“LA SANITARIA” S.p.A. – Ufficio Reclami

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TRE ATTI DI

                “LA SANITARIA” S.p.A. - Ufficio Reclami

TRE ATTI DI

 ROBERTO TEMPERINI

PERSONAGGI IN ORDINE D’APPARIZIONE:

 


ALICE                                                           donna delle pulizie

DOTT. MORATTI ElIO                    capo ufficio

GIULIANA CASTINI                       neo impiegata

MARTA SANTALAMESSA           impiegata zitella anziana

LUCIA RESTELLI                           impiegata assenteista

ALBERTO                                        usciere

ANONIMO                                        un impiegato strano

GIOVANNI                                       autista del direttore centrale

BONFIGLI                                        un operaio

AVV. FILIPPO LA CARTA             direttore centrale

BARTOLETTI                                   sindacalista

SCENOGRAFIA:

In fondo al centro: scrivania del capoufficio Dott. Moratti Elio; in obliquo alla sua sinistra, un tavolinetto con telefono di colore verde, scrivania della  neo impiegata Giuliana Castini  (circa ventenne); alla destra di Moratti, con un  tavolinetto ancora più piccino, addetta alla corrispondenza, la Sig.ra Restelli (madre di sei figli, assenteista per necessità); un po’ più avanti, sempre sulla destra, la scrivania dell’impiegata Sig.na Marta Santalamessa (bigotta religiosa).

ATTO I

                                               Buio totale

(SQUILLA IL TELEFONO)

LA CARTA -  Pronto? …si, La Carta…prof. Saltarelli?…psichiatra?...No… non la conosco, mi dica… Credo che  lei, prof. Saltarelli, stia prendendo un granchio! Nessuno dei miei dipendenti è malato di mente! Ne sarei a conoscenza! Comunque, per mera curiosità, mi potrebbe dire di chi si tratta?…Ah!…Bene…   Presterò attenzione. La ringrazio. A rivederla.

  SCENA I

ALICE - MORATTI

Si apre il sipario, Alice è intenta a pulire la scrivania del  dott. Moratti, con un panno umido e una bottiglia d’alcool, con movimenti svogliati e meccanici; canticchia una canzone; prende poi in mano la cornetta del telefono  e compone un numero:

ALICE                        Pronto, Rocco! Tutto a posto?Va beh! Va beh! Me riccomanno nullo molla’ fino dentro ar portone de la scola, che quello sinno’ fa sega un’artra vorta! Poi va a fa' la spesa e guarda che la frutta sia de giornata e poi passa dar macellaro: fatte fa’ tre etti de carne trita magra; controlla che, quanno la prepara, nun ce infila er grasso de straforo; urtimamente te l’ ha data così pallida, che pareva de vitella...poi passa dar fornaro e fatte dà sei rosette e du’ fruste croccanti, e puro dar pizzicarolo ...er solito: un etto de mortadella,   ‘na scatoletta de sardine,  ‘na mozzarella.. .Che?!… Li sordi? Numme di’ che sei già rimasto senza ‘na lira!… Hai riggiocato a le corse dei cavalli? Ah, Rocco! Bigna che la fai finita! Hai capito? ....Va Beh!  Dije de segna’...Si, si, a tutti, se capisce. (entra il Dott. Moratti, posa il soprabito sull’attaccapanni) Mo’ te saluto. Se vedemio  stasera. (rivolta al Dott. Moratti) Me scusi dotto’ si ho approfittato........

MORATTI      Per carità signora non si preoccupi, capisco. (posa un pacchettino sulla scrivania della Restelli, siede al suo posto e sfodera il giornale).

ALICE            Lei dotto’ è sempre puntuale, come farà? Oggi, poi,  è addirittura in                                  anticipo. (spolverando la scrivania di Lucia Restelli)

MORATTI      (cercando di leggere il giornale) Vede. Nella mia posizione debbo dare il buon  esempio. Io sono  un punto di riferimento per i miei impiegati.

ALICE            A me sembrano tutti bravi, lavoratori, educati. Poi, questa che                                            sta a ‘sta scrivania.....

MORATTI      La Restelli?

ALICE            Ho notato che lascia  sempre in ordine.......Io nulla conosco, ma.....

MORATTI      Se è per questo, potrei dire di non conoscerla neanche io. (notando                                Alice  sorpresa) Quella cara signora sono anni che manca dall’ufficio.

ALICE                        Davero? Si l’avessi fatto io, da mo’ che m’avevano cacciata!..E come                               mai?

MORATTI      Puerperio. Sa cos’è il puerperio?

ALICE                        Grosso modo. Quanno una è gravida?

MORATTI      Indovinato! (si alza e passeggia per l’ufficio) E questo non sarebbe niente, se                la nostra cara signora avesse avuto un bambino  o due al massimo, come

                        fanno tutte le donne normali di questo mondo. Invece no! Si è messa                             a figliare subito dopo la sua assunzione… Ha presente i conigli?...

ALICE            A         A la faccia! E così, nun ce viè mai a lavora’?

MORATTI      Saltuariamente, di tanto in tanto, tra un parto e l’altro.....

ALICE                        Chissa’  quanti fiji ciavrà, poraccia!

MORATTI      (siede) Non ne ho idea, ma sicuramente troppi.

ALICE            Allora lei, dotto’, in questo caso, nun ha dato un bon esempio... (sorridendo)

MORATTI      E invece l’ ho dato, eccome! Io non ho affatto bambini!… Vede                                         quel pacchetto sulla scrivania della Restelli? E’ un omaggio che io                                           le faccio, ogni volta che la signora rientra al lavoro dopo un lungo                                      periodo di puerperio...

ALICE            (che mentre parla spolvera le altre scrivanie, si avvicina al pacchetto e                             prende in mano e lo guarda e legge un biglietto) ”Un pensierino da                                  parte del suo capoufficio”. Aoh! Ma questi so’ guanti!

MORATTI      Per essere precisi sono profilattici di fabbricazione della nostra casa,                   che consiglio di usare a tutti i dipendenti ed in particolar modo alla cara signora Restelli. Ma, pare che, il mio consiglio,  venga da questa

sistematicamente disatteso con i risultati  che le ho appena accennato.

ALICE                        Cioè,  vor di,’ allora, che  la signora rientra a lavora’ oggi?

MORATTI      Per forza. Se non vuole essere licenziata. E’ il suo ultimo giorno.

ALICE                        Certo che lei, dotto’, è proprio ‘na vorpe! Ha carcolato tutto!

MORATTI      Si, è vero, modestamente, ho delle qualità ed io posso.

ALICE                        Allora visto che lei può. Perché´ nun trova  ‘n posticino a mi                                                           marito? Quarsiasi cosa, lui se arangia a fa’ tutto...

MORATTI      Me lo chiede così … su due piedi (imbarazzato) … Non saprei, oggi è                             difficile trovare un posto di lavoro, specialmente ad una certa età.

(pensandoci) Mi ci faccia pensare.... Ci sarebbe un posto come                             guardiano in un complesso edilizio, proprio vicino dove abito io...                                 Vedremo... Ne riparleremo........

ALICE            Grazie, dotto’, lei si ch’è ‘na brava persona. (gli bacia la mano)

MORATTI      (dopo che se l’è fatta baciare) Non faccia così! Poi, sa, le devo con-

fessare  che,  la persona alla quale mi debbo rivolgere, di solito,   prende una parcella per questo genere di favori.

ALICE                        Ma io nun ciò ‘na lira...però, posso fa’ ‘n prestito, si nun se tratta de ‘na                           grossa somma.

MORATTI      (sminuendo) Non tanto. Credo.  Ora se ha finito...Se non le dispiace…                            Vorrei rimanere solo. Debbo fare una telefonata riservata.

ALICE                        Vado, dotto’!… Ma, domani me farà sape’ ? (speranzosa)

MORATTI      Proprio domani?… Va bene… Vedremo.

ALICE            Grazie. Lei é ‘n angelo. Arrivederci Dotto’.

(esce)

II  SCENA

MORATTI - GIULIANA

Il Dott. Moratti, non appena rimasto solo, compone un numero telefonico:

MORATTI      Pronto? Sono il Dott. Moratti. Vorrei parlare con la Signora Fedele                                                Enrica. Grazie. (attende) Enrica, amore mio! Anima della mia anima!

Mi pensi sempre? Io tanto. Non riesco a stare senza di te. Mi hai                           stregato. Mi hai fatto una magia. Non c’è un minuto che la mia grande              mente non pensi a te. Ne dovresti essere orgogliosa. Sei l’unica che ha                        questo privilegio...Mia moglie? Figurati che non mi ricordo neanche                    com’ è fatta. Tu, tu, quella che conti sei soltanto tu... (ride) Ma che dici?             Non ti tradirei mai... Era soltanto una mia collega..

Siamo usciti per lavoro... Non posso. Lo sai che mia moglie mi tiene                     in pugno. Mi estrometterebbe da tutti i suoi averi di famiglia, se soltanto

venisse a sapere che io la tradisco. Mi tratta come un deficiente. Sostiene          che sono puerile e senza spina dorsale. MI dovrebbe vedere  qui in               ufficio...Si accorgerebbe chi sono! (si raddolcisce) Per fortuna che

ho te, piccioncina mia, (fa il verso del piccione in amore) glu, glu...(entra la neo impiegata Giuliana, riattacca in fretta il telefono) glu, glu... (facendo finta di cercare qualcosa) glu... era entrato un piccione......

GIULIANA     (Scodinzolando) Buongiorno Dottore! Ha perduto qualcosa?

MORATTI      Mi era parso che  fosse entrato un piccione dalla finestra e che ora

stesse gironzolando per la stanza…glu…glu…

GIULIANA     Forse è in cerca della picciona. (ride scioccamente)

MORATTI      (imbarazzato) Può  darsi...daltronde anche gli animali hanno le loro                                esigenze...Se ne sarà andato, non lo vedo.

GIULIANA     Ha ragione! Gli animali hanno più necessità di noi. Mi ricordo che,                                              quando ero piccina, avevo un gatto che, nel periodo nel quale le gatte                            andavano in amore, spariva dei giorni interi e quando ritornava aveva

certe occhiaie!

MORATTI      Davvero? Interessante!

GIULIANA     Non mi crede? Le assicuro che è la verità! Anche quando l’ho                                          raccontato a Filippo....

MORATTI      Filippo chi? Il Dott. Avv. Filippo La Carta? Non di meno nostro                                           Direttore Centrale? Nonché maggiore azionista della Società per la                                 quale noi lavoriamo?

GIULIANA     Ma si,  lui! Insomma Filippo. Lo conosce no?

MORATTI      Si, sì certo. E lui che ha detto?

GIULIANA     Mi ha guardata fissa e poi si è messo a ridere.

MORATTI      Ci ha creduto?

GIULIANA     Certamente! Guardi dottore che Filippo è una persona molto intelligente e colta. Si figuri che poi ha voluto imitare Gastone....

MORATTI      E chi sarebbe questo Gastone?

GIULIANA     Il mio gatto! No?

MORATTI      Il suo…ehm… gatto? (imbarazzato)

GIULIANA     Così si chiamava. Ed ha voluto che io facessi la gattina...

MORATTI      (interrompendola, sempre più imbarazzato) Beh! Ora, la prego di non entrare       nei particolari. Io non so niente di tutto ciò, e non voglio saperne niente!

GIULIANA     Non c’era nulla di male! Era un gioco.

MORATTI      Sicuramente è stata una cosa simpatica, ma a me non interessa più di                           tanto. E cerchi di capire, L’avv. La Carta è il nostro direttore e non credo che                 le farebbe piacere che lei...

(squilla il telefono verde sulla scrivania di Giuliana,)

MORATTI      Credo sia il suo, se vuol rispondere......

GIULIANA     Oh, no, di già (che era in piedi, siede e solleva la cornetta e risponde                    con voce atona e annoiata) Pronto? Ufficio reclami de’  “La Sanitaria” Sono Giuliana… E’ sicura?… Ha provato  in bocca? Lì funziona sempre…Non accenna a.. .Certo,  che è strano. E’ la prima volta che sento una lamentela del genere... Provi tra le gambe, vedrà che....Niente? Neanche lì?… Allora non resta che là… (Moratti la guarda sconcertato) Come, dove? Là nel... (abbassando il tono della voce) Non   posso dirglielo   apertamente, con me c’è un uomo... E’ inutile che si arrabbi! Si vede che lei non lo posiziona bene! Si faccia aiutare da  suo marito!…Non è sposata? E allora trovi qualcun altro!  Che colpa ne ho io?

MORATTI      (interrompendola)Signorina. Non sia così impaziente! Per piacere me

la passi!

GIULIANA     Come vuole. (stizzita passandole la linea) Ma tanto non c’è niente da                             fare. Certa gente non sa usare certi attrezzi, e dice che non funzionano.

MORATTI      Pronto? Sono il capo ufficio. Dica...si?... si?… Provi a strofinarlo con le                           dita  velocemente...Ecco, si...Continui...Sale adesso? ... E’ salito?

No? Bene. Anzi, male!… Non si arrabbi, sa, il fatto è che ne fabbrichiamo a migliaia...Certamente, non si preoccupi; ce lo spedisca; gliene invieremo un    altro in cambio.  (abbassa il ricevitore) E’ la prima volta che perviene un reclamo per un termometro. (rivolto poi a Giuliana) In ogni caso, signorina, per sua conoscenza, la temperatura, solitamente, si misura anche mettendo il termometro sotto l’ascella.

GIULIANA     Davvero? E’ incredibile!  Non si finisce mai d’imparare.

MORATTI      (ironico) Ne tenga conto, tante volte dovesse ricevere altre                                                  lamentele di questo tipo.

GIULIANA     Come vuole lei, dottore. (squilla il telefono) Pronto ufficio reclami “La Sanitaria” sono Giuliana dica: si,... si... Non credo… Guardi, signore, che la nostra è una società seria!… E allora?...

III SCENA

MORATTI - GIULIANA - MARTA POI LUCIA POI ALBERTO

(entra la signorina Marta Santalamessa)

MARTA          Buongiorno.

MORATTI      Buongiorno.

(Marta siede e prima di cominciare il lavoro si fa il segno della croce).

GIULIANA     ...dice? No questa sera non posso... Ma, perché lo vuol darlo proprio a me? (ride di cuore) Che simpatico! Scusi, lo porti al magazzino oggetti guasti e se é ancora in garanzia gli verrà sicuramente sostituito… Io che centro? Non l’ ho mica fabbricato io questo sfigagrammemometro! (guardando Moratti che le lancia un’occhiataccia)… Mi spiace questa è la prassi. Buongiorno, dottore! (riattacca il telefono)

.

MORATTI      Signorina Giuliana, si può sapere di cosa si lamentava quel cliente al                             telefono?

GIULIANA     Nulla d’importante. Pare che non gli funzionasse più  lo sfigammetro,                             lo sfigatrometro, lo sfigamano. Insomma! Una certa sfiga ce l’ha, se gli si è             rotto!

MORATTI      Vorrà dire… lo sfigmomanometro!

GIULIANA     Ecco! Giusto quello! Lei dottore è un genio! Come fa a pronunciare                                 certe parole, che non hanno senso!

MORATTI      Veramente, è il nome tecnico, che lei dovrebbe conoscere, di quel                                   congegno con il quale si misura la pressione.....

GIULIANA     Com’è colto! Ma lei è un vero fenomeno! Me lo dice sempre Filippo!

(piagnucolando) Io credo che non imparerò  mai!

MORATTI      Imparerà, pian pianino imparerà. Non si preoccupi.

MARTA          Ma, non era quella che aveva vinto il concorso tra mille concorrenti

con il massimo dei voti? Scommetto che  non sa, nemmeno, che cos’è uno       stetoscopio?

GIULIANA     Stetoschiopo?

MORATTI      (cercando di aiutarla) Stetoscopio, lo stetoscopio, lo sa cos’è, no?

Quello per sentire i rumori....

GIULIANA    Ah! Ma certo! E’ quello strumento per misurare lo scoppio di un qualcosa che

                     scoppia!                       

