La padrona di Raggio di Luna

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SCENA PRIMA

LA PADRONA

DI RAGGIO DI LUNA

di Garinei e Giovannini

Rielaborazione dove Raggio di Luna non è un calciatore ma un giocatore di Basket Italo Americano


SCENA PRIMA. La redazione di un giornale quotidiano del pomeriggio, a Milano. Sono le sette di sera di un sabato di maggio. E’ l’ora delle “ultimissime” quindi l’attività è più febbrile: movimento di tipografi, di uscieri, di segretarie. Ticchettìo di macchine da scrivere e telescriventi. Nel caos generale fa risalto una scrivania tutta disordine e ricercatezza, i presenti la guardano con rispettosa deferenza: è il posto di lavoro di Clara di Valmaura. In realtà il suo vero nome è Claudia Ambrosetti e questo nome improponibile le ha suggerito uno pseudonimo più adeguato; vicino alla scrivania di Clara/Claudia un piccolo tavolino con macchina da scrivere dove siede  Gianna, la segretaria, la cui figura distinta ed elegante è, in un certo qual modo, il riverbero della notorietà della signora Valmaura.

GIANNA: (rispondendo al telefono) Pronto? No, la signora di Valmaura non è in redazione…. sono la sua segretaria…. stia tranquilla, le legge tutte…. certo, risponderà anche a lei…. Ma con la firma “anima infranta” ne arriveranno venti al giorno!.... Ah, non infranta…. Stanca! Ah, lei è “anima stanca”…. Aspetti, provo a guardare…. Anima stanca…. (prende un grande schedario con le lettere della giornata) Anima…. Affranta…. Delusa…. Errante….

RANDI: (rispondendo al suo telefono) Ho capito, ho capito…. Mbè, il solito delitto….

GIANNA:Anima…. Rorida…. Sfinita…. Sfiorita…. Stravolta…. No…. Anima stanca non c’è!.... Io non posso farci nulla!.... Se la prenda con le poste! Buona sera! (Riattacca il telefono con gesto perentorio) Oh! Questa per essere un’anima stanca ha ancora un bel fiato!

FAVERO:  E la divina vivificatrice di anime dolenti, come  mai tarda tanto?

GIANNA: Cronaca mondana! Un pranzo in ambasciata!.... Gran lusso, aristocrazia.

FAVERO: Ah, la vedremo in tutto il suo splendore stasera!

Suona l’interfono della scrivania di Clara. Gianna va a rispondere.

DIRETTORE (VOCE FUORI CAMPO): Clara, per favore, puoi passare da me?

GIANNA:  Direttore, la signora è ancora fuori.

DIRETTORE (VOCE FUORI CAMPO): Appena torna mandamela.

GIANNA: Bene!

RANDI: (sempre al telefono) Ma si, è un delitto da quarta pagina…. Ormai non interessa più.

Entra da sinistra Brighenti.

BRIGHENTI: Cavicchi! (fa per uscire a destra) Cavicchi! (getta per aria il giornale sulla scrivania di Randi) Vedrai se non ha vinto Cavicchi! (esce)

GIANNA: Calma! Calma! Qui fra gli isterismi di Brighenti e le telefonate alla Valmaura questa redazione sta diventando una cosa impossibile…. Allora ragazzi, tra poco sarà qui. Sono pronti i fiori? Su, ragazzi, sta arrivando…. Dove li avete messi?

RANDI: Di là.

GIANNA: Allora andiamo a prenderli e nascondiamoci. Deve essere una sorpresa…. Presto voi….

FAVERO: (guardando fuori scena dalla terza quinta a sinistra) Eccola, sta arrivando!

Si disperdono tutti nascondendosi dietro le quinte a fondo scena.

 CLAUDIA: (entrando dalla terza quinta a sinistra) Ragazzi, ho fatto incredibilmente tardi stasera…. Ma …. Ehi…. Dove si sono cacciati?

TUTTI: (appaiono con fiori e pacchi di regali cantando sull’aria di “Happy birthday to you”) Tanti auguri a te….

CLAUDIA: Mi avete proprio commosso…. Chi lo avrebbe mai immaginato! Anche i giornalisti hanno un cuore…. Ma, come mai questi auguri? (Preoccupata) Non sarà mica il mio compleanno?

GIANNA: No….ma oggi è Santa Claudia….

CLAUDIA: (sollevata) Ah…. meno male…. Da qualche tempo i miei compleanni sono così frequenti che mi sono diventati insopportabili…. Eh, già! Santa Claudia! Però, è strano: si comincia con l’inventarsi un bel nome….un nome da favola…. Clara di Valmaura…. e si finisce per dimenticare che ci si chiama molto più borghesemente Claudia Ambrosetti…. Grazie, carissimi. Gianna, al lavoro.

GIANNA: Questi sono i fax di auguri….

CLAUDIA: (sfogliandoli, apparentemente distratta, in realtà molto compiaciuta) Ah, Meryl Streeep…. riesce ad essere seria perfino nei fax di auguri…. E questo? (legge) “Alla più simpatica linguaccia del secolo tanti auguri da Sandra e Raimondo…. Però, si ricordano sempre, che caro pensiero!.... (continuando a sfogliare) E chi è questo Giangiacomo Migoretti che mi manda un fax dall’Abetone?

GIANNA: E’ il fidanzato di sua figlia.

CLAUDIA: Gegè, sicuro…. E’ assurdo ma non riesco mai a ricordarmi il suo cognome…. (a Gianna) Come hai detto?

GIANNA: Migoretti, signora. Il figlio dell’onorevole Migoretti…

CLAUDIA: Questo padre io non l’ho mai visto, ma mi è simpatico: con quella sua mania dell’opposizione…

FAVERO: Ma Migoretti è della maggioranza….

CLAUDIA: Favero, ma io parlavo dell’opposizione al fidanzamento di mia figlia con suo figlio….

Rientra da destra Brighenti gridando e agitando dei fogli.

BRIGHENTI: (rivolgendosi a Randi) Hai visto, Randi, hai visto chi aveva ragione? Cavicchi, cinque riprese e via!

CLAUDIA: (annoiata) Brighenti….

BRIGHENTI: (mimando i gesti del pugile) E’ entrato di sinistro. Cavicchi ha fintato di destro poi con un uppercut al mento l’ha fatto fuori.

CLAUDIA: (con tono perentorio) Signor Brighenti, la prego…. Questo non è un ring. E’ una redazione.

BRIGHENTI: Scusi, signora…. Ma io sto qui proprio per occuparmi di sport.

CLAUDIA: Lo sport! Questo fenomeno di follia collettiva. Oggi ci si commuove e ci si esalta solo alla vista di boxeurs tumefatti e si arriva addirittura all’estasi per sette o otto uomini in canottiera che cercano di lanciare la palla in un cesto!

BRIGHENTI: Veramente sono dieci.

CLAUDIA: Peggio. Tutto ciò allontana il pubblico da qualsiasi manifestazione artistica: si riempiono i campi sportivi e si vuotano i teatri.

BRIGHENTI: Veramente io mi sono limitato a spiegare a Randi alcuni colpi di Cavicchi (si rimette in posa).

CLAUDIA: Basta, la prego. Se proprio non può farne a meno, queste esibizioni pugilistiche le faccia a casa per divertire i suoi fratellini.

BRIGHENTI: Io non ho fratellini, signora. Sono figlio unico.

CLAUDIA: Dovevo immaginarlo. Lei è proprio il tipo da scoraggiare anche i genitori più avventurosi! (rivolgendosi a Gianna) Gianna, vogliamo andare avanti….

DIRETTORE (VOCE FUORI CAMPO): Clara, scusa, puoi arrivare un momento da me?

CLAUDIA: Si, direttore. (Rivolgendosi a Gianna) Tu intanto fa un salto in tipografia a riguardare ancora le bozze. (esce a destra).

FAVERO: (sistemando le carte sulla scrivania come uno che abbia finito e stia per andarsene) Il vulcano è in piena attività stasera….

CLAUDIA: Ma no…. Per adesso mi sembra che si limiti a fumare…. Serve ninente in tipografia?

FAVERO: No grazie, ho finito.

Gianna esce a sinistra mentre Favero va a prendere la giacca sulla destra della scena. Da sinistra entra, un po’ a disagio, il notaio Enrico Alsani. Nel frattempo Claudia, rientrando in scena da destra, si scontra quasi con Favero. Enrico, che si stava avvicinando, rimane in ascolto della conversazione tra i due.

FAVERO: Che voleva il capo?

CLAUDIA: (con aria complice) Grandi cambiamenti nel cuore dell’editore….

ENRICO: (dopo averla osservata) Claudia…. Claudia….

CLAUDIA: (senza considerarlo particolarmente) Buonasera, come sta? (riprendendo a parlare quasi sottovoce con Favero) Sai, mi ha raccomandata quell’attricetta….

FAVERO: (incuriosito) Quale?

ENRICO: Chiedo scusa, ma lei è Claudia Ambrosetti, suppongo?

CLAUDIA: Supponga, supponga pure.

ENRICO: Claudia non mi riconosci?.... Già, forse perché non ho più i baffi….

CLAUDIA: Aspetti…. mi lasci indovinare…. ( Prende una matita e gliela mette sotto il naso a mo’ di baffi) Enrico….Sei Enrico…. Come stai? (sorride festosamente)

FAVERO: Io vado. Buonasera. (esce a sinistra)

ENRICO: Ce ne hai messo di tempo per riconoscermi! Va bene che sono passati venti anni…. ma a me sembra ieri….

CLAUDIA: Eccola la frase magica che spalanca il parco delle rimembranze…. Avanti, su: 1984, crociera del gruppo universitario! San Francisco, Los Angeles, New York…. Il neo dottore e la neo dottoressa sotto la statua della Libertà….

 ENRICO: Non elencarli come l’inventario di un fallimento…. In fondo per me sono ricordi d’amore….

CLAUDIA: (sbalordita) Enrico?.... Tu eri innamorato di me?

ENRICO: E molto, anche.

CLAUDIA: Non me l’hai mai detto!

ENRICO: Te lo sto dicendo ora.

CLAUDIA: Mi fai pensare a quelle lettere che vengono recapitate con vent’anni di ritardo.

ENRICO: Ma…. Se fossi stato recapitato allora, cosa sarebbe successo?

CLAUDIA: (sospirando) Temo proprio che saresti stato respinto al mittente.

ENRICO: (dopo qualche secondo) Ho capito…. E posso chiederti perché?

CLAUDIA: Le arpe, Enrico.

ENRICO: Cosa c’entrano le arpe?

CLAUDIA: Vedi, quando incontro un uomo che… si, insomma cerca di capirmi…. Un uomo che potrebbe diventare il mio uomo, allora sento come un’arpa che suona lontana…. E’ un suono dolce, meraviglioso, lo sento io sola.

Si sente lo squillo dell’interfono.

ENRICO: (commosso) Le arpe, Claudia, le arpe!

CLAUDIA: No, Enrico, ti stai appoggiando all’interfono.

ENRICO: (imbarazzato della gaffe) Beh, si è fatto un po’ tardi…. (guarda l’orologio in modo fin troppo evidente) Uh, quant’è tardi…. Sai, sono venuto qua a Milano per affari e ne ho approfittato fra un treno e l’altro per passare a cercare una vecchia signora.

CLAUDIA: Una signora…. Che lavora qua al giornale?

ENRICO: Si, deve essere una di quelle vecchie isteriche cha danno consigli ai cuori infranti.

CLAUDIA: E come si chiama?

ENRICO: Clara di Valmaura.

CLAUDIA:Ma no….

ENRICO: Ma si, si…. Ti assicuro, si chiama proprio così! Ridicolo, vero?

CLAUDIA: Ridicolissimo! Tanto più che Clara di Valmaura sono io. E’ il mio pseudonimo.

ENRICO: Ooooh! Claudia! Potrai mai perdonarmi?

CLAUDIA: (con dolcezza) Credo di si. Ma a una condizione: che il notaio Enrico Alsani mi dica subito di che si tratta.

ENRICO: Un’eredità.

CLAUDIA: Splendido…. come nei romanzi. E da chi, scusa?

ENRICO: Sarai stata informata del decesso, avvenuto in Roma, dell’industriale Mino Barsanti.

CLAUDIA: E perché? Non lo conosco.

ENRICO: Eppure lo dovresti conoscere…. Ti ha mominata erede; sarà un parente, un lontano zio….

CLAUDIA: (ride) Sarebbe molto divertente. Una volta gli zii delle eredità morivano solo in America, ma se adesso cominciano a farlo anche in Italia, è segno che la nazione è veramente in ripresa… purtroppo non è mio zio….

ENRICO: Ad ogni modo, il de cujus, cioè Barsanti, ha allegato al testamento una lettera per te…. Eccola. (consegna la lettera)

CLAUDIA: (prende la lettera) Più misterioso che mai…. (Apre la lettera e rimane in silenzio, decisamente sorpresa) Enrico! Incredibile macchina a incastro, la vita!

ENRICO: (cercando di farla tornare in sé) Claudia…. Claudia….

CLAUDIA: (come destandosi) Aaaah…. Scusami…. È tutto così strano….

ENRICO: Ma almeno hai capito chi è?

CLAUDIA: Il padre di mia figlia.

ENRICO: Non sapevo che fossi sposata.

CLAUDIA: Enrico dovresti essere abbastanza cresciuto per sapere che si possono avere figli anche senza sposarsi.

ENRICO: (incredulo e sconvolto) Ma come è possibile che tu abbia avuto una figlia da un uomo di cui non conosci neppure il nome?

CLAUDIA: (con naturalezza) Non me l’ha mai detto.

ENRICO: (cercando di darsi una spiegazione) Almeno, quando l’hai conosciuto, chi era, che cosa faceva?

CLAUDIA: (sempre con naturalezza) Il topo d’albergo.

ENRICO: (sempre più sconvolto) Un topo d’albergo? Ma come hai potuto?

CLAUDIA: (sognante) Le arpe, Enrico…. Le prima arpe della mia vita.

ENRICO: Eh, no…. È tutto troppo comodo…. Tu con queste arpe giustifichi tutto…. Ma io voglio sapere di più, devi spiegarmi.

CLAUDIA: Per ora è più interessante che tu spieghi a me in cosa consiste questa famosa eredità.

ENRICO: Va bene. Mi terrò nei limiti strettamente professionali. Il Barsanti, quando l’ho conosciuto io, non era un topo d’albergo, ma uno dei più importanti affaristi degli ultimi cinquant’anni.

CLAUDIA: Da topo a miliardario.

ENRICO: Tra le sue attività, era anche consigliere della società sportiva Virus Roma….

Claudia fa una leggera smorfia di disgusto.

ENRICO: …. E come tale aveva acquistato in proprio il campione di basket oriundo americano Vinnie Modiano. Ora, il Barsanti, avendoti lasciato in eredità la sua quota azionaria della Virus Roma, il playmaker Vinnie Modiano diventa di tua esclusiva proprietà.

CLAUDIA: Un giocatore!.... E che me ne faccio di un giocatore?

ENRICO: Quello che vuoi: puoi venderlo, affittarlo, prestarlo, commerciarlo insomma…. E un giocatore come lui vale almeno sei milioni di Euro.

CLAUDIA: E che tipo è questo signor sei milioni di Euro?

ENRICO: (porge un giornale sportivo a Claudia) Eccotelo: ti ho portato un giornale con la sua fotografia. Leggi il titolo: “Raggio di Luna trascina al successo la Virtus Roma”.

CLAUDIA: Raggio di Luna?

ENRICO: Lo chiamano così perché ha una ciocca di capelli bianchi in mezzo alla fronte, ma devi vederlo in campo: i suoi spostamenti e i suoi rovesciamenti dal centro alla sinistra e viceversa sono assolutamente imprevedibili.

CLAUDIA: In fondo è come se avessi ereditato Romano Prodi…. (a Enrico) Quando gioca la prossima partita?

ENRICO: Domani a Roma…. Se credi c’è un treno alle 0,58…. E in questo caso sarei disposto a rinunciare al solito riposo domenicale nella mia villetta in Abruzzo….

CLAUDIA: Enrico, cominci a piacermi. Tu mi spingi sempre alle più avventurose decisioni…. Certo che vengo.

ENRICO: Allora, presto…. Non c’è tempo da perdere! Passo dall’albergo.

CLAUDIA: Va bene, ci troviamo in stazione…. A proposito, Enrico…. È sposato?

ENRICO: Chi?

CLAUDIA: Ma come chi? Lui…. Raggio di Luna….

ENRICO: No…. Che io sappia no… Ma che te ne importa?

