La morte degli amanti

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LA MORTE DEGLI AMANTI

Commedia in tre atti

di LUIGI CHIARELLI

PERSONAGGI

Conte ALFREDO SALICE  35 anni

Barone SANDRO BELFONTE     40 anni

Marchese ROLANDO FRONDA  40 anni

FRANCO TESPI         30 anni

Principe GONTRANO DI SANTARSIERO   90 anni

Due signori vestiti di nero   

ELEONORA BELFONTE   25 anni

CLARA FRONDA      30 anni

GIANA VIRDIS 25 anni

ISABELLE de la RENAUDI ÈRE          70 anni

ANNETTA        

Oggi ~ sul golfo di Napoli


Commedia formattata da

ATTO PRIMO

Un elegantissimo salotto. A sinistra, di traverso, un grande profondo divano. Sui mobili lampade con paralumi colorati. La parete di fonde è costituita da una grande vetrata che s'apre su una vasta terrazza che dà sul mare. Nella vetrata, sulla quale si potranno stendere delle leggerissime tende di seta sono praticate tre porte a vetri che ne occupano tutta la lar­ghezza. Una porta a destra, una a sinistra.

Prima che si alzi il sipario, si udrà un coro, con accom­pagnamento di chitarre e mandolini, cantare una canzone na­poletana.

È sera. Sulla balaustrata della terrazza sono issate delle antenne, fra le quali corrono festoni di lanterne colorate. In fondo il mare è popolato di barche illuminate. È una festa sul mare. S'ode ancora il coro cantare. Altri cori più lontani. S'odono gli scoppi dei fuochi d'artificio, e a tratti delle luci dì bengala colorano vivamente la terrazza. Nel bel mezzo del cielo la luna delle grandi occasioni, impassibile come un personaggio ufficiale. Nell'aria è una festevolezza rumorosa e spensierata.

(Isabelle è a destra, seduta su una poltrona. In piedi, presso di lei, è il Principe Gontrano che porta i suoi novant’anni con la stessa dignitosa eleganza con la quale porta la decorazione all'occhiello. Con un grande venta­glio dì penne di struzzo egli fa vento ad Isabelle, che a tratti lo illumina col suo sorriso settantenne nel quale c'è ancora l'illusione d'i una promessa. I loro abiti sono di un'eleganza remota, come la loro giovinezza, ma pie­na di nobiltà. Alfredo è semisdraiato sul divano che è a sinistra, e si gode il vento che Eleonora, in piedi presso di lui, gli fa con un grande ventaglio giapponese. Ella è vestita di molta pelle e poca stoffa. Gli uomini sono in frak, le signore in abito scollato).

Eleonora                        - (dopo un lunghissimo silenzio, con voce lan­guida:) Ah, questa notte di settembre, così piena di mu­siche e di profumi mi ubbriaca. Se io chiudo gli occhi mi sembra di essere una vela sul mare gonfia di voluttà! ...

Alfredo                         - (come un'eco lontana) tà!....

Eleonora                        - Una vela abbandonata che si perda lontano nella serenità! ...

Alfredo                         - ....tà!....

Gontrano                       - (a Isabelle con sollecitudine) Siete stanca amica mia? ...

Isabelle                          - Non, mon cheri!...

Gontrano                       - Volete che vi faccia servire da bere?..

Isabelle                          - Non, merci! ...

Alfredo                         - (a Eleonora:) Io, invece, berrei volentieri qual­che cosa di fresco! ...

Eleonora                        - Che cosa, amico mio?...

Alfredo                         - Una bibita qualunque, purché sia fresca!...

Eleonora                        - Vi faccio subito servire», (esce sulla terrazza),

Alfredo                         - (a Gontrano:) Com'è gentile la padrona di casa! .

Gontrano                       - Oh, squisita!....

Alfredo                         - Non c'è che dire: le donne vanno migliorando da quando....

Isabelle                          - Da quando gli uomini vanno peggiorando.

Alfredo                         - Può darsi! ... Come vedete ci sacrifichiamo noi purché le donne diventino perfette!... È un compito dif­ficile, e che consuma tutte le nostre energie. Pazienza moriremo giovani! ... Non avremo la preoccupazione di vivere oltre i novant’anni, come il nostro eccellente amico il principe di Santarsiero.

Gontrano                       - (infastidito) Novant’anni! .. Che cosa c'entra questo?...

Isabelle                          - Lasciatelo dire, amico mio; si vede bene ch'e­gli invece è molto giovane dal modo come parla!...

Alfredo                         - Non dite male della giovinezza, madame Isa­belle: la vostra è stata sfolgorante!...

Isabelle                          - (con un sorriso acre:) Vedo bene che me la invidiate! .... (A Gontrano per interrompere la conversazione con Al­fredo:) Non vi sembra che faccia caldo?...

Gontrano                       - E l'aria è molto pesante! ... (Le offre il brac­cio, ed entrambi lentamente, dignitosamente, escono sulla terrazza, mentre Eleonora rientra, recando da bere).

Alfredo                         - Ah, come sono noiosi questi ruderi! ...

Eleonora                        - Che cosa vi hanno fatto?

Alfredo                         - (prendendo il bicchiere che ella gli porge:) Non ci possono perdonare di essere giovani! ... E si capisce lui novanta, lei settanta, fate il conto: tutto un trattato di storia! (Beve).

Eleonora                        - Fresca?

Alfredo                         - Freschissima!.... (Le rende il bicchiere e si guarda attorno). Grazie, amor mio! ...

Eleonora                        - (va a deporre il bicchiere su un mobile). Guar­da com'è bella Napoli laggiù tutta illuminata! ...

Alfredo                         - Queste feste notturne sul mare sono deliziose! ...

Eleonora                        - Come sono felice di stare un momento vicino a te!...

Alfredo                         - Bada, può entrare tuo marito!...

Eleonora                        - Oh, alla fine, che m'importa?!... Può entrare?... Tanto meglio! ... Così finirebbe questa vita di sotterfugi, di menzogne, di...

Alfredo                         - Hai ragione... E potremmo amarci liberamente, alla luce del sole!... Ma lui non entra!...

Eleonora                        - Già!.. Ma... e poi? Po scandalo, la posizione equivoca.... le porte dei salotti si chiudono, le amiche mi tolgono il saluto, la gente mi mostra a dito..,

Alfredo                         - E vivere, poi? Come si farebbe? ... Io non sono ricco, tutt'altro! ... Sono il discendente di una famiglia illustre, è vero, ma quattrini niente!..

Eleonora                        - E anch'io... tutta la mia dote: una corona di fiori d'arancio! ...

Alfredo                         - Se anche tu fossi milionaria, credi che per­metterei? ...

Eleonora                        - Oh, lo so che sei un gentiluomo!...

Alfredo                         - E che gentiluomo!... E allora?

Eleonora                        - E allora?.. Impossibile!... Ah, la vita!...

Alfredo                         - E poi c'è chi predica la morale!... È facile!... Siate sinceri, siate onesti, siate... già... Si fa presto a dirlo!... Chi più di noi lo vorrebbe?... Ma pure!... Si è costretti a mentire, a ingannare!...

Eleonora                        - Purtroppo! ..

Alfredo                         - Tuo marito va anche stanotte allo stabilimento?

Eleonora                        - Credo di sì...

Alfredo                         - E allora, quando tutti saranno andati via, po­trò venire nella tua camera come le altre notti?...

Eleonora                        - Potrai!.... Però è triste!...

Alfredo                         - A chi lo dici! ... E poi, dover approfittare in tal modo dell'ospitalità che mi è stata offerta in questa vostra villa!... Doversi aggirare in questa casa di notte, al buio, come un ladro, con le scarpe in mano, col ter­rore di ammaccarsi la testa contro i mobili! ..

Eleonora                        - È umiliante!...

Alfredo                         - E anche pericoloso! ...

Eleonora                        - Pericoloso?... No!... Non ci sono che le pic­cole anime borghesi che vedano l'adulterio sotto una luce di dramma!... Nulla è più stupido e più pacifico dell'adulterio! ...

Alfredo                         - Finché la va bene! ...

Eleonora                        - E quando va male... un fatterello qualunque di cronaca, sempre uguale!...

Alfredo                         - Ad ogni modo, tanto meglio se il fatterello non avviene!.. Morire... oh, morire per amore è bello, è su­blime!.... Ma tutti i piccoli fastidi che porta seco il drammetto comune, così privo di poesia, di originalità, ah, quelli proprio non saprei sopportarli! ,.. E poi... speriamo in Dio! ... Tuo marito va allo stabilimento in auto­mobile, come al solito?

Eleonora                        - Certo!...

Alfredo                         - Eh, l'automobile... l'automobile... che macchina strana, capricciosa!... Ogni giorno, sui giornali, si legge che ne ha fatta qualcuna delle sue!...

Eleonora                        - Che cosa pensi? ...

Alfredo                         - Penso.... niente! ...

Eleonora                        - Oh, questo no!... Fino ad augurare la morte a mio marito, no!... Lo sai che ho un'anima nobile!...

Alfredo                         - Molto nobile, lo so!...

Eleonora                        - Oh, fra di noi c'è un abisso, è vero! ... Egli è un uomo pratico, positivo, volgare, brutale; io invece... la poesia, il sogno! ... Mi costringe a rubare l'amore a na­scondere il mio cuore, a portare una maschera che mi soffoca...

Alfredo                         - E perché lo hai sposato?...

Eleonora                        - Perché?... Il solito matrimonio d'interesse!... La mia famiglia lo ha voluto!... Io m'ero segretamente fidan­zata ad un bravo giovane... quel Franco Tespi che è lì sulla terrazza, che è tornato oggi dall'America; ma egli non aveva una posizione... partì per farsela.... e intanto io dovetti subire la volontà della mia famiglia-... Eccolo che viene! ...

Franco                           - (venendo dalla terrazza:) Humm. Cara si­gnora!...

Eleonora                        - Caro amico! ..

Franco                           - Caro signore! ...

Alfredo                         - Egregio signore! ..

Franco                           - Che luna!...

Eleonora                        - Già, che luna!...

Alfredo                         - Non c'è che che, proprio... che luna!...

Franco                           - Disturbo?

Eleonora                        - Perché?... Tutt'altro...

Alfredo                         - Vi aspettavamo!...

Franco                           - Me?...

Eleonora                        - Vi avevamo visto venire...

Franco                           - Ah!

Alfredo                         - Dunque.... siete arrivato oggi?!...

Franco                           - Sì!

Alfredo                         - Da....?

Eleonora                        - Dal Canada! ...

Alfredo                         - Sarete stanco!... Accomodatevi!...

Franco                           - No, grazie! ...

Alfredo                         - E... chi avete visto al Canada?...

Franco                           - Nessuno! ...

Alfredo                         - Come... è deserto il Canada?... E allora che co­sa ci siete andato a fare?...

Franco                           - Non vi riguarda!...

Eleonora                        - Ci è andato come tanti altri giovani d'ingegno e d'iniziativa: a far fortuna!...

Franco                           - (guardandola:) Già!...

Alfredo                         - E... avete fatto fortuna?...

Franco                           - No! ...

Alfredo                         - E allora, tanto valeva restare qui, non vi sem­bra?...

Franco                           - No! ...

Eleonora                        - Quattro anni siete rimasto laggiù! ...

Franco                           - Tre anni e undici mesi! ...

Eleonora                        - Appunto: siete partito...

Franco                           - Un mese e mezzo prima del vostro matrimonio! ...

Eleonora                        - (imbarazzata:) Ah!... Che luna!...

Franco                           - Già detto! ...

Alfredo                         - Giustissimo, già detto, poco fa, me lo ricordo anch'io!... E che impressione vi ha fatto il nostro mon­do, ritrovandolo dopo una così lunga assenza?...

Franco                           - Porcheria!...

Alfredo                         - Grazie!...

Eleonora                        - Capisco: laggiù la vita dev'essere più rude, più semplice, più onesta!...

Franco                           - No,, come qui! ..

Eleonora                        - Credevo che...

Franco                           - Errore!... Uomini, donne, da per tutto!...

Alfredo                         - (porgendogli il portasigarette:) Fumate?...

Franco                           - No grazie! ...

Alfredo                         - (seccato) Io sì. Permesso?... Che luna!... (Trae un sospiro di sollievo, ed esce sulla terrazza, rimanendo però in vista).

Franco                           - Dunque?...

Eleonora                        - Tacete, tacete!... Capisco tutti i rimproveri che volete farmi! ... Vi domando perdono! ...

Franco                           - No! ...

Eleonora                        - Ma che cosa potevo fare?... È vero, vi avevo giurato eterno amore, di essere vostra o di nessuno, ma la vita....

Franco                           - Non la vita: voi!...

Eleonora                        - Io... io... una povera fanciulla! ... Potevo resi­stere alla volontà dei miei genitori che volevano asso­lutamente che io sposassi quell'uomo che non amavo?... Ma quell'uomo era ricco, la mia famiglia era povera... ci fui costretta!... Se voi aveste avuto una fortuna an­che modesta, una posizione!... Ah, vi amavo tanto!..

Franco                         - Tanto, che dopo un mese e mezzo...

Eleonora                     - Non si lotta contro il destino! ... Non dovevate partire!...

Franco                         - Me lo imponeste!...

Eleonora                     - Non dovevate!..

Franco                         - Per far fortuna, e così potervi sposare!..

Eleonora                     - Ed ora, con quale intenzione siete tornato?... Oh, leggo nei vostri occhi un disegno terribile!... Che cosa volete fare?

Franco                         - Mah!...

Eleonora                     - Ah, capisco, siete riuscito a sapere che questa notte sarò sola, qui. e voi verrete a cogliermi nel son­no, mi prenderete seminuda fra le vostre braccia, e via, nella notte, sotto la luna, al galoppo sfrenato del vostro focoso corsiero.

Franco                         - No! ..

Eleonora                     - (un po' delusa:) No?... Ah, comprendo: la rivincita, la vendetta!... Una sera, mentre io passegge­rò sola sulla riva del mare, voi improvvisamente sor­gerete dall'ombra, balzerete su di me, e mi farete vio­lenza!

Franco                         - No!...

Eleonora                     - (ancora più delusa: ) No?... Ah!.... Eh, vedo, vedo! ... Vorrete semplicemente... così... i soliti ap­puntamenti di nascosto... le solite camere ammobiliate.... le solite conversazioni di un'ora!...