(entra la signora Restelli Lucia  - Marta si alza e le va incontro)

LUCIA                       Buongiorno a tutti! (posa un pacco di pannolini sulla scrivania di Moratti)

MARTA          Guarda chi c’è Lucia!  (si baciano)

LUCIA                       Ciao Marta!   (rivolta a Moratti) Dottor Moratti, che piacere rivederla! (si avvicina alla scrivania) La sua signora come sta?

MORATTI      Bene, grazie. N’è passato di tempo. (ironico) I figlioli? Crescono?

LUCIA                       Eccome! Luca ha sedici anni, Marina tredici, Sabrina dieci,                                                            Roberto sette…

MARTA          Vorrai dire sei!

LUCIA                       Giusto! Che cretina! -…Roberto sei, Federica quattro, Giuliana due.

MORATTI      Che bella figliolata! Ed ora, pensa di poter dedicare un po’ del suo                                               prezioso tempo anche al lavoro?

LUCIA             Mio marito è in pensione. Non dovrei avere  più  problemi.

MORATTI      Questo mi fa immensamente piacere. Comunque, io, per precauzione, le                       ho fatto il solito regalino e speriamo che questa volta lei li usi.

LUCIA                       (prendendo in mano la scatolina che è sul suo tavolo- ironica) Sempre

premuroso! La ringrazio del pensierino.

MORATTI      Naturalmente è per il suo bene. Dico, sei figli! Non le sembra il caso di…

MARTA          I figli sono provvidenza, caro Dottore! Lei non lo capisce perché non ne ha! Provi ad averne almeno uno e vedrà che è molto bello! E poi, Lucia quei cosi non li userebbe mai! Dico bene?

LUCIA            Invece li uso. Ma pare che sia inutile. Niente si può  contro il destino.

GIULIANA     Ma  sei figli sono tanti! Io, al posto suo, avrei fatto qualcosa…

Anche per il fisico. Si rovina!

LUCIA                       (rivolta a Moratti) E’ nuova?

MORATTI      Ah! Si. Mi scusi. Le presento la signorina Giuliana Castini. E’ con noi                             da circa due mesi.

GIULIANA     Piacere. (si stringono la mano) Sono ancora in prova. Ma Filippo ha                                detto che non mi debbo preoccupare che andrà  tutto bene. E quando

Filippo promette....

LUCIA                       (a Moratti) Filippo, chi? Non dirà, per caso,  La Carta? L’avvocato?

MORATTI      Eh già, proprio lui. Pensi. La signorina ha vinto il concorso. E’ stata la                             prima!

MARTA          La prima in assoluto tra i raccomandati!

MORATTI      Questo non c’entra nulla. La signorina è una che promette!

LUCIA                       Ah! Ho capito! A chi la promette e a chi la dà. (a mezza bocca verso Marta) Sicuramente farà grande carriera.

MORATTI      Signora Restelli, non permetto certe insinuazioni in mia presenza! La                             signorina Castini saprà sicuramente farsi valere per le sue doti!

MARTA          Che sono quelle alle quali si riferisce Lucia!  Che Dio mi perdoni! (si fa il                                    segno della croce)

MORATTI      Insomma! Adesso ci si mette anche lei Sig.na Santalamessa! Mi sembra

di essere stato sempre chiaro. In questo ufficio non voglio né allusioni                né  pettegolezzi altrimenti...altrimenti...sarò  costretto a fare delle

segnalazioni poco felici! Ed ora per cortesia mettiamoci al lavoro!

(siedono tutti e lavorano accanitamente - entra Alberto l’usciere)

ALBERTO     Bongiorno! (nessuno risponde, a Moratti) Dotto’! E’ arivato! Lo vo’ vede’.

MORATTI      Vuole proprio me?

ALBERTO     Lei nun è er Dott. Elio Moratti dell’Ufficio Reclami?

MORATTI      Credo di si…!

ALBERTO     E allora…

MORATTI      (facendolo avvicinare a se) Alberto, senta. Mi dica. Come le è                                             sembrato?

ALBERTO     In che senso?

MORATTI      Insomma, di che umore è? Allegro, serio, arrabbiato......

ALBERTO     De sicuro incazzato! Perché´ nun ha lasciato manco che er portiere je                            portasse la borsa. E’ ito dritto, dritto, verso l’ascensore, senza guarda’ in                         faccia nissuno, me ha chiamato cor campanello!

MORATTI      Beh, di solito chiama così…

ALBERTO     ...Si, ma, stavorta, è stata ‘na scampanellata dura, si je lo dico io......

e m’ha detto… co’ tono parentorio...

MORATTI      … perentorio!…

ALBERTO     ...certo, parentorio! Me chiami er dott. Moratti, immediatamente!

MORATTI      (uscendo) Dio mio! Speriamo bene!

ALBERTO     (seguendolo) Dotto’ de che se preoccupa? Mica se lo magna!

(escono)

SCENA IV

GIULIANA - MARTA - LUCIA -MORATTI - ANONIMO - GIOVANNI

Non appena il Moratti ed Alberto sono usciti, Lucia tira fuori un lavoro a maglia; Marta una rivista religiosa ed un altarino con immagine sacra  - Giuliana alcuni settimanali.

LUCIA            (a Marta) Certo che Moratti non si smentisce mai. E’ d’una volgarità... Questa storia del regalino mi comincia a stufare! Chi gliela dà, poi, tutta questa confidenza!

GIULIANA     Sono sicura che lo fa per il suo bene, credo sia un consiglio....

MARTA          Tu, glielo dovevi restituire in malo modo! Certe volte sei troppo                                          delicata! Piuttosto, veramente  ne fai uso? (scandalizzata)

LUCIA            Certamente!   Credi che mi faccia piacere rimanerci così spesso?

Prendo le giuste precauzioni , ma pare un destino, ogni volta che ritorno al        lavoro e quell’imb.....(guardando Giuliana e temendo che facesse la spia;    si riprende) mi fa trovare il solito pacchetto, è come se portasse jella!

GIULIANA     Non se la prenda, signora. Mi pare di aver capito che quel regalino

lo fa a tutte coloro, che hanno una prole numerosa. E’ un consiglio. Ne ha regalati anche alla Sig.a Anselmi, che ha  tre figli.

MARTA          Mi dispiace, ma se l’avesse fatto a me gliene avrei dette quattro.                                       I figli sono provvidenza.  (rivolta a Lucia) E tu poi sei stata così  brava;                           li hai tenuti tutti. C’è gente, oggi, senza scrupoli e pur di non avere                                    complicazioni...mi capisci?!

LUCIA            Questo è vero. Ma, come puoi farne  a meno? Dopo che li hai messi al mondo?

GIULIANA     Anche a me piacerebbe essere mamma! Dev’ essere molto bello!

MARTA          (sconsolata) Il fatto è, che prima, bisognerebbe sposarsi...

GIULIANA     E chi l’ ha detto? Io ho diverse amiche che hanno un figlio e non lo                                sono affatto!

MARTA          Questo è vero.  Non è certo la miglior cosa. Dia retta a me, lei,

prima di  mettere al mondo un bambino, si sposi!

GIULIANA     Mi perdoni. Se poi faccio la fine che ha fatto lei?! Dovrò rinunciare per sempre ad un esserino tutto per me?

LUCIA                       Perché? Che fine ha fatto Marta? E’ stata una sua scelta. Lei che ne sa?

MARTA          (interrompendola) Lucia, scusa. Capisco cosa vuol dire Giuliana, e, in un

certo senso, non ha tutti i torti.....

LUCIA            Che cosa vuoi che ne sappia alla sua età?!

MARTA          No, no, io la capisco. Infatti, per me, è stato un grosso sacrificio dover                              rinunciare alla cosa più bella, che possa accadere ad una donna; l’essere

madre; mettere al mondo una creatura del Signore; una vita nuova.                     (pausa) Un desiderio, che qualsiasi donna prova sin dall’infanzia. Sogna

il principe azzurro, che le permette d’iniziare quella favola fatta di                                     amore e di comprensione tra un uomo ed una donna. Sa cos’è che                     completa questa grand'unione?

GIULIANA     (ingenuamente) Non saprei.....

MARTA          E’ semplice, un figlio. Si fa tutto questo per avere un figlio.

GIULIANA     E, allora ho ragione io.

LUCIA                       Forse lei non ha capito… C’è bisogno della prima fase.

GIULIANA     Quale fase?

MARTA          Quella dell’amore con il “principe azzurro”, per intenderci; che, a me,

purtroppo,  è venuta a mancare.

GIULIANA     Perché, una donna non può avere diversi principi azzurri?.

LUCIA                       (a Marta) E’ inutile! Questa  è  dura d’orecchie!

GIULIANA     (squilla il telefono di Giuliana) Che pizza questo telefono! Speriamo che non sia un altro reclamo come quello sfigamemonetro. Pronto, Società “La Sanitaria” Ufficio Reclami.- Sono Giuliana… Ah! Sei tu? Che caro! Mi hai chiamato in ufficio?!…  (dolce) Ma certo,  vengo subito… Pratiche? Che cosa  sono? ...(ride di cuore) Ho capito, (sottovoce) porcellone! Vengo subito. (si aggiusta i capelli;prende dei fogli sul tavolo) Mi assento un attimo, mi ha chiamato urgentemente l’avvocato.(esce soddisfatta scodinzolando)

LUCIA                       Abbiamo fatto un bell’acquisto! E chi se la spiccica più?

MARTA          Bisogna avere pazienza. E’ giovane.

LUCIA            E con questo? Lo siamo state anche noi…eppure, sapevamo ben                                                guardarci! E il posto, ce lo siamo sudato!

(entra trafelato il Dott. Moratti - Marta e Lucia si rimettono                                          immediatamente a lavorare)

MORATTI      (a Marta) Sig.na Santalamessa! Mi dia immediatamente le pratiche della

Ditta Gommist. Forza! Si sbrighi!

MARTA          Dotto’! Calma! Non ho mica cento mani!

MORATTI      (cercando anch’egli la pratica freneticamente in mezzo a delle carte)

Lo sapevo! Lo sapevo io, che alla fine sarebbe successo il patatrac!

MARTA          Dottore, scusi, ma… è successo qualcosa di grave?

MORATTI      Altroché! Gravissima! Siamo su tutti i giornali!

LUCIA                       E per cosa? Dotto’, ce lo dica, lei lo dovrebbe sapere, visto che  è l’unico,                       qui, a poter leggere il giornale!

MORATTI      (sempre cercando la pratica per tutto l’ufficio) Si, si. Ma, purtroppo,

questa mattina, per colpa della donna delle pulizie, non mi sono potuto              aggiornare e così mi è sfuggito l’articolo, che parlava della nostra                                  Società. Ho fatto una figuraccia con l’avvocato!

MARTA          (trionfante) Eccola!

MORATTI      Me la dia! (controlla l’interno) Le fatture le abbiamo saldate. (a Lucia)

Tra poco torno, si prepari, ché dobbiamo battere una lettera da                              inviare a questa ditta. Dio mio, speriamo bene. E’ grave, veramente               grave!

(esce  di corsa)

LUCIA                       (prende il giornale dal tavolo di Moratti) Che sarà successo?                                             Vediamo un po’, dunque: “Il governo traballa ma non cade”; “La Ferrari

ha perso le due ruote davanti”; “Poliziotto sgozza l’amante della moglie,              uccide la moglie con un coltello e poi si toglie la vita  con la pistola                d’ordinanza”. Tutte belle notizie!  (continua) Ah! Eccolo! “Profilattici                       forniti a varie farmacie dalla Ditta La Sanitaria risultano essere per la                   maggior parte bucati. Difetto di fabbrica?” (siede esterefatta) No! Non

è possibile! (si rialza di scatto facendo leggere l’articolo a Marta) Leggi!                Leggi! Adesso, dimmi tu cosa dovrei fare io?

MARTA                     (dopo aver letto l’articolo) Guarda che, come dice qui, è un semplice sospetto. Ne hanno trovati soltanto alcuni bucati, che so’…un dieci per cento. Non fare così! I figli sono provvidenza!  Non credo che quelli bucati siano capitati proprio a te...

 

LUCIA                       E che ne so?! Tutto può  essere.  Questi sono i tipici scherzi da prete!

MARTA          Ora esageri! Cosa c’entrano i preti?

LUCIA                       E’ un modo di dire. Anche se di solito, spesso, centrano anche loro.

MARTA          Senti; io nemmeno ti rispondo, perché vedo che sei fuori di te e sragioni.

Ne riparleremo quando ti sarai calmata.

(si mette a lavorare ignorandola)

ANONIMO     (entra un tizio d’età indefinita, senza parlare; fa il giro della                                stanza; si sofferma prima davanti a Marta, la guarda fissa negli  occhi e   sorride, poi a Lucia e fa lo stesso. Esce ridendo.)

LUCIA                       Dopo queste notizie ti tocca vedere certi soggetti...poi dicono a noi, che stiamo in puerperio, che ci fanno della beneficenza!  E questo, allora? Sempre la stessa storia. Viene ci guarda  e ride come un deficiente! Possibile che non ha un cavolo da fare?

MARTA          E’ un povero disgraziato. E’  un po’ strano.

LUCIA                       Un pazzo a tutti gli effetti, direi.

MARTA          Anche lui è figlio di Dio. Ha diritto a sopravvivere.

LUCIA                       Ah, se è per questo, puoi stare tranquilla. Non morirà. Anzi, è più

facile che siamo noi a morire! (ironica) D'altronde, gli ultimi saranno i primi!

(entra l’autista del Direttore Generale)

GIOVANNI    Buongiorno!

LUCIA                       Buongiorno.

MARTA          Buongiorno.

GIOVANNI    C’è il Dott. Moratti?

LUCIA                       Dovrebbe essere dall’Avvocato.

GIOVANNI    Strano. E’ proprio lui che lo cerca.

MARTA          Scusi, Giovanni, se le faccio una domanda… un po’ riservata. Lei sa niente                  riguardo all’articolo che  è uscito sul giornale e che parla della nostra                              società?

GIOVANNI    So  quello che sapete voi. Quello che c’è scritto nell’articolo.

LUCIA                       I giornalisti esagerano, magari, non è, poi, tutto così vero... Lei, invece, stando vicino al Direttore, in qualità d’autista di fiducia...

GIOVANNI    Si. E’ vero, purtroppo, è vero. Gli organi superiori so' tutti in subbuijo.

Chi core de qua, chi core de là. Un  casino. Insomma pare che c’è

stata  ‘na denuncia da parte de’ un tizio che dice, che, pe’ corpa de li

profilattici bucati de nostra produzione, mo’ se aritrova co’ n’ sacco de fiji; undici, me pare; e vole esse risarcito per il danno subbito.

LUCIA                       (a Marta) Visto?

MARTA          E come fa questo tizio a dire una cosa del genere? Ne è sicuro?

GIOVANNI    Sicuro. Dice che, s’è messo de punta. e dopo avenne comprate diverse                          scatole, ha verificato, e ogni tanto ne ha trovato quarcuno bucato. Ve                              dirò  de più, adesso, se stanno a rivortà puro li sindacati, perché pare                            che…anche parecchi dipendenti  so’ rimasti fregati da ‘sta cosa.

MARTA          Ora capisco la frenesia di Moratti di trovare quella pratica.

LUCIA                       La Gommist?

GIOVANNI    Si, mo’ cercheno de dà la corpa ar fornitore ...

MARTA          Mi sembra logico. E’ evidente che… che… quei cosi, per bucarsi con tanta                    facilità, siano stati fabbricati con materiale scadente.

GIOVANNI    La verità, invece, pare che sia  un’altra.

LUCIA            E         Cioè?

GIOVANNI    Si parla d’incidenti dolosi.

MARTA          Non metta in giro certe chiacchiere!

LUCIA                       Sarà sicuramente la solita voce di corridoio.   I sindacati che dicono?

GIOVANNI    So’ incavolati neri! Hanno chiesto ‘n incontro. Dicheno, che parecchi                             dipendenti intenteranno causa alla società. Chiederanno il risarcimento                                    dei danni.

MARTA          Addirittura! E’ tutto da ridere! Saranno loro che dovranno risarcire, semmai, la società, visto che, probabilmente, gli autori del guaio sono proprio loro. E poi, dovrebbero essere felici di aver avuto qualche figlio in più!

