La ricetta

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Caro amico/a,

che ti accingi a leggere queste mie divagazioni teatrali, ti ringrazio.

        Se non ti è di molestia vorrei darti dei consigli al fine di una migliore

comprensione e auspicabile rappresentazione. (leggere e “vedere” non è facile). Lo può fare chi ha doti magiche di regia, e chi ama veramente il

vero Teatro!

       Questa commedia è nata in vernacolo pugliese. Poi tradotta in lingua e quindi rappresentabile ovunque. Dai contenuti universali, non male sarebbe riportarla in vernacolo. Senza travisarla, ma adeguandola intelligentemente all’ambiente in cui si vive; magari sfruttandone altri lati stimolanti che ogni dialetto nasconde. Due delle mie commedie sono state tradotte e rappresentate in Spagna con eccellenti risultati.

         Questa e altre commedie sono tutelate dalla SIAE.

         Già collaudate, ognuna con centinaia di repliche in Italia, Belgio, Germania, Svizzera, Lussemburgo..

 Qualora vorreste rappresentarla ne sarei onorato e  felice.

         Trascriverla non è stato facile. Penserai ad una caduta di

mordente: ipotesi probabile! Però anche nella trascrizione ho scoperto e sfruttato altre sorprendenti sfaccettature dovute alla semplicità e bontà dei contenuti. (forse ho esagerato, ma sta a te giudicarlo).

        E’ di facile messa in scena perché scritta, interpretata e allestita da

“uno” che nel Teatro ci vive da sempre!

         Se  avrai bisogno di chiarimenti o altro, puoi rivolgerti senza alcuna remora (tanto sto in pensione) a:

Donato Bitetti – Via Montefreddo, 14 – 70029 SANTERAMO – Bari

Tel e fax 080 3038237 – cell. 330 85 04 01  -

E.Mail: teatromurgia@hotmail.it

Grazie per la paziente disponibilità.

                           Ti auguro ogni bene, e una buona lettura.

                    

                        LA RICETTA

                                       

                                          di  Donato Bitetti

                            

                                 Commedia brillante in due tempi

 

Personaggi:

VITO NUCCIOLESE emigrante

NICOLA NAVUZZI  emigrante

SICILIANO  emigrante”forzato”

MAROCCHINO  emigrante

ALICE infermiera tedesca

SKANNA VACCINEN doktor tedesco

IELUCCIO giovane in fuga con Rosina

ROSINA figlia di Vito in fuga con Ieluccio

FRITZ PULPEN tipo Frankenstein aiutante del doktor (facoltativo)

                                                                                              dedica:

                                                                                             ai primi, veri emigranti.

TRAMA:

   Storia struggente e nostalgica, con disavventure di due emigranti del Sud-Italia.

In Germania, alle prese con un ambiente diverso  e una lingua difficilissima.     L’arrivo improvviso di due giovani nella classica “fuitina” accentua ancor più la drammatica situazione. La tipica filosofia di vita meridionale, un marocchino e un siciliano creano contrasti e fonti di umorismo.

   Nel 2° Tempo, nell’ambulatorio del doktor Skanna Vaccinen, emerge l’arte e il

famoso spirito di arrangiamento all’italiana. La richiesta di una RICETTA  che

giustifichi l’assenza di Vito (necessaria per la sistemazione dei due giovani), è una continua esplosione di situazioni tragicomiche.

   Quadretto ormai storico del periodo 1950-70 rivissuto in forma nostalgica, allegra, distesa. In una dosata miscela di dramma-commedia. Di grande insegnamento e

rispetto per le proprie origini.

                                           =============

                   Ogni riferimento a persona o cosa è puramente casuale

-2  -

                                               Primo  Tempo

             La scena si apre in un tetro dormitorio di emigranti della Germania. Sui

         muri poster di squadre di calcio italiane, un foglio rosa della Gazzetta dello

         Sport col titolo “CAMPIONI”, poster di ragazze sexy. Sono le sei del mattino.

         Due brande, due sedie. Sottofondo di musica dolcissima spezzata dal suono

         stridulo della sveglia tipo a corda)

 

          Drrriiinnnn…(a scaricarsi tutta)

Vito – (dopo un po’ si muove)  Aaahhh, che destino amaro! (in pigiama, accende

 la luce, movimenti lenti)  Ora ti alzi e vai a lavorare, sotto all’acqua e

         sotto al freddo. A fare lo spazzino, …in mezzo alla strada, …macchine,

         saette…(si stiracchia, accenna ai calciatori sul muro)  Ecco chi sta bene:

         tirano due calci al pallone, si fregano un sacco di soldi, …all’estero ci fanno

         fare sempre brutte figure… (pausa) Mai un giorno che non piova. Ti ritiri

 sempre bagnato come un pulcino. Aaaahhh, quanti sacrifici dobbiamo fare per

         portare a casa un pezzo di pane! (sbadiglio,sveglia Nicola) Dai Nicola alzati!

Nicola – (non da segni di vita) …!?...                                                                                                                               Vito – (tira un calcio alla branda) E dai Nicola a mamma, alzati!

Nicola – (dando qualche segno) Vedi, che fa? Piove!?

Vito – (guarda alla finestra) No, non piove…

Nicola – Possibile?

Vito – No, non piove…!? (curioso apre la finestra. Entra un vento gelido con fiocchi         di neve)  Nevica!!!

Nicola – Chiudi, chiudi, …maledetto a te!

Vito – (chiude e si ricopre nel letto) Brrr, che freddo! (si riapre la finestra)

Nicola – E chiudi, chiudi. …Dobbiamo morire!!?

Vito – (richiude e si rimette sotto le coperte)  Brrr, è amaro oggi il pane! …Come

         tira. …E chi andrà a lavorare oggi?

Nicola – Come, “chi andrà a lavorare oggi”, (un po’ euforico declama con

reminiscenze poetiche) “Noi, noi gente italiana, ad ogni sacrificio avvezza!...”.

Vito – Senti verza lessata, …ma ti senti bene?  

Nicola – Beh, noi… è noi al plurale. Per dire tu… insomma uno di noi due deve

         andare… (accenna a Vito) Per mantenere alto l’onore dell’Italia!

Vito – Ma perché devo andare sempre io a mantenere alto l’onore dell’Italia? …Che

         da quando perdemmo con la Corea ci ridono in faccia pure i beduini! Ma dove

         sta l’onore? Stavolta ci vai tu a mantenere alto…

Nicola – Ecco cosa significa ad essere paesani, ad essere fratelli! Non vedi che non

         mi sento bene? Che ho i brividi? ...Stanotte non ho dormito per niente. Non

         te ne sei accorto?

Vito – Ma se tu stavi sempre a russare!

-3  -

Nicola – Sei senza cuore… (si ricopre)

Vito – (con nostalgia) …Stavo pensando al paese nostro, di questi tempi, quando

         nevicava…. Tutti i bambini venivano a ficcarsi nel letto grande…. Mia moglie

         metteva la pignatta delle fave…. Io mi ritrovavo nel Bar con gli amici…, si

         “tirava una bottiglia alla primiera”…. Aahh, che soddisfazione…(guarda alla

         finestra e accenna il canto)  “…al mio paese nevica, il campanile della chiesa

         è bianco… guarda come nevica… chissà chissà…”.

Nicola – Giovanotto, non ti far prendere dalla fantasia… e portami il caffè!

Vito – Pronto signore! (prende il thermos e riempie il coperchio)

Nicola – Ma, l’hai già fatto?

Vito – Lo preparai ieri sera per guadagnare tempo. …Ma di la verità: - E’ un caffè

         di lusso, come quello che fanno al Bar? -.

