La noia

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LA NOIA (ANNOY ANCE)

di

SAM BOBRlCK

Traduzione di Maria Teresa Petruzzi

PERSONAGGI:

ETHAN STECKLER, sui 30 anni

Dr. ANITA WELLS, sui 40 anni

Dr. SIDNEY GATES, sui 35/40 anni

SCENA l.

TEMPO: Il presente. Èil primo pomeriggio.

IL LUOGO: Tutta la commedia si svolge nello studio di una terapista. Sulla sinistra della scena c 'èuna porta che dàsullo studio esterno, Sul proscenio a destra c'èun tavolo con un telefono e una rubrica telefonica rotante.

Al centro della scena vi sono due sedie messe ad angolo in modo che chi le occupa sia visibile l'uno all'altro ed anche dal pubblico. Una sedia analoga èsul fondo a destra. Tra le sedie, ma leggermente dietro di esse, c'èun tavolo con una scatola di Kleenex. Davanti al tavolo c'èun cestino per la carta.

All'alzarsi del sipario la stanza èin penombra. La porta si apre ed entra la Dottoressa Anita Wells, una donna sulla quarantina. Accende la luce e posa la borsa sul tavolo tra le due sedie e poi va verso la rubrica rotante, individua una scheda, prende il ricevitore e digita un numero telefonico.

ANITA      - Pronto, Donna. Scusa se ti chiamo cosi tardi. Ho appena avuto un'emergenza e ho                                   dovuto cancellare tutti gli impegni del pomeriggio. Sì, tutto il pomeriggio .. Èun                                  problema serio. Dì' al Prof. Stevens che mi dispiace molto ma sono sicura che capirà.                     Sì. Grazie.

                         (Riaggancia, fa una pausa, sospira. Si sente squillare un campanello elettronico.                                        Una piccola luce si accenda sulla porta a indicare che èarrivato un paziente. Anita                                   va alla porta, accende l'indicatore luminoso ed apre la porta. ÈEthan Steckler, un                                 uomo sulla trentina.)

ANITA      - (Continuando) Il signor Steckler?

ETHAN     - Sì.

ANITA      - Si accomodi, prego.

ETHAN     - Grazie. (Si guarda intorno, mentre Anita lo guida verso le due sedie) Bell'ufficio. lo                                avrei usato una tinta diversa per le pareti, ma anche cosìnon èmale. Su quale sedia                              preferisce che mi sieda?

ANITA      - Quella che preferisce.

ETHAN     - Bene, credo che mi siederòsu questa.

                         (Indica, attraversa la stanza e va a sedersi sulla sedia piùlontana)

ANITA      - Bene.

ETHAN     - A pensarci bene, preferirei sedermi su questa.

                         (Va verso l'altra sedia)

ANITA      - Certo.

                         (Ethan si siede)

ET HAN    - No. No, credo che l'energia sia migliore in quella.

                         (Va verso l'altra sedia)

ANITA      - Quella dove si sente piùa suo agio.

ETHAN     - Grazie. Credo che questa vada meglio.

                         (Mentre Anita sta per sedersi sulla sedia libera, Ethan rapidamente scivola verso                                        l'altra sedia)

                   (Continuando) Sinceramente, credo che questa vada meglio.

ANITA      - Bene. (Si siede. Tira fuori una penna e un quaderno per gli appunti) Dunque, signor                               Steckler, quando mi ha chiamato stamattina al telefono, lei mi èsembrato un po' ..,                     un po’...

ETHAN     - Ansioso?

ANITA      - Sì, molto ansioso. In effetti, lei sembrava quasi...

ETHAN     - Disperato?

ANITA      - Sì. Disperato. E quasi allarmante. Come le ho detto, io non ricevo il martedì, ma, date                            le circostanze, ho pensato che era urgente che io la incontrassi.

ETHAN     - (Riflette) Le sono sembrato ansioso e disperato?

ANITA      - Molto. Èuna fortuna che io controlli la mia segreteria telefonica piùvolte nella                                       giornata. Ho annullato tutti gli impegni che avevo preso per questo pomeriggio, per                              essere qui.

ETHAN     - Mi dispiace.

ANITA      - Beh, fa parte del mestiere.

ETHAN     - (Pensieroso) Ansioso e disperato?

ANITA      - Molto.

ETHAN     - Mi dispiace, sinceramente, che lei abbia avuto questa impressione. Voglio dire anche                              se pensavo che fosse molto importante che io la vedessi, come èpervenuta a questa                             ansiosa e disperata conclusione èun po' strano... specialmente basandosi sul tono della                 mia voce che, se non altro, èdi solito molto ragionevole e calmo, come ovviamente lo è              ora. Mi creda, non ero néansioso nédisperato, tutto sommato.

ANITA      -Ah no?

ETHAN     - Niente affatto. Anzi, mi chiedo come mai ha usato quelle parole, ansioso e disperato.

ANITA      - Non lo era?

ETHAN     - Niente affatto. Non so dove ha sentito queste parole, ansioso e disperato.

ANITA      - Signor Steckler, non ho tirato fuori io queste parole.Èstato lei che mi ha detto queste                            esatte parole qualche istante fa.

ETHAN     - Io?

ANITA      - Sì, lei!

ETHAN     - Beh, c'èun'altra cosa che deve scoprire su di me. lo sono molto percettivo. Quando mi                           sono reso conto che lei era in ansiosa ricerca delle parole giuste per descrivere quello                            che secondo lei era il mio stato emotivo, quelle sono state le prime due parole che mi                        sono venute in mente e cosìgliele ho dette.

ANITA      - Davvero?

ETHAN     - Sì.

ANITA      - Dunque adesso mi sta dicendo che quando ha chiamato non era néansioso né                                        disperato?

ETHAN     - Niente affatto.

ANITA      - (Col fiato corto, mentre prende degli appunti) Interessante.

ETHAN     - Èseccata?

ANITA      - In un certo senso. Ho rinunciato a un pranzo in mio onore alt 'Universitàe a un                                       prestigioso impegno per una conferenza pomeridiana per ricevere lei. Non le nascondo               che sono alquanto irritata che tutto questo sia stato del tutto inutile.

ETHAN     - Senta, mettiamola così: diciamo che c'èstato un errore di valutazione e di giudizio, per                           cui io le dòil beneficio del dubbio e le dico che mentre non sono néansioso né                                   disperato, puòdarsi che lo sia stato .. Questo la fa sentir meglio?

ANITA             - Signor Steckler. Non sto seduta su questa sedia per sentirmi meglio. Siedo su questa                               sedia per fare in modo che la persona seduta sulla sua sedia si senta meglio.

ETHAN     - Davvero? Allora sono lieto di aver scelto questa sedia. Se ricorda, avevo difficoltàa                               fare una scelta.

ANITA      - Signor Steckler, possiamo dire che lei èun ansioso?

ETHAN     - Certo. Perchésarei qui se non lo fossi?

ANITA      - Normalmente, lei non lo sarebbe.

ETHAN     - Sono molto ansioso.

ANITA      - Sì.

ETHAN     - In effetti non vedevo l'ora di incontrarla.

ANITA      - Uh huh.

ETHAN     - In un ragionevole e pacato modo dìparlare naturalmente.

ANI T A    - Mmmmmm.

ETHAN     - Ma non del tutto ragionevole e calmo, non so se mi spiego.

ANITA      - Sinceramente no, ma tuttavia lei èqui e a quanto pare si rende conto di avere bisogno                             di stare qui e immagino sia questo che conta, giusto?

ETHAN     - Assolutamente.

ANITA      - Bene. Allora, da dove incominciamo?

ETHAN     - Incominciamo con la sua parcella.

ANITA      - Bene. La mia tariffa standard èdi centocinquanta dollari per una seduta di cinquanta                                    minuti.

ETHAN     - Ah sì? Èla sua tariffa standard?

ANITA           - Esatto.

ETHAN     - Beh, qual'èquella non standard?

ANITA      - Cinquanta èquella corrente. Se la puòpermettere?

ETHAN     - Sì, certo che posso permetterla. Ma questo non significa che voglia pagarla. Sono certo                           che in qualche caso lei fa degli sconti.

ANITA      - Sì, ma a chi non puòpermetterselo. Lei ha appena detto che può. Non vedo la                                         necessità...

ETHAN     - Davvero? Evidentemente lei non èuna brava donna d'affari.

ANITA      - Signor Steckler, dobbiamo proprio cavillare sulla mia tariffa?

ETHAN     - Negoziare.

ANITA      - (Seccata) Signor Steckler, ..

ETHAN     - Per favore, mi chiami Ethan. Che lo creda o no, trovo un po' imbarazzante che una mia                           coetanea mi chiami "signore". A parte questo, mi darebbe la sensazione, forse non così              sincera da parte sua, che siamo amici, se naturalmente riusciamo a trovare un                                     compromesso riguardo alla tariffa.

ANITA      - Bravo, Ethan.

ETHAN     - Bene. E come dovrei chiamarla?

ANITA      - Dottor Wells va benissimo.

ETHAN     - E se la chiamassi per nome?

ANITA      - Preferisco di no, Credo che sia molto importante mantenere un decoro professionale.                              Mi comporto così con tutti i miei pazienti.

ETHAN     - Allora vada per "Doctor Wells"

ANITA      - Bene.

ETHAN     - Comunque il suo nome mi piace molto. Anita! Èsempre stato il mio nome preferito... ANITA          - Grazie.

ETHAN -   ... come anche Sophie, Pauline ed Agnes. Èfantastico, come resistano questi vecchi                                  nomi come il suo, sempre attuali e armoniosi come sono.

ANITA      - Torniamo al mio onorario, Ethan. Sono centocinquanta dollari per una seduta di 50                                 minuti, e tanto perchélo sappia, a partire dal prossimo anno saliràa 165.

ETHAN     - Preferisco 50 minuti. Ma se la tariffa sale a centosessantacinque, vorrei disporre di                                  cinque minuti in più.

ANITA      - Non se la mia vita dipende da questo.

ETHAN     - Capisco. E va bene: accetto. Centocinquanta adesso. Centosessantacinque a partire dal                           prossimo anno. Accetta la carta di credito?

ANITA      - No. Contanti o assegno, si presume che lei abbia un documento di identità. (Un po'                                seccata) Allora, possiamo incominciare? Come mai sente il bisogno di consultarmi?

ETHAN     - (Esitante) Èpossibile che io soffra di un disordine della personalità.

ANITA      - Sarebbe a dire ...?

ETHAN     - Credo che annoio la gente.

ANITA             - Lei?

ETHAN     - Sì. Èstrano che lei non lo abbia avvertito.

ANITA             - Sto molto attenta a non esprimere giudizi avventati.

ETHAN     - Ma se fosse costretta a farlo?

ANITA      - La troverei molto noioso.

ETHAN     - Sul serio?

ANITA      - Estremamente noioso.

ETHAN     - Che su una scala da uno a dieci vorrebbe dire ...?

ANITA      - Si fidi di me. No ci vada. Ora, signor Steckler…

ETHAN     - (Correggendola) Ethan.

ANITA      - Ethan. Solo - che cosa spera di ottenere qui, Ethan?

ETHAN     - Vorrei diventare meno noioso.

ANITA      - Hm-hm.

ETHAN     - Crede che sia possibile?

ANITA      - Con la terapia tutto èpossibile, ma devo essere sincera. Nel suo caso mi sembra                                       difficile.

ETHAN     - Secondo lei sono senza speranza?

ANITA      - Non ho detto questo. Sono fermamente convinta che nessun caso èmai senza                                         speranza. Lavorando sodo entrambi e con tutta onestà, non vedo perchénon si possa                           pervenire a un risultato.

ETHAN     - Una specie di sforzo collettivo, giusto?

ANITA             - Piùo meno.

ETHAN     - Mi piace. Siamo una squadra, allora. Avanti, squadra! Avanti, squadra! Dio, quanto mi                           piaceva il basket. ..

ANITA      - Ha giocato?

