La moglie, l’amante e… il monsignore

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“LA MOGLIE, L’AMANTE E…IL MONSIGNORE”

“LA MOGLIE, L’AMANTE E…IL MONSIGNORE”

Commedia comica in due atti di ROBERTO FERA

C’è talmente tanto bisogno di amore nel mondo, che certe donne amano persino il proprio marito !

                                                                                               Pitigrilli

Personaggi :

Franco Campogallo-il banchiere

Silvana-sua moglie

Ortensia-la cameriera

Ettore-l’amante di Silvana e il nipote di Monsignor Maini

Monsignor Maini

Enrica-la zia di Franco

Corinne-la cocotte

La scena si svolge nei primi anni cinquanta nell’appartamento del banchiere Franco Campogallo.

Una parte della scena, arredata con gusto,  rappresenta un elegante salotto dove trovano posto un divano, alcune sedie, un mobile bar, una libreria, una credenza, una ribaltina e, all’ingresso, un attaccapanni. Un piccolo spazio è invece destinato ad ufficio : qui si trovano un secretaire con sopra telefono, macchina per scrivere, fogli, libri e registri.

L’abbigliamento dei protagonisti, elegante, si riferisce allo stesso periodo.

Tutti  diritti della commedia sono tutelati dalla S.I.A.E.

PRIMO ATTO

In scena Ettore e Silvana

ET-…Amore, ti ho messo…

SI-(interrompendolo con tono melodrammatico) No ti prego, non parlare…

ET-Ma volevo solo dirti che ti ho messo una…

SI-(avvicinandosi e ponendogli le dita sulla bocca) No ti prego, non parlare…(scostandosi leggermente) voglio ascoltare i tuoi silenzi…

ET-(tentennante) Amore, volevo solo dirti che al solito posto ti ho lasciato una lettera…

SI-No…non ancora…non parlare…(si riallontana)

ET-(d’un fiato)Volevo solo dirti che al solito posto ti ho lasciato una lettera d’amore !

SI-(guardandolo intensamente) Una lettera d’amore ? (estasiata) Oh, mio Tristano…

ET-(guardandola intensamente a sua volta e prendendole le mani) Oh, mia Isotta…

SI-(staccandosi un poco da lui, sempre con tono melodrammatico) Perché…perché solo adesso ti ho incontrato ?

ET-(sedendosi sospirando sul divano) Il fato…il fato ha deciso così…

SI-(sedendosi accanto a lui) Ma il fato lo creiamo noi, non capisci ? Siamo noi a crearlo, giorno dopo giorno…

ET-(quasi sconsolato) Ah, ingrato destino che ci trascina e si fa beffe di noi…

SI-Ah, misero destino che si burla del nostro amore…

I due si guardano intensamente

SI-Amore mio dimmi, dimmi qualcosa…

ET-Io…

SI-(ponendogli le dita sulla bocca) No no, ti prego, no…

ET-(tra sé) Non capisco mai se devo parlare o stare zitto…

SI-Ti prego, non essere così silente…dimmi quello che vuoi, quello che io voglio sentirmi dire…dimmi…

Ettore fa per pronunciare una frase

SI-No no…hai già detto tutto…

ET-(tra sé) Sono lievemente imbarazzato…non so se dire o non dire…

SI-Dimmi dunque, non lasciarmi in ambascia…

Suona il telefono

ET-Ehm…il telefono…trilla…

SI-Orsù dunque…parla, tesoro…

Il telefono suona ancora

ET-Il telefono cara…sta squillando !

SI-(come risvegliandosi) Eh ?

ET-Il telefono…non senti ?

SI-(ricomponendosi) Ah, il telefono…scusa caro…(si alza e va a rispondere)

ET-(tra sé) Questa donna è un polipo, anzi, una ventosa…sempre appiccicata…ma io ho bisogno di lei…lei è la moglie di Franco Campogallo, il ricco e noto banchiere, e di sicuro può farmi assumere in banca dal marito…figuriamoci se direbbe di no alla mogliettina che mi raccomanda…

SI-Pronto, casa Campogallo…chi parla ? Oh, monsignor Maini, siete voi…che piacere sentirvi…(mettendo la mano sull’apparecchio e rivolgendosi ad Ettore sottovoce) E’ tuo zio, il Monsignore…

ET-(sbuffando, sottovoce) E che vuole ?

SI-Sarà per via di quella ragazza, Ortensia, quella che ci ha pregato di assumere come cameriera…

ET-(annuendo) Sì, ricordo…

SI-(riprendendo a parlare ad alta voce) No Monsignore, la ragazza non è ancora arrivata, io comunque sono qui in ansiosa attesa…ma certo, qui da noi troverà ospitalità e affetto…ma certo Monsignore, anche uno stipendio mensile…(cambiando discorso) Sì, vostro nipote Ettore è qui…a fare che ? (inventando) Mi…mi stava aiutando a preparare un piccolo rinfresco per ricevere Ortensia…vogliamo che si ambienti subito, che capisca di far parte della famiglia…Come dice Monsignore ? Vuole che glielo passi ? Un attimo…(mettendo la mano sull’apparecchio, sottovoce ad Ettore) Vuole parlare con te…

ET-(scocciato) E che vuole ?

SI-(stizzita) Che ne so…

ET-(cercando di prendere tempo) Digli…digli che sono in cucina…che sono affaccendato, che sto preparando qualcosa...

SI-Monsignore, vostro nipote è in cucina a preparare gli aperitivi, ma arriva subito……(mettendo la mano sull’apparecchio, sottovoce ad Ettore) Dai, spicciati…

ET-(alzandosi scocciato dal divano) E passamelo…che rompiscatole !

SI-Monsignore, ecco vostro nipote…non vedeva l’ora di parlarvi…ancora un attimo che appoggia il vassoio ed è da voi…arrivederci Monsignore…non si preoccupi per la ragazza…di nuovo arrivederci…

ET-(prendendo il ricevitore dalle mani di Silvana e cambiando decisamente tono) Zio…zio Carlo, che piacere sentirti, come stai ? Sì, sono qui dalla signora Campogallo…(ironico) santa donna, proprio una santa donna…che stavo facendo ? Le stavo dando le mani…cioè, una mano per…per preparare gli aperitivi e…(rivolgendosi a Silvana, in evidente imbarazzo)

SI-E qualche stuzzichino…

ET-(non capendo) Eh ? Scusa zio Carlo, scusa un attimo (ponendo la mano sul ricevitore)  Che c’è ? Che hai detto ?

SI-(sottovoce) Digli che oltre agli aperitivi hai preparato anche degli stuzzichini…non vorrei che mangiasse la foglia…

ET-(ad alta voce) Ah sì zio, ho anche preparato degli stuzzichini…vuoi sapere    come ? (a Silvana ) Chiede come…

SI-(prontamente) Al formaggio, digli al formaggio, perdio !

ET-(un po’ concitato) Al formaggio, digli al formaggio, perdio…cioè, al formaggio, sì…degli stuzzichini al formaggio…

SI-E con delle olive…olive nere !

ET-(ripetendo) E con delle olive, olive nere…certo zio, certo…sì sì, il rinfresco è per questa nuova ragazza che deve arrivare…esatto zio, Ortensia…(cambiando discorso) Sì zio, il telegramma della signora Longhi  ce l’ho io…(scocciato) sì zio, esatto…lo so che la vecchia zia della signora Longhi è morta, l’ho letto…va bene zio, aspetta che lo prendo…(appoggia l’apparecchio e si dirige verso il cappotto appeso all’attaccapanni)

SI-(che nel mentre si è seduta sul divano) Che c’è ? Di che telegramma parla ?

ET-(sottovoce) Niente, una sciocchezza, poi ti spiego…(estrae dalla tasca del cappotto un telegramma e una busta gialla contenente esami clinici) Ci mancava lo zio ! Eccoli qui…(torna al telefono seguito dallo sguardo curioso di Silvana) Pronto zio Carlo ? Eccolo qua, adesso te lo leggo : “zia deceduta improvvisamente stop. Funerali giovedì mattina stop. Vi aspettiamo stop.” D’altronde c’era da aspettarselo, era proprio anziana…Ah, e poi ho qui anche gli esami clinici del Cavalier Ferrari…questi li devo consegnare a te, mi ha detto che sono importanti, servono per il suo ricovero…A posto zio ? Va bene ? Allora ciao, au revoir…bye bye zio…(ripone il telefono) Basta ! Ogni volta che lo sento mi toglie la carne dalle ossa !

SI-Ma di cosa parlava ?

ET-(sedendosi vicino a lei) Ma nulla, lo zio mi ha incaricato di recapitare un telegramma alla signora Longhi…sai, le è morta la zia…e poi invece quelli sono gli esami clinici del Cavalier Ferrari, che devo consegnare allo zio per il ricovero…(scocciato) E che sono, un fattorino io ?

SI-Bah, al diavolo anche il Monsignore…(con dolcezza) Vieni qui, abbracciami…

ET-Certo che come augurio non è male, mandare un Monsignore a far visita al diavolo…aspetta che riprendo il telegramma e gli esami…(fa per alzarsi)

SI-(bloccandolo) No, li prenderai dopo…adesso abbracciami…dimmi una di quelle frasi d’amore che mi piacciono tanto…

ET-(abbracciandola, in modo enfatico) Amor che nullo amato amar perdona…(tra sé) oddio, un vuoto di memoria…mi prese del piacer costui sì forte…

SI-(estasiata) Ancora…

ET-Che come vedi ancor non m’abbandona…(dubbioso, tra sé) è “m’abbandona” ? (ripetendo sottovoce tutta la frase, poi convinto) Sì, è m’abbandona…

SI-(ancora più estasiata) Sì, ti prego, un’altra…

ET-(tra sé) E’ che io ho un repertorio limitato…(a Silvana) “Dubita pure che le stelle sian fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia menzogna…ma non dubitare del mio amore…”

SI-Oh sì…è tua ?

ET-No…Shakespeare, Amleto, atto secondo…(tra sé) io anche sforzandomi non riuscirei mai a partorire simili versi…

SI-(insistente) Un’altra mio Tristano…qualcosa di tuo, adesso…

ET-(tra sé) Che le dico ? Io non sono un creativo, non sono un poeta…improvviserò…( a Silvana) E se ci dovessimo perdere fra le strade del mondo, tu zufola, zufola forte, perché allora io riconoscerò il tuo zufolio e…

Si sente il campanello una, due volte

SI-(trasalendo) Cielo, mio marito !

ET-(proseguendo senza essersi accorto del trillo)…E solo e soltanto il tuo zufolare sarà per me musica triste, come un valzer di Sibelius…

Si sente ancora il campanello

SI-(tossendo) Cielo ! Mio marito !

ET-(proseguendo) E così, zufolando zufolando…

SI-(scuotendolo) Ettore ! C’è mio marito !

ET-…Io tenderò l’orecchio…cosa ? Tuo marito ? (tra sé) O me tapino, sono un uomo finito !

SI-Sì, deve essere Franco che è rientrato in anticipo…

Il campanello suona ancora

ET-(agitandosi) Cosa facciamo ? (tra sé) Oddio, se mi acchiappa addio lavoro…

SI-(alzandosi repentinamente) Vai di là, nella camera della servitù…lui non ci entra mai…io intanto cercherò di prendere tempo…al limite lo porterò in cucina, così tu potrai fuggire…

ET-(eclissandosi) Ci mancava il marito…Dio che guaio…sembra di essere in una farsa ! (esce)

SI-(sistemandosi, va ad aprire) Arrivo caro, arrivo…ero in camera da letto e non sentivo il campanello…(apre e resta un istante allibita) Ah buongiorno, credevo…

Entra Ortensia, recando con sé una carrozzina ed una valigia

OR-(entrando timidamente) Buongiorno, mi manda il monsignor Maini…io sono…

SI-(interrompendola) Ortensia, la nuova cameriera…solo che l’avevo confusa con…

OR-(stupita) Con ?

SI-L’avevo presa per…(cambiando discorso) Ma vedo che non è venuta sola…di chi è il frugoletto ?

OR-(stupita) Ma come ? Non gliel’ha detto il Monsignore che sarei venuta a lavorare da voi con il mio bambino ?

SI-(imbarazzata) No…veramente Monsignore non ce l’ha detto…

OR-(con candore) Forse se ne sarà dimenticato…ma mi auguro che non sia un problema…

SI-No…non lo è…(tra sé, con malcelato nervosismo) Ma anche se lo fosse, come si può dire di no a Monsignor Maini ? Ci mancava solo il pargolo !

OR-Le garantisco signora che non darà nessun disturbo…non piange mai, vero piccolo ?

Lo tocca e subito il bambino si mette a piangere (ovviamente si utilizzerà un bambolotto)

SI-(ironica) Non avevo dubbi…e come si chiama il pargoletto ?

OR-Auguste…sa, il nonno era francese…(poi con disprezzo) Il padre invece uno schifosissimo seduttore italiano…non lo voglio più vedere neanche dipinto, mi ha messa incinta ed è fuggito…se non fosse stato per il Monsignore, chissà a quest’ora dove saremmo, io ed il mio povero Auguste…(lo tocca e il bambino si rimette a piangere)

SI-(lievemente isterica) Bene Ortensia, le tue traversie me le racconterai dopo con più calma…ora, se vuoi prendere possesso della tua camera…

OR-(prendendole le mani) Grazie signora, grazie, che Dio la benedica…mi indichi qual è…

Riprendendo la carrozzina il bambino si rimette a piangere

SI-(oramai in piena crisi le indica la comune sulla destra) Quella…quella è la camera della servitù…poi ti istruirò su come vorrei fosse condotta la casa…

OR-(prendendo anche la valigia) Bene signora, con permesso…(esce)

SI-(ricordandosi all’improvviso di Ettore) Ettore ! Oh Dio mio, no…l’ho fatto nascondere proprio nella camera di Ortensia…speriamo che non si accorga di lui…

Si sente un urlo fuori campo. Ecco…si è accorta di lui ! Dio, ma che fatica tradire il proprio marito…Ortensia…Ortensia !

