La poltrona di Molière

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La poltrona di Molière

La poltrona di Molière

di

Aldo Selleri




"La poltrona di Molière" ha vinto il primo premio al Premio "Calcante - SIAD" 
( 1998) per un opera teatrale dedicata al "teatro nel teatro" : testo pubblicato dal periodico Ridotto e lettura scenica a Roma, Teatro dell’Orologio. 
La stessa opera vince anche il secondo premio al Premio Bolzano Teatro (1999) che ne cura una lettura pubblica presso lo Stabile di Bolzano.
E’ del febbraio 2003 la lettura scenica, a cura de “I rabdomanti”, al Teatro Libero, Milano.




SCENA 1



Scena buia. 
Un oblò di luce fa emergere dal buio una poltrona di pelle consunta che sembra vecchia di secoli. 
Qualcuno, seduto, volta la schiena al pubblico. 
In sottofondo un motivo musicale d'epoca di G.B.Lulli.

VOCE DI ARMANDA 
(canticchia fuori scena)
In quegli occhi ammalati, in quel suo viso smunto*
In quel corpo che quasi più nulla ha di vivente 
Ch’è ridotto a uno scheletro, ormai semovente...
(* Le Boulanger de Chalussay)

La luce rimane fissa sulla poltrona per qualche minuto, poi, con uno stridore, la poltrona ruota attorno a se stessa e rivela chi ci sta seduto. 
Sulla poltrona Molière in vestaglia. 
Tossisce. Ride. Ride e tossisce. 
In sottofondo un motivo musicale d’epoca scandisce il suo tempo.

MOLIÈRE
Io sottoscritto, Jean Baptiste Poquelin, noto ai posteri come Molière, dichiaro...che non ho più niente da dichiarare... Ne hanno dette di cose su di me e su questa poltrona. Sarei morto 
su questa poltrona...io? E in scena, recitando...addirittura...
Ma vi sembra ragionevole che un uomo come me si lasci morire su una poltrona? Non l’avrei mai fatto. Il letto, si sa, è molto più comodo, anche per altre cose... Ma io lascio che a letto ci muoiano gli altri. Autorizzo a morire a letto chiunque lo desideri. Ce n’è qualcuno qui? Silenzio...eh... Prova è che non sono morto, se siamo qui questa sera, tutti insieme, voi e io. Stareste con un un morto voi? Appunto, nemmeno per scherzo. E non per scherzare, io - Jean Baptiste Poquelin, detto Moliére - dichiaro, alla luce della mia immortalità, che su questa poltrona io vivrò per sempre... (tossisce e ridacchia) se non muoio prima.

Irrompe in scena Armanda, vestita di veli.
Veloce come il vento, copre la scena intera con passi di danza, salti e piroette. Sembra dedicare con il suo corpo di diciannovenne una danza, provocante e appassionata, alla poltrona al centro della scena dove è seduto Molière.

ARMANDA 
In quegli occhi ammalati, in quel tuo viso smunto 
In quel corpo che quasi più nulla ha di vivente...

Interrompe la danza. Guarda Molière e gli fa delle smorfie.

Irrompe in scena Armanda, vestita di veli. Copre la scena intera con passi di danza, salti e piroette. Sembra dedicare con il suo corpo una danza provocante e appassionata a Molière, sprofondato nella sua poltrona, al centro della scena.

MOLIÈRE
Armanda...dove ti sei cacciata, benedetta ragazza? 
E’ ore che mi fai aspettare. 
(sconsolato) 
D’accordo che hai diciannove anni, ma insomma...sono tuo marito.

ARMANDA (si accosta alla poltrona a passi di danza)
Eccomi...che bisogno hai di urlare sempre?

MOLIÈRE
Dov’eri?

ARMANDA
Lezione di ballo, Jean Baptiste, e lezione di canto, e cure corporali, e amiche e profumi... C’è un mondo vivo che palpita a Parigi, caro il mio maritino, ma tu stai sempre seduto in poltrona. Parigi inebria, esplode... anche l’acciotolato delle strade vibra sotto gli zoccoli dei cavalli, e io mi eccito, mi eccito, mi eccito...

MOLIERE
E tu eccitati...Che sarà mai?

ARMANDA
Che sarà? E’ un nuovo profumo che mi ha fatto perdere la testa... tutta la corte ne parla...Me lo regali marituccio mio? 
(sottovoce al pubblico) 
E’ un certo visconte dai riccioli bruni...questo è. 

MOLIÈRE
Il re ci farà perdere la testa a tutti e due, Armanda, se non la smetti. Altro che profumi e ballocchi... Lo sai che non ama lo scandalo e ce ne sono stati troppi...su di te... 

ARMANDA
Provocati dagli ipocriti di corte, non da me, mio signore. 
Contro la maldicenza non c’è rimedio.Niente si può. 

MOLIÈRE
Chi l’ha detto?

ARMANDA
L’hai detto tu, Molière... 
E hai anche detto che l’iprocrisia è un vizio di moda, 
ma che tutti i vizi di moda passano per virtù. 

MOLIERE
Ho detto, ho detto...Ne ho dette troppe, io. Tutto quanto ho detto mi ha riempito come un otre di borgogna, mi si è bloccato lo stomaco, intasati i polmoni (tossisce). 
Finisce male questa volta...rischio di morire...per davvero.

ARMANDA
Morire tu? Un immortale? Dovresti soltanto andare di corpo, mio signore.

MOLIÈRE
Fine la signora... 
Ma grazie del consiglio, Armanda, ne terrò conto.
La donna è una specie di animale difficile da scoprire.

ARMANDA
Mi dai dell’animale, maritino mio? 

MOLIÈRE
Chi? Io? 

ARMANDA
L’hai appena fatto...
E’ questo l’amore che porti alla tua sposa devota? 

MOLIÈRE
Più si ama qualcuno, meno bisognerebbe ingannarlo, Armanda.

ARMANDA
Dici a me?

MOLIÈRE
Chi non ascolta non intende, Armanda. 
Mi hai abbandonato per ore, e trovi sempre una scusa... 

ARMANDA
Te l’ho detto...
Lezione di ballo, lezione di canto, cure corporali, amiche, profumi... 

MOLIÈRE
L’assenza di chi si ama, per quanto sia breve, dura sempre troppo.

ARMANDA
Non puoi sempre tenermi stretta a te, Moliere.
(sottovoce, al pubblico) 
Uno stupido sapiente è più stupido d’uno stupido ignorante. 
(a Molière) 
Non ci sono sordi peggiori di coloro che non vogliono ascoltare.

MOLIÈRE
Questo l’ho detto io.

ARMANDA
Già, l’hai detto tu... 
Le persone di qualità sanno tutto ma senza avere capito niente. 

MOLIÈRE
Ceux de qui la conduite offre le plus à rire
sont toujours sur autrui les premiers à médire. 

ARMANDA 
Non autocitarti, adesso.

MOLIERE (confidenziale, al pubblico)
La grande ambizione di Armanda è d’inspirare l’amore.
Che farci? Non c’è follia più grande al mondo
di voler cambiare una donna. 
Ma anche accettare i suoi tradimenti è impossibile. 
La curiosité naît de la jalousie. 
Le plus grand faible des hommes, c'est l'amour qu'ils ont de la vie. Che cosa mi rimane, Armanda? 
Morire? 
Io non vorrei mai morire in una serata come questa, 
e... (agli spettatori)... voi?

ARMANDA
Mai parlare di morte, Jean Baptiste, e mai chiamarla, nemmeno con il sole.

MOLIÈRE
Armanda, da bere! Sto morendo...di sete...

ARMANDA
Tu? Un immortale...
E’ così dolce vivere... 

MOLIERE
Si muore una volta sola e così a lungo. 
Je regarde ce que je perds et ne vois point ce qui me reste. 
Questa è la doppia storia di una storia doppia. 
La mia e quella del mio teatro...anzi...
del mio teatro e quella mia...
(convulsioni di tosse)
...viste in due modi diversi.
Lo spettacolo incomincia, madames et monsieurs. 
L'amour est un bien grand maître, ce qu'on ne fut jamais, il nous enseigne à l'être. 