ETHAN     - Volevo, ma nessuno mi lanciava mai la palla. Ecco. dottor Wells, io sicuramente farò                             del mio meglio e immagino che dovròaspettarmi che anche lei faràdel suo meglio. In                          realtàho sentito storie allucinanti sui terapisti. Due o tre addirittura con spargimento di                sangue. Quello con la catena mi ha quasi fatto vomitare.

ANITA      - Ethan, ho bisogno di farti delle domande basilari, perciòspogliati pure con me se vuoi.

ETHAN     - Certo. Perchénon dovrei?

ANITA      - Ho l'impressione che tu ti spaventi facilmente.

ETHAN     - Ah si? Beh, forse dobbiamo stabilire qual èil tuo ruolo.

ANITA      - Io non interpreto alcun ruolo. Ti ho appena incontrato.

ETHAN     - (Ci pensa su) D'accordo. Accetto, anche se con un po' di riluttanza.

ANITA      - Bene. Allora chi esattamente credi di annoiare? Amici, colleghi, parenti?

ETHAN     - Sì.

ANITA      - Sì?

ETHAN     - Sì, tutta la lista.

ANITA      - Sicché, in sostanza, stai dicendo che tu annoi...

ETHAN     - Tutti.

ANITA      - Già.

ETHAN     - Da non credere, vero?

ANITA      - Tu che cosa pensi?

ETHAN     - Forse no.

ANITA      - (Prende appunti) Okay: amici, colleghi e parenti.

ETHAN     - Anche estranei. Puòaggiungere anche quelli. Magari lasci fuori gli amici. Sono così                               noioso che non ho veri amici perchése fossero tali sarebbero amici comunque, che io li               annoi o no. Non èd'accordo?

ANITA      - Elimineremo gli "amici".

ETHAN     - Bene.

ANITA      - Dunque, rimangono i parenti, i colleghi e gli estranei.

ETHAN     - Sì, e non prenderei in considerazione colleghi e parenti troppo da vicino perché                                      francamente trovo che la maggior parte di essi èdi mentalitàcosìristretta che non mi                           passa neppure per la testa di tentare di dare un bacio a uno dìessi. Certamente non alle                 sue tariffe.

ANITA      - Ethan, mi farebbe un grosso piacere se tenesse le mie parcelle fuori da questo                              processo. Ne abbiamo giàdiscusso e dovrebbe essere accantonato.

ETHAN     - D'accordo.

ANITA      - Bene. Ora mi parli delle persone che lei annoia.

ETHAN     - Certo. Come devo procedere? Individualmente o a gruppi?

ANITA      - Come preferisce.

ETHAN     - Beh, temo che procedendo per gruppi potrei apparire anti-femminista-razzista-nazista                             -maldicente-bigotto, ma prendendoli individualmente rischieremmo di star qui per                               sempre.

ANITA      - Spero che lei non voglia porre un tempo limite al suo processo di recupero.

ETHAN     - Sono fermamente convinto che un lavoro prenda solo il tempo necessario.

ANITA      - E, a solo titolo di curiosità, quanto tempo crede che sia necessario per il suo recupero? ETHAN       - Beh, di un periodo tra i sei mesi e un anno. Che gliene pare?

ANITA      - Come un purgatorio.

ETHAN     - Ma possibile?

ANITA      - Non garantisco niente.

ETHAN     - Niente?

ANITA      - Niente.

ETHAN     - Sa che lei èfortunata ad esercitare una professione che puòallontanare certe cose. ANITA   - Possiamo andare avanti?

ETHAN     - Certo. E a titolo di incoraggiamento vorrei aggiungere che lei si sta comportando in                                modo sorprendentemente positivo.

ANITA      - Grazie.

ETHAN     - Di nulla!

ANITA      - Ethan, che cosa le dàsubito l'impressione che sta annoiando qualcuno?

ETHAN     - Me lo dicono in faccia.

ANITA      - In quale momento, di solito?

ETHAN     - Oh, non stanno a pensarci su a lungo.

ANITA      - Diciamo qualche settimana?

ETHAN     - Meno, meno.

ANITA      - Qualche giorno?

ETHAN     - Fuochino...

ANITA      - ... ore?

ETHAN     - Sta in area di porta. Le daròun suggerimento: quanto tempo ci ha messo per annoiarsi                            di me?

ANITA      - Istantaneamente.

ETHAN     - Bingo! A quanto pare ho il dono di annoiare la gente a prima vista. Dapprincipio                                     credevo che dipendesse dalla mia faccia, ma adesso sono convinto che c'èqualcos'altro.

ANITA      - E La gente le dice in faccia che lei li annoia?

ETHAN     - (Vulnerabile, sta per cedere) Èterribile, Dottor Wells. Èuna reazione quasi                                             immediata.

                         (In previsione che Ethan sI metta a piangere, Anita tirafuori un pacchetto di                                                kleenex; Ethan ne prende uno)

ETHAN     - (Continuando) A volte la cosa èquasi brutale. Ècome se io avessi trasformato la noia                             in una forma d'arte.

                         (Si soffia il naso nel Kleenex che getta poi a terra accanto al cestino della carta)

ANITA      - (Un po' disgustata dal kleenex per terra) E così, quando esprimono questa                                               informazione apparentemente attesa... lei come reagisce?

ETHAN     - Con molto candore. Gli dico di baciarmi il culo.

ANITA      - Ah! E loro come reagiscono?

ETHAN     - Di solito tiro fuori sempre il peggio di me. Viviamo in una societàpermalosa. Meno                                male che c'èla pena di morte.

ANITA      - Perchénon proviamo a recitare un ruolo. Supponiamo che sia la prima volta che mi                                 vede, diciamo a una festa molto elegante. Lei èin piedi accanto a me. Io dico: "Una                            bella festa, vero?" Lei cosa risponde?

ETHAN     - Le andrebbe di andare in bagno a farci una scopatina? !

ANITA      - Oh, mio Dio.

ETHAN     - Senta, lo so che corro troppo, ma èun secolo che non faccio sesso e in questo                              momento èl'unica cosa che mi interessa.

ANITA      - Lei èun porco, signore.

ETHAN     - E lei puòmangiare un piatto di merda. Stiamo ancora recitando?

ANITA      - Non ne sono sicura. Oh, povera me. Lei ha un problema, vero?

ETHAN     - Beh, mi manca una vera vita sociale, se èa questo che allude. Ma come puòvedere dal                           modo in cui ho trattato le cose durante la nostra piccola recitazione, non ho mai dato                           segno di disperazione o ansia. In realtà, piùne parliamo, adesso, piùpenso che in                                sostanza il mio problema èforse una piccola mancanza di personalitàche sono sicuro                          che una persona della sua statura ed abilitàdovrebbe poter individuare sul crescere in un                   tempo piùbreve di quello pianificato in precedenza e oserei sperare in un prezzo più                     ragionevole. A proposto, lei fa degli sconti agli anziani?

ANITA      - Lei non èun anziano.

ETHAN     - No, ma se cosìfosse potrebbe avere un senso economico per me rimandare.

ANITA      - Dia retta a me, Ethan, io faròdel mio meglio per rimetterla in circolazione al più                                     presto.

ETHAN     - Mi èsembrato di avvertire un po' di ostilitànelle sue parole, o sbaglio?

ANITA      - Mi dispiace averle dato questa impressione. Tuttavia il mio scopo, con tutti i miei                        pazienti, èquello di rimetterli in sesto il piùpresto possibile, e mentalmente a posto.                             Quanto a lei, vorrei accelerare il processo. Ora mi dica, da quanto tempo accusa                             questo... questo...

ETHAN     - ... piccolo difetto di personalità?

ANITA      - Chiamiamolo così.

ETHAN     - Mi ci lasci pensare... mi lasci pensare... lo direi... direi... da sempre.

ANITA      - Dall'infanzia?

ETHAN     - Prima ancora.

ANITA      - Dalla nascita?

ETHAN     - Da quando ero nell'utero materno. Anche se non ero ancora nato, avvertivo quando                                mia madre mi trovava noioso.

ANITA      - Sul serio?

ETHAN     - Si dava dei pugni nello stomaco.

ANITA      - Lei ricorda questo?

ETHAN     - Come fosse ieri, quando qualcuno mi ha dato, proprio ieri, un pugno nello stomaco.

ANITA      - Oh?

ETHAN     - Una suora. eravamo in un bar, uno vicino all'altra, aspettando di prendere un vassoio.

ANITA      - Ebbene?

ETHAN     - E le ho chiesto, molto gentilmente, se voleva andare al bagno e...

ANITA      - Per favore, non dica altro.

ETHAN     - Mi ha dato la Bibbia sulla testa, tanto per la santitàdella religione.

ANITA      - (Quasi aggressiva) Ethan, si puòsapere perchémai ha aspettato tanto tempo prima di                             cercare aiuto?

ETHAN     - Perchénon mi ero mai preoccupato, prima. Erano gli altri a preoccuparsi.

ANITA           - Sì, ma perchéha deciso di fare qualcosa, adesso?

ETHAN     - (Tristemente, di nuovo sull’orlo del pianto) Mi sento solo, Dottor WeIls. E speravo che                           avrei finalmente incontrato qualcuno che mi volesse bene incondizionatamente, per il                           mio vero io, per come sono.

                         (Anita gli porge di nuovo i Kleenex. Lui ne prende uno)

                   Ma non credo che accadrà.

                         (Si soffia il naso e senza pensarci tanto su, porge il kleenex usato nella mano di                                    Anita, che, sorpresa e schifata, lo getta immediatamente nel cestino della carta)

                   Mi rendo conto che bisogna cambiare qualcosa.

ANITA      - Questo ècerto. (Malvolentieri) Comunque, devo ammettere che trovo il suo                                            atteggiamento molto maturo e sano.

ETHAN     - (Si volta verso di lei) Oh, lasci perdere queste stronzate, dottor Wells. Non mi tratti                                 con condiscendenza. Io saròpure noioso, ma non stupido. So benissimo che sono solo                         chiacchiere

ANITA      - Il mio commento doveva essere soltanto un incoraggiamento.

ETHAN     - Non mi interessano le sue intenzioni. C'erano delle implicazioni che non ho                                              apprezzato. Non vorrei offenderla ricordandole che lei ha a che fare con un essere                                umano molto consapevole e, come ho detto prima, percettivo.

ANITA      - (Con fermezza) Signor Steckler…

ETHAN     - La prego: non ho finito. Penso davvero che lei dovrebbe scegliere le sue parole con                                 maggiore attenzione. Specialmente se ha a che fare con persone abbastanza sfortunate e                      afflitte da una fragile disposizione come la mia. Provi perciòad essere un po’più                           sensibile, se non un po' piùdiplomatica, d'accordo, Dottor Wells? E cerchi di ricordare                    che non sono venuto qui per essere ferito nei miei sentimenti.

ANITA      - Senta, signor Steckler…

ETHAN     - Ethan. Mi pareva che fossimo d'accordo per Ethan.

ANITA      - Chiariamo subito una cosa: non apprezzo, e non tollereròpiù, un suo comportamento                  contrario e antagonista.

ETHAN     - No?

ANITA      - No!

ETHAN     - D'accordo.

ANITA      - Procediamo?

ETHAN     - Prego. Non si faccia interrompere da me.

ANITA      - Supponiamo che parliamo di lei e del suo posto di lavoro.

ETHAN     - Supponiamo.

ANITA      - Che lavoro fa?

ETHAN     - Lavoro per il mio defunto padre.

ANITA      - Che cosa significa, esattamente?

ETHAN     - Prima di morire, ingaggiòalcuni noti avvocati e contabili per sistemare gli affari in                                  modo da poter dirigere l'azienda anche dopo la morte. Oggigiorno ci sono tante                                   scappatoie, avvocati e contabili in grado di farlo. Io speravo che avrebbe lasciato a me                     l'azienda.

ANITA      - Invece non l' ha fatto?

ETHAN     - No, non l'ha fatto.

ANITA      - E lei c'èrimasto male?

ETHAN     - Beh, certo. Mi sarebbe piaciuto occupare il suo ufficio. C'èuna finestra, e anche un                                 bagno personale. Chiunque con un po' di cervello si rende conto che ora non gli servono                      più. Io ci rimasi molto male, stavo addirittura per mollare tutto, ma non ho voluto dargli               questa soddisfazione.

