.

Olga                (sempre alla finestra) Oh, Ecco Adele.

Iolanda           Oh, figlia mia… (scoppia i lacrime)

Rune               Mi raccomando, preparatela con tatto e non con quelle facce da funerale, se no va a finire che le viene un accidente. (via di corsa in camera)

Ottavio           Lasciami fare. Ci penso io. (si mette a cantare) Toreadore torna vincitor, toreador…

Olga                Idiota!

Pasquale          (entra posando a terra due valigie) E’ arrivata la signora.

Adele              (entra trafelata guardandosi attorno) Cos’è successo? Dov’è Silvio?

Iolanda           (abbracciandola) Figlia mia, calmati non è niente di grave.

Adele              E’ malato?

Ottavio           Una cosa da niente, direi quasi da ridere. Tuo marito ha le corna.

Adele              Eh?

Olga                Cretino!

Iolanda           Ma no, due cosine da niente. Gli sono appena spuntate.

Entra Rune nel silenzio più totale. Fa cenno di si con la testa, poi lentamente si toglie i cilindro.

Adele              AH! (sviene)

Rune               (correndo dalla moglie) Adele! Presto dell’acqua…

Mentre Rune E Ottavio adagiano Olga sul divano cercando di farla rinvenire, Olga corre in cucina

e torna con una bacinella e un panno.

Iolanda           E’ stato un colpo troppo duro per lei.

Olga                Ecco, rinviene.

Rune               (si rimette il cilindro) Povera bambina mia, non volevo spaventarti. Avrei voluto che mi vedessi solo dopo l’amputazione ma…

Olga                Adele, come ti senti?

                       

Iolanda           Adele, rispondi.

Rune               Adele, Adele mia.

Ottavio           Andiamo, lasciamoli sol. (escono in punta di piedi)

Rune               Adele, come ti senti? (lei lo guarda con occhi spiritati) Ti fanno impressione eh?

Ma me le toglieranno oggi stesso, non ti preoccupare. Hanno cominciato a spuntarmi ieri pomeriggio.

Adele              (scoppia a pingere) Silvio, Silvio, perdonami. E tutta colpa mia.

Rune               Ma cosa dici? Colpa tua?

Adele              Io ti ho tradito.

Rune               (con un sobbalzo)  Oh, la Peppa!

Adele              Perdonami.

Rune               (facendosi coraggio) Forza, Rune, forza, in gamba.

Adele              E’ stato ieri. Ma non volevo, te lo giuro. Mi sono difesa, ho lottato…

Rune               Oh, la Peppa! (poi dominandosi a fatica) Senti, io ti perdono, ma adesso devi fare quello che ti dico se vuoi che io guarisca. Sei tu la causa e solo tu puoi rimediare.

Adele              (con slancio) Si! Qualunque cosa per amor tuo.

Rune               Lascia perdere l’amore. Adesso scrivi su questo foglio una completa confessione.

Adele              (rassegnata) Dettami tu.

Rune               Cosa vuoi che ti detti io? Sei tu che sai come sono andate le cose.

Adele              Ma non ho mai scritto una confessione.

Rune               Scrivi allora: “Con la presente”… (s’interrompe perché Adele ha ricominciato a piangere) E adesso che cos’hai da piangere?

Adele              Mi ricordo di quando ero la tua segretaria e tu mi dettavi le lettere. Era tanto che non mi dettavi una lettera…

Rune               (spazientito) Scrivi: “dichiaro di aver tradito mio marito il giorno”… o la notte, quando è stato?

Adele              Era di pomeriggio.

Rune               Incosciente e anche cretina. “nel pomeriggio del”… Metti la data, anzi no, è inutile. Piuttosto aggiungi: “con” Ci vuole il nome di lui.

Adele              Non lo so.

Rune               Adele, dimmi il nome o finisce male.

Adele              Ti giuro che non lo so, non c’è neanche stato il tempo per le presentazioni.

Rune               Oh, la Peppa! Beh allora scrivi: “con un uomo di cui mi rifiuto di fare il nome”. 

Adele              Ma se non so come si chiama; era la prima volta che lo vedevo.

Rune               Bella roba. Beh lascia perdere il nome, scrivi: “con uno sconosciuto”. Dov’è avvenuto il fatto?

Adele              Nella pineta di Bathville.

Rune               Allora scrivilo, anzi no, non è necessario.

Adele              Però voglio aggiungere che ho lottato, e che…

Rune               Non è necessario.

Adele              Ma allora resta solo che ho tradito mio marito.

Rune               E ti pare poco?

Adele              Io aggiungerei che non volevo.

Rune               Lascia perdere, non serve. Piuttosto aggiungi: “Dichiaro quanto sopra di mia spontanea volontà” Data e firma. (aspetta che finisca poi le strappa il foglio di mano e se lo mette in tasca)

Rientrano titubanti gli altri tre.

Iolanda           Ecco le pezzuole.

Rune               (gridando) Al diavolo voi e le vostre pezzuole!

Suona il telefono. Ottavio va a rispondere.

Ottavio           Casa del professor Rune. (poi a Rune) E’ l’avvocato.

Rune               Cosa vuole?

Ottavio           Mio fratello è occupato, dica pure a me… Come?… Oh mi dispiace molto… (copre il ricevitore e rivolto a Rune) Dice che il matrimonio è andato a monte perché la sposa l’ha visto mentre per le scale abbracciava la portinaia. Vuole che tu testimoni che il fatto è stato del tutto casuale.

Rune               (va al telefono) Pronto… Si sono io. Si, va bene ti farò tutte le testimonianze che vuoi. Comunque vieni appena puoi che ho bisogno di te… No per un’altra cosa. Faccende di famiglia. Gravi… (tutti tendono orecchio) Voglio separarmi da mia moglie. Adulterio… Si, ho la prova… Separarmi, scacciarla, tutto ciò che è possibile… Grazie, ti spetto. (riattacca)

Iolanda           Ma come puoi pensare che tutto questo dipenda da tua moglie?

Rune               Non sono un imbecille. Sua figlia è stata così sciocca da crederlo e ha confessato tutto. (ricomincia a passeggiare avanti e indietro)

Ottavio           Attento al lampadario!

Rune               (gridando) Deficiente!

Iolanda           Grida sottovoce, se no ti sentono tutti…

Rune               (c.s) Voglio fare uno scandalo! Questa donna mi ha tradito. Voglio svergognarla davanti a tutti! (gira sui tacchi e torna in camera da letto mentre tutti lo guardano sbalorditi e Adele scoppia a piangere)

SIPARIO


Secondo atto

Rune               (entrando) Ottavio!

Ottavio           (entra da un’altra porta. Ha in mano un foglio) Il il tuo caso mi ha ispirato un poema. (si mette a declamare) Se a ciascun l’intero corno/ si vede in fronte fitto,/ quanti mai che vanno attorno/ resterebbero in città?.

Rune               Va al diavolo!

Ottavio           Non andrebbero a passeggio,/ non andrebbero all’ufficio,/ ma imprecando al maleficio/ griderebber tutti: olà!

Rune               Idiota.

Ottavio           Non ti piace? Guarda che questo è solo l’inizio; è un poema lunghissimo, non vuoi sentire il resto?

Rune               (passeggiando nervosamente) Lo ucciderò

Ottavio           Ma non dire stupidate. Vuoi sfidarlo a duello? A cosa? A Cornate?

Rune               Esco, vado ad ammazzarlo…

Ottavio           Ma se non sai nemmeno chi è.

Rune               Lo scoprirò.