Nicola – Puah! (disgustato) Si, tale e quale. Che se non impari qualche giorno te lo

 tiro in faccia! (comunque lo beve) E meno male che facevi il barista… Ma tu

         perché te ne sei venuto solo solo. Ti potevi portare un ragazzo, una ragazza,

         …almeno stavi in compagnia…

Vito – E se li lasci è triste, …se li porti con te …e non sai. Certe volte non vogliono

         scendere più, …come la fai e fai…

Nicola – Ma tu, com’è che ti trovi qua… Non me l’hai mai detto.

Vito - …Cosa vuoi, facevo tanti mestieri, ma ero sempre sfortunato. …Finalmente

         incominciai a vendere i frigoriferi. Stavo ingranando, mi andava bene. (pausa)

         Un giorno ne stavo consegnando uno al terzo piano. Me lo misi addosso e scala

         dopo scala arrivai. Quando la padrona lo vide, lo squadrò, apri lo sportello e

         disse: - Scusi che fine hanno fatto le cose che stavano dentro? -.                        

Ed io: - Quali cose? -.                                                                                                              E la signora: - Tutte quelle cose che mi facesti vedere sul libretto: - Carne,

         prosciutto scatolette…-.   

         “Ma signora” risposi: - Quelle erano figure, reclame, fotografie…, i frigoriferi

         noi li vendiamo vuoti!-.

         E lei: - Ah, li vendete vuoti…, e allora perché ce li fate vedere pieni? -.

         Non ci fu verso di convincerla, e senza portarla per le lunghe me lo riportai

         indietro. Ma non fini mica là. Si sparse la voce… e chi voleva il prosciutto,

 e chi avanzava le scatolette... ovunque andavo…, insomma feci la

domanda e me ne venni in Germania.

Nicola – Quando passerà del bene il poveretto? Tu hai avuto gli stessi guai miei!

         (pausa) Anch’io indovinai a vendere i materassi. Mi andava bene… aahh,

         quando uno nel commercio deve essere disonesto!

Vito – Giusto.

Nicola - …Stavo dicendo: i materassi avevano un difetto… erano troppo buoni,

         morbidi, comodi. Un giorno trovo una signora che mi dice: - Maledetto a

         te e ai tuoi materassi! -. Ma signora, risposi: - …I miei materassi, i migliori

         del mondo!-. “Si” disse: - proprio perché sono buoni, mio marito la mattina

-4  -

non si vuole alzare più. Ed ora è stato licenziato dal lavoro! -. Fu come una

maledizione, non ne vendetti più uno…, insomma… la domanda all’Ufficio ed

eccomi qua… in Germania? Perché?... Perchè mi piaceva la Germania…

Vito – Se tu sapessi quante male arti ho fatto per tirare avanti: il facchino, il

          musicante, il cameriere. Cantavo le serenate, portavo le corone ai funerali…

          una volta studiai una medicina per far crescere e per far arricciare i capelli. La

          facevo dal “tutomagghio”, dalla “perchiazza” , dall’ “orecchio dei preti”… fu

          la mia fortuna. (racconta) Quando stavo prigioniero nel campo di

          concentramento…        quanta ne smerciai. Un tenente medico tedesco la voleva a

          tutti i costi… aveva una capigliatura folta, come un riccio… per due boccette

          mi dette due pagnotte di pane.

Nicola – E faceva effetto?

 Vito – Boh, non so, me ne scappai… (pausa) Mah, accontentiamoci. Meno male

         come andiamo. Ci sono quelli che stanno peggio di noi…

Nicola - …Impossibile.

Vito – Ma, che ti sei messo sulle coperte: i giornali, le calze…

Nicola – Per stare più caldo.

Vito – Potevi dormire pure con le scarpe. (pausa)  …Mah, ora mi devo leggere la

         lettera che stava nel pacco ricevuto ieri.

Nicola – Ma perché non te la leggesti ieri sera?

Vito – Perché se ne andò la luce.

Nicola – “Se ne andò la luce!” E quando?

Vito – Ieri sera, quando ti “appapagnasti!”. (= sonno profondo)

Nicola – Ricordati che in Germania, sciopero non se ne fa mai. La luce non se ne

         va mai. Ma che pensi di stare al paese? Che non appena un passerotto si

         appoggia sul filo, …se ne andava la luce?

Vito – Ma la luce, non è che se ne “andò”, …la tolsero!

Nicola – La tolsero!? E perché?

Vito – Dormi tu, dormi. Tu non sai mai niente! …Tu pensi che accanto a noi ci siano

         ancora i foggiani? Quelli erano bravi ragazzi, andavamo d’accordo: ci

         facevamo una partita, due chiacchiere… Ora affianco a noi ci sono i turchi.

         E quelli sai che facevano? Avevano preso il vizio, di nascosto, di cucinare      

         sopra le stufe elettriche per risparmiare il gas…

Nicola - …Anche tu, ce l’hai un fornellino elettrico… Ma tu i tedeschi, pensi di

         “cuocerli con un’acqua!?”. (= facilmente)

Vito – E cosi, ad una certa ora, tacchete, ti tolgono la corrente, e tutti a nanna come le

         galline.

Nicola – Uè, ma questi turchi, ‘sti marocchini, ci stanno rovinando la piazza!

Vito – Pure mio figlio mi mandò a dire che alla Festa Patronale, a tutte le parti

         stavano loro  con quelle quattro cianfrusaglie…

Nicola – A me sono antipatici. Ti fanno fare certe figure… mettono paura anche ai

         bambini… lo senti, lo senti, ora ne arriva uno! (rumore di tosse dal corridoio.

-5  -

Arriva un marocchino scalzo, con un asciugamano al collo e un copricapo

tipico. Attraversa la stanza a passettini. Si ferma sulla porta del gabinetto)

Marocchino – Korea batte Italia 1 a 0! Ih ih ih. (si chiude nel gabinetto)

Nicola – Ti ho sempre detto: - La mattina, non appena ti alzi, schiaffati nel cesso e

         tienilo occupato fino a quando non arrivo io!

Vito – Ehh, per due minuti avanti e indietro…

Nicola – Non hai capito niente1 non sono i due minuti…, il fatto è che dopo non si

         può entrare più… e che si mangiano… le saette?! …E te l’ho sempre detto:

 - schiaffati nel cesso, occupa il cesso!-.

Vito – Si, me ne sto dentro anche la notte!

Nicola – Ma giacchè quando arrivammo era rimasto quest’ultimo posto, cosi disgra-

         ziato, …vicino al “tribunale”, almeno non facciamoci fregare! Visto che tutti

         devono entrare in questa camera maledetta, almeno freghiamoli in anticipo!

Marocchino – (esce, si sente il rumore dello sciacquone. Sulla porta, soddisfatto, si

         sistema i pantaloni. Quindi con voce ironica) Korea batte Italia 1 a 0! Ih ih ih!

         (attraversa di nuovo la camera ed esce lasciando la porta del WC aperta)

Nicola – (disgustato)  Chiudi, chiudi la porta! Qua si muore asfissiati!! (da sotto il

         letto prende il deodorante e lo spruzza in direzione del WC)  Chiudiii!!!

Vito – (ubbidisce paternamente) Ma potevi anche allungare la mano, ad un passo…

         (Nicola si trova vicino alla porta del WC. Vito alla porta d’ingresso)

Vito – (si mette seduto nel letto) Beh, ora mi devo leggere la lettera di mio figlio:

         (questa lettera volutamente sgrammaticata, lascia il commento libero, ad

         arte, all’interprete con spiegazioni, ripetizioni ecc.)

         “Carro papà, io che ti scrivo sono Arasimino e ti faccio sapre che noi stiamo

         tutti bene come spariamo di te! Ti mando le musiche della Festa di Sante

         Rasmo che sono registrato dietro dietro alla banda!”. …Ah, le musiche…,

         (mette la cassetta nel registratore. Ascolta “il pianino”,commenta) questa

         è la musica della fortuna, di quelli che vanno col pappagallo in mano….

