La povera mamma

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LA MAMMA BUONANIMA DELLA SIGNORA

LA POVERA MAMMA

Atto unico di Georges Feydeau

Traduzione e adattamento di Franco Di Leo (n. SIAE 171497)

Personaggi:

Lucièn

Yvonne           sua moglie

Annette           domestica

Joseph             cameriere della madre di Yvonne

Ambientazione e periodo: Parigi, fine Ottocento

Scena: caminetto sulla sinistra, letto matrimoniale al centro con un comodino a sinistra, entrata comune a destra. All’alzarsi del sipario, la scena è in penombra. Suono di campanello. Yvonne dorme profondamente non risvegliata dal suono del campanello, poi, emette un sospiro più lungo e si gira nel letto.

Yvonne           (apre gli occhi gonfi di sonno e alza un poco la testa) Cosa c'è? (accende la luce a fianco del letto; altri squilli; salta dal letto, è in camicia da notte, altri squilli, poi furiosa) Arrivo! (afferra la vestaglia con gesto brusco e infila rapidamente le pantofole; altri squilli) Ma sì, arrivo, arrivo! (si butta la vestaglia intorno al collo come uno scialle; esce; voce fuori campo, con tono scorbutico) Chi è?

Lucièn             (da fuori, intimorito) Sono io, ho dimenticato le chiavi!

Yvonne           Ah, naturalmente (rumore di porta che si apre) Dai entra! (rientra insieme a Lucièn, vestito con un impermeabile chiuso fino al collo; Lucièn, ha le mani coperte dai guanti e impacciate dall’ombrello) E allora? Stai lì fino a domani?

Lucièn             Eccomi, scusa! (così dicendo, preme l’interruttore e accende tutte le luci)

Yvonne           (sgarbatamente) Ah, mi chiedi scusa! Sai com’è divertente essere svegliati di soprassalto quando si sta dormendo!

Lucièn             (mortificato) Ti ho svegliata?

Yvonne           (tagliente) Non penserai che ti abbia aspettata fino a quest’ora!

Lucièn             (sinceramente confortato) Ah, meglio così!

Yvonne           Come “meglio così”? Sei contento di avermi svegliata?

Lucièn             Ma no! Dico che è meglio che tu non abbia aspettato. (tenendo sotto il braccio l’ombrello semiaperto e grondante, si dirige verso il letto, scuotendo le mani intirizzite)

Yvonne           Tornare a quest’ora!

Lucièn             (mentre si toglie i guanti) Non sono riuscito a trovare una carrozza. E piove che Dio la manda!

Yvonne           Deve essere tardissimo!

Lucièn             No, sono soltanto… (in quell’istante la pendola del caminetto batte quattro rintocchi)

Yvonne           (troncandogli il discorso) Aspetta! (entrambi prestano orecchio, Lucièn con una leggera smorfia; terminati i quattro rintocchi) Le quattro e dieci?!

Lucièn             Come “e dieci”?

Yvonne           La pendola è indietro di dieci minuti!

Lucièn             Non è possibile, la pendola sarà rotta.

Yvonne           Ma sì, certo: tu passi la notte fuori di casa e la pendola è rotta!

Lucièn             (andando verso il letto) Oh! Che esagerazione! Sta a vedere che ho passato la notte fuori di casa adesso! (sedendosi ai piedi del letto) Te l’avevo detto che sarei tornato tardi, dal momento che andavo al ballo della Società delle Belle Arti!

Yvonne           (con un tono che non ammette repliche) Avresti fatto meglio a non andarci! (si rimette a letto, mentre Lucièn, che da quando è entrato non ha abbandonato l’ombrello, traccia ghirigori sul tappeto, come si fa con un bastone sulla sabbia; lo blocca dandogli bruscamente un colpo) Ma stai attento!

Lucièn             (che il colpo ha fatto balzare dal letto) Eh?

Yvonne           (gridando) L’ombrello! Stai bagnando tutto il pavimento!

Lucièn             Io? (abbassa la testa per vedere il danno)

Yvonne           Ma sì non vedi che l’ombrello gocciola?

Lucièn             (sbalordito, si affretta verso l'uscita per portare l’ombrello in anticamera) Scusa.

Yvonne           Ah! Mamma mia! (bruscamente) Forza, togliti il cappotto! Non vorrai andare a letto col cappotto!

Lucièn             Hai ragione. (si gira volgendo le spalle al pubblico e si leva il cappotto appoggiandolo sulla sedia) Brr!

Yvonne           (infastidita) Che cos’hai?

Lucièn             (accenna col capo che non è niente, poi) Ho freddo!

Yvonne           (beffarda) Ah! Hai freddo! Vuoi forse farti compiangere?

Lucièn             (impaziente) Ma no! Tu mi chiedi, io ti rispondo.

Yvonne           Bene, imparerai a stare in giro a far baldoria! (vedendo Lucièn che si è avvicinato al camino per scaldarsi, con tono di compatimento) Cosa fai lì, davanti al camino?

Lucièn             (con molta semplicità) Cerco di scaldarmi.

Yvonne           Ma se il fuoco non c’è!

Lucièn             Il fuoco non … eh? (guardando il focolare) Ah! Si, guarda! E' l’abitudine, sai? Siccome quando il fuoco c’è … allora inconsciamente …

Yvonne           (irritata) Ahh!

Lucièn             (irritato) Ah! Che noiosa!

Yvonne           (tornando alla carica) No! Pensare che siamo sposati soltanto da due anni e il signore abbandona già sua moglie per andare al ballo della Società delle Belle Arti!

Lucièn             (oppresso) Senti, ti prego, sono stanco, la scenata me la farai domani.

Yvonne           Oh! Non è una scenata! Faccio una constatazione.

Lucièn             Se non capisci che un uomo, per non ammuffire, ha bisogno di vedere ogni cosa, conoscere ogni cosa… per plasmare il suo spirito!

Yvonne           (con disprezzo) oh, senti, senti! Fai il contabile ai magazzini Lafayette; a cosa ti può servire, per il tuo mestiere, conoscere la Società delle Belle Arti?

Lucièn             (piccato) Non sono soltanto un contabile, sono un pittore.

Yvonne           (alzando le spalle) Pittore! Fai degli scarabocchi!

Lucièn             (offeso) Scarabocchi!

Yvonne           Ma certo! Finché non si vende, sono scarabocchi! Vendi tu?

Lucièn             No, non vendo! Non vendo! Che bella scoperta! Non vendo, perché nessuno mi acquista! Altrimenti!

Yvonne           Tu hai dipinto bene una sola cosa!

Lucièn             (felice della concessione) Ah!

Yvonne           Il bagno… una tinta azzurra bellissima!

Lucièn             (offeso) Oh! Che spiritosa! Ciò non toglie che io sia più artista di quel che credi! E come artista è del tutto naturale che vada alla ricerca di sensazioni artistiche.

Yvonne           Tu vai alla ricerca di sensazioni, punto e basta! Non parlare di arte!

Lucièn             (rinunciando a discutere) Ah! Senti, mi stai scocciando! (comincia a togliersi i vestiti)

Yvonne           (gettando le coperte) Ah sì? (salta dal letto e corre da Lucièn, quindi, facendogli fare una giravolta perché si venga a trovare di fronte a lei) No, ma citamene una allora, se ti scoccio; citamene una delle tue sensazioni artistiche!

Lucièn             Ma certo!

Yvonne           (tagliente) Non è una risposta! Citamene una!

Lucièn             Non ho che l’imbarazzo della scelta! Beh, per esempio, quando c’è stato l’ingresso di della dea del mare. (guardandola fisso con sorriso sprezzante)

Yvonne           E allora?