OR-(uscendo trafelata) Signora, signora…di là, nella mia camera…c’è un uomo !

SI-(fingendo stupore) Un uomo in camera tua ? Ma non dire sciocchezze…

OR-Signora le giuro…era sotto il letto (mimando) io mi sono chinata per prendere le ciabatte, l’ho visto e lui mi ha detto : “salve, come sta “?

SI-Un uomo sotto il tuo letto…impossibile !

Nel mentre entra Ettore, arrancando e con un pitale in mano

OR-(indicandolo) Eccolo ! E’ lui !

SI-(tra sé) Possibilissimo invece…oramai trovare un amante decente è diventata un’impresa ! (ad Ortensia, inventando) Ma no cara, non ti spaventare, quest’uomo è…è…il mio medico curante !

ET-Eh ? Come medico ?

SI-(imbarazzata) Ma sì Ettore, non si formalizzi…venga, venga pure avanti e si presenti a Ortensia, la nuova cameriera…

ET-(facendo un passo avanti e presentandosi) Piacere, Ettore Maini…(le allunga il pitale) Oh, mi scusi…(cambia di mano il pitale e si presenta)  Piacere…

OR-(ricambiando la stretta) Piacere, Ortensia…ma che ci faceva sotto il letto ?

SI-(intervenendo) Ce l’ho mandato io !

OR-(stupita) Sotto il letto ? E a fare che ?

SI-Sì…cioè no…Ortensia, devi sapere che…ebbene, io soffro di cistite, e mentre ero qui sul divano a parlare con il dottore del più e del meno…improvvisamente un attacco fortissimo…la vescica…sai…insomma…Ettore è corso di là a prendere…a prendere l’orinario…

ET-(intervenendo) E siccome non lo trovavo, mi sono detto : ma dove caspita si sarà ficcato ?

SI-Io da qui lo scongiuravo…Ettore…(correggendosi) Dottore, faccia presto che mi scappa !

ET-Comprendendo il dramma della povera signora Campogallo io zampettavo come un canguro innamorato per tutta la stanza…finalmente mi sono accorto che era sotto il letto e quando mi sono chinato per raccoglierlo…il braccio non ci arrivava, era proprio a metà, quindi…

SI-(intervenendo complice) Quindi il povero Ettore si deve essere infilato proprio sotto per prenderlo…è andata così, vero dottore ?

ET-Esatto signora, è andata proprio così…(mimando) Io, lavorando di gomiti e procedendo carponi, mi sono infilato sotto…ed è stato allora che è entrata la signorina Ortensia…

OR-(candidamente) Mi scusi signora, ma lei non poteva andare in bagno ?

ET-In effetti la signora voleva andarci, ma io l’ho sconsigliata…

OR-(stupita) E perché ?

SI-Perché…perché gli attacchi sono così forti che a volte non riesco neanche a muovermi…Ortensia, la mia è una grave forma di cistite…vero dottore ?

ET-Gravissima…quasi al limite dell’incontinenza…anzi Ortensia, le raccomando, la signora non deve subire emozioni…

OR-Capisco e me ne dolgo…ora se permettete torno i camera mia a disfare la valigia…(prende il pitale e facendo un lieve inchino) signora…dottore…(esce)

SI-A dopo Ortensia…

ET-(guardandola uscire) Arrivederci….(sedendosi sul divano e sbuffando) Uff…l’abbiamo scampata bella !

SI-(raggiungendolo e sedendoglisi vicino) Dici che ci avrà creduto ?

ET-Credo proprio di sì…mi sembra così ingenua…

SI-Siamo stati prontissimi ad inventarci una scusa…ma adesso stringimi…appena tornerà mio marito gli dirò di assumerti in banca…

ET-(tra sé) Speriamo che non ricominci con le poesie…(a Silvana) Ma c’è di là quella giovane…non vorrei che ritornasse…

SI-(con sicurezza) Non tornerà…deve disfare la valigia, deve badare al piccolo…(lo abbraccia)

OR-(entrando) Signora, volevo chiederle dov’è la crestina…(vedendo i due avvinghiati) Dio mio, cos’è successo ? Signora, sta male ancora ?

ET-(alzandosi prontamente) Presto Ortensia, presto, porti subito un bicchier d’acqua !
SI-(fingendo di star male) Sì presto Ortensia…un po’ d’acqua, mi gira la testa…

OR-(uscendo di corsa e spaventata) Si signora, subito…Oddio, la signora sta male !

ET-(con rabbia) Cielo,  ma questo è un calvario !

SI-(freddamente) Rilassati, rilassati…non si è accorta di nulla…

ET-(nervosamente) Rilassati, rilassati ! (accorgendosi del rientro di Ortensia, cambiando tono) Si rilassi signora, si rilassi, non è niente di grave…

OR-(rientrata precipitosamente con il bicchiere d’acqua e il pitale) Ecco signora, beva…(porge il bicchiere e resta con il pitale in mano)

SI-(fingendo di ansimare e bevendo a piccoli sorsi) Dio, un’altra delle mie crisi…scusatemi…

OR-(ingenuamente) Sempre la cistite ?

SI-No, questa è la pressione…sai, mi sale e mi scende vertiginosamente…

OR-(tra sé) Oddio, anche di sbalzi di pressione soffre…

ET-(ad Ortensia) E tu cosa ci fai con il pitale in mano ?

OR-Ma come, non si ricorda dottore ? Me lo ha detto lei…se si emoziona le scappa la pipì…e poi, bevendo l’acqua, magari…(sottovoce) non vorrei la facesse sul divano…

ET-Sì, va bene…ma adesso riportalo di là, qui non serve…

OR-Va bene dottore…

ET-(con un largo sorriso) E’incredibilmente ingenua…

SI-(con lieve moto di gelosia) Sappi comunque che il posto in banca sono io che posso fartelo avere…non la cameriera…

ET-I patti sono patti, mia cara…ora credo che la mia presenza qui sia diventata inutile…signora Campogallo, i miei rispetti…

SI-A presto Ettore…

ET-(prende il cappotto dall’attaccapanni) A presto…e si ricordi che c’è della posta per lei…(esce)

Silvana, avvicinatasi alla ribaltina, fa per aprirla, ma viene interrotta dall’arrivo di Ortensia, vestita con grembiulino e crestina

OR-Vado bene vestita così ?

SI-(si allontana dalla ribaltina e la sistema) Oh, benissimo Ortensia…Allora, qualche piccola regola su come devi condurre la casa…voglio che sia sempre tutto in ordine, soprattutto la scrivania di mio marito…lui ci tiene…e poi, quando arriverà qualche ospite importante, voglio che lo annunci con una certa solennità…

OR-D’accordo signora, vedrà che non resterà delusa…

SI-Ne sono certa…Bene, ora vado in camera mia, se avrò bisogno ti chiamerò….tu intanto rassetta la casa…ah, mi raccomando, sistema anche la posta….(esce)

OR-Bene signora…(incomincia a sistemare, entra ed esce con alcuni bicchieri, sposta i libri, spolvera la scrivania e ad un certo punto trova sia il telegramma sia gli esami dimenticati poco prima da Ettore. Nel mentre l’attrice può canticchiare una canzoncina) E questi cosa sono ? (guarda il telegramma, lo gira e lo rigira poi, dal momento che non c’è nessuno, lo apre e lo legge ad alta voce) “zia deceduta improvvisamente stop. Funerali giovedì mattina stop. Vi aspettiamo stop.” Oh povero signor Campogallo…anche la zia ha perduto…non appena arriverà a casa gli farò le mie condoglianze…(poi prendendo gli esami clinici) E questi ? (li legge) Oh mio Dio, anche un ricovero deve subire…Oh ma che famiglia…la signora soffre di cistite e di sbalzi di pressione, lui ha un lutto in famiglia e deve anche andare in clinica…sarebbe bene che il Monsignore benedicesse questa casa…non appena passerà a trovarci glielo raccomanderò ! (li posa)

SI-(uscendo dalla camera con il pitale in mano, con tono scocciato) Ortensia, che ci fa il pitale ai piedi del mio letto ?

OR-Ma signora, non si ricorda ? E’ per la sua cistite…

SI-Per la mia cosa ? (poi ricordandosi) Ah sì, brava…hai fatto bene…è per la mia cistite…che sciocca, me ne stavo dimenticando…

OR-E poi, se vuole, le darò dell’aglio…

SI-(stupita) Dell’aglio ? E per fare che ?

OR-Ma per la sua pressione signora…l’aglio è ottimo per riportarla a valori normali…

SI-(tentennando) Ah sì, la pressione…che sbadata, me ne ero completamente dimenticata…

OR-(andando verso la cucina) Ma io no ! Anzi, sa cosa faccio ? Gliene taglio immediatamente qualche spicchio…vedrà che giovamento ! (esce)

SI-Non ti disturbare Ortensia…Oh, che guaio, che guaio ! Che posso dirle, cosa posso inventare ora ? Ecco, le dirò che ho già prenotato un pellegrinaggio a Lourdes, dove la Madonna farà sicuramente il miracolo…

OR-(rientrando con l’aglio) Ecco, lo mangi crudo !

SI-(schifata) Crudo ? Ma non so se…e poi il mese prossimo andrò in pellegrinaggio a Lourdes e sicuramente guarirò…

OR-(insistendo) E se le andasse male ? E se il miracolo non avvenisse ? Suvvia signora, la salute prima di tutto ! E poi l’aglio è un rimedio naturale…(glielo infila in bocca)

SI-(masticando schifata) Hai ragione…la salute prima di tutto…

OR-Buono, vero ?

SI-(schifata) Una squisitezza…

OR-Il nonno lo mangiava sempre….infatti è campato fino a 90 anni !

SI-(ironica) Buongustaio il nonno…(tra sé) Che schifo, speriamo che questo supplizio non duri a lungo…

OR-Tre volte al giorno per una settimana e vedrà che la pressione tornerà normale !

SI-Non stento a crederlo…(tra sé) Speriamo che se ne dimentichi…

OR-E non si preoccupi signora, io tre volte al giorno per una settimana le ricorderò di mangiare due spicchi d’aglio !

SI-(rientrando in camera, rassegnata) Se non avessi te, Ortensia…

OR-(con modestia) Oh, il merito è tutto del Monsignore…

SI-(a denti stretti) Già…

OR-(sistemando il calamaio sulla scrivania) Penso che mi troverò proprio bene in questa casa !

Entra Franco, marito di Silvana

FR-(appoggiando giacca e cappello sull’attaccapanni e dando una rapida occhiata in giro) Oh buongiorno signorina, ben arrivata, sono Franco Campogallo, marito della signora…so che ti manda monsignor Maini…vedrai che qui da noi ti troverai benissimo ! (si versa da bere)

OR-(con un lieve inchino) Molto lieta, Ortensia…

FR-(bevendo) L’anice è un ottimo cardiotonico…ne vuoi un sorso Ortensia ?

OR-(timidamente) No no grazie, sono astemia…

FR-Astemia ? Uh, che delitto !

OR-(timidamente) Signor Campogallo, io volevo ringraziarla di tutto, dell’opportunità che lei mi ha dato…cercherò di non deluderla…e anche per la signora non si preoccupi, le starò accanto io, avrò cura di lei…

FR-(tra sé, senza capire) Mah, non capisco…sembra quasi che mia moglie sia una moribonda…(ad Ortensia, minimizzando) Suvvia Ortensia, siamo ben felici di averti qui con noi…

OR-(tentennando) Signor Campogallo, volevo anche farle le condoglianze per sua zia…

FR-(stupito) Le condoglianze ? (Beve) Perché ?

OR-Non lo sa ancora ? E’morta…

FR-(frastornato) Morta ? Oh povera, povera zia Enrica…ma come è possibile ? L’ho sentita per telefono qualche giorno fa e come al solito mi ha detto : “Prima di seppellirmi ti si dovrà ingrossare la prostata”…quando parla così è più viva e vegeta che mai…(appoggiando scorato il bicchiere) Come dice il poeta : “la vita è vana…un po’ d’amore, un po’ di odio e poi…buongiorno…La vita è breve…un po’ di speranza, un po’ di sogni e poi…buonasera…” (beve ancora)

OR-(tra sé, stupita) Ti si dovrà ingrossare la prostata ? Deve essere un male di famiglia…

FR-Oh povera zia Enrica…povera zia Enrica…(pensandoci) Ma scusa Ortensia, tu come fai a sapere del triste evento ?

OR-(con naturalezza) Sulla vostra scrivania signore…c’è il telegramma…ah, era aperto, naturalmente…

FR-(controllando e leggendolo tra sé) Hai ragione, è proprio morta…devo subito confermare la nostra presenza al funerale…manderò immediatamente un telegramma ai parenti…(prendendo una penna e un foglio di carta, scrive ad alta voce) Prostrati per improvvisa morte zia Enrica confermiamo nostra presenza funerale stop. Condoglianze stop. Franco e Silvana. (poi, piegando il foglio) Tieni Ortensia, vai subito in posta e spedisci questo telegramma…ah, la posta la troverai a cinquanta metri da qui, dopo il ristorante del Cordon Bleu…

OR-(premurosa) Bene signore…(fa per uscire)

FR-(ricordandosene) Ah, Ortensia…l’indirizzo…(lo scrive su un foglietto di carta preso dalla scrivania e glielo consegna) Ecco, tieni…

OR-(uscendo) Dopo il ristorante del Cordon Bleu ha detto ?

