La schedina

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ATTO UNICO

TEATRO

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LA SCHEDINA

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COMMEDIA

 IN DUE ATTI

DI

GIOVANNI AMATO

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COMMEDIA IN DUE ATTI

DI

GIOVANNI AMATO

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- LA SCHEDINA -

Autore: AMATO GIOVANNI Via Giuseppe Paratore n. 33 - Palermo

           Posizione SIAE 44208. (Tutti i diritti riservati).

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PERSONAGGI:

TOTO’ PRENCETTI (Ex agricoltore, in pensione)

CONCETTA MANETTA (Sua moglie)

MARIA (Loro figlia minore)

ANTONIO (Figlio primogenito)

ROSA (Sua moglie)

TERESA FERRO (Moglie di Nicola, secondogenito, emigrato in Svizzera)

PASQUALE CALCIO (Il compare)

PIPPO CANNEVALI (Fontaniere, pretendente di Maria)

DOTTORE (Molto vecchio)

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PRIMO ATTO

SCENOGRAFIA:

La scena rappresenta una stanza arredata in maniera molto semplice con arredo, ove siano presenti: un tavolo a centro, un piccolo mobile con telefono sulla destra, varie sedie, qualche quadro ed altro di poco valore. Sul lato sinistro della finestra, una nicchia in legno con l'immagine di Sant'Antonio da Padova.

Le pareti presentano: la porta della comune a destra, una porta comunicante con altra stanza a sinistra, un'ampia finestra a centro sulla parete di fondo.

SCENA PRIMA

(Concetta e Maria)

All' aprirsi del sipario, sono in scena Concetta e Maria. Quest'ultima è spettinata ed in vestaglia.

CONCETTA:     (Guardando, a distanza, i lumini spenti davanti all'immagine di Sant'Antonio). Maria! ancora così, a quest'ora?

MARIA:             (Credendo che la madre fosse rivolta a lei) Cosa stai vedendo? Per i capelli un pò spettinati?! Già il bagno me lo sono fatto.

CONCETTA:     A Sant’Antonio? Il bagno?

MARIA:             Ma che Sant’Antonio, mamma! Io...

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CONCETTA:     E chi parlava di te? Io dicevo: ancòra così a quest’ora? Con i lumini spenti, Sant’Antonio! Sbrigati, accendi i lumini perchè se tuo padre si accorge che sono ancòra spenti, monta su tutte le furie. (Maria va ad accendere i lumini).

MARIA:             Ahi!....accidenti.....mi sono bruciata le dita!

CONCETTA:     Hai visto? Sant’Antonio ti ha voluto castigare per il ritardo. A proposito di capelli, perchè non ti vai a pettinare, mi sembri una pazza fuggita dal manicomio. Tu, figlia mia, a venticinque anni non dimostri alcun interesse a volerti fare fidanzata. Pensi, forse, che io e quel poveretto di tuo padre camperemo quanto Gerusalemme?

MARIA:             Matusalemme, mamma, no Gerusalemme!

CONCETTA:     Gerusalemme o Betlemme, mi hai capito vero? Piuttosto, prendi esempio dai tuoi fratelli. Tutti e due, arrivati alla tua età si sono cercati due belle ragazze, (estrae il fazzoletto) si sono fatti fidanzati e con i sacrifici miei e di tuo padre, ci hanno dato il piacere di vederli...(si soffia il naso)...fuggirsene da casa insieme alle

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                          loro fidanzate.

MARIA:             Mamma, mettiti in testa che se mi farò fidanzata mi vorrò sposare in gran cerimonia, in chiesa e con l’abito bianco.

CONCETTA:     E i soldi? Andiamo a scavarli?

SCENA SECONDA

(Totò - Concetta e Maria)

(Entra in scena Totò, in pantofole, vestaglia da camera e papalina in testa. Tiene in mano la copia di un quotidiano):

TOTO’:              Devono ammazzarlo chi ha inventato i soldi. E caspita! Parlate sempre di soldi? (Alla moglie) Ma te li sogni di notte?

MARIA:             Ma no, papà! Stavo dicendo a mamma che se dovrò prendere marito lo farò in chiesa, con l’abito bianco ed un bel intrattenimento per gli invitati.

TOTO’:              E i soldi? Andiamo a scavarli?!

CONCETTA:     Visto che pure tu li sogni di notte!

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TOTO’:              Stai tranquilla che non li sogno, non li sogno. (fra sè) Sto sveglio per pensarci! (Guardando il giornale) Guarda un pò che notizie devo leggere! Quando leggo queste cose mi afferrano i cinque minuti!

CONCETTA:     Che c'è? Che hai?

TOTO’:              Ditemi un pò voi se queste son leggi giuste! Va in pensione un tizio che lavorava all'Alitalia e gli danno un miliardo di buonuscita, sol perchè faceva saggi di prova degli aerei.

CONCETTA:     Che assaggiava la provola sugli aerei?

TOTO’:              No, gli affettati.

CONCETTA:     Ah!....avevo capito la provola.

TOTO’:              Proprio! Ed a me che mi sono fatto un cu...cuore così a lavorare per cinquant'anni in campagna, ricordo che mio padre, buonanima, mi portava a raccogliere le olive fin da quando ero in fasce, a me, per andare in pensione, hanno dato un bel calcione di benservito sul didietro. Puoi morire di fame. Se la vuoi, ti spetta una misera pensione, ma così misera che quando dovrai mangiare

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                          potrai comprarti una bella sarda salata, la metti sul piatto, la odori, e col solo odore ti mangi mezzo chilo di pane. Con il solo odore!, perchè la sarda, per risparmiare, la lasci sul piatto per il pranzo del domani!

CONCETTA:     Hai ragione, marito mio! Ma guarda un pò se sono disparità da farsi! A quel tizio, che l'assaggiava sugli aerei, tutti quei bei soldi! A quel poveraccio di mio marito, che per cinquant'anni l'ha assaggiato in campagna, niente!

TOTO’:              Ma che cosa?

CONCETTA:     Non lo hai detto tu? Gli affettati.

TOTO’:              Parola mia che mi tolgo una pantofola e gliela sbatto sulla proboscide!

MARIA:             Ma che hai sbagliato bottiglia, questa mattina?

TOTO’:              Tu stai zitta o ti rompo le gambe.

MARIA:             Voglio andarmene, lo compatisco. (Esce di corsa).

TOTO’:              (Arrabbiatissimo, tirandole il giornale e gridandole dietro mentre la moglie lo trattiene) Eh disgraziata!....lo compatisco, lo compatisco, a

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                          me..... Sei una porca!.... Porca e figlia di gran porco!

CONCETTA:     Lasciala stare per carità. E' giovane e non sa quello che dice. Compatiscila!.....compatiscila!

TOTO’:              E finiscila pure tu con questo compatimento. Che fai, sfotti? (Si sente suonare il campanello. Don Totò risponde ad alta voce) Chi è?

                          (Risuona il campanello. Don Totò: ancora più forte) Chi è? (Risuona il campanello. Gridando:) Chi schifo è? (Risuona il campanello. Don T0tò, rivolto alla moglie): Ho capito. Vai ad aprire. Visto che non risponde è sicuramente mio compare Pasquale. Così sordo com'è, non mi sente neanche se grido fino a domani. (Bussano forte alla porta).

CONCETTA:     (Gridando a cantilena) Sto veneeeendo! (Esce).

TOTO’:              Si è coricato dietro la porta, questo?!

CONCETTA:     Entrate...entrate.

SCENA TERZA

(Totò - Concetta - Pasquale e Maria)

PASQUALE:     (Entra in scena Pasquale, con in mano una penna ed un mucchio di schedine)

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                          Compare, avete il campanello rotto?

TOTO’               Neanche il suono del campanello sentiva! Per rispondervi stavo perdendo la voce.

PASQUALE:     Ah! mancava la luce? Avevo voglia di tentare di suonare! E’ da mezzora che suono il campanello, senza luce potevate mai sentirmi! Ma, a pensarci bene, forse stavate ancòra dormendo visto che non mi rispondevate neanche dopo che avevo bussato alla porta?

TOTO’:              Ma se è da tre ore che siamo svegli!

PASQUALE:     Ah, ecco! Vedete che avevo ragione a pensare che dormivate?! (Lo invita a sedere al tavolo) Venite quà, compare, prego sedetevi.

TOTO’:              (Tentennante, quasi fosse l'ospite) Posso. Grazie per la gentilezza, ogni volta mi fate sentire come se fossi a casa mia.

PASQUALE:     Compare, si fermano gli orologi!... Proprio così, gli orologi al confronto sono sfasati!. Questa volta ho inventato un sistema che il tredici, o lo facciamo o lo facciamo, a sovercheria!. (Sparge, ad una ad una, le schedine sul tavolo, leccandosi di tanto in tanto il pollice).

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TOTO’:              (Fra sè) Mi pare il diavolo tentatore!. E’ da una vita che

                          m’illude! Mi sta facendo ridurre con le pezze sul didietro!

PASQUALE:     (Mostrandogli una schedina) Guardate, compare, guardate!. Si basa tutto su un sistema di rotazione dell'x. In questa schedina, consideriamo la prima terna di squadre: l'x è in prima squadra (Prende un'altra schedina) In quest’altra, invece...

TOTO’:              L'x è passato fra le riserve.

PASQUALE:     L'x è in seconda posizione. Mentre in questa è in terza posizione.

TOTO’:              Va indietro come i gamberi!

PASQUALE:     Compare, è tutta una questione di roteazione della prima terna di squadre con la seconda terna.

TOTO’:              E mentre noi aspettiamo il terno gli altri hanno fatto la tombola.

PASQUALE:     Bravo, compare, vedete che evete capito!.... Capitomboliamo per questo motivo, perchè non

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                          facciamo gioco sulla roteazione delle terzine.

TOTO’:              (Tipo radiocronista) E mentre il terzino sta roteando con l’altro terzino, s'infila nel mezzo il centravanti dell’altra squadra e ci segna il gol. E noi perdiamo i soldi... Compare, mi state facendo roteare il cervello.

PASQUALE:     Io lo dicevo. Appena spiego il metodo a mio compare lo capirà immediatamente, come un colpo di fucile.

TOTO’:              Per voi ci vorrebbe un fucile, a due (fa il segno del due con le mani) canne mozze.

PASQUALE:     Anche i due roteano. Poi ci vuole fortuna, a secondo come in campo gira la palla.

TOTO’:              Pure le palle roteano.

CONCETTA:     (Ad alta voce) Signor Pasquale, ho capito, siete venuto per convincere mio marito e fargli perdere i soldi.

PASQUALE:     Grazie, signora Concetta, grazie.

TOTO’:              (Gridando) Ma cosa avete capito?, cosa vi ha detto mia moglie?

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PASQUALE:     Perchè non avete sentito? Siete un pò sordo? Mi ha detto: Signor Pasquale, siete venuto a convincere mio marito a vincere i soldi.... (Si volge verso il quadro di Sant' Antonino) Il tredici.... Sant’Antonio, il tredici questa volta dobbiamo fare. Fateci questa grazia....

CONCETTA:     (Incalzando) Di non farlo più venire in questa casa.

TOTO’:              Compare, mi lasciate due schedine in bianco.

PASQUALE:     No grazie compare, mi piacciono al sugo.

CONCETTA:     Ma che schifo ha capito? (Gridandoglielo) Cosa vi ha detto mio marito?

PASQUALE:     (Fra sè) Siamo al completo! Non solo il marito, pure la moglie è sorda. (Gridando) Mi ha detto: Compare, assaggiate due spiedini in bianco? E siccome mi piacciono al sugo....

TOTO’:              Avete combinato un bel pasticcio.

PASQUALE:     Grazie, i pasticcini ve li accetto.

TOTO’:              (Strappandogli due schedine dalle mani) Ho capito, mi servo da me. Perchè, prima che questo capisce si dovranno già

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                          giocare le schedine dell’altra settimana. (La moglie gli fa segno di mandarlo via) Sentite, compare, datemi un pò di tempo per vestirmi e di questo metodo che avete inventato ne parleremo meglio. Intanto, aspettatemi quà sotto, al caffè.