Franco                         - No!...

Eleonora                     - Ma... allora... che cosa?....

Franco                         - Niente!..

Eleonora                     - Eh?!... Ah!.... Ma allora potevate dirmelo prima!... D'altronde vi sareste fatte delle illusioni... Amo mio marito!.... È un uomo bello, ardente, squisito, che mi comprende, che è la mia anima gemella! ... Mi avete costretta a dirvi la verità? Eccola!... Ve la volevo rispar­miare per non farvi soffrire!...

Franco                         - (beffardo:) Lo amate?!...

Eleonora                     - O Dio, che cosa volete fare?... Sfidarlo a duel­lo, e ucciderlo?

Franco                         - No! ...

Eleonora                     - Ah... temevo.... Lo amo tanto!...

Franco                         - (beffardo:) Lo amate?!..

Eleonora                     - Sì, lo amo, e sono e sarò sempre tutta sua, unicamente sua! ....

Franco                         - (indicando Alfredo che è sulla soglia della ter­razza:) E... quel Romeo lì?...

Eleonora                     - Chi?...

Franco                         - Il vostro drudo!..

Eleonora                     - Signore, vi proibisco...

Franco                         - Che cosa?..

Eleonora                     - O Dio, vi volete battere?... Ah!... (Emette un gemito fiocco, e cade sul divano).

Franco                         - (ad Alfredo, che ha udito e che entra) Signore la vostra druda finge di essere svenuta; provvedete, vi pre­go!... (Ed esce sulla terrazza).

Alfredo                       - (stupito) Eh?., (si avvicina ad Eleonora) Signo­ra... Eleonora.. Su., su..

Eleonora                     - Ah... (con voce di terrore) Quell'uomo... quell'uomo... dov'è?...

Alfredo                       - È andato lì, sulla terrazza!

Eleonora                     - Ho paura... ho paura! Senti come mi batte il cuore!...

Alfredo                       - (a voce bassa) Bada, viene gente!,, (si allontana per prendere un sandwich).

(Dal fondo entrano Fronda, Santarsiero, Clara, Giana, Isabelle, Rolando e Sandro).

Rolando                      - Che nottata magnifica!

Giana                          - Fatta per l'amore!

Clara                           - Fatta per dormire, fra poco. È già tardi.

Alfredo                       - Dormire? È impossibile dormire quando l'argen­tea luna splende, e mormoran l'onde, e stormiscon le fron­de, e l'aria è piena di canzoni, e ogni fiore sospira d'a­more!

Eleonora                     - (incantata) Come parlate bene!...

Alfredo                       - Si?...

Clara                           - Benissimo, come un poeta; ma... bisogna pur dor­mire! ... Non ti sembra, Rolando? ..

Rolando                      - Oh, per me... ne farei a meno! ...

Clara                           - (a Giana, lievemente ironica) Già!. E anche voi...

Giana                          - Non ci tengo affatto!... È così bello vegliare!..

Clara                           - Già!..

Eleonora                     - In fondo tu, Clara, confessalo, sei un po' bor­ghese!...

'Clara                          - Sarà!..

.Sandro                       - (a Clara) Non le date ascolto; ce ne fossero di donne come voi!.. E vostro marito stesso non sa quale tesoro possieda!

Rolando                      - Lo so benissimo!... (si apparta con Giana).

Eleonora                     - (a Sandro) E tu lo sai quale tesoro possiedi, tu?

Sandro                        - Un tesoro nascosto!

Eleonora                     - (a Sandro) Stupido!... Un marito industriale, che disgrazia: ha un bloccò di acciaio al posto del cuore! ...

Giana                          - (piano a Rolando) Che cosa pagherei per passare la notte con te sul mare!....

Rolando                      - E io?! ...

Clara                           - (che ha osservato Rolando e Giana) Signorina, voi che avete un'anima così poetica, guardate la luna! È più bella di mio marito, siatene certa! ..

Giana                          - (finge di non comprenderei, e si avvia lentamente verso il fondo). Oh, la luna!..

Franco                         - (seccato) Oh, la luna! ..

Sandro                        - Ne avete abbastanza? Anch'io veramente, ma c'è, e lasciamogliela godere! ... (indicando Isabelle e Gon­trano che s: avvicinano) Conoscete?..

Franco                         - No.

Sandro                        - (a Isabelle) Permettete? (fa la presentazione) Il signor Franco Tespi, madame Isabelle de la Renaudière, Sua Eccellenza il principe Gontrano di Santarsiero.

Isabelle                       - Stavo dicendo che comincia a farsi tardi, che si avvicina l'ora di andare a dormire.

Sandro                        - Anche voi? Così presto?... Non temete che vi accusino di essere borghese?

Isabelle                       - No, non lo temo! (a Gontrano) Non lo temia­mo, non è vero, amico mio?... Aver sonno è ancora una prova di gioventù, e niente è meno borghese della gio­ventù.

Alfredo                       - Non sempre! ...

Isabelle                       - Tacete, voi, signor impertinente! Ai miei tem­pi « l'argenta luna » non era già più di moda, e « il mormorio dell'onde» nemmeno. Potreste essere mio nonno!...

Alfredo                       - E che cosa era dì moda ai vostri tempi?

Isabelle                       - La cortesia, la prodezza e l'amore!

Alfredo                       - L'amore!..

Isabelle                       - Ai miei tempi.... oh.... era una religione e una demenza... era una musica e una tempesta, ai miei tem­pi... quando si sapeva amare! N'est ce pas, mon ami?

Gontrano                    - Proprio così, amica mia!

Sandro                        - Io non so esattamente... non ho il tempo di fare indagini in proposito... Che volete, passo gran parte della mia vita negli stabilimenti, tra una fusione e una colata, ma mi pare che l'amore... gli amanti... i grandi amanti, sul genere di quelli che ci ha tramandato la poe­sia e la leggenda, siano scomparsi... non esistano più! Non è vero, madame Isabelle?

Isabelle                       - Vrai; il n'y en a plus; ils soni tous morts... ou.. (con un sorriso, volendo alludere a sé stessa)... ou pre-squel...

Clara                           - Si possono ancora vedere, qualche volta, al cine­matografo!... Vi diverte il cinematografo?..

Isabelle                       - Ci sono stata una volta sola: quelle horreur!... Preferisco la Comédie francese!...

Eleonora                     - (ad Alfredo) E voi non dite nulla?..

Alfredo                       - (indicando Sandro e Franco) Li compatisco! ... Poveretti, la natura è stata avara con loro, la grazia della divinità non li ha toccati! ... Sanno essi che cosa sia una grande passione? Sanno essi che d'amore si può morire?...

Franco                         - Volete un accompagnamento di chitarra?

Alfredo                       - (additandolo con disprezzo) Ecco! .. Non l'han no voluto nemmeno al Canada!.. Che peso!..

Franco                         - (che non ha compreso) Che cosa dite?

Alfredo                       - (provocante) Dico... dico... se voi, invece, volete un accompagnamento funebre?!..

Clara                           - Dio, che discorsi lugubri che fate!...

Isabelle                       - Discorsi!

Sandro                        - Che non valgono certo ad invogliarvi a restare. Venite, venite qui sulla terrazza; c'è una poltrona che fa dimenticare tutte le piccole sciocchezze della vita!... E poi; c'è l'argentea luna, il mormorar dell'onda...

Alfredo                       - Che idiota anche lui! ..

Eleonora                     - Sono sempre preferibili al tempestare dei tuoi maledetti martelli! ... (esce, e va a sedersi sulla terrazza)

Isabelle                       - Vedete? Mandate in collera i nostri cari sen­timentali! ...

Sandro                        - Niente di grave! Restate dunque?

Isabelle                       - (volgendosi a Gontrano) Che ne dite, amico mio, vogliamo restare ancora un momento?...

Gontrano                    - Se vi fa piacere... sono ai vostri ordini! ...

Isabelle                       - Grazie! ..        - (prende il braccio che Gontrano le offre, ed insieme escono sulla terrazza accompagnati da Eleonora e da Clara).

Franco                         - (a Sandro) Perché quei due vecchi hanno dei nomi diversi?... Non sono marito e moglie?..

Sandro                        - No, non sono sposati; ma è come se lo fossero!.

Franco                         - Come sarebbe a dire; come se lo fossero?..

Rolando                      - Sarebbe a dire che sono insieme da tanti e tanti anni, che...

Franco                         - Vivono, dunque in concubinaggio?..

Rolando                      - Oh, che paroloni! .. E da che parte sono venuti fuori? ...

Alfredo                       - Oh, è una storia lunga! Lei era, molti, moltis­simi anni fa, s'intende, una delle più belle e più note donne di Parigi, una di quelle donne nel cui nome si definisce tutto un periodo storico; e Parigi ne ha viste passare di queste donne!... Un giorno un gentiluomo si presentò a lei, e si offrì di accompagnarla da un re che tutti gli anni andava a respirare un poco la polvere ne­ra dei boulevards.

Franco                         - Che roba!..

Alfredo                       - Dopo un'ora tutta Parigi lo sapeva, e Isabelle de la Renaudière diventava definitivamente celebre! ... I giornali ufficiosi pubblicarono il suo ritratto. Il Presi­dente della Repubblica si recò da lei in incognito per far­si ripetere i propositi politici che il sovrano le aveva e-spressi in quel memorabile convegno.

Franco                         - Ah!..

AlrEdo                        - L'anno dopo il re tornò, come di consueto, ma Isabelle... s'incontrò col suo primo ministro! ...

Franco                         - E così la sua gloria durò un anno! ...

Alfredo                       - Già, come un campione di lotta: fino al pros­simo campionato! L'anno di poi il re tornò ancora a Parigi, ed ella si giacque con un suo aiutante di cam­po! ... E poi ancora l'anno che venne, il re non mancò di fare il suo pellegrinaggio nella città santa del piacere, ed ella, che ormai aveva preso l'abitudine della Corte, conobbe il suo cocchiere..

Franco                         - Rotolava!...

Alfredo                       - La vita!... Una sera, mentre ella scendeva dal­la sua carrozza davanti all'Opéra, le cadde un guanto: un signore severo ed elegantissimo si chinò a raccoglierlo e lo rese alla bella dama. Ella prese il guanto, sorrise al gentiluomo, si staccò una rosa che teneva appuntata sul petto, e gliela porse. Egli prese la rosa, baciò la mano che gliela donava, offrì il suo braccio alla bella dama, ed insieme, lentamente salirono i gradini dell'Opera. E non si lasciarono più.... Bello, eh? ...

Rolando                      - Ecco un amore! ...

Franco                         - Ripugnante!...

Alfredo                       - Ora, da quella sera, essi ripetono immanca­bilmente, ogni giorno, quella breve scena dalla quale ebbe origine la loro felicità: ella si lascia cadere un guanto, eccetera...

Franco                         - E si amano sempre?

Alfredo                       - Sempre!...

Rolando                      - Miracoloso!...

Alfredo                       - (avviandosi con Franco e Sandro verso la ter­razza;) Pensate che egli ha conosciuto Alfredo De Musset! ....

Giana                          - (a Rolando:) Hai sentito?... Ecco un amante!....

Rolando                      - E io?...

Giana                          - Tu... tu!... Non sai fare altro che obbedire a tua moglie!

Rolando                      - Sei ingiusta! ...

Giana                          - Ella si dev'essere accorta del nostro amore! ... E se t'imponesse di lasciarmi? ...

Rolando                      - Ah, mai!...

Giana                          - Chiedimi la vita, ed io te la darò, come t'ho dato il fiore della mia giovinezza, il grido della mia purezza; chiedimi quello che vuoi, mio padrone, ma lasciarti, mai!... Che cosa sarei senza di te?!...

Rolando                      - Mia, è vero, mia, soltanto mia, tutta mia; tu non serbi più nessun ricordo di... di quell'altro che co­noscesti prima di me, è vero?...

Giana                          - Chi?... Ah!... ma no!... E poi, te l'ho giurato, lo sai, fu una cosa soltanto platonica!

Rolando                      - Lo hai proprio dimenticato?...

                                    - (Clara entra dalla terrazza e resta a guardare i due amanti).

Giana                          - Dimenticatissimo! ... Non l'ho visto più... è morto...

Rolando                      - (con gioia) Morto?...

Giana                          - Sì, l'ho incontrato ieri che...

Rolando                      - Come, è morto, e l'hai incontrato ieri?...

Giana                          - che lo portavano al cimitero.

Rolando                      - Requiescat in pace!

Giana                          - Amen!

                                    - (Clara volge le spalle ai due amanti e lascia cadere il ventaglio).

Rolando                      - (volgendosi a Clara) Ah, sei qui?...

Giana                          - (a Rolando:) Raccogliete il ventaglio alla signora Clara!...

Rolando                      - È quello che stavo facendo! ... (Raccatta il venta­glio e lo dà a Clara).

Clara                           - Grazie!...

Giana                          - (uscendo per la terrazza) Che marito modello, non è vero?

Clara                           - Purché non me lo guastino! ...

Giana                          - Oh, non ce pericolo!... (Esce).

Clara                           - Ah, mio povero Rolando! ...

Rolando                      - Che c'è?...

Clara                           - C'è che ti dovrei fare una scena!... Ti do invece un consiglio: non ti fidare di quella maestrina di piano! ...

Rolando                      - Ma tu sogni!...

Clara                           - Non io: tu!... Una donna ti guarda, e tu credi che sia giunto il destino con la grande passione!... E ti ac­cendi, e ti esalti.... Dammi retta: lasciala andare per la sua strada, se no domani sarà lei a lasciarti, e io, come è già accaduto altre volte, io ti dovrò consolare, povero il mio ingenuo! ...

Rolando                      - Tu dici, tu disdici...

Franco                         - (entrando dalla terrazza, indicando Clara:) Ecco una donna buona, una donna onesta. Se. non foste mari­tata, vi sposerei io! ...

Rolando                      - Si accomodi, la prego! ...

Clara                           - Aspettiamo che passi la legge sul divorzio! ...

Franco                         - Ohibò!... Allora non sarebbe roba per me!... Una donna che nella vita ha conosciuto più di un uomo, non è altro che un pubblico ritrovo!.,.,.

Alfredo                       - (entra dalla terrazza con"' Sandro. Egli ha in mano una chitarra). C'è una conferenza?...

Clara                           - Oh, se sentiste che cosa sta dicendo: roba da inor­ridire!..... (Esce sulla terrazza).