         (continua a leggere col sottofondo) …Paparino belo, io ti volio bene, tutti ti

         voliamo bene. Ci dispiace che stai lontano, solo solo. Noi ti pensiamo  e ti

         nominiamo sembre sembre. Ha detto mamma, apri gli occhi, e non cadere,

         non cadere malato, e… stai attento! …Tu sai quello che vuole dire…”. (pausa)

         Nicò!!! (rapido) Sononatialtriduecardellinirossi!!!

Nicola –Mah, che sei rimbambito!?

Vito – (leggendo) …Sono nati altri due cardellini rossi!

Nicola – Ma va…

Vito –  (continua) “…l’altro giorno è piovuto, ha fatto la quazzone e sono usciti

         i “capirroni” con le corne che noi abbiamo chiappato da sopra i pareti e le     

         sarcinelle,”.

         (commento)  Ma quanto è bravo e giudizioso questo figlio mio, e quant’è bravo

         quando scrive! (continua) “…mamma li ha messi nel secchio e sopra ciamesso

         il coperchio che è caduto e la casa si è piena tutta di capirroni. Due sono andati

         nel letto della nonna che la notte è gridata: uaaaauuhhh!!! Adesso la nonna ti

                                                         -  6  -

         sta facendo un bel “purillo” (specie di basco) …che te lo ‘nzacchi sulle

recchie e vai bello caldo caldo. A zio Erasmo è nato un altro bambino…”.

(riflessione)  E sono dodici!

Nicola – Dodici figli!...

Vito – Zio Erasmo, fa la guardia notturna …e tiene dodici figli! E meno male che

         fa la guardia notturna! (continua a leggere)” Ti è piaciuta la musica?”.

           - Ah, la musica! – (accende il registratore, sente e mima il Santo portato a

spalla, seduto sul letto con asciugamano a fiori sulle spalle e un berretto in

testa tipo mitria, commenta) …Ora è il momento che portano Sant’Erasmo

in cassarmonica… (all’improvviso i botti) – Senti Nicola, questo e lo sparo!

Nicola – (si sveglia completamente di soprassalto) …E meno male che non ti ha

         mandato il terremoto!

Vito – (continua a leggere) …Rosina si vede con Jeluccio il Rizzitello. Tu mi dicisti

         di stare attento. Però Jeluccio è  buono, e mi da i soldi per andare al cinema.

         Domenica zio Erasmo col furcone ci ha portati al mare. La nonna ha messo nel

         aqua solo il ditone, una medusa là mozzicata… E’ morta…la medusa!...

         Con questo sono finito, ti mando un bacio stretto da Mimino, Michele, Rosina,

         (si ferma) …Felino, Paoluccio, Rocchino…(si asciuga una lacrima)…Peppino,

         Annina, …mamma…”. (commosso, cambia discorso) …Il furgone… quando

          vado in ferie, devo affittare un macchinone giallo vivo. Con la doppia antenna,

         con la doppia marmitta… con gli occhiali a specchio, mi devo studiare la

         strada e mi devo presentare al paese alle undici di mattina, a spaccare il Corso,

         di domenica, quando escono dalla messa…

Nicola – Uè, non è che si spostano…

Vito - …Non si spostano… gli devo mettere sotto due trombe: uà uàààà!!!

Nicola – Come rimasero, che dissero quando andasti di nuovo?

Vito - …Arrivai alle due di notte. (pausa) Mi fregò il San Bernardo. …Eppure giù

          in villa c’è sempre qualcuno… quella notte nessuno.  Piovigginava … mia

         moglie mi mando a dire che avevano traslocato  in Via Fratelli Cairoli. Volevo

         chiedere a qualcuno dov’era questa via… perché adesso il paese si sta

         facendo grande…

Nicola – Non si capisce.

Vito – Stavo girando, quando vedo uno che scendeva il Corso barcollando da una

parte e dall’altra, si vede che andava “aggiustato” (ubriaco) Cercai di scansarlo e quello se ne veniva a destra. Andai a sinistra e quello se ne veniva  a sinistra… al centro?! Al centro!

Nicola – …E chi era:  “Coletta Voltaggiacchetta?”…

Vito - …Mi fermai e quello se ne venne sul cofano. Al che nel pensiero dissi: “Ora

         faccio un tentativo”. – Scusi compare, sai dov’è Via Fratelli Cairoli? -. Mi

         guardò con gli occhi e la testa che giravano. Stava per dire qualcosa… quando

         mi allentò un rutto spaventoso! …Appena in tempo a chiudere lo sportello che

         uuuuaauuhhh!1 Mi vomitò tutto il macchinone! …Non ti dico che cosa mi

           combinò. …Andavo perdendo: vino, agnellone, spaghetti….(pausa) Girai

                                                                  -  7  -

 per trovare una fontana, macchè, avevano tolto l’acqua…. Andò a finire

 che la lavai nella Vasca Comunale…

Nicola - …Quando trovarono tutti i pesci morti…

Vito – Passò un giovane e gli chiesi la stessa cosa. Questi a gesti mi rispose che

         era sordomuto! …La sfortuna!... Passò un lattaio, - Scusi amico, sai dov’è

         Via Fratelli Cairoli? -. Stette un po’ soprapensiero: “ …fratelli Cairoli, fratelli..

         Che mestiere fanno? Come li “dicono?”. (soprannome, nomignolo)…Mi veniva

         da piangere… (Nicola si è riaddormentato) Beh, dai Nicola alzati, è già tardi,

         andiamo a lavorare!

Nicola – Uuuuhhh, quanto sei scocciante. Te l’ho detto: - A lavorare non ci vado!

Vito – E come devi fare?

Nicola – Tu, come devi fare: Devi andare dal medico e ti devi far fare una ricetta

         per me!

Vito . Come come? Ti fa male la pancia?

Nicola – Bravo, bravo. Incominci a capire qualche cosa. Devi dire proprio cosi:

dottore mi fa male la pancia! -. Ti facevo più scemo. Bravo, devi andare

         dal medico e ti devi far dare una ricetta per me!

Vito – A parte il fatto che non ci vado. Hai forse dimenticato che il “tedesco” non lo

         so parlare?

Nicola – Ma dai, che te la cavi bene.

Vito – Si, come l’altra volta che dovevo comprarmi le lamette per la barba: - A men

         dare uan pacchetten di lametten! – Mi misi a fare il teatro… andò a finire che

         mi dettero un pacchetto di caramelle per la gola!

Nicola – Quanto sei fatuo. Stavolta sarà una cosa facile. Sai dire almeno: - froilain?

Vito - …!? …Frizzlan.

Nicola – Froilain!

Vito – Frullin.

Nicola – Si, lo zabaione… Devi dire: - fro-i-lain!

Vito – Fro-i-len.

Nicola – E basta! Lo sai chi ti deve fare la ricetta? (pausa) …Una di quelle due

         infermiere… come si chiamano…!? Ah, una Rascia…

Vito – Rascia?!

Nicola – Si, Rascia! Ricordati della “rascia petrosa” con le linguine…

Vito - …E l’altra?

Nicola - …L’altra… ah, Alice!

Vito – La rascia, l’alice…

Nicola – Si, fanno a turno. Sono quelle che quando raccogliamo l’immondizia si

         fanno trovare davanti alla porta!

Vito - …Davanti alla porta!? Io non le ho viste mai!

Nicola – Sei tu che non le vedi mai, ma quelle, da dietro ai vetri guardano sempre e…

come si dice: - Fanno l’occhio di triglia! -.

Vito – (perplesso) Ma fammi capire: - Devo andare al medico o dove si vende il

         pesce? -.

                                                   -  8  -                           

Nicola – Scherzi tu!? Ma quelle, nascoste dai vetri stanno sempre a guardare te!

Vito – A me?!

Nicola – Si, a tè!

