L A R E S A D I T I T I
Commedia in tre atti
di
ALDO DE BENEDETTI - GUGLIELMO ZORZI
Personaggi
_________
Paola
Giovanna
Isolina
Rosina
Guido
Andrea
Cesare
Francesco
Pasquale
Oggi, in una villa presso Roma
ATTO PRIMO
Lo studio di Andrea in una villa nei dintorni di Roma. Nel fondo un'ampia vetrata aperta su una terrazza. Porte alle pareti di destra e di sinistra. Mobilio semplice ed elegante. Libri e opuscoli su una grande tavola che serve da scrivania e sulle scansie. Appesi a una parete alcuni quadri a scatola contenenti collezioni di insetti e farfalle. Sul ripiano di una scansia dei vasetti con semi. Su un tavolino a parte un microscopio. A terra, appoggiata a una gamba della tavola, una tela d'autore.
ANDREA - (telefonando) Va bene, va bene Ho capito!. .. L'ho qui sotto gli occhi. Sar come lei dice, ma non ne sono convinto ...
CESARE - (entrando) Ciao, erede!
ANDREA - Buon giorno, pap. (telefonando) Senta, per ma ha tutta l'aria di una copia ... e anche stanca ...
CESARE - (dopo aver guardato l'orologio, con impazienza si avvicina alla finestra e grida verso il piano di sopra) Giovanna? (c. s.) Giovanna? ... (con un gesto di sfiducia) Ah, s!. ..
ANDREA - (telefonando) Be' ... per non perder tempo fino a mille ci arrivo ... ma proprio per lei... .
CESARE - (brontolando) Due ore per far toilette!
ANDREA - (telefonando). Si figuri che per mille lire mi offrono una coppia di galline dell'Uganda!. .. No, non un quadro!. .. Galline galline ... di quelle che fanno le uova. Beh ... venga da me domattina dopo le dieci... Buon giorno ... (riattacca il ricevitore) Come va, papa?
CESARE - (irritato). Male! .. Sempre la stessa, tua madre: per far due passi ...
ANDREA - Ma dove dovete andare?
CESARE - In nessun posto ...
ANDREA - E allora? ...
CESARE - Ma questo che mi urta! Io non ne avevo voglia ... Ma lei dice: facciamo due passi!. .. Va bene, facciamoli!. .. Ma santo cielo, quando si decide d'uscire, usciamo! (vedendo Andrea intento ad ammirare il quadro) Quanto la paghi quella roba?
ANDREA - Mille.
CESARE - Bella porcheria!. .. E, vedi, quello che mi fa rabbia che quando esce, quella donna si deve mettere tutta in ghingheri ... come dovesse far visita al Papa ... E anche le galline le paghi mille lire?
ANDREA - S.
CESARE - E quante sono?
ANDREA - Due.
CESRE - Ma bravo! (chiamando) Giovanna. (a Andrea) Adesso vedi, quella l sta impiastricciandosi di cipria!. .. Non le manca che tingersi le labbra ... come una cocotte! E almeno se la mettesse bene!. .. Invece, paf paf paf, come un pesce da gettare in padella!. .. E fanno molte uova?
ANDREA - Chi?
CESARE - Le galline.
ANDREA - No, pochissime ...
CESARE - Ah!!. ..
ANDREA - Anzi, spesso non ne fanno.
CESARE - Ah ... non ne fanno?!
ANDREA - appunto per questo che sono rare!
CESARE - Magnifico! ... Magnifico! ... Per me, se una gallina non fa uova le si tira il collo e in pentola!... (guardando l'orologio) Adesso inutile uscire!. .. Gi le undici! ... Perch, caro mio, le galline o fanno le uova o ci si fa il brodo, se no sono esseri inutili ... come tua madre!
ANDREA - Ma pap...
CESARE - Mille lire un gallo impotente e una gallina sterile!... Io, ai miei tempi, caro mio, con mille lire ci compravo cinquanta donne ...
ANDREA - Adesso, pap, le pagheresti di pi.
GIOVANNA - (entrando da sinistra). Eccomi pronta! (a Andrea) Come va, caro?
ANDREA - (baciandola). Buon giorno, mamma.
CESARE - Guardala ... guardala!. .. Che cosa ti, dicevo? ... Per far due passi qui intorno, dove non c' un cane che la guardi ...
GIOVANNA - Caro ... io mi vesto per me non per gli altri!
ANDREA - Brava mamma!
CESARE - Poi, te l'avevo detto? ...
GIOVANNA - Che c'?
CESARE - Ma incipriati bene!. .. Sono cinquant'anni che te lo dico!... Sei tutta a chiazze, a strati, come una carta geografica!
GIOVANNA - Ma io me la metto per asciugarmi. Lasciami fare, caro, pensa a te.
ANDREA - Aspetta, aspetta (le passa il fazzoletto sulla faccia) Ecco qui veramente, sul naso ...
GIOVANNA - E Paola dov'?
ANDREA - uscita per commissioni ... (entra Pasquale con una gran cesta piena di bellissimi ortaggi e frutta).
PASQUALE - permesso?
ANDREA - Oh, Pasquale ... bravo! Entra ... entra ...
CESARE - (a Giovanna). Beh ... che facciamo? .. Si va o non si va?
GIOVANNA - Ma s! ... Andiamo!
ANDREA - Oh, guarda, pap, che meraviglia!
CESARE - Che roba ?
GIOVANNA - (mentre Andrea trae dal cesto gli ortaggi). Oh, che bellezza!
ANDREA - Tutta roba dell'orto! ... Guarda guarda queste carote ... queste zucchine
GIOVANNA - Oh che belle!
ANDREA - E questo broccolo!... (a Cesare) Guarda questo broccolo!
CESARE - Stupendo! Mettilo in un vaso di Svres, in salotto ...
GIOVANNA - (a Pasquale). E i fagiolini ci sono?
PASQUALE - Sono ancora indietro, signora ... il sole ci arriva tardi.
ANDREA - Eh, lo so... (a Pasquale) Bisognerebbe seminarli sai dove? .. Tra il berceau e la fontana.
CESARE - Benone!... L'unico posto dove potevo leggere il giornale ...
GIOVANNA - Ma andrai in un altro posto.
CESARE - Ma dove, che non c' pi un metro quadrato libero? Un giardino che era una meraviglia coi bei viali, larghi ... adesso tutte stradine ... Con questa fissazione dell' orticultura, i pomodori, i fagioli, i broccoli ti cacciano via di casa.
GIOVANNA - Eh ... non esagerare!
CESARE - Come no? ... Infatti se vogliamo far due passi dobbiamo andar fuori, nella polvere ... Cio non si va, perch si va, si va e poi si resta.
GIOVANNA - (avvicinandosi). Ma s, andiamo!. .. (squilla il telefono).
CESARE - Non hai dimenticato nulla?
GIOVANNA - Che cosa vuoi che abbia dimenticato?
ANDREA - (telefonando). Pronto ...
CESARE - Eh ... appena usciti, tornerai indietro dieci volte ...
ANDREA - (telefonando). Ah ... sei tu, Paola?
GIOVANNA - (fermandosi). Paola?
ANDREA - (telefonando). S, sono io ... Ma che hai?
GIOVANNA - Che c'?
CESARE - Ma che vuoi che ci sia? ... Telefona a suo marito!
ANDREA - (telefonando). Non capisco ... spiegami ...
CESARE - Andiamo?
GIOVANNA - Aspetta un momento!
ANDREA - (telefonando). Venir gi ... subito? Ma come faccio? La macchina l'hai tu ... Va bene, va bene. Allora t'aspetto ... Addio, cara. (riattacca il ricevitore).
GIOVANNA - Che succede?
ANDREA - Non so ... mi voleva gi, poi ha detto che veniva su lei ...
GIOVANNA - Oh Dio! ... Che le sia accaduto qualche cosa?
CESARE - Ma che vuoi che le sia accaduto? ..
GIOVANNA - Con tanti trams, autobus ...
CESARE - Ma se telefonava!
GIOVANNA - Ah, gi ... Ma era agiata?
ANDREA - No ... Piuttosto mi pareva, arrabbiata.
CESARE - Si capisce! Le donne o sono agitate o sono arrabbiate e allora telefonano. Anche tu per delle cose da nulla, mi ricordo ... gi telefonate!
GIOVANNA - Ma se il telefono non esisteva ...
CESARE - (uscendo). Beh, espressi ... telegrammi ... lo stesso ... (escono).
ANDREA - Oh, bravo Pasquale, vediamo ... Hai fatto pulire bene la colombaia?
PASQUALE - S, signore.
ANDREA - Bravo.
CESARE - (rientrando). Te lo dicevo? L'ombrellino ... (lo prende di su una sedia).
ANDREA - Abbi pazienza, pap.
CESARE - Ma ritorno, sai, ritorno: vedrai! (esce).
ANDREA - Oh ... per quella malattia ai meli ... aspetta ... avevo scritto ... (cerca in tasca e ne trae un foglietto) Ecco. Si tratta dell' afide lanigero ... Bisogna fare una soluzione di catrame e, con un pennello piuttosto duro, andare ben dentro alle screpolature ... Ecco la ricetta ... Basta per cinque litri d'acqua. Non meno se no brucia.
PASQUALE - Non dubiti.
ANDREA - (dandogli la ricetta). A te: va' a preparare la soluzione.
PASQUALE - (si avvia).
ANDREA - Oh, mandami Isolina.
PASQUALE - Sissignore. (esce).
ANDREA - (rimasto solo, pone il broccolo sulla tavola e l'ammira come fosse un'opera d'arte).
ISOLINA - (affacciandosi). Mi ha chiamato?
ANDREA - S, vieni qui. (cerca sulla scrivania un biglietto e trovatolo lo mostra a Isolina) La signora mi ha lasciato questo biglietto. (leggendo) Fa' una scena a Isolina perch, figurati, che quando le ho chiesto dov' il burro, mi ha risposto: l, non lo vede ? (severo) Isolina, io mi domando dove andiamo a finire!
ISOLINA - Ma io non ho detto cos!
ANDREA - Come no?
ISOLINA - Ho detto: l, signora, non vede?
ANDREA - No!... Qui il signora non c'. Qui c' scritto: l! Non lo vede? Se tu avessi detto "signora, la cosa sarebbe stata diversa.
ISOLINA - Avr detto: " l ... non vede?
ANDREA - No! Tu hai detto: "Non lo vede? Non vede sarebbe stato educato. "Non lo vede, invece impertinente.
ISOLINA - Ma era gi la quinta volta che la signora mi domandava dov' era il burro e l'aveva sotto gli occhi!
ANDREA - Questa non una buona ragione! La signora ha il diritto di domandarlo anche dieci volte, se vuole. Beh ... che queste cose non si ripetano! Perch, bada, in questa settimana, la terza scena che ti faccio! E adesso va'!
ISOLINA - (si avvia).
ANDREA - Oh, mi raccomando, le zucchine poco cotte!
ISOLINA - S, signore.
ANDREA - E quando torna la signora, dille che la scena te l'ho fatta. Siamo intesi?
ISOLINA - S, signore. (Isolina esce. Rimasto solo, Andrea prende il quadro, lo solleva, lo osserva con compiacimento. Poi guarda qua e l le pareti per scegliere un posto adatto. Sale su una sedia e stacca un quadro per sostituirlo col nuovo dipinto. In questo istante la porta si spalanca con violenza ed entra Paola con una cagnetta pechinese sotto il braccio).
ANDREA - Ah, sei qui?
PAOLA - (irritata). Sono qui.
ANDREA - (dolcemente). Che hai?
PAOLA - Niente! Che vuoi che abbia? (chiamando) Rosina! (posa la cagnetta su una poltrona) Potevi anche correre quando ti ho telefonato.
ANDREA - Volevo correre ... te l'ho detto ... ma la macchina l'avevi tu.
PAOLA - (sfilandosi i guanti irosamente). S, s... Del resto meglio cos: non saresti servito a nulla. (a Rosina che entra) Ecco, prendi la cagnetta, dalle il suo latte ...
ROSINA - S, signora. (s'avvia).
PAOLA - Attenta che ha ancora da far pip. ..
ROSINA - (esce).
PAOLA - Mi fai il piacere di scendere da quella sedia?
ANDREA - (scendendo). Scendo: scendo ... Ma si pu sapere che hai?
PAOLA - Che ho? .. Che ho? .. Ho che gli uomini sono tutti mascalzoni!
ANDREA - Che?
PAOLA - S... tutti!. .. Mascalzoni, ineducati ...
ANDREA - Ma che cosa successo?
PAOLA - Una signora non pu girare tranquilla ... non pu!... non pu!...
ANDREA - Ma insomma si pu sapere? ...
PAOLA - Sono stata seguita.
ANDREA - Da chi?
PAOLA - Da un uomo.
ANDREA - E perch?
PAOLA - Oh, ma sei proprio stupido! cos chiaro!
ANDREA - Ah!. .. Oh, santo Dio! Io che credevo chi sa che cosa ...
PAOLA - Ah, ti par bello? ... Un uomo segue tua moglie per la strada e tu ne stai l, fresco come una rosa ...
ANDREA - Ma scusa ...
PAOLA - Macch scusa!...
ANDREA - Ma t'ha detto qualche cosa. ti ha fermato? ...
PAOLA - Ah no! .. Avesse provato!... (brandendo la borsetta) Vedi questa? ... Sulla testa!
ANDREA - Avresti fatto bene.
PAOLA - Ridicoli! Cretini! Che cosa credono? ... Che in mezzo alla strada una gli caschi l ... plaf... fra le braccia? Sai che cosa ci vorrebbe per quella gente? L'arresto ... la prigione ... subito subito ... un paio di manette e via!
ANDREA - Beh, non esageriamo.
PAOLA - Gi, difendili! .. La solita comunella fra voialtri! ...
ANDREA - Ma si pu sapere almeno com'era questo signore? ... Giovane, vecchio? ...
PAOLA - Cosa vuoi che sappia? ... Non l'ho neanche guardato.
ANDREA - E allora come sai che ti seguiva?
PAOLA - (imbarazzata). Ma si capisce ... si sente ...
ANDREA - Ma sei proprio certa che seguisse te? Pu darsi che facesse la stessa strada ...
PAOLA - La stessa strada? .. Via del Tritone, il Corso, Via Condotti ... Sono andata dalla sarta, ci sono stata mezz' ora e quando sono uscita era l impalato vicino al metropolitano ...
ANDREA - Al metropolitano?
PAOLA - S, quello, che vi manda sempre dall' altra parte.
ANDREA - Ma sei poi sicura che aspettasse te?
PAOLA - Gi, pigliava le mosche! Per prova sono entrata in un negozio. E lui fermo l fuori, col naso nella vetrina.
ANDREA - Beh, le vetrine sono fatte per il pubblico.
PAOLA - Ma fammi il piacere! Delle calze da signora, dei reggipetti, delle mutandine! Allora ho perso la pazienza e ti ho telefonato. Ma figurati se si pu contare sul proprio marito!
ANDREA - Ma ti ho detto che ...
PAOLA - S, s, va bene! Ma intanto una povera donna deve difendersi da s!
ANDREA - Ma in fondo, poi che cosa ti ha fatto?
PAOLA - Fatto? Ci mancherebbe altro fatto! Ha continuato a seguirmi. lo camminavo come il vento, sai, come un fulmine! Ho raggiunto la macchina, ho sbattuto lo sportello e via! E lui, sai che cosa ha fatto?
PAOLA - Ah, troppo (va a suonare rabbiosamente il campanello).
ANDREA - Che cosa?
PAOLA - Ha preso un taxi.
ANDREA - Be', avr avuto fretta.
PAOLA - Senti, non fare il cretino!Vieni qua. (lo trascina verso la vetrata) Vedi laggi fuori del cancello quell'uomo vicino al palo telegrafico?
ANDREA - Ebb?
PAOLA - lui.
ANDREA - Ah, lui?
PAOLA - Impudente! Vorrei sapere che cosa aspetta con questo sole che spacca le pietre!
ANDREA - Beh, fin che sta l, poveraccio! Non d noia a nessuno.
PAOLA - Ah, no, caro! Questo comincia ad essere offensivo, oltraggioso!