CLAUDIA: Niente…. Così….

Enrico esce a sinistra e Claudia esce a destra.

SCENA SECONDA. La scena è piuttosto disadorna. Se possibile una porta sulla sinistra della scena; comunque sul fondo un’indicazione con una freccia “SPOGLIATOI VIRTUS ROMA”.

Dan Dickinson, allenatore della Virus Roma, entra dalla seconda quinta a sinistra (o dalla eventuale porta degli spogliatoi).

DAN: (guarda nervosamente l’orologio) Doveva essere qui due ore fa!

Entra da destra Vinnie con andatura dinoccolata, ha con sé la borsa sportiva.

DAN: Vinnie! Perché due ore di ritardo? Tu cosa ha fatto? Dove ti eri cacciato?

VINNIE: (posa a terra la borsa) Tranquillo coach! Tutto bene, io dormito quindici ore! Sono fresco come una rosa!

DAN: Davvero? Giura!

VINNIE: Giuro!

Entra da destra correndo, trafelata, Marta Gray.

MARTA: Vinnie! Ti sto cercando dappertutto. Guarda cosa hai lasciato stamattina a casa mia…. (gli consegna un paio di pantaloncini, Vinnie li afferra velocemente nella vana speranza di che il coach non se ne accorga)

DAN: (furibondo) Ah, bugiardo! Spergiuro! Povera squadra, povero me! Ah, ma non finisce qui! Tu oggi non giochi! (Torna negli spogliatoi)

MARTA: Hai visto Vinnie? Adesso il coach non ti farà giocare!

VINNIE: (sicuro di sé) Tranquilla…. Giocherò, giocherò.

DAN: (fa capolino da sinistra della scena) Presto, presto…. Vinnie, preparati!

VINNIE: (a Marta) Visto, che ti avevo detto? (prende la borsa ed entra negli spogliatoi).

Buio in scena: si sentono in sottofondo grida e cori tipici di un Palasport: l’entusiasmo iniziale lascia progressivamente spazio alla delusione. Torna la luce: in scena Enrico e Claudia, entra da destra Dan Dickinson.

CLAUDIA: (facendosi incontro a Dan) Complimenti! Che bellissima partita! Siete stati davvero bravissimi!

ENRICO: (richiama l’attenzione di Claudia tirandole leggermente una manica) Ssssst! Claudia, abbiamo perso, di ventisei punti!

CLAUDIA: Mamma mia, che gaffe…. Che si fa in questi casi? Le condoglianze?

DAN: (spazientito) Insomma, signora, si può sapere cosa vuole?

CLAUDIA: Ha ragione! Sono Clara di Valmaura: sono qua per conoscere Vinnie Modiano, il giocatore che ho ereditato.

DAN: Ah, beh! Se è così….

Entra da destra Vinnie in tenuta da gioco.

DAN: Eccolo qua: questo vagabondo pelandrone è Vinnie Modiano!

VINNIE: Finalmente posso conoscere la mia padrona…. Come stai, bella signora? (stringe la mano a Claudia)

CLAUDIA: (presentandosi) Clara di Valmaura…. sono molto contenta di conoscere il mio campione…. Posso chiamarla mio?

VINNIE: E come no, signo’…. E’ la prima volta che sono di una donna…. Di solito succede il contrario!.... Ma non te ne andare, io faccio doccia, me vesto e come back subito…. (entra negli spogliatoi, a sinistra)

CLAUDIA: (a Enrico, riferendosi a Vinnie) Pittoresco! (si avvia verso gli spogliatoi).

ENRICO: (trattenendola) Claudia! Ma che fai? Non lo sai che non è bene che una donna entri negli spogliatoi?

CLAUDIA: E perché mai noi donne non potremmo entrare in uno spogliatoio? Siamo entrate in Parlamento! Ti ricordi Rosy Bindi!

ENRICO: Appunto…. Che c’entra Rosy Bindi con una donna?

DAN: (a Claudia) Signora…. Io Dan Dickinson, tu padrona di Raggio di Luna, stop…. Io dire tu ascoltare, stop…. Se Vinnie giocare così, io perdere posto, tu milioni di Euro, stop….

CLAUDIA: (a Enrico) Ma cosa dice questo radiotelegrafista?

ENRICO: E’ l’allenatore….

DAN: Sai cosa fatto Vinnie ieri sera? Sai cosa fatto?

CLAUDIA: (preoccupata) Cosa? Santo Cielo, cosa ha fatto?

DAN: E’ stato tutta notte con donna!

CLAUDIA: (visibilmente risollevata) Ah, chissà cosa credevo!.... Alla sua età!

DAN: Ora io dire te: se Vinnie ancora con questa donna, questa soubrette Marta Gray…. Io levo lui squadra….

CLAUDIA: Vuole proprio rovinarmi questo selvaggio! Enrico, fa’ qualcosa!

ENRICO: (molto formale) Come legale della signora devo ricordarle che ai sensi dell’articolo 51 e dell’articolo 84….

CLAUDIA: Lascia stare gli articoli Enrico…. Questo (riferendosi a Dan) non li usa nemmeno quando parla!

DAN: Insomma io stufo di controllare Vinnie! Adesso tu sua padrona, tu sorvegliare lui! Bada lui tutta settimana fare vita di certosino, niente Marta Gray o domenica non gioca!

CLAUDIA: (a Enrico) Marta Gray, capito?

ENRICO: No….

VINNIE: (rientrando da sinistra) Mia bella padrona mi dispiace, ma oggi giocato male, una schifezza…. 

CLAUDIA: Non esageri…. Solo un po’ di stanchezza…. Avrebbe bisogno di cambiare aria…. Che ne direbbe di venire a passare questa settimana nella mia villa in Abruzzo?

ENRICO: (a Claudia, sottovoce) Hai una villa in Abruzzo?

CLAUDIA: (rispondendo, sempre sottovoce, a Enrico) La tua!

VINNIE: Ah, bello! Abruzzo…. Mi parlava sempre mia nonna. Mi raccontava sempre che Abruzzo molto bello! Grandi pinete!

ENRICO: (sempre sottovoce a Claudia) Guarda che da me pini…. (fa cenno che non ce ne sono)

CLAUDIA: (dà una gomitata a Enrico per farlo tacere) Poi la mia villa è in una località meravigliosa, pittoresca, selvaggia. In fondo l’Abruzzo è un po’ come il Texas italiano! Vero Enrico?

ENRICO: Come no? Mai sentito parlare di un cow boy chiamato Poldo?

VINNIE: Mi piacerebbe venire, ma io devo allenarmi: ho bisogno di campo di allenamento, pista, docce….

CLAUDIA: Ma c’è tutto, vero Enrico?

ENRICO: E come no? Pare che se le Olimpiadi del 2008 avessero dovuto disputarsi in Italia le avrebbero fatte a casa mia, mica a Roma!

VINNIE: Ok, bene! Ma io dopo allenamento volere musica: tenete musica “star and stripes”, americana? Dischi rock, rap?

CLAUDIA: Abbiamo un’intera discoteca. Diglielo, Enrico, quanti dischi ci sono!?

ENRICO: Due: “Italia, Italia” di Mino Reitano e “O’ zappatore” di Mario Merola.

VINNIE: Va bene, signo’! Ma guarda che se non ci sono le cose che tu ha detto me, io prende valigie e torna a Roma.

ENRICO: (sottovoce a Claudia) Ma ti rendi conto che là non c’è niente?

CLAUDIA: Non ti preoccupare…. Ci penserò io…. (a Vinnie) Allora, Vinnie, faccia presto: la aspettiamo in macchina…. Partiamo subito….

CAMBIO SCENA. Il soggiorno della villa del notaio Alsani. In scena Enrico e Claudia.

ENRICO: Insomma Claudia, non ne posso più! Mi hai fatto fare quattro ore di macchina, non abbiamo chiuso un occhio, mi stai mettendo a soqquadro tutto!!!

CLAUDIA: Già, ma tutto questo perché? Perché non mi hai avvertito che avevi una villa così!

ENRICO: Ne parli come se fosse una catapecchia…. Per me è carina.

CLAUDIA: E’ perlomeno inadeguata. Gianna porta la pianta della villa.

GIANNA: (entrando da destra) Eccola, signora. Io pesno che la zona da sfruttare come palestra dovrebbe essere questa dietro la casa….

ENRICO: Lì è impossibile, lì c’è il recinto delle Claudine.

CLAUDIA: Un convento?

ENRICO: Ma no…. È il recinto dove ci sono le mie rose…. Un innesto rarissimo creato da me che ho voluto la debolezza di ribattezzare col tuo nome, le mie Claudine.

CLAUDIA: (a Enrico, apparentemente commossa) Che pensiero carino….Sei un tesoro, Enrico…. (assumendo improvvisamente un tono di comando) Ma le rose vanno evacuate!  

ENRICO: Claudia….

CLAUDIA: ….E te ne occuperai tu! (poi, rivolgendosi a Gianna) Tu, Gianna, sorveglia il trasporto degli attrezzi sportivi.

Gianna esce a destra.

ENRICO: (portandosi le mani alle tempie) Ah, che mal di testa!

CLAUDIA: (prendendo una pastiglia dalla borsetta) Manda giù questa, ti farà bene.

Enrico  prende la pastiglia e la guarda perplesso.

CLAUDIA: Cosa stai lì a guardarla? Mandala giù, presto!

ENRICO: Va bene, va bene. (Ingoia la pastiglia) A proposito, che cos’è questa roba?

CLAUDIA: Non lo so esattamente. In gergo sportivo si chiama bomba.

ENRICO: Cosa?

CLAUDIA: Ma si…. La bomba…. La prendono gli sportivi per tirarsi su….

ENRICO: Ma allora tu mi hai drogato! (esce sconvolto a destra)

CLAUDIA: Macché drogato….

VOCE FUORI CAMPO DI VINNIE CHE CANTA.

CLAUDIA: Si è svegliato, canta…. E’ di buon umore…. Enrico! (entra Enrico da destra) Tu…. Fai finta di occuparti di giardinaggio (gli mette in testa un cappello di paglia che era su una sedia) Mariuccia! (entra Marietta da sinistra) Portagli subito la colazione!

MARIETTA: Corro signù!

Enrico si sistema a destra della scena e finge di occuparsi di un vaso di fiori, Marietta fa per uscire a sinistra ma viene trattenuta da Claudia.

CLAUDIA: No…. Anzi, no. (a Enrico) La colazione gliela porti tu!

ENRICO: (seccatissimo) Mi metterò il grembiulino….

CLAUDIA: E va bene…. (a Marietta) Gliela porti tu, ma prima bussa e torna giù subito…. Io…. Mi siedo qua e…. leggo (esegue, non senza essersi messa tutta a posto prima)

VINNIE: (entra da sinistra) Buon giorno…. Good morning…. Statevi tutti bene….

CLAUDIA: Buongiorno, Raggio di Luna…. Dormito bene?

VINNIE: Una schifezza.

CLAUDIA: Sentirà che colazione le sta portando Mariuccia!

VINNIE: Bona!

CLAUDIA: Buonissima! Una colazione buonissima!

VINNIE: Marietta è bona!

ENRICO: Abbiamo sistemato Marietta!

VINNIE: (accorgendosi della presenza di Enrico) Notaio! Con quel cappellone in testa lo sai che sembri?

ENRICO: No, che sembro?

VINNIE: Sembri un fesso! Ah! Ah! Ah! (si siede per la colazione).

CLAUDIA: Simpatico!

VINNIE: (bevendo da una tazza) Questo latte sa di vacca! Io beve solo latte di crapa! Come dire crapa? Bee! Bee! (esce a sinistra)

CLAUDIA: Ma certo, latte di capra.

ENRICO: Da me capre non ce ne sono.

CLAUDIA: Bisogna trovarle.

MARIETTA: (entrando da sinistra) Quant’è bello, signù! Nella sua collera divina sembra San Michele con la spada fiammeggiante…. Ecco, aggiu truvato!

CLAUDIA: Che cosa?

MARIETTA: Aggiu truvato a quale attore famoso sumiglia: a Russèl Cruù…. Creù…. Criù…. ‘nsomma chillu là, u’ gladiatoru!

CLAUDIA: Eh…. però lui è meglio!

MARIETTA: Ti piace, eh, signù?

CLAUDIA: Mariuccia! Ma come fai a pensare a certe cose?

MARIETTA: E già, perché tu non ce pensi!

CLAUDIA: Smettila e va’ a cercare il latte di capra! E fa’ presto!

MARIETTA: E che c’è! Tanto le capre ce l’ha solo lu parrucu!

Escono tutti. Rimane in scena solo Claudia che si siede di nuovo e ricomincia a leggere un giornale. Entra da sinistra Vinnie che si lascia cadere su una poltrona.

CLAUDIA: (sobbalza) Che è successo Vinnie? Si sente male?

VINNIE: No, io no malato, io tutto ciaccato; i difensori avversari mi colpiscono sempre. (Si alza) Colpiscono le braccia quando tiro, danno gomitate sotto canestro, fanno la cintura quando palleggio…. (solleva quasi Claudia dalla sedia  cingendole la vita) Vedi? Questa è la cintura…. E non mi mollano…

CLAUDIA: (imbarazzata) Vinnie, mi lasci!.... (Vinnie la lascia)

Però lo sport è fatto anche di momenti belli…. Quando segna un canestro decisivo….

VINNIE: Ah, allora si, è bello! A fine partita i compagni mi festeggiano…. C’è grande gioia…. Mi abbracciano così (abbraccia Claudia) tutti “Bravo! Bravo!”

CLAUDIA: (divincolandosi) Ho capito…. Ma adesso mi lasci!.... (Vinnie la lascia) Io non ho segnato nessun canestro!

VINNIE: Scusa, bella signora, scusa…. Era per farti capire meglio…. Mi sono dimenticato che tu sei boss, padrona…. Ho preso troppa confidenza!

CLAUDIA: Ma che dice, Vinnie? Boss…. Padrona…. Niente di tutto questo….noi siamo due buoni amici….  

VINNIE: Ho capito…. Io friend a te, tu friend a me…. Così mi piace…. Ma spiegami meglio: tu vuoi fare friend come in America o friend come in Italia?

CLAUDIA: Non vedo la differenza!

VINNIE: All’italiana sai com’è!....all’americana, invece, è come nei film di Hollywood: quando uno è amico di una ragazza escono insieme, vanno a mangiare insieme, al cinema insieme, a ballare insieme. Poi sulla scaletta di csa si danno un bacetto; lei entra e lui se ne va.

CLAUDIA: E’ carino, mi piace.

VINNIE: Si, signora, ma bada che io sono italo-americano perciò quando arriviamo al bacetto sulla porta di casa, l’americano lo lascio fuori a guardare la luna e l’italo entra….

CLAUDIA: (cercando palesemente di cambiare argomento) Ma…. Occupiamoci di quel simpatico americano che lei ha lasciato fuori da solo…. Che fa?

VINNIE: Dipende: se è Bing Crosby accende la pipa e canta (accenna a cantare). Se è Van Johnson prende un aeroplano scrive sul cielo di New York “I love You” e parte per la Corea. Se invece è Gene Kelly aspetta pazientemente che cominci a piovere e se ne va danzando sotto la pioggia (improvvisa una sorta di tip tap canticchiando “Singing in the rain”).

CLAUDIA: Che bravo, anche ballerino!

VINNIE: A proposito bella signora; vuoi fare una cosa per me?

CLAUDIA: Come si può dire di no a Raggio di Luna?

VINNIE: Prepara una camera per Marta Gray, la mia amica (esce a destra)

Claudia rimane esterrefatta.

VINNIE: (rientrando da destra) Sei superstiziosa, signo’?

CLAUDIA: (capendo sempre meno) No, perché?

VINNIE: Perché mi ero dimenticato di dirti che sono in tredici.

CLAUDIA: Chi?

VINNIE: Marta e le ballerine inglesi. Sono in tredici… Vengono a provare qui… Non ti secca?

CLAUDIA: Ma….

VINNIE: Senza complimenti…. Se ti secca, me le prendo tutte e tredici e me le riporto a Roma…. Non voglio mica disturbare!

CLAUDIA: (con un sorriso forzatissimo) Nessun disturbo, è un piacere…. Così stasera avremo anche le Folies Bergères!

VINNIE: Brava! Hai capito tutto! Io la sera voglio fare follie! Ciao! (esce di nuovo a destra)

CLAUDIA: (quasi tra sé) Ah, è così! La vedremo! Mariuccia!

Entra Marietta da sinistra.

CLAUDIA: Mariuccia, vieni qui. Studiamo la difesa contro le amazzoni squillo!