Vito – Aaahhh, , si ricordo, sarà quella specie di comò…

Nicola – Uè, tu non devi dire che è un comò, anzi…

Vito – …E quella sarà certamente la rascia petrosa.

Nicola – Si però, l’altra… un pezzo di femmina!

Vito – L’alice?

Nicola - …Alici, sarde. Sempre roba di mare sono!

Vito – A me piacciono i ricci, le cozze e i cannolicchi… col limone… (fa il gesto di

         stringere e di succhiare anche in modo volgare) Quando vado in ferie, con gli

         amici andiamo a Palese, Santo Spirito, Torre a Mare… Portiamo vino, sedano,

         formaggio…, ci facciamo certe mangiate di cozze… (fa il gesto) “Apri e

         mangia, apri e mangia…”. Aahh, ti ricrei… l’ultima volta comprammo un

         polipo, pesava sei chili e un quarto. Lo andammo a sbattere sullo scoglio (fa

         il gesto). Come sbatteva rimaneva coi “cirri” (tentacoli) tesi, attaccato alla

         roccia… Ce lo mangiammo crudo: - Tenero come l’acqua! -.

Nicola – Ma che c’entra questo fatto? Tu fai come la volpe: - Quando non arrivava          all’uva, diceva che era aspra! -. …Ma hai visto come ti guardano?!

Vito – Va beh, e che vogliono da me?

Nicola – Cosa vogliono da te. Lo sai tu! Tu sei italiano “latin lover” e… basta fare un

         fischio che le donne tedesche  ti corrono appresso.

Vito - …Non ce le possiamo togliere davanti. C’è una marea secca.

Nicola – (dolorante) Aaahhh, potessi andare io…

Vito – Vai, vai.

Nicola – Con te non si può parlare. …Io ti sto mettendo sulla buona strada. Ti sto

         dicendo che a quella infermiera, per te “se né andato il mattone!”.

Vito – Alla rascia o all’alice?

Nicola – Ma dove stai pensando: - Tempo di tempesta…-. Se trovi la rascia ti freghi

         la rascia, se trovi l’alice ti…

Vito - …E se trovo il capitone?

Nicola – Ma va…

Vito – A me, piacciono i ricci, le cozze e i cannolicchi…

Nicola - …Col limone! …E poi ti mancano le maniere!? Con l’esperienza che hai di

         vecchio lupo di mare!? Ti ricordi, una volta ti trovai a fare il bagno a Ginosa

         Marina, ti chiamavano “il delfino dello Jonio!”.

Vito – Si, “il baccalà del Mare Piccolo!”. …Una volta stavo per affogare, all’acqua

         di qua…. (accenna alle ginocchia) Persi l’equilibrio… Fu la Madonna di

         Picciano che mi salvò. (pausa) Quando vado al paese gliela vado a fare sempre

          una visita. Anzi, vieni con noi, porta tua moglie, la famiglia. …Portiamo un bel

timballo, una coppia di conigli, due lampascioni fritti, nocelle, finocchio,

formaggio… una bella damigiana di vino…  sai “la devozione”.

Nicola – Sì, sì. Allora quando vai…

                                                             -  9  -

Vito – Quando vado!? Hai detto che porterai tua moglie…

Nicola - …Quando vai dal dottore, trovi l’infermiera. Gli fai due mosse, un po’

         d’incenso, due “spinapulci”… e tact! Ti dà la ricetta per me!

Vito – Si, “tact!”, io il “tedesco” non lo so parlare… e poi chi sta malato?

Nicola – Io!

Vito – E allora vai tu!

Nicola – No, devi andare tu. (convincente)

Marocchino – (ritorna improvvisamente) Korea batte Italia1 a 0! (e si infila nel WC)  

Nicola – Mah! Per questi il gabinetto sarà un giocattolo…, forse è andato a prendere

         la carta igienica.

Vito – Ma se quello usa la carta vetra…. Aspetta, aspetta… (si alza, mette delle

          punes per terra, si rimette nel letto) …Me le conservai per l’occasione!

Marocchino – (esce, si risente il rumore dello sciacquone. Quindi soddisfatto)

         Korea batte Italia 1 a 0! (cammina a passettini, sta quasi per farla franca)

         Uuuuaaauuuhhh!!! (si prende il piede in mano) Avere drovado chiodo

         sotto biede! Uuaauuhh!! Borga miseria!(esce saltellando)

Nicola – Italia batte Marocco 2 a 0!!

Vito – Cosi impara. Finalmente l’ho preso nella trappola. Ma questi pensano che il

         cesso sia una sala da ballo. L’altra notte passò venti volte. Coi piedi scalzi:

         “cik ciak, cik ciak…!”. …Come il lupo mannaro…

Nicola – Beh, vestiti e vammi a prendere la ricetta.

Vito – E se trovo il medico? Mi hanno detto che è terribile!

Nicola – Ma no. Quello sta sempre nello studio e fa solamente le visite più difficili…

         Per qualcuno che sta morendo, per… per i raffreddori, le scemenze…, le fa

         l’infermiera. Tutte le volte che sono andato,  il dottore non l’ho mai visto!

Vito - A me i medici mi stanno antipatici. Saranno brave persone ma mi stanno

         antipatici…(ricorda) …Ne stava uno durante la guerra, quando stavo

         prigioniero…

Nicola - …Quello a cui vendesti la medicina contro la caduta dei capelli?

Vito – Si, proprio lui. Ma tu dovevi vedere quanto era carogna e miserabile. …Se

         c’era qualche ammalato, lo mandava a chiamare e lo “trasferiva”. Non lo

         vedevi più! Non so, anche per chiedere com’erano i trattamenti, se aveva

         capacità… Stavamo sempre “bene” per la disperazione…. (pausa) Ma una

         notte di bombardamenti me ne scappai. All’oscuro mentre stavo saltando il

         reticolato… non so da dove mi venne, forse dal profondo dell’anima, lo

         chiamai gridando: - Doooktorr!! -.  “Jàà!”, rispose. Gli feci un pernacchio

         (accenna) Prrrrrrr!!! … Ma che ne devi fare del bombardamento. …Quando

mi ricordo di quella specie di medico mi si rivoltano le budella, mi vengono

 i brividi. Vai, vai tu!

Nicola – Ma che medico e medico. Tu troverai la ragazza! (supplichevole) Dai, devi

         andare tu, a nome mio. Me lo devi fare questo favore. Tu non ti devi chiamare

          Vito ma… Nicola! Se poi ti vuoi mettere proprio al sicuro vai adesso, presto!

                                                    -  10  -

         Quello va sempre a tarda ora.

Vito – No, non ci vado.

Nicola – …E dai, se vado io non me la danno, tu invece hai una faccia…

Vito - …Di fesso!

Nicola – Nooo!, Una faccia sincera, ti fai credere…

Vito – Io dico che mi combinerai un “pizzo” (un imbroglio) Va bene, metti che io

         vada…

Nicola – Oooohhh!!!

Vito – Ho detto “ammettiamo”, e se mi cercano un documento?

Nicola – Gli dai il mio libretto: Nicola Navuzzi! E’ una formalità. E poi non ti

         preoccupare: - A me porti la Ricetta e tu ti becchi la ragazza! -. …E chiamati

         fesso! (si rimette sotto dolorante)  …Davvero che mi sento male! (dal

         corridoio si sentono colpi di tosse) Svelto, svelto Vituccio! Vai ad occupare il cessooo!!! .

Vito – (si precipita) Aaaahhh!!! (trova una punes sotto il piede)

Nicola – Cos’è successo!?

Vito – Mi sono fatto un’autorete!