Ottavio           Sapere il nome, questa è la prima cosa da fare. Poi vedere se è il caso di ucciderlo a cornate o solo di ferirlo. Fossi in te insisterei con Adele.

Rune               Dice che non sa il nome ed è evidentemente la verità. Adele non è il tipo che sa mentire. Non ne ha neanche la fantasia.

Ottavio           Stando a ciò che dice, le è stata usata violenza, si tratterebbe quindi di un bruto.

Rune               Piuttosto, tu potresti farmi un favore.

Ottavio           E sarebbe?

Rune               Fai un salto a Bathville a indagare, scopri  con chi se la faceva mia moglie, con chi si è vista nel pomeriggio di ieri…

Ottavio           Non sono capace. Non ho la stoffa dell’investigatore e poi sono più utile qui.

Rune               Si a scrivere poemi cretini.

Ottavio           (illuminandosi) Aspetta, aspetta: che idea! Potresti incaricare un’agenzia investigativa. Magnifico! C’è un’investigatriceche mia moglie conosce: Isabella Moller.

Rune               Una donna?

Ottavio           Che c’è di male? Per questo genere di cose va meglio una donna. Le donne sono curiose, pettegole… questa poi è una pettegolona….

Rune               La conosci?

Ottavio           No, la conosce Olga. Stanno sempre insieme.

Rune               Se è così…

Ottavio           E ti dirò di più: è l’unica amicizia che io consento a mia moglie, appunto perché si tratta di una donna, una che per giunta lavora. Ah, io sono prudente e ricordati, mai permettere a una moglie amicizie maschili. E’ una mia norma inderogabile e mi sono sempre trovato bene.

Rune               Allora potresti parlare tu con questa signorina Moller.

Ottavio           Per carità! Olga è gelosa come una tigre. Mi vieta assolutamente di conoscere le sue amiche. 

Rune               (sfoglia una guida telefonica) Ecco qua: Moller Isabella, investigazioni. Rapidità, precisione, discrezione. Informazioni matrimoniali, patrimoniali, commerciali, atomiche. Corrispondenti ovunque.

Ottavio           Telefonale tu.  Io intanto cercherò di captare qualcosa di Adele nel caso si confidi con la madre e con Olga.

Si sente bussare alla porta.

Iolanda           (da fuori) Si può?

Rune               Sono loro. Tu nasconditi, io le lascerò sole. (Ottavio si nasconde dietro a un mobile) Avanti!.

 

(entrano Iolanda, Adele e Olga portando vassoi e stoviglie. Le ultime due si mettono ad

apparecchiare sopra a un tavolino.

Iolanda           Silvio, mangia un boccone. C’è un po’ di pollo e dei cornetti… (accorgendosi della gaffe) all’olio.

Rune               Di cornetti ne ho fin sopra i capelli. Abbiate almeno il buon gusto di evitare certi contorni.

Iolanda           Mangia qualche altra cosa.

Rune               Non mangio.

Olga                Ottavio dov’è?

Rune               E’ uscito per una commissione. Mangiate pure voi.

Iolanda           Io, lo sai, quando ho un’emozione, devo per forza mangiare.

Rune               Buon pro le faccia. Io vado di la; ho da fare. (esce in camera da letto portandosi dietro il telefono)

Iolanda           (brusca alla figlia) Tu non mangi?

Adele              Non ho fame.

Iolanda           (mangiando) Ripeto, condanno altamente la tua infedeltà. Una donna cresciuta con i più rigidi principi, quella che io credevo un giglio, fare una cosa simile. Non me lo sarei mai aspettato. E pensare che io ero orgogliosa della tua ingenuità. Bella ingenuità, s’è visto, alla prima occasione… Vergogna, vergogna. E poi potevi anche fare ameno di spifferare tutto. Almeno quello!

Olga                Conosco tante di quelle donne che fanno altro che questo, ma si guardano bene dal raccontarlo.

Adele              Si vede che al marito non viene questa malattia.

Olga                Possibile che non ti entri in testa che le corna di tuo marito non hanno niente a che vedere con il tuo tradimento? E’ una malattia che gli sarebbe venuta comunque. Staremmo freschi se le corna dovessero spuntare per infedeltà.

Luisa               (entrando dalla cucina con una scodella di brodo) Vero.

Adele              E che ne so io? Sento dire mettere le corna, mettere le corna e ho creduto che fosse colpa mia.

Iolanda           Ti sapevo ingenua, ma non fino a questo punto!

Adele              Io sono sicura invece che un rapporto c’è. Persino l’ora coincide. Mentre gli spuntavano le corna io…

Iolanda           Taci! Non voglio sentire queste porcherie. Non hai neanche un minimo di pudore.

Adele              (piangendo) Ma non è stata colpa ma, io non volevo… ho lottato. Mi sono difesa.

Iolanda           Dicono tutte così. Vergogna.

Adele              Volevo solo dimostrarti che sono io la causa della malattia di Silvio.

Nel frattempo entra Pasquale che, non visto si siede in disparte, nell’ombra.

Luisa               Che idee! Ho messo tante di quelle corna a mio marito e mai, mai, gli è spuntato qualcosa in testa.

Iolanda           Brava svergognata. Fa anche di queste cose eh?

Luisa               Cosa vuole, d’estate molti signori restano soli e io devo fare i servizi negli appartamenti.

 

Iolanda           Svergognata! (Luisa offesa se ne torna in cucina, mentre Pasquale si prende la testa tra le mani)

                        Del resto, noi diciamo che non c’è rapporto fra la malattia e l’infedeltà, ma chi può saperlo? La scienza ammette la telepatia, l’autosuggestione che può persino avere effetti anche sul fisico. Per telepatia uno avverte l’infedeltà e per autosuggestione gli spuntano le corna.

Olga                (allarmata) No eh? No! Non mi metta questa pulce nell’orecchio. Meno male che mio marito non ha la telepatia, se no a quest’ora dovrebbe avere in testa un bosco.        

Sussulto di Ottavio dietro al mobile.

Iolanda           Come?… Anche tu…
Olga                Signora, chi è senza peccato… Non vorrà farmi credere che lei…

Iolanda           Dio! Che mondo! (scappa in cucina con le mani nei capelli. Olga le va dietro cercando di giustificarsi. Adele le segue )

Ottavio esce da dietro il mobile e si accascia su una poltrona. Sia lui che Pasquale cominciano a

gemere.

Dalla porta dell’anticamera si affacciano Valem e Hauffmann.

Valem             Pst! Pst! Portiere? Novità?

Pasquale          (gemente) Abbiamo anche noi le corna.

Valem             Ma è spaventoso! In questa casa hanno tutti le corna…

Hauffmann     Lo dicevo io che è un male contagioso. Sarà meglio che ce ne andiamo.

Valem             E in fretta anche!

Hauffmann     Senta, portinaio, dica a sua moglie che con questa storia della malattia, stamattina non è venuta a farmi i soliti servizi. (alto gemito di Pasquale, mentre i due si ritirano)

Rune               (rientra col telefono) Ho telefonato alla Moller incaricandola di indagare con chi se la faceva mia moglie. Lei mi ha richiamato dicendomi che sarà qui tra poco con notizie importanti che ha avuto dal suo corrispondente a Bathville. E tu? Hai saputo qualcosa?

Ottavio           (affranto) Si.

Rune               E che cosa?

Ottavio           Che ho anch’io le corna.

Rune               Si, va beh, ma delle mie cos’hai saputo?