PASQUALE:     Che avete detto? (Fra sè) Mi stanno attaccando la sordità.

TOTO’:              Aspettatemi al caffè.

PASQUALE:     Avevo capito tutt’altra cosa, compare. No, grazie, il caffè l’ho già preso prima di uscire da casa.

TOTO’:              (Fra sè) Ha un udito, sia lodato Dio!. (A Pasquale) Mai una volta che me lo accettiate.

CONCETTA:     Mai una volta che tu voglia offrirglielo!

TOTO’:              Nella gola!! (Alla moglie, come per augurarle un male.)

PASQUALE:     Oh! Compare! A proposito di caffè. Che ve ne pare se, mentre voi vi vestite, vi aspetto quà sotto, al caffè?

TOTO’:              Toh!... Toh!... Toh!...ma come vi sarà venuta questa idea? Io avrò potuto dirvelo soltanto mille volte!!

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PASQUALE:     Vi ho letto nel pensiero, è vero? Me ne vado. V'aspetto al caffè. (Va a porgere la mano alla signora salutandola) Comare Concetta, arrivederci, io tolgo il disturbo.

CONCETTA:     (Graziosamente inchinandosi, con falso sorriso) Già avete rotto abbastanza.

PASQUALE:     Grazie la servirò. (Sta per uscire, mentre Maria, gridando da fuori:)

MARIA:             Ahhhh! Papà......papà..... la casa in fumo sta andando.

CONCETTA:     (Si precipita verso l'altra stanza e torna immediatamente in scena gridando:) Mamma mia che guaio!

TOTO’:              (Atterrito e confuso) Oddio! Al fuoco! Tutto a fuoco sta andando! (Rivolto a Pasquale) Presto, compare, prendete l'estintore dalla scala.

PASQUALE:     Grazie, scendo a piedi. (Esce).

TOTO’:              (Gridandogli dietro) Bestia!, avete capito l'ascensore?

SCENA QUARTA

(Totò - Concetta e Maria)

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                          ( Entra Maria, che intanto si era cambiata, pettinata e truccata con un rossetto vistoso. Maria e Concetta si mettono a passeggiare avanti ed indietro per la stanza, nervosamente, l'una in senso opposto all'altra, dicendo):

MARIA:             Mamma mia! peggio del fuoco!

CONCETTA:     Ma tutte a noi devono succedere?!, la casa in fumo!, la casa in fumo!

                          (Don Totò, confuso, va dietro ora all'una ora all'altra tentando di fermarle gridando):

TOTO’:              Ohhhh!.....Ohhhh! Che fate? Vi volete fermare, si o no? Vediamo il da farsi, piuttosto. Chiamiamo i pompieri, riempiamo secchi d’acqua e buttiamoceli. (Madre e figlia si

                                            arrestano di scatto).

CONCETTA:     Ma sei impazzito di colpo?

MARIA:             Ancòra acqua ci vuoi buttare? Allora non hai capito niente? Si è rotto il rubinetto. Si sta allagando la casa.

TOTO’:              Bagninooo, aiuto!. E chi sa nuotare! Eh, disgraziate! Vi mangerei a morsi. Mi stavate facendo morire per la paura! Perchè gridavate: (Cambiandosi il timbro della voce, per fare loro il verso, e gridando) Mamma mia! La casa in fumo!

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MARIA:             Per modo di dire.

CONCETTA:     Perchè si stanno rovinando tutti i mobili. Il passatore del bagno, che serve a chiudere l'acqua, non funziona. Che c'è da fare?

MARIA:             Ora chiamo l'idraulico.

TOTO’:              Ma quale idrolico, scema! Che idee stupide ti fai venire! Che idrolico ed idrolico, quì ci vuole un fontaniere.

CONCETTA:     (Rivolta alla figlia) Davvero! E tu credi di essere intelligente! Come mai non l’hai pensato tu per prima?!

MARIA:             (In tono di sfottò) Hanno parlato i due geni della famiglia.

                          Ora gli telefono.

TOTO’:              Ferma non t’azzardare a farlo! Sei sempre attaccata al telefono! Disgraziata, non vedi che bollette arrivano?! Da oggi in poi il telefono si usa solo in caso di vita o di morte!

CONCETTA:     Ha ragione tuo padre. Abita di rimpetto a noi, possiamo andare a chiamarlo.

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TOTO’:              Ferme, ci penso io. Uso il telefono senza fili. (Va alla finestra e chiama) Signora Ursula, Signora Ursula....

Voce di donna:   (Da fuori) Dica, signor Totò?

TOTO’:              Dica, per piacere, a suo figlio di venire a casa mia di corsa perchè ce l’ho rotto.

Voce di donna:   (Da fuori) Che cosa?

TOTO’:              Il rubinetto, il rubinetto, grazie.

Voce di uomo:   (Da fuori) Buongiorno signor Totò.

TOTO’:              Buongiorno.

CONCETTA:     Chi era?

TOTO’:              Il signor Ciccio, il portiere. Stava scopando davanti al portone. Toh! che idea! Ma come non ci ho pensato prima! (Si riaffaccia alla finestra e chiama) Signor Ciccio, signor Ciccio, per favore, chiuda il passatore generale.

Voce di uomo:   (Da fuori) Va bene, subito.

PASQUALE:     Auguri, compare, fate gli auguri a vostro nipote. Io sono quaggiù. Vi aspetto. Fate presto.

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TOTO’:              (Chiudendo la finestra) Fate prima voi a fare la muffa.

MARIA:             Perchè questi auguri?

TOTO’:              Quella bestia di mio compare Pasquale, era seduto davanti al bar ed ha capito che mi riferivo a mio nipote il colonnello. Ha sentito che io ho detto al signor Ciccio: "Signor Ciccio, passarono Turi a generale".

CONCETTA:     (Velocemente) Io non capisco come fai tu a capire ciò che capisce quel sordo di tuo compare, che non capisce mai quel che è giusto che debba capire.

TOTO’:              E chi ha capito niente?!

MARIA:             Papà io ho capito. (Velocemente) La mamma, ti voleva far capire che lei non può capire come fai tu a capire ciò che capisce quel sordo di tuo compare, che non capisce mai quel che è giusto che debba capire.

TOTO’:              (Fra sè) Se qualcuno ha capito me lo faccia capire perchè io non ho capito.

MAR. e CONC.:   Ti volevamo far capire.....

TOTO’:              (Gridando, nervoso) E basta ora, marciate di là ad asciugare

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                          l’acqua. Di corsa, (Afferrando minaccioso una sedia) sennò non capisco più quel che faccio e se non lo avete capito con le buone ve lo faccio capire con le cattive. Capitoooo!!!! Muoversi!!!. (Maria e Concetta escono gridando concitatamente).(Fra sè) Ma che bile!!!! Pazzo, mi faranno diventare pazzo! Me ne succede una al giorno, non ne posso più! Sempre a cacciar fuori soldi. Si rompe sempre qualcosa. Una volta c’è da pagare la bolletta del telefono, una volta la luce, poi la televisione, il gas, il condominio, le tasse, ieri l'elettricista, oggi il fontaniere. E quanta dovrebbe essere questa misera pensione!? (Va verso l'immagine di Sant’Antonio) Sant'Antonio! Sant'Antonio! Non vi faccio pena! Fatemi questa grazia. Fatemi vincere un tredici, una cinquina, una lotteria, quel che volete Voi, ma toglietemi da questi guai. Non ne posso più!

SCENA QUINTA

(Totò - Pippo - Concetta e Maria)

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PIPPO:               (Da fuori, balbettando) C'è pe...pepè..c'è pepè...

TOTO’:              No, Pepè no, c'è Totò.

PIPPO:               (Entrando, con la borsa degli attrezzi a tracollo) C'è pe..per...messo. Signor To...to.to.to.to.to.to....

TOTO’:              Si è bloccato il motore.

PIPPO:               Signor To Totò buongiorno.

TOTO’:              Per questa volta è partito. Buongiorno.

PIPPO:               C'è..c'è...c'è.c'è.. po..po..posta per lei.

TOTO’:              Ma non facevi il fontaniere, ora fai il postino?

PIPPO:               Me..me...me.me...l’ha data il portiere, per lei.

TOTO’:              Grazie. Vai presto di là che non sanno nuotare. (Mentre Pippo esce verso l'interno, Totò apre la posta) Grazie, Sant'Antonio, grazie, già mi sono arrivate le prime duecento mila lire. La luce da pagare. (Continua ad aprire la posta) Troppo buono Sant'Antonio....una contravvenzione, centoventimilalire. Basta, non esagerate, ricco si... ma ricco sfondato, non è giusto. E’ meglio se non leggo più nulla altrimenti

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                          continuo a far bile. (E posa il resto della posta).

CONCETTA:     (Entrando) Prepara cinquantamilalire per il fontaniere.

TOTO’:              Ecco! La goccia che fa traboccare il vaso! Cambia mestiere ad ogni minuto?, ora che fa l'orefice? A chi li ha visti in mano cinquantamilalire?

CONCETTA:     In verità non ha ancòra parlato di soldi. Sono stata io a pensare che potrebbe volere cinquantamilalire.

TOTO’:              Abbiamo iniziata bene la giornata! Se continua con questo ritmo, prima che faccia buio, è meglio che impari a suonare la fisarmonica.

CONCETTA:     E perchè?

TOTO’:              Così, tu suoni ed io raccolgo i soldi con il piattino. Ora che ci penso, hai ragione, questo chissà quanto ci sparerà. Questi fontanieri, sono diventati peggio dei dottori. Hanno il listino prezzi: trenta mila per la chiamata....ed ancòra non hanno messo piede in casa; venti mila per la benzina....ed ancòra non sono saliti in macchina. Appena arrivano in ritardo, che già l'acqua ti è arrivata alla gola e sei salvo per miracolo, ti dicono

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                          che sono andati, per tuo conto, a comprare i pezzi di ricambio ed hanno fatto due ore di coda, da mettere sul conto,...e quì si sommano altre trentamilalire, oltre lo sconto sui pezzi di ricambio che si pappano loro. Alla fine, però, dopo che ti hanno finito il lavoro e ti presentano un conto che al solo vedere quanto è lungo già ti ammali di cuore, ti dicono la fatidica frase: perchè è lei....a questo punto pensi "e mi ha fregato"......e poi ti sparano, mi dia cinquecentomilalire. (Rivolto alla moglie) Disgraziata, vai di là, li hai lasciati da soli?

CONCETTA:     E ch'è? Di che ti preoccupi?, la scortica? Quello aggiusta, non rompe nulla.

TOTO’:              (Facendo equivocamente il gesto dell'avvitamento) Che ne sai tu se tra un'avvitata e l'altra...... quale falla va ad otturare....a me pare che questo faccia gli occhi languidi a Maria.

CONCETTA:     Ed anche se fosse? Tua figlia ha ormai l'età da marito.

TOTO’:              Non mi preoccupa l'idea di vederla maritare. Il fatto è che non vorrei un nipotino che parla a puntate.

CONCETTA:     La barbuzie.....

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TOTO’:              Che è 'sta barbuzie? La barba lunga?

CONCETTA:     (Con aria da sofisticata) Sei proprio un ignorante, non capisci niente. La barbuzie è quella cosa quando uno si inceppa a parlare.

TOTO’:              Vuoi dire la balbuzie e non la barbuzie! Non ti conoscevo tutta questa cottura!

CONCETTA:     Modestemante io sono accotturata. Ho arrivato fino alla quinta alimentare. Ti stavo spiegando che la barbuzie, come dici tu, cioè il fatto che uno barbetta non è una cosa ereditiera. Perciò il bambino nascerà che parla bene.

TOTO’:              Disgraziate madre e figlia!, che vergogna!, posso andare a nascondermi! E chi ha più il coraggio di farsi vedere in pubblico!. Svergognata!, ma io l'ammazzo!, già siamo al punto che sta per nascere il bambino?