GIOVANNI    Li fiji ormai ce stanno. Ma se riescheno a dimostrà che la cosa è                                       dolosa....

LUCIA                       E’ una parola!  Come fanno a dimostrarlo?

GIOVANNI    Loro sostengheno che gli oggetti in questione, nel momento in cui

vengono riposti nei contenitori, prima di spedirli, sono perfetti.

MARTA          Non credo che ne possano avere la certezza! 

GIOVANNI    Poi, c’è n’artra cosa. Nulla potrei di’, ma siccome so’ che voi sete                                      persone per bene...

LUCIA                       Le pare? Siamo tombe, ma, se proprio non può  dircelo...

MARTA          Giusto. Non la vorremmo inguaiare...

GIOVANNI    Ma sì, ve la dico, però me raccomando; acqua in bocca!

LUCIA                       Ci mancherebbe...

MARTA          Si figuri.

IOVANNI       Pare che, er nostro caro Direttore Centrale, in una riunione, abbia                                               consijato i vari capi ufficio, de regala’ a diverse dipendenti, a mo’

di monito, dato l’uso continuo di puerperio che queste facevano, alcune scatole incriminate....

LUCIA                       Ci avrei giurato! A questo punto anch’io vado dai sindacati. Hai capito? (a Marta)Il regalino era tutta una cosa studiata a tavolino!  E no! Ora mi sentono! (esce di corsa inviperita)

GIOVANNI    (a Marta) Che j'è preso? Ma mica pe’ caso fa parte de....?

MARTA          Che non lo sa che ha sei figli?

GIOVANNI    Si lo sapevo. Ma nun immagginavo....(uscendo di corsa) Signora                                      Restelli me scusi, nun faccia così..Io nu j’ho detto gnente! Eh?

(esce)

SCENA V

MARTA - GIULIANA - LUCIA - ALICE - ANONIMO

(squilla il telefono sul tavolo di Giuliana)

MARTA          (risponde) Pronto; La Sanitaria, ufficio reclami...richiami più tardi. L’addetta è momentaneamente fuori posto… D’accordo…   Penso che tra dieci minuti la trova. (si mette a lavorare. Poi comincia a sudare; tira fuori un fazzoletto e si deterge il sudore dalla fronte e dal viso; poi tremante prende il telefono e compone un numero) Pronto? C’è il dott. Saltarelli?… Va bene, attendo...(si tocca il viso nervosamente) (agitata) Pronto? Dottore, mi scusi se la disturbo in un’ora poco ortodossa… Ecco, non mi sento bene..E’ la solita storia. Mi vengono in mente strani pensieri;.mi sento svenire e mi viene da urlare... Si le ho prese, ma non mi hanno fatto nulla...questa sera?...Non ce la faccio. Sento che non resisterò.. . Va bene, come        vuole. Aspetti! Le debbo raccontare qualcosa che mi sta succedendo.(entra Giuliana) Mi scusi dottore ora la debbo lasciare… Va bene…a questa sera. (riattacca. Ingurgita delle pastiglie)

GIULIANA     (si accomoda alla scrivania) Quel rompiscatole! Prima mi fa salire, poi

mi fa aspettare un’ora in anticamera, ma se aveva una riunione                            poteva far a meno di chiamarmi! Alla fine mi sono stufata e sono scesa!

MARTA          Forse gli servivano quei documenti.

GIULIANA     Documenti? Ah, si, certo, peggio per lui, mi poteva far entrare!

MARTA          Ha saputo della “Sanitaria”?  Pare che siamo finiti sul giornale.

GIULIANA     Era ora! Finalmente! Un po’ di pubblicità gratuita!

MARTA          Pubblicità si, ma, negativa!

GIULIANA     Negativa? Perché´ che è successo? (squilla il telefono, risponde) Pronto? Ufficio Reclami- La Sanitaria –Sono Giuliana…Si, certo, i “Duralex” li forniamo noi, si, quelli della pubblicità, “Vai sicuro con Duralex, non ti tradiranno mai!” (imita quello della pubblicità) … Come?… (attimo di silenzio con la cornetta in mano che poi riattacca lentamente) Mi ha riempito di parolacce! (incredula)

MARTA          Lo immagino. Troppe ne arriveranno di telefonate del genere!

GIULIANA     Mi sono stufata di questo lavoro! Non sono mica pagata per essere

insultata! (ripensandoci) Che vuol dire? Troppe ne arriveranno di…

 

MARTA          Pare che, ultimamente, molti di quei cosi che abbiamo fornito...

GIULIANA     Che cosi?

MARTA          Quelli di cui parlava, poc'anzi, quel signore che l’ha insultata...

GIULIANA     I Duralex? I profilattici della pubblicità…Vai sicuro...

MARTA          (interrompendola) Ecco, proprio loro. Insomma, pare che tra tanti buoni                           ce ne fossero stati alcuni bucati.

GIULIANA     No?! Non ci posso credere! E adesso che succede?

MARTA          Che succede, che succede. E chi lo sa. Una cosa è certa. Siamo stati

screditati di fronte a tutta la nazione.

GIULIANA     Che guaio! E ora l’azienda potrebbe fallire?

MARTA          Speriamo di no.

GIULIANA     La solita iella! Ora che avevo trovato un posto serio! Vuoi vedere che                              lo perdo! (poi si mette a ridere a crepapelle).

MARTA          C’è poco da stare allegri.. Io, egoisticamente, sto per andare in                                          pensione, quindi, non temo nulla. Ma voi giovani, certo per voi sarà dura.

 

GIULIANA     (continuando a ridere) Sto ridendo perché´ mi è venuto in mente (entra Lucia) il regalino che, ad ogni fine puerperio, il Dottor  Moratti fa alla Signora Restelli.  Certo che se lo venisse a sapere…

LUCIA                       L’ ho saputo,  l’ ho saputo. E  sono stata subito dai sindacati.

MARTA          E cosa ti han detto?

LUCIA                       Che abbiamo ragione. Indiranno un’assemblea e da lì si deciderà il da                           farsi.

MARTA          Ci sarà uno sciopero?

LUCIA                       Non si sa. Può darsi. Spero che ci sarete  anche voi.

GIULIANA     A me, sinceramente non interessa. Giusto se lo fanno di venerdì,

così   posso andare a casa prima.

MARTA          Io, lo sai che sono contraria agli scioperi....

LUCIA                       Lo immaginavo! Questo è il motivo per cui i padroni fanno il                                                           comodaccio loro e ci trattano come schiave! Non siamo unite! Non                                   siamo compatte! Ogni volta che c’è da lottare, esce fuori gente come voi                         che guarda solo il proprio interesse! Lo volete capire che questi cercano                                    di accollarci le loro colpe.

GIULIANA     Scusi, ma non sta esagerando, per qualche preservativo, magari, andato a                    male? Capisco che lei ne è rimasta colpita in prima persona.....

LUCIA                       Guardi, carina, che io sto parlando nell’interesse anche suo; un domani

potrebbe accadere anche a lei e allora mi penserà!

MARTA          Io vado al bagno. Quando ti arrabbi così, con te non c’è più   possibilità                          di colloquio. (esce ostentando dei tic nervosi; prende una pastiglia)

LUCIA                       Va, va con Dio! Tanto  per te i figli sono provvidenza!… Quelli degli altri!

.

GIULIANA     Io, invece la, capisco e sono con lei..

LUCIA                       La ringrazio, ma non basta dirlo. Bisogna essere presenti nelle lotte.

                        (entra Alice)

ALICE                        Scusate. E’ troppo sivve chiedo de fà ‘na telefonata?

GIULIANA     Nessun problema, signora Alice, prego, prenda pure il telefono del capo. Quello è diretto, non c’è bisogno di fare lo zero.

ALICE                        Grazie! (mentre compone il numero) Me so’ trovata da ‘ste parti e me so’ ricordata de di’ a Rocco... Rocco sarebbe mi’ marito; insomma de dije de anna’ a pija’ er fijo a scola che’ quello, oggi esce ‘n’ora prima.e si nullo acchiappa ar volo chissa’ poi in do’ tocca annallo a cerca’...Pronto? Rocco! (urlando) Rocco! Aricordate che oggi tu fijo esce ‘n’ora prima!… Come che te frega? Te deve da frega’! Perché, si ritorno a casa e nullo trovo, me la pijo co’ te! Hai capito?! Me riccomanno! Ah!  E quanno ritorno, stavorta, voijo trova’ ‘n piatto de pasta!…(sempre urlando) Nun c’è er pommidoro? Falla in bianco!.. Nun c’è er buro? Mettice er parmiggiano!… Manco quello? (abbassando il tono della voce e guardandosiintorno) Aijo e oijo... L’oijo de semi.. E falla lessa! (riattacca e poi imbarazzata alle presenti) E’ sempre pasta...puro lessa è bona. Anzi se sente de più er sapore. Grazie eh?

GIULIANA     Per carità. Quando vuole...

ALICE                        Ma, er Dottore è ito via?

LUCIA                       No. Dovrebbe essere su dal direttore. Voleva qualcosa?

ALICE                        Je avevo chiesto un favore nun so se........

GIULIANA     Dica, dica, forse possiamo aiutarla noi.

ALICE                        Va beh, ve lo posso di’, tanto è cosa de tutti i giorni...è pe’ mi marito...

Er dottore m’ha promesso un posto de lavoro pe’ Rocco...

LUCIA                       Adesso promette anche i posti! Che vergogna! E lei ci ha creduto?

ALICE                        Perché? Nun è vero?

LUCIA                       Promette a tutti per farsi grande! Ma in effetti poi non mantiene mai!

E’ un leccone di prima categoria. E’ buono solo a mettere le corna alla                moglie...e a regalare preservativi bucati!

GIULIANA     Le corna alla moglie?! Allora è vero!? Pensavo fossero soltanto voci di                            corridoio!

ALICE                        Preservativi bucati? Numme dica che quer pacchettino sur tavolo...

LUCIA                       Non ne sono certa, ma credo che molta responsabilità nei miei confronti

ce l’abbia proprio il Dott. Moratti. In ogni caso, quello che mi ha dato                    più fastidio è stato il modo.

GIULIANA     Cioè?

LUCIA                       Una strategia a tavolino. Pensate tutto studiato psicologicamente.

Così, sono  proprio contenta di com’è andata.

“Il diavolo fa le pile ma non i coperchi”.

ALICE                        Sta a vede’ che mo’, dopo ‘sti fatti, er Dottore nun ce avrà più tempo de pensa’ a mi’ marito. E sì, ch’ ero  puro pronta a paga’.

LUCIA                       (incredula) Le ha chiesto  soldi?

ALICE                        Non precisamente, però  m’ha fatto capi’ che avrebbe dovuto ugne                                  quarcheduno, che era disposto a famme ‘sto favore.

LUCIA                       L’ho sempre detto che era ‘n farabutto!

GIULIANA     Senta, signora Alice, forse la posso aiutare io.

ALICE                        Davero? Se lo fa, je faccio un regalo grosso come ‘na casa!

GIULIANA     Non le prometto nulla. Ma si dà il caso che io abbia qualche conoscenza

che conta.

ALICE                        E io nun posso artro che ringrazialla anticipatamente. Lo dicono tutti                               che lei è  bona!

GIULIANA     Davvero?

LUCIA                       Maschietti, nient’altro che maschietti. (ironica)

ANONIMO     (entra il solito tizio d’età indefinita, senza parlare, fa il giro della stanza

si sofferma davanti ai presenti, sghignazzandogli sul viso, ed esce                ridendo)

GIULIANA     Poveraccio! Chi sa cosa gli dice il cervello?

ALICE                        ‘Na cosa è certa! Quello che je dice er cervello nullo so’. So’ solo che                  ‘na vorta me lo so’ ritrovato dentro ar bagno de le donne. Avoija a dije                         che er suo era da ‘n’artra parte...pe’ me quello nun è, ce fa!

LUCIA                       Ciàbbiamo anche il maniaco! Questo ci mancava! Vuoi vedere ch’è lui                           che va bucando i preservativi!

GIULIANA     No, poverino. Quello è uno che passa la maggior parte del suo tempo alla                      fotocopiatrice con  dei ritagli di giornale. Ogni volta che mi vede                                        nasconde tutto. Poi, mi fissa e mi cede il posto, gentilmente, senza                              parlare, ed  assiste sempre con molto interesse a quello che io faccio. 

ALICE                        Bigna staije alla larga, date retta a me. (uscendo) In ogni modo, grazie de                        novo, signorina Giuliana, ce posso sperà, allora, pe’ mi marito?

GIULIANA     Farò l’impossibile per aiutarla!

ALICE                        Grazie de novo e arrivederci!

GIULIANA     Di niente. Arrivederci.

LUCIA                       Arrivederci.

SCENA VI

GIULIANA - LUCIA - POI BONFIGLI

LUCIA                       Poveraccia! Certo che, vivere con un marito del genere,  è un bel  problema.

GIULIANA     La voglio assolutamente aiutare! Mi fa una pena! (squilla il telefono verde) Pronto, ufficio reclami “La Sanitaria” .Sono sempre Giuliana… Ancora?! (copre il microfono con la mano-a Lucia) Ci risiamo… Si, certo, ha ragione, è sicura che il difetto sia di fabbrica?… Risulta bucato?… Faccia una cosa, ce lo spedisca con lo scontrino della farmacia dove l’ ha acquistato e se è ancora in garanzia glielo sostituiamo senz’altro...E’ già usato? Beh, allora, mi dispiace, ma non  possiamo più farci nulla... C’è poco d’arrabbiarsi! Che le debbo dire? Speri nella fortuna! (riattacca) Che pretese!

LUCIA            Chissà quanta gente, dopo aver letto l’articolo sul giornale, starà tremando di paura?

(entra timidamente l’operaio Bonfigli, in camice bianco)

BONFIGLI     Si può ? (entra) C’è la signorina Santalamessa?

LUCIA                       E’ momentaneamente fuori posto. Se possiamo esserle utili noi?

BONFIGLI     Dovrebbe da parla’ cu essa. Sa, semo della stessa communitã¡.

GIULIANA     Ah! Così, lei e  la signorina vi conoscete molto bene? (allusiva)

BONFIGLI     Ardro che! Ce l’ ho detto semo della stessa communità. (ripensandoci)

In ghe senso scusi?

GIULIANA     Nel senso che vivendo in comune, dovreste sapere molte cose l’uno                               dell’altra.

BONFIGLI     Ah! Me credevo.

LUCIA                       (spiega) Il signore intende la comunità cristiana della quale spesso, Marta mi parla.

GIULIANA     A me, non me ne ha mai parlato.

BONFIGLI     Mo’ stamo a fa’ lu cammino.....

LUCIA            State molto avanti?

BONFIGLI     Eh! Pe’  la Ma...Ma...(vedendo che lo guardano scandalizzate) pe’

la Majella! Ne avemo fatta de strada!

GIULIANA     Poverini, chissà come sarete stanchi!

BONFIGLI     No, anzi più annamo avandi e più se rinnoveno l’energie.

GIULIANA     Ma certo! E’ tutta una questione d’allenamento! Comunque, la                                          Signorina Marta proprio non ce la vedo a fare un lungo cammino.

BOFIGLI        Come? Ma sgherza! Quella è tenace come un mulo!

GIULIANA     Davvero? (risolino) Ma se ogni volta che la invito a prendere un caffè

alla macchinetta, non viene perché non ha voglia di camminare!

LUCIA                       Che ha capito?! Qui non si tratta di un cammino materiale, ma                                          spirituale. Loro, da come mi ha spiegato Marta, si riuniscono ed                                        esprimono ad alta voce le loro verità, esponendo agli altri i loro                                      problemi quotidiani.

BONFIGLI     Giust’appunto.

GIULIANA     Anche le cose più intime?

BONFIGLI     (approvando) Eh! E più so’ cose riservate, e più uno se sende libberato

dar peso sulla coscienza.

GIULIANA     Deve essere molto interessante! Credo di averne bisogno anch’io. Come                       vorrei liberarmi di tutti i miei pesi!

LUCIA                       Lasci stare! A lume di naso, non credo che sia cosa per lei.

