La notte prima del processo

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La notte prima del processo

Atto unico di Anton Cechov

traduzione e adattamento di Franco Di Leo

(N. iscrizione SIAE 171497)

Personaggi:

Fëdor Nikitin Gusev

Zinotchka, sua moglie

Aleksej Alekseich Zajcev

Musica di sottofondo che sfuma. Aleksej è in scena e sta parlando con una persona che non si vede. E’ avvolto in un cappotto spiegazzato, fuori misura. Ha in mano un colbacco e una borsa. Ha dei guanti bucati e una lunga sciarpa. Il cappotto è aperto e sotto si vede che indossa giacca, pantaloni, gilet, camicia e cravatta tutti di misure sbagliate, con colori contrastanti (marrone e grigio).

Aleksei: No, no, la prima volta! (pausa) Mai stato in un tribunale prima, credetemi. (pausa) Perché ridete? Vi dico che io, Aleksej Alekseich Zajcev, che ho l’onore di parlarvi, non sono mai stato in questo posto. (pausa) Ma figuriamoci! No, per delle sciocchezze! Guardate qua. (apre la borsa e ne estrae dei fogli, legge dal primo) Bigamia … vabbè, tutte storie … (legge un altro foglio) …falsificazione di testamento … andiamo … era quello di mia nonna … avrebbe comunque lasciato tutto a me … (legge un altro foglio) … tentato omicidio di un tizio che segnava i punti durante una partita di biliardo … ma io dico, era d’accordo con il mio avversario, era evidente, fingeva di dimenticarsi di segnare i miei punti … cosa dovevo fare? (butta i fogli nella borsa) Tutta robetta, ve l’ho detto. (si agita) Però, che caldo qui, vero? (comincia a togliersi il cappotto) Dovrebbe esserci un attaccapanni là dietro. (pausa) Come faccio a saperlo? Beh … non lo so. Immagino che ci sia, ecco tutto. (pausa) E pensare che stanotte ho rischiato di gelare! (pausa) Sissignore! Ma per fortuna, poi ho fatto un incontro … (pausa) Come, che incontro? (si avvicina all’interlocutore immaginario e parla in tono confidenziale) Un incontro galante, è ovvio! (pausa) Non ci credete?(pausa) No? Bene, allora mentre aspettiamo che arrivi il giudice vi racconto tutto. (pausa) No, no, una cosa breve, vedrete. Allora, ieri mi ero messo in viaggio per arrivare qui stamattina in tempo per il processo. Ho viaggiato tutto il giorno. Poi, quando è arrivata la notte, sono finito in mezzo a una tempesta di neve. Temevo di non farcela. Invece ho visto in lontananza una stazione di posta e l’ho raggiunta. (torna la musica in sottofondo; Aleksej si rimette il cappotto, prende la borsa ed entra nella stazione di posta; la musica sfuma; inizia il flash-back) Ma che puzza qui! Non sirespira! C’è un odore di marcio, di umido, di chiuso … di cimici anche … Che schifo! (torna verso destra e parla fuori scena) Ehi, voi! Domani mattina svegliatemi alle sei. Alle sei, precise, chiaro?E la trojka pronta, mi raccomando! Devo essere in città per le nove. Avete capito? (pausa) Mah, speriamo! (si guarda di nuovo intorno, si toglie cappotto, colbacco e stivali, mette la borsa sulla panca, si siede sulla panca, si massaggia i piedi; da dove è seduto non vede Fedja e Zinotchka) Mache freddo fa? Ahhh, qui c’è una puzza infernale, ma almeno fa un po’ di caldo. Fuori c’è da morire. Mi sembrava che mi avessero coperto di neve, tirato una secchiata d’acqua gelata e frustato

asangue. Una neve alta così. (indica; osserva perplesso) No, così. (indica più in alto) Così. (indica più in alto, gli sembra troppo, scende) Beh, insomma, se fossi rimasto fuori altri cinque minuti nellatormenta, addio Aleksej! Meno male che la stazione di posta era vicina. Ed eccomi qua, sano e salvo. In mezzo alla puzza. E tutto questo per andare in città. Capirei se lo facessi perché ho un appuntamento con una donna o perché devo incassare un’eredità. No, mi sto assiderando per andare incontro alla mia rovina. Geniale! Tre processi! Non uno, tre! Robetta, per carità. Solo che, con la fortuna che mi ritrovo, il giudice non mi crederà, figuriamoci. Solo perché ho dei piccoli, piccolissimi precedenti penali, poi. Zac, condannato e spedito in Siberia. In Siberia! Altro che