ANDREA - Oh Dio, oltraggioso poi ...
PAOLA - Ma come? C' un uomo che desidera tua moglie, perch fuori dubbio che quell'uomo desidera tua moglie ... c' un uomo che sta vicino al palo telegrafico e desidera tua moglie, e tu te ne stai l, tranquillo, indifferente ...
ANDREA - Ma che cosa vuoi che faccia, figliuola mia? .. Io sono pronto ... dimmi tu ...
PAOLA - (spiando dalla finestra). Guardalo ... Appoggiato al palo ... E fuma! ... Tu te ne stai qui e lui fuma. .. Ma non capisci che la situazione ridicola, grottesca?
ANDREA - Ma dimmi: dimmi che cosa devo fare.
PAOLA - Affacciati: fagli vedere che qui c un uomo, capisci, un uomo! Ma un uomo!
ANDREA - S, va bene, c un uomo!
PAOLA - Preferisci che mi affacci io?
ANDREA - No,no vado iovado io (va ad affacciarsi alla finestra).
PAOLA - Pi avanti, che ti veda bene(Andrea esegue) Che cosa fa?
ANDREA - Niente. mi guarda.
PAOLA - Sfacciato! Sfacciato! (ad Andrea che si ritrae) Beh, che cosa fai adesso?
ANDREA - Che cosa vuoi che faccia? Non posso stare tutta la giornata alla finestra!
PAOLA - E continua a fumare!...Se ne infischialo vedi che se ne infischia?
ANDREA - Eh, lo vedo.
PAOLA - Fammi il piacere: ritorna alla finestra.
ANDREA - (eseguendo rassegnato) E va bene!
PAOLA - Fissalo negli occhi.
ANDREA - Ma lontano..
PAOLA - Fissalo, ti dico!
ANDREA - Lo fisso.
PAOLA - Ebbene?
ANDREA - Mi guarda.
PAOLA - Senti. fagli una riverenza.
ANDREA - Una riverenza?
PAOLA - S, una riverenza.ironicache capisca!
ANDREA - (esegue) Lho fatta.
PAOLA - E lui?
ANDREA - Si levato il cappello.
ANDREA - Che cosa fai?
PAOLA - Vedrai che cosa faccio. (al cameriere che entra) Francesco.
FRANCESCO - Signora
PAOLA - Venite qui (lo trae alla vetrata) Vedete l quel signore che fuma appoggiato al palo telegrafico?
FRANCESCO - S, signora.
PAOLA - Andate a dirgli da parte del signore che venga su.
FRANCESCO - Si, signora.
ANDREA - Ma Paola
PAOLA - Sta zitto tu! (a Francesco) Andate, andate.E senza cerimonie, senza
inchinienergico.
FRANCESCO - (avviandosi) S, signora (esce).
ANDREA - (annoiato) Che idea!
PAOLA - Hai forse paura?
ANDREA - Ma no! Che paura! Solo mi sembra inutile, sciocco.
PAOLA - Sciocco?
ANDREA - Gli dovr dire delle cose spiacevoli.
PAOLA - Lo spero bene!(spiando dalla finestra) Eccolo lnon si muove mica,vehAspetta, aspetta!...Ahecco Francesco. (ad Andrea) D, non vorrai mica riceverlo cos?
ANDREA - Come devo riceverlo?
PAOLA - Ma come? In pigiama? Ma mettiti la giacca!
ANDREA - (rassegnato) E va bene! Mettiamoci la giacca! (esegue).
paola - (guardandosi intorno) E poi.tutta questa verduraPar dessere da un erbivendolo!...Qui, nellangolo(raccoglie la verdura e la mette in un angolo) Mettiti l sedutoE non alzarti!.... E trattalo male, senza riguardi: fagli una scena (esce).
ANDREA - (Fra s) Unaltra scena! (rimasto solo, un po preoccupato, studia alcune pose che diano alla sua persona lautorit necessaria alla scena che deve seguire. Prima in piedi coi pugni appoggiati alla scrivania; poi con le braccia conserte; infine seduto, le braccia allargate, i pugni appoggiati alla tavola, la testa eretta fissando severamente la porta. Prende una sigaretta, ma si pente, la posa e riprende la posizione scelta).
GUIDO - (entra preceduto da Francesco che esce subito. Elegantissimo, corretto, s'inchina).
ANDREA - (senza alzarsi si inchina dignitosamente). (Rimangono un istante l'uno di fronte all'altro separati dalla scrivania. Guido sorridente, Andrea impacciato).
ANDREA - (accennando alla poltrona davanti alla scrivania). Prego ...
GUIDO - Grazie. (cerca collo sguardo un posto dove posare il cappello).
ANDREA - (accennando al cappello). Posi, posi ... prego ...
GUIDO - Oh, grazie! (va presso la finestra per posare il cappello su una sedia e si ferma a guardar fuori) Ah che bello!... Ma sa che magnifico? ... Mimose?
ANDREA - No ... acacie americane.
GUIDO - Bellissime! ... Permette? (si sporge dalla vetrata per guardar meglio) Oh, aranci, peschi, melograni ... Ma qui un angolo di paradiso!
ANDREA - Oh ... un modestissimo frutteto ...
GUIDO - E poi che aria che frescura!... Scommetto che qui non si arriva a 23 gradi.
ANDREA - (guardando il termometro). Infatti ... poco pi.
GUIDO - E fuori oggi saranno 28 o 30.
ANDREA - Gi.
GUIDO - Delizioso! (avvicinandosi alla scrivania). E pensare ... a due passi da Roma ... Ma mi scusi ... io parlo ... parlo ... sa, la natura ... tutto questo verde ...
ANDREA - Prego, prego ...
GUIDO - (presentandosi). Permette? Guido Mantero.
ANDREA - (preso alla sprovvista si alza). Lipri. (siede subito).
GUIDO - Lipri? Famiglia piemontese.
ANDREA - N o, ligure.
GUIDO - Ah, s, s, s! Ligure, che diamine! Ligure! Io infatti ho conosciuto un Lipri di Genova, comandante di marina... bell'uomo, alto, asciutto ... come lei. Viso aperto, intelligente ... Suo parente per caso?
ANDREA - No, che io sappia .
GUIDO - Strano! Perch il tipo (trae il portasigarette e offre) Una sigaretta?
ANDREA - (rifiutando). Grazie.
GUIDO - (prendendo una sigaretta). Permette?
ANDREA - (acconsente col gesto e attende che egli abbia acceso, poi comincia gravemente). Dunque, signore, io volevo ...
GUIDO - (interrompendolo con una lunga esclamazione di meraviglia). Oh! (si volto a guardare verso la parete).
ANDREA - Che c'?
GUIDO - (va ad osservare i quadri delle farfalle). Che begli esemplari!... Collezionista?
ANDREA - S.
GUIDO - Magnifici! Permette che guardi un momento? ... (esamina attentamente) Farfalle indigene?
ANDREA - S, quasi tutte.
GUIDO - Oh belle, belle ... proprio belle! ... Anch'io ho una collezione.
ANDREA - (indifferente). Ah s?
GUIDO - E abbastanza interessante! Farfalle della Polinesia.
ANDREA - (interessandosi). Ah.
GUIDO - S... Polinesia, Oceania Sa, viaggiando molto ... lo sono in diplomazia.
ANDREA - Ah ...
GUIDO - Attualmente sono attach all'ambasciata di Silvania. Sono stato per vari anni nelle Isole del Pacifico. Ho anche dei bellissimi esemplari delle isole Marchesi.
ANDREA - (con un principio di stupore). Forse anche la Pavonia Angrias?
GUIDO - Eh ... altro che!. .. Una mezza dozzina.
ANDREA - Davvero?
GUIDO - E raccolte da me. Ah, ogni giorno con la mia reticella, e via! A caccia! Perch, caro signore, le farfalle bisogna prenderle da s.
ANDREA - Ah, naturalmente!
GUIDO - Io non capisco quei tipi che se le fanno cercare dagli altri. Che gusto c'? Ma allora tanto vale comprarle.
ANDREA - giusto, giusto.
GUIDO - Stare in agguato per ore e ore, inseguirle per le foreste ... scoprire le loro abitudini, attenderle al varco ... magari perdere dei mesi per un esemplare ...
ANDREA - (entusiasmato). Proprio cos!. .. Vede quella?
GUIDO - Quale?
ANDREA - Quella viola piccola, piccola ...
GUIDO - Carina!
ANDREA - Tutta l'estate mi ha fatto arrabbiare! Introvabile!. .. E poi, quando proprio non ci speravo pi, una sera, tornando a casa, me la sono trovata l davanti, su una siepe di more ...
GUIDO - E allora ... zac ...
ANDREA - Gi ... zac ... (ridono tutti e due).
GUIDO - Ed eccola l! Infilata allo spillo! Anzi, a proposito ... mi dica ... Come fa a conservarle cos bene?
ANDREA - (con un gesto di trionfo). Eh!. ..
GUIDO - Perch, vede, io ci metto la naftalina, le preservo dall'umidit; eppure a poco a poco ... Ho perduto dei bellissimi esemplari.
ANDREA - Lo so! Ma appunto qui il segreto! Quasi tutte le collezioni durano poco; invece quella, vede, gi cinque anni.
GUIDO - Cinque anni? Oh perbacco! Sembrano prese ieri!
ANDREA - La naftalina non basta, caro signore! Ci vuole qualche cosa di pi!
GUIDO - (interessatissimo). Che cosa?
ANDREA - Beh ... glielo voglio dire ... Badi che un segreto.
GUIDO - Oh, mi fa un vero regalo!
ANDREA - Vede, prima di appuntare l'insetto, io con una pompetta lo sottopongo a .una polverizzazione di alcool e trementina.
GUIDO - Ah, la trementina, ... ANDREA - S, ma non basta: la trementina lo preserva dalle corrosioni esterne, ma il vero pericolo dentro ... la decomposizione interna.
GUIDO - Gi, quella.
ANDREA - Ebbene, si pu combattere anche quella. Adesso le dico come si fa:
Bisogna prendere l'insetto e praticargli una piccola iniezione nel dorso.
GUIDO - Un'iniezione?
ANDREA S. Aspetti, che le do la ricetta.
GUIDO - Grazie. (vedendo che Andrea cerca da scrivere) Lasci ... scrivo io. (trae di tasca un libricino e la penna stilografica) Ecco.
ANDREA - Dunque: una soluzione composta di 20 centigrammi di benzoato di amile.
GUIDO - (scrivendo). Amile ...
ANDREA - Sette centigrammi di ...
ROSINA - (apparendo alla porta). Permesso?
ANDREA - (seccato). Che c'? Adesso ho da fare!
ROSINA - (porgendo). Un biglietto ...
ANDREA - Beh ... da' qua. (prende il biglietto e continua a dettare mentre Rosina esce) Dunque ... sette centigrammi di solfato di rame e cinquanta grammi di acqua distillata. (aprendo il biglietto) Permette?
GUIDO - Prego.
ANDREA - (dopo aver dato un'occhiata al biglietto si fa scuro il volto).
GUIDO - (finendo di scrivere) .... acqua distillata ... E poi?
ANDREA - (secco). Poi basta. Adesso, signore, dobbiamo parlare d'altro.
GUIDO - Di che cosa?
ANDREA - (con forza). D'altro! (comincia a parlare montandosi sempre pi e gettando ogni tanto un 'occhiata al biglietto lo brandisce come un'arma) Io sono stato costretto a pregarla di salire perch lei questa mattina si permesso di seguire mia moglie ...
GUIDO - Ah ... quella signora?.. ..
ANDREA - S! Quella signora mia moglie! E lei l'ha seguita con un'insistenza che non saprei qualificare.
GUIDO - Ma ...
ANDREA - Ma niente!... Posso dirle con esattezza come si svolto l'inseguimento: via del Tritone, il Corso, via Condotti ... (riprendendosi con rabbia) Ma inutile che glie lo dica perch tanto lo sa anche lei.
GUIDO - Gi.
ANDREA - (andando verso il fondo per farsi udire dalla moglie). una cosa veramente indegna! Una povera signora non pu camminare tranquilla senza essere importunata!... Non pu ... non pu!... E quando mia moglie salita dalla sarta lei si piantato l vicino al metropolitano ...
GUIDO - (abbassando il capo). vero.
ANDREA - (con maggior forza). Eh ... altro che vero! E quando mia moglie uscita, ha avuto la sgradevole sensazione di essere ancora seguita fino ad un negozio dove si vendono oggetti riguardanti l'intimit femminile. E allora la mia signora, esasperata da questa sua insistenza veramente insolente, si rifugiata nella sua automobile ed stata costretta a tornarsene a casa. Ma lei l'ha seguita fin qui e si stabilito vicino a un palo telegrafico con quali intenzioni io non riesco ad immaginare. Naturalmente a questo punto mi sono trovato costretto a pregarla di salire per chiederle una spiegazione ... e lei viene a parlarmi delle farfalle, della Polinesia, della naftalina ...
Ecco!... (un silenzio) E adesso lei che cosa pu dirmi? .. Sentiamo!
GUIDO - (dolcemente). Che cosa posso dirle? .. Ecco, signore Due anni fa io
mi trovavo a Pechino .
ANDREA - Ma che me ne importa?!
GUIDO - Un momento, abbia pazienza. Lei sa che a Pechino la popolazione ha l'abitudine ogni quindici giorni di fare una piccola sommossa. Sa ... qualche morto, qualche casa incendiata, qualche missionario catturato ...
ANDREA - Ebbne?
GUIDO - Una sera vidi un mandarino inseguito da una turba urlante che aveva fermamente deciso di fargli la pelle ...
ANDREA - Ma scusi, questo che c'entra?
GUIDO - Abbia pazienza! Lo feci rifugiare nella Legazione e gli salvai la vita ...
ANDREA - Ma io non capisco che rapporto ...
GUIDO - Un momento! I cinesi hanno profondo il senso della gratitudine: quel mandarino mi apr la sua casa e m'invit a scegliere ci che pi mi piaceva. lo scelsi un grazioso cane pechinese ...
ANDREA - Ma scusi ...
GUIDO - Lei sa che i cani pechinesi puri hanno sentimenti profondamente aristocratici: rifuggono dai contatti con animali di altra razza. Perci la cara bestiola, per mancanza di occasioni vissuta fino ad ora in perfetta castit e ... ne deperisce.
ANDREA - Ma mi vuol dire che cosa c'entra tutto questo?
GUIDO - Vengo al fatto! Lei pu comprendere quale preoccupazione sia per me la sistemazione sentimentale del mio cane. Ora, questa mattina mi balenata una possibilit ...
ANDREA - Possibilit?
GUIDO - S: la sua signora ...
ANDREA - (balzando in piedi). Che?!
GUIDO - La sua signora questa mattina aveva sotto il braccio una graziosa cagnolina pechinese ...
ANDREA - Ah ...
GUIDO - Proprio cos. Lei capir, io non potevo fermare per la strada una signora, che non avevo l'onore di conoscere, per domandarle se permetteva che il mio cane facesse razza col suo.
ANDREA - (sollevato). Eh ... ma se era per questo! ...
GUIDO - No, sarebbe stato estremamente scorretto.
ANDREA - Ah, ma perch non me lo ha detto subito? Ma si figuri! una cosa facilissima! Anzi le dir, una cosa ... molto graziosa!. ..
GUIDO - Lei crede che la sua signora non abbia difficolt?
ANDREA - Ma per carit! Mia moglie sar contentissima! Anzi, aspetti, che la chiamo. (avvicinandosi alla porta) Paola? ... Paola? ... (tornando) Chiss come sar contenta!
PAOLA - (entra gravemente altera. Ha indossato un grazioso abito da mattina). Che c'?
ANDREA - Sai, Paola non mica quello che pensavi tu! che voleva far razza!
PAOLA - Razza?!
ANDREA - S! Adesso ti spiego ... il signor ...
GUIDO - (inchinandosi). Mantero.
ANDREA - Ecco, Mantero ... mia moglie. Il signore un diplomatico, attach... attach d'ambasciata, vero? (Guido s'inchina) Mi ha spiegato tutto! Una cosa semplicissima! Figurati che lui ha un graziosissimo cane pechinese ...
PAOLA - Ebbene?