MARIETTA: Chi?

CLAUDIA: Le vedrai…. Le 12 girls 12…stanno già divorando i chilometri! Avanzeranno dondolando le anche radioattive  sui loro tacchi altissimi. Sconvolgeranno l’equilibrio ormonale del circondario con i loro occhini bistrati. E avanti a tutte lei: Marta Gray! Questa maliarda da quattro soldi!

Sulla battuta entra da destra Marta Gray.

MARTA: Quanto?

CLAUDIA: Quattro soldi…. (voltandosi e realizzando) Marta Gray! Imprevedibile macchina ad incastro, la vita!

MARTA: Si informi meglio sul mio cachet…. Si figuri che per cantare e per ballare prendo duemila Euro a sera…. Pensi un po’!.... dov’è Vinnie?

CLAUDIA: E’ come nei ministeri, signorina. La persona che lei cerca è momentaneamente fuori stanza…. Ma ha fatto bene a venire qui: volevo proprio parlare un po’ con lei.

MARTA: E io con lei.

CLAUDIA: Bene. Prego. (fa cenno di accomodarsi)

MARTA: Grazie. (si siede)

CLAUDIA: Mariuccia, vattene.

MARIETTA: Mannaggia! Me tocca sempre de anda’ via uqando l’intreccio diventa più avvincente. (esce a destra)

CLAUDIA: Dunque, cara signorina Marta Gray!

MARTA: Dunque, cara signora Clara di Valmaura!

CLAUDIA: Si è molto parlato di lei in questi giorni! Sia per le sue capacità artistiche, sia per quel suo flirt con Vinnie.

MARTA: Flirt? Esagerata! Andiamo a letto insieme!

CLAUDIA: Mi scusi se avevo pensato male…. Dunque, volevo chiederle….

MARTA: Un momento! Qui le domande le faccio io! Perché se l’è portato quassù?

CLAUDIA: Perché si allenasse meglio.

MARTA: (furibonda) E lo allena lei?

CLAUDIA: (sarcastica) E lo chiede proprio a me, dopo l’allenamento che gli ha fatto fare sabato scorso?

MARTA: Ah, perché le debbo rendere conto anche di questo, adesso! Eh, già: lei è la padrona, lei l’ha vinto….

CLAUDIA: (ironica) Come un frigidaire.

MARTA: No, Vinnie non è un frigidaire…. E’ tutto il contrario…. E lei l’ha fiutato.

CLAUDIA: Io l’ho fiutato?

MARTA:  Si, lei…. Non mi vorrà mica dire che non ne è rimasta colpita…. Dico, signora mia…. Lei ne avrà conosciuti, di uomini….

CLAUDIA: Beh, nel mio piccolo….   

MARTA: Allora si sarà accorta benissimo che Vinnie è un uomo che sa diventare morbido, caldo avvolgente….

CLAUDIA: Una termocoperta!

MARTA: E, dico, ha un’idea di come bacia?

CLAUDIA: (ironica) Si, si…. Sarà l’uomo che bacia meglio al mondo….

MARTA: Scherzi, scherzi pure…. Ma ha presente “Notorius” quando Cary Grant va da Ingrid Bergman che stava a letto perché il marito era una spia tedesca, che aveva l’esplosivo in cantina, l’avevano avvelenata e le dà quel bacio…. Niente, al confronto di Vinnie!

CLAUDIA: Però….

MARTA: Eh?

CLAUDIA: Però…. È un atleta…. E una donna della sua classe, una donna come lei…. Incantevole, veramente incantevole…. Meriterebbe…. In altri tempi donne della sua importanza hanno avuto dei regnanti.

MARTA: Ma l’Italia è una Repubblica! Da quasi sessant’anni!

CLAUDIA: Si ma la famiglia reale è tornata in Italia…. E poi ci sono sempre i nobili…. Questa vecchia nobiltà italiana così piena di uomini di classe…. O la nobiltà del lavoro…. Industriali lombardo veneti….

MARTA: Allora lei fra un industriale e un atleta….

CLAUDIA: Ma l’industriale, naturalmente! Vedrà, un giorno mi sarà grata di questo consiglio.

MARTA: Me lo ha già dato un mese fa…. Quando scrissi alla piccola posta, volevo il parere di Clara di Valmaura. E Clara di Valmaura mi rispose addirittura in versi: “Ascolti la voce del cuore e resti col suo giocatore!” Eh?

CLAUDIA: Io?

MARTA: (estrae una lettera dalla borsetta e la mostra a Claudia) Guardi! Che ne dice?

CLAUDIA: Imprevedibile macchina a incastro, la vita!

MARTA: Imprevedibile, giusto! Perché se lei avesse previsto di conoscere Vinnie mi avrebbe consigliato senza indugi l’industriale per avere campo libero! Ma si sbaglia, perché io Vinnie non glielo lascio! Sono venuta qui per difenderlo da lei!.... e lo difenderò, stia tranquilla!  

CLAUDIA: Un momento, un momento…. Difenderlo da chi…. Da me? Ma allora qui c’è un equivoco…. A me Vinnie interessa solo per i milioni che può valere…. La cosa mi sembra più seria di quanto credessi. Lo sa…. Lei ha proprio una gran bella cotta!

MARTA: (sentendosi in qualche modo scoperta) Perché, si vede?

CLAUDIA: Eh, si. Si vede. Lei deve essere una gran brava ragazza…. Anche se fa di tutto per apparire aggressiva e spregiudicata.

MARTA: (giustificandosi) Lo faccio perché mi sembra tanto ridicolo essere innamorata di un tipo come Vinnie….

CLAUDIA: Ridicolo? L’amore non è mai ridicolo. Anche io ho preso certe cotte…. Pensi che una volta con un messicano…. Ma non divaghiamo. Senta, facciamo un patto: è necessario per lei, per me, e per lui che faccia a meno di Vinnie fino a lunedì.

MARTA: Signora mia, vorrei aiutarla. Non so se ci riuscirò. E’ vero che sarebbe un bene per tutti, soprattutto per me…. Sapesse quante  me ne dicono appresso…. Ma è che ho tanta paura di perderlo….

CLAUDIA: Perderlo? Mia cara…. Se le donne non sapessero farsi desiderare, quando troverebbero marito? Oggi sarà inquieto, domani rabbioso, poi minaccioso…. Ma poi capirà che lei fa tutto questo solo per il suo bene e soprattutto capirà che non potrà trovare da nessun’altra parte un’altra come lei!

MARTA: Crede? Va bene, signora. Ci proverò.

CLAUDIA: Brava! In fondo la nostra grande forza è che noi troviamo sempre un accordo. Venga, le mostrerò la sua camera. Il mondo è delle donne! (escono a destra)

Entra da sinistra Marietta.

MARIETTA: Uh, stanno arrivando le amazzoni squillo. Signorina Gianna, venite qua.

Sfumano le luci. Si riprende con luce piena. Entra dalla prima quinta a sinistra Marta Gray.

VINNIE: (entrando dalla prima quinta a sinistra) Hello, Marta. (le cinge la vita)

MARTA: (allontanandolo) Basta! Non voglio!

VINNIE: (sorpreso) Che?

MARTA: Non voglio!

VINNIE: (insistendo) Ma piantala!

MARTA: Fermati Vinnie! Ti devo parlare seriamente.

VINNIE: E dimmi ‘sta cosa seria….

MARTA: Io mi sono scocciata, va bene? Tu giochi male e la colpa è mia. La squadra perde e la colpa è mia…. Ricevo perfino telefonate anonime…. Oggi pure i giornali…. Sembra quasi che il basket italiano sia in crisi per colpa mia!.... sono stanca di fare la signora delle camelie….

VINNIE: Allora mi vuoi resistere?   

MARTA: Non dire sciocchezze! Sai che non ci riuscirei…. Però bisogna che non ci vediamo più!

VINNIE: Allora fai sul serio!

MARTA: Certo!

VINNIE: Va ben! Non ci vediamo più!

MARTA: (quasi pentita) Proprio più?

VINNIE: Sei tu che hai deciso, mo’ ti vuoi rimangiare la parola?

MARTA: Io? Sai quanto me ne importa!?

VINNIE: E a me importa meno che a te!

Vinnie e Marta si voltano le spalle.

MARTA: D’accordo?

VINNIE: D’accordo.

MARTA: Allora non ci vediamo mai più.

VINNIE: Mai più!

MARTA: (cominciando a voltarsi) Certo che….

VINNIE: (cominciando a voltarsi a sua volta) Che?

Vinnie e Marta finiscono di voltarsi e si trovano di nuovo faccia a faccia.

MARTA: Beh, si…. Insomma…. Si, forse….

VINNIE: Forse che….

Vinnie e Marta escono a destra. Buio in scena. Si riprende con luce piena. Entra il notaio Alsani con un plaid e ceca di farsi un giaciglio nel divano del soggiorno. Carica una piccola sveglia e la sistema sul tavolino. Si stende sul divano e fa per addormentarsi. Entra da destra Claudia.

CLAUDIA: (con voce molto alta, svegliando di soprassalto Enrico che si era appena assopito) Enrico! Ma dove ti eri cacciato? Ti sto rimettendo a posto tutta la villa…. Ah, guarda che è arrivata lei…. Marta…. Con le 12 ballerine 12…. Ma….. vediamo un po’di completare la sistemazione della villa…. (guardando verso l’angola a sinistra della scena) ecco…. Lì starebbe bene….

Squilla il telefono.

CLAUDIA: (a Enrico) Lascia, rispondo io. (Prende il telefono) Si?.... Franchina!.... Dove sei? Alla stazione!’…. Ah Gegè è con te…. Si, si sta allenando qui in giardino…. Allora prendi subito la corriera…. Fa’ presto, Franchina…. Si, Franchina…. Si, ti aspetto, Franchina…. Ciao Franchina. (Attacca il telefono e si rivolge a Enrico) Era Franchina!

ENRICO: Lo sospettavo!

CLAUDIA: Muoio dalla voglia di abbracciarla…. E’ con Gegè, il suo fidanzato; sai, è una grande tifoso di Raggio di luna…. Ah, Franchina…. Vedrai com’è carina….

Entra da sinistra, non visto, Vinnie e si mette silenziosamente i ascolto a fondo scena.

ENRICO: Sono contento di conoscerla!

CLAUDIA: (quasi parlando tra sé) Sono sicura che ti piacerà moltissimo…. (come realizzando improvvisamente) Oh, Dio! Che cosa ho fatto?.... Non ho pensato…. (a Enrico, decisa) Te ne devi andare!

ENRICO: Dove?

CLAUDIA: Dove ti pare purché Franchina non ti trovi qui!

ENRICO: Perché, adesso sono addirittura vietato ai minori di diciotto anni?!.... Ah, capisco…. Guarda: in questo caso sono disposto a giurare sul mio onore di gentiluomo che tra noi due non c’è mai stato niente!

CLAUDIA: Per carità…. Crede tutto il contrario!

ENRICO: Come? Allora crede che io sia il tuo amante?

CLAUDIA: Peggio, Enrico. Ti prego: sta arrivando…. Non c’è tempo, vai….

ENRICO: Non mi muovo se non mi spieghi tutto!

CLAUDIA: E’ una storia lunga…. Oddio, che noioso…. Un giorno Franchina, era molto piccola…. Giocava con me, con un vecchio album di fotografie…. A un tratto vede quella foto di noi due a New York….

ENRICO: Quella di noi due sottobraccio davanti alla Statua della Libertà? Ce l’ho anch’io, su in camera….

CLAUDIA: Si, quella…. Insomma, mi indica quella foto e mi chiede: “Mamma, questo è papà?”

ENRICO: (preoccupato) E…. tu?

CLAUDIA: Beh…. Si.

ENRICO: (sconvolto) Claudia! Ma ti rendi conto?! Mi attribuisci la paternità di tua figlia così, solo sulla base di una fotografia.

CLAUDIA: (cercando di giustificarsi, comunque con di disinvoltura) Ma era una bella fotografia!

ENRICO: E’ mostruoso!

CLAUDIA: Non ti capisco! Sembra quasi che ti dispiaccia essere il padre di mia figlia!

ENRICO: E’ il colmo! Almeno avessi collaborato!

CLAUDIA: (indignata) Ah! E’ questo che ti dispiace!

ENRICO: Claudia!.... Claudia!.... Ma perché proprio a me!.... non hai mai pensato di potermi incontrare di nuovo?

CLAUDIA: (riacquistando disinvoltura) Sinceramente no! Sono passati vent’anni, è successo di tutto: alluvioni, terremoti, disastri aerei, incidenti stradali, qualche sequestro di persona…. È morto un sacco di gente!

ENRICO: (ironico) Scusami se sono sopravvissuto. Ma…. Se ora lei sente il mio nome?

CLAUDIA: Eh, già…. Perché io le ho detto come ti chiamavi…. (ricordando improvvisamente) Nooo!

ENRICO: (furente) Che altro le hai detto?

CLAUDIA: Che eri un americano!.... un uomo temuto, audace, valoroso….

ENRICO: (perplesso ma tutto sommato più tranquillo) Non le avrai mica detto che ero un cow boy?

CLAUDIA: Nooo!

ENRICO: (risollevato) Ah, meno male….

CLAUDIA: Le ho detto che eri un gangster! Chicago Bill.

ENRICO: (sconvolto) Che?.... Chicago Bill…. Eh!? Ma perché?

CLAUDIA: Sai, quella sera avevo visto un film di gangsters….

ENRICO: Meno male che non avevi visto King Kong!

CLAUDIA: E poi mi è venuto così…. Forse pensando anche al suo vero padre!

ENRICO: Ah, già! Il topo d’albergo! Chicago Bill… ma adesso come si fa?

CLAUDIA: (supplichevole) Enrico…. Te ne devi andare.

ENRICO: Si, lo so…. Ma dove vado, così all’improvviso?

CLAUDIA: D’altronde ormai…. Come si fa a fermarla? Non c’è più tempo!

VINNIE: (facendosi avanti) Ci penso io!

CLAUDIA: (sorpresa) Ha sentito tutto!

ENRICO: (rassegnato) Ormai lui è di casa….

VINNIE: Ci penso io, signora…. Non ti preoccupare…. Vado io alla corriera, prendo tua figlia e non la faccio entrare in casa finché tu (rivolgendosi a Enrico) non te ne sei andato. Ciao, Chicago Bill! (finge di sparare a Enrico e esce a sinistra, correndo, divertito).

ENRICO: (a Claudia) Sei veramente un caso clinico! Quella povera bambina!

CLAUDIA: E perché? Ha avuto un’infanzia così felice! Sapessi come glielo invidiavano, questo padre gangster, gli altri ragazzini che avevano per padri impiegati, ragionieri, notai…. Oh, scusa!

ENRICO: Guarda che hai ragione tu, è meglio che me ne vada!

Fa per uscire a sinistra ma viene quasi travolto da Franchina che si dirige correndo verso Claudia.

FRANCHINA: Mamma!

CLAUDIA: Franchina! (Abbraccia la figlia cercando di non farle vedere la faccia di Enrico a cui fa cenno di andarsene) Tesoro della mamma…. Enrico finalmente capisce, fa per uscire a sinistra ma si incontra con Gegè che sta entrando, fanno per cedersi il passo senza però riuscirci. Gegè ha una borsa a tracolla o uno zaino)

ENRICO: Oh, pardon!

GEGE’: Scusi.

FRANCHINA: (riferendosi a Enrico) Ma è lui!

ENRICO: (rimanendo di spalle rispetto a Franchina) Dice a me?

CLAUDIA: Ma no, Franchina…. Non è lui!

FRANCHINA: Ma come non è lui, mamma! Ho visto la fotografia!

ENRICO: Non sono io!

CLAUDIA: Vedi, cara: non è lui!

FRANCHINA: Dai, che è lui…. Stava con te nella fotografia…. L’ho riconosciuto benissimo! Gegè, dillo tu!

GEGE’: Si, si.

CLAUDIA: (sospirando rassegnata) Va bene Franchina…. Tanto, prima o poi….

GEGE’: Ecco…. (tira fuori dalla borsa un giornale) E’ qui, sul giornale, c’è la fotografia (legge la didascalia): “La signora Clara di Valmaura e il notaio Alsani, apportatore della insolita eredità”!

FRANCHINA: Eh, lo dicevo io!

CLAUDIA: (sollevata) Ma certo che è lui! Enrico! Dillo che sei tu il notaio dell’eredità!

ENRICO: (anche lui con sollievo) Si, sono io…. Il notaio…. (stringe la mano a Gegè) Piacere!