Lucièn             Bene, quando la dea ha fatto il suo ingresso, ecco, quella è stata una sensazione artistica! Una modella meravigliosa, completamente nuda, in una conchiglia di madreperla, portata da tritoni e da sirene!

Yvonne           (risentita) Una donna tutta nuda!

Lucièn             Tutta nuda.

Yvonne           Edificante!

Lucièn             (con ponderazione) Ecco, è proprio qui che sbagli! Non c’era nulla di indecente.

Yvonne           Ah, si? Allora lo farò anch’io!

Lucièn             (alzando le braccia) Ma non dire stupidaggini.

Yvonne           (seduta sul letto) Insomma, una cosa è indecente oppure non lo è.

Lucièn             Non lo è se si tratta di modelle! E quella là! Una linea … e dei seni, ah! Come non ne ho mai visti!

Yvonne           (con tono risentito, dopo un leggero inchino con la testa) Ti ringrazio.

Lucièn             (girandosi, sconcertato) Eh?

Yvonne           Sei sempre molto carino, tu!

Lucièn             Ma andiamo, ti formalizzi sempre. Non parlo di te! Non c’è dubbio che i tuoi sono molto graziosi! Ma insomma, non sono poi dei seni da modella. (torna al caminetto per togliersi il vestito)

Yvonne           Ah! Davvero? (salta dal letto, raggiunge Lucièn e gli fa fare una giravolta perché si venga a trovare di fronte a lei) E che cosa non andrebbe? (voltando le spalle al pubblico, di fronte a Lucièn, gli si piazza davanti con la camicia aperta e tenendola allargata con le mani)

Lucièn             (sbalordito) Eh? Ma, non so… Beh, per esempio, lì … (indica con le dita un punto del petto di Yvonne)

Yvonne           (dandogli un colpo sulla mano e facendo un balzo all’indietro) Alto là! Ti proibisco di toccare! Vai a toccare i seni di quella donna, visto che sono meglio dei miei!

Lucièn             Come sei sciocca!

Yvonne           (tornando alla carica) Forza! Forza, dimmi, che cosa non va?

Lucièn             Mah … poca cosa, in fondo! Anche al di sotto sono perfetti! Come vedi, sono obiettivo. Ma al di sopra, ecco, non, non …

Yvonne           (indignata) Non?

Lucièn             (con un gesto) Ecco, sono un pochino ad attaccapanni.

Yvonne           (riannodandosi vivacemente i nastri della camicia) Ad attaccapanni! Ad attaccapanni! Questo è troppo! (afferra animatamente Lucièn per il braccio sinistro e gli fa fare una piroetta in mezzo alla scena)

Lucièn             (non sapendo più cosa gli stia capitando) No, ma cosa…?

Yvonne           (chiamando) Annette! Annette!

Annette           (dal letto, assonnata) Eh?

Yvonne           Annette, alzatevi!

Lucièn             (stupito) Annette?

Yvonne           Avete sentito quello che ho detto?

Annette           (confusa) Signora?

Yvonne           Su, forza, in piedi.

Annette           Sì, signora. (si alza e resta ferma in piedi, con gli occhi gonfi di sonno, ciondolando e riaddormentandosi; indossa una camicia da notte molto semplice, i capelli in disordine)

Lucièn             Ma come, Annette? Annette nel nostro letto?

Yvonne           E allora? Annette, sì, Annette!

Lucièn             Ma questa è grossa! Fai dormire la domestica nel nostro letto, adesso?

Yvonne           Già, tu avresti voluto che io rimanessi tutta sola in camera mentre tu andavi a fare bisboccia! Ah! No, grazie tante! Ho paura, io!

Lucièn             Questo è il colmo! La domestica nel nostro letto! Ma io allora dove vado a dormire?

Yvonne           Beh, potresti andare di là, nella camera di Annette! (indica verso l'uscita)

Lucièn             Con la domestica?

Yvonne           Cosa, la domestica? Cosa, la domestica? Ora che sei tornato, è evidente che Annette va in camera sua e tu riprendi il tuo posto.

Lucièn             Neanche per idea! Dormire nelle sue lenzuola!

Yvonne           Ma non sono le sue, sono le nostre lenzuola.

Lucièn             Ma ci ha dormito lei, mi basta!

Yvonne           Ma certo! Se si tratta di dormire tra le lenzuola della tua modella tutta nuda, faresti meno lo schizzinoso, no?

Lucièn             (con malizia) Eh, vorrei vedere!

Yvonne           Cosa dicevo io! Vergognati! Sporcaccione!

Lucièn             (esasperato) Che barba!

Yvonne           Ah, sì? Che barba? Annette!

Annette           (risvegliandosi bruscamente) Signora?

Yvonne           Avete sentito quello che ha detto il signore?

Annette           (con uno sbadiglio) No, signora.

Yvonne           Dice che ho i seni ad attaccapanni.

Annette           (indifferente ed addormentata) Sì? Bene, signora!

Lucièn             (ironico) E tu svegli la domestica per raccontarle queste cose?

Yvonne           Proprio così, caro mio! Voglio che ti dica lei stessa cosa pensa del mio seno, per dimostrarti che non tutti sono del tuo parere! (ad Annette) Forza, Annette, sveglia! Cosa mi dicevate l’altra mattina a proposito del mio seno?

Annette           (aprendo faticosamente gli occhi) Eh? Non ricordo più, signora.

Yvonne           (sottolineando ogni frase con un colpetto sul braccio di Annette) Cosa, non vi ricordate! Mi stavo vestendo e vi ho detto: “nonostante tutto, non ce ne sono molte che potrebbero mostrarne di sodi come i miei”. Cosa mi avete risposto?

Annette           (facendo uno sforzo sovrumano) Eh? Ah sì! Ho detto: “è vero, signora! Quando guardo i miei, in confronto sembrano due bisacce!” (si riaddormenta in piedi)

Yvonne           Ecco, hai sentito?

Lucièn             (afferrando Annette per un braccio e spostandola bruscamente) Beh! E allora? E allora? Questo cosa prova? Non ho mai negato che il tuo seno sia raro; ma dall’essere raro all’essere unico c’è pur sempre una certa differenza.

Yvonne           (mentre Annette, in attesa che la loro discussione finisca, torna a stendersi sul letto) Ah! Davvero? Bene! Omai il mio seno te lo puoi togliere dalla testa!

Lucièn             (mettendo la mano avanti per rispondere) Ma scusa …

Yvonne           (equivocando sul gesto colpendogli la mano) Giù le mani!

Lucièn             (furioso) Ahia! Insomma!

Yvonne           Lo tengo per qualcun altro, in grado di apprezzarlo più di te. (si mette sul letto)

Lucièn             (camminando avanti e indietro, furioso) Sì, sì, d’accordo! Va bene! Tienilo per qualcun altro! Tienilo per chi ti pare! Per il presidente della repubblica, se vuoi! Ah, che pazienza bisogna avere! (senza guardare, si lascia cadere sul letto sopra Annette che dorme)

Annette           (svegliata di soprassalto, lancia un urlo) Ah!

Lucièn             (rialzandosi con un balzo; furioso) Ehi! Ma andate a dormire una buona volta, Annette!

Annette           (brontolando, si alza) E’ per questo che mi avete svegliato?

Lucièn             Non sono io che vi ho svegliato, ma la signora.

Annette           Sarebbe stato meglio lasciarmi andare a dormire!

Yvonne           Annette! Nessuno vi ha chiesto commenti, va bene? Comunque, visto che siete in piedi, potete tornare in camera vostra e lasciare il letto al signore. (Annette va verso il caminetto; a Lucièn) Quanto a te, ti avverto: se ti fai venire delle idee, ti sbagli di grosso.