La luce rimane fissa sulla poltrona per qualche minuto, poi nel silenzio si spegne e la scena ritorna buia.



SCENA 2 


Al clangore d’una quantità di strumenti la scena si illumina gradualmente. 
Mentre la musica si dissolve in stridente distonia che lascia nell’aria un’acida traccia di rumori male accorpati, appare una camera d’albergo.

E’ la stanza anonima di un albergo d’oggi ma che reca nel suo mobilio e negli arredi tracce d’un passato nobile. Le condizioni del luogo indicano che ha conosciuto tempi migliori.
Ai lati del letto due abat-jour di stampo antico creano una velata cornice all’ambiente e una discreta atmosfera fatta di una gradevole luce corallina come polvere sugli arredi. Le tende pesanti non lasciano trapelare dall’esterno alcuna luce: potrebbe essere l’alba o il pomeriggio, sera o notte inoltrata. Alle pareti alcune stampe con nudi di donna, incorniciati con finte cornici antiche dorate, danno al luogo un’aria ambigua, da casa d’appuntamento. Accanto al letto sfatto la vecchia poltrona della scena precedente, nella stessa identica posizione.

Al centro della scena una giovane donna si sta rivestendo con gesti lenti e precisi. Fa uno strip-tease all’incontrario, ben consapevole di essere guardata. Un uomo, cinquantenne e brizzolato, esce dalla porta del bagno, a fondo scena. E' in giacca e cravatta, ma a piedi nudi.
Tiene una per mano le sue scarpe che appoggia a terra accanto alla poltrona. Si sprofonda nella vecchia poltrona dalla pelle consunta, accende una sigaretta. L’uomo gusta lentamente la sigaretta, mentre i suoi occhi assaporano la vista della donna che si riveste.
Lei, prende tempo.

DESY
Che battute idiote devo recitare in questa maledetta, 
stupida commedia, Giac! Non te lo immagini nemmeno.

GIACOMO PAMPLONA
Oh sì che me l’immagino, Desy.
Conosco il lavoro di Aspici. Nulla ha e nulla è.

DESY
Uno strazio, Giac.
Quando fra noi attori si incomincia a litigare 
è un segno premonitore di fallimento. 
E noi ci stiamo sbranando: nemmeno più a cena riusciamo ad andare insieme. Tutti con lo stomaco chiuso, tutti con gli occhi bassi.

GIACOMO PAMPLONA
Se vuoi la mia opinione Desy, sono certo che questa nuova commedia - che non ho letto e che non leggerò mai - sia un vero bidone. 
Aspici non scrive che...

DESY
Schifezze!

GIACOMO PAMPLONA
Infatti...
Vere stronzate...

DESY
E’ una masturbazione intellettuale in-fi-ni-ta.

GIACOMO PAMPLONA
Infatti...
Ha sempre scritto così.

DESY
Vuoi sapere che cos’è veramente questa commedia?

GIACOMO PAMPLONA
Non istigarmi al massacro. 
Lo sai che non ho sopportato Aspici, fin dalla sua prima commedia.

DESY
E’ robaccia che avrebbe dovuto scrivere per la televisione: 
ecco che cos’è l'ultimo capolavoro teatrale del grande Giuliano Aspici. 

GIACOMO PAMPLONA
Infatti...
Robaccia.

DESY
Anzi per la radio: uno sceneggiato in trentadue puntate.

GIACOMO PAMPLONA
Infatti...
Soltanto quella sua vecchia commedia è stato un successo. 

DESY
Capirai. Un atto unico.


GIACOMO PAMPLONA
Sì, ma “Guerriero solitario” è diventato un film.

DESY
Dieci anni fa. 

GIACOMO PAMPLONA
Dodici anni fa. E che film...

DESY
Non ha incassato niente. 

GIACOMO PAMPLONA
Non l’ha visto nessuno. 

DESY
L'hanno passato una volta sola in TV: all’una di notte.

GIACOMO PAMPLONA
C’era qualche trovata divertente però ...

DESY
Piccina piccina...

GIACOMO PAMPLONA
...già, tirata per i capelli.

DESY
Ma Giac, credimi, questa è una vera... (sottovoce all’orecchio). 
Scusa l’eufemismo, dovevo sfogarmi. 

GIACOMO PAMPLONA
Ma anche tu, metterti in questa nuova - cagata hai detto? - di Aspici? 

DESY
Mi dispiace ammetterlo con te Giac, ma sono disoccupata. 
Non ho scelte: o la sua nuova commedia o niente.

GIACOMO PAMPLONA
Il teatro è un’altalena.

DESY
Chi va su e chi va giù, giusto Giac? 

GIACOMO PAMPLONA
Giusto.

DESY
Tu ti chiami Giacomo Pamplona, fai il critico teatrale, tutti ti conoscono...

GIACOMO PAMPLONA
Sputtanato come pochi, Desy.

DESY
Dai, Giac. Se voglio lavorare, devo arrangiarmi da sola. E fare la carina.

GIACOMO PAMPLONA
Ti dai molto da fare, mi dicono.

DESY
Ancora geloso?

GIACOMO PAMPLONA
Ti dico quello che mi dicono.

DESY
Non dare retta alle malelingue, Giac.
Ascolta me.

GIACOMO PAMPLONA
E io ti ascolto.

DESY
Hai mai pensato a me, in tutti questi anni?

GIACOMO PAMPLONA
Ti ho sempre aiutato come ho potuto. 
Ma ormai le mie raccomandazioni sono carta straccia, 
oggi chi ha il coltello per il manico è il regista.

DESY
I giornali pendono dalle labbra dei critici.

GIACOMO PAMPLONA
Quali giornali? Se non ci pagano più una lira...
Contiamo meno dell'usciere che apre e chiude la porta del teatro. 
Anzi, meno del fattorino che porta il caffè agli attori. 
Anzi, meno di una comparsa che non parla mai. 

DESY
Se debuttiamo senza il tuo appoggio... 

GIACOMO PAMPLONA
Contiamo meno dei morti in paradiso, ti dico.
Solo che ci mandano tutti al diavolo.

DESY
... senza le tue recensioni, dopo una settimana chiudiamo. 
Il lavoro di Aspici è debole, verrà stroncato, nessuno mi vorrà più. 

GIACOMO PAMPLONA
Io ti vorrò sempre.

DESY
Tu, Giac. Ma io dovrò fare nuovamente quelle terribili "mise en espace" in qualche ristorante letterario dove si mangia male.

GIACOMO PAMPLONA
No Desy, quelle no, quelle mai più...

DESY
Sai Giac, quelle pietose letture nei locali tipici sui navigli, tutti bui, e dove spennacchiano i clienti con la scusa dell’evento artistico mentre le coppie si danno da fare con le mani sotto al tavolo. 

GIACOMO PAMPLONA
No Desy, in quelli no, in quelli mai più...

DESY
Noi due ci siamo conosciuti in uno di quei posti, 
ricordi Giac? 

In sottofondo riprende il motivo musicale di G.B.Lulli della Scena 1.
L’illuminazione nella stanza diventa rossastra, come se si espandesse, più intensa e corposa, dai due abat-jour ai lati del letto.

GIACOMO PAMPLONA
Avevi diciannove anni. 
Facevi Maddalena in un "Cristo in Afganistan" di....di... 

DESY
Non te lo ricordi di chi? Il nostro primo incontro, 
la mia prima parte, e non ricordi il nome dell'autore con cui ho debuttato? 

GIACOMO PAMPLONA
Mi ricordo di come eri vestita. 

DESY
Giac, stai invecchiando. 

GIACOMO PAMPLONA
Mi ricordo solo di te. 

DESY
Bella forza: avevo diciannove anni ed ero praticamente nuda.

GIACOMO PAMPLONA
Nuda, non direi, avevi un velo che ti copriva.

DESY
Un velo trasparente, e sotto niente. 

GIACOMO PAMPLONA
Il più bel niente che abbia visto in vita mia.

DESY
E tu hai recensito lo spettacolo. Benissimo, questo sì, dopo la nostra... cena.