FR-Sì, a cinquanta metri…

OR-Farò in un attimo…(esce)

FR-(rimasto solo) Ma come sarà successo ? Un colpo apoplettico, una trombosi…un infarto…ah, come è breve la vita…(si  mette a scrivere)

SI-(entrando) Ah, sei già tornato ?

FR-(scrivendo) Questo è un privilegio dei banchieri…entrare e uscire a proprio piacimento…(poi annusando schifato) Ma cos’è questa insopportabile puzza d’aglio ?

SI-(imbarazzata) Perché, si sente ?

FR-E’ quasi stomachevole…

SI-E’ che in questi giorni la mia pressione fa le bizze…

FR-(stupito) La pressione ? Ma da quando in qua tu soffri di sbalzi di pressione ?

SI-Da qualche tempo…ma tu come al solito non ti accorgi di niente, non ti occupi di me, pensi solo al lavoro, ed io allora…

FR-(scocciato) Silvana, ti prego, non cominciare con la solita litania…io lavoro affinché tu, cioè, noi, si possa condurre una vita decorosa, avere una bella casa, la cameriera e tutti quegli agi che una famiglia cosiddetta “comune” non si può permettere…(cambiando discorso) Sai che questa puzza d’aglio è veramente disgustosa ?

SI-(stizzita) Sei insopportabile !

FR-E tu troppo viziata, mia cara ! (fa per andare in camera ma si ferma di fianco alla porta) Ah, guarda che la povera zia Enrica è morta…che dispiacere…

SI-(stupita) Come morta ? Come fai a saperlo ?

FR-Mi è appena arrivato un telegramma che ci informa della ferale notizia…(lo prende sulla scrivania e lo sventola) Giovedì mattina ci saranno i funerali…bisogna che informi la banca affinché mi annullino tutti gli appuntamenti…(esce)

SI-(rimasta sola) Ci mancava solo la zia Enrica…l’avrò vista sì e no tre volte, quella vecchia megera…(si avvicina alla ribaltina) Fammi leggere la lettera che mi ha lasciato Ettore…(apre, prende un biglietto e si guarda in giro per controllare che non ci sia nessuno, poi legge ad alta voce) “Amore mio, ci vediamo giovedì mattina. Ti penso sempre” (affranta) Oddio, no…proprio giovedì mattina c’è il funerale della zia Enrica…(decidendo prontamente) E’meglio che a mia volta gli lasci un messaggio…(prende carta e penna dalla scrivania e scrive ad alta voce) “Tesoro, giovedì mattina mi sarà impossibile vederti. Facciamo mercoledì mattina. Ti amo” (ripone la lettera nella ribaltina)

FR-(rientrando con il braccio il bambino e i pantaloni bagnati) Ma di chi è questa piccola peste ?

SI-(allontanandosi prontamente dalla ribaltina) Di Ortensia…sai, è una ragazza madre…(poi, accorgendosi) Oh, ma guarda cosa ti ha fatto ! (il bambino ha fatto la pipì sui pantaloni di Franco, all’altezza dell’abbottonatura)

FR-(accorgendosene a sua volta) Oh parbleu ! Forse allora è meglio che lo rimetta giù ! (esce)

SI-(stizzita) Ci mancava anche la cameriera ragazza madre e raccomandata da un Monsignore, in questa casa !

FR-(rientrando) Piccolo ma già efficace, il pargolo…

SI-(uscendo verso la sua camera) Forse ti converrebbe cambiarti…

FR-(ironico) Sai, ho anch’io la stessa convinzione…

Rientra nel mentre Ortensia

OR-Ecco fatto, il telegramma è stato spedito, per questa sera giungerà a destinazione…Oh, ma che puzza di pipì…è la signora che per caso ha avuto un attacco ?

FR-(imbarazzato) No, sono io che…

OR-(osservando i pantaloni, sorridendo) Ah, è stato lei…(tra sé) si vede che le maledizioni della zia hanno fatto effetto…

FR-(sempre più imbarazzato) No, come io ? Lascia che ti spieghi…

OR-(sorridendo condiscendente) Le preparo subito il pitale ai piedi del letto…

FR-Ma no, io ho solo preso in braccio…

OR-(avviandosi verso la camera, tra sé) Povero signor Campogallo, alla sua età…e povera anche la moglie !

FR-(guardandola uscire) Ortensia, volevo dirti che è stato…oh, al diavolo! (esce)

Scena vuota. Suona il campanello

OR-(rientrando) Un attimo, arrivo…(apre la porta) Oh buongiorno dottore, le chiamo subito la signora…o se preferisce c’è il marito…

ET-(entrando trafelato) Buongiorno Ortensia…(sottovoce) no, non disturbi la signora, e tanto meno il marito…devo solo prendere della carte che ho dimenticato…

OR-(stupita, ad alta voce) Ma cos’ha dottore, un abbassamento di voce ?

ET-No…cioè sì…parli più piano…

OR-(ad alta voce) Ma perché devo parlare più piano ? E poi per la raucedine basta prendere qualche pastiglia di eucaliptolo…

ET-(tra sé, avvicinandosi alla scrivania) Speriamo che non mi sorprenda il marito…e poi come faccio a spiegare ad Ortensia perchè deve parlare a bassa voce ?  La potrebbe sentire, il marito potrebbe intuire che sono qui…(ad Ortensia, che nel mentre lo guarda incuriosita-a voce bassissima e scandendo le parole) Hai mica visto un telegramma e una busta gialla ?

OR-(ad alta voce) Dottore, che sta dicendo ? Non capisco…

ET-(sempre a bassa voce) Non alzare la voce, non alzare la voce ! Non è che hai visto un telegramma e una busta gialla ?

OR-(tra sé) Dio, ma dove sono capitata ? Sono tutti così strani in questa casa…(ad Ettore) Tanto che c’è dottore, non è che darebbe un’occhiata al mio bambino ? Sa, deve avere un po’ di otite…

ET-(a bassa voce, stupito) Bambino ? Otite ? Ma io veramente…

OR-(quasi pregandolo) Suvvia dottore, lo so che è di fretta, ma lei è pur sempre un medico…vedrà, Dio gliene sarà grato !

ET-(prendendo tempo) E’ che…è che io non ho con me la mia borsa…

OR-Ma per visitare l’orecchio di un bambino è questione di un momento…aspetti, vado a prendere il mio piccolo Auguste…(esce)

ET-(rimasto solo, cerca ancora i documenti) Qui non ci sono…qui neanche…dove caspita saranno andati a finire ?

OR-(ritornando con il bambino in braccio) Ecco dottore, deve essere l’orecchio destro…

ET-(prendendo il bambino in braccio) Bello…bellino…non piangere, mi raccomando…(il bambino incomincia a piangere)

ET-(scocciato) Lo sapevo, lo sapevo ! Sembra che lo faccia apposta !

OR-Sì sì’, è proprio l’orecchio…cosa possiamo fare dottore ?

ET-(fingendo di controllare l’orecchio) Mettigli dell’olio fenicato…vedrai che starà meglio…

OR-(riprendendo il bambino) Grazie dottore, grazie…

ET-Prego…prego…

OR-(uscendo) Lo porto di là…arrivederci dottore !

ET-(scocciato) A presto Ortensia…

OR-(uscendo definitivamente) Grazie ancora !

ET-Non fare rumore ! Piano ! (rimasto solo, ricomincia a cercare i documenti senza accorgersi che il bambino gli ha fatto la pipì addosso) Dove caspita li avrò messi ? (cercando) Eppure li avevo messi qui, non possono essere spariti…Oddio, se non li trovo è una tragedia…ah, la ribaltina…fammi guardare lì…(la apre e cerca) non ci sono, non ci sono...(trova la lettera di Silvana) E questa cos’è ? Una lettera di Silvana…(legge ad alta voce) “Tesoro, giovedì mattina mi sarà impossibile vederti. Facciamo mercoledì mattina. Ti amo” (ripone la lettera) E vada per mercoledì mattina…adesso però è meglio che me ne vada…per i documenti chiederò a Silvana ! (fa per andarsene ma viene bloccato dall’arrivo di Franco, che ha in mano la busta gialla)

FR-(agitato) Dio mio, sono malato, sono malato ! Lo dicono questi esami, senza ombra di dubbio…(poi accorgendosi di Ettore) E lei chi è ? Che ci fa qui ?

ET-(scoperto, cercando una scusa) Sono…sono il padre di Auguste, il figlio di Ortensia…

FR-Ah, lei è il marito…

ET-(imbarazzato) No…io e Ortensia non siamo sposati…

FR-(accorgendosi della macchia) Vedo che anche lei è stato battezzato…

ET-Come ?

FR-La pipì…suo figlio le ha fatto la pipì addosso !

ET-(accorgendosene  e sorridendo imbarazzato) Ah, la pipì…sì, è che l’ho preso in braccio e lui, come al solito, quando vede papà la prima cosa che fa e fargli la pipì addosso…che caro, il mio piccolo Auguste…

FR-Ma non si preoccupi, pensi che ha giocato lo stesso scherzo anche a me…mi sono appena cambiato…aspetti, le vado a prendere un po’ di trielina…(esce)

ET-(disperato) Mio Dio, è il banchiere ! Addio posto di lavoro comodo e sicuro in banca !

FR-(rientrando con un batuffolo di cotone e la trielina) Ecco, tenga…(glieli porge)

ET-No, ma non si disturbi…

FR-Ma nessun disturbo ! E poi, diciamocela tutta, non è che capiti tutti i giorni di farsi fare la pipì addosso da un bambino…

ET-(ironico) No di certo…che giornata meravigliosa ! (si pulisce e poi appoggia il tutto sul secretaire) Allora io vado…grazie…(fa per uscire)

FR-Ma no, si sieda, si sieda che beviamo un anice…anzi, aspetti che chiamo Ortensia, sarà felice di rivederla…

ET-(spaventato) Noo…lasci stare…magari sta allattando il bambino…

FR-(divertito) Allattando ? Ma suo figlio oramai può mangiare un nodino con patatine fritte…Si sieda, si sieda…(lo fa accomodare)…intanto io le verso un po’ di questo nettare…(lo versa e glielo porge)…ecco prego…(intristendosi) non faccia caso al mio finto buonumore…ecco, io…stia un po’ qui con me…(si siede di fianco a lui)

ET-Sì, ma solo pochi minuti…sa, io sono medico e dovrei terminare il giro dei miei pazienti…

FR-(interessato) Un medico ?
ET-(tra sé) Ecco, lo sapevo, non mi ha creduto…è la fine !

FR-(stringendogli le mani) Ma lei è la mia salvezza !

ET-Come la sua salvezza ?

FR-(prendendo la busta e mostrandogli gli esami) Ecco, vede ?

ET-(riconoscendo gli esami, tra sè) Oddio, ha letto gli esami del Cavaliere e adesso pensa di essere lui l’ammalato…Dio, che guaio !

FR-Come dice dottore ?

ET-(prendendo tempo) No…è che…

FR-Dottore, sia franco ! Sono grave ? Devo preparare il testamento ?

ET-(imbarazzato) No…è che…(tentennando) Ma è proprio sicuro che questi esami riguardino lei ?

FR-Dottore, abbia pazienza…io torno a casa e trova fra la mia posta gli esami che ho fatto non più tardi di una settimana fa…lei li controlla, sbuffa, tentenna come tutti i medici di fronte a qualcosa di grave…insomma, deduca lei ! Qualsiasi cretino capirebbe che lei sta facendo di tutto per farmi credere che non sono malato, mentre io sono grave !

ET-(tentennando) Beh…in effetti tutto fa supporre…(depone le carte) però potrebbe essere che...

FR-(piagnucolando) Dottore la prego mi visiti ! Mi controlli la pressione, il fegato, i bulbi oculari…

ET-Ma io veramente…

FR- Suvvia dottore, lo so che è di fretta, ma lei è pur sempre un medico…vedrà, Dio gliene sarà grato !

ET-(tra sé) Ogni volta che sento questa frase ho come l’impressione di essere preso in mezzo…(a Franco) E’ che …che io non ho con me la mia borsa…

FR-(insistendo) Ma per visitare un povero moribondo è questione di un momento !
ET-(tra sé) Come volevasi dimostrare…(fingendo di visitarlo) Gli occhi…sono un po’ arrossati…

FR-(preoccupato) Arrossati ? Quanto arrossati ?

ET-Quel tanto che basta per capire che non è anemia !

FR-Ciò mi conforta, una l’abbiamo scartata…il cuore, mi senta il cuore !

ET-(prendendogli il polso e controllando con l’orologio) Batte un po’ più veloce del dovuto…

FR-Quanto più veloce del dovuto ?

ET-(prendendo tempo) Eh, qualche battito in più, ma…

FR-(interrompendolo) Dottore, il battito regolare del cuore è tra le 70 e le 80 pulsazioni al minuto…se sono 100 è molto, se sono 120 è moltissimo, se sono di più potrebbe essere l’avvisaglia di un infarto !

ET-Beh, non sia così drastico…tenga presente che è anche un pochino emozionato…

FR-Ha ragione, il cuore batte un pochino di più perché sono effettivamente un po’…come dire…agitato ! Il fegato, mi controlli immediatamente il fegato !

ET-(palpando il fegato) Beh…insomma…

FR-(preoccupato) Cosa vuol dire “insomma” ?