Ottavio           Adesso, se permetti, mi devo occupare delle mie. Pensare che io mi facevo scrupolo di parlare con la Moller. Ah, ma mi vendico, oh se mi vendico. Le renderò la pariglia.

Suonano alla porta.

Pasquale          (s’affaccia sempre più affranto) C’è di là la signorina Moller.

Ottavio           Capita a proposito! Ci parlo io. Mi vendicherò con la sua migliore amica. (va a mettersi in ordine davanti allo specchio) Se ne accorgerà la mia signora moglie, quando mi ci metto… Nessuno scrupolo. Tu va di la a metterti qualcosa in testa. Intanto io mi cucino la Moller. (Rune via)

Moller             (da fuori) Permesso?

Ottavio           (girandosi) Avanti, avanti, signorina. (resta di sasso scoprendo che Moller è un omaccione) Ma… la signorina Moller?…

Moller             Sono io. Ho adottato un falso nome per investigare meglio, senza essere riconosciuto e confondere le idee dei malviventi. Un travestimento perpetuo. Sia sincero, chi potrebbe supporre che sono la signorina Moller?

Rune               (entrando) Veramente mi ero rivolto a lei pensando che una donna fosse più adatta.

                        Ma ormai… Ah, non si meravigli se mi trova in cilindro; stavo vestendomi per andare a un matrimonio.

Moller             L’avevo subito intuito. (nota che Ottavio se ne sta ancora impalato a bocca aperta)

                        Ma che cos’ha il signore?

Rune               E’ mio fratello. Su, su, Ottavio, non è niente.

Ottavio           Eh, come?… Ah, si… la signorina…

Rune               Dunque, ha saputo qualcosa?

Moller             Tutto. Nel pomeriggio di ieri, sua moglie è uscita dal villino di Bathville, dicendo alla cameriera che andava ad imbucare una lettera, poco dopo è stata vista salire sull’auto di uno sconosciuto che si è diretta verso la pineta. L’ha vista un certo Asdrubale, mio corrispondente a Bathville. Quindi è evidente che i due erano già d’accordo. La signora è rientrata dopo un paio d’ore, piuttosto agitata e in disordine, non so se rendo l’idea… Poi stamattina è corsa a prendere il treno, dicendo che veniva da lei.

                        A questo punto, bisogna identificare l’automobile. Mi è stata descritta come facilmente riconoscibile.

Rune               Cioe?

Moller             Era verniciata a losanghe gialle e rosse, molto vistosa. Fra la sue conoscenze, c’è nessuno che abbia un’auto simile?

Rune               Che io sappia, no.

Moller             Lo immaginavo. Identificata l’auto, identificheremo anche il proprietario, sempre che non sia un’auto rubata.

Rune               E’ quello che lei deve farmi sapere al più presto. Arrivederci. (via in camera sua)

Moller             (a Ottavio che lo fissa imbambolato ) Suo fratello mi sembra un po’ alterato. Non vorrei che facesse qualche pazzia. Lo tenga d’occhio. Sa, anche il fatto che cominci a vestirsi partendo dal cappello…

Ottavio           (sbotta minaccioso riprendendosi e avanzando verso di lui) Sono cose che non la riguardano!

Moller             ( arretrando intimorito) Questa mi sembra una casa di matti.

Ottavio           Piuttosto, signorina Moller, devo parlarle di una faccenda mia personale.

Moller             Ora mi scusi ma debbo andare, ho un appuntamento. Si rivolga al mio ufficio e ne parli con mia moglie, il capitano Klavienback. Riverisco. (via di corsa)

Ottavio           (rimasto solo) Ecco chi era, la signorina Moller! E io che mi fidavo! (imitando la moglie) “Ho un appuntamento alle cinque con Isabella”… Svergognata, ah ma adesso mi sentirà! (chiama) Olga! Olga!

Iolanda           (entrando) Olga è uscita. Mi ha incaricato di dirle che andava a prendere il tè con un’amica, una cera Isabella. Tornerà per cena. (esce)

Ottavio si accascia su una poltrona. Dopo qualche istante entra il portinaio scortando l’avvocato

Kaslar. Rune esce dalla sua camera con la testa fasciata.

Kaslar             Beh? Che ti è successo?

Rune               Emicrania. (gli consegna un foglio) Ecco la testimonianza per la tua fidanzata.

Kaslar             Oh grazie, ma non serve più. Ho sistemato tutto: fra mezz’ora ci sposiamo.

Rune               Io invece mi separo.

Kaslar             Come mai?

Rune               Poi ti spiego, adesso scusa un momento. (torna in camera sua)

Ottavio           (avvicinandosi timidamente a Kaslar) Per favore, avvocato, dopo che avrà parlato con mio fratello, ho bisogno anch’io di lei. Mi separo. (esce)

Pasquale          (anche lui timidamente) Avvocato, dopo che ha parlato con i due fratelli, ho bisogno anch’io di lei. Mi separo.

Kaslar             Anche lei!? L’istituto matrimoniale è in completo sfacelo! Si separano tutti. Beh, fortuna che c’è anche chi si sposa.

Amand            Permesso? (poi, bonariamente, dirigendosi verso la stanza di Rune) Dov’è il nostro malato?

Pasquale          (parandoglisi davanti) Alt! C’è prima il signore.

Amand            (stupito) Ma io sono atteso dal professore.

Pasquale          Anche il signore è atteso. Tutti siamo attesi. E il signore è arrivato prima di lei.

Amand            Ma io sono stato chiamato.

Pasquale          Anche il signore è stato chiamato.

Amand            Ma…

Pasquale          Non c’è ma che tenga. Aspetti il suo turno. (entra in camera di Rune e chiude la porta in faccia al medico)

Kaslar             (dopo qualche attimo di silenzio) Scusi, anche lei è qui per la faccenda…

Armad            Delle corna!

Kaslar             Beh, un’espressione un po’ brutale, comunque…

Amand            Comunque esatta.

Kaslar             Non si può certo negare. (dopo una pausa) E, se non sono, indiscreto… chiamato dalla moglie di lui?

Amand            No, no. Da lui.

Kaslar             Allora io mi ritiro.

Armad            (stupito) Perché? Anche lei…

Kaslar             Anch’io. Chiamato da lui per la stessa ragione. Ma dal momento che ha chiamato un altro…

Amand            No, no, mi ritiro io, caro collega.

Kaslar             Ma, scusi collega… Anzi, scusa, possiamo darci del tu? Forse il professore vuole consultarci entrambi.

Amand            Io non capisco, certi comportamenti, il professore poteva almeno avvertirmi. Per correttezza.

                       

Kaslar             E’ quello che dico anch’io, e ti confesso che non sono meno seccato di te.

Amand            Tanto più che, d’accordo con lui, ho chiamato un altro collega che sarà qui tra poco.

Kaslar             Meglio. Saremo in tre. Comunque, tu come la vedi la faccenda? A me sembra piuttosto grave.

Amand            Indubbiamente. Credo che l’unica cosa sia un intervento chirurgico.

Kaslar             (sorpreso) Un intervento chirurgico?

Amand            E che altro vuoi fare?

Kaslar             (guardandolo come si guarda un matto) Ma tu scherzi, collega, qui l’unica cosa è una separazione legale.

Amand            Adesso sei tu che scherzi, cosa c’entra la separazione con le corna?

Kaslar             C’entra e come! Se due non si separano in questi casi, vorrei sapere quando dovrebbero farlo!

Amand            Questi sono ragionamenti da donnicciole!

Kaslar             Ragionamenti da donnicciole saranno i tuoi! E ti prego di misurare i termini. Oltretutto un intervento sarebbe una cosa inumana, da medioevo. E via dove siamo?