GIACOMO PAMPLONA
Non ho mai scritto un pezzo più volentieri.

DESY
Ricordo ancora parola per parola.

GIACOMO PAMPLONA
Desy, sono passati dieci anni.

DESY (ricorda)
E' nata la Maddalena dei Navigli in un memorabile "Cristo in Afganistan". 
Lo spettacolo, sebbene acerbo... questo te lo potevi anche risparmiare...

GIACOMO PAMPLONA
Sono sempre stato un critico generoso.

DESY
Soprattutto con le giovani attrici...
Lo spettacolo sebbene acerbo, fa da trampolino al talento naturale di una nuova bellezza esplosiva... 

GIACOMO PAMPLONA
Una bomba.

DESY
Che si mostra in scena senza falsi pudori...

GIACOMO PAMPLONA
Come una Venere di Botticelli che emerge dalle acque di un fiume sacro...

DESY
Te lo ricordi, eh! 
E’ stato quel fiume sacro che mi conquistò. 

GIACOMO PAMPLONA
Più che un tipo Botticelli eri un tipo Rubens, se vogliamo essere precisi.

DESY
....eccetera, eccetera. Grazie Giac.

GIACOMO PAMPLONA
Teatro esaurito ogni sera.

DESY
Ne arrivò di pubblico! 
Facevano la fila per vedermi nuda.
Non si poteva più stare dentro quel buco di teatro 
tanta era la ressa. Un fumo, tutti quegli occhi spiritati degli uomini! 
Dovevo uscire dalla porta di dietro, e stare attenta a ritornare a casa.

GIACOMO PAMPLONA
Io diventavo più geloso a ogni replica.

DESY
Tutti i giornali ne parlarono, istigati da te.
Giacomo Pamplona, il noto critico teatrale, lancia la Maddalena dei Navigli in un memorabile "Cristo in Afganistan" di...di...? Coraggio, Giac...

GIACOMO PAMPLONA
Di...di...

DESY
Dì, dì...

GIACOMO PAMPLONA
...di Giuliano Aspici, contenta?

S’interrompe bruscamente il motivo musicale.
La luce da rossastra ritorna corallina.

DESY
Visto che ti è ritornata la memoria, con l’incoraggiamento di Desy!
(assume una posa provocante)
Mi aiuti anche questa volta?

GIACOMO PAMPLONA
E così sei impegolata con Aspici...come dieci anni fa. 

DESY
Non essere geloso.

GIACOMO PAMPLONA
Non sono geloso. 

DESY
Lo sei sempre stato. Da morire.

GIACOMO PAMPLONA
Non è vero. Di Aspici, poi... Si fa chiamare commediografo, ma le commedie che scrive sono... una tragedia.

DESY
Lo so benissimo che schiatti dalla gelosia per Giuliano. 
E già da quella prima sera che siamo usciti insieme a cena. 
Più tardi in albergo, mi hai fatto tutte quelle domande...

GIACOMO PAMPLONA
Dovevo sapere.

DESY
Quanto eravamo amici, se ci vivevo assieme, che cosa ci facevo. 
Che cosa ci facevo? Avevo diciannove anni e tu...

GIACOMO PAMPLONA
E io quaranta...

DESY
...tre!

GIACOMO PAMPLONA
Mi hai chiesto quella prima volta...

DESY
Come ci si sente dopo aver fatto l'amore 
con una ragazza di diciannove anni?

GIACOMO PAMPLONA
Eri nuda in bagno, la porta era aperta e tu in piedi
ti guardavi allo specchio. Dal letto ti guardavo come sto facendo adesso, da questa poltrona, come se tu fossi l’unica donna al mondo. 
E mi sono visto riflesso allo specchio mentre ti stavo guardando, anche tu mi hai visto che ti guardavo e ti sei voltata e mi hai fatto quella domanda. 

DESY
Il mio corpo è me stessa.

GIACOMO PAMPLONA
Ho sentito una minaccia nella tua domanda e ho avuto paura di te. 
Come se in quella domanda ci fosse stato un coltello affilato che si preparava a punirmi del mio desiderio per te.

DESY
Eri pieno di paure, ho dovuto fare tutto io.

GIACOMO PAMPLONA
C’è stata nel tono della tua voce una promessa,
ne sono sicuro, come se un giorno avresti potuto 
vendicarti di me. Un giorno che tu già sapevi.
E io non capivo. 
Perchè eri stata tu, tu insomma, che avevi voluto portarmi a letto. 
Non lo puoi negare. E' stato così... anche oggi...

DESY
Oggi è stata un’altra cosa. 

GIACOMO PAMPLONA
Fino a un certo punto. 

DESY
Allora avrei potuto essere tua figlia.

GIACOMO PAMPLONA
Mai avuto figlie.

DESY
Ti sentivi in colpa, inibito, per la nostra differenza d'età.

GIACOMO PAMPLONA
Ma quando nella notte è passato l’ultimo tram stridendo sulle rotaie, e i miagolii dei gatti si sono alzati dal buio dei tetti, allora la luna ha trovato uno spiraglio fra le finestre aperte, e...

DESY
Piantala, buffone. 
Ho fatto tutto io, e ce n'è voluta di pazienza.

GIACOMO PAMPLONA
Ero bloccato.

DESY
E io ti ho sbloccato.

GIACOMO PAMPLONA (declama)
Mai così bella come oggi ti ho vista. *
Mai i tuoi occhi mi apparvero più penetranti,
Mai desideri in me destarono più eccitanti...

DESY
Impostore. Sono sempre brava?

GIACOMO PAMPLONA
E sento che per questo finirò col crepare
Se la mia dura sorte si debba un dì avverare.
(*da Molière)

DESY (diventando seria e tappandogli la bocca con una mano)
No, sulla morte non devi scherzare.

GIACOMO PAMPLONA
Mmmh...

DESY
Ti piace sempre con me?

GIACOMO PAMPLONA
Mmmh...

DESY
Anche addesso che non stiamo più assieme, 
faresti carte false pure di stare con me? 

GIACOMO PAMPLONA
Mmmh...

DESY
Poi sei diventato geloso.
Eri geloso di Giuliano Aspici. 
Del direttore di scena. 
Degli attrezzisti. 
Della costumista. 
Eri geloso della costumista... 
(gli toglie la mano dalla bocca)

GIACOMO PAMPLONA
Ma Desy, andavi con tutti. 

DESY
Non essere volgare.

GIACOMO PAMPLONA
Intanto ti ho lanciato.

DESY
E poi mi hai lasciato!

GIACOMO PAMPLONA 
Se non avessi scritto quel primo pezzo su di te...

DESY
Lo so, lo so, lo so.

GIACOMO PAMPLONA 
... addio Maddalena dei Navigli! 
Saresti su una strada.

DESY
Non hai più ragione di essere geloso di Giuliano.
E' acqua passata. 

GIACOMO PAMPLONA
Acqua passata che scorre sotto casa.

DESY
Ma se hai voluto rimanere con tua moglie 
con quello che c’era fra di noi!

GIACOMO PAMPLONA
Non tocchiamo quella storia!

DESY
Lo conosco il disco.

GIACOMO PAMPLONA
Non tocchiamo quella storia!

DESY
E non tocchiamole queste mogli. 
Ma non avevi diritto di essere geloso di me.

GIACOMO PAMPLONA
Ero pazzo di te. Era come rinascere ogni volta.
Mi toglievi vent’anni di dosso.

DESY
Però continuavi a vivere con un'altra, 
e avresti preteso che io, a diciannove anni, 
vivessi solo per te. 
Sì, ciao.

GIACOMO PAMPLONA
Acqua passata...

DESY
... che scorre sotto casa.

GIACOMO PAMPLONA
Un geloso trova sempre più di quanto cerchi.*
(*M.De Scudery, Choix de pensées)

DESY (si mette in posa, provocante)
Guardatevi dalla gelosia, mio signore.*
E' un mostro dagli occhi verdi che si diletta col cibo di cui si nutre.
(*W.Shakespeare, Otello)

GIACOMO PAMPLONA (facendole una carezza)
Cita Shakespeare, la bambina. 
Per farmi stare buono. 