ET-Vuol dire…insomma !

FR-Dottore, insomma non è esaustivo, insomma non mi piace, insomma non è chiaro…la parola assume vari significati a seconda del tono con cui viene usata…in questo caso non è riassuntiva !

ET-Insomma, cosa vuole che le dica ?

FR-Voglio sapere se il mio fegato è ingrossato o no !

FR-(sbottando) Sì, il fegato è ingrossato, si vede che mangia troppo unto !

FR-Dirò ad Ortensia di cucinare senza grassi ! Ortensia ! Ortensia ! Intanto che c’è, mi controlli i polmoni…Ortensia !

ET-No, non urli, parli a bassa voce !

FR-E perché dovrei parlare a bassa voce in casa mia ? Ortensia, vieni di qui !

ET-(tra sé) Eh già…perché dovrebbe parlare a bassa voce in casa sua ? (a Franco) Le tonsille ! Potrebbero infiammarsi, non trova ?

FR-E’ vero…le tonsille ! (a bassa voce) Ortensia…(ad Ettore) Mi controlli i polmoni, la prego…suvvia, che le costa ?

ET-Eh già…che mi costa ? Dio me ne sarà grato…(appoggiando l’orecchio alla schiena di Franco) Dica 33…

FR-33…

ET-Ancora…

FR-33…come vanno i polmoni ?

ET-(sempre con l’orecchio appoggiato ai polmoni) Benissimo !

FR-(tra sé) Così disse il boia al condannato a morte…33…33

Nel mentre entra Ortensia che però non può vedere Ettore in faccia perché nascosto dalla schiena di Franco

OR-Signor Campogallo, mi ha chiamata ? (poi vedendo Ettore che per nascondersi pare abbracciare Franco, equivocando) Oh signore, mi scusi…non avrei mai sospettato che lei…sì insomma, che lei…mio Dio, ma lei si sta facendo abbracciare da un uomo !

FR-(stupito) No Ortensia, guarda che mi sto solo facendo visitare dal padre…

ET-(interrompendolo repentinamente) Stia zitto ! Anzi, ululi !

FR-Cosa dice dottore ?

OR-(che nel mentre ha annusato l’odore di trielina) Ma che cos’è questo odore ?

ET-(sempre nascosto) Ho detto ululi !

FR-(stupito) Ululare ? E perché ?

ET-Ne va della sua salute, ululi !

OR-Ah ecco, qualcuno ha dimenticato qui la trielina…(prende la bottiglia e il batuffolo)

FR-(spaventato) Ne va della mia salute ? Uhhh…uhhh (comincia ad ululare)

OR-(spaventata) E’impazzito, il banchiere è impazzito ! (esce)

FR-Uhhh…uhhh…come va dottore ?

ET-(rialzandosi) Basta così…

FR-(rialzandosi a sua volta) Perché mi ha fatto ululare come un lupo mannaro ? Dottore, mi vuole spiegare cos’ho ?

ET-(non trovando le parole) Ah…

FR-Dottore la prego, mi dica tutto !

ET-E’…è un tipico caso di…di aulularia !

FR-(stupito) Aulularia ? E che razza di malattia è ? Non l’ho mai sentita !

ET-(sforzandosi di essere convincente) Infatti è una malattia rarissima…colpisce una persona su un milione…

FR-Una su un milione ? Colpisce una persona su un milione e guarda caso io, Franco Campogallo, stimato banchiere, con una bella casa, sposato ad una donna che mi adora…

ET-(tra sé) Illuso…

FR-(proseguendo) Io, io colpito da aulularia…tanto per non farmi mancare nulla…

ET-Sì, ma non faccia così, non dovrebbe essere niente di grave…

FR-(preoccupato) Come non dovrebbe essere niente di grave ? Dottore, lei mi ha poc’anzi diagnosticato un’aulularia, una malattia rarissima, ed io non dovrei preoccuparmi ? Mio Dio, sono malato di aulularia !

ET-(tra sé) Speriamo che non rientri Ortensia…(cercando di congedarsi) Beh, io adesso dovrei proprio andare, devo terminare il giro dei miei pazienti…

FR-(trattenendolo) Ma come ? Se ne va ? Dottore, non può farmi questo, io sono gravemente malato…

ET-(cercando di replicare) Ma io…

FR- Suvvia dottore, lo so che è di fretta, ma lei è pur sempre un medico…vedrà…

ET-(concludendo) Dio me ne sarà grato ! (tra sé) Come faccio a spiegargli che questi esami non lo riguardano ? Non mi resta che dirglielo ! (a Franco) Vede Signor Campogallo, in realtà questi esami non riguardano lei, bensì…

FR-(interrompendolo con una risata) Ah ah ah che fantasia, che fantasia ! E’persino ammirevole questo suo tentativo ! E adesso pretenderà che io le creda, vero dottore ? Questi esami non mi riguardano…ma via dottore, le sembro così cretino ?

ET-No…(tra sé) Più patentato di così è difficile trovarne…

FR-Così, io torno a casa, trovo gli esami fatti non più tardi di una settimana fa a Villa Serena, li controllo e scopro di essere malato e poi, invece di preoccuparmi, dico “ma no, non sono certamente i miei, saranno di qualcuno che è venuto qui in mia assenza e guardacaso se li è dimenticati…”

ET-(annuendo) Eh, perché no ? Potrebbe essere…

FR-(ironizzando) E magari questo qualcuno è stato qui, in casa mia, magari ad amoreggiare sul divano con mia moglie…ah ah ah !

ET-(ride, poi tra sé) Ah ah ah…Dio, quest’uomo è un veggente !

FR-(cambiando tono) Dottore, mi guardi bene in faccia (Ettore lo guarda) e in tutta onestà mi dica : ho forse la faccia di un cretino ?

ET-(deglutendo) No…certo che no…(tra sé) rettifico : un cretino così non è difficile da trovare, è impossibile !

FR-Dottore, so che a volte la realtà è difficile da accettare…ma io sono un uomo forte…(improvvisamente piagnucolando) Dottore la prego, mi dica cosa devo fare per guarire…la prego…

ET-(tentennando)…Stia a dieta a mangi delle rape crude…

FR-(si avvicina al secretaire e scrive) Aspetti, aspetti che scrivo…rape crude…e poi?

ET-(tra sé) Quest’uomo è ossessionante ! (a Franco) Prenda anche del fucus…

FR-(scrivendo) Fucus ? E che roba è ?

ET-E’ un’erba, un’erba diuretica…(tra sé) la usa lo zio Carlo…tanto male  non può fargli…(a Franco) Signor Campogallo, adesso io dovrei proprio andare…

FR-(riassumendo) Allora dovrò mangiare rape crude ed usare del fucus…

ET-E mangiare senza grassi…vedrà che nel giro di qualche giorno tornerà come nuovo !

FR-Vada, vada pure dottore…e grazie, grazie ! (stringendogli le mani) E di qualsiasi cosa avesse bisogno, io ci sarò !

ET-(tra sé) Che bellezza, ho trovato un padre !

FR-Vuole salutare Ortensia ?

ET-(spaventato) No no, sono già in ritardo…arrivederci ! (esce)

FR-(rimasto solo) Solo quando si è malati ci si accorge della brevità della vita…Uhhh (ulula) Oh mio Dio…e se mi dovesse succedere in ufficio ? E’meglio che mi prenda qualche giorno di riposo…ah, dovrò anche annullare la mia presenza al funerale di zia Enrica…

Entra Ortensia

OR-(un po’ titubante) Il signore ha bisogno ?

FR-Rape crude Ortensia…rape crude !

OR-(stupita) Come ?

FR-Quando andrai al mercato a fare la spesa, mi comprerai chili di rape crude e poi, passando dalla farmacia, mi prenderai anche del fucus…se il farmacista ti dovesse chiedere per chi è, non è per me ! E poi d’ora in avanti cucinerai solo cibi senza grassi…

OR-D’accordo signore…

FR-Ah, e poco cibo, poco…bisogna essere parchi…lo stomaco deve essere in grado di assorbire e digerire bene…quindi basta crapule, basta gozzoviglie…parchi, bisogna essere parchi !...Ah Ortensia, devo spedire un altro telegramma…

OR-A chi signore ?

FR-Ai parenti di zia Enrica…(prende carta e penna e incomincia a scrivere a voce alta) Spiacenti non poter essere presenti esequie causa improvvisa malattia stop. Diremo una prece stop. Condoglianze vostri Franco e Silvana (consegnandolo ad Ortensia) Ecco Ortensia, torna in posta e spedisci urgentemente quest’altro telegramma…(nervosamente) Su vai, cosa aspetti ?

OR-(impaurita) Ma signore…che malattia è ? E’ contagiosa ?

FR-Non lo so…non credo…su, ora vai e ricordati le rape e il fucus…

OR-E l’aglio per la signora…(tra sé) devo chiedere al dottor Ettore se questa malattia è infettiva…(esce)

FR-Tutte queste notizie mi hanno leggermente scombussolato…uhhh…uhhh (ulula) ecco, si sta indebolendo…potrebbe essere un segno di peggioramento !

Entra Silvana

SI-(osservandolo) Perché quella faccia, Franco ?

FR-(agitandosi) Silvana, non ti ci mettere anche tu per favore…Che faccia ho ?

SI-Hai una faccia così mesta che varrebbe la pena affittarla per i funerali !

FR-Silvana, noi siamo una coppia felice, vero ?

SI-(tra sé) Nutro dei dubbi…

FR-Siamo una coppia che si è sempre detta tutto…

SI-(tra sé) Beh, quasi tutto…(a Franco) Non capisco dove vuoi andare a parare…

FR-(con tono tragico) Silvana, è giusto che tu lo sappia…sono malato, malato di aulularia…

Si-(stupita) Aulularia ? E che razza di malattia è ?

FR-Non lo so ma ne sono malato…uhhh (ulula) senti ?

SI-Caro, sei così strano…non è che magari stai lavorando troppo ?

FR-Anche ! Quindi per qualche giorno me ne starò a casa tranquillo…e giovedì niente funerali di zia Enrica…ora vado a riposarmi ! (esce)

SI-(rimasta sola) Domani resta a casa…oddio, io deve vedere Ettore…devo sostituire subito il messaggio…(prende carta e penna e scrive ripetendo a voce alta) Amore mio, non venire ti prego, non venire mercoledì ! Ti amo. (apre la ribaltina, controlla ed assume un atteggiamento disperato) E’ già passato…è la fine !

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

In scena Franco, seduto, sta sfogliando un volume dell’enciclopedia

FR-Au…au…aureomicina : antibiotico battericida…devo ricordarmene, potrebbe tornarmi utile ! Au…au…auscultare : ascoltare con l’orecchio appoggiato i movimenti del cuore e dei polmoni del malato…l’ha già fatto ! Ah ecco ! Aulularia : commedia di Plauto…Commedia di Plauto ? Questa enciclopedia non è aggiornata ! L’aulularia è una malattia che ha ben poco di divertente ! Commedia di Plauto, sì…è come dire che la varicella è l’”Uno, nessuno e centomila” di Pirandello…(si alza in piedi visibilmente sofferente) Mi scappa ancora la pipì…ma cosa mi ha fatto ingurgitare quel benedetto medico ? E’la quarta volta stamattina che vado in bagno…(esce brontolando)

Entra Silvana inseguita da Ortensia

SI-No, no e poi no ! Stamattina l’aglio non lo prendo !

OR-Via signora, è per la sua salute…lo deve prendere !

SI-Ma io sto benissimo !

OR-Signora, a costo di essere licenziata, io insisto !

SI-(uscendo seguita da Ortensia) Speriamo finisca presto quest’incubo !

Mentre rientra, Franco le guarda uscire

FR-Ma guardale…hanno voglia di giocare ! Io sono gravemente malato e loro hanno voglia di giocare…(prendendo un termometro) Fammi controllare la febbre…(lo mette) Uhhh…uhhh…(ulula) ecco, anche l’ululato si sta facendo più debole…mi sento spossato…è la fine…

Entra Ortensia con una scodella

OR-E adesso tocca a lei…ecco il suo brodino…(lo appoggia, poi tra sé) Però il Monsignore non me l’aveva detto che qui erano tutti malati…se devo fare anche l’infermiera chiedo l’aumento !

FR-(melodrammatico) Grazie Ortensia…non so se avrò la forza per berlo…credo che la fine mi prenderà prima…

OR-(tra sé) Mi sembra di lavorare in un cronicario…(a Franco) Signore, io dovrei uscire…dovrei andare a portare un po’a spasso il mio bambino…

FR-Vai pure dolce Ortensia, vai pure…io starò qui, ad affrontare l’ingrato destino…

OR-(tra sé, uscendo) E’ un brav’uomo…ma quando fa così toglierebbe la pazienza anche ai santi !

FR-(si toglie il termometro e lo controlla più volte) Trentasei e tre…un febbrone da cavallo ! (beve il brodino) Che disdetta dover rinunciare anche ai gesti più elementari…solo quando si sta per morire ci si accorge di quanto è bello vivere…

OR-(ritornando in scena con il bambino nella carrozzina) Signore, allora io vado…a dopo…

FR-(con enfasi) Addio mia cara Ortensia…addio !

OR-(tra sé) Com’è melodrammatico…(a Franco) La signora finisce la toeletta ed è da lei…

FR-La toeletta ? Io sono gravemente malato e lei pensa alla toeletta…ingrata !

OR-(uscendo) A guardarlo così sembra davvero un moribondo !

FR-(si risiede) Uhhh…uhhh…

Entra Silvana imbellettata

SI-Come stai stamane, mio caro ?

