La neve di zio Anselmo

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IL BADANTE

-Valerio Di Piramo-

LA NEVE DI ZIO ANSELMO

Commedia brillante in due atti

Personaggi

Arturo Bisleri, capofamiglia;

Anna, sua moglie;

Isabella, loro figlia;

La zia Clotilde;

Amintore Disgrazia, vicino di casa;

Antonio Guarenti, Commissario di polizia;

Aldo Moretti, Brigadiere;

Franca, vicina di casa;

Ramon, spacciatore venezuelano;

Astolfo, Il Boss.

La disposizione di mobili è a totale discrezione del regista. Le cose essenziali sono:

Un’uscita a destra;

Un’uscita a sinistra;

Una comune di fondo;

Un tavolo con la tovaglia lunga fino a terra;

Un telefono;

Due sedie;

La scenografia è la stessa sia per il primo che per il secondo atto.

ATTO PRIMO

Scena I

Arturo, Anna

Arturo                         Entra da destra in camicia, sistemandosi un orribile nodo della cravatta  Anna! Anna! Santo cielo, ma perché quando ho bisogno di una donna non ne trovo mai? E quando invece non le vuoi sono sempre tra i piedi? Anna! Ma insomma, Anna, dove ti sei cacciata?

Anna                           Entra da destra, col rossetto in mano, evidentemente infastidita Arturo! Hai intenzione di far accorrere la polizia? I pompieri? La Croce rossa? Perché urli in codesta maniera? Non lo vedi che ho da fare? Cosa vuoi?

Arturo             Ma insomma, un po’ di rispetto, e che diamine! Chi è l’uomo di casa?

Anna               Tu.

Arturo             E quindi chi comanda?

Anna                           Io. E se non mi dici entro tre secondi perché mi hai distratta dal mio già difficile lavoro di alta cosmesi giuro che questa volta te la faccio pagare cara.

Arturo             Guarda! Mostrando il nodo della cravatta Ti sembra un nodo decente?

Anna               Aspetta un attimo… Lo osserva da diverse angolature Beh, quando hai ragione hai ragione. Fa veramente schifo. L’hai fatto tu?

Arturo             Io, sì! L’ho fatto io!

Anna               Bene. Appurato che l’hai fatto tu e che fa schifo non ti rimane che farlo di nuovo.

Arturo             E’ proprio questo il punto…non mi ricordo più come si fa.

Anna               Cosa? Come sarebbe a dire?

Arturo             Sarebbe a dire che ho provato in mille modi, ma non ci riesco.

Anna               Arturo! E tu credi che beva una panzana simile? Ma se sono trent’anni che tutte le mattine ti fai il nodo alla cravatta per andare al lavoro!

Arturo             E ORA NON ME LO RICORDO PIU’! VA BENE? SARO’ PADRONE DI DIMENTICARMI LE COSE…O NO?!?

Anna               No. Fare il nodo alla cravatta è come andare in bicicletta: una volta imparato non si scorda più. Quindi non è possibile. Mi stai prendendo in giro. E considerando che stiamo andando al funerale di tuo zio Anselmo, questo non è affatto bello.

Arturo             Allora, Anna, cerchiamo di calmarci. Lo sai, io sono una persona ragionevole. Ma non tollero di non essere creduto…ti ho mai raccontato una cosa per un'altra?

Anna               Vuoi che cominci a fare l’elenco o preferisci che ti mandi un fax?

Arturo             Ecco, lo vedi come sei? Con te non si può ragionare! Perché dovrei dirti che non ricordo più come si fa un nodo alla cravatta?

Anna               Ancora non lo so, ma non dubitare che lo scoprirò presto.

Arturo             Anna, per favore! Ne parliamo dopo…ora aiutami, altrimenti faremo tardi.

Anna               Non preoccuparti, tuo zio Anselmo aspetterà…e poi non sono capace a fare il nodo. L’hai sempre fatto da solo.

Arturo             DAI! Come sarebbe a dire che non sei capace? Tutte le donne lo sanno fare!

Anna               Si avvicina minacciosa Bene, sentiamo quali sono tutte queste donne che lo sanno fare!

Arturo             Ma dai, Anna! Ora non ricominciare con la tua solita gelosia…è solo un modo di dire! Aiutami!

Anna               Non saprei dove mettere le mani. Vado a finire di truccarmi. Via da destra

Arturo             Ecco fatto. Bell’aiuto. E brava Anna…fregarsene così del marito… comincia ad almanaccare dietro la cravatta vediamo un po’…così…macché, prima questo lembo…accidenti! Che sia la vecchiaia che si sta avvicinando?

Scena II

Arturo, Isabella

Isabella           Entra da destra; si sta spazzolando i capelli  Mi ha detto mamma che non riesci più a fare il nodo alla cravatta.

Arturo             Già. Tu ne sei capace?

Isabella           Fammi vedere…Si avvicina, e inizia a fare tentativi…dunque…dovrebbe essere…vediamo…se questo lembo si passa di sotto…ma come fai a non ricordare una cosa che fai tutte le mattine?

Arturo             Non lo so. Non mi era mai capitato.

Isabella           Almeno tu fossi uno di quegli uomini che lasciano il nodo fatto…

Arturo             Ce ne sono?

Isabella           Tutti. Ti posso assicurare che tutti lasciano il nodo fatto. Solo tu non…insomma, non ci riesco! Mettiti un maglione.

Arturo             Isabella! Non ci penso neppure! Mi ci vedi con un maglione? Figurati…da trent’anni a questa parte non sono mai uscito senza giacca e cravatta…

Isabella           Ma non hai un appunto, un libro che spieghi come si fa?

Arturo             Non credo…o almeno io non l’ho mai visto…mi insegnò zio Anselmo, quando aveva la sartoria e io ero ancora un ragazzo.

Isabella           Zio Anselmo? Il morto?

Arturo             Ti assicuro che allora era vivo e vegeto. Mi chiamò nel retro bottega, dove prendeva le misure ai clienti, mi mise una cravatta al collo e mi disse che non mi avrebbe fatto uscire fino a quando non avessi imparato a fare il nodo… avrò avuto quindici o sedici anni…strano, era una cosa che avevo dimenticato…sai di quelle cose che si accantonano in un angolo del cervello? Mi è tornato alla mente solo ora…

Isabella           Scusa papà vado a finire di prepararmi…a proposito, la zia Clotilde viene con noi?

Arturo             Si capisce che viene con noi! Dopotutto Anselmo era suo fratello, e anche se la poveretta non ci sta più con la testa, non vedo perché dovrebbe rimanere a casa…

Isabella           Non ci sta più con la testa? Ma di che cosa stiamo parlando? Quella è più lucida di te e me messi insieme, te lo dico io!

Arturo             Ma dai! Come fai a dire che zia Clotilde è lucida? Sono vent’anni che non parla!

Isabella           Questo non vuol dire nulla. Ci sono persone che parlano tantissimo e tuttavia sono completamente fuori testa. E poi sai benissimo che la zia smise di parlare quando sparì Astolfo.

Arturo             Già…povero Astolfo…dopo tutta la fatica che fece la zia per trovare marito…se lo vede sparire così, senza una traccia, un biglietto, una telefonata…niente di niente…volatilizzato…come se fosse stato rapito dagli Ufo.

Isabella           Quello fu davvero un bel mistero…anche se nessuno mi leva dalla testa che se ne andò di sua spontanea volontà.

Arturo             Isabella, per favore! Ne abbiamo parlato almeno cento volte…non era il tipo, zio Astolfo. Tu sei troppo giovane, quando successe il fattaccio avrai avuto si e no otto anni; ma se lo avessi conosciuto meglio non avresti dubbi. Non si muoveva mai di casa se non con zia Clotilde. Sembrava la sua ombra. Solo quella volta. Disse che andava a comprare i sigari…

Isabella           Sì, a Cuba!

Arturo             Ma dai!

Isabella           Sarà…io so solo che da quel giorno zia Clotilde è venuta a stare con noi…servita e riverita, come una vera signora…e quando può evita accuratamente di rigovernare, lavare o quant’altro. Non capisco come fa la mamma a sopportare tutto questo.

Arturo             Perché mamma è una santa...

Isabella           Vado a vedere se la zia Clotilde è pronta…dai retta, mettiti un maglione… Esce da sinistra

Arturo             TI HO DETTO DI NO! I MAGLIONI IO NON LI SOPPORTO! Ricominciando col nodo Allora, vediamo….se questa punta la giro di centottanta gradi e poi la passo….

Scena III

Arturo, Anna

Anna               Da destra Allora, questo nodo?

Arturo             Buio pesto. Non ci è riuscita neppure Isabella.

Anna               E come potrebbe? E’ troppo giovane…è già molto se in vita sua ha visto qualche cravatta…

Arturo             Giovane? Ma se ha quasi trent’anni!

Anna               Volevo dire che la sua generazione non è abituata alle cravatte…

Arturo             Neanche agli uomini, se è per questo…

Anna               Dai, ora non ricominciare con la solita storia. Quando la susina sarà matura qualcuno la coglierà.

Arturo             Già. Ma se marcisce e casca dall’albero la frittata è fatta.

Anna               A volte ho come l’impressione che ti dia fastidio che Isabella abiti con noi…

Arturo             Anna, per favore! E’ la nostra unica figlia! Dove dovrebbe abitare? Dico questo semplicemente perché alla sua età noi eravamo già sposati e Isabella era già nata.

Anna               Va bene, va bene…senti, mi è venuta un’idea per il nodo della cravatta.

Arturo             Finalmente una buona notizia! Dimmi.

Anna               Mettiti un maglione.

Arturo             ANCHE TU? MA CHE COS’E’, UNA CONGIURA? NON ME LO VOGLIO METTERE IL MAGLIONE!

Anna               Peccato. Di là in camera ce ne è un armadio pieno…saranno una ventina di scatole, con dentro una ventina di maglioni tutti nuovi di zecca, mai indossati…quelli che ti ha regalato zia Clotilde…

Arturo             Già. Tutti gli anni, il giorno del mio compleanno, lei arriva con un maglione…ce ne devono essere ventuno, proprio come gli anni che abita qui con noi…

Anna               Poverina, almeno ha il pensiero…

Arturo             Ci sono tre cose che odio al mondo…tre, solo tre. I maglioni, i maglioni col collo a vu e i maglioni rosa. TI RENDI CONTO CHE DI LÀ NELL’ARMADIO CI SONO VENTUN MAGLIONI ROSA COL COLLO A VU?

Anna               Lo sai che la zia Clotilde non ci sta troppo con la testa…e poi che cos’hai contro i maglioni?

Arturo             Mi fanno sembrare goffo.

Anna               Ma tu “sei” goffo.

Arturo             Uh, grazie! Che sono oggi tutti questi complimenti? Hai forse comperato un nuovo gioco di società che si chiama “Ammazza il marito di coccole?”

Anna               Senti, fai un po’ come ti pare. Cravatta o maglione a me non me ne frega niente. Pensa solo che tra mezz’ora dobbiamo andare, quindi cerca di prendere una decisione in fretta. Esce da destra

Scena IV

Arturo

Arturo             Bene. Eccomi qua, ancora alle prese con questo maledetto nodo…ci vorrebbe Gigi…lui sì che è un fenomeno con…accidenti! Ma esiste anche il telefono! Si avvicina al tavolo con il telefono, prende un’agenda e comincia a sfogliare  Dunque, Gigi…Gigi…eccolo qua! Luigi Rossi…dunque… facendo il numero zero sette tre sei…novantotto cinquantadueventisette…ecco, squilla. Pronto? Gigi? Meno male che ti ho trovato…sono Arturo…ah, ecco…sì, sì, tutto bene, sto andando a un funerale…no, no, stai tranquillo, niente di grave…cioè, lui è morto, ma è un mio vecchio zio, da anni malaticcio…e voi? Meno male, tutti vivi…mi fa piacere. Senti, avrei bisogno di un favore…ti ricordi come si fa il nodo alla cravatta? Pausa Gigi? E’ andata via la comunicazione? Gigi? Ah, ci sei? Ecco, ecco…cosa? No, tranquillo, non sono impazzito…è come andare in bicicletta? Sì, me lo hanno già detto, ma stamani mi sono svegliato e non ricordo più come si fa il nodo alla cravatta…mi puoi aiutare? Sì, Gigi, sì…lo so che abiti a trentaquattro chilometri di distanza…io dicevo per telefono…tu mi dici le mosse che devo fare e io le faccio… ecco, la parte grossa della cravatta, che poi è la punta, la chiameremo A…invece la parte piccola B…aspetta che le afferro tutte e due…il telefono me lo metto tra la guancia e la spalla…ecco così…dai, sono pronto. Allora, A sopra B e poi intorno due volte, poi A si passa di dentro e si ripiglia e si passa nel mezzo…ma nel mezzo di cosa? Del nodo? Ma se ho sempre da farlo! Aspetta…allora ecco A…questa è B…ecco, intorno…santo cielo! Non ci riuscirò mai! Gigi, cerca di essere un po più chiaro…un consiglio? Che consiglio?…pausa NON ME LO VOGLIO METTERE IL MAGLIONE! CE LI HO SOLO ROSA COL COLLO A VU! TE ANDRESTI A UN FUNERALE CON UN MAGLIONE ROSA COL COLLO A VU? BELL’AMICO CHE MI RITROVO! No, aspetta… ecco, ha riattaccato. Via, stamani ho fatti anche troppi danni…andiamo a provare davanti a uno specchio, forse mi torna in mente… Esce da destra.

Scena V

Amintore, Isabella, Clotilde

Amintore        Entra dal fondo, magrissimo, completamente vestito di nero, con gli occhiali scuri e un mazzo di crisantemi gialli in mano. Ha la voce impostata del classico iettatore; sempre tristissimo. Non riderà mai.

                        E’ permesso? La porta era aperta…c’è nessuno? E’ permesso?

Isabella           Entra da sinistra Chi è? Buongiorno signor Amintore…stava cercando mio padre?

Amintore        Mah, veramente non lo so neppure io. Ho saputo della disgrazia, e mi sono precipitato a porgere  le mie condoglianze.

Isabella           Vedo, vedo…non importava tanta solerzia…

Amintore        Signorina Isabella, non scherzi per favore. Queste sono cose più grandi di noi, che meritano il rispetto dovuto.

Isabella           Non stavo scherzando…volevo solo dire che anche se fosse andato più piano il risultato sarebbe stato lo stesso.

Amintore        Non è vero, e per due ragioni. La prima è che subito dopo il funerale del vostro caro congiunto devo correre dall’altra parte della città, dove c’è l’estremo saluto ad una mia cugina di sesto grado. Poveretta…stava benissimo. Così, da un giorno all’altro…ma si sa, Dio ci da, Dio ci toglie…

Isabella           Mi dispiace…quanti anni aveva?

Amintore        Novantasei…ma la doveva vedere, il ritratto della salute…

Isabella           E l’altra ragione?

Amintore        L’altra ragione è che in vent’anni non mi sono perso un funerale in tutta la città. Figuriamoci se non mi fossi presentato qui da voi, che vi considero i miei più cari vicini. Non me lo sarei mai perdonato…la mia onorata carriera si sarebbe macchiata per sempre…

Isabella           Onorata carriera? Non lo sapevo che lo facesse per lavoro.

Amintore        Beh, si deve pur campare, no? Io non chiedo nulla a nessuno, è ovvio… ma sa, durante il tragitto verso il cimitero uno si stanca, e magari si appoggia vicino alla porta di un bar, di un ristorante…

Isabella           E allora? Non capisco.

Amintore        Eh, via signorina Isabella, mi creda, il mondo è ancora stretto nella morsa della superstizione… vedesse come si sbrigano i titolari dei vari esercizi ad allungarmi una ventina di euro! E allora io riprendo il cammino, dietro a quella bara così tanto amata e pianta…

Isabella           Accidenti! Le danno i soldi perché se ne vada?

Amintore        Sempre. Dicono che la mia presenza vicino ai loro locali inibisce i clienti. Ben poche volte qualche malcapitato non ha ritenuto necessario favorire l’obolo… e per loro è stato l’inizio della fine…poveretti…

Isabella           Ora capisco perché la chiamano “Amintore Disgrazia!”

Amintore        No, quello è proprio il mio nome…all’anagrafe sono registrato come Disgrazia Amintore…un nome un destino… ma chi era esattamente il defunto?

Isabella           Anselmo, uno zio di mio padre…

Amintore        E dove è avvenuto il trapasso?

Isabella           A casa sua, credo…ma non ne sono sicura… Si ode un pianto continuo dietro l’uscita di sinistra mi scusi, questa deve essere zia Clotilde…vieni zia, vieni, sono qua… Entra Clotilde, anche lei completamente vestita di nero, con una veletta che le copre il volto, pezzola in capo; piange sempre, un pianto sommesso ma continuo; si va subito a sedere su una sedia di fondo.

Amintore        O poveretta, come soffre! E’ una congiunta della salma?

Isabella           Sì, la sorella…su zia, su!

Amintore        Che strazio! Le confesso che anche per me è sempre come se fosse la prima volta…eppure dovrei esserci abituato…e diventa… diventa una cosa contagiosa…Comincia a piangere anche lui..via signora, non faccia così, al prego…

                        Altrimenti anche io…non resisto a tanto dolore…Si siede accanto alla zia Clotilde Si faccia coraggio, forza…

Isabella           Non si aspetti risposta…sono vent’ anni che non parla. Senta…lei lo sa fare il nodo alla cravatta?

Amintore        No…come vede porto solo maglioni neri…

Scena VI

Amintore, Isabella, Clotilde, Arturo

Arturo             Rientra da destra, vede Amintore e la zia che piangono e fa una specie di dietro front toccandosi palesemente  O mamma mia Amintore Disgrazia!

Amintore        Si alza e va verso Arturo con passo deciso e la mano protesa; prende la mano di Arturo e la continua a scuotere Tante, tante, tante vive condoglianze, signor Arturo. In questi casi le parole sono superflue, ma le assicuro che il mio stato d’animo è costernato, e piange insieme a voi la luminosa figura di Edoardo…

Isabella           …Anselmo…

Amintore        …Anselmo, scusatemi…sapete, con tutti questi funerali…un po’ di confusione…

                        Anselmo, dicevo, che in vita fu un fulgido esempio di rettitudine morale…

Arturo             Veramente avrebbe fatti anche tre anni di carcere…

Amintore        Carcere? E chi non ha sbagliato nella sua breve esistenza? Almeno lui è riuscito a riscattare quel piccolo errore commesso in un attimo di follia… Che fece il tapino?

Arturo             Lo presero dopo vent’anni che spacciava eroina; aveva una sartoria che gli serviva da copertura…

Isabella           …un attimo durato vent’anni!

Amintore        Insomma, sono sicuro che si sia pentito in extremis e che ora sia al cospetto del Signore.

Arturo                         Non per contraddirla, signor Amintore, ma in punto di morte ha mandato via il prete e ha tirato tante di quelle bestemmie…

Amintore        Spazientito E va be’, allora ditelo! Sembra che sia morto Attila!

Arturo             Accidenti, era il suo soprannome! Lo chiamavano così perché dicevano che dove passava lui si trovava sempre l’erba…ma lei come fa a saperlo? Lo conosceva?

Amintore        No. Dopo quello che mi avete detto ho tirato a indovinare.

Arturo             Senta, così per curiosità…lei lo sa fare il nodo alla cravatta?

Amintore        E’ per la salma?

Arturo             Si tocca ancora in modo evidente O mamma mia! Perché per la salma?

Amintore        Spesso succede che i becchini non facciano bene il loro lavoro, e all’estinto resti un nodo della cravatta da fare, un fazzoletto da mettere nel taschino… comunque mi dispiace, non ho mai portato una cravatta in vita mia. Solo maglioni neri.

Arturo             Lo sospettavo A Isabella Ma che ha la zia?

Isabella           Come che ha? E’ morto suo fratello, ricordi?

Arturo             Già, suo fratello…a volte mi viene da dubitare anche che fossero fratello e sorella…così diversi, sia nel fisico che nel carattere…lo zio uno spacciatore, un farabutto come ce ne sono stati pochi…lei così mite, calma…tutta casa e chiesa…sarebbe una brava donna, se non fosse per quei maglioni rosa…

Amintore        A volte la vita ci riserva delle sorprese, in questa nostra triste, effimera vita… ma poi il destino, che si aggira per i corridoi delle stanze di tutte le case del mondo, incarica la morte di tenderci un agguato…e allora zac!...tutto viene livellato a dovere.

Arturo             Si tocca ancora in modo evidente Ma insomma, signor Amintore, non sarebbe meglio che si avviasse alla chiesa? Altrimenti corre il rischio di far tardi…

Amintore        Sì, meglio che mi affretti, anche perché ho la macchina dal meccanico e sono rimasto a piedi…voi non potreste mica darmi un passaggio?

Arturo             Guardi, glielo darei più che volentieri, signor Amintore, ma purtroppo nella mia macchina c’entrano solo cinque persone, e noi siamo…

Isabella           …in quattro…

Arturo             Ecco, appunto, in quattro…però manca un sedile. Quindi abbiamo solo quattro posti. Giusti giusti per me, mia moglie, Isabella e la zia Clotilde…

Isabella           Papà, ma che dici? Come sarebbe che non c’è un sedile?

Arturo             Isabella, se non sai le cose fammi il favore di tacere…stamani presto ho tolto un sedile per caricare…il coso, lì…l’albero di Natale…

Amintore        L’albero di Natale? Ma se siamo quasi a Pasqua!

Arturo             Sì, lo so, ma è che ho trovato una svendita…e allora l’ho preso…sapete, il risparmio è risparmio, e coi tempi che corrono…mi dispiace signor Amintore…

Amintore        Non fa nulla, non fa nulla…mi avvio a piedi…tanto a camminare ci sono abituato…capirete, con tutti i funerali che mi sono fatto…il problema è che ormai il mio è un passo lento, lento…e per quanto provi, non riesco ad accelerare. I fiori li lascio qui o preferite che li porti direttamente al sepolcro?

Arturo             Li porti pure al sepolcro…vada, vada…

Amintore        Bene, allora quando saremo al cimitero li metterò direttamente sul tumulo…ci vediamo tra una mezz’oretta in chiesa. Esce dal fondo.

Isabella           Papà! Dovevi proprio dire una stupidaggine così grossa?

Arturo             Perché? Preferivi che i fiori li lasciasse qui?

Isabella           Non dicevo dei fiori, dicevo della macchina!

Arturo             Non sapevo che altra scusa inventare, va bene? O preferivi che Jack lo iettatore salisse in macchina con noi?

Isabella           Ma dai, papà! Te e la tua superstizione…non vedo cosa avrebbe potuto accadere…

Arturo             Ah, non lo vedi, eh? Magari si fermava la macchina così, all’improvviso, sulle rotaie del tram…o forse ci veniva addosso un autoarticolato…come si fa a sapere? IO SO SOLO CHE QUELLO SOPRA LA MIA MACCHINA NON CI DEVE METTERE  PIEDE! Alla zia Clotilde, che continua a frignare E TU SMETTILA DI FRIGNARE! Esce da destra.

Scena VI

Isabella, Clotilde, Commissario, Moretti, Arturo.

Isabella           Su zia Clotilde, tra poco andiamo…smettila di piangere, via…lo so che mi capisci, anche se non puoi rispondere…ma insomma…pensaci…Anselmo era uno sbandato…uno spacciatore…insomma, non era poi quella brava persona che sembrava a prima vista…avrebbe ingannato chiunque…però bisogna dire che una volta alla settimana ti veniva a trovare…e che mi ricordi non è mai mancato una volta…Suonano alla porta Chi potrà essere? Va sul fondo ad aprire;entra il Commissario, senza cravatta; è seguito da Morini, agente in divisa, con la cravatta,  il quale ha una cartellina sotto il braccio. Buongiorno…

Comm.            Buongiorno. La famiglia Bisleri?

Isabella           Sì. Desidera?

Comm.            Mi chiamo Antonio Guarenti, e sono un commissario di polizia…mostra il distintivo e questi è il brigadiere Moretti.

Isabella           Un commissario di polizia? Cos’è successo?

Comm.            Niente, niente, stia tranquilla signora…

Isabella           Signorina.

Comm.            Mi scusi, signorina…anzi, le chiedo scusa per il momento poco opportuno, vista la dipartita di vostro zio…tra poco ci sarà il funerale…

Isabella           Veramente dovevamo essere già in chiesa, ma ci sono stati dei contrattempi…devo chiamare papà?

Comm.            Ecco, sì, forse sarebbe meglio…gli dovrei fare alcune domande a proprio a proposito di vostro zio Anselmo…

Isabella           Lo chiamo subito. Se volete accomodarvi…

Comm.            Non si preoccupi, stiamo in piedi…questa signora chi è?

Isabella           La sorella dello zio Anselmo…non fateci caso, non ci sta troppo con la testa…Esce da destra.

Comm.            Appuntato Moretti, mi dia il fascicolo.

Moretti            Eccolo, signor Commissario.  Lo porge.

Comm.            Lo apre Dunque…ecco qua…il nipote si chiama Arturo, ed è un commercialista piuttosto conosciuto in città…senza precedenti penali…mai neanche una multa per divieto di sosta…mah…questi interrogatori mi sembrano una perdita di tempo…che c’entra lui con suo zio?

Moretti            Se mi posso permettere, signor Commissario, anche a me sembra una perdita di tempo…in mattinata dobbiamo anche andare a parlare col procuratore e subito dopo in tribunale per la deposizione del caso Giacomini. Non so se faremo in tempo a fare tutto…

Comm.            Si sa cosa vuole il procuratore?

Moretti            Riguarda questo caso. Dice che è in possesso di nuovi aggiornamenti.

Comm.            E allora non era meglio andare prima da lui e poi venire qua?

Moretti            Dopo non avremmo trovato nessuno. Stanno andando al funerale dello spacciatore.

Comm.            Accidenti, detto così sembra una puntata del Padrino!

Morini             E come lo dovevo dire?

Comm.            Va bene, va bene brigadiere…d’altra parte la sparizione di quei dieci chili di cocaina è un mistero che dobbiamo risolvere al più presto…e non possiamo permetterci il lusso di tralasciare nessuna pista.

Arturo             Entra da destra. Mi ha detto mia figlia che mi volete parlare…piacere, sono Arturo Bisleri…

Comm.            Salve, sono il Commissario Guarenti…il brigadiere Moretti…si danno la mano. Vengo subito al punto. Dovrei rivolgerle alcune domande riguardo suo zio Anselmo…

Arturo             Dica, dica pure…purchè sia una cosa breve…tra venti minuti c’è il suo funerale, e dobbiamo ancora finire di preparaci…a proposito, lei lo sa fare il nodo alla cravatta?

Comm.            Prego?

Arturo             Il nodo alla cravatta. Le ho chiesto se sa fare il nodo alla cravatta.

Comm.            No, mi dispiace, non porto la cravatta…lei brigadiere lo sa fare?

Moretti            Mi dispiace, signor Commissario…io la cravatta la porto, ma il nodo me lo fa sempre mia moglie…

Arturo             Ecco, vede? Tutte le mogli lo sanno fare, tranne la mia…

Comm.            Veniamo al dunque. Lei non ignora, vero, che suo zio Anselmo non era proprio quello che si dice uno stinco di santo?

Arturo             Era uno spacciatore e un farabutto. Ma è stato pur sempre mio zio, fratello del mio povero babbo, e al funerale bisogna andarci.

Comm.            Certamente. Quand’è l’ultima volta che ha visto sua zio?

Arturo             Martedì della scorsa settimana. Tutti i martedì veniva a trovare sua sorella Clotilde, alla quale voleva un gran bene. Non ha saltato un giorno da vent’anni a questa parte…tranne il periodo in cui fu rinchiuso in carcere, naturalmente.

Comm.            E i suoi rapporti con lui come erano? Confidenziali?

Arturo             No. Da quando, anni fa, si seppe della sua attività, l’ho tenuto sempre a distanza, anche perché io faccio il commercialista…e si sa, una parola storta in quell’ambiente e addio clienti…però non potevo impedirgli di venire a trovare sua sorella.

Comm.            E si fermava mai a mangiare qui da voi?

Arturo             Mai. Stava mezz’ora al massimo con Clotilde, e poi se ne andava. Indicando Ecco, quella è Clotilde…non parla da vent’anni…sapete, un trauma.

Comm.            Un trauma? Un trauma legato a cosa?

Arturo             Alla sparizione di suo marito. Così, si dissolse nell’aria. E da allora nessuno lo ha più visto. Povera zia Clotilde!

Comm.            Capisco. Bene, qui mi pare che abbiamo finito…brigadiere, ce ne andiamo. Mi preceda alla macchina e avverta il tribunale del nostro arrivo… Moretti esce. Arrivederci signor Bisleri, non credo che avremo più bisogno di parlare con lei.

Arturo             Ma posso sapere almeno il motivo di questa chiacchierata?

Comm.            Certamente. Non è un segreto. Stiamo cercando dieci chili di cocaina di cui abbiamo perse le tracce. L’ultima segnalazione che abbiamo di quella partita, del valore di seicentomila euro, la dava presso suo zio Anselmo. Doveva avere un deposito da qualche parte. Ma prima o poi lo troveremo. Va alla porta, sta per uscire, ma poi si gira verso Arturo Ah, riguardo il nodo della cravatta…mi dia retta, non si fasci la testa. Si metta un maglione. Esce.

Scena VII

Clotilde, Arturo, Anna, Amintore, Isabella.

Anna               Entra da destra, completamente vestita e truccata Arturo! Santo cielo, ma non sei ancora pronto? Finisce che faremo tardi! Vatti a mettere il maglione!

Arturo             E’ venuto un Commissario di polizia.

Anna               Cosa? E che voleva?

Arturo             Hanno perso dieci chili di coca.

Anna               Sì, e tre chili di Fanta…ma non si misura a litri?

Arturo             Cocaina, Anna, cocaina!

Anna               E la vengono a cercare da noi?

Arturo             No, era solo per fare qualche domanda riguardo a zio Anselmo…

Anna               Certo che lo zio Anselmo ci da’ più noia da morto che da vivo…e meno male che non si è visto Amintore Disgrazia…

Arturo             Lo dici tu. E’ stato qui un quarto d’ora, mentre tu ti stavi preparando…

Anna               Mi pareva strano…ora capisco perché s’è intasato lo scarico del lavandino!

Arturo             Pensa che voleva venire al funerale in macchina con noi…

Anna               Ma per l’amor del cielo!

Arturo             Bene. Visto che non ho trovato nessuno che sa fare il nodo alla cravatta, mi vado a mettere un maglione…ci sono solamente quelli della zia?

Anna               Sì. Sei un testone…quante volte ti ho detto di comprarti un maglione? E te duro…non me lo metterò mai…non me lo metterò mai…ora te ne metti uno rosa col collo a vu, così impari a non darmi retta. Fai in fretta.

Arturo             Arrivo subito. Esce da destra; contemporaneamente entra Amintore dal fondo.

Amintore        Buongiorno, signora Anna, le mie più sentite condoglianze per la grave perdita che ha colpito lei e la sua famiglia…sono davvero costernato…

Anna               Grazie, signor Amintore…mi aveva detto Arturo che era già andato alla chiesa…

Amintore        Ma lo sa che non mi ricordavo quale chiesa era? Sono andato alla Santissima Annunziata, ma lì non c’era…troppi funerali, mi confondo…

Anna               E’ alla chiesa di Santo Stefano.

Amintore        Ecco! Comunque non importa, verrò con voi…ho visto la vostra auto qui fuori nel vialetto con tutti e cinque i sedili a posto. Evidentemente il signor Arturo ha rimesso quello mancate.

Anna               Sedili a posto? Quello mancante?

Amintore        Ma come, suo marito non le ha detto nulla? Ha comprato l’albero di Natale!

Anna               Albero di Natale? Ma se siamo a Pasqua!

Amintore        C’era un’ offerta.

Isabella           Entra da destra Bene, allora possiamo…signor Amintore! Che ci fa ancora qui?

Anna               Ha sbagliato chiesa. E viene in macchina con noi, visto che i sedili sono tutti al loro posto.

Isabella           E chi te lo ha detto?

Anna               Proprio il signor Amintore. Ha visto la macchina qui fuori sul vialetto.

Arturo             Entra da destra con una scatola col maglione rosa dentro. Senti Anna…Ahhh! Che ci fa ancora qui, lei?

Anna               Ha sbagliato chiesa. Che cos’è questa storia dell’albero di Natale?

Arturo             Albero di Natale? Ma se siamo a Pasqua!

Anna               Le solite parole che ho detto io un minuto fa.

Arturo             Realizzando Ah, quell’albero!

Amintore        Sono felice che abbia rimesso il sedile al suo posto, così potrò venire con voi.

Arturo             Ho rimesso il sedile? E chi l’ha detto?

Isabella           Il signor Amintore. Ha visto la macchina qui fuori sul vialetto.

Arturo             Ecco fatto. Ora siamo a posto.

Anna               Non te lo sei ancora messo il maglione?

Arturo             Senti, questo è una taglia piccola. Ho guardato le altre scatole, e sono tutti uguali. Tutti taglia “S”.

Anna               E allora mettiti quello, tanto uno vale l’altro.

                        Nel momento in cui apre la scatola la zia Clotilde comincia a piangere più forte, indicando con il braccio teso e il dito puntato il maglione.

Isabella           Zia! Che ti prende, zia? Vuoi un bicchier d’acqua?

Anna               Forza, cerca di sbrigarti, altrimenti facciamo tardi davvero…

Arturo             Subito, subito…tira fuori il maglione, lo allarga, e nello stesso momento si sprigiona dal maglione stesso una nube di polvere bianca che avvolge tutti. Accidenti…ma guarda dove vanno a mettere il borotalco! Non contento scuote la scatola dove c’è ancora polvere bianca; si infila il maglione; è veramente stretto, davvero ridicolo.

Anna               Forza, andiamo, che c’è un funerale che ci aspetta…

                        Da qui in avanti tutti cominciano a ridere sempre più forte; anche il pianto della zia Clotilde si trasforma piano piano in una folle risata isterica .

Isabella           Andiamo zia…ma perché se ti guardo mi viene da ridere? Ah,ah!

Arturo             Rimirandosi Però non mi sta male…Ah,ah! Un po’ strettino sotto le ascelle, forse…Ah, ah, ah!

 Anna              Ah, ah! Mamma mia, non ho mai visto niente di più ridicolo…Ah, ah! Sembra che tu ti sia messo una maglia della Barbie…ah, ah, ah! Mamma mia come mi sento…strana! Ah, ah!

Arturo             Ridendo sempre più forte E’ vero, anch’io… Ah, ah! Senta, signor Disgrazia, ma lei viene in macchina con noi? Lo sa? Ah, ah, ah! Se viene con noi…Ah, ah! Forse non arriviamo nemmeno alla chiesa…

Amintore        Ah, ah, ah! Intanto partiamo…l’albero di Natale…che scusa scema…ha tolto il sedile…Ah, ah! …per mettere l’albero di Natale…a Pasqua! Ah, ah! …viene anche la zia con noi? Ah, ah, ah!

Isabella           Si capisce…Ah, ah, ah! Non la possiamo mica lasciare a casa da sola…

Amintore        Lasciamola al cimitero quella vecchia cariatide…così è già pronta per quando…per quando…trapassa! Ah, ah, ah, ah!

Arturo             Ah, ah, ah! Comincio a pensare che quella polverina bianca…ah, ah! Non fosse borotalco…

Anna               Lo comincio a pensare anch’io…Ah, ah, ah! E brava la zia!

Isabella           Tutta casa e chiesa…le quattro c…Ah, ah! Clotilde, Casa Chiesa e Cocaina…Ah, ah! Ecco dov’era finita la riserva dello zio Anselmo! Ah, ah, ah!

Anna               Ecco perché…Ah, ah, ah! Ecco perché lo zio si rinchiudeva in camera con sua sorella…Ah, ah! Dovevano riempire le scatole …Ah, ah, ah!

Isabella           Già…nascondevano la coca nei maglioni! Ohi ohi che ridere! Ah, ah, ah!

Arturo             …E ora c’arrestano tutti…ah ah ah! Come minimo…Ohi ohi! Come minimo ci danno trent’anni! Ah, ah che ridere!

Anna,              Andiamo in chiesa, andiamo…ah, ah, ah! Chi guida?

Arturo             Io. Ah, ah! Guido io…mi sento di fare questi quattro chilometri in due minuti netti! Ah, ah, ah! Altro che Nuvolari! Ah, ah!

Isabella           Io ho paura…Ah, ah, ah! E se ci succede un incidente? Ah, ah, ah!

Amintore        Non preoccupatevi..ah, ah! Con me in macchina siete in una botte di ferro! Ah Ah! Tutti dicono che io porto disgrazie…Ah, ah, ah, ah! E’ vero, ma le porto agli altri…Ah, ah! Andiamo…quando sono al cimitero mi sembra di essere a casa mia…Ah, ah, ah!

                        Escono tutti dal fondo ridendo come matti.

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Scena I

Ramon, Franca

Si sente schiavacciare all’uscio, e dopo una decina di secondi entra Ramon con aria furtiva e una pistola in mano; un bell’uomo, capelli imbrillantinati e abito bianco. Occhiali da sole.  Si guarda intorno e si dirige verso il mobile; poi la sua attenzione è attratta dalla polvere bianca sul pavimento; si china, la osserva, quindi si bagna la punta di un dito, ne raccoglie un po’ e se la porta sulla lingua; sgrana gli occhi e ripete l’operazione. Convinto, mette via la pistola e tira fuori un cellulare; compone un numero.

Ramon                        Boss? Lo encontré. O por lo menos una parte de coca… se dispersa por toda la sala… serà almeno una libra … sí, sí, cocaína pura. Raduno esta, e me rechito a mirar la casa puor veder se ne stà altra… Adios, boss… te attiendo. Chiude il cellulare e se lo mette in tasca; poi tira fuori il portafoglio, estrae una carta di credito e comincia a raschiare il pavimento, radunando la coca. Ma un rumore lo fa trasalire, ma non fa in tempo a nascondersi; entra Franca.

Franca             Entra dal fondo; una donna avvenente, vogliosa.  Anna, ci sei Anna? Ho finito le uova, non avresti mica…Vede Ramon sul pavimento

                        Ahhh! E lei chi è? Che ci fa in casa di Anna? Ahhhh! Non sarà mica un ladro?

Ramon            Si alza Ma no senora, io non sogno un bandidos!

Franca             Guardandolo con ammirazione Oddio, meno male…e poi mi sembrava strano un ladro tutto vestito di bianco…di solito sono vestiti di nero. Accidenti com’è alto…ma che ci fa in casa di Anna? E lei dov’è?

Ramon            Indicandosi l’orecchio No hablo italiano…no compriendo.

Franca             O poverino è sordo… Scandendo le parole e urlando  COSA CI FA LEI IN CASA DI ANNA?

Ramon            Evidentemente contrariato Senora, me sta frantumando el timpano! Porquè no te calmas?

Franca             Ma insomma, lei chi è?

Ramon            Quien sabe? Yo soy…soy…un familiar!

Franca             Ah, un familiare, un parente! Adesso ho capito…è spagnolo?

Ramon            Soy de Caracas. Venezuela.

Franca             In sudamerica?

Ramon            In sudamerica.

Franca             Davvero? Ma guarda che coincidenza…ma lo sa che io ho una zia in sudamerica che tutti gli anni mi scrive una lettera e che io non capisco mai? Senta, io abito proprio qui di fronte…potrebbe venire a tradurla? Le prometto che faremo prestissimo…lo squadra bene da capo a piedi…beh, forse non così prestissimo…

Ramon            Imprecando Ma puerca della vaca bajo el toro…

Franca                         Come dice? Senta, se le va le posso far sentire anche un po’ di musica…ho una discreta collezione di dischi…

Ramon                        Donde me vol condurre esta puta?!?

Franca             Puta? Che vuol dire puta?

Ramon            Nada, nada…

Franca             Sì, ho qualche disco anche  di Nada, però il fiore all’occhiello della mia collezione è  la raccolta completa di Celentano e di Marcella Bella…Santo cielo, mi viene in mente ora che non ci siamo neanche presentati…lei è il  signor?

Ramon            Ramon Astrusio de la Corte.  

Franca             O mamma mia che bel nome! Ramon Astrusio de la Corte! Io sono la Franca, un’amica di Anna…a proposito, lei è parente di Anna o di Arturo, signor Ramon Astrusio de la Corte? Lo prende per un  braccio e lo trascina fuori quasi di forza Ma venga, venga con me che di là nel mio appartamento che  staremo più comodi, signor Ramon Astrusio de la Corte! Santo cielo, ma lo sa che lei ha proprio i lineamenti del maschio latino? Venga, venga, c’è un divano così morbido…e poi abito sola, non ci disturberà nessuno, signor Ramon Astrusio de la Corte! Non faccia caso se ripeto spesso il suo nome, signor Ramon Astrusio de la Corte …è un trucco per non dimenticarlo… Mamma mia! Un sudamericano di Caracas! Quando parla spagnolo mi sembra di sentire una canzone di Julio Iglesias! Escono; dieci secondi di pausa.

Scena II

Commissario, Moretti

Comm.            Entra seguito dal brigadiere, che ha con se’ una valigetta ventiquattr’ore  EHI, DI CASA! C’E’ NESSUNO?

Moretti            Non credo, signor commissario…devono essere  tutti al funerale.

Comm.            E allora non capisco perché la porta dell’appartamento era aperta…

Moretti            Se la saranno dimenticata.

Comm.            Meno male, così non abbiamo dovuto forzarla. Forza, brigadiere. Sbrighiamoci. Tiri fuori le cimici e le disponga come da ordini del Procuratore Moretti apre la valigetta…dunque…una la metta qui sotto il tavolo…una…ma che cos’è questa polvere bianca in terra?

Moretti            Sarà borotalco.

Comm.            Già. E mi dica…anche lei brigadiere ha l’abitudine di spargere il borotalco sui pavimenti della casa? Così ci scivola meglio e magari ci si rompe anche una gamba? Si china e se ne mette un po’ sulla lingua Tombola! Senta anche lei, brigadiere… Il brigadiere esegue Che mi dice?

Moretti            Accidenti, ma è cocaina purissima delle montagne a nord ovest di Caracas! E se non mi sbaglio è della piantagione chiamata “Madre de Dios!”

Comm.            Ah, ecco. E mi saprebbe dire come si chiama quello che l’ha raccolta?

Moretti            Via commissario, non scherzi…

Comm.            Poi, brigadiere, quando ha un attimo di tempo mi spiega come fa ad avere una conoscenza così approfondita dell’argomento…

Moretti            Signor commissario, lei sa che ci fanno dei corsi appositi…tutti i mesi ci chiamano in caserma e ci fanno assaggiare varie polverine…io sono particolarmente portato, me lo dice sempre anche il mio istruttore….è un po’ come fare i sommeliers…

Comm.            All’anima del sommeliers! Però ha visto?  Le indicazioni del Procuratore si sono rivelate fondate…ha detto di tenere d’occhio questa casa, perché molto probabilmente dietro a questa facciata di famiglia rispettabile si cela una centrale di smistamento internazionale del traffico di droga…forza, brigadiere! Un’altra cimice la nasconda qui, e naturalmente una dentro il telefono…

Moretti            Ma perché non li arrestiamo tutti e la facciamo finita?

Comm.            Ordini dall’alto. Vogliono decapitare i vertici. Dobbiamo scoprire da dove arriva tutta questa droga, e soprattutto chi la fornisce…si sa che il braccio destro del Boss è un certo Ramon…ma qui si fermano le nostre informazioni.

Moretti            Posso dire quello che penso?

Comm.            Certamente. Si esprima, brigadiere, si esprima.

Moretti            A me questa sembra una famiglia perbene.

Comm.            Già. Il fatto poi che si trastullino seminando cocaina da tutte le parti è puramente marginale…brigadiere, per favore! Ha finito di disporre le cimici?

Moretti            Ancora un momento…

Comm.            Bene. Intanto telefono al furgone del latte che venga a parcheggiare qua sotto.

Moretti            Furgone del latte? Ma non era un camper?

Comm.            Troppo vistoso. Abbiamo spostato tutte le apparecchiature in un furgone del latte. E’ più sicuro e da’ meno nell’occhio, lo dicono gli esperti. Tira fuori il cellulare e compone un numero Pronto? Sì, sono il commissario Guarenti…siamo pronti, potete partire…l’indirizzo l’ho lasciato sul cruscotto…cercate di fermarvi più vicino che potete all’abitazione, così la ricezione sarà più chiara. State attenti, tirate bene il freno a mano perché c’è una forte discesa... Benissimo, aspetto la telefonata, e mi raccomando, da questo momento in poi parlate sempre in codice. Comincia ufficialmente l’inchiesta “ La neve di zio Anselmo”. Passo e chiudo.Chiude il cellulare. Forza, brigadiere, sbrigarsi! Possono tornare da un minuto all’altro…

Moretti            Signor commissario, sto facendo più in fretta che posso…ecco fatto…ho finito. Tutte sistemate. Ora controllo se funzionano. Tira fuori dalla valigetta un piccolo ricevitore, lo accende e si avvicina alle spie. Questa funziona…questa anche…ok…ed anche l’ultima. Bene, per me sono a posto tutte e quattro.

Comm.            Perfetto. Non ci resta che aspettare la telefonata…. Rumori fuori scena Accidenti, sono già tornati…

Moretti            E ora?

Comm.            Lasci fare a me, brigadiere. Lei mi assecondi, e ricordi che la miglior difesa è l’attacco.

Scena III

Commissario, Moretti, Arturo, Anna.

Arturo             Entra seguito da Anna Ma si può sapere come hai fatto a lasciare la porta aperta?

Anna               Io? Tu sei uscito per ultimo! Vede i due AHHH! Aiuto, Arturo!

Arturo             Commissario! Brigadiere! Cosa ci fate in casa nostra?

Anna               Commissario? O mamma mia ora ci arrestano tutti!

Comm.            Arrestarvi? E perché?

Arturo             Commissario, perdoni mia moglie…ma anche voi….farvi trovare qui…

Comm.            Stia calmo, signor Bisleri… ci ha chiamato un suo vicino.

Arturo             Un vicino? Come mai?

Comm.            Perché si è accorto che la porta del vostro appartamento era aperta…e voi non c’eravate.

Arturo             Ah, per quello?

Comm.            E per cos’altro, altrimenti? Siamo arrivati e abbiamo trovato la porta aperta, come da segnalazione telefonica…vero brigadiere?

Moretti            Vero, commissario.

Comm.            Allora, onde evitare che qualche malintenzionato si potesse introdurre in casa e magari anche rubare qualcosa, siamo rimasti qui ad attendere il vostro arrivo. Vero, brigadiere?

Moretti            Vero, commissario.

Arturo             Non so come ringraziarvi, commissario…ed anche lei brigadiere… Suona il telefono rispondi tu, Anna?

Anna               Certo Stacca la cornetta Pronto? Sì, dica…sì, è qui, glielo passo subito. Al commissario E’ per lei, commissario…

Comm.            Per me? E chi è?

Anna               Se ho capito bene il lattaio.

Comm.            IL LATTAIO?

Arturo             Commissario, ha dato il numero di casa nostra al suo lattaio?

Moretti            Ma sì, commissario…il furgone del latte, ricorda?

Comm.            Ah, il furg… Prende la cornetta LATTAIO! PERCHE’ NON HA CHIAMATO AL CELLULARE?... MA COME SPENTO! CHE COSA STA DICENDO? Lo tira fuori e lo guarda E’ vero…prima, inavvertitamente…lo devo avere spento…Sì, tutto a posto…bene…sì, cinque bottiglie…Sì…come dite? Ah, le state già riempiendo? Va bene, va bene…mi raccomando… Riattacca poi vede che tutti lo guardano allibiti Che volete, mia mamma è molto anziana, e se non beve i suoi soliti cinque litri di latte fresco tutte le mattine… via, allora, visto che qui non abbiamo più niente da fare, torniamo alla centrale…

Arturo             La centrale del latte?

Comm.            Ma che latte…della polizia. Guardando Arturo Santo cielo, ma un maglione più grande non ce l’aveva? E quel colore, poi…non sarà mica andato al funerale conciato così, vero? Andiamo, brigadiere Moretti. Escono dal fondo.

Anna               Arturo, ma non ti sembrano un tantino strani quei due poliziotti?

Arturo             Un po’ sì. E poi cosa c’entrava il mio maglione? Comunque l’importante è che non si siano accorti di niente…mamma mia che mal di testa che ho!

Anna               Anch’io…

Arturo             Ma ti rendi conto del rischio che abbiamo corso? Per fortuna non hanno guardato in terra…presto, Anna, dobbiamo togliere quella roba dal pavimento…prendi l’aspirapolvere…e metti un sacchetto nuovo.

Anna               Devo cambiare il sacchetto dell’aspirapolvere?

Arturo             Certamente! Lo dobbiamo conservare, perché dobbiamo recuperare tutta la coca fino all’ultimo grammo.

Anna               Volo. Via da destra.

Scena IV

Arturo, Isabella, Clotilde, Anna

Arturo                         Speriamo che quei due non tornino più…Entra Isabella seguita da Clotilde che continua sempre a piangere Ma insomma, zia Clotilde, ora basta!

Isabella           Lasciala stare, papà… non hai mica un aspirina? Ho un mal di testa che divento matta.

Arturo             Già. Anch’io, e anche tua madre. Con tutta quella roba bianca che abbiamo respirato…guarda in cucina nel cassetto delle medicine, qualcosa troverai…e porta via quella frignona, per piacere. Per oggi ne ho abbastanza di sentir piangere.

Isabella           Sentir piangere? Ma se al funerale ridevamo tutti come matti! Ci guardavano tutti in un modo…chissà cosa avranno pensato di noi… i parenti più stretti allegri come pagliacci a carnevale. E tu con quel maglione rosa…sembravi davvero un pagliaccio!

Arturo             Cosa c’entra il maglione, adesso? E poi non mi importa nulla di cosa pensa la gente! Mi facevano una rabbia…tutti con il loro bel nodo alla cravatta!

Isabella           Prende Clotilde sotto braccio Vieni, zia, ti porto in camera tua, così ti potrai cambiare. Esce da sinistra.

Arturo             E va bene, leviamoci questo orrendo maglione… Se lo toglie e lo getta su una sedia Finalmente si ricomincia a respirare! Anna rientra da destra con un aspirapolvere; si dirige verso la presa di corrente. L’hai cambiato il sacchetto?

Anna               Sì. Attacca l’aspirapolvere e lo passa su tutto il pavimento.

Arturo             Però bisogna riconoscere che un paio d’ore fa non si stava così male!

Anna               Spengendo l’aspirapolvere TI SENTI MALE?

Arturo             No, no, dicevo che dopo aver respirato quella roba mi sentivo così leggero…impalpabile…come se tutto quello che mi circondava appartenesse ad un altro mondo…

Anna               Già. Anch’io mi sentivo così…ed ora è rimasto solo questo enorme mal di testa…Riattacca l’aspirapolvere

Arturo             Eh sì. Così è il mondo. SANTO CIELO!

Anna               Spengendo l’aspirapolvere CHE SUCCEDE?

Arturo             MI SONO APPENA RICORDATO COME SI FA IL NODO ALLA CRAVATTA!!!

Esce da destra quasi a corsa

Anna               Riaccende l’aspirapolvere scuotendo la testa; ha quasi finito; appena lo spenge entra Ramon dal fondo, spettinato,  tenendosi i calzoni e con gli occhiali da sole storti; richiude la porta dietro di se’.

Scena V

Anna, Ramon, Arturo, Franca, Isabella

Ramon                        MADRE DE DIOS!

Anna               Cercando di nascondersi dietro l’aspirapolvere AHHHH! E LEI CHI E’?

Ramon                        Por favor senora, salvame dall’assatanata!

Anna                           AHHHH!!! ARTURO! AIUTO! ARTURO! C’E’ UN MANIACO IN CASA! MI VUOLE VIOLENTARE, AIUTO!

Ramon            Ma no, senora, son yo il violentado!

Anna               ARTURO! AIUTO, C’E’ UN UOMO CON I CALZONI IN MANO!

Arturo             Rientrando da destra con la cravatta sciolta al collo Ma cosa sta succedendo? E lei chi è? Che cosa ci fa in casa mia? E perché ha i calzoni calati davanti a mia moglie?

Ramon            Porquè l’assatanata me ha strappatos todos li botones!

Arturo             ANNA! MI MERAVIGLIO DI TE! ALLA TUA ETA’!

Anna               MA NON SONO STATA IO! E poi che c’entra l’età?

Arturo             Insomma, o mi dice subito chi è e cosa fa in casa mia o chiamo la polizia!

Ramon            La polizias? Madre de Dios! In qualche modo tira fuori la pistola e la punta verso i due No… se fa arribar la polizias, yo…

Anna               O mamma mia ma quella è una pistola vera! Suona il campanello

Ramon            Ad Anna  Senora, vada ad abrir la puerta… si est la señora Franca, yo no estoy ahí, no esisto...altrimenti disparó a su marido ... comprendido? Punta la pistola alla testa di Arturo e poi va a nascondersi sotto il tavolo.

Arturo             Vai, Anna, vai…fai come ti dice…

Anna                           Va ad aprire alla porta; entra Franca, e comincia a sbirciare nella stanza, ma Anna le impedisce la vista totale tenendola sulla porta Ciao Franca…cosa vuoi?

Franca             Mi chiedevo… vostro cugino è qui da voi?

Anna               Cugino? Che cugino?

Franca             Come che cugino? Ramon, quel bel figliolo venezuelano…quello vestito di bianco!

Anna               Mangiando la foglia Ah, Ramon! E’ andato via.

Franca             Ah, ecco…e dove è andato?

Anna               Non lo so, sarà giù in città…

Franca             Ma non è entrato qui da voi ora?

Anna               No no, qui non è entrato nessuno…ti sbaglierai…e poi siamo tornati ora dal funerale della zio Anselmo…

Franca             Va bene, va bene…quando torna gli diresti che la Franca lo sta aspettando per salutarlo prima che riparta per il sudamerica?

Anna               Sì, sì, glielo dirò…spingendola fuori…ora vai…vai…chiude la porta O mamma mia! Poveretto, ora capisco tutto! E’ finito tra le grinfie della Franca!

Ramon            Esce da sotto il tavolo Madre de dios! In tota la mi vida nunca he conocido a una segnora così assatanata!

Arturo             Ma perchè Franca ha detto che lei è nostro cugino?

Ramon            Stringendosi nelle spalle Yo no so... Squilla il cellulare, quindi con una mano regge pistola e calzoni, e con l’altra cerca il cellulare e risponde Hasta la vista, boss...seguro...arriba inmediatamente. Chiude il cellulare Adios, hombre, adios segnora... Esce dal fondo.

Isabella           Entrando da sinistra Mamma! Papà! Mi è sembrato di sentire qualcuno che parlava spagnolo…

Anna               Mamma mia che paura!

Isabella           Paura? Paura di che? Che altro è successo?

Arturo             Ma niente, niente…è tua madre…le sue solite angoscie…

Anna               Le mie…?!? MA SEI SCEMO? CINQUE MINUTI C’ERA UN UOMO CON I CALZONI IN MANO CHE TI PUNTAVA UNA PISTOLA ALLA TESTA!

Isabella           Un uomo con i calzoni in mano? Mamma, ma che stai dicendo?

Anna               Quello che ho detto. Vieni di là in cucina che ti spiego tutto Via da sinistra; porta fuori l’aspirapolvere.

Arturo             Ma cosa sta succedendo in questa casa? Via da destra

Scena VI

Amintore, Franca

Amintore        Entra dal fondo E’ permesso? C’è nessuno? Accidenti, ma lasciano sempre la porta aperta in questa casa? Signora Anna, signor Arturo? E va bene, aspetterò…Si siede. Dopo una decina di secondi entra, sempre dal fondo, Franca.

Franca             E’ permesso? C’è nessuno? Vede Amintore Buongiorno…

Amintore        Buongiorno, signora…se è qui per le condoglianze dovrà attendere qualcuno della famiglia…non c’è nessuno.

Franca             Condoglianze? Che condoglianze?

Amintore        Ah, mi scusi…siccome la famiglia è stata colpita da un grave lutto…lo zio Anselmo ha deciso di passare a miglior vita, allora pensavo…credevo…

Franca             Veramente stavo cercando un uomo tutto vestito di bianco…e invece trovo lei che è tutto vestito di nero…non è mica un ladro, vero? Di solito vestono di nero…accidenti, sembra il negativo di Ramon…

Amintore        Chi è Ramon?

Franca             Un cugino di Anna…che però si chiama Ramon Astrusio de la Corte . Lei sarebbe?

Amintore        Amintore Disgrazia, amico di famiglia…la signora?

Franca             Franca, mi chiami pure Franca…lei è sposato, signor Amintore?

Amintore        Per l’amor del cielo! Sarebbe incompatibile con il mio lavoro…

Franca             Perché, che lavoro fa lei, signor Amintore?

Amintore        Beh, è difficile da spiegare…

Franca             Ci provi. Dicono che io sia molto intelligente, sa signor Amintore?

Amintore        Ah, questo dicono?

Franca             Sì. Tutti i miei amici uomini. Le donne no, loro sono invidiose…mi dicono altre cose…ma io non ci faccio caso…sono superiore, io, signor Amintore…

Amintore        Scusi, signora Franca…ma perché continua a chiamarmi sempre per nome?

Franca             E’ un trucco.

Amintore        Un trucco?

Franca             Sì, un trucco per ricordarsi i nomi. Siccome io non ho molta memoria, allora appena conosco qualcuno lo comincio a chiamare per nome…così non lo dimentico più.

Amintore        Ah ecco perchè…ma lo sa che la sua fisionomia non è nuova? Mi sto chiedendo dove potrei averla vista…

Franca             Sa signor Amintore, io abito proprio qui davanti, e se i signori di questo appartamento sono suoi amici…

Amintore        No, di averla incontrata qui lo escludo…stamani è stata la prima volta che sono arrivato fino al sesto piano…anch’io abito in questo condominio, ma nell’ala est…piuttosto credo di averla incontrata ad un funerale…

Franca             Non so…l’ultimo funerale a cui andai fu quello di una mia professoressa delle medie…tre mesi fa…

Amintore        La signorina Tancredi Lucia?

Franca             Proprio lei! Signor Amintore! Non mi dica che anche lei…

Amintore        Sì, c’ero! Ha visto? Ero sicuro di averla incontrata da qualche parte!

Franca             Avvicinandosi Ma lo sa che lei ha un odore strano, signor Amintore?

Amintore        Sì? Non me lo avevano mai detto…

Franca             Sì, è un profumo dolce…profuma di fiori e di incenso…molto misterioso…

Amintore        Che vuole, metà della mia vita la trascorro in chiesa, e l’altra metà nei cimiteri…

Franca             Adesso ho capito! Lei fa il fioraio!

Amin tore       No, macchè fioraio…

Franca             Non mi dirà che fa il becchino, signor Amintore!

Amintore        Magari!

Franca             Come magari?

Amintore        Se sapesse quante volte ho fatto domanda…ma non mi hanno mai preso…anche se il mio più grande sogno sarebbe quello di aprire una bella impresa di pompe funebri…

Franca             Senta, signo Amintore, ormai è quasi l’ora di pranzo…che ne direbbe di venire a mangiare un boccone da me? Abito proprio qui davanti…

Amintore        Veramente dovrei andare dall’altra parte della città…sa, stanno tumulando una mia zia prematuramente scomparsa…ma sono senza macchina e ho letto sul giornale che è sciopero dei trasporti, quindi…

Franca             Quindi adesso il signor Amintore viene a mangiare da me.

Amintore        Vengo volentieri, ma non vorrei disturbare…

Franca             Non si proccupi, io vivo sola…e poi ho un bel divano morbido…staremo comodissimi, così lei mi potrà raccontare per filo e per segno che lavoro fa…lo prende per un braccio venga, signo Amintore, venga… o mamma mia! Sentite che braccio virile che ha quest’uomo…Escono dal fondo.

Scena VII

Isabella, Anna, Arturo, Moretti

Squilla il telefono, più volte, ripetutamente; dopo un po’ arriva Isabella da sinistra e alza la cornetta

Isabella           Pronto? Sì, casa Bisleri…il commissario? Che commissario? Mah, forse ha sbagliato numero…ma chi è? Il lattaio? Che cos’è, uno scherzo? L’avverto che non è giornata…siamo tornati adesso da un funerale. Riattacca Ma guarda te…fateli più credibili questi scherzi del cavolo…un lattaio che cerca un commissario…

Anna               Entrando da sinistra Chi era al telefono?

Isabella           Niente niente, uno stupido scherzo…

Arturo             Rientra da destra con un nodo alla cravatta perfetto Sbaglio o ha suonato ripetutamente il telefono? Qualcuno ha fatto in tempo a rispondere?

Anna               Arturo! Ci sei riuscito! Hai fatto un nodo perfetto!

Isabella           Bravo papà. Hai visto? Basta impegnarsi. Suona il telefono Rispondo io. Pronto? Ancora lei? No, non c’è nessun commissario! Controlli il numero, per favore! Riattacca.

Arturo             Commissario? Ma chi era?

Isabella           Figurati! Era il lattaio!

Arturo             Il lattaio? E cercava il commissario?

Isabella           Sì.

Anna               Ad Arturo Ma non ci aveva già parlato prima?

Isabella           Che sta succedendo?

Arturo             Te lo spiego dopo. Intanto ho controllato: tutti i maglioni che mi ha regalato la zia Clotilde sono pieni di polvere bianca…tutta in sacchetti di nylon…sempre fortunato, io… ho preso proprio la scatola col sacchetto rotto.

Anna               O mamma mia! Quanti sono?

Arturo             Fai te il conto. Erano ventun maglioni. Sui sacchetti c’è scritto anche il peso: 500 grammi. Che moltlipicato per venti fa esattamente dieci chili e mezzo di coca.

Isabella           Ma come avrà fatto lo zio Anselmo a metterli nei maglioni?

Arturo             Semplice: approfittava della distrazione di zia Clotilde, andava in camera nostra e nascondeva la neve nei maglioni…tanto era sicuro che non li avresti mai messi…ci voleva proprio l’amnesia del nodo alla cravatta…

Anna               Neve?

Arturo             Neve. In gergo la cocaina si chiama così.

Isabella           E tu come lo sai?

Arturo             Guardo sempre i film polizieschi. Comunque l’ho spostata.

Anna               Che cosa hai spostata?

Arturo             La neve, l’ho spostata di posto.

Isabella           E dove l’hai messa?

Arturo             Non ve lo dico. Sarete più al sicuro se non lo sapete.

Moretti            Entra dal fondo Scusate, la porta era aperta…

Anna               E’ sempre aperta. Ormai questa non è più una casa, è un porto di mare.

Moretti            Cercavo il commissario Guarenti…non è qui, per caso?

Arturo             No. Da quando siete usciti insieme non si è più visto.

Isabella           Lo cercava anche il lattaio.

Moretti            Il lattaio?

Isabella           Sì, ha telefonato per ben due volte. Suona il telefono Ecco deve essere lui…risponda pure…

Moretti            Solleva la cornetta Pronto? Chi è? Il commissario Guarenti? Sono il brigadiere Moretti…la sono venuta a cercare, non riuscivo più a trovarla, e il suo cellulare risulta spento…finite le batterie?  E, lo so, a volte ci si dimentica di caricarle…Non trova il lattaio? Mah, non saprei…sul furgone…come sarebbe a dire non c’è più il furgone? Va bene, controllo subito, mi aspetti in linea…lascia la cornetta staccata Scusate, dovrei controllare una cosa…avete una finestra che da sulla strada?

Anna               Sì, venga, dalla cucina si vede tutta la strada fino al fiume. Escono da sinistra.

Isabella           Papà, mi dici cosa sta succedendo?

Arturo             Piano  Sttttt! Parla piano…c’è la cornetta staccata…e dall’altra parte c’è il commissario…

Isabella           Piano Abbiamo qualcosa da nascondere?

Arturo             Piano Solamente dieci chili di cocaina…qui si finisce tutti a Reginaceli, te lo dico io.

Isabella           Piano Ma noi c’entriamo? E’ colpa dello zio Anselmo! La neve era sua!

Arturo             Piano Già, e la polizia come fa a sapere che noi siamo in buona fede? La neve è in casa nostra,  e ce n’è così tanta che ci si potrebbe fare un pupazzo alto mezzo metro…e poi Anselmo era nostro zio. Zitta, stanno tornando…

Moretti            Entra velocemente da sinistra seguito da Anna e si dirige verso il telefono Pronto? Commissario? Ho paura che sia successo l’irreparabile…il furgone…sì, devono aver tirato male il freno a mano…nel fiume, sì, in questo momento lo stanno tirando fuori con la gru di un cantiere lì vicino…Si stacca la cornetta dall’orecchio, come se dalla parte di là provenissero forti urla a bene, commissario, va bene…ci penso io…stia tranquillo. Riattacca. Devo andare. Si avvia verso il fondo

Anna               Il  furgone del latte è finito nel fiume?

Moretti            Sì, una cosa imprevista…

Isabella           Non sapevo che il furgone del latte passasse sotto casa nostra.

Arturo             Allora niente latte per la mamma del commissario?

Moretti            Già…

Anna               Vuole l’indirizzo del nostro lattaio?

Moretti            Non importa, signora, non importa…scusatemi…arrivederci… Esce dal fondo.

Arturo             Bene. A questo punto non ci resta che una cosa da fare: sbarazzarsi definitivamente della neve di zio Anselmo.

Anna               E dove la mettiamo?

Arturo             Non lo so, non lo so! Andiamo in cucina, parleremo con più tranquillità…

Anna               Sì, andiamo…via da sinistra

Scena VIII

Isabella, Amintore

Amintore        Entra  a corsa dal fondo Aiuto! Signorina Isabella, la prego, mi salvi da quella furia!

Isabella           Ma che succede?

Amintore        La prego, signorina…io mi nascondo qui…non ci sono per nessuno… Si nasconde sotto il tavolo

Isabella           Ma via, non faccia il bambino…venga fuori…

Franca             Entrando dal fondo  C’è nessuno? Buongiorno Isabella, non ha mica visto…un uomo?

Isabella           Magari! Con tutti i posti che ci sono lo viene a cercare proprio da me?

Franca             Mi è parso di averlo visto entrare qui…è tutto vestito di nero, si chiama Amintore…

Isabella           Di nero? No, guardi, signora Franca, si deve essere sbagliata…sono sempre stata qui, e le assicuro che non è entrato nessuno.

Franca             Guardandosi intorno Eppure…avrei giurato…accidenti è già il secondo che perdo!

Isabella           Che perde?

Franca             Sì, il primo era tutto vestito di bianco, quindi era anche più visibile…ma ho perso anche quello! Va bene, se non è qui…arrivederci Isabella, mi saluti i suoi genitori.

                        Esce dal fondo.

Isabella                       Sollevando la tovaglia Ecco fatto…può uscire, adesso, se n’è andata…ma mi levi una curiosità…perché ha così tanta paura delle donne?

Amintore        Isterico NON HO PAURA DELLE DONNE, IO! MA QUELLA NON E’ UNA DONNA, E’ UN CAIMANO! Senta, non avrebbe mica un bicchiere d’acqua?

Isabella           Sì, venga con me in cucina…ci sono anche papà e mamma…venga…Via da sinistra

Scena IX

Ramon, Astolfo, Clotilde, Franca, Amintore.

Ramon                        Entra con la pistola spianata e una valigetta nell’altra mano; è seguito da Astolfo, anche lui vestito completamente di bianco. Arrivados. Esta es la abitazion.

Astolfo           Guardandosi intorno Bueno. E la roba donde  està?

Ramon                        Yo no sabe…

Astolfo           Dandogli una pacca IMBECIL! E la zia Clotilde donde està?

Ramon                        Yo no sabe…

Astolfo           Dandogli un ‘altra pacca DUBLE IMBECIL! VAMOS IMEDIATO A TROBAR LA CLOTILDE!

Clotilde           Entra da sinistra Eccomi qua…Astolfo! Finalmente! Lo abbraccia.Quanto tempo…stai bene, Astolfo?

Astolfo           Ma sì, ma sì… che cosa sta succedendo?

Clotilde           Non lo so…so solo che qui non siamo più al sicuro.

Astolfo           E la neve dov’è?

Clotilde           Sempre nei maglioni,ma ho paura che il nascondiglio sia stato scoperto…ed è arrivata anche la polizia…

Astolfo           LA POLIZIA? E perché la polizia?!?

Clotilde           Non lo so…so solo che ultimamente in questa casa circola troppa gente…

 Astolfo          Va bene, va bene…prendiamo la roba e filiamocela…

Clotilde           E io?

Astolfo           Ormai il gioco è finito…e poi credo che dopo venti anni sia giunto il momento di farla finita…quindi io e te ci ritiriamo a goderci i frutti del nostro sudato lavoro. Ramon, andale a buscar la coca!

Clotilde           No, no, voi aspettate qui, ci vado io…Ramon, la valigetta…prende la valigetta torno subito… Via da destra

Astolfo           Bueno. Ahoravamos aestar cómodo Si siede. Ramon, còmodo Ramon...gli indica la sedia accanto

Ramon                        Grazias, Boss. Si siede.

Amintore        Entra da sinistra Oh…buongiorno…siete qui per le condoglianze?

Astolfo           Si guarda interrogativamente con Ramon Condoglianze?!? Realizza immediatamente

Ah, sì, le condoglianze per la scomparsa di Anselmo…Sì, siamo qui proprio per quello…lei è il becchino?

Amintore        Magari…

Astolfo           Come magari?

Amintore        No, no, volevo dire, sono un amico…immagino che vorrete parlare con la famiglia…vi chiamo subito qualcuno…Si avvia verso sinistra

Astolfo           No, lasci stare…vedremo dopo i familiari…

Amintore        Guarda i due, ma si rivolge a Ramon E’ la prima volta che vedo qualcuno andare ad un funerale tutto vestito di bianco…

Ramon            Yo no hablo italiano.Yo no intiendo. Yo son venezuelano.

Astolfo           Il mio amico non parla italiano….lasci che le spieghi…è una tradizione di Caracas…ai funerali la gente si veste completamente di bianco…sa, per sdrammatizzare la morte…per trasformare il trapasso terreno in un momento lieto e gioioso…vede? Anch’io sono vestito di bianco.

Amintore        Già. Paese che vai usanza che trovi. Mi piacerebbe moltissimo partecipare ad un funerale all’estero…magari proprio in sudamerica…una volta andai a un funerale a San Marino, ma immagino che non sia la stessa cosa…

Astolfo           Eh già. E poi vedesse quanti fiori…cascate di fiori…

Amintore        Va be’, io vado…Si avvia verso il fondo poi si volta Senta, le posso fare una domanda?

Astolfo           Ma certo…dica, dica pure…

Amintore        Ai matrimoni come andate vestiti?

Astolfo           Ma di nero, naturalmente!

Amintore        Lo immaginavo. Arrivederci. Esce dal fondo.

Clotilde           Rientra da sinistra Non c’è più! La neve non c’è più!

Astolfo           COSA?

Clotilde           Qualcuno la deve avere spostata…l’avevo messa dentro le scatole dei maglioni…ne sono sicura, e la riprova l’ho avuta quando si è rotto un sacchetto…

Astolfo           SI E’ ROTTO UN SACCHETTO? MADRE DE DIOS!

Clotilde           Non preoccuparti, l’abbiamo recuperata quasi tutta…con l’aspirapolvere…

Astolfo           MA DOV’E’ LA COCA? DOVE?

Clotilde           Ci sono! La deve aver spostata Arturo per paura che la trovasse la polizia… fate una cosa, voi due…non vi devono vedere…andate al bar a prendere un caffè e tra mezz’ora tornate qui. Vi prometto che la neve sarà in questa valigetta.

Astolfo           Va bene. Ramon, vamos.

Ramon            Es culpa della malasuerte…

Astolfo           Dandogli una pacca  NO! E’ COLPA CHE SONO CIRCONDATO DI CRETINI! TIE’! IMBECIL! VAMOS AL BAR! Via dal fondo

Clotilde           E ora andiamo a vedere dove ha nascosto la neve quello scemo di mio nipote…via da destra

Scena X

Franca, Moretti

Franca             Entra chiamando dal fondo Anna? Anna? Senti, ho finito le uova, non avresti mica…ma non c’è mai nessuno in questa casa?

Moretti            Entra dal fondo Permesso? Vede Franca Buongiorno…

Franca             Toh! Un uomo in divisa! Che cos’è lei, un poliziotto?

Moretti            Sì signora, brigadiere Aldo Moretti, al suo servizio…e lei?

Franca             Molto piacere, brigadiere Aldo Moretti…io sono Franca, e abito nell’appartamento proprio di fronte a questo…ma che c’è successo? Perché c’è la polizia?

Moretti            Stia tranquilla, signora, sono venuto solo a vedere se il commissario Guarenti è già arrivato…dovevamo trovarci qui.

Franca             E perché proprio qui? Che cos’è successo brigadiere Aldo Moretti?

Moretti            Veramente sono cose riservate…

Franca             O, non si preoccupi! Io sono famosa per la mia riservatezza! A me lo può dire senza paura che la notizia esca da questa stanza, brigadiere Aldo Moretti…

Moretti            Signora, ma non posso! Sono in servizio, e stiamo conducendo delle indagini riservatissime!

Franca             Va bene, brigadiere Aldo Moretti, va bene…non si scaldi!

Moretti            E la smetta di ripetere sempre il mio nome…mi da ai nervi!

Franca             E’ un trucco, sa? Per ricordarsi i nomi, brigadiere Aldo Moretti. Suona il telefono.

 Moretti           Telefono…TELEFONO! E va bene, risponderò io…alza la cornetta COMMISSARIO! ANCORA LEI? Sì, dica…va bene…quanto ha detto che tarderà? Va bene, l’aspetto…cerchi di fare presto, mi raccomando…riattacca

                        Accidenti! Imbottigliato nel traffico…chissà a che ora arriverà…

Franca             Lo deve aspettare qui, brigadiere Aldo Moretti?

Moretti            Certamente…senta, mi faccia un favore…tolga almeno brigadiere…

Franca             Va bene, signor Aldo Moretti…così va meglio?

Moretti            Meglio, grazie.

Franca             Senta…visto che deve aspettare ed io non ho niente da fare, perché non viene a vedere se il mio appartamento è sicuro, signor Aldo Moretti?

Moretti            Sicuro?

Franca             Sì, voglio dire…lei è un poliziotto, e certamente saprà consigliarmi se mettere un allarme oppure no…

Moretti            Eh, si dovrebbe vedere la casa…

Franca             Se viene di là con me gliela faccio vedere, signor Aldo Moretti.

Moretti            Va bene, ma cerchiamo di fare presto, altrimenti se arriva il commissario e non mi trova qui passerò dei guai….Via dal fondo seguendo Franca

Scena XI

Anna, Arturo, Isabella, Clotilde, Commissario, Astolfo, Ramon, Moretti, Franca.

Anna               Rientra da sinistra seguita da Isabella e Arturo Io insisto a dire che la cosa migliore da fare è dire tutto alla polizia.

Arturo             Non ci faranno nemmeno finire di parlare. Ci metteranno subito in galera.

Isabella           Papà, la mamma ha ragione…dai retta, non ci sono altre strade. Telefoniamo al commissario Guarente e facciamolo venire qui.

Arturo             E va bene. E che Dio ce la mandi buona. Si avvicina al telefono

Clotilde           Entra da destra con la valigetta in una mano e una pistola spianata nell’altra. Tu non telefoni proprio a nessuno.

Anna               Zia Clotilde!

Isabella           Ma tu…tu parli!

Clotilde           Certamente che parlo…in questi venti anni non parlare è stata la cosa che mi ha fatto più soffrire…ma ora finalmente è finita. Ora mi godrò il meritato frutto del mio lavoro. Forza Arturo, dimmi dove hai nascosto la neve di zio Anselmo.

Arturo             Ora capisco tutto! Ecco perché tuo fratello tutte le settimane ti veniva a trovare! Questa casa era diventata una base di smistamento per la droga!

Clotilde           Bravo. Vedi che non sei poi così cretino come sembri? La neve che arrivava dal Venezuela veniva nascosta qui, e io la portavo agli spacciatori quando andavo a messa…e ora dimmi dove hai nascosto la coca.

Arturo             Neanche se mi ammazzi.

Clotilde           Guarda che lo faccio…

Anna               Ma come! Dopo tutti questi anni passati insieme…

Clotilde           Appunto, sono troppi. Non vi sopporto più. Dimmi dov’è la coca perché ti sparo in un ginocchio.

Arturo             NO! Accidenti! Se avessi chiamato subito il commissario!

Comm.            Entra dal fondo; vede Clotilde con la pistola in mano, estrae la sua. FERMA LI’!

                        Getti la pistola a terra! Presto! E si metta contro il muro! Clotilde esegue.

Arturo             Dirigendosi verso il commissario Commissario, meno male che è arrivato lei…

Comm.            FERMO! NON SI MUOVA! VADA AL MURO! E ANCHE VOI DUE, FORZA!

Arturo             COMMISSARIO! Che le prende? Noi siamo i buoni!

Comm.            Ancora non lo so. Vedremo.

Anna               Commissario, nostra zia Clotilde era in combutta con gli spacciatori! Si facevano portare la coca dai fornitori venezuelani!

Arturo             Ah sì? E chi sarebbero questi fornitori venezuelani?

Ramon                        Entra con la pistola in mano NOIALTROS! TIRA LA PISTOLA EN EL SUELO!

Comm.            Che ha detto?

Arturo             Credo che abbia detto di buttare la pistola per terra...

Comm.            Ah, ecco...Mette la pistola per terra, e la raccoglie Clotilde.

Anna               MAMMA MIA IL MANIACO!

Isabella           Maniaco? Che maniaco?

Astolfo           Entra dal fondo Bene bene...che bel quadrettino di famiglia!

Arturo             Ma quello...quello è...

Anna               ZIO ASTOLFO?

Arturo             ZIO! COSA FAI QUI DOPO VENT’ANNI?

Isabella           Ma non avete ancora capito? E’ lui il Boss della neve! Quello che ha ideato questo traffico dal Venezuela!

Clotilde           Finalmente qualcuno in famiglia con un po’ di materia grigia dentro la zucca...

Astolfo           Avete creduto sempre che fossi fuggito...in realtà ero d’accordo con Clotilde e mio cognato Anselmo...fu proprio lui, con le sue conoscenze, a farmi andare in Venezuela, a controllare il traffico di coca...ma adesso basta. Abbiamo messo da parte abbastanza soldi. La neve che c’è in questa casa ha un valore di settecentomila euro...che aggiunti ai risparmi di questi anni fanno una bella sommettina... Clotilde, hai trovata la coca?

Clotilde           Non ancora...

Astolfo           E cosa aspetti? Forza, c’è un aereo che ci sta aspettando!

Moretti            Entra dal fondo tutto spettinato e reggendosi i calzoni con una mano; nell’altra mano ha una pistola spianata contro la testa di Astolfo ho paura che dovrà aspettare ancora parecchio...GETTATE LA PISTOLA! FORZA! Ramon e Clotilde eseguono, e le pistole vengono raccolte dal Commissario.

Comm.            Ho paura che i vostri sogni di gloria siano miseramente naufragati...e bravo l’appuntato Moretti! Che tempismo! Ma cos’ha fatto? Ha avuto un incidente?

Moretti            Peggio, commissario, peggio! Poi le racconto con calma...

Comm.            Ma perchè si regge i calzoni?

Moretti            COMMISSARIO! PERCHE’ SENZA BOTTONI MI CASCANO!

Comm.            Bene, lo scriverà sul rapporto. Intanto portiamo questi furfanti alla centrale...

Arturo             Mi scusi, signor commissario...dobbiamo venire anche noi?

Comm.            No, per ora no, ormai la dinamica del reato è chiara...basta che vi teniate a disposizione...a proposito, adesso mando qualcuno a ritirare la coca...è sempre in questa casa, vero?

Arturo             Certamente. L’ho nascosta io.

Moretti            Commissario, c’è da recuperare anche le cimici..

Comm.            Già...torneremo in giornata a togliere le microspie.

Arturo             Ci stavate spiando?

Comm.            Diciamo che avremmo voluto.Non ho potuto nemmeno ascoltare le registrazioni, perché il furgone del latte è caduto nel fiume. Tutte le apparecchiature…che disastro…

Isabella           Ecco! Ora capisco perchè il lattaio voleva il commissario!

Comm.            Bene...Adesso questo caso passa all’Interpol, che indagherà sul percorso della neve...FORZA, VOI TRE, CAMMINARE! VI ASPETTA UN LUNGO PERIODO DI VACANZE A SPESE DELLO STATO! Escono dal fondo Ramon, Clotilde e Astolfo seguiti dal brigadiere Moretti e il commissario Gaudenti che tengono le pistole spianate

Scena XII

Anna, Arturo, Isabella, Franca.

Anna               E’ finita.

Isabella           Meno male...con tutte quelle pistole...

Arturo             Mi sembra un sogno. Zia Clotilde una spacciatrice.

Anna               Bei parenti che ti ritrovi!

Arturo             Già, abbiamo corso un bel rischio! Vieni, Anna, andiamo a recuperare quella polvere bianca e prepariamola per quando verranno i poliziotti...

Anna               Ora si può finalmente sapere dove l’hai nascosta?

Arturo             Certamente...l’ho messa...L’arrivo de Franca lo interrompe.

Franca             Entra dal fondo Permesso? Scusate,  non avete per caso visto un uniforme con un poliziotto dentro?

Anna               Franca! Ma non stavi cercando un uomo vestito di bianco?

Isabella           E dopo non ne avevi perso uno vestito di nero?

Franca             Prima. Ma poi le opzioni sono aumentate. E’ arrivato un brigadiere in uniforme.

Isabella           E ...quindi?...

Franca             Spariti, volatilizzati. Tutti e tre. Una cerca di essere gentile, e guarda come finisce...

Arturo             Per caso quello vestito di nero si chiama Amintore?

Franca             Sì, Amintore! Lo ha visto?

Arturo             Per l’amor di Dio...Si tocca.  Però so come può fare a trovarlo.

Franca             Ah sì? E come?

Arturo             Facile...vada al primo funerale che c’è domani in città. Lui sarà sicuramente lì.

Franca             Grazie, signor Arturo...allora arrivederci...Esce dal fondo

Isabella           Tutto è bene quel che finisce bene.

Arturo             Già.

Anna               Arturo, ho bisogno di due piaceri.

Arturo             Tutto quello che vuoi, amore mio.

Anna               Primo, chiudi la porta d’ingresso a chiave, altrimenti la prossima volta chissà chi entra...

 Arturo            E il secondo piacere?

Anna               Butta via gli sci, li scarponi e tutta l’attrezzatura invernale. D’ora in poi non voglio mai più sentir parlare di neve!

FINE