CONCETTA:     Ma che stai farneticando? Ma quale bambino?

TOTO’:              Tu, tu sei la complice: e mi vieni a spiegare con questa faccia da santarellina che sta nascendo il bambino.

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CONCETTA:     Rimbambito che non sei altro!, io dicevo che nascerà bene, quando vorrà Dio.

TOTO’:              (Accasciandosi su una sedia) Mamma mia, sto morendo, vengo meno. (Resta semisvenuto, immobile).

CONCETTA:     (Gridando istericamente) Totoòòòò! Ahhhhhh! Signore iddio, ma che ha fatto? è morto? Marrriiiiiaaaa papà è morto!

                          (Si precipitano, poco dopo, in scena, Maria e Pippo. Maria, ha i capelli scompigliati, il rossetto sbavato, ed è agitata. Pippo ha tutti i segni di labbra con rossetto stampigliati in faccia e due bottoni della camicia sfibbiati.)

MARIA:             Ma come? Papà è morto?

PIPPO:               Che è su..su..su..ccesso?

CONCETTA:     Che disgrazia!, vedi cos'ha!

MARIA:             (Strattonandolo e dandogli schiaffetti) Papà, papà.

TOTO’:              Ehhhhh! Ehhhhhh!

PIPPO:               Pa..pa, pa..pa..

TOTO’:              (Ancòra intontito) Ma che papà e papà, chi ti conosce!

PIPPO:               Pa..pare che si stia svegliando, dicevo.

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CONCETTA:     (Si accorge dei segni di rossetto sul viso di Pippo e, rivolta alla figlia, incomincia a farle gesti con le mani e con la bocca per farle capire, ma inutilmente. Estrae, pertanto, un fazzoletto e:) Poverino!, chissà quanto ha lavorato, è tutto sudato!. (Ed avvicinandosi a Pippo comincia a pulirgli il viso, in posizione vicina alla sedia di Totò). Guarda com'è rosso, per quanto è stanco!

TOTO’:              (Sollevando la testa, apre il solo occhio destro, volgendosi verso i due. Resta ad osservare attonito, poi sbarra gli occhi) Non strofinarlo più che è già truccato bene per il carnevale.

MARIA:             Oddio!! Hai visto cos'è successo per soffiargli nell'occhio!

TOTO’:              Mi sa che gli hai soffiato da un'altra parte.

PIPPO:               Me l'ha su....me l'ha su...me l'ha subito soffiato l'occhio appena mi sono fatto male, non abbiamo fatto niente.

TOTO’:              E ti credo, non avete aggiustato neanche il rubinetto.

PIPPO:               No...il bu....il bu...il buco l'ho otturato.

CONCETTA:     Quale buco?

PIPPO:               Di...di...sotto il..

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TOTO’:              Quale sotto?

PIPPO:               So..sotto il lavandino.

TOTO’:              Ora scappa, di corsa. Quanto ti devo?

PIPPO:               Pe..che...po...co...

TOTO’:              Poco?

PIPPO:               Pe..perchè è lei.

TOTO’:              E mi ha fregato!...

PIPPO:               L'ho fatto gratis.

CONCETTA:     Signor Pippo, venga di là, prima che va via si lava le mani....... e si riprende la borsa.

TOTO'               Ed i titoli alzano.

CONCETTA:     La faccio uscire dall'altro ingresso, quello della cucina.

MARIA:             Si, si, venga signor Pippo.

TOTO’:              (Mentre escono) Dategli del lei che non lo conoscete bene; se aspettate ve lo presento. Dopo facciamo i conti a tavolino con tutt'e due. (Si gira verso l'immagine di Sant'Antonio)

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                          Sant'Antonio, sono stanco di tutti questi guai, ma non vi faccio pena? (Così dicendo si appoggia dove prima aveva posato la posta e gli cade una lettera a terra, per cui chinandosi a raccoglierla:) Ho capito, mi avete risposto, grazie Sant'Antonio, questa non l'avevo aperta, sono sicuro che c'è una bella notizia. (Apre la lettera, legge:) Grazie Sant'Antonio, grazie. (Va alla porta e chiama) Concetta, Maria, venite subito quì!

SCENA SESTA

(Totò - Rosa - Teresa - Concetta e Maria)

ROSA:               (Entrando in compagnia di Teresa) Eccoci quà.

TERESA:           Stiamo tornando dalla ricevitoria, siamo andate a giocare i numeri.

TOTO’:              Ma io non chiamavo voi. (Fra sè) Siamo al completo! (Intanto si salutano).

TERESA:           Noi arriviamo all'improvviso.

TOTO’:              Siete come la morte.

ROSA:               In che senso.

TOTO’:              Nel senso che arrivate quando uno meno se l'aspetta.

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CONCETTA:     (Entrando insieme a Maria) Oh! Ci sono le mie nuore? (Salutando Rosa) Dov'è mio figlio Antonio?

ROSA:               Ha portato la bambina a passeggio.

MARIA:             (Mentre saluta Teresa) Mio fratello ha telefonato?

TERESA:           Ha telefonato ieri, dice che ha trovato lavoro presso una tipografia di Zurigo. Vi manda i saluti.

CONCETTA:     Bene, bene. Lo dicevo io che se andava in Sguizzera trovava il lavoro. Ma che cosa è 'sta topo grafìa?

TOTO’:              Dove fanno fotografie ai topi. (Breve pausa, poi riprende) Ignorante, che topo-grafia!, tua nuora ha detto tipo-grafia, cioè dove fanno quadri tipo fotografie.

ROSA:               Lui si che ha capito perfettamente!

CONCETTA:     Perchè ci chiamavi, cosa vuoi?

TOTO’:              Oggi è un giorno che dovremo ricordare per tutta la vita. Visto che questa mattina mi arrivano di continuo belle notizie, mi pare giusto rendere partecipi tutte quante voi. Anzi le signore nuore cadono come il formaggio sui maccheroni.

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CONCETTA:     Vuoi spiegarti bene.

TOTO’:              Andiamo al dunque: in primis, mio compare mi ha fatto fare il segno della croce prospettandomi di cacciar fuori dei soldi per la schedina, poi si è allagato il bagno, è arrivata la bolletta della luce, una contravvenzione, ma come ultima..... è arrivata una notizia per la quale ho già fatto i ringraziamenti a Sant’Antonio.

ROSA:               Abbiamo vinto alla lotteria?

TOTO’:              Meglio.

TERESA:           Abbiamo fatto tredici?

TOTO’:              Di più.

MARIA:             Parla, papà, non ci tenere sulle spine.

TOTO’:              E' arrivato lo sfratto da casa.

ROSA:               Vi è arrivato lo sfratto da casa!?

TERESA:           Vi buttano fuori da casa!?

CONCETTA:     Rovinati, siamo!

ROSA:               Rovinati, siete!

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TERESA:           Nei guai, siete!

TOTO’:              Ma come!? La lotteria l'abbiamo vinta insieme, il tredici l'abbiamo fatto insieme ed i rovinati siamo solo noi?! Bella solidarietà!

MARIA:             Come faremo a prendere in affitto un'altra casa, per quanto costano gli affitti oggi?! Dopo venti anni che abitiamo in questa casa pagavamo una somma misera. Sant’Antonio, siamo rovinati!

TERESA:           Certamente io non posso ospitare tutti e tre, nè vi potete dividere.

ROSA:               Voi sapete bene che la mia casa è molto piccola.

                          (Segue un silenzio da sconsolazione, mentre tutti scuotono il capo. Concetta prende una sedia e si siede sul lato destro, visto da chi guarda, della stanza, mentre contemporaneamente fa la stessa cosa Maria sul lato sinistro. Entrambe, mentre gli altri restano in piedi al centro e Totò sta in mezzo, incominciano ad eseguire un movimento ondulatorio in avanti ed indietro, facendo il viso sconvolto. Contemporaneamente gli altri tre continuano a scuotere il capo, poi all'unisono ciascuno di essi mimerà segni di disperazione, di preghiera, di diniego, di strappo dei capelli, di suicidio con la pistola etc. Il tutto durerà, quanto basta perchè la scena non stanchi, poi )

CONCETTA:     (Alzandosi improvvisamente) M'ammazzo, mi avveleno.

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ROSA:               (Fermandola) Ma dove va, ch'è pazza? (Mentre si strattonano...)

MARIA:             (Alzandosi improvvisamente) M'ammazzo, mi soffoco con il gas.

TERESA:           (Fermandola) Ma dove vai?, sei pazza? (Mentre si strattonano...)

TOTO’:              M'ammazzo, mi butto giù dalla finestra. (Si precipita alla finestra, la apre, si gira) Ma ch'è?, nessuna mi ferma?

CONCETTA:     E che ti fermiamo a fare!, sono trentanni che ripeti sempre questa sceneggiata!

TOTO’:              Ah! Credi così?! Allora mi ammazzo davvero! (Torna di corsa verso il centro della stanza, fa dietro front, di corsa verso la finestra gridando:) Mi butto,........mi butto. (Arriva alla finestra e chiude le imposte) Disgraziate tutt'e quattro, questa soddisfazione non ve la do!

TERESA:           No!!!, il coraggio l'aveva!!!

TOTO’:              L'avevo, l'avevo. Poi ho pensato che i funerali costano troppo......

ROSA:               E gli si sono ammosciate le gambe.

TOTO’:              Ha parlato la vipera!.. Allontanatevi, allontanatevi chè

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                          vi morde.

ROSA:               A me dice vipera? Forse perchè è abituato a vivere con queste due. (Ed indica Concetta e Maria).

MARIA:             Brutta velenosa che non sei altro!, ora ti strappo i capelli filo per filo! (Così dicendo, si precipita contro la cognata. Teresa va incontro alla suocera e tenta di calmarla. Totò, tentando di separare le due, si porta alle spalle di Maria)

TERESA:           Beccati questo schiaffone! (Maria si abbassa a schivare e Totò incassa la prima sberla. Poi, le due donne invertono la loro posizione rispetto a Totò e...)

MARIA:             E tu prendi questo! (Come prima, povero Totò!, ed ancora per un doppio giro, parlando a soggetto lo schiaffeggiano, poi....)

TOTO’:             (Gridando come un forsennato) Ora basta!... ferme!...ferme!... (Si fermano) Con tutti questi ceffoni, tutt'e due avete la faccia gonfia.

ROSA:               Ed io, dovrei ospitare in casa mia questi pazzi?! Manco morta! (Ed esce di corsa).

TERESA:           Ed io sono più fessa!? Ve ne potete andare all’albergo Luna! (Ed esce di corsa anche lei).

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MARIA:             (Rivolta ai genitori). Beccatevi questa! Siete serviti. Le avete sentite? E voi due fessi avete sempre detto che, se Sant’Antonio vi fa la grazia di farvi arricchire, i soldi dovranno essere divisi in parti uguali fra tutti i figli. Andate a coricarvi all’albergo Luna! (Si mette a piangere ed esce verso l’interno).

SCENA SETTIMA

(Totò - Concetta e Antonio)

ANTONIO:        (Classico tipo di pesce sfatto. Succube della moglie. Entrando in scena:) Papà, mamma, ma cos'è successo?

CONCETTA:     Chiedilo a quella pazza di tua moglie.

ANTONIO:        L'ho vista per le scale che correva come il vento. Volevo fermarla ma si è presa la bambina ed è scappata di corsa. Poi, dietro di lei, c'era Teresa. Mi ha dato una spinta cosi forte da farmi ruzzolare giù per le scale, fortuna che mi sono aggrappato alla ringhiera.

CONCETTA:     (Piangendo) Ci è arrivato lo sfratto da casa e tua moglie e quell'altra pazza di Teresa ci hanno detto che per quanto gliene importa possiamo andare a dormire: o per la

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                          strada....(si soffia il naso rumorosamente e sempre piagnucolosa).. o andiamo all'albergo Luna, che chissà quanto ci costa!