ANITA      - Dunque c'era un conflitto tra lei e suo padre?

ETHAN     - No, niente affatto. Perchésalta a queste conclusioni, Dottor Wells? Èmolto poco                                          professionale.

ANITA      - Nessun conflitto.

ETHAN     - Esatto. Non c'èstato assolutamente alcun conflitto tra noi.

ANITA      - Nessuno?

ETHAN     - Nessuno. Semplicemente, non voleva parlarmi. Mi creda, questo non mi creava alcun                  problema. Ci devono essere delle forme di comunicazione tra le persone se deve                                  insorgere un conflitto, e noi non ne avevamo, quindi non esisteva alcun conflitto. Mio                         Dio, credevo che glielo avessero insegnato in "terapia di base".

ANITA      - Forse le cose avrebbero tratto giovamento se lei si fosse dimostrato meno ostile.

ETHAN     - Ostile? Senta, mi hanno dato del noioso, ma nessuno mai mi ha definito ostile. Odio la                           parola "ostile" e gradirei che non la usasse.

ANITA      - Lei l'ha usata. Ha definito me ostile.

 ETHAN    - Èdiverso. Io la pago. Ho un diritto. Sa una cosa, avverto un crescente risentimento da                           parte sua nei miei confronti, Dottor Wells. E francamente, non ne ho alcun bisogno. In                        ogni caso, non da lei, che èappena entrata nella mia vita e si comporta come se potesse                  prendersi tutte le libertàche vuole decidendo chi e che cosa io sono realmente, Non lo                      accetto, assolutamente. Possiamo proseguire? Sento che ci stiamo impantanando. Ma                           d'altra pane sento che stiamo facendo grandi progressi. Non trova?

ANITA      - Francamente, non so che cosa stiamo facendo. Lei èun soggetto molto complesso.

ETHAN     - Grazie.

ANITA      - Signor Steckler, possiamo parlare di sua madre?

ETHAN     - Preferirei di no.

ANITA      - E io preferirei di sì.

ETHAN     - D'accordo. Ma la prego soltanto di non insistere piùdel necessario. Non èun                                          argomento molto piacevole.

ANITA      - Èancora viva?

ETHAN     - No. Èmorta diversi mesi dopo mio padre.

ANITA      - Mi dispiace.

ETHAN     - Non èil caso. Èstata una benedizione.

ANITA      - Sul serio?

ETHAN     - Mi creda. Dopo la caduta dal treno non era piùla stessa. Non ricordava nemmeno chi                             fossi.

ANITA      - Era caduta da un treno?

ETIlAN      - Caduta, spinta, che importanza ha? Ormai èpassato. Dio, se penso alla polizia che mi                 interrogògiorno e notte solo perchéavevo qualche graffio in faccia...

ANITA      - La polizia sospettòdi lei?

ETHAN     - No, no. Cosa glielo fa pensare? E poi, c'erano tutte le prove circostanziali. La stavo                                 portando in Florida per il suo compleanno. Era stato un viaggio tranquillo fino al                                  Maryland, quando il treno entròin una galleria e lei cadde dal treno. Son cose che                                 possono capitare con le persone anziane. Comunque, l'indagine èancora in corso e il                         mio avvocato mi ha consigliato di non parlarne con nessuno. Perciòdimentichi quel che                  le ho detto, okay?

ANITA      - Bene. (Sospira) Ora, prima dell'incidente, com'erano i suoi rapporti con sua madre?

ETHAN     - (Si illumina di gioia) Meravigliosi. Che lo creda o no, io ero il suo preferito.

ANITA      - Mi fa piacere sentirlo. Quanti fratelli e sorelle ha?

ETHAN     - Nessuno. Mia madre aveva un'infinitàdi animaletti: Sa, uccellini, gatti, serpenteIli... E                            tra questi, io ero il suo preferito. Almeno così mi diceva sempre, e davvero non avevo                          alcun motivo di dubitarne. Naturalmente, quando lessero il suo testamento e seppi che                        aveva lasciato tutto ai gatti, ci rimasi malissimo, ma spero che tutto si sistemi presto in                   tribunale e a mio favore, adesso che tutti quegli stupidi animali sono morti.

ANITA      - Sono morti?

ETHAN     - Fu una terribile tragedia. Scoppiòun incendio, ma sinceramente non mi va di parlarne                             adesso. Il mio avvocato ha detto che non dovrei parlarne con nessuno.

ANITA      - Ethan, lei voleva bene ai suoi genitori?

ETHAN     - Per la maggior parte, sì.

ANITA      - Mi parli di quel che non le piaceva di loro. Quali erano le circostanze?

ETHAN     - Mi dava fastidio quando smettevano di parlare ogni volta che io entravo nella stanza. ANITA         - Hmm. E poi?

ETHAN     - Tutto lì.

ANITA      - A parte quei momenti, lei gli voleva bene.

ETHAN     - Beh, no. Non proprio. Specialmente quando mi punivano.

ANITA      - Per cosa?

ETHAN     - Beh, sa com'è... marachelle normali di bambini" Bruciare le cose. Rompere i vetri.                                   Rubare i soldi dal borsellino della mamma. Uccidere i gatti. Le solite cose che fanno i                          bambini.

ANITA      - Mi sembrano cose abbastanza gravi.

ETHAN     - Davvero? Non credevo che fossero cosìgravi. Naturalmente i tempi cambiano e molte                            di quelle cose probabilmente sembrano molto piùanti-sociali secondo gli schemi                                  moderni, ma quando ero adolescente io, mi creda, avevo il comportamento tipico di un                ragazzo di ventidue anni.

ANITA             - Mi dispiace, ma ammazzare dei gatti, a qualsiasi età, non èe non èmai stato quello                                  che considero un comportamento tipico di chicchessia.

ETHAN     - Davvero? Deve avere avuto una fanciullezza molto tranquilla.

ANITA      - Ho avuto una fanciullezza normale e socialmente accettabile che non prevedeva                                      l'uccisione di gatti o altre imprese simili.

ETHAN     - E che cosa intende dire? Che èmigliore di me? Èquesto che le hanno insegnato? Far                              sentire il paziente peggio di quanto stia in realtà?

ANITA      - Mi dispiace, io...

ETRAN      - Lei ha ancora molto da imparare riguardo ai sentimenti, dottor Wells, e non dovrei                                  essere io a farglielo notare. Possiamo andare avanti? Accidenti, la parcella che certi                          professionisti chiedono di 150 dollari l'ora èun crimine.

ANITA      - Senta, che le piaccia o no, questa èla procedura.

ETHAN     - D'accordo, d'accordo. Ma sembra che lei voglia affrontare problemi che mi mettono a                             disagio e questo ènoioso.

ANITA      - Lei ènoioso.

ETHAN     - Beh, èla prima cosa che le ho detto, no? Dio mio, stiamo girando intorno a un circolo                             vizioso, vero? Accidenti alle Pagine Gialle. Èl'ultima volta che le uso per trovare                                 qualcuno. Idraulici, carpentieri e terapisti. Èun lavoro di merda.

ANITA      - (Alzandosi) Senta. questo non funziona. In realtànon vedo come possa funzionare. ETHAN            - (Senza ironia) Perchéno? Secondo me funziona. Non mi sono mai sentito così                          disponibile e a mio agio con nessuno. Si impegni, dottor Wells. Sta facendo un ottimo                     lavoro e mi creda, ne sono sorpreso quanto lei. A dir la verità, stavo per darle della                           stupida oca. Sono convinto che il suo metodo èquello giusto, dopo tutto, in un ceno                        senso vedo da dove èpartita.

ANITA      - Beh, sinceramente io non vedo da dove èpartito lei.

ETHAN     - Davvero? Allora, stando cosìle cose, lei forse potrebbe rivedere la sua tariffa, visto                                che bene o male noi due. Impareremmo e cresceremmo insieme.

ANITA      - Quello che intendo dire, signor Steckler, èche non me la sento di prenderla come                                   paziente. No, lasci che glielo dica piùesplicitamente. Io mi rifiuto assolutamente di                              prenderla come paziente.

ETHAN     - Solo perchého ammazzato qualche gatto? Dio mio, lei èproprio cocciuta, sa?

ANITA      - No, soltanto previdente. In questi soli pochi minuti che ho passato con lei, l 'ho trovato                           non solo noioso, ma insopportabile, spregevole, irritante, odioso e maleducato.

ETHAN     - Appunto! Proprio come tutti gli altri, dunque ora si rende conto contro che cosa devo                                    lottare. Mio Dio, stiamo facendo progressi.

ANITA      - Accidenti, Steckler, cerchi di capire, io non la voglio come paziente. Non posso                                      aiutarla, e quel che piùconta, non voglio aiutarla. Lei èun essere umano assolutamente              miserabile, odioso, e la detesto piùdi chiunque altro abbia mai conosciuto in vita mia.

ETHAN     - E ...?

ANITA      - Non c'ènessun "e". Semplicemente voglio che se ne vada da questo studio, subito e                                per sempre.

ETHAN     - (Durante le battute che seguono, si alza e aiuta Anita a sedersi e poi si siede a sua                                   volta) Oh, andiamo, non vuole conoscere i miei sogni? Sono davvero sgradevoli.                              Specialmente quello in cui io vado in giro per un supermercato, completamente nudo,                          mostrando a tutti il mio pene.

ANITA           - (Si alza di nuovo) Se non esce immediatamente da questo studio chiamo la                                               sorveglianza.

ETHAN     - Ma io ho un terribile bisogno di aiuto.

ANITA      - Sì, ma per il mio bene non sono in grado di darglielo.

                         (Si accinge ad uscire. Lui le afferra il braccio e la fa girare su se stessa)

ETHAN     - Dottor Wells, Anita, di che cosa ha paura, esattamente?

ANITA      - Di passare un altro minuto con lei.

ETHAN     - (Attirandola a sé) No. No, Sento che c'èdell'altro. Sento che lei sta cercando di                                      respingermi. Perché?

ANITA      - (Respingendolo) Perchéla detesto. Perchénon cerca di metterselo in testa?

ETHAN     - Detesta me? Le piacerebbe che le credessi, eh? Ma io sento che c'èqualcosa di più.                                 Non potrebbe essere che lei si sta innamorando di me?

ANITA      - Cosa?!

ETHAN     - Sì, innamorando. Nella mia malattia lei ha evidentemente scoperto un certo fascino                                 che io inconsciamente posseggo, che anche se probabilmente un po' repulsivo a prima                          vista, si rivela stranamente intrigante ed eccitante. Questo, aggiunto al fatto che gli                           opposti si attirano, lo aumenta. Èmolto strano, ma in questo particolare momento delle                 nostre vite non dovremmo trascurare nulla, tanto piùche èrisaputo che la maggior parte               dei terapeuti sono essi stessi ansiosi. Che ne direbbe di andare in bagno e farci una                                 scopatina?

                         (Anita prende la borsetta, estrae un cellulare e digita un numero)

                   (Continuando) Che cosa fa?

ANITA      - Chiamo la Sorveglianza. Oltre ad essere un assoluto, odioso, noioso pezzo di merda,                               lei èchiaramente un degenerato.

ETHAN     - (Alzandosi, le toglie il telefono dalle mani) Dottor Wells! La prego! Io ho bisogno di                               lei. Non ho nessuno. Potrei suicidarmi. O addirittura uccidere. E lei rifiuta di curarmi?                         Oh. Dottor WeJls... Ho la sensazione che stia per cadermi addosso una causa legale.

ANITA      - E non sbaglia, lei èun maniaco! (Incomincia a prenderlo a pugni) Miserabile                               sicofante!

ETHAN     - Dottor Wells, lei sta perdendo il controllo…

ANITA      - Bastardo! Bastardo!

ETHAN     - (Le afferra le mani e gentilmente la guida a sedersi sulla sedia) Si ricomponga, Dottor                            Wells. Respiri profondamente. Yoga? Perchénon pratica un po' di yoga? (Scandisce ad                       alta voce) Ooohm! Ooohm! Adoro lo yoga. Mi mantiene in equilibrio.