GEGE’: Io sono Gegè, il fidanzato di Franchina!

Enrico si porta improvvisamente le mani alla bocca.

GEGE’: Ma che cos’ha, signor notaio?

ENRICO: Un (indeciso)…. mal di denti terribile…. Scusate, vado a cercare un cachet!

GEGE’: (estrae una piccola scatola dalla borsa) Eccolo, ce l’ho io! (Porge il cachet a Enrico)

ENRICO: (prende il cachet) Ah, grazie…. (leggendo l’etichetta) Ma questo mi fa male, io uso solo aspirina.

GEGE’: (estrae un’altra piccola scatola dalla borsa) Ce l’ho io! (porge le aspirine a Enrico)

ENRICO: (prendendo la scatola dell’Aspirina) Ah, grazie…. Vado a prendere l’acqua.

GEGE’: (estrae una borraccia dalla borsa) Ce l’ho io!

ENRICO: (esasperato) Ma tu hai proprio tutto! Sei una farmacia!

GEGE’: Sa, ero nei boy scout!

FRANCHINA: Mamma, ma dov’è Raggio di Luna? Pensa che per vederlo prima, invece di prendere la corriera, abbiamo fatto l’autostop! Gegè è bravissimo!

CLAUDIA: Ah, si…. Raggio di Luna è di sopra. Lo vedrai…. Enrico, non dovevi andare a prendere il latte di capra per Raggio di Luna?

Franchina prende la sveglia dal tavolino e la mette furtivamente nella sua borsa.

ENRICO: Vado, vado.

GEGE’: Permette? Scusi posso avere io l’onore di prendere il latte per il campione?

CLAUDIA: Ma bisogna ancora mungerlo!

GEGE’: Io sono bravissimo! Nei boy scout lo facevo sempre! Scusa Franchina. Torno subito. (esce a sinistra).

CLAUDIA: Vieni Franchina, vieni a cambiarti. Muoio dalla voglia di chiacchierare un po’ con te!

Suono della sveglia nella borsa di Franchina.

CLAUDIA: Che c’è? Che succede?

ENRICO: Ah, si. La mia sveglia…. L’avevo caricata prima…. Ma dov’è? Io l’avevo messa sul tavolo!.... Qui!

CLAUDIA: Franchina…. (dopo questo affettuoso rimprovero, apre la borsa di Franchina, ne tira fuori la sveglia e la restituisce a Enrico) Scusala, sai…. È un po’ cleptomane…. Tutta suo padre. (Franchina sorride) Ciao!.... andiamo Franchina…. (uscendo a sinistra) ti devo raccontare un sacco di cose.

Enrico verifica di aver ancora il portafoglio; trovatolo, appare sollevato. Entra da destra Marta Gray.

MARTA: Dottor Alsani! Avevo proprio bisogno di lei!

ENRICO: Veramente io stavo cercando di uscire….

MARTA: No! Lei mi serve qui! Lei deve fare il desiderio!

ENRICO: Cosa?

MARTA: Dobbiamo provare…. Venite, ragazze!

Entrano da destra le Girls.

MARTA: (invitando Enrico a mettersi a destra della scena, verso fondo scena) Andiamo, si metta qua, così.

ENRICO: Ma io…. Non posso!

MARTA: Su, non perdiamo tempo. Si metta qui…. Non c’è bisogno che faccia niente, fanno tutto loro!

ENRICO: Signorina, io ho altro per la testa…. Ma capitano tutte a me, oggi….

MARTA: Ma che ci vuole, scusi? Dunque, cominciamo: intanto, dove ci troviamo?

ENRICO: In soggiorno.

MARTA: Ma no!!!!

ENRICO: Ah no?

MARTA: Questo non è il soggiorno, è una strada dei bassifondi!

ENRICO: Cominciamo bene….

MARTA: E queste ragazze non sono ragazze….

ENRICO: Ah no?

MARTA: Ma no! Sono le falene della notte!.... Qui (sposta un attaccapanni da sinistra a destra della scena) c’è in lampione e appoggiato al lampione lei, l’uomo, il maschio….

ENRICO: (decisamente perplesso) Io?

MARTA: (sospirando) Eh, lo so, ma tanto serve solo per prova….

ENRICO: Ma cosa dovrei fare appoggiato a questo…. Lampione?

MARTA: Niente, non si preoccupi. Lei è solo un punto di riferimento. Come glielo devo dire? Lei nel quadro è “l’uomo che si chiama desiderio”.

ENRICO: E va bene, facciamo questo desiderio. Ma facciamo presto, una cosetta veloce.

MARTA: Oh, grazie…. Su, ragazze, cominciamo!

Comincia un balletto: le ragazze danzano attorno a Enrico appoggiato al lampione, in evidente imbarazzo, agitando verso di lui dei boa. Entra da sinistra l’assessore Migoretti. Si trova nel pieno del ballo e, rivolgendosi alle ballerine, chiede informazioni.

MIGORETTI: Scusi, è questa la villa del notaio Alsani?.... Scusi…. Sto cercando il notaio Alsani….

BALLERINA 1: What?

BALLERINA 2: Who is?

MARTA: (a Migoretti) Ma insomma, cosa vuole? Non vede che stiamo lavorando? Si levi dai piedi!

MIGORETTI: Cos’è questo tono!? Lei non sa chi sono io!

MARTA: Uno scocciatore!

MIGORETTI: Signorina, io per sua norma e regola sono un assessore!

MARTA: E allora torni all’assessorato!

ENRICO: (emergendo dalle ballerine che fino a quel momento lo avevano quasi sommerso) Onorevole!.... lei qui…. Che piacere….

MIGORETTI: Notaio! Mi meraviglio! Io vengo a portarle la nomina a capo della nostra missione al congresso notarile di Losanna…. E lei….

ENRICO: (incredulo e lusingato) Io al congresso di Losanna?.... Che onore…. Non mi aspettavo….

MARTA: (alle ragazze) Aaah! Qua non si può lavorare! Troppi pezzi grossi per i miei gusti! Andiamo. (escono a destra)

ENRICO: Onorevole, la prego, si accomodi (Accostandogli la poltrona si accorge che c’è una sottoveste che nasconde prontamente in tasca) Scusi…. Non vorrei che lei pensasse…. Mio Dio, Losanna! Mi permetta di spiegarle….

MIGORETTI: Spieghi, spieghi….

ENRICO: Si tratta…. Si tratta di un’istituzione benefica!.... sono le dame della nobiltà locale che stanno preparando uno spettacolo a favore dell’”Infanzia abbandonata”!

MIGORETTI: L’unico infante abbandonato sembrava lei, lì in mezzo!

ENRICO: No…. Mi hanno pregato di visionare…. Una specie di censura…. Naturalmente tutto da vietare, non è certo decente, scherziamo?

MIGORETTI: Prima di convalidare la nomina, dovevo condurre un’inchiesta segreta sulla sua probità di cittadino…. Una semplice formalità…. Almeno credevo….

ENRICO: (preoccupato) E adesso…. Oh, onorevole! Mi dica, come vede la cosa?

CLAUDIA: (entrando da sinistra) Enrico, Enrico! Siamo stati fortunati! Franchina non ci pensa nemmeno che tu sei suo padre!

ENRICO: (come implorandole di tacere) Claudia!

CLAUDIA: Sta’ tranquillo! Mi ha detto: “Ma che faccia da notaio ha quel notaio!”. Lei invece sa che tu sei un gangster!

Enrico tossisce platealmente.

MIGORETTI: Un gangster!

CLAUDIA: E questo chi è?

ENRICO: Basta!.... (Claudia) Zitta! Fammi parlare un momento! Sappi che l’assessore, molto gentilmente, è venuto qui di persona a comunicarmi la nomina a capo della missione notarile a Losanna! La cosa a cui tenevo più di tutto nella mia vita! Viene qui e ti sente dire che ho una figlia, che sono un gangster. Che cosa deve pensare?

MIGORETTI: Male, molto male!

ENRICO: Vedi? Adesso spiega, spiega se sei capace!

CLAUDIA: Dunque, onorevole…. Enrico ha ragione: è tutto un equivoco…. Sa, alle volte la vita diventa un’assurda macchina a incastro!.... tutto questo è successo perché Franchina….

MIGORETTI: (interrompendola) ma intanto, signora, lei chi è?

ENRICO: E’ la mamma di Franchina.

MIGORETTI: Ah!.... sua moglie!

CLAUDIA: Ma che moglie!

MIGORETTI: Di bene in meglio, siete concubini!

ENRICO: (scuotendo mestamente il capo) E’ inutile, Claudia…. E’ finita!

CLAUDIA: Che sciocchezza! Dunque, onorevole…. Le assicuro che Enrico non c’entra per niente! E’ tutta colpa mia…. Oggi è arrivata Franchina, mia figlia…. Era un po’ triste e così abbiamo organizzato un gioco…. Era triste, capisce?

ENRICO: Era triste perché è fidanzata con un ragazzo….

CLAUDIA: (proseguendo) …. Ma non può sposarsi perché il padre del ragazzo non vuole….

ENRICO: …. Sa, un orso, un uomo dalla mentalità ristretta!

CLAUDIA: Diciamo pure un cretino!

ENRICO: Cero! Un vero cretino! Glielo posso assicurare, onorevole!

MIGORETTI: Ma perché mi raccontate tutte queste storie di padri?

CLAUDIA: Per farle capire che si tratta di un gioco, un gioco fatto per far sorridere la mia bambina.

MIGORETTI: Va bene, mi sforzerò di credere….

Entra Marietta da sinistra.

MARIETTA: Signù! Signù! Signù! È successo nu disastro! So’ arrivati dei signori che hanno scoperto Raggio di Luna e una malafemmina e che lui la baciava!

MIGORETTI: Ho capito bene?.... Una malafemmina baciata da un raggio di luna?.... Questa è follia!

Entra correndo da sinistra Brighenti.

BRIGHENTI: (guardandosi attorno) Buongiorno! Sono entrati di qui?

CLAUDIA: Ma chi?

BRIGHENTI: Appena siamo arrivati, io, il coach Dan Dickinson e due giocatori della squadra, coach Dickinson ha scoperto Vinnine con una ragazza su una panchina vicina al rosaio.

ENRICO: Nel recinto delle Claudine?

MIGORETTI: (scandalizzato) In un convento!

CLAUDIA: Sicuramente era Marat, ma mi deve capitare tra le mani, quella….

Entra da destra Marta.

MARTA: (a Claudia) Signora, ha visto Vinnie?

CLAUDIA: Ah, che faccia tosta! Lo sanno tutti che un minuto fa lo stava baciando sulla panchina!

MARTA: Io? Ma se la sto cercando da due ore!

CLAUDIA: E chi era quella, allora?

MARTA: E’ quello che vorrei sapere! Io me la mangio viva, appena l’acchiappo! (esce a sinistra seguita da Brighenti).

Entra Gianna da destra.

CLAUDIA: Gianna! Cos’è questa storia di questa ragazza che ha baciato Raggio di Luna sulla panchina? Ne sai niente tu?

GIANNA: (IMBARAZZATA) Io?.... Niente, signora…. Vado subito a vedere! (esce a sinistra)

ENRICO: (a Migoretti) Onorevole, quanto darei per poterle chiarire….

MIGORETTI: E’ tutto chiaro! Buonasera. (Si alza e fa per uscire a sinistra)

ENRICO: (cercando di trattenerlo) Ma no, onorevole…. Non vada via così….

Entra da sinistra Franchina.

FRANCHINA: Mamma! Mamma!

MIGORETTI: Ma è lei!

ENRICO: Si, onorevole: è Franchina…. La figlia della signora.

MIGORETTI: (arrabbiatissimo) E io sono quel cretino del padre di Gegè!

CLAUDIA: Lei è l’onorevole Migoretti! Infernale macchina ad incastro, la vita!

ENRICO: (realizzando gradatamente) Il padre…. Gegè…. Il fidanzato…. (traendo le conclusioni, sospira) Addio Losanna!

MIGORETTI: (a Claudia) Visto che lei è la madre, adesso le spiego perché questo matrimonio non si farà, né ora né mai…. Lo sa cosa mi ha fatto la sua “bambina” la prima volta che è venuta a casa mia?

CLAUDIA: Santo Cielo, Franchina, cosa gli hai fatto?

FRANCHINA: Ma niente mamma…. Gli ho grattato la penna stilografica….

Franchina con disinvoltura prende l’orologio dal taschino del gilet di Migoretti.

CLAUDIA: Eh, questo…. (a Migoretti) Ma gliel’ha restituita subito, non è vero?.... Uno scherzo….

ENRICO: Sa, gioca…. Lei gioca!

MIGORETTI: Ma giocano tutti qua dentro! Persino il furto è diventato un gioco! Chissà come avete ridotto mio figlio!

CLAUDIA: Ah, questo no! Non lo deve dire…. Da noi Gegè è sempre stato circondato di affetto, di tenerezza, di attenzioni…. Lo abbiamo sempre trattato come un figlio!

Entra da sinistra Gegè, sporco e con una notevole quantità di paglia addosso, ha con sé un secchio.

GEGE’: Ecco qua! Latte di capra fresco! Appena munto per Raggio di Luna! (accorgendosi improvvisamente della presenza del padre, imbarazzatissimo lascia cadere il secchio facendo sobbalzare i presenti) Papà…. Tu…. Qui!

MIGORETTI: (furibondo) Il capraio fai, deficiente!

Entra correndo da destra Gianna seguita da Marta Gray.

MARTA: (furente) Ferma! (ai presenti) E’ lei che stava sulla panchina!

GIANNA: (fermandosi a sinistra della scena) Calma…. Calma…. Posso spiegare tutto.

MIGORETTI: Via, via…. Me ne vado subito!

ENRICO: Ma onorevole….

CLAUDIA: Lascialo andare! E’ un uomo totalmente privo di spirito!

Entra da destra Dan Dickinson con un forcone in mano.

DAN: Vinnie! Ma dov’è? Delinquente!

MIGORETTI: Gegè, vieni via subito! C’è un treno fra…. (cerca l’orologio nel taschino) Mi hanno rubato l’orologio!

CLAUDIA: Franchina….

FRANCHINA: Si, mamma.

MIGORETTI: L’orologio…. L’avevo un momento fa….

CLAUDIA: (facendosi dare l’orologio da Franchina) Franchina, non sei tempista!

Migoretti strappa l’orologio di mano a Claudia.

DAN: (vede sul tavolino una bottiglia di whisky e si calma) Ah, scottish whisky! (Si versa il whisky in un bicchiere) Quando il sole ti spacca il cervello, un buon bicchiere di whisky per me numero uno! (Facendo cenno di brindare) Signori, alla vostra salute! (Tracanna il bicchiere di whisky tutto d’un fiato. Tutti si guardano con aria interrogativa).

Riprende un gran vociare generale.

ENRICO: SILENZIO! (quasi implorante) Fate un po’ di silenzio….

La confusione continua nonostante la richiesta di Enrico. Entra dalla prima quinta a sinistra Vinnie con un passamontagna e una pistola giocattolo.

VINNIE: (spara un colpo in aria) BASTA! (silenzio generale. Vinnie si toglie il passamontagna e, rivolgendosi a Enrico) Hai visto com’è stato facile, Chicago Bill?

FRANCHINA: (fra sé) Chicago Bill…. (realizzando improvvisamente) Papà! (abbraccia uno sconvolto Enrico mentre Vinnie comincia a ridere come un matto)

CLAUDIA: (sospirando) Terrificante macchina ad incastro, la vita!

FINE I ATTO

II ATTO

BRIGHENTI: (TELEFONANDO DAL CELLULARE) Pronto?.... Si dammi la redazione sportiva…. Si?.... Brighenti. Ciao, dunque, ascolta bene, titolo a quattro colonne “DA BROOKLYN ALL’ABRUZZO, LA VIRTUS ROMA SI ALLENA ALL’OMBRA DELLA MAIELLA”…. Allora, cominciamo: “Quassù non solo Vinnie Modiano, leader e star indiscussa della squadra, ma anche gli altri giocatori conducono una vita calma, riposante, addirittura quasi claustrale, lontana dalle tentazioni delle grandi città….”

Su queste parole fanno irruzione schiamazzando in scena giocatori che inseguono ballerine e ballerine che inseguono giocatori.

BRIGHENTI: (proseguendo) “…. Nel pomeriggio è giunta improvvisamente un’alta personalità del mondo politico, l’onorevole Migoretti, la cui visita è risultata particolarmente gradita dai presenti…. Migoretti ha ricevuto encomi sentiti e sinceri per le sue indiscusse doti di intelligenza e diplomazia…. Quassù, insomma, all’ombra dell’immacolata Maiella, la vita scorre placida, serena, non turbata da confusioni di sorta.”