DESY
E poi un uomo della tua cultura, della tua esperienza, con tutte le donne che ha conosciuto e amato, come fa ad essere geloso di me, di una poverina?

GIACOMO PAMPLONA
Sì, una poverina che mi è saltata addosso.

DESY
Questa è una stronzata...

GIACOMO PAMPLONA
Quale?

DESY
Questa commedia, la nuova... 

GIACOMO PAMPLONA
Anche questa nuova? 
Il "Cristo in Afganistan " non è bastato.

DESY
Questa, è due volte...perchè ce n'è anche un'altra...

GIACOMO PAMPLONA
Quale altra?

DESY
La commedia nella commedia...

GIACOMO PAMPLONA
Lascia perdere Pirandello che stiamo parlando di Aspici. 
Vai dritta al sodo. Se hai voluto vedermi 
dopo dieci anni ci deve essere una buona ragione.

DESY
Oltre a quella...

GIACOMO PAMPLONA
Oltre a quella. 

DESY
La commedia che gli attori stanno provando 
- dentro la commedia - è peggiore della commedia vera.

GIACOMO PAMPLONA
A no, eh, basta... 
Questa sera non si recita a soggetto!

DESY
Aspici riceverà due premi quest'anno: 
uno per la peggiore commedia dell’anno, quella che ha scritto lui 
e un altro premio per quella che ha scritto l’autore 
dentro la sua stessa commedia, che poi è sempre la sua. 
Muore...

GIACOMO PAMPLONA
Chi muore? Giuliano Aspici? 
Magari...

DESY
No, sulla morte non scherzare.
Non è Aspici che muore. E’...

GIACOMO PAMPLONA
E’...?

DESY
E' Molière. 

GIACOMO PAMPLONA
Che cosa c’entra Molière con Aspici?

DESY
E’ il titolo della commedia nella commedia...
"La poltrona di Molière". 
Si chiama così.

GIACOMO PAMPLONA
Non ci credo. 
Aspici non può avere osato tanto. 
Non può essere così irresponsabile. 
Passi con il "Cristo in Afganistan" che è un lavoro giovanile, 
ma Molière no, no, c'è un limite a tutto!

DESY
"La poltrona di Molière", Giac, proprio così.
E' il titolo dell'una e il titolo dell'altra.

GIACOMO PAMPLONA
Sono diventate due addesso?

DESY
E’ sempre una...ma sono due, Giac. 
Uno dentro l'altra...

GIACOMO PAMPLONA
Pirandellismo di maniera, di bassa lega.
Da Aspici puoi aspettarti di tutto.

DESY
La commedia è imperniata su una compagnia 
che vuole mettere in scena la commedia 
di un giovane autore in un teatro di provincia. 

GIACOMO PAMPLONA
Veramente originale.

DESY
E' inverno, fa un freddo polare, il teatro è senza riscaldamento. 
Gli attori fanno le prove senza prendere una lira ma pur di lavorare resistono, resistono, resistono...

GIACOMO PAMPLONA
Patetico! 

DESY
Resistono a tutto per portare la commedia in scena, finché...

GIACOMO PAMPLONA
Finché una bella sera arriva alle prove un critico famoso 
che perde la testa per una giovane attrice...

DESY
No, no. Non in questa commedia.
Il critico che vede lo spettacolo, s’innamora della giovane attrice, e lo fa produrre a Broadway c’è solo nei film americani. 

GIACOMO PAMPLONA
I critici stupidi ci sono anche da noi.

DESY
E’ vero, ma se la cavano con qualche recensione.
Ti è bastato poco, giusto Giac?

GIACOMO PAMPLONA
La storia della compagnia di giovani è scontata, scontatissima: 
l’hanno fatta cani e porci. 

DESY
Ma c’è anche l’altra commedia. 

GIACOMO PAMPLONA
Quale altra commedia? Questa non basta?

DESY
"La poltrona di Molière", la commedia nella commedia. 
Te l’ho appena detto.

GIACOMO PAMPLONA
Tu mi hai parlato di una compagnia di provincia senza una lira che prova un nuovo testo al freddo e al gelo. 

DESY
La commedia nella commedia che stanno provando, cioè il nuovo testo da rappresentare, si chiama “La poltrona di Molière”, Giac.

GIACOMO PAMPLONA
Questo l’ho capito.

DESY
E si svolge intorno al corpo morto di Molière. 
Quando muore in scena, recitando nel “Malato immaginario”, seduto in una poltrona.

GIACOMO PAMPLONA (agitandosi sulla poltrona)
Già, già...

DESY 
Una specie di macabra cerimonia funebre attorno al corpo di Molière fatta dagli attori dell'Hotel de Bourgogne, i suoi nemici storici.

GIACOMO PAMPLONA
La compagnia teatrale concorrente che l'ha perseguitato per una vita?

DESY
Loro. 
E lui immobile sulla poltrona, morto, con gli occhi ancora aperti, mentre lo coprono d'insulti.

GIACOMO PAMPLONA (sempre più agitato sulla poltrona)
Un vero incubo. 
Sarebbe una commedia su Molière che muore, 
messa in scena da una compagnia di morti di fame 
che fanno la parte degli infami, 
e scritta da uno che meriterebbe di morire 
per le cose che scrive?
Da Aspici posso aspettarmi di tutto. 

DESY
Non essere sarcastico, Giac.

GIACOMO PAMPLONA
Stanno morendo congelati in un vecchio teatro di provincia senza riscaldamento per poter realizzare la commedia dei loro sogni. 
Giusto?

DESY
Giusto Giac.

GIACOMO PAMPLONA
Stanno morendo per la morte di Molière e per l'amore del teatro? 
Ho capito bene, Desy?

DESY
All'incirca, hai capito bene!

GIACOMO PAMPLONA
E’ una vera... (glielo dice sottovoce all’orecchio)

DESY
Se lo dice Giacomo Pamplona, 
il noto critico teatrale del Corriere del Nord. 

GIACOMO PAMPLONA
E' roba che sa di muffa, scritta da uno che ha i tarli nel cervello. 
La gente non ne vuol sapere di queste fantasie senza fantasia. 
Gli intellettuali pescano nel passato 
quando non hanno niente da dire sul presente.
Il pubblico vuole sentire la vita di tutti i giorni 
pulsare a teatro, capisci Desy? 
Vuole la rappresentazione realistica dei loro problemi: 
la realtà com'è oggi.
E che si agiti in scena come un cantante rock!

DESY
Little Tony o Mick Jagger?

GIACOMO PAMPLONA
Non scherzare Desy. 
Parlo sul serio. 
A chi vuoi che importi della morte di Molière?

DESY
A chi?

GIACOMO PAMPLONA
Fosse una storia di Aids, di razzismo...

DESY
Giac...

GIACOMO PAMPLONA
Capirei se fossa la storia di due lesbiche e di due omossessuali, in una realistica ambientazione meridionale, magari con un prezioso recupero filologico del dialetto napoletano arcaico... 

DESY
Giac...

GIACOMO PAMPLONA
Capirei se ricreasse - in un contesto sociale giovane e alternativo -
un mito del passato. Edipo funziona sempre con risonanze folk.

DESY
Giac...

GIACOMO PAMPLONA
O se parlasse di un transessuale, 
o meglio, di un ermafrodito cyber 
in una messa in scena digitale su Internet. 

DESY
Giac...

GIACOMO PAMPLONA
Ma oggi Molière non interessa a nessuno.
Garantito.

DESY
A te può interessare, a te Giac.

GIACOMO PAMPLONA
A me? Che cosa c'entro io?

DESY
Abbiamo un bisogno disperato di pubblicità. Abbiamo bisogno della pubblicità che solo tu puoi ottenere per la commedia di Aspici.

GIACOMO PAMPLONA
Aspici, tu lo chiami un autore?
Uno che esordisce con "Cristo in Afganistan”, tu lo chiami un autore?
Uno che avrà scritto tre commedie in tutto, tu lo chiami un autore?

DESY
Lui dice sei, e tutte rappresentate.