Amand            Inumano sarebbe farli separare. Questa si che è roba da medio evo. Insisto: bisogna tagliare!

Kaslar             Ma che cosa gli vorresti tagliare?

Amand            Le corna.

Kaslar             E dici donnicciola a me? Ma tu sei un pazzo! Uno ha le corna e tu gliele vuoi tagliare? Ma che modo di ragionare è?

Amand            Ma che modo di ragionare è il tuo? Siccome ha le corna, facciamolo separare dalla moglie!

Kaslar             Ma è naturale!

Amand            Ma la moglie non c’entra niente.

Kaslar             Ma sentilo! Non c’entra. E chi vuoi che gliele abbia messe?

Amand            Oh, questo è un linguaggio indegno di un uomo di scienza. (per tagliar corto uscendo dalla porta centrale chiama) Signora Iolanda!

Kaslar             Uomo di scienza? E cosa c’entra?

Pasquale          (entra annunciando il nuovo venuto) Il professor Kalin. (esce)

Kaslar             Caro professore, come mai qui?

Kalin               Caro avvocato, come vede siamo destinati ad incontrarci. Sono qui per un consulto per questo curioso affare delle corna.

Kaslar             (scoppia a ridere) Questa è bella! Hanno scomodato persino un famoso chirurgo. Per tagliare le corna, scommetto?

Kalin               Piano. Per vedere se la cosa è fattibile. Lei capisce che in un caso nuovo come questo, bisogna andar cauti.

Kaslar             (divertito) Ma che nuovo? E’ vecchissimo! Sono corna, metaforiche, ma corna.

Kalin               Ma come sarebbe a dire?

Kaslar             Ma si, la moglie ha tradito il marito, ecco tutto.

Kalin               Ma è sicuro?

Kaslar             Oh, mi ha telefonato lui stesso per la separazione.

Kalin               E chiamano me per un consulto? Ma lei è sicuro di non sbagliarsi?

Kaslar             Professore, lei mi conosce da anni.

Kalin               Allora me ne vado.

Kaslar             Si, è inutile che perda  tempo qui.

Kalin               Non capisco il dottor Amand; è stato lui a pregarmi di venire qui.

Kaslar             Ah, quello che era qui è un medico? L’avevo preso per un legale. Beh, caro professore, è anche lui vittima di un equivoco. Ha parlato con me, gli ho spiegato la cosa. Che vuole, capita che certe cose portino un certo scombussolamento nelle case.

Kalin               Ma guarda che gente. Beh arrivederci, avvocato.

Kaslar             Arrivederci, professore.  (resta solo a scuotere la testa divertito))

Dopo qualche attimo, dalla camera da letto esce Pasquale che fa segno a Kaslar di entrare.

Contemporaneamente, rientra Amand.

Amand            (borbottando fra se) Io non ci capisco più niente. La suocera dice che ci sono delle complicazioni ma non vuol dire quali, l’ammalato non si fa vedere. E io che contavo di risolvere tutto con un piccolo intervento chirurgico…

Pasquale          Ma che intervento! Voi medici fate le cose troppo semplici: ci vuol ben altro.

Amand            Che troppo semplici? La scienza…

Pasquale          Qui la scienza è impotente. Il marito vuol separarsi dalla moglie…

Amand            Ma lei è un pazzo! Questa è grossa! E già, questo è quello che capita a rivolgersi a dei somari, come quello che c'era qui prima e che gli ha messo in testa questa bella idea. Gli avrà fatto balenare l’idea di una guarigione col rimedio empirico di separarsi dalla moglie. Ma si può essere più deficienti? Io mi domando e dico: come può un uomo colto, intelligente come il professore, credere che vi sia un rapporto fra il suo male e gli atti di sua moglie?

Pasquale          Ma è la moglie che lo ha creduto. Ma si, la moglie credendo di esser la causa della malattia, gli ha confessato di averlo tradito.

Amand            Ma che sciocca.

Pasquale          E anche puttana.

Amand            Questo va da se…. Ma allora non è per le corna che vuole separarsi?

Pasquale          Si è per le corna, ma non per quelle vere, per quelle metaforiche.

Amand            (spalancando le braccia) Comunque per quelle immaginarie io non ho rimedio. (guarda l’orologio) Strano, il professor Kalin è in ritardo.

Pasquale          Non è affatto in ritardo. E’ venuto, ma l’avvocato l’ha mandato via.

Amand            Che pasticcio, dovrò combinare un nuovo appuntamento per il consulto. Avverta la signora Iolanda che torno domani. (esce seguito da Pasquale)

Rientrano Rune e Kaslar, Rune ha in mano la confessione della moglie.

Kaslar             Vedi, Silvio, non devi drammatizzare. A volte le donne scrivono certe cose per ingelosire.

Rune               Beh, tu prepara le carte necessarie… Oh, un’altra cosa: che condanna rischio se ammazzo l’amate di mia moglie?

Kaslar             Ma non dirlo neanche per scherzo! Come avvocato, a me converrebbe anche, figurati che chiasso. Ma, come amico, ti dico: non farlo.

Rune               (estraendo di tasca una pistola) Insomma, cosa  rischio?

Kaslar             (spaventato alla vista dell’arma) Ma… dipende… Ce l’hai il porto d’armi?

Rune               No.

Kaslar             Ecco, lo vedi? Ti metteresti in un bel guaio. Dai metti via quell’affare. E’ carica?

Rune               Oh! Ha il pallottola in canna.

Da questo momento Rune, sbadatamente punta la pistola in direzione di Kaslar, il quale comincia a

saltellare per la stanza per togliersi dalla linea di tiro. 

Kaslar             E puntala da un’altra parte disgraziato!… No, non dalla mia parte… Dai mettila in tasca, porco Giuda!

Rune               Mi raccomando: non parlarne con nessuno.

Kaslar             Figurati. Dai, metti via quel coso.

Rune               (rimette la pistola in tasca) Ecco fatto, contento?

Kaslar             Eh, direi…

Rune               Non voglio far sapere i fatti miei al dottor Amand, che tra l’altro dovrebbe essere qui a momenti per mia moglie che non sta bene. Quindi, ti prego, acqua in bocca.

Kaslar             Si però ho l’impressione che il dottore abbia già subodorato qualcosa. Mi ha fatto una strana impressione… Dev’essere un imbecille. Figurati diceva di essere venuto per tagliarti le corna.

Rune               Avrà scherzato.

Kaslar             Macché, insisteva. Abbiamo persino avuto uno scontro verbale!

Rune               Oh, ma che cretino!

Kaslar             (ridacchiando) Pensa che aveva anche fatto scomodare il professor Kalin, sai il famoso ortopedico.

Rune               (ridacchia forzatamente) Oh, ma che idiota!

Kaslar             (ridacchiando) Per fortuna ho visto il professore e l’ho mandato via.

Rune               (troncando la risata e fulminandolo con lo sguardo) Che cosa? L’hai mandato via?

Kaslar             Certo. Gli ho spiegato che era tutto un equivoco e che poteva andarsene.

Rune               (arrabbiato) Sei un intrigante! Ma di che cosa t’impicci tu?

Kaslar             Scusa, ma cosa c’entra…

Rune               (urlando) Levati dai piedi! Fuori di qui! (Kaslar via di volata inseguito da Rune)

Amand            (rientra dalla camera di Rune)

Rune               Non ho voluto far sapere all’avvocato di questo mio male.

Amand            Ma credo che già lo sappia: era qui per farla separare da sua moglie.