GIULIANA     (offesa) Perché´ no?! Anch’io sono cristiana battezzata!

LUCIA                       Non è per questo!

GIULIANA     E per cosa, allora?!

LUCIA                       E’ il rispetto per gli altri! Mi dia retta!

BONFIGLI     Ma lì se rispettamo! Se volemo bene.

LUCIA                       Vede, il fatto è che, la signorina Giuliana, se si mettesse a gridare                                                apertamente a tutti le sue verità, molte persone ne potrebbero rimanere  

traumatizzate.

GIULIANA   Si sbaglia! Guardi, che io, su certe questioni, sono riservatissima!

LUCIA                       Infatti! Ho visto come sbandiera a tutti la sua aderenza con                                                Filippetto!

GIULIANA     La sua è mera invidia! La nostra è una pura e innocente amicizia!

LUCIA                       Perché, allora, non se li sceglie più giovani i suoi amici?

GIULIANA     Perché trovo che l’uomo maturo è più  interessante e preparato!

LUCIA                       Certo! Ad aprire il portafogli! E a fare il por...(si trattiene e poi calmandosi) E’ giusto. Mi scusi. Sono un po’ nervosa. E’ giusto, che, anche lei, abbia la possibilità di redimersi e di pentirsi dei suoi peccati.

GIULIANA     Non mi sento affatto peccatrice! Credo che lei si sia fatta, in così breve tempo da che ci conosciamo, un’ idea errata della mia persona! (esce)

SCENA VII

LUCIA - BONFIGLI - MARTA

BONFIGLI     (imbarazzato) Beh! Visto che la signorina Marta nun ze vede....;

(entra Marta)

MARTA          Bonfigli! Buon giorno!

BONFIGLI     Bongiorno! So’ venuto pe’ quella faccenda!

MARTA          Ah!  E cosa mi dice al riguardo?

BONFIGLI     (guardando Lucia che stava lavorando) Deve sapere che..... (comincia a                          parlare velocemente e sottovoce per non farsi sentire da Marta. Segue

un dialogo frenetico tra i due per una diecina di secondi. Marta cerca di sentire ma non vi riesce).

MARTA          (tra se) Questi strillano in comunità, e si confessano quando sono in intimità. (esce)

BONFIGLI     Inzomma, nun è  ‘na cosa facile!

MARTA          Lei è nel posto giusto per agire.

BONFIGLI     E’ diventato troppo pericoloso. Si me dovesse sgobrì..

MARTA          Faccia molta attenzione!!

BONFIGLI     Me disbiace ma io rischio er bosto de lavoro! Giò  famija! ‘N fijo piccolo…

Numme lo pozzo permette.

MARTA          (pausa) E va bene. Come vuole. Ma sappia che l’anima non ha                                        confini. E se una creatura qui soffre di là sarà  felice.

BONFIGLI     (pensandoci) Daccordo! M’ha convindo! Ma lo faccio solo pe’ l’anima,

MARTA          Bravo! Ora vada  e mi tenga  al corrente.

BONFIGLI     Arivederci.

MARTA          Arrivederla.(Bonfigli esce)

MARTA          (Marta prende il telefono, compone un numero) Pronto? (pausa) Dott. Saltarelli? Mi scusi se la disturbo nuovamente. Ma non mi sento assolutamente bene. (si deterge il sudore con un fazzolettino) Ci provo. Ho le solite mancanze...continue… Certo, certo, farò come lei dice…- Si?… Non ne sono sicura. Presto, le saprò  dire. Comunque, per ora è tutto sotto controllo… Ma guarirà? Che Dio sia lodato!...A presto. Ci vediamo in comunità.

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

ALBERTO – MORATTI - LA CARTA

SCENA I

Si apre il sipario. In scena vi è: sulla sinistra una grande scrivania in mogano con dietro un quadro di una madonna d’autore; sulla scrivania diversi oggetti appropriati ed un lume elegante; dietro una poltrona grande, antica; di fronte due poltroncine; a ridosso della parete sulla destra un divanetto, un portariviste ed un tavolinetto con un tappeto; ancora più a destra l’entrata dell’ufficio e  attaccapanni con un soprabito molto elegante appeso. Entra  Alberto seguito dal dott. Moratti.

ALBERTO     S’accomodi dotto’, mo’ l’Avvocato viene; s’è assentato ‘n attimo;                                       doveva  da cambia’ l’acqua a le olive.

MORATTI   (Non conoscendo la battuta) Doveva cambiare cosa?

ALBERTO     L’acqua....Insomma, cià avuto ‘na chiamata urgente.

MORATTI      S’è riunito il consiglio? (preoccupato)

ALBERTO     Nooo! Macché consijo! Per capirsi, è dovuto urgentemente andare

a fare pipì.

MORATTI      Ah, perché non me l’ha detto subito?! Tutto questo rigirìo di parole, questo via vai di verbi, andirivieni di vocaboli, questo traffico...

ALBERTO     …forse numme so’ spiegato. E’ annato, sortanto, a fasse ‘na pisciata!

MORATTI      (ride imbarazzato) Ma certo non si preoccupi, ho capito...

ALBERTO     Alla bon’ora!

MORATTI      (siede su una delle sedie) Io aspetto. Quando il capo dice -Aspetta! -

Il soldato semplice cosa fa?

ALBERTO     Aspetta! Che vo’ che fa?

MORATTI      Bravo! Si vede che lei è una persona dedita al dovere!

ALBERTO     Ce provo. Dottò, io vado, se vuole che je porto un caffè...

MORATTI      Certo! Ma non per me! Per l’avvocato. Anzi, appena glielo porta, gli

faccia presente che, sono stato io ad ordinarlo per lui!

ALBERTO     Già ne ha presi quattro da stamattina...comunque… come desidera...

(Alberto sulla porta per uscire e Moratti lo chiama)

MORATTI      Alberto!

ALBERTO     (si volta di scatto) Si, dotto’?

MORATTI      Scusi se le faccio delle domande un po’...un po’...riservate.

ALBERTO     Ce mancherebbe! Dica pure dotto’!

MORATTI      Confidenzialmente, lei che l’ è molto vicino....

ALBERTO     Molto vicino, a chi?

MORATTI      Al sole, no?

ALBERTO     Al sole? Dico, nun potrebbe esse un po’ più chiaro?

MORATTI      Ho saputo da via riservata che lei e l’Avvocato...insomma… siete molto                           confidenziali!

ALBERTO     Ma no! Pe’ quarche caffè che je porto ogni tanto, pe’ quarche busta che je                     imbuco, pe’ quarche vorta che j’ho portato er regazzino a scola, pe’

quarche versamento in banca che j’ho fatto sur conto privato, pe’quarche vorta che j’ho coperto le spalle co’ la moije...pe’ .....beh… nun posso ricconta’ tutto...

MORATTI      Ecco, diciamo  che  lei…  è tenuto  dall’Avvocato in buona considerazione...

ALBERTO     Diciamo così. E co’             questo?

MORATTI      Insomma, lei che lo conosce molto bene, pensa che mi abbia fatto venire,

per qualche ragione particolare?

ALBERTO     Si, (si fa una risata) artro che! Pe’ li preservativi bucati!

MORATTI      Lei ci ride, questo mi fa piacere, vuol dire che anche l’Avvocato l’ha

dapprima  presa male, ma poi… avendo valutato bene la cosa…

ALBERTO     (ridiventando serio) Il motivo preciso perché je vo’ parla’, nullo so. Ma penso, ch’ è proprio pe’ quell’articolo ch’è uscito sur giornale.

MORATTI      Lo temevo. Ma, io, che c’entro? Sono dell’ufficio reclami! (tremante)                                 Mica ho colpa di quello ch’ è successo!

ALBERTO     Si è pe’ questo, nemmeno io!

MORATTI      Se la prendesse con quei cacchi di operai, che non sanno lavorare!                                (isterico)

ALBERTO     E no! Dotto’ mo’ nun cominciamo a fa’ distinzioni de classi! Vedrai che                           mo’ la corpa è sempre dell’operai! E’ de li dirigenti, che nun sanno dirigge!                    Dicemose la verità! E, poi, lei lo sa meijo de me che l’incidente è stato

provocato  da quarcheduno che ce vò  affossa’!

MORATTI      Chi?

ALBERTO     E che ne so; si lo sapessi già l’avrebbe detto all’avvocato. Iola spia nulla faccio, ma in certi casi, nun se ne po’ fa’ a meno! (uscendo) Mo’ je porto er caffè!

MORATTI      Grazie! (gironzola per l’ufficio curiosando nervosamente, ogni cosa che tocca     cade cerca di raddrizzarla e ricade più volte, fa movimenti dando l’im-

pressione che tutti gli scivoli dalle mani, finché  rompe un   vasetto di fiori, non sapendo come pulire, nasconde tutto sotto il tappeto).

(Entra l’avvocato, persona distinta ed austera)

LA CARTA    Dott. Moratti! Cosa fa lì in terra?! Le pare il momento di giocare?

MORATTI      (gli si lega la lingua) Mi era caduto un boffone!

LA CARTA    Un che?

MORATTI      (seguitando) Ho perfuto un boffone. Credo.

LA CARTA    Segga! Segga! Abbiamo cose più serie dei buffoni suoi!

MORATTI      Grazie! (siede timidamente)

LA CARTA    Ha inviato quella corrispondenza alla Gommist?

MORATTI      Ancora no, ma lo-lo-lo farò  al più presto!

LA CARTA    (sbraita) Come?! Lo farò. Accidenti a lei! Le avevo detto di inviarla

immediatamente! Cosa fa?! Dorme?! Lei è un rincretinito! Ecco perché

le cose vanno male! Questi sono i miei dirigenti! Ah, ma io vi licenzio

tutti! Qui se non si trova una svolta a questa situazione, io faccio un ri-

pulisti che passerà alla storia! Ma lo sa, che per quel pasticcio ch’ è successo,qui, si rischia la bancarotta per direttissima? I mercati non si fideranno più di noi, e si riforniranno dalle nostre concorrenti! Capito?! (notando Moratti sempre più piccolo sulla poltrona) Guarda, guarda  che cuore. Quale affidamento possono darmi dei collaboratori come lei?

MORATTI      (prendendo coraggio) Ha ragione....avvocato.

LA CARTA    Purtroppo, si.

MORATTI      Scusi dottore ,avvocato, se mi permetto, ma, invece di dare la colpa alla                          ditta Gommist, della quale sono fervido estimatore, ditta seria sempre                           puntuale nelle consegne, non crede che.....

LA CARTA    Certo che non credo, dal  momento che, lei riceve da quella ditta,                         saltuariamente, dei regalini diretti alla sua signora! Cosa crede?! Non sono       nato mica nato ieri.          Io so tutto dei miei collaboratori...Ed ora, sono curioso di sapere da lei a chi, ,accollerebbe la colpa dei profilattici bucati?… Dica!  Dica!

MORATTI      Senza dubbio la colapa è degli  operai. Disiamo che, alcuni di loro, legati

all’otranfismi... oltrasnisismo... oltransismo di sinistra, hanno voluto                     boigottare la società, in quanto simbolo del padrone!

(pausa scrutando il viso di La Carta)

LA CARTA    Vedo che qualche idea ce l’ ha. Ma non è così semplice. Lei non ha                                tenuto conto di Bartoletti!

MORATTI      Chi? Il sindacalista? Quello, diciamo, il più coriaceo, il più duro, il più

rigido, il più irremovibile, il meno molle, il meno accondiscendente, il più rispettato, il più amato, il più.......il più....

LA CARTA    Lo dica pure: il più onesto tra tutti i rappresentanti del personale,                                      purtroppo. Ho una spina nel fianco.

MORATTI      Mi dispiace, spero che non le faccia troppo male.

LA CARTA    Fa male, fa male...

MORATTI      Se la faccia togliere. Oggi con i mezzi moderni.

LA CARTA    Dovrei farlo uccidere! Ma non sono mai arrivato a tanto....

MORATTI      Ah, perché …lei parlava della spina… il Bartoletti?

LA CARTA    Naturale. Cos’ aveva capito?

MORATTI      Mi scusi sa, ma avevo capito una spi…spina di pesce, che le si era conficc-cacata nel fianco durante l’ultima cena.

LA CARTA    Ultima cena? Ma che dice? Non sono mica Gesù Cristo!

MORATTI      Qua…quasi.

LA CARTA    Non faccia il bambino! (pausa) Ora veniamo a noi.

MORATTI      Prego. Dica. Avvocato, sono suo e a sua totale disposizione.

LA CARTA    Mi rivolgo a lei, non nella qualità dell’operato che svolge normalmente nell’ambito del suo servizio, ma...a proposito… non rammento in quale ufficio lei opera.

MORATTI      Mi onoro di essere il capo ufficio dell’ufficio reclami, mio dottor avvocato La Carta, per servirla..(inchino a novanta gradi)

LA CARTA    Ah, ma certo! Dov’è Pucciotta. (imbarazzato) Una mia conoscente.

MORATTI      So, avvocato, so.

LA CARTA    Sa?     Sa? Cosa sa?

MORATTI      So. So tutto. So.

LA CARTA    Allora, dimentichi!

MORATTI      Già dimenticato.

LA CARTA    Bene. Torniamo a noi.  Avrei potuto servirmi di qualche altro                                  dirigente, ma ho preferito lei, perché´ so quanto mi è devoto e che

                        non mi tradirebbe mai per nessuna ragione al mondo. Vero?

MORATTI      Piuttosto mi faccio ammazzare!

LA CARTA    Così mi piace. Ed ora posso metterla al corrente di un mio piccolo segreto. Lei   sa che la nostra…mia società è per il 65% è di proprietà di piccoli azionisti, mentre l’altro 35% appartiene al sottoscritto?

MORATTI      Cre-credo di saperlo.

LA CARTA    Crede… o lo sa?

MORATTI      Lo so, lo so.

LA CARTA    E lo sa, cosa succede  se la nostra…mia società, all’improvviso, cominciasse    a far acqua a causa di un banale o futile errore di lavorazione?

MORATTI      Potremmo anche finire tutti male.

LA CARTA    E cosa fanno, normalmente, gli azionisti per rimetterci meno danaro   possibile?

MORATTI      Cercano di vendere in fretta le loro azioni.

LA CARTA    Esatto! Pensando a qualcosa d’ irrimediabile, ad un difetto irreversibile,                          e  ad un sicuro fallimento aziendale.

MORATTI      Anche lei, dovrà vendere al più presto!

LA CARTA    Io no, io non vendo, io compro; compro, compro a prezzi da fame..fino ad arrivare al 51% dell’azionario..

MORATTI      Non è una cosa troppo onesta...

LA CARTA    Per questo ho pensato a lei.

MORATTI      Perché, scusi, allora io sarei un disonesto?

LA CARTA    No, è, che lei,  pur   essendolo, non lo dimostra...e a me interessa proprio un                 tipo così, per l’operazione che dovrò svolgere.

MORATTI   Che cosa dovrei fare, per farle piacere?

LA CARTA    Nulla. Dovrà, semplicemente, farmi da prestanome e provvedere all’  acquisto di tutte quelle azioni che mi necessitano, creando una società di comodo. Sa, data la situazione, io non debbo, non posso figurare. E lei ne avrà dei meriti in termini di carriera, naturalmente; così sarò , finalmente, l’unico ammiraglio della mia nave. In confidenza mi sono scocciato, di dover rendere conto a tutti quei piccoli azionisti di ogni mia minima decisione.

E’ bene, che questa situazione si protragga per un po’. Il tempo necessario perché le azioni calino. Intanto, incolperemo la Ditta Gommist, la quale giustamente si difenderà; ed anche  i nostri operai, i quali loro non ammetteranno mai la loro responsabilità. Finché, trascorsi un paio di mesi, tutto si sistemerà. Lei, nel frattempo indaghi! Ma con calma.

MORATTI      Non capisco. Cosa dovrei cercare?

LA CARTA    Il vero responsabile del misfatto.  Chi meglio di lei, data la sua sagacia, può scoprire il colpevole?

MORATTI      Ah..perché… lei pensa che…

LA CARTA    Ne sono certo!

MORATTI      Come vuole avvocato. A sua disposizione. Farò delle indagini molto        oculate e durature.