ANDREA - Ma come ... non hai capito?
PAOLA - Affatto!
ANDREA - Un cane pechinese maschio!
PAOLA - (impaziente) Ma mi vuoi dire che c'entra il cane pechinese?
ANDREA - (a Guido) Non ha mica ancora capito, sa! Ma stamattina che avevi sotto braccio?
PAOLA - Io?
ANDREA - Sotto braccio, quando passeggiavi. ..
PAOLA - Non avevo niente! Cosa vuoi che avessi?
ANDREA - Ma Tt!....
PAOLA - Ebbene?
ANDREA - Ebbene, lui ha il cane pechinese maschio ... ha visto te che avevi la cagnetta pechinese femmina, e allora ...
PAOLA - Che?
ANDREA - Gi!
PAOLA - Ah! ...
ANDREA - (soddisfatto). Proprio cos! ... (ride) Ah ah ...
PAOLA - (a Andrea). Ah, per questo?!
ANDREA - Ma s! Per questo!
PAOLA - Ah, per questo che il signore stamattina ...
GUIDO - Signora ...
PAOLA - Ah!. .. Perch lui aveva il cane maschio!
GUIDO - Ecco.
PAOLA - Ah! Ma magnifico!. .. Una cosa graziosissima ... simpaticissima! ...
ANDREA - vero? (a Guido) Glie lo dicevo che sarebbe stata contenta?
PAOLA - Ah s! Contentona! Proprio un caso straordinario!. .. Una coincidenza fortunatissima!
GUIDO - Signora!...
PAOLA - Ma perch non me lo ha detto subito?
GUIDO - Non osavo.
PAOLA - Ma affatto! Lei doveva fermarmi e dirmi: Signora, io seguo la sua cagna ... .
GUIDO - Ma ...
PAOLA - S, s... proprio cos. Lei doveva dirmi: Io sono l impalato vicino al metropolitano per la cagna. Ho preso un taxi e sono venuto fin qui per la cagna.
ANDREA - Ma Paola ...
PAOLA - Ma s, poveretto! Pensa che ha perso tutta la mattina! .. Un diplomatico che perde la mattina intera per sistemare le faccenduole del suo cane ...
ANDREA - Ma Paola, perch t'arrabbi?
PAOLA - No! Io mi arrabbio? Per carit! La trovo anzi una cosa divertentissima! Ma s, ma s... combiniamolo questo matrimonio!... S'accomodi, signor.. che cosa?. ... console? ... ambascia-
tore? ministro plenipotenziario?
GUIDO - No ... semplice attach.
PAOLA - Ma s'accomodi!. .. (al marito) Non hai offerto nulla al signore?
ANDREA - (imbarazzato). Oh ... no ...
GUIDO - Prego ...
PAOLA - Ma niente affatto! Sar stanco, assetato ... Aspettare con questo sole ...
ANDREA - (avviandosi). Provvedo subito ... provvedo subito ... (esce). (Paola e Guido, rimasti soli, si guardano un momento in silenzio).
PAOLA - Ah, dunque lei si occupa con tanta abnegazione delle questioni sentimentali del suo cane?
GUIDO - Oh Dio!. .. Me ne interesso.
PAOLA - Ma bravo! Si vede che ha molto tempo a sua disposizione.
GUIDO - Sa ... nelle ore di libert ...
PAOLA - Ah, le impiega bene! Non c' che dire!
GUIDO - Signora, lei forse trover un po' comico, quasi grottesco questo mio interessamento ...
PAOLA - Oh, affatto!
GUIDO - Che vuole? Quella mia cara bestiola non ha relazioni ... qui in terra straniera, lontana dal suo paese ...
PAOLA - Poverina!
GUIDO - Non si vede intorno che danesi, cani- lupi fox- terrier, barboni ... Una mattina intravede il musetto appiattito, i grandi occhi attoniti di una cagnetta della sua terra ... come un sogno che passa e si dilegua ...
GUIDO - Vorrebbe seguirla, ma non pu. La cagnetta passa come una stella cadente in un cielo d'estate ...
PAOLA - Ma guarda!
GUIDO - Come si pu fermare una stella?
PAOLA - Eh gi ... come si pu? Ci vuole l'intervento del diplomatico.
GUIDO - Proprio cos! Del diplomatico il quale ferma la stella e la offre al suo cane ... pss pss pss ... toh ... ecco l'amore!
PAOLA - Cos, se la cagnetta l'avesse avuta sotto braccio mio marito...
GUIDO - Sarei stato fatalmente costretto a seguire suo marito.
PAOLA - (a denti stretti). Ah ... perfetto. perfetto.!.....
GUIDO - Anzi, signora, mi permette una domanda? . .
PAOLA - Oh ... dica, dica .
GUIDO - Ma era proprio lei stamattina con la cagnetta? ...
PAOLA S,io ... Perch?
GUIDO Strano! Non lavrei riconosciuta!
PAOLA Ah no?
GUIDO (candidamente) Sa ... guardavo tanto la cagnetta...
PAOLA (si alza segnatissima) . (Entra Andrea portando su un vassoio un bicchiere con una bibita)
ANDREA - Ci ho messo un pezzetto di ghiaccio.
GUIDO - Grazie! Troppo buono! (beve)
ANDREA - Dunque., dunque si combina questo matrimonio?
PAOLA - Ma neanche per sogno!
GUIDO - No?
ANDREA - (stupito) Perch?
PAOLA - Ma ti pare che la mia Tt col primo che capita.
GUIDO - Signora, il mio un cane distintissimo, educato, sanoE uno dei pi bei giovani della sua razza:
PAOLA - Sar, ma io non voglio!
ANDREA - Ma perch?
PAOLA - Prima di tutto , Tt ancora una bambina
ANDREA - Ma cara, due anni per una cagnetta sono la maturit.
GUIDO - Equivalgono ai venticinque di una bella signora.
PAOLA - Ah si?
ANDREA - Ed il momento in cui gli istinti se non sono soddisfatti, si rendono acuti,prepotenti e finiscono per generare crisi nervose.
GUIDO - Sicuro! Insonnia, inappetenza, brutti pensieri..
PAOLA - Ma fatemi il piacere!....Tt mangia e dorme benissimo!
GUIDO - Ma lei non sa che cosa passa nella testolina della sua cagnetta! Forse la povera bestiola ha delle crisi di malinconia.
ANDREA - Vero! E lo dici anche tu nervosa.
PAOLA - Macch?! Io non ho mai detto questo!...
ANDREA - S,lhai detto cara..e(entrano Cesare e Giovanna)
GIOVANNA - Oh, Paola
PAOLA - Buon giorno, mamma.
GIOVANNA - Che t successo?
PAOLA - Perch? "
GIOVANNA - La tua telefonata ... T accaduto qualche cosa?
PAOLA - Niente, niente ...
CESARE - Te l'avevo detto! Le donne ...
ANDREA - Mamma, pap..(presentando) Il signor Mantero.. i miei genitori.
GUIDO - (Inchinandosi) Onoratissimo!
ANDREA - Il signore qui per una stranissima combinazione. Figuratevi che egli possiede un grazioso cane pechinese e ha pensato se fosse possibile con Tt(gesto di unione).
GIOVANNA - Un matrimonio?
CESARE - Ah!, benissimo! Perpetuiamo la stirpe!
GUIDO - Ma purtroppo urtiamo contro un'insuperabile difficolt ...
CESARE - Che difficolt?
GUIDO - Il rifiuto della signora.
ANDREA - Gi.Paola indecisa.
GIOVANNA - Ma, scusa, se proprio ieri mi dicevi che bisognava trovarle marito.
ANDREA - Dunque vedi..
CESARE - Il marito c e della sua razza.
ANDREA - Ma s! Diteglielo anche voi! E assurdo rifiutare!
GIOVANNA - Tanto, prima o poi bisogner.
CESARE - Gi! Non vorrai mica condannarla alla castit perpetua.
GUIDO - (interrompendolo) PermettonoIo credo che la signora abbia ragione.
ANDREA - (sorpreso) Come?
CESARE - Ragione?
GUIDO - La signora vuol molto bene alla sua cagnetta, lha vista crescere, ha vigilato con tenerezza sulla sua purit.e adesso allidea di questa cosa necessaria s, ma in po brutale, si spaventa
CESARE - Oh Dio ! Spaventarsi per queste sciocchezze!
GUIDO - No, vede, signore, sono sentimenti che noi uomini non riusciamo a comprendere. Delicatezze perfettamente femminili ...
GIOVANNA - Forse vero ...
GUIDO - All'improvviso un cane ignoto che irrompe con prepotenza per profanare questo piccolo talamo verginale.. (ridono tutti. Paola si morde le labbra per non ridere) E poi la colpa mia! Sono stato un pessimo diplomatico! Mi sono lasciato trascinare dall'istinto della bestia senza moderarlo con la saggezza delluomo.
CESARE - Ci volevano i fiori ...
GUIDO - Forse! Certo se l'iniziativa 1'avesse avuta il mio cane, avrebbe trovato una forma pi adatta per insinuarsi nelle grazie della bella sdegnosa ...
CESARE - Le avrebbe offerto un osso di pollo.
GUIDO - Ecco! Beh pazienza! Adesso torner a casa e dir al mio cagnolino: Eh, caro amico, te l'avevo trovata la sposina!. .. Carina, sai!... Ma cosa vuoi, ho mancato di tatto. L'ho vista passare tutta orgogliosa della sua bellezza; l'ho seguita per ore e ore ... non ne avevo vista mai una pi bella!...... Ma, povero amico, niente da fare!... Non ti vuole, non ti vuole!...
CESARE - Ma niente affatto! Dica al suo cane che venga qui, che Titl l'aspetta .
GUIDO - (guardando Paola). Debbo dirglielo?
PAOLA - (sorride).
ANDREA - Ah brava!
GIOVANNA - Ma naturale!
CESARE - Concediamo formalmente la mano della signorina Tit...
ANDREA - Vado a prenderla. (si avvia rapido chiamando) Tit, Titl... (esce).
CESARE - (avvicinandosi alla vetrata). Dev' essere qui fuori.
GIOVANNA - (uscendo sulla terrazza con Cesare). vicino alla serra.
PAOLA - (a Guido). Ma, s, lo porti, lo porti questo suo cane.
GUIDO - Debbo proprio portarlo?
PAOLA - Ma s, lo porti!
GUIDO - Portarlo? presto detto!
PAOLA - Perch?
GUIDO - Per portarlo bisognerebbe averlo!
PAOLA - Come? ... Non l'ha?
GUIDO - Mai avuto!
PAOLA - Non l'ha?!
GUIDO - No. I cani non li posso soffrire.
PAOLA - Ma come? Dopo tutto quello che ha detto ... le parole patetiche, l'affetto commovente ... (sibilando) Ah, bugiardo! Mentire a questo modo. Mascalzone, mascalzone! E adesso che cosa conta di fare?
GUIDO - Lo cercher!
PAOLA - Ah, 1o cercher?
GUIDO - S, un bel cane, degno della sua Tit...
PAOLA - Ah, lo cercher? ...
GUIDO - Ah, s, s; e di razza purissima.
GIOVANNA - (dalla vetrata). Ecco la sposina!
PAOLA - (rabbiosa, fra se'). Ah, la sposina ...
ANDREA - Eccola, eccola! (entrano con la cagnetta in braccio, a Guido) Guardi com carina ...
GUIDO - Oh, adorabile! Carina, carina!
GIOVANNA - vero?
GUIDO - Che begli occhioni! E che musetto intelligente!
CESARE - Bisogner pensare ai fiori d'arancio! (si ride).
PAOLA - (a Guido con fermezza). Lei il suo bel cane 1o porta subito, eh?
GUIDO - (impressionato). Subito? ...
PAOLA - S, s, immediatamente.
GUIDO - Ma, signora ...
PAOLA - Oggi stesso!
GUIDO - Non si potrebbe domattina?
PAOLA - No, no; oggi alle quattro.
GUIDO - Cos presto? Ma, signora ...
PAOLA - Perch? il suo cane non pu? Ha degli impegni?
GUIDO - No, ma sa ... caldo ... e poi dorme ... ,
PAOLA - Lo svegli.
GUIDO - ... invece domattina, per il fresco ...
PAOLA - No, no, niente fresco: oggi, oggi, alle quattro, precise, non un minuto di pi; se no, badi, non se ne fa nulla ...
GUIDO - Ma ...
PAOLA - Capisce? Pi nulla.
ANDREA - Ma, Paola, perch tanta fretta?
GIOVANNA - Prima non volevi.
PAOLA - E adesso voglio! Non vedo l'ora di conoscerla questa bestia (a Guido) questa cara ... bestia! Ha capito? Alle quattro: non un minuto di pi!
GUIDO - E va bene! Alle quattro sar qui col cane!
PAOLA - Oh bravo!
ANDREA - (a Guido) Vede? Mia moglie prima no, no , e poi finisce sempre per dir di s.
FINE DELL'ATTO PRIMO
ATTO SECONDO
La scena: un salotto comunicante in fondo col giardino per mezzo di un'ampia vetrata. Due porte a destra, una porta a sinistra. Arredamento elegante, chiaro, luminoso. Su una tavola, il telefono.
ANDREA - Ma ora dove s' cacciato?
PASQUALE - nella tettoia, vicino alla serra. S' infilato sotto i vasi; e non c' modo di tirarlo fuori.
ROSINA - (che intenta a ordinare la sala). Ringhia come un dannato.
FRANCESCO - Basterebbe dar dei colpi forti al bandone, allora si spaventa ...
ANDREA - Ma no! proprio questo che bisogna evitare: gi tanto impaurito. Bisogna invece che si calmi, si tranquillizzi. L'amore, miei cari, un atto di pace non di guerra. Vedete, anche tra gli uomini: dopo magari si prendono a schiaffi ... (a Francesco) Sono gravi le ferite?
FRANCESCO - No, no: il morso alla spalla quasi niente; nella zampa invece un po' pi: la tiene sollevata ...
ANDREA - Ma l'hai disinfettata bene?
FRANCESCO- Sissignore: l'ho lavata con acqua e sapone ...
ANDREA - Ci voleva un po' di spirito.
FRANCESCO - Volevo, ma mi scappato via.
ANDREA - Santo Dio, perch te lo sei fatto scappare?
FRANCESCO - Lo teneva la Rosina.
ROSINA - Voleva morsicarmi.
PASQUALE - Cos' era mai, una tigre?
ROSINA - L'avesse visto!. ..
ANDREA - Non vorrei gli venisse un'infezione: bella figura ci faremmo con quel signore! Beh, adesso vediamo che cosa si pu fare. Tt dov'?
FRANCESCO - Gi in cucina.
ROSINA - Anche lei tutta nervosa.
ANDREA - Beh, per ora lasciatela l. In quanto all'altro, non lo stuzzicate. (a Francesco) Piuttosto tu fa' preparare da Isolina una pappetta di latte con un po' di zucchero (a Pasquale) e tu metti il tegamino proprio in mezzo alla serra.
PASQUALE - Sissignore.
ANDREA - E che nessuno s'avvicini! Vedremo poi se sar il caso di ripetere la prova.
ROSINA - lo ho paura che non si combiner niente.
ANDREA - Perch?
ROSINA - Sono gi otto giorni che dura questa musica.
ANDREA - Beh, adesso andate a fare quello che vi ho detto. Ma mi raccomando ...
PAOLA - (s'affaccia a destra).
ANDREA - ... non lo spaventate.
PASQUALE - Non dubiti. (si avvia ed esce a sinistra con Francesco).
ANDREA - Poi vengo io. (a Paola) Addio, cara.
PAOLA - Dov la belva?
ANDREA - Hai saputo, eh?
PAOLA - S, s, ho saputo: morsi.
ROSINA - Chi l'avrebbe detto, signora? La Tit cos buona ...
PAOLA - Eh, cara mia! Se ti imponessero un marito che non ti piace, cosa faresti tu?
ROSINA - Ah, io me lo sposerei lo stesso. (continua a mettere ordine ai libri e soprammobili).
ANDREA - (a Paola). L'hai vista la Tit?