Lucièn             Ma chi ti chiede niente? (si siede sul letto e comincia a togliersi le scarpe)

Yvonne           Oh beh! Non mi meraviglierei se accadesse!

Lucièn             (bruscamente ad Annette che dorme in piedi contro il caminetto) Allora! Andate a dormire, voi!

Annette           (con aria da vittima) Sì, signore! Che casa! (esce alzando le spalle)

Yvonne           Ci mancherebbe altro che tu andassi a eccitarti con le altre e io poi dovessi … ah, no, non mi piace fare la controfigura!

Lucièn             (esacerbato) Senti, queste cose me le dirai domani, sono stanco.

Yvonne           (cacciandosi sotto le coperte e volgendo le spalle a Lucièn) Hai ragione! Invece di discutere sarebbe molto meglio che dormissi.

Lucièn             Bene, d’accordo! Dormi!

Yvonne           (dopo una pausa) Comunque, sono proprio contenta che la domestica ti abbia messo a tacere. Ts! Ad attaccapanni!

Lucièn             Certo che se come riferimento ha soltanto il suo seno…

Yvonne           (balzando a sedere) Ah! Perché? Hai bisogno di pareri più competenti? Bene! Domani abbiamo a pranzo il signor Dupont. Glielo farò vedere a lui, il seno! E sentiremo la sua opinione.

Lucièn             (scandalizzato) Ma sei matta?

Yvonne           Perché? Hai detto tu che non è indecente.

Lucièn             (con forza) Non è indecente se una donna è tutta nuda!

Yvonne           (di rimando) Va bene, mi metterò tutta nuda!

Lucièn             (sbalordito) Ma tu sei matta, completamente matta!

Yvonne           (a mezza voce mentre si ricaccia sotto le coperte) Ah! Ce li ho ad attaccapanni, eh? Bene, è quello che vedremo!

Lucièn             Vuoi finire di rincretinirmi con queste continue frecciate? (con voce spenta, dandosi dei colpetti alla bocca dello stomaco con la punta delle dita) Ahi!

Yvonne           (squadrandolo con compassione e con tono infastidito) Cos’hai ancora?

Lucièn             (con aria miserabile) Ho mal di stomaco.

Yvonne           Ma bene! (getta le coperte e salta dal letto)

Lucièn             Annette dovrebbe portarmi un digestivo.

Yvonne           D’accordo! Ti faremo portare il digestivo! (cosi dicendo si dirige verso l'uscita)

Lucièn             (interrompendosi) Ma chi ti ha chiesto di alzarti? Posso dirglielo anch’io.

Yvonne           (respingendolo) Oh, no! No! Non voglio che tu possa dire che ti ho lasciato crepare! No! Conosco il mio dovere e lo compio, io!

Lucièn             (con lo stesso tono di Yvonne) Bene! Perfetto! Benissimo! Allora aspetto! (resta seduto sul letto a braccia incrociate)

Yvonne           (andando verso l'uscita  e chiamando) Annette!

Annette           (con voce addormentata, da fuori) Sì, signora!

Yvonne           Annette, alzatevi!

Annette           Eh? Ancora!

Yvonne           Cosa “ancora”? Si, “ancora”! Cosa vuol dire “ancora”? E portate un digestivo al signore! Presto! (si sente la voce di Annette che brontola da fuori scena)

Lucièn             (dopo una pausa e con tono canzonatorio) Ma quanto riesci a scocciarla, quella povera ragazza!

Yvonne           Cosa? Ma questo è il colmo! Sono io che la scoccio! Senti un po’! È forse per me la camomilla, eh? È forse per me?

Lucièn             (quasi gridando) E’ la cena che non ho digerito!

Yvonne           (sullo stesso tono di Lucièn) Ma certo! È sempre la stessa cosa! La moglie non è sufficiente per le tue distrazioni, ma per farti da infermiera va bene!

Annette           (entra con un vassoio e un bicchierino di liquore scuro, con tono di malcontento) Serve qualcos’altro, intanto che sono qui?

Yvonne           (a letto, aggiustando le coperte sopra di sé) Chiedete al signore, Annette. È lui che non sta bene!

Lucièn             Ho mal di stomaco.

Annette           Certo che se il signore non fosse andato a fare baldoria in giro …

Lucièn             (arrabbiandosi) Ah, no, no, eh! Non mettetevi di mezzo anche voi, adesso!

Annette           (con aria distaccata) Sì, sì, certo. Però …

Lucièn             Va bene! Va bene! E adesso andate a letto!

Annette           (senza farselo dire due volte) Oh! Se è per questo, molto volentieri!

Yvonne           (con sorriso risentito) Non capisco perché la rimproveri. Ha ragione; se non andavi a  quella cena…

Lucièn             Può darsi; ma questo non la riguarda! Ma dico, devo rendere conto anche a lei? E poi,  è un delitto cenare fuori? (beve il digestivo)

Yvonne           No, non è un delitto! E' ovvio che non è un delitto! Ma è da idioti mangiare fino a provocarsi un’indigestione! (lunga pausa di silenzio, poi con tono glaciale e sprezzante) Chi ha pagato?

Lucièn             (facendo spallucce) Ognuno la sua parte.

Yvonne           Mi meraviglio che non sia stato tu a pagare! Con la tua tendenza a metterti in mostra!

Lucièn             Io?

Yvonne           Certo, tu sei tirchio in casa, ma appena fuori, con gli estranei, allora hai la mania di grandezza!

Lucièn             Io?! Io?! Ho la mania di grandezza! Questa è bella! Io ho la mania di grandezza!

Yvonne           (dopo una pausa, con lo stesso tono glaciale) Allora? Quanto hai speso per cenare?

Lucièn             (con un gesto di impazienza) Ma non lo so. Non mi ricordo.

Yvonne           (alza le spalle) Cosa? Non ti ricordi quanto hai speso?!

Lucièn             (alza gli occhi al cielo, con tono oppresso) Undici franchi e settantacinque centesimi, ecco!

Yvonne           (scandendo ogni sillaba) Undici franchi e settantacinque per una cena! Ecco! Cosa ti dicevo! (cambiando tono) L’altro giorno, quando ho avuto la disgrazia di comprare una boccetta di profumo, mi hai detto che ti stavo rovinando; e tu, tu spendi (scandito) undici franchi e settantacinque centesimi per una cena! Ma io, almeno, la mia boccetta ce l’ho! Il mio profumo, io lo uso! Mentre tu, la tua cena, dov’è adesso?

Lucièn             (con rabbia, percuotendosi la bocca dello stomaco) Ma qui, qui!

Yvonne           Ah! “qui, qui!”. Bel risultato! Avresti fatto meglio a metterli da parte questi undici franchi e settantacinque centesimi,  per pagare il tappezziere per esempio!

Lucièn             Gli devo ottocento franchi; ti pare che gli possa offrire undici franchi e settantacinque centesimi?

Yvonne           Almeno avresti dimostrato la tua buona volontà! Se ti parlo di lui è perché oggi è venuto qui.

Lucièn             (drizzando le orecchie) Ah!

Yvonne           E ha detto che ne ha abbastanza di essere preso in giro e che se non gli dai un grosso acconto ti manda un’ingiunzione di pagamento!

Lucièn             Ha detto questo?

Yvonne           Sì!

Lucièn             Ah! Ma questo è  un ricatto!

Yvonne           (scandendo ogni sillaba) Sarà anche un ricatto, ma tu invece vai a spendere undici franchi e settantacinque centesimi per una cena!

Lucièn             (fuori dai gangheri) Ma piantala con la mia cena!