FR-(debolmente) Come un condannato a morte al quale abbiano chiesto di esprimere l’ultimo desiderio…

SI-(sorridendo) Esagerato…

FR-Oh oh oh…adesso dice che esagero !Ho trentasei e tre di febbre e lei dice che esagero !

SI-(sminuendo) Suvvia Franco, sarà un po’ di influenza…

FR-(sicuro) Eh no mia cara, ti sbagli ! Questa non è influenza…è aulularia ! Uhhh…uhhh…senti ? Questa è aulularia bella e buona ! Una grave malattia…

SI-(dubbiosa) Mai sentita…

FR-Certo, è un morbo raro, ne è malato un essere umano su un milione !

SI-Oh, tutte tue fisime ! Senti piuttosto, io volevo raccomandarti un giovane, un bravo ragazzo…sai, vorrebbe lavorare in banca…

FR-Oh non ora mia cara, non ora…non è il momento…sono malato…

SI-(arrabbiandosi) Mi piacerebbe proprio sapere quand’è il momento per parlare con te ! Mah ! (esce)

FR-(lamentandosi) Ohi ohi, sento che la fine si avvicina…(ora con impeto) E sia ! Visto che a questo mondo niente è sicuro se non la morte e le tasse, io affronterò la fine a testa alta…(si avvia verso la porta di ingresso a braccia spalancate) Vieni dunque, prendimi…sono qui…sii la benvenuta !

Suona il campanello

FR-(ritirandosi spaventato) Oddio, è già qui ! E’ già arrivata…puntuale come un esattore del fisco ! (alla porta) Non c’è nessuno…via !

Suona ancora

FR-Ancora ? E insiste, insiste ! Non si può neanche dire per scherzo “sii la benvenuta” che questa si precipita…ci deve essere penuria di anima in Paradiso…Paradiso, Purgatorio o Inferno ? (pensandoci) Ah, sicuramente Paradiso !

Il campanello suona ancora

SI-(affacciandosi alla porta) Ma non senti che suonano ? Che aspetti ad andare ad aprire ? Guarda che Ortensia è uscita ! Vado io…

FR-(allarmato) Nooo…non aprire !

SI-(stupita) E perché non vuoi aprire ?

FR-Non aprire, non aprire assolutamente ! Che ne sai di chi potrebbe essere ? Non li leggi i giornali ? Tutte queste rapine…

SI-Oh, non essere sciocco…vado io ! (si avvia alla porta, tra sé) Anche perché potrebbe essere Ettore…Avanti !

Entra il Monsignore

MO-(entrando) Permes ? Sunt el Munsignur…permes ?

FR-(spaventato)Oddio, il Monsignore! E’ sicuramente venuto per l’estrema unzione !

SI-Oh Monsignore, che piacere vedervi…(si inchina e gli bacia l’anello) Qual buon vento vi ha spinto in città ?

MO-(dando a Silvana il cappello che questa appoggia sull’attaccapanni e schiarendosi la voce) Sunt vegnù chì per dag l’estrema unsion a…a un malà grav…

FR-(tra sé) Ecco, ecco la ferale notizia ! E’venuto proprio per me….

MO-Po’ dopu ufisuerò i funerai de la vegia zia de la sciura Longhi…savì ? L’è morta…

FR-Anche lei ? Oh, ma che periodo, c’è una moria di vecchie zie !

SI-Ma non state in piedi Monsignore…prego, prego, accomodatevi…(lo fa sedere sul divano)

MO-(sedendosi, a Franco) Franco…ma te vedi smort cume ona pata lavada…per caso te ste minga ben ?

FR-(imbarazzato) Io ? Ma no…cosa dite Monsignore…no…cioè sì…ma piccoli acciacchi di stagione…

SI-(intervenendo) Acciacchi di stagione…pensate Monsignore che mio marito ha poc’anzi  terminato di lamentarsi…(avviandosi verso la porta della cucina) Aspettate che vi preparo un buon caffè…solo un minuto…Ortensia è uscita…

MO-A pruposit…vurevi ringrasiav per l’uspitalità ch g’avì dà a che la tusa lì….savì, la g’ha nisun al mund…

SI-Ma Monsignore, il piacere è tutto nostro ! Ora scusatemi, vi preparo il caffè (esce)

FR-(titubante) Dunque Monsignore…è già arrivato il momento ?

MO-De fa cus’è ?

FR-Eh…l’estrema unzione…se il malato è grave…

MO-Ahimè sì…dai esam risulta che el g’ha uramai poc temp…l’è persin inutil el ricover…

FR-(tra sé, spaventato) Sa degli esami…deve essere stato il dottore…oddio, oddio…(si alza)

MO-(tra sé) Por Cavalier Ferrari…l’era vun che’l dormiva semper a l’umid, però…

FR-(ululando) Uhhh…

MO-(stupito, tra sè) Se’l fa, el se cred un louf ?

FR-Oh oh…mi auguro che almeno l’anima di quel poverino sia accolta nel regno di cieli…

MO-Certament Franco, certament…per tucc, se gh’è sincer pentiment, gh’è un post in paradis…anca per tì, te’l set ? Anca per tì el Signur l’ha riservà un pustisin…

FR-(spaventato) Preferirei andarci il più tardi possibile…sapete Monsignore, io ho sempre concepito il paradiso come uno di quei cottage in montagna, che uno affitta ma dove non va mai…

Rientra Silvana con i caffè

SI-(offrendoli al Monsignore e a Franco) Ecco i caffè…Monsignore, come al solito vi ho messo due zollette…ci stava dicendo di Ortensia…

MO-Pora tusa…la g’ha pù nisun al mund tran el so fiulin…l’ha incuntrà un giuvinaster che l’ha misa in di guai…menu mal che lè la vor pù neanca vedel…(cambiando discorso) Ma che spusa d’aj ! L’è da quand ho mis i pè in cà che la senti…(sorseggia il caffè)
SI-(imbarazzata) Beh scusatemi…io vi lascio chiacchierare…vado di là…(tra sé) Ortensia la deve smettere con il suo maledetto aglio…mi fa fare certe figure…

MO-(appoggiando la tazzina) Te capì Franco ? Quel lì a l’è un giuvinaster !

FR-(appoggiando la tazzina) So tutto di lui Monsignore…quel giovane è già stato qui…(tra sé) però onestamente a me non è sembrato così malvagio…

MO-(stupito) L’Alfredo ? L’è giamò stà chì ?

FR-(tra sé) Ecco come si chiama, Alfredo ! (al Monsignore) Sì, è stato qui a trovare il bambino…

MO-Ma cume l’avrà fa a savè che l’Ortensia ades la sta chì in de vialter ?

FR-A questo non so rispondere…ma pensate che come dottore è bravissimo…

MO-(stupito) Dutur ? Pensavi minga…el me pareva inscì ‘gnurant…

FR-No anzi, è un medico eccezionale…si preoccupa così tanto dei suoi pazienti…

MO-Che mister ! Comunque Franco, quel disgrasià lì el dev minga ves vist da l’Ortensia…te’l set, la g’ha procurà giamò tropp dulur…per piasè, fa sì che i dù se incuntren minga…

FR-Come volete Monsignore…farò in modo che i due non si vedano…

MO-Ah Franco, vurevi dumandat un’altra stupidada…

FR-Ditemi Monsignore, se posso esservi utile…

MO-Mì duvaria sistemà el mè nevud, l’Ettore…Te’l set, l’è adrèe a cercà un post de lavurà…avevi pensà de mandatel in banca per un colloqui…uhei, sensa oblig…però te’l garantisi, l’è un giuvin brau, pusà, cunt el cò in sui spall…minga cume l’Alfredo…

FR-(interrompendolo) Ho capito Monsignore, ditegli di passare a trovarmi…in fretta però ! Detto fra di noi, ha già il posto assicurato…

Rientra Silvana

SI-(imbarazzata) Monsignore, porto via il vassoio…

MO-(alzandosi) Beh miei cari, mì devi propri andà…ciaparò una camera a la locanda del “Cavallino Bianco”…se g’avì bisogn me truvarì lì…

FR-Sarà fatto Monsignore…

SI-(passandogli il cappello appeso all’attaccapanni) Arrivederci…

MO-E me racumandi Franco…per che la roba lì del mè nevud…ghe cunti ! Arrivederci…(esce)

FR-(tra sé) Si è dimenticato di darmi l’estrema unzione…si vede che non sono ancora così grave…ah, ma se aspetta che glielo ricordi io…

SI-(a Franco) Sempre attivo monsignor Maini…

FR-Un vulcano…(poi stringendo improvvisamente le gambe) Devo andare ancora in bagno…accidenti a quella medicina, il fucus ! (esce borbottando e camminando velocemente)

SI-(tra sé) Non sono poi così tanto da compiangere i mariti…

Suona il campanello

SI-(sussultando) Chi sarà ora ? (apre)

ET-(entrando rapidamente con un mazzo di crisantemi in mano) Sono io…(dà un’occhiata alle sue spalle)

SI-(stupita e spaventata) Tu ? (battendosi la fronte con la mano) Ah già, il nostro appuntamento…

ET-(che nel mentre ha appoggiato i crisantemi sul secretaire) Che ci faceva qui mio zio ?

SI-E’ venuto a farci visita…poi deve anche officiare i funerali della zia della signora Longhi…(accorgendosi dei fiori) Ma quei fiori ?

ET-Sono crisantemi…devo appunto recapitarli alla signora Longhi, glieli mandano gli amici della banca…sai che ho evitato lo zio per un soffio ? Mentre salivo le scale l’ho visto scendere, mi sono nascosto appena appena in tempo nel sottoscala !

SI-(tra sé) Questa non è più una relazione extraconiugale di quelle divertenti e disimpegnate…questa è diventata una tragedia greca !

ET-E poi si può sapere perché hai spostato il nostro appuntamento a questa mattina ?

SI-Oh, è tutto così complicato…ti spiegherò poi con calma…vediamoci stasera alla Taverna dei Sette Peccati…è un posto frequentato solo da coppiette in cerca di tranquillità…nessuno farà caso a noi…

ET-(sedendosi) Eh no mia cara, ora mi spieghi ! Hai mandato via Ortensia, l’ho vista passeggiare nel parco con il bambino…quindi l’hai fatto per vedermi…mio zio ora non c’è più, tuo marito è in banca e…

FR-(voce fuori campo) Silvana…

ET-(alzandosi prontamente) Chi è ? Chi c’è in camera ?

SI-(deglutendo) Mio marito ! Devi andare via subito, di là c’è Franco !

ET-(spaventato) Tuo…tuo marito ? (tra sé) Sono rovinato !

FR-(voce fuori campo) Silvana…

SI-(spingendolo verso la porta) Vai via subito ! Ci vediamo stasera alla Taverna dei sette Peccati !

ET-(uscendo precipitosamente e dimenticando i fiori) D’accordo, a questa sera !

FR-(entrando) Silvana, non sentivi che ti chiamavo ?

SI-(deglutendo) No…no mio caro, non sentivo…volevi qualcosa ?

FR-Vorrei soltanto sapere perché dalla tua parte del letto ci sono due orinari e dalla mia neanche uno…potrei averne bisogna anch’io !

SI-Non saprei…bisognerebbe domandarlo a Ortensia…

FR-(accorgendosi dei fiori, dimenticati da Ettore sul secretaire) E questi ? Chi li ha portati ? Prima non c’erano…

SI-(tossendo imbarazzata) Ah sì…è passato  il fioraio poc’anzi…sono…sono per te…

FR-(stupito) Per me ? (li prende, li guarda, li rigira e li getta) Ma…ma sono crisantemi ! (tra sé) Qualcuno ha sicuramente saputo che sono grave…(legge il biglietto) “Partecipiamo al dolore. Gli amici della banca”…Gli amici della banca eh ? Non vedono l’ora che io trapassi…ingrati ! Dopo tutto quello che ho fatto per loro…

Rientra nel mentre precipitosamente Ettore

ET-Sono ancora io, ho dimenticato i fio…(accorgendosi di Franco) Bu…buongiorno signor Campogallo…(tra sé) Sono un uomo finito !

FR-(stupito) Dottore…che piacere vederla…

SI-(tra sé) Dottore ? L’ha chiamato dottore ? Che sappia tutto ? Oh…(sviene)

FR-(soccorrendola) Mio Dio, Silvana ! Presto Alfredo, mi dia una mano !

ET-(stupito) Alfredo ? Ma io…

FR-(con veemenza) Ma si spicci, cosa aspetta ?

ET-(aiutandolo) Sì sì…(tra sé) e questo sarebbe un appuntamento galante…

Sorreggendola entrambi, la portano verso la camera

ET-Deve essere la pressione…

FR-E pensare che quando me lo ha detto non le ho creduto !

ET-Signor Campogallo…non per essere inopportuno…ma lo sa che le puzza il fiato d’aglio ?

FR- Ma non a me, a Silvana !

ET-Ah, mi scusi…(tra sé) se non migliora non la bacerò più ! (escono)

Entra nel mentre Ortensia

OR-(spingendo la carrozzina, rivolta al bambino) Eccoci qui…abbiamo fatto una lunga passeggiata, vero Auguste ?

Rientra Franco

FR-(rivolto alla camera, senza accorgersi di Ortensia) Dottore, ci pensi lei…(tra sé) che giornata, che giornata…

OR-(togliendosi la mantellina e appoggiandola sull’attaccapanni) Signor Campogallo, sono tornata…

FR-(accorgendosi di lei, tra sé) Oh perbacco, c’è Ortensia…non devo assolutamente farla incontrare con Alfredo…che giornata, che giornata !(a Ortensia) Che ci fai qui ?