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sentire freddo qui! (prende una coperta e si avvolge) Ah, ma io una soluzione ce l’ho! Mi condannano per bigamia? Per falsificazione di testamento? Per tentato omicidio? E io mi rivolgo al mio amico. Eccolo qua! (estrae un revolver dalla borsa) Fedele e affidabile! (parla con il revolver) Ehilà, come stai? (risponde muovendo il revolver, con voce bassa) Benone. (riprende con la sua voce) Sei carico? (con voce bassa) Carico, come sempre. (con la sua voce) Bravo. Faremo un granbotto vero? (con voce bassa) Gli facciamo vedere noi (con la sua voce) Ottimo. Mi piaci così deciso. Ora vai a dormire. (rimette il revolver nella borsa; spunta di nuovo la canna) A dormire, forza. (spinge la canna nella borsa; riemerge) Ho detto: a dormire, su. (torna fuori la canna) Allora? (spinge con forza la canna nella borsa) Il giudice dirà che sono colpevole? Benissimo, un colpo in testa e via! Che ci vuole? (pausa; guarda perplesso la borsa) Beh, voglio dire … d’altra parte se uno si copre bene, anche in Siberia in fondo … (si copre meglio con la coperta) Brrr! Questi discorsi mi fanno gelare! Mi devo scaldare. (Zinotchka si muove e torna subito ferma) Che c’è? Mi sembra che qualcuno si sia si mosso laggiù in fondo. Ah, ma allora c’è qualche altro viaggiatore. (guarda verso il fondo per capire se qualcosa si muove) Il mastro di posta non mi ha detto niente. Magari è qualcuno a cui piace giocare a carte. (le ultime parole sono dette a voce un po’ più alta, come se volesse rivolgersi alla persona in fondo; prende dalla borsa un mazzo di carte e lo apre e lo chiude velocemente a fisarmonica; osserva ancora in fondo, ma non vede movimento; rimette via le carte) Niente. (pausa; ha un’intuizione) Magari è una donna. (si accende)Un’avventura di viaggio! A volte, quando uno è in viaggio, capitano certe storie che non si trovano neanche nei romanzi. Per dire io, una volta, proprio come stanotte, stavo andando a Samara e mi ero fermato a una stazione di posta. Silenzio intorno, mi avvolgo nella coperta … (si avvolge nella coperta e si stende sulla panca)…mi stendo per addormentarmi e sento un fruscio. (Zinotchka si muove e comincia ad alzarsi)Mi giro per vedere che cos’è e … (Zinotchka si alza; indossa una lunga camicia da notte, calzettoni, berretta da notte e uno scialle sulle spalle)

Zinotchka: Una vergogna! Da non credere! Questa non è una stazione di posta! (va verso destra e chiama fuori scena) Mastro di posta! Mastro di posta! Dove siete?

Aleksej (si alza di scatto e getta la coperta; a parte): Ma c’era davvero una donna quindi! Molto bene! Molto bene! (a Zinotchka) Signorina, il mastro non c’è. E’ andato a dormire. Che cosa desiderate? (si inchina) Aleksej Alekseich Zajcev al vostro servizio.

Zinotchka: Una cosa terribile, terribile! Le cimici mi stanno divorando!

Aleksej: Le cimici? E come si permettono?

Zinotchka: Guardate, guardate qua. E qua e qua. (scopre prima una spalla, poi l’altra, poi una gamba, poi l’altra e le mostra ad Aleksej che rimane sbalordito) Mi stanno succhiando tutto ilsangue. Ma io me ne vado! Subito! Adesso chiamo il mastro e gli dico di attaccare i miei cavalli! Io non resisto!

Aleksej: Ma non è possibile! Voi, una donna così bella …

Zinotchka (torna a destra e chiama fuori scena): Mastro! Mastro di posta!

Aleksej: Aspettate, signorina …

Zinotchka: Signora! Sono sposata, io.

Aleksej (a parte) Ah! Meglio, molto meglio! (a Zinotchka, con aria fintamente imbarazzata) Mi scuso, ma non avendo il piacere di conoscere, signora, il vostro nome non potevo sapere … Comunque, essendo io una persona nobile e per bene, mi permetto nuovamente di offrirvi i miei


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servizi. Credo anzi di sapere come potervi aiutare in questo momento così delicato.