Alfredo                       - Me lo immagino! ...

Isabelle                       - (entrando con Gontrano 🙂 Ed ora, buona notte sul serio.

Sandro                        - (entrando con gli altri:) Volete che vi accompa­gni con la mia automobile?

Isabelle                       - Ohibò!... (Mentre parla va salutando gli astanti:) Quelle orribili macchine strepitose e fetide, che vi sballottano senza nessun riguardo... (salutando Alfredo:) E che l'argentea luna vi sia leggera! ... (Continuando il discorso 🙂 No, no, preferisco la mia pariglia di sauri e la mia soffice mylorde: io sono all'antica!...

Gontrano                    - (rientrando dalla terrazza, a Isabelle). La vostra carrozza è pronta! ...

Isabelle                       - Grazie, amico mio. (Salutando Eleonora che rientra:) Buona notte!... E ricordatevi che l'ataore è l'unica cosa seria che rifugga dalla riflessione. Io non ho mai riflettuto, e... e sono ancor amata! (A Gontrano: che l'attende con un grande scialle spiegato). Scu­satemi, sono da voi, amico mio!... Buona notte!... (Si fa mettere lo scialle sulle spalle. Poi il guanto le cade di ma­no; Gontrano si china lentamente sulle sue gambe tremo­lanti, raccoglie il guanto, e lo porge ad Isabelle. Ella lo prende, si toglie la rosa che ha appuntato sul suo seno e gliela offre; egli prende la rosa, le bacia la mano, le of­fre il braccio, e lentamente escono per la terrazza. Eleo­nora li accompagna per un tratto sulla terrazzai.

Franco                         - Quella vecchia morirà dunque senza aver co­nosciuto il pudore?

Clara                           - (a Franco) Che cosa vi è successo nella vita, che siete sempre così amaro?...

Alfredo                       - Niente, gli è successo, per questo!...

Franco                         - È il mio senso morale, la mia coscienza che si ribellano! ...

Clara                           - Invece a me non mi si ribellano che gli occhi.... pel sonno!.... È tardi!... (a Rolando:) Vogliamo andare, caro? .

Rolando                      - (dando una lunga occhiata triste a Giana:) An­diamo pure, cara! ... (sospira).

Clara                           - (a Eleonora che rientra). Addio, Eleonora.

Rolando                      - Buona notte, Alfredo. A rivederci, Sandro.

Franco                         - Anch'io me ne vado. (Saluta, ma resta presso la soglia della terrazza).

Alfredo                       - Buon passeggio! ....

Eleonora                     - Buona notte a tutti!... (Esce con gli ospiti).

Sandro                        - (a Giana che ancora non è uscita:) Volete che vi riconduca in macchina?

Giana                          - Grazie.

Sandro                        - Anzi, perché non venite a visitare lo stabilimento prima di rientrare? Ci sono tutti i forni accesi.

Giana                          - Perché no?

Sandro                        - E vi farò vedere il mio studio: è bellissimo.

Giana                          - Sì? ... Che cosa c'è di bello?

Sandro                        - Oh, è lo studio di un ingegnere, di un indu­striale: c'è un grande divano, delle poltrone molto sof­fici, dei fiori, un secchio con una bottiglia di champagne in ghiaccio, dei cioccolatini... (Senza darvi importanza:) E in un angolo una piccola scrivania1... con delle matite.

Giana                          - E allora... andiamo.

Sandro                        - Aspettatemi giù. Vengo subito.

Giana                          - Non vi fate troppo attendere. (Si avvia per uscire).

Sandro                        - Subito. (Esce per la porta di destra).

Franco                         - (a Giana, mentre escono 🙂 Fate dunque incetta di mariti?...

Giana                          - Invece di dire sciocchezze, potreste offrirmi il braccio! ...

Eleonora                     - (rientrando, incontra Giana e Franco sulla soglia della terrazza). Ve ne andate anche voi?... Buona notte...

Giana                          - Buona notte, signora! ... Buona notte Salice!...

Franco                         - Buona notte!.. (Giana e Franco escono).

Alfredo                       - (che ha intanto preso la chitarra) Buona notte! (Egli comincia a cantare una canzone napoletana accom­pagnandosi con la chitarra).

Eleonora                     - (ad Alfredo, dopo essere restata qualche mo­mento ad ascoltare, estasiata). Che anima d'artista che sei! .... Si direbbe che tu spremi la musica da questo mare che mormora, da questo cielo di velluto, da questa notte piena d'incanti!..

Alfredo                       - (aggravando il suo atteggiamento ispirato:) Taci! ... (E continua a suonare, mentre ella lo ascolta beata. Quando egli ha finito di suonare, restano entrambi in silenzio come presi nei veli di un sogno).

Sandro                        - (rientra, rumorosamente, da destra, sbattendosi l'uscio dietro. Alfredo ed Eleonora si scuotono brusca­mente). Siete qui?

Eleonora                     - Ecco la realtà!

Alfredo                       - (infastidito:) Che domanda! Non lo vedi che siamo qui?

Eleonora                     - (o Sandro:) Che cosa fai?

Sandro                        - Vado allo stabilimento.

Eleonora                     - Allo stabilimento?

Sandro                        - Perché, ti sorprende? (Guarda la moglie che non risponde. Dopo un lungo silenzio, scrollando le spalle, va a salutare Alfredo). Ciao.

Alfredo                       - A rivederci.

Sandro                        - Cioè... buon riposo!.... Il lavoro, tu!...

Alfredo                       - Ognuno lavora a modo suo, a questo mondo!...

Sandro                        - (avvicinandosi dì nuovo a sua moglie:) Dunque ...buona notte.... Si può sapere che cosa c'è?...

Eleonora                     - Che cosa c'è?... Eh, già!.... Tu mi dici: buo­na notte, e con questo credi di aver compiuto il tuo dovere di marito!....

Sandro                        - Che cosa ti devo dire: Buon giorno? E notte!...

Eleonora                     - Non fare l'imbecille! Appunto perché è notte dovresti rimanere a casa, nel tempio degli affetti intimi e puri, nella santità della famiglia, presso la fida com­pagna...

Sandro                        - Ma che ti succede?...

Eleonora                     - E invece vai allo stabilimento!

Sandro                        - (cominciando a perdere la pazienza:) Ebbene?... Se vado allo stabilimento è appunto per... per... per ar­ricchire il tempio... per nutrire la santità della famiglia... e la fida compagna mi ha seccato, capito? seccato!...

Alfredo                       - (corona il discorso con un accordo sui bassi della chitarra. Quindi avvicinandosi:) A me pare, a par­te la forma che è un po' volgare, che egli abbia ragio­ne. Perché volete trattenerlo?

Eleonora                     - Ah, ti ho seccato, è vero?!...

Sandro                        - Ho detto così... Faresti perdere la pazienza an­che a Giobbe!

Eleonora                     - Che c'entra Giobbe?... (ad Alfredo:) Avete sentito? Giobbe!...

Alfredo                       - Va bene, era una bravissima persona!...

Eleonora                     - Dio, potrei essere più infelice?..

Sandro                        - Ah! ... (È sulle spine perché pensa che Giana l'at­tende in giardino. Va sulla soglia della terrazza, e parla a qualcuno che è in basso). Vengo subito, attendetemi! ...

Eleonora                     - A chi hai detto di attenderti?

Sandro                        - A... a.... lo chauffeur.

Eleonora                     - Lo sentite? Qui siamo in pieno dramma fa­migliare, e lui... lui pensa... Eh,, già, chi sono io?... Che cosa conto?.. Io vengo dopo lo chauffeur, dopo Giobbe, dopo... Dio, fatemi morire!... (scoppia in singhiozzi e si abbandona su una poltrona).

Sandro                        - Auff! ...

Alfredo                       - (a Sandro) Siamo giusti: ha ragione!... Lo chauffeur, Giobbe.... ti sembrano discorsi da fare ad una signora?...

Eleonora                     - Dio, quella luce mi acceca, spegnetela!... Non si rispetta nemmeno il dolore, nemmeno piangere si può, con questo mostro!... (Riprende a piangere).

Alfredo                       - (a Sandro) Ha ragione; non hai proprio tatto!... Ti sembra una luce adatta, questa, per una donna che singhiozza?... Muoviti, spegni!...

Sandro                        - Auff!... (Spegne il lampadario centrale; restano accesi soltanto due lumi che sono sui mobili). Va bene così? Me ne posso andare?

Eleonora                     - (si leva di scatto, e va verso Sandro 🙂 E quan­do si è davanti ad una donna che soffre, ci si leva il cappello! ... (Gli strappa il cappello dal capo, lo scaglia sulla poltrona, ci si siede sopra. É, singhiozza).

Alfredo                       - (a Sandro 🙂 Ma che razza di educazione hai ricevuto! ? ....

Sandro                        - Ah, be', andate al diavolo! ... (Si avvia per uscire).

Eleonora                     - (si leva di nuovo, e gli sbarra il passo). Ah, al diavolo? Ebbene, sì, sì, perché fra questo inferno e quell'altro, preferisco quell'altro!... Sandro  - Anch'io?...

Eleonora                     - Quell'altro!... Sandro - Ho capito! ...

Eleonora                     - Ah, e pensare.... i miei sogni di fanciulla, la mia vocazione religiosa.... Perché non sono rimasta in convento?.... Il matrimonio!...

Sandro                        - Eh, il matrimonio!...

Eleonora                     - Così, la vita terrena un martirio, e la vita eterna...

Sandro                        - Sarà quel che sarà!....

Eleonora                     - Perché quando si vive nel peccato!... Ma è forse mia la colpa?

Sandro                        - No, è mia!...

Eleonora                     - (a Sandro:) Sì, tua, tua, perché tu mi ci hai spinta, con la tua indifferenza, con la tua volgarità,, col tuo cinismo.

Alfredo                       - (a Sandro 🙂 Bel tipo che sei! ...

Eleonora                     - È per colpa tua che mi sono dannata!...

Alfredo                       - (a Sandro:) Mefistofele!.

Sandro                        - Sì, sono tutto quello che volete, ma lasciatemi an­dare! ...

Eleonora                     - È in giuoco il destino, di una famiglia, e qui si sta al buio, si parla al buio!... Ma accendi!...

Alfredo                       - Ma non sai proprio vivere!... Accendi!...

Sandro                        - (con una specie di ruggito:) Ah!... (Accende. Poi . grida rivolto al giardino:) Vengo subito!...

Eleonora                     - Eh già, a te che cosa importa? Te ne vai!...

Sandro                        - Vorrei... sarebbe ora!...

Eleonora                     - E io? io posso fare quello che voglio, non è vero? Basta che tu te ne possa andare!.. .

Sandro                        - Proprio così! ..

Eleonora                     - Perché l'onore, che cosa conta per te l'onore?

Sandro                        - L'onore?

Alfredo                       - Non tocchiamo certi argomenti!

Eleonora                     - Sì, l'onore!... Se anche avessi un amante, che t'importerebbe? Lo stabilimento prima di tutto!...

Sandro                        - (concitato) Che cosa dici?

Eleonora                     - Un amante!...

Sandro                        - Scherzi?

Eleonora                     - Volevi fingere di non saperlo? Ora non puoi più: lo sai!

Sandro                        - Un amante?

Eleonora                     - Un rifugio per il mio povero cuore!...

Sandro                        - Di' che non è vero!...

Eleonora                     - È la prima verità che dico in tutta la mia vita!...

Sandro                        - Tu, tu?..

Eleonora                     - Uccidimi!...

Alfredo                       - No, dico, non facciamo scherzi! ... (a Sandro) Ma non c'è una parola di vero! ...

Eleonora                     - Non sei nemmeno capace di compiere un bel delitto!...

Sandro                        - (dominandosi, ma a denti stretti, e cercando di leggere la verità) Un amante?

Eleonora                     - (ad Alfredo) Ma guardatelo! Non ne sembra convinto ancora! Ma diteglielo voi... diteglielo!

Alfredo                       - Io?....

Eleonora                     - Sì, perché si persuada! ...

Sandro                        - (prendendo Alfredo per un risvolto dell'abito) Che cosa sai tu?...

Alfredo                       - Io?!...

Sandro                        - (più imperioso). Che cosa sai?...

Alfredo                       - Ma io non so nulla!...

Eleonora                     - Eh?...

Alfredo                       - Cioè... sì... mi pare d'aver sentito dire qualche cosa... già... appunto.

Sandro                        - Eh?!..

Alfredo                       - Ma... calunnie... certo... calunnie! ...

Eleonora                     - Ma non abbiate pietà di lui; diteglielo!

Sandro                        - Di' quello che sai, non mentire!...

Alfredo                       - (sciogliendosi, con uno strappo, dalla presa di entrambi) Oh, insomma, basta!... (con tono solenne) La verità è abituata a farsi strada da sé! ...

Sandro                        - La verità?... Tutta la voglio sapere!...

Eleonora                     - Perché, non ti basta ancora?

Sandro                        - Tutta!... Chi è il tuo amante?

Eleonora                     - Chi? ... (indicando Alfredo, che cautamente indietreggia di qualche passo) Lui! ...

Sandro                        - Lui?!... (avanza gonfio di collera e di minacce su Alfredo) Tu?!... Tu?!...

Alfredo                       - (brandisce la chitarra, e prende una monumen­tale posa da combattimento) A distanza!..

Sandro                        - (fermandosi, più freddamente, e guardando con uno sguardo acuto Alfredo) Tu?

 (Restano tutti così per lunghissimo tempo, immobili, Alfredo sempre con la chitarra brandita).

Alfredo                       - (comincia a stancarsi del suo inutile atteggia­mento dopo qualche tempo il peso della chitarra comin­cia lentamente a fargli declinare il braccio. Non regge quasi più) Insomma, che cosa si decide?)

Sandro                        - (che ha ripreso tutto il suo sangue freddo, sog­ghignando:) Tu... l'amante?... (sorride, poi ride, poi ri­de più, forte).

Eleonora                     - Ah, è questa la conclusione? Miserabile!...

Sandro                        - (sempre ridendo) E io che... ah!...

Eleonora                     - Lo sai che cosa sei tu?

Sandro                        - Uno stupido! ... (e si avvia per uscire).

Alfredo                       - (sbarrandogli il passo) Ma io...

Sandro                        - Uno stupido! ... (varca la soglia della terrazza. Parla rivolto al giardino) Sono qui, scendo! ...