Yvonne           (insistendo) Guarda, al posto tuo mi sarebbe rimasta sullo stomaco!

Lucièn             Ma mi è rimasta, per la miseria! Mi è rimasta sullo stomaco!

Yvonne           (gridando forte come lui) E non gridare così! Ho ragione, è da un’ora che mi stai sfibrando con le tue discussioni!

Lucièn             (alzandosi) Ma questa è proprio la ciliegina sulla torta! Sono io che discuto! Sono io che la sfibro!

Yvonne           Tu vuoi dormire, no?

Lucièn             Sì, sì, sì! Casco dal sonno!

Yvonne           (voltandogli le spalle e cacciandosi sotto le coperte) Bene, anch’io, buonanotte!

Lucièn             (con lo stesso tono) Buonanotte! (comincia a spogliarsi; pausa; improvvisamente suona il campanello; Lucièn e Yvonne rimangono nei loro atteggiamenti, come folgorati; nuovo squillo di campanello; Yvonne solleva lentamente la testa e si mette a sedere, guardando Lucièn con ansia;  Lucièn, dal canto suo, getta uno sguardo interrogativo a Yvonne)

Yvonne           (con voce strozzata) E questo cos’è?

Lucièn             (con la stessa voce strozzata) Non lo so, è la porta d’ingresso credo. (nuovo squillo di campanello che li fa sussultare)

Yvonne           (balzando a sedere) Ah! Dio mio! Per suonare a questa ora non può essere che qualcosa di grave.

Lucièn             (agitato) Sì. (nuovo squillo di campanello)

Yvonne           (saltando sul letto e alzandosi) Ancora! Ah! Lucièn, Lucièn, ho paura! (afferra la vestaglia)

Lucièn             (turbato quanto lei) Su, su un po’ di energia, che diavolo, non bisogna lasciarsi abbattere.

Yvonne           (agitata, andando di qua e di là come chi non sa dove sbattere la testa) Ah! Fai presto a parlare tu! Tu sei un uomo, ma io! (campanello) Ah!

Lucièn             (girando e rigirando nello stesso posto) Che sarà mai?

Yvonne           Ma dov’è, insomma? Dov’è?

Lucièn             Chi?

Yvonne           Ma la mia vestaglia! Dove si è cacciata la mia vestaglia?

Lucièn             Ma se ce l’hai in mano!

Yvonne           Ah, sì! (nuovi squilli ripetuti)

Yvonne e Lucièn        (insieme)         Ah!

Lucièn             (indicando verso l'uscita) E quell’altra lì, Annette! Che non si muove!

Yvonne e Lucièn        (insieme, sul vano della porta) Annette! Annette!

Annette           (da fuori, con voce addormentata) Eh? Che cosa?

Yvonne           Presto, alzatevi!

Annette           (da fuori, con voce addormentata)  Eh? Ancora! (nuovo squillo di campanello)

Yvonne           Ma sbrigatevi, perbacco!

Lucièn             Non sentite che suonano?

Annette           (con voce lamentosa, sempre da fuori) Ma voi volete proprio vedermi morta!

Yvonne           (nuovo prolungato squillo; Yvonne fa un balzo) Ma cosa fa Annette? Annette!

Lucièn             Insomma, Annette, volete sbrigarvi! (appare Annette, la prendono entrambi per un braccio e la spingono verso l'uscita)

Annette           (torna loro incontro e ogni volta viene spinta di nuovo da Lucièn e Yvonne in direzione dell'uscita; ciò fa in qualche modo girare come una trottola; con voce adirata) Insomma! Ne ho abbastanza, io! La signora mi darà quel che mi spetta, voglio andarmene!

Yvonne e Lucièn        (insieme, al limite della pazienza) Sì, sì! Va bene! Adesso però andate, andate! (tutto questo accavallando le voci; ancora campanello)

Lucièn             Volete andare ad aprire, testa di cavolo!

Yvonne           Andate, su! Andate!

Annette           (spinta verso l'uscita) Sì, ma mi darete quello che mi spetta! (esce)

Lucièn             Ma che donna impossibile!

Annette           (fuori scena) Chi è?

Joseph             (da fuori) Sono Joseph! Il nuovo cameriere della mamma della signora.

Yvonne           (con voce stridula) Della mamma! È capitato qualcosa alla mamma! È capitato qualcosa alla mamma!

Lucièn             Ma non gridare così, perbacco! Non gridare così! (entrano Annette e Joseph)

Yvonne           (prima che Joseph abbia il tempo di parlare) Cos’è successo alla mamma? Cos’è successo alla mamma?

Joseph             (imbarazzatissimo e con la testa bassa) Dio mio, signora, ecco …

Lucièn             Eh? Cosa c’è? Su, rispondete.

Yvonne           (a Joseph) Una disgrazia?

Joseph             (con la testa bassa, rigirandosi meccanicamente il cappello tra le mani, rapidamente) Oh! No, no …

Yvonne           (tirando un grosso respiro) Ah!

Lucièn             Ecco, vedi, non è accaduta nessuna disgrazia!

Joseph             (ancora rigirando il cappello tra le mani, ma esitando) Però non sta bene …

Yvonne           (con angoscia) La mamma non sta bene? Ma come? Che cos’ha?

Joseph             (rigirando il cappello tra le mani)  Beh … è malata.

Yvonne           (osando appena fare domande) Oh! Dio mio … molto?

Joseph             (rigirando il cappello tra le mani)  Beh … abbastanza!

Yvonne           (si muove, per andare a rifugiarsi tra le braccia di Lucièn) Lucièn! Lucièn! La mamma è malata.

Lucièn             Forza, su!

Joseph             (rigirando il cappello tra le mani) E dico malata … per modo di dire; perché a dire la verità è piuttosto … piuttosto …

Yvonne           (con la gola serrata) Cosa, cosa? Cosa è piuttosto?

Joseph             E’ piuttosto … (alzando la testa e molto risentito)  morta!

Tutti                Ah! (Yvonne cade si schianto, presa al volo da Lucièn che si siede a terra, con Yvonne svenuta tra le braccia; accorre Annette)

Annette           (sconvolta) Signora! Signora! Forza, forza!

Joseph             (risollevato, a parte) Bene, mi era stato raccomandato di preparare con dolcezza la signora, per non metterla in agitazione. (con un grosso sospiro di sollievo) Uff! Ce l'ho fatta!

Lucièn             Che catastrofe! Proprio nel momento in cui stavamo per andare a letto! (a Joseph) Ma che bisogno avevate di venirci a dare questa notizia, voi?

Joseph             Ma signore, mi hanno pregato …

Lucièn             Ah! Vi hanno pregato! Vi hanno pregato! Va bene, aiutatemi.

Joseph             Sì, signore. (si mette in ginocchio dietro a Yvonne, sostituendo Lucièn)

Annette           (sconvolta, gira per la scena) Dio mio! Dio mio! E' svenuta e non si riprende!

Lucièn             (spingendo Annette verso l'uscita) Ma state un po' calma, voi! Andate a prendere l’aceto e i sali, invece di gridare “Dio mio, Dio mio”, che non serve a niente!

Annette           Sì, signore (esce)

Joseph             (nel frattempo, per sostenere Yvonne svenuta ha fatto passare gli avambracci sotto le ascelle e appoggia le mani sullo stomaco di lei) Dovremmo portare … la signora … sul letto!  Cerco … di alzarla. (sottolinea ogni sillaba con scosse dei polsi in direzione del letto; di conseguenza scuote ogni volta anche Yvonne)

Lucièn             (ritornando da Joseph) Eh? (scorgendo i maneggi di Joseph e precipitandosi su di lui) Ma cosa state facendo?