OR-(tra sé) Che domanda…(a Franco) Ho terminato la passeggiata…

FR-Ma è durata poco !

OR-(candidamente) No, invece è durata molto ! Io e il piccolo Auguste abbiamo percorso il parco in lungo e in largo…ho persino i piedi gonfi !

FR-No no no…è durata poco, troppo poco ! Il bambino deve respirare, prendere aria…non può sempre stare qui al chiuso…vai su, vai a farne un’altra ! (inspirando ed espirando) Bisogna riempire i polmoni !

OR-(cercando di obiettare) Ma signore…

FR-(prendendo la mantellina e mettendogliela sulle spalle) Non discutere i miei ordini Ortensia ! (le allunga la carrozzina) Vai, vai a fare un’altra passeggiata ! Il bambino ha bisogno di aria pura ! (la spinge fuori) E poi camminare fa bene alla circolazione !

OR-(uscendo) Come vuole signore…(tra sé) Sta peggiorando ! (esce)

FR-Meno male che Alfredo è  rimasto di là con mia moglie !

Rientrano Silvana ed Ettore

ET-(sorreggendola) Si è ripresa…signor Campogallo, sua moglie si è ripresa…

FR-(avvicinandosi ai due) Dio sia ringraziato…come stai tesoro ?

SI-Un po’ indebolita ma va meglio, molto meglio…

FR-Bene…anche perché devo dirti una cosa importante…

SI-(impaurita) Che cosa caro ?

FR-Io so che il dottore…

ET-(intervenendo) Sono tutte dicerie, tutte fandonie…

FR-Mi faccia parlare…(riprendendo) il dottore…frequenta una donna che non può vedere…insomma, ha una relazione proibita…

SI-(fingendo stupore) Oh…(ad Ettore, sottovoce) Tu nega, nega tutto…tutto !

ET-A dire la verità…

FR-(proseguendo) E non solo, l’ha messa incinta…

SI-Oh mio Dio, sono…sono…oohhh…(sviene ancora)

ET-(sorreggendola prontamente) Oddio, è svenuta un’altra volta !

FR-(soccorrendola a sua volta) Mio Dio, che giornata, che giornata !

ET-(tra sé) E’da stamattina che non gli sento dire altro ! (a Franco) Portiamola di là…

FR-Sì sì, facciamola sdraiare…(preoccupato) Ma non è il caso di farle la respirazione bocca a bocca ?

ET-(schifato) Signor Campogallo, lei mi vuole vedere morto ! Sua moglie puzza d’aglio ! (escono)

La scena rimane vuota per qualche secondo

FR-(rientrando, seguito da Ettore) Però poteva anche dirmelo che lei non può e non deve vedere Ortensia…

ET-(intuendo) Oh, ma allora era a lei che si riferiva…a Ortensia !

FR-Naturalmente…e a chi se no ?

ET-E certo…e a chi ? (tossendo) Sì è vero…io non posso vederla…quella donna suscita in me…

FR-(interrompendolo) Guardi Alfredo…

ET-Alfredo ?

FR-Certo, io so anche il suo nome, Alfredo !

ET-Eh già…(tra sé) Deve essere il nome di quell’altro…

FR-Dicevo…io non credo che lei sia il giovanotto che mi hanno descritto…quindi le darò una mano per nascondersi ad Ortensia…lei quando vorrà vedere suo figlio me lo dirà ed io sarò suo complice…capito ? (gli strizza l’occhio)

ET-(ridendo nervosamente) Che bellezza…(tra sé) Non ha capito niente della relazione tra me e sua moglie…appena rinviene devo dirlo a Silvana !

Nel mentre Silvana si affaccia alla porta

SI-(tenendosi una mano sulla fronte) Che…che cosa mi è successo ?

FR-(andandole incontro) Nulla di grave mia cara…è la pressione che fa le bizze !

SI-Ah sì, ricordo…(tra sé) Oddio, sono incinta e sono l’unica a non saperlo…(a Franco) Caro, vorrei spiegarti…tra me e lui non c’è…

ET-(interrompendola mugugnando sottovoce) Sta zitta, lui non sa nulla !

FR-Cosa c’è dottore ?

ET-(parlando a voce alta) No…niente, niente, un po’ di stress…

FR-Ha ragione, ha ragione…lo stress…aspetti che le verso un anice, il cardiotonico dei francesi ! (si sposta per preparare il drink)

ET-(a Franco) La ringrazio…(a Silvana, mugugnando) Lui non sa di noi…

SI-(sottovoce) Che dici ? Non capisco…

ET-(sempre mugugnando) Lui non sa della nostra relazione…ti prego, stai zitta !

SI-(mugugnando a sua volta) Ah, lui non sa di noi…chi te lo ha detto ?

ET-(sempre mugugnando) Lui, me lo ha detto lui ! Poi ti spiegherò…

FR-(arrivando con l’anice, si accorge del mugugno) Ecco dottore, beva…dottore, ma è sicuro di sentirsi bene ? (tra sé) in questa casa credevo di essere io il malato grave…

ET-(prendendo l’anice) Grazie…sì sì, sto bene…è che…il tempo, quando c’è questo tempo la bocca…non so come dire…mi si blocca…ecco, vede ? (mugugna qualcosa e poi beve)

FR-Silvana, sono felice di annunciarti che il padre del piccolo Auguste è lui, il nostro dottore ! (gli da una pacca sulla spalla) E’ giusto che anche tu lo sappia…

ET-(sputandogli addosso l’anice) Co…cosa ?

SI-Lui è…è il…padre ? Oohhh…(sviene ancora sul divano)

FR-(soccorrendola) Ancora ? Presto dottore…e poi stia attento, mi ha inzuppato d’anice !

ET-Mi scusi, non l’ho fatto apposta…(tra sé, soccorrendo Silvana) Altro giro, altro regalo…

FR-Su coraggio, portiamola in camera…

ET-(tra sé, sorreggendola) Che bello, sembra di essere al luna park ! Avanti e indrèe !

(escono)

La scena resta vuota qualche secondo

FR-(rientrando seguito da Ettore) Mio Dio che giornata, che giornata !

ET-(tra sé) E’ monotono però…dice sempre le stesse cose ! (a Franco) Signor Campogallo, è giusto che lei sappia…quegli esami che…

Da fuori si sente piangere il bambino

FR-(spaventato) Silenzio ! Sta rientrando Ortensia !Presto dottore, deve nascondersi !

ET-Ortensia ? (tra sé) Se mi vede è la fine…(a Franco) Dicevo che quegli esami non riguardano lei…sono di un’altra persona…

FR-(cercando di inventarsi un nascondiglio, senza starlo ad ascoltare) La smetta con questa storia…Cosa possiamo fare ?

ET-(cercando anche lui un nascondiglio) Le giuro che non sono i suoi…

FR-Le ho detto di smetterla ! Tanto non le crederò mai…ah ecco, vada in camera di mia moglie ed apra l’armadio…vi troverà un caftano nero e un chador…se li metta !

ET-(avviandosi) D’accordo, ma poi ne riparliamo ! (uscendo) Ho capito : avere un amante è come avere un abbonamento con un’ulcera perforante ! (esce)

Entra ortensia con la carrozzina.

OR-(appoggiando la mantellina sull’attaccapanni) Abbiamo preso tanta aria…tanta !

FR-Bene Ortensia, bravi ! Ora…vai di corsa in camera tua…e poi, ti sembra la maniera di fare ? Il bambino deve anche riposarsi, non trovi ? E’stato in giro tutto il giorno ! Su vai, dritta filata in camera tua !

OR-(tra sé, spingendo la carrozzina) Ho capito…il mio principale si droga…chi l’avrebbe mai sospettato ? (esce)

Rientra nel mentre Ettore vestito da araba, con caftano e chador

ET-Mi stia a sentire signor Campogallo…(scosta il chador dal viso) le torno a ripetere che qualcuno si è sbagliato…quegli esami non sono i suoi !

FR-Se crede di tranquillizzarmi non ci riuscirà…senta…uuuhhh…(ulula)

ET-(inginocchiandosi) Mi creda, la prego, mi creda…(allungandogli le mani)

FR-(prendendogli le mani) Alfredo, lei è tanto buono, tanto caro…

Rientra nel mentre Ortensia con una busta in mano

OR-Signor Campogallo, mi sono dimenticata di dirle che …(accorgendosi di Ettore in ginocchio) Oh, scusatemi…

FR-(ad Ettore) Si rimetta il chador, se lo rimetta subito !

ET-(rimettendosi il chador si alza e fa un inchino a Ortensia) Salam…

OR-(ricambiando) Salam…(tra sé) Mai avrei pensato che il banchiere intrattenesse una relazione con una donna araba…(a Franco) Volevo dirle che tornando dalla passeggiata ho trovato nella cassetta postale questa busta per lei…prego…(gliela consegna)

FR-(imbarazzato) E’ che…lei è…un’amica…dirige una banca ad Algeri…salam…

OR-Salam…

ET-Salam…

FR-Bene Ortensia, vai pure…io e la signorina…Fatima…

ET-Salam…

OR-Salam…

FR-Dicevo che io e la signorina Fatima dobbiamo…discutere di…di importanti questioni riguardanti la…la banca…su vai, cosa aspetti ?

OR-(uscendo) Salam…

FR-Salam…(arrabbiandosi) Ma cosa mi fai dire ? Su, vai…

Ortensia esce

FR-(apre la busta e legge) Ma…ma…questi sono i miei esami…(ad Ettore che lo guada incuriosito) Allora aveva ragione…quelli non sono i miei !

ET-(tra sé) Finalmente ! (a Franco) E lei che non voleva credermi…

FR-Ma allora io non sono malato ! (legge ancora) No…proprio no…glucosio…emoglobina…ferro…è tutto nella norma ! Ma come saranno arrivati qui quelli che non mi riguardano ?

ET-(che nel mentre si è tolto i vestiti da araba) Succede…sbagliano ad inviarli…(appoggia i vestiti sul divanetto) Ortensia li trova, glieli dà…

FR-E certo, deve essere andata proprio così…Ortensia li ha trovati nella cassetta della posta, non li ha controllati…eh, ma lo dicevo io…non mi sentivo poi così  male…insomma, un po’di paura l’ho avuta, sì…ma poca…

ET-E io che l’avevo scambiata per aulularia…

FR-Beh dottore, che dire…una diagnosi sbagliata…

ET-Già…ora però, se permette, dovrei andare…sa, i miei pazienti…

FR-Vada, vada pure caro Alfredo…i suoi pazienti la reclamano !

ET-(prendendo dal tavolo i crisantemi) Questi li prendo io…tanto non le servono, vero ? E poi sono crisantemi…(ironico) sa, il primo paziente che ci lascia le penne…capisce, sono rifornito !

FR-Ma li prenda, li prenda pure…(tra sé) alla faccia degli amici della banca ! Oh, dottore…

ET-Sì ? Che c’è ?

FR-(che nel mentre si è avviato verso il secretaire) Prenda anche questi esami…sa, non sono miei, quindi…

ET-(prendendo la busta) Eh già, non sono suoi…quindi…provvederò immediatamente a recapitarli al vero malato ! Arrivederci…(esce)

FR-(rimasto solo ride e si versa da bere) Ah ah…non sono malato, non sono malato…devo festeggiare ! Telefonerò subito a Corinne, la cocotte…ogni tanto la frequento…(tira fuori un bigliettino dal secretaire e compone un numero al telefono) Una cocotte…una donnina allegra, facile…è quello che ci vuole quando si rinasce !

Pronto ? Sono Franco Campogallo, cerco la signorina Corinne…(tra sé, ironico) Signorina…(a Corinne) Tesoro, sei proprio tu ? Come stai ?...Ne sono felice…(con  bramosia) Vorrei vederti, mia cara…sì certo, al solito posto…alla Taverna dei Sette Peccati…lì ci sono tutte coppiette clandestine come noi…nessuno ci disturberà….faremo tutte quelle cosine strane che mi piacciono tanto…a dopo ! (riappende) Mi sento come rinato…come…come Auguste ! Uhee…uhee…(piange come un bambino, poi si accorge dei vestiti lasciati da Ettore) E questi ? (li prende e si guarda in giro) Li rimetterò in camera…(esce e rientra subito senza vestiti) Che giornata, che giornata…!

Rientra nel mentre Silvana

SI-(intontita) Franco ? Franco…

FR-(avviandosi premuroso verso di lei) Ma perché ti sei alzata, cara ? Con la pressione così ballerina forse ti converrebbe riposare un po’…

SI-(tranquillizzandolo) No…va meglio…adesso va meglio…

FR-Sicura ?

SI-(guardandosi in giro) Sì…ma Ett…cioè, il dottore…dov’è ?

FR-E’ andato via cara, è andato…sai, i pazienti…anche lui deve lavorare…

SI-(con un sorriso tirato) Già…(poi mugugnando) Ti ha detto qualcosa caro ?

FR-Cosa tesoro ? Non capisco…

SI-(sempre mugugnando) Il dottore ti ha detto qualcosa ?

FR-(tra sé) Devo farla visitare, ha lo stesso problema di Alfredo…bofonchia !

(a Silvana) Cara, non ti preoccupare…è il tempo…succede anche ad altre persone…(tra sé) meglio che finga anch’io di avere lo stesso problema, altrimenti potrebbe spaventarsi…povera cara, è così fragile…(a Silvana, mugugnando) Vedi cara ? Succede anche a me di parlare così, ma è una cosa temporanea…non preoccuparti, non è niente…

Suona il campanello

SI-FR-(con un sussulto) Chi è ?