Alfredo                       - Come hai detto?... Mi renderai ragione...

Sandro                        - (prendendo un cappello che ha trovato su una sedia in terrazza) Domani., domani ne riparleremo! ...

Alfredo                       - Di' o', quel cappello, è mio quel cappello!.... (vedendo che Sandro se lo mette in testa, e se ne va) È mio!.. È mio!... E mi porta via il cappello!...

Eleonora                     - Lascialo andare!...

Alfredo                       - Ma!... E adesso?...

Eleonora                     - Che cosa si fa?...

Alfredo                       - Siamo rovinati! ... Ma perché gli hai fatto quel­la scena?

Eleonora                     - E chi lo sa?... Mi è venuta!...

Alfredo                       - Ah!...

Eleonora                     - Eh! ...

(Alfredo si lascia cadere a sedere; ma si rileva come t rimbalzando; sul sedile c'era ancora il cappello informe di Sandro. Lo prende, lo scaglia a terra).

Fine del primo atto

ATTO SECONDO

La stessa scena del primo atto.

(Dalla fine dal primo atto è scorsa mezz'ora. Alfredo ed Eleonora sono ancora seduti sulle due poltrone l'imo di faccia all'altro. Alfredo ha fra le mani il cappello di San­dro, e ci giuoca, lo deforma, lo strapassa, ma distratta­ mente, senza che questa occupazione alleggerisca la pre­occupazione che grava su entrambi, e che li rende muti e taciturni) ,

Alfredo                       - E così? (si leva e getta il cappello sulla pol­trona).

Eleonora                     - E così?..

(Altro silenzio)

Alfredo                       - Una via d'uscita non la trovo!..

Eleonora                     - Neanch'io; è mezz'ora che ci penso, ma...

Alfredo                       - Una via d'uscita degna di noi! ...

Eleonora                     - Del nostro amore, della nostra anima!..

Alfredo                       - La verità è che la vita non offre delle soluzioni che alla piccola gente, ai casi meschini! ...

Eleonora                     - Per gli spiriti nobili, per gli esseri squisiti non ce n'è che una: la morte! ..

Alfredo                       - Ma purtroppo noi siamo vivi! ...

Eleonora                     - Ma sulla soglia del dramma!..

Alfredo                       - È vero!.. Eccolo dunque il dramma, eccolo che s'avanza col suo fosco lampeggio, lasciandosi dietro pro­fonde orme insanguinate; e nella notte il fruscio dei suo ampio mantello di velluto è simile alla voce di una foresta sotto il vento! ... (Resta un momento in atteggia­mento eroico, poi si lascia cadere sulla poltrona, ma si leva di nuovo come di rimbalzo, perché si è ancora se­duto sul cappello di Sandro. Prende il cappello e lo lan­cia lontano, indispettito). Quel maledetto cappello mi perseguiterà dunque per tutta la vita?...

Eleonora                     - Sembra un simbolo della brutale realtà! Tende a deturpare le emozioni più delicate e più alte. Ma noi siamo fatti per metterci al di sopra della realtà, come tu ti sei messo al di sopra di quel cappello!...

Alfredo                       - Va bene; ma ora lasciamo da parte il cappello, lasciamo da parte la realtà. Non sai che di realtà ce n'è tante quanti sono i cappelli, cioè quante sono le teste, e anche di più, perché una! sola testa può creare infinite realtà! ... (Con superiorità). Vedo che tu non sei al cor­rente delle nuove concezioni filosofiche!..

Eleonora                     - Non sapevo; ad ogni modo qui si tratta del cappello di mio marito, della sua testa, e quindi della realtà che ora è in essa; cioè che noi due...

Alfredo                       - Appunto! .. E adesso che egli sa, che cosa facciamo?

Eleonora                     - Che cosa?... Ho trovato: fuggiamo insieme!.

Alfredo                       - Fuggiamo! Ma... e poi? ...

Eleonora                     - Ci ameremo follemente, per tutta la vita!...

Alfredo                       - Per tutta la vita, certo! Ma a vivere, come fa­remo? Tu sai che...

Eleonora                     - È vero! ..

Alfredo                       - E poi? E lo scandalo? Tu ne hai orrore, e io..

Eleonora                     - Ebbene, andremo lontano, dove non ci conosce nessuno, o, per lo meno, dove è facile nascondersi: a Parigi! ..

Alfredo                       - A Parigi? Ancora peggio: col cambio che c'è! ..

Eleonora                     - Insomma, si vivrà come si potrà! .. Non avrò più i miei vestiti di seta, le mie pellicce, i miei gioielli, l'automobile? Andrò a piedi con un vestitino di batista. E abiteremo in una soffitta.

Alfredo                       - Eh?

Eleonora                     - Una soffitta tutta linda, tutta gaia, piena di lu­ce! .. Alla finestra un vaso di gerani, una gabbia con i canarini, e davanti a noi il cielo azzurro con i suoi voli di rondini: cip... cip... cip... cip! ...

Alfredo                       - Già... cip., cip....!

Eleonora                     - E alla mattina, appena levata, spalancherò la finestra, e cantando qualche allegro stornello, farò il caffè... Poi... via al lavoro. E la sera, quando tornerò a casa perché a mezzogiorno io farò colazione al labo­ratorio: un. po' di, pane, un pò di salame, un'arancia.... la sera, via il cappellino, via il vestitino di batista... e, presto, preparare il nostro pranzetto.. E poi ci mettere­mo seduti vicino alla finestra, con la luna, come questa sera, le mani nelle mani gli occhi negli occhi... che dol­cezza! ..,

Alfredo                       - Già, le mani negli oc... cioè gli occhi nelle ma.. Sì, insomma, che dolcezza!

Eleonora                     - E dopo: è tardi!., via, a ninna! e che notti!...

Alfredo                       - Che notti! (resta pensieroso).

Eleonora                     - A che cosa pensi? ...

Alfredo                       - (distratto) Penso... (scuotendosi) Sicuro! E al più piccolo rumore balzare dal letto... stare in ascolto...

Eleonora                     - Perché?

Alfredo                       - (animandosi) Perché? perché.... ma perché, credi che tuo marito, dopo la nostra fuga, non si dareb­be più pensiero di te, non ti cercherebbe? Questura, detectives, consolati, querela per adulterio, ritratti sui giornali....

Eleonora                     - Credi?

Alfredo                       - Ne sono certo! ... E allora che vita sarebbe la nostra? Ci pensi?... E poi, non è una soluzione questa. Ti pare che sia un bel modo di affrontare il dramma, scappando, o andandogli incontro col cip... cip..., col pane e salame... Ah, no! ... Qui bisogna trovare qualche cosa di bello, di violento, di definitivo!..

Eleonora                     - È vero! Ma che cosa? ... (resta pensosa) Ecco: questa sera egli ti ha insultato, ti ha dato dello stupido...

Alfredo                       - A me?... Non ricordo.

Eleonora                     - Ricordo io. Lo sfidi a duello, vi battete, lo ammazzi! ...

Alfredo                       - Sì, questo è un progetto! ... Una mattinata bru­mosa, in campo aperto, il fosco balenar degli acciari, e poi il sangue; là, trafitto!... (con entusiasmo) Sì, sì è bel­lo, è violento, è definitivo!... Ed è il dramma!... Brava!...

Eleonora                     - E la libertà, la libertà sconfinata!... Saremo felici, ci potremo sposare... Perché lui muore — non è vero? — ne sei sicuro. Tu sei un formidabile spadac­cino...

Alfredo                       - Io?...

Eleonora                     - No?... E... e.... allora.., se lui, invece, ammaz­za te?

Alfredo                       - Eh? ...

Eleonora                     - Eh, sì, perché egli è una lama temibilissima!

Alfredo                       - Ah, sì?!...

Eleonora                     - Ti ammazza di certo! ...

Alfredo                       - Un momento, procediamo con ordine!...

Eleonora                     - Oh, Dio. mi sembra di vederti, là, disteso, in un lago di sangue...

Alfredo                       - Calma... calma....

Eleonora                     - E io che cosa farò io allora? Ci pensi? (Al­fredo passeggia a lunghi passi) Ci pensi?... Già, tu non pensi che a te stesso! Sei un egoista!... Tu muori, e io...

Alfredo                       - Tu muori... non precipitiamo!...

Eleonora                     - Si, tu muori e stai tranquillo, e io...

Alfredo                       - Ma che tranquillo... io non sto tranquillo nien­te affatto! ...

Eleonora                     - Va bene, ma io?

Alfredo                       - Appunto, tu... tu... E naturale, io mi preoccupo di te... Per me, oh... morire per amore è la sorte degli eletti!... Ma tu, che faresti sola con lui? Chi ti difen­derebbe? Chi ti sosterrebbe? Immagini come ti rende­rebbe la vita tuo marito? I sospetti, la vigilanza, le ves­sazioni, il disprezzo... No, no!

Eleonora                     - È giusto! ...

Alfredo                       - Niente duello!... E che non se ne parli più!...

Eleonora                     - E allora?... Eccoci da capo!...

Alfredo                       - Ah, sì, ci troviamo in un bell'impiccio! ... E tutto perché? Perché tu... Ma che bisogno avevi di fare quella scena a tuo marito, me lo dici?... .

Eleonora                     - Te l'ho detto: m'è venuta!...

Alfredo                       - Bella ragione!... Eh; già, sempre donne!... A-prite bocca, e là... senza sapere!... Se non gridavi: «Ho un amante!... » e sopra tutto non dicevi: «Eccolo lì, è lui, è lui! ... » le cose, forse, si sarebbero potute accomodare! ...

Eleonora                     - Lo avrebbe indovinato che eri tu!...

Alfredo                       - Ma che!... Ci son tanti uomini!...

Eleonora                     - Non ci sei che tu! ...

Alfredo                       - Sì, nei pasticci! ...

Eleonora                     - Ah, così mi ringrazi?

Alfredo                       - Di che? Di avermi messo in questa situazione?

Eleonora                     - Per amarti ho sfidato ogni pericolo!

Alfredo                       - Tu li sfidi, e io debbo affrontarli! ...

Eleonora                     - Che cosa posso fare di più?

Alfredo                       - Di più?... Meno devi fare!...

Eleonora                     - Sei un ingrato!...

Alfredo                       - Va bene!...

Eleonora                     - Un egoista!...

Alfredo                       - Va bene! ...

Eleonora                     - Un bruto! ...

Alfredo                       - Va bene! ...

Eleonora                     - Ti detesto!...

Alfredo                       - Va bene!...

Eleonora                     - Vattene!...

Alfredo                       - Va bene!... (Siede).

Eleonora                     - Ti strozzerei!...

Alfredo                       - Va bene!... Tanto, è deciso che debba morire!...

Eleonora                     - (beffarda) Chi, tu?...

Alfredo                       - Io, sì, proprio io! ... Oramai che mi resta a fa­re? Minacciato dal marito, insultato dall'amante, caduta ogni illusione su quel grande sogno che è l'amore, tri­ste solingo e misero, che far mi resta? Morire... Oh, venga, venga la grande liberatrice, l'amica degli afflitti, degli esuli, dei tapini, venga! Io l'attendo con gioia!...

Eleonora                     - Alfredo!...

Alfredo                       - Muoio per te; ma ti perdono! ...

Eleonora                     - Basta, basta!... Come puoi parlare così, a me che ti amo tanto, che sono tutta tua?

Alfredo                       - Parole di donna! ...

Eleonora                     - Ne dubiti?... Ah, se tu mi amassi come io t'amo! ...

Alfredo                       - E se non ti amassi, sarei così disperato?

Eleonora                     - Amore! ...

Alfredo                       - Passione mia!...

(Si gettano nelle braccia l'uno dell'altro. Dopo qualche momento, si ode la voce di Franco venire dal basso).

Franco                         - Ehi, colombi! ...

Alfredo                       - (sciogliendosi dall'abbraccio) Colombi? ...

Eleonora                     - Chi è?...

Franco                         - State ancora filando il perfetto amore?...

Alfredo                       - L'hanno con noi?

Eleonora                     - Non so.

Eranco                        - Conte Salice.... baronessa Belfonte!... Siete morti?

Alfredo                       - E dagli col morto!... Ma chi è?

Eleonora                     - La voce di Franco, la riconosco! ...

Alfredo                       - Il canadese? (va sulla terrazza) Che cosa vo­lete?

Franco                         - Oh, finalmente!... Perché non rispondevate? Sta­vate facendo all'amore?

Alfredo                       - Ma parlate più basso!...

Franco                         - E perché?

Alfredo                       - Volete comprometterci, pezzo d'animale?

Franco                         - Ma se lo sanno tutti! ...

Eleonora                     - (ad Alfredo) Lo sanno tutti?!...

Alfredo                       - Si può sapere che cosa volete?

Franco                         - Mi son trovato a passare per di qua, e allora ho pensato di darvi una notizia. Posso salire un momento?

Alfredo                       - A quest'ora?...

Franco                         - Disturbo forse?...

Alfredo                       - Ma è tardi! ...

Franco                         - Un minuto solo! ...

Alfredo                       - (ad Eleonora) Ah, ma è noioso quest'uomo!... A quest'ora?!... Scommetto che ti fa la corte, e tu... Già questi ex fidanzati finiscono sempre per...

Eleonora                     - Ma che dici: sei pazzo?...

Franco                         - (entrando dalla porta di fondo) Eccomi qua! ... Non ve l'aspettavate questa bella visitina, è vero?...

Alfredo                       - Proprio no!....

Franco                         - (sorridendo) Si capisce! ...

Alfredo                       - E allora, se si capisce, perché siete venuto?...

Franco                         - Per disturbarvi.

Alfredo                       - Grazie!...

Eleonora                     - (impazientita:) E questa notizia?...

Franco                         - Avete fretta di cambiare discorso?... È natura­le! ... Sapete, dunque, che cosa è accaduto al vecchio principe Gontrano di Santarsiero? „..

Alfredo                       - Non me ne importa niente! ...

Franco                         - È morto!

Alfredo                       - (ad Eleon.:) Ma è una persecuzione, stasera!

Franco                         - Morto!

Alfredo                       - Ho capito!...

Franco                         - Era appena giunto a casa; è crollato come un vecchio monumento! ...

Alfredo                       - Requiescat in pace! ...

Franco                         - Ora la vecchia eredita parecchi milioni!

Alfredo                       - Meglio per lei!

Franco                         - Perché non ve la sposate?... Sarebbe un ottimo affare per voi!