Joseph             (che tiene sempre Yvonne per lo stomaco, scuotendola) La sorreggo.

Lucièn             (cercando di scostare Joseph per prendere il suo posto) Ma che modo di sorreggere è, il vostro? Ma state un po' attento! Chi vi ha detto di toccare mia moglie? Vergognatevi!

Joseph             (senza lasciare la presa) Oh! Se il signore crede che io pensi a certe cose!

Lucièn             Non mi importa che ci pensiate o no! Vi dico di smetterla! (allontana Joseph e passa a fianco di Yvonne) E guardate un po’ se è di etere quella boccetta accanto al letto!

Joseph             (correndo vicino al letto si guarda intorno) Sì, signore, sì!

Lucièn             (brontolando) Che modo di palpeggiare mia moglie! (vedendo Joseph al di là del letto) Forza, forza! Dall'altra parte del letto!

Joseph             Sì, signore, sì! (scavalca il letto facendo leva sulle braccia e passa dall’altra parte)

Lucièn             Le lenzuola accidenti! Attento alle lenzuola!

Joseph             (che ha trovato una boccetta, toglie il tappo e annusa il contenuto) Sì, signore, etere!

Lucièn             Bene, date qui! Yvonne, tesoro! Yvonne! (a Joseph) Un fazzoletto, adesso! Cercate un fazzoletto, per gli impacchi sulla fronte.

Joseph             (non sa dove sbattere la testa e gira a destra e sinistra come una banderuola) Un fazzoletto, dov’è un fazzoletto?

Lucièn             (stappando la boccetta coi denti) Non lo so! Se lo sapessi non ve lo chiederei! Cercatelo!

Joseph             (scorgendo la sottoveste di Yvonne sulla sedia, corre a prenderla) Ah! Quello! (prendendo la sottoveste) Può servire?

Lucièn             (che durante i movimenti di Joseph ha continuato a scuotere dolcemente Yvonne con degli “Yvonne” e dei “tesoro”) Non so, cos’è?

Joseph             (portando la sottoveste a Lucièn) Sembrerebbe una sottoveste!

Lucièn             (sempre con il tappo tra i denti) Va bene, va bene, in mancanza di meglio! Su, mettetevi in ginocchio! (Joseph obbedisce) Arrotolatela, fate un tampone! Un tampone, non sapete cos’è?

Joseph             Sì, signore! (arrotola la sottoveste a guisa di tampone)

Lucièn             Bene date qua! (porgendo la bottiglia di etere a Joseph) Prendete! Su! Su! (Joseph, in ginocchio dall’altro lato di Yvonne prende la bottiglia dalle mani di Lucièn e gli passa a sua volta la sottoveste. Lucièn, sempre col tappo tra i denti) Il tappo! Il tappo! (Joseph cerca con gli occhi il tappo per terra) Qui! Qui! Tra i denti! (Joseph gli toglie il tappo dalla bocca) Bene! L’etere, l’etere! (presenta il tampone a Joseph che lo imbeve di etere; quindi picchiettando il viso della moglie) Yvonne! Tesoro! Yvonne! (a Joseph, tenendogli di nuovo il tampone perché ci versi sopra un po’ di etere) Ma siete proprio tonto, voi! (alla moglie) Yvonne! Tesoro! Yvonne! (a Joseph) Potevate aspettare domani mattina per portarci una notizia come questa!

Joseph             Se il signore crede che lo abbia fatto per mio divertimento! (mette la boccetta sul caminetto)

Lucièn             No, no! L’avete fatto per il nostro! (a Yvonne) Yvonne, cara! (a Joseph) Che fretta c’era, mi domando io. Capisco, è la mia povera suocera, è molto doloroso! Ma insomma tra stasera e domani mattina,  non sarebbe mica scappata via, no? E almeno la signora non avrebbe avuto la notte tutta scombussolata!  (di un mezzo tono più basso) E nemmeno io!

Joseph             Mi dispiace signore, la prossima volta saprò come fare.

Annette           (accorrendo con una saliera va a metterla sotto il naso di a Lucièn) Ecco, signore!

Lucièn             (alza la testa, guarda la saliera, guarda Annette, guarda la saliera, poi) E questa cos’è?

Annette           La saliera.

Lucièn             Cosa volete che me ne faccia?

Annette           E’ il signore che ha domandato del sale.

Lucièn             I sali, non il sale, cretina! Ma cosa pensate, che voglia salare la signora?

Annette           E cosa ne so io, non sono mica un medico! (va a posare la saliera sul caminetto)

Lucièn             (vedendo che Yvonne sta tornando in sé) Va bene, ecco! La signora sta riaprendo gli occhi! Su scostatevi! E portate via questa roba. (restituisce rapidamente la sottoveste a Joseph che subito si alza; durante quello che segue, senza che il pubblico se ne accorga, si metterà meccanicamente nella tasca della giacca la sottoveste che gli è stata appena resa; Lucièn si infila dietro Yvonne, sedendosi per terra accanto a lei) Yvonne! Tesoro! Yvonne!

Yvonne           (guarda a destra e a sinistra come tutti quelli che riprendono i sensi, poi) Cos’è successo?

Lucièn             Ma niente cara! Niente di niente.

Yvonne           Ma allora perché sono per terra? (nello stesso momento, il suo sguardo cade su Joseph) Ah!… ah!… sì… sì… oh! Mamma! La mia povera mamma! (scoppia in singhiozzi sul petto di Lucièn)

Lucièn             (tenendola tra le braccia e scuotendola dolcemente come un bambino che si vuole consolare) Su, su! Via, andiamo! Andiamo! Andiamo! Via, andiamo, da brava! Coraggio, che diamine! Forse c’è ancora qualche speranza!

Yvonne           (singhiozzando e quasi con rabbia) Ma cosa vuoi che capiti di peggio, se è morta!

Lucièn             Giusto! Proprio per questo, dicevo! Il peggio è passato! Bisogna farsene una ragione, che diamine, e pensare che quelli che se ne vanno, hanno finito di soffrire! Pensa alla tua povera mamma come soffriva di reumatismi!

Yvonne           (singhiozzando) La mia povera mamma!

Lucièn             (con voce tristemente carezzevole) Sì, sì, certo! Ma lei ora non soffre più! E mentre noi siamo qui a piangere … (con un fondo di rancore) seduti per terra … lei si riposa, lei! E' felice, lei!

Yvonne           (dondolando tristemente con la testa) Chi lo avrebbe mai detto che se ne sarebbe andata così presto!

Lucièn             (con un sospiro) Ah, sì! Quando poco fa mi chiedevi quanto era costata la cena non avrei mai immaginato!

Yvonne           (singhiozzando) La mia povera mamma!

Lucièn             Ah, sì! Quella povera, brava, santa donna di tua madre! (a parte) Ma che male ai reni! (sempre parlando, stanco com’è della posizione in cui si trova, si mette prima in ginocchio, poi inarca indietro le reni che gli fanno male, guarda a destra e a sinistra se non c’è una sedia disponibile, poi con tono carezzevole) Senti, Yvonne.

Yvonne           Eh?

Lucièn             Non vuoi sederti cara?

Yvonne           (piange facendo sussultare Lucièn) Sedermi! Che importanza ha se mi trovo per terra o seduta o su una sedia?

Lucièn             (rapidamente) Sì, sì! Va bene, va bene! Hai ragione. (si alza e va sedersi sul letto)

Yvonne           (lirica nel suo dolore) E’ sottoterra che vorrei trovarmi!