SI-(tra sé) Non vorrei che fosse Ettore…

FR-(tra sé) Sarà mica di nuovo Alfredo…di là c’è Ortensia…

SI-Vado io ! (tra sé) Al limite gli chiudo la porta in faccia…

FR-Ma no cara, vado io…(tra sé) Gli dirò che c’è Ortensia…

SI-Non ti preoccupare caro, vado io…

FR-Ma no, ma no…vado io…

SI-(andando verso la porta) Non ti disturbare…vedi ? Sono già sulla soglia…Avanti ! Apre ed entra zia Enrica. Vedendola, Silvana sviene per l’ennesima volta

SI-Zia Enrica…il fantasma di zia Enrica…ohhhh (sviene)

FR-(impaurito) il fantasma di zia Enrica ? Vade retro, vade retro !

EN-(entrando e sorreggendo Silvana) Cià rimbambì, dam ona man…se te credet, de fam fa i quater stagiun cunt la tua mièe fra i brasc ?

FR-(tra sé) Parla…parla ! Quindi non è uno spirito…(le si avvicina e l’aiuta ad appoggiare Silvana sul divano)

Nel mentre entra Ortensia

OR-Hanno suonato ? (vedendo Silvana) Oddio la signora…deve aver subito una forte emozione ! (esce lestamente)

FR-(che nel mentre ha sdraiato Silvana) Zia…zia Enrica…che piacere vederti…viva!

Rientra precipitosamente Ortensia con il pitale

OR-Ecco…ecco il pitale !

EN-(stupita) Ma se la fa la cameriera in gir cunt l’urinari ?

FR-(tra sé) Che giornata,che giornata !(a Ortensia)Che ci fai tu con il pitale in mano ?

EN-Appunto signorina…ma le par la manera de andà in gir ?

OR-(imbarazzata) Eh…la signora…la cistite…se si emoziona…se la fa addosso…

FR-Per cortesia Ortensia, per cortesia ! (prendendo Silvana sottobraccio) Dammi una mano, la sdraieremo sul letto…

OR-(aiutandolo) Ma che le è successo ?

FR-La pressione, è la pressione…(a zia Enrica) Torno subito, scusa zia !

OR-Qui ci vuole subito un po’ d’aglio ! (escono)

EN-(rimasta sola) Gioventù fada cunt la plastilina…(estrae una tabacchiera e sniffa un po’ di tabacco) i mangen pù de carne e po’ svegnen tri volt al dì…ai miei tempi…o correre o eren pesciad in del seder…(poi guardandosi in giro) Che la cà chì l’è semper istess…stess mobil, stess tapè…oh, gh’è ancamò la stesa ribaltina in due el me Leopoldo el me lasava i leter d’amur…eh sì, perché prima che la ciapes el Franco cunt la sua mièe, in che la cà chì ghe abitavi mì cunt el me Leopoldo, el mè marì…(sospirando) che om…che om ! Un liter de barbera ai past, el balava el tango e se parlavi pusè del necessari eren sberluni…che om, che om ! El Signur l’ha fa e poò dopu l’ha butà via el stampin…(guardando curiosa la ribaltina) Magari gh’è ancamò denter ona quai letera…

Entra nel mentre Franco

FR-(tra sé) Che giornata,che giornata !

EN-Oh Franco, ma se t’è saltà in ment ? Se hinn tucc chi telegramm che te m’è mandà ? Arivum…arivum minga…diremo una prece…non la diremo…

FR-(confuso) Dio mio che giornata,che giornata !

EN-Quest chì l’ho capì, ma per el resto rimango in attesa ! (sniffa ancora un po’ di tabacco)

FR-Zia, tu come al solito sniffi tabacco, quindi…

EN-Quindi sono più viva e vegeta che mai ! Te l’ho giamò dì,  prima de suteram te se dev ingrusà la prostata !

FR-E’ già successo zia, è già successo…E’ che…che ci è arrivato un telegramma che ci avvertiva della tua…del tuo trapasso insomma…

EN-Per quel duvarì aspetà ancamò un bel po’ de temp…sarà sta el schers d’un quai cretino…

FR-Evidentemente sì…(tra sé) Dio mio che giornata,che giornata !

EN-(guardandosi ancora in giro) Quanti ricord…quanti ricord in che la cà chì…

FR-Eh già, qui tu vivevi con lo zio Leopoldo…

EN-Propri inscì…e lì denter (indica la ribaltina) lì denter el me lasava i leter d’amur…inscì quand lù el g’era minga mì g’avevi on quai cos de so istess…che om, che om !

FR-Ma zia, accomodati…ti offro un anice ?
EN-L’è un po’ duls…ma cià, un bicierin el bevi istess !

Rientra Silvana

SI-(lamentosa) Oh, Franco…

FR-(dà l’anice a Enrica e le va incontro) Tesoro, sai che ci hanno preso in giro ? La zia Enrica non è ancora morta…

EN-(tra sé) El g’ha propri voia de suteram, che l’om chì…(a Silvana) Vegn chì tusana, setes giò visin a l’Enrica…se te ghè de burlà giò cume on crem caramel ? E po’ sent, sent cume te spusa el fiàa…

SI-(che nel mentre si è seduta vicino a lei) Dio mio che giornata,che giornata !

EN-(tra sé) Oh Madonna, ma g’han nient’alter de dì ? (a Franco) Te se stà un po’ indrèe cunt l’anice…te g’avarè minga paura de cunsumal tucc…damen ancamò on bicer…

FR-(versandolo) Volentieri zia… che giornata,che giornata !

SI-Danne un sorso anche a me, caro…

EN-Bev, bev Silvana, che l’è otim per la presiun…(tra sé) inscì  la se tira via un po’ de che la spusa d’aj che la g’ha in buca…

Squilla il telefono

FR-(servendo le signore) Ortensia ?

OR-(sulla porta) Sì signore ?
FR-Il telefono…rispondi tu…

OR-Bene signore…(rispondendo) Casa Campogallo, chi parla ? Oh, monsignor Maini…Sì sono Ortensia…sì, mi trovo molto bene qui…grazie, grazie di tutto…(ascolta) Va bene, allora li avverto io…arrivederci (riaggancia)

FR-Chi era Ortensia ?
OR-Era monsignor Maini…ha detto di riferirvi che alla locanda del Cavallino Bianco non c’era più posto…

SI-E allora ?

FR-E allora si sarà trasferito in qualche altro albergo…

OR-Esatto, alla Taverna dei Sette Peccati

FR-SI-(stupiti) Alla Taverna dei Sette Peccati ?

OR-Sì, perché ?

FR-Si è trasferito…

SI- Alla Taverna dei Sette Peccati…ma non può, è un posto così equivoco…il Monsignore non può alloggiare lì…(tra sé) Speriamo che non incontri Ettore che mi sta aspettando…

FR-E’ vero, un Monsignore in un posto così malfamato…(tra sé) Mio Dio, lì c’è Corinne, la cocotte che mi sta aspettando…

Enrica nel mentre si è avvicinata alla ribaltina, la apre, fruga e trova un pacco di  lettere legate con un nastro

EN-(emozionata) Le lettere del mio Leopoldo…ci sono ancora le lettere d’amore del mio Leopoldo…oh caro, caro…(ne apre una e la legge ad alta voce) “Amore mio, non venire ti prego, non venire mercoledì. Ti amo”. Oh…questa chì me la ricordi no…

SI-(tra sé) Oddio, ha trovato le lettere di Ettore…è la fine del mio matrimonio !

FR-Che romantico zio Leopoldo…(tra sé) Devo avvisare Corinne !

SI-(imbarazzata) Un poeta ! (tra sé) Ettore mi sta aspettando…

EN-(aprendone un’altra) Sentì, sentì questa chì se la dis, sentì cume el scriveva…”Amore, sei un angelo caduto da un cielo che non appartiene a nessuno…”

Si sente piangere il bambino

OR-Scusatemi, il piccolo Auguste mi reclama…(si avvia all’uscita)

EN-(stupita) Oh, ma de là gh’è un bagajn…speta che vegni a vedel ! (esce con Ortensia mettendo il pacco di lettere nella borsa, che lascia sulla scrivania)

FR-(stoppandosi a vicenda) Beh Silvana, io credo che monsignor Maini vada avvertito…non può fermarsi a pernottare in quel luogo così peccaminoso…andrò io…

SI-Ma no mio caro, cosa dici ? Se dovessero vedere lì un uomo stimato come te potrebbero…insomma, potrebbero pensare male…

FR-Certo, ma anche se vedessero te, la moglie del banchiere Campogallo…insomma, vado io !

SI-No no no caro, non insistere ! Andrò io alla Taverna dei Sette Peccati ad avvisare il Monsignore…anzi, che ne dici di invitarlo qui da noi a bere qualcosa ? Sì, per un piccolo rinfresco…così c’è anche la zia Enrica e possiamo stare tutti un po’ insieme…(prende la mantellina dall’attaccapanni ed esce precipitosamente) Faccio in un attimo…

FR-Un piccolo rinfresco…quindi devo telefonare immediatamente alla Taverna dei Sette Peccati e disdire l’appuntamento con Corinne…(va al telefono) Pronto ? E’la Taverna dei Sette Peccati ? Cerco la signorina Corinne, camera 13…Come ? Non è ancora arrivata ? Allora al suo arrivo le dica che…Franco…(mugugnando)…sì cioè…insomma…che l’appuntamento di stasera è disdetto…Molto gentile, grazie, arrivederci (ripone la cornetta) E questa è fatta…oddio, devo andare ancora in bagno…devo smettere di prendere quel maledetto fucus ! E intanto che ci sono, mi cambio per il rinfresco…(esce)

Suona il campanello. Esce Ortensia che parla con Enrica, dietro le quinte

OR-Lo coccoli, lo coccoli così che si addormenta…Un attimo, un attimo che arrivo…(apre ed entra Ettore) Ah dottore, buongiorno…

ET-Ciao Ortensia, c’è la signora ? E’urgente !

OR-Si accomodi, si accomodi…intanto guardo…

ET-Meno male che sono arrivato in tempo…(si siede) devo avvisarla che non possiamo vederci alla Taverna dei Sette Peccati…non so per quale motivo ma c’è mio zio, il Monsignore ! Dio che giornata, che giornata !

OR-(rientrando) Dottore, la signora non c’è…è andata alla Taverna dei Sette Peccati…l’aspetti pure qui…

ET-Alla Taverna dei Sette Peccati ? Ma sei sicura ?

OR-Sì, me l’ha detto il marito…ora scusi, io torno di là…

ET-(rimasto solo) Credo proprio che emigrerò in Australia…e giuro, giuro, mai più la moglie di un altro !

Entra Franco che si è cambiato d’abito

FR-(sistemandosi il papillon) Dottore, ma che sorpresa…che ci fa lei qui ?

ET-(ironico) E’ che…è che senza di lei non so più stare !

FR-Ma lei è un imprudente…Ortensia potrebbe sorprenderla…lei non può vederla, lo sa…

ET-Eh già…ma è che ho avuto un sussulto paterno…vorrei vedere il piccolo Auguste…

FR-Ebbene, le ho promesso che sarei stato suo complice…vada nella mia camera, glielo porterò io !

I due escono quatti quatti.

FR-ET-(tra sé) Che giornata, che giornata !

Entrano Silvana e il Monsignore

MO-(appendendo il cappello) Che sit Silvana, che sit…pensa che ho cuniusù anca vuna de chì dunin alegher…

SI-(annuendo forzatamente) Eh già Monsignore…che posto poco raccomandabile…

MO-D’altronde in de l’alter alberg gh’era minga de lett…

Entrano Enrica e Ortensia

EN-(a Ortensia) Che strano…al Franco g’hin mai piasù i fiulin e ades l’ha adiritura purtà el tò in de la sua camera da lett…

OR-(orgogliosa) Il mio piccolo Auguste è diventato il cocco di tutti, in questa casa !

(vedendo il Monsignore) Oh Monsignore, che piacere rivederla…(gli va incontro)

MO-Oh, te la chì l’Ortensia…bel facin…(le dà un buffetto, poi a Silvana) La fa la brava o no che la tusa chì ?

SI-Sì Monsignore, è una ragazza attenta e scrupolosa…

OR-E che si ricorda tutto ! Infatti signora, adesso lei deve prendere i suoi due spicchi d’aglio !

EN-(tra sé) Ecco perché ghe spusa el fià…

SI-(imbarazzata) Sapete…è per la pressione…è un periodo che fa le bizze…

MO-Ecco d’in due che’l rivava che l’udur chì…

SI-(cambiando discorso) Zia Enrica…conosci il monsignor Carlo Maini ?

EN-Di fama sì, ma di persona ho il piacere adesso…Enrica Corti vedova Campogallo…piacere…(gli bacia la mano)

MO-El piaser l’è tucc mè…

SI-Beh, che ne dite di accomodarci di là ? Ortensia, prepara degli aperitivi…

OR-Bene signora…

SI-Prego Monsignore…(si avviano tutti verso un’uscita)

EN-(al Monsignore)Vurevi fa dì ona mesa al mè por Leopoldo…vegni a spend tant ?

MO-Se la caverà cunt una oferta per el campanil…(escono)

Rientrano Franco ed Ettore. Quest’ultimo è vestito ancora con caftano e chador, Franco ha in braccio il bambino

FR-Alfredo, per lei sto rischiando grosso, lo sa ? Comunque guardi, guardi che creatura ha messo al mondo…

ET-Eh già…una meraviglia !

FR-(passandoglielo) Su, lo coccoli, lo coccoli…

ET-(prendendo il bambino da inesperto) Bello…bellino…mi raccomando, non piangere…

Il bambino si mette a piangere

ET-(stizzito) Ecco, lo sapevo, lo sapevo !