Nicola – Sbrigatiii!! (Vito esce zoppicando)

Siciliano – (entra, coppola in testa. Aria truce)  Baciammo le mani! (trova la porta

         del WC chiusa)  Occupato fu? E che vi dissi!? Nisciuno occupasse a tualetta

          prima de mia, …nisciuno. A lupara ‘ngi facissi pruvari! Jissi brutto fituso,

         jissi! (esce un coltello a scatto, bussa coi piedi, Vito esce) Ah, si tu? …Natta

         vota ti avvisai…(si stringe il naso con le dita)  bedda-matri-santiss…!?

Vito – E’ stato il marocchino, è stato il marocchino!! (prende il deodorante e lo

         spruzza, fa un inchino) Prego, si accomodi.

Siciliano – Un momento. …La tua faccia, ancora la vidi. …Tu sei o munnizzaru de la

         strada addò sta a picciotta mia.

Vito – E beh?

Siciliano – (puntando il coltello) Ho detto stissimo attenti …all’immondizia ah…

Vito – Ma guardi, non si preoccupi. Io sono un esperto, avrò un’occhio…

Siciliano – (lento e deciso) Ho detto stissimo attenti a…

Vito - …A  quell’immondizia de la picciotta…

Siciliano - …Mia… (ammicca feroce)…ce capimmo!?

Vito – Non mi permetterei mai. (ritenuto) E poi guarda, a me certi affronti non li

         deve fare… modestamente io sono nato nell’immondizia. Nel mio lavoro,

         nessuno, dico nessuno ha mai avuto niente da “ridere!”

Siciliano – Picciotto, che io ti signassi a faccia. …Stissimo attenti a la picciotta

         mia… entra nel WC)

Marocchino – (entra con colpi di tosse, zoppica. Si dirige al WC. Sulla porta si

         ferma) Korea batte Italia 1 a 0! (trova la porta chiusa, la scuote) Essere

         oggubado maledizione!

Siciliano – (si affaccia con la schiuma in faccia e col rasoio) …E tu, chi sia…

                                                      -  11  -

         Teniss’o curaggie… (il marocchino si riprende e scappa terrorizzato

         inseguito dal Siciliano)

Vito e Nicola – Italia batte Marocco 3 a 0!!!

Siciliano – (rientra) Chi di voi è Vito Nucciolese!?  Due picciotti ve cercano.

         (entra nel gabinetto)

Vito - …Mi vogliono uccidere… (entrano due sagome imbacuccate e avvolte

         dalla neve. Vito si appiattisce sotto le coperte)

Jeluccio – (dopo lunghissima pausa si scopre il viso)

Nicola – …Cosa volete?

Jeluccio – …A Vito Nucciolese.

Nicola - …E tu chi sei?

Jeluccio – Jeluccio, mi chiamano Jeluccio il Rizzitello!

Vito – (ha sentito tutto, si scopre lentamente, guarda perplesso) …Jeluccio… e,

         …e l’altro chi è, chi è!!!

Rosina – (si scopre e si butta sul letto ad abbracciare il padre, piangendo) …Papà…

Vito – (le prende il viso fra le mani)  …Quanto sei fredda, Rosina figlia mia…

         (l’abbraccia commosso, l’accarezza. Quindi si alza lentamente e va verso

         Jeluccio, consapevole, a capo chino) …Bei film si fanno al paese!  Aahh,

         (alza la mano, vorrebbe picchiare Jeluccio… poi si affloscia sul letto)

         Maledetta la Germania, maledetta l’Italia, …maledetto il destino mio…

         (piange)

Rosina – Papà, papà, uccidi a me… a Jeluccio non fargli niente… (corre da Jeluccio

         e lo affianca con un braccio, a ” proteggerlo”)

Vito – Ed ora come la combiniamo…!? (pausa)

Nicola – La ricetta!!

Vito – E basta!!! Non mi sfottere… io ho il veleno in fondo al cuore!!...

Nicola - …La ri-ce-tta. …Tu mi vai a prendere la ricetta e io vado a trovare un lavoro

         al ragazzo. Ad un cantiere vogliono un manovale. …Poi telefono al paese,

perché certamente staranno in pensiero. Per ora ci stringiamo, e il ragazzo

         dorme con noi. …La ragazza per un po’ rimane da mia sorella sposata. Tu però

         mi vai a prendere la ricetta… (incoraggiandolo) …E non ti preoccupare.

         Mi raccomando la RICETTA!!!

Vito – Si, si. (alza il materasso, prende e si mette i pantaloni “stirati”)

Marocchino – (vede, intuisce, non dice niente, va verso il WC, cerca di aprire)

 Sembre oggubado!?

Siciliano – (apre sbarbato e composto) …Ancora venisti? (il marocchino sparisce.

         Il Siciliano esce e si ferma. Alza il dito, la scena è sua)) Picciotti…, caso                      

mai avete bisogno d’aiuto, …a disposizione… (uscendo si chiude il sipario)

                               Fine  Primo Tempo

  

-12  -

                                            Secondo Tempo

         La scena si apre nello studio del doktor  Skanna Vaccinen. Addobbo inerente.

         Una porta a destra, una a sinistra. L’infermiera Alice Sotoil, formosa,

         belloccia, scrive una ricetta al Siciliano.

Alice – (accento tedesco, consegna la ricetta) Afanti un altren!

Siciliano – (prende la ricetta e con fare gigionesco tira un pizzicotto ad Alice)

         Stissimo attenti picciotta, cerca di essere ddonna sseria e timorata… ah.

          Ci capimmo…!? (ammicca)

Alice – Afanti un altren!

Vito – (entra con una busta piena di bottiglie vuote con tappo a scatto. Ben messo

         con giacca e papillon) Baciamo le mani a vossia….

Siciliano – (lo ferma con un dito. Con sufficienza lo squadra, accenna al papillon)

         Che ci facissi accussi ‘mbusimato… ah!?

Vito – (cerca di snobbarlo) Senta non la capisco. Vuol parlare in italiano?

Siciliano – Ah, no me capisce…, no me capisce il  signore! (fa scattare e mette in

         mostra il coltello) …E ore me capisci fituso!?

Vito – Uè calma, calma. Non l’avevo riconosciuto. Sa, tra noi italiani si può sempre

         intavolare un discorso di pacifica convivenza! (incoraggiato, sottovoce) E dai,

         ci dobbiamo far conoscere sempre… (cerca di confonderlo) Perché vede, se lei

         parte da questo presupposto…

Siciliano – Basta fituso!

Vito - …Il signore chiaramente non vuol partire dal presupposto.

Siciliano – No, nu vogghiu pattire!

Vito - …Perché vede, l’onore dell’Italia…

Siciliano – Ppocche parole… pecchè venisti?

Vito – Dunque…, io sono venuto qua per farmi scrivere una ricetta per non andare

         a “travagghiari”. Capito italiano? (ammicca e da di gomito al siciliano)

Siciliano – E ‘nge mettimme lu papionne per annari a lu dutturi?

 Vito – Beh, E’ sempre un signor dottore!

Siciliano – E ccà che ci purtassi? (accenna alla busta)

Vito – Fatti miei.

Siciliano – Uhm, però stissi attento accome te comportassi ca picciotta mmia…

Vito – Ma quale?

Siciliano – A femmina mmia… (accenna ad Alice)

Vito – (ridacchiando) Ah,ah,ah, ma stai tranquillo. Quella rac…non è il mio tipo.

         E poi non è…

Siciliano – Me pare d’aver capito che offendesti a ddonna mmia!

Vito – Ma no, dicevo cosi… anzi è un bel pezzo di…

Siciliano – Beh, e coss‘è tutta sta confedenza?

Vito – Ma insomma io sono sposato, e poi sto pensando proprio a queste scemenze,

         sé, …io sono un uomo serio, timorato, mai fatto “a sentire!”.

-13  -

Siciliano – Stissimo attenti picciotto pugliese; mai nisciuno mi fece uno sgarbo.