Prima che Brighenti riattacchi si sentono gli scoppi di alcuni petardi. Brighenti esce a sinistra. Entrano da destra Marietta e Claudia.

CLAUDIA: Molto bene, Mariuccia! Sono proprio questi i petardi che ci servono. Li metteremo davanti alla porta della camera di Raggio di Luna, così se stanotte lui esce dalla sua camera, o se qualcun altro volesse entrarvi, i petardi scoppieranno e noi saremo avvertite.  

Entra da sinistra Enrico, visibilmente depresso.

CLAUDIA: (andando incontro a Enrico) Enrico!.... Avevo proprio bisogno di te….

ENRICO: (furibondo) Ah!.... Hai bisogno di me?.... Dopo tutti i danni che hai combinato, dopo che per causa tua ho perso l’incarico di capo delegazione al congresso notarile di Losanna!.... E adesso arrivi tu e…. (imitandola platealmente) “Oh, Enrico…. Avevo proprio bisogno di te!” Cose da pazzi!

CLAUDIA: Ti prego Enrico! Non fare così…. Si tratta solo….

ENRICO: (interrompendola) Basta! Non voglio sentire niente!

CLAUDIA: (continuando come se niente fosse) Dovresti solo mettere questi petardi davanti alla porta della camera di Vinnie.

ENRICO: E’ incredibile! Per causa tua ho appena perso un incarico importantissimo per la mia carriera e tu mi chiedi di fare il Pietro Micca! Ma ti rendi conto di cosa poteva significare quell’incarico per me? Ma no, arrivi tu e…. PAF! Rovini tutto il mio lavoro di anni! 

CLAUDIA: Non ti preoccupare, posso sempre telefonare all’onorevole Migoretti e spiegargli tutto….

ENRICO: Le conosco le tue spiegazioni!

CLAUDIA: Non essere così sarcastico, accidenti…. Su, da bravo, vai a mettere i petardi e dopo io telefono all’onorevole Migoretti.

ENRICO: Non se ne parla nemmeno! Tu telefoni e dopo io vado a mettere i petardi!

CLAUDIA: Non ti fidi?

ENRICO: No!

CLAUDIA: Hai la mia parola!

ENRICO: Appunto! (esce a sinistra)

Claudia toglie le pile dal telefono cordless di Enrico.

CLAUDIA: E va bene, Enrico, mi ha convinta! Vieni, dammi il numero di telefono dell’onorevole!

ENRICO: (rientra da sinistra raggiante) Eccolo! (passa un bigliettino a Claudia)

CLAUDIA: (prende il bigliettino e compone il numero)…. (a Enrico) E’ libero…. (al telefono) Ah, si…. Onorevole Migoretti, sono Clara di Valmaura, mi scusi se la disturbo, ma si tratta di una cosa grave…. Il povero notaio Alsani…. Si, lui, lui…. Ha avuto una crisi spaventosa…. Si è chiuso nella sua stanza…. Ha rifiutato due volte il cibo…. Sa, io non vorrei…. La sua stanza è al terzo piano…. Oh, è terribile! (finge di commuoversi) Mi scusi onorevole, queste lacrime…. Ma quando penso che se dovesse accadere l’irreparabile…. No, onorevole, per carità, non si commuova anche lei (fa cenni a Enrico per dire che tutto va bene)…. La colpa è tutta mia…. Il notaio è innocente…. Lui…. È un uomo al di sopra di ogni sospetto…. Onesto…. Puro…. Casto (Enrico fa cenno di non esagerare)…. Magari un po’ ingenuo…. Si…. Si…. Si…. Si…. (le si illumina il volto) No…. No…. No…. Si…. Si…. Ne ero certa, onorevole, lei è un autentico signore (fa cenno a Enrico che va bene)…. Allora per Losanna il notaio può ancora sperare?.... Si?.... Davvero?.... Si…. Grazie…. Grazie…. Gliela posso dare, la notizia, al notaio?.... Grazie! (sorridendo a Enrico, fa cenno di si con la testa)    

ENRICO: Fammici parlare…. Fammici parlare.

CLAUDIA: (fa cenno di no a Enrico e bisbiglia) Meglio di no…. (Fa risatine al telefono come se l’onorevole la lusingasse) Grazie onorevole…. Lei fa felice un uomo…. E una donna…. Di nuovo onorevole…. Grazie…. Grazie…. Grazie…. Grazie…. (Riattacca. A Enrico) Hai visto, Enrico?

ENRICO: Sei insuperabile, Claudia…. Non so che dirti…. Non so come ringraziarti….  (ricordando improvvisamente) I petardi! (prende i petardi) Torno subito, aspettami (esce a destra)

CLAUDIA: (si accerta che Enrico sia uscito, poi rimette le pile nel telefono) Povero Enrico! Questa non me la perdonerà mai!

Entra da sinistra Franchina, in pigiama.

CLAUDIA: Franchina…. Cosa ci fai ancora in piedi a quest’ora?

FRANCHINA: Sai, non riuscivo ad addormentarmi senza la buona notte di papà….

CLAUDIA: (commossa) Si…. (Riprendendosi) Ma papà non c’è…. Adesso sta compiendo una missione molto pericolosa….

Scoppia un petardo.

FRANCHINA: Oddio, hanno sparato a papà….

Corre verso destra ma in quel momento rientra, sempre da destra, Enrico che si stringe un dito grossolanamente bendato con un fazzoletto.

FRANCHINA: Papà…. Sei ferito?

CLAUDIA: (senza dare a Enrico il tempo di rispondere) Franchina, non ti ricordi che tuo padre ha sempre riso delle ferite…. Non è vero, Enrico?

ENRICO: (a Franchina, assumendo un tono da duro, in realtà mortalmente spaventato) Non è niente, piccola. Solo un graffio….

CLAUDIA: Ma che medicazione primitiva! Vado a cercare delle garze! (esce a destra).

FRANCHINA: Ti fa male?

ENRICO: (come sopra, stavolta sghignazzando) Ci vuole altro!

FRANCHINA: Papà, sei veramente un duro, tu! (con tono complice) Mamma mi ha detto perché sei venuto in Italia!

ENRICO: (sconvolto, pensando a ciò che può essersi inventata Claudia) Eh?

FRANCHINA: Che idea! Ma io non dirò niente a nessuno!

ENRICO: (risollevato) Brava!

FRANCHINA: (indicando il divano) Papà, siediti qui! (Enrico si siede sul divano e Franchina si siede sulle sue ginocchia) Se sapessi quante volte ho sognato di stare qui con te e di addormentarmi mentre tu mi raccontavi le tue avventure.

ENRICO: (calandosi nel ruolo, sempre con voce da duro) Avventure, piccola? Sciocchezze, sciocchezze! (Estrae l’orologio e lo guarda) Piuttosto è tardi per te! Sono le due e venti! (fa per rimettere l’orologio nel taschino del panciotto, ma ci ripensa e lo mette nella tasca interna della giacca, abbottonandola accuratamente)

FRANCHINA: Papà, stasera no! Raccontami almeno il colpo alla banca di Boston!

Rientra Claudia con le garze e comincia a medicare il dito di Enrico.

FRANCHINA: Mamma diglielo anche tu a papà che mi racconti il colpo alla banca di Boston!

CLAUDIA: Franchina, ma te l’ho già raccontato tante volte!

FRANCHINA: Si, ma voglio sentirlo da lui…. Ho aspettato tanto!

CLAUDIA: (a Enrico) Ha aspettato tanto…. Del resto, ognuno ha i suoi desideri: tu Losanna, lei Boston….

ENRICO: E va bene…. (sempre con ostentata grande sicurezza, in realtà rivolgendo imploranti occhiate interrogative a Claudia) Anzitutto: dove era la banca di Boston?.... A Boston, naturalmente…. Ma il problema più importante era “quando”? Quando svaligiai la banca di Boston? Eh…. Eh…. In estate? (Claudia fa cenno di aver freddo) Mai…. In inverno? (Claudia annuisce platealmente)  Certo, ma più precisamente “quando”? (Claudia fa cenno di Babbo Natale con barba e poi di albero di Natale con candeline, ma Enrico non capisce) Quando? L’inverno è lungo…. Va dal 23 dicembre al 21 marzo…. Tu capisci quanto è lungo l’inverno…. (Claudia canticchia disinvolta “White Christmas” ed Enrico realizza improvvisamente) Natale! (Claudia fa cenno di si) Chi mai poteva pensare di svaligiare una banca il giorno di Natale? (guarda verso Claudia furibondo) Lei…. Cioè io…. Mentre tutti festeggiavano la santa ricorrenza, io no. Io svaligiavo la banca di Boston in pieno giorno (Claudia fa cenno di no)…. No, in piena notte (Claudia fa di nuovo cenno di no)…. No…. All’alba…. Guarda se si poteva inventare una cosa più diabolica….

FRANCHINA: Solo tu, papà, potevi avere un’idea così…. Ma adesso spiegami il perché del pigiama.

ENRICO: (sconvolto) Eh?

CLAUDIA: Francamente nemmeno io l’ho mai capito bene perché tu ti sia introdotto nella banca in pigiama.

ENRICO: Già…. Perché? Per farmi prendere per un pazzo…. Alibi…. Alibi pronto! (rivolgendosi a Claudia) Perché soltanto un pazzo può entrare in una banca all’alba de giorno di Natale per svaligiarla…. (riprendendo il tono da duro) In ogni modo, una volta entrato nella banca….

FRANCHINA: (interrompendolo) Papà tu salti proprio le cose più interessanti. Si può dire che il tuo capolavoro è il modo come sei entrato.

ENRICO: Già! Come sono entrato nella banca? (torna a lanciare occhiate interrogative a Claudia) Anche per questo avevo diverse soluzioni…. Scartiamo subito quelle normali: ti sembro forse il tipo che entra dalla porta o dalla finestra? (Claudia fa cenno di no) No…. E figurati…. (Claudia fa cenno col dito indice della mano destra come per salire e scendere) Una corda…. (Claudia fa cenno di no) No! Per un istante ho pensato a una corda,  ma poi…. Era troppo banale, non trovi, Franchina?.... (Claudia insiste con il gesto precedente) Dal piano di sopra (Claudia annuisce) Chi ci poteva pensare? Io!

CLAUDIA: (venendo in aiuto a Enrico interrompendo la difficoltosa narrazione) Senti, Franchina…. Questa la sai…. Non ti piacerebbe di più che papà ci raccontasse una delle sue ultime avventure, una di quelle che non sappiamo né tu né io?

ENRICO: (sghignazzando) Eh, eh!.... Ti racconto il colpo del “Garofano Rosso”….

FRANCHINA: Si, si papà!

La narrazione di Enrico è seguita da una Claudia sorpresa e divertita.

ENRICO: Allora, stai a sentire: siamo a Chicago, Illinois. La stazione è deserta: io e i due della banda saltiamo sulla locomotiva, costringiamo il macchinista a mettere in moto il treno e a dirottarlo sulla deviazione che portava al nostro ranch, una volta arrivato, cominciamo a litigare per la divisione del bestiame. Io, che ero il capo, dico: “Contiamo le pecore!” e comincio a contare: “Pecora uno, pecora due, pecora tre, pecora quattro, pecora cinque, pecora sei, pecora sette (colpi d’orologio, la luce cala un po’)…. Pecora seicentoventuno, pecora seicentoventidue, pecora seicentoventitre, (altri colpi d’orologio, cala ulteriormente la luce in scena) pecora (Enrico sbadiglia) tremilaottocentoventitre (Franchina si è addormentata)

CLAUDIA: Guarda, sorride! Chissà cosa sogna…. Forse Chicago Bill al rach del “Garofano Rosso”!

Buio in scena. Si riprende con luce piena, in scena Marietta sta scrivendo una lettera.

MARIETTA: (quasi tra sé) “Amazzone squillo”…. Squillo, come si scriverà ‘sto squillo?.... Ci vorrà la q come L’Aquila o il ch come Chieti?

Entra da destra Brighenti.

MARIETTA: U’ giornalista…. Venite qua, sentite una cosa…. Come si scrive squillo?

BRIGHENTI: Squillo…. Esse, qu….

MARIETTA: (interrompendolo) Allora aggiu fatto bene…. Eh, beato a voi che scrivete e leggete accussì bene…. Io aggiu fattu ‘na faticata, pe’ butta’ giù ‘sta lettera….

BRIGHENTI: Ah, ti dai pure alla corrispondenza?

MARIETTA: Chista è ‘na lettera pe nu personaggio ‘mpurtante…. Ma nun te posso di’ di più…. (esce a destra)

Entra da sinistra Vinnie.

BRIGHENTI: Vinnie, che hai? Sei di cattivo umore?

VINNIE: Ma che ne so….

BRIGHENTI: Ho capito, hai litigato con Marta…. Beh, certo che ieri sera glie l’hai fatta grossa…. Con quella ragazza sulla panchina…. Quel bacio…. Qui ormai non is parla d’altro!

VINNIE: (sorpreso) Ma quale bacio? Stavamo solo chiacchierando….

BRIGHENTI: (con l’aria di uno che la sa lunga) Ti conosco, Vinnie: lo so come chiacchieri con le ragazze….

VINNIE: (sincero) Brighenti, te lo giuso!

BRIGHENTI: Ma allora perché non sei andato a spiegare tutto a Marta?

VINNIE: (con sarcasmo) Si, domani gliela do vinta. Se vuole stare con me, è così; se no tanti saluti!

BRIGHENTI: Vinnie…. È la prima volta che Marta fa così?

VINNIE: Ci mancherebbe altro: se no a quest’ora….

BRIGHENTI: (con aria complice) Di’ un po’: per caso questa prima ribellione di Marta non t’avrà fatto capire che….

VINNIE: (esortandolo a continuare) Che?

BRIGHENTI:  Che insomma, Marta per te….

VINNIE: (dando una vigorosa pacca sulle spalle a Brighenti) Ma va’ Brighenti…. (poi, come ripensandoci) Però…. Forse è proprio così…. Forse.

BRIGHENTI: Scusa Vinnie, ma se hai capito di aver sbagliato, va’ da lei e dille tutto….

VINNIE: No! Questa soddisfazione non gliela do!

BRIGHENTI: Hai proprio un gran brutto carattere, Vinnie!.... Ma se per una volta invece di dar retta a questo tuo caratteraccio tu dessi retta al tuo cuore?

VINNIE: E cioè?

BRIGHENTI: Te l’ho detto: vai da lei e le spieghi tutto! (esce a destra).

VINNIE: Ah…. Ma va’….

Entra da sinistra Marietta.

MARIETTA: Signur Vinnie, signur Vinnie! Hanno portato questa lettera per voi.

VINNIE: (disinteressato) Chi?

MARIETTA: Una donna velata….

VINNIE: (interessato) Una donna…. E com’era?

MARIETTA: Modestamente, bona! (consegna la lettera a Vinnie)

VINNIE: (aprendo la lettera) “Vinnie, adorato mio…. Sei bello come San Gabriele!”…. Ah, cominciamo bene…. “Appena ti ho visto sono caduta in folle pansione.” Pansione? Pensione?

MARIETTA: (prontamente) Passione!

VINNIE: E tu come lo sai?

MARIETTA: Intuito femminile.

VINNIE: (proseguendo la lettura) “Ti aspetto stasera alle nove all’albergo delle Rose, stanza numero otto. La tua amazzone squillo.” E chi è?

MARIETTA: Ehhh! Che fai signu’, nun ce vai?

VINNIE: (misterioso) Chissà….

MARIETTA: Vacce, vacce, signur Vinnie. (esce a destra)

Entra da destra Gegè, ha con sé il suo zaino.

GEGE’: Ciao, Vinnie, sono venuto a salutarti. Sono orgoglioso di averti conosciuto. Io parto.

VINNIE: E dove vai?

GEGE’: Mi arruolo nella legione.

VINNIE: Straniera?

GEGE’: Già.

VINNIE: Ma tu sei matto!

GEGE’: Che altro posso fare? Tanto ormai non posso più sposare Franchina. Papà non vuole.

VINNIE: Ma non è più facile metterli di fronte all’irreparabile?

GEGE’: Un suicidio?.... Come Mayerling!?

VINNIE: Ma no, il fatto compiuto… una fuga d’amore. Prendi la ragazza, te la porti in albergo, mandi una lettera dicendo che non tornerete mai più e vedrai se tuo padre non dice di si.

GEGE’: Ma…. Quale albergo?