Eleonora                     - Che imbecille!...

Alfredo                       - Grazie del consiglio!

Franco                         - Vedete che prima o poi Iddio colpisce queste unioni illegittime!

Alfredo                       - Sfido: aveva novant’anni! ..

Franco                         - Davanti alla giustizia divina abbiamo tutti la stes­sa età! Badate a voi!..

Alfredo                       - Ma sapete che siete indiscreto?... Indiscreto e impertinente!... D'altronde noi non abbiamo nulla da temere! ...

Franco                         - V'illudete!....

Eleonora                     - Che cosa volete dire?...

Franco                         - Vi credete al sicuro perché vostro marito non sa ancora nulla?... Ma ci può essere chi gli riveli la veri­tà, e allora....

Alfredo                       - È inutile: lo sa.

Franco                         - Eh?...

Alfredo                       - Sissignore! ...

Franco                         - Chi gliel'ha detto?

Alfredo                       - Lei!

Franco                         - E lui?

Alfredo                       - È felicissimo!... Lo vedete: ci lascia la notte, soli, per non disturbarci.

Franco                         - Ah, ma è inaudito!.... È ripugnante!... Che gente!...

Alfredo                       - Volete saper altro?...

Franco                         - Oh, no, ne so abbastanza!... Che famiglia!... A rivederci!... a rivederci!... (Esce per la porta di fondo facendo gesti d'orrore).

Alfredo                       - Crepa!... (rientrando:) Che razza di cretino! Ma sono tutti così al Canada?

Eleonora                     - Povero principe!... Chi sa che dolore per quella povera madame Isabelle!

Alfredo                       - Si consolerà con i milioni che le ha lasciato. D'altronde, o prima o poi, tutti dobbiamo morire!...

Eleonora                     - (come parlando a se stessa:) Già, prima o poi, tutti! ...

Alfredo                       - Se lasciassimo questi discorsi melanconici, e ci occupassimo invece degli affari nostri?!.... Pensa che abbiamo le ore contate! E quando tuo marito tornerà...

Eleonora                     - È vero! bisogna prendere una decisione! (con entusiasmo) Ho trovato! Moriamo insieme!...

Alfredo                       - Bisogna morire, è una fissazione! ...

Eleonora                     - Non c'è altro da fare.

Alfredo                       - E moriamo!.. Ci daremo un appuntamento per domani...

Eleonora                     - Domani?... Subito!...

Alfredo                       - Eh?!...

Eleonora                     - Domani sarebbe troppo tardi! ...

Alfredo                       - Ma a morire viene sempre a tempo!..

Eleonora                     - Ma non per noi! ... Domani mio marito sarà tornato, avrà fatto lo scandalo, ti avrà ucciso, io sarò perduta! ...

Alfredo                       - Ma guarda che bella prospettiva! ...

Eleonora                     - Preferisci dunque sapermi vilipesa, preferisci morire per mano sua...

Alfredo                       - Ma io non preferisco niente! ... E quando.... dove... conteresti di fare questa festa?...

Eleonora                     - Subito, qui! ...

Alfredo                       - Qui?... Ma io non voglio morire in casa d'al­tri! ...

Eleonora                     - La casa della morte è da per tutto!...

Alfredo                       - Ma qui, no! .. questo si chiama approfittare dell'ospitalità! ...

Eleonora                     - Oh, caro, fa conto di essere a casa tua! ..

Alfredo                       - Come vuoi, grazie. E allora è deciso: io prima sparerò contro di te, poi... Si usa così adesso. Basta leggere i giornali! ...

Eleonora                     - No, è troppo comune!... E poi, se tu non muori?.... No, no! Ecco: ci abbracciamo e ci gettiamo in mare: Ero e Leandro!...

Alfredo                       - Sì, ma poi essere rigettati sulla, spiaggia dai flutti, e restar lì, gonfi, lividi, al sole, esposti alla cu­riosità delle donnicciuole, dei ragazzi e delle mosche!

Eleonora                     - Ah, no, basta! basta!... .

Alfredo                       - Non si trova; temo che bisognerà rinunziarvi!

Eleonora                     - Rinunziarvi? Impossibile!...

Alfredo                       - Ah, è vero!...

Eleonora                     - Il gas! ..

Alfredo                       - Il gas! ...

Eleonora                     - Li c'è il rubinetto; l'apriamo, ci addormentia­mo, e non ci svegliamo più!...

Alfredo                       - Benissimo!

Eleonora                     - E domattina, dopo averci cercato per tutta la casa, entreranno qui, e ci troveranno l'uno accanto all'altra, col volto ancora illuminato dall'ultimo sorriso! ... I giornali pubblicheranno la nostra dolce e pietosa sto­ria d'amore, e stamperanno anche i nostri due ritratti. Come sarai bello: tu vieni così bene in fotografia! ...

Alfredo                       - Sì, infatti vengo molto bene!...

Eleonora                     - Mi pare di vederlo il titolo: su tre colonne: « La morte degli amanti».

Alfredo                       - Asfissiati col gas!... A proposito, sai che cos'è il gas?

Eleonora                     - Il gas?... Ma... veramente.... È una puzza che esce da un rubinetto!..

Alfredo                       - Non soltanto! ... (Mentre parla va dicendo sem­pre più grave; poi addirittura cupo:) È il vapore idro­geno-bicarbonato, prodotto dalla distillazione secca del carbon fossile. Esso si compone di....

Eleonora                     - No, lascia andare il bicarbonato! ...

Alfredo                       - Come vuoi!... (resta silenzioso).

Eleonora                     - Che hai?...

Alfredo                       - Penso al grave passo che stiamo per fare! .... Dall'amore alla morte! ... (Prende,, quasi senza averne Varia, a declamare « Amore e morte » di Leopardi:) « Fratelli, a un tempo stesso, Amore e Morte ingenerò la sorte. Cose quaggiù sì belle altre il mondo non ha, non han le stelle ».

Eleonora                     - (Dopo un silenzio:) Orsù, scuotiamo questo manto di tristezza che gravai su di noi; dobbiamo morire in letizia!... (Suona, il campanello elettrico:) Ci spegne­remo fra le musiche e i profumi, come l'ultimo cande­labro al termine d'una festa nuziale!...

Annetta                       - (entrando da sinistra) La signora ha suonato?

Eleonora                     - Sì, Annetta. Portami qui tanti fiori, tutti i fiori che troverete, subito.

Annetta                       - Sì, signora. (Esce).

Eleonora                     - Noi esaleremo la nostra anima insieme a quella dei fiori. Ci ubriacheremo dei loro profumi.

Alfredo                       - Sì; e anche di champagne!... Fa portare dello champagne, delle ostriche, dei cioccolatini.

Eleonora                     - E attenueremo queste lampade, perché la loro luce sia sensuale e mistica come quella di certi crepu­scoli sul mare! ...

Annetta                       - (entra da sinistra con un cesto di fiori) Ecco signora. (Depone il cesto sul divano:) Ce ne sono an­corai degli altri. (Esce da sinistra).

Eleonora                     - Brava. (Vuota il cesto sul divano).

Alfredo                       - Non dimentichiamo lo champagne.

Eleonora                     - No, caro.

Annetta                       - (rientrando da sinistra con un altro cesto di fiori). Ecco gli altri.

Eleonora                     - (vuota il secondo cesto sul divano). Grazie. (Prende a disporre i fiori un po' da per tutto).

Alfredo                       - (ad Annetta). Sentite, Annetta, ci sono ostriche in casa?

Annetta                       - Sì, signore; un cestino, freschissime.

Alfredo                       - Benissimo, le porterete qui, tutte; limone e pepe!

Annetta                       - Sì, signore.

Alfredo                       - Cioccolatini non ne mancheranno, spero; anche di quelli, molti.

Annetta                       - Sì, signore.

Alfredo                       - Moltissimi! ... E poi champagne,, champagne come se piovesse.

Annetta                       - Una bottiglia in ghiaccio?

Alfredo                       - Una? Sei! ..

Annetta                       - Una cassetta? Benissimo, signore.

Alfredo                       - Andate.

Eleonora                     - Annetta portate via questi cesti.

Annetta                       - Sì signora! ...

Alfredo                       - (ad Annetta che se ne va). E, mi raccomando: che sia tutta roba di prima qualità!

Annetta                       - Non dubiti, signore. (Esce da sinistra, portan­do via i due cesti).

Eleonora                     - (spargendo ancora dei fiori per terra). Ecco fatto. Ti piace così, amore?...

Alfredo                       - Sembra il giardino di Armida!...

Eleonora                     - Ed ora, bisognerà chiudere queste finestre!....

Alfredo                       - Già, peccato! Viene una così dolce brezza ma­rina, e la notte è così soave!... « Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna?»

Eleonora                     - (reclinando il capo sulla spalla di Alfredo). Addio mare!...

Alfredo                       - Cielo addio! ... (restano un momento in silenzio. Poi chiudono le finestre). Il rubinetto del gas, dov'è?

Eleonora                     - Là dietro.

Alfredo                       - E la tubatura è in ordine, non ci sono guasti?...

Eleonora                     - Speriamo di no, mio Dio! ...

Alfredo                       - Sarebbe un bel disastro!...

Eleonora                     - Ed ora bisogna che lasci un biglietto a lui!

Alfredo                       - Ah! ...

Eleonora                     - Si usa così!... (Scrive-) « Amico mio... ami­co mio... amico mio...

Alfredo                       - Amico mio... Va avanti! ...

Eleonora                     - Non so che cosa dirgli. Dettami tu.

Alfredo                       - Io?... Ah, be'!... Scrivi: « Amico mio... per­donami il dolore che ti do...»

Eleonora                     - Credi che ne proverà un gran dolore, pove­retto?....

Alfredo                       - Non lo so; ma questa è la formula. Scrivi: « Avrei voluto essere la tua fedele compagna per tutta la vita. Ma le nostre anime non erano fatte per inten­dersi.... »

Eleonora                     - Giustissimo!...

Alfredo                       - Scrivi: « Sul mio cammino incontrai bello e fa­tale un giovane.... ci vedemmo e ci amammo! .... »

Eleonora                     - Verissimo. Ricordi? C'incontrammo una mat­tina alla passeggiata e nel pomeriggio venni da te, fui tua! ...

Alfredo                       - Scrivi: « Ho lottato lungamente contro questa passione funesta!... Ma il destino è più forte di noi!... E non potendo essere sua per tutta la vita, muoio con lui! ... È mia, soltanto mia la responsabilità di questa e-strema decisione!... » È meglio mettere le cose a posto!...

Eleonora                     - Ma...

Alfredo                       - Non m'interrompere. Scrivi: « Dal cielo ve-glierò perché.... perché i tuoi affari vadano bene!... Ad­dio., addio.... addio! » Firma...

Eleonora                     - Ecco fatto!... (Ella chiude la lettera in una busta. Scrive l'indirizzo). «Al barone Sandro Belfonte ». (Ella è molto triste. Il pianto trema nella sua voce). In fondo non era cattivo!... Mi faceva spesso dei regali.... E poi mi lasciava così libera!... Addio!... Ecco, mettiamo la lettera qui, bene in vista!... (Depone la lettera sul mo­bile). Povero Sandro!

Alfredo                       - Ed ora... voglio che gli ultimi tuoi mementi siano allietati dalla musica!... Scendo; spero di trovare qualcuno sulla spiaggia. Pagherò, perché fra poco ci fac­ciano una serenata!...

Eleonora                     - Oh, che idea squisita!... Le nostre anime s'in­voleranno sull'ali del canto!...

Alfredo                       - Allora vado!..

Eleonora                     - Torni, però?!

Alfredo                       - Subito. (Esce da destra).

Eleonora                     - (ad Annetta, che entra da sinistra portando le ostriche:) Sei tu, Annetta?..

Annetta                       - Ecco le ostriche, signora. Apparecchio qui, non è vero?... (Apparecchia).

Eleonora                     - Sì (La sua mente è lontana).

Annetta                       - Ora porto lo champagne. (Vede la lettera, la prende, e se la mette in tasca. Esce; poi rientra portan­do lo champagne).

Eleonora                     - (canticchia:) Morire si pura e bella...

Annetta                       - Che bella vocina che ha, signora!...

Eleonora                     - Il canto del cigno!..

Annetta                       - Ho quasi finito!... (Esce; poi toma con i cioc­colatini, il secchio per lo champagne, le posate, eccetera).

Eleonora                     - Annetta, mi vuoi bene?..

Annetta                       - (stupita:) Oh, signora, tanto!...

Eleonora                     - Se morissi ti dispiacerebbe?...

 Annetta                      - Che discorsi, signora!... Morire?... È così gio­vane, bella, piena di salute! ...

Eleonora                     - Dico così... per dive!... Annetta, ti sposerai presto?...

Annetta                       - Sì, signora, subito dopo il battesimo del mio bambino!...

Eleonora                     - Ti auguro di essere felice!...

Annetta                       - Grazie, signora!...

Eleonora                     - (togliendosi un anello dal dito, e porgendolo ad Annetta). Prendi, questo anello ti dono!...

Annetta                       - Grazie!.. Oh, com'è bello!..

Eleonora                     - E... non ti scordar di me!.

Annetta                       - Oh. mai, signora. E poi, io resterò qui anche quando sarò maritata!..,

Eleonora                     - Ed ora va... Ah. a proposito: sai dove sono quelli scialli, quei veli colorali..

Annetta                       - Sì, signora»

Eleonora                     - Portamene qui qualcuno.

Annetta                       - Subito, signora (Si avvia guardando l'anello).

Eleonora                     - (la richiama). Annetta!...

Annetta                       - Signora?

Eleonora                     - Dammi un bacio!...

Annetta                       - Oh, signora! ... (Si baciano). Ma... Signora... piange?..

Alfredo                       - (entra da sinistra con Rolando.) Eccoci qua!..

Eleonora                     - (stupita, a Rolando:) Anche voi?... Che cosa fate in giro a quest'ora?...

Alfredo                       - E'ho trovato sotto le finestre della maestrina di piano.

Rolando                      - Ma che finestre!... Passeggiavo, ecco tutto!... E siccome ho visto passare lui di gran furia...

Alfredo                       - (ad Eleonora) Tornavo a casa.

Rolando                      - Al contrario, andavi verso la città.

Eleonora                     - (ad Alfredo) Verso la città? A che fare?..,

Alfredo                       - Ma lui sbaglia!... Ere stato dai suonatori, e tornavo....