Entra Ortensia

OR-(preoccupata) Dov’è il mio piccolo ? Perché piange ? (accorgendosi di Ettore travestito da donna araba) Ah, salam…

ET-(con il chador sul viso) Salam…

FR-Salam…

OR-(ad Ettore) E’ un amore, vero ?

ET-(mugugnando) Sì…(glielo passa)

FR-(tra sé) Che giornata, che giornata…

OR-(con in braccio il bambino) Beh, io torno a preparare gli aperitivi…(a Franco) Di là c’è il Monsignore, insieme con sua zia Enrica e sua moglie…

ET-Il monsig…ah…salam…

OR-Salam…la signora mi ha detto di preparare un piccolo rinfresco…vado…(esce)

ET-(tra sé, spostandosi il chador) Il mons…il monsig…devo avvisare Silvana !

Suona il campanello

FR-Ortensia, vado io ! (ad Ettore) Lei si sieda lì e non si muova…(tra sé) Chi sarà mai ? Sì ?...

Entra Corinne, con abbigliamento da cocotte

CO-Ah, eccoti qui…perché non sei venuto ?

FR-Oh mon Dieu, la cocotte ! Cioè, Corinne ! Che ci fai qui ? Non te l’hanno detto alla Taverna che non potevo venire ?

CO-Certo che me l’hanno detto…anzi, mi sono fatta dare da loro il tuo indirizzo…(ammiccando) ti conoscono bene…

FR-(tra sé) Eh già, mi conoscono bene…(a Corinne) Come vedi ho…degli ospiti, quindi adesso non posso trattenermi oltre…ci vediamo…(cercando di spingerla fuori dalla porta)

CO-(entrando) Eh no mio caro, troppo semplice ! E i miei soldi ? In fondo sei stato tu che non sei venuto all’appuntamento…io voglio i miei soldi, altrimenti da qui non mi muovo ! (accorgendosi di Ettore travestito) Ospiti eh ? E quella chi è ? Mio caro, io le cocotte le riconosco lontano un miglio !

FR-No, ma quale cocotte, cosa dici ? (fruga in tasca, estrae dei soldi e glieli consegna) Ecco, tieni…è tutto quello che ho…

CO-(contandoli rapidamente) Stai scherzando, vero ? Questi li prendo come anticipo, aspetto il saldo…(dirigendosi verso il mobile bar) Tanto che ci sono bevo qualcosa…

FR-(inseguendola, sottovoce) Corinne, non ho più contanti…(sorride imbarazzato verso Ettore)

CO-Trovali, altrimenti io da qui non mi schiodo ! (si versa da bere)

ET-Salam…

CO-Anch’io…(sottovoce) Tranquilla, non te lo rubo…

FR-(tra sé) Mio Dio, che giornata, che giornata !

Entra il Monsignore

CO-(tra sé) Oh, ma chi si vede…il maniaco che ama travestirsi da prete…era anche lui alla Taverna dei Sette Peccati in cerca di avventure…Se quello è un prete io sono Giovanna d’Arco !

FR-(imbarazzatissimo) Monsignore…le presento due geni dell’alta finanza…la signorina Fatima della Banque d’Algerie…

ET-(inchinandosi) Salam…(tra sé) Speriamo che lo zio non mi riconosca…

FR-E la signorina Corinne…Lei è una delle…delle grandi promesse della finanza internazionale…è una mente, non sbaglia mai un colpo…vero ?

CO-Chi io ? Ah sì, certo…(sottovoce) Voglio i miei soldi !

MO-(osservandola) Mi auguro che la signorina sarà generosa con un rappresentante della madre chiesa…e nello specifico…insuma signorina, g’ho el campanil de rifà…

FR-(interrompendolo) Oh, lo sarà Monsignore, lo sarà sicuramente…

CO-(guardandolo in maniera seducente) Certo che sarò generosa con te…chiedimi quello che vuoi, satanasso !

MO-Che temperamento !

CO-Vedrai il resto, bell’uomo !

FR-(imbarazzato) Monsignore ma…andate pure di là a bere l’aperitivo…io intanto parlo con la signorina Corinne…(a Monsignore, sottovoce) lasciatemi solo con lei e vi farò fare un’offerta mai vista !

MO-(sottovoce) Ci conto Franco, conto su un’offerta sostanziosa…

Mentre i due discutono, Corinne si impossessa della borsa di zia Enrica

FR-Lasciate fare a me Monsignore…Ah scusate, non avete in tasca dei contanti per caso ? Sapete, mi servirebbero…

MO-Ma figliolo…ti ho appena detto che ho il campanile da rifare…suvvia…(esce)

FR-Eh già…

CO-Allora, i miei soldi ?

FR-Non ti preoccupare, li avrai…

CO-Sarà…fintanto io non mi muovo da qui…(inseguendo il Monsignore) Finto prete…arrivo…!

FR-(inseguendola a sua volta) Ti prego Corinne, ti prego ! (ad Ettore) Dottore, lei non si muova, arrivo subito…

ET-(rimasto solo, scostando il chador) Mio Dio, che situazione ingarbugliata…meglio che mi eclissi…e poi fammi togliere questi abiti, mi sento così ridicolo…(se li toglie) dove li posso mettere ? (si guarda in giro) Ah, la credenza…(li nasconde)

Entra Silvana

SI-(tra sé) Chissà che l’avrà invitata quella…mah…fammi prendere l’anice per zia Enrica…(accorgendosi di Ettore) Ettore ! Che ci fai qui ? Sono venuta alla Taverna dei Sette Peccati per avvisarti di non venire…

ET-Ed io nel mentre venivo qui per avvisarti che là c’era lo zio…

SI-(prendendo la bottiglia) Sì lo so, al Cavallino Bianco non c’era più posto…aspetta, porto l’anice alla zia e torno subito…

Nel mentre entra Corinne

CO-Uh, ma quanti ospiti…(vedendo Silvana) Ecco un’altra cocotte…anche lei prima era alla Taverna dei Sette Peccati…vorrà mica rubarmi il mestiere…(notando Ettore) E lui ? Lui mi pare…sì sì, c’era anche lui…

SI-(tra sé) Non riesco proprio a capire chi sia questa…

CO-Ciao cari…vi state divertendo ? (tra sé) Chissà come avrà fatto quest’altra cocotte ad infilarsi a questa festa…

SI-Beh sì…è un rinfresco carino…

CO-(a Silvana, sottovoce) Con chi stai ? Con lui o con il banchiere ?

ET-(tra sé) Con me o con il banchiere ? Oddio, questa sa tutto ! (a Corinne) Dottoressa, sono tutte fandonie, tutte dicerie…

CO-(sorpresa) Dottoressa ? Non me lo ha mai detto nessuno…è galante però…

SI-(imbarazzata) Scusate, io porto di là l’anice…

CO-Ti faccio compagnia bellezza, così ci accordiamo…il banchiere lo prendi tu e il giovane io…

SI-Ma cosa dice ? Non capisco…

CO_Sù, non fare l’ingenua…(escono)

ET-(rimasto solo) Mio Dio che giornata, che giornata…

Rientra la zia Enrica

EN-(cercando in giro) Riesi minga a capì in due ho mis la mè bursa…e po’ gh’è denter i danèe, i document, i mè ricord, i leter del me Leopoldo…

ET-(tra sé) Questa deve essere un’altra cocotte…stagionata però…Dio, ma cosa sta organizzando il banchiere, un’orgia ? (a Enrica) ‘Giorno…bella festa, vero signora ?

EN-(guardandolo storto, tra sé) Quest chì el g’ha ona facia de lader…l’è stà lù del sicur a rubam la bursa…(a Ettore) Lù l’è un delinquent…mì ghe’l legi in facia…che’l se vergogna a prufitas inscì d’una povera dona…lo dirò al Monsignore !

ET-(stupito e preoccupato) Che cosa signora ?

EN-Che’l faga minga finta de capì no…lei prima si è approfittato della gentilezza della signora Silvana e poi, non contento, anche della mia…lo dirò al Monsignore !

ET-(tra sé) Oddio, sa che ho approfittato di Silvana…(ad Enrica) Signora le giuro, di Silvana sì, ma di lei no, no davvero !

EN-Sì invece, ha aspettato che mi girassi per abusare di me ! Si vergogni,

delinquente ! Oh che dulur, che dulur…

ET-Signora, le giuro che non mi sarei mai permesso…

EN-Sì è permesso invece ! Cume me sunt girada me l’ha fada dedrèe ! E per quei quattro soldi, poi ! Comunque aspetti e vedrà ! (esce)

ET-(stranito) Ho abusato di lei per quattro soldi ? Signore, tutto ho fatto nella vita ma di lei non ho abusato, te lo giuro…

Entra Ortensia inviperita

OR-Dottore, dottore…che cosa mi ha fatto mettere nell’orecchio di mio figlio ?

ET-(ricordandosene) Olio fenicato…perché ?

OR-Perché non era l’orecchio, era il dentino…quello del latte, incapace !

ET-Ah era il dentino ? Allora prova con un chiodo di garofano, vedrai…

OR-Il chiodo di garofano sa dove glielo infilo ?

ET- Non sia volgare Ortensia, non sia volgare…

FR-(entrando) Dottore…(vedendo Ortensia con Ettore, tra sé) la frittata è fatta, la situazione mi è sfuggita di mano..

OR-(a Franco) Dottore questo ? Ma se non ne azzecca una…

ET-A dire la verità…

OR-Stia zitto e…non mi faccia parlare !

FR-Forse è meglio, anche perché io non ho capito un accidenti di niente…

Rientra nel mentre il Monsignore con Corinne seguito da Enrica e Silvana. Tutti discutono animatamente fra loro

MO-Se l’è sta discusion ? Sciuri, un po’ de calma…(vedendo Ettore) Ettore, che piasè vedet…cume mai tè minga recapità el telegrama a la sciura Longhi ?

ET-(tentennando) E’ che io…mio Dio che giornata, che giornata…adesso ti spiego…

CO-(intervenendo) Mi perdoni Monsignore, mi perdoni…sì io…insomma, io non credevo che lei fosse veramente un Monsignore…tenga, tenga…questa è per il campanile…(gli consegna una busta rubata dalla borsetta di zia Enrica)

MO-(ringraziandola, legge a voce alta) “Amore mio, non venire ti prego, non venire mercoledì ! Ti amo” (a Corinne, stupito) Ma signorina, forse la sa no, ma mì podi vegnì neanca al giovedì, al venerdì, al sabato e nelle feste santificate…

EN-(tra sé) Oh ma che om impegnà el munsignur…

SI-(tra sé) Donne così volgari non dovrebbero frequentare i salotti bene…

CO-(imbarazzata) Monsignore, mi sono sbagliata…tenga, questa è quella giusta (gli consegna un’altra busta)

EN- (tra sé) Chisà in due l’ha mis la mia bursa…(a Monsignore, indicando Ettore) Monsignore, quel giovane ha abusato di me…per quattro soldi !

CO-(intervenendo) Anche di lei hai abusato ? (a Silvana) Ma non eravamo d’accordo che tu ti prendevi il banchiere e io il giovane ?

FR-Come tu il giovane e lei il banchiere ?

CO-Oh, per noi cocotte non fa nessuna differenza…(indicando Silvana) Questa poi…per denaro farebbe tutto !

SI-(cambiando discorso) Caro, questo è il giovane del quale ti parlavo…

MO-Ma sì Franco, quest chì l’è el me nevud, quel che vulevi…

CO-(a Franco) Allora i miei soldi ? Servono al Monsignore per il suo campanile…

MO-(a Franco) Se l’è pusibil mandatel in ufisi…l’è un brau fiò…

CO-(a Franco) Caro il mio banchiere…e il conto alla taverna dei Sette Peccati chi lo paga ?

Tutti, a soggetto, sommergono Franco di domande e richieste.

FR-(sovrastando tutti con la voce) Assunto !

SI-Caro, questo giovane però…

FR-Assunto !

CO-Però non ci si comporta così…

FR-Assunto !

MO-Franco, anca tì cuntribuis…g’ho el campanil de rifà…

FR-Assunto !

EN-Franco, in de la mia bursa gh’erem i leter d’amur del mè Leopoldo…

FR-Assunto anche lui !

Sipario. Seguono quattro quadri finali

1° quadro : Ortensia ed Ettore

OR-(tutto d’un fiato) Ettore, ricordati di cambiare il pannolino al piccolo e di mettere a posto la cucina…ah, le tue ciabatte non lasciarle in giro…e mi raccomando…fai la spesa !

ET-(rassegnato) Il posto in banca alla fine l’ho avuto…il dramma è che mi son preso anche lei ! (inchino degli attori)

2° quadro : Monsignore e zia Enrica

EN-Munsignur, la ringrasi per la messa in suffragio del me por Leopoldo…l’è stada propri bela !

MO-E mì la ringrasi per l’uferta per el campanil…l’è stada propri sustansiusa ! (inchino degli attori)

3° quadro : Franco e Silvana

FR-Oh Silvana, Silvana…mì sto minga tropp ben.., l’è no che la m’è turnada che la malatia là, l’aulularia ?

SI-Ma no caro, tranquillo, non è nulla…(al pubblico) C’è talmente tanto bisogno di amore nel mondo, che certe donne amano persino i propri mariti ! (inchino degli attori)

4° quadro : Corinne

CO-…E fin quando esisteranno uomini come il banchiere Campogallo, noi cocotte non spariremo mai ! (inchino dell’attrice)

Sipario-Fine