LA CARTA    Si, ma non troppo. Giusto il tempo perché le azioni calino.  Lei nel frattempo faccia come le ho detto; e  dia disposizione ai suoi collaboratori di rassicurare la clientela che presto tutto tornerà alla normalità.

MORATTI      Sarà  fatto. Avvocato.

                                                           SCENA II                                                    

                                   LA CARTA - MORATTI - ALBERTO - BARTOLETTI

                        (entra Alberto)

ALBERTO     Dotto’ jò portato er caffè!

LA CARTA    Non l’ho ordinato!

ALBERTO     (strizza l’occhio a Moratti) Si è permesso di ordinarlo per lei, il qui                                      presente dott. Moratti.

LA CARTA    (scocciato) Se é così. Prendiamone un altro!

ALBERTO     (sulla porta) Avvoca’, dimenticavo, so’ du’ ore che  Bartoletti

                        ha chiesto de parlà co’ lei.

LA CARTA     Dille di passare.

LA CARTA    Mi raccomando, Moratti, mi spalleggi. Avvaloriamo l’idea della                                           lavorazione sbagliata.

ALBERTO     (F.C.) Bartole’ pòi entrà, è er turno tuo!

MORATTI      Giusto!

LA CARTA    Non sarà facile fargliela digerire.

                        (entra con passo deciso Bartoletti vestito in camice bianco)

BARTOLETTI Avvocato, buongiorno! (sulla porta)

LA CARTA   Entri, entri, Bartoletti, si accomodi.

BARTOLETTI Grazie, (siede) Avvocato, io sono qui a conferire con lei (italiano                                     forzato) in nome e per conto della triplice, circa gli ultimi avvenimenti....

                        (accennando a Moretti) Non so se possiamo discuterne in presenza del

                        dottore..

LA CARTA    Il dottor Moratti, non è qui per caso. E’ capo ufficio dell’ufficio reclami;                             s’intende di guasti ed è stato testé in caricato dal sottoscritto, a dirigere                           l’operazione “recupero fiducia presso i clienti”, data la sua pluriennale                           esperienza. Quindi può parlare liberamente.

BARTOLETTI Bene.   Noi siamo preoccupati per ciò che è accaduto, riguardo alla denuncia dei preservativi bucati, trovati nelle scatole nuove.

MORATTI      Più che naturale. Siamo su tutti i giornali.

BARTOLETTI Infatti! E, non è soltanto per questo.

MORATTI      Ah, no?! E che altro c’è?

LA CARTA    Lo lasci, lo lasci dire.

BARTOLETTI Molti nostri colleghi sono inc....incavolati neri perché, avendo puro loro, fatto largo uso di questi cosi....si siano ritrovati spesso e volentieri inguaijati.....e,come se non bastasse, sono venuti a conoscenza che, spesso venivano distribuiti a delle nostre colleghe recidive di puerperio, come pacchetto regalo....

LA CARTA    Ciò è deplorevole! Chi ha potuto fare una cosa del genere?

BARTOLETTI(a Moratti) Lei ch’è ‘n esperto, non ne sa gnente de ‘sta storia?

MORATTI      Anche se fosse. Nessuno poteva immaginare che… ogni pacchettino contenesse un preservativo bucato.

BARTOLETTI E come fa a dire che ce ne era uno per ogni scatola?

MORATTI      S’è parlato di una piccola percentuale....

LA CARTA    Nessuno ha regalato nulla! Non diciamo eresie! Diciamo che, piuttosto,

                        molti dipendenti se ne sono appropriati indebitamente, ed ora                                           vogliono far ricadere la colpa sull’azienda!

MORATTI      Ecco, sicuramente è così.

BARTOLETTI Avvoca’ cercamo de nun mischià le carte! Qui ‘na cosa è certa.

Io ciò  avuto un sacco de denunce de colleghe, più de una pe’ capisse, che mi dicevano che i loro capi ufficio ad ogni rientro dal puerperio le facevano trova’ sur tavolo de lavoro o sulla scrivania, ner caso    delle impiegate, un pacchettino dono, il famoso pacchettino del quale stiamo parlando. E c’è er sospetto, che la cosa, sia stata da lei, sistematicamente, studiata a tavolino,. E’ vero?

LA CARTA    Sono delle illazioni senza senso, ma le pare che io mi sia potuto

abbassare a tanto?! No, queste sono semplici invenzioni da parte  di coloro che vogliono scaricarsi la colpa di aver creato il danno.

MORATTI      Giustamente, ben detto!

LA CARTA    Diciamolo, diciamolo, piuttosto, che  sono stati fatti gravi errori di lavorazione                 proprio da parte di coloro che lei difende ad oltranza!

BARTOLETTI Guardi, dotto’, nulla mettemo su questo piano sinno’ so’ costretto ad indire uno sciopero, co’ le conseguenze che lei sa!

MORATTI      Voi siete i soliti ricattatori!

LA CARTA    Bartoletti, lasciamo stare lo sciopero! Si rende conto che siamo già                                   inguajati abbastanza! Ci mettiamo anche a litigare tra di noi, adesso?

MORATTI      Però , avvocato, se ci pensiamo bene, anche uno scioperetto non è che                                     guasti.

LA CARTA    No. Non ce n’è bisogno.

MORATTI      Inciderebbe di molto in borsa...L’opinione pubblica ne rimarrebbe

                        traumatizzata!

LA CARTA    Dott. Moratti, la prego...Non roviniamo tutto!

BARTOLETTI Che c’entra mo’ la borsa’! Nun potrebbe esse più chiaro?   Potrei capire puro io? Ch’ è‘ st’artra storia!

SCENA III

MORATTI - BARTOLETTI - LA CARTA - ALBERTO POI GIULIANA

(entra Alberto)

ALBERTO     Scusi, avvocato, se disturbo in un momento poco felice, ma c’è qui la

                        signorina  Castini, che voleva conferire con lei.

LA CARTA    Non lo vedi che ho da fare? (scocciato) Dille di attendere!

                                               (entra decisa Giuliana)

GIULIANA     E no! Caro avvocato! Mi ha già fatto fare anticamera per un’ora e non

                        mi ha ricevuto! E mi ha chiamato lei!…

ALBERTO   (cercando di fermarla) Signorina, non può...

GIULIANA     …ora sono venuta di mia spontanea volontà, e voglio essere ascoltata!

                       

LA CARTA    Lascia, lascia Alberto. (Alberto esce)  Voglio, voglio, questo lo decido io!                        (prendendola da una parte) Non vedi che ho una riunione importante!                            C’è Bartoletti!

GIULIANA     Chi se ne frega del Bartoletti! Sono più importante io o lui?

LA CARTA    Che c’entra! Qui si stanno trattando cose serie!

GIULIANA     Allora io sono uno scherzo?!

LA CARTA    Cerca di capire. (rivolto ai presenti) Vi prego di scusarmi…

BARTOLETTI Prego!

MORATTI      Si figuri, avvocato, faccia con comodo! (rivolto a Bartoletti) Comprendiamo.

BARTOLETTI (ironico) Prima il dovere e poi il piacere.

LA CARTA    Che ne dici se ci vediamo dopo?

GIULIANA     Dopo? Neanche per idea. Io mi fermo qui finché non avete finito .

LA CARTA    (pazientemente) Daccordo. Voi permettete che la signorina Castini resti?....

BARTOLETTI Per me va bene. E’ pur sempre una lavoratrice....

MORATTI      La signorina è una cara persona e un’ ottima impiegata…

LA CARTA    Bene. (siede) Dove eravamo rimasti?

BARTOLETTI Si cercava di capire di chi fossero le responsabilità dell’accaduto?

MORATTI      Questo è, invece, molto chiaro!

BARTOLETTI Davvero? Beato lei che ne è così sicuro! E allora, me dica, visto che lei ha capito tutto! Com’è successo?

MORATTI      E’ evidente che si tratta di difetti di lavorazione. E quindi la causa va

                        ricercata tra gli operai.

BARTOLETTI Ce lo sapevo.E’ inutile insiste su’ ‘sto tasto! La corpa nun  è dei lavoratori! Io, si fossi in voi, andrebbe e verificà diversamente; perché li buci so stati fatti apposta, e la lavorazione nun c’entra manco pe’ gnente! E dopo ‘sti fatti, ve organizzo ‘no sciopero, che mette paura! Poi voijo vede che je raccontate a li azionisti? 

LA CARTA    Bartoletti, si calmi. Vediamo di metterci daccordo. Lasciamo

                        da parte i crucci e cerchiamo di ragionare...

MORATTI      (sottovoce) Pssst..psst..Avvocato! (non comprendendo quel rumore, sia l’avvocato che Castini cercano in terra)Psst..psst..Avvocato!   Glielo lasci organizzare questo lo sciopero. Così le azioni scenderenno e potremmo....

GIULIANA     Ma certo, caro, (urlando) avvocato! Così  puo’ mettere in atto

                        quel progettino di cui mi parlò!

LA CARTA    Signorina, la prego!

BARTOLETTI Ma di quale progetto  sta parlando?

LA CARTA    Moratti, per favore vada e porti con lei la signorina Castini. Ci vediamo                            più tardi!

GIULIANA     Daccordo. Calma! vado. Ma, mi deve promettere, avvocato, che, dopo, esaudirà una mia richiestuccia.

LA CARTA    Va bene, va bene, adesso però ...

GIULIANA     Grazie, (le invia un bacino di nascosto)

LA CARTA    (imbarazzato) Su, su, a dopo. (esce Giuliana) Con lei dott. Moratti, per quella cosa,  ci sentiremo  in seguito.

MORATTI      A sua disposizione, avvocato. 

                        (esce con inchino a novanta gradi)

                                              

SCENA IV

LA CARTA - BARTOLETTI - ALBERTO E GIULIANA - ANONIMO

LA CARTA    Caro Bartoletti, a noi!

BARTOLETTI Avvocato! E’ importante che se parli chiaro!

LA CARTA    Più chiaro di così?

BARTOLETTI  Co’ tutta sincerità, avvocà, dietro ‘sta faccenda c’è puzza de                                            abbruciato. E io da rappresentante sindacale je dico, che qui, o sorte                               fora la verità, o so’ costretto veramente a proclama’ ‘no sciopero a                         ortranza. E, poi, pe’ er fatto delle azioni...

LA CARTA    Quali azioni?

BARTOLETTI   Ma, lei, a noi lavoratori, ce considera proprio ignoranti a tutti l’effetti!

Lo sanno puro li ragazzini che se l’azienda va male, le azioni ribasseno

in  borsa, e si c’è quarcheduno, che le compra tutte, diventa er padrone

assoluto della società...allora che ne dice?

LA CARTA   Cosa vuole che le dica? Potrebbe accadere! (pausa, poi in tono confidenziale) Lei, Bartoletti ha molto intuito. E’ per questo che io la rispetto. E, non crede, allora che sia da sciocchi lasciare la nostra…mia ditta in mani esterne? In fin de’ conti, se l’azienda è cresciuta è, soprattutto, grazie al sottoscritto. 

 

BARTOLETTI  E anche grazie a noi lavoratori. Il fatto è, avvocato, che, conoscendola                         bene, mi viene da pensare, che lei abbia volutamente creato l’imbroglio.

                        E non è cosa da poco. Roba da andare in galera!

LA CARTA    Questo mai! E’ stata solo un’idea venuta lì per lì. In affari bisogna                                                prendere le decisioni al volo! (pausa) E visto che lei è una persona

                        intelligente... la consiglierei di non ostacolarmi...Lei ha cinque figli, se                            non erro, due dei quali in età da lavoro...

BARTOLETTI … in età da lavoro  e  disoccupati...e con questo?

LA CARTA    Lei avrà il posto assicurato per i suoi due figli in azienda.

BARTOLETTI (indeciso) E …in cambio cosa vuole?

LA CARTA    Mi deve  aiutare a screditare momentaneamente l’azienda, creando un minimo di terrorismo anche tra i lavoratori....

BARTOLETTI Avvoca’, lei lo sa, che io nun andrei mai contro li lavoratori.

LA CARTA    Nessuno le chiede ciò, anzi, è il contrario. Con quest’operazione, io

intendo rafforzare la società, con il consequenziale beneficio per tutti. Vorrei da parte sua, una semplice collaborazione per breve tempo.

BARTOLETTI (pausa) E …subito dopo… assume… i miei due figli?

LA CARTA    Ha la mia parola.

BARTOLETTI(ci pensa) Daccordo! Se po’ fa’! Però  se deve da scoprì er                                                 corpevole de que li buci,  sinnò  qui finisce davero a carte quarantotto!

LA CARTA    Uscirà al momento giusto. Non si preoccupi. Si fidi! Uscirà.

BARTOLETTI (alzandosi) OK, avvoca’, ma… anche lei… me raccomanno… ne va                               della  mia reputazione.

LA CARTA    Non si preoccupi, l’accordo è tra me e lei. Arrivederci.

BARTOLETTI Arrivederci!

(esce)

LA CARTA    Vediamo, vediamo. Ah, ecco! (prende il telefono e compone un                                          numero) Pronto?… Vorrei parlare con la Signorina Castini!…Bene…Cara!

…Oh! Mi scusi, pensavo fosse....richiamerò più tardi. (riaggancia) Sempre fuori posto!

                        (suona il campanello sul tavolo; poco dopo entra Alberto)

ALBERTO     Dica, avvocato.

LA CARTA    Alberto, mi faresti la cortesia di andarmi a chiamare la signorina                                        Castini.

ALBERTO     E’ proprio qui nel corridoio. ora gliela chiamo. Ah, avvocato ,questa

                        è una lettera per lei.

LA CARTA    Grazie.

                        (Alberto esce)

LA CARTA    (  apre e legge ad alta voce la lettera) “Caro, avvocato. Credo di sapere chi è l’artefice dei buchi ai profilattici. Ma ancora non posso farne il nome. E spero di non doverlo mai fare.” E’ speriamo che non lo farà.            

(entra Giuliana)

GIULIANA     Finalmente ti sei degnato.

LA CARTA    L’hai visto anche tu che non potevo.

GIULIANA     Bene, ora puoi. E io ti debbo chiedere un favore. (gli siede sulle sue ginocchia)

LA CARTA    Tutto quello che vuoi, tesoruccio.

GIULIANA     (gli mette un biglietto nel taschino della giacca) Qui ci sono i dati

                        di una persona che devi far assumere.

LA CARTA    E’ una parola! Proprio adesso!? Non lo sai come siamo combinati!

                        A proposito! Non te ne uscire più  con quello che ti racconto nell’                                     intimità.

GIULIANA     (alzandosi di scatto) Non cambiare discorso! Mi avevi promesso...

LA CARTA    Daccordo, daccordo. Sarai esaudita. Adesso, però, vieni qui dal tuo pucciotto!

GIULIANA     (si risiede sulle ginocchia e accarezzandogli la fronte ed il naso renden-

dolo ridicolo) Lo sapevo che pucciotto faceva quello che io volevo.

E adesso lo sai cosa fa pucciotta per premio?

LA CARTA    (contento) Si, si, cosa fa pucciotta?

GIULIANA     Fa la gattina che a Gastone piace tanto! Miao!

                        (miagolano per un po’)

ANONIMO    (Entra l’impiegato strano. I due cadono dalla sedia dalla paura;

                        l’impiegato li guarda e sogghigna, ed esce, ridendo maniacalmente).

                                                           FINE SECONDO ATTO

                                                          

TERZO ATTO

Siamo nell’ufficio reclami. Sono passati alcuni mesi. Scena come quella del primo atto con alcuni cambiamenti.

SCENA I

ALICE - MARTA

ALICE            (facendo le solite pulizie e curiosando tra gli oggetti sulla scrivania di Marta) Guarda questa li santini! So’ aumentati! E ce so’ proprio tutti! Se vede ch’è devota! (passando alla scrivania di Giuliana) Questa, invece, basta che se trucca!  Dicheno che cià ‘na relazione cor capoccia! E pe’ fortuna! Così, armeno ha potuto sistema’ mi’ marito (entra Marta)

MARTA          Buongiorno, Alice.

ALICE                        Buongiorno, signorina. Come va?

MARTA          Da lunedì.