GIACOMO PAMPLONA (si alza in piedi)
Ma chi se ne importa dell’autore?
Oggi quello che importa è il pubblico, carina, il mercato degli spettatori. 
Sono gli spettatori che pagano il biglietto o no? 
Il pubblico pagante è il marketing.
E io dovrei convincere il mio pubblico, a dare i loro sudati soldi a un... Aspici? Mai. Avete il marketing contro.

DESY
Il marketing è contro Desy?

GIACOMO PAMPLONA (si risiede)
Desy, da che parte stai?

DESY
Dalla mia, no! 
E di me che ti devi interessare non di questa commedia di merda. 
Io ci lavoro, ci sudo, ci recito io. 
E tu ci devi aiutare a vendere lo spettacolo. 
Altro che marketing.

GIACOMO PAMPLONA
Aspici, Giuliano Aspici... 
Solo lui poteva mettermi in una situazione come questa. 

DESY
Aspetta Giac, senti lo scenario...
Gli amori, le passioni, le gelosie degli attori nel teatro feddo e gelido, 
le prove che fanno senza prendere una lira...

GIACOMO PAMPLONA
Non voglio sentire.
Non mi faccio coinvolgere. 

DESY
E in contrappunto, il tuffo nel passato remoto di Molière, che la scena ci restituisce nel vivo del presente...

GIACOMO PAMPLONA
Aspici ti ha fatto il lavaggio del cervello, parli come scrive lui.

DESY
I vecchi risentimenti dei suoi nemici che vengono a galla intorno al suo cadavere...

GIACOMO PAMPLONA
Non voglio sentire. 
Non mi faccio coinvolgere. 

DESY
... e gli spietati giudizi di tutti quelli che l'hanno odiato e che si beano per la sua morte. Non è drammatico?

GIACOMO PAMPLONA
E' comico che Aspici l'abbia scritta. 

DESY
In più c'è' la disperazione di chi l'ha amato che salta fuori, e che lo vede morire in scena in presa diretta. 

GIACOMO PAMPLONA
E' la materia bruta della fine impietosa di un grande genio del teatro.

DESY
Era costretto a recitare su una poltrona perchè non si reggeva in piedi per la malattia. 

GIACOMO PAMPLONA
E' Molière che viene esposto in scena come un cadavere all'autopsia. Molière!

DESY
Molière muore su quella poltrona come un capitano al timone della nave che affonda.

GIACOMO PAMPLONA
Lascia stare la poltrona. E’ Aspici che dovrebbe affondare una volta per tutte.

DESY
E la tensione fra il pubblico si alza come un soufflè.
In alto, sempre più in alto... 

GIACOMO PAMPLONA
E scoppia in faccia a quei tre disgraziati che hanno pagato il biglietto. 
No, grazie. Non ve ne mando uno di spettatori.

DESY
Giac, può funzionare.
Pensa ai complotti di corte, a tutti gli intrighi della compagnia nemica a Molière che lo fanno morire in scena. E tu non lo vuoi difendere con i
contemporanei da tutte le accuse ingiuste che gli furono fatte? 
Non vuoi difendere quella scena di libertà per cui Molière si è battuto?
Ma che uomo di teatro sei?

GIACOMO PAMPLONA
E’ colpa della gelosia.

DESY
Di nuovo? Non ho più diciannove anni, Giac.
Non sto più con Giuliano.

GIACOMO PAMPLONA
E' una storia d'amore, non di politica.
E' la civetteria di Armanda che fa morire Molière, 
non i complotti degli autori nemici e delle compagnie concorrenti. 
Si sapeva difendere bene, lui, da tutto e da tutti. 
Ma di fronte all’amore era debole, indifeso. 
Sì, il grande Molière a cinquant’anni, alla mia stessa età, aveva bisogno di amore. 

DESY
Come te, Giac?

GIACOMO PAMPLONA
Lascia stare me. E' la passione per Armanda, tanto più
giovane di lui da potergli essere figlia, che fa morire Molière.

DESY
Ma lei lo amava. 

GIACOMO PAMPLONA
Lei non lo amava come lui avrebbe voluto, e lui ne muore.

DESY
Ma cosa ti aspetti da una ragazza di diciannove anni che sta con un uomo che potrebbe essere suo padre?

GIACOMO PAMPLONA
Già, c’è poco da aspettarsi. 

DESY
Non pensare a noi due, Giac. 
Pensa alla commedia, alla forza della sua trovata centrale. 
Tutta l'azione si svolge intorno a una poltrona.

GIACOMO PAMPLONA
Praticamente non c'è azione.
Molière è fermo sulla poltrona su cui è seduto, 
mentre fa Argante nel "Malato immaginario". 

DESY
E’ una poltrona di pelle simile a quella su cui sei seduto tu, in questo momento. Non c’è altro: una poltrona e un morto.

GIACOMO PAMPLONA (si agita, si alza dalla poltrona)
Lascia stare la poltrona.

DESY
E' un'idea, ti dico. La poltrona di Molière domina la scena e l'azione. 
Senza dire una parola, con la forza della sua immobilità e della sua storia...

GIACOMO PAMPLONA
Lascia stare la poltrona.

DESY
La poltrona di Molière è la padrona muta della scena, 
simbolo perenne del suo teatro. Non è geniale?

GIACOMO PAMPLONA (applaude in piedi)
Bravo Aspici. Sei diventato un genio.
(si siede)

DESY
Grazie, grazie.

GIACOMO PAMPLONA
Un minuto fa dicevi che era un lavoro debole, una schifezza, una stronzata. 
Hai detto che devi dire battute terribili. 

DESY
Non mi rimangio niente, Giac.

GIACOMO PAMPLONA
Una masturbazione in-fi-ni-ta, l'hai chiamato.

DESY
Il testo è quello che è. Bisogna accontentarsi nella vita.

GIACOMO PAMPLONA (si infila le scarpe che prende da sotto la poltrona)
Ora sarebbe diventato un lavoro geniale, eh...
E Aspici sarebbe il genio...

DESY
Aspici o non Aspici, io ho bisogno di questo successo, Giac. 
Ne ho bisogno come il pane.

GIACOMO PAMPLONA
E devi recitare sul Titanic per avere successo?

DESY
Mi dà la parte della protagonista.

GIACOMO PAMPLONA
Che parte?

DESY
Faccio l’Armanda, la figlia di Molière. Sua moglie... 

GIACOMO PAMPLONA
Ahhh...

DESY
E’ l’occasione buona. 

GIACOMO PAMPLONA
Come stai? Che piacere sentirti...
Tutte quelle moine...Ho così voglia di rivederti 
dopo tanto tempo...Era per questo, allora? 
Per una recensione e il mio appoggio al vostro spettacolo?

DESY
Se Giacomo Pamplona parla bene della commedia, 
se mette in giro delle critiche positive, se fa qualche telefonata ai suoi amici di Roma, ci cascheranno tutti. 
A te credono, Giac. 
Sei capace di dimostrare la modernità del teatro classico come la classicità del teatro moderno, e in tutte le combinazioni. 
Sei un critico teatrale perfetto. 

GIACOMO PAMPLONA
Era per la commedia, allora? Non per me.

DESY
Lo credi Giac?

GIACOMO PAMPLONA
Pensavo che questo fosse un incontro che desideravi da tanto. 
Un modo di incollare un vaso rotto, sai. 
Quando una storia è finita, e ne rimangono i pezzi in qualche parte nascosta del cervello, la devi rimettere insieme a tutti i costi per potertene liberare. 
Questo pensavo quando mi hai telefonato. 
Un incollaggio di cocci rotti. E forse...

DESY
Il tuo forse lo sapevo già.

GIACOMO PAMPLONA
Non quello. Non solo quello. 
Era qualcosa che mi batteva forte dentro. 
E sono convinto che anche tu l'hai sentito
quel battito dentro di te, in tutti questi anni.
Una casa ora con le luci accese, 
ora con le luci spente, sai. 
Fra gli alberi, in campagna, e che si vede da lontano.
Ci devi ritornare per sentire di vivere.
Credevo che fosse un sentimento che non mi potevi negare, 
incarnito, non un affare da combinare.