PAOLA - S: me l'ha portata l'Isolina in camera con la colazione. Aveva ancora tutto il pelo irto, povera bestiola! Ah, s' difesa valorosamente. E lui, il don Giovanni, dov'?
ANDREA - Sotto la tettoia, fra i vasi.
PAOLA - Negli spalti del castello ...
ANDREA - Mi secca: questi morsi ... quando verr il suo padrone ...
PAOLA - Perch l'ha voluto? Quando si affronta l'amore, caro mio, bisogna sopportare tutto.
ANDREA - Per non credevo che Tit avesse un cos brutto carattere.
PAOLA - Ma naturale: s' presentato da spaccone: con quell' aria spavalda: Eccomi qua: cadete mi fra le braccia ... .
ANDREA - il maschio, si capisce.
PAOLA - Odioso. E Tit ham! Ha fatto benissimo. Eh, caro mio naturalista, le conosci male le tue bestie! (altro tono) Hai il giornale?
ANDREA - Ecco.
PAOLA - (apre, sfoglia, osserva, legge)Ah ... (ripiega stizzita il giornale e lo butta sulla tavola).
ANDREA - Che c'? Una brutta notizia?
PAOLA - Niente, niente.
ROSINA - (mentre esce dal fondo). Ecco il signore.
ANDREA - Ah ... (fa per andare ad incontrarlo ).
PAOLA - Ma aspettalo qua!
ANDREA - Perch?
PAOLA - C' bisogno di corrergli incontro? Verr coi suoi piedi.
ANDREA - E va be' (ritorna).
PAOLA - Anche oggi a pranzo?
ANDREA - Per forza! Come si fa! Perch? Ti secca?
PAOLA - No, no. Perch vuoi che mi secchi?
GUIDO - (entrando). Buon giorno, signora.
PAOLA - Buon giorno.
ANDREA - Buon giorno, signor Mantero.
GUIDO - (stringendo la mano a Andrea). Buone nuove?
PAOLA - Buonissime.
GUIDO - Ah!. .. Fatto?
PAOLA - S!!
ANDREA - Paola ...
PAOLA - Magnificamente! Due morsi.
GUIDO - Come? La sua cagnetta, poverina ...
PAOLA - No no; la mia cagnetta sta benissimo; il suo cagnetto poverino che se li presi.
GUIDO - Oh, perbacco!
ANDREA - Sa, roba da nulla.
GUIDO - Ma come? S' lasciato mordere da Tit?
PAOLA - Gi.
ANDREA - L'ho gi fatto disinfettare.
GUIDO - Oh, strano!
PAOLA - Eh, si capisce: la virt si difende.
GUIDO - Ma fino al punto di mordere ...
PAOLA - Carino questo conquistatore che si piglia i morsi e si rifugia sotto i vasi. ..
GUIDO - Sotto i vasi?
PAOLA - S. E non osa pi uscire: ha una paura maledetta. Bel campione! Gi, pi sono spavaldi e pi sono vigliacchi.
GUIDO - Ma allora il connubio impossibile.
PAOLA - Eh, gi.
ANDREA - No! Il connubio sar un po' laborioso, ma avverr.
GUIDO - Crede?
ANDREA - Ma certo! Queste resistenze sono nell' ordine naturale delle cose; quel fenomeno di reazione che noi chiamiamo il pudore, che nelle donne si esprime con ripulse, sbalzi d'umore, ironia e magari parole taglienti, offensive ...
GUIDO - Gi ...
ANDREA - ... mentre nelle bestie si manifesta a graffi, a morsi, a cornate.
PAOLA - Sistema pi spiccio.
GUIDO - Ma crudele.
ANDREA - D'altra parte per il pudore ha una funzione eccitante: il maschio, di fronte alla resistenza della femmina, si accende vieppi e a poco a poco impone la sua superiorit ...
PAOLA - ... e si va a nascondere sotto i vasi!.
ANDREA - Gi ... Ecco, veramente ... questa crisi di codardia, mi lascia alquanto perplesso.
PAOLA E ... la paura d'amare.
GUIDO - Paura? Un momento! La paura nel conflitto d'amore pu essere una delle pi sottili astuzie.
ANDREA - Giusto.
GUIDO - Sapersi mostrare spaventato, quasi atterrito dallo sdegno femminile, un abile espediente di chi vuole poi a tradimento imporre la sua volont.
PAOLA - Oh guarda!
GUIDO - Ma certo! Perch, vede, a farsi vittime si sfruttano quegli elementi di generosit e di compassione che a un certo momento sbocciano fatalmente nell' anima femminile.
ANDREA - Verissimo!
GUIDO - Il mio cane, ha adottato la tattica della paura. E Tit forse a quest' ora gi piena di rimorsi, e non chiede di meglio che mostrarsi debole e concedersi al maschio prepotente.
PAOLA - Che si nasconde sotto i vasi.
GUIDO - Oh, ma stia tranquilla, che al momento opportuno sapr uscirne!
ANDREA - Sa, abbiamo preparato le cose in modo ... gli ho fatto mettere un tegamino con una pappetta dolcificata. (inquieto fa per avviarsi) Ma non vorrei che adesso laggi mi facessero della confusione.
PAOLA - Che confusione vuoi che facciano? Dopo tante istruzioni che hai date ...
ANDREA - S, ma non sono tranquillo. Un minuto e ritorno subito. (esce).
GUIDO - (dopo un silenzio, vedendo che Paola lo osserva) Che ha da guardarmi, signora?
PAOLA - Eh ... guardo un bel campione ... proprio un bel campione!
GUIDO - lo?
PAOLA - (indicando il giornale). Prenda un po' quel giornale. Apra alla quarta pagina ... ultima colonna, in fondo.
GUIDO - (leggendo). Strappa con un morso il naso alla donna amata ...
PAOLA - No, no, in fondo: c' un avviso a grandi lettere: Tremila lire di mancia ...
GUIDO - Ah, vedo.
PAOLA - Legga, legga.
GUIDO - Tremila lire di mancia a chi riporter... un cane ... .
PAOLA - ... pechinese, maschio ...
GUIDO - Gi.
PAOLA - Non le dice niente quell'avviso?
GUIDO - Cosa vuol che mi dica? Evidentemente qualcuno che ha perso un cane e lo cerca.
PAOLA - Gi, evidentemente. Ma legga, legga tutto. A chi riporter un cane ... dove?
GUIDO - Ah ... all'Ambasciata ...
PAOLA - ... di Silvania.
GUIDO - Oh, strano!
PAOLA - Lei non ne sa nulla?
GUIDO - Io no.
PAOLA - Bugiardo!
GUIDO - Perch?
PAOLA - Mentitore! Quel cane l quello che sta nascosto sotto i vasi. GUIDO - Poverino!
PAOLA - Ah, dunque vero!
GUIDO - Questa stampa pettegola ...
PAOLA - L'ho letto iersera a pranzo: sono stata l l per dirlo a mio marito. Chiss da quanti giorni c' quell'avviso.
GUIDO - Da sei giorni: ce l'ho messo io.
PAOLA - Lei?
GUIDO - Prima offrivano mille lire: ora sono arrivati a tremila.
PAOLA - Ma di chi quel cane, si pu sapere?
GUIDO - di Sua Eccellenza l'Ambasciatrice di Silvania.
PAOLA - Dell' Ambasciatrice?! E come l'ha avuto lei?
GUIDO - L'ho rubato.
PAOLA - Anche ladro?!
GUIDO - Ebbene s. Ma la colpa sua.
PAOLA - Mia?!
GUIDO - Lei voleva il cane.
PAOLA - Ma io non le ho mica detto di rubarlo: cercarlo doveva!
GUIDO - E l'ho cercato. Non ho neppure fatto colazione. Per tutta Roma! Avrei dato chiss che cosa. Femmine! Femmine! nessun maschio. Come fare? Io gliel'avevo detto: domattina per il fresco. Ma lei niente! Alle quattro!
PAOLA - Se non poteva portarlo, doveva dirmi che il suo cane era scappato, era morto ...
GUIDO - Ah, no, signora: mentire, mai!
PAOLA - Ges, perdonategli!
GUIDO - A un tratto mi sono ricordato che l'Ambasciatrice ne aveva uno, e ho pensato subito di gettarmi ai piedi di quella buona signora e dirle: Eccellenza, mi presti il suo cane per un convegno d'amore!
PAOLA - Perch non l'ha fatto?
GUIDO - Volevo! Infatti sono andato da lei a prendere il caff. Ma cosa vuole? C'era Monsignore...
PAOLA - Monsignore?
GUIDO - S, Monsignor Ramirez che stava enumerando tutte le devastazioni, gl'incendi alle chiese, alle confraternite. Come potevo chiedere un cane davanti a quel sant'uomo?
PAOLA - Doveva aspettare che Monsignore se ne andasse.
GUIDO - S! Lei sa come sono questi prelati. Parole lente, elucubrate ... ogni tanto una presa di tabacco, una citazione latina ... Il tempo stringeva e allora ...
PAOLA - Ma come, ha avuto il coraggio?
GUIDO - Eh, la risorsa della disperazione: un pezzetto di zucchero ... pst, pst ... e dietro la prima tenda ... trac! (accenna a mettersi il cane sotto il braccio).
PAOLA - Miserabile! Miserabile!
GUIDO - Eh s, miserabile, lo riconosco.
PAOLA - Rubare! E rubare con abuso di fiducia e con l'astuzia la pi raffinata ... Lo zucchero, lo zucchero, rubato anche quello nella zuccheriera dell' Ambasciatrice!... Come un volgarissimo Arsenio Lupin!
GUIDO - Il ladro gentiluomo.
PAOLA - Non faccia dello spirito! E proprio fuori di posto! E ora ha messo anche noi in un bel pasticcio.
GUIDO - Perch?
PAOLA - Bella figura se lo trovano qui! Passiamo per complici, manutengoli, ricettatori di cani rubati: il disonore che entra nella casa, forse la prigione, la rovina ...
GUIDO - Ma non tema, signora, non tema: non lo troveranno.
PAOLA - Che cosa ne sa lei?
GUIDO - Sono io l'incaricato delle ricerche.
PAOLA - Lei?!
GUIDO - Sicuro: l'Ambasciatrice mi copre della sua fiducia.
PAOLA - Disgraziata!
GUIDO - Mi ha detto: Mantero, lei che ha un' anima nobile, mi trovi il mio Escamilo! .
PAOLA - E lei?
GUIDO - Io? Lo sto cercando.
PAOLA - abominevole, abominevole
GUIDO - L'ambasciatore, per quest' affare, mi ha esonerato da ogni incarico.
PAOLA - Povera gente! Io penso al dolore di quella povera signora, di quella santa donna!
GUIDO - Oh, straziante! Crisi di lacrime, svenimenti ... Gira per i saloni discinta ... Ogni tanto irrompe nello studio dell' Ambasciatore atterrito e gli grida: L'hai trovato? .
PAOLA - E lui?
GUIDO - Paralizzato! Le pratiche si accumulano in ogni dove. Tutto fermo. Il congegno politico si arrestato di botto.
PAOLA - E lei, lei non ha rimorsi?
GUIDO - Oh s! Sono pieno di rimorsi! Tanto pi che un momento gravissimo per la Silvania: scoppiata la rivoluzione, si incendiano le chiese, i conventi ... ora si perde il cane ...
PAOLA - Ma io mi domando ... Lei si introduce nelle case, ruba i cani, mette in subbuglio le nazioni ... Ma perch? A che scopo? Si pu sapere che cosa vuole?
GUIDO - Che cosa? Una cosa molto semplice: la resa di Tit.
PAOLA - Senta, Mantero, vogliamo parlarci chiaro?
GUIDO - Parliamo pure.
PAOLA - Sono otto giorni che lei impone la sua presenza in questa casa ...
GUIDO - Impongo?
PAOLA - S, impone, impone. Approfitta della gentilezza dei miei e dell'imbarazzo in cui mi ha messa; perch ormai io non posso pi dire la verit: chiss che cosa si penserebbe. Ma questo non pu assolutamente continuare. Lei un gentiluomo e deve capirlo.
GUIDO - Ma per i cani.
PAOLA - E allora se per i cani, si occupi di loro! C' bisogno di star sempre qui, vicino a me? Vada nel giardino, nell' orto, nella serra: c' tanto spazio in questa villa!
GUIDO - Vuole che mi nasconda sotto i vasi?
PAOLA - Voglio che se ne vada, capisce, che se ne vada!
GUIDO - Ma dove? A girare per i viali come un filosofo antico?
PAOLA - C' mio marito laggi: vada a parlare con lui.
GUIDO - Ah no, troppo noioso.
PAOLA - Non parli male di mio marito! Un uomo onesto, leale, laborioso, tutto dedito alla casa, alla famiglia ...
GUIDO - Ah s! ... Saggio, studioso, che passa le sue giornate a coltivare gli ortaggi, accoppiare i piccioni, infilzare le farfalle ...
PAOLA - Molto meglio di quello che fa lei.
GUIDO - Io? Che cosa faccio?
PAOLA - Ma vada l, che si capisce, si capisce benissimo!
GUIDO - Che cosa? Io aspetto che la sua Tit diventi pi mansueta ...
PAOLA - S! La mia Tit!
GUIDO - ... che sia meno sanguinaria, meno mordace ...
PAOLA - Povera bestia!
GUIDO - E che quel bravo giovine di Escamillo possa fare il suo dovere ...
PAOLA - Senta, Mantero: se non se ne va lei, me ne vado io.
GUIDO - Eh, ma come si fa? Io sono l'ospite: lei non pu lasciarmi solo: che cosa si penserebbe?
PAOLA - Ah s? E allora va bene. (si mette a sedere).
GUIDO - (un silenzio). Possiamo conversare?
PAOLA - Ah no! Compagnia quanta ne vuole, ma niente conversazione.
GUIDO - (una pausa. Leva il portasigaarette). Permette?
PAOLA - No!
GUIDO - (una pausa. Si alza, va al telefono e compone un numero).
PAOLA - Che cosa fa?
GUIDO - Telefono; visto che non posso parlare. A me fa male star zitto. Pronto? Parlo con l'Ambasciata di Silvania? Vorrei parlare con Sua Eccellenza l'Ambasciatrice. (a Paola) Povera donna! Mah! (telefonando) Pronto. S, Eccellenza, sono io. dall' alba, Eccellenza. Finora nulla. Sono qui in un pittoresco angolo di Trastevere. Ho seguito delle tracce che forse ... Ah no! Una speranza proprio non posso dargliela ... ma chiss? Sono qui col brigadiere dei carabinieri. Oh, arrabbiatissimo! Sta formando un suo piano. Non me lo dica, non me lo dica! Sono desolatissimo. I miei omaggi. Il brigadiere la ossequia. Grazie, Eccellenza. (va a sedersi mormorando): Povera donna! (rimangono tutti e due taciturni. Lunga pausa). (Entrano dal fondo Cesare e Giovanna).
GIOVANNA - Ah, siete qua?
PAOLA - Oh, mamma ...
CESARE - Ti cercavamo.
PAOLA - Stavo conversando col signor Mantero ...
GUIDO - (inchinandosi). Signora ... Generale ...
CESARE - Buon giorno, buon giorno ...
PAOLA - Avete fatto la vostra passeggiata?
GIOVANNA - S, siamo andati a prendere una granita di caff con panna.
CESARE - E la panna era acida!
GIOVANNA - E Andrea dov' ?
PAOLA - coi cani. Anzi, vado anch'io a vedere quelle care bestiale. (a Guido) Lei mi permette, vero? Ora ha la compagnia!
GUIDO - Prego, signora.
PAOLA - (esce). (Un momento d'imbarazzo).
CESARE - Prego. (indica a Guido una seggiola).
GIOVANNA - S'accomodi.
GUIDO - Grazie. (seggono).
CESARE - (un silenzio). Caldo, eh?
GUIDO - S, un poco.
GIOVANNA - Oh, ma non possiamo lamentarci.
CESARE - (porgendo dei sigari). Desidera?
GUIDO - Grazie: fumo sigaretta. (offrendo alla signora) E lei, signora?
GIOVANNA - Oh, io le pare? ... (un silenzio) Vuol prendere qualche cosa?
GUIDO - Grazie, signora, niente. (silenzio) Chiss che cosa staranno combinando quelle care bestiole!