ALICE                        E’ proprio vero, dopo ‘na festa ce ne vorebbe subbito  n’antra.

MARTA          In effetti, ricominciare una settimana di lavoro, è proprio dura. E poi da    quel giorno che successe quel fatto, non riusciamo a riprenderci; i     reclami sono aumentati; l’azienda ha avuto un crollo delle vendite in soli due mesi del 20% circa; quindi, non le dico di che umore siamo un po’ tutti. Si rischia il  licenziamento da un momento all’altro.

ALICE                        Ancora nun se sa de chi è la corpa?

MARTA          La Gommist, che sarebbe la ditta che ci fornisce la materia prima, ci ha dimostrato che loro non c’entrano nulla. Gli operai hanno provato che la lavorazione è pressoché perfetta. E’ rimasta, quindi soltanto la pista del sabotaggio; come sostennero, i sindacalisti. Che può  avvenire soltanto quando i profilattici sono già confezionati. Questo, almeno, è quello che siamo riusciti a sapere.

ALICE                        ‘Sto matto   continua, o ha smesso?

MARTA          Continua, l’incosciente!

ALICE                        Ma, nun po’ esse quarcuno dall’esterno, magari  pagato da

‘na ditta concorente?

MARTA          Si è pensato anche a questo. Sono stati intensificati i controlli per

gli esterni, ma non è servito a nulla. No, purtroppo, si tratta di un

nostro collega.

ALICE                        Io ciò  ‘n sospetto.

MARTA          Davvero? Mi dica! Tutto può  essere utile.

ALICE                        Nun vorei di’ ‘na fesseria, ma l’artro giorno, mentre stavo a fa’ er solito                            giro de pulizie, so’ capitata nell’ufficio de quer tizio strano, che ogni

tanto gira e ride come ‘no scemo; e ho visto che, ce aveva in mano un

ago co’ un filo.....insomma, nun po’ nega’ che la cosa è  sospetta.

MARTA          In ogni ufficio abbiamo un ago. Fa parte del corredo di lavoro. Ecco,                                vuol vedere? Anch’io ce l’ho...(tira fuori un ago e il filo)

ALICE                        Ma quello è un omo.

MARTA          Che vuol dire? Vivrà da solo e allora....insomma non è una prova                                                 sufficiente per poter incolpare una persona.

ALICE                        Deve ammette però  che quer tipo  è un po’ maniacale.

MARTA          Non si faccia mai ingannare dalle apparenze. E’ vero è un po’ strano,

ma non per questo lo si può condannare. Per me, quel signore, non è

altro che un poveraccio che porta la sua Croce.

ALICE                        Questo è vero. E’ quello che j’ho detto alla signora Lucia. e lo sa che                               m’ha risposto? - “Allora noi ne portiamo  due”-.

MARTA          Come due?

ALICE            Si, -     “Una è lui e l’artra è la sua”.

MARTA          Non capisco! Comunque, lei non badi a Lucia, è sempre la solita insofferente.

ALICE                        Tutti li torti nun ce l’ha.

MARTA          Siamo tutti figli di Dio.

ALICE                        Questo è vero. Ma certe vorte, me pare come si Dio ciàvesse delle

preferenze, ecco.

MARTA          Per carità! Non dica così! Eresia! Eresia! (si segna) Lei stà bestemmiando!

ALICE                        E che questa è ‘na bestemmia?! Allora si sente Rocco, quanno se

acciacca er dito cor martello!

MARTA          Per cortesia! Signora, se ha finito, vorrei rimanere sola...

(si fa il segno della croce)

ALICE                        Si, si, ho finito. Si faceva per parlare. E che sarà mai!

Arrivederci.

MARTA          Arrivederci. (si mette a pregare)

ALICE                        (Alice esce borbottando) J’ avessi detto codica. Questa è proprio                                       bigotta! ‘Na fesseria, mo’ è ‘na bestemmia!

SCENA II

MARTA - GIULIANA - LUCIA - POI  GIOVANNI

(entra Giuliana)

GIULIANA     (annoiata) Giorno.

MARTA          Buongiorno. (tira fuori da cassetto la Bibbia e legge)

GIULIANA     (siede alla sua scrivania; tira fuori tutti gli arnesi per il trucco e comincia

a truccarsi.) (squilla il telefono) Di già! Pronto società La Sanitaria, sono Giuliana dicaaa...si, si, si, no! E non si ferma più?...Non so, non saprei. E’ una cosa che sento per la prima volta. Non credo che noi possiamo far nulla. Aspetti che chiedo ad una mia collega più esperta. (tappa la cornetta) Signorina Marta, sa nulla del Viagra?

MARTA          Per fortuna non è un nostro articolo. Sono delle pillole di cui ne han parlato molto i giornali....servono per...per persone anziane. Persone che soffrono di...di...di nostalgia. Ecco. Perché, che cosa è successo?

GIULIANA     Questa signora è disperata, perché  pare, che queste pasticche le siano                                     cadute in terra, e se le sia mangiate il gatto...

MARTA          Non sono velenose. Le dica  di stare tranquilla.

GIULIANA     (parla al telefono) Signora, mi dice la collega di stare tranquilla per il gatto, non gli succederà nulla, le pasticche sono innocue, sono per persone anziane che soffrono di nostalgia. Il gatto non credo che...Come? Non teme per il gatto, ma per il cane?!  Non capisco... No?! E’ inconcepibile!

MARTA          Che dice?

GIULIANA      Dice che ha paura per il cane, perché, pare, che il gatto, da quando ha                          ingoiato quelle pillole, si sia messo a correre dietro al cane, e non lo                                molli più!

MARTA          Accidenti!  Che vergogna! Le dica di stare attenta che quelle pillole

ampliano l’attività sessuale!

GIULIANA     No! Non me lo dica! E ora, cosa le racconto a questa signora?!

MARTA          Povero cane! La consigli di  chiamare la protezione animali.

GIULIANA     Ma certo! Come ho fatto a non pensarci?! (parla al microfono)  Signora,

non disperi si rivolga alla protezione animali! ...Arriveranno tra un paio

d’ore...e nel frattempo? Che le posso dire?… Nel frattempo, speri che

l’effetto svanisca prima che succeda l’irreparabile. (riattacca)

Non se ne può  più. Filippo, non poteva sistemarmi in un ufficio meno

movimentato.

MARTA          Non creda che gli altri siano migliori.

GIULIANA     Lei parla così, perché´ è addetta alla corrispondenza.

MARTA          Guardi che, prima che venisse lei, quel lavoro lo svolgevo io, e non me ne                     sono mai lamentata!

GIULIANA     Però,  come si è sbrigata a scaricarselo!

(entra Lucia, con dei pacchi della spesa)

LUCIA                       Buongiorno!

MARTA          Ciao.

GIULIANA     Buongiorno.

MARTA          Sei stata a fare la spesa? Pensavo che fossi malata.

GIULIANA     C’era molta gente?

LUCIA                       No. Sono andata presto, proprio per questo motivo, per sbrigarmi.

Ho comprato un po’ di tutto. Questa sera ho ospiti;   mi debbo avvantaggiare. Ho comprato due chili di fagiolini, così, intanto,   li posso capare qui, e   anche un po’ di cicoria. Me la date una mano a pulirla?

MARTA          Ma certo. Te ne levo un po’, che così comincio.

(Lucia dà un po’ bel po’ di cicoria a Marta)

GIULIANA     Io preferisco i fagiolini: Non voglio rovinarmi le unghie.

LUCIA                       Eccola accontentata! (le  dà alcuni fagiolini) Lo sa come si puliscono?

GIULIANA     Ma certo! L’ ho visto fare in televisione a quella trasmissione sulle

pietanze, che fanno sempre a quel canale privato, canale...canale…,

Non   ricordo mai il nome!

LUCIA                       Va bene, mi fido!

(si mettono  all’opera)

MARTA          E’ proprio bella questa cicoria.

LUCIA                       Vero?  Era così fresca  che non ho potuto trattenermi dal comprarla!

GIULIANA     (ride) Ci pensate se, in questo momento, entrasse il capo, e ci

trovasse a pulire le verdure, che faccia che farebbe!

LUCIA                       A proposito, ha detto quando rientra? Non è che ci capiti tra capo collo

proprio adesso.

MARTA          Venerdì, ha detto che sarebbe entrato piuttosto tardi. Doveva andare

insieme al Direttore Centrale a regolarizzare delle pratiche molto delicate.

LUCIA                       Sempre riguardo alla denuncia di quel tizio sui profilattici bucati?

MARTA          Non saprei.

GIULIANA     Quello? Quello? Non credo! Filli lo ha azzittito.

LUCIA                       Adesso chi è ‘sto Filli?

GIULIANA     E’ il nuovo  diminutivo di Filippo. Non le piace? L’ ho inventato io.

Fa tanto casual.

LUCIA                       Originale.  Così, Filli, a quer tizio l’ ha fatto ride?

GIULIANA     Io non so, se si è messo a ridere, ma di certo è rimasto contento, dal

momento che, Filli gli ha regalato la bellezza di quaranta milioni. E lui

in cambio ha ritirato la denuncia.

LUCIA                       Grande mossa di Filli!

GIULIANA     Forse era meglio se quei quaranta milioni li avesse regalati alla                                        sottoscritta. Non vi pare?  (ride scioccamente)

MARTA          Punti di vista.

(entra Giovanni)

GIOVANNI    Buongiorno. (notando che stavano pulendo la verdura) Spero che

me invitate a pranzo. Vado matto per minestrone.

LUCIA                       E’ già tutto prenotato. La mensa è al completo!

GIOVANNI    A proposito de menza. L’avete saputo che ciànno trovato urtimemente

nella verdura?

LUCIA                       Una mosca?

GIOVANNI    Magari. Quello è normale.

MARTA          Un po’ di terra?

GIOVANNI    Magari. Eh, Capiresti! Fosse la prima vorta!

GIULIANA     Ma era verdura cotta?

GIOVANNI    E meno male che era cotta! Insomma, ce hanno trovato un bacarozzo

nero lungo così, tutto peloso.

GIULIANA     Che schifo!

LUCIA                       Roba da voltastomaco!

MARTA          La dovrebbero chiudere!

GIOVANNI    E perché l’avrebbero dovuta chiude?

MARTA          Che domanda? Per fare una disinfestazione! Chissà quanti ce ne                                               saranno di quegli insetti schifosi!

GIOVANNI    Ma lo sa cosa gli hanno detto a quel collega, quando ha fatto presente

la cosa? (imita l’inserviente) -Perché a casa sua non gli è mai successo?-

e quello ha risposto -Veramente no.- e quell’altro -Impossibile! Prima o                poi capita. Si vede che se lo sarà mangiato.- Capito? A che punto semo

arivati! Oggi, è tutto giustificato, persino magnasse li bacarozzi.

LUCIA                       Com’è che non gli ha mollato il piatto in faccia?!

GIULIANA     Se fosse capitato a me, sarei svenuta sul posto.

LUCIA                       Non si capisce, come mai, ancora, non ci sia stato qualche caso di

avvelenamento....

GIOVANNI    Pe’ via dell’autoconservazione. Si voi fate caso; coloro che attualmente

riescheno ancora a frequentà la menza, so sortanto quelli che fanno

la dieta; l’artri, li bongustai, pe’ capisse; ar principio ce vanno; se                          abbotteno, ma, poi, come se accorgeno che je arimane tutto sullo

stommico, ce  rinunceno, si vonno sarva la vita.

-

MARTA          Questo è vero. Anch’io ho fatto così.

LUCIA                       Va beh, ma è uno schifo! E’ ora di finirla! Siamo esseri umani,

dopotutto! Non siamo animali!

GIOVANNI    Animali? Quelli vengheno trattati meijo de noi. Guardi , io conosco certe persone, che ciànno  degli animali e li trattano più che bene. Per esempio: Io sono capitato a casa del Dott. Moratti , durante l’ora di pranzo; e il loro cane mangiava a tavola insieme a lui e alla moglie, come un cristiano.

MARTA          No! Non ci posso credere!

LUCIA                       In quel caso non c’è da meravigliarsi. E’ più che normale; dal momento che tra cani non si mordono!

GIULIANA     Io, comunque, non ci trovo nulla di male. Io, per esempio, avevo un                                 gatto…

LUCIA -         Ariecchela cor gatto!

GIULIANA     …mi lasci dire… che facevo dormire sempre con me.

 

GIOVANNI    Nun so’ daccordo; pe’ me,  ogni cosa deve stà ar posto suo.

MARTA          (cambiando discorso) Giovanni, scusi, ma lei non ha accompagnato il                            nostro capo con il Direttore Centrale per quella cosa delicata?

GIOVANNI    Accompagnati e riportati. E  mo’ devo sta a disposizione. Ah, questa è der dottor Moratti. M’ ha detto de portajela in ufficio. Ecco, je la metto qui. (la posa vicino la scrivania di Moratti). Arrivederci e bon lavoro.

LUCIA                       Grazie!

(Giovanni esce)

SCENA III

LUCIA - MARTA - GIULIANA - ANONIMO - MORATTI

GIULIANA     Ecco qua. Io ho finito. (restituisce a Lucia il pacco di fagiolini)

LUCIA                       Brava! Ha fatto presto! (li guarda) Ma che ha combinato?

GIULIANA     Perché?  Non vanno bene?

LUCIA                       Se non li sapeva pulire, me lo poteva dire!

MARTA          (si avvicina per guardare) Perché, che ha combinato? (scoppia in

una risata) Ma sono tutti aperti!

LUCIA                       Dica la verità, li ha confusi con i fagioli.

GIULIANA     Perché non sono, forse, fagioli più piccoli?...Fagiolini. Mi dispiace, credevo

che....

LUCIA                       Non fa niente, si mangiano ugualmente. (ridendo)

GIULIANA     Mi vado a lavare le mani.

(esce)

MARTA          Mi piacerebbe sapere, questa, oltre che giocare con il gatto, e far

finta di studiare, quando stava a casa, cosa faceva? Non sa fare nulla!

Ma almeno, qualche volta la sentissi parlare di cose religiose.

LUCIA                       Se è per questo, tranquillizzati che è cristiana, me lo ha detto lei. Anzi                             ci tiene. A modo suo, ma ci tiene.

MARTA          Ne sono proprio contenta. Finalmente una buona notizia! (si fa il segno

della croce) Per un attimo avevo temuto che…

(squilla il telefono)

MARTA          Pronto? Oh, buongiorno dottore. Certo… Siamo sempre all’erta.

Dice? Puo’ essere pericoloso se in crisi di astinenza? Non sarebbe

meglio finirla con questa storia? Dice che guarirà?  Speriamo.

Va bene. Ne parlerò  col  collega… Io? E’ un periodo che sto meglio.

Seguo sempre la solita cura?… Va bene.. certo. Arrivederla, ci vediamo

Giovedì... Va bene. Arrivederla. (riattacca e resta  pensierosa)

LUCIA                       C”è qualcosa che non va?

MARTA          No, nulla, tutto bene, non ti preoccupare. Era il dottor Saltarelli, lo

psiochiatra che viene in comunità.

LUCIA                       A chi si riferiva, quando diceva che poteva essere pericoloso, se in crisi

di astinenza?

MARTA          Scusa, Lucia, ma non te ne posso parlare, sono delle riservatezze, che

i dottori debbono tenere nei confronti dei loro pazienti.

LUCIA                       Ma, sai, ti ho visto preoccupata e pensavo di.....

MARTA          Ti ringrazio, ma non è nulla.  Ecco, la verdura è fatta.

(le restituisce la verdura)

LUCIA            Grazie.

GIULIANA     (entrando) Ragazze, per il corridoio c’ è un casino!

LUCIA                       Che sarà successo?

GIULIANA     Mi sono avvicinata.  Chi strillava di qua, chi strillava di là.

C’era anche il dott. Moratti, tutto rosso in viso. E il capo del personale:  diceva che lui non ci poteva fare nulla, ma i licenziamenti si dovevano fare.  Bartoletti  minacciava uno sciopero generale, se si fosse toccato un solo

operaio.

MARTA          C’è proprio aria di terrorismo!.

LUCIA                       Un bel  guaio!