Rolando                      - Se ti ho costretto io a tornare!... Mi hai detto che non avevi sonno, che....

Alfredo                       - Ma che diavolo racconti?

Rolando                      - E allora m'ha invitato ad accompagnarlo, a sa­lire...

Alfredo                       - (a Eleonora) Così, per complimento! ... Lui ha accettato subito!...

Rolando                      - Oh, adesso capisco! .. Qui c'è addirittura una cena pronta (ad Alfredo) Ma che pensiero gentile, gra­zie! ...

Alfredo                       - Prego, caro!... (Con molta sollecitudine) Mettiti a sedere, mangia, bevi, tienici compagnia. (Alfredo si comporta come se si disponesse ad un lungo pranzo. Man­giano e bevono). Hai mai visto sorgere l'alba?

Eleonora                     - L'alba?... Ah, no. amici miei, io casco dal son­no!....

Alfredo                       - L'aspetteremo noi, non è vero?

Eleonora                     - Ma anche lui avrà sonno.

Alfredo                       - Se era sotto le finestre di Giana che...

Rolando                      - Ti ho detto che sbagli...

Alfredo                       - Vorresti darmi ad intendere che fra te e quella ragazza non c'è nulla?...

 

Rolando                      - Ti giuro: nulla... E poi... non era nemmeno in casa!

Alfredo                       - E dov'era?..

Rolando                      - Mah!...

Alfredo                       - Sarà andata anche lei a passeggiare, ad aspet­tare l'alba. Se vedessi com'è bella, com'è poetica l'alba! ...

Rolando                      - Oh, lo so!...

Alfredo                       - Ma vista da qui, è un'altra cosa, non puoi im­maginarlo...

Eleonora                     - È bellissima, ma la vedrete un'altra volta!...

Rolando                      - (alzandosi) La signora ha ragione.

Alfredo                       - Dici così, perché vuoi tornare sotto le finestre della maestrina! ...

Eleonora                     - (a Rolando) Andate a dormire, sarà meglio.

Alfredo                       - Ah, don Giovanni! A proposito: hai saputo che è morto il principe di Santarsiero?

Rolando                      - Ho saputo! ... Tutto un passato romantico che se ne va! ....

Eleonora                     - La grande tradizione che si perde!

Alfredo                       - Pazienza! Veramente bisognerebbe andar su­bito a fare una visita a madame Isabelle, non ti pare?

Rolando                      - Adesso? ... Ci andremo domani!

Alfredo                       - Non sarà troppo tardi domani? Chi sa com'è disperata, poveretta!.. .

Rolando                      - Ma no! .. Buona notte, signora e grazie.

Eleonora                     - Buona notte!

Alfredo                       - Dunque te ne vai proprio?

Rolando                      - Si.

Alfredo                       - Peccato!.. Vuoi che t'accompagni?..

Rolando                      - Ma no, grazie.

Alfredo                       - Sai, di notte, non si sa mai...

Rolando                      - Ma che!... A rivederci! (Esce per la porta di fondo).

Alfredo                       - A rivederci! .. (ad Eleonora) Ah, è un bel sec­catore! Vado, vado, e non se ne andava mai..

Eleonora                     - E la serenata?

Alfredo                       - Tutto combinato, verranno fra poco.

Eleonora                     - E ora, ora ti domando permesso per un mo­mento.

Alfredo                       - Dove vai?

Eleonora                     - Vado a farmi bella per te!... (Esce da sinistrai)

Alfredo                       - Sì, fa', cara! ... (Prende a passeggiare, facendo dei gesti sconsolati).

Annetta                       - (entrando da sinistra, con gli scialli e i veli). Li metto qua?

Alfredo                       - Che cos'è?

Annetta                       - Sono gli scialli che...

Alfredo                       - E chi ve li ha chiesti?

Annetta                       - La signora.

Alfredo                       - Annetta, fatevi un po' vedere. Siete carina!

Annetta                       - Oh, signore!

Alfredo                       - Non vi avevo mai guardata bene! ... Molto ca­rina!... Peccato!..

Annetta                       - Che cos'ha?..

Alfredo                       - Nulla! Eh, la bellezza, la giovinezza, la vita! ..

Annetta                       - (accennando agli scialli) Dove li metto?

Alfredo                       - Ah, dove volete.

Annetta                       - Ecco, (mette gli scialli sul divano).

Alfredo                       - (richiamandola) Annetta?

Annetta                       - Signore?

Alfredo                       - Dammi un bacio!...

Annetta                       - Per chi mi prende, signore? Sono una ragazza onesta! A rivederla, buona notte. (Esce da sinistra).

Alfredo                       - (fra sé) Stupida!.. (Comincia a mangiare le ostriche; e beve. Intanto fa dei gesti che rivelano un di­scorso interiore).

Eleonora                     - (Entra da sinistra; ha indossato una vestaglia amplissima di veli intonati su tutte le sfumature. Una corona di perle le recinge la fronte; e dei fiocchi di per­le le cadono sulle orecchie). Guardami!..

Alfredo                       - (volgendosi) Come sei bella!..

Eleonora                     - Ti piaccio? Muoio felice! Ecco i nostri ri­tratti.

Alfredo                       - Per che farne?

Eleonora                     - Per i giornali! (li depone su un mobile; poi vi mette qualche fiore dinanzi. Prende gli scialli, e con essi avvolge le varie lampade, perché spandano una luce più mite di diversi colori).

Alfredo                       - Vuoi che ti aiuti?

Eleonora                     - No, grazie; lascia a me questa gioia! SU be­ne così?

Alfredo                       - Bellissimo! Sembra un « tea-room »! ..

Eleonora                     - Ed ora dammi da bere!.. (Mangiano, e so­pratutto bevono). Sento i primi vapori della morte.

Alfredo                       - Nulla, è lo champagne...

Eleonora                     - Che ebbrezza... (È un po' presa dal vino).

Alfredo                       - A noi, un'altra bottiglia!., (prende un'altra bot­tiglia e versa. Anch'egli è lievemente ubriaco).

Eleonora                     - Come mi sento leggera! ... Fatti guardare... No, questi vestiti moderni sono così brutti! C'è di là un bel­lissimo pigiama di mio marito. Va' e mettitelo!...

Alfredo                       - Infatti, con questi colletti, c'è da morir soffo­cati. Grazie del pensiero!... (Esce da sinistra).

Eleonora                     - Io, intanto, chiudo. (Chiude a doppio giro di chiave la porta di destra).

Alfredo                       - (di dentro, un po' lontano) Chiudi, bene!...

Eleonora                     - Sì, amore.

Alfredo                       - (sempre di dentro) E mangia!...

Eleonora                     - Bevo: ho sete! ... (Beve).

Alfredo                       - (sempre di dentro) Mi sta un po' largo il pi­giama! ...

Eleonora                     - Meglio; è più comodo.

Alfredo                       - (e. s.) Però è di un bel colore!

Eleonora                     - Ti starà benissimo! ...

Alfredo                       - (entrando) Eccomi qua! ... (Ha indosso un pigia­ma di colore fantastico).

Eleonora                     - Come sei bello! A mio marito stava malissimo!

Alfredo                       - Sfido, lui è brutto!...

Eleonora                     - Ora, chiudiamo quest'altra porta, (chiude la porta di sinistra) Non entrerà aria?

Alfredo                       - Impossibile! ...

Eleonora                     - Però... i buchi delle serrature!

Alfredo                       - Non essere pedante!..

Eleonora                     - (indicando la vetrata di fondo) Questa è ben chiusa?

Alfredo                       - Ma sì! ...

Eleonora                     - Ma da quello spiraglio lassù, non entrerà dell'aria?...

Alfredo                       - Oh, alla. fine... l'aria non ha mai fatto male a nessuno...

Eleonora                     - Ed ora beviamo... (Egli le porge una coppa di champagne. Poi anch'egli beve) Che ora è?

Alfredo                       - Non so. (guarda la pendola) Le tre e un quarto.

Eleonora                     - Oh, quanto mi dispiace...

Alfredo                       - Perché?

Eleonora                     - Perché due amanti debbono morire a mezza­notte!

Alfredo                       - Adesso metto indietro l'orologio, così fra poco suonerà l'ora fatale... (Mette indietro l'orologio).

Eleonora                     - Fosse almeno novembre!.. Novembre con i suoi cieli grigi e melanconici! ..

Alfredo                       - Ecco, se aspettassimo il novembre, è così poetico!

Eleonora                     - E poi avremmo dei crisantemi per la nostra tomba!

Alfredo                       - Ma sicuro, come si fa senza i crisantemi? A-spettiamo i crisantemi!...

Eleonora                     - Impossibile!.. Oramai non possiamo tornare più indietro. A proposito, e il gas? L'hai aperto il ru­binetto?

Alfredo                       - Ma... credo di sì!

Eleonora                     - Bisogna assicurarsene. Altrimenti come si fa?

Alfredo                       - Eh, già... perdiamo il meglio!

Eleonora                     - Andiamo a vedere. (Vanno insieme, barcollando per l'ubriachezza, fino al rubinetto del gas). Lo vedi? era chiuso! ..

Alfredo                       - E adesso l'hai aperto?

Eleonora                     - Sì!...

Alfredo                       - È finita!...

Eleonora                     - Dio, sento i primi brividi della morte! ..

Alfredo                       - Di già?...

Eleonora                     - Ho la gola arsa!... Dammi da bere!

Alfredo                       - Anch'io!... (Bevono).

Eleonora                     - La testa mi gira...

Alfredo                       - Mi si piegano le gambe!

Eleonora                     - Silenzio!... (l'orologio suona le dodici) Mez­zanotte!

Alfredo                       - (fa qualche passo barcollando, poi cade sul di­vano) Addio!

Eleonora                     - (anch'ella va barcollando fino al divano, e cade presso Alfredo) Addio!...

(Dal mare una voce, con accompagnamento di chitarra e mandolino, canta la vecchia canzone napoletana: « Santa Lucia ». Poi silenzio. Alfredo russa).

Fine del secondo atto

ATTO TERZO

La stessa scena degli atti precedenti. È giorno chiaro.

Rolando                      - Capirai, ci siamo alzati, e siamo subito accorsi!

Sandro                        - Vi siete levati apposta?

Clara                           - Eh, una disgrazia simile!...

Sandro                        - Disgrazia? La disgrazia è che non siano morti!

Clara                           - Guai a non morire in simili casi! ...

Rolando                      - Ad ogni modo è stata una fortuna che tu sia giunto in tempo a salvarli! Ma come hai saputo?

Sandro                        - Avevano lasciato qui la solita lettera di pramma­tica. La cameriera è venuta mentre essi si accingevano a banchettare, ha trovato quella lettera indirizzata a me, e non sospettando di che si trattasse, l'ha data allo chauffeur che partiva in quel momento col furgone per venire allo stabilimento. Così che io l'ho ricevuta molto prima che essi non volessero!

Rolando                      - E li hai salvati!

Sandro                        - Involontariamente. Avrei dovuto infischiarmene, e lasciarli morire tranquillamente; ma siccome invece ho seguito la prima idea che m'è venuta, così... E poi di­cono che la prima idea è sempre la migliore!..

Clara                           - Ed ora?

Sandro                        - Ora... ora vedrò! Ancora non ho deciso nulla. Pel momento li ho chiusi in quella camera, (accenna alla porta di sinistra) Aspetteranno le mie decisioni.

Clara                           - Una bella situazione, poveretti!

Sandro                        - Ma, a proposito: voi, come avete fatto ad esserne informati così presto? Nessuno di noi tre si è mosso di qui!

Rolando                      - È venuta la signora Giana a dircelo!

Cr ,ara                          - (fissando Sandro) Guarda... guarda! Perché voi non l'avete detto a nessuno,; appena ricevuta la lettera siete venuto direttamente qui in automobile; qui le pri­me persone che vedete siamo noi, e... e Giana lo sa! ... Curioso! curioso! Deve averlo saputo avanti giorno.

Rolando                      - (ancora più insospettito) Già!

Sandro                        - Mah! Le cattive notizie hanno le ali

Clara                           - Le ali, sicuro, le ali! Dunque vuol dire...

Rolando                      - Vuol dire?

Sandro                        - Vuol dire niente!

Clara                           - Che era presente quando avete ricevuto la lettera. Dunque stanotte, alle tre, la signorina Giana era da voi? Oh guarda... guarda!

Rolando                      - (a Sandro) Stanotte, alle tre, la signorina Gia­na?....

Clara                           - (a Rolando) Perché ti agiti in tal modo, amico mio?

Rolando                      - Ma... ma l'onore di una signorina...

Clara                           - Oh, l'onore, l'onore non centra!..

Rolando                      - (a Sandro) Ad ogni modo vorrei che tu mi spiegassi...

Sandro                        - (seccato) Che cosa?... L'hai scelto bene il momento delle spiegazioni!... (Va sulla soglia della terrazza).

Clara                           - (prendendo sotto il braccio Rolando) Povero Ro­lando! Che vuoi farci? Le donne!

Rolando                      - (nervoso) Ti prego, Clara!

Sandro                        - Oh, ecco anche questi altri, ora!

Clara                           - Chi?

Sandro                        - Franco e Giana!..

Rolando                      - Giana?

Clara                           - (a Rolando) Coraggio!

(S'ode picchiare forte all'uscio di sinistra).

Rolando                      - Picchiano.

Sandro                        - Lasciali picchiare!

Franco                         - (entrando con Giana) Eccoci qua!

Giana                          - Ebbene?..

Sandro                        - (aspro a Giana) Ebbene» non avete ancora sonno voi? Non siete stanca? Fate conto di proseguire il vostro giro per informare amici e conoscenti? Che bisogno c'e­ra di tirarsi dietro anche questo signore?

Franco                         - Prego, son venuto spontaneamente!...

Sandro                        - Grazie!.. (A Giana:) Eh? Chi lo deve ancora sapere?..

Franco                         - Nessuno! ... Lo sa già tutto il paese! ...

Sandro                        - Ah, lo sa...?... Benone!...

Franco                         - Io non so se debbo farvi le mie condoglianze!...

Sandro                        - Non siete venuto per questo? Fatemele: sicuro che dovete farmele: sono vivi!...

Franco                         - Vivi?

Giana                          - Eh?... Non siete vedovo?...

Franco                         - E come?

Sandro                        - Come? .... Li ho salvati io!