Rune               No, no, non sa niente. Ha persino mandato via il professor Kalin.

Amand            Poco male, fisserò un nuovo appuntamento.

Rune               Senta, io ho fretta, devo liberarmi di questo male al più presto. La prego lo vada a cercare.

Amand            Vado, vado. Spero di riuscire a trovarlo. Dio, che giornata. (via)

Iolanda           (entra guardinga) Beh?

Rune               Beh, cosa?

Iolanda           Come cosa?

Rune               A quale delle mie disgrazie allude? Se allude alla salute, il consulto non è ancora stato fatto. (dall’interno della casa si sente un mesto suono di pianoforte.) Chi è che sta suonando?

Iolanda           E’ Adele.

Rune               Disgraziata! Suona “La preghiera di una vergine” (poi urlado) Basta! (il suono smette di colpo)

Iolanda           Silvio, devi credermi, Adele è incapace…

Rune               Oh! Si è visto!

Iolanda           Forse tu l’hai suggestionata, le hai strappato una confessione…

Rune               Strappato? Io non le ho strappato niente; l’ha fatto di sua spontanea volontà.

Iolanda           Silvio, non ti alterare. Adele è talmente ingenua, che forse l’ha fatto senza accorgersene…

Rune               Si, senza accorgersene; ma non mi faccia ridere. Piuttosto la smetta di tenerle bordone.

Iolanda           (indignata) Silvio! Come puoi pensare una cosa simile di me e di quell’angelo?

Rune               Uh… (istintivamente le va incontro a testa bassa, ha inizio così una breve corrida, con Iolanda che si toglie lo scialle e s’improvvisa matador)

Iolanda           Silvio, ti scongiuro… olè… calmati… olè.

Rune               (si ferma ansante) Bello scherzo che m’ha fatto quell’angelo…

Iolanda           Ti giuro, guarda, ci metterei la mano sul fuoco. Non può essere come credi tu…

Rune               Ma abbia almeno il buon gusto di tacere. La villeggiatura eh? Il ballo, i divertimenti, e al marito si fa questo bel servizio. Vergogna. Vergogna. Io qui, in città, a lavorare, solo, costretto a farmi fare i servizi dalla portinaia.

Iolanda           Ah, la portinaia ti faceva i servizi è?

Rune               Certo. Ero solo come un cane.

Iolanda           E allora, quando ci si fare i servizi dalla portinaia, non si ha il diritto di alzare la voce in questo modo. (volta le spalle ed esce impettita dal centro)

Rune               (stupito, verso il pubblico) Ma quella li è scema. (suona il telefono. Va a rispondere)

                        …Cosa?… Vengo subito. (corre in camera sua)

Scena vuota per qualche istante.

Rune               (Rientra, indossa un lungo mantello e si sta infilando in tasca una pistola. Esce dall’anticamera sbattendo la porta)

Adele              (entra attratta dal rumore) Ma che cosa? (corre alla finestra) Silvio! Silvio! Dio, l’automobile a losanghe gialle e rosse…

Iolanda           (accorre, entra dal centro, Ottavio entra dall’anticamera) Adele cosa succede?

Ottavio           Silvio è giù alla porta!

Pasquale          (entra dall’anticamera) E’ uscito con una rivoltella!

Ottavio           (allarmato) C’è giù l’amante di Adele! E’ andato ad ammazzarlo! (via di corsa)

Iolanda           Ah! (sviene)

Dal basso si sente una forte detonazione.

SIPARIO


Terzo atto

Moller è al centro del salotto, in parte seduti, in parte in piedi ci sono Ottavio, Olga, Iolanda,

Pasquale, Luisa, Valem e Hauffmann. Moller procede agli interrogatori.

Moller             Allora, ricapitoliamo: ieri, dopo qualche ora dalla scomparsa del professore il signor Ottavio ha ricevuto una telefonata dal professore, che diceva?

Ottavio           Era agitatissimo, l’unica cosa che è riuscito a dire è stata: “sono stato rapito dall’amante di mia moglie e m’hanno chiuso…” poi la comunicazione è stata interrotta.

Luisa fa per uscire ma Moller le sbarra il passo.

Moller             Vorrei che restasse qui, sa, io sono amante della compagnia.

Luisa               Ma c’è già tanta gente qui…

Moller             Si, ma voglio anche lei.

Luisa               Non penserà che io sia complice vero?

Moller             E chi lo sa? Lei dice di essere la moglie del portiere, non è così?

Luisa               Non è che dico, sono la moglie del portiere.

Moller             Questo si vedrà. Intanto tutti e due non eravate al vostro posto quando è successo il fatto.

Luisa               Per forza: eravamo qui. Questo non significa essere complici.

Moller             Non lo so. Un complice deve esserci. Non si rapisce un uomo davanti a casa sua in centro città, in pieno giorno senza che ci sia un complice. E costui dev’essere tra noi. E forse so già che è. (fissa Ottavio)

Ottavio           Perché guarda me? Non penserà che sia io il complice; io sono il fratello del professore!

Moller             Questo non significa nulla. Vede, io sono un inguaribile curioso vuole dirmi cosa ha fatto nella giornata di ieri?

Ottavio           Anch’io sono un inguaribile curioso; vuol dirmi cos’ha fatto lei e con chi si è visto?

Moller             Non cerchi di svicolare, risponda alla domanda.

Ottavio           Sono rimasto qui tutto il giorno, anche perché volevo parlare con l’avvocato di mio fratello, per una faccenda che riguarda anche lei, signorina Moller.

Moller             Questo non c’entra.

Ottavio           Questo lo dice lei. Comunque l’avvocato se n’è andato prima che potessi parlargli, quindi sono uscito per andare al suo studio. Purtroppo non c’era: era andato a sposarsi, così mi hanno detto. Quando sono tornato qui, davanti a casa c’era la macchina a losanghe gialle e rosse, proprio come quella che lei aveva descritta. Mi è preso un colpo. Il rivale era lì. Guardo dentro e c’erano il guidatore e un altro tizio. Allora mi precipito di sopra con l’ascensore per avvertire Silvio, ma non l’ho incrociato, evidentemente lui nel frattempo era sceso per le scale.

Moller             E non poteva invece avvertire me?

Ottavio           No. Perché lei in quel momento aveva un importante sopralluogo… so io con chi.

Moller             E cosa è avvenuto dopo il suo arrivo?

Ottavio           Saputo che mio fratello era uscito con una pistola ho fatto per inseguirlo, ma ho preso uno scivolone e sono finito lungo e disteso. Il resto non ho potuto vederlo.

Moller             Molto comodo.

Ottavio           Mica tanto.

Olga                Il resto l’abbiamo visto noi.

Moller             (sciogliendosi in un sorriso mellifluo) Un momento, signora. Freni la sua deliziosa impazienza. (rivolto a Iolanda) Signora?…

Iolanda           Iolanda Kador, vedova del giudice Kador e suocera del professore. Ho sentito delle grida e sono accorsa anch’io, poi quando ho saputo della rivoltella, sono svenuta.

Moller             Molto comodo.

Iolanda           Mica tanto.

Olga                Posso adesso?

Moller             (sciogliendosi in un sorriso mellifluo) Prego, dica pure.

Ottavio           Di come hai passato il pomeriggio… e con chi!

Moller             Questo non interessa.

Ottavio           Interessa a me!

Olga                Dopo un giro di commissioni, sono rientrata e sulle scale ho incontrato Silvio che correva giù. Quando sono rientrata in casa, sono corsa alla finestra; Silvio era scomparso e l’auto a losanghe si allontanava a gran velocità e ho visto Adele che cercava di inseguirla.