CESARE - Mah!
GUIDO - (silenzio) Lei, Generale, ama i cani?
CESARE - Li detesto.
GUIDO - (silenzio). Sarei curioso d'andare a vedere ... (Cesare e Giovanna si scambiano uno sguardo). (Un silenzio) Anzi, se permettono, quasi quasi ... Permette, signora?
GIOVANNA - (breve, fredda). Vada, vada.
GUIDO - Generale?
CESARE - S... vada.
GUIDO - Grazie ... (uscendo) Sono proprio curioso ... ( uscito).
CESARE - Hai visto?
CESARE - Non vedeva l'ora d'andarsene. I cani! Bella scusa! Tutto il giorno tra i piedi!
GIOVANNA - Oh Dio... tutto il giorno ...
CESARE - E quel mammalucco di tuo figlio lo invita anche a pranzo! Si annega nel ridicolo!
GIOVANNA - Cesare, tu esageri.
CESARE - No, io vedo! E vedo bene. Certe cose le capisco a volo. Un uomo giovane, vicino a una donna giovane e bella ... Eh, cara mia, si sa come finiiscono queste cose.
GIOVANNA - Ma perch voler cercare il male dove non ? venuto qui per il suo cane, e si capisce che si interessa ...
CESARE - Ah, si interessa! I cani stanno nel giardino e lui qui con Paola; Paola esce e dopo due minuti lui la raggiunge; se Paola ritorna, vedi che ritorna anche lui. E intanto quell' oca di tuo figlio sta l ad accoppiare i cani! Vedr che bell'accoppiamento quando meno se l'aspetta!
GIOVANNA - Cesare, non dire assurdit!
CESARE - (deciso). No, no, cara mia, qui bisogna provvedere, provvedere subito.
GIOVANNA - Provvedere che cosa?
CESARE - Aprire gli occhi a quel citrullo di tuo figlio.
GIOVANNA - Senti, Cesare, tuo figlio non ha bisogno che tu ti occupi delle cose sue.
CESARE - E io invece dico che tuo figlio coi suoi pomodori e i suoi fagioli, un bel giorno si sveglia con ...
GIOVANNA - Cesare!
CESARE - ... e bisogna chiamarlo alla realt.
GIOVANNA - Ma lasciala stare la realt, che le cose vanno a posto da s senza bisogno di nessun intervento.
CESARE - Lo so, lo so come vanno a posto.
GIOVANNA - Ma non capisci? ...
ANDREA - (entra dal fondo. sporco, impolverato, specie alle ginocchia, segno evidente che rimasto a terra per molto tempo). Pap ...
CESARE - (voltandosi, secco) Che cosa c?.
GIOVANNA - Ma che ti sei fatto?
ANDREA - Perch?
GIOVANNA - Tutto sporco che fai piet!
ANDREA - Oh, un po' di polvere. (sbattendo via la polvere) Roba da nulla. Senti, pap, avresti dello spago?
CESARE - Dello spago? Cosa vuoi farne?
ANDREA - Mi serve; perch, vedi, adesso siamo a questo punto: Tit entrata nella serra, ma sta rannicchiata vicino alla porta. Escamillo sta davanti all'altra porta, ma non ha il coraggio d'entrare. Voi vedete la situazione ...
CESARE - Vedo, vedo!
ANDREA - Fra i due ci sono pi di dieci metri; in mezzo c' il tegamino con la pappetta. Tutti e due vorrebbero mangiare, ma non hanno il coraggio di avvicinarsi. Ora come si risolve situazione?
CESARE - Ma, scusami, non hai proprio niente di meglio da fare?
ANDREA - Pap, questo il momento, critico. E io ho avuto un'idea buonissima: lego i due cappi dello spago ai due manici del tegamino, poi a distanza tiro da un parte: il tegamino va verso Tit: Tit sente l'odore della pappetta e s'avvicina; allora io tiro l'altro spago e faccio procedere il tegamino verso Escamillo, che anche lui s'avvicina ... Mi capite?
CESARE - Si, si!
ANDREA - Il tegamino va dall'una all'altro: tron tron, tron, tron ... le distanze diminuiscono finch tutti e due si trovano col musetto uno contro l'altro; e allora ... allora il tegamino ha fatto la sua parte e ...
CESARE - Magnifico! Ah, tu sei proprio nato per questo mestiere!
ANDREA - Cosa vuoi, pap, mi diverto.
CESARE - Si, s: tu ti diverti e intanto ...
GIOVANNA - (interrompendolo). Cesare!... dagli lo spago.
CESARE - E va bene! Gli dar lo spago!
ANDREA - Ma no, pap, non t'incomodare. Vado io: basta che tu mi dica dov'.
CESARE - in camera mia, nel cassetto del comodino.
ANDREA - Grazie, pap. (via in fretta).
CESARE - (rabbioso). Il tegamino! Ma si pu essere pi imbecilli?
GIOVANNA - No, Cesare, non parlare cos!
CESARE - E come vuoi che parli? Vuoi che gli dia una mano a tirare il tegamino? Eh, cara mia, qui bisogna parlare, metterlo in guardia.
GIOVANNA - Bravo: per farlo diventare sospettoso, irascibile.
CESARE - Meglio! Cos sapr difendersi.
GIOVANNA - Ma niente affatto! Ricordati, mio caro, che la fiducia del marito una forza per noi donne.
CESARE - Comoda, comoda la fiducia del marito!
GIOVANNA - Sicuro! E se invece il marito comincia a essere geloso, fa perdere la pazienza e allora ...
CESARE - (deciso). No, no, le tue teorie non mi vanno: gli parlo subito senza indugio.
GIOVANNA - No, senti, Cesare, tu non lo farai.
CESARE - Sicuro che lo far! Adesso quando scende con lo spago glielo preparo io il tegamino.
GIOVANNA - Cesare, tu non farai questa sciocchezza.
CESARE - No, no: so quel che faccio.
GIOVANNA - Cesare, senti ...
CESARE - Oh insomma! Sono s o no il capo della famiglia?
GIOVANNA - E allora se la pigli cos, bisogna che ti dica una cosa ...
CESARE - Che cosa?
GIOVANNA - Una cosa che non avrei voluto mai dirti ... un segreto che avrei portato con me nella tomba ...
CESARE - (impressionato). Un segreto?
GIOVANNA - Cesare, anch'io mi sono trovata nelle stesse condizioni di Paola ...
CESARE - Tu?!
GIOVANNA - Si, trent'anni fa ... C'era un ufficiale di marina ...
CESARE - Ufficiale?
GIOVANNA - S, quel Lucchesi, te lo ricorderai, quel siciliano, pieno di fuoco che ballava cos bene il valzer ...
CESARE - Ebb?
GIOVANNA - Mi faceva la corte.
CESARE - Ti faceva la corte? Quello l?
GIOVANNA - S, accanita, senza darmi un momento di tregua.
CESARE - E io?
GIOVANNA - Mah! Tu non vedevi . .. . niente, non capivi niente.
CESARE - Possibile?
GIOVANNA - Eh, proprio cos. Ebbene, se in quel momento ci fosse stato un imbecille che fosse venuto a dirti: Guarda che tua moglie riceve dei biglietti ...
CESARE - Dei biglietti?
GIOVANNA - S, dei biglietti: ... fa delle passeggiate nei dintorni ...
CESARE - Anche le passeggiate?
GIOVANNA - S, in campagna fuori di porta ...
CESARE - Tu facevi questo?
GIOVANNA - S.
CESARE - E io? Ma io?
GIOVANNA - Mah, cieco! Beh, se tu avessi saputo, avresti cominciato a farmi delle scene, saresti diventato insopportabile; e io avrei finito per commettere qualche sciocchezza.
CESARE - Ma non capisci che enorme quello che mi dici?
GIOVANNA - Lo so, ma non c' stato nulla. Di fronte alla tua fiducia, alla tua beata ignoranza, tua moglie si trovata sola a regolarsi, sola, a tu per tu colla sua coscienza, sola a decidere: e ha deciso. E mi son detta: Ma come? Quel pover'uomo che non sa niente, che non vede, non capisce niente, che laggi al campo ... ricordo che in quel momento tu eri al campo, alle esercitazioni di tiro ... poverino ... in mezzo alle fatiche, alle privazioni, alle cannonate ... e io dovrei ... Ah no! no, no! Sia di Cesare quel che di Cesare. E cos stato.
CESARE - Ma come? Tu? Tu, la donna virtuosa, l'esempio di tutta l'armata ... che andavi a spasso fuori di porta ...
GIOVANNA - Cesare! Non vorrai mica farmi una scena di gelosia dopo trent'anni!
CESARE - Ma ...
ANDREA - (entra con un gran gomitolo di spago e comincia a misurarne a braccio una certa lunghezza) Hai le forbici, mamma?
GIOVANNA - Eccole, caro. (va a prenderle da un cestino da lavoro e gliele d).
ANDREA - Grazie. Questo deve bastare. Avete visto Paola?
GIOVANNA - Non venuta da te?
ANDREA - Da me? No.
GIOVANNA - Ma tu non eri nella serra?
ANDREA - Ah, no! Per carit! Alla serra non deve avvicinarsi nessuno: basta un momento per mandar tutto all'aria!
PAOLA - ((entrando agitata). Ah, sei qua?
ANDREA - S, sono qua. Non sarai mica entrata nella serra?
PAOLA - S: ti cercavo ...
ANDREA - Nella serra?! Ma come? Sei entrata dentro?
PAOLA - S, sono entrata.
ANDREA - Oh, Dio buono! Ma allora tutto rovinato! (a Cesare e a Giovanna) Avevo combinato tanto bene perch nessuno s'avvicinasse ... Pasquale al principio del viale, l'Isolina dalla parte dell'orto, la Rosina vicino al garage ... Ma come? t'hanno lasciata entrare?
PAOLA - Sono passata dal frutteto.
ANDREA - Ah, eri tu!
PAOLA - Come, ero io?
ANDREA - Oh, santo Dio!. .. Vedi, io m'ero infilato dentro quel gran vaso da limoni, che sta rovesciato, a guardare dal buco (a Cesare), perch da quel buco si vede buona parte della serra ... Ora mi ricordo che ho udito dei passi e ho fatto sccciii!!
PAOLA - Tu?! Come hai fatto?
ANDREA - Sccciii ... l!
PAOLA - Ah, eri tu?!
ANDREA - S, io.
PAOLA - Dentro il vaso?
ANDREA - S, perch?
PAOLA - (riprendendosi). Niente, niente ... Ma che idea di fare sccciii ... T'avevo preso per una biscia.
ANDREA - Sentivo dei passi, volevo impedire ... Ma ti sei fermata molto nella serra?
PAOLA - Macch! Ho dato appena un' occhiata.
CESARE - (lento a Paola). E il signor Mantero non l'hai visto?
PAOLA - Io? No.
CESARE - Era venuto anche lui a vedere i cani.
ANDREA - (allarmato). Anche lui!
GIOVANNA - Ma sar andato da un'altra parte: il giardino cos grande. (va a porsi risoluta di faccia al marito).
ANDREA - Oh, Dio buono! Speriamo che non 1'abbiano lasciato passare. (si avvia rapido).
CESARE - (non sopportando lo sguardo della moglie si alza per uscire, ma giunto sulla soglia si volge minaccioso) Giovanna?
GIOVANNA - (risoluta). Cesare?
CESARE - Devo farti ancora qualche domanda.
GIOVANNA - Domanda?
CESARE - S, sull' argomento di poco fa.
GIOVANNA - Vengo.
PAOLA - Che argomento?
GIOVANNA - Niente, niente: opere di beneficenza ...
CESARE - S, opere di beneficenza di tua madre!
GIOVANNA - (severa). Cesare!. ..
CESARE - Ha un gran cuore tua madre ... grandissimo!
GIOVANNA - (minacciosa). Cesare!
CESARE - (con rabbia). Andiamo! (escono).
PAOLA - (rimasta sola, prende una decisione; va alla scrivania e scrive nervosamente una lettera).
GUIDO - (entra non veduto e siede su una poltrona vicino alla vetrata).
PAOLA - (ha finito di scrivere; chiude la lettera si alza, si volge, vede Guido. Ha un gesto di dispetto: poi decisamente va verso di lui e seccamente gli porge la lettera). Per lei.
GUIDO - Per me? (prende la lettera) Permette? (legge, sorride) Senta, signora ...
PAOLA - Niente! Non sento niente: le ho scritto perch non voglio che lei mi rivolga pi la parola.
GUIDO - (rassegnato). Va bene: risponder per iscritto. (va alla scrivania, comincia a scrivere).
PAOLA - (dopo un istante, con impazienza). inutile che scriva; tanto non leggo.
GUIDO - Peccato: ci avrei messo dei pensierini cos carini ... (straccia lentamente il foglio) Per senta, signora ...
PAOLA - Le ripeto che non voglio ascoltare! Anzi ... (va a suonare il campanello).
GUIDO - Che cosa fa?
PAOLA - Chiamo per farla accompagnare.
GUIDO - Dove?
PAOLA - Al cancello, sulla strada ...
GUIDO - Mi caccia?
PAOLA - S, la caccio.
GUIDO - Oh! ... Non le sembra un provvedimento eccessivo?
PAOLA - Eccessivo? Uno che ha osato abbracciarmi?
GUIDO - Abbracciarla? ... Mettiamo le cose a posto: ero un passo dietro di lei: lei ha avuto un sobbalzo ha indietreggiato ... io l'ho sostenuta .
PAOLA - Ah, ha un bel modo lei di sostenere la gente.
GUIDO - Certo ... quando sostengo, lo faccio con convinzione: lei stava per cadere ...
PAOLA - Sfido! Avevo preso paura.
GUIDO - S, lo so, della biscia ...
PAOLA - Macch biscia! Era mio marito.
GUIDO - Suo marito?
PAOLA - S. S'era nascosto dentro un vaso a sorvegliare.
GUIDO - Noi?
PAOLA - No, i cani. Ha udito passare, ha fatto sccciiil...
GUIDO - Ah ... (sorride) Che pensiero gentile!
PAOLA Mantero!
ROSINA - (entrando). La signora ha chiamato?
PAOLA - (violenta). S.
GUIDO - (subito). No, no! Sono stato io..
PAOLA - Che?
GUIDO - S, io: stavo appoggiato alla tavola non mi ero accorto del campanello e allora (suona).
PAOLA - Ma!....
GUIDO - Ma s, guardi ... (continua a suonare)
PAOLA - Ma ...
GUIDO - Grazie, cara figliola, andate pure.
ROSINA - (esce).
PAOLA - (disperata, con un nodo di pianto alla gola). Qui si va nell'inverosimile, nell'assurdo. una situazione nella quale soffoco ... non respiro pi. Non comando pi, non conto pi ... non sono pi niente! Non c' che lei che comanda, dispone ... Tutti burattini!
GUIDO - Ma ...
PAOLA - Ma niente! Tutti diminuiti ... ridicoli. Anche il fatto di chiamare la cameriera ... ridicolo ... ridicolo! Non connetto pi, non mi riconosco pi! Una persecuzione che dura da otto giorni, sono diventata il suo zimbello, il suo giocattolo ... fino a farle credere ...
GUIDO - Signora ...
PAOLA - Oh, la capisco, sa, la capisco la sua condotta! Aspettare ... aspettare un momento di debolezza! Non verr, sa, non verr, gliela giuro, non verr mai! Ma questo stato di cose ... questo
agguato, questo spiare continuo, senza un momento di tregua, di respiro ... Anche i nervi, santo Dio, hanno la loro resistenza! Basta! Basta! Non ne posso pi! (breve silenzio) Non otterr niente . niente, niente! Non far che del male . inutilmente, stupidamente ... e non arriver nemmeno a capirlo (cacciando il pianto in gola) ... nemmeno a capirlo ...
GUIDO - (dopo qualche momento di esitazione). Non so come dirle il mio dispiacere, il mio avvilimento. Vorrei domandarle perdono, ma ... (un breve silenzio) Sapevo di essere un ragazzo, uno sciocco ... ma adesso lei mi fa capire che sono stato anche un cattivo, un disonesto ... Bisognava cacciarmi via il primo giorno: sarebbe stato meglio: meglio per tutti ... anche per me. (un silenzio; poi lentamente si dirige alla porta. Si ferma) L'assicuro che ... porter con me un ricordo che le sue parole d'ora hanno purificato ... porter con me una sofferenza che ... sento mi far del bene. Grazie, signora. (esce).