ANTONIO:        Ma scusa, per albergo ed albergo, tanto vale che prendete in affitto un'altra casa!

TOTO’:              Ci siamo riparati sotto una cascata d'acqua gelida!

ANTONIO:        Pà, se mia moglie ha questa testa cosa posso farci?!, ti pare sia cosa facile farle cambiare idea?

TOTO’:              Antonio!, Antonio!, tu neanche sei degno di portare questo nome! Mi dovete perdonare Sant' Antonio, non lo faccio più. Anzi, da oggi in poi, lo chiamo "Sottana", perchè si è fatto mettere la sottana da sua moglie ed ha dato a lei i pantaloni.

CONCETTA:     Stava ammazzando di botte tua sorella e tuo padre....ed a me....a me ha detto che sono una vipera. Tu, figlio mio, dovresti saperti imporre anzicchè nasconderti sotto il letto appena si arrabbia.

ANTONIO:        E tu come lo sai?

CONCETTA:     No, dicevo così, per dire!

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ANTONIO:        Mamma, tu non mi conosci proprio. Appena arrivo a casa, la schiaffo sull'attenti e le riempio la faccia di schiaffoni.

CONCETTA:     No, figlio mio, non ti rovinare. Quella corre in caserma a denunziarti.

TOTO’:              Lascialo fare, quando ci vogliono, ci vogliono.

ANTONIO:        Me ne vado , pà, ben detto, ci penso io. (Ed esce).

TOTO’:              (Gridandogli dietro) Fai piano, che ha già la faccia gonfia per tutti gli schiaffi che ha preso! (Si liscia la faccia).

SCENA OTTAVA

(Totò - Concetta - Maria e Pasquale)

MARIA:             (Entra, portando, tovagliolo, tazza e cucchiaio ed apparecchia sul tavolo). Papà, ti ho preparato il pane e latte, mangialo, altrimenti raffredda.

TOTO’:              Mi porti lo zuccherino, svergognata!

MARIA:             Ti ho già spiegato che gli stavo soffiando in un occhio. Aveva una pagliuzza in un occhio e mi sono avvicinata

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                          a lui per soffiargliela.

CONCETTA:     Per il forte dolore era mezzo intontito, poverino!

TOTO’:              Mezzo, si, da mettà a salire, perchè da mettà a scendere era fin troppo sveglio.

MARIA:             (Offesa) E' meglio se me ne vado di là a stirare. (Ed esce).

TOTO’:              (Gridandole dietro). Non stirare che ti accaldi di più!.....(Pausa)..Vai a metterti sotto la doccia fredda, che ti passano le caldane!

PASQUALE:     (Entrando, con le solite schedine in mano ed un giornale sportivo in tasca).(Fra sè) Meno male che questa volta la porta era aperta, sennò avrei dovuto fare un'altra mezzora di suonare il campanello prima che mi sentissero. (A Totò) Compare, siete ancora svestito? Avevo voglia di aspettarvi! La schedina!, dobbiamo giocare la schedina!

CONCETTA:     Mamma mia!, di nuovo quà è! (Così dicendo si defila e va a controllare la posta che il marito aveva posato prima).

TOTO’:              (Portandosi a sedere dietro al tavolo, a centro, dove la figlia aveva apparecchiato, e sistemando un'altra sedia alla sinistra di quella sua, invita il compare a rispiegargli il sistema). Non mi è stato più possibile

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                          venire. Venitemelo a spiegare mentre mangio il pane e latte.

PASQUALE:     (Andandogli a sedere accanto) Compare, (e ferma il braccio di Totò, che stava iniziando a mangiare) questa volta è sicuro che facciamo il tredici. (Totò, lo ascolta ma tenta di riprendere, o meglio di iniziare, a mangiare) Mentre vi aspettavo, ho scritto il sistema che dovremo giocare domenica prossima. (Ripete lo stesso fermo-braccio di prima) Guardate, guardate, controllatelo. (Così dicendo, inavvertitamente, sposta verso la sua parte il tovagliolo con sopra la tazza ed il cucchiaio immerso dentro ad essa, e gli sistema le schedine davanti, dove prima stava il tovagliolo con la tazza). (Mentre Totò si lascia distrarre ed inizia a controllare una schedina, Pasquale, con disinvoltura, inizia a mangiare il pane e latte. Poi:) Che ne pensate compare.

TOTO’:              (Totò si gira, lo vede mangiare a due bocconi e si accorge della tazza semivuota) Penso, che vi siete pappato tutto il mio latte.

PASQUALE:     Bravo! l'avete capito perfettamente.... O vinciamo...o vinciamo!

CONCETTA:     (Che, intanto aveva aperta, l'ultima busta che era rimasta chiusa e ne stava leggendo il contenuto. Chiamando concitata:) Totò, mi sto sentendo male!, vieni a vedere se ho letto bene!

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TOTO’:              (Andandole accanto e leggendo, mentre la moglie lo guarda, pendendo dalle sue labbra) Madonna santa! Bene hai letto, bene!

CONCETTA:     Beneeeeeee? Ohhhhhhh! (E gli sviene fra le braccia, mentre Totò barcolla perchè non regge il peso).

TOTO’:              Aiuto, compare! Compare!

PASQUALE:     (Che, intanto, finiva di scolarsi il latte e si asciugava, soddisfatto il muso. Si gira e andandogli incontro:) Compare, io la musica non la sento; ballate un valzer od una mazurca?

TOTO’:              Una polka....una porc..ona di vostra sorella. (Lascia cadere, accompagnandola, Concetta; prende in posa di ballo Pasquale e si mette a girare co lui) Balliamo compare, balliamo!, (e mentre girano) viva Sant’Antonio!, viva Sant’Antonio!, viva Sant’Antonio!

                                                                        FINE PRIMO ATTO


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SECONDO ATTO

SCENOGRAFIA:

Stessa stanza del primo atto, arredata elegantemente con mobilio nuovo: tavolo a centro ricoperto di un elegante lungo tappeto da tavola, più rialzata dalla parte anteriore, belle sedie, salotto sulla destra, credenza, telefono, televisore, radio od impianto stereo, piante ed altro di valore. Sul lato sinistro della finestra, l'insostituibile nicchia in legno con l'immagine di Sant'Antonio da Padova.

SCENA PRIMA

(Concetta - Maria - Totò e Pasquale)

All' aprirsi del sipario, si ode il suono di campane a festa, dalla comune entrano in scena Concetta e Maria. Vestite elegantemente.

CONCETTA:     Oggi è stata una domenica che dovrò ricordare per un bel pò di tempo. Prima, insieme a tuo padre, siamo andate a mangiare al ristorante, poi lui è tornato a casa e noi siamo andate a vedere la messa dell'una.

MARIA:             Questa novità di padre Attanasio, di fare pure una messa all'una, sembrava sbagliata ed invece ha visto giusto davvero.

CONCETTA:     Hai visto che la chiesa era piena di fedeli?

MARIA:             Mamma, la messa di oggi è stata bellissima. Questo

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                          prete che è arrivato da poco è troppo bravo. Hai sentito che bel sermone ha fatto?

CONCETTA:     A me è sembrato che fosse odore di carne arrosto no di salmone.

MARIA:             Ma che hai capito, il sermone, sarebbe il discorso, la predica.

CONCETTA:     Bella. bella. l'ho sentita. Però non mi è piaciuto che ha detto che siamo tutte pecore.

MARIA:             Ma che dici mamma!, voleva dire che il Signore è il Buon Pastore e noi siamo le sue pecorelle smarrite.

CONCETTA:     Però credo che tu la parte della pecorella smarrita l'ha capita fin troppo bene. Infatti, ad un certo momento mi sono girata e non ti ho vista più. In quale erba sei andata a pascolare?

MARIA:             Mi sono allontanata un poco per parlare con Pippo.

CONCETTA:     Per parlare ehh! Sei andata a soffiargli nell'altro occhio?

MARIA:             Zitta, per piacere, non alzare il tono della voce o farai sentire tutto a papà.

CONCETTA:     Tu ci farai passare qualche brutto guaio. Dio ce ne

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                          liberi, tra una soffiata e l'altra, dovesse succederti qualche bella (facendo il gesto della pancia in gravidanza) sorpresa, tuo padre non ti lascerà (rimarcando) viva.

TOTO’:              (Entrando in scena, elegantemente vestito e con gilè rosso) Viva, viva Sant’Antonio!

MARIA:             Papà, sei tornato a casa e ti sei persa una bella messa.

TOTO’:              Io l'ho seguita alle sei del mattino, quando ancòra tu russavi come una sega elettrica.

CONCETTA:     Dimmi la verità, a te è piaciuto il fatto che il prete ha detto che siamo tutti quanti pecore?

TOTO’:              Era meglio ci dicesse che siamo dei porci?

MARIA:             Papà, sapessi con quale cuoriosità ci guardavano in chiesa! Non c'erano abituati a vederci così eleganti! Da oggi in poi sarà un'altra musica! O si abituano, o si abituano!

CONCETTA:     Si dice: bel tempo e cattivo tempo, non dura sempre lo stesso tempo.

TOTO’:              Vedrai, figlia mia, vedrai che tutti dovranno avere più

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                          rispetto per Don Totò Prencetti.

CONCETTA:     Pure le mie nuore per (con enfasi) "Concetta Manetta".

TOTO’:              Che la prende in polpetta......Phuuuuuhhhh! ...Ma lo sai che questo schifo di nome e cognome che hai non te lo avevo mai sentito pronunziare con questo tono altisonante, ti sei montata la testa?

CONCETTA:     (Offesa) E' bello il tuo, "Totò Prencetti". Quando stai con tuo compare Pasquale, fate il "Prencetto Pasquale". Questo compare non lo sopporto, ce l'ho sullo stomaco, appena si rischia a rimettere un solo piede davanti questa porta lo butto fuori di casa.

PASQUALE:     (Affacciandosi, timoroso di disturbare, davanti alla porta e poggiando sulla soglia dell'uscio la punta del piede destro) Disturbo? E' permesso?

TOTO’:              Presto compare, poggiate pure l'altro piede dentro, altrimenti mia moglie vi butta fuori di casa.

PASQUALE:     (Entrando) Grazie, donna Concetta è sempre ospitale.

TOTO’:              E qualche volta al pronto soccorso.

PASQUALE:     (A Concetta) Siete finita al pronto soccorso?

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CONCETTA:     Siccome non vi digerisco, mi siete rimasto come un blocco allo stomaco e sono finita al pronto soccorso.

PASQUALE:     (Rivolto a Totò) Secondo me, avrete mangiato.....

TOTO’:              (Interrompendolo, ad alta voce) Troppe fichidindia ed ha avuto un blocco intestinale.

PASQUALE:     Ci vuole un bel clistere.

CONCETTA:     Fatelo a vostra moglie.

TOTO’:              Uno di un litro. O stappa o stappa!

MARIA:             Questi discorsi volgari non li sopporto, me ne scappo. (Esce di corsa verso l'interno).

PASQUALE:     Compare, perchè le avete detto o scappa o scappa. Se n'è andata di corsa e non può avere il piacere di seguire i nostri discorsi!

TOTO’:              Raffinati!!!.....Fa niente compare, non ci fate caso, le avranno fatto effetto tutti questi clisteri ed ha dovuto scappare di corsa.

CONCETTA:     (Indicando Pasquale) Non potevano fare effetto su di lui?!

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SCENA SECONDA

(Concetta - Totò - Pasquale ed Antonio)

ANTONIO:        (Voce da fuori) Dottore, allora io vado via, mi fermo un attimino a casa di mio padre. Ahhh! Scusi, dimenticavo di dirle una cosa.

CONCETTA:     Non è la voce di mio figlio Antonio? Mi pare stesse parlando con il dottore quì sulla porta di fronte alla nostra.

TOTO’:              E' già da una settimana che il signorino non si fa vedere! Nè si è sentito qualcuno di loro! Lascialo venire che gli facciamo la bella sorpresa!