Moller             (pensoso) A gran velocità. (poi a Hauffmann e Valem)  E lor signori cos’hanno da dirmi in proposito.

Valem             Siamo accorsi alle grida del signor Ottavio, poi all’improvviso abbiamo sentito una gran detonazione che veniva dal basso e mi sono detto: “sta a vedere che m’è scoppiato lo scaldabagno”. Siamo corsi giù ed era proprio cosi.

Hauffmann     Per fortuna non era il mio.

Moller             (pensoso) Il mio… (a nessuno in particolare) E la moglie del professore che cercava di inseguire l’auto, dov’è adesso?

Iolanda           Non è ancora tornata, povera figlia mia… (piange)

Ottavio           Macché povera e povera: non vi accorgete che con la sua assenza si dimostra complice?

Iolanda           Lei non sa nulla; è innocente!

Ottavio           Si vede com’è innocente. Dov’è adesso?

Moller             Non capita spesso che si rapisca così un uomo. E poi a che scopo? Ucciderlo? Magari d’accordo con la moglie? Mi pare troppo romanzesco.

Iolanda           Mia figlia è assolutamente incapace di simili macchinazioni.

Luisa               Non lo credo neanch’io…

Pasquale          Zitta tu, che sei un demonio peggio di lei!

Ottavio           A meno che non vogliano ricattare mio fratello. Magari è caduto nel racket dei sequestri.

Olga                (a Moller, cinguettando) Per me quel figuro era qui per Adele…

Moller             Chiaro.

Olga                Non aveva nessuna intenzione di rapire il marito…

Moller             Lampante.

Olga                L’ha visto arrivare con una rivoltella e per difendersi, lui e l’autista l’hanno afferrato, spinto in macchina e portato via.

Moller             Evidente. Oppure si vorrà far firmare al professore una domanda di divorzio.

Olga                Ma sono sistemi da briganti!

Moller             Di questi tempi non c’è da meravigliarsi…. la letteratura gialla, il cinema, la televisione…

Ottavio           Il teatro…

Moller             No. Il teatro è innocente! I giovani dovrebbero andare meno al cinema e più a teatro.

Ottavio           Ma anche il teatro ha le sue colpe…

Olga                Ma vi pare il momento di fare una discussione sul teatro? Qui c’è condurre un’inchiesta sulla scomparsa del professore.

Ottavio           Per me il problema è molto semplice: basta trovare il nome del proprietario di quell’automobile; di automobili a losanghe gialle e rosse, mi sa che ce n’è una sola.

Moller             Ditemi almeno come comincia.

Ottavio           Cosa?

Moller             Il nome.

Ottavio           Se lo sapessimo, non ci saremmo rivolti certo a lei.  

Si sentono dei passi in anticamera.

Moller             (allarmato) Qualcuno è entrato in casa.

Rune               (entrando) Dov’è Adele?

Esclamazioni varie di meraviglia: Silvio! Professore! Eccetera.

Ottavio           Non c’è non è ancora rientrata.

Rune               E già, ha fatto il colpo in compagnia dell’amante e adesso si crede al sicuro. Ma il colpo non è riuscito.

Moller             La prego, racconti con ordine.

Rune               C’è poco da raccontare: s’è tentato di distruggermi moralmente. Di chiudermi in manicomio.

Moller             Ma è sicuro che sia stato l’amante di sua moglie? Lei potrebbe essere realmente pazzo. Certo che a me non sembra molto a posto.

Rune               L’automobile che mi ha portato in manicomio era quella di lui. E poi, come se non bastasse, mentre mi portavano via ho trovato fra i cuscini dell’auto un frammento di lettera. Eccola qua. Calligrafia di mia moglie. Legga.

Moller             “… t’amo tanto, penso sempre a te e ti aspetto. Mio marito è lontano…” Non c’è altro però.

Rune               E non le basta?

Moller             Nessuno ha dichiarato le proprie generalità al manicomio?

Rune               Macchè i due mi hanno scaricato e sono scomparsi mentre io urlavo e come un matto cercando di spiegare le mie ragioni. Per fortuna al manicomio c’era un medico che mi conosceva e, quando ci siamo incontrati, ho potuto spigargli tutto. Così m’hanno lasciato andare con mille scuse, ma vi assicuro che ho passato ore d’inferno.

Moller             Lo credo bene. Adesso bisogna rintracciare questo delinquente.

Rune               Mi affido a lei. Io ho bisogno di riposare cinque minuti. (si dirige verso la sua camera sua sorretto da Ottavio) L’investigatore sa della mia malattia?

Ottavio           No, non abbiamo detto nulla.

Moller             Signori, vi prego nessuno lasci questa casa: potrei ancora aver bisogno di voi.

Iolanda           E se passassimo di la a mangiare qualcosa? (avviandosi verso la porta centrale seguita dagli altri) Tutte queste emozioni m’hanno messo un appetito…

Buio e sipario per qualche istante.

Pasquale          (entra seguito dal professor Kalin) Prego, attenda un attimo.

Il medico si siede comincia a parlare tra se. Pasquale che stava per uscire si ferma ad ascoltare.

Kalin               Non so se credere al dottor Amand, che insiste che qui c’è un tale cui sono spuntate le corna o all’avvocato Kaslar, che ieri mi ha assicurato trattasi di corna metaforiche.
                        Del resto, per la sua serietà professionale e la sua fama, è al dottore che dovrei credere… Bah! Staremo a vedere.
Lamento di Pasquale. Kalin si volta.
Kalin               Beh, che cos’ha da lamentarsi tanto?
Pasquale          (piagnucolando) Che ho? Se proprio lo vuole sapere glielo dico subito caro signore. Ho le corna, ecco quello che ho.
Kalin               (si alza scrutandolo) Io non ne vedo.
Pasquale          E vorrebbe anche vederle? Sono corna metaforiche. Mia moglie mi ha tradito con l’inquilino del piano di sopra. L’ha confessato lei stessa a una signora, qui, in questa stanza, con me presente. (via singhiozzando)

Kalin               Aveva ragione Kaslar! Ma adesso vado a dirne quattro al caro dottor Amand. (fa per andarsene quando dal centro entra Moller)

Moller             Caro professore, qual buon vento?

Kalin               Cara signorina Moller, capita una cosa incredibile: in questa casa c’è un marito tradito…

Moller             Lo so.

Kalin               Pare che la moglie l’abbia fatto con l’inquilino del piano di sopra… E questo benedetto uomo si ostina a chiamarmi perché gliele tagli.

Moller             Ma è sicuro che si tratti dell’inquilino del piano di sopra?

Kalin               Pare che lo abbia confessato essa stessa. Del resto la cosa non m’interessa. Buongiorno. (via)

Moller             (fregandosi le mani) Siamo a cavallo. Tutto si spiega: l’auto sotto casa, le visite a Bathville… Adesso basta sapere il nome di questo inquilino. Niente di più facile: c’è il portinaio per questo. (sta per uscire, quando dal centro entra Ottavio)

Ottavio           (ironico) Signorina Moller, lei che è un così bravo investigatore…

Moller             Investigatrice, prego.

Ottavio           Come preferisce. Dovrebbe farmi il favore di indagare su una certa mia faccenda.

Moller             Dica pure.

Ottavio           Mi risulta che mia moglie ha un amante.

Moller             Ah!

Ottavio           Vorrei sapere chi è.

Moller             Lasci fare ha me. Ha qualche dato più preciso?