Franco                         - Voi? ... (Scoppia in una risata).

Rolando                      - (a parte, a Giana:) Dove eravate stanotte alle tre?....

Giana                          - Dove volete che fossi?

(Si ode ancora picchiare violentemente alla porta di si­nistra).

Eleonora                     - (di dentro:) Dico, conti di tenerci chiusi qui per tutta la vita?,...

Sandro                        - Ora mi sfondano l'uscio! ...

(I colpi contro la porta diventano ancor più furiosi).

Clara                           - (a Sandro:) Che cosa volete fare? Aprite!...

Sandro                        - Ah, volete uscire? E va bene!... (Apre la porta). (Eleonora ed Alfredo irrompono nella starna come due belve che escano da una gabbia. Hanno ancora gli abiti dell'atto precedente. Al loro apparire tutti ridono).

Eleonora                     - (a Sandro:) Ti sei deciso finalmente?..

Alfredo                       - (a Sandro:) Dico, deve durare molto questo scherzo? ...

Sandro                        - Scherzo?

Alfredo                       - (vedendo gli amici, esterrefatto:) E... e... quelli là?... Ah, be'!....

Clara                           - Abbiamo saputo, e...

Rolando                      - Siamo venuti, così....

Eleonora                     - (inviperita:) Ah, avete saputo... Siete venuti... Lo spettacolo è divertente, non è vero?... (a Sandro:) E tu li hai invitati! ...

Sandro                        - Io?

Eleonora                     - E chi, io? ... Ma che razza di cinico sei, che specie di pagliaccio! ... Ma tu credi che quello che sta succedendo qui sia una burletta?... Ah, la vedremo!.... (Ad Alfredo 🙂 E tu che dici?...

Alfredo                       - Che dico? che dico?... dico che la vedremo, oh, se la vedremo! ...

Sandro                        - Come vorrete!... Ma... ma.... quello, se non mi sbaglio, è il mio..

Alfredo                       - Non divaghiamo! ....

Sandro                        - Ma sicuro, è il mio pigiama!...

Alfredo                       - Voi ieri sena non mi avete preso il mio cap­pello? E io in pegno ho preso il pigiama. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio! ...

Sandro                        - Me ne infischio del vostro cappello!... Già, qui, oramai, eravate diventato il padrone!... (Volto agli amici:) Vedete? Qui ci sono i resti delle loro orge!... Hanno banchettato! ... Il mio champagne, le mie ostri­che... e, — devono morire? — il mio gas!...

Eleonora                     - (mettendosi le mani nei capelli:) Dio, Dio, che volgarità! (ad Alfredo:) Ma non senti? ... Ma non gli rispondi? ...

Alfredo                       - (sdegnoso:) Io?.. Mi pare che abbiamo dato spettacolo abbastanza!...

Rolando                      - Sì, infatti.... veramente....

Eleonora                     - (inviperita, a Rolando:) Come sarebbe a dire?...

Rolando                      - Dicevo, che siamo levati così presto, che non abbiamo fatto a tempo nemmeno a prendere il caffè!... (a Sandro:) Anzi, se permetti, se tu fossi così gentile, specialmente per Clara che è abituata...

Sandro                        - Ah, volete il caffè? È giusto!... Prego, prego, ac­comodatevi. (Va fin sull'uscio di destra, e li invita ad uscire). Fatevi servire!... (Gridando volto all'interno:) Il caffè per questi signori...

Rolando                      - Sei molto gentile; grazie; scusa, sai!...

Sandro                        - Ma vi pare? È troppo giusto!... Prego, prego!....

Franco                         - (avviandosi con gli altri verso sinistra, si volge a guardare Alfredo ed Eleonora, e scoppia in una risata). Come siete buffi!... (Esce con gli altri per la porta di sinistra).

Eleonora                     - (ad Alfredo:) Hai sentito?...

Alfredo                       - Buffi! ...

Eleonora                     - Ci ridono in faccia!...

Sandro                        - Che cosa speravate? ... Che vi facessero un mo­numento?...

Alfredo                       - Ah, perdio, finiamola! ... Voi, signore mio, a-vete tutta l'aria di prendervi giuoco di noi: ma vi sba­gliate!.... (ad Eleonora:) Dico bene? (Sandro trova il suo cappello, e comincia, quasi inconsa­pevolmente, a tentare di ridargli la sua forma primitiva).

Eleonora                     - Benissimo!..

Alfredo                       - Non vi è bastato di martirizzare questa donna di renderla infelice, di soffocare ogni sua più pura aspi­razione!... (a Eleonora:) Dico bene?...

Eleonora                     - Non ti occupare di me; va avanti!...

Alfredo                       - Non vi è bastato di averla costretta, povera anima torturata, a rifugiarsi in un affetto alto, puro, a chiedere appoggio ad un uomo generoso e nobile! ... (si volge ancora ad Eleonora per domandare la sua approvazione). ,

Eleonora                     - Concludi!...

Alfredo                       - Ma ieri sera, quando questa santa donna, stan­ca di mentire, non reggendo più alla nausea di dover comprimere la sua natura franca e sincera, vi ha gettato in faccia la tremenda verità, voi... voi ve ne siete andato incurante e quasi beffardo, e per colmo di di­sprezzo, vi prendevate perfino il mio cappello!...

Sandro                        - Ieri sera?... Ma ieri io non ho creduto a ciò che mi ha detto quella donna!...

Alfredo                       - Non avete creduto?... (a Eleonora:) Lo senti? Non aveva creduto! ...

Sandro                        - Dico, datevi pure liberamente del tu, non fate complimenti per me; tanto, io... chi sono io?...

Alfredo                       - Non è questo il momento di pensare alla grammatica!... (a Eleonora:) Hai sentito? Non ha creduto!... Te lo dicevo io: non precipitiamo, andiamo con calma!.. Ma tu invece.... Ah, le donne!...

Eleonora                     - Ah, il signore non ci aveva creduto?... Eh, già, egli non può sospettare che una donna che ha la rara fortuna di essere sua moglie, possa tradirlo, possa avere un amante!... Ora ci credi, sei soddisfatto vuoi dell'altro?

Sandro                        - Perché, non ti sembra abbastanza?...

Alfredo                       - Non facciamo chiacchiere!... Ma tutto questo sarebbe niente se, consapevole dei suoi torti, delle sue colpe, ci avesse lasciati morire in pace... Nossignore!.. Approfittando che lui possiede un'automobile, si preci­pita qui nel cuore della notte, spalanca le finestre, chiude il rubinetto del gas, ci sveglia nel primo ed ultimo son­no... e... e ci chiude in quella camera, con la scusa che dobbiamo aspettare le sue decisioni!... Quali decisioni?... Siamo noi che dobbiamo prenderle le decisioni; e ve­drete che decisioni prenderemo!...

Eleonora                     - (a Sandro:) Decisioni terribili!... Andremo fino in fondo!

Alfredo                       - Sì, fino in fondo!... (a Eleonora:) Ma adesso con calma, però, eh?!...

Eleonora                     - Vi batterete! ...

Alfredo                       - Eh?!...

Eleonora                     - Queste onte non si lavano che col sangue!...

Alfredo                       - Ma... (a Sandro 🙂 Ebbene, voi, non dite niente?.. Ma che cosa siete, un burattino? ...

Sandro                        - Ah, m'insultate, anche?... Vi farò vedere io!...

Eleonora                     - Ecco: ci vuole del sangue! ...

Sandro                        - (infastidito): Ma sì, sangue!..

Alfredo                       - (rassegnato:) Va bene, sangue!...

Sandro                        - (ad Alfredo:) Ed ora andatevene!

Alfredo                       - (ad Eleonora:) Andiamocene!..

Sandro                        - Che?.... Ho detto a voi. a voi solo!... Lei resterà qui!...

Alfredo                       - Lei resterà qui?.... Io separarmi da questa don­na? Ah, mai!... Abbiamo giurato di vivere o di morire insieme, e nessuna forza umana riuscirà a separarci! ... (ad Eleonora:) Ed ora andiamo a levarci questi stracci di dosso!

Eleonora                     - Sarà meglio che io mi vesta addirittura di ne­ro, tanto fra non molto uno di voi due sarà morto. (Esce con Alfredo per la porta di sinistra). , (Sandro li guarda uscire e scrolla il capo. Poi riprende a lavorare intorno al suo cappello; ma appare evidente che il suo pensiero è altrove).

Giana                          - (entra da destra). Ah, siete qua? Siete solo?...

Sandro                        - Che c'è ancora?..

Giana                          - Che c'è?... Mi domandate che c'è? C'è che sono di­sonorata, ecco! E per colpa vostra!

Sandro                        - Non esageriamo!..

Giana                          - Foste rimasto .vedovo, almeno, avreste potuto ripa­rare!... Nossignore!... Ah, come sono vigliacchi gli uo­mini! ... Ed ora che faccio, me lo dite, ora che vi ho dato la mia purezza, il primo fiore della mia femminilità?

Sandro                        - Non esageriamo! ...

Giana                          - Approfittare così dell'inesperienza di una povera fanciulla! ...

Sandro                        - Dite un po': e Rolando?...

Giana                          - Rolando?.. Ma quello è un gentiluomo!... Che cosa pensate! Egli mi amava di un amore puro, platonico, ideale! Ma dunque, non avete compreso che voi eravate il mio primo ed ultimo fallo?... Agite così perché sono una povera ragazza senz'appoggio, tradita, abbandonata!..

Sandro                        - Vi ho pregata di non esagerare!...

Giana                          - Dunque non volete riparare?...

Sandro                        - Ma siete pazza!... Riparare che cosa?...

Giana                          - No? Ebbene, dirò tutto a vostra moglie!..

Sandro                        - Eh? Questo no, eh, questo no, non facciamo scherzi! ...

Giana                          - Glielo dirò, sì, glielo dirò! ...

Sandro                        - (gridando:) Oh, perdio, perdio! perdio!..,

Clara                           - (entrando dall'uscio di destra). Che cosa succede?..

Sandro                        - (dominandosi:) Niente!..

(Giana esce lentamente sulla terrazza!)

Clara                           - Gridavate! ..

Sandro                        - Io?...

Clara                           - Sì: perdio!...

Sandro                        - Ah, dicevo così... perdio.... tanto per dire qualche cosa!...

Clara                           - È Giana che vi dà dei dispiaceri?

Sandro                        - Dice che l'ho disonorata, che vuol dire tutto a mia moglie!..

Clara                           - Lasciatelo dire!... Che v'importa? al punto ira cui siete con vostra moglie! ...

Sandro                        - Ah no!...

Clara                           - (sorpresa:) No?!...

Sandro                        - No. Perché altrimenti mia moglie si crederebbe giustificata dalla mia condotta. E poi ne ho abbastanza degli scandali! ...

Clara                           - Ebbene, facciamole una dote: metà voi, metà io, e ce la leviamo di torno.

Sandro                        - Credete?

Clara                           - Certo!... La facciamo sposare al canadese. (Ve­dendo Franco che entra:) Eccolo a proposito. (A Franco) E la signorina Giana dove l'avete lasciata?...

Franco                         - Che cosa volete che ne sappia?...

Clara                           - Oh, questi uomini! ... Bel modo che avete di amare!..

Franco                         - Amare chi?..

Clara                           - Oh, sappiamo, sappiamo tutto!... E anche lei, Giana....

Franco                         - Quella là? Grazie tante!...

Clara                           - Perché?... È una così buona ragazza!... Ed ha anche una cospicua dote!...

Franco                         - Ah, sì?...

Clara                           - Non lo sapevate?... Oh, è veramente una brava figliola! ...

Franco                         - Non lo metto in dubbio, ma...

Clara                           - E vi ama!... E voi invece... (Si allontanano, ed escono per la porta di sinistra).

(Isabelle entra dalla terrazza)

Isabelle                       - (a Sandro:) Ah, mon ami, mon ami, quel malheur!... .

Sandro                        - (fra sé) Quest'altra ci mancava!.... (andandole incontro:) Coraggio signoria!...

Isabelle                       - Mi sembra di diventar folle! Mon Dieu!

Sandro                        - Bisogna darsi pace! Che volete farci?... È il de­stino comune!...

Isabelle                       - Darmi pace?... Impossibile!... Lo amavo tanto!.. C'était tout mon amour!... E poi è morto in un modo!... Quando ieri sera siamo sortiti di qui...

Sandro                        - (interrompendola:) No non voglio che vi tor­mentiate! sappiamo già!..

Isabelle                       - Ah, come siete buono! ... Datemi la vostra ma­no, amico mio; so quello che vi è arrivato!... Vous aussi ...quel malheur! ...

Sandro                        - Inutile: sono vivi!..

Isabelle                       - Si? Tant mieux!.. Meglio così!... (Vedendo Rolando che entra, da destra, gli tende le mani): Ah!.... (Sospiri e lacrime).

Rolando                      - Coraggio, calmatevi!... Che volete? siamo nati per soffrire!... Avete veduto le signore?...

Isabelle                       - No.

Sandro                        - (a Rolando:) Bravo, accompagnala da loro.

Rolando                      - Dove sono?

Sandro                        - In giardino, credo.

Rolando                      - (offrendo il braccio ad Isabelle). Vogliamo an­dare?....

Isabelle                       - Ah, mon Dieu! mon Dieu! (Escono per la terrazza). (Alfredo entra da sinistra. Ha cambiato d'abito).

Alfredo                       - (dopo essere restato sulla soglia della porta, in attesa che gli altri sono usciti:) Vi avverto che stanno preparando il mio bagaglio. Intendo lasciare questa ca­sa al più presto! (Sospira).

Sandro                        - Benissimo! ...

Alfredo                       - Considerato che ci dobbiamo battere! ...

Sandro                        - Già!....

Alfredo                       - Dal momento che voi non vedete altra solu­zione! ...

Sandro                        - Io?...

Alfredo                       - Eh?...

Sandro                        - Mi pare...

Alfredo                       - Credevo...

Rolando                      - (tornando 🙂 Madame Isabelle vorrebbe dei fiori per....

Sandro                        - Non c'è il giardiniere?...

Rolando                      - Non so!

Sandro                        - (ad Alfredo, con un gesto conclusivo:) E allora...

Alfredo                       - (rassegnato 🙂 E allora...

(Eleonora entra dalla porta di sinistra. Sandro e Ro­lando escono dalla terrazza).

Eleonora                     - Stavate parlando ancora del duello?...