ANITA      - Testa di cazzo preservativo!

ETHAN     - La prego, si calmi. Sta perdendo il controllo.

ANITA      - Psicopatico-bastardo!

ETHAN     - (Gentilmente l'aiuta a sedersi) La prego, Dottor Wells. Lei non si sta comportando da                             professionista, accidenti!

ANITA      - (Sforzandosi di ricomporsi) Sì. Sì. Ha ragione. Mi dispiace, Mi dispiace sinceramente.                             In tutta la mia vita non mi èmai capitato di perdere il controllo fino a questo punto.                             Mai. Mai. Lei ha pienamente ragione.

ETHAN     - Grazie.

ANITA      - (Incomincia a trarre dei profondi respiri. La sua energia ècompromessa. Interpreta il                             resto della scena in uno stato quasi catatonico, accompagnato da sussulti del corpo) Sì.                       Sì. Lei ha pienamente ragione.

ETHAN     - Beh, adesso che siamo passati ai complimenti, lei non èpoi tanto male. Nessuno èmai                            riuscito ad aprirmi in questo modo come un libro, prima d'ora. Ad espormi totalmente e                       a guardare il mio vero io.

ANITA      - Mi scusi, ma adesso dovrei proprio andare.

                         (Le manca la forza di camminare, scivola in ginocchio e lentamente cerca di uscire                                    di scena strisciando. Ethan si alza e la segue. Le chiude la via di fuga per cui lei                                   deve continuamente cambiare direzione)

ETHAN     - La cosa che mi ha piùimpressionante, èche lei non solo ha capito il mio problema, ma                            ha voluto sperimentarlo. Èimpressionante, come quegli stupidi che vanno ad esplorare               il cratere di un vulcano attivo e muoiono stracotti. Questo èmolto coraggioso da parte                          sua, Dottor Wells. Proprio coraggioso.

ANITA      - Mi scusi, ma ora devo proprio andare.

                         (Non ce la fa piùa camminare; si lascia andare sulle ginocchia e lentamente cera                                      di uscire di scena strisciando. Ethan si alza e la segue. Continua a bloccarle la via                         di fuga per cui lei deve continuamente cambiare direzione)

ETHAN     - Eppure, èevidente che lei personalmente non èsenza problemi, Sembra avere una                                   certa vulnerabilitàche potrebbe essere scambiata per debolezza. E se ècosì, vorrei                                chiederle di nuovo di rivedere il suo onorario.

ANITA      - (Cambiando direzione mentre continua a strisciare) Fuggire. Sì, devo fuggire.

ETHAN     - Ehi, non posso aspettare la prossima seduta. Comunque, mi sento giàmolto meglio.                                Mi sento piùenergico. La terapia. Sì, èuna buona cosa. Un'ottima cosa. Sono proprio                          nel posto giusto. Ho qualche speranza

                         (Anita, vedendo che non c'èvia di scampo, si trascina fino alla sedia e vi si lascia                                       andare, inerte, mentre lentamente incomincia a piangere)

ANITA      - Mamma... Mammina... Mammina.

ETHAN     - Dovrebbe bere un bicchier d'acqua, Dottor Wells. Èpallida. Va bene. Aspetterò. Non                                    ho fretta. (Guarda l'orologio) Abbiamo ancora venti due minuti di seduta. (Si siede)                            Riproviamo quel ooohm. Ooohm! Ooohml (Le luci si abbassano fino a morire)

FINE DELLA SCENA 1.

SCENA 2.

(Le luci si accendono. Il Dr. Sidney Gates, sui 45 anni, èal telefono)

SIDNEY    - Pronto, Infermiera Wilson? Sono il Dottor Sidney Gates. Telefono per mia moglie, la                             Dottoressa Anita Wells. Sta ancora farneticando? Ah! L'ha legata alletto? Bene. Non ha                     oggetti taglienti a portata dj mano? Bene. E le finestre, sono chiuse bene? Le persone                      nel suo stato tendono a gettarsi dalla finestra. Bene. Prende il Prozac? Bene. E il Paxil?                   Il Wellbutrin? Lo Zoloff? E il Valium? Bene. Sputa sempre in faccia a tutti? Non                             molto... Bene. A quanto pare si sta riprendendo.

                         (Si sente il suono di un campanello elettronico. La luce che indica l'arrivo del                                              paziente si accende)

SIDNEY    - Il signor Steckler?

ETHAN     - Ssì, sì.

SIDNEY    - Si accomodi.

ETHAN     - Grazie. (Indicando i piedi di Sidney) Belle scarpe. Deve averle pagate abbastanza, (Va                             direttamente verso le sedie) Una qualsiasi?

SIDNEY    - Una qualsiasi.

ETHAN     - Credo che mi siederòqui. (Indica una sedia, vi si dirige e si siede sulla sedia più                                     lontana da lui)

SIDNEY    - Bene.

ETHAN     - No. Preferisco quest'altra. (Va verso l'altra sedia)

SIDNEY    - Bene. (Si siede)

ETHAN     - No. No. Mi piace di piùl'altra. (Va verso l'altra sedia)

SIDNEY    - Ottima scelta.

ETHAN     - Lei crede?

SIDNEY    - Assolutamente.

                         (Mentre lui sta per sedersi sulla sedia vuota, Ethan rapidamente va a sedersi                                               sull'altra)

ETHAN     - Veramente, credo che questa vada meglio.

SIDNEY    - Bene. Anche questa ècomodissima.

ETHAN     - Sta dicendo che queste sedie sono tutte comode?

SIDNEY    - Sì.

ETHAN     - (Fa per alzarsi) Beh, in questo caso forse dovrei...

SIDNEY    - (Energico) Sìsieda lìe basta!

                         (Ethan si siede. Sidney si siede sull’altra sedia)

                   Dunque, lei sa perchéèvenuto da me.

ETHAN     - Sì. Sua moglie ha avuto un esaurimento nervoso.

SIDNEY    - Non lo definirei un esaurimento nervoso. Èstato piuttosto un incidente sul lavoro che,                           a quanto mi ha riferito, sarebbe stato provocato da lei, almeno cosìmi ha detto.

ETHAN     - Sul serio? Dal modo in cui piangeva ininterrottamente alla fine della nostra seduta, e                              chiamava costantemente la mamma, ero certo che si trattasse di esaurimento nervoso.                          Lo dissero anche i paramedici. Io volevo mandarle dei fiori, ma dopo tutte le parolacce                   che mi ha detto mentre la portavano via, ci ho ripensato.

SIDNEY    - Sì, va bene, comunque, finchénon si sente meglio, mi occupo io dei suoi pazienti. E                               mentre lei rifiutava di includere tra questi il suo nome, ho ritenuto giusto farlo.

ETHAN     - Lei èmolto gentile. Speravo che ci fosse qualcuno làfuori che volesse darmi una botta                           in testa.

SIDNEY    - Non èstata una decisione facile da parte mia. Dopo quel che ha fatto a mia moglie,                                avevo tutte le ragioni di lasciarla cuocere nella sua malattia, nel suo disagio mentale.                        Fortunatamente per lei, io mi considero prima di tutto e soprattutto un medico e sono                          riuscito a mettere da parte i miei sentimenti personali.

ETHAN     - Beh, gliene sono grato, Dottor Gates. Certamente rispetto il modo cosìprofessionale                              col quale ha affrontato la situazione. Sapesse quanto mi urta sentire a volte che molti                           suoi colleghi perdono completamente di vista il loro principale dovere e gli obblighi                     verso la loro professione. Si scopre che svolgono altre attivitàmolto remunerative,                        posseggono case di cura e centri commerciali e palazzi e improvvisamente la salute                        mentale dei quei poveri, innocenti, creduloni come il sottoscritto, passano in secondo                          piano. Uno pensa che con tutto il denaro ottenuto spremendo i loro pazienti dovrebbero                    essere soddisfatti. Ma per l'amor del cielo, quando il troppo ètroppo? Lei non possiede                nessun palazzo di appartamenti, dottor Gates?

SIDNEY    - A dire il vero, sì.

ETHAN     - Sul serio?

SIDNEY    - Sì. Quattro.

ETHAN     - Quattro?! Povero, povero, povero me! Non avrebbe per caso un appartamento libero?                             Il mio padrone di casa sta cercando da anni di mandarmi via.

SIDNEY    - No. Mi dispiace, non ne ho.

ETHAN     - Beth, mi tenga presente nel caso se ne liberasse uno. Sto cercando un bicamere, tre                                 bagni, portiere, vista sul parco al prezzo di circa duecentocinquanta al mese. Posso                     arrivare anche a duecentosettantacinque se c'èla lavatrice e l'asciugatrice.

SIDNEY    - Signor Steckler, mia moglie èuna terapista sensibile, competente e premurosa.                                         Quando mi ha raccontato l'incontro avuto con lei, non avrei saputo immaginare neppure                      nei miei peggiori incubi una persona cosìdetestabile e pericolosa come quella che mi ha              descritto.

ETHAN     - Le ha detto questo? Ma questo non èin contrasto con il segreto professionale? Io                                          potrei citarvi entrambi in giudizio, e magari ricavarne qualcosa. Lasci che ne parli in                             giro. Sicchésecondo il Dottor Blabber Mouth io sarei odioso e pericoloso. Mi scusi, ma                       non significano la stessa cosa?

SIDNEY    - C'erano altre parole: distruttivo, insidioso...

ETHAN     - Non ha aggiunto per caso "spiritoso", "affascinante" e "sexy"?

SIDNEY    - No.

ETHAN     - E intelligente?

SIDNEY    - No.

ETHAN     - Già, che importanza ha? Dunque, dottor Gates, sia lei che sua moglie siete psichiatri.                              Sono impressionato. E come funziona, se posso chiederglielo?

SIDNEY    - Molto bene.

ETHAN     - Sul serio? Nessuna competizione, nessuna gelosia, nessun risentimento?

SIDNEY    - Niente di niente.

ETHAN     - Dottor Gates, anche il fatto che sua moglie preferisca non usare il suo cognome,                                      questo non le dice niente? Non la preoccupa un po'?

SIDNEY    - Le ripeto, signor Steckler: Mia moglie ed io non abbiamo problemi.

ETHAN     - Va bene, va bene. Non c'èbisogno di scaldarsi! E il fatto che uno di voi due possa                                  essere un terapeuta migliore dell'altro? Non complica un poco le cose?

SIDNEY    - Èun'osservazione priva di sensibilità.

ETHAN     - Puòdarsi, ma andiamo, èragionevole pensare che quando due persone svolgono lo                                 stesso lavoro, non possono comportarsi esattamente allo stesso modo. Si ha la                                      sensazione che uno voglia svolgerlo meglio dell'altro, anche se di poco.

SIDNEY    - Signor Steckler...

ETHAN     - La prego, di questo parleremo piùtardi. Tanto per curiosità, Dottor Gates, quanti                                    pazienti visita nel corso di una settimana?

SIGNEY    - (Rassegnato) Direi sui trentacinque.

ETHAN     - E sua moglie?      

SIDNEY    - Non vedo il motivo...

ETHAN     - La prego, cerchi di collaborare. Vedràdove arriveremo con questo.

SIDNEY    - (con un sospiro) Direi quaranta.

ETHAN     - Bene. Allora - evidentemente - èuna migliore terapista.

SIDNEY    - Caro Ethan, mia moglie ti ritiene una persona molto sgradevole. Io giàcondivido la                                sua opinione con lei e qualcun altro, e trovo la sua posizione intrigante, anche se ho i                            miei limiti.

ETHAN     - Bene, allora lei deve essere il terapeuta migliore.

SIDNEY    - Non si tratta di essere migliore o leggermente migliore dell'altro. Ma se vogliamo                        porre fine alla discussione in modo da poter continuare, ti diròche uno di noi due può                        essere migliore dell'altro in certi settori della nostra professione.

ETHAN     - O piùdebole.