DESY
E’ stato così.

GIACOMO PAMPLONA
Un affare?

DESY
Una casa da visitare dopo tanto tempo.

GIACOMO PAMPLONA
Dieci anni fa, Desy, la cena e tutto il resto, 
è stata questa la ragione? 
Non per me, per la commedia!

DESY
Potevo essere tua figlia.

GIACOMO PAMPLONA
Che c’entra addesso?

DESY
Come l'Armanda di Molière.

GIACOMO PAMPLONA
Diciannove anni, sì, come l'Armanda. 

DESY
Lo accusavano di fare l'amore con la figlia, no?

GIACOMO PAMPLONA
Non è stato provato.

DESY
C'è bisogno di provare tutto nella vita?

GIACOMO PAMPLONA
Nella storia sì.

DESY
Non mi vuoi aiutare perchè su quella poltrona 
ti rodi di gelosia per Aspici, come Molière soffriva per Armanda.

GIACOMO PAMPLONA (si alza)
Lascia stare la poltrona.

DESY
Con la tua morbosa immmaginazione vedi amanti 
e complotti da per tutto. 

GIACOMO PAMPLONA
Anche su una poltrona?

DESY
Anche su una poltrona. E soffri, soffri...fino a morirne.

GIACOMO PAMPLONA
Non scherzare sulla morte.

DESY
E’ gelosia. Gelosia, Giac...
E sulla scena funzionerà, te lo dico io. 
Come ha funzionato con Molière.
Come funziona con te. 
Funziona sempre quando ci toccano in quel punto 
segreto che è il nostro senso dell’amore. 
Guai a toccargli il cuore al pubblico.
Scatta e come scatta.

GIACOMO PAMPLONA 
Scattano fuori di teatro al primo tempo. 
Te lo dice chi di teatro se ne intende.

DESY
Scommettiamo che funziona?

GIACOMO PAMPLONA 
Molière commise il più grosso errore della sua vita, 
quando si sposò a un'attrice diciannovenne, 
ma io non ti ho sposato. Non ti avrei mai sposato.

DESY
Allora non me lo dicevi.

GIACOMO PAMPLONA
Non potevo.

DESY
Dite tutti così. Ma quando ti ho conosciuto, avevo diciannove anni come l'Armanda di Molière. E dicevi di amarmi. 
Più di ogni altra donna, dicevi.

GIACOMO PAMPLONA
Non ti potevo sposare, anche se avessi voluto.

DESY
Avresti dovuto, lo sai.

GIACOMO PAMPLONA
...Ragiona Desy.

DESY
Ero incinta e lo sapevi.

GIACOMO PAMPLONA
Non eri sicura che fossi io il padre.
Me l’hai anche detto.

DESY
Era tuo.

GIACOMO PAMPLONA
Ma non ne eri sicura.

DESY
Il mio intuito femminile diceva che eri tu il padre.

GIACOMO PAMPLONA
Un figlio non è fatto di intuito.

DESY
Questo lo dici tu.

GIACOMO PAMPLONA
E' dopo il tuo aborto che...

DESY
Mi si sgonfiarono i seni come due palloncini bucati.

GIACOMO PAMPLONA
Eri sempre depressa, non mi sopportavi più.

DESY
Dieci anni per poterti rivedere.

GIACOMO PAMPLONA
Non mi sono mai nascosto.

DESY
Al giornale lasciavi detto che non c'eri.

GIACOMO PAMPLONA
Ero sempre fuori. 

DESY
E poi hai inventato quella balla del trasferimento all'estero. 

GIACOMO PAMPLONA
Non ci credevo quando mi hanno detto che avevi chiamato tu. 

DESY
Hai aspettato un mese per richiamarmi.

GIACOMO PAMPLONA
Avevo paura d'incontrarti,va bene!

DESY
Sono io che dovevo avere paura.

GIACOMO PAMPLONA
Avevo paura che ti volessi vendicare per quel figlio 
che non è mai nato. E temevo che tu volessi mettere in atto una tua vendetta per quello che c'era stato fra di noi.

DESY
Mi sono vendicata...

GIACOMO PAMPLONA
Quella domanda che mi hai fatto la prima notte, 
quel tono di minaccia. 
Quel coltello nascosto nella tua voce, sospeso in alto su di me...

DESY
...a letto! Sì a letto, mi sono vendicata così.

GIACOMO PAMPLONA
A letto ... per una recensione?

DESY
Che c'è di male in una recensione?

GIACOMO PAMPLONA
E’ stato Aspici che ti ha convinto a telefonarmi. 
L’hai fatto per lui!

DESY
Giac, ti prego...

GIACOMO PAMPLONA
Questo volta sei venuta a letto con me per una critica che nessuno leggerà su di una commedia che nessuno andrà a vedere?
Sei venuta a letto per una telefonata al ministero e a quei quattro gatti di Roma...?

DESY
Giac, ti prego...

GIACOMO PAMPLONA
Ti odio! Lo odio. Vi odio.

DESY
Sei geloso, pazzamente geloso di Giuliano.

GIACOMO PAMPLONA
Ma se io rifiutassi, eh? Se rifiutassi di aiutare te e lui...

DESY
Sei geloso come dieci anni fa.

GIACOMO PAMPLONA
E tu, tu te ne approfitti.

I due sono in piedi, le mani sui fianchi, uno di fronte all’altra come due nemici Lui ha le scarpe, lei ha finito di vestirsi. In uno scatto di rabbia, Desy spinge Giac con le due mani. Giac si ritrova seduto sulla poltrona.

DESY
Questa poltrona è fatta per te. 

GIACOMO PAMPLONA (si rialza di scatto) 
Molière era gelosissimo di Armanda, come io lo sono di te. 
L' infedeltà di Armanda gli rovinò la vita.

DESY
Come io... avrei rovinato la tua?

GIACOMO PAMPLONA
Sai come lo chiamavano i suoi nemici?

DESY
Come?

GIACOMO PAMPLONA 
..."cocu"! Cornuto...

DESY (lo spinge con le due mani e lo fa ricadere nuovamente sulla poltrona)
Cocu, cocu, cocu...

GIACOMO PAMPLONA 
Ora basta! 
(si rialza e prende Desy per le spalle, scuotendola)

DESY
Ma perchè ti scaldi tanto? 
Lo dicevo a Molière non a te. 

GIACOMO PAMPLONA (si dirige alla porta della stanza)
Io sono uno che se ne va.

DESY
Senti almeno come va a finire, Giac.

GIACOMO PAMPLONA
Ne ho già sentite abbastanza.

DESY 
La compagnia si scioglie, ognuno va per la sua strada, 
il lavoro non va mai in scena.

GIACOMO PAMPLONA
Hanno provato tutto l'inverno in un teatro senza riscaldamento, 
e poi il lavoro non va in scena? Aspici, Aspici...

DESY
Gli attori se ne sono andati.
Il giovane autore decide di smettere di scrivere. 
Nell’ultima scena rimane il teatro vuoto e una poltrona. 
E sulla poltrona, Molière...morto.

GIACOMO PAMPLONA
Il teatro rimane sempre vuoto, e i commedianti vanno sempre per strade diverse. E’ il destino di chi fa teatro. 
Il vuoto che attende e lunghe strade solitarie. 
Ma se Aspici lasciasse in pace Molière, sarebbe comunque meglio.

DESY
Eh, Giac... 
Le difficoltà di mettere in scena senza una lira il lavoro 
di un autore sconosciuto sono infinite. 

GIACOMO PAMPLONA
Ma che palle! Che li facciano questi soldi che non hanno mai invece di chiederli ai loro padri.

DESY
Non essere polemico con i giovani solo perchè tu non lo sei più.

GIACOMO PAMPLONA
Che si paghino la produzione da soli senza chiedere sovvenzioni, aiuti, raccomandazioni. Che si arrangino come abbiamo fatto noi.

DESY
E’ una barriera sociale che voi della vostra età, mettete contro di noi.