         Mai nisciuno me mancò di rispetto. …Io non fui emigrante, ma fuggiasco

         pe dilitti d’onori. …ccapito!?... (esce ma nel frattempo si era intrufolato

          il Marocchino)

Vito – (sottovoce) Ma si…, a te che non crepi fino a domani mattina!

Alice – (dopo aver terminato col marocchino)  Afanti un altren!

Marocchino – (si alza con comodo. Incontra Vito e gli mostra la ricetta)

         Korea batte Italia 1 a 0! (esce)

Vito – Ma quanto è brutto. Ha la faccia dei cachi marci! Va a finire che mi porta

         scarogna. Ma anche qua dovevo trovarlo? Ma come ha fatto ad arrivare prima        di me?... (si guarda intorno, assume un’andature dinoccolata, cerca di far

         colpo).  Good bye frizzlen, cioè froilen. Chi essere io? Io essere quell che tu

         alluzzaren da dietr vitren. …io pensar, remember from tu yu!

Alice - …!? Io vitren!?

Vito – Ja, tu fare occhien de triglien!

Alice – Tu konoccere me?

Vito – Ja, tu essere froilen… lutrinen!?

Alice – Nein.

Vito – Tu essere Rakia Petr…

 Alice – Nein essere mia kolleca.

Vito – Ah, scusare …tu essere froilen sardinen…

Alice – Nein!

Vito …Anguilla, zuppa mista. No, ah froilen… “chitestra…”  (invettiva locale))

Alice – Kitestra!?... Nein, io froilain A…

Vito - …A.

Alice – A… li…

Vito – Ali Babà. Noo!? …A limor… A limone!

Alice -  Nein… froilain Alice! …Tu italianen?

Vito – (con orgoglio)  Jà!

Alice – Tu itaglieno puciarto kome Nikola. Afere rekalato anello. Nikola afere tette…

Vito - …!?... Uè, non sarà mica… (accenna)

Alice - …Afere tette: - Kuest tiamante preziose. Pakato molto… (piagnucola) Kuest

         essere vitren, kostare zolo tue, zvain euroo… (scoppia in un pianto dirotto)

         Iiiihhh!!! Ih! Ih!

Vito – E  zitta zitta. Ora viene il Siciliano e mi uccide. Ma guarda un po’ che guaio.

          E dai finiscila con questo “piccen”… (si ricompone, quindi in tono solenne)

         Froilen le chiedo scusa e perdono a nome dell’Italia tutta e di tutto il mondo

         indietro! Sapete c’è sempre qualche figlio di “puttanazzen”. Qualche pecora

         “zoppen”  che disonora il nostro paese… (sottovoce) Quel figlio di… (prende

         coraggio e offre il garofano dell’occhiello) Aver ju azzett main garoflen?

         Annascar, annascar, profum d’Itali’.

Alice – (ancora scossa) Kosa folere, kome stare?

-14  -

Vito – Grazie, bene, e “lai?”.

Alice – Kosa afere, kosa folere!

Vito – Avere forte “ciammuervo”, raffreddoren che mi passen quando guardare te.

         Scrivere ricetta e io andare bella froilen!

Alice – Uno, unz dia?

Vito – Italiani tutti forti, guarire subito!

Alice – Meglio mettere zvai dien, trai dien…

Vito – (incoraggiato) Io trai-dire te!? Mai!

 Alice – (dolce) Ti piacesse se io tare te cinque ciorni?

Vito – Magari, e chi ti ha cantato l’Angelo all’orecchio? Si, si ma basta che ti

         “spezzi di gamben!”.

Alice – (più disponibile) Ti tofe essere tu? Afere tetto Itaklia!?

Vito – (impettito) Ià, Italia!

Alice – Oh Itaklia… (sospira) Paese do solle. Napli, Psilliko… italieni essere tutti

         kantanti simpatici. E tu essere naplitano?

Vito – Quasi, paese vicino, Cassano chiamato Napolicchio!

Alice – Oh, allora tu kantare, tu afere pella foce…

Vito - Ja, io avere voce ten-orinante!

Alice – Kantare, kantare.

Vito – (canta con impegno alla napoletana) “Scrivimiiii, non lasciarmi più in

         penaaaaa, una frase, un rigo appena, Tu mi dai la ricetta… e poi passa il

         mio dolooooor! (Alice è estasiata e Vito la rimprovera cantando) Tu non

         scrivi ma dormiiiiiii…”.

 

Marocchino – (si affaccia alla porta e cerca di richiamare l’attenzione di Vito)

         Ehi italiano, ehi italiano!

Vito – (finalmente se ne accorge e si rivolta seccato continuando a cantare)

         “…che nessuno ti uccideeee!” (recit.) Ma che cosa volere questo  marocchino.

         Vai via. Tu avere sbagliato porta questo non essere gabinetto!

Marocchino – Io tire te kosa imbordande…

Vito – (lo caccia in malo modo) Zaà, marocchino porta scarogna!... Mi ha guastato

         tutto il gioco… (si ricompone) Dunque bella froilen, volere scusare

         interruzionen… Quel marocchinen tamarren, cafonen! (Alice sul tavolo ha una

         radietta dalla quale si sente una musica) Ma questa essere musica italiana,

         alzare, alzare volumen! (Alice obbedisce incuriosita. Vito dà saggi di danza)

         Eh, italiani grandi ballerini, grandi equilibristi! (si avvicina con più confidenza

         e le tira un pizzicotto)

Alice – Io folere tu kantare… Inno Nazionale Italiano… famoso…

Vito – Ah, quello quando entrano in campo i giocatori del pallone (si atteggia e

         canta. Mima i calciatori in particolare i saltelli e la gomma da masticare)

         “Fratelli d’Italiaaaa, ecc.”.

Alice – Nein, nein, io folere tu kantare: “O zolle mmio…”.

-15  -

Vito – Ma lo potevi dire prima. Si, io cantare, ma tu scrivere ricetta!

Alice – Oh, kantare, kantare!

Vito – Però quanto sei magren. Tu fare cura di “frivilaten?” (filo di ferro)         

Alice – Ma koza tire?! Oh tu kantare, kantare e io tare te tieci, venti ciorni…

Vito – (attacca deciso)  “O sole miooooo, sta in fronte a teeeee, la tua ricettaaa,

         sta in tasca a meeeee. O soleeeee, o sole miooooo…

Doktor – (entra alle spalle il doktor Skanna Vaccinen, con monocolo,imponente,                

pauroso. Viene seguito sempre come un’ombra dal perfido Fritz Pulpen con camice insanguinato tipo macellaio. “figura facoltativa”  Dopo un po’ Vito se ne accorge e rimane pietrificato) ‘Mbè, essere rimbambiten?

Vito – (accenna colpi di tosse) Io fare “schiarizzi” (gargarismi)  Ah, ah! Avere gola

          raffreddata!

Doktor – Aaahhh, fa pene, fa pene… Folere akkomotare ti là! (Vito va verso l’uscita)

         Neeein! Ti là!! (verso l’altra parte)

Vito – (prima di uscire, sottovoce) …Ma questo dottore mi pare di averlo visto di

         nuovo. Mi pare una faccia conosciuta… mah.

Doktor – Ti lààà!!! (sveglia Vito dalle sue meditazioni. Quindi a sua volta) …Ma

         tofe afere fisto ti nuofo kuest perzone…, ma tofe… non rikortaren… mah!

         (ad Alice) Infermieren! Proprio occi io afere afuto  Cirkolare tal Ministero

         in kui …“Ministro Otto Luzzen in perzona infita noi metìci ad ezzere molto

         zeferi und skrupolozi nelle fizite. Spezialmente kon Italianen, - sottolineato

         italianen – Ke ezzere lafatifen, furbastren kon malattie fazulle und fittizze.