VINNIE: L’albergo…. (guarda la lettera) delle Rose…. Ti prenoto la camera io….

GEGE’: Ma…. Quando?

VINNIE: Stasera! Non avrai mica paura?.... Sei un boy scou.

GEGE’: Va bene! (esce a sinistra).

Entra da destra Enrico, è raggiante.

VINNIE: Buongiorno, notaio. Sei di buon umore, eh?

ENRICO: Si! Vado a Losanna. Claudia ieri sera è stata fantastica. Ha telefonato all’onorevole e gli ha spiegato tutto. (Prende il telefono e compone il numero)…. Pronto…. Si, segreteria dell’onorevole Migoretti?.... mi può passare l’onorevole?.... grazie, aspetto…. (a Vinnie) Ho chiamato l’onorevole per ringraziarlo personalmente, mi sembra doveroso…. (Al telefono) Pronto? Buongiorno, onorevole!.... sono il notaio Alsani…. Alsani A come allegria, L come Losanna, S come…. Ma, dico, come si permette? Ma…. (attacca il telefono) Allora Claudia la telefonata non l’ha mai fatta…. Ah, mostro! Oh, povero me…. Basta! Non la voglio più vedere! (esce a sinistra).

Entra Marta da destra.

MARTA: (riferendosi a Enrico) Ma che cos’ha?

VINNIE: Mah!

MARTA: Vinnie…. Brighenti mi ha spiegato quella cosa di ieri sulla panchina…. Scusa…. Io non sapevo….

VINNIE: (freddissimo) Prego. Figurati.

MARTA: E questo che vuol dire? Vengo qui per spiegarmi e trovo questa atmosfera da “non parlare al conducente”…. Se fai così non ti spiego più niente!

VINNIE: Ecco, brava: non spiegarmi niente.

MARTA: E invece te lo spiego. Proprio per farti vedere la differenza che c’è tra noi! Ero venuta a dirti che stanotte, mentre stavo di là proprio perché avevo deciso di non venire da te, ha cominciato a vederti sotto una luce diversa…. Migliore….

VINNIE: Ah, solo stanotte…. Vuol dire che prima mi vedevi sotto una cattiva luce!

MARTA: Se la prendi così non parlo più.

VINNIE: Ecco, brava, non parlare più!

MARTA: Per carità, chi parla più!? Chiuso!

VINNIE: Chiuso!

MARTA: Chiuso l’ho detto io!

VINNIE: E lo dico anch’io!

MARTA: Sappi che da questo momento non ti rivolgerò più la parola!

VINNIE: Idem.

MARTA: Non ti parlerò mai più.

VINNIE: Idem.

Entra da destra Enrico con una valigetta.

MARTA: Buon giorno, notaio…. Senta un po’, per favore….

ENRICO: Non posso, ho fretta!

MARTA: Guardi che è una buona notizia, per lei e per la signora Clara. Le dica ufficialmente, da parte mia, che stia tranquilla perché io con questo “gentiluomo” (indica Vinnie) non parlo più! E’ tutto finito con lui!

ENRICO: Ma non è il momento! Io devo andare….

Fa per uscire a sinistra ma viene trattenuto da Marta.

MARTA: No, mi faccia un altro piacere. Siccome io non gli parlo più, glielo dica lei che da questo momento in poi io mi considero libera!

ENRICO: Ma io….

MARTA: E glielo dica!

ENRICO: (a Vinnie) Dice che da questo momento in poi è completamente libera.

VINNIE: (a Enrico) Ah!.... allora le dica che la cosa mi lascia completamente indifferente!

ENRICO: Ma io devo andare….

VINNIE: E glielo dica!

ENRICO: (a Marta) Guardi che la cosa ci lascia completamente indifferenti.

VINNIE: (correggendolo) Mi lascia….

ENRICO: Ci lascia. Perché in fondo pure a me non è che….

MARTA: E allora ingiunga la signorino di restituirmi il portasigarette d’oro che ebbi la dabbenaggine fi regalargli!

ENRICO: Ma cosa vuole che ingiunga!.... adesso sono diventato pure ufficiale giudiziario!

MARTA: Le ingiungo di ingiungere!

ENRICO: E va bene! (a Vinnie) Guarda che questa rivorrebbe il suo portasigarette d’oro.

VINNIE: (prende da una tasca il portasigarette) Certo! Eccolo! Falle sapere che io del suo portasigarette me ne sbatto!

ENRICO: (prende il portasigarette, poi rivolgendosi imbarazzato a Marta) Dice che del suo portasigarette se ne…. Se ne…. (quasi tra sé) è una parola…. (quasio illuminandosi) se ne disinteressa!

MARTA: E allora gli dica che è un m-a-s-c-a-l-z-o-n-e e un f-a-r-a-b-u-t-t-o!

ENRICO: Ma come posso dire a lui….

MARTA: Ah! Quello che mi manda a dire lui si, e quello che mando a dire io no! (esortandolo) Avanti!

ENRICO: Senti Vinnie…. La signorina dice che si un….

MARTA: Ah, già che ci siamo, gli dica pure questo…. (parla all’orecchio di Enrico dicendo improperi irripetibili all’indirizzo di Vinnie)

ENRICO: Ah! Questo poi no!.... Me ne vado! Me ne vado da questa casa! Oh, accidenti, me ne vado da casa mia! Vado in albergo! Basta! (esce a sinistra)

MARTA: Ecco, hai visto? Tu sei fatto apposta per far arrabbiare il prossimo!

VINNIE: Ah, io!

MARTA: E chi? Io, allora?

VINNIE: (improvvisamente serio ed emozionato) Marta, ti prego…. Sapessi quanto è difficile dirti quello che voglio dirti….

MARTA: E allora non me lo dire!

VINNIE: E invece te lo dico! Proprio per farti vedere la differenza che c’è tra noi! Stanotte, mentre ti stavo aspettando, improvvisamente mi sono accorto di volerti bene!

MARTA: Stanotte! E improvvisamente! Stiamo insieme da un anno e te ne accorgi adesso…. Bravo!.... e poi…. Non ti credo!

VINNIE: Non mi credi?.... e allora guarda (prende la lettera dell’ammiratrice sconosciuta): questa lettera è di un’altra donna, mi invita a un appuntamento d’amore! Ecco, io la butto! (butta a terra la lettera).

MARTA: Grazie! L’avrai già imparata a memoria!

VINNIE: Ah si!?.... e allora se è così, non parliamone più! Anzi lasciami in pace! Io sono qua per allenarmi e vado ad allenarmi! (esce a sinistra)

MARTA: (raccoglie la lettera) Nemmeno io ho tempo da perdere! Devo provare i balletti con le ragazze! Ragazze, pronte per la prova! Arrivo subito!

Buio in scena.

CAMBIO SCENA. Un’unica parete posta circa due metri dopo la ribalta a far immaginare il corridoio dell’albergo, tre porte numerate con i numeri 8, 9 e 10. Entrano da sinistra il primo facchino e l’onorevole Migoretti.

I FACCHINO: (aprendo la porta della camera numero 9) Ecco, signor Migoretti. Questa è la camera prenotata per lei.

MIGORETTI: (sorpreso, ma senza darlo particolarmente a vedere) Veramente io non avevo prenotato niente, ma dato che insistete tutti a dire che l’ho prenotata, va bene. L’importante è poter dormire.

Migoretti entra nella stanza e chiude la porta, il facchino esce a destra. Dopo qualche istante entra da sinistra il secondo facchino.

II FACCHINO: (guarda se la via è libera, poi fa cenno di venire avanti) Venga!

Entra da sinistra Marta Gray, il facchino apre la porta della camera numero 8).

MARTA: E’ sicuro che la camera sia questa?

II FACCHINO: Si…. Però mi raccomando: che non si sappia!

MARTA: Stia tranquillo!

Il secondo facchino esce a sinistra.

MARTA: Adesso mi nascondo nella toilette e quando arriva l’amazzone squillo ci facciamo quattro risate! (entra e chiude la porta)

Esce l’onorevole Migoretti dalla camera numero 9.

MIGORETTI: (parlando al cellulare) Pronto!.... Si, sono…. Sono …. No, no, proprio di questo volevo parlarle: non ho ancora potuto incontrare la signora Clara di Valmaura…. Ho avuto un guasto alla macchina!.... Sono arrivato tardi…. Lasci fare a me! Come le ho detto, eccellenza, ho in mano delle carte che ci garantiscono che Vinnie Modiano l’anno prossimo giocherà per la Virus Napoli…. Ma si, rassicuri lei il commendatore…. Certo, può tranquillamente impostare la sua campagna elettorale sull’ingaggio di Raggio di Luna! Mi impegno io personalmente…. Grazie, ossequi, eccellenza! (Chiude la comunicazione e ritorna nella sua stanza).

Entrano da sinistra il primo facchino e una signora velata, la signora velata è Marietta.

I FACCHINO: (aprendo la porta della camera numero 8) Ecco, questa è la camera.

Marietta entra e chiude la porta, il primo facchino fa per uscire, ma incontra l’onorevole Migoretti.

MIGORETTI: La sala da pranzo, per favore!

I FACCHINO: In fondo al corridoio. Con permesso, faccio strada.

Escono a destra. Dopo qualche attimo entrano da sinistra Franchina e Gegè accompagnati dal secondo facchino.

II FACCHINO: (aprendo la porta della camera numero 9) Ecco, questa è la camera prenotata a suo nome, signor Migoretti. (esce a sinistra)

FRANCHINA: (imbarazzatissima) Hai visto come ci ha guardato? Che ne dici? Avrà capito?

GEGE’: Ma no, questo è un albergo serio…. (fa capolino oltre la porta aperta per vedere l’interno della camera)

FRANCHINA: Com’è la camera?

GEGE’: Una bella stanza…. Non entri?

FRANCHINA: Si. (Si avvia, ma ferma Gegè) No, tu aspetta…. Voglio stare un po’ sola, capisci?

GEGE’: Si.

FRANCHINA: Hai paura?

GEGE’: N…. no…. E tu?

FRANCHINA: Neanch’io…. (entra piangendo nella stanza e sbatte la porta in faccia a un esterrefatto Gegè).

Gegè fa per aprire la porta, ma ci ripensa e inizia a camminare su e giù per il corridoio con aria che vorrebbe essere disinvolta. Dalla porta della stanza numero 10 esce Enrico in vestaglia.

ENRICO: Gegè! Cosa ci fai qui?

GEGE’: (imbarazzatissimo) Io?.... Niente…. Cioè…. Io….

ENRICO: Ma sei qui da solo?

GEGE’: (fin troppo prontamente) Si, si solo! E con chi dovrei stare?

ENRICO: Col tuo papà.

GEGE’: No, papà è a Roma…. Buonanotte, buonanotte. (Si avvia verso la camera numero 9)

ENRICO: Buona notte!.... E buon riposo!

GEGE’: Riposo. Ah, si! Buona notte, buona notte!

Gegè rimane vicino alla porta della stanza numero 9 in attesa che Enrico se ne vada. Enrico non se ne va. Disperato, Gegè cerca una via d’uscita.

GEGE’: Che sbadato!.... devo andare a comprare le sigarette!

ENRICO: (tirando fuori di tasca un pacchetto di Marlboro) Ce le ho io!

GEGE’: Ah, grazie…. (cerca un ulteriore pretesto) Ma io fumo le MS….

ENRICO: (tirando fuori dall’altra tasca un pacchetto di MS) Ce le ho io!

GEGE’: (prendendo il pacchetto) Beh, allora buona notte….

Gegè apre la porta della camera numero 9 e timorosamente guarda dentro: la stanza gli appare vuota. Si fa coraggio ed entra chiudendosi la porta alle spalle. Enrico rimane a guardare la porta. Dopo un istante Gegè esce e, trovandosi di nuovo faccia a faccia con Enrico, cerca un altro pretesto.

GEGE’: Ah…. I cerini!

ENRICO: (tirando fuori di tasca una scatola di cerini) Ce li ho io!

GEGE’: (esasperato) Ma lei ha proprio tutto. E’ una tabaccheria!

ENRICO: Sai…. Da giovane ero un boy scout….

GEGE’: (prendendo la scatola di cerini, rassegnato) Grazie…. Buona notte.

Gegè rientra nella camera numero 8 e sente la voce di Marietta che canticchia; impaurito va a nascondersi in un angolo della stanza. Enrico, perplesso, si decide ed entra nella camera numero 8 per parlare con Gegè. La camera gli appare deserta e silenziosa.

ENRICO: (sottovoce) Gegè…. Gegè…. (non avendo risposta volta le spalle dicendo a voce alta) Dove sei?

Marietta scorge Enrico che, essendo rimasto sulla porta di fronte al pubblico, le volta le spalle; lo scambia quindi per Vinnie e corre ad abbracciarlo.

MARIETTA: Eccomi! Songo tua!

ENRICO: Marietta!.... Tu!....

MARIETTA: Oddio…. Lu notaiu…. (si inginocchia) Perdono! Perdono! E’ stato l’amore!

ENRICO: (indignato) L’amore!.... Vergogna!.... con quel ragazzo!

MARIETTA: Era tantu bellu!

ENRICO: Bello poi! E in ogni modo, ha anche la fidanzata!

MARIETTA: Si, fidanzata!.... Chilla è ‘na maliarda, ‘na strega, ‘na malafemmina!

Da destra della scena appare Claudia che, attratta dalle voci di Enrico e Marietta, apre la porta della camera numero 10 e vi si nasconde per poter ascoltare non vista il colloquio tra i due.

ENRICO: (pensando che Marietta si riferisca a Franchina) Ah! Questo è troppo! Non ti permetto!

MARIETTA: Perdono, perdono, dottoru! Lu peccatu d’amore è santu!

ENRICO: Amore! Come puoi pronunciare questa parola! Mentre sei in quest’albergo, vestita come…. Come…. Lasciamo perdere, davanti a me!

MARIETTA: Alla villa la signura se ne sarebbe accorta!

A questo punto Claudia rompe gli indugi e compare in scena.

CLAUDIA: (sarcastica) Oh…. Pardon!

ENRICO: Claudia!

MARIETTA: Signura!

CLAUDIA: Non avrei mai immaginato…. Scusatemi, non volevo disturbare, continuate pure. (Fa per uscire a destra)

ENRICO: (trattenendola) Claudia! Aspetta, non te ne andare, cosa hai capito?

CLAUDIA: Non c’è niente da capire…. Hai una tresca ancillare. E’ comprensibile…. (riferendosi a Marietta) E’ giovane…. Alla tua età è un energetico!

ENRICO:  Non ti permetto di supporre! Posso spiegarti!

CLAUDIA: Non è il momento, con la signorina che aspetta…. (guardando Marietta) Oltre tutto avrà freddo.

ENRICO: Marietta! Vuoi dire tu alla signora che quando io sono entrato qui dentro c’era già un altro uomo?

MARIETTA: No, signù, nun c’era nessuno!

ENRICO: Come? Vuoi forse negare che ci fosse Gegè?

MARIETTA: Gegè? No! Chi l’ha visto!? Io non ci capisco più ninete!.... Me ne vado! Me ne vado! (prende il soprabito dall’interno della camera ed esce a sinistra)

ENRICO: Ti assicuro, Claudia. Io sono entrato qui perché c’era Gegè!

CLAUDIA: Enrico, vergognati! Per coprire i tuoi vizi accusi quell’anima candida di Gegè! Quando uno è un porco, deve avere il coraggio di dirlo: “Io sono un porco!2 Dillo, Enrico!

ENRICO: Ma perché devo dire che sono un porco! Ti ripeto che c’era Gegè! Deve essere ancora qui!

Enrico e Claudia entrano nella stanza. Gegè, che si era nascosto dietro la porta, ne approfitta per uscirne. Arrivato davanti alla porta della stanza, incontra Vinnie, entrato nel frattempo da destra.

VINNIE: Oh, scusa! Come va?

GEGE’: Ma io….

VINNIE: Bravo, bravo! Mi hai dato retta. (guarda il numero della camera e rimane perplesso in quanto la camera numero 8 doveva essere quella dell’appuntamento) Numero otto…. Strano…. È meglio che vada al bureau a chiedere chiarimenti (esce a sinistra).

Si sente del trambusto nella stanza numero 8: Gegè corre a nascondersi nella stanza numero 10, Claudia esce dalla stanza ed esce a sinistra della scena. Successivamente si sente gridare dall’interno della camera numero 8: ne escono Enrico e Marta Gray.

ENRICO: Marta Gray!

MARTA: Il notaio!

ENRICO: Cosa vuole?