Annette           (accanto al caminetto, dolorosamente a Joseph) Oh! È una cosa che fa strappare il cuore, vero? (Joseph annuisce)

Yvonne           (che da qualche momento, col capo gettato un po’ all’indietro, appoggiata sulle braccia e tenendo le palme delle mani per terra, fa smorfie con la bocca come se avesse dell’amido in faccia, intercalate da singhiozzi a Lucièn) Ah! Povera mamma! Povera mamma! Ma … ma cosa mi avete messo in faccia che mi appiccica tutta?

Lucièn             Niente mia cara! È etere.

Yvonne           Quale etere?

Joseph             (indicando la boccetta) Quello che c’era nella boccetta.

Yvonne           Ma sei scemo? Quello è sciroppo per la tosse! Che idea ti è venuta …

Joseph e Lucièn          Sciroppo!

Joseph             (prende la boccetta, dopo avere dato un occhiata all’etichetta) Non avevo guardato l’etichetta, mi ero limitato ad annusare. (restituisce la boccetta ad Annette che la posa sul caminetto)

Yvonne           (lirica) Del resto, cosa mi importa? Quando si ha … (smorfia) il cuore straziato! (ad Annette) Preparatemi solo un po’ d’acqua, Annette, che mi pulisco.

Annette           Sì, signora. (esce)

Yvonne           (con dolorosa tenerezza) Povera cara donnina! Ti ricordi com’era buona?

Lucièn             (distratto, fa un cenno di approvazione col capo, poi) Chi?

Yvonne           (percuotendolo con rabbia sul polpaccio) Ma la mamma, no?!

Lucièn             Ah! Sì. Sì.

Yvonne           E così piena di indulgenza con te! Ti scusava sempre! E pensare che tu la strapazzavi sempre e la trattavi malissimo! Due giorni fa sei arrivato al punto di chiamarla “quella carogna”.

Lucièn             (con tono dolorosamente supplichevole) Yvonne!

Yvonne           (lacrimosa) Come hai potuto chiamarla carogna?

Lucièn             (ha un gesto vago; poi, come se fosse il più valido dei motivi) Non potevo immaginare che sarebbe morta!

Yvonne           Ecco! Oggi sei stato castigato.

Lucièn             (girando le spalle al pubblico) Ah! Signore! (durante le battute che seguono, rimane con le spalle voltate, infastidito)

Yvonne           Che dolore pensare che se ne è andata col ricordo della tua mancanza di rispetto! Carogna, l'hai chiamata! Lei, quella santa donna di mia madre! (con tono lento, ritmato e dolce, mentre Lucièn, alla fine di ogni frase, sembra che approvi con un movimento del capo mentre in realtà è soltanto cullato dalla musica delle parole di Yvonne) Comunque, puoi stare in pace con la coscienza! Conosco meglio di chiunque altro quanta misericordia si nascondeva nel cuore della mamma; così credo di essere interprete delle sue ultime volontà dicendoti: “vai, Lucièn, ti perdono!” (ripetendo dolorosamente) Ti perdono … ti perd… (non ricevendo alcuna risposta da Lucièn, alza la testa verso di lui e constatando che, mentre parlava, lui si era assopito, gli dà un vigoroso colpo sul polpaccio) Ma stai dormendo?!

Lucièn             (svegliato di soprassalto) Eh! Io? Ehm … scusa, scusa, sono un po’ stanco!

Yvonne           (indignata) Stanco! La mamma non c’è più e lui è stanco! (si alza di scatto, afferra Lucièn e lo manda dalla parte opposta tanto che va a urtare Joseph nello stomaco) Su in piedi!

Lucièn e Joseph          (scontrandosi l’un l’altro) Oh!

Yvonne           Dovremmo andare subito da lei, mi pare!

Lucièn             Ah! Dobbiamo andare?

Yvonne           Certo che ci andiamo! E subito, anche! Non penserai di andare a dormire, per caso?!

Lucièn             (con un sospiro di rassegnazione dando una occhiata al letto) No! No! Che dici?

Yvonne           (si guarda intorno) La mia sottoveste, dov’è la mia sottoveste? (scosta Joseph spingendolo verso il caminetto)

Lucièn             (a Joseph) Ma l’ho data a voi!

Joseph             A me?

Lucièn             Ma sì!

Joseph             Oh, sì! (estraendo dalla tasca la sottoveste) Ecco, signora.

Yvonne           (a Joseph) Ma come! Vi siete messa in tasca la mia sottoveste?

Joseph             E’ il signore che l’aveva usata,  per mettere lo sciroppo sulla faccia della signora.

Yvonne           (togliendogli la sottoveste di mano con gesto brusco) Ma siete tutti via di testa? (girandosi verso Lucièn e vedendolo immobile, mentre aspetta non si sa cosa) Beh! Sbrigati perbacco! Cosa aspetti a vestirti?

Lucièn             Ah! Devo?

Yvonne           (esasperata) Ma certo! Non penserai di andare dalla mamma conciato così?

Lucièn             No! (ad Annette che in questo momento entra con una spugna) Ah! Annette! Preparatemi l’abito nero, la cravatta nera e i guanti neri. (Annette accenna a uscire, ma si ferma subito alla voce di Yvonne)

Yvonne           (al colmo dell’esasperazione) Ma no! No! Non puoi vestirti così! Sembra che tu abbia previsto il lutto prima del tempo; non è una cosa da farsi!

Lucièn             Hai ragione! (dirigendosi verso Annette che sta accanto all'uscita) Va bene, Annette! Portatemi un abito più allegro! Portatemi i pantaloni rossi, la giacca gialla e la cravatta verde!

Annette           Sì, signore. (esce)

Yvonne           (brontolando, mentre si prepara a togliersi camicia da notte per indossare la sottoveste) Ma no, portategli un abito grigio o marrone, Annette! (volta le spalle a Joseph che la osserva con aria indifferente e distratta)

Lucièn             (dirigendosi verso Joseph) Quanto a voi… (l’atteggiamento di Joseph lo arresta, guarda ciò che guarda Joseph e balzando immediatamente sulla moglie le rialza fino al collo la camicia che già aveva incominciato a scoprire le spalle) Ma cosa fai? Stai perdendo la testa?

Yvonne           (sbalordita) Eh?

Lucièn             Ti cambi la camicia qui, adesso?

Yvonne           Ma per piacere! (rovescia indietro il collo della camicia, allo scopo di fare uscire le braccia)

Lucièn             (rialzandole di nuovo la camicia) Ma niente affatto! Tu non ti metti nuda davanti al domestico!

Joseph             (con aria profondamente distaccata) Oh! Se è per me signore!

Lucièn             (furioso, sotto il naso a Joseph) Ma certo che è per voi!

Yvonne           (a Joseph con Lucièn tra loro due) No! Ma questa è bella! Io perdo la madre e lui di che cosa si preoccupa? Se ho addosso la camicia oppure no! (si sposta verso il letto)

Lucièn             (furioso) Si può perdere la madre senza perdere la dignità!

Yvonne           Ma sta zitto! (compare Annette tenendo sul braccio un completo di Lucièn) Io vado con Annette! Annette venite ad aiutarmi! (esce portando con sé la sottoveste e la vestaglia)

Lucièn             Ma che notte, mio Dio! Che notte!

Joseph             Per fortuna, signore, che non capita tutti i giorni!

Lucièn             Ah! Se credete che sia divertente tutto questo! Aspettate un momento. (prende carta e penna sul caminetto e si mette a scrivere)

Joseph             (dopo una pausa, va accanto a Lucièn che scrive) Non ero molto allegro, signore nel venire qui! E' la prima volta che ho l’onore di vedere il signore e la signora, ma veramente avrei preferito annunciare che avevano vinto il primo premio della lotteria, piuttosto che una notizia come questa! (Lucièn, senza smettere di scrivere, gli fa cenno con la mano di tacere; Joseph non gli presta attenzione) Così mi sono tolto un bel peso dallo stomaco quando ho potuto vuotare il sacco! Ma vi assicuro, non vorrei essere costretto a ricominciare!