PASQUALE:     Compare, sono venuto a portarvi la fotocopia della schedina che abbiamo giocata. Ieri sera ce ne siamo dimenticati sia voi che io. (Si siede sul divano, tira fuori delle schedine, apre il giornale e si mette a leggere).

ANTONIO:        (Da fuori) Papà, è permesso? (Entra in scena, con la testa fasciata, un occhio nero, una benda, legata al collo, che sorregge il braccio sinistro).

CONCETTA:     Madonna santa, ma è finito sotto un treno-auto?

TOTO’:              Antonio!, cos'è successo?

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ANTONIO:        Papà, non ti avevo detto che dovevo mettere mia moglie sull’attenti!?

TOTO’:              E quella ti ha messo a riposo!!......Tant’è vero che è da una settimana che non ti fai vedere.

ANTONIO:        Pà, non ho saputo mantenere la calma!!!!! Sono diventato una belva!!!!! Ho preso un bastone ed ho iniziato a dare colpi,......paahhhhh!, un colpo sulla fronte.....

TOTO’:              E ti hanno fasciata la testa.

ANTONIO:        Paahhhhh!.......Un altro colpo sulla spalla.......

TOTO’:              E ti ha conciato il braccio per le feste.

ANTONIO:        Ho continuato come una bestia, non ci ho visto più dagli occhi.

TOTO’:              E me l'immagino, da come li hai ridotti!!

ANTONIO:        Poi ho riflettuto. Mi sono detto: ma la devo uccidere davvero?! Mi ha fatto pena....

TOTO’:              E ti sei fatto gonfiare come un pallone.

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CONCETTA:     Ma tu, figlio mio, non devi essere cosi beeestiiaaa!!! Per quanto cattiva sia nei nostri riguardi, quella povera creatura mi fa un pò pena. (Piagnucolosa) Chissà come l'avrà ridotta!!! Sarà tutta ingessata, dalla testa ai piedi!!!

PASQUALE:     (Avvedendosi) Antonio, ma hai litigato con l'intero paese?

TOTO’:              E non avete visto sua moglie!

PASQUALE:     Con sua moglie? Allora peggio ancòra!

TOTO’:              Si vede che la conosce bene!

ANTONIO:        (Sentendosi deriso) Ora smettetela tutti quanti siete!...Ma piuttosto, mi sembra di trovarmi in un'altra casa, che è successo?

TOTO’:              (Ignorando la domanda) Compare, state attento se con le scarpe mi sporcate il divano nuovo.

CONCETTA:     Lascialo stare comodo. Tutti i mobili nuovi ce li dobbiamo godere per bene. Appena si sporcano o si rompono li buttiamo e ne compriamo altri nuovi.

TOTO’:              (Rivolto alla moglie) Non me ne ero accorto! (Rimproverandola)

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                          Così vestita da pezzente stai in casa?! Vai a cambiarti e mettiti qualche abito elegante.

CONCETTA:     Giusto, con permesso, mi vado a cambiare il "bigliamento". (Esce ancheggiando ed atteggiandosi).

TOTO’:              (Guardandola ancheggiare,...portandosi pollice ed indice alla gola, deglutisce e:) Aspettami che ti devo parlare, ....ti devo introdurre un certo discorso,...vengo anch'io. (Esce dal taschino un grosso sigaro, lo mette in bocca ed esce, spolverandosi il gilè con il dito medio della mano destra).

ANTONIO:        (Che era rimasto a guardarli stupito, senza nulla capire) Sto vedendo cose turche!

PASQUALE:     Sono sbarcati i turchi?

ANTONIO:        Ma che turco! Ditemi ch'è successo.

PASQUALE:     Siete fermo a prima della guerra?

ANTONIO:        E perchè?

PASQUALE:     (Alzandosi ed indicandogli la porta interna) Andate là dentro, ma è moderno.

ANTONIO:        Che cosa?

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PASQUALE:     Non avete chiesto un cesso turco?

ANTONIO:        Ma quale cesso! I mobili nuovi ed (indicandosi i pantaloni, gridando) i vestiti nuovi.

PASQUALE:     Sbrigatevi, sbrigatevi, che se ve la fate addosso sporcate i pantaloni nuovi.

ANTONIO:        (Gridando) Spiegatemi cosa sono questi mobili nuovi.

PASQUALE:     Tre giorni fà è arrivato un'autotreno di mobili nuovi.

TOTO’:              (Entrando) Compare, accompagnatemi a comprare i dolci. (Lo prende sotto braccio ed esce).

ANTONIO:        (Allibito) Ma come! Non avevano i soldi per mangiare!! Mobili, vestiti, dolci! Nmaahhh!.... (Chiamando verso l'interno) Me ne vado, mà.!!

CONCETTA:     (Da fuori) Non posso venire; sono nel bagno nuovo.

ANTONIO:        Grazie per l'accoglienza, vi siete spiegati bene. (Esce) (Da fuori), (altra voce): Bu....uuu...Buonasera..... , (rispondendo) Buonasera Pippo.

PIPPO:               (Da fuori) Si...signor Antonio, la..la..lasci aperto pa...pa....parlo con sua madre.

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SCENA TERZA

( Pippo - Maria - Concetta e Totò)

PIPPO:               (Affacciandosi all'uscio della porta, chiama:) Maaaria, Maaaria.

CONCETTA:     (Da fuori) Maria, io sono nel bagno e non posso andarci.

MARIA:             (Da fuori) Sforzati, sforzati che ci vai.

CONCETTA:     (Da fuori) Ma cos'hai capito?! Chiamano, alla porta, vai ad aprire.

MARIA:             (Entrando, a bassa voce) E tu che ci fai quà? (Gli fa silenzio di stare zitto) Chi è?,... chi è?... Ah! è lei, dottore!

CONCETTA:     (Da fuori) Mariaaa, chi è?

MARIA:             E' il dottore, mi sta lasciando le chiavi di casa sua. (A Pippo) Che ci fai quà?, Se ti scopre mio padre passiamo i guai.

PIPPO:               Lo....lo....l'ho visto uscire e so..sono venuto a parlare co..co..con tua madre.

MARIA:             (Timorosa ed elettrizzata) Mia madre è nel bagno e non ci può andare...cioè....nun ci può venire. Uffahh!...mi hai fatta emozionare....non può venire adesso.

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PIPPO:               A...a...allora dammi uu...uuu..(così dicendo fa il muso lungo) u..un ba.bà.....un ba.bà.....un bacio.

MARIA:             (Gli si avvicina, lo stuzzica, cede e non cede, gli fa la gattina in calore, poi lo sfiora con un bacetto sulla punta del naso e gli sfugge emettendo dei risolini, provocandolo ancora di più) Dice la mamma Rocca si guarda... ma non si tocca.

PIPPO:               Vi..vieni quà. (Tentando di afferrarla, finisce sul divano e cade dall'altro lato, mentre Maria si mette a ridere tentando inutilmente di frenarsi).

CONCETTA:     (Da fuori) Mariaaa, cos'è questo rumore? Perchè ridi?

MARIA:             Sbatte la finestra, l'ho chiusa. Il dottore mi fa ridere. (Salta in ginocchio sul divano, allunga una mano ad afferrare per i capelli Pippo, poi si china a baciarlo, mentre questi, ancora dietro al divano, fa spuntare un suo piede, portandolo quanto più in alto possibile. Poi lo lascia e si alza portandosi ad appoggiarsi al tavolo di centro, e resta a guardare la gamba di Pippo che lentamente si riabbassa dietro al divano. D'improvviso, Pippo si alza facendo il segno delle mani piegate ad artigli).

PIPPO:               O..ora ti mangio. (La insegue attorno al tavolo, poi si fermano a baciarsi, sul lato del tavolo che dà verso la porta interna: Maria appoggiata al tavolo semidistesa e la gamba sinistra leggermente alzata; Paolo fra le sue gambe, di spalle alla porta).

CONCETTA:     (Entrando, sorpresa) Chiavi!!!!

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PIPPO:               No, le ...le giuro, la stavo solo ba..baciando.

CONCETTA:     Le chiavi!!! Queste chiavi ti stava lasciando il dottore?! Disgraziata!

MARIA:             Mamma io gli stavo......

CONCETTA:     Soffiaaaando!!! Già in tutti e due occhi gli avevi soffiato, ora dove gli stavi soffiando?

MARIA:             Mamma, ora basta!, per un bacetto innocente stai facendo un processo. Pippo è venuto.....

PIPPO:               Diglielo che sono venuto....pe....pe....

MARIA:             Pippo è venuto per parlare con te.

PIPPO:               I..io.. sono venuto.... pe..per dirle che...che mi voglio fare fifì....fare fifì.....

LUCIA:              (Scandalizzata) Pure Fifì?

PIPPO:               Fare fi..fidanzato con Maaaria sss..se..si lei è contenta le.. le volevo dire di parlare prima lei con suomarito, almeno per ammorbidirlo.

CONCETTA:     E ch'è pane duro?!! Io, da parte mia, vi do la mia

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                          benedizione, ma tu Pippo, non devi più venire quì in casa. Perchè se ti scopre mio marito, dopo il fattaccio di quella maschera di carnevale, te le suona di santa ragione. Ora vattene di corsa.

PIPPO:               Gra.. grazie, ci..ci.. parli e po...po...poi mi da una risposta. Me..me.. ne vado. AA....aa...

MARIA:             Arrivederci, vattene, sbrigati. (Pippo sta per uscire).

TOTO’:              (Da fuori) Lasciate la porta aperta? (Pippo torna indietro ed istintivamente si infila sotto al tavolo). (Totò entra con l'involucro dei dolci in mano).

MARIA:             (Portandosi lestamente a proteggere la visione verso il tavolo) Ma così presto sei tornato?

TOTO’:              Che dici me ne vado?

CONCETTA:     (Accostandosi al tavolo) Ma che fai sempre chiuso in casa?, perchè non ti fai una bella passeggiata!?

TOTO’:              Lascitemi posare questi dolci, (E si avvia a posarli sul tavolo, mentre il povero Pippo cerca di nascondersi timoroso). e poi non è il caso di andarmene a passeggiare, devo sentire i risultati delle partite. Cosa avete da nascondere, madre e figlia?

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MARIA:             Ma che dici Papà! Vai allora di là a distenderti comodamente sul lettino e ti senti i risultati.

TOTO’:              A me, non la fate!, sento puzza di bruciato! (Affacciandosi verso la porta interna) Che abbiamo ospiti in cucina?

CONCETTA:     Ma che dici? Vai di là, vai a controllare.

TOTO’:              Invece sedete quà, madre e figlia, devo parlarvi. (Prende una sedia e si siede sul lato sinistro del tavolo).

MARIA:             Papà, tieni i piedi sotto la tua sedia, potresti sporcare il tappeto. (Si siede a centro del tavolo, mentre la madre si siede dal lato destro e Pippo si rannicchia quanto più possibile).

TOTO’:              Tutti e due credete forse che tutto ciò che è successo in questa settimana mi abbia fatto dimenticare quella "carnevalata" dell'altro giorno? State bene attente a quel che fate, altrimenti, vi rompo le gambe; ed al signorino svito la testa. (Pippo si porta le mani alla gola)...Gliela faccio finire io la voglia di farsi coccolare. (Pippo fa il cenno del dondolamento e si rannicchia sulle ginocchia di Maria).

CONCETTA:     Tu stai tranquillo che io so tenerla sotto controllo mia figlia. (Che aveva, intanto, sbirciato, allunga una mano sotto il tavolo ed afferrando Pippo per i capelli, lo tira verso di sè).

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MARIA:             Papà io sono maggiorenne e capisco bene quel che faccio.

TOTO’:              E proprio questo mi preoccupa! Che sai fin troppo bene ciò che devi fare!

CONCETTA:     (Sbirciando sotto al tavolo, si accorge che Pippo tenta di allungare una mano verso Maria, per cui, gli pesta l’altra mano tenendo il piede poggiato su essa, mentre Pippo ritrae la mano, che stava per allungare su Maria, e la sventola per il dolore). Senti, a proposito, ti volevo dire che quel giovanotto ha intenzioni serie e vuole fidanzarsi ufficialmente con nostra figlia.