MARTA: Cosa Voglio? Ma dico, ce l’ha con me? Mi perseguita!? Che cosa vuole lei da me?

ENRICO: Calma…. Calma…. Io credevo che ci fosse Gegè!

MARTA: Ma chi è questo Gegè?

Entra Vinnie da sinistra.

MARTA: Vinnie!

VINNIE: Tu, col notaio! (rivolto a Enrico) Ma cosa avete nella vene voi italiani? (ride)

ENRICO: Io cecavo Gegè!

MARTA: Vinnie, non fare così! Io sono venuta qui per quella lettera…. Ti aspettavo…. E lui è entrato! Non sorridere con quel ghigno beffardo, è vero, ridevi credere!

VINNIE: (a Enrico, amaramente) Grazie, notaio. Pensa che mi ero quasi innamorato di lei.

Marta sviene ma viene sorretta da Enrico, Vinnie fa per uscire a sinistra, ma si imbatte in Claudia e Dan Dickinson che stanno entrando.

DAN: (a Vinnie) Ah, sei qui! (a Claudia) Visto signora? Che avere io detto?

CLAUDIA: Vinnie! Lei qui?

VINNIE: Io? E allora guarda cosa succede qua dietro di me! (si scosta lasciando vedere Marta svenuta tra le braccia di Enrico)

CLAUDIA: Enrico! Allora è una malattia! Me lo potevi idre che eri uno stakanovista dell’abuso sessuale!

ENRICO: Vi prego…. Aiutatemi…. Si sente male…. Vinnie, mi aiuti!

VINNIE: No!

ENRICO: Claudia! E’ svenuta….

CLAUDIA: Oltretutto sei brutale…. Una l’hai fatta piangere, l’altra la fai svenire! Ma che gli fai alle donne?

ENRICO: Io niente! Io cercavo Gegè!

CLAUDIA: ANCORA!

ENRICO: Ma insomma…. Cerchiamo di farla rinvenire…. Forse qualche schiaffetto…. Vinnie, mi aiuti lei….

VINNIE: (rimboccandosi le maniche) Volentieri!

ENRICO: Sssst! Sta rinvenendo…. Portiamola di là in camera.

Entrano tutti nella camera numero 8. Il successivo dialogo avviene dall’interno della camera numero 8. durante il dialogo entra da sinistra e successivamente nella camera numero 9 l’onorevole Migoretti.

MARTA: (riprendendosi) Dove sono?

CLAUDIA: (sarcastica) Tra le braccia dell’amoruccio suo!

MARTA: Vinnie!

VINNIE: E piantala!

Il dialogo è interrotto da Franchina che esce gridando dalla camera numero 9.

FRANCHINA: AIUTO! AIUTO!

Tutti escono precipitosamente dalla camera numero 8, oltre naturalmente a Gegè che si precipita in corridoio dalla camera numero 10.

CLAUDIA: Franchina!

GEGE’: Franchina!

ENRICO: Hai visto che c’era Gegè!

GEGE’: (abbracciando Franchina) Franchina! Che è successo?

FRANCHINA: Un uomo è entrato nella mia camera!

GEGE’: (furibondo) Cosa? Adesso lo sistemo io! (si dirige verso la porta dalla quale esce l’onorevole Migoretti che cerca di darsi un contegno) Papà….

MIGORETTI: Gegè!

CLAUDIA: (a Migoretti) Mascalzone! Chissà cosa avrà detto a Franchina per attirarla in questo albergo malfamato!

MIGORETTI: Io? Ma se è sua figlia che è venuta in camera mia!

ENRICO: Calma, calma. Qua ci deve essere un terribile equivoco!

CLAUDIA: (a Enrico) Zitto tu, satiro! (a Franchina) Franchina, insomma, chi ti ha portato qui?

GEGE’: (eroico) Io!

VINNIE: (cercando di difendere Gegè, ma comunque fiero di sé) Si, ma glie l’ho suggerito io!

CLAUDIA: (scandalizzata) Vinnie!

MARTA:(a Vinnie) Bravo! Corrompi anche i minorenni! Non ti basta sedurre le cameriere!

CLAUDIA: No, Marta. Con Mariuccia c’era Enrico!

ENRICO: Non è vero! Con la cameriera c’era Gegè!

FRANCHINA: Tu?

MARTA: Ma no! La cameriera aspettava questo svergognato! (indica Vinnie)

VINNIE: Svergognato a me? Tu che ti sei fatta trovare seminuda tra le sue braccia (indica Enrico)

MIGORETTI: Notaio! Lei!

ENRICO: Come ve lo devo dire che cercavo Gegè che stava con la cameriera?

CLAUDIA: Ma se la cameriera l’ho vista io, discinta tra le tue braccia!

MIGORETTI: (sconvolto) Un’altra! Con due donne nude! Erotomane!

CLAUDIA: (a Migoretti) Ma lei, piuttosto, lei che fa tanto il moralista, cosa sta a fare qui?

MIGORETTI: Io sono qui per ingaggiare Vinnie Modiano!

DAN: Ah, tu vieni ingaggiare Vinnie durante campionato! Corruttore!

Vinnie scappa via a sinistra; gli altri, tranne Enrico, rientrano nella stanza numero 10 e continuano a discutere animatamente. Enrico, rimasto solo in scena, si sporge verso la ribalta come se guardasse dalla finestra.

ENRICO: Vinnie! Torni qua! Lasci stare!.... ehi, quella è la mia macchina! (esce correndo a sinistra).

Rumore fuori campo di un’auto che parte velocemente facendo stridere le gomme. Dopo un po’ si sente il rumore dell’auto che va a sbattere violentemente contro un albero.

CAMBIO SCENA. Il soggiorno della villa del notaio Alsani.

Vinnie è seduto su una poltrona con la gamba destra stesa e il piede vistosamente fasciato. Intorno a lui Marta, Claudia, Enrico e l’infermiera in camice bianco.

MARTA: (a Vinnie) Ti fa male?....

VINNIE: Ahi…. Si fa un poco male….

MARTA: Aspetta che ti sistemo un po’ meglio il cuscino…. (Provvede a sistemare premurosamente il cuscino) Così va meglio.

ENRICO: Ma perché per scappare ha preso la mia macchina?

MARTA: Vinnie guida benissimo!

ENRICO: Sarà….

CLAUDIA: (spazientita) Insomma, Enrico! Basta! Che colpa ne ha Vinnie se le strade di questa zona sono così piene di alberi?

INFERMIERA: (leggendo il referto medico) Purtroppo il referto medico del radiologo non ha bisogno di particolari commenti…. Frattura del perone…. Brutta frattura, tempi di guarigione molto lunghi e ripresa dell’attività agonistica fortemente in dubbio.

ENRICO: (borbottando) Però per un perone….

CLAUDIA: Che fai Enrico, canti? Dico, ci prendi in giro?

MARTA: Che disgrazia!.... Povero amore mio, proprio a te doveva capitare, con tanta gente che c’è al mondo….

ENRICO: Naturalmente allude a me….

MARTA: Beh, in fondo per un notaio due gambe sono un lusso….

VINNIE: Eh, non vi arrabbiate! (a Claudia) A me dispiace per te, bella signora! Tu perdi money. Io, in fondo, se smetto di giocare, apro un ristorante pizzeria!

CLAUDIA: Che c’entra un ristorante pizzeria adesso?

VINNIE: Tutti atleti italo-americani a fine carriera aprono un ristorante pizzeria.

CLAUDIA: (scuotendo la testa) Temo che nessuno pagherà sei milioni di Euro per un pizzaiolo….

VINNIE: Guarda, bella signora, che io sono bravissimo a fare le pizze!

Entra da destra Dan Dickinson.

VINNIE: Salve coach! Come va?

DAN: Come va tu, piuttosto, con gamba?

VINNIE: (scrollando le spalle, rassegnato ma non particolarmente triste) Cosi! Dovrò smettere di giocare….

DAN: Cosa? Come? Ma…. I playoffs…. Le finali…. L’Eurolega…. Accidenti…. Siamo rovinati…. (vede la bottiglia di whisky sul tavolo e se ne versa un bicchiere) però…. Quando tutto sembrare storto, quando ti senti giù di corda, un buon bicchiere di scottish whisky per me numero uno! (tracanna il bicchiere di whisky; i presenti si scambiano occhiate interrogative)

MARTA: Bene! Adesso Vinnie si addormenta tra le braccia della sua ragnettina che ha fatto pace con lui e lo ha perdonato.

CLAUDIA: Andiamo…. Via, andiamo! Lasciamolo riposare un po’….

MARTA: Ma a lui piace addormentarsi così…. (comincia a coccolare Vinnie) con le carezzine, i solletichini.... così, piano piano…. Remeber your sweet lullaby….

Vinnie finge di addormentarsi, Claudia e Enrico si guardano perplessi.

ENRICO: E che ti importa? Tanto i milioni ormai sono andati….

CLAUDIA: Marta, la prego: questa ninna nanna poliglotta….

MARTA: Eh, no signora. Almeno adesso lasci fare a me. Vede che si è addormentato?

DAN: E in un momento di rilassatezza e di ritrovata serenità (si versa un altro bicchiere di whisky) per trovare a mia volta un po’ di pace niente di meglio che un buon bicchiere di scottish whisky, per me numero uno!

ENRICO: (guardando sconsolatamente la bottiglia semivuota) Più che numero uno dovrebbe trattarsi del bicchiere numero sei o numero sette….

INFERMIERA: Adesso che il paziente riposa, con il vostro permesso andrei a cercare il dottore….

Enrico, Marta Gray e Dan Dickinson escono a sinistra.

INFERMIERA: (prendendo coraggio) Signora Clara….

CLAUDIA: Si?

INFERMIERA: Angelo Bianco.

CLAUDIA: Come?

INFERMIERA: Angelo Bianco…. Sono io…. Le ho scritto tante volte…. Si ricorda di me?

CLAUDIA: (fingendo di ricordarsi, in realtà non ricordando niente) Eh….

A questo punto Vinnie riapre cautamente gli occhi e segue divertito il dialogo.

INFERMIERA: Lei fu tanto gentile…. Io stavo attraversando un momento difficile…. Ero innamorata, ma torturata dai dubbi…. Che consiglio magnifico mi ha dato…. Si ricorda?

CLAUDIA: (come sopra) Altro che…. Spero che il mio consiglio abbia dato qualche frutto.

INFERMIERA: (felice, nonostante tutto) Si…. Ha due anni.

CLAUDIA: Cosa?

INFERMIERA: Il frutto. L’ho chiamata Clara, in  suo onore…. E’ tanto carina…. (estrae una foto dal portafoglio) Non è un tesoro?.... lui è il dottore dell’ospedale….

CLAUDIA: (interdetta) Ah…. Bene.

INFERMIERA: Tutto merito suo. Lei li conosce, gli uomini. Mi dette quel consiglio: “Pertinacia e femminilità…. E il suo uomo idea non cambierà.”

CLAUDIA: E non ha cambiato idea?

INFERMIERA: Mai. Sempre di quella idea. Continua a non volermi sposare. A fra poco.

L’infermiera esce a sinistra. Dopo qualche attimo entra da sinistra Franchina.

FRANCHINA: (entrando di corsa) Mamma!.... C’è qua fuori Gegè…. Lo faccio entrare?

CLAUDIA: Certamente, tesoro…. Che macchina a incastro….

VINNIE: …. la vita! (ride)

Franchina, uscita nel frattempo a sinistra, rientra accompagnando Gegè.

GEGE’: Buonasera, signora…. (accorgendosi della vistosa fasciatura alla gamba destra di Vinnie) Vinnie, ma allora…. Anche tu sei ferito?

VINNIE: Eh!

Entra da sinistra Enrico seguito da Marta.

ENRICO: Claudia c’è la macchina dell’onorevole Migoretti davanti al cancello. (vedendo Gegè) Gegè!

GEGE’: Dottor Alsani, come sta?

ENRICO: Bene, come vuoi che stia?

GEGE’: All’albergo si è avuto notizia che la sua macchina era finita contro un albero.

ENRICO: Si, ma dentro c’era lui. (indica Vinnie)

MARTA: Purtroppo!

GEGE’: (a Vinnie) Ma ti sei fatto molto male?

VINNIE: Eh, forse non potrò più giocare….

GEGE’: E adesso come farà papà?

CLAUDIA: Cosa c’entra tuo padre con tutta questa storia?

GEGE’: Papà è venuto fin qua per comprare Vinnie…. Aspetta fuori perché dopo tutto quello che è successo…. Pensate che era disposto a pagarlo 8 milioni di Euro….

CLAUDIA: Proprio adesso che Vinnie sta così….

MARTA: ma l’onorevole non lo sa, vero Gegè?

GEGE’: No, papà crede che il ferito sia il notaio.

MARTA: Forse ho un’idea….

CLAUDIA: Forse ne ho una anch’io….

ENRICO: (quasi tra sé, preoccupato) Mamma mia….

MARTA: E forse è la stessa….

CLAUDIA: E’ la stessa!

Marta e Claudia guardano Enrico.

ENRICO: (terrorizzato) Oddio!!!!

MARTA: Tu che ne dici, Vinnie?

VINNIE: O.K.!

Marta e Claudia stringono Enrico impedendogli di scappare.

ENRICO: No!.... No!

MARTA: Chi gli fa la fasciatura?

GEGE’: (prontamente) Io!.... Sono stato nei boy scout….

CLAUDIA: Le bende sono lì. (In un attimo Gegè fascia il piede del recalcitrante Enrico.)…. Marta, aiuti Vinnie!.... Ecco, così…. Gegè, va’ a chiamare papà, ma…. (fa cenno di fare silenzio) Mi raccomando, è per il bene di Franchina.

GEGE’: (alza la mano destra) Parola di boy scout! (esce a sinistra)

ENRICO: Non voglio! Parlerò! E’ un reato punibile a termine di legge! E’ una truffa!

CLAUDIA: Ma, Enrico! E’ la dote di Franchina! Non capisci che, nelle condizioni in cui ci troviamo, tutto è perduto fuorché l’onorevole!

ENRICO: Io sono una persona onesta! Non lo faccio! Non lo faccio!

VINNIE: (torcendogli un braccio) Davvero?

ENRICO: Aaaah!.... Basta!.... Basta!

MARTA: Buono, notaio.

Entrano da sinistra Gegè e l’onorevole Migoretti.

GEGE’: (entrando) Ecco, papà.

MIGORETTI: Con permesso.

CLAUDIA: Venga, si accomodi, onorevole…. Siamo tutti intorno al povero Enrico….

MARTA: Un incidente terribile….

VINNIE: (in piedi dietro la poltrona dove è seduto Enrico, in modo da nascondere la gamba fasciata) Sa…. Lui guida così male….

MIGORETTI: Ma come è successo?

CLAUDIA: Fatalità! Lui correva…. Ha fatto una curva e la curva non c’era.

MIGORETTI: Sono desolato…. Sa, in un primo momento in albergo si era temuto che la vittima dell’incidente fosse Raggio di Luna! Invece fortunatamente….

ENRICO: …. Sono io.

MIGORETTI: Mi scusi, volevo semplicemente dire che, mentre per un atleta du gambe sono indispensabili, per un notaio….

ENRICO: (interrompendolo malcelatamente furibondo) Abbiamo già trattato l’argomento.

MIGORETTI: Un vero peccato, non c’è che dire…. Anche perché questo incidente la costringerà a rinunciare definitivamente alla conferenza di Losanna.

ENRICO: Ma no, onorevole!.... Non è…. (Vinnie gli torce nuovamente il braccio dietro la schiena) Aaaah!

MARTA: Delira, poverino!

MIGORETTI: (a Claudia) Signora…. Vorrei approfittare di questo momento di miracolosa serenità….

Irrompe da destra l’infermiera.

INFERMIERA: E’ l’ora del termometro, bisogna misurare la febbre.

CLAUDIA: Sssst…. Angelo Bianco (indica ll’infermiera che il termometro non va dato a Vinnie, ma a Enrico)

MIGORETTI: (seccato per l’interruzione) …. Questo troppo breve momento di miracolosa serenità, per trattare un affare che può portare molti benefici a tutti noi, ma che deve essere concluso con molta rapidità.

ENRICO: No…. Il termometro no!

MIGORETTI: (prendendo il termometro dalle mani dell’infermiera e cacciandolo in bocca a Enrico) Suvvia, dottor Alsani! Non faccia il bambino! (a Claudia) Dicevo, che sono qui per conto del presidente della Fides Napoli basket per trattare l’acquisto di Vinnie Modiano per la prossima stagione.

Enrico mugola per cercare di fermare Migoretti.