Lucièn             (scrivendo) Insomma, mi impedite di scrivere!

Joseph             Scusate!

Lucièn             Annette! (inserisce un biglietto in una busta e inumidisce i margini) Annette!

Joseph             (getta uno sguardo su Lucièn, poi, cortesemente, va fino alla porta) Signorina, il signore vi chiama!

Annette           (da fuori) Sto vestendo la signora.

Yvonne           (da fuori) Puoi anche aspettare un momento, no!

Lucièn             (chiudendo il secondo biglietto) Sì, sì!

Joseph             (sempre davanti alla porta spalancata, con gli occhi fissi all’esterno) Non ci vorrà molto, signore, la signora ha già messo la sottoveste.

Lucièn             (precipitandosi su Joseph, a cui fa fare una piroetta così da mandarlo in mezzo alla scena) Questo è troppo, per la miseria! Ma che bisogno avete di cacciare il naso dappertutto!

Joseph             (sbalordito da questa maniera di riconoscere la sua premura) Volevo fare un piacere al signore!

Lucièn             Ma state zitto! ”Farmi un piacere! Farmi un piacere! ” Datemi i vestiti, piuttosto! (Joseph, sbalordito, si gira di qua e di là) I miei vestiti! Lì! Lì! (spostando Joseph) Su toglietevi di lì (va lui stesso a prendere i vestiti) Venite qui!

Joseph             (accorrendo) Sì, signore. (durante quello che segue, Joseph aiuta Lucièn a cambiarsi)

Lucièn             (mentre si lascia spogliare) Sentite! Con che cosa siete venuto qui?

Joseph             Con una carrozza, signore.

Lucièn             (spostandosi al di là del letto) Ah! Bene! E l'avete …

Annette           (entrando interrompe Lucièn) Il signore ha bisogno di me?

Lucièn             La signora è pronta?

Annette           Tra poco. Il signore ha bisogno di me?

Lucièn             No! (Annette accenna ad andarsene) Cioè, sì! (Annette si ferma) Ecco, là ci sono due… due biglietti sul … (vede Joseph che si dirige al caminetto per rendersi utile; a Joseph) Ma non voi! (ad Annette) Voi, cretina! Sul caminetto! (Annette prende le buste) Oh, finalmente! Adesso voi li andate a consegnare.

Annette           (con un sobbalzo di ribellione) Adesso!

Lucièn             Si capisce, adesso! Devono essere consegnati subito!

Annette           (ingrugnita) Divertente! (fa per uscire) Vado a mettere una gonna!

Lucièn             Ma lasciate perdere, per la miseria! Cosa credete, che guardino voi alle cinque del mattino?

Annette           Non posso mica andare in giro così, in camicia da notte! È indecente!

Lucièn             Mettetevi addosso un impermeabile.

Annette           Non ho impermeabili.

Lucièn             Allora prendete il mio soprabito che è appeso in anticamera.

Annette           Ah! È lo stesso! E' indecente!

Lucièn             Su, su, il soprabito va benissimo! Andate!

Annette           Avrò l’aria di una donna poco per bene!

Lucièn             Va bene, se la polizia vi porta al commissariato, venite a dirmelo.

Annette           Ts! Trattata come una sgualdrina! (esce)

Lucièn             (a Joseph) Su, datemi le mie … datemi le mie… (vedendo Joseph che gira di qua e di là, non comprendendo quel che Lucièn dice, e alla fine guarda in alto) Le mie scarpe, no? Dove guardate? Non sono mica sul soffitto! (prendendo lui stesso le scarpe e andando a sedersi sul letto per calzarle) Non siete molto sveglio, voi!

Joseph             Il signore non si spiegava!

Lucièn             Lasciamo perdere! Venite qui! (Joseph si precipita e si lascia cadere in ginocchio davanti a Lucièn per aiutarlo; prende la scarpa che Lucièn non ha ancora preso; questi gli strappa la scarpa dalle mani) Ma lasciatemi in pace! (calzando le scarpe) Sentite, avete detto alla carrozza di aspettare?

Joseph             Sì signore, a quest’ora è già andata bene averne trovata una.

Lucièn             Bene! Molto bene! Almeno questo!

Yvonne           (entra vestita di scuro) Sei pronto?

Lucièn             (terminando di mettersi le scarpe) Eccomi, eccomi subito. La carrozza è sotto che ci aspetta.

Yvonne           Mio Dio! Al momento di partire mi manca il coraggio.

Lucièn             Eh, sì! Nemmeno io mi diverto, ma ci sono degli doveri ingrati da compiere, nella vita!

Yvonne           (prende Joseph per l’avambraccio) Sentite, voi.

Joseph             Signora?

Yvonne           Ditemi, ha sofferto molto?

Joseph             (felice di dare a Yvonne questa consolazione) No, nemmeno un attimo, signora. Stava benissimo ieri sera. A cena aveva mangiato di buon appetito: due bei pezzi di arrosto.

Yvonne           (emozionata, alzando gli occhi al cielo) Due pezzi di arrosto!

Lucièn             (con tono afflitto) Due pezzi di arrosto!

Joseph             (con un sospiro) Due pezzi di arrosto, sì signora! Con piselli e patate, signora.

Yvonne           (emozionata, alzando gli occhi al cielo) Con piselli e patate!

Joseph             (riprendendo il racconto) Sì, signora. E poi, dopo cena, aveva bevuto il caffè ed era andata a letto con il signore.

Yvonne           (prostrata nel suo dolore e con voce appena percettibile) Povera mam… (solo in questo momento le ultime parole di Joseph colpiscono il suo cervello; alza lentamente la testa come uno che riflette tra sé e sé, poi la gira verso Joseph) Con il signore?

Lucièn             (contemporaneamente alla moglie) Con il signore?

Yvonne           La mamma è andata a letto con un signore?

Lucièn             Quale signore?

Joseph             (con una punta di inquietudine nella voce) Ma con il signore Didier, ovviamente! Voglio dire, con il papà della signora!

Yvonne           Mio padre?!

Joseph             Sì signora.

Lucièn             (si dirige verso Joseph; lo percuote bruscamente sul braccio, quindi lo fa girare verso di sé) Ma dove suo padre? Quale suo padre? Mia suocera è vedova!

Joseph             (girando su se stesso indietreggia) Dio mio! Ma allora … allora, loro non sono i signori Binet?

Yvonne           Binet?!

Lucièn             (furioso, andandogli incontro col passo di una belva che si sta lanciando sulla preda) No cretino, noi non siamo i Binet! (Joseph indietreggia e finisce a poco a poco per trovarsi addossato al letto)

Yvonne           (che ha seguito il marito alla caccia di Joseph) Abbiamo forse l’aria di essere dei Binet, noi? Eh?

Lucièn             I Binet stanno sulla destra del pianerottolo! Imbecille!

Joseph             (con la gola serrata) Ma … ma … ma non è la destra del pianerottolo questa?

Lucièn             No, imbecille, è la sinistra! Non sapete distinguere la destra dalla sinistra, per caso?

Joseph             Ehm … forse ero un po' agitato e mi sarò confuso. Ma allora dovrò ricominciare e portare la notizia un’altra volta?

Lucièn             (prendendolo per il braccio e mandandolo in mezzo alla scena) Non penserete che ci vada io al vostro posto, vero?!

Joseph             E io che ero così contento di essermi tolto il peso!

Lucièn             Ma si è visto mai un simile imbecille?