TOTO’:              V'aspettate che io faccia il pazzo! Ed io, sapete cosa vi dico?: "Per il bene di mia figlia Maria, voi con una mano ed io con mille".

MARIA:             (Alzandosi ad abbracciarlo e ringraziarlo) Grazie, papà, grazie.

                          (Pippo, istintivamente, sta per uscire dal tavolo ma, Concetta si affretta a trattenerlo).

TOTO:               Passami questi dolci che li vado a posare di là nel frigorifero. (Maria si affretta a darglieli).

CONCETTA:     Si sbrigati, (Atteggiandosi e sbagliando) sennò si avarieggiano.

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                          (Totò esce, e mentre sollecita Pippo ad uscire, il marito torna indietro).

TOTO’:              Sentite....

MARIA:             Ahhhhh!

CONCETTA:     (Affrettandosi a rintanare Pippo) Accidenti!!!....

TOTO’:              A me?

CONCETTA:     No, ho sbattuto il piede nell'altro piede...., in quello del tavolo, vahhh!

TOTO’:              Sta salendo sù mio compare perchè vuol sentire, ...ma che dico,....vuole vedere i risultati delle partite in televisione.

MARIA:             Va bene, va bene, vai a posare i dolci. (Totò esce).

CONCETTA:     Esci, mascalzone, che ti stavi facendo scoprire! (Pippo esce). Vattene, vattene.

PIPPO:               No....non me ne vado se..se..prima, non parlo con su...suo...marito.

CONCETTA:     Si è preso di coraggio!

MARIA:             (Spingendolo, verso la porta, grida forte) Chi è?...chi è?....(Gli fa cenno

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                                            di attendere davanti alla porta) Ohhh!, buonasera signor Pippo......vuole parlare con mio padre....un attimo che lo chiamo......Papàààà! Papààà!! ...C’è il signor Pippo che ti vuole parlare.

TOTO’:              (Entrando) Buonasera Pippo, sei più svelto ad arrivare che a parlare.

PIPPO:               Bu....Bu..Buonasera Don Totò. Andiamo al so...so..sosò...

TOTO’:              No, a tua so.. sorella....

PIPPO:               Al sodo. So..so..sono venuto a chiedere la mano di so...so...sosò...

TOTO’:              E torna con mia so..sorella!

PIPPO:               (Di getto) Di sua figlia.

TOTO’:              Appena lo pungono parte.

PIPPO:               Me..me...la concede?

TOTO’:              (Secco) No, no, e poi no.....

CONCETTA:     (Resta sbalordita, mentre Pippo trasale) Ma....

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MARIA:             Ma come! Prima fa un discorso e poi.....

TOTO’:              No....la sola mano..no,...se la vuoi, o tutta o niente. (I due si abbracciano lestamente, e Totò si affretta a separarli) Fermo...fermo... e ch’è?! Manco hai messo piede in casa e già ti lanci a razzo!

PIPPO:               Gra...Grazie, già i miei genitori so...so..sono d’accordo, sabato prossimo facciamo il fidanzamento ufficiale.

TOTO’:              Basta sott'ufficiale.

PIPPO:               A...a Maaaria so..so..sono sei mesi che voglio bene...

CONCETTA:     Sei mesi? Bravi! Ed io l'ho saputo quando si è rotto il ru ....ruu....ru..

TOTO’:              Le ha attaccato la malattia! ....Ecco perchè da sei mesi mi fa male la fronte! (Facendosi il segno delle corna).

MARIA:             Ma che dici, papà! Ci siamo frequentati come fanno tutti i giovani d'oggi. Ma Pippo è un ragazzo serio e non mi ha mai mancato di rispetto.

TOTO’:              Solo che gli piace truccarsi da carnevale! (Facendo sempre il segno delle macchie di rossetto sul viso).

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CONCETTA:     (Allusiva) Cose di giovani!

TOTO’:              Che vorresti dire?,...che ancòra spacco le pietre!

CONCETTA:     Manco con la dinamite!

SCENA QUARTA

(Pasquale - Pippo - Maria - Concetta e Totò)

PASQUALE:     (Entrando con le schedine in mano) Compare, dobbiamo vederli, questi risultati?!

TOTO’:              Maria, fallo accomodare ed accendigli il televisore. Mettilo senza voce, tanto hai sentito che se li vuol vedere, no sentire! (Mentre Maria lo fa accomodare ed il televisore è rivolto verso l’interno della stanza:)

CONCETTA:     Però, io volevo dire una cosa. Non andiamo per le lunghe, se è destino che dobbiate sposarvi, è bene che vi sposiate fra sei mesi massimo.

PIPPO:               Io ho u..u..un bel lavoro e popò.... e popò....

TOTO':              Sei fortunato?

PIPPO:               E posso mantenerla da gran da signora. Va bene...me ne

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                          vado. Arr....arr..arr..

TOTO’:              Arriva alle dieci...... di questo passo. (Pippo esce, accompagnato fino all’uscio da Maria). Maria torna indietro tu!

MARIA:             (Tornando indietro) E ch'è! Pare un cane da guardia!.

TOTO’:              (Gridando come un pazzo) Iniziamo bene, a me dici cane? (Indicandole la porta interna) Vattene di là o t'ammazzo. Fuori!, fuori!.

MARIA:             (Alla madre) Lo senti come grida?, per una semplice parola detta così tanto per dire!

CONCETTA:     Non ci fare caso. Cane che abbaia non morde.

TOTO’:              (Afferrando, minaccioso, una sedia, gridando:) Vi prendo a morsi io! ...Fuori!...fuori!... Bau!....bau!...(Le due donne escono).

PASQUALE:     Compare, vi state zitto, sembrate un cane rabbioso!

TOTO’:              (Arrabbiato, si porta accanto al compare, che resterà impassibile a guardare la televisione durante la seguente scena:) Pure voi vi ci mettete?!, se non fosse per il rispetto che vi porto, già vi avrei mollato un pugno in faccia,.. pahhh! (da questo momento in poi, Totò mimerà, con rabbia, come se veramente lo stesse picchiando) e poi

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                          ancòra.. pahhh!.. pahhh!... pahhh!...(esegue), poi vi darei una testata in pancia.. pahhh!.., cadete per terra e vi pesto con i piedi..toh!...toh!..toh!..toh!...(esegue)..

PASQUALE:     Ma che fate ginnastica!.... Gooll! Ha segnato l'Inter...

TOTO’:              La Juventus che fa?

PASQUALE:     Ci voleva questa vittoria dell'Inter, abbiamo il due fisso in schedina.

TOTO’:              Ho capito. Ma la Juventus che fa?

PASQUALE:     Li stiamo prendendo tutti. Tredici dobbiamo fare, compare.

TOTO’:              Prima che lo capite, inizia "Novantesimo minuto".

SCENA QUINTA

(Pasquale - Totò - Antonio e Concetta)

ANTONIO:        Papà, è permesso? (Entra senza la fascia al collo).

TOTO’:              Ti sei guarito?

ANTONIO:        Mi sono tolta la benda, non la sopportavo più.

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TOTO’:              Che c'è?.

ANTONIO:        Ti volevo dire che mia moglie e mia cognata, sono quaggiù in macchina, vorrebbero venire a chiederti scusa.

TOTO’:              Ma come?! Prima mi trattano a calci nel di dietro!

PASQUALE:     Vi è entrato!, vi è entrato!

TOTO’:              Che cosa?

PASQUALE:     Il due del Napoli che avete voluto mettere ad ogni costo.

CONCETTA:     Mi è sembrato di udire la voce di mio figlio?! (Entra).

TOTO’:              Dice che le signore nuore vogliono venire a chiedere scusa. Prima ci devo pensare!

CONCETTA:     (Al figlio) Già ha riflettuto abbastanza. Dì che vengano. (Antonio esce).

TOTO’:              Un poco di commedia potevamo farla però!!.

CONCETTA:     E più di quella che stiamo facendo cosa dobbiamo fare?

TOTO’:              A me sembra di vedere il pubblico in sala. C'è un

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                          signore seduto in terza fila che dice a sua moglie: "Oh!, mi pare la nostra storia! Noi preghiamo Santa Rita, o padre Pio, per farci qualche grazia e essi pregano Sant'Antonio". (Alla moglie) Lo sai quanta gente c'è nella grande sala del mondo che si trova nelle nostre condizioni?. Uno ha la tasca piena di schedine, uno è pieno di debiti, un'altra ha il marito emigrato, altri hanno lo sfratto. (Rivolto all'immagine) Sant’Antonio! Fate a tutta la gente la grazia che ognuno desidera!.

CONCETTA:     Hai visto che ha abboccato all'amo, il pesciolino?! E' andato a raccontare tutto a sua moglie ed all'altra signora. Come avevamo pensato noi!.

TOTO’:              Lasciale venire e ci faremo due belle risate.

PASQUALE:     (Facendo il manico d' ombrello) Toh! pigliatevi questa! ....Ha segnato il Palermo.

SCENA SESTA

(Pasquale - Totò - Antonio e le quattro donne)

TOTO’:              Perfetto, compare! Avevamo l'uno in schedina.

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ANTONIO:        (Da fuori) Papà, è permesso?

CONCETTA:     Quà sono, vogliono spolparci.

TERESA:           (Entrando, da davanti la porta) Siamo state due ineducate!

ROSA:               Prima che ce lo dite voi, lo ammettiamo noi.

TOTO’:              Guarda guarda! E' tutta ingessata dalla testa ai piedi!

ANTONIO:        Le dovete scusare, sono pentite di tutto quello che vi hanno detto.

CONCETTA:     Prego, accomodatevi. (Si mettono a sedere sulle sedie). (Guardando Pasquale, che intanto si era disteso comodamente sul divano). Scusate se non vi faccio accomodare sul divano nuovo, ma c'è disteso il padrone del pastificio.

ROSA:               Quale divano nuovo? Non l'ho visto!.

TERESA:           Non me ne sono accorta!

ANTONIO:        Non l'avevo notato!

TOTO’:              Neanche tu?. Tu non ne sai niente, vero!?

CONCETTA:     E neanche il mobilio nuovo avete notato?

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In coro, i tre:      No!!, non l'avevamo notato!!.

TOTO’:              E dopo vi facciamo notare tutto il resto della casa arredata di mobili nuovi!!

ANTONIO:        Ma come fu?

TERESA:           Abbiamo vinto al Totogol?

ROSA:               Abbiamo fatto sei al Super Enalotto?

TOTO’:              Ho fatto tredici.

In coro, i tre:      Abbiamo fatto tredici?

CONCETTA:     (In tono da intendersi, suo marito e lei) Abbiamo fatto, tredici.

TOTO’:              Tre mesi fà, avevo giocato una schedina di due colonne. Per scaramanzia, avevo scritto dietro alla schedina, nome, cugnome ed indirizzo. Dopo averla giocata l'ho riposta nel portafogli ed ho dimenticato di controllarla. Per mia fortuna avevo scritto i dati. Otto giorni fà, ho ricevuto una lettera da parte del Totocalcio con la quale mi comunicavano di ritirare la vincita.

In coro, i tre:      E quanto abbiamo vinto?

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CONCETTA:     Non dire niente davanti a tuo compare. Se lo sente lo va a raccontare a tutto il paese.

TERESA:           Giusto, non dite nulla. Quando siamo in famiglia se ne parla.

ROSA:               I parenti non tradiscono mai.

TOTO’:              E si è visto col fatto dello sfratto!

ROSA:               Per questo non vi dovete preoccupare, la mia casa è grande.

TERESA:           Ma che dici? Mio marito non c'è e vengono a casa mia.

ROSA:               Non lo devi neanche pensare! Devono abitare con me e basta!

TERESA:           Questo lo dici tu! Poi ce la discutiamo!