ANONIMO     (entra; guarda e ride in faccia alle due - poi esce sghignazzando)

LUCIA                       Vedi. Tante volte è meglio essere così.

MARTA          In che senso?

LUCIA                       Nel senso che, la sua stoltezza lo rende incosciente, e la sua completa

irresponsabilità lo fa felice. Insomma, non vive la nostra preoccupazione di perdere il posto di lavoro.

GIULIANA     Se è  per questo. Ci sono anche altre persone, che sono ottimiste, e

non   pensano minimamente che un domani possano   essere licenziate. Le dovreste sentire!

MARTA          E’ veramente preoccupante, quando l’incoscienza diventa abitudine   nonostante gli avvenimenti negativi.

(entra Moratti)

MORATTI      Buongiorno.

(le tre rispondono al saluto)

MORATTI      Ha portato la mia borsa Giovanni? Ah, eccola, (l’apre e tira

fuori dei documenti) Guai seri, signore, guai seri!

LUCIA                       Che guai dotto’? Ci dica! Non ci tenga sulle spine!

MORATTI      C’è stata una riunione con i sindacati. Il Direttore Centrale ha esposto

gli ultimi dati di bilancio e sono disastrosi! E così....

MARTA          E così?

MORATTI      …ha dedotto che, se le cose non si riprendono entro breve tempo,

deve ricorrere alla diminuzione del personale.

LUCIA                       E i sindacati non si sono ribellati?

MORATTI      Cosa possono fare? Di fronte alla minaccia di una  chiusura...non gli

resta altro che essere d’accordo. Ora si tratta di vedere i criteri.

GIULIANA     Licenzieranno sicuramente le ultime arrivate.

MORATTI      O le meno produttive.

LUCIA                       Magari quelle che si assentano troppo.

MARTA          Ma no, arriveranno ad un prepensinamento. E la cosa non mi dispiacerebbe.

MORATTI      Potrebbero anche licenziare il personale dirigente. Insomma, per ora

si è parlato semplicemente di una diminuzione del personale, senza dare indicazioni del chi, come e quando. Comunque, sicuramente, ci sarà un’assemblea e verrà spiegato dai sindacati l’accordo raggiunto con la Direzione. Signorina Marta, mi raccomando, efficienza, massima efficienza! Ora vado dall’avvocato, dovesse telefonarmi la signora Fedeli, ditele che la richiamerò  appena posso.

(esce di corsa)

SCENA IV

MARTA - LUCIA - GIULIANA

MARTA          D’accordo, dottore.

LUCIA                       Ora ci tocca fare anche da ruffiane!

GIULIANA     Chi è l’amica?

MARTA          Non facciamo pettegolezzi!

GIULIANA     Per parlare.

LUCIA            ,           Si, è lei. Tanto è il  segreto di pulcinella!

MARTA          Sono cose private. E poi sino che non si è sicuri...

GIULIANA     Se è per questo. Io, quasi tutte le mattine, quando entro in ufficio , lo                               trovo al telefono e appena mi vede, cerca un piccione che è entrato

nella stanza.

LUCIA                       Un piccione?

GIULIANA     E’ un fintone! Crede che io sia scema! Come se non avessi capito che la picciona è al telefono che gli parla! Allora, io faccio finta di niente e lo                 assecondo; e lui   fa glu-glu-glu con indifferenza.

MARTA          La picciona…glu-glu! Io non ci capisco niente!

(squilla il telefono verde)

LUCIA            E’ il suo.

GIULIANA     Oh, no! Non ne posso più! (altro squillo) Pronto? Qui La Sanitaria SpA – Ufficio Reclami. Sono Giuliana dicaaaa. Si,...si,...no...gli si è rotta la cuccia? …Mi dispiace, ma noi non c’entriamo.  Non è un nostro prodotto. Forse sbaglia con un negozio di veterinaria...Nessuno le dice che lei è un         animale! ...Non può  camminare? Ecco, noi le possiamo consigliare una stampella! ...E no, è  lei che mi ha parlato di cuccia!

LUCIA                       Intenderà  la gruccia! Che poi sarebbe la stampella!

GIULIANA     Dice? ....Scusi signora, forse lei intende la gruccia? Quell’attrezzo che

serve per...ma lei non mi aveva detto così!  E no, cara signora, a questo punto sa cosa le dico? Che lei è proprio una cafona! (riattacca) Certa gente la dovrebbero legare!

MARTA          Le consiglio, di essere più gentile con i clienti. In fin dei conti sono

quelli che ci danno da mangiare.

GIULIANA     Non sono mai andata a mangiare a casa loro!

MARTA          Io intendevo un’altra cosa.

LUCIA                       Lascia perdere, tanto è inutile!

GIULIANA     Non sono mica una cretina! Ho capito benissimo! E’ solo

che questo ufficio mi ha stancata! Anzi, ora faccio, proprio domanda di               trasferimento. (si mette al computer a scrivere)

SCENA V

MARTA - LUCIA - GIULIANA - BONFIGLI

(entra Bonfigli)

BONFIGLI     Scusate, c’è La Signorina Marda?

MARTA          Sono qui.

BONFIGLI     Meno mele che l’ho drovata! (agitato) Gose nove!

MARTA          Oddio mio! Mi dica!

BONFIGLI     Pare che....(i due cominciano a parlare velocemente senza farsi                                        capire da Lucia e da Giuliana, che si guardano stupite)

GIULIANA     (con fare d’intesa, a Lucia, che sta cercando di sentire senza farsi

notare) Non avevano detto che bisogna essere aperti con tutti?

LUCIA                       Così pensavo anche io. Saranno strategie comunitarie. Chi lo sa?

BONFIGLI     E guesto è dutto! Capito sicché robba!

MARTA          Bisogna prendere una decisione e chiudere la faccenda! La cosa si è già protratta abbastanza!  Si sta parlando di licenziamenti, e non si scherza!

BONFIGLI     Ce lo sapevo io che sarebbe finita male!

MARTA          (alza il telefono e compone un numero) Pronto! Vorrei parlare con il

il dottor Saltarelli. Grazie. Attendo.

LUCIA                       Possiamo essere utili? (non ricevendo risposta, si rivolge a Bonfigli) E’

successo qualcosa di grave?

BONFIGLI     Nooo, gnende, gnende.

LUCIA                       (a Giuliana) Questa è gente schietta, aperta a tutti i dialoghi! Non                                      potremmo vivere senza la loro verità! Dico bene?

GIULIANA     (con comprendendo l’ironia) E’ vero! Sono proprio bravi! Anche se per

essere sincera, non ho ancora capito cosa intendono quando parlano di

camminare!

LUCIA                       Cosa vuole. Noi, daltronde, siamo poveri mortali e certe idee  le                                         dobbiamo soltanto rispettare,  non comprenderle.

MARTA          Dottor Saltarelli, buongiorno!   Guardi che la cosa precipita! (comincia a sudare e ad avere dei tic nervosi) ...Mi dispiace, ma dobbiamo farla finita! E’ in pericolo il posto di lavoro di molta gente!...Va bene, come vuole. L’avverto che la corda si sta spezzando!... Va bene! (prende una pasticca e la ingoia) Come vuole, mi scusi, arrivederci!

LUCIA                       Che cosa hai?  Non ti senti bene.

MARTA          No, non ho niente.

BONFIGLI     E’ sembre gosì guando parla co’ lo pisichichiavica. E’  n’amico .

GIULIANA     Per fortuna! Non sapevo che avesse problemi così grossi!.

LUCIA                       Neanche io! Da quando in qua vai dallo psichiatra?

MARTA          Facciamo il cammino insieme e allora, parlando e parlando si è accorto

che avevo qualche cosa che non andava, e ha deciso di prendermi

sotto cura.

LUCIA                       Ce ne potevi parlare! Avremmo capito!

GIULIANA     Giusto! Non c’è nulla di male, essere sotto cura da uno psicologo.                                               Anch’io, qualche anno fa lo sono stata.

LUCIA                       Mi pareva…

MARTA          Anche lei? E che problemi aveva?

GIULIANA     D’identità.

LUCIA                       Come d’identità?

GIULIANA     Mario. Il mio psicologo. Diceva che io non mi riconoscevo come donna, e

che non possedevo la giusta personalità per essere socialmente integrata,   e per guarire, il mio corpo avrebbe dovuto esprimersi pienamente e liberamente. Così,  mi faceva continuamente spogliare. Ho ricevuto un vero benessere in quelle sedute!

LUCIA                       Le chiamerei… sdraiate!

GIULIANA     E’ stato un vero professionista! Non mi ha toccato con un dito!

BONFIGLI     (Guardandola con piacere) Beh, ge credo, co’ uno solo no! Ma co’

dieci si! (ride a singhiozzo)

MARTA          A me, invece, il Dottor Saltarelli ha riscontrato una malattia inerente

 la mancanza di maternità. Pare che io abbia molto sofferto, seppure

inconsciamente, della mia situazione di zitella. E le mie turbe, sono

appunto dovute ad un senso di disagio, che io provo di fronte alle

persone,che hanno avuto  una famiglia con dei figli.

LUCIA            Allora, anche io ti ho creato dei disagi?

MARTA          No, tu no, tu mi hai aiutato molto, con te ho vissuto, scusami,

parte di quel mondo che a me sarebbe piaciuto, Ho rubato le tue

storie. E che il Signore, mi perdoni, ogni volta che rimanevi in cinta, ti invidiavo.

LUCIA                       Mi dispiace.

MARTA          No, non ti devi assolutamente dispiacere! Ma, io sto parlando

di me mentre il vero caso  qui è un altro! Dico bene Bonfigli?

BONFIGLI   Eh, si.

LUCIA                       Che vuoi dire?

MARTA          Forse, lo saprete. Ora andiamo. Speriamo di essere in tempo.

Al diavolo il Dottor Saltarelli!

BONFIGLI     Arivedergi.

(esce Marta seguita da Bonfigli)

SCENA VI

GIULIANA - LUCIA - BARTOLETTI - ALICE -  ALBERTO - ANONIMO

GIULIANA     Che voleva dire… “ speriamo di essere in tempo”?

LUCIA                       E chi lo sa! E pensare che  io non ho avuto mai segreti per lei!

E poi, mi piacerebbe sapere cosa intendeva al telefono, quando ha

fatto riferimento al posto di lavoro di molta gente?

GIULIANA     Si riferiva, per caso, al nostro impiego?

 

(squilla il telefono di Moratti, Lucia risponde)

LUCIA                       Pronto, ufficio del dottor Moratti. No, il Dottore non c’è. Si, avvocato,

senz’altro! Lo rintracciamo e glielo mandiamo. (riattacca il ricevitore)

Era l’Avvocato. Vado a cercare il dottor Moratti!

(esce di corsa)

GIULIANA     (riprendendo a scrivere la domanda) Spettabile Filli...troppo confiden-

ziale. Egregio avvocato La Carta, detto da me Filli, qualche volta Pucci;               ....ecco, così va meglio. Mi hai ficcato, virgola, in un ufficio che è uno,

punto, schifo! Devo rispondere al telefono sempre io, e mi riempiono di               tante parolacce! Mi sono stufata di essere, punto e virgola, lo zerbino di                        tutti!

(entra Bartoletti)

BARTOLETTI Bongiorno! Cercavo er dottor Moratti.

GIULIANA     Non c’è.

BARTOLETTI E non sapete dove lo posso trova’?

GIULIANA     No. Se posso esserle utile io?

BARTOLETTI Si, grazie. Le dica che l’ho cercato. E che lo aspetto dall’avvocato. 

GIULIANA     C’è qualche novità?

BARTOLETTI Altro che! Lei le dovrebbe conosce. Non gliene ha   parlato l’avvocato?

GIULIANA     No. Di cosa mi doveva parlare?

BARTOLETTI Ah! Non lo sa? Core voce che sia diventanto er  maggiore azionista della nostra            azienda! C’ è riuscito! E mo’ deve da mantene’ le promesse...sinno’…

GIULIANA     Questa è una bella notizia! Si figuri che avevo paura che mi parlasse

dei licenziamenti.

BARTOLETTI Certo si nun riuscimo a trovare il colpevole dei buchi ai profilattici e                               a riaquista’ fiducia ner mercato, le cose se potrebbero veramente                                         mette male!

GIULIANA     Ancora non si trova?

BARTOLETTI Gnente de gnente. Speriamo che l’avvocato risorva la questione, sinno’ ciò paura che ce sarà da licenzia’ sur serio.

GIULIANA     Sarebbe un guaio. Con tutti questi padri di famiglia!

BARTOLETTI Arrivederci. Me raccomanno si dovesse vedere il dottor Moratti, lo                                    mandi dall’avvocato.

GIULIANA     Arrivederci. Stia tranquillo, riferirò.

(Bartoletti esce)

GIULIANA     (riprende a scrivere la domanda) Allora, dunque , dove ero rimasta?

Mi  sono stufata, virgola, di essere lo zerbino di tutti; punto interrogativo;                         e quindi voglio essere trasferita in un ufficio, virgola, più riguardoso nei                 miei confronti; punto e a capo: sono tutta, virgola,  sconvolta; virgola...

(entra Alice agitata)

ALICE                        Signorina! Signorina!

GIULIANA     Cosa c’è?

ALICE                        E’ sola?

GIULIANA     Si! Si calmi cos’è tutta questa agitazione?

ALICE                        Vorei vede’ lei ar posto mio!

GIULIANA     Insomma! Cos’ è accaduto?

ALICE                        Poco fa, so’ entrata ar bagno dell’omini, pe’ fa le solite  pulizie. E ho trovato, ho trovato, seduto, tutto vestito sulla tazza der cesso che piagneva...Oddio mio, nun ce posso pensa’!

GIULIANA     …quel tizio strano?

ALICE                        Macché!

GIULIANA     Chi? Allora!

ALICE                        Nun ce crederà mai!

GIULIANA     Non mi tenga sulle spine!

ALICE                        Niente meno che er dottor Moratti!

GIULIANA     Sulla tazza del cesso?! Il dottor Moratti?! Che piangeva?! Perché? E pensare che Filli lo sta cercando dappertutto!

ALICE                        Chi?

GIULIANA     L’avvocato. E lui sta beato e comodo seduto sulla tazza del gabinetto, senza nessun rispetto!

ALICE                        Si, ma vestito! E era con  la porta aperta!

GIULIANA     Come mai? Soffrirà di castrofobia.

ALICE                        Me sa…poraccio…si, proprio! Appena l’ho visto. Li così,  me so’                                        vergognata, e so  corsa qui. Credo che bigna fa quarcosa!

GIULIANA     Alberto. (suona il campanello dell’usciere) Lui sicuramente

sa cosa fare. L’altra volta ha salvato un tizio, che ebbe un collasso,                      portandolo in infermeria.

ALICE                        Ciàvevo pensato puro io, ma ì per lì presa dar panico, so’ corsa qui

pe’ avvertivve.

GIULIANA     Ha fatto bene!

(entra Lucia)

LUCIA                       Niente da fare. Non si trova. Lo stanno cercando dappertutto.

GIULIANA     E’ al bagno. Seduto sulla tazza, vestito.

ALICE                        Cor viso da abbate!

LUCIA                       Come?

ALICE                        Siii, guarda fisso davanti  senza espressione, e poi piagne.

LUCIA                       E’ impazzito? Avete avvertito qualcuno?

GIULIANA     Ho chiamato Alberto.

(Alberto Entra)

ALBERTO     Che c’è? Spero che sia ‘na cosa importante! Ché ciò  da fa pe’                                         l’avvocato!

LUCIA                       Importantissima. Dovrebbe andare al bagno e vedere cosa è successo

al dott. Moratti.

ALBERTO     Perché sta ar bagno?  E’ un’ora che lo sto a cerca’ pe’ conto dell’avvocato!

(esce di corsa)

LUCIA                       Vado a vedere!

(esce anche lei di corsa)

GIULIANA     Aspetti! Vengo anch’io!

(esce)

ALICE                        Che casino! Chi l’avrebbe mai detto!