PAOLA - (resta un momento sospesa, quasi stupita dell'inaspettata soluzione. Fa l'atto di sedersi, ma s'accorge che sta per schiacciare il cappello di Guido. Lo prende e si guarda intorno sorpresa, col cappello in mano).
GUIDO - (riappare sulla soglia).
PAOLA - (si volge, lo vede).
GUIDO - ... Scusi ... il cappello ...
PAOLA - Ecco. (glielo porge).
GUIDO - Grazie ... (resta un momento indeciso) Volevo anche dirle che se in mezzo a tanta fatuit ... a tanto male ... qualche cosa di buono potesse essere ricordato ... se vuole ... non lo dimentichi ... (un silenzio. Rigirando il cappello fra le mani) Sarebbe troppo doloroso l'aver lasciato qua solo un senso di disgusto, di ... ribrezzo. (a un breve gesto di Paola) S, s, di ribrezzo!
PAOLA - Beh ... adesso non faccia la tragedia.
GUIDO - No, signora, non faccio la tragedia; ma il dramma, il mio dramma resta. Lei con le sue parole, ha scoperto la parte pi triste, pi arida del mio carattere. Lei mi ha messo di fronte a quella che la mia inguaribile malattia: ... l'incoscienza. Ne ho avuto sempre la sensazione ... anche la paura ... ma non avevo mai trovato nessuno che me 1o avesse detto con cos credule precisione. Ancora una volta le chiedo perdono e ... me ne vado. (si avvia lentamente. Poi, sulla soglia, con un singulto) Grazie.
PAOLA - Senta, Mantero, non voglio che ...
GUIDO - No, no ... Sento che non posso restare un minuto di pi in questa casa. (fa ancora l'atto d'andarsene; poi volgendosi con un gesto di disperata irresolutezza) Perch vede, vede ... (depone il cappello) Il male, il male ... che sento di non poter pi risollevarmi. un destino, un destino che pesa su di me!... Capir, orfano fin dalla pi tenera infanzia, affidato a gente estranea ... fra i Gauchi, laggi nelle sconfinate praterie dell' Arizona ... gente avida, rapace, senza legge n regola ... come poteva crescere un fanciullo? Non tenerezze, non la luce di un affetto ... solo la presa dell'istinto a cui ho obbedito come una bestia, s, come una bestia!
PAOLA - Ma andiamo ... non dica questo.
GUIDO - No! Bisogna dirlo! Bisogna affondare il bisturi nella piaga fino a farla sanguinare! (breve pausa) Anche 1'amore, che cos' l'amore per me? La legge della Pampa. Si vede una donna ... l, al laccio!. .. E poi gi, una mano sulla preda, l'altra al coltello per difendersi ... cinque minuti di piacere e poi via a cavallo per altri destini.
PAOLA - Ma che orrore!
GUIDO - E anche questa volta che cosa sono venuto a fare in questa casa? Che bisogno avevo di profanare quest'ambiente onesto, sereno, colla mia bassezza, colla mia turpitudine?
PAOLA - Ma non si avvilisca a questo modo. Mi fa pena sentirla parlare cos.
GUIDO - No, la prego! Non sprechi la sua bont per un essere che non merita. (avviandosi con un singhiozzo) Addio signora. .
PAOLA - Senta, Mantero ... non voglio ...
GUIDO - No! Non mi dica nulla, non mi dica nulla!
PAOLA - Ma no! Io non voglio che se ne vada cos.
GUIDO - (avvicinandosi).Mi lasci andare!
PAOLA - Ma no! Adesso sono io che le dico di restare. (breve silenzio) Non immaginavo con le mie parole di toccare un tasto cos doloroso; non supponevo ... Vede, adesso ho rimorso di quello che ho detto.
GUIDO - (lasciandosi cadere su una sedia). No! Non abbia rimorso, non abbia rimorso!
PAOLA - (impressionata). ma andiamo, non faccia cos! (a un singhiozzo di lui) Su, su, Mantero ... Perch scoraggiarsi a questo modo?
GUIDO - (disperatamente). Perch Perch non c' pi rimedio.
PAOLA - Ma no! Bisogna levarseli questi brutti pensieri ... dimenticare completamente, come se il passato non esistesse ... (breve silenzio) E poi ... vuole che le dica una cosa? Nel suo fondo c' del buono, c'.
GUIDO - Oh!. ..
PAOLA - Certo bisogna trovarla questa bont, farla affiorare, tirarla su, su ...
GUIDO - (passando a sedere sul divano vicino a lei). Ma come, come tirarla su?
PAOLA - Eh, si cerca, si prova. Vede ... io credo che lei avrebbe bisogno di qualcuno che esercitasse un' autorit su di lei ... (breve silenzio) Senta Mantero ... non so come dirle ... Mantero, vuole che proviamo?
GUIDO - Provare?
PAOLA - S. Sarei tanto felice di aiutarla a riprendersi, a ritrovare la sua bella fiducia.
GUIDO - Oh, signora ...
PAOLA - Alle volte, sa quanto bene pu fare una voce amica?
GUIDO - Oh, tanto, tanto!
PAOLA - Ebbene, io non chiedo di meglio che essere questa voce ...
GUIDO - Oh ...
PAOLA - .. .la sua confidente, la sua amica ...
GUIDO - Oh, signora!
PAOLA - Ecco: direi quasi ... la sua mamma ...
GUIDO - Oh, la mammina! (si prende la testa fra le mani).
PAOLA - S, la mammina di un ragazzaccio un po' discolo, che ha bisogno di molti rimproveri, ma anche ... d'un po' di tenerezza.
GUIDO - Oh! Oh la tenerezza, la tenerezza! Se sapesse quanto ho bisogno di tenerezza, signora! (le prende le mani).
PAOLA - (un po' impressionata). Ma s, caro ... s.
GUIDO - Lasci che io baci queste sue mani generose (le bacia furiosamente le mani). La mia mammina ... me lo dica, me lo dica, che la mia mammina.
PAOLA - S, s... glielo dico, ma ...
GUIDO - Me lo ripeta, me lo ripeta ancora!
PAOLA - (spaventata). Ma s, sono la sua mammina, ma mi lasci! (si alza e s'allontana).
GUIDO - Ho tanto bisogno di umiliarmi ...
CESARE - (entra per traversare la scena).
PAOLA - Oh, pap!
CESARE - Che c'?
PAOLA - (riprendendosi). Niente, niente, c' ... dicevo ... pap, dove vai?
CESARE - Vado a leggere in camera mia.
PAOLA - Ma allora resta qua, pap.
CESARE - Qua?
PAOLA - Ma s, c' la tua poltrona . Aspetta, aspetta ci metto un cuscino . La pipa, la pipa ce l'hai?
CESARE - S, s, ce l'ho.
PAOLA - Oh bravo! Vedi, qui stai meglio ...
ANDREA - (entra pi sporco, pi malandato di prima). Ma proprio una iettatura!
CESARE - Che c'? Non funziona il tegamino?
ANDREA - Ma no! Il tegamino funziona benissimo; anzi eravamo arrivati al punto buono. Ma a un tratto bau! bau! bau! .
CESARE - Bau, chi?
ANDREA - Il cane del Procuratore Generale. Ha cominciato ad abbaiare. Allora lei si spaventata, lui disorientato ... e siamo di nuovo in alto mare ...
CESARE - una cosa spaventevole.
ANDREA - Vedi, pap: adesso bisognerebbe che intervenissi tu.
CESARE - Io?!
ANDREA - S, tu. Bisogna far zittire quel cane.
CESARE - E cosa vuoi che faccia?
ANDREA - Non t'arrabbiare! una cosa tanto semplice: tu vai dal Procuratore Generale ...
PAOLA - Ma Andrea, perch? ..
ANDREA - Ma s, sono amici.
PAOLA - Ma pretendere che pap vada dal Procuratore Generale a far zittire il cane ...
ANDREA - Ma no! Non mi sono spiegato. Pap dice al Procuratore Generale: Andiamo a fare due passi? Il Procuratore Generale dice di s; e si portano via il cane. Non logico?
PAOLA - Ma no, stupido!
ANDREA - Perch stupido?
PAOLA - Ma s, stupido! Che pap debba disturbarsi ...
ANDREA - E allora va bene, va bene! Tutte le mie fatiche sono state inutili; io declino ogni responsabilit! Ho fatto tutto quello che era possibile, non sono stato aiutato ...
CESARE - Ma s, basta! T'aiutiamo. Finiscila! Andr dal Procuratore Generale!
PAOLA - Ma no, pap...
ANDREA - Paola!
CESARE - S, s! Perch se no questo non la finisce pi. (si avvia ed esce).
ANDREA - Grazie, pap. (si avvia).
PAOLA - E tu dove vai?
ANDREA - Dove vuoi che vada? Dai cani
PAOLA - Ancora dai cani?
ANDREA - Capirai, se non ci sono io ...
PAOLA - Ma cosa ci fai tu?
ANDREA - Tutto faccio! (via).
PAOLA - (resta ferma a denti stretti. Si volge, incontra lo sguardo di Guido che con aria contrita fa atto d'avvicinarsi).
GIOVANNA - (entra dal fondo).
PAOLA - Oh, mamma!. ..
GIOVANNA - Cara ...
PAOLA - Brava, mamma brava! Vieni, vieni, mettiti qua a sedere un po' con noi. Hai il tuo lavoro?
GIOVANNA - L'ho lasciato in camera: aspetta ... (fa per avviarsi).
PAOLA - No, non andare, vado io. (si avvia).
GIOVANNA - No, lascia: tu non sai dove l'ho messo ... (si avvia per uscire).
PAOLA - (quasi con un grido). Guarda mamma!
GIOVANNA - (si volta un po' meravigliata). Che c'?
PAOLA - Volevo ... aspetta c' 1'album dei ricami per quel cuscino l'ho qua, guarda ... (va a cercarlo nervosamente in una scansia, fra delle riviste) Ma dov' quest' album? Ah, eccolo. (ritornando) Aiutami a scegliere. Ce n' uno che mi sembra ... (sfoglia l'album in fretta, mentre Giovanna un po' insospettita, si avvicina) Ecco, sono indecisa fra questo ... Che ti sembra questo?
GIOVANNA - Pu andare.
PAOLA - (sfogliando ancora). Ma vedi, c' anche questo che ...
ISOLINA - (entrando). Signora ...
PAOLA - Che c'?
ISOLINA - Volevo dire una parola alla signora ... (accenna a Giovanna).
PAOLA - Dilla, avanti!
ISOLINA - Ma ... (guarda Guido). Se la signora potesse venire un momento di l ...
PAOLA - Non pu, non pu.
ISOLINA - Sa, signora ... , per le melanzane ...
GIOVANNA - Ah, le hai fritte?
ISOLINA - Sissignora, le ho gi messe nello stampo.
GIOVANNA - E il burro sotto ce l'hai messo?
ISOLINA - Nossignora.
GIOVANNA - Oh, santo cielo, ma allora s'attacca tutto. (si avvia).
PAOLA - Senti, mamma, vado io ...
GIOVANNA - No, cara, bisogna che vada io. (a Isolina) Chiss che pasticcio hai fatto! T'avevo spiegato tanto bene ... spalmare lo stampo di burro, poi uno strato di melanzane, uno strato ... (esce con Isolina). (Paola resta immobile, l'album fra le mani. Non osa voltarsi, n guardare Guido. Con fare stanco, malinconico, egli si alza e lentamente le si avvicina. Essa un po' smarrita si allontana, per mettere l'album nella scansia e si ferma presso quella. Guido si avvicina di nuovo, sempre pi comicamente afflitto e sconsolato, cos a ogni spostamento di Paola, Guido la segue. Fin che Paola, sempre pi turbata si siede in un angolo del divano. Guido, sempre con fare dolente, va a sedersi all'altro estremo. Un silenzio).
ANDREA - (appare da destra eccitato, ansante. A bassa voce). Mi raccomando, che nessuno si muova! Ci siamo! Sono l, l! L, l! (via dal fondo).
PAOLA - (quasi col pianto nella voce). Povera Tit... povera Tit... Tutto, tutto congiura contro di lei! La lasciano sola ... senza difesa tutti contro ... non pu pi salvarsi .
GUIDO - (durante le parole di Paola le si accostato, le ha presa una mano e a poco a poco, quasi condividendo la di lei commozione, l'attira a se).
PAOLA - Povera bestiola ... povera best ...
GUIDO - (improvvisamente le chiude la bocca con un bacio lungo a cui ella s'abbandona).
ANDREA - (di fuori, trionfante). Paola? Paola!... Finalmente!
PAOLA - (con uno scatto improvviso si divincola, balza in piedi, passa la mano sulla bocca e, fissando Guido con disperato rancore). Escamillo! (fugge a destra).
FINE DEL SECONDO ATTO
ATTO TERZO
La stessa scena del secondo atto.
GIOVANNA - (sta cercando di adattare alla spalliera di una seggiola una grossa matassa di lana per dipanarla).
ANDREA - (entra con un foglio in mano e va a sedersi alla scrivania).
GIOVANNA - Ti disturbo, Andrea?
ANDREA - No, tutt'altro!
GIOVANNA - Mi sono messa qui perch si sta pi freschi. Che ore sono?
ANDREA - Le sei.
GIOVANNA - (un silenzio). Che fai?
ANDREA - Sto riguardando il conto del muratore: trecento lire per riparazioni alla vasca; ma con trecento lire si fa la vasca nuova!
GIOVANNA - tornata Paola?
ANDREA - S, poco fa. Non capisco come sia scesa in citt con questo caldo: uscita alle tre.
GIOVANNA - Credo che dovesse andare dalla sarta.
ANDREA - Va bene, ma alle tre ...
GIOVANNA - Sai come sono le sarte per noi donne ... (un silenzio. Si guarda attorno). Se ce ne fosse una con la spalliera pi larga ...
ANDREA - La spalliera pi larga?
GIOVANNA - S, per dipanare.
ANDREA - Ma t'aiuto io!
GIOVANNA - Cosa, vuoi tenere una matassa tu?
ANDREA - Ma s! Non ho niente da fare.
GIOVANNA - Allora grazie.
ANDREA - Da' qua ...
GIOVANNA - Ecco ... cos.
ANDREA - Com' morbida! Che ne fai?
GIOVANNA - Un golf.
ANDREA - Per te?
GIOVANNA - Un golf rosa per me? per la bambina del giardiniere.
ANDREA - Sar contenta!...
GIOVANNA - Poi far un pullower per te.
ANDREA - Un pullower?
GIOVANNA - Lo gradisci? ..
ANDREA - Mi dispiace, mamma, ma arrivi in ritardo; ne ho avuti oggi due in regalo.
GIOVANNA - Da chi?
ANDREA - Da Paola.
GIOVANNA - Paola?
ANDREA - Me li ha portati su ora.
GIOVANNA - Ma qualche festa?
ANDREA - No, cos. Carina, vero?
GIOVANNA - S. .. molto carina.
ANDREA - (breve pausa). Per mi par strano ...
GIOVANNA - Che cosa?
ANDREA - Non so ... credo sia la prima volta che Paola ha avuto un pensiero cos ...
GIOVANNA - Un momento: c' un nodo.
ANDREA - Cosa devo fare?
GIOVANNA - Fermo, fermo! Ecco ... ecco fatto.
ANDREA - Come siete abili voi donne a sciogliere i nodi! Io ci avrei messo mezza giornata e forse l'avrei imbrogliata di pi.
GIOVANNA - Eh, caro mio, in generale le matasse sono sempre gli uomini che le imbrogliano; poi tocca alle povere donne di scioglierle.
ANDREA - (un silenzio). Mamma ...
GIOVANNA - Che c'?
ANDREA - Vorrei dirti una cosa.
GIOVANNA - Dimmi, caro ...
ANDREA - No, te la dico dopo, se no mi si imbroglia la matassa ...
GIOVANNA - Eh be', c' sempre la mamma per districarla. Che c'?