Ottavio           Pare si tratti di un farabutto. Imbecille, cretino, mascalzone, delinquente e rammollito!

Moller             Preziose indicazioni. Vedrò di rintracciarlo, ma prima devo sistemare le faccende di suo fratello, poi mi occuperò delle sue. Ho trovato l’anello!

Ottavio           Che anello?

Moller             Quello che mancava alla catena. Ora so tutto: l’amante di sua cognata è l’inquilino del piano di sopra.

Ottavio           Il barone Hauffmann?

Moller             Sa qualcosa di lui?

Ottavio           Non è che lo conosca bene ma, stando al portinaio, dev’essere un libertino. Pare se la faccia anche con la moglie del portinaio stesso.

Moller             Un mandrillo!

Ottavio           Un satiro.

Hauffmann     (s’affaccia dall’anticamera) Sono il barone Hauffmann. Come vanno le corna del professore?

Moller             (con un sussulto, a Ottavio) Mai vista una simile impudenza.

Ottavio           Mio fratello sa tutto.

Moller             Sappiamo tutto.

Entra Pasquale che si blocca alla vista del barone. Dietro di lui Kaslar.

Pasquale          So tutto.

Hauffman       Ma in questa casa tutti sanno tutto. Soltanto io non so niente! Volevo solo accertarmi se si attaccano, perché eventualmente cambio casa… (esce)

                       

Kaslar             (a Moller) Ho urgenza di parlare col professore, può lasciarmi la precedenza?

Ottavio           (a Moller) C’è sempre tempo per dargli una cattiva notizia, che ne dice signorina?

Moller             Direi di si. Potremmo andare una mezz’oretta al più vicino caffè.

Ottavio, distratto, offre il braccio a Moller e i due si avviano all’uscita.

Si sente il rumore della maniglia dalla camera di Rune.

Pasquale          (a Kaslar) Lei si ritiri pure, l’avvertirò io. (Kaslar in anticamera)

Rune appare in veste da camera, in una mano tiene il cilindro, nell’altra uno specchio nel quale si

Guarda. Non si avvede del portiere.

Rune               Sognavo di vedere questa testa incoronata con i segni del trionfo, baciata dalla gloria e invece…

Pasquale          (colpo di tosse per attirare l’attenzione) C’è l’avvocato Kaslar.

Rune               Che passi. (si mette in testa il cilindro)

Kaslar             (entrando) Ti devo chiedere scusa. Ieri non sapevo della strana malattia che ti ha colpito. Ora so tutto. Puoi anche toglierti il cappello.           

Rune               (esegue tristemente)

Kaslar             Coraggio, coraggio, amico mio, non abbatterti. Senti, Ho ripensato alla faccenda; in fondo non hai altra prova del tradimento che quella dichiarazione scritta.

Rune               E ti pare poco? E’ mia moglie che l’ha scritta e firmata.

Kaslar             Lo so, lo so e ha fatto malissimo. Se fossi stato presente, le avrei consigliato di non farlo.

Rune               Ma scusa, sei il mio avvocato o quello di mia moglie?

Kaslar             Tuo, naturalmente. Tua moglie non l’ho neanche mai vista. Ma appunto come tuo legale, ti sconsiglio di prendere decisioni affrettate. Io le donne le conosco a fondo. Tu sai benissimo che ho avuto un passato, anzi ho un presente, movimentato in fatto di donne. Ho uno stato di servizio invidiabile.

Rune               Ma non farmi ridere: sei l’uomo dei fiaschi.

Kaslar             Beh, non esageriamo…

Rune               Hai avuto più corna tu che…

Kaslar             Senti chi parla.

Rune               Il motto del tuo stato di servizio dovrebbe essere: di fiasco in fiasco.

Kaslar             Ma come? Ho la Revelli.

Rune               Si, l’unica donna che hai avuto.        

Kaslar             Non è del tutto esatto.

Rune               Lascia perdere. Piuttosto, perché volevi vedermi?

Kaslar             Ecco, forse tua moglie non è colpevole quanto credi. Bisogna vedere lo stato d’animo col quale si commettono certi passi falsi.

Rune               Vecchio luogo comune.

Kaslar             Ma no, stammi a sentire. Io amo pazzamente una donna, la Revelli. Bene, per vederla, fra andata e ritorno ho fatto duecento chilometri in automobile.

Rune               Sai che fatica, manco li avessi fatti a piedi.

Kaslar             Lasciami parlare. Quando sto per arrivare, vedo una bella donna che sgambetta per la strada. Il demone mi tenta. La invito a salire in macchina, lei accetta, attacco discorso e a un certo punto fermo l’auto e le do un bacio a tradimento. Perché? L’amavo forse? No. Così. Un impulso del momento. Ho forse tradito la Revelli? Ma neanche per sogno!

Rune               Questo non ha niente a che fare col caso di mia moglie, il tuo è stato un semplice bacio.

Kaslar             Si, ma solo perché la donna m’ha rifilato una tremenda sberla e se non ci fosse stata questa sua reazione non mi sari fermato a un semplice bacio. Ciononostante anche questo non sarebbe stato un vero tradimento.

Rune               Cavilli. Noi uomini crediamo sempre che i nostri non siano autentici tradimenti. Comunque non vedo cosa c’entra, questo tuo ennesimo fiasco, con la mia faccenda.

Kaslar             Difatti non c’entra. Volevo solo dimostrarti che si può commettere un cosiddetto tradimento, come l’avrei commesso io se non ci fosse stata la berla.

Rune               Ma siccome c’è stata, non l’hai commesso.

Kaslar             Ma l’avrei commesso, pur amando la Revelli come io l’amo, pur avendo fatto duecento chilometri…

Rune               In automobile.

Kaslar             In automobile, giusto. Ecco quello che volevo dirti: siamo fragili, illogici.

Rune               E tu anche un po’ cretino.

Kaslar             Non è che tua moglie brilli per eccessiva furbizia. L’hai visto tu stesso. E’ un’ingenua.

Rune               Cosa c’entra? In un uomo l’ingenuità è un ostacolo alle imprese galanti. In una donna le facilita.

Kaslar             Insomma, vedi di non fare una catastrofe per un errore che forse tua moglie ha commesso in chissà quali condizioni di spirito.

Rune               Non convinci nessuno. Dai, dammi le carte. Io mi separo.

Mentre Kaslar gli porge le carte e Rune fa per scorrerle, irrompono Ottavio e Pasquale.

Ottavio           Anch’io, avvocato, mi separo da mia moglie!

Pasquale          E io anche!

Kaslar             (si accascia su una poltrona e scoppia a piangere, tutti lo guardano stupiti)

Ottavio           Avvocato, cosa le succede?

Kaslar             (piangendo) Anch’io mi separo.

Rune               Di già? Ma se ti sei sposato ieri?

Kaslar             (c. s.) Mia moglie, non so come, ha saputo di una mia piccola infedeltà.

Ottavio           Ma anche lei, avvocato, tradire sua moglie il primo giorno di matrimonio!

Kaslar             (c. s.) Non eravamo ancora sposati. E’ stata una leggerezza: ho tentato di baciare una donna che mi ha anche dato una sberla, ecco tutto. Mia moglie l’ha saputo, ha avuto le prove e vuole separarsi perché crede il peggio.

Ottavio           E in che cosa consistono queste prove?

Kaslar             (c. s.) In una lettera diretta a me che dice: “Tua moglie è una sciocca che ti vuole tutto per se senza sapere che tu hai un altro amore” L’ho imparata a memoria.

Rune               Sai che sforzo.