Zinotchka: Ah sì? E come?

Aleksej: Ecco signora, vedete, poiché io viaggio molto ho l’abitudine di portare sempre con me della pomata contro le punture di insetti. Ve la offro con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutto me stesso, con tutto …

Zinotchka: Va bene, va bene, grazie!

Aleksej: Benissimo signora, un attimo, la prendo dalla borsa. (si avvicina alla borsa, sulla panca, e cerca all’interno; a parte)E’ fatta!Cheviso! Che occhi! Che portamento! Che … Cista! Lo sento!Ma per forza! E’ il mio destino: arrivo in una stazione di posta et voilà, mi capita un’avventura. (si volta per guardare furtivamente Zinotchka, che lentamente si avvicina a lui) Ma quanto è bella? Haun’aria così intrigante! (prende un flacone dalla borsa; a Zinotchka) Ecco la pomata! (Zinotcha tende la mano; Aleksej nasconde il flacone) No, no, no signora! Se permettete, provvederò io stessoa stendere la pomata.

Zinotchka: Ma dico, volete scherzare?

Aleksej: Ma perché no, scusate? Non c’è niente di strano! Voglio dire, io sono un medico. E voi sapete benissimo che medici e parrucchieri per signora hanno diritto di entrare nella vita privata di una donna.

Zinotchka: Ma davvero siete un dottore? Veramente?

Aleksej: Signora! Lo giuro sul mio onore!

Zinotchka (indecisa): Beh, se proprio proprio siete un dottore, allora … (comincia a calare la spallina della camicia da notte, mentre Aleksej inizia ad aprire il flacone; poi Zinotchka si ferma)No, aspettate. Forse è meglio che chiami mio marito. (va verso il fondo di fronte al pagliericcio dove dorme Fedja; Aleksej a parte impreca) Fedja! Fedja! Svegliati, dormiglione. (Fedja si muove lentamente, si gira e si mette a sedere; ha un berretto in testa, una lunga camicia da notte, una sciarpa al collo e calzettoni pesanti)

Fedja (con voce assonnata e movimenti lenti): Eh? Che cosa c’è? Perché mi hai svegliato?

Zinotchka: Alzati. Il dottore, qui, gentilmente ci presta la sua pomata contro le punture di insetti. Vieni. (aiuta Fedja ad alzarsi e a mettere gli occhiali; i due parlano tra di loro sottovoce durante la battuta seguente di Aleksej; poi Fedja si avvicina lentamente ad Aleksej verso la fine della battuta)

Aleksej (seccato, vicino alla panca): Ecco, benissimo, ci mancava solo Fedja! Bravo Fedja, bravo! Ma perché l’ha svegliato, poi! Stava andando tutto così bene. Avevamo fatto conoscenza, aveva bevuto la storia del dottore, e poi si ferma per andare a chiamare … (con voce disgustata) … Fedja. Già che c’era poteva anche tirarmi una secchiata di acqua gelata! Ah, ma io la pomata non glielo do! Scherziamo? Fedja! (si gira furtivamente a guardare Zinotchka) E comunque, a guardarla bene non è poi una gran bellezza! Ha una faccia da pesce lesso! E i capelli, poi! No, no, insopportabile, davvero!

Fedja (si avvicina ad Aleksej): Dottore, i miei rispetti. Mia moglie mi ha detto che voi ci potete prestare della pomata contro le punture di insetti.


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Aleksej (con aria maleducata): Appunto!

Fedja: Bene, grazie allora. Stiamo proprio diventando matti con queste cimici.

Aleksej (mette sgarbatamente in mano a Fedja il flacone): Ecco!

Fedja: Grazie, appena finito ve la restituisco.  Che tempaccio, eh? Dove siete diretto?

Aleksej (con aria maleducata): In città.

Fedja: Ah, ma guarda. Anche noi. Domani in città ho parecchio lavoro che mi aspetta. Insomma, vorrei fare una bella dormita, ma con queste cimici è una cosa impossibile. Una tortura! Io viaggio molto e vi posso dire che le stazioni di posta sono una cosa vergognosa, credetemi. Cimici, scarafaggi, topi … c’è di tutto. A volte mi viene la tentazione di denunciare i mastri di posta per mancata applicazione delle norme igieniche e presenza di bestie randagie: articolo 112 del Codice. Mah! (comincia ad avviarsi lentamente verso il fondo) Intanto grazie, dottore. (si ferma) Ah, a proposito. Voi di quali malattie siete specialista?