CESARE - (di fuori). Giovanna?
ANDREA - C' pap ... Ti dir dopo: tanto non c' fretta.
GIOVANNA - Come vuoi.
CESARE - Giovanna? (entrando con un pacco) Ah, sei qui?
ANDREA - Buon giorno, pap.
CESARE - Buon giorno.
GIOVANNA - Che quel pacco?
CESARE - Niente, niente, roba mia. (leva di tasca delle lettere e dei giornali).
ANDREA - La posta?
CESARE - S, l'ho presa al cancello. La tua la metto qua. (mette la corrispondenza d'Andrea sulla scrivania).
ANDREA - Grazie.
GIOVANNA - (finendo di dipanare). Ecco fatto: grazie caro.
ANDREA - Niente, mamma. (va alla scrivania).
GIOVANNA - (a Cesare). Che c' di nuovo sul giornale?
CESARE - Un articolo di tre colonne per farci sapere che fa caldo: come se non ce ne accorgessimo.
ANDREA - (fra s). Oh, ma una cosa indegna!
GIOVANNA - Che cosa?
ANDREA - Mi arriva adesso 1'avviso di giacenza in stazione, dopo cinque giorni ...
CESARE - Che roba ?
ANDREA - Piante. (avviandosi) Imballate, senz' acqua, saranno mezze morte. ( uscito).
CESARE - Le piante! Pensa alle piante tu, pezzo di stupido!
GIOVANNA - Che cosa c'?
CESARE - Cosa c'? (va a guardare alla porta).
GIOVANNA - Ebb?
CESARE - C' quello che prevedevo. Tu! Tu, non hai voluto che parlassi! Lasciamo che le cose vadano per conto loro: tutto s'accomoda ... S, s, si accomodato bene! GIOVANNA - Ma insomma, che succede?
CESARE - Ero in via del Tritone, me ne andavo su, verso Piazza Barberini ... a un tratto chi vedo? Paola. Elegante come al solito, troppo elegante! Vestita di rosso come una bandiera.
GIOVANNA - Be', di moda.
CESARE - Ah, di moda? Senti, senti il seguito se di moda! Ho avuto l'idea di seguirla.
GIOVANNA - Perch poi?
CESARE - Ah, perch? Senti, senti: il bello viene adesso. Ha imboccato via Sistina, e poco prima d'arrivare alla Trinit dei Monti entrata per una porta (leva un pezzetto di carta) numero 64, via Sistina 64 ...
GIOVANNA - Be', sar andata dalla sarta.
CESARE - S, s, la sarta! Ci ho pensato anch'io. Infatti sono andato dal portiere e gli ho chiesto: Mi dica un po', sta qui una sarta, una modista? Niente: in questa casa non vi sono n sarte, n modiste.
GIOVANNA - Be' ... non so che ...
CESARE - Allora mi venuta un' altra idea, e ho chiesto: Scusi, abita qui per caso un certo signor Mantero? ...
GIOVANNA - Ebbene?
CESARE - (guardando il biglietto). Scala B, interno otto.
GIOVANNA - Otto?
CESARE - Otto, piano secondo.
GIOVANNA - Oh, Dio mio!
CESARE - Ma lascialo stare il tuo Dio, che in queste cose meglio che non c'entri!
GIOVANNA - Ma, scusa, hai veduto proprio bene?
CESARE - Ma andiamo! Non sono mica cieco.
GIOVANNA - Oh, Dio mio! Questo grave. Ma non so ... potrebbe darsi ...
CESARE - Che? Che cosa?
GIOVANNA - Parla piano, non arrabbiarti! Ammettiamo pure che sia andata da lui, ma questo non vuol mica dire ...
CESARE - Ah, no?
GIOVANNA - Forse doveva parlargli ... restituire un libro ...
CESARE - Ma in un' ora e mezza si restituisce la biblioteca Vittorio Emanuele!
GIOVANNA - Un'ora e mezza?
CESARE - Tre e venti, quattro e tre quarti.
GIOVANNA - Ma come? ... E tu sei stato l? ...
CESARE - Naturale; dove volevi che andassi?
GIOVANNA - E t'ha visto?
CESARE - No: sono entrato da un antiquario l in faccia. Anzi, guarda (levando di tasca un oggetto) ho comprato questa tabacchiera ... (arrabbiandosi) Capirai, dovevo pur fare qualche cosa!. .. (calmo) Mia cara: trecento.
GIOVANNA - Trecento? (la osserva).
CESARE - Un'ora e mezza! (a Giovanna) d'argento. M'era venuta la tentazione di salire, suonare alla porta e dire il fatto mio!
GIOVANNA - Oh, per carit!
CESARE - Infatti mi sono dominato e ho continuato ad aspettare. (con rabbia) Ah s! Aspettala! (calmo) Ho preso poi questi due affari (va a scartare il pacco).
GIOVANNA - (perplessa). Che cosa sono?
CESARE - Candelieri. Guarda: Maria Antonietta. Belli, eh?
GIOVANNA - S, ma ...
CESARE - E mica molto. Milleduecento.
GIOVANNA - (stupita). Milleduecento?
CESARE - (arrabbiandosi). Mi aveva chiesto tremila; gli avevo offerto milleduecento sperando non me li desse, invece lui cala cala ... (con rabbia) Lei non usciva!
GIOVANNA - Capisco, capisco.
CESARE - Non potevo mica dir di no. E poi qualche cosa dovevo pur fare: un' ora e mezza!
GIOVANNA - S, s, hai fatto bene.
CESARE - E ora dimmi tu che cosa facciamo!
GIOVANNA - Ma ... non so: ... un matrimonio: possiamo regalarli.
CESARE - Ma non parlo di quelli: parlo
di Paola.
GIOVANNA - Ah ...
CESARE - Adesso sarai convinta ...
GIOVANNA - Eh ...
CESARE - Ah ... eh! Non vorrai mica, spero che io continui a tacere.
GIOVANNA - E cosa vuoi fare?
CESARE - Cosa? E me lo domandi? Ma oggi stesso prendo quel mammalucco di tuo figlio e gli spiattello tutto!
GIOVANNA - No, guarda ...
CESARE - Non guardo niente. Ho seguito fin qui il tuo consiglio e me ne pento: adesso caschi il mondo, mio figlio deve sapere tutto. Perch, cara mia, nella nostra famiglia gli uomini possono avere avuto tutti i difetti, ma stupidi fino a questo punto mai.
GIOVANNA - Via, Cesare, non esageriamo.
CESARE - Ah, lo chiami esagerare? Ti porto le prove! Tacere, eh, diventare dei complici?
GIOVANNA - No, non dico questo: la cosa grave molto; ma non detto che.
CESARE - Che cosa?
GIOVANNA - Ma s. Molte volte, certe cose s'accomodano da s.
CESARE - Ah, s'accomodano?
GIOVANNA - Paola pu pentirsi, riprendersi ...
CESARE - Gi, la solita storia.
GIOVANNA - Insomma, mio caro, prima vediamo.
CESARE - E intanto ogni giorno io dovrei ritornare dall' antiquario.
GIOVANNA - Oh, per carit, questo no!
CESARE - Lo vedi anche tu ...
GIOVANNA - Ma andare a svelare una cosa cos orribile a quel povero figliolo, non pensi che ne fai un disgraziato?
CESARE - Peggio per lui: meglio disgraziato che imbecille.
GIOVANNA - E poi si provoca una tragedia; si fanno due infelici senza scopo.
CESARE - No, no. Basta, basta colle chiacchiere. Siamo arrivati a un fatto grave, gravissimo; e bisogna tagliar netto, brutalmente, spietatamente. Adesso lo chiamo e gli dico tutto.
GIOVANNA - No, Cesare, non lo fare.
CESARE - Sicuro che lo faccio! Anzi, guarda ... (fa per uscire).
GIOVANNA - No ... aspetta. (fa per trattenerlo).
CESARE - Non aspetto niente.
GIOVANNA - Cesare ...
CESARE - (liberandosi). Lasciami andare!
GIOVANNA - No, Cesare, sta' qui.
CESARE - Lasciami, ti dico!
GIOVANNA - (disperata). Insomma, Cesare ... Cesare! (breve silenzio) Tu mi costringi ...
CESARE - Che cosa c'?
GIOVANNA - Mi costringi a dire una cosa che non avrei mai voluto dire.
CESARE - Che cosa?
GIOVANNA - Un segreto che avrei portato con me nella tomba. Ma si tratta di mio figlio e accada quel che accada ...
CESARE - Giovanna!...
GIOVANNA - Cesare quando ti parlai di. quell'ufficiale Ebbene ... ti ho mentito.
CESARE - Mentito?
GIOVANNA - S.
CESARE - Mentito come?
GIOVANNA - Non vero che non ci sia stato niente ...
CESARE - Giovanna!
GIOVANNA - (facendogli subito segno coll'indice). Una volta una volta sola ...
CESARE - Che?! (un silenzio. Poi con orrore) Ah!
GIOVANNA - (un silenzio). E ora fa' di me quello che vuoi.
CESARE - (alzandosi con rabbia le spalle). Oh! (passeggia alquanto in lungo e in largo) Ma come? Tu? Tu?!
GIOVANNA - (che s' abbandonata sul divano) .... Un momento di aberrazione ... tu eri al campo ...
CESARE - Ma lascia stare il campo, non tirar fuori il campo!
GIOVANNA - Ero sola, Cesare, senza difesa! Ma ti giuro, ti giuro che stato una volta sola. Subito ho sentito l'orrore della mia colpa e ho detto: No, no, basta basta ... Sia di Cesare quel che di Cesare!
CESARE - Oh, finiscila con le tue citazioni storiche!
GIOVANNA - la verit.
CESARE - La verit? Se andiamo avanti di questo passo, chiss quante verit mi tiri fuori.
GIOVANNA - No, devi credermi: non ci fu altro. Da quel momento io fui una sposa esemplare.
CESARE - Ma una sposa esemplare non avrebbe tradito suo marito! E poi si sarebbe affrettata a dirgli tutto, a chiedergli perdono ...
GIOVANNA - Oh, Cesare, ringrazia Dio che non l'ho fatto! Pensa quel che sarebbe accaduto! Una tragedia: mi avresti cacciata via ... forse mi avresti uccisa!
CESARE - Ah, questo s!
GIOVANNA - E allora vedi? Non stato meglio che abbia taciuto? (un silenzio).
CESARE - (un lungo silenzio). E ... quando fu?
GIOVANNA - Che cosa?
CESARE - Ma s, quell'affare ...
GIOVANNA - Ah ... Ma che t'importa di saperlo?
CESARE - (andandole contro minaccioso). Voglio! Voglio saper tutto!
GIOVANNA - (impaurita). Ebbene, allora se proprio lo vuoi ... la data precisa l'hai tu.
CESARE - lo??
GIOVANNA - S... scritta sul tuo orologio.
CESARE - Sull' orologio?!
GIOVANNA - T e lo regalai subito dopo: avevo tanto rimorso ...
CESARE - Ah! (fa atto di gettare l'orologio dalla finestra).
GIOVANNA - Cesare! un cronometro.
CESARE - (resta col braccio in aria. Poi riflettendo, posa l'orologio sulla scrivania. Un silenzio).
ANDREA - (entra. Ha indossato un pullover nuovo. Si avvicina alla madre). Mamma, ti piace?
GIOVANNA - S, caro, molto ...
ANDREA - Bel colore, vero?
GIOVANNA - S, s.
ANDREA - E tu, pap, che ne dici?
CESARE - Bello, bello!
ANDREA - un regalo di Paola.
CESARE - Ah, di Paola?
ANDREA - Me l'ha portato oggi.
CESARE - Ah, oggi? Gradiscili, gradiscili quei regali! Gradiscili! (si avvia per uscire).
PAOLA - (incontrandosi con Cesare sulla soglia). Buon giorno, pap.
CESARE - (con rabbia, senza guardarla). Buon giorno! (via rapido).
PAOLA - (a Cesare e Giovanna). Che ha?
ANDREA - Gi, che ha?
GIOVANNA - ... Niente ... sapete com' certe volte gli prendono i nervi per delle cose da nulla e ... (comincia a lavorare al crochet).
ANDREA - Capisco: sar per una tua distrazione ...
GIOVANNA - Infatti ... per una mia distrazione ...
PAOLA - (vedendo i candelieri). Che cos' quella roba?
GIOVANNA - (imbarazzata). Ah ...
ANDREA - Belli: chi li ha portati?
GIOVANNA - Li ha comprati pap ...
ANDREA - Molto belli.
PAOLA - (esaminando a sua volta un candeliere). Dove li ha presi?
GIOVANNA - (con intenzione). In via Sistina.
PAOLA - Via Sistina?
GIOVANNA - S, verso la Trinit dei Monti: c' passato poco fa.
PAOLA - Oggi?
GIOVANNA - S, dalle tre alle quattro.
PAOLA - Ah ... ma guarda! ... Sono passata anch'io per via Sistina verso quellora ...
GIOVANNA - (lentamente). Infatti, mi ha detto che gli sembrava di averti veduta.
PAOLA - Ah s?
GIOVANNA - Avevi un vestito rosso, mi ha detto.
PAOLA - S, perch?
GIOVANNA - Capirai, un vestito rosso ... si vede.
PAOLA - Ah, certo ... Sono andata dalla ricamatrice per alcune guarnizioni.
GIOVANNA - Lui era dall'antiquario proprio l in faccia ...
PAOLA - Ah, gi ... S, s, infatti ce n' uno l ...
GIOVANNA - S, s, ce n' uno l. (un silenzio. Andrea sta sempre osservando i candelieri) Per pap ha dovuto convenire che quelle curiosit le ha pagate troppo, troppo care.
ANDREA - Quanto?
GIOVANNA - Milleduecento lire.
ANDREA - Non mica molto. (rimettendo candelieri sulla scrivania) E poi si sa, i capricci si pagano.
GIOVANNA - Eh, gi: i capricci si pagano.
ANDREA - (altro tono). Oh, Paola, non mi dici niente?
PAOLA - Di che?
ANDREA - (accennando al pullower). Se mi sta bene.
PAOLA - Ah, s... bene.
ANDREA - Carina la mia moglietta ad aver avuto questo pensiero. vero, mamma?
GIOVANNA - S, s.
PAOLA - Oh Dio, Pensiero! Sono entrata da Schostal per delle spese mie, li ho veduti ...
ANDREA - Ma questo che carino: che hai trovato il modo di pensare anche a me.
PAOLA - (insofferente). Ma sar meglio che te lo levi.
ANDREA - Perch?
PAOLA - Perch ... perch s. Fammi il piacere 1evatelo!
GIOVANNA - Ma s: fai venir caldo a chi ti guarda.
ANDREA - Eh, si fa presto! (si avvia sfilando il pullower) Rosina? .. (di fuori) Rosina? Mi porti la mia giacca? ... L'ho lasciata ... (le parole si perdono).
PAOLA - (con disinvoltura). Carino il colore di quella lana.
GIOVANNA - (a denti stretti). S, carino. (dopo un silenzio scandendo le parole) Paola non hai niente da dirmi?
PAOLA - Io? Che cosa vuoi che ti dica?
GIOVANNA - (risolutamente alzandosi). Be', senti Paola ...
FRANCESCO - (affacciandosi in fondo). C' il signor Mantero.
GIOVANNA - Ma che cosa vuole, che cosa vuole?
PAOLA - Ma ... non so, vorr farci una visita.
GIOVANNA - Spero che non avrai intenzione di riceverlo.
PAOLA - Ma certo! perch? (a Francesco) Fate entrare.
GIOVANNA - (alzando le braccia al cielo). Ah! (esce indignatissima). (Entra Mantero preceduto dal cameriere).
GUIDO - (inchinandosi). Signora ...
PAOLA - (tendendogli la mano). Buon giorno.
GUIDO - (le bacia la mano, ma appena uscito il cameriere, l'attrae a s con impeto). Cara, cara, cara ...
PAOLA - (sciogliendosi). No ... lascia ... sei pazzo?
GUIDO - S, s... sono pazzo ... pazzo ... (tenta di riabbracciarla).
PAOLA - (ritraendosi con impazienza). Ma no ... 1asciami, ti dico ... non voglio!