Ottavio           E chi sarebbe questo altro amore?

Kaslar             (c. s.) Non lo so, ma è falso; io non ho che lei.

Adele              (irrompe trafelata. Rivolta al marito) Finalmente! E’ da ieri che ti cerco. Sapessi quanto ho sofferto!

Adele e Kaslar si guardano sbalorditi.

Adele              (puntando il dito) E’ Lui!

Kaslar             E’ lei! Lei è la mia salvezza. Venga, venga a raccontare a mia moglie come sono andate le cose.

Rune               Ma cosa state dicendo?

Kaslar             La donne della sberla. Andavo dalla Revelli che si esibiva a Bathville, ho visto questa donna e l’ho invitata a salire in macchina.

Adele              (con un filo di voce) E’ quello del tradimento.

Rune               Ma… ma.. come? Il tradimento?

Adele              (puntando il dito) E’ stato lui. M’ha dato un bacio a tradimento. Ho lottato. Ho reagito…

Kaslar             E’ tua moglie? (al cenno affermativo di Rune, si alza) Permetta, signora che mi congratuli per la sua condotta irreprensibile. (inchino e baciamano) Non sapevo chi fosse. Sono desolato. Ma è questo il tradimento che ha confessato a suo marito?

Adele              Certo, e quale se no?

Kaslar             Signora, lei manderebbe in galera un innocente!

Adele              Perché? E’ stato un tradimento quello che ho fatto. (al marito) Sono salita in macchina perché volevo impostare una lettera per te e avevo paura di non fare in tempo per la levata. Ma il bacio c’è stato e l’ora coincide con la tua malattia.

Rune               Ma non ho ricevuto nessuna lettera.

Adele              Lo credo bene, nella lotta questo signore l’ha strappata.

Rune               (ironico, traendo di tasca un pezzo di carta) E questo sarebbe un frammento? (legge)

                        “T’amo tanto, penso sempre a te e ti aspetto. Mio marito è lontano…”.

Kaslar             (gridando) Un momento! Forse ho il seguito, il frammento che mia moglie ha trovato nella macchina. (cava di tasca un altro frammento e legge) “…dall’immaginare d’essere l’unico scopo della mia vita, credimi, tua moglie è una sciocca innamorata che ti vorrebbe tutto per se, mentre tu hai un altro amore la…” Non c’è altro.

Rune e Kaslar avvicinano i frammenti)

Rune               Combaciano perfettamente e la calligrafia è quella di mia moglie.

Ottavio           E chi sarebbe “l’altro amore”?

Adele              (toglie dalla scollatura un altro frammento) Questo è quello che mi è rimasto in mano. (legge) “la scienza!”

Rune               (abbracciandola) No, amore mio, la scienza viene dopo di te. (poi sciogliendosi dall’abbraccio, rivolto a Kaslar) Cosi l’automobile di stanotte…

Kaslar             E’ la mia, l’avevo messa a disposizione del dottor Riccardi perché ti mandasse a prendere dai suoi infermieri.

Rune               Ti sapevo scemo, ma non fino a questo punto.

Kaslar             Ti credevo impazzito. Scusa, non sapevo che avevi le corna.

Rune               Abbiamo fatto tutto ‘sto cancan per niente.

Kaslar             Proprio così.

Rune               Con te poi, faremo i conti.

Kaslar             Ho già preso una bella sberla, mi pare che basti.       

Adele              Ma allora come ti sono spuntate se il mio non è stato un tradimento? (in tono accusatorio) Allora tu hai un’altra donna!

Kaslar             Ma no, cerchi di capire: suo marito ha le corna per predisposizione naturale.

Rune               Deficiente!

Kaslar             Beh, io vado, qui non servo più. Con permesso. (via)

Rune               Bambina mia, mi hai fatto tanto soffrire. (abbraccio)

Adele              E’ da ieri che non faccio che piangere.

Rune               Adesso vai, vai a tranquillizzare tua madre. (Adele via dalla porta centrale)

Moller             (con tono cospiratorio) La sua signora moglie, con la scusa dell’ingenuità ne fa di tutti i colori.

Rune               Ma non dica stupidate. Si è chiarito tutto: mia moglie è innocentissima.

Moller             Ah si? Beh, allora le dirò quello che ieri ho taciuto per non amareggiarla maggiormente.

Rune               Cioè?

Moller             Sua moglie ha una relazione fissa: un amante. Un tale che nottetempo è stato visto introdursi nel villino di Bathville.

Rune               Lo so. Ci andava per la cameriera.

Moller             Per la cameriera ci andava un altro. Orge. Orge addirittura. Sua moglie e questo tale sono stati visti dalla finestra, abbracciati. Neanche si curavano di tirare le tende.

Rune               Ma è sicuro? Non è che sbaglia villino?

Moller             Ma si figuri.

Rune               Si tratterà della zia di Adele.

Moller             No, no e no. Se le dico che è stata vista… Ho segnato tutto, so perfino quante volte sua moglie l’ha ricevuto. (estrae un taccuino) Una prima volta il sei luglio. Poi la notte del tredici, poi il venti.

Rune               Ma quello ero io! Ma che cretinate mi sta raccontando?

Moller             Come? Ma se ho saputo perfino che  è il barone Hauffmann!

Rune               Ma mi faccia il piacere. Hauffmann, non si muove mai da casa sua. Ha già dei guai a stare in piedi.

Moller             (avvilito)  Ma così lei demolisce tutto il mio lavoro.

Amand            (entra seguito da Kalin) E’ Permesso? (poi entrando rivolto a Kalin) Vedrai se ha le corna o no.

Rune               Purtroppo, le ho.

Moller             Ma no che non le ha!

Kalin               Visto? Non le ha.

Amand            (togliendo il cilindro a Rune) E queste cosa sono?

Kalin               Mi arrendo all’evidenza, le ha!

Moller             (sbalordito) Ma… ma… le ha!

Amand            Giudicate voi se sono vere o metaforiche.

Rune               Queste sono vere, però, in questa casa c’è anche uno che le ha metaforiche.

Ottavio           (patetico) Eccome.

Amand            (ridendo) Quello è il portinaio.

Ottavio           Io non capisco questa ilarità per le corna del portinaio.

Rune               Signori, bando alle ciance: io ho fretta di liberarmene.

Kalin               Per quel che mi riguarda sono pronto a operare in qualsiasi momento.

Rune               Subito. Non aspetto altro. (medici e Rune via nella stanza del professore)

Dalle altre stanze rientrano Iolanda, Adele, Olga e i due portinai.

Moller             Sst! (indicando la camera di Rune) C’è il professore.

Tutti tendono l’orecchio ansiosi. Moller dopo un attimo va a guardare dal buco della serratura.

Moller             Il chirurgo s’è messo il camice e si sta lavando le mani… Anche Amand si è messo il camice e prepara i ferri… Il chirurgo esamina i ferri.

Ottavio           Mi farò regalare da Silvio uno dei suoi corni, lo monterò in oro e lo terrò come portafortuna.

Olga                Pensa che per il tuo compleanno volevo regalarti un orologio ma, visto che ci tieni tanto, invece dell’orologio ti farò un corno.

Ottavio           Grazie, ma dei tuoi ne ho già abbastanza.

Moller             Il chirurgo impugna una sega lunga mezzo metro…

Dopo qualche attimo si sente il cra cra di una sega.

Adele              (impaurita) Gliele stanno tagliando…

Ottavio, Kaslar e il portiere alzano gli occhi al cielo esclamando in coro: Beato Lui! 

SIPARIO