Aleksej: Ehm … malattie del petto e … della testa.

Fedja: Ah, ecco. Bene. Grazie ancora. (si avvia lentamente verso il fondo; nel corso della battuta seguente di Aleksej si siede sul pagliericcio e si fa applicare la pomata da Zinotchka; i due parlano tra di loro sottovoce)

Aleksej (a parte): Fedja! Sta in piedi perché non tira vento. Con quel camicione e quella berretta sembra uno spaventapasseri. (imita la voce di Fedja) “Grazie, dottore!” Ma va! Io gliela farei mangiare, la pomata! Mi piacerebbe farlo perdere a carte, dieci volte di fila, e lasciarlo senza neanche un copeco! No, meglio ancora: fare con lui una partita a biliardo, mettermi lì pronto per tirare … (mima il gesto) … e dargli un colpo con la stecca da lasciargli il segno per una settimana! Per sbaglio naturalmente. (con voce fintamente dolce) “Oh, scusate! Non vi avevo visto! Mi spiace” (si gira per guardare furtivamente i due) Guarda, ma guarda che faccia che ha! Ha il muso rincagnato, come una scimmia! Ma come fa ad avere una moglie così, dico io? Che diritto ha? Dovrebbe vergognarsi! E’ immorale, per uno come lui, avere una moglie così. Dicono che ho una visione pessimista della vita. Per forza! Quando si vedono queste cose come si fa a non essere pessimisti?

Fedja (dal pagliericcio): Ma no, Zinotchka, non devi avere soggezione. E’ un dottore, no? Chiediglielo. (Zinotchka scuote la testa; Fedja si rivolge ad Aleksej) Dottore, scusate …

Aleksej (sgarbato): Che c’è?

Fedja: Scusate se vi disturbo. Volevo chiedervi … perché, secondo voi, mia moglie ha sempre un peso qui, nel petto? Voglio dire, quando tossisce sente un gran bruciore dentro. Come mai?

Aleksej (imbarazzato): Beh, ecco … è un discorso lungo … non è che così, su due piedi, si possa dire … insomma, le cause potrebbero essere diverse …

Fedja: No, certo, certo. Però di tempo ne abbiamo … non riusciamo a dormire, con queste cimici. Perché non la visitate, eh?

Aleksej (a parte): Ah, ecco perfetto! Ci mancava solo questa! (intanto Zinotchka fa capire, parlando a bassa voce e con gesti, che non vuole)


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Fedja: Ma dai Zinotchka! Ti vergogni? (Zinotchka fa segno di sì con la testa) Ah, ma che cara! (ad Alexsej) Si vergogna, pensate! E’timida, proprio come me. (a Zinotchka) Hai ragione, la virtù è unabella cosa, ma non bisogna esagerare. Avere soggezione del medico quando si è malati è assurdo.

Zinotchka: Ma no, Fedja, davvero, mi vergogno!

Fedja: Su, forza! (ad Alexsej) Dottore, sentite, lo vedo che non siete di buon umore, ma fatemi questo piacere!

Aleksej (imbarazzato): Io … va bene, voglio dire, niente in contrario … se la signora … (a parte) Ma in che razza di situazione mi sono cacciato?

Fedja: Ecco bravo. E mentre voi la visitate io vado dal mastro per vedere se ci prepara del tè. (esce a destra)

Aleksej: Sedetevi, prego. (Zinotchka va a sedersi sulla panca) Quanti anni avete?

Zinotchka: Trentadue.

Aleksej: Mmm … età pericolosa. Sentiamo il polso! (le prende il polso destro, senza sapere bene come fare) Mmm…già… già … ecco …(pausa; Zinotchka ride) Perché ridete?

Zinotchka: Ma voi davvero siete un dottore?

Aleksej: Ma certo! Cosa credete? Bene, il polso è a posto. (a parte) Che mani! E che sguardo! Secondo me ci sta! (a Zinotchka) Bene, bene. Ecco … adesso sentiamo l’altro polso. (le prende il polso sinistro, sempre senza sapere bene come fare) Ecco … sì … sì …bene, mi sembra a postoanche questo. (sposta la mano per aprirle la camicia da notte; Zinotchka lo ferma ridendo, tenendogli il polso)

Zinotchka: Ah, dottore! Non andate oltre i limiti! (Aleksej si ferma)

Aleksej (a parte): Che voce! E come sorride! (si inginocchia davanti a Zinotchka) Signora, il vostro sorriso mi fa impazzire! Non m’importa se vostro marito è geloso! Un bacio, un bacio solo e poi potrò anche morire di felicità!