GIACOMO PAMPLONA
Macchè barriera sociale. E’ che non avete voglia di fare niente.
Cercate un alibi per la vostra inettitudine.

Giacomo Pamplona afferra la maniglia dell'uscita, pronto ad andarsene, ma Desy gli ferma la mano e gli si addossa contro sulla porta chiusa, con il corpo aggrovigliato al suo. 
Dialogano in questo abbraccio forzato, corpo a corpo.
Come in un balletto si strattonano per tutta la stanza, lui nel tentativo di liberarsi e uscire, lei nell’intento di trattenerlo.

DESY
Gli attori stanno provando la commedia, ma la prima non si può fare. 
E' troppo freddo, non ci sono i soldi, non ce la fanno più...

GIACOMO PAMPLONA
E allora? Non lo sanno che comunque vada, bisogna andare in scena?

DESY
L’attore che fa Molière lo sa. 
Lui rimane. E muore.

GIACOMO PAMPLONA
Muore in scena perchè il teatro non è riscaldato?
Ma fammi il piacere...

DESY
Muore in scena di polmonite, come Molière. 
Le convulsioni della tosse, la disperazione,
l'emozione, tutta la stanchezza accumulata durante le prove 
lo portano all'agonia. 
Rimane solo, chiuso nel teatro abbandonato, al buio, 
e muore in scena, recitando la sua parte: battendo i denti, con le frasi smozzicate dalla tosse, e continuando, continuando...
Recita fino all'ultimo, come Molière.

GIACOMO PAMPLONA
Un volgare effettaccio.

DESY
Un vero "coup de théatre".

GIACOMO PAMPLONA
Una trovata senza pathos interiore, 
buttata là per fare colpo sugli sprovveduti. 

DESY
L'attore muore come Molière.

GIACOMO PAMPLONA
Colpo basso, marca Aspìci.

DESY
Muore e basta. 

GIACOMO PAMPLONA
Muore due volte? 
Nella commedia dentro alla commedia 
e nella commedia vera? Che senso ha? 

DESY
Giuliano non lo vuole spiegare.
Dice che se si spiega, si rovina tutto.

Stanchi di lottare i due si sciolgono dall'abbraccio.

GIACOMO PAMPLONA (lasciandosi cadere sulla poltrona)
Se non si spiega è un rebus, non una commedia.

DESY
Quando la commedia finisce, gli attori della compagnia chiamano l’attore che fa la parte di Molière al proscenio, per raccogliere insieme gli applausi del pubblico, ma l'attore non si rialza.

GIACOMO PAMPLONA
E’ morto di teatro guasto. 

DESY
Rimane fermo sulla poltrona, con gli occhi sbarrati, come te addesso.

GIACOMO PAMPLONA (si alza dalla poltrona)
Lascia stare la poltrona.

DESY
Allora gli attori pretendono con il pubblico che l'attore sia morto veramente. 
Si sente la sirena dell’autoambulanza, sembra che il furgone arrivi fino dentro al teatro. 
Entrano gli infermieri di corsa con la barella per portare via il corpo. 
Poi gli attori rimangono immobili, congelati come per uno stop di fotogramma, a guardare il pubblico.
(Desy applaude con poca convinzione)

GIACOMO PAMPLONA (camminando su e giù)
Calma, calma... prima di applaudire. 

DESY
L’attore che muore nel fare la sua parte fino all'ultimo 
non è che lo spirito di Molière stesso che rivive 
sulla scena oggi. 

GIACOMO PAMPLONA
Morale? 

DESY
La sua morte è servita al teatro. 

GIACOMO PAMPLONA
Dovrei ridere?

DESY
Metodo Stanislavkij: immedesimarsi nella parte, no? 

GIACOMO PAMPLONA
O comune infarto? A questo punto...

DESY
Boh...Non importa. Basta che tu ne parli. 
Che tu faccia quello che devi fare.

GIACOMO PAMPLONA
Se il finale non sta in piedi la commedia crolla.

DESY
Ma tu la sostieni, giusto Giac?

GIACOMO PAMPLONA
Aspici dovrebbe ammazzare l'attore che impersona Molière, 
fare arrestare Aspici, farlo condannare all'ergastolo 
e ne parlerebbero tutti i giornali. Quella sì che sarebbe pubblicità! 
Ergastolo al commediografo Aspici: teatro esaurito, garantito.

DESY
Non c’è niente da capire, dice Aspici. Un morto è un morto.

GIACOMO PAMPLONA
Il pubblico s'incazza quando non capisce, 
dillo al tuo Aspici. Il pubblico è il pubblico.

DESY
Avrò un abito trasparente, per il tuo pubblico
con una scollatura aperta fino all'ombelico. 

GIACOMO PAMPLONA
Il gioco è bello finchè hai diciannove anni, Desy.

DESY
Giuliano dice un'altra cosa.

GIACOMO PAMPLONA
Teatro dell’assurdo in stile Stanislavskij 
e con salsa Aspici? 
No, grazie. 
E’ un piatto che non riesco a digerire.

DESY
Giac, fallo per Desy! 

GIACOMO PAMPLONA (semiserio)
Che prova vorresti ancora, ingrata, 
dopo questo pomeriggio d’amore?
Che mi metta a piangere, che ti percuota?
Vuoi che mi uccida? O che ti uccido?

DESY
Sulla morte non si scherza, Giac.

GIACOMO PAMPLONA
Vorresti diventare l' Armanda di Molière, 
dieci anni dopo la Maddalena del “Cristo in Afganistan"?

DESY
Siii...

GIACOMO PAMPLONA
Vorresti che tutti i giornali parlassero di te? 

DESY
Siii...

GIACOMO PAMPLONA
Vorresti che mostrassero la tua foto 
con le poppe al vento?

DESY
Siii...

GIACOMO PAMPLONA
Allora brindiamo!

Dal frigo bar prende una bottiglia di champagne e due bicchieri. Stappa la bottiglia, riempie i bicchieri. 

DESY
Brindiamo!

Alzano i bicchieri e bevono.

DESY
A Desy che diventa una star.

GIACOMO PAMPLONA
A una star di nome Desy.

Mettono giù i bicchieri. Desy cerca di abbracciare Giac.

DESY
Che male c’è a desiderare il successo? Non mi desideri, tu!

Lui la respinge.

GIACOMO PAMPLONA
Non è dimostrato e non si può dimostrare.

DESY
Che cosa?

GIACOMO PAMPLONA
Che Armanda fosse sua figlia.

DESY
Aspici dice che è molto probabile.

GIACOMO PAMPLONA
Lascia che l’Aspici faccia l’Aspici.
Ti dico io come sono andate le cose.
Un banale colpo d’aria, degenerato in polmonite 
tanto per incominciare. E poi, regime latteo e sputi di sangue. 

DESY
Che schifo!

GIACOMO PAMPLONA
Molière odiava i medici ma soprattutto 
la civetteria di Armanda lo metteva in crisi. 

DESY
Lei non gliela dava vinta. 

GIACOMO PAMPLONA
E’ il rifiuto di Armanda, di darsi totalmente a lui che logora Molière. 
Ma Molière affronta la parte di Argante nel “Malato immaginario” 
e va incontro alla sua morte, per mettere la morte fuori gioco.
“Non ci sarà pericolo a contraffare la morte?” * si chiede Molière.
(*Molière, Il malato immaginario)

DESY
E muore in scena, da eroe. 

GIACOMO PAMPLONA
Muore dopo, a casa sua.

DESY
A teatro, sulla poltrona...

GIACOMO PAMPLONA
Poco dopo, a casa sua in rue de Richelieu, dove l'avevano trasportato in preda alle convulsioni. Molière era troppo Molière per non avere fiutato l’affare.

DESY
Quale affare?

GIACOMO PAMPLONA
Mettere la morte fuori gioco. 

DESY
Basta, eh. 

GIACOMO PAMPLONA
La sua morte è l'invenzione suprema di Molière. 
E’ quella che ha più contribuito a dare un carattere mitico alla sua opera e alla sua vita.

DESY
Non spiegarmi più nulla. Promettimi solo...