Yvonne           (andandogli incontro anche lei) Venire a dare queste emozioni, dicendo che la mamma è morta quando non è vero!

Joseph             Signora, mi dispiace.

Yvonne           Ma state zitto!

Lucièn             (facendolo piroettare e mandandolo così in fondo alla scena) E adesso andate fuori dai piedi, cretino!

Yvonne           Stupido!

Lucièn             Idiota!

Joseph             (sul fondo) Ma signori, vi prego! Dovreste essere contenti!

Yvonne e Lucièn        (sobbalzando) Contenti!?

Yvonne           Imbecille!

Lucièn             Carogna!

Joseph             Questo è troppo, insomma! I signori mi strapazzano perché la loro madre non è morta! Non è colpa mia se non è morta!

Yvonne e Lucièn        (balzando su di lui) Cosa dite?

Yvonne           (spingendo Joseph) Via di qui! Via, via!

Lucièn             (continuando a lanciare invettive contro Joseph) Fuori dai piedi! Fuori dai piedi! Fuori dai piedi! (ad ogni “fuori tra i piedi” corrisponde un “oohh! ” indignato di Yvonne; a tutto questo si aggiungono le proteste di Joseph; dopo averlo gettato fuori Lucièn viene avanti, con un ultimo grugnito che non è rivolto a nessuno) Fuori dai piedi!

Yvonne           (molto innervosita ma soddisfatta) Oh!

Lucièn             (soddisfatto) Oh!

Yvonne           Venire a darci un colpo simile! (siede, agitata, sul letto)

Lucièn             (indignato) Che imbecille! (dopo una pausa, felice di trovare un’occasione di rappresaglia) Eh, già! Eccola, tua madre! Ecco cosa ci combina tua madre!

Yvonne           (sbalordita) Mia madre? Ma che cosa ti prende?

Lucièn             Sì, cosa dico adesso al tappezziere? Quando verrà a sapere che tua madre non è mai morta? Che era tutta una storia?

Yvonne           Come, quando verrà a sapere? Basta che tu non glielo dica, no?

Lucièn             (quasi gridando) Ma se gli ho già scritto!

Yvonne           (alzandosi, indignata) Gli hai scritto?!

Lucièn             (stesso tono) Si capisce, visto che continua a romperci le scatole con la storia che vuole essere pagato!

Yvonne           (sospettosa) E che cosa gli avresti scritto?

Lucièn             Gli ho detto che adesso avrei potuto pagarlo, avendo avuto la gio… il dolore di perdere mia suocera.

Yvonne           Questo è troppo! Avevi già messo le mani sui beni della mamma!

Lucièn             Non potevo certo immaginare che era tutta una storia! (mostrando il pugno alla porta di fondo) Che carogna, carogna, carogna!

Yvonne           (saltandogli addosso come una tigre) E’ la mamma che chiami carogna? Miserabile! È la mamma che chiami carogna?

Lucièn             Sì, è una carogna!

Yvonne           (mettendogli le unghie in faccia) Miserabile!

Annette           (ritornando coperta di un largo soprabito di Lucièn) Ecco fatto!

Lucièn             (balzando su di lei e afferrandola ai polsi) Ah! Giusto voi. Cosa ne avete fatto dei biglietti che vi ho dato?

Annette           (spaventata, indietreggia) Li ho consegnati, come vi avete detto di fare.

Lucièn             Ma brava! Bel mestiere avete fatto! Che bisogno c’era di avere tanta fretta?

Annette           Ma come. E' il signore che mi ha detto di farlo!

Lucièn             Eh già! Adesso è colpa mia, vero?! Perché lo avete fatto, eh? Ve lo dico io! Perché poco fa la madre della signora era morta! Ecco perché!

Yvonne           (radiosa, ad Annette) Sì, e ora non lo è più, Annette!

Annette           Cosa? E’ risuscitata?! (tra sé) Ma questi sono matti!

Yvonne           (esaltata) No, è la madre dei vicini che è morta! Il domestico aveva sbagliato porta!

Annette           No! Davvero?

Lucièn             (furioso) Ma sì, accidenti!

Annette           (facendo balzi di gioia, abbraccia Yvonne) Ah! Come sono contenta!

Lucièn             (furioso) Ecco, è contenta! E’ contenta, lei!

Annette           Ma sì!

Yvonne           (indicando Lucièn) No perché a lui, al signore, dispiace!

Lucièn             (alzando le spalle) Ma dai, su!

Yvonne           Sarebbe stato felice di sotterrare la mamma, lui!

Lucièn             (alzando le spalle) Non esageriamo, adesso! Sotterrarla! (bruscamente) Oh no! Accidenti!

Yvonne           Che c’è?

Lucièn             Il biglietto che ho mandato all’impresa!

Yvonne           Cosa, “il biglietto che ho mandato all’impresa”?

Lucièn             (velocemente e con voce afflitta) Ho scritto all’impresa di pompe funebri di andare a casa di tua madre stamattina alle otto, per metterci d’accordo sul funerale!

Yvonne           (balzando sul letto) Che cosa? Tu hai fatto questo?

Lucièn             Si, pensavo di snellire la faccenda!

Yvonne           (avanzando sulle ginocchia fino ai piedi del letto) Ma tu la vuoi proprio uccidere! Tu vuoi proprio la sua pelle!

Lucièn             Ma dai Non c'è niente di male! Possiamo sempre mandare un altro biglietto per dire di sospendere tutto. Annette! (Annette alza gli occhi al cielo)

Yvonne           (mostrandogli il pugno) Sei davvero un miserabile! Tu vuoi uccidere la mia mamma!  (ad Annette) Vuole uccidere la mamma! (quel che segue, fino alla fine, insieme, sovrapponendosi)

Lucièn             (con tono imperativo) Ma basta! È il momento di dormire!

Yvonne           (senza ascoltarlo) Vergognati! Assassino! Omicida!

Lucièn             (salendo sul letto) Vuoi stare zitta? Vuoi stare zitta?

Annette           (sale sul letto, tenta di interporsi fra i due) Andiamo, signora! Signore!

Yvonne           Vuole uccidere la mamma! Vuole uccidere la mamma!

Lucièn             Basta! Voglio dormire!

Yvonne           E dice che ho i seni ad attaccapanni.

Annette           Signora! Signora!

Lucièn             Ancora? Che barba! Basta! Buonanotte!

Yvonne           Dice che ho i seni ad attaccapanni!

Lucièn             Che barba! (spegne la luce; pausa al buio  durante la quale Annette esce e Yvonne e Lucièn si infilano sotto le coperte; si accende la lampada del comodino)

Yvonne           (assonnata) Lucièn? (pausa) Lucièn?

Lucièn             (assonnato, sotto le coperte) Eh? Che c’è?

Yvonne           A che ora sei tornato stanotte?

Lucièn             (alzandosi a sedere sul letto, ma facendo uscire solo la testa) Tornato? Tornato da dove? Ma se non sono nemmeno uscito!

Yvonne           Non sei uscito? Ma non sei andato alla cena della Società delle Belle Arti?

Lucièn             Vuoi scherzare? Ieri sera siamo andati a letto subito dopo cena.

Yvonne           (alzandosi a sedere sul letto, ma facendo uscire solo la testa) Ah sì? (pausa) Ma non è per caso venuto il cameriere della mamma per dire …

Lucièn             Per dire cosa?

Yvonne           (precipitosamente) Niente, niente. (pausa) Senti, ma tu pensi davvero che io abbia i seni ad attaccapanni?

Lucièn             (stupito) I seni ad attaccapanni? Ma che idee ti vengono in mente? Guarda, sarà meglio che continuiamo a dormire. Buonanotte. (torna sotto le coperte e spegne la luce)

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