Zinotchka (con aria offesa): Signore! Ma per chi mi avete preso? Sono una donna sposata, mio marito è un uomo in vista e io stessa …

Aleksej (con aria di finta disperazione): Ah signora! Non ditemi di più! Ma che colpa ho io se voi siete così bella? (a parte) Questa funziona sempre!

Zinotchka (raddolcita): Non dite così, vi prego. (Aleksej si gira e fa una smorfia con il viso come per dire “Visto?”) Ehm …ecco …io amo e rispetto troppo mio marito per permettere al primo chepassa di farmi la corte così sfrontatamente. (Aleksej la guarda con aria instupidita e non si muove) Vi sbagliate di grosso se credete che io possa cedere … (Aleksej continua a guardarla senza muoversi) Voglio dire, mio marito potrebbe arrivare da un momento all’altro … (Aleksej rimane immobile) Ma allora! Cosa state aspettando? (afferra Aleksej, cadono entrambi, uno addosso all’altra, cadono anche le coperte che finiscono per coprirli; i due sono distesi a terra abbracciati)

Fedja (fuori scena): Oh, benissimo! Ho svegliato il mastro di posta. Tra poco ci porta il tè! (Aleksej

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e Zinotchka si rialzano velocemente; lei torna a sedersi e si rimette in ordine; lui si mette in piedi di fronte a lei e le prende il polso; entra da destra Fedja)

Aleksej (imbarazzato): Ehm … benissimo, signora. Il polso è normale. Ancora una cosa. Tossite di più il martedì o il giovedì?

Zinotchka (seccata): Il sabato!

Aleksej (imbarazzato): Ah, ecco. Capisco.

Fedja: Zinotchka, ma perché rispondi così al dottore? Devi stare attenta alla salute! Ascolta bene quello che ti dice. Un bravo medico ti può far stare bene, lo capisci no? (Zinotchka rimane imbronciata) Devi prendere quello che ti da! (Zinotchka, seccata, volta le spalle ai due)

Aleksej: Beh, certo, naturalmente. Comunque, vostra moglie per il momento non ha niente di grave, ma deve stare attenta, curarsi, se vuole evitare complicazioni.

Fedja: Ecco, vedi, Zinotchka? Vedi? Eh, quante preoccupazioni! Che cosa deve prendere, dottore?

Aleksej (colto di sorpresa): Che cosa deve prendere? Ah, sì, certo. Le faccio subito la ricetta. (fruga nella borsa, prende una matita e uno dei fogli che aveva gettato dentro prima, si siede sulla panca e scrive)Allora …ubimajor in polvere… due dracme…estratto di fatevobis… un’oncia…e acquadistillata … due grani … ecco fatto. (passa il foglio a Fedja) Da prendere tre volte al giorno.

Fedja: Sciolto nell’acqua?

Aleksej: Sì, nell’acqua.

Fedja: Calda?

Aleksej: Sì, è meglio.

Fedja (stringe la mano ad Aleksej): Bene. Grazie, dottore, grazie di cuore. (prende una banconota e la porge ad Aleksej) Ecco, prendete questi dieci rubli (Aleksej vorrebbe rifiutare, ma Fedja insiste).No, no, no. Prendeteli, vi prego. Mi sembra giusto. Voi avete studiato tanti anni per diventare dottore. Le vostre conoscenze le avete conquistate con il sudore della fronte. Prendete. (Aleksei prende i soldi, si rimette il cappotto e si porta in proscenio, mentre sullo sfondo la luce sfuma su Fedjia e Zinotcha che rimangono in ombra; Aleksej continua a parlare con il suo immaginario interlocutore)

Aleksej: Insomma, ho preso i soldi e sono andato a dormire. Stamattina sono partito presto e sono arrivato qui in città. (pausa) E allora? Tanto chi li rivede più quei due? (pausa) Ma sì, lei in fondo non era male … se suo marito non fosse arrivato così presto … chissà! (pausa) Ah, ecco sta entrando il giudice. (entra Fedja con toga, berretto e fascicoli in mano; vede Aleksej e lo guarda con aria dura; Aleksej lo fissa terrorizzato e grida) Noooooooo! (musica di sottofondo; buio)

FINE


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