GIACOMO PAMPLONA
Non gliene importa più a nessuno della critica, Desy.
Nemmeno a noi che facciamo i critici.
Critici di che cosa poi? Non abbiamo più tempo di criticare gli altri 
né di correggere quello che scriviamo noi stessi. 
Si va alla giornata: biglietto signori, su il sipario giù il sipario, 
biglietto signori, su il sipario giù il sipario.
E’ come andare sull’autobus, e a me tocca fare il controllore.
Anche gli applausi del pubblico non fanno più il rumore di una volta.

DESY
E che rumore fanno?

GIACOMO PAMPLONA
Il rumore della noia. Sono gli applausi dei distratti, Desy.
Hanno il mutuo per la testa, l'automobile nel cuore, 
il motorino del figlio fermo allo stomaco, la pubblicità dei biscotti sotto alla lingua. Non c'è più posto per il teatro. 
Il teatro è morto sulla poltrona da cui guardano la televisione.

DESY
La mia scollatura lo farà resuscitare.

GIACOMO PAMPLONA
Come ha fatto Aspici a invischiarti in “due” commedie di merda in una volta sola?

DESY
Ha insistito due volte. 

GIACOMO PAMPLONA
Dammi Aspici e gli tiro il collo come a una gallina! 

DESY
Il guaio è che gli uomini non riescono a tenere le mani a posto con me. 

GIACOMO PAMPLONA
Prendi una commedia scadente, anzi “due” commedie scadenti, mettici un' attrice attraente come te e ottieni un doppio guaio.

DESY
Mi noteranno due volte.

GIACOMO PAMPLONA
... in ruoli da amante e da prostituta? 

DESY
Non è la mia ambizione di stare a letto anche sulla scena. 

GIACOMO PAMPLONA
Il morto non ci vorrebbe ...

DESY
C'è già. Non hai altre idee?

GIACOMO PAMPLONA
Le conosci troppo bene.

DESY
E' una “commedia di idee”, dice Aspici.

GIACOMO PAMPLONA 
Al contrario, penso che sia troppo “gialla” e troppo poco “seria”.

DESY
"Gialla"?

GIACOMO PAMPLONA
Nel momento stesso in cui Molière muore, tutta l’attenzione si concentra sul morto. E la commedia diventa un “giallo” non teatro vero.

DESY
Ma chi è l’assassino?

GIACOMO PAMPLONA
Aspici! Chi vuoi che sia?

DESY
Piantala di scherzare. Per me devi muovere la stampa, gli amici... 

GIACOMO PAMPLONA
Devo muovere le gambe per andarmene via...

(Cerca inutilemente di avvicinarsi alla porta, fermato
dolcemente ma con fermezza da lei)

DESY
... il mondo intero devi muovere per me!
Crea tu il mio successo per l’amore che dici di avere avuto per me.
E se non è più amore, fallo per passione.
La passione che hai mostrato quest’oggi. 
Ritrova la casa di campagna con le luci accese,
ritrova me e ritornerai a vivere.

GIACOMO PAMPLONA
Di battute così potrei anche morire. 

DESY
Non era una battuta. Amami... e rendimi famosa,

GIACOMO PAMPLONA
Addio teatro, un critico in meno sulla lista.

DESY
Pensa che nella commedia dovrò dire “Molière, ti amo. Mi lasci in eredità 
la vocazione più nobile del mondo”.

GIACOMO PAMPLONA
Con la scollatura che avrai, potrai dire quello che vuoi.

DESY
Se non mi aiuti tu, sarà un fiasco colossale.

GIACOMO PAMPLONA
Un fiasco è quello che vi meritate.

DESY
E' la tua ultima parola? (si siede sulle sue ginocchia)

GIACOMO PAMPLONA
Con quelle battute, nessuno ti può salvare.

DESY
Vuoi che muoia sulle tue ginocchia come Molière su questa poltrona,?

GIACOMO PAMPLONA
Molière non scherzava quando è morto.

DESY
Geloso com'era...Ma se vuoi bene a me e ti interessi alla commedia, 
lo spettacolo decolla e io divento una grande attrice.
Giusto Giac? 

Lo bacia lungamente sulla bocca.
Lui si libera a fatica dall'abbraccio, si alza dalla poltrona e fa un ultimo tentativo di andarsene.
Lei gli si para di fronte e gli sbarra la strada. 
Comincia a slacciarsi la camicetta, decisa. 

DESY
Il successo ha le sue regole.
Giusto Giac? 

Buio in scena.


SCENA 3


La scena s’illumina gradualmente mentre prende corpo con brio lo stesso motivo musicale di G.B. Lulli che ha aperto la Scena 1.
Il teatro è vuoto ora: sprofondato nella penombra.
Le quinte appoggiate ai muri, l’ammasso dei praticabili, le pertiche erette, i cordami oscillanti, sono le uniche suppellettili.
Solo la poltrona è allo stesso identico posto, al centro della scena.
Seduto in poltrona: Molière. Tossisce convulsamente.
Irrompe in scena ballando e ridendo Armanda, tutta spiritata. 

ARMANDA (canta)
In quegli occhi ammalati, in quel suo viso smunto
In quel corpo che quasi più nulla ha di vivente...

Si arresta e ammutolisce davanti a Molière.

MOLIÈRE 
Che cosa ha detto il Re?

ARMANDA 
Mmmh...

MOLIÈRE 
Ancora?

ARMANDA 
Mhm...mhm...

MOLIÈRE 
Crede ancora che io finga?

ARMANDA 
Mmmh...

MOLIÈRE 
Non sto fingendo, che si sappia una volta per tutte.
Il Re non può credere a tutte le imposture che gli dicono su di me, Armanda, e anche tu glielo devi ripetere. 
E' una storia assurda che tu, mia moglie, sia mia figlia. 

ARMANDA 
Mhm...mhm...

MOLIÈRE 
Si vede che sbaglio l'interpretazione.
Non sono convincente e nessuno mi crede.

ARMANDA 
Mmmh...

MOLIÈRE 
Eppure Argante lo faccio bene, anche se lui è un malato immaginario, 
mentre io (tossisce convulsamente)...

ARMANDA 
Mhm...mhm...

MOLIÈRE 
Quando il Re è entrato, avevo fatto accendere metà delle candele. 
Nella penombra con il volto coperto di cipria bianca 
ero più cadaverico di un moribondo vero. 
Non c'è stato verso: non l’ha bevuta!
Che cosa devo fare per convincerlo? 
Morire? 

ARMANDA 
Mmmh...

MOLIÈRE 
E’ un osso duro il mio Re.

ARMANDA 
Mhm...mhm...

MOLIÈRE 
Ma se il Re non crede che stia morendo 
sono un Molière morto.

ARMANDA 
Mmmh...

MOLIÈRE 
Allora devo morire subito.

ARMANDA 
Mhm...mhm...

MOLIÈRE 
Vediamo... 
Armanda, che cosa te ne sembra di questa smorfia? 

ARMANDA 
Mmmh...

MOLIÈRE 
Ancora più macabra?

ARMANDA 
Mhm...mhm...

MOLIÈRE 
Se nemmeno tu mi credi, devo proprio morire.

ARMANDA 
Mmmh...

MOLIÈRE 
Insomma Armanda.
Tuo marito, che tanto ti ama...muore. 

ARMANDA 
Mhm...mhm...

MOLIÈRE 
Non ci sarà poi pericolo a contraffare la morte?

ARMANDA
Mmh...mhm...

MOLIÈRE 
(con voce sempre più fievole come se stesse morendo)
Questo me che solo me vuol esser,*
Questo me geloso di me stesso...
(Molière, Le furfanterie.)
Molière reclina il capo come morto.

ARMANDA (riprende a cantare)
...ridotto a uno scheletro, ormai semovente...
Molière rialza il capo con fierezza e la guarda.
Armanda ammutolisce.

MOLIÈRE (con tono vigoroso)
Ah, che strani animali da guidare sono i commedianti!

Molière rimane immobile sulla poltrona.
Non è morto. Ha gli occhi accesi di passione per Armanda che balla indifferente attorno alla poltrona dov'è seduto, senza guardarlo.