GUIDO - Perch?
PAOLA - Perch no!. .. Hai fatto male a venire ... Ma non mi star cos vicino: potrebbe entrare qualcuno.
GUIDO - (scostandosi). Qui va bene?
PAOLA - Ma si pu sapere che cosa sei venuto a fare?
GUIDO - Avevo bisogno di vederti.
PAOLA - Ma se ci siamo lasciati due ore fa ...
GUIDO - Ebbene, tu non immagini che cosa accaduto in queste due ore.
PAOLA - Che cosa?
GUIDO - Pochi minuti dopo che eri uscita, una chiamata telefonica ... Ordine di presentarmi subito all' Ambasciata. Mi vesto, mi precipito. L'Ambasciatore mi tende la mano e mi dice: Signor Mantero, ho il piacere di comunicarle che ella stato promosso per meriti speciali ... .
PAOLA - (distratta). Ah ... mi rallegro.
GUIDO - Io non so quali siano questi meriti ... Forse ... chiss ... perch ho ritrovato il cane dell' Ambasciatrice.
PAOLA - Ah ...
GUIDO - E non solo: mi stato conferito il gran cordone di Sant'Ilario.
PAOLA - Anche il cordone per il cane?
GUIDO - Credo. Del resto, non ti pare che l'abbia meritato?
PAOLA - Oh, certo!
GUIDO - Ma non ho finito ...
PAOLA - Ti hanno dato qualche altra cosa?
GUIDO - Mi hanno trasferito a Montevideo.
PAOLA - Ah!. .. Allora devi partire?
GUIDO - S.
PAOLA - Quando?
GUIDO - Subito. Ma non ho perduto tempo. Guarda.
PAOLA - (guardando le carte che egli le porge) Che cosa sono?
GUIDO - I biglietti. Appena uscito da111'Ambasciata mi sono precipitato da Cook. Partenza per Napoli domani alle 15,30. Imbarco alle ore 21 sul Giulio Cesare. Non c' tempo da perdere. Hai diciotto ore per fare i tuoi preparativi ...
PAOLA - Che?
GUIDO - Ho provveduto tutto: calzature, biancheria, abito da viaggio, cipria, rossetto. Se sapessi, Paola, come sono felice! Mentre l'automobile mi portava qui, ridevo, cantavo, dec1amavo dei versi ... Lo chauffur mi guardava: non sapeva, quel citrullo, che venivo a prendere la mia donna e portar1a via con me per sempre, per sempre!
PAOLA - Calmati, calmati.
GUIDO - S, mi calmo, mi calmo. Tutto stabilito. Domani prendiamo il treno alle 15 e 30. Arriviamo a Napoli al tramonto. Una corsa a Posillipo, un' occhiata al Vesuvio, e poi a bordo. Via verso lamore,lontani! Ti piace il programma?
PAOLA - S, bello, ma ...
GUIDO - Ma che cosa? (sorride) una svolta decisiva, 1o so, un salto nel buio. Ci vuole del coraggio, Paola: chiudere gli occhi e via! Dopo s'accomoda tutto: provvedo io: separazione, divorzio. Lo scandalo resta qui; noi andiamo in America: non ne sentiamo nemmeno l'eco. E poi, che importa? Abbiamo l'amore; e l'amore vale pi di tutte le convenzioni. Non ti par giusto?
PAOLA - (senz'anima). S, s, giusto.
GUIDO - E non bella questa fuga, quest' evasione?
PAOLA - S, s bella. Ma, vedi, c' una cosa che debbo dirti.
GUIDO - Che cosa?
PAOLA - Una cosa grave. Anche se tu non avessi dovuto partire te l'avrei detta lo stesso.
GUIDO - Ma, insomma, spiegati.
PAOLA - Ecco ... vedi ... non so come dirti meglio che non ci vediamo pi .
GUIDO - Non vederci pi? Ma via ... uno scherzo?
PAOLA - No ... non uno scherzo.
GUIDO - Ma Paola ... io casco dalle nuvole!... Due ore fa eri tra le mie braccia ...
PAOLA - S: due ore fa ero fra le tue braccia ... e ora ti parlo cos. Capisco anch'io che la cosa ti sorprenda; sorprende anche me; ma che vuoi ... (brevissimo silenzio) ... Ora che siamo alla svolta decisiva, al salto nel buio, bisogner bene aprire gli occhi, altro che chiuderli!
GUIDO - Paola!
PAOLA - S, s, proprio cos. E adesso che li ho aperti, ho visto che forse la tua partenza provvidenziale.
GUIDO - Ma insomma, vuoi spiegarmi?
PAOLA - Cosa vuoi che ti spieghi?
GUIDO - Ma come? ... Dopo tutto quello che stato ...
PAOLA.- No, ti prego, non facciamo rievocazioni..
GUIDO - Ma niente affatto! Bisogna invece parlare! Il tuo contegno d'ora mi fa pensare che sia stato tutto un gioco.
PAOLA - Noo ... stato un errore, e insistere nell' errore sarebbe pericoloso. Invece ci si riprende. Tu parti, io resto, e non se ne parla pi.
GUIDO - (erompendo). Oh! Ma tu hai un modo molto disinvolto per risolvere le cose! Ah, no, cara mia, non finir cos!
PAOLA - Che cosa vuoi fare?
GUIDO - Non lo so! Non ci ho ancora pensato! Capirai... sono cos sbalordito!... E quello che non riesco a capire ... due ore fa tu eri ...
PAOLA - (seccata). Ma s, me l'hai gi detto. Ma capirai, in due ore possono capitare tante cose ... Tu hai avuto la promozione, il trasferimento, il cordone e io mi sono accorta d'essermi sbagliata.
GUIDO - Sbagliata? Ma allora, questo vuol dire che tu non mi vuoi bene. (breve silenzio) Oppure che non mi hai voluto mai bene. (altro silenzio).
PAOLA - (senza guardarlo). cos.
GUIDO - Oh! Ma spaventevole tutto ci!
PAOLA - (quasi severa). S, ma per me; non per te.Volevi lamore tu ? Volevi lavventura: l'avventura l'hai avuta.
GUIDO - Macch avventura!
PAOLA - S, s, avventura: un inseguimento per la via, la frottola del cane, una bella garconire. Non t'importava che io t'amassi. Volevi prendermi e ci sei riuscito. M'hai presa come Escamillo ha preso Tit...
GUIDO - Che c'entra?
PAOLA - Ma s ... cos! ... Il tegamino, la pappetta. Ebbene? Tit tornata nella sua cuccetta. Escamillo tornato dall'Ambasciatrice. Non si ricordano pi di quello che stato. Se si incontrano non si riconoscono neppure. Ed Escamillo, perch l'ha avuta, non pretende mica di portarla con s in America!
GUIDO - Che razza di paragone!
PAOLA - No, giusto. Il nostro amore non vale pi del loro. (quasi con rancore) E sei stato proprio tu che l'hai voluto cos. E allora impara, impara da Escamillo. La tua funzione finita. Prendi i tuoi biglietti e parti. Troverai qualche altra cagnetta per la strada.
GUIDO - (dopo un silenzio, scattando). E tu credi di potermi buttar via cos, come uno straccio? ... Ah no! Non puoi, non puoi! Io ormai ho dei diritti.
PAOLA - Dei diritti?
GUIDO - Sicuro! Dei diritti. (l'afferra per un braccio).
PAOLA - (liberandosi bruscamente). Ma che cosa vuoi?
GUIDO - Che cosa voglio? Bada, Paola io sono capace di tutto! Guarda che io sono capace di ricorrere anche alla violenza.
PAOLA - Caspita. Il gaucho che si risveglia! Cosa vuoi? Legarmi sul tuo cavallo?
GUIDO - Non ridere, Paola!
PAOLA - Ma s che rido! Vuoi che ti prenda sul serio? I diritti ... la violenza ... Oh, se vuoi fare lo scandalo, fallo pure. Ti avverto per che inutile. Se vuoi farmi del male, io non posso impedirlo.
GUIDO - (dopo un silenzio, quasi con freddezza). No, no. Io non voglio farti del male. Del resto, ridicolo insistere: se tu non mi ami, io non posso costringerti. ..
PAOLA - Oh bravo!
GUIDO - Per sai cosa faccio? Non parto pi.
PAOLA - Non parti?
GUIDO - Me ne infischio della promozione ... me ne infischio di tutto.
PAOLA - E che cosa vuoi fare?
GUIDO - Niente. Me ne star a casa mia ... Oh, non aver paura! Non ti verr a cercare!
PAOLA - Ma assurdo! Non capisco ...
GUIDO - E perch? Roma grande. C' posto per tutti! Quando t'incontro per la strada, se vuoi, non ti saluto neppure! Come se non ti conoscessi! Come Escamillo ... Va bene cos?
PAOLA - Ma sciocco ... sciocco ...
GUIDO - Sciocco? Perch?
PAOLA - Ma s... Sciupare il proprio avvenire in questo modo.
GUIDO - Oh, non ti preoccupare del mio avvenire! Al mio avvenire penso io: ognuno padrone di sistemare il proprio avvenire come vuole.
PAOLA - Ma non capisci che mi urta, che mi esaspera l'idea che tu sia ancora qui?
GUIDO - Ah, ti esaspera?... E perch? .. Io non sono niente per te l'avventura finita ...
PAOLA - (alzando le spalle). Che c'entra?
GUIDO - Tu non ti ricordi neppure pi di quello che stato ... Come Tit! ... Guarda un po' se Tit pretende che Escamillo vada in America.
PAOLA - Non dir sciocchezze!
GUIDO - No ... non sono sciocchezze. (breve pausa) Sai qual' la verit? Che tu hai paura che io resti!
PAOLA - Macch paura ... che paura!. ..
GUIDO - S... hai paura; perch sai che se io resto tu ritorni da me ...
PAOLA - (con impeto). Non vero!
GUIDO - S, ritorni, ritorni ...
PAOLA - Ma se te l'ho detto che non ti amo ... che non ti amo!. ..
GUIDO - Non importa.
PAOLA - Ma non capisci che finir per odiarti? ..
GUIDO - Pazienza.
PAOLA - (fuori di s). Ebbene guarda . anche se tornassi, sarebbe con rabbia . poi sentirei disgusto ... come Tit ... s, come Tit!... Che si d e poi morde ... e poi si d ancora e morde ancora (col pianto nella voce) ... Con ripugnanza, con odio ... sempre pi ... sempre pi ...
GUIDO - (colpito). Paola!. ..
PAOLA - S... con odio ... con odio ...
GUIDO - Ma allora ... ma allora che cosa sono per te? ... che cosa sono stato? ... Meno che niente!... Una bestia ... non altro che una bestia!. ..
ANDREA - (di fuori con gioia). Paola? (entrando) Paola ... (vedendo Guido) Signor Mantero ...
GUIDO - Buon giorno ...
ANDREA - Non le d la mano perch sono sporco di terra. Ho fatto il giardiniere. Mi permette? Voglio far vedere una cosa a Paola ...
GUIDO - (ritraendosi). Prego ...
ANDREA - (a Paola). Guarda, vieni qui un momento.
PAOLA - Che c'?
ANDREA - Vieni, affacciati ... (la guida verso la finestra) Guarda ...
PAOLA - (guardando). Che cosa?
ANDREA - L, sotto la finestra della tua camera, quegli uomini che lavorano.
PAOLA - Ebbene?
ANDREA - Ebbene, adesso non c' che della terra smossa. Ma fra pochi mesi vedrai, vedrai ... Tutta una parete verde ... e poi tutto azzurro!
PAOLA - Fiori?
ANDREA - S, li stanno piantando ... (a Guido) l'ampelopsis weichtchiana semper florens. Appartiene alla famiglia delle solanacee ... come le patate. Ma non sono mica patate! (a Paola) Fa dei fiori a corimbo di un azzurro chiaro, luminoso. Vorrei fossero gi fiorite! Ora quel muro cos nudo non lo posso pi vedere. E dire che per tanto tempo l'ho visto cos?
PAOLA - Ma ci vorr molto tempo!
ANDREA - Pochi mesi. A primavera, tutto azzurro.
PAOLA - Oh ... a primavera!. .. Chi sa quante cose possono capitare di qui a primavera!
ANDREA - (sorpreso). Che cosa?
PAOLA - Mah!... Chi lo sa? Tante, cose! Sappiamo forse quel che accadr domani?
ANDREA - (ridendo). Eh ... che cosa vuoi che accada?
PAOLA - Anche quelle piante possono morire ... e allora addio fiori!
ANDREA - Ma perch pensar male? ...
PAOLA - Oh ... anche se non ci si pensa, il male viene lo stesso.
ANDREA - Noo! Il male quando trova una bella casa non ha il coraggio d'entrare. E noi ci difendiamo coi fiori. (a Guido) vero?
GUIDO - Gi! I fiori ... (breve silenzio) Solo mi dispiace che io non potr vedere queste piante fiorite.
ANDREA - Perch?
GUIDO - Perch ... Gi non le ho ancora detto ... Sono venuto per congedarmi.
ANDREA - Parte?
GUIDO - S... un trasferimento.
ANDREA - Trasferimento? Oh perbacco! E quando parte?
GUIDO - Domani ... Dicevo appunto ... (entrando Giovanna e Cesare).
GUIDO - (a Giovanna). Signora!. ..
GIOVANNA - Buon giorno ...
ANDREA - Sapete? Il signor Mantero ci lascia.
GIOVANNA - Ah!...
CESARE - Parte?
GUIDO - S.
CESARE - Oh, come mi dispiace!
GIOVANNA - E dove va?
GUIDO - Lontano!. .. A Montevideo. M'imbarco domani sera.
ANDREA - Proprio una partenza inaspettata.
GUIDO - Eh, che vuole ... tutto inaspettato! Ma ... (guarda l'orologio) gi tardi: ho ancora qualche preparativo ...
GIOVANNA - Allora buon viaggio.
GUIDO - Grazie. (a Andrea) Tanti auguri per i suoi fiori. (a Paola) Anche a lei, signora ...
CESARE - L'accompagno.
GUIDO - No, non si disturbi.
CESARE - Niente affatto! Voglio accompagnarla, che diamine!
GUIDO - Ah se ... quando Tit avr i suoi piccini me ne volessero serbare uno ...
ANDREA - Ma si figuri! Quanti ne vuole!
GUIDO - Oh, uno solo! Se possibile ... una femminuccia.
ANDREA - Ma certo! Le daremo la pi bella! vero Paola?
PAOLA - (sommessamente). Certo.
GUIDO - (a Paola). Grazie. (breve esitazione) E allora ... signore. (nuovi cenni di saluto. Guido si avvia all'uscita con Cesare).
GUIDO - (sulla soglia). La prego, non si disturbi, Generale, tanto la strada la conosco.
CESARE - Be', allora tanti, tanti auguri!
GUIDO - Grazie. (esce).
CESARE - (stando sulla soglia). Francesco. Accompagnate il signore! (a Guido) Di nuovo! (Un silenzio. Ritornando) Poveretto, in fondo era una brava persona.
ANDREA - (sorridendo con breve malizia). Per, ora che partito, dovrei dire una cosa.
GIOVANNA - Che cosa, Andrea?
ANDREA - Un'impressione. Non te ne avere a male, Paola.
PAOLA - No, no, di'.
ANDREA - Non so ... ho l'idea che quell'uomo ti facesse un po' la corte ...
CESARE - (non veduto, alza le spalle come per dire che scemo!).
ANDREA - (a Giovanna). Non vero, forse?
PAOLA - Si... infatti ... un po'.
GIOVANNA - Oh, ma poco, poco: gli uomini. .. si sa ...
ANDREA - (vedendo l'orologio di Cesare). Oh, pap, il tuo orologio ... (glielo porge).
CESARE - Ah ...
GIOVANNA - (resta sospesa e ansiosa).
CESARE - (combattuto). Be' ... da' qua. (lo intasca in fretta). Sia di Cesare ... (poi con rabbia, a Giovanna) E tu che fai? Andiamo o no a fare la nostra passeggiata?
GIOVANNA - S s, subito, subito. (si avvia per andarsi a vestire).
FINE DELLA COMMEDIA
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