TOTO’:              Basta, non litigate più perchè non abbiamo bisogno. Vi ringraziamo del vostro affetto...disinteressato.

PASQUALE:     Tutt'e due sono uno più disgraziato dell'altro!

TER. e ROSA:   (Alzandosi con le mani in fianco) Di noi parlate?

PASQUALE:     Compare, ci sono due calciatori che si stanno

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                          ammazzando come due cani per un osso!

TOTO’:              E quà ci sono altre due che vogliono spolparsi le ossa.

TER. e ROSA:   (Girandosi con le mani in fianco) Di noi parlate?

TOTO’:              No, di mia moglie e di mia figlia a cui piace l'ossobuco in salsa.

PASQUALE:     Che si mangia?

CONCETTA:     Trattandosi di mangiare gli torna l'udito!

ANTONIO:        No, avrà sentito l'odore dell'ossobuco....Mamma, vinite ad abitare a casa mia e starete bene.

CONCETTA:     Chi? Noi o voi?

TOTO’:              Dobbiamo affittarci...ma che dico affittare...comprare, dobbiamo comprare un palazzone a sei piani, tutto per noi.

CONCETTA:     Dobbiamo vivere come i pascià.

TOTO’:              Una coscia quà e una coscia là.

CONCETTA:     Con tre sventolatori, uno che sventola mio marito e due che sventolano me.

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TOTO’:              Già, lei ce l'ha più caldo!

CONCETTA:     Quattro poliziotti.

ANTONIO:        Vi devono arrestare?

CONCETTA:     Per fare le polizie, neh!

TOTO’:              Una cameriera per ogni servizio: una per cucinare, una per lavare, una per stirare e una per lavarmi le spalle quando mi faccio il bagno.

CONCETTA:     Quant'è vizioso sto' vecchio rimbambito!

TOTO’:              Eh! Cara moglie, quattro capricci dobbiamo passarceli ora che abbiamo i milioni a palate.

PASQUALE:     I pelati?

TOTO’:              No, la salsa pronta...

PASQUALE:     Avete detto i pirati?

TOTO’:              No, i ladri.

CONCETTA:     Vergine santa! E chi ci aveva pensato ai ladri?!. Appena sanno che abbiamo tutti questi soldi sequestrano mio. Ma io darò fino all'ultima lira purchè lo liberino.

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ROSA:               Ma si può avvertire la polizia!

TOTO’:              E pure che mi ammazzanu non ha importanza.

TERESA:           Si può patteggiare e dargli meno soldi.

TOTO’:              Tanto, quanto posso valere?!, A quindici mila lire al chilo con tutti gli abiti!

CONCETTA:     Senti, marito mio, è meglio se compriamo nulla, sennò scoprono che abbiamo tanti soldi.

TOTO’:              Ce ne andiamo in America o li regaliamo tutti in beneficienza.

TERESA:           Ma che dice!, venite ad abitare a casa mia e nessuno scoprirà niente.

ROSA:               Vengono a casa mia e non si discute!.

TOTO’:              Basta!, per farvi contenti, staremo un anno a casa tua ed un anno a casa sua. Ora festeggiamo. (Chiamando la figlia) Maria, Maria, porta i dolci.

ANTONIO:        Si festeggiamo. Rosa, Teresa, (indicando la credenza) prendete i tovaglioli, i bicchieri, che festeggiamo la vincita! (Le due cognate, si avviano alla credenza per prendere quanto occorre. Aprono i

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                                            cassetti , e mentre Rosa, presa la tovaglia, si affretta a togliere il tappeto da sopra il tavolo e ad apparecchiare, Teresa si attarda a raccogliere una lettera che era caduta a terra e si ferma a leggere:)

MARIA:             Ecco i dolci. Ah! voi siete quà? (Posa i dolci sul tavolo già apparecchiato con la tovaglia).

TERESA:           Avete portato i dolci? Ora sentite l'amaro! (Si fa avanti con la lettera in mano ed inizia a leggere) "RAI Radio Televisione Italiana. Egregio Signor Prencetti Pasquale.....eccetera eccetera,....questo lo saltiamo,.....siamo lieti di comunicarle che nelle fasi di un sorteggio fra tutti gli abbonati è stato estratto il nominativo della Signoria Vostra e che, pertanto, le viene assegnata la vincita di lire venti milioni da spendere in mobili ed abbigliamento presso le Ditte sponsors del nostro concorso, nonchè due milioni in moneta omaggiati da questa scrivente eccetera eccetera".

ROSA:               E tutti i milioni del tredici dove sono finiti?

TOTO’:              E va bene lo confessiamo. Quando è arrivata questa lettera, io e mia moglie, abbiamo pensato di non dire niente a nessuno, nenche a mia figlia Maria, e

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                          speravamo, con la scusa del tredici milionario, di cunvincervi ad ospitarci in casa visto che abbiamo lo sfratto e non possiamo prendere in affitto un'altra casa per i costi esagerati.

MARIA:             Sto cadendo dalle nuvole!

TERESA:           (Mettendole in mano la lettera) Tieniti tutti questi milioni del tredici così ti svegli un poco.

ROSA:               Ma prima o poi si sarebbe scoperta questa tragedia che avete ordita!

TOTO’:              Il difficile era entrare! Eravamo preoccupati di risolvere il problema dello sfratto.

CONCETTA:     Fortunatamente, voi siete comprensive e generose e ci avete messo le vostre case a disposizione.

ROSA:               Ma quale disposizione!, Ve l'ho già detto, potete andare a dormire per strada.

TERESA:           All'albergo luna dovete andare, voi e tutti i vostri milioni a palate.

PASQUALE:     Le patate? Come sono? Al forno?

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TERESA:           (Strappa dalle mani di Maria il vassoio di dolci ancòra avvolto) Si, son tutte quà, mangiatevele. (Così dicendo lo tira in faccia al malcapitato Pasquale ed esce di corsa).

ROSA:               Ci stavano facendo apparecchiare il tavolo, commedianti!! (Afferra da un lato la tovaglia, la gira a coprire Concetta ed esce di corsa anche lei). (Antonio, intanto, fin dalla lettura della lettera, si era accasciato su una sedia rimanendo, per tutto il tempo, immobile, per la vergogna, sorreggendosi il capo con le mani).

PASQUALE:     Compare, ma è passato il terremoto?

TOTO’:              (Guardando il figlio) Ma che ha fatto? Si è addormentato?

ANTONIO:        (Si alza scuotendo la testa) Che figura! Che figura! (Esce)

SCENA SETTIMA

(Pasquale - Totò - Concetta e Maria)

PASQUALE:     Il tredici questa volta faremo compare!

                          Suona il telefono e va a rispondere Maria.

MARIA:             Pronto...ah! è lei Don Nicola...buonasera.....si...si già lo sapevamo,......va bene....domani mattina alle otto e mezza...aspittiamo che passi lei....grazie la servirò, arrivederci. (Riattacca la cornetta).

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TOTO’:              Era per la visita di domani?

MARIA:             Si, dice che passa alle otto e mezza e vi accompagna personalmente lui.

CONCETTA:     Speriamo che si sia interessato davvero e mi faccia accettare la domanda di pensione.

MARIA:             Voi potete pensarla come volete ma io sono contraria a queste cose. Mamma, tu vuoi la pensione e magari l'accompagnamento. Tu che puoi accompagnare un plotone di carabinieri!

TOTO’:              Certamente se appena sarai davanti ai medici incomincerai a parlare quanto una radio al solito tuo, è meglio che non ti presenti.

CONCETTA:     Ma che mi faranno?

TOTO’:              Ti faranno delle domande. Stai attenta eh!. Qualunque cosa ti chiederanno dovrai far finta che non capisci. Appena arrivi, incominci a dire: "Ma dove mi avete portata? Voglio andare da mia madre" Appena il dottore ti chiede come ti chiami, tu ti rivolgi a me e mi dici: "Ma che vuole questo carabiniere? Mi vuole arrestare?"

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                          Insomma, devi dire cose senza senso come se avessi l'arterosclerosi.

CONCETTA:     Mi fanno spogliare, per visitarmi?

MARIA:             Ma che spogliare, mamma, il dottore ti controllerà le ginocchia battendole con il martello.

CONCETTA:     Così mi romperà le gambe?!

TOTO’:              Ma che scende dalle montagne? Bisogna spiegarle sempre tutto! Siediti che ti spiego. .....Il dottore ti fa sedere, prende un piccolo martello (le mostra le punte delle dita chiuse) e ti da un piccolo colpo al ginocchio per vedere se tisi drizza, ....così (Ciò dicendo si para davanti alla moglie e le da un colpetto al ginocchio. Concetta alza di scatto la gamba e lo colpisce.....a bassa quota).

CONCETTA:     S'è drizzato!

TOTO’:              (Battendo i talloni) Ma che drizzato!, disgraziata! Così, la pensione a me dovranno darla!

SCENA SETTIMA

(Pasquale - Totò - Concetta  - Maria - Pippo ed il Dottore )

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PIPPO:               (Da fuori) Bu...buonasera dottore...sta..sta uscendo?

Voce da fuori     Buonasera Pippo, ogni tanto ci vuole.

PIPPO:               (Da fuori) Si..si..diverta.

MARIA:             (Con un sorriso a trentadue denti) Pippo c'è.

TOTO’:              (Indicandola) E' spuntato il sole?

PIPPO:               Pe..pe..permesso?

CONCETTA:     Di nuovo quà, che c'è?

PIPPO:               Ho....ho....ho..hooo....

TOTO':              Sta facendo l'uovo.

PIPPO:               Ho visto u..uscire Rosa e Teresa, di co..co..corsa e mi sono preoccupato. Co.. co..cosa è successo?

CONCETTA:     (Piagnucolosa) Visto che pure tu entrerai a far parte della famiglia è meglio che te lo diciamo. Ci è arrivato lo sfratto di casa e le signore ci hanno detto che per loro possiamo andare a pagare un sacco di soldi per dormire all'albergo luna.

PIPPO:               No...non...non vi pre..preoccupate...io sto costruendomi

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                          un pa..pa..palazzo con tre appartamenti e voi verrete ad abitare con noi, appena ci....ci...sposiamo, vi cedo il primo piano. (Lo abbracciano tutti per ringraziarlo).

PASQUALE:     Compare, ci sono i risultati finali.

TOTO’:              (Accorrendo) Quanto abbiamo fatto? Quanto abbiamo fatto?.

PASQUALE:     (Mentre controlla la schedina) State zitto che non mi fate sentire niente.

TOTO’:              Ma se è a volume zero, ...un attimo che alzo il volume. (Alza il volume e si sente):

                                            Parma - Pescara 2;Roma - Atalanta x; Vicenza - Udinese 1; Foggia - Perugia 2; Torino - Salernitana x; Verona - Reggiana 2; Palermo - Ternana 1;

                                            Benevento - Marsala 2. E' questa la schedina che ha consentito una colossale vincita di circa tre miliardi e mezzo.

                                            Madonna! Tre miliardi e mezzo! Compare quanto abbiamo fatto? (Pasquale, intanto, era rimasto fermo con gli occhi spalancati, a bocca aperta, con la schedina nelle mani tremanti) Compare quanto abbiamo fatto? (Il tremolio delle mani di Pasquale si fa sempre più forte e):

PASQUALE:     Tre.....tre....

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TOTO’:              tre punti?

PASQUALE:     (Saltando) Tredici.....tredici.....tredici...

                          esultano tutti, ciascuno a suo modo. Mentre si ode il televisore in sottofondo.

MARIA:             Zitti, zitti, alziamo il volume , che sta dicendo?

                          Voce dal televisore: Per un increscioso errore sono stati trasmessi gli ultimi due risultati relativi alle partite in schedina, in posizione invertita, pertanto, scusandoci con i Telespettatori correggiamo dicendo che i risultati esatti sono: Palermo - Ternana 2; Benvento Marsala 1.

TOTO’:              (Dandosi una manata in fronte) Non è vero, ma che sta dicendo, i due punti fissi abbiamo sbagliato! Undici....undici abbiamo fatto. (Sconforto degli altri).