MIGORETTI: (continuando) ….pertanto, prevedendo ulteriori interferenze e complicazioni, mi affretto a comunicarle la cifra definitiva: 9 milioni di Euro, dei quali 2 a Vinnie!

VINNIE: (a Migoretti) Per me va benissimo, bellezza!

MIGORETTI: (con una gran voglia di spaccare la faccia a Vinnie, ma riuscendo a trattenersi) Che simpatico….

CLAUDIA: Anche a me pare un buon affare…. Tu che ne dici, Enrico?

ENRICO: (riuscendo a sputare il termometro) No! E’ una truff…. (Marta gli infila di nuovo brutalmente il termometro in bocca).

MIGORETTI: Come?

MARTA: Non ci faccia caso, delira!

MIGORETTI: Allora, se siamo d’accordo, (estrae un documento dalla cartelletta che ha con sé) questo è il contratto già firmato dal vice presidente della Fides Napoli, commendator Arturo Genesi. (mette il contratto sul tavolino)

Enrico mugola disperatamente.

CLAUDIA: Volentieri (firma il contratto)

MIGORETTI: (prendendo un assegno dalla cartelletta e porgendolo a Claudia) Questo è l’assegno.

CLAUDIA: (porgendo il contratto a Migoretti) ….e questo è il contratto.

MIGORETTI: (soddisfatto, rimette il contratto nella cartelletta) Allora, arrivederci a tutti…. (a Enrico) dottore, i migliori auguri di una pronta guarigione.

CLAUDIA: Arrivederla, onorevole.

MARTA: Buon viaggio!

Migoretti esce a sinistra.

CLAUDIA: Enrico, calmati. Ormai “les jeux sont faits”!

ENRICO: Oltretutto Arturo Genesi è mio zio!

CLAUDIA: Chi è tuo zio?

ENRICO:  Arturo Gennsei, il vice presidente della Fides Napoli!

CLAUDIA: Ma no!.... divertente macchina ad incastro, la vita!

ENRICO: Ma sentitela! E’ mio zio…. E io sono il suo unico erede…. Mi diserederà!

MARTA: Stia tranquillo, sistemeremo tutto.

ENRICO: Gia! E come?

CLAUDIA: Tra due giorni Vinnie farà finta di cadere….

ENRICO: E lui se la beve?.... No, no!.... Lo devo avvertire! (gridando) Onorevole! Onorevole! 

Vinnie trattiene Enrico che saltellando si era diretto verso la sinistra della scena. Rientra da sinistra l’onorevole Migoretti che trova Vinnie e Enrico in piedi sul rispettivo piede sano e con i piedi fasciati sollevati da terra.

MIGORETTI: Per il demonio!

CLAUDIA: Sa, Enrico ha avuto un improvviso miglioramento!

MIGORETTI: (indicando Vinnie) E lui?

CLAUDIA: Ah, già!.... (a Vinnie) Vinnie, perché non ci aveva detto niente?

MIGORETTI: Siete dei criminali! Dei disonesti! Ah, ma questa volta ci vedremo in tribunale!

VINNIE: (a Migoretti) E calmati, bellezza!

MIGORETTI: (furibondo) E non mi chiami bellezza!

MARTA: (a Vinnie) Certo, non vedi quant’è brutto?!

Entrano da destra Franchina e Gegè che, ignari dell’evolversi della vicenda, si inginocchiano davanti a Migoretti.

GEGE’: Papà, ora che è tutto sistemato, benedicici!

MIGORETTI: (ancora più furibondo) Cosa?

GEGE’: Benedicici!

MIGORETTI: Mai!

Entra da destra trafelato il dottore; ha con sé una busta con delle radiografie.

 

DOTTORE: Chiedo scusa! Sono venuto a spiegare un tragico equivoco!

CLAUDIA: (all’infermiera) Chi è quello?

INFERMIERA: (con ammirazione) Lui!

CLAUDIA: Lui chi?

INFERMIERA: Lui, il mio dottore!

CLAUDIA: Ah, il dottore! Zitti, zitti! C’è il dottore!

DOTTORE: C’è stato un errore! La gamba è sanissima! Il radiologo aveva visto male, aveva scambiato per frattura una precedente saldatura ossea!

CLAUDIA: Vinnie!

MARTA: Amore!

VINNIE: E’ vero! Da bambino mi fratturai il perone!.... Ecco perché ora non mi faceva male, perché non ho ninete!

DOTTORE: Una semplice contusione.

CLAUDIA: Allora potrà giocare presto?

DOTTORE: Come no? Due giorni di riposo saranno sufficienti!

MIGORETTI: Allora è tutto a posto, il contratto firmato è qui! E Raggio di Luna l’anno prossimo giocherà a Napoli!

VINNIE: No!

Cala gelo generale tra i presenti.

TUTTI: Che? Come? Cosa ha detto?

VINNIE: Non gioco più.

MIGORETTI:Ma non lo può fare!

VINNIE: Lo posso fare si! Tanto io sono un prepotente, un capriccioso…. E allora non gioco più!....

Sconcerto generale.

VINNIE: (con nonchalance) A meno che….

TUTTI: A meno che?

VINNIE: (deciso) Notaio, prendi un pezzo di carta e scrivi! (Enrico esegue) Primo: voglio essere invitato entro un mese al matrimonio di Franchina e Gegè!

MIGORETTI:Ma questo è un ricatto!

MARTA: Certo!

CLAUDIA: (a Migoretti) Suvvia, onorevole…. Tra l’altro le ricordo che quei 7 milioni di Euro sono la dote di Franchina.

MIGORETTI:(quasi bofonchiando) In questo caso….

GEGE’: Papà!

FRANCHINA: Mamma! 

Migoretti e Claudia aspettano commossi l’abbraccio dei rispettivi figli, ma naturalmente Gegè e Franchina li ignorano e si abbracciano tra loro.

MARTA: (a Claudia, riferendosi a Migoretti) In fondo questa volta è stato simpatico!

CLAUDIA: Più che altro disinteressato!

VINNIE: (riprendendo a dettare le condizioni) Secondo: voglio accompagnare il notaio Alsani all’aeroporto per prendere il volo per Losanna!

ENRICO: (interrompe il suo scrivere, commosso) Vinnie….

MIGORETTI:Questa volta sfonda una porta aperta. Conosco bene il notaio. Andrà!

ENRICO: (raggiante) Oh, onorevole! Hai sentito, Claudia? Losanna!

VINNIE: Non ho finito! Terzo: (Enrico riprende a scrivere freneticamente) tu, dottore (indica il dottore) sposi Angelo Bianco!

DOTTORE: Ma io che c’entro?

VINNIE: Niente! Ma la devi sposare lo stesso, altrimenti non gioco più!

DOTTORE: Ma a me che me ne importa se tu non giochi più!?

VINNIE: Basta! E’ deciso che voi due vi sposerete!

TUTTI: (circondando il dottore e Angelo Bianco, gridando) Evviva gli sposi!

DOTTORE: Un momento: non me ne frega niente se smette di giocare, il basket non mi piace nemmeno….

TUTTI: (gridando molto più forte di prima) EVVIVA GLI SPOSI! (iniziano a cantare una strampalatissima marcia nuziale).

MIGORETTI: Signora, io scappo; vado a portare la notizia al commendator Genesi.

CLAUDIA: Buon viaggio, onorevole.

MIGORETTI: Arrivederci a tutti. Mi raccomando, Vinnie, giochi bene domenica prossima.

GEGE’: Ti accompagno, papà!

CLAUDIA: Va’ anche tu, Franchina.

Franchina si dirige verso Migoretti e Gegè.

MIGORETTI: Ah, si…. Vieni anche tu…. Allora guarda, cara, l’orologio te lo do sub…. (frugando nei taschini si accorge che Franchina l’ha già rubato) Ma come fai? Bisogna che me lo spieghi…. Vorrei fare uno scherzo all’onorevole Bartolini….

Migoretti, Gegè e Franchina escono a sinistra.

CLAUDIA: (sospirando) E così ho finito di essere la padrona di Raggio di Luna….

MARTA: ….e potrà finalmente liberarsi di noi. Partiamo, togliamo l’assedio da questa villa. Non ci saranno più giocatori, né ballerine in giro…. Sarà contenta, avrà un po’ di pace.

Enrico a fondo scena si abbandona a plateali scene di giubilo.

CLAUDIA: Non lo so. In fondo tra noi si era creata un’atmosfera così simpatica, così piena di brio…. Abbiamo vissuto in un clima da pochade ….da commedia…. (pensandoci su) commedia ….però….

VINNIE: Che altro c’è, bella signora?

CLAUDIA: Niente…. Un’ideuccia…. Mi servirò di voi per realizzarla. Ma ci vorranno almeno due mesi.

ENRICO: (sconvolto) Due mesi! Sempre qui?

VINNIE: Di’ la verità, notaio, tu non vedi l’ora che andiamo via.

ENRICO: Beh, si!

MARTA: Non capisco perché il più contento sia proprio lei, dottor Alsani. In fondo la villa non è mica sua….

CLAUDIA: E invece si.

MARTA: La villa è sua?

VINNIE: Tua?

ENRICO: (annuendo) Era il mio rifugio, la mia oasi di tranquillità.

MARTA: (sentendosi un po’ in colpa verso Enrico) Ah, ma allora immagino già la gioia che proverà quando ci accompagnerà al cancello, ci vedrà allontanare, chiuderà finalmente la porta alle nostre spalle, si siederà qui….

CLAUDIA: ….e il resto è silenzio.

ENRICO: Come, Claudia?

CLAUDIA: Shakespeare, “Amleto”, ultima battuta….

ENRICO: Claudia, torni a dedicarti ai classici della letteratura internazionale?

CLAUDIA: Per forza. Devo mettere la testa a posto…. Franchina si sposa…. Forse tra poco sarò nonna…. (spaventata) Oddio, nonna…. (lisciandosi il viso) Però Marlene Dietrich diceva che diventare nonna fa bene alla pelle…. E adesso che ci penso anche Ornella Muti mi sembra abbastanza ben conservata!


CAMBIO SCENA. Il retro palco del teatro.

Va in scena il gran finale della commedia musicale “La padrona di Raggio di Luna”.  In scena Marietta, Marta Gray e Claudia e una ballerina. Marietta, Marta e le ballerine scendono la scaletta è si recano hai piedi del palco prendendo gli applausi del pubblico. (Sottofondo musicale e applausi del pubblico)

 

MARTA: (al pubblico) Grazie, grazie a tutti! Ed ora è con grande gioia che vi presento l’autrice e regista di questo spettacolo, Clara di Valmaura!

Claudia va a prendere gli applausi scendendo dalla scaletta e raggiungendo le altre interpreti. Claudia seguita da Marta e le Ballerine risale sul palco dove è allestito un camerino. Marietta stà per salire quando viene chiamata da Enrico arrivato dalla platea del teatro.

ENRICO:Marietta…Marietta!

MARIETTA: Uh, signor notaio!!! Le so piaciuta? Bello spettacolo eh? So una subretta nata!

ENRICO: Si, si brava, bellissimo… ma per quella cosa è tutto a posto?

MARIETTA: Eh, signor notaio…. Quello ha voluto mille Euro, ma siamo d’accordo: al momento giusto io facciu nu cennu e chillu parte.

Enrico e Marietta rimangono in fondo alla scaletta a parlare.

Sul palco, cioè nei camerini del teatro, entrano Franchina, Gegè, Migoretti e Dikinson.

FRANCHINA: Mammina, sono felice per te…. Marta, è stata davvero fantastica!

GEGE’: Sono più che mai fiero di poter diventare suo genero, signora.

DAN: Signora Claudia io dire te: brava! (forte pacca sulle spalle a Claudia) Signorina Matta, io dire te: brava (forte pacca sulle spalle a Marta Gray) Io cronometrato applausi: 57 secondi e…. (cerca l’orologio ma non lo trova) l’orologio, dov’è il mio orologio?

CLAUDIA: Onorevole….

MIGORETTI: Si, signora…. (dà l’orologio a Claudia che lo restituisce a Dan Dickinson)

Entra da destra Vinnie, va dietro a Marta coprendole gli occhi.

MARTA: (entusiasta) Vinnie!

VINNIE: (scoprendole gli occhi) Marta cara, sei stata meravigliosa! (a Claudia) Bella signora, hai visto che raggio di Luna serve a qualcosa?

CLAUDIA: Grazie, Vinnie. (prendendolo da parte e parlando quasi sottovoce) Guarda, Vinnie che Marta mi ha detto della tua promessa….

VINNIE: Certo. Ho promesso che la sera della prima avrei detto una cosa importante a Marta…. (dirigendosi verso Marta e abbassando progressivamente la voce) E te la dico…. (bisbiglia qualcosa in un orecchio a Marta).

MARTA: (incredula, fortemente commossa e emozionata) Vin….nie (si abbracciano, suono di tastiere)

CLAUDIA: (al termine dell’abbraccio si rivolge a Marta, sempre quasi sottovoce) Hai sentito le arpe?

MARTA: No, le tastiere.

CLAUDIA: Già, è più moderno.

Entrano Enrico e Marietta, salendo dalle scalette. Marietta resta nei pressi della scala.

ENRICO: (andando verso centro scena e presentandosi ai presenti) Buona sera…. Buona sera a tutti.

CLAUDIA: Enrico…. Tu qui, finalmente!

VINNIE: Notaio, sei resuscitato?

MARTA: Dottor Alsani, ma dove si era nascosto?

CLAUDIA: Avanti, su, dicci dove sei stato tutto questo tempo.

ENRICO: In clinica…. A curarmi l’esaurimento nervoso.

MARTA: Per colpa nostra?

ENRICO: Eh, non ero abituato…. Il dottore mi ha detto che si trattava di un caso di depressione da sport

CLAUDIA: Povero caro…. Però ti ha fatto molto bene. Ti trovo in ottima forma! Hai proprio l’aria di un uomo felice.

ENRICO: Eh…. Per la felicità mancano ancora due cose: il telegramma per Losanna e….

CLAUDIA: E…. cosa? 

ENRICO: Claudia…. (le tende le mai) Tu, Claudia….

CLAUDIA: (sorride scuotendo la testa) Ah, ma allora sei proprio incorreggibile…. Ma come? Sono bastati pochi giorni per farti stare due mesi in clinica e tu…. Ma non ti rendi conto di cosa sarebbe la vita vicino a me? Enrico, tu non puoi….

ENRICO: Claudia…. (torna a tenderle le mani)

CLAUDIA: Lascia perdere, Enrico non hai il fisico…. E poi lo sai: se io non sento le arpe….

ENRICO: (esortandola di nuovo) Proviamo!

CLAUDIA: (giusto per dargli soddisfazione) Proviamo.

Si abbracciano: Marietta vistosamente si affaccia dalla scaletta e tossisce. Illuminata dal’occhio di bue parte l’arpista a suonare.

CLAUDIA: (al termine dell’abbraccio, sorpresa ma felice) Enrico…. Enrico…. Le arpe!

ENRICO: finalmente Claudia…. (si abbracciano di nuovo)

Enrico vedendo l’arpista continua ad abbracciare Claudia. Marietta fa cenni disperati all’arpista che smetta di suonare. Vinni accortosi di tutto ride.

CLAUDIA: (sciogliendosi dall’abbraccio) Enrico, che impeto!

FRANCHINA: Mamma…. Papà….

VINNIE: Ti sei deciso, Chicago Bill! (ride)

MARTA: (al notaio) Era ora, notaio! (a Claudia) Sono tanto felice, Aveva ragione lei: il mondo è delle donne!

CLAUDIA: (indicando i due uomini) Sssst…. È troppo preso per farglielo sapere….

Entra da sinistra Brighenti.

BRIGHENTI: Buona sera…. Congratulazioni a tutti…. (vedendo Enrico) Ah, notaio…. C’era qua fuori il suo autista, ma non l’hanno fatto entrare. Mi ha dato questo telegramma per lei…. (porge il telegramma a Enrico)

ENRICO: (entusiasta) Losanna! Deve essere Losanna! (Apre il telegramma, legge, si accascia sostenuto da Vinnie e da Dan Dickinson)

CLAUDIA: (correndogli vicino) Enrico, che c’è? (prende il telegramma e legge ad alta voce) “Comunichiamo essere improvvisamente deceduto stamani in Napoli vostro zio Arturo Genesi, lasciandovi erede universale sue proprietà, tra cui contratto campione basket Vinnie Modiano”.

ENRICO: (appena più di un rantolo) Claudia….

CLAUDIA: Incredibile macchina a incastro…

TUTTI: La vita!

F I N E