Firmato: Otto Luzzen! – (tutto letto con movenze militaresche) Kuinti tu

kuartare me e prentere ezempio. (ad Alice che esegue anche lei militarmente)

Folere rikiamare ti nuofo pazienten? (Vito si presenta con passo stanco per

dare una parvenza di malattia)  Koza folere!! (sadico)

Vito – Niente, io mi trovo qui di passaggio. Avere sbagliato numero… tolgo il

         disturbo…(accenna ma viene bloccata da Frtz Pulpen)

Doktor – Nein, tu tire me kozs folere!? (sadico-mellifluo)

Vito - …Io volere fare visita sbrigante…

Doktor – Vizita zibirigante?! Koza folere tire?

Vito – Una cosa sbrigativa, veloce veloce!

Doktor – Ah no! Tu ezzere fortunato. Afere trofato me: - Famozo Doktor Skanna

         Vaccinen! -.

Vito – Prego?

Doktor – Skanna Vaccinen!!

Vito - …Avere capito Scanna Mucchen.

Doktor - …Io afere altro nome, turante kuerra, kuanto komantare Lager,  Kampo

         Koncentramenten… (nostalgico)  A me kiamare…

Vito – Scanna Tacchinen…

Doktor  - Nein, ezzere nome più romantiken, più poetiko, Skanna…

-16  -

Vito - …Cardillen.

Doktor – Nein, Skanna…

Vito - …Prucinen!

Doktor – Nein! …Aaahhh, ekko, a me kiamare: - Skanna Kristianen!!! …Aaahhh,

         pei tempi. Io afere skannaten…cioè kuraten molti pricionieri. …Intofinare

         kuanti!?

Vito - …Dieci.

Doktor – Ti più.

Vito – Cento.

Doktor – Ti più, ti più!

Vito – Mille!

Doktor – Kuazi… (rabbioso, a scandire) …no-fe-cen-to-no-fan-ta-nofe!!... E kuest

         ezzere mio krante rimorzo…, mio toloren. Kome tire: - sentire ti fotten ke non

 ezzere arrifato a mille!!!

Vito – Eh, per un’altren…

Doktor – Jaaa, per un altren… Per un altren io non arrifato a mille…(si morde la

         mano) Per un altren io non afere afuto metaklia t’oro und enkomio zolenne

         da mein Fhurer!! (si atteggia con la mano. Poi quasi in lacrime) …E zapere,

         zapere perké?

Vito – (si immedesima) …Perché!?

Doktor – Perké millezimo pricionieren fucciten, proprio kuanto io afere preparate

         champagne und krante festa… (tutto lento e rabbioso)

Vito - …Quel vigliakken… che sfortuna. Togliere una così bella soddisfazione…

         poteva farsi “skapuzzaren”… certo che vi rovinò tutta la Festa!

Doktor – Jaaaa. Non afere rofinato mia Festa. Afefe rovinato tutta mia fita!

         …Ma io non afere mai timentikato kuel vigliakken italianen… Mai timentikato

         zuo nome und zuo paeze: - Vitò Nuccioleze ti  Apulien Italia!!!

Vito – (quasi sviene) …”Questo” è quello del Campo di Concentramento! Proprio

         qua dovevo trovarlo… Me lo diceva il pensiero: - Non andare, non andare…-.

         Povero me…. Ora che ricordo… apposta il gaggio diceva: - Io infitare te

         krante Festa… Tu ezzere ospite t’onore! -. Ed io per non mettermi in confi-

         denza: - Ma noo, grazie!  Non si disturbi…-. E quello: - Noo, io afere kapato

         (scelto) proprio te, perkè tu ezzere pello, allattamaten, “ciuto ciuto”. (in carne).

         …Ora ho capito cosa voleva dire: - teneva il porco all’ingrasso!! -. …Aveva

         cura di me…, mi faceva prendere aria, mi guardava col binocolo… Mà!...

         Allora me ne scappai… ed ora!? …Povero me.

Doktor – (nel frattempo scruta Vito con grande interesse girandogli intorno)

         …Eppure tu riportare me kualkoza… Tu, non ezzere mai stato Kampo

         Koncentramenten?

Vito – No, mai. Io essere disertore di guerra!

Doktor – Vigliakken!! …Eppure tu rikortare me …una notte ti bombardamenten:

         bompe, kannonen…

                                                  -  17  -

        

Vito - …Perna… cchie (sottovoce)

Doktor – Perna…!?...

Vito - Per ‘na… notte di guerra…certo il danno fu grave… (a sviare)

Doktor – (scettico, incomincia a visitarlo. Gli guarda un occhio, poi) Raus Tizunkè!

Vito – Ah?!

Doktor  - Uscire lingua, fare prr prr, …pernakkie.

Vito – Pernacchie?

Doktor – Jaaa, tu fare pikkola pernacchien. (sottovoce) …Io skopriren…, fare,

         fare pernacchien!

Vito – (ci prova inutilmente) Prr, prpr, pprrr prr prr… non mi riesce…e  poi…

         non c’è l’atmosfera giusta…

Doktor - Eppure…      

Alice – Mein doktor!! (militarmente, vuol mostrare un foglio)

Doktor – Jà!!! (secco)

Vito – Prrrrrr!!! (secco e rabbioso pernacchio)

Doktor – Tu ezzere… (voltandosi di scatto, velenoso).

Vito – (imperturbabile) …Prr prr prr non mi riesce, non mi riesce…

Doktor – Tu semprare molto furben und intellighenten…

Vito – Noo, io avere mancanza d’ignoranza!

Doktor – (imbufalito) Ma ezzere zikuro tu non antato kuerra?

Vito – Noò, noò, come te lo devo dire.

Doktor  - Possipille…

Vito – Quanto è vero che mi chiamo Vito…Nicola Navuzzi!

Doktor – Fare fetere tokumenten!

Vito – Io avere solo libretto Cassa Mutua, io essere Nicola Navuzzi!

Doktor – (guarda avido il libretto) Maletizionen, non ezzere fotokrafia… Ah, tu

         ezzere stezzo paeze Apulien!? Tu konoccere uomo ke fare meticina

         mirakoloza per fare arrizzare  kapillen? (lentamente) Tu konoccere Vitò

         Nuccioleze!?

Vito – No, mai, ve lo giuro! E poi là stare scritto Apulien, errore! Io essere di

         Puglia e Lucania vicino alla Francia, di Sanremo, a fianco… Io parlare

         francese! (accenna disperato un francese maccheronico)  “Jè parlar franzé.

         Le franzè is for mi la seconda lingua naturell. Je le franzè lo mastik tre bien,

         proprio come se nient fuss.  – Je te rombe le cul e te lo fe se tant! -. Viva la

         franze!... (accenna la Marsigliese) Allonz anfant de la patri-i-è…

Doktor – A me stare antipatik TUTTI FRANZESI!!!

Vito – !?...Tu mi fai proprio schifo!? (sottovoce)

 Doktor – KOZA TIREEE!!! (inciampa nella busta di Vito. Fa rotolare qualche 

          bottiglia vuote con tappo ermetico. Ne prende una per il tappo, con due dita)

         koza ezzere kuest!?...

Vito – Bottiglie vacanden… (vuote)

Doktor – (l’annusa) …Pottiglie Molotof… terrorist… (gongolante)  Io afere skopert

-18  -

terrorist… (mellifluo) Koza fare tu kon kuest pottiglie?

Vito – Io mettere dentro salsa di pomitoren…

Doktor – Tu mettere tentro troka, esplosifen!!!

Vito – Nooo, io avere raccolte perché essere tutte “sozze sozze” (uguali), con vitren

         doppien, coperchiett ermetik. Portare mio paese e mettere dentro salsa di

         pomitoren…

Doktor – Koza ezzere “salza ti pomitoren!?”.

Vito – Essere droga…

Doktor - …Troka!?