Alfredo                       - (di pessimo umore:) Già!....

Eleonora                     - Ma... non fate che... parlarne!...

Alfredo                       - Prima se ne parla, poi... È la procedura!...

Eleonora                     - Se veniste presto ad una conclusione.... Io comincio ad essere seccata!...

Alfredo                       - Figurati io! ...

Eleonora                     - Parlate, gridate, vi agitate!... E vi chiamano il sesso forte!... Guarda, me, invece, come sono calma!...

Alfredo                       - Calma! Sfido io, non rischi nulla!...

Eleonora                     - Non rischio nulla? Nulla, hai detto?... Oh!... E la mia reputazione?... E la mia posizione?... Lasciare la mia casa, dare un addio alla mia vita comoda e tran­quilla, per venire con te a fare la profuga.... Nulla lo chiami questo?... Ah, voi uomini siete d'un egoismo!... E pensare che avevo un marito che mi amava, mi ado­rala, che per me si sarebbe gettato nel fuoco!...

Alfredo                       - Ah, benissimo, rimpiangi tuo marito adesso! ,.. Eh, c'era da prevederlo!... E forse forse, chi sa, se lui volesse, tu.... Ah, le donne!...

(Due signori vestiti di nero appaiono nel vano della ve­trata. Sono in redingote e cappello a cilindro. La loro gravità è funerea).

Alfredo                       - (vedendoli fa un passo indietro). Eccoli! ....

Eleonora                     - Chi sono?...

Alfredo                       - Non lo vedi?... I padrini di tuo marito!...

Eleonora                     - Ah!...

Alfredo                       - Come ha fatto presto!...

Eleonora                     - (con un tremito nella voce prendendogli una mano:) Alfredo!...

Alfredo                       - (marziale:) Che c'è?.... Non facciamo bambi­nate!... Sii forte!... Guarda me!...

Eleonora                     - Sei un eroe!...

Alfredo                       - Sono.... un uomo!.. Va', lasciami solo con loro!...

Eleonora                     - Ho paura!...

Alfredo                       - Coraggio!... (La bacia in fronte). Va'!... (Ai due signori, facendo loro cenno d'entrare 🙂 Signori, vi prego!... (Ad Eleonora:) Va'!

Eleonora                     - Alfredo!... (Esce per la porta di sinistra. Pas­sando davanti ai due signori, avrà risposto leggermente al loro profondo inchino).

(I due signori avanzano col cappello in mano, a passi rit­mici. Giunti dinanzi ad Alfredo fanno un profondo in­chino).

Alfredo                       - (rispondendo all'inchino:) Signori!...

1° signore                    - Ella forse....

Alfredo                       - Prego, si accomodino...

1° signore                    - Grazie!... (Restano in piedi).

Alfredo                       - Dunque?...

1° signore                    - Certo ella immagina...

Alfredo                       - Sì, perfettamente.

1° signore                    - La nostra missione è molto delicata, e...

Alfredo                       - Comprendo. Sono ai loro ordini!...

1° signore                    - Troppo gentile!... È superfluo dirle che noi siamo spiacenti, addolorati...

Alfredo                       - Grazie!...

1° signore                    - Comprendiamo quanto sia penosa questa si­tuazione....

Alfredo                       - Infatti!...

1° signore                    - Ed ella capirà il nostro imbarazzo!...

Alfredo                       - Capisco benissimo! ...

1° signore                    - Tuttavia siamo costretti...

Alfredo                       - È naturale: non hanno bisogno di scusarsi.

1° signore                    - Ella è molto gentile!...

Alfredo                       - Prego! ... Sono un gentiluomo! ... (Inchini re­ciproci). Dicano dunque: li ascolto!...

1° signore                    - Grazie.... Mi permetta una domanda: lei è della famiglia?

Alfredo                       - Quale famiglia?...

1° signore                    - Della famiglia.... sì... dei due...

Alfredo                       - Quali due?

(Sandro entra dalla terrazza, e si ferma sulla soglia a guardare la scena).

1° signore                    - Dei due... non so come dire!...

Alfredo                       - (alzando la voce:) Ma dica!...

(Eleonora, richiamata dalla vivacità che assunte il colloquio, entra).

1° signore                    - Delle due... vittime!....

Alfredo                       - Quali vittime?

1° signore                    - I due suicidi!...

Alfredo                       - Eh?.... Ma... ma... loro non sono i padrini del barone Belfonte?

1° signore                    - Noi?... No.

Alfredo                       - E chi sono allora?

1° signore                    - Siamo due agenti dell'Impresa Pompe Fu­nebri....

Alfredo                       - Eh?! ...

Eleonora                     - Eh?....

(Sandro rompe in una risata).

Alfredo                       - (smarrito:) Due... due.... (Resta a guardarli esterrefatto).

Eleonora                     - Due... (Resta come fulminata).

1° signore                    -Sa, la nostra Ditta ha un servizio d'informa­zioni rapidissimo; ha saputo subito stamane quanto era qui accaduto, e immediatamente ci hai inviati a pren­dere i loro ordini, desiderosa di offrire ai suoi spetta­bili clienti una prova della sua sollecitudine!...

Alfredo                       - (come trasognato). Ma... ma... (Si lascia ca­dere su una poltrona).

Eleonora                     - (smarrita: ) Erano venuti per noi due, cre­dendo... Ah! ... (Cade, a sedere).

Sandro                        - (facendosi avanti, ai due signori:) Qui c'è un equivoco; loro sono stati male informati. Qui non... non è successo niente, insomma! ....

1° signore                    -Oh, siamo desolati! ....

Sandro                        - Grazie! ...

1° signore                    -Desolati... di averli disturbati inutilmente! ...

Sandro                        - Grazie ancora!...

1° signore                    - Ma tuttavia... a nostra giustificazione.... ci... ci avevamo detto che qui si erano suicidati due amanti... Non è vero? Meglio così!.... Tanto più che io non ho nessuna simpatia per questo genere di decessi! ... Non sembra anche a lei, signore, che al giorno d'oggi due che si uccidono per amore sono enormemente ridicoli? ...

Sandro                        - Può darsi!...

 1° signore                   - E allora., ce ne andiamo, domandando scusa del disturbo!

Sandro                        - Prego! ...

1° signore                    -A rivederla! (Fanno un profondissimo inchi­no, ed escono per la terrazza).

Sandro                        - Grazie, prego! ....

(Succede un lungo silenzio. Dopo s'ode venire dal giar­dino un grande scoscio di risa: sono gli amici. Alfredo ed Eleonora sentono arrivare la risata come ima frusta­ta. Con uno sforzo riescono a riprendersi; balzano come due indemoniati).

Alfredo                       - (a Sandro:) Che cos'è questo scherzo, eh?....

Eleonora                     - Buffone! ...

Alfredo                       - A me, a me un tiro simile?...

Sandro                        - Ma io non ne so nulla!...

Alfredo                       - I vostri padrini aspetto, i vostri padrini! ... Vi ammazzerò come un cane!...

Eleonora                     - (insorgendo:) Ah no, eh?... Basta con queste buffonate!... Non voglio! basta!...

(Clara e Rolando entrano dalla terrazza)

Sandro                        - Ha ragione: basta!... Un duello dopo tutte queste buffonate? No!....

Alfredo                       - (beffardo:) Ah, avete paura?...

Sandro                        - Sì, del ridicolo!...

Alfredo                       - Bella scusa!.. E allora?

Sandro                        - Allora: la amate?... Non potete vivere senza di lei?... A voi. (Mette Eleonora sotto braccio ad Alfredo:) Prendetevela, tenetevela, portatevela via; e siate felici! ....

Eleonora                     - (smarrita:) Sandro!...

Alfredo                       - (dopo una pausa, a Sandro, trascinandosi sem­pre dietro pel braccio Eleonora:) Un momento!...

Sandro                        - Che cosa c'è?

Alfredo                       - Ragioniamo! ...

Sandro                        - Ragioniamo pure.

Alfredo                       - Niente fuga, niente suicidio, niente duello.... Ma allora, come finisce questo dramma? ...

Sandro                        - Ve l'ho detto.

Alfredo                       - (deluso:) Così?... Ma questa è... una rivolu­zione! ..;

Sandro                        - Sarà! ...

Alfredo                       - Quando mai si è usata una cosa simile?... E le più sacre tradizioni dove vanno a finire? Tristano e Isotta, Paolo e Francesca, Ugo e Parisina...

Sandro                        - Mah! ...

Alfredo                       - Ah, no!... Io non mi adatto ad una così vol­gare soluzione; io non accetto.

Sandro                        - Questo è affar vostro. A me non m'interessa che separarmi da mia moglie.

Eleonora                     - (con voce tremante:) Separarci?...

Sandro                        - Legalmente! .. Lo so, non è una soluzione ro­mantica, come vorrebbe il signore, ma in compenso, è pratica. D'altronde, non c'è altro da fare.

Alfredo                       - Come siete borghese!... Ma ve l'ho detto: non accetto. È vero, io ho amato questa donna, l'ho amata quanto nessuna donna è stata mai amata!... (ad Eleono­ra:) Non è vero?... .

Eleonora                     - Ma io non so quanto sono state amate le altre!

Alfredo                       - Lo so io!... L'ho amata!... Trascinato dalla passione sarei stato felice di sottrarla al vostro brutale dominio, e farne la mia soave compagna; ma ora che voi, sazio di lei, per disfarvene, me la gettate fra le traccia, così, come si getterebbe una cosa qualunque, ora non più, signore mio. Vi ringrazio dell'offerta, ma rifiuto. Tenetevela! Le donne io le prendo, non me le faccio cedere.

Eleonora                     - Eh!.... (Scioglie, indignata, il suo braccio da quello di Alfredo).

Alfredo                       - I miei tradizionali sentimenti cavallereschi, la mia educazione morale, tutti i miei più sacri principi di uomo e di cittadino, si ribellano al pensiero di accettare un così vile accomodamento!...

Sandro                        - Oh, guarda!...

Alfredo                       - (A Sandro:) E, veramente, non so come definire il vostro modo di agire!... Invece di tutelare il vostro o-nore, invece di difendere gelosamente il possesso della vostra donna, voi... Ah, è ripugnante!... (a Eleonora:) Ed è ad un uomo simile che vi siete legata per tutta la -vita? E vi lasciavate cedere, così.... ah!.... Povera donna, vi compiango! .. Speriamo che questa lezione gli serva al­meno a qualche cosa!.. In quanto a me... vi perdono la delusione che m'avete dato!... Addio!.. Dimenticatemi!.... (Esce da sinistra).

Eleonora                     - Ah, mascalzone!...

Sandro                        - Ssst! ..,. Non lo richiamare! Sembra che se ne vada per davvero.,..

Eleonora                     - Che tipo!...

Sandro                        - Ah, sì, hai avuto un bell'amante!...

Eleonora                     - Eh?... Che cosa hai detto?... Amante?... Quell'uomo il mio amante?. Ma non m'ha sfiorato nemmeno un dito!... Era un amore puro, ideale!....

Sandro                        - (ironico;) Sembra vero, che ne dite?...

Clara                           - Ma è verissimo!... A me lo avrebbe detto!...

Eleonora                     - Osi dubitare della mia parola?... Vuoi che te lo giuri? ...

Rolando                      - Se è disposta a giurartelo, mi pare! ...

Eleonora                     - Ah, come sono disgraziata!... Mi sento sve­nire!...

Rolando                      - (sorreggendola:) Non vi disperate così!... An­diamo, venite a bere qualche cosa.    - (Le offre il braccio, ed escono per la porta di destra).

Sandro                        - Ah, noi

Clara                           - Più che giurare, che cosa volete che faccia?... Ve­drete: la lezione che ha ricevuto l'ha certamente guarita per sempre dall'indigestione di bassa letteratura che per poco non le è costala la vita!.,. Sarà una moglie perfetta!.... Andiamo, venite di là con me; ditele una buona parola, e che non se ne parli più.

Sandro                        - Oh!...

Clara                           - E poi, vi sentite in diritto di condannarla, voi, proprio voi che, al più tardi questa notte, eravate con quella.... (Vedendo Giana e Franco che appaiono sulla terrazza:).... Eccola qua! (Ai due sopravvenienti:) Ebbene, come vanno i nostri colombi?... Felicitazioni!...

Franco                         - Grazie!....

Clara                           - (a Sandro:) Andiamo, andiamo!... (Prende sotto braccio Sandro, e con lui, che si lascia un po' trascinare, esce per la porta di destra).

                                    - (Alfredo entra da sinistra. Ha in mano una valigetta e sotto il braccio la chitarra. Procede triste e lento).

Franco                         - (dalla soglia della terrazza:) Partite?...

Alfredo                       - (con voce cupa:) Sì!...

Franco                         - Vi presento la mia fidanzata. Prendo moglie!

Alfredo                       - Faccia pure! ..

Franco                         - A rivederci; e buon viaggio! (Scompaiono).

Alfredo                       - Disgraziato!... E così tutto finisce con un ma­trimonio come nelle vecchie commedie!... Perché poi le commedie che finiscono col matrimonio le chiamino a lieto fine, questo non l'ho mai capito!.... (Egli si guar­da attorno per vedere se trova un cappello. Alla fine, in un angolo, trova il cappello di Sandro, tutto ammac­cato. Lo prende, lo guarda, poi melanconicamente se lo mette in testa, e fa qualche passo per uscire).

Isabelle                       - (entrando dalla terrazza, e vedendo Alfredo:) Oh, mon ami, mon ami!... (Ella ha un fascio di fiori sul braccio).

Alfredo                       - Oh, povera madame, Isabelle!... So, so la scia­gura che vi è toccata! ....

Isabelle                       - Non potrò mai darmi pace!...

Alfredo                       - Però so che vi ha lasciato una ricca eredità! ...

Isabelle                       - È vero!... Ma che me ne faccio?... Je suis si seule!....

Alfredo                       - Anch'io sono tanto seul!... .

Isabelle                       - Anche voi?...

Alfredo                       - Ahimè!...

                                    - (Sì guardano teneramente. Poi, senza quasi accorger­sene, ella lascia cadere un guanto. Egli lo raccoglie e glielo rende. Ella lo prende; poscia gli offre un fiore. Egli prende il fiore, le bacia la mano, e le offre il braccio. E così, lentamente, ella trotterellando aggrap­pata al braccio dì Alfredo, escono per la terrazza).

FINE