PASQUALE:     Tredici....tredici.....

TOTO’:              (Afferrandogli la testa e portandolo a guardare il televisore) Guardate quà, guardate quà.....undici... undici abbiamo fatto. Spegniamolo sto' televisore! (Esegue).

PASQUALE:     Undici.....???? (Sgrana gli occhi si irrigidisce toccandosi il petto e crolla sul divano).

CONCETTA:     Oddio!!! E' morto?

TOTO’:              Presto chiamate il dottore della porta accanto.

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PIPPO:               E' u..uscito.

CONCETTA:     Il padre del dottore è pure lui dottore, chiamatelo, chiamatelo. (Pippo scappa svelto per fuori).

MARIA:             Ci vado pure io. (Lo segue).

TOTO’:              Ed è morto mio compare!, non tornano più questi due!.

CONCETTA:     Nun si muove più, cosa possiamo fare?

TOTO’:              Non preoccuparti, secondo me è un semplice svenimento, vai a prendere un poco di aceto, glielo facciamo odorare. (Mentre Totò cerca di farlo rinvenire dandogli leggeri schiaffetti in viso, Concetta esce e torna, poco dopo con un bottiglione da due litri in mano):

CONCETTA:     Ecco l'aceto.

TOTO’:              Potevi portare un barile sano! Bastava un poco d'aceto. Fosse stato vino gli sarebbe bastato per bagnarsi le labbra! Versane un poco nel bicchiere. (Concetta va a prendere un bicchiere, lo riempie a mettà, gli fanno odorare l'aceto e Pasquale, lentamente, si riprende. Intanto che Concetta ha posato sul tavolo bottiglia e bicchiere, stanno entrando Pippo e Maria che sorreggono il dottore, vecchio e malato. Maria tiene la borsa del dottore in mano).

DOTTORE:       Ahi!, ahi!, adagio!

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MARIA:            Non corra, dottore, piano...piano.

PIPPO:               U...u..u..un piede per..volta. (Il dottore tentenna a portare avanti la gamba destra, muovendola come se la scarpa fosse attaccata al terreno).

TOTO’:              Gli balbetta la gamba. (Va anche lui ad aiutare e conducono il dottore, che continua a lamentarsi, a sedere su una sedia vicino a Pasquale). Piano!....piano!....che lo rompiamo. (Lo siedono).

CONCETTA:     Dottore, era da tanto tempo che non lo vedevamo e neanche sapevamo che stesse così male, altrimenti non lo avremmo disturbato. Dottore, pensavamo che al signor Pasquale era venuto un'infarto di cuore invece......era un infarto di svenimento.

DOTTORE:       (Con la voce rauca, affaticata e tremolante) Gli avete già fatta la diagnosi, allora.... me ......ne posso andare.

TOTO’:              Lasci perdere mia moglie, dottore, che ancòra le mancano tre materie per laurearsi in ignoranza.

DOTTORE:       Fatemici ....toccare il polso.

TOTO’:              Compare, allungategli la mano.

PASQUALE:     La saluto, dottore. (Lo saluta e sta per ritrarsi).

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PIPPO:               (Tenendogli il braccio) Te...te..nete i..il braccio teso.

TOTO’:              In ospedale ci sono meno ammalati.

DOTTORE:       (Dopo avergli tastato il polso per alcuni secondi) Il polso va be.....va be...va..be..

TOTO’:              (A Maria) Vuole bere, dagli un poco d'acqua che è soffocato.

MARIA:             (Maria, di scatto, prende il bicchiere da sopra il tavolo e lo porge al dottore). Beva, dottore, beva.

DOTTORE:       (Beve un sorso e lo sputa) Ma ch'era aceto?

CONCETTA:     Hai preso l'aceto da sopra il tavolo?

DOTTORE:       (Fa segno che si sente soffocato ed indica la sua tasca destra) Aero...sol...

TOTO’:              (Gli infila le mani in tasca e prende una boccettina di aerosol). Sta' cosa? Che devo fare?

MARIA:             Spruzzagliela....spruzzagliela....

TOTO’:              (Gli spruzza l'aerosol sui vestiti e, sollevandogli il braccio sotto un'ascella, mentre il dottore indica la sua bocca) Vado bene così?

MARIA:             Ma che fai!!! (Toglie la boccettina dalle mani del padre e spruzza

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                                            l'aerosol in gola al dottore).

DOTTORE:       Grazie, ora va.... meglio. Ora sentiamo il cuore. Don Totò, prendetemi lo .....stetoscopio dalla mia borsa...vediamo come si sente.

TOTO’:              (Apre la borsa, prende lo stetoscopio) E' questo?

DOTTORE:       Si, si..(e mentre don TOTO’ glielo sta porgendo, estrae tremolante il fazzoletto dalla tasca e si soffia il naso).

TOTO’:              (Rimasto con lo stetoscopio in mano, ne introduce gli auricolari nelle orecchie di Pasquale e portando il dischetto dello stetoscopio alla propria bocca:) Pronto..compare come ci sentite?

DOTTORE:       Ma che fate?!....datemi sto' coso! Pasquale, avvicinatevi...(Ascolta il cuore...poi): Niente....non ha niente....ma chi ha fatto...... si è allarmato per qualcosa?

MARIA:             Dottore, credeva avessimo fatto tredici, invece abbiamo fatto undici ed è svenuto per il dispiacere.

DOTTORE:       Dategli un bicchiere d'acqua....... gli passerà lo spaveto. Ma no come quello che avete dato a me!!! Accompa....gnatemi ....a casa....che mi vado a coricare.

TOTO’:              E troppo stanco....portiamolo via con la sedia. (Lo prendono

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                                            in tre, due ai lati ed uno dietro) Oh! issa! (lo alzano).

PASQUALE:     Lo stanno portando in processione! Viva Sant’Antonio! (Escono e restano in scena Pasquale e Concetta).

SCENA SETTIMA

(Pasquale - Concetta - Totò - Maria - Pippo)

CONCETTA:     Vi prendo l'acqua che vi passa lo spavento?

PASQUALE:     No, non c'è vento.

CONCETTA:     (Facendogli il segno e gridando) L'acqua, volete l'acqua?.

PASQUALE:     Preferisco un bel bicchiere di latte freddo.

CONCETTA:     Piglia più latte lui che un vitellino! (Esce, mentre Pasquale, rimasto solo, va a riaccendere il televisore, che inizialente si sente forte: con un bellissimo gol al quarantacinque.....poi la voce viene troncata da Pasquale stesso che tocca i tasti del televisore. Intanto che egli guarda la televisione, rientra Concetta con il bicchiere di latte in mano). Ecco a voi il latte. (Intanto rientrano i tre).

TOTO’:              Poveretto, aveva più bisogno di aiuto lui che mio compare!

CONCETTA:     Manco per la paura che ci ha fatto prendere!, Altro che tredici!

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TOTO’:              Non ci pensate, compare, l'importante è avere la salute! Ringraziamolo sempre, compare, evviva Sant' Antonino.

PASQUALE:     No, grazie, il vino sopra il latte mi procura acidità.

ULTIMA SCENA

(Tutti, meno il dottore)

ANTONIO:        (Da fuori) Entrate, avanti entrate. (Spinte da Antonio, entrano in scena Rosa e Teresa, malconce, piene di lividi, di cerotti, bende al collo e doloranti) Chiedete scusa, o vi do il resto!!

TER. e ROSA    Chiediamo scusa.

ANTONIO:        (Incavolato come mai) Dove devono andare a dormire i miei genitori?.

Ter. e Rosa        A casa mia. A casa mia.

TOTO’:              Antonio, ora si che sei degno del nome che porti!

PASQUALE:     Compare, di nuovo la schedina stanno facendo vedere!

TOTO’:              (Accorrendo) Zitti tutti...mettiamola più forte, più forte! (Alza il volume e si sente:Torino - Salernitana x; Verona - Reggiana 2;

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                                            Palermo - Ternana 2; Benevento - Marsala 1). Undici abbiamo fatto...undici...(mentre la voce proveniente dal televisore continua ed intanto Totò estrae dalla tasca una schedina totogol: passiamo ora ai numeri vincenti della schedina Totogol che ha fatto registrare la sensazionale vincita di otto miliardi e settecento milioni all'unico otto della settimana. I numeri vincenti sono: sette, undici, quindici, dicevossette, ventuno, ventidue, ventitre, ventinove. Durante la lettura Totò, nel controllare i numeri si era trasfigurato in viso) Può ripetere!, può ripetere! (Voce dal televisore: per chi si fosse messo in ascolto in questo istante ripetiamo i favolosi otto numeri vincenti del totogol: sette, undici, quindici, dicevossette, ventuno, ventidue, ventitre, ventinove. Ad ogni numero Totò barcolla e le gambe gli si fanno sempre più molli, finchè all'ultimo numero cade per terra, ma alzando la mano e sventolando la schedina.

Tutti in coro:      Abbiamo fatto otto??

TOTO’:              (Alzandosi e saltando di gioia) Otto, ho fatto...otto.

PASQUALE:     Avete fatto otto?

TOTO’:              Gli è venuto l'udito! Compare, abbiamo fatto otto, ce n'è per tutti. Cinquecento milioni sono vostri e ci potete vivere da pascià per tutta la vita. Il resto....

Tutti in coro:      Il resto??

TOTO’:              Sant’Antonio ci ha fatto la grazia, ma dobbiamo saper

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                          perdonare ed amare, perciò il resto dei soldi sono di tutti, in parti uguali. (Coro generale di festa e di allegria). E gridiamo tutti quanti, sia pubblico che attori, con il cuore di gioia pieno: VIVA SANT’ANTONIO!... VIVA SANT’ANTONIO!... VIVA SANT’ANTONIO!...

                                                            CALA IL SIPARIO


BREVE NOTA BIOGRAFICA SULL'AUTORE

GIOVANNI AMATO

Nato a Misilmeri (PA) il 22.09.1947, da una famiglia di umili contadini, il sottoscritto, ha fin da piccolo avvertita una particolare propensione per l'arte dello scrivere e per la recitazione teatrale. Due passioni che ha particolarmente coltivate dopo aver conseguito il diploma di maturità classica. Pur non trascurando gli impegni di lavoro, nella qualità di impiegato presso il Comune di Palermo ove risiede, e non certo dimentico delle paterne e coniugali responsabilità nei confronti della propria famiglia, ha riversato ogni restante energia nell'arte del recitare, quale attore componente della compagnia teatrale "Zappalà" di Palermo, scrivendo, al contempo, numerosi testi teatrali, ad oggi inediti così come la stessa raccolta di poesie. La passione per la poesia è stata come un amore segreto, con brevi apparizioni in pubblico quale la "Prima edizione del premio di poesia Città di Marineo" in cui, allora presidente di giuria il compianto poeta Buttitta, lo scrivente autore vinse il primo premio con due sue poesie, in ex equo fra esse stesse.

In atto, lo stesso è impegnato nella stesura di un romanzo, che si prefigge essere ricco di sentimento e di pathos.

                                                                                                                                           GIOVANNI AMATO


DELLO STESSO AUTORE

Testi teatrali:                    (Sia in lingua italiana, sia in dialetto siciliano)

LA SCHEDINA;                              (Commedia in due atti);

SIMBOLI;                                       (Dramma in tre atti);

INTRIGO ALL'OSTERIA;              (Commedia in tre atti);

L'INIEZIONE;                                 (Commedia farsesca in atto unico);

LA MORTE? ROBA DA RIDERE!   (Commedia in atto unico);

TUTTA COLPA DI MIO NONNO;   (Commedia in due atti);

(Un giallo senza il morto)

          STIAMO IN PIAZZA E CE NE VANTIAMO        (Commedia in due atti);

POESIE:

IL CANTORE DELLA VITA          (Raccolta di poesie)

ROMANZO:

CARMEN                                       (Romanzo in atto di stesura).

Palermo li:                                                                                   GIOVANNI AMATO