Vito – Sììì, è la droga degli italiani!... Dunque, stammi a sentire: (spiega in tedesco

         maccheronico) ” …Prendere pomidoren, togliere “podicinen”, scallare, mettere

         dentro muto macchinen und mediant grand marchingegn und scienz pecorinen

         italiana, uscire salsa da una part e scorzen dall’altra parte!! (fa il gesto, allarga

 alternativamente le braccia a sbattere nel Doktor e in Fritz Pulpen) …Poi

mettere salza sopra maccarunen…, “ ‘druzzilaren” (arrotolare alla forchetta,

poi fa il gesto e il rumore con la bocca) ...uuusshenn, …”arricriaren!” (termine

quasi intraducibile che sta fra “ti ricrei” e  “Aaaahhh” di soddisfazione)

Doktor – Aahh, Italia makkarunen, spaketti, mandulinen… (sottovoce) Kuest ezzere

         terrorist furbastren ke folere prendere me per ti tietren.  Infermieren!! (sempre

         sottovoce) …Telefonare Polizei… (Alice esce) Pene pene pene pene, atesso io

         fare te fisita skrupolozen!

Vito – Senti, io sono guarito. Ora me ne vado!

Doktor – (lo blocca con Fritz) Tu tire koza afere!

Vito – Uè, ma questo è proprio “centrone” (fissato)

Doktor – Tu tire koza folere!

Vito – (rassegnato) Io avere dolore “criduzzo” (nuca)

Doktor – Kriduzzen!?

Vito – Ja, e anche qualche lampo nella “’nginaglia” (ginocchio)

Doktor – Koza?

Vito – Anche poco di custipen e due rosole ai piedi! (supplichevole) Io volere ricetta!

Doktor – Zolo questo tu afere?

Vito – Beh, scusate se è poco.

Doktor – Italieni poko falorozi, fenire kuà per fezzerie!

Vito – Nooo, io avere anche forte dolore osso del “catapecchien!”. (si tocca un po’

         dappertutto)

Doktor – Fezzerie, fezzerie!

Vito - …Ma voi i clienti… li volete …moribondi?

Doktor – Fa pene, fa pene. Tu ammalaten. (sottovoce) Kuest ezzere kazo molto

         interezzante prefisto da Cirkolare Ministro. Io tare te meticina mirakoloza…

Vito - …E arriviamo a mille!

Doktor – Fritz Pulpen, infermieren! Prepararen  pazienten per kazo molto tifficile.

         proffetere supito! (dice qualcosa all’orecchio dell’infermiera e di Fritz ed

         esce canticchiando)  “O zolle miooooo…”.

-19  -

Vito – (approfitta dell’assenza del doktor e cerca di convincere Alice) Chi essere io!?

         Io essere quello che tu guardare da dietr vitren? Dare ricetta, svelta, e io poi

         ritornare…

Alice – (decisamente cambiata, in collaborazione con Fritz) Tu togliere ciakka e   

         stendere sopra lettika!

Vito – Ma no, me ne vado…

Alice – Tu togliere ciakka, togliere! (Vito si rifiuta più volte. Fritz gliela toglie. Vito

         rimane col “pettino” attaccato alla maglietta)

Vito – (confuso) Scusare, questa è la camicia che ci mettiamo a turno…

Alice – Tu stentere sopra lettika! (perentoria. Vito rimane perplesso)

Vito - …!? …Togliere orologio?

Alice – Io tetto: - Stentere sopra lettikaa!!-.

Vito – Bella Cozza di Scoglio… io essere quello che tu… alluzzaren…

Alice – Ke tu stentere sopra lettika!

Vito – (come ipnotizzato si stende sulla lettiga, sulla pancia Ah Madonna mia

aiutami!

Doktor – (non visto rientra con una grossa siringa. La porge a Fritz, quindi  

         comincia a tastare)  Kriduzzen?

Vito – Jà!

Doktor – Katapekkien?

Vito – Jà!

Doktor – Cinaklia? (gli fa l’iniezione)

Vito – Jaaaaaahhhhh!!!! Mamma mia bella! Non era per me, non era per mè! Era per

         quel figlio di … Aaahhh!!! Che dolore, che dolore…

Doktor – (esce stringendo i pugni felice insieme a Fritz Pulpen)  Mille, mille!!!

Alice – (gli tira un pizzicotto affettuoso) Passare presto e kuarire. Pikkolo zimpatiko

         italienen!

Vito – (si alza e si ricompone) E quest’altra scimmia! Ma che cosa vuoi? Ma chi ti

         conosce! …Ah, che dolore. …Quanti sacrifici che deve fare un padre di figli!

         Questa è la prima e ultima volta che faccio un piacere a qualcuno. Invece della

         ricetta mi sono beccato una siringaccia… che se non muoio oggi non muoio

         più! …Una formalità, all’anima della formalità. E meno male com’è andata.

         Quando ritorno da quel “signore” glielo dirò: -Vai, vai tu a prendere la ricetta.

         E’ una formalità! A me, non l’hanno voluta dare! -.

Alice – Ciao, pel moretto italieno, arrifeterci!?

Vito - …Arrivederci!? Ma chi mai verrà più in questo schifo. Ma che sei matta!

         E se ti permetti di venire in Italia… ti…

Alice – Ciao mandulinen, spaketti?... Afanti un altren…

Siciliano – (entra scuro in volto. Vito si sta ricomponendo e sta per mettersi la

         giacca) …!?...  Brutto fitusoooo!!!

Vito - …Abbiamo finito di mietere e di trebbiare!

-20  -

Siciliano – E llo dicevo io!?  …Tanto tempo pi na visita?

Vito – Guarda io…

Siciliano - …In abbiti succinti ti trovai!?

Vito – Dovevi vedere prima!

Siciliano – E che ci facissi cca, senza la giacca …ah?!

Vito – Se mi dai il tempo ti spiego…

Siciliano – (incalzante) Io no ti ttaglio la faccia pi rispetto verso la signora …

         Anzi, …la mia ex signorra! A mia nu sgarru simile…? A mia, uomo d’onore!

         Di le preghiere fituso ca appena jissi hai finito lu campari. …E anche tu, donna

         disonorata…

                   Sirena della Polizia

         A polizzia, …ve salvò Santa Rosalia, Santa Rosalia ve salvò! Ma non finissi

         accussì…, giù vi aspettai…!!!

Vito – Meno male, la Polizia. Che fortuna! (finisce di vestirsi). Sentire, solo questa

         essere uscita?

Alice – No, anke finestra! (Vito accenna) Nooo, essere kuinto piano!

Vito – Uè, ma questa è proprio scema!

Alice – Afanti un altren.

Marocchino – (entra rapido, si fa incontro a Vito e gli sussurra) Italiano, ehi italiano,

         io tire te kosa molto imbrodante…

Vito – Ma siii, Korea batte Italia 10 a 0!!!

Marocchino – No, tuo amico mandato a dire che oggi non servire  più ricetta, oggi,

         essere SCIOPEROO!!!

Vito – (rimane scioccato, quindi acchiappa la grossa siringa e con urla e frasi a

 soggetto insegue il Marocchino. Nel frattempo si sente la sirena della Polizia

 in arrivo. Sipario rapido)

                                               F I N E

Musiche consigliate:

suite dalla Carmen di Bizet

Musica da pianino: Buena Noche mio amor…

Marcia Mosè di Rossini

Tango del Mare di Nisa-Redi

Rumori:

sveglia a corda – vento – sciacquone

materiale:

due brandine con coperte e cuscini – una sveglia a corda – Neve spray – lettera –

un mangianastri con cassetta – Thermos – libretto sanitario – garofano – radietta da

tavolo – grossa siringa – coltello a scatto o rasoio – spray con schiuma da barba –

asciugamani (uno rosso a fiori) – poster sexy – materiali e vestiti come descritti –

…un po’ di buona volontà, grazie!