(segue Giuliana)

(scena vuota per alcuni secondi)

ANONIMO     (entra e notando che non c’è nessuno, ha una smorfia di delusione.                         e riesce)

BUIO

LUCE

SCENA VII

LA CARTA - MARTA - BONFIGLI

Siamo nell’ufficio dell’Avvocato La carta. L’avvocato è seduto dietro la scrivania; con lui ci sono Marta e Bonfigli.

LA CARTA    E così, lei dice, che il maniaco del profilattico è proprio lui?

MARTA          Avvocato, se non ne fossi più  che sicura, non mi sarei mai permessa di

                        salire qui da lei. E’ la prima volta che mi permetto di parlarle.

                        Comunque se non mi crede. Posso anche andarmene.

LA CARTA    E’ stata lei a scrivermi quel biglietto, nel quale diceva di conoscere chi

                        fosse il maniaco?

MARTA          Si.

LA CARTA    Come mai si è decisa soltanto ora a farmelo sapere?

MARTA          Non   avevo ancora la certezza  che fosse lui.

LA CARTA    (a Bonfigli) Lei ha visto tutto?

BONFIGLI     Pe’  la Ma…pe’ la Ma…pe’  la Maiella, si.

LA CARTA    Mi avete inferto un duro colpo. Chi l’avrebbe immaginato che fosse in cura        da uno psichiatra.  Mi è sempre parso lucido. Certo, ora che lo so; mi sovvengono alcuni suoi comportamenti strani. 

MARTA          Lo vidi, per caso, dal Dott. Saltarelli, il quale mi disse che era un suo paziente,  e mi fece intendere che il soggetto era molto malato, soffriva di paurosi complessi d’inferiorità e che  sarebbe stato meglio   tenerlo sotto controllo, specialmente sul posto di lavoro.

Così, quando   scoppiò  lo scandalo dei profilattici bucati;   mi venne   il sospetto  che il maniaco fosse proprio lui.  Allora chiesi aiuto al mio amico qui presente, lui lavora proprio a  ridosso della produzione profilattici, affinché lo controllasse più da vicino. 

BONFIGLI     E, è stato guello g’ho fatto. Ogni vorda la solita storia. Non appena,                                  l’orario de lavoro era finito, e tutti l’operai se ne ereno annati, lui

scenneva pe’ le scale e, arivato in dove stavano li  profilattici, pronti p’esse spediti a le farmacie, da la saccoccia tirava fora ‘na sbilla; prima diventava      dutto rosso sur viso; poi  rideva gome ‘n matto, e, come ‘na furia, infilava ‘sto spillone, in do’ gojo gojo, in dentro li pacchi.

Doppo finito; se buttava a peso morto  su   essi, tutto sudato; e strillava: “So’ tutti fiji mia. So’ tutti mia.”

                        (pausa)

LA CARTA    Perché non mi avete avvertito immediatamente?!                             

MARTA          Lo volevo fare. Ma, il Dottor Saltarelli mi disse   che    il paziente ultimamente era migliorato e che presto sarebbe guarito; ma, non appena si è    cominciato a parlare di licenziamenti, non me la sono più sentita di       aspettare, e sono corsa qui da lei. Cerchi di capire, non è stato facile prendere questa decisione.

LA CARTA    (passeggiando) Ditemi ora come faccio? Lo dovrò  licenziare! Ditemi                                voi?

MARTA          Io non voglio certe responsabilità, avvocato. Faccia lei, deciderà sicu-

                        ramente per il meglio.

BONFIGLI     Io ho fatto l’ambasciatore. E comme se dice ambascitore nun borta                                  pene.

LA CARTA    (soprapensiero) Certo, pene, certo. Andate, andate e dimenticate. Me la sbrigherò, come sempre, da solo. Naturalmente, acqua in bocca. Voi non avete né visto né sentito nulla! E’ in gioco il vostro posto di lavoro!

MARTA          Ne’ visto né sentito. A rivederla, avvocato.

                        (esce)

BONFIGLI     Avvocato, come se non ci fossimo mai visdi. Ossequio.

                        (s’inchina a novanta gradi e segue Marta)

                       

LA CARTA    (gironzola per l’ufficio pensieroso) Ora, caro Filippo, tira fuori tutta la tua diplomazia se vuoi che tutto finisca per il meglio.

                                                           SCENA VIII

                        LA CARTA - BARTOLETTI - ALBERTO - MORATTI

                        (entra Alberto)

ALBERTO     Avvocato, le dovrei parlare.

LA CARTA    Dimmi!

ALBERTO     M’ aveva chiesto de chiamarle il Dottor Moratti?

LA CARTA    Certo.  L’hai trovato?

ALBERTO     Si, è de la’! In sala de attesa.

LA CARTA    E, allora?! Fallo entrare! Svelto!

ALBERTO     E’ proprio sicuro de volerlo vedere? Sa non è combinato molto bene,

                        sembra un po’ bevuto.

LA CARTA    Dai! Dai! Fallo entrare!

ALBERTO   Come vole. (esce sulla porta) Dott. Moratti s’accomodi, l’avvocato

                        l’aspetta!

                        (esce)

MORATTI      (entra malvestito ed è ubriaco fradicio -   inchino a novanta gradi)

                        Avvocato,  mi ha fatto  cercare? Eccomi, sono tutto per lei.

LA CARTA    E’ dal ritorno dalla riunione assembleare, che l’ho fatta cercare; dove diavolo si era cacciato? (avvicinandolo) Questa è puzza di whisky? E’ lei che puzza così?                 

MORATTI      Un goccetto, soltanto un goccetto!

LA CARTA    Ho capito! E’ stato al bar per festeggiare l’avvenimento straordinario! Immagino già domani i titoli sui giornali:  -Scalata della “Sanitaria SpA”. La “Brico” diventa la maggiore azionista  con il 51% del valore del capitale sociale! Lei è stato bravissimo! Mi debbo congratulare! Mi ha sostituito magistralmente!        Nessuno sospetterà che dietro questa  operazione ci sia il mio zampino.

             

MORATTI      Zampino? Zampone! (ride)

LA CARTA    (tirando fuori dal mobile una bottiglia di liquore con due bicchierini) Bisogna festeggiare!

MORATTI      Non ne sono degno.

LA CARTA    Su, su col morale. Di cosa non è degno?

MORATTI      Le debbo confessare una cosa.

LA CARTA    Per ora lasci stare le confessioni e brindiamo!

                        (entra Alberto)

ALBERTO     C’è Bartoletti!

LA CARTA    Benissimo! Fallo accomodare.

ALBERTO     Prego, entra puro.

                         (esce)

BARTOLETTI Avvocato.

LA CARTA    (andandogli incontro) Caro, Bartoletti. venga, venga, si accomodi!

                        Con il dottor Moratti stavamo festeggiando un avvenimento

                        molto importante! (prepara un altro bicchierino) Lei è capitato

                        a proposito. Ecco, (gli porge il liquore) Brindi con noi!

BARTOLETTI Lo immaggino. 

LA CARTA    Su, su con la vita! Glielo dica anche lei, Moratti, ch’è tutto a posto!

MORATTI      Si, si è vero; tutto a posto e niente in ordine!

BARTOLETTI Ecco, perché nun se trovava. Era annato a ‘mbriacasse!

LA CARTA    Che c’è di male? Ha voluto festeggiare alla mia vittoria!

MORATTI – (bevendo) Alla sua avvocato! Alla sua…

BARTOLETTI Mbeh! C’è poco da fa’ festa! Si prima nun se chiarisce ‘sta situazione!

LA CARTA    (gli riporge il bicchierino) Su! Allegria! Brindiamo all’assunzione dei suoi

                         figli!

BARTOLETTI(sputando il liquore) Ma che me vole rovina’? Qui, se parla de licenziamenti e li fiji de Bartoletti vengheno assunti! Ma chescherzamo!? Avvoca’, dica la verità, me se vo’ leva’ de torno!

MORATTI      L’avvocato ha vinto! Come sempre. E’ diventato il maggiore azionista della società. Ed ora quello che lui dice è legge!

LA CARTA    Giusto! E così, come da accordi precedenti, i suoi due figli saranno presto                      miei dipendenti! E’ contento?

BARTOLETTI Nessun licenziamento?

LA CARTA    Non rammenta il nostro accordo? –un minimo di terrorismo anche tra ilavoratori- Il sottoscritto ha una parola sola. Nessun licenziamento! (pausa) Oddio, purtroppo,   è gioco forza che… che almeno uno ce ne debba essere.

ALBERTO     (entrando) Avvocato, mi scusi, ce sono delle impiegate che             vorebbero essere ricevute.

LA CARTA    Non le hai detto che sono occupato?

ALBERTO     Gliel’ho detto. Ma hanno insistito.

LA CARTA    E va bene! Siamo buoni! Oggi è festa. Falle entrare.

ALBERTO     (esce per rientrare subito dopo accompagnato da Giuliana e

                        Lucia) Prego.

LUCIA                       Scusi, avvocato il disturbo,   noi siamo le impiegate che lavorano

                        con il Dottor Moratti, e avendo saputo dall’Alice che non si era sentito

                        bene, eravamo preoccupate, e volevamo sapere come stava?.

MORATTI      Chi l’ha detto che non sto bene? Io sto benissimo! Mai stato così bene.                           Ho scoperto finalmente chi sono. Chi sono…

GIULIANA     Se ne stava seduto al cesso, vestito come un abbate che piangeva.

LA CARTA    (sminuendo) Non è vero! E’ stato sempre con me tutto il giorno!

                        Eccetto dopo la riunione. (a Moratti) Già, Moratti, mi aveva detto che                                 si doveva assentare per prendere dei documenti in ufficio! Dica la

                        verità! Era una scusa per andare a festeggiare.

GIULIANA     Ti dico che stava al cesso! Seduto sulla tazza, tutto vestito con la                                      porta aperta! Alice è una persona seria! Non dice le bugie! E’                                          una donna delle pulizie!

LA CARTA    Certo, certo! Calma. E se anche fosse? Che male c’è? Ora non si può neanche andare alla toilette?

LUCIA                       Noi,  volevamo sapere soltanto come stava. Per senso umanitario.

                        Sta bene dottore?

MORATTI      Come non mai. (si sdraia sguaiatamente sulla scrivania) Ho scoperto

                        il colpevole! Il colpevole…

LUCIA                       Davvero? E chi è? Si può  sapere?

BARTOLETTI Questa si che una bella notizia!

MORATTI      Dopo lunghe indagini, ho scoperto che il manico che buca i profilattici,

                        non è altro che …non è altro che…

LA CARTA    (confidenzialmente) Non statelo a sentire, è un po’ brillo. Ora se non vi                           dispiace... Avete visto che il Dottor Moratti è vivo, quindi…

GIULIANA     (facendo la gattina) Non possiamo rimanere?

LA CARTA    No.

GIULIANA     Ma....

LA CARTA    Ho detto. No!

                       

LUCIA                       Su, su Giuliana, non insistere! Dott. Moratti Se possiamo fare qualcosa…

MORATTI      Qualcosa? Si, faccia meno figli! 

LUCIA                       E’ proprio ubriaco! Arrivederla, avvocato. E ci scusi.

LA CARTA    Non c’è di che.

GIULIANA     Ciao, a tutti, e un bacino particolare a Gastone.

                        (escono)

BARTOLETTI Ritornando a noi, avvocato. Lei, poco fa, ha detto che non ci saranno licenziamenti. Ho capito bene?

LA CARTA    Certo. La società, alla mia completa guida, riprenderà il giusto ritmo di lavoro. Anzi, sono certo  di poterla far crescere ulteriormente.

BARTOLETTI Si, però,  lei ha  accennato ad un licenziamento.

LA CARTA    E’ d’obbligo.

BARTOLETTI E chi sarebbe er disgraziato?

LA CARTA    Non lo immagina?…Glielo posso dire…tanto ormai… Ma il vero colpevole dei preservativi bucati. (indica Moratti che stava russando) Eccolo! Il mio fedele servitore, dottor Elio Moratti! Un povero malato alla mercé del suo forsennato desiderio di bucare, bucare, bucare.

BARTOLETTI Lui?!. Dotto’ smentisca! Dica quarche cosa! Come ha potuto macchiasse de ‘na cosa der genere?

MORATTI      (svegliandosi di colpo) E che ne so! Non l’ho mai saputo. Saputo… Ho sempre sofferto d’improvvisi vuoti di memoria, dei quali non ricordavo nulla…nulla.. Finché questa mattina…      In quella mezz’oretta, nel quale ho chiesto a lei avvocato di assentarmi per un attimo, perché sentivo che il male oscuro stava per invadermi         nuovamente,..sono andato in ufficio; ho parlato con i miei impiegati…impiegati, poi mi sono avviato verso l’officina e mi sono diretto nel settore dove       vengono spediti i pacchi di preservativi, e lì ho perso cognizione del tempo, e quando  stavo per fare, quello che evidentemente avevo sempre fatto… improvvisamente mi sono svegliato e ho preso coscienza…coscienza… Io! Proprio, io! Il grande capo ufficio Elio Moratti! Io ero l’artefice  dei buchi ai profilattici! (pausa) Capito? Così, sono fuggito  verso il bar, e mi sono ubriacato e poi, non so come, sono finito al bagno e adesso eccomi qua.

(piange) Saltarelli, sarebbe il mio psichiatra, mi aveva avvisato: “prima o poi uscirai            dall’amnesia e in quell’istante sarai guarito”. Ed è stata una bella cosa. Sono finalmente guarito! Ma, in quel preciso istante, però, ho anche capito chi ero! Un povero malato,      afflitto dal desiderio di avere almeno un proprio figlio! E provo vergogna. Una triste vergogna! Avvocato, altro che festeggiamenti! Mi sono ubriacato per cancellarmi! Per annullarmi! Non voglio più esistere. Ma sono troppo vigliacco per uccidermi.

LA CARTA    Su, su, adesso si calmi! Ecco, vede Bartoletti, è un caso patologico. E io,                        nonostante ciò, lo  dovrei licenziare. Come faccio? Si metta nei miei panni?

                        Un collaboratore di primo piano…

MORATTI      Troppo buono avvocato!

LA CARTA    …un fedele servitore…

MORATTI      …sempre buono, lei, avvocato…

LA CARTA    …oserei dire… un figlio!

MORATTI      …babbo…io al babbo voglio bene…

LA CARTA    Mi spiego, Bartoletti?

BARTOLETTI Me dispiace dillo, ma quarcuno deve da paga’, me dispiace che sia er qui presente, ma dartronne se l’è annato a cerca’. Capisco la malattia. Ma, dartronne, si volemo sarvà la società, l’opinione pubblica deve anche da sapere che abbiamo risolto quel probblema increscioso nella produzione dei profilattici. Nu’ je pare, avvocato?

LA CARTA    In un certo senso, lei ha ragione. Ma sa, non possiamo  neanche dire…

                        che un nostro dirigente si sia macchiato di un simile crimine.

Cosa penserebbero di noi  i nostri clienti? Che la “Sanitaria SpA” è stata sempre  diretta da dei pazzi? Perderemmo la loro fiducia e addio! In questo caso ci potrebbero, veramente, essere dei licenziamenti!

BARTOLETTI Certo..sicuro... ma…converà che un corpevole ce vole!

LA CARTA    Su questo punto sono fermamente d’accordo con lei ! Però non dovrà essere di certo il caro Moratti.

MORATTI      Grazie, avvocato, lei è la mia vita…vita.

BARTOLETTI E allora chi? Nun saprei proprio.

LA CARTA    Occorre  trovare qualcuno, che faccia al caso nostro.(pausa) Sarà sicuramente  una scelta molto difficile e sofferta.

BARTOLETTI Morto dura.

ANONIMO     (Entra furtivamente; guarda i presenti: gli sogghigna in faccia; sogghigna verso il pubblico ed esce)

(sguardo d’intesa tra La Carta e Bartoletti accennnando all’impiegato anonimo)

LA CARTA    Una scelta, più che mai difficile e sofferta. Che ne dice?

BARTOLETTI  So’ d’accordo co’ lei avvocato. Più che mai morto dura…

                        (si stringono la mano)

LA CARTA    (ridendo) …difficile…

BARTOLETTI…e sofferta…

                        (interviene tra i due Moratti  ridendo contento)

MORATTI      …e duraaaaa!                                            

F I N E