SIDNEY    - Di nuovo non trovo la definizione molto accurata nélusinghiera. Mia moglie ed io                                  siamo entrambi terapeuti perfettamente addestrati e sufficientemente scaltri. A mio                             avviso nessuno dei due èscarso in qualsiasi settore delle rispettive specializzazioni che                    abbiamo scelto.

ETHAN     - O piùdebole.

SIDNEY    - Ancora una volta, non trovo l'espressione accurata nélusinghiera. Mia moglie ed io                                 siamo entrambi terapeuti perfettamente addestrati e sufficientemente astuti. Trovo che                        nessuno dei due èscarso in qualsiasi area della disciplina scelta, rispetto all'altro.

ETHAN     - E questo potrebbe benissimo essere il caso. D'altra parte, se mette due leoni feroci in                               una gabbia e unoèpiùaggressivo dell’altro, non sarebbe corretto dire che l'unico leone                        assassino era in realtàil leone piùdebole?

SIDNEY    - Signor Steckler, non punto un soldo bucato sui leoni.

ETHAN     - Ah. no? D'accordo, facciamo le tigri, allora. Diciamo che all'ora del pasto tu getti alle                             tigri solo un pezzo di carne. Puoi scommetterei il culo che una di loro caccia a calci                              l'altra per impossessarsene, giusto? A meno che, naturalmente, una delle tigri sia                            vegetariana. Lei e sua moglie siete vegetariani, Dottor Gates?

SIDNEY    - No.

ETHAN     - Bene, perchénon frequento molto i vegetariani. Se ci fa caso, si comportano come se                        si ritenessero superiori, come se facessero la cosa giusta, al contrario di noi.

SIDNEY    - Signor Steckler, siamo qui per risolvere i tuoi problemi.

ETHAN     - Sì, certo. Ed èper questo che sono preoccupato che la gelosia e la competizione tra lei                            e sua moglie possano finire per pregiudicare la mia cura.

SIDNEY    - La competizione e la gelosia tra mia moglie e me esiste solo nella tua mente. Non                        vedo come i nostri rapporti possano interferire nel processo del tuo recupero, sempre                            che ci sia un recupero. Dio mio, sei davvero una persona molto noiosa, vero?

ETHAN     - Sì, ma una volta fatta l'abitudine, spero di comportarmi normalmente come... beh,                                   diciamo, lei. Lei si considera una persona normale, vero, Dottor Gates?

SIDNEY    - Dipende da come uno come te considera la normalità, Ethan…

ETHAN     - Beh, come uno che abbaia a un film di Disney, come "Dumbo". Secondo lei è                                        normale?

SIDNEY    - No, non direi che fosse normale.

ETHAN     - Ah no? Beh, questa èun'altra difficoltàche devo superare.

SIDNEY    - Signor Steckler, dobbiamo incominciare.

ETHAN     - Senta, prima che accetti di intraprendere la terapia, voglio essere sicuro che non sarò                              piantato in asso come èsuccesso con la mia ultima terapeuta.

SIDNEY    - Immagino che alludi a mia moglie.

ETHAN     - Devo essere onesto, Dottor Gates. Non dimenticheròmai il trauma emotivo che ho                                 provato con quella donna. Mi ha piantato in asso pieno di ansia e disperato.

SIDNEY    - Mia moglie ti ha visto per una sola seduta durante la quale, grazie a te, èstata in stato                             catatonico.

ETHAN     - E non crede che abbia lasciato il segno? Sentirmi talmente debole, talmente                                             vulnerabile quando avevo bisogno di forza, di essere guidato, incoraggiato. Èmai stato                       in Marina, Dottor Gates?

SIDNEY    - No.

ETHAN     - Beh, per essere un buon Marine ci vogliono tutte quelle qualità: forza, guida,                                           comando, coraggio.

SIDNEY    - Tu non hai visto in mia moglie il marinaio. Hai visto la terapeuta.

ETHAN     - E il punto che sta facendo?

SIDNEY    - (Frustrato) Io non sto facendo alcun punto. Ma sembra che tu stia cercando di farlo, e                           io sto perdendo la pazienza. Accidenti, vuoi che ti curi o no?

ETHAN     - Okay, okay. Io la nomino ufficialmente mio nuovo terapeuta. Va bene?

SIDNEY    - Va bene.

ETHAN     - Solo, non sia cosìsuscettibile. Santo cielo, lasci che le parli di sua moglie. Quella                         cagna era ferita a morte. Qualunque cosa dicessi, la prendeva nel verso sbagliato. Da                           uomo a uomo - era profondamente ferita. Secondo me, ha a che fare con la sua vita                          sessuale, non crede? Io sono molto percettivo come presto si renderàconto, e devo                          adeguarmi a lei. Lei non mi sembra una carnalmente soddisfatta. Non era da escludere                     che dopo un'altra seduta o due, avrei potuto incastrarla.

SIDNEY    - Ma sei pazzo? Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo?

ETHAN     - Sì. E allora? Lei èil mio terapeuta. Posso dire tutto quello che voglio. Per caso, Dottor                           Gates, ha qualche problema a rizzarlo? Non mi sembra di percepire un messaggio                                 maschile molto forte da lei.

SIDNEY    - Chiariamo subito una cosa, Ethan. Non siamo qui per parlare di me, di mia moglie, dei                            miei problemi sessuali. Siamo qui per parlare di te.

ETHAN     - Allora lei ha dei problemi sessuali?

SIDNEY    - No, non ne ho.

ETHAN     - Beh, puòconsiderarsi fortunato, visto che viviamo in tempi di perversione. Io ho un                               amico, Mario, che se ne va a spasso col cazzo in una melanzana. Quello sìche ha                                  bisogno di aiuto. Io non mangerei niente a casa sua, neanche in un milione di anni.                          Specialmente le melanzane alla parmigiana. Comunque, Dottor Gates, lei ha ragione sul                   messaggio. Deve essere puntato su di me. Certe volte sembro smarrito e ho bisogno di                         essere riportato al punto focale.

SIDNEY    - Dio, lo fa sempre.

ETHAN     - Ma io so che lei puòfarcela. Ho un sesto senso. Si, su questo non c'èdubbio,                                           finalmente mi sono messo nelle mani della persona giusta e voglio farcela.

SIDNEY    - Bene.

ETHAN     - E adesso, parliamo di soldi. Mi dispiacerebbe andare troppo avanti in questo processo                            di recupero per poi scoprire che lei vuole truffarmi. Come le ho detto prima, sono molto                      cauto riguardo alI' etica economica nella sua professione. Un individuo bisognoso come                me mette le sue palle nelle sue mani e lei si rende subito conto che le sta strizzando fino               a farle scoppiare. Lei sa cosa intendo dire, vero?

SIDNEY    - Non ne son sicuro, ma l'immagine mi piace. Di solito la mia tariffa èdi                                                     centosettantacinque a seduta.

ETHAN     - (Incredulo) Dollari?

SIDNEY    - Sì, certo, dollari. Ma mi sento obbligato a non chiederti piùdi quanto ti abbia chiesto                              mia moglie.

ETHAN     - Oh, bene. Avevamo concordato novantacinque dollari a seduta.

SIDNEY    - Sul serio?

ETHAN     - Sì, certo. Perchédovrei mentire?

SIDNEY    - Okay. Vada per novantacinque.

ETHAN     - E non una di quelle sedute da 50 minuti. Era un'ora piena.

SIDNEY    - Onorerògli impegni di mia moglie.

ETHAN     - Lei èun principe, lo sa, Dottor Gates? Un vero principe. L'unico problema è... SIDNEY       - Sì?

ETHAN     - Visto che lei prende quel che prende, come posso esser certo che non mi caricherà?                                 Sono certo che lei conosce quella vecchia espressione, "prendi quello che paghi".

SIDNEY    - Forse allora preferiresti pagarmi centosettantacinque l'ora.

ETHAN     - (sussurra incredulo) Dollari?

SIDNEY    - Sì, certo, dollari. Ma mi sento moralmente obbligato a non farti pagare piùdi quanto ti                           facesse pagare mia moglie.

ETHAN     - Oh, bene. Ci eravamo accordati per novantacinque dollari a seduta,

SIDNEY    - Sul serio?

ETHAN     - Sì, sul serio. Perchédovrei mentire?

SIDNEY    - Okay. Vada per novantacinque.

 ETHAN    - E non una di quelle stronzate da cinquanta minuti. Era un'ora piena.

SIDNEY    - Onoreròle condizioni di mia moglie.

ETHAN     - Lei èun principe, lo sa, dottor Gates? Un vero principe. L'unico problema è... SIDNEY       -…Sì?

ETHAN     - Visto che si prende una bella sommetta, chi mi garantisce che lei non mi fregherà?                                  Conosce il vecchio detto: "Prendi quello per cui hai pagato".

SIDNEY    - Preferisci forse pagarmi centosettantacinque l'ora.

ETHAN     - Oh, via, Dottor Gates. Sono tormentato, non demente.

SIDNEY    - Signor Steckler, in qualsiasi momento lei avesse la sensazione di non ricevere il                                       controvalore del suo denaro, lei potràalzarsi e andarsene.

ETHAN     - Fiducia. Lei ne ha, vero? Èmolto rassicurante. Santo cielo, sono qui da pochi minuti, e                           posso assicurarle che lei mi ha impressionato. Il suo stile mi piace davvero, Sidney.                     Posso chiamarla Sidney?

SIDNEY    - Lo ritieni necessario?

ETHAN     - Beh, potrebbe rendere il nostro rapporto un po' meno clinico. Sua moglie mi aveva                                  autorizzato a chiamarla Anita.

SIDNEY    - Ah, sì?

ETHAN     - Sì. Veramente all'inizio ce la siamo cavata bene. Ha un bel seno, vero? Lo dico come                              complimento, perciònon se la prenda a male.

SIDNEY    - (Sospirando) Vada per Sidney. Chiamami pure Sidney, se ti fa piacere.

ETHAN     - (Insistendo) Perchénon Sid?

SIDNEY    - (con fermezza) Perchénon Sidney?

ETHAN     - Va bene, va bene. Anche la fermezza. Mi piace. Vedo giàqualche speranza                                             all'orizzonte. E lei mi chiami pure Ethan.

SIDNEY    - Bene.

ETHAN     - Se cominciamo a parlare della mia fanciullezza, Ethanboy andrebbe anche meglio.È                              cosìche mi sarebbe piaciuto che mi chiamassero i miei genitori - ma non volevano, e                            non ho mai saputo perché. (Chiamando sottovoce) Ethan-boy! Ha un senso così                               affettuoso, non trova? Un senso di intimità. Se mi avessero chiamato Ethan-boy                             scommetto che la mia vita sarebbe stata tutta diversa. Anche se mi hanno messo il nome               Sparky. Anche quello sarebbe stato okay. Già, Sparky... A lei piace il nome Sparky?

SIDNEY    - Veramente preferisco Ethan-boy.

ETHAN     - Sì, anche io, credo. (Di nuovo, sottovoce) Ethan-boy, Ècommovente. Mi viene da                                   piangere. E a lei?

SIDNEY    - Non ancora.

                         (Sidney porge a Ethan un Kleenex. Ethan si soffia il naso e getta il Kleenex per                                    terra)

ETHAN     - Potrei averne un altro?

SIDNEY    - No. Dunque, Ethan, lei sostiene di non aver mai ricevuto dai suoi genitori néamore né                          intimità?

ETHAN     - (Eccitato) Ehi! Sta incominciando la terapia subito, vero? Mi piace il modo in cui c'è                              arrivato. Molto astuto. Dio, la cosa incomincia ad eccitarmi. Le dispiace ripetermi di                            nuovo l'ultima cosa che mi ha detto? Non ho sentito bene.

SIDNEY    - Ho detto "Dunque, Ethan, tu sostieni di non aver mai ricevuto dai tuoi genitori né                                amore néintimità?"

ETHAN     - (Voltandosi) Oh, certo. La colpa èdei genitori. Il vecchio clichéstandard che                                          francamente speravo che lei avrebbe evitato come la pesta. Beh, creda a me, Sidney, i                          miei genitori non hanno niente a che vedere con la mia difficile condizione e non dòla                colpa a quei figli di puttana di una cosa che mi èsuccessa, in modo che lei non debba                       proseguire alla cieca. Senta, perchéstiamo perdendo tempo su questo argomento? Mi fa                  sentire veramente a disagio. Non potremmo parlare d'altro?

SIDNEY    - Ad esempio?

ETHAN     - Ad esempio, dei rapporti al di fuori della famiglia.

SIDNEY    - D'accordo: parliamo dei rapporti al di fuori della famiglia.

ETHAN     - (sospettoso) Con chi, ad esempio?

SIDNEY    - (Seccato) Con chiunque.

ETHAN     - Intende dire con una donna?

SIDNEY    - D'accordo, incominciamo con le donne.

ETHAN     - Non sta mica insinuando che io sarei gay, vero Sidney? Io posso essere qualsiasi cosa,                            Sidney, ma non gay.

SIDNEY    - Non intendevo insinuare che lo fossi.

ETHAN     - No? Beh, a me era parso di sì: D'accordo. Ammetto di aver avuto qualche amicizia                                 maschile, ma non sono assolutamente gay. Uno cerca di adattarsi ai tempi. Uno cerca di                      adeguarsi ai tempi. Intendo dire, Dio mio, oggigiorno vai al cinema da solo e ti ritrovi                       seduto vicino a uno che ti mette le mani sul pisello, Questo fa di te un gay? Non credo.                 Come anche un incontro occasionale in un bagno pubblico. Sa qual èil posto peggiore?                   Central Park alle due del mattino. O ti scippano o ti violentano. Io non ci vado più.                     Accidenti, Sidney, ha intenzione di portare la discussione su quelle perversioni sessuali?

SIDNEY    - No, no, assolutamente. Non mi interessa discutere su quell’argomento.

ETHAN     - Sul serio? Beh, lei deve avere qualcosa che non va, amico mio, perchéio mi scaldo                                  solo a parlarne. Sa cos'altro mi infastidisce? Le parolacce scritte sui muri. Una volta sul                        muro della Biblioteca pubblica nella 42esima Strada qualcuno aveva scritto "Vaffanculo                 George Bush" e io vinsi un pezzo di legno grande come una cittadina. Non avevo                            neppure votato per lui.

SIDNEY    - Senti, perchénon parliamo delle relazioni in campo lavorativo.

ETHAN     - (Un tono nuovo. Triste) Al lavoro. I colleghi di lavoro mi odiano, quegli invidiosi                        lecca-culo.

SIDNEY    - Se ho ben capito, tu lavori per il tuo...

ETHAN     - ... Defunto padre.

SIDNEY    - E che cosa fa?

ETHAN     - Non ne son sicuro. Lui non me l'ha mai detto. Mi limito ad andare in una stanza dove                             c'èuna scrivania e un calendario del 1988 e sto seduto lìdalle nove alle cinque.

SIDNEY    - Non hai una funzione, un compito?

ETHAN     - Ehi, io sono il figlio del capo morto. Vi sono certe funzioni che si tramandano di padre                           in figlio. Tra queste, il non far nulla. Mi prendo una pausa di un'ora per il pranzo, due                          settimane di ferie a Natale e per il Ringraziamento vado a casa con un tacchino.

SIDNEY    - E sei soddisfatto di questa situazione?

ETHAN     - No, naturalmente non sono soddisfatto. Ma sono abbastanza intelligente da capirne i                              motivi. Mio padre aveva paura di me. Temeva che lo superassi e prendessi il suo posto.              Molti padri sono così, lei lo sa, hanno paura dei loro figli. Credo che abbia a che fare                          con Edipo. Sa, quel re greco sul quale fu scritta una commedia. Sarebbe il caso di                              approfondire la cosa. Parla di un figlio che uccide il padre e seduce la madre. Beh! tutto                quel che posso dirle èquesto: certamente mio padre puòessere morto in circostanze                       misteriose, ma io non ho mai fatto sesso con mia madre e lei èil maniaco piùbastardo                          che abbia conosciuto, per mettermi in testa una cosa simile.

SIDNEY    - Sai che cosa comincio a pensare, Ethan?

ETHAN     - Oh, fantastico! Adesso devo saper leggere anche nel pensiero! No, Sidney, non so che                           cosa incomincia a pensare.

SIDNEY    - Incomincio a pensare che non solo sei consapevole di essere noioso, ma èanche                                      intenzionalmente noioso. Credo che dovresti in qualche modo liberarti delle persone più                     irritanti che ti sono intorno.

ETHAN     - Lei crede? Ne èconvinto?

SIDNEY    - Sì. Certamente. Nel modo piùassoluto. Non posso credere che una persona sia un tale                            rompiballe come te senza un intervento mirato da parte di terzi.

E'IHAN     - Rompiballe. Èsicuro che sia un termine medico riconosciuto?

SIDNEY    - Nel tuo caso, sì.

ETHAN     - Ebbene, Dottor Saputone, lei si sbaglia di nuovo. Lei crede davvero che provi gusto a                            sentirmi isolato dal mondo? Crede che mi piaccia essere trattato come un pariah sociale,                      considerato con disprezzo da tutti coloro con i quali entro in contatto? Evitato come una                  piaga dovunque io vada?

SIDNEY    - Èpossibile.

ETHAN     - Ah, sì?

SIDNEY    - Sì. Si chiama auto-disistima, che, nel tuo caso, ètotalmente giustificata.

ETHAN     - (Impressionato). Auto-disistima. Oh, povero me. Se ècosì, devo riconoscere che lei è                dotato di uno spirito di osservazione superiore al normale. Sono davvero contento che                         sia lei a occuparsi di me, Sid, invece che la sua sensuale moglie. Lei non ci sarebbe                     arrivata neanche in un milione di anni. Naturalmente, èper questo che lei voleva                             assolutamente curarmi, lo ammetta, Sid. Per dimostrare a quel piccolo concentrato di                         amore carnale che lei èlo psichiatra migliore. Vede, non volevo prenderla in giro con                         quella analogia del leone e della tigre. Ma ero nel giusto circa lo scopo, Sid, non èvero?

SIDNEY    - Prima di tutto, avevamo stabilito che mi chiamassi Sidney. Fallo di nuovo, Ethan, e                                torneremo al "Dottor Gates". In secondo luogo, basta con i commenti irrispettosi su mia                      moglie; questo ètutto.

ETHAN     - Non era nelle mie intenzioni mancare di rispetto a sua moglie.

SIDNEY    - Basta così, Ethan!

ETHAN     - Dio mio, lei èproprio un duro, eh? Mi rendo conto che non posso ribellarmi a lei. Beh,                            l'autorizzo formalmente a usare con me tutti i metodi che ritiene necessari. Èla solita                           vecchia storia: devi essere crudele per essere bravo. Ricorda chi l'ha detto?

SIDNEY    - Amleto.

ETHAN     - Chi altro? Non credevo fosse lui. Dunque, mi lasci risolvere questa faccenda. Sì, io                                 posso essere noioso di proposito. Ma perché? Per spiazzare le persone, naturalmente. Mi                      chiedo se non sia qualcosa che ha a che vedere con il mio passato. Che cosa mi è                          successo in gioventùPer ridurmi in questo stato? Che cosa cerco di nascondere? Che                         diavolo mi èsuccesso anni fa che mi ha ridotto così?... Che cosa cerco di nascondere?                      Che cosa mi èsuccesso anni fa, che ha fatto di me un... qual' era la parola che ha usato               pochi minuti fa?

SIDNEY    - Un rompiballe.

ETHAN     - Esatto. Che cosa ha fatto di me il rompiballe che tutti mi accusano di essere? Un                                     essere torturato dalla propria mancanza di stima verso se stesso. Che cosa del mio                                passato mi ha costretto a rifiutare la vera persona che sono diventato, senza permettermi                 di inserirmi, di unirmi ad altri homo-sapiens perfettamente integrati e felici?

                   Per disprezzare me stesso al punto da rendere impossibile essere tollerato e sì, essere                                 amato, dagli altri? Che cosa èstato? Che cosa èstato?

SIDNEY    - Che cosa èstato, Ethan? Pensaci. Èchiuso dentro di te. Lascia che si manifesti.

ETHAN     - So che èimportante.

SIDNEY    - Molto importante.

ETHAN     - So che potrebbe cambiare tutto.

SIDNEY    - Tutto.

ETHAN     - Potrebbe perfino diventare piacevole.

SIDNEY    - Una buona occasione.

ETHAN     - Ci siamo quasi. Lo sento.

SIDNEY    - Sì, ci siamo.

ETHAN     - Che cosa èstato? Che cosa èstato? Mi dia un input. Per venticinque dollari, contiene                             la lettera "k"?

SIDNEY    - Non ne ho idea.

ETHAN     - Nessuna?

SIDNEY    - Nessuna. Sei l'unico a conoscere la risposta.

ETHAN     - Accidenti! Ricade sempre su di me. "Io ho la risposta". Beh, accidenti, Sidney, io la                               pago perchévoglio che lei abbia la risposta. Lei mi delude molto, Sidney. Mi sento                          terribilmente abbandonato e se devo essere sincero, se il mio piano medico non paga al              100 per cento la mia terapia, io non andròmai da un altro strizzacervelli perchéalla fin                fine, lei e le balle della sua amica freudiana non mi hanno soddisfatto.

SIDNEY    - (Cambia tono) Il tuo piano assicurativo paga il 100%

ETHAN     - Quella èun'altra storia. I vantaggi medici sono fantastici, grazie a Dio. Gli ultimi due                 tacchini che ho portato al lavoro mi hanno dato del filo da torcere.

SIDNEY    - Lei fa una terapia gratis e trova ancora da ridire sulle mie tariffe? So quello che chiede                           mia moglie, Ethan. Sono centocinquanta dollari a seduta, non novantacinque. Ma lei                            voleva mortificarmi, vero?

ETHAN     - Soldi, soldi, soldi. Capisce cosa intendo dire? Sono i soldi che contano per voi                                        psicologi, vero?

SIDNEY    - E scommetto che lei ne ha molti, no?

ETHAN     - Non ho scelta. Con la mia personalitànoiosa chi altro puòrivolgermi la parola se non                        voi puttane affamate di soldi. Ed ho usato un eufemismo.

SIDNEY    - Odioso pezzo dìspazzatura che non èaltro! Lei non ha proprio nessuna voglia di                                    migliorare, eh?

ETHAN     - Beh, èuna specie di zona grigia. Lei crede che esista almeno uno di voi capace di                                   entrare dentro di me? In tutta onestà, sono stato un po' meno che impressionato della                          sua competenza industriale?

SIDNEY    - Non sei altro che un manipolatore mentale, vero Ethan? Èil tuo gioco. E noi siamo le                       tue vittime.

 ETHAN    - E tu non credi che sia malato?

SIDNEY    - Dio, l'intenso duro lavoro, terapisti decenti che il tuo piccolo contorto divertimento                                deve aver trasformato in casi disperati.

                         (Sidney incomincia a girare intorno. Èsconvolto dalla scoperta)

ETHAN     - Saròonesto: tanto per cominciare, la maggior parte di essi erano piùmatti di me. Voi                              avete davvero dei problemi. Io sono andato da uno strizzacervelli che prendeva appunti                      sulla carta igienica e poi, quando andava al gabinetto, si asciugava con quella. Parliamo                  di ritenzione anale.

SIDNEY    - Tu sei pazzo, figlio di puttana. Non sei altro che un paziente seriale.

ETHAN     - E che mi dice di sé, Sidney, e di quella ninfomane di sua moglie? La definisce una                                 relazione sana? Non esiste alcun modo per un ragazzaccio come lei di soddisfare il                     fuoco costante che arde nelle sue mutandine.

SIDNEY    - Lurido pezzo di merda di cane! Tu cerchi solo di far impazzire tutti come TE.

ETHAN     - Ascolti, lei finiràper curare i pazienti di sua moglie. Tenga d'occhio i giovani di                                      bell'aspetto col sorriso sulle labbra. Probabilmente sono quelli che le piacciono. SIDNEY     - Miserabile piccolo testa di cazzo!

ETHAN     - Sa qual èil suo problema, Sidney? Il suo continuo bisogno di interrogarmi sulla mia                                omosessualità. Crede che non l'abbia capito? Ho visto un lampo nei suoi occhi. Sono il               suo tipo, Dottor Sidney Gates? Magari le piacerebbe andare in bagno e fare una                                 scopatina?

SIDNEY    - Lurido abominevole, ignorante psicopatico!

ETHAN     - Voglio solo avvertirla che se fa un solo passo verso di me, io esporròil suo culo                                       davanti a tutte le corti disciplinari dello Stato. Non potràpiùcurare neanche un cane.

SIDNEY    - Lei saràbloccato. Ridotto al silenzio.

ETHAN     - Naturalmente se alle volte volesse portarmi al cinema a vedere Dumbo.

                         (Sidney, dopo aver fatto qualche passo intorno alla scena con molta pazienza si                                          avvicina a Ethan)

SIDNEY    - Non le permetto di continuare.

ETHAN     - Oh, lo ammetta, ragazzaccio. Lei èpiùdisturbato di me. SIDNEY - Èevidente che la                            terapia non basta. Pertanto…(Sidney afferra Ethan e incomincia a scuoterlo) Muori,                           vile, miserabile testa di cazzo, Muori!

ETHAN     - Sidney! Ma che sta facendo?

SIDNEY    - Muori, diabolico mucchio di vomito di topo.

ETHAN     - Non sono diabolico, Sidney. Sono malato e ho bisogno del suo aiuto.

SIDNEY    - Sei un depravato, immorale bastardo.

ETHAN     - Mi aiuti, ragazzaccio! Mi aiuti!

                         (Le luci si dissolvono mentre Sidney continua a scuotere Ethan)

SIDNEY    - Lurido pezzo di stronzo di balena!

ETHAN     - No, Dottor Gates, no... SIDNEY - Odioso pervertito...

ETHAN     - Ragazzaccioooooooooo.

SCENA 3

Tutte e tre le sedie sono al centro della scena. Sidney èseduto su una sedia all’estremità, Anita all’estremitàopposta. Entrambi indossano abiti da lavoro, e guardano silenziosamente nel vuoto .. Èevidente che non sono di buon umore. In cima allo schedario c'èuna scatola.

Finalmente il silenzio èrotto da...

ANITA      - Quello che stiamo facendo èsbagliato.

SIDNEY    - Lo so.

ANITA      - Potremmo rimpiangerlo per il resto della nostra vita,

SIDNEY    - Lo so.

ANITA      - Forse sarebbe meglio pensarci su.

SIDNEY    - Niente potràfarmi cambiare idea.

ANITA           - Bene. Volevo metterti alla prova. All'ospedale non ho pensato ad altro.

                         (Una scampanellata alla porta. La luce si accende su Ethan)

                   ... Dev'essere lui.

SIDNEY    - Mi godròogni minuto.

ANITA      - Mai quanto me.

                         (Anita e Sidney si scambiano uno sguardo. Poi traggono un profondo sospiro e si                                       alzano. Anita rimane in piedi dietro una sedia, mentre Sidney va ad aprire la porta.                                   ÈEthan. Ha una collana. Senza dire una sola parola entra nello studio. Sidney                              chiude la porta e segue Ethan verso le sedie)

ETHAN     - Dio, deve proprio fare qualcosa a questa stanza. Ha un aspetto deprimente.

ANITA      - Silenzio!

ETHAN     - Povero me, siamo di cattivo umore, oggi. D'accordo, probabilmente volete che mi                                   sieda.

                         (Ethan fissa le sedie, cercando di decidere su quale sedersi, mentre Anita e Sidney                                      osservano)

                   Posso sedermi in .., uh... uh...

                         (Sia Anita che Sidney spostano una sedia dal fondo. Ethan ora ha una sola                                          possibilità)

                   (continuando) Questa.

                         (Si siede)

SIDNEY    - Ottima scelta.

                         (Anita e Sidney spostano indietro le loro sedie. Nel frattempo Ethan, rapidamente,                                      cambia rotta e si siede sulla sedia di Sidney)

                   (Continuando. Con fermezza) Torni indietro, giovanotto.

                         (Ethan torna alla sedia al centro)

ANITA           - Bene, Ethan, cominciamo.

ETHAN     - Nessuno vuole chiedermi come va il mio collo?

SIDNEY    - No.

ETHAN     - Bene, va molto meglio. Lei èfortunato, Sidney, il portinaio mi ha sentito gridare.                        Altrimenti oggi sarei morto e lei sarebbe sulla strada della camera a gas.

SIDNEY    - Sì, ma con un bel sorriso stampato sul viso.

ANITA      - Ha un'idea di perchél'abbiamo fatto venire qui, Ethan?

ETHAN     - Perchésiete sinceramente preoccupati per me ed entrambi vi siete resi conto di non                                 aver combinato nulla?

SIDNEY    - No.

ETHAN     - Perchévolete scrivere un libro su questa esperienza e volete che vi ceda i diritti?

ANITA      - No.

ETHAN     - Perchéavete ricevuto un mucchio di chiamate alle due del mattino e avete creduto che                           fossi io?

SIDNEY    - (ad Anita) Che ti dicevo? Lo sapevo che era lui.

ANITA             - Ethan, siamo qui per fare di questo mondo un posto piùfelice.

ETHAN     - Sul serio? Come mai? Non vorrete cambiar mestiere?!

SIDNEY    - Lei èun vigliacco, Ethan. Un vile, spregevole, insidioso, distruttivo, miserabile essere                            umano.

ETHAN     - Roba passata. Andiamo avanti.

ANITA      - Lei èvenuto da noi con un disordine della personalitàche aveva bisogno di essere                                  curato. Purtroppo èarrivato troppo tardi, Ethan. Capisce, il suo stato èterminale.

ETHAN     - Terminale.

SIDNEY    - Esatto. Lei èterminalmente deplorevole.

ANITA      - Terminalmente spregevole.

SIDNEY    - E terminalmente provocatorio.

ETHAN     - Ha dimenticato "noioso". Significa che vado migliorando?

SIDNEY    - Lei èun incurabile, ripugnante, abrasivo pezzo di merda. Persino un escremento di                                  verme ha piùragione di esistere di lei.

ETHAN     - Bene, questo certamente rafforza la mia autostima per tutta la settimana.

                   (Durante quel che segue, Anita prende lo schedario che èsopra il classificatore. Lo                                   porta dove Ethan èseduto e aiutata da Sidney estrae dalla scatola quattro braccialetti                da caviglia e da polso e incomincia a legare Ethan alla sedia, Ethan non oppone alcuna                    resistenza)

ETHAN - (Continuando) Sentite, non posso dire che non sono deluso dalle vostre trovate. Ma non                             mi sento neppure incoraggiato.

ANITA      - Lei ha il coraggio morale, Ethan. Un animo che non puòmai apprezzare il significato                        di parole come gioia…

SIDNEY    - O luce del sole...

ANITA      - O decenza...

SIDNEY    - O amore.

ETHAN     - Avete ragione per ogni parola, tranne la luce del sole. Io sono bellissimo con                                            l’abbronzatura. (Si accorge che èstato legato alla sedia) Ma che diavolo fate?

ANITA      - Fa parte della terapia.

ETHAN     - Faràmale?

SIDNEY    - Lo spero. Lei èun flagello vivente per l'umanità, Ethan.

ANITA      - Prima che lei oscurasse il nostro orizzonte, la nostra unica aspirazione era quella di far                             vivere meglio la gente.

SIDNEY    - Grazie a lei, stupido verme, ci ritroviamo con un incontrollabile secondo obiettivo.

ETHAN     - Beh, buon per voi. Non èmai consigliabile mettere tutte le uova in un solo paniere.

SIDNEY    - La vendetta, Ethan.

ETHAN     - Uh huh.

ANITA      - Questa èla nostra nuova impellente necessità: la vendetta.

ETHAN     - Uh huh.

SIDNEY    - Abbiamo bisogno di vederla dilaniarsi dal dolore, Ethan. Abbiamo bisogno di vederla                            provare un'orrenda agonia.

ANITA      - Si, come lo stridio delle unghie che sfregano una lavagna.

ETHAN     - Mi uniròa voi. In un certo senso mi piace quel suono.

SIDNEY    - Il suo orribile comportamento, Ethan, ha costretto due esseri umani decenti e civili a                               trasformarsi in incontrollabili, vendicatori, sanguinari, asociali selvaggi.

ETHAN     - Allora, che ne dice? Le piace o non le piace?

ANITA & SIDNEY     - Non ci piace lei.

ETHAN     - Beh, questo èevidente.

ANITA      - Eravamo due persone disponibili, vitali, generose e lei ci ha distrutti, Ethan. Distrutti                              fisicamente, emotivamente, e mi dispiace dirlo, presto anche moralmente.

ETHAN     - Ehi, crescete. Ogni professione ha i suoi rischi. A proposito, vi ho detto quanto                                       sembrate cresciuti dall'ultima volta che vi ho visto? Che èsuccesso? Ognuno di voi ha                         trovato un altro partner?

ANITA & SIDNEY - Oh, chiuda il becco.

ANITA      - Lei èun caso disperato, Ethan ed èda escludere che la psicanalisi normale possa farla                             migliorare.

SIDNEY    - (leggermente minaccioso) Dunque dobbiamo fare ricorso a mezzi non-ordinari.

ETHAN     - Dovròchiamare di nuovo il portiere?

ANITA      - Lei non potràpiùimporre la sua biasimevole condotta sulla società.

SIDNEY    - Nésucchiare la vita e la bellezza da ogni centimetro che occupa.

ETHAN     - Lei ci sa fare con questa parola - succhiare - Sidney. Sapevo che avevo ragione su di                               lei, ragazzaccio.

ANITA      - Prepariamoci a dire addio per sempre all'uomo piùnoioso del mondo.

ETHAN     - Cioè?

SIDNEY    - Lei, insignificante, miserabile verme,

ANITA      - Tra pochi istanti 01 vecchio nocivo Ethan se ne saràandato,

ETHAN     - E al mio posto?

                         (Sidney sbatte l'elmetto sulla testa di Ethan)

SIDNEY    - Un vegetale, spero.

ETHAN     - Un vegetale? Spero che non sia una melanzana. Aspetti, mi lasci chiarire. Ha                                           intenzione di distruggermi il cervello?

ANITA      - Esattamente, e una cosa ècerta. Qualsiasi cosa lei diventi, non potràmai essere                                       peggiore dell'orribile, orribile essere umano che èadesso.

ETHAN     - Ehi, vedo che vi ho preso entrambi dal verso sbagliato.

SIDNEY    - Mentre da un lato noi siamo consapevoli che quello che stiamo per farti èeticamente                              discutibile, sappiamo anche che nulla potràmai piùsomigliare a questa incredibile                      soddisfazione.

ETHAN     - Sentite, prima che lo facciate, posso dare un' occhiata ai vostri diplomi?

ANITA      - Facciamola finita. Non sopporto piùla sua voce.

SIDNEY    - Ci guardi bene, Ethan. Siamo gli ultimi terapeuti che lei avràavuto bisogno di vedere.

ETHAN     - D'accordo, ma vi avverto. Se i risultati non saranno di mia soddisfazione, non pagherò                          la seduta.

ANITA      - Stacca la spina, Sidney. Stacca la spina.

ETHAN     - Già, andiamo a cucinare Sidney. Il tempo èdenaro. Stacchi la spina. Ho parcheggiato                             in uno spazio limitato. Ragazzi, questo vi dimostreràquanto sono malato per non                                 proseguire con questo stupido schema. Penserete che io abbia abbastanza senso comune                 da andarmene da qui. Ma la realtàèche non mi importa piùdi quello che mi può                              capitare. Credete che io mi piaccia? Credete che mi diverta davvero quello che faccio                        alla gente, distruggere il nocciolo del loro benessere, la sostanza della loro essenza                     interiore, il loro senso delicato di spazio personale?

ANITA      - Io sì. Spingi il bottone, Sidney.

ETHAN     - Credete che non sappia che genere di persona orribile, egocentrica, repellente sono io?                            Non pensate che vorrei essere un essere umano piùgentile, invece del disgustoso sterco                       di cavallo che riempie questo patetico corpo?

ANITA      - No. Stacca la spina Sidney.

SIDNEY    - Un momento. Stai a sentire quello che sta dicendo? Sta affondando. Per la prima volta,                          ho sentito veramente della sinceritànella sua voce.

ANITA      - Non gli credo. Friggi quel bastardo, Sidney.

ETHAN     - Ho pianto di dolore per voi. Fate quello che dovete fare, ma vi prego, fate qualcosa                               che dia sollievo a questo essere angosciato, ferito che ora siede legato e imbavagliato e              pieno di rimorsi davanti a voi.

SIDNEY    - Pieno di rimorsi? Ha detto pieno di rimorsi.

ETHAN     - Sì, èvero. E questa volta lo penso. Mi aiuti, Sidney, lo penso davvero.

SIDNEY    - (Una pausa. Sospira) Non so niente di te, Anita, ma improvvisamente mi sento                                       piccolo e indifeso. Eravamo cosìpiedi di odio e di vendetta che abbiamo perso di vista                       la nostra fondamentale responsabilitàdi terapeuti.

ANITA      - Èpieno di merda, Sidney.

ETHAN     - Io no, io sono torturato, turbato. Dietro questa distosa arroganza c'èun grido di aiuto.                            Lo giuro sulla tomba di mia madre.

SIDNEY    - (Una pausa) Ethan, credo che le dobbiamo delle scuse. Ci perdoni se abbiamo                                        dimenticato l'obbligo primario della nostra professione. Aiutare, guarire, riparare, Senza                       egoismo, umanamente. Purtroppo nella nostra folle necessitàdi emergere ce ne siamo                          dimenticati. C'èvoluto il suo straziante richiamo d'aiuto per ricordarmi questa fiducia                         sacra e onorata. Anita, credo che dovresti chiedere scusa a Ethan ..

ANITA      - Preferirei farmi tirar via un dente senza Novocaina.

SIDNEY    - Accidenti, Anita. Siamo dei medici. Abbiamo un dovere che abbiamo dimenticato.                                 Stavamo curando noi stessi, non un paziente. Non capisci, Anita, che se trascuriamo                            questo paziente siamo dei perdenti. Siamo noi che siamo malati. Non possiamo fare                         questo a noi stessi. C'ètroppo in ballo: la nostra dignità, la nostra integrità. E nel lungo                   termine, anche il rispetto verso noi stessi. Dobbiamo delle scuse a Ethan, Anita. Èun                          obbligo professionale.

ANITA      - (Si arrende) Oh, a che serve... Hai ragione, Sidney. Abbiamo ceduto a un istinto                                     primario dell’uomo. Occhio per occhio. Abbiamo sbagliato.

SIDNEY    - Sì. Abbiamo sbagliato.

ANITA           - Perdonaci, Ethan.

SIDNEY    - Ci dispiace. Sul serio.

ETHAN     - E ...?

ANITA      - E ci vergogniamo molto, molto, di noi stessi.

ETHAN     - Sul serio?

SIDNEY    - Sì.

ETHAN     - Beh, accidenti a tutti e due. Appena uscito di qui chiameròil Consiglio psichiatrico e                              vi faccio revocare la licenza.

ANITA      - Questo èun bastardo, Sidney.

SIDNEY    - Addio, Sparky, repellente sacco di merda.

                         (Sidney preme il pulsante dell'allarme. Si sente un forte sibilo elettronico. Le luci in                              scena si accendono e si spengono. Anita e Sidney sono inginocchiati a terra. Ethan                     incomincia a urlare)

ETHAN     - Ahhhh Rosamunda!

                         (Attraverso il sibilo vediamo Sidney strisciare verso il pannello di controllo e                                               spegnere l'allarme. Le luci si riaccendono. Anita e Sidney, scossi e mormorando, si                        rialzano)

ANITA      - Com' era forte.

SIDNEY    - Non mi ero accorto di aver impostato l'allarme al massimo.

ANITA      - (Vedendo il corpo esanime di Ethan) Ethan! Ethan! Oh, mio Dio. Lo abbiamo ucciso? SIDNEY      - Dalla tua bocca all'orecchio di Dio.

                         (Si avvicinano al corpo esanime di Ethan. Anita tocca il suo braccio)

ANITA      - Ethan?

ETHAN     - (Scuote la testa. Ora ècompletamente sveglio) Ehi, che freddo!

SIDNEY    - (Deluso) Accidenti!

ANITA      - (Preoccupato ma deluso) Sta bene?

ETHAN     - Sì, sì, sto bene, Sto bene. No, veramente, non sto bene.

SIDNEY    - Che importa?

ETHAN     - (Una pausa, per rendersi conto) "A me" importa. Ha sentito? Ho detto "A me                                         importa". Queste parole sono proprio uscite dalla mia bocca. "A me importa" e                            all'improvviso mi importa. Di cose di cui non mi èmai importato niente fino ad ora…

SIDNEY    - Sì, sì, si…

ETHAN     - No, no, no. Mi importa. Degli uccelli, dei fiori, dei bambini, degli impiegati di Enron.                             Oh, povero me. Credo di sentirmi proprio...

ANITA      - Sì?

ETHAN     - Sensibilità.

SIDNEY    - Ethan, non èche ci vuole incatenare di nuovo, vero?

ETHAN     - No. Sul serio. Voglio essere gentile, rispettare i limiti, essere pietoso. Ehi, non avevo                               mai usato prima questa parola: pietoso. Devo ricordarmela.

ANITA      - Tu gli credi, Sidney?

SIDNEY    - Neanche un po'.

ETHAN     - Devi credermi, perchéio penso ogni parola. Anche se sono sorpreso. E pensare che                                 stavo perdendo la fiducia in te. E adesso, guardami, Sono un uomo del tutto diverso. Mi                     preoccupo. Ho dei sentimenti. Grazie, grazie, grazie. Potete sciogliermi, adesso?

ANITA      - Dobbiamo?

ETHAN     - Non dovete preoccuparvi stavolta. Penso davvero ogni parola che ho detto.

ANITA      - Che te ne pare, Sidney?

SIDNEY    - (Rassegnato) Va bene, scioglilo. Non so piùche cosa ègiusto fare.

                         (Durante la scena che segue Anita toglie le catene a Ethan)

ETHAN -   Sono stato troppo concentrato su me stesso e sul mio egoismo e benessere che non sono                            mai riuscito a nutrire sentimenti positivi per niente e nessuno. Beh, quel tempo è                                  passato. Ho bisogno di agire. Mi chiedo se non sia troppo tardi per salvare le balene?                        No, no, lasciamo perdere le balene. A loro ci pensa Green Peace. Sapete che cosa farò?                    Apriròuna clinica odontoiatrica per cammelli. Mai visto uno da vicino? Hanno le                           peggiori dentature. Anche il loro fiato non èil massimo, ma a quello ci penseròin                                 seguito. Comunque, d'ora in poi, io sono qui per dare tutto me stesso.

                         (Ethan si sente liberato)

ANITA      - Eccolo qui.

ETHAN     - (Alzandosi) Grazie. Sentite, posso abbracciarvi?

                         (Anita e Sidney si guardano e alzano le spalle; non sanno cosa pensare. Ethan li                                         abbraccia uno alla volta)

                   Dottor Wells, Dottor Gates. Dio vi benedica tutti e due. Oh, mio Dio, adesso sono                                          diventato anche religioso! Non ho mai creduto in Dio ma - povero me - adesso che ho                         sperimentato questo miracolo, come posso non credere?! Sveglieròuna religione con il               maggior numero di giorni festivi. Non c'èbisogno di rendere la vita piùdifficile di                             quanto non sia già. Devo pagarvi qualcosa.

ANITA      - Manderemo la fattura alla sua assicurazione.

ETHAN     - No, no. Non voglio piùsfruttare quelle persone.

                         (Tira fuori un fascio di banconote w incomincia a sfogliarle)

                   Ecco, ho dei contanti, Basteranno seimila? No, aspettate, facciamo dieci. Usate il resto                             per qualcuno che non puòpermettersi la cura. Io ne ho abbastanza. Proprio prima che                           mio padre morisse avvelenato da qualcuno, io lo convinsi a darmi la combinazione della                 sua cassaforte. Se avete bisogno di più, chiamatemi. Ce n'èabbastanza. Abbiate cura di                    voi, tutti e due. Spero che un giorno mi perdonerete per le spaventose accuse che vi ho               fatto. Lei sa, Dottor Wells, che ètendenzialmente portata alla ninfomania? E anche lei,                  Dottor Gates, èun ragazzaccio e crede che sua moglie non sia una terapeuta altrettanto               brava quanto lei. Cose cosìdelicate e distruttive come queste non usciranno mai dalla                               mia bocca. Oh, ragazzi. Adesso mi viene da piangere.

                         (Sidney porge a Ethan un kleenex)

                   Grazie.

                         (Ethan si soffia il naso. Quando ha finito, Anita e Sidney lo osservano attentamente                              mentre egli sta per gettare il kleenex per terra. Ethan mette il kleenex in tasca)

                   No. Questa volta no. Sono uno completamente diverso. Mi porto questo a casa per                                    riciclarlo.

                         (Si mette in tasca il kleenex)

                   Addio, amici. Siete i migliori. Un ultimo abbraccio.

                         (Li abbraccia entrambi e poi retrocede per andar via.)

                   Addio! Addio!

                          (Esce. Anita e Sidney lo seguono con lo sguardo, profondamente commossi) SIDNEY     - Non ho mai. .. Ci credi?

ANITA      - Èstraordinario.

SIDNEY    - Èancora pazzo, ma adesso in modo piacevole.

ANITA      - E grazie a noi. Dovremmo essere orgogliosi di noi stessi.

SIDNEY    - Abbiamo preso un animale noioso, insensibile e l'abbiamo trasformato in un essere                                  umano premuroso e delizioso.

ANITA      - Siamo stati proprio fantastici.

SIDNEY    - Piùche fantastici. Direi notevoli.

ANITA      - Forse dovremmo alzare i prezzi.

SIDNEY    - Sì. Credo di sì.

ANITA      - D'ora in poi, faròpagare duecento a seduta.

SIDNEY    - E io chiederòduecentocinquanta.

ANITA      - Un momento. Visto che siamo in argomento, perchéinsisti sempre per farti pagare più                           di me? Non voglio pensare che sia una questione di “ego".

SIDNEY    - No, niente affatto. Devo farmi pagare piùdi te perchéovviamente sono un terapeuta                              migliore. Persino Ethan l'ha sottolineato piùdi una volta ed èstato curato da tutti e due,                     ricordi?

ANITA      - Sì, ma chi aveva piùpazienti?

SIDNEY    - Beh, èstata una tua scelta. Anche se non si sa con quanti di loro hai fatto sesso.

ANITA             - Mi accusi di. ..

SIDNEY    - Oh, andiamo. Non sono mica stupido, sai. Anche Ethan ti aveva messo gli occhi                                     addosso.

ANITA      - Beh, forse non avrei avuto bisogno di fare sesso con loro se tu non fossi stato un                                     omosessuale latente.

SIDNEY    - Bene, forse èora che smetta di essere latente e che esca allo scoperto.

ANITA      - Perché? Non ti basta andare nei cinema e molestare i ragazzi? Santo cielo, sei proprio                  assatanato!

Sidney        - Se non lo fossi, credi che avrei mai sposato una puttana come te? Ethan ha capito fin                              dall'inizio che donna sei.

ANITA      - E tu, ragazzaccio? Come s'èsbrigato a prendere il tuo numero. Puttaniere!

SIDNEY    - Sgualdrina! Sgualdrina! Sgualdrina! Sgualdrina!

ANITA      - Puttaniere! puttaniere!

SIDNEY    - Sgualdrina! Sgualdrina! Sgualdrina!

                         (Le